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MODICA • S.S. 115 n. 48 • tel. 0932 906552 • www.lagraficamodica.it La Redazione: E. Agosta (4^SUA), M. Blandini (5^SUA), B. Deda (4^SUB), L. Garaffa (5^SUA), S. Gentile (4^SUA), B. Minardi (4^MSB), C. Spatola (4^SUA) Grafica e disegni: E. Minauda (4^ SUA), R. Ruscica (4^ MSA) Periodico di informazione e cultura dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Giovanni Verga” di Modica [email protected] Anno VIII • N. 16 • Dicembre 2017 h Il Cantastorie Il Cantastorie Il Cantastorie Il Cantastorie Mettiamo “a fuoco”: Andiamo al cinema pag. 4 Vita d’Istituto pag. 3 Vita d’Istituto pag. 2 Mettiamo “a fuoco”: Donne in ascolto pag. 7 Mettiamo “a fuoco”: Invito all’ascolto pag. 6 Mettiamo “a fuoco”: Invito alla lettura pag. 5 L’angolo della creatività Pensieri e parole pag. 8 L’ Angolo della Creatività Pensieri e parole a cura della Redazione La violenza è un sintomo di impotenza. Anais Nin Quando si violentano, picchiano, storpiano, mutilano, bruciano, seppelliscono, terrorizzano, seppelliscono, terrorizzano le donne, si distrugge l'energia essenziale della vita su questo pianeta. Si forza quanto è nato per essere aperto, fiducioso, caloroso, creativo e vivo a essere piegato, sterile e domato. Eve Ensler Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subìto, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l'ignoranza in cui l'avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le sue ali che le avete tarpato, per tutto questo: in piedi, signori, davanti ad una Donna!” William Shakespeare Il sorriso di una donna, questo, ti prego non cancellarlo. Mattia Bellu, “Se sei un uomo” In Italia in media ogni due o tre giorni un uomo uccide una donna. Magari in famiglia. Perché non è che la famiglia sia sempre quel posto magico in cui tutto è amore. Un uomo uccide una donna perché la considera di sua proprietà, non concepisce che una donna appartenga a sé stessa. Dobbiamo capire che l'amore rende felici e riempie il cuore, non rompe costole e non lascia lividi sulla faccia. Luciana Litizzetto

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MODICA • S.S. 115 n. 48 • tel. 0932 906552 • www.lagraficamodica.it

La Redazione: E. Agosta (4^SUA), M. Blandini (5^SUA), B. Deda (4^SUB), L.

Garaffa (5^SUA), S. Gentile (4^SUA), B. Minardi (4^MSB), C. Spatola (4^SUA)

Grafica e disegni: E. Minauda (4^ SUA), R. Ruscica (4^ MSA)

Periodico di informazione e culturadell’Istituto d’Istruzione Superiore

“Giovanni Verga” di [email protected]

Anno VIII • N. 16 • Dicembre 2017

hIl CantastorieIl CantastorieIl Cantastorie

Il Cantastorie

Mettiamo “a fuoco”:Andiamo al cinemapag. 4

Vita d’Istitutopag. 3

Vita d’Istitutopag. 2

Mettiamo “a fuoco”:Donne in ascoltopag. 7

Mettiamo “a fuoco”:Invito all’ascoltopag. 6

Mettiamo “a fuoco”:Invito alla letturapag. 5

L’angolo della creativitàPensieri e parolepag. 8

L’ Angolo della Creatività

Pensieri e parolea cura della Redazione

La violenzaè un sintomodi impotenza. Anais Nin

Quando si violentano, picchiano,storpiano, mutilano, bruciano,seppelliscono, terrorizzano,seppelliscono, terrorizzanole donne,si distrugge l'energia essenzialedella vita su questo pianeta.Si forza quanto è nato peressere aperto, fiducioso,caloroso, creativo e vivoa essere piegato, sterile e domato. Eve Ensler

Per tutte le violenze consumate su di Lei,per tutte le umiliazioni che ha subìto,per il suo corpo che avete sfruttato,per la sua intelligenza che avete calpestato,per l'ignoranza in cui l'avete lasciata,per la libertà che le avete negato,per la bocca che le avete tappato,per le sue ali che le avete tarpato, per tutto questo:in piedi, signori, davanti ad una Donna!” William Shakespeare

Il sorriso di una donna,questo,ti prego non cancellarlo. Mattia Bellu, “Se sei un uomo”

In Italia in media ogni due o tre giorni un uomouccide una donna. Magari in famiglia.Perché non è che la famiglia sia semprequel posto magico in cui tutto è amore.Un uomo uccide una donna perché la consideradi sua proprietà, non concepisce che una donnaappartenga a sé stessa.Dobbiamo capire che l'amore rende felicie riempie il cuore,non rompe costole e non lascia lividi sulla faccia. Luciana Litizzetto

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Vita d’Istituto

UN GIORNALINODI TUTTI: SI PUÒ!a cura della Redazione

Grandi innovazioni per il nostro “Cantastorie” che

dal prossimo anno cambierà veste: niente più carta

stampata e dunque niente più blocchi e blocchi di

giornalini da distribuire. Si tratterà di un giornalino

online alla portata di tutti. L'obiettivo è quello di

creare un vero e proprio blog all'interno del quale

verranno inserite tutte le attività dell'istituto e tutto

ciò che di interessante e costruttivo verrà proposto

dagli alunni: articoli, foto, musica, film, libri, e tutti

gli eventi che si è disposti a condividere con gli altri.

Una vera e propria metamorfosi insomma. Che

potrebbe correre dei rischi ma allo stesso tempo

potrebbe rivelarsi un vero e proprio successo!

Alla presenza di imprenditori locali e nazionali, esperti del settore, giornalisti (della redazione di Panorama e altri) e rappresentanti del Gruppo Mondadori è stato assegnato, presso la Camera di Commercio di Ragusa, in occasione del convegno “L'Italia riparte da Ragusa”, il premio “100 libri per una scuola”, alla biblioteca dell'Istituto di Istruzione Superiore “G. Verga” di Modica (RG), conseguito dalle alunne Federica Gennaro e Melania Ruta della suddetta scuola, frequentanti la classe V ESA del Liceo Economico Sociale. Le allieve, rappresentanti la sensibilità tipica del corso di studi intrapreso, sono l'esempio di una popolazione scolastica che ancora crede nella cultura e nella lettura al di là di ogni sollecita-zione tecnologica. Questo il testo premiato:SCHIAVA DI MIO MARITO«[…] Allo specchio mi vidi inghiottita dal fuoco. La morte sarebbe stata peggiore della vita? Il suicidio è un biglietto per l'inferno. […]»: è una delle frasi celebri dell'autobiografia “Schiava di mio marito” di Tehmina Durrani, una giovane donna orientale prove-niente da una delle famiglie più influenti del Pakistan.Tehmina ha sposato in seconde nozze un uomo appartenente al mondo politico, Mustafa Khar, di cui si è innamorata, che però si dimostrerà essere un tiranno.A causa della sua infanzia, segnata da una rigida educazione impar-tita dalla sua famiglia, matura il forte desiderio di evadere da un mondo oppressivo di cui si sente prigioniera.Al termine dell'età adolescenziale fugge da quel mondo che vive come ostile, sposando il primo marito, di nome Anees, da cui ha avuto la sua prima figlia, Tania.L'incontro con Anees, sembrava aver messo fine a quell'odissea iniziata dai primi anni della sua vita. Grazie alla nuova vita con il primo marito, sofferenze e dolore sembravano non interferire più nell'esistenza di Tehmina, ma lei si innamorò di un altro uomo che si presentava come una promessa di felicità; tuttavia la relazione

con il secondo marito si rivela una nuova terribile odissea. In effet-ti la sua vita sarà caratterizzata dalle ripetute violenze, fisiche e psicologiche, inflittele dal marito, che si dimostrerà avere due personalità. Egli nei numerosi atti di violenza, chiedeva perdono alla moglie, che lo perdonava ogni qualvolta cercava di ucciderla sia interiormente che fisicamente.All'ultimo Tehmina riuscirà a mettere fine a questo calvario, ribel-landosi all'indole violenta del marito e riuscirà a raccontare in modo coraggioso la sua vita piena di ostacoli.In Oriente il messaggio lanciato dalla giovane donna è stato rece-pito negativamente: Tehmina è stata criticata per il libro che ha scritto perché questo è stato considerato un'offesa nei confronti del marito. Ciò a causa di una visione discriminante della figura fem-minile nei paesi orientali. Il libro vuole far riflettere su come il tema della violenza sulle donne sia recepito in maniera diversa in ogni paese. Oggi un libro che tratta questa problematica deve esse-re conosciuto soprattutto nelle scuole, affinché l'informazione possa far diminuire i casi di violenza femminile e possa essere da tramite per aiutare le vittime a denunciare, qualora esse non ne abbiano il coraggio.

Federica Gennaro, Melania Ruta 5^ESA

CONCORSO “100 libri per una scuola”

Giorno 20 dicembre, a ridosso delle vacanze natalizie, si è svolta in Aula Magna un'assemblea d'Istituto molto “speciale”: tutte le certificazioni linguistiche sono state

consegnate, per la prima volta, dal Preside; il tutto accompa-gnato dalle note e dalle soavi voci degli stu-denti del Liceo musicale.… a n c h e d u e d e l l e n o s t re reda t t r ic i ne sono state pro-tagoniste!

Serena Gentile, Erika Agosta,

Chiara Spatola, 4^SUA.

CERIMONIA DI CONSEGNADELLE CERTIFICAZIONI LINGUISTICHEAL “VERGA”

Invito all’ascolto Rubrica a cura di Beatrice Minardi, 4^ MSB

Mettiamo a fuoco:

Mia Martini, Gli uomini non cambiano

Sono stata anch'io bambina Di mio padre innamorata Per lui sbaglio sempre e sono La sua figlia sgangherata Ho provato a conquistarlo E non ci sono mai riuscita E ho lottato per cambiarlo Ci vorrebbe un'altra vita. La pazienza delle donne incomincia a quell'etàQuando nascono in famiglia quelle mezze ostilità E ti perdi dentro a un cinema A sognare di andar via Con il primo che ti capita e che ti dice una bugia. Gli uomini non cambiano Prima parlano d'amore e poi ti lasciano da sola Gli uomini ti cambiano E tu piangi mille notti di perché Invece, gli uomini ti uccidono E con gli amici vanno a ridere di te. Piansi anch'io la prima volta Stretta a un angolo e sconfitta Lui faceva e non capiva Perché stavo ferma e zitta Ma ho scoperto con il tempo E diventando un po' più dura Che se l'uomo in gruppo è più cattivo Quando è solo ha più paura. Gli uomini non cambiano Fanno i soldi per comprarti E poi ti vendono La notte, gli uomini non tornano E ti danno tutto quello che non vuoi Ma perché gli uomini che nascono Sono figli delle donne Ma non sono come noi Amore gli uomini che cambiano Sono quasi un ideale che non c'è Sono quelli innamorati come te.

Gli uomini non cambiano è un brano da Giancarlo Bigazzi, Marco Falagiani e Giuseppe Dati, interpretato nel 1992 dalla voce di Mia Martini.Il testo racconta le complessità di una donna ad entrare in contatto, a relazionarsi con un uomo. Le recriminazioni che caratterizzano tale rapporto generano delusioni nella vita di una donna, la stessa donna che incontra le prime difficoltà già nel rapporto con il padre. La prima strofa pone sotto un comune denominatore tutte le bambine innamorate dei propri padri. L'amore di una figlia che lotta

per cambiare il padre e si sforza per conquistarlo, ma nulla scalfisce minimamente quella figura maschile. Nulla può cambiare l'opinione di un uomo troppo innamorato di se stesso e della propria figura, colui che vede nella propria figlia solo irreparabili difetti.Difficile sopportare fredde avversità senza la fantasia di un uomo differente, un uomo che riesca ad amare senza troppe condizioni, un uomo che non menta sulle proprie emozioni e ancora un uomo che tenti di salvaguardare quelle poche meraviglie di una vita già troppo ingannevole. Non passerà molto tempo prima di percepire che questa resterà soltanto una banale velleità.Arriviamo a chiarire il motivo del titolo del brano scelto: “gli uomini non cambiano” è l'espressione che chiarisce la natura stessa degli uomini dotati della capacità di confondere gli animi altrui per puro tornaconto personale. Abile l'uomo nell'ingannare i sentimenti autentici di una donna, accorto nel plasmarla a proprio piacimento. Ma tutto quello che resterà quando la cruda e spietata verità verrà fuori, sarà una stanza buia e fredda, la sola che potrà accogliere i mille interrogativi e le altrettante debolezze di una donna stretta ad un angolo per vergogna, privata dal proprio pudore da un individuo dal temperamento disumano.E' la cognizione dei valori umani ad essere mutata, è il rilievo che si attribuisce ai sentimenti ad essere erroneo.E' violenza quando quello ad essere ferito è l'animo umano. E' violenza anche quando a manifestarsi è una lacrima piuttosto che un ematoma. E' bestialità quando si pensa che amore sia sinonimo di dominio. Non consideriamo come violenza soltanto quella fisica. Pratichiamo brutalità allor quando poniamo su un piano inferiore un qualsiasi altro essere.Il brano si chiude con un grido di speranza, un appello alla responsabilità a quegli uomini che sono ancora capaci di amare, e una chiara dimostrazione che nulla è mai del tutto perduto.

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Mettiamo a fuoco: Mettiamo a fuoco:

Andiamo al cinema:focus violenza sulle donneRubrica a cura di Margherita Blandini, 5^ SUA

Revolutionary Road di Sam Mendes, Drammatico, 2008, 119 Min."Revolutionary Road" racconta la storia di Frank e April Wheeler che, dopo essersi trasferiti a New York, dovranno fare i conti con il loro matrimonio basato su litigi e bugie. April sogna Parigi, sogna di poter lavorare come attrice e mantenere la sua famiglia. Frank, inizialmente concorde con l'idea della moglie, alla fine non sarà disposto a rinunciare al ruolo di "capofamiglia", e troverà nella nuova gravidanza di April il pretesto per rimanere a New York. Ma April, la sua libertà, sarà disposta a prendersela a tutti i costi.

Monster di Patty Jenkins, Drammatico, 2003, 110 Min.Tratto dalla vera storia di Aileen Wuornos, serial killer condannata alla pena di morte negli anni '90 per aver ucciso 7 uomini, "Monster" è la storia di come le violenze e le umiliazioni subite solo in quanto donna abbiano trasformato Aileen in un mostro, in una pluriomicida spietata, che uccide senza rimorso solo per espiare il male subito da tutta una vita da parte di uomini che l'hanno sempre trattata solo come qualcosa da usare e poi gettare via.

Room di Lenny Abrahamson, Drammatico, 2015, 118 Min."La stanza" è il mondo in cui Joy è costretta a vivere da ormai più di sette anni. Il suo aguzzino infatti l'ha rapita e segregata dentro per poter abusare di lei. Da questa violenza è nato Jack, ragione per cui la protagonista ritroverà la speranza ed il coraggio di fuggire. Jack crede che il mondo vero sia quello dentro la stanza, ma la madre deciderà di rivelargli la verità: c'è qualcos'altro oltre le mura della stanza, c'è qualcos'altro oltre l'alienazione della violenza, c'è la vita ad attenderli.

Miss Violence di Alexandros Avranas, Drammatico, 2013, 98 Min."Miss Violence" si apre col suicidio della piccola Angeliki che, nel giorno del suo undicesimo compleanno, decide di gettarsi nel vuoto. La famiglia tenterà di spacciare inizialmente il suicidio come incidente, ma presto verranno rivelati i veri motivi del gesto della bambina: l'orrore che tutti i membri della famiglia vivono per colpa del padre, al cui volere indiscusso nessuno si può sottrarre.

Invito alla letturaRubrica a cura di Margherita Blandini, 5^ SUA

La nostra è la società che celebra il 25 Novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, e che allo stesso tempo introduce nei vocabolari il termine "Femminicidio" per il moltiplicarsi dei casi di donne vittime di violenze e abusi. Il mondo in cui viviamo, inconfutabilmente maschilista, farà veramente qualcosa per far cessare qualsiasi discriminazione di genere, così da non dover più utilizzare la parola "Femminicidio"?Bisogna andare oltre questa società dai valori patriarcali, che fintamente promuove l'uguaglianza, ma tace quando una donna ha il coraggio di ribellarsi e denunciare il suo aguzzino, che sostiene di tutelare le donne ma che le designa sempre come le "colpevoli", giustificando stupratori, molestatori e uomini violenti. Società che preferisce sottopagare una donna, licenziarla se madre, ma che è subito pronta a giudicarla se decide di vivere sacrificando la famiglia al lavoro.Quando gli uomini smetteranno di sentirsi autorizzati a violare la libertà di una donna in nome di una superiorità

continuamente difesa dalla società, e invece verrà data voce a tutte quelle donne che in silenzio, si sono abituate alle violenze domestiche, a cui non hanno il coraggio di opporsi per paura di essere lasciate sole?

Il racconto dell'ancella di Margaret Atwood, Romanzo distopico, 1985.Libro da cui è stata tratta la celebre serie tv, "Il racconto dell'ancella" racconta di un futuro prossimo in cui le donne vengono ridotte in schiavitù, e lo stato totalitario degli Stati Uniti utilizza il corpo delle "ancelle" esclusivamente per fini riproduttivi. Romanzo distopico ma estremamente realistico, che parla del futuro, attingendo però da quello che è il nostro passato, cioè di come la donna, la cui unicà facoltà era quella di avere figli, è sempre stata considerata proprietà dell'uomo.

Ferite a morte di Serena Dandini, Narrativa, 2003Serena Dandini con "Ferite a morte", libro di narrativa incentrato completamente sul tema del femminicidio, da spazio alle vittime, alle donne che non sono sopravvissute, ripercorrendo nella prima parte del libro la storia delle loro vite. Nella seconda parte invece acquisirà uno sguardo più scientifico sul tema, riportando dati e statischiche di un fenomeno che purtroppo sta diventando qualcosa di abitudinario.

Io sono Malala di Malala Yousafzai, Autobiografia, 2013.«In Pakistan, se una donna dice di volere la propria indipendenza, la gente pensa che non voglia più obbedire al padre, ai fratelli o al marito. Ma non è questo il significato della parola. Significa che vogliamo prendere da sole le decisioni che ci riguardano, che vogliamo essere libere di andare a scuola o al lavoro. Da nessuna parte nel Corano c'è scritto che le donne debbano dipendere da un uomo. Nessuna voce è scesa dal cielo per dirci che ogni donna dovrebbe dare retta ad un uomo».

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25 novembre: il «Verga» ricorda la giornatainternazionale contro la violenza sulle donne

Vita d’Istituto

Per il mese di novembre, in vista della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne ricordata in tutto il mondo il 25 novembre, l'assemblea d'istituto del “Verga” è stata intera-mente dedicata a questo tema. Il tema, così delicato,è stato trattato in modo molto avvincente ed è risultato di grande interesse per tutti i ragazzi, tanto che l'assemblea è diventata una della più coinvolgenti degli ultimi anni.All'assemblea è stata invitata l'Associazione Modicana contro la violenza sulle donne “Fuori dall'ombra. Sportello antivio-lenza” e sono intervenute Santina Amato, che è la Presidente, e Laura Galota.L'associazione è composta da 19 donne volontarie e sono assi-stenti sociali, sociologhe, avvocatesse, psicologhe. Non è casuale che siano tutte donne: il fine è proprio quello di per-mettere a chi ha subito violenza di poter sentirsi a proprio agio parlando con una donna. L'associazione ha la sua sede a Modica Bassa, nell'atrio del Palazzo di Città, ed è aperta di lunedì dalle 10:00 alle 12:00 e giovedì dalle 17:00 alle 19:00; il centro è inoltre raggiungibile per casi urgenti ogni giorno dalle 8:00 alle 21:00.La Presidente precisa che le donne giungono allo sportello tra-mite consultorio, polizia, ospedale e sottolinea che la violenza è un fenomeno che riguarda tutte le donne di ogni età. Il contat-to con la vittima avviene attraverso un colloquio telefonico prima e in sede dopo, dove viene affiancata da dalle figure di cui necessita il caso con un clima di fiducia nei suoi confronti e privo di pregiudizi. Successivamente si realizza un progetto insieme, cercando una soluzione per uscire dalla violenza. È importante notare che la donna sarà sempre seguita dalla stes-sa équipe di collaboratori fino alla fine del caso. Vengono poi, illustrati agli studenti i vari reati, le leggi che sono entrate in atto con la Convezione di Istanbul per tutelare le donne, come ad esempio l'assistenza gratuita da parte di un avvocato senza tenere conto del reddito, ed il Codice Rosa che si attiva dal Pronto Soccorso. L'incontro con le operatrici del centro “Fuori dall'ombra” si è concluso con un messaggio fondamentale: Nonostante l'ampia diffusione dei casi di violenza, non si deve mai smettere di cre-dere nell'amore e soprattutto ella parità tra maschio e femmina.Successivamente gli studenti hanno avuto il piacere di ospitare la prof.ssa Antonella Monaca che ha letto due delle sue poesie dedicata a tutte le ragazze dell'Istituto: la prima s'intitolava “Piccola grande donna” e la seconda “Donna di tutti in tempi”. Scritta in siciliano, questa poesia raccontava di una signora che sul letto di morte aveva confessato alla poetessa di essere stata vittima di violenza e di aver tenuto nascosta questa soffe-renza per tutta la vita. L'atmosfera è stata resa ancora più toc-cante grazie all'accompagnamento musicale del professore Lino Gatto.A seguire è stata proiettatta la videotestimonianza di Anabella, spagnola, che ha raccontato la storia del suo matrimonio con un marito che la costringeva a firmare dei contratti per sotto-mettersi alle sue violenze. Anabella è riuscita ad ottenere il divorzio ed a creare una associazione che aiuta le donne vitti-me di violenza.

In seguito, alcuni studenti dell'Istituto (delle classi 5^LNB, 4^SUA, 5^SUA, 4^LNA, 4^LNB) hanno descritto le con-dizioni delle donne in vari paesi del mondo. Somalia, Paki-stan, India, Congo sono paesi in cui la donna viene conside-rata un oggetto che deve sottostare al padre, al marito, al fra-tello, dove viene vista impura e per questo deve subire l'infibulazione, svolto in condizioni arretrate e senza igiene causandone tantissime vittime. Su questo tema è stato pro-iettato il finale del film “Fiore del deserto” (basato su una storia vera), nella scena del discorso di Waris Dirie che fugge dalla Somalia per fuggire ad un matrimonio forzato e grazie alla nonna arriva a Londra in cui riesce a diventare una modella di successo che usa la sua fama per raccontare, affinchè migliori, la condizione della donna in Africa.L'assemblea si è conclusa con una risata amara suscitata da un video di Luciana Litizzetto che fa un bellissimo discor-so nel quale ribadisce il diritto alla libertà della donna di vivere la propria vita nel modo in cui desidera senza essere vittima di pregiudizi o di abusi.

Letizia Garaffa, 4^SUA e Bleona Deda, 4^SUB

Modica- Sabato 23 Dicembre 2017 si è tenuto il consueto concerto dell'Orchestra Fiati del Liceo Musicale Verga. Tale evento d e d i c a t o a re m i n i s c e n z e l o c a l i e congiunzioni letterarie è stato messo in atto grazie alla collaborazione tra il Liceo Musicale ”G.Verga” di Modica e la Fondazione Teatro Garibaldi, con la direzione artistica del M. Giovanni Cultrera. A testimoniarne il successo, molti l'articoli della stampa locale. Responsabile dell'attività musicale d'istituto e direttore d'orchestra, il professore Mirko Caruso.

La redazione del giornalino si è recata presso l'atrio del Palazzo Comunale di Modica per intervistare la dottoressa Santina Amato, che si occupa dello Sportello Anti-Violenza del territorio Modicano. Lo sportello nasce tre anni fa per occuparsi della donna e della conciliazione famiglia-lavoro, per lo sviluppo della professionalità e dell'autostima. Ma è stato proprio attraverso gli incontri di sensibilizzazione che è avvenuto l'incontro faccia a faccia con la violenza e quindi lo sportello ha assunto il ruolo principale di offrire aiuto alle donne in difficoltà, intraprendendo una nuova strada.Dalla sua apertura, lo sportello ha affrontato con tanta determinazione tutti i casi, in quanto ogni donna porta il proprio vissuto e dolore e, come afferma la dott.ssa Amato, l'abbraccio finale delle donne che hanno aiutato è davvero qualcosa di estremamente soddisfacente.L'attività dello sportello è molto positiva: dopo ogni incontro arrivano sempre delle telefonate di richiesta di aiuto da parte di una donna. Ovviamente c'è molto lavoro da fare in quanto l'obiettivo è raggiungere tutte le donne, utilizzando ogni tipo di linguaggio possibile.È importante dire che dopo 6 mesi dall'apertura lo sportello si è occupato di 16 casi, numero che è aumentato sempre di più.Un comportamento molto diffuso da parte della donna, racconta la

“DONNE IN ASCOLTO”: intervista alle operatricidello Sportello Antiviolenza del Comune di Modica

dott.ssa, è quello di chiamare per chiedere aiuto ma poi non si reca al colloquio. Afferma però che tutto ciò è normale, in quanto la donna si sente colpevole e spesso si vergogna del male subìto, però ciò fa capire che ha già percezione del fenomeno e quindi è importante rispettare i tempi.Secondo l'esperienza delle operatrici dello sportello, chi riesce a chiedere aiuto ci pensa già da 6-7 anni, perché la violenza paralizza. Svolgere questo tipo di lavoro è emozionante, talvolta difficile, perché ci si mette in discussione per aiutare una donna e ci si deve mostrare forti per affiancarla.Uno degli obiettivi dello sportello è raggiungere i giovani, attraverso varie iniziative, per far conoscere il linguaggio della violenza, iniziando da incontri ogni 25 Novembre e continuando con l'educazione di genere. È fondamentale far comprendere alle donne che bisogna rompere le catene della violenza e avere il coraggio di denunciarla.Lo sportello può essere contattato attraverso questi recapiti: - cellulare +39 3664537536 dalle 8.00 alle 20.00 e-mail: [email protected]'aiuto viene da tanti operatori del territorio ibleo, da psicologi a forze dell'ordine. Si ringrazia di cuore la Dottoressa Santina Amato per la disponibilità.

Serena Gentile, Chiara Spatola ed Erika Agosta, 4^SUA

Mettiamo a fuoco:

C'è un momentoin cui devi scegliere:o sei la principessache aspetta di esseresalvata o seila guerrierache si salva da sé. Marilyn Monroe

La violenzaè l'ultimo rifugiodegli incapaci.

Isaac Asimov

Ti ho colpitoe ti ho buttatoe ti ho dettoche ti amo.

Frank Zappa

Nessuno, di frontealle donne,

è più arrogante,aggressivo e sdegnosodell'uomo malsicurodella propria virilità. Simone de Beauvoir