Pagina di Redirect · Web viewDi fronte alle tante di- coltà della vita l’uomo medievale si...

20
A.S.2016-17 / CLASSE 3C / COLOMBO, GHIOTTO, RUSSELLO IL PELLEGRINAGGIO Un pellegrinaggio (dal latino peregrinus, "straniero") è un viaggio compiuto per devozione, ricerca spirituale, o penitenza, verso un luogo considerato sacro. La definizione di pellegrinaggio indica un particolare tipo di viaggio, un andare finalizzato, in genere lungo percorsi prestabiliti. Il tempo dedicato al pellegrinaggio si traduce in un tempo che l'individuo stralcia dalla continuità del tessuto ordinario della propria vita (luoghi, rapporti, produzione di reddito), per connettersi al sacro. Il termine proviene dal latino “peregrinus”, da per + ager (i campi), dove indicava colui che non abita in città, quindi lo straniero, ovvero qualcuno costretto a condizioni di civilizzazione ridotta. Il suo uso successivo invece - il nostro - implica una scelta. Chi parte in pellegrinaggio non si trova ad essere, ma si fa straniero e di questa condizione si assume le fatiche e i rischi , sia interiori che materiali, in vista di vantaggi spirituali - come incontrare il sacro in un luogo lontano, offrire i rischi e i sacrifici materialmente patiti in cambio di una salvezza o di un perdono metafisici - e perché no anche materiali, grazie alle avventure e occasioni che, strada facendo, non possono mancare. In tutte le grandi religioni storiche esistono indicazioni, forme, destinazioni e finalizzazioni, del pellegrinaggio.

Transcript of Pagina di Redirect · Web viewDi fronte alle tante di- coltà della vita l’uomo medievale si...

Page 1: Pagina di Redirect · Web viewDi fronte alle tante di- coltà della vita l’uomo medievale si rivolgeva a Dio, magari attraverso potenti mediatori quali potevano essere i santi e

A.S.2016-17 / CLASSE 3C / COLOMBO, GHIOTTO, RUSSELLO

IL PELLEGRINAGGIO

Un pellegrinaggio (dal latino peregrinus, "straniero") è un viaggio compiuto per devozione, ricerca spirituale, o penitenza, verso un luogo considerato sacro.La definizione di pellegrinaggio indica un particolare tipo di viaggio, un andare finalizzato, in genere lungo percorsi prestabiliti. Il tempo dedicato al pellegrinaggio si traduce in un tempo che l'individuo stralcia dalla continuità del tessuto ordinario della propria vita (luoghi, rapporti, produzione di reddito), per connettersi al sacro.

Il termine proviene dal latino “peregrinus”, da per + ager (i campi), dove indicava colui che non abita in città, quindi lo straniero, ovvero qualcuno costretto a condizioni di civilizzazione ridotta.Il suo uso successivo invece - il nostro - implica una scelta. Chi parte in pellegrinaggio non si trova ad essere, ma si fa straniero e di questa condizione si assume le fatiche e i rischi, sia interiori che materiali, in vista di vantaggi spirituali - come incontrare il sacro in un luogo lontano, offrire i rischi e i sacrifici materialmente patiti in cambio di una salvezza o di un perdono metafisici - e perché no anche materiali, grazie alle avventure e occasioni che, strada facendo, non possono mancare.

In tutte le grandi religioni storiche esistono indicazioni, forme, destinazioni e finalizzazioni, del pellegrinaggio.

Chi erano i pellegrini? Vi erano colti ed analfabeti, ricchi e poveri, vecchi e bambini, uomini e donne (che costituivano quasi un quarto dei viatores), sani e malati. Viaggiavano da soli o in comitiva, i benestanti si facevano accompagnare da un medico.

Attualmente la diminuzione dei tempi, dei rischi e dei costi di viaggio, nonché la desacralizzazione delle culture, fanno sì che la categoria culturale del pellegrinaggio sia ormai sempre più intrecciata con quella del turismo di massa, del quale viene anzi spesso considerata una specie di sottoclasse, almeno dagli operatori economici del settore (turismo religioso).

STORIA DEL PELLEGRINAGGIO NEL MEDIOEVO

Nel mondo cristiano sono esistite due forme di pellegrinaggio, in seguito collegate e fuse tra loro:

1. Il pellegrinaggio devozionale

Page 2: Pagina di Redirect · Web viewDi fronte alle tante di- coltà della vita l’uomo medievale si rivolgeva a Dio, magari attraverso potenti mediatori quali potevano essere i santi e

2. Il pellegrinaggio penitenziale

Il primo esiste fin dall'epoca paleocristiana e faceva parte del processo di conversione: per liberarsi dalle ansie e dalle tensioni del mondo si partiva verso Gerusalemme, dove si viveva da "stranieri", da "esuli" (secondo l'etimologia del termine "pellegrino"), magari fino al resto della propria vita. Un famoso esempio di pellegrinaggio devozionale fu quello fatto da sant'Elena, madre di Costantino I, nel IV secolo.

Il pellegrinaggio penitenziale, o espiatorio, invece ha origini più tarde, legate a tradizioni di origini insulari (anglosassoni e soprattutto irlandesi), dove si diffuse nell'alto medioevo per venire poi esportato nel continente europeo dai missionari nel VI e VII secolo. Esso era originariamente una forma di dura condanna verso una colpa molto grave (dall'omicidio all'incesto), nella quale incorrevano soprattutto gli ecclesiastici, non essendo essi sottomessi al diritto dei laici. Il reo era condannato a vagabondare in continuazione, per terre sconosciute e pericolose, vivendo nella povertà grazie solo alle elemosine, impossibilitato a stabilizzarsi altrove, lavorare e rifarsi una vita, in tutto simile alla vita fatta da Caino dopo l'omicidio di Abele (Genesi, 4, 12-14). Essi dovevano portare ben visibili i segni del loro peccato: giravano infatti nudi, scalzi e con ferri che ne cingevano i polsi e le gambe: non a caso in vari testi agiografici altomedievali ci sono passi in cui le catene si spezzano improvvisamente quale miracolo (piuttosto frequente) che segnalava la fine decisa da Dio della pena.

Ambrogio Lorenzetti, dettaglio dalle Storie di san Nicola (1332) dove si vede il diavolo  travestito da pellegrino col tipico berretto e bastone.

La penitenza e la modalità penitenziale nel medioevo acquisì sempre più importanza. Il sistema penitenziale antico era rigorosissimo: i peccati si confessavano privatamente al vescovo poi seguiva un processo pubblico che vedeva il peccatore entrare nell’ordo poenitentium. Tutta la comunità piangeva e pregava per e con i suoi penitenti. Il peccatore poteva accedere una volta sola nella vita a questo tipo di penitenza e poi, anche dopo essere stato riconciliato, rimaneva

Page 3: Pagina di Redirect · Web viewDi fronte alle tante di- coltà della vita l’uomo medievale si rivolgeva a Dio, magari attraverso potenti mediatori quali potevano essere i santi e

segnato fino al termine della sua vita dagli interdetti penitenziali; egli accettava così la morte civile e sociale e la rottura della comunità coniugale: proibizione di vivere una vita matrimoniale sociale, di risposarsi o sposarsi, di occupare cariche pubbliche e di accedere alle più alte cariche ecclesiastiche.

La maggior parte dei peccatori aveva come unica possibilità di riconciliazione quella in extremis in punto di morte. Dal VI secolo si sviluppò una prassi penitenziale privata (penitenza tariffata) originatasi nei monasteri irlandesi e britannici dove non esisteva la penitenza antica: la confessione era segreta e reiterabile e ogni peccato comportava una pena che consisteva in mortificazioni più o meno dure. Essa era aperta a tutti, laici e chierici. Un concilio di Toledo del 589 criticò aspramente questa pratica. Ci furono, pertanto, opinioni contrastanti. Il peccatore va dal suo confessore ogni volta che ha peccato, riceve una penitenza - secondo quanto descritto in appositi penitenziali espletata la quale, ipso facto, ottiene il perdono. A partire dal IX secolo, quindi i modi di fare penitenza saranno due: le commutazioni, che permettevano di sostituire i lunghi periodi di digiuni con atti meno gravosi (genuflessioni, recita di salmi, veglie, elemosine, Messe da far celebrale o anche opere di un terzo che digiuna al posto del peccatore). La possibilità di pagare una sorta di tassa, derivò dall’uso germanico di riscattare un delitto con una somma proporzionata in denaro. (Pier Damiani inflisse cent’anni di penitenza al vescovo simoniaco Guido da Velate di Milano (1059-1060) commutandogliela in una tassa in danaro). Altra possibilità era il sistema di commutazione tramite la celebrazione delle messe. Le messe penitenziali divennero intorno al IX secolo una fonte di lucro per il confessore. Mediante il gioco delle commutazioni l’espiazione, svuotata del suo senso, fu praticamente eliminata e, verso la fine del secolo XII, la confessione orale diventa essa stessa la penitenza con la vergogna che porta e l’assoluzione segue immediatamente l’accusa sul modello di quanto è ancora in vigore oggi.Intorno al secolo XIII si sviluppa un sistema di penitenza a tre modalità: alla penitenza pubblica antica imposta per peccati pubblici particolarmente scandalosi commessi da laici (parricidi, forme gravi di lussuria, sacrilegi) e a quella privata imposta per peccati occulti di qualsiasi natura di laici e chierici si aggiunge la penitenza pubblica non solenne, cioè il pellegrinaggio penitenziale che può essere imposto da qualsiasi parroco con cerimoniale semplice. Si tratta di una penitenza ripetibile imposta per peccati meno scandalosi commessi dai laici. Alla gravità della colpa era legata la scelta della meta di pellegrinaggio, visto che la sacralità dello scopo aveva creato una gerarchia tra i santuari. Per definizione, quindi, i pellegrini penitenti sono peccatori forse pentiti ma probabilmente criminali.

Dal 500 fin verso l'anno 1000 il pellegrinaggio era un fenomeno prevalentemente individuale. Verso la fine del primo millennio, invece, prende corpo il pellegrinaggio collettivo, meglio preparato e senza dubbio meno rischioso. Una svolta nel carattere stesso del pellegrinaggio si ebbe a partire dal VII secolo, quando si cominciò a prescriverlo o ad imporlo, assieme all'elemosina, come penitenza per peccati di una certa gravità. Si andava in pellegrinaggio non solo per visitare i luoghi santi di culto, ma anche per sciogliere un voto. Il pellegrinaggio come pratica di penitenza e di

Page 4: Pagina di Redirect · Web viewDi fronte alle tante di- coltà della vita l’uomo medievale si rivolgeva a Dio, magari attraverso potenti mediatori quali potevano essere i santi e

riscatto morale coinvolge anche le classi sociali più alte, senza escludere re e imperatori. Il primo sovrano a recarsi a Roma fu Carlo Magno, nella Pasqua del 774.Le prime notizie di pellegrinaggi penitenziali diretti a una specifica meta risalgono all'VIII secolo Gli imperatori carolingi scoraggiavano tali pratiche per ragioni di ordine pubblico; nello stesso periodo i vescovi iniziarono a inviare questo particolare tipo di criminali direttamente al pontefice, affinché fosse lui a condannare o a concedere un'assoluzione, anche se ciò causò talvolta conflitti tra alcuni vescovi e il pontefice: infatti i condannati, se pensavano di essere stati trattati con eccessiva durezza dal proprio vescovo preferivano migrare fino a Roma in cerca di pene meno severe, con un conflitto di competenza che all'epoca non era regolato da alcuna disciplina e che era segno della fatica di alcune diocesi di accettare la supremazia romana in maniera più che simbolica. Fino all'XI secolo i pellegrinaggi furono un fenomeno esistente ma piuttosto limitato, per l'insicurezza generale e anche per una certa diffidenza da parte della stessa Chiesa: essi andavano oltre il controllo delle diocesi, che era saldamente territoriale, e non era gradito dagli  ordini monastici, che seguivano il precetto della stabilitas loci, che impediva a un monaco di cambiare monastero. Essi inoltre sostenevano in genere che la propria "Gerusalemme" andasse trovata nel cuore di ogni cristiano, piuttosto che nel viaggio. In seguito la Chiesa riconobbe nel pellegrinaggio un'esperienza fondamentale della vita religiosa e lo disciplinò, corredandolo di un apposito voto e delle relative indulgenze spirituali.I pellegrinaggi furono dopo l'anno Mille uno dei motori della ritrovata mobilità delle persone e affiancarono il rinascere dei commerci. Le vie dei pellegrinaggi si attrezzarono con hospitalia (ospizi) per garantire una modesta sistemazione, con vitto e alloggio per tre giorni, rifocillarsi e curarsi, se infermi. A Roma alcuni erano talmente grandi da ospitare non meno di 600 viaggiatori, tuttavia per poter accedere a tale beneficio era necessario farsi riconoscere. Di fatto, i pellegrini per essere riconosciuti erano in possesso di una tessera di cuoio, che dava loro diritto all'ospitalità. Era il sindaco della città di provenienza che in questo modo poteva garantire sull'identità, in assenza di codesto documento si poteva ricorrere ad un attestato rilasciato dall'autorità religiosa da cui proveniva il pellegrino. Tuttavia non erano inconsueti tentativi di raggiro per mezzo di documenti apocrifi, sovente questi soggetti provenivano dal Regno di Napoli e venivano chiamati "i rinnicoli".

ABBIGLIAMENTO E PECULIARITÀ

I pellegrini avevano anche alcuni segni che li contraddistinguevano: il bastone (detto bordone), la schiavina, soprabito lungo e ruvido, la bisaccia in pelle per il denaro e il cibo detta escarsela con termine provenzale, la pazienza, ossia un cordone in vita simile a quello dei frati, e i segni del santuario verso il quale si era diretti o dal quale si tornava, ben in vista sul copricapo o sul Sanrocchino (un mantello di tela cerata ispirato come forma a quello nell'iconografia di san Rocco). Sulla via del ritorno una palma, le chiavi di san Pietro o la conchiglia di san Giacomo rivelavano che il pellegrino era stato rispettivamente a Gerusalemme, Roma o Santiago di Compostela. Nell'iconografia medievale il pellegrino indossa un mantello con il cappuccio, detto pellegrina, che copre il corpo fino ai piedi e protegge dal freddo; oppure porta un cappello rotondo a larghe tese tenuto fermo da un laccio, chiamato petaso, che protegge dalla pioggia e dal sole. Impugna il bordone, un bastone da marcia con una punta chiodata, che aiuta il pellegrino a camminare ed è anche un'arma di difesa contro i briganti e gli animali feroci. Porta una bisaccia che si appende alla vita, sufficiente per il minimo indispensabile; è sempre aperta perché il pellegrino deve essere sempre pronto a donare come a ricevere. I pellegrini che si dirigono a Gerusalemme portano ben in vista la croce. Quelli che viaggiano verso Compostela portano impressa sul bavero la conchiglia di San Giacomo, che in origine i pellegrini raccoglievano sulle spiagge dell'oceano Atlantico e successivamente diventa il simbolo comune a tutti i pellegrini, senza distinzione di santuario.

Page 5: Pagina di Redirect · Web viewDi fronte alle tante di- coltà della vita l’uomo medievale si rivolgeva a Dio, magari attraverso potenti mediatori quali potevano essere i santi e

Molti volevano tenersi vicino le reliquie, cioè i resti mortali dei santi, oppure gli oggetti appartenuti a Gesù. Si anima, così, nel medioevo l'afflusso alle tombe e alle reliquie sacre, assieme al bisogno di riportare indietro con sé un oggetto che continui a rappresentare un legame tangibile con la straordinaria esperienza vissuta. Questo culto per le reliquie diede luogo anche a commerci poco leciti.

Page 6: Pagina di Redirect · Web viewDi fronte alle tante di- coltà della vita l’uomo medievale si rivolgeva a Dio, magari attraverso potenti mediatori quali potevano essere i santi e
Page 7: Pagina di Redirect · Web viewDi fronte alle tante di- coltà della vita l’uomo medievale si rivolgeva a Dio, magari attraverso potenti mediatori quali potevano essere i santi e
Page 8: Pagina di Redirect · Web viewDi fronte alle tante di- coltà della vita l’uomo medievale si rivolgeva a Dio, magari attraverso potenti mediatori quali potevano essere i santi e

METE E RELIQUIE

Con l'uso di andare a Roma dei pellegrini penitenziali, essi si sovrapposero ai pellegrini devozionali, che ivi visitavano le tombe e le reliquie degli apostoli Pietro e Paolo. Durante il medioevo le due forme di pellegrinaggio si sovrapposero fino a confondersi e uniformarsi: ogni pellegrino cercava l'espiazione di qualcosa. Ai pellegrinaggi verso Roma e la Terrasanta nel corso dell'XI secolo la potente abbazia di Cluny si fece promotrice di un'altra destinazione, la città di Santiago di Compostela in Galizia, dove esiste la tomba dell'apostolo Giacomo. Santiago aveva il vantaggio di unire il flusso dei pellegrini al processo di Reconquista della Spagna allora musulmana. Perfino Dante parlò dei tre diversi pellegrinaggi maggiori nella Vita Nova: "È però da sapere che in tre modi si chiamano propriamente le genti che vanno al servigio de l'Altissimo: chiamansi palmieri in quanto vanno oltremare, la onde molte volte recano la palma; chiamansi peregrini in quanto vanno a la casa di Galizia, però che la sepoltura di Sa' Iacopo fue più lontana della sua patria che d'alcuno altro apostolo; chiamansi romei quanti vanno a Roma" (Dante, Vita Nova, XL).

Per quanto riguarda Gerusalemme essa era fin dal VII secolo in mano dei musulmani, in un'area contesa tra i califfati del Cairo (fatimide, sciita) e di Baghdad (abbaside, sunnita). I pellegrini cristiani potevano visitare la città e le chiese al prezzo di pagare per i salvacondotti.

Page 9: Pagina di Redirect · Web viewDi fronte alle tante di- coltà della vita l’uomo medievale si rivolgeva a Dio, magari attraverso potenti mediatori quali potevano essere i santi e

Alto medioevo (dal 500 al 1000)

La via Francigena percorre l’intera Europa per giungere alla città santa: Roma. Il nome le viene assegnato durante la dominazione carolingia, ma il percorso si deve ai longobardi e acquisisce nuovo impulso con il Giubileo del 1300, che proclama l’indulgenza per quanti si rechino in penitenza nelle basiliche romane. Lungo l’itinerario furono adibiti luoghi di ricovero per i pellegrini: foresterie, ospizi, monasteri e pievi. Dall’XI secolo in poi la via Francigena venne chiamata anche via Romea con riferimento alla destinazione: Roma.

 

Cosa significa pellegrinaggio?

Indica un viaggio compiuto per devozione o penitenza verso un luogo sacro, in genere lungo percorsi

Page 10: Pagina di Redirect · Web viewDi fronte alle tante di- coltà della vita l’uomo medievale si rivolgeva a Dio, magari attraverso potenti mediatori quali potevano essere i santi e

prestabiliti.

 Perché si andava in pellegrinaggio?

Si andava in pellegrinaggio non solo per visitare i luoghi santi di culto, ma anche per sciogliere un voto. Il pellegrinaggio come pratica di penitenza e di riscatto morale coinvolge anche le classi sociali più alte. Da ricordare la testimonianza del primo sovrano a recarsi a Roma: Carlo Magno, nella Pasqua del 774.

Come si sviluppa il suo percorso?

I percorsi sono due: uno è quello utilizzato dai pellegrini che vengono dalla Spagna e dal sud della Francia (entrando dal Passo del Monginevro si percorre la Val di Susa e passati per Torino si arriva a Vercelli). L'altro percorso è destinato per coloro che vengono dal nord della Francia e dall'Inghilterra e attraversano il Passo del Gran S. Bernardo e arrivano a Vercelli. Da lì la strada si unifica e si sviluppa lungo l'itinerario che passa da Pavia, Piacenza, Fidenza, Passo della Cisa, Pontremoli, Lucca, Siena, Bolsena, Viterbo e quindi Roma.

  

Come è segnalato il percorso?

Il percorso della via Francigena è segnalato da: un piccolo pellegrino di colore giallo e una freccia

Page 11: Pagina di Redirect · Web viewDi fronte alle tante di- coltà della vita l’uomo medievale si rivolgeva a Dio, magari attraverso potenti mediatori quali potevano essere i santi e

bianca.

Come erano vestiti i pellegrini?

Nell'iconografia medievale il pellegrino indossa un mantello con il cappuccio, detto pellegrina, che copre il corpo fino ai piedi; oppure porta un cappello rotondo a larga tesa chiamato petaso, che protegge dalla pioggia e dal sole. Stringe in mano il bordone, un bastone con una punta chiodata, che ha due funzioni: quello di sostenerlo durante il cammino e all'occorrenza usarlo come arma di difesa contro i briganti. Al bastone viene appesa una zucca svuotata e seccata, utilizzata come boraccia per la sua leggerezza e resistenza del materiale.

Segno distintivo e caratteristico del pellegrino è la conchiglia, che viene appesa al mantello o al cappello e utilizzata durante il viaggio come contenitore per bere. 

 Cosa sono le credenziali del pellegrino?

La Credenziale è il documento fondamentale per il pellegrino, è una sorta di "carta d'identità", un documento che attesta che la persona che ne è in possesso sta svolgendo un pellegrinaggio verso un luogo di culto. Con questo documento il pellegrino potrà avere accesso alle strutture di accoglienza: questo sarà certificato da un timbro apposto al momento dell'ospitalità. Arrivato a Roma, quindi terminato il cammino, potrà ricevere la l'ultima certificazione dell'avvenuto pellegrinaggio. 

Il pellegrino rientra nella vasta gamma dei penitenti. In tal senso il tipo di abbigliamento era signicativo. L’abito nel Medioevo era, infatti, fondamentale: indicava la qualità sociale e/o religiosa della persona; chi

Page 12: Pagina di Redirect · Web viewDi fronte alle tante di- coltà della vita l’uomo medievale si rivolgeva a Dio, magari attraverso potenti mediatori quali potevano essere i santi e

andava pellegrino doveva segnalare la sua condizione pertanto indossava un caratteristico vestiario costituito da un mantello, detto appunto “pellegrina”, con un cappuccio; poteva indossare un cappello magari rotondo (di cuoio bollito) a falde larghe per protezione del capo; indispensabili erano il bordone, ovvero un robusto bastone da marcia, una bisaccia e una borraccia (quest’ultima poteva anche essere una zucca secca).

Il vero pellegrino penitente sincero avrebbe dovuto andare a piedi e magari scalzo, l’iconografia però li raffigura in genere non privi di calzature.

L’abito e i suoi attributi rendono teoricamente inviolabile il pellegrino. Egli, ricco o povero, deve essere ricevuto con carità e circondato di venerazione: così raccomanda La guida del pellegrino di Santiago (sec. XII). L’abito fa del pellegrino una sorta di homo religiosus.

Prima della partenza egli riceveva un’apposita benedizione poiché la Chiesa intendeva distinguere i pellegrini dai viaggiatori comuni. Un sacerdote consegnava loro la bisaccia ed il bordone pronunciando particolari benedizioni. Sono la bisaccia ed il bordone a qualificare il pellegrino. La bisaccia fu interpretata come simbolo dell’elemosina; il bastone/bordone, che serviva per scacciare animali pericolosi, come emblema della lotta contro le insidie del demonio;

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Si poteva andare in pellegrinaggio per pura devozione oppure per voto. Di fronte alle tante di- coltà della vita l’uomo medievale si rivolgeva a Dio, magari attraverso potenti mediatori quali potevano essere i santi e la Vergine. I pericoli per un verso, la mala sorte e le disavventure per un altro e soprattutto la vasta gamma delle malattie inducevano ad aver fede nel miracolo. Medicina e medici sono sempre esistiti, ma le cure erano spesso ben poco e caci, così per ottenere una guarigione per sé o per i propri congiunti si ricorreva al voto, alla promessa cioè di compiere, fare, donare “qualcosa” che “vincolasse” una qualche - gura sacrale ad un bene- co intervento. Si poteva andare in pellegrinaggio, dunque, per chiedere una speci- ca grazia oppure si andava a grazia ottenuta per adempiere al voto4 . Un valido incentivo per andare in pellegrinaggio consisteva nell’ottenimento di indulgenze5 . Il pellegrinaggio penitenziale era motivato dal fatto oggettivo dell’imposizione di esso quale pena da scontare per un grave peccato commesso, ciò lo prevedevano sia i tribunali ecclesiastici che quelli civili. Esistevano i cosiddetti ‘pellegrinaggi giudiziari’, cioè imposti a coloro che si erano macchiati di qualche delitto6 . Poteva essere però anche una scelta personale, cioè una pratica penitenziale volontaria al - ne di perfezionare e rendere più valida ed intensa la propria vita religiosa. Il pellegrinaggio è un itinerario particolare perché si cercava di combinare il raggiungimento della meta fi nale con la visita ad altri santuari dislocati lungo il percorso. La Guida del pellegrino di Santiago lo prevede esplicitamente; percorrendo la Via Francigena una sosta a Lucca, ad esempio, ci stava bene per venerare il Volto Santo; i pellegrini iacopei, oltre a tutte le soste previste dal percorso, potevano deviare anche per Oviedo, concentrato di prestigiose reliquie. Chi andava per mare, lungo la costa adriatica, poteva far sosta a Bari (reliquie di san Nicola) e ad Ancona per visitare il santuario di Loreto. PELLEGRINI E TESTAMENTI S lo prevede esplicitamente; percorrendo la Via Francigena una i pellegrini iacopei, tre esso era la terza gamba del pellegrino e il tre è il numero della Trinità. Per la recita di preghiere ripetitive potevano portare con sé dei rosari. I parroci ricevevano da parte dei pellegrini vicari/ sostituti [cfr Finestra 2] una decima in cambio della benedizione della bisaccia (o scarsella) e del bastone/bordone. Secondo le mete essi venivano così indicati: palmieri erano detti i pellegrini che si recavano in Terra Santa e ciò dalle palme che si raccoglievano a Gerico; romei quelli che andavano a Roma; jaquot, jaquet, jaquaire quelli che si mettevano in cammino per Santiago.

Page 13: Pagina di Redirect · Web viewDi fronte alle tante di- coltà della vita l’uomo medievale si rivolgeva a Dio, magari attraverso potenti mediatori quali potevano essere i santi e
Page 14: Pagina di Redirect · Web viewDi fronte alle tante di- coltà della vita l’uomo medievale si rivolgeva a Dio, magari attraverso potenti mediatori quali potevano essere i santi e
Page 15: Pagina di Redirect · Web viewDi fronte alle tante di- coltà della vita l’uomo medievale si rivolgeva a Dio, magari attraverso potenti mediatori quali potevano essere i santi e
Page 16: Pagina di Redirect · Web viewDi fronte alle tante di- coltà della vita l’uomo medievale si rivolgeva a Dio, magari attraverso potenti mediatori quali potevano essere i santi e