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Direttore responsabile Giovanni Coviello n° 267 web - 8 febbraio 2014 - euro 1,20 www.vicenzapiu.com V icenza Più Periodico indipendente, non riceve finanziamenti pubblici L’Autorità panamense che sovrintende il Canale ha interrotto le trattative con il raggruppamento Sacyr-Impregilo, impegnato nei lavori di ampliamento della struttura ... E i No Pedemontana sognano un altro blocco dei lavori Sacyr dopo che Zanoni, Follesa e Rigon hanno annunciato di essere in possesso delle carte segrete della Pedemontana Veneta descritte come piene di punti oscuri e di condizioni capestro per gli enti pubblici Sacyr bloccata a Panama Sognano anche i No SPV Lavora con i media del network VicenzaPiù Per un ulteriore potenziamento sul territorio cerchiamo collaboratori e corrispondenti per ‘coprire’ le città, i paesi e le aree delle nostre testate giornalistiche. Prendiamo in esame curricula (da inviare a [email protected]) di giovani (pubblicisti e non) che vogliano maturare esperienza nel mondo della comunicazione. Analoga ricerca è rivolta ad agenti che, vendendo pubblicità per i media del gruppo VicenzaPiù, trovino un’adeguata fonte di guadagno in un ambiente professionale e contribuiscano al rafforzamento dell’informazione indipendente. Inviare i curricula a info@ mediachoice.it Pay what you want Paga quello che vuoi per supportare l’informazione indipendente e sfoglia co- modamente in digitale i pe- riodici VicenzaPiù, la vetrina senza diaframmi su “Fatti, personaggi e vita vicentina”. Clicca su ww.vicenzapiu.com

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Direttore responsabile Giovanni Coviello n° 267 web - 8 febbraio 2014 - euro 1,20

www.vicenzapiu.com

VicenzaPiùPeriodico indipendente, non riceve finanziamenti pubblici

L’Autorità panamense che sovrintende il Canale ha interrotto le trattative con il raggruppamento Sacyr-Impregilo, impegnato nei lavori di ampliamento della struttura ... E i No Pedemontana sognano un altro blocco dei lavori Sacyr

dopo che Zanoni, Follesa e Rigon hanno annunciato di essere in possesso delle carte segrete della Pedemontana Veneta descritte come piene di punti

oscuri e di condizioni capestro per gli enti pubblici

Sacyr bloccata a PanamaSognano anche i No SPV

Lavora con i media del network VicenzaPiùPer un ulteriore potenziamento sul territorio cerchiamo collaboratori e corrispondenti per ‘coprire’ le città, i paesi e le aree delle nostre

testate giornalistiche. Prendiamo in esame curricula (da inviare a [email protected]) di giovani (pubblicisti e non) che vogliano

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8 febbraio 2014 pag3

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Con un colpo di scena chepotrebbe avere conse-

guenze eclatantil'eurodeputato Andrea Zanonisvela le carte segrete dellaPedemontana Veneta descrittecome piene di punti oscuri e dicondizioni capestro per gli entipubblici. L'annuncio Zanoni loha dato venerdì 7 febbraio all'-hotel Continental di Trevisodurante un incontro aperto alquale ha partecipato AlbertoRigon, consigliere comunaledemocratico a Breganze, unodei maggiori critici della Spv inseno al Pd: con loro MassimoFollesa portavoce del Covepa,il coordinamento che da anni

contesta il tracciato dellasuperstrada SpresianoMontecchio. Durante un'orafitta di in cui i presenti hannosnocciolato commenti, estrattie dati, è emersa «una veritàsconcertante» in forza dellaquale «ben si comprende ilperché di una secretazionedurata dal 2009». Più nel detta-glio Zanoni con lacollaborazione di Follesa è riu-scito a mettere le mani sulcontratto di convenzione cheregola i rapporti tra il conce-dente della Spv, ovvero il

commissario governativo adhoc Silvano Vernizzi e il con-cessionario privato incaricatodi realizzare l'opera ovvero laSis. «Non è possibile - sottoli-neano i tre - che documenti delgenere saltino fuori grazie allesoffiate che arrivano dal terri-torio». Contestualmente Follesae Zanoni, che si ripromettonodi esaminare le carte «nellenostre mani solo da ieri», conla «necessaria cura», parlano diuna convenzione che certificacosti per 2,2 miliardi di cui lametà o quasi «in carico alla

regione il tutto alla faccia dellapropaganda che a metà anniduemila ci parlava di infrastrut-tura pagata dal privato». Dubbipesanti sono stati sollevatianche per la questione dellaeventuale rescissione del con-tratto che metterebbe laregione sotto lo schiaffo di con-dizioni capestro. Ragioni percui i due si ripromettono disegnalare il tutto alla magistra-tura penale e contabile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA/ Andrea Zanoni

/ Massimo Follesa (in alto)e Alberto Rigon

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Spv, svelate le carte segrete

«Ufficializzata l'interruzione dei la-vori. L'Autorità panamense che

sovrintende il Canale ha interrotto letrattative con il raggruppamento Sa-cyr-Impregilo, impegnato nei lavoridi ampliamento della struttura ... Se-condo il consorzio le conseguenzesono importanti. In primo luogo, viè il rischio immediato di perdita diposti di lavoro per 10.000 lavoratori,con un impatto stimato su circa40/50.000 persone, oltre all'impos-sibilità immediata di pagare subap-paltatori domestici e di altri paesi...»:questo il succo della notizia che damercoledì 5 febbraio rimbalza suimedia mondiali (i passaggi tra vir-golette sono tratti da La Repubblicaproprio di quel giorno , ndr). Le origini? «Il contenzioso affondale sue radici in un alterco tra il con-sorzio Gupc (Grupo unidos por el

canal, guidato da Sacyr e composto da Salini-Impregilo, dalla belga Jan deNul e dalla panamense Cusa) che si occupa dell'espansione (del canale,ndr) ... e l'autorità che gestisce il transito nel Canale. A inizio 2014, il consorzioha minacciato di interrompere i lavori per il raddoppio della capacità di tran-sito, a seguito di un contenzioso con le Autorità panamensi legato ad un au-mento dei costi di 1,63 miliardi di dollari, sui 3,1 miliardi complessivi delcontratto...».I due attori principali del consorzio, in cui hanno partecipazioni minori labelga Jan de Nul e la panamense Constructora Urbana, sono Impregilo (conil 48% della commessa) e la spagnola Sacyr con una quota del 49%.Quello stesso 49% a cui, dopo una sua precedente crisi, Sacyr è scesa nel

consorzio Sis a cui è affidata la a dirpoco discussa costruzione della Su-perstrada Pedemontana Veneta, i cuicantieri peraltro non sembrano oggipiù attivi di quelli appena bloccati aPanama..Non è certo possibile valutare acaldo né è dato sapere se la "crisipanamense" avrà ripercussioni sullaSacyr tali da riflettersi sulle sua ca-pacità di portare avanti la sua opera

per la SPV, un project financing grif-fato Vernizzi con costi miliardari certie benefici pubblici fortemente messiin dubbio, insieme all'impatto am-bientale e sociale della mega opera.Ma di sicuro l'intoppo miliardarioper l'impresa iberica farà ulterior-mente discutere sul futuro della Pe-demontana i suoi detrattori ... berici.

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di Giovanni Coviello

di Marco Miliopni

Bloccati i lavori per il canale di Panamaaffidati alla Sacyr: Pedemontana a rischio?

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2013: tanti avvenimenti LGBT daricordare. A Vicenza, in Italia e nel mondo

di Anna Barbara Grotto

pag48 febbraio 2014

Vita Gay Vicentina

Già un mese è passato in que-sto 2014, anno in cui la co-

munità LGBT (lesbiche, gay,bisessuali, transgender n.d.r.) ita-liana attende al varco la politica,affinché finalmente si legiferi perquei diritti civili che ancoramancano. Il nostro Paese sarà in grado diguardare indietro ed imparare daquanto è successo nel mondodurante l’anno appena trascorso? Chiediamocelo mentre facciamouna carrellata dei più significativiavvenimenti LGBT del 2013, ita-liani ed internazionali: dalla con-sacrazione dei diritti in alcunistati europei, da cui l’Italia do-vrebbe imparare; fino a depreca-bili atti di odio, omofobia, ediscriminazione che purtroppoavvengono, da cui il nostro Paesedovrebbe moralmente e politica-mente affrancarsi.Ecco il 2013 arcobaleno.

GENNAIOÈ il mese del “coming out/noncoming out” di Jodie Foster, checon gran classe ed ironia parla disé, dei suoi figli e della sua excompagna con cui li ha cresciu-ti, fugando ogni dubbio (qualorace ne fossero stati) sulla suaomosessualità, dicendo tuttosenza dire niente. Semplicemen-

te parlando di sé, senza troppiproclami. Risate e commozionecon in mano il premio alla car-riera nella notte dei Golden Glo-be, per una grande artista ed unagrande donna.

FEBBRAIOGli organizzatori del Festival del-la musica di Sanremo decidono

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IL PRIMO OUTLET A VICENZA DI STOVIGLIE E ACCESSORI

PER LA CUCINA

di censurare il bacio fra Stefanoe Federico in modo da non urta-re la sensibilità del pubblico acasa, ma la denuncia arriva co-munque forte e chiara: le coppieomosessuali italiane non hannodiritti. I due, attraverso un filma-to pubblicato on-line, hanno at-tirato l’interesse degliorganizzatori del Festival, che li

hanno voluti live sul palco. Sen-za il bacio finale del video origi-nale, richiamano l’attenzionesulla mancanza di diritti civili inItalia, attraverso una performan-ce di cartelli scritti, sollevati al-

ternativamente: raccontano laloro storia d’amore e il desideriodi coronarla col matrimonio, cheperò sarà celebrato a New York,perché in Italia non vi sono dirittiper le coppie gay.

MARZOKenneth Faried, cestista statuni-tense professionista nella NBAcon i Denver Nuggets, pubblicaon-line la testimonianza filmatadella sua vita con le sue duemamme, convinto che l’omofo-bia non si cancelli solo coi co-ming out degli omosessuali, maanche col sostegno attivo di pa-renti ed amici. Quale migliorepubblicità positiva se sono i figlicresciuti in famiglie arcobaleno aparlare di sé e dei propri genitori?

APRILEDopo oceaniche manifestazionidi piazza pro e contro, i matri-moni gay sono finalmente unarealtà anche in Francia: il Gover-no francese, anche grazie ad unaenergica arringa difensiva delministro della giustizia franceseChristiane Taubira (il filmato delsuo intervento diventerà letteral-mente un cult nei social e nei sitiLGBT), equipara nei diritti lecoppie omosessuali alle coppieeterosessuali, dando così il via li-bera anche alle adozioni.

/ Tilda Swinton lgbt flag-luglio 2013

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pag58 febbraio 2014

MAGGIO“La vita di Adele” vince la Pal-ma d’oro a Cannes. Il film, diret-to da Abdellatif Kechiche einterpretato dalle attrici AdèleExarchopoulos e Léa Seydoux,tratto dalla graphic novel di Ju-lie Maroh “Il blu è un colorecaldo”, sdogana l’amore lesbiconel senso più pieno del termine,senza edulcorarlo in nome delpolitically correct: dalle lacrimeal sesso, la storia delle due ècompletamente senza filtri.Osannato dal pubblico eteroses-suale, è accolto tiepidamentedal pubblico lesbico, che vedenelle scene di sesso un’ostenta-zione ad uso e consumo deglietero, piuttosto che una reale li-berazione della fisicità lesbica.Piaccia o no, “La vita di Adele”fa parlare di sé come mai unfilm lesbico prima.

GIUGNODopo 6 mesi di attività culturali,politiche e ludiche in tutto il Ve-neto, frutto della collaborazione,per la prima volta nella storiadella nostra regione, di tutte leassociazioni LGBT venete e gra-zie all’apporto di molte realtàculturali vicentine, si conclude ilprimo Vicenza Gay Pride: la pa-rata finale del “Vi.P2013” vedepiù di 7.000 persone da tutto ilnord Italia sfilare per la città, ac-colte da una Vicenza festante,colorata e curiosa. È un successostorico.

LUGLIOIn Russia, entra in vigore definiti-vamente la legge firmata a finegiugno da Vladimir Putin: la con-troversa legge cosiddetta “anti-gay” limita di fatto qualsiasi tipodi evento, di manifestazione, diazione che abbia a che fare conla cultura omosessuale. Nascon-dendosi dietro l’alibi del doverproteggere i minori dalla “propa-ganda omosessuale”, vengonomessi fuorilegge iniziative egruppi organizzati. Di fatto, que-sta legge dà il La ad azioni diodio e di “giustizia anti gay fai-da-te” in tutto il Paese, con vio-lenze, torture e persino omicidiai danni di persone LGBT o solosospettate di esserlo. L’attrice Tilda Swinton è forse ilprimo personaggio in vista aprendere posizione, nel verosenso della parola, contro questalegge: si fa fotografare con unabandiera arcobaleno di fronte alCremlino, sfidando di fatto lalegge. La foto fa il giro del mon-do.Altra firma, ma di tutt’altra natu-ra, merita una citazione: il matri-monio egualitario diviene realtàanche in Inghilterra e nel Galles,grazie alla firma della regina Eli-sabetta II.

AGOSTOA Roma, un quattordicenne sisuicida gettandosi nel vuoto dauna terrazzo: «Sono omosessua-le, nessuno capisce il mio dram-ma e non so come farlo accettarealla mia famiglia». Purtropponon è stato il primo gesto del ge-

nere, e altri drammaticamente neseguiranno: sempre a Roma, apochi giorni di distanza, un altroragazzo 21enne deciderà di farlafinita: “Sono gay. L’Italia è unPaese libero ma esiste l’omofo-bia e chi ha questi atteggiamentideve fare i conti con la propriacoscienza”. Sono le settimane in cui alla Ca-mera si dibatte la legge control’omofobia, e questi suicidi, in-dotti da bullismo e discrimina-zione omofobica, palesanol’urgenza di introdurre quantoprima leggi a tutela della mino-ranza LGBT.

SETTEMBREIn seguito ad una clamorosa gaf-fe omofoba in diretta durante latrasmissione radiofonica “LaZanzara”, l’imprenditore GuidoBarilla scatena un boicottaggiointernazionale contro l’omonimomarchio di famiglia: afferma, in-fatti, che non farà mai una pub-blicità con una famiglia gay, chela sua azienda non è a quel tar-get che si rivolge, invitando i “di-versi” a mangiare un’altra pasta.#boycottbarilla diventa l’hashtagpiù utilizzato in tutto il mondo,arrivando persino in America: lacantante ed attrice Cher invitaattraverso Twitter tutti i suoi ami-ci a non comprare più “la pastaomofoba italiana Barilla”; la mo-glie del candidato sindaco (poieletto) di New York si fa fotogra-fare mentre accoglie l’invitodell’imprenditore a mangiareun’altra pasta, buttando tutta lapasta Barilla nell’immondizia.L’azienda dovrà correre ai riparicon un video di scuse, e l’im-prenditore deciderà di incontrarei vertici dell’associazionismoLGBT italiano, grazie ai quali di-chiarerà di “aver appreso l’evo-luzione del concetto difamiglia”.

OTTOBREDecisione storica per la Germa-nia: l’introduzione di quello chesemplicisticamente è stato defini-to “il terzo sesso”. La realtà è cheil governo tedesco è il primo inEuropa ed il secondo al mondo(dopo l’Australia) a riconoscere edare dignità alle persone interses-suate, ovvero quelle che presenta-no alla nascita organi genitali nonesclusivamente maschili o femmi-

nili. Secondo recenti stime, infatti,1 bambino su 5000 in Europa na-sce con organi genitali ambigui.Ebbene, in Germania non sarà piùobbligatorio definirne da subitoun sesso specifico, ricorrendo ma-gari ad affrettati e invasivi inter-venti chirurgici. In questi casi, i

genitori potranno decidere di nondefinire alla nascita il sesso del fi-glio, lasciando di fatto al tempo ead un più completo sviluppo psi-co-fisico la decisione futura. Sa-ranno eventualmente gli stessiindividui intersessuati, una voltadivenuti adulti, a decidere di ri-manere “neutri” o di essere con-templati nell’uno o nell’altrosesso, in base non solo allo svi-luppo fisico, ma anche e soprat-tutto identitario.

NOVEMBREAltro importante avvenimentoper la nostra città: dopo un si-lenzio durato quasi 20 anni, tor-na a ricostituirsi ArcigayVicenza. Inaugura, infatti, l’as-sociazione “15 GIUGNO”-Arci-gay Vicenza, raccogliendo iltestimone del Vicenza Pride(dalla cui data prende il nome),con l’impegno di dedicarsi aprogetti sia locali che nazionali,forte della più numerosa, radi-cata e storica associazioneLGBT d’Italia: Arcigay.

DICEMBREForse… anzi, senza forse, è inassoluto il più romantico comingout di sempre in Italia, ed è im-portante che siano due donne afarlo: Rosalinda Celentano, figliadel “molleggiato”, e l’attrice Si-mona Borioni fanno coming outdalle pagine del numero di no-vembre del giornale “VanityFair” e simpaticamente accon-sentono, a ridosso del Natale, a“farsi sposare” dalle Iene, dopola più classica delle intervistedoppie. Conosciutesi nel lontano1991, si sono rincorse, perse, ri-trovate per vent’anni, fino ad in-contrarsi nuovamente nelmaggio del 2010 e decidere dinon lasciarsi più. Una storiad’amore e di passione degna diun film, che le due raccontanocon semplicità e naturalezza.Ci piace che l’ultimo ricordo del2013 abbia questa allure d’amo-re; sperando che nel 2014 arrivi-no anche i diritti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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8 febbraio 2014 pag6

Si può essere di destra e di sinistra, sipuò dire che destra e sinistra sonoschemi superati. Ma si torni a parlaredi politica. Che non è il mezzo oggipreferito per coprire sempre più squal-lide operazioni di spartizione di potereche arrivano a “scrivere” leggi, comequella elettorale, solo per registrare ecristallizzare, peggiorandolo, lo statusquo e non per migliorare il Paese. Lapolitica era e deve tornare ad essere

confronto di idee e di metodi per rea-lizzarle per il dimenticato interessepubblico, che va rimesso al centro delnostro agire a tutti i costi, pena la di-sfatta completa dello stato democra-tico. Che si condivida o meno quelloche da tempo scrive, e fa, Giorgio Lan-gella, comunista ed imprenditore, nes-suno gli può negare di aver sempreinteso la politica nella sua originariaaccezione. Pubblichiamo il suoscritto, ricco di dati e analisi oltre chedi bozze di proposte su cui confron-tarsi, e lo facciamo totalmente nostroma con un’aggiunta: pensiamo che cisiano anche uomini di destra che ma-

gari la pensino diversamente da lui,ma che mettano il loro agire basatosu degli ideali al servizio di tutti. Sehanno fatto la storia della politica disinistra gli Antonio Gramsci, i Giu-seppe Di Vittorio, i Ferruccio Parri, gliEnrico Berlinguer che Langella cita,non mancano anche a destra i nomidi chi sul fronte opposto faceva dellapolitica, però, la bandiera comune. Liinvitiamo i Langella di destra a veniresempre di più allo scoperto e a fareanche loro i nomi delle loro “personeintegerrime” di riferimento e dei loro“veri giganti della Politica”, non a casocon l’iniziale maiuscola, magari come

i Giorgio Almirante e i Giovanni Ma-lagodi, invisi ai Langella di allora, madei cui opposti ideali sentono l’as-senza anche i comunisti di oggi. Suqueste colonne e sul nostro networkweb ne contiamo e ne ospitiamo sem-pre qualcuno in più. Democratica-

mente, perché la democrazia non èdi destra né di sinistra ma ha bisognodi destra e di sinistra o di come voletevoi stessi chiamare i molti, non solodue, poli di confronto civile e sociale.

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La politica. Da riscoprire finchénon sarà troppo tardi

Mentre si parla il lavoro manca

Uno spettacolo insopportabi le in tutt ’ Ital ia

Stiamo assistendo a uno spettaco-lo insopportabile. Gli attori sonoquei politicanti che siedono inparlamento o quelli che, standonefuori ma controllando i partitimaggiori, si accordano per modi-ficare la Costituzione e le regoledemocratiche del nostro paese. Insenso autoritario. E allora si vedo-no “ghigliottine” (cioè la decisio-ne di interrompere d’imperiol’ostruzionismo parlamentare) perpoter approvare un decreto cheregala miliardi alle banche accor-pandolo a quello che conferma ilnon pagamento della rata del-l’IMU, schiamazzi, urla, botte,schiaffi, volgarità, insulti via inter-net secondo le regole dei peggiorifilm di infimo ordine. Oppure leincivili proteste della destra che

protesta perché il Senato si costi-tuisce parte civile in un processoche vede imputato Silvio Berlu-sconi (già condannato in formadefinitiva per frode fiscale ai dan-ni dello stato) accusato di averdato qualche milione di euro aqualche senatore per “convincer-lo” a passare dalla sua parte. Unospettacolo indegno di un paesecivile. La fotografia impietosa diun paese in grave crisi politica,dove la democrazia è a rischio,dove corruzione e malaffare sono“normali”, dove si nascondono iproblemi reali dietro la volgaritàdi battute da avanspettacolo inde-cente.

Il dibattito politico si avvita suquali siano le più proficue allean-ze da fare in vista della nuova leg-ge elettorale concordata da Renzie Berlusconi e sugli insulti scaglia-ti dal M5S verso chi occupa altecariche istituzionali. Al di là deimetodi inquietanti di azione poli-tica messe in atto dai rappresen-tanti del M5S, restano le decisionidella maggioranza di governo dimettere assieme, in un’unica vota-

zione, provvedimenti tra loro di-versi come quello sull’IMU e sulfinanziamento “mascherato” allebanche private tramite la rivaluta-zione delle quote della Bancad’Italia, cosa che ha scatenato labagarre dei deputati diretti daGrillo e Casaleggio. E resta, so-prattutto, la presentazione di unalegge elettorale (concordata fuoridal parlamento tra Renzi e il pre-giudicato Berlusconi) che, guardacaso, favorisce le coalizioni e ipartiti più forti (e, quindi, PD e FI).Il risultato dell’applicazione della“nuova” legge elettorale (l’itali-cum) potrebbe essere quello diavere un parlamento formato daun partito di destra (FI e vari allea-ti “rientranti” sotto l’ala berlusco-niana), un partito del fu centrosinistra diventato sempre più au-toritario e contiguo a posizioni dicentro-destra (il PD), un movi-mento (ma perché, poi, non chia-marlo partito?) come il M5S chemescola giuste proteste ad atteg-giamenti fascistoidi in un mine-strone i cui ingredienti principalisono populismo e qualunquismo.

A guardar bene, tutte queste treforze hanno una visione “azien-dale” dell’organizzazione politi-ca. Da questa deriva una gestioneautoritaria, l’assenza di dibattito ediscussione, il decisionismo del“capo”, la criminalizzazione deldissenso interno ed esterno. Tuttetre hanno “leader” che impongo-no il proprio volere a militanti equadri intermedi che sembranoincapaci di pensare autonoma-mente. Questa situazione verrà“stabilizzata” da una legge eletto-rale molto poco democratica checancellerà le forze alternative alsistema grazie a soglie di sbarra-mento che impediranno a milionidi cittadini di essere rappresentatiin parlamento. Un parlamentocosì costituito, risultato dei voticancellati dalle soglie di sbarra-mento e delle crescenti astensio-ni, rappresenterà non lacomplessità dell’intero paese mauna minoranza. Ci troveremo adessere governati da oligarchie. Vi-vremo in una sorta di dittatura(blanda o feroce a seconda deitemi trattati) che servirà a mante-

nere un “equilibrio immobile” trapochi partiti, ormai poco distin-guibili tra loro, che risponderannoa quei gruppi di interesse che sa-ranno i veri padroni del paese.Con la scusa della “governabilità”il dissenso verrà soppresso, si can-celleranno le minoranze “scomo-de”, si imporrà una “pace sociale”ottenuta con il silenzio che soffo-cherà chi non la pensa come lamaggioranza.

Una situazionedrammatica, anche in Veneto e a Vicenza

Intanto, la commissione europeafa sapere che la corruzione in Italiaè pari a 60 miliardi di euro. Lametà del totale della UE.Con la corruzione e l’evasione fi-scale a livelli insopportabili per unpaese civile, mentre la politica par-lamentare parla d’altro, nonostantele dichiarazioni ottimistiche deirappresentanti del governo, il lavo-ro manca e la crisi impoverisce la-voratori e pensionati. L’assenzadello Stato (di questo stato liberi-sta) è evidente. Basta pensare al“caso Fiat” con l’azienda torineseche cambia pelle e nome (diventaFCA), sposta la sede legale inOlanda, la residenza nel RegnoUnito (la sede fiscale è a Londra)per pagare meno tasse e sarà quo-tata a New York. Il governo nondice nulla. Un silenzio complicedi chi ha prodotto la frana produtti-va e industriale del nostro paese.Alcuni esponenti del partito dimaggioranza come il sindaco diTorino (Piero Fassino PD), dichia-rano che sono “orgogliosi dellaFiat mondiale” e che questa fugadell’azienda torinese dall’Italia

di Giorgio Langella

di Giovanni Coviello

/ La presidente della Camera Laura Boldrini "ghigliottina" l’opposizione

/ Il presidente del Senato Pietro Grasso lo “costituisce” parte civile

/ Scontri in Parlamento

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Di fronte a questa situazione i se-gretari dei tre maggiori sindacatiitaliani firmano, assieme a confin-dustria il “Testo Unico sulla Rap-presentanza”, un accordo traprivati che fissa vincoli che limita-no la libertà di ogni lavoratore discegliere i propri rappresentanti eche fissa sanzioni a chi non segue(o seguirà) i dettami della maggio-ranza di chi ha firmato tale accor-do. La firma del “Testo Unico sullaRappresentanza” dimostra lo statoconfusionale nel quale si trovanoorganizzazioni dei lavoratori chehanno smarrito il proprio obiettivodi lottare per i diritti e gli interessidella classe lavoratrice e che pre-stano attenzione esagerata alle esi-genze di quelle forze politiche chegovernano il paese. Siamo di fron-te a una resa senza condizioni delmovimento dei lavoratori del no-stro paese, una sconfitta accettatacome inevitabile che deve preoc-cupare. Preoccupazione che vieneaggravata dalle notizie che trape-lano circa il tentativo della segreta-ria generale della CGIL SusannaCamusso di mettere sotto accusaLandini e chiedere provvedimenti

disciplinari nei confronti del segre-tario della Fiom (vedi il riquadro).

L’Italia sembra una nazione chechiude gli occhi per non vedere ildisastro sociale ed economico chesoffoca chi vive del proprio lavoro.Un disastro prodotto da una classedirigente inadeguata, incapace ecorrotta. Sembra un impazzimentogenerale che fa si che si parli d’al-tro, che si impongano leggi e rego-le inutili e dannose, che si tentinodi risolvere i problemi con l’appa-renza e non con la sostanza. Tuttecose che servono a non cambiarenulla, a consolidare le rendite diposizione, a perpetuare il saccodelle istituzioni. Sembra di viverela “fine dell’impero”.

La necessità di cambiamentoglobale

L’unica speranza è in un cambia-mento profondo, radicale. Si lavo-ri per attuare la Costituzione enon per tentare di stravolgerla. Sirisolvano i veri problemi del pae-se a partire da quello del lavoro ri-dando dignità e forza al ruolodello Stato nell’economia e nellaproduzione industriale. Si invertala rotta cancellando le pessime(contro)riforme del sistema pen-sionistico e del mercato del lavorofirmate dal ministro Fornero e lapossibilità di derogare, in tema dirapporti di lavoro, qualsiasi leggedello Stato (come prevede il fami-gerato articolo 8 dell’ultima finan-ziaria approvata dal governoBerlusconi). Si colpiscano severa-mente corruzione ed evasione fi-scale. Si ripristini il falso inbilancio. Si facciano riforme serie,vere, strutturali, che permettanouna equa distribuzione della ric-chezza. Senza ambiguità, senzabizantinismi, senza timori di esse-re considerati per questo “di sini-stra” anzi “troppo di sinistra”.

Questo è il compito della sinistra.Perché è della sinistra che il paeseha bisogno. Di quella sinistra verache, oggi, è esclusa dal parlamen-to e che fonda le sue radici in quelgrande progetto di cambiamentodella società che fu di persone in-tegerrime, veri giganti della Politi-ca, come Antonio Gramsci,Giuseppe Di Vittorio, FerruccioParri, Enrico Berlinguer ...

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pag78 febbraio 2014

non è grave, anzi. Non si accorgo-no “lorsignori” che si sta puntual-mente verificando quanto già erastato denunciato dalla Fiom e daipartiti di sinistra (quelli non pre-senti in Parlamento) qualche annofa? Perché si lascia fare a Mar-chionne e ai rampolli della fami-glia Agnelli tutto quello chevogliono? Perché non si attua laCostituzione e perché lo Stato noninterviene direttamente nella que-stione? Perché non si chiede allaFiat il rientro dei soldi che la col-lettività le ha dato negli anni? Per-ché il governo latita quando dimezzo ci sono famiglie importantio sedicenti “grandi imprenditori”? La stessa malinconica assenza(che, forse, sarebbe più giusto defi-nire connivenza?) la si può perce-pire anche nel caso Electrolux.Infatti, mentre Renzi e gli altri capidei partiti che sono in Parlamentosono “prudentemente” silenziosi,Davide Serra, uno dei “consiglierieconomici” più ascoltati dal segre-tario del PD, dichiara di compren-

dere la pretesa padronale di taglia-re di centinaia di euro al mese i sa-lari mensili dei lavoratori, unascelta questa che, secondo lui, èrazionale e realistica. È facile perchi vive nell’agiatezza parlare condistacco e superficialità della po-vertà altrui. Ma come potranno vi-vere quei lavoratori con il drasticotaglio di salari già oggi insufficien-ti? Il governo si dimostra timido,spaesato, senza una linea precisase non quella di dichiarazioni chelasciano il tempo che trovano.Non agisce con il coraggio e la de-terminazione necessarie per impe-dire la desertificazione produttivae industriale del nostro paese. Rin-via, attende, tergiversa. È inade-guato, inutile.Così, mentre importanti esponentidel governo si affrettano a dichia-rarsi ottimisti, la crisi non dà treguaa chi vive del proprio lavoro e del-la propria pensione. I dati sono lospecchio del dramma che si vivenel paese. A livello nazionale iltasso di disoccupazione ha rag-

giunto il 12,7%, il numero deglioccupati continua a diminuire, igiovani non hanno lavoro né pro-spettive, i senza lavoro non iscrittinelle liste di disoccupazione sonoin aumento. Ci sono più di6.000.000 di persone che vorreb-bero lavorare e non trovano occu-pazione. Nel 2013, in Veneto, cisono state 1.930 aziende entrate incrisi (furono 1.502 nel 2012). A Vi-cenza (sempre nel 2013) le apertu-re di crisi hanno colpito 320aziende (nel 2012 furono 271). InVeneto (nel 2013) sono state auto-rizzate 26.380.484 ore di cassa in-tegrazione ordinaria (28.098.705

ore nel 2012) e 94.226.540 quelledi cassa integrazione straordinaria(75.938.311 ore nel 2012). A Vi-cenza (nel 2013) le ore di cassa in-tegrazione ordinaria sono state4.067.682 (4.160.281 ore nel2012) e 6.133.590 quelle di straor-dinaria (5.733.721 ore nel 2012).Come si può vedere la piccola di-minuzione di ore di cassa integra-zione ordinaria non pareggianoaffatto il consistente aumento dicassa integrazione straordinariache, spesso, significa l’anticameradella mobilità e del licenziamento.Per quanto riguarda la mobilità, ilicenziamenti collettivi (legge223/91) hanno colpito, in Veneto,12.483 lavoratori (nel 2012 furono8.503) e a Vicenza 2.371 persone(1.581 nel 2012). Un aumentodrammatico che dà l’idea di un si-stema produttivo allo stremo. Anni(se non decenni) di mancati inter-venti pubblici, l’assenza di un se-rio piano per il lavoro, la miopia el’ingordigia dei capitalisti nostraniattenti soprattutto a fare cassa conspeculazioni varie, la riduzionedrastica degli investimenti nella ri-cerca e nello sviluppo, hanno pro-dotto macerie.

/ Camusso & Landini insieme, un'immagine vecchia

da il Fatto Quotidiano del 5 febbraio 2014

Il segretario della Cgil Susanna Camusso ha scritto di suo pugno una let-tera per chiedere al Collegio Statuario di valutare il comportamento delnumero uno della Fiom Maurizio Landini. Al centro delle polemiche, ledure critiche del leader dei metalmeccanici per l’accordo firmato conConfindustria sulla rappresentanza. Ecco il testo della lettera: “Io sotto-scritta Susanna Camusso, tessera numero 718519 del 2013 (non essendo-mi ancora stata consegnata la tessera 2014), chiedo al Collegio Statutariodi appurare se è coerente o consentito che il Segretario Generale di unaCategoria, nel caso Fiom-Cgil, affermi che le decisioni del Comitato Di-rettivo non sono per lui e per la sua categoria un vincolo, e che non es-sendo vincolato discuterà con la Fiom-Cgil e i delegati quello che c’è dafare. Dichiarazioni rese nell’intervento al Comitato Direttivo e reiterate ri-petutamente alla stampa. Chiedo, inoltre, al Collegio Statutario se si è inviolazione della norma, come si possa determinare il rimedio o la sanzio-nabilità del comportamento stesso“.

/ Enrico Berlinguer

/ Giorgio Almirante

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Achille Variati, con un misto disperanza e impotenza di fronteal dissesto idrogeologico del ter-ritorio in atto. Peccato chequando il bacino di Caldogno ele altre casse di espansione giàpreviste in tutto il Veneto sa-ranno pronte, non ci sarà dastare tranquilli lo stesso. Bastadare un’occhiata a una delle no-tizie giunte dall’Emila-Romagnaalluvionata qualche settimanafa: l’allarme l’ha lanciato la Gaz-zetta di Modena attraverso unvideo esclusivo che mostravauna fuoriuscita (nella foto unfermo immagine) nella cassa diespansione del Panaro a Mo-dena, un costante flusso d'acqua

che usciva in un punto fonda-mentale, considerato tra i piùforti nelle costruzioni di questestrutture, ovvero fra l'attaccodella diga e la “spalla”. Un'infil-trazione nel cemento armatoche pensando ai milioni di metricubi d’acqua contenuti nel ba-cino fa salire alla mente tragediecome il Vajont, simbolo di operepubbliche disastrose. Poi bastatornare con la memoria alle re-centi infiltrazioni che hanno in-teressato gli impianti di sportivia Vicenza, dopo lunghi lavori diammodernamento pubblici, pernon avere la certezza che il ba-cino ci salverà. L’importante ènon imbattersi in geologi e inge-

Vicenza e il Veneto finisconoancora una volta sott’acqua.

Le piogge in questo inizio di feb-braio hanno costretto di nuovopaesi e città a lanciare lo stato diallarme e le richieste di emer-genza. Campagne allagate, sfol-lamenti di persone nei paesilungo il Bacchiglione e affluenticome il Retrone a Vicenza cheminacciano di uscire dagli ar-gini. “Il bacino di Caldogno èl’unica salvezza” ripete il sin-daco del capoluogo berico

(e.a.) Bastava una risata. E in-vece no, via con le incazza-ture, proteste e denunce: inun attimo i media sono "invi-tati a nozze" e le trame perun avvincente film pornocompaiono come d'incanto:da una parte l'avvenente por-tavoce del politico famososcelta ad assumere, per ilM5S, quel delicato ruolo perle sue "qualità orali"; dall'al-tra una maestra elementare diun istituto privato cattolicoche proietta in classe un fil-mino hard di gruppo. Spentele luci rosse natalizie delcentro storico, nello stessogiorno a Vicenza hanno ri-suonato due notizie da bol-lino rosso. Prima ci hapensato una chiavetta percomputer sbagliata a man-dare in subbuglio i genitoridegli alunni della quinta ele-mentare dell'Istituto Farina,quello della Congregazionedelle Suore Maestre di SantaDorotea Figlie dei SacriCuori.Poi è arrivata la denunciadella deputata AlessandraMoretti che insieme ad altresue colleghe del Partito De-mocratico affermano che «Ildeputato del Movimento 5Stelle Massimo Felice DeRosa, che tra l'altro aveva uncasco da moto in mano, eche veniva trattenuto da duecommessi in servizio perchémolto agitato, si rivolgeva anoi deputate presenti con laseguente frase: Voi donne del

Un bacino ci salverà. Purché senza buchino

di Edoardo Andrein

8 febbraio 2014 pag8

Pd siete qui solo perché sietebrave a fare pompini».E via con il polverone media-tico nazionale, per entrambele vicende. Due episodisquallidi, ma minuscoli difronte al fenomeno dellebaby squillo italiane e stra-niere, o alla possibilità per ibambini con i loro smar-tphone ricevuti in regalo perNatale di accedere con pochiclic a un film porno intero suinternet, oppure ancora aquelle donne costrette a fareveramente i pompini per otte-nere uno straccio di lavoro. Altro che rabbia e denuncenei casi del Farina e dellaMoretti. Per far capire quantoè ridicolo chi li ha creati ba-stava un bel sorriso.Salvo, invece, “eccitare” gliego dei malati che poi go-dono “profanando” l’accounttwitter di Alessandra Moretti,hackerato per diffondere asuo nome messaggi volgari.Che l’hanno costretta a un’al-tra, anche se questa volta sa-crosanta, denuncia.

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Il porno day mediatico diVicenza: la "fellatio orale"scuote Moretti e la gang-bang la scuola delle suore

gneri in stile Vajont per i quali,

nonostante le numerose stra-

nezze segnalate, non c’era alcun

problema. D’altronde non ci sipuò fissare sempre sul buchino.

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/ Massimo Giletti in acqua con la “fidanzata” Alessandra Moretti

Riceviamo da Marina Bergamin,segretario generale provinciale

della Cgil di Vicenza, e riportiamoper la solita nostra trasparenza lesue osservazioni (e la nostrarisposta) sull'articolo da noi pubbli-cato sul n. 266 di VicenzaPiù, cheper comodità di chi non lo avesseletto, abbiamo ripreso qui.

Egregio Direttore, è legittimo che laCgil di Vicenza e la sua segretarianon ti piacciano. Ti chiedo però dicredere che sulle dichiarazioni diThibault, se permetti molto gravi, stosinceramente cercando di fare lucee di risalire alle responsabilità e aglieventuali errori, che finora non horiscontrato. E' passato molto tempoe in molti non lavorano più a Schio,ma è un mio preciso dovere capirese e chi ha sbagliato, da una parte odall'altra, e se permetti anche didifendere l'organizzazione se nonriscontro colpe o non mi sono datielementi sui quali verificare. Questoè il senso della lettera a Thibault.

Saluti, Marina Bergamin

Ecco la mia risposta già inviataleNon sono io quello a cui sei o nonsei simpatica, non è mio compito.Sei tu e il tuo sindacato, o parte

dello stesso, che si è arroccato conVicenzaPiù, che difende semprerispondendone in prima persona,sicuramente senza secondi finineanche sindacali, lavoratori ediritti. Sempre pronto a intervistartisu questo e altri argomenti su cuifinora hai mantenuto, per noi, totalesilenzio. Attendo tue anche perchéla lettera non era firmata da te e chil'ha firmata secondo noi poteva leg-gere le rettifiche e comportarsi,secondo noi, diversamente. Poiperché dici che non ci piace la Cgil(uso il "ci" e non la prima personacome te) se della Cgil pubblichiamotutto e se abbiamo anche nominatoMassimo DAngelo tra le possibili"persone dell'anno"?. O MassimoD'Angelo e Raimondo e altri ancoranon fanno parte della Cgil o,almeno, di quella che piace a te e a

Camusso, che toglie la rappresen-tanza anche alla Fiom Cgil? E,intanto, rispondi alla nostradomanda principale: perché scri-vere, come fanno con noi i "potenti"che ci minacciano, invece di con-tattare personalmente Luc? E'lebbroso?

Con pari saluti.Giovanni Coviello

Se c'era ancora qualcuno che fosseancora scettico sugli allarmi solle-vati da comitati e M5S nel silenziopressochè generale dell'amministra-zione e delle autorità di controllo,quel qualcuno da oggi si preoccupaper un fatto e non per proteste dinostalgici del vecchio Borgo o perun timore esagerato di dannoambientale.

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/ Marina Bergamin col cremaschianoMassimo D'Angelo

Botta e risposta su Thibault tra MarinaBergamin e il direttore di VicenzaPiù

(g.c) E' sotto gli occhi di tutti comedocumenta il video di VicenzaPiùTvpubblicato su Vicenzapiu.com sa-bato 1° febbraio lo sgretolamentodella parte finale dei manufatti e deiterrapieni costruiti (in fretta e con ap-prossimazione?) a mo' di argine so-praelevato a protezione dellacementificazione discussa di BorgoBerga e magari anche per allargare"ex post" le misure di distanza dallesponde del Bacchiglione e del Re-trone che lì confluiscono. Un po' dipioggia e non certo una possente al-

luvione sembrerebbe bastata a farcrollare la lingua in parte posticciache separa i due fiumi. Guardate tuttiil video di VicenzaPiùTv ma statetranquilli. Lì accanto, sopra i terreni(inquinati?) della ex Lanerossi, exproprietà della Fininvest poi finiti algruppo Maltauro, così onnipresentequando c'è da colare cemento da farrimpiangere Ingui & c., sorge proprioil tribunale di Vicenza: volete chenon vedano o non sappiano nulla oche non abbiano dubbi e che nulla,quindi, abbiano scritto in un qualchefascicolo i magistrati che dalle lorostesse finestre controllano la situa-zione? Ma va là ..

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Borgo Berga si sgretola sotto ... gocce d'acqua: a tiro di Tribunale

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Gentile Edoardo Andrein, con-divido il significato di fondo

del suo articolo. Certo è più facilefare della politica-spettacolo chestudiare seriamente i problemi,chiedere consulenza ad esperti di-sponibili a farla gratuitamente, av-viare delle soluzioni serie econdivise dai diretti interessati (inquesto caso i sinti e i rom deicampi "per" sinti e per rom). Ma ri-torno sulla questione della defini-zione delle minoranze inquestione: non è una banale for-male, ma usare un corretto lin-guaggio per definire la realtà di cuisi parla è un primo passo per co-noscerla e farla conoscere. Intantole propongo una domanda: perchèla regione Toscana non ha intito-

lato la sua iniziativa "Tavolo perl'inclusione degli Zingari"? Passoad una seconda: su quali basi leigiudica "corretta" la definizione di"zingari" per denominare le mino-ranze dei Sinti e dei Rom? Ha mailetto qualcosa a riguardo nei lavoridi Santino Spinelli o di LeonardoPiasere? Le posso anticipare che sitratta di una definizione che ha unsignificato solamente storico e che,nell'oggi, è gravemente connotatoin senso dispregiativo. Troverebbegiusto usare il termine "terroni" perdefinire i pugliesi e i siciliani? Si ri-corda come venivano definite lepersone diversamente abili soloqualche decennio fa? Minorati, in-validi, handicappati, portatori dihandicap... tutte denominazioniche via via sono state deformatedal disprezzo e dall'esclusione dicui erano (e sono) oggetto e cheoggi nessuno più accetta. Quindi,gentile Andrein, sapendo che lei èin buona fede, non sostituisca ilfalsamente politicamente corretto"nomadi" con l'apertamente di-spregiativo "zingari" ma, suvvia!,scriva sinti e rom: farà un servizioai suoi lettori e anche a quelle per-sone che così si autodefiniscono edesiderano essere riconosciuti. Con simpatia.

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Zingaro o non zingaro

pag98 febbraio 2014

Zingari, froci, negri e terroni: quando le parolea Vicenza e ovunque contano più dei diritti

Chi parla male, pensa male evive male. Bisogna trovare le

parole giuste: le parole sono im-portanti!» diceva Nanni Morettiin una frase cult del film Palom-bella rossa datato 1989. Il detta-gliato e arguto intervento (chepubblichiamo di seguito) di Fran-cesco Paruta riguardo al termine“zingari” utilizzato nell’articolointitolato “Il grido di dolore deirom, dal campo di concentra-mento” (che pubblichiamo ac-canto, ndr), consente di rifletteresul modo di comunicare dellanostra società. Partendo dal pre-supposto che il termine giornali-stico più usato “nomadi” ètotalmente sbagliato e fuori con-testo, Paruta critica la scelta dichiamare “zingari” i Rom e Sintiscrivendo che “usare un correttolinguaggio per definire la realtà dicui si parla è un primo passo perconoscerla e farla conoscere”. È

proprio questo il punto fonda-mentale della questione. FedericaZanetti nel suo libro “Educarealla cultura zingara. Itinerari at-traverso i luoghi dell’incontro”sottolinea gli elementi comuni trala cultura zingara esistente e lanostra, tentando un nuovo ap-proccio alla questione degli zin-gari che sia all’insegnadell’incontro, cioè del riconosci-mento vero della loro cultura,cercando magari anche di farconvivere senza i problemi sortiin passato le famiglie Rom conquelle Sinti. Ma un altro interro-gativo che sorge sul tema è: chi de-cide se il termine “zingari” deveessere considerato dispregiativo?Durante il servizio civile ho avutol’opportunità di conoscere ragazziresidenti nei campi Cricoli e Diazche si autodefinivano zingari senzaproblemi; oppure ho sentito piùvolte vicentini gay che si chiamava-no tra loro froci sorridendo diverti-ti; o ancora i testi delle canzoni deirapper statunitensi sono pieni diautocitazioni con il termine negro;e infine, facendo riferimento al-

l’esempio che fa Paruta, ci sonouna moltitudine di personaggi fa-mosi italiani che si autodefiniscono“terroni” con orgoglio. L'insultonon sta nella parola, ma nell'agget-

tivo sprezzante che può accompa-gnarla o nel tono con la quale vie-ne pronunciata. Forse sarebbemeglio cominciare a costruire unasocietà meno attenta alle frivolezze

linguistiche e più impegnata a ga-rantire con azioni concrete i dirittia tutte le minoranze.

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di Edoardo Andrein

di Francesco Paruta

/ Opiemme-workinprogress-Caos-Umbrialibri-2012-3

Il grido di dolore dei rom,dal campo di concentramento (e.a.) Chi parla male, pensa malee vive male. Bisogna trovare leparole giuste: le parole sono im-portanti!» diceva Nanni Morettiin una frase cult del film Palom-bella rossa datato 1989. Il detta-gliato e arguto intervento (chepubblichiamo di seguito) di Fran-cesco Paruta riguardo al termine“zingari” utilizzato nell’articolointitolato “Il grido di dolore deirom, dal campo di concentra-mento” (che pubblichiamo ac-canto, ndr), consente di rifletteresul modo di comunicare dellanostra società. Partendo dal pre-supposto che il termine giornali-stico più usato “nomadi” è

totalmente sbagliato e fuori con-testo, Paruta critica la scelta dichiamare “zingari” i Rom e Sintiscrivendo che “usare un correttolinguaggio per definire la realtà dicui si parla è un primo passo perconoscerla e farla conoscere”. Èproprio questo il punto fonda-mentale della questione. FedericaZanetti nel suo libro “Educarealla cultura zingara. Itinerari at-traverso i luoghi dell’incontro”sottolinea gli elementi comuni trala cultura zingara esistente e lanostra, tentando un nuovo ap-proccio alla questione degli zin-gari che sia all’insegnadell’incontro, cioè del riconosci-

mento vero della loro cultura,cercando magari anche di farconvivere senza i problemi sortiin passato le famiglie Rom conquelle Sinti. Ma un altro interro-gativo che sorge sul tema è: chidecide se il termine “zingari”deve essere considerato dispregia-tivo? Durante il servizio civile hoavuto l’opportunità di conoscereragazzi residenti nei campi Cricolie Diaz che si autodefinivano zin-gari senza problemi; oppure hosentito più volte vicentini gay chesi chiamavano tra loro froci sorri-dendo divertiti; o ancora i testidelle canzoni dei rapper statuni-tensi sono pieni di autocitazionicon il termine negro; e infine, fa-cendo riferimento all’esempio chefa Paruta, ci sono una moltitudinedi personaggi famosi italiani chesi autodefiniscono “terroni” conorgoglio. L'insulto non sta nellaparola, ma nell'aggettivo sprez-zante che può accompagnarla onel tono con la quale viene pro-nunciata. Forse sarebbe megliocominciare a costruire una socie-tà meno attenta alle frivolezze lin-guistiche e più impegnata agarantire con azioni concrete i di-ritti a tutte le minoranze.

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grande curiosità della “rete” vi-centina (ripostata di seguito) afirma Giulia Turra, argomento poiripreso dagli altri media locali chetante volte ci inseguono, anchese magari non sugli argomentiscottanti. Meglio, quelli proprioindigesti rimangono in naftalinao, come il “crollo” di una parte

dell’isola di Borgo Berga targataMaltauro “l’onnipotente”, sonospiegati con tanti giri di parolesolo 2 giorni dopo i nostri videofacendo “fallo di confusione”,come direbbero i commentatoricalcistici quando non riescono aspiegare altrimenti certe decisioniarbitrali. Per arrivare all’assurdo

di riferire solo il 7 febbraio, dopoche noi lo avevamo riportato il 31gennaio scoprendolo in … Con-siglio comunale (è a firma Mar-tina Lucchin il pezzo ripubblicatoaccanto), lo strano “prestito” di100.000 euro al comune di Cal-dogno di Elio Marioni, il grandeimprenditore della Askoll “trom-

bato” dagli attuali podestà nellasua corsa ad Assindustria. In-somma per i media locali, carta-cei, web e televisivi, tuttiindipendenti di sicuro a parole,non si sa se nelle … parole, co-piare è bello, ma non è stuzzica-rello...

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“L'amarcord dei vicentini? Oraviaggia su Facebook con "Sei diVicenza se ..." e non solo”: cosìtitolavamo su VicenzaPiu.com del26 gennaio 2013 una piccola

Sei di Vicenza se … copidi Giovanni Coviello

8 febbraio 2014 pag10

L'amarcord dei vicentini? Ora viaggia suFacebook con "Sei di Vicenza se ..." e non solo

Chi di noi non ricorda almenouna di quelle cene di classe cui

si partecipa più per la curiosità divedere "che fine hanno fatto" i vec-chi compagni, chi si è sposato conchi, che lavoro fa l'ex bambino ter-ribile che faceva impazzire la mae-stra, che ne è stato del compagnosecchione eternamente oggetto deidispetti dei compagni? Chi l'ha pro-vato potrà confermare: ad un certopunto, qualcuno lancia nel belmezzo della conversazione un "ti ri-cordi di quella volta che"... e, unodopo l'altro, i coscritti gli vanno

dietro, perdendosi in una trafila dirievocazioni che, alla fine della se-rata, lasciano in ciascuno un velo dinostalgia per i bei tempi andati. Ma tutto questo era prima. Primadell'avvento di Facebook e dei so-cial network, naturalmente. I natividigitali, la generazione del duemila,nata praticamente insieme ai piùmoderni ritrovati della tecnologiadelle comunicazioni, lo sannobene: nel mondo dei social networkil cambiamento è la regola, e la dif-fusione di un trend può diventare inpochi giorni un fenomeno virale.Così è stato per il nuovo fenomenodel momento: pagine e pagine Fa-cebook dedicate ai vari quartieridella città, nonché ai paesi o frazio-ni limitrofi. A consultare queste pa-

di Giulia Turra

gine sono tutti coloro che, iscritti sulsocial network, desiderano condivi-dere qualche esperienza relativa alposto in cui sono nati e cresciuti. Trai post, i commenti pubblicati, c'è chiricorda la maestra delle elementaridel quartiere, il giornalaio, il bidel-lo, ma anche il vicino di casa scom-parso prematuramente, la vicina dibanco delle elementari, la compa-gnia che si trovava sempre allo stes-so posto, i personaggi inconfondibilidel quartiere, le piccole grandi tradi-zioni di ogni zona, e via di ricordi. Ma vediamo insieme qualcuno diquesti gruppi. Si parte con il gruppoSei di Vicenza se, un gruppo etero-geneo che conta 1117 membri ... Iricordi spaziano tra gli argomentipiù svariati: c'è chi ricorda "che itram erano verdi e passavano perCorso Palladio", chi va con il pensie-ro ai luoghi del divertimento che piùhanno segnato la propria adolescen-za con un "Chi di voi si ricorda di DJBato al Nordest?", e chi conferma

che "al sabato pomeriggio si andavaa far vasche in centro, e alla dome-nica si prendeva il tram numero 9per andare tutti al Nordest!!", famo-sa discoteca ancora oggi in voga.Qualcuno va lontano con la memo-ria: Sei di Vicenza se... "Alle elemen-tari andavi in gita a PalazzoChiericati!". C'è chi riporta ricordiancestrali: "Questa è per i quasi50enni: se ti compravi i jeans al Kin-g's jeans!", o anche "se andavi allaSIP davanti al Duomo a telefonare almoroso". Ma soprattutto, sei di Vi-cenza se... "Se dici ceste!", notaespressione vicentina per dire non faniente, pazienza, chi se ne importa,ma con un'accezione particolare,con una nota, un accento, che espri-me la vicentinitas più pura, un'ap-partenenza territoriale che non potràmai essere negata o cancellata.A seguire, ecco il gruppo dedicatoal popoloso quartiere di San Pio X,Sei di San Pio se..., che conta ben1.475 membri, attivissimi sul social

network, che ricordano e condivido-no fatti ed episodi vicini e lontaninel tempo: Un membro del gruppochiede "Quanti di voi del 72 sietestati mandati dal preside?" E ammet-te "Io ci sono stata 3 volte". Un'altraricorda: "Sei di san Pio X se.....haifatto le mitiche corse campestri del-la Barolini! Vi ricordate?". Qualcunaltro pubblica una foto di vialeGiorgione imbiancato dalla nevedella leggendaria nevicata dell' '85.C'è poi chi ricorda di come sia cam-biata la fisionomia del quartiere,come rileva un altro membro delgruppo: Sei di San Pio se... "Se ti ri-cordi che sotto l'A&O ..al posto dell'attuale dentista ..c'era una pizza altaglio!!". E chi organizza cene e piz-ze di classe, della pallavolo, del cal-cio...Il gruppo Sei dei Ferrovieri se... con-ta 754 membri. Si parte con la con-divisione di importanti ricordicomuni: Sei dei Ferrovieri se... "Iltuo bar di ritrovo era dalla Pina", "Se

/ Foto di Via Giorgione, San Pio X, durante l’epica nevicata dell’85(foto pubblicata da uno dei membri del gruppo facebook “Sei diSan Pio se…”)

/ Campo Marzo com’era una volta (foto pubblicata da uno dei membri del gruppofacebook “Sei di Vicenza se…”)

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pag118 febbraio 2014

Centro equestre a Caldogno, dubbi su impattoambientale e risvolti economici

Quella di giovedì sera 31 gen-naio al municipio di Caldo-

gno è stata una seduta consigliarefiume, con un pubblico numero-so e molto attento. D'altrondel'argomento è di quelli scottanti.Dopo che la regione ne ha rico-nosciuto l'interesse sovra comu-nale, il nuovo Centro EquestreInternazionale si avvia verso lafase progettuale. E spacca l'opi-nione pubblica. Si tratta di unasuperficie di 230 mila mq, com-prendente un palazzetto coperto,due arene scoperte, parcheggi eun’area operativa. Il tutto, assicu-rano il sindaco Marcello Vezzaroe il promotore Elio Marioni (papàdi una valente amazzone), saràimmerso nel verde. Ad aprire la serata è il Comitatosalviamo il Territorio che, attra-verso una petizione sottoscrittada più di mille persone, aveva ri-chiesto la convocazione di unconsiglio monotematico e straor-dinario. Comitato che, tramiteBruno Balchiero, chiede la so-spensione della fase attuativa delprogetto. «Non contestiamo ilcentro equestre, ma la decisionepolitica di realizzarlo in un'areaagricola vergine con un ricco va-lore ambientale e geologico –considera Balchiero – Realizzate-lo in un’area già urbanizzata, dariqualificare e con una viabilità

adeguata e avrete il nostro appog-gio». Sulla stessa linea i consiglie-ri di minoranza: la Lega Nordchiede un referendum consultivoe i consiglieri di Caldogno TerraNostra accusano l’amministrazio-ne di aver accontentato in tutto eper tutto il patron di Askoll. Sono di tutt’altro parere il promo-tore dell’opera e l’amministrazio-ne comunale, che vedono nelcentro equestre un’opportunitàper l’intera comunità. «Sarà unattività non invasiva e non rumo-rosa: un'area verde paragonabilea quella del parco Querini, consolo qualche ettaro tolto all'agri-coltura», considera Marioni checerca di rassicurare i presenti pre-cisando che dietro al suo investi-mento non c’è nessunaspeculazione, ma solo un sognoche coltiva da dodici anni. PerVezzaro, inoltre, è una possibilitàdi sviluppo del turismo ambienta-le a agricolo. Dal pubblico le voci più entusia-ste si levano tra i rappresentantidelle categorie commerciali. C’èanche chi vede nel centro ippicoun argine alla disoccupazione gio-vanile. Non mancano però i parericritici. Maria Grazia Pegoraro diItalia Nostra ritiene l’opera “in-congruente” rispetto al bacino dilaminazione perché in «un territo-rio sensibilissimo dal punto di vi-sta idrogeologico». Dubbi anchesul versante economico. «Verràstabilita, ed in parte è già stato fat-to, una perequazione con il priva-to», spiega Vezzaro, «l’impattofinanziario sarà interamente a ca-

di Martina Lucchin

ti ricordi il campo di granturco pri-ma che realizzassero il Parco Retro-ne", "Se sei dei Ferrovieri...devi averbevuto almeno una volta nella fon-tanella dietro la chiesa". E c'è chi,davvero, in questo quartiere ha la-sciato il cuore, come scrive unamamma: "Vedere crescere i tuoi figlinegli stessi posti dove sei cresciuto

tu, vederli frequentare gli stessi postidal parco giochi alle scuole, andarein bicicletta in Via Baracca, ti fa unostrano effetto e ti carica di ricordiancora più di quanti ne hai per latua esperienza personale. Ieri, pas-seggiando con la mia famiglia, ve-dere appunto la partita di calcio alcampo vicino alla chiesa e girarsi

vedere che c'era una partita di pal-lavolo mi ha riempito il cuore". Il gruppo Sei di Laghetto se... conta26 membri, ma non per questo èmeno attivo: i post infatti si accu-mulano uno dietro l'altro, Sei di La-ghetto se... "giocavi all'elastico inVia Lago D'orta", "Se le sere d'estatele passavi al Parchetto", se "facevi

parte di una delle compagnie che siritrovavano sotto i portici", se "Eraimpensabile mancare alla mitica Fe-sta delle Margherite". Alla fine diquesta carrellata, ammettetelo, vi èrimasta un po' di nostalgia. E allora,fate un salto su Facebook a verifica-re se c'è anche il gruppo dedicato alvostro quartiere e se non c'è attiva-

telo. Potreste ritrovare vecchi amici,ricordi ormai sepolti nella memoria,emozioni dimenticate. E a chi diceche il mondo va avanti, che i ricordisono inutili, che non bisogna guar-dare il passato... i vicentini non pos-sono che rispondere "Ceste"!

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rico del privato e il Comune gua-dagnerà nuove infrastrutture (le pi-ste ciclabili e la bretella tra via M.Carega e strada Pasubio, ndr)». «Ma a che titolo comune di Cal-dogno ha incassato cento milaeuro da Askoll a fine 2012?»chiede ad un certo punto Giovan-

ni Baron del M5S di Caldogno.«Li ho dati in anticipo in un mo-mento di necessità all’ammini-strazione, che penso li abbia usatiper la comunità. È stato più chealtro un piacere. Li chiederò in-dietro se il progetto non dovesseandare a buon fine», risponde

Marioni. Il pubblico rumoreggia equalcuno sorride. Adesso si atten-de la valutazione della regionesull’impatto ambientale che, a se-conda dell'esito, potrebbe mette-re le ali o affossare il progetto.

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