PAESE IN FESTA

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19 Istituto Comprensivo C. Bassi di Castel Bolognese - Scuola Elementare “Renzo Pezzani, Solarolo Docente coordinatore di Progetto: Marinella Luccaroni Docenti realizzatori: Luisa Pasi, Brunella Bettini, Marta Ossani, Miriam Tampieri, Maurizio Camorani, Paola De Giovanni, Mirco Banzola, Lillia Flamigni, Sonia Ferniani, Caterina Cardelli. PAESE IN FESTA

Transcript of PAESE IN FESTA

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Istituto Comprensivo C. Bassi di Castel Bolognese - Scuola Elementare “Renzo Pezzani, Solarolo

Docente coordinatore di Progetto: Marinella Luccaroni

Docenti realizzatori: Luisa Pasi, Brunella Bettini, Marta Ossani, Miriam Tampieri,Maurizio Camorani, Paola De Giovanni, Mirco Banzola, Lillia Flamigni, Sonia Ferniani,Caterina Cardelli.

PAESE IN FESTA

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INTRODUZIONE

Il progetto “Paese in festa” è nato dal desiderio di aiutare i nostri ragazzi a prende-re coscienza delle tradizioni della loro terra, questo lavoro ha permesso loro di cono-scere l’origine delle principali feste paesane e di vedere come queste siano mutate congli anni. Tale progetto è divenuto ancora più significativo nel confronto con le tradizionitedesche proprie del comune gemellato con Solarolo.

Sono state prese in considerazione le seguenti festività: S. Sebastiano, Carnevale,Pasqua, Ascensione, Madonna della Salute, S. Martino e Natale

Questi temi sono stati assegnati alle classi tenendo conto dell’interesse che pote-vano suscitare negli alunni e sono stati sviluppati in modo più o meno diffuso a secon-da dell’età dei bambini che li affrontavano. Si è comunque sempre proceduto conmodalità multidisciplinare:

Tutto il lavoro di ricerca è collegato e reso unitario da una narrazione interna afumetti: un dialogo che si svolge tra due personaggi, nonno e nipote, i quali di volta involta si raccontano il loro diverso modo di vedere e affrontare la vita. Da questo con-fronto scaturiscono i valori che li accomunano.

Il libro “Paese in festa” ha coinvolto la scuola “Renzo Pezzani” negli anni scolastici2000-2001 e 2001-2002. Nel primo anno è stato effettuato il lavoro di ricerca delle tra-dizioni, creazione dei testi. Nel secondo anno si è cercato di dare veste unitaria al lavo-ro delle classi.

Il fascicolo che presentiamo qui costituisce solo una parte del libro, quella relativaalla cucina tipica dei momenti di festa nel nostro paese.

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LA FESTA IERI

Un'intervista ai nonniS. Sebastiano viene festeggiato in pieno inverno, il 20 gennaio ed i nonni ricordano

un paesaggio bianco di neve in quel periodo dell'anno.

La festa cominciava con una solenne Messa cantata concelebrata dal vescovoinsieme ai sacerdoti delle parrocchie vicine. In questa occasione veniva amministratala Santa Cresima. I canti che rallegravano ed… allungavano la funzione erano esegui-ti da un coro di giovani del paese, accompagnati da alcuni musicisti.

Finita la Messa era già ora di pranzo. In questa giornata ogni famiglia invitava iparenti per trascorrere con loro una giornata in allegria.

Nelle case erano imbandite grandi tavolate in cui venivano serviti dalle donne dicasa cappelletti, cappone, crema, ciambella o zuccherini.

I bambini che avevano ricevuto la Cresima ottenevano come regalo ciambelline obiscotti.

Il pomeriggio tutti andavano a passeggiare per il paese, era questa l'occasione perragazzi e ragazze di incontrarsi.

Lungo il corso del paese c'era qualche bancarella che vendeva i ceci, le caldarroste,qualche caramella e il carrubo e chi aveva qualche soldo ne comprava un po’.

Tutti aspettavano con impazienza che arrivasse la sera perché il dirigente del paesefaceva suonare l'orchestra e iniziavano i balli che continuavano per tutta la notte, contanta allegria.

LA FESTA OGGIAncora oggi la ricorrenza di S.Sebastiano viene celebrata con una giornata di festa

paesana e di vacanza per gli scolari, ha perso però un po’ della sua importanza rispet-to al passato.

I momenti più importanti sono la celebrazione liturgica del mattino e la sagra in piaz-za che inizia il giorno precedente con bancarelle e mostre di vario genere.

Da alcuni anni la locale Sezione della Federcaccia ripropone la tradizione del fuocoin piazza, le braci ora però hanno lo scopo di scaldare bisò e polenta specialità ali-mentari adatte alla temperatura, in genere rigida, di questa giornata.

Nella piazza vicino alla rocca vengono estratti i numeri della tombola, molte perso-ne partecipano ai giochi sperando di vincere il primo premio.

San SebastianoSan Sebastiano

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LE RICETTE

Piadina romagnola

È questa la più classica delle specialità romagnole. È un pane azzimo (privo cioè di lie-vito di vecchissima tradizione, cotto un tempo sul "testo", l'apposita pietra posta subraci ardenti. Il "testo" viene oggi generalmente sostituito da una normale padella diferro.

Ingredienti500 g di farina 50 g di strutto

salelatte quanto basta una bustina di lievito

PreparazioneMescolare bene la farina con il lievito della bustina ed il sale, impastare con il latte e lostrutto (a temperatura ambiente) cercando di ottenere un impasto piuttosto consisten-te, lavorando con le mani fino a che diventi liscio e compatto, indi tagliarlo a fette e tira-re ognuna di esse con il mattarello fino a formare delle piadine rotonde dello spessoredi circa 1/2 centimetro. Passare sul testo precedentemente ben riscaldato e mantenu-to a temperatura moderata e costante avendo cura di cuocere la piadina prima da unaparte poi dall'altra.

Si mangia spaccata a metà, farcita di formaggio tenero, o di fette rosolate di pancettao dei vari affettati. Le buone piadine fatte in casa sono sempre accompagnate da vinorosso abbondante.

Polenta

Questo è un piatto tipico della stagione fredda.La polenta costituiva un piatto povero, accessibile a tutti, ciò che ne cambiava il valoreera il condimento che poteva essere un buon ragù di carne, oppure la pietanza di carnea cui faceva da contorno.

Polenta e salsicciaLa polenta va preparata con farina gialla e acqua in genere utilizzati nel seguente rap-porto: una parte di farina e quattro di acqua; comunque per le dosi ognuno deve rego-larsi secondo il proprio gusto tenendo conto che quella romagnola è una polenta piut-

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tosto dura. Nell'acqua bollente e salata versare a pioggia la farina di granoturco emescolare accuratamente perché non faccia grumi e non si attacchi, dopo circa 40 - 45minuti, quando comincerà a staccarsi dai bordi della pentola la polenta sarà cotta.A questo punto trasferirla sulla spianatoia, lasciare che si raffreddi e tagliarla a fette nontroppo grosse con l'antico e tradizionale sistema del "filo". Queste fette di polentaaccompagnano la salsiccia romagnola.Quelle rimaste possono essere fritte oppure cotte alla griglia, costituiscono un altromodo sfizioso di sostituire il pane.

Polenta e ragùPreparare nello stesso modo la polenta avendo cura di lasciarla più morbida; quandosarà cotta servirla nei piatti con abbondante ragù di carne e parmigiano.

RagùFar rosolare in 50 g di burro un trito di cipolla, carota, sedano e 50 g di pancetta trita-ta. Quando il soffritto comincerà a dorarsi aggiungere 400g di carne tagliata a dadini,polpa di manzo, lonza di maiale, oppure alcune salsicce spellate e schiacciate con unaforchetta. Lasciare rosolare per qualche minuto, bagnare con 1/2 bicchiere di vinorosso e lasciare evaporare.Quando il vino sarà quasi completamente evaporato, unire 500 g di pomodori freschi,spellati e privati dei semi, sale e pepe.Bagnate di tanto in tanto con qualche cucchiaio di brodo di carne e lasciate cuocere afiamma bassa per circa 40 minuti.

Polenta e bisò

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Carnevale

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CarnevaleLa festa ieri

Al tempo dei nonni si festeggiava il Carnevale, anche se in modo molto più semplice diadesso. I contadini in campagna sfilavano per le strade con i carri da lavoro, trainati da cavalli o dabuoi, sopra i quali stavano bambini e adulti travestiti con vecchi abiti. Per il trucco si usava vernicerossa o carbone (imburneda). Quando arrivavano nelle aie delle case coloniche, i contadini uscivanoad offrire vino, ciambella e zuccherini. I dolci venivano preparati in casa e si cucinavano anchesfrappole, castagnole, ravioli o tortelli ( sabadò ) con ripieno a base di castagna e inzuppati nella saba:un liquore preparato con il mosto al tempo della raccolta dell’uva.

Spesso sul carro c’era chi suonava la fisarmonica, organetti, ocarine e fischietti.Gli adulti ne approfittavano per dire scherzosamente tutto ciò che non era consentito dire

seriamente e soprattutto i giovani facevano a gara ad invitare a ballare le belle ragazze dei dintorni echi riusciva ad invitarne di più si vantava con gli amici.

Si ballava ovunque: nelle aie, nelle case, nelle strade. Si facevano serenate sotto alle finestredelle signorine, poi si entrava in casa a mangiare e a ballare.

Gli scherzi erano molto “pesanti”, perché il Carnevale era veramente considerato il gioco delcontrario dove tutto era permesso.

Si buttavano a sorpresa, addosso a poveri malcapitati, secchi pieni d’acqua o di liquami ebisognava fare buon viso a cattivo gioco.

Le biciclette (allora beni preziosi) bisognava toglierle dalla “circolazione”, perché con facilitàvenivano buttate nel pozzo.

Una cosa poi alquanto sgradita per le ragazze era trovarsi una bella “fagiolata” davanti a casaperché ciò significava essere considerate poco serie.

Tutto ciò era consentito, ma mal gradito. Finito poi il Carnevale si ritornava alla vita “seria”,quotidiana.

La festa oggi

Oggi il Carnevale a Solarolo è molto sentito soprattutto dai bambini e dai ragazzi. Tutti glianni “il sabato grasso” si tiene per le vie del paese la tradizionale sfilata di carri allegorici, precedutidal corpo bandistico di Solarolo e rallegrata dal gruppo “Sciucaren” di Cassani. Intervengono poi unamoltitudine di mascherine. I ragazzi si divertono soprattutto a rincorrersi per le vie del centrospruzzandosi schiuma da barba in modo tale da risultare ad una certa ora completamente bianchi ebagnati dalla testa ai piedi.

In Piazza Garibaldi viene distribuita ciambella e vin brulè gratis a tutti gli intervenuti.Il “il martedì grasso” nelle scuole si festeggia con canti, balli, recite e gli alunni in maschera si

divertono a lanciare stelle filanti e gustare i dolci di Carnevale portati da casa.Nelle discoteche si balla in maschera ed è in questa occasione che gli adulti si camuffano per

assumere una personalità fittizia, dando così sfogo alla voglia di evasione e trasgressione.Anche pub e ristoranti sono stracolmi di persone che hanno voglia di ridere, scherzare,

festeggiare.

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Nella foto: sfrappole, castagnole e lasagne di carnevale.

Nella foto: orecchioni , zuccherini, sfrappole e castagnole.

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SFRAPPOLE, CASTAGNOLE, ORECCHIONI

FRITTI, TAGLIATELLE DOLCI, CIAMBELLINI

FRITTI SONO LE CLASSICHE GHIOTTONERIE

DA SEMPRE GUSTATE IN ROMAGNA NEL

PERIODO DI CARNEVALE.

Oggi si trovano comunemente in vendita per tutto il periodo che

intercorre fra l’Epifania e la Pasqua, ma fino a qualche decina di

anni fa si rispettava rigorosamente il periodo del Carnevale ed in

particolare l’ultima settimana che dal giovedì grasso arrivava

fino al mercoledì delle “ Ceneri” giorno scherzosamente

chiamato “di San Grugnone “.

Questa giornata, che segnava appunto la fine del Carnevale (

periodo allegro e festoso ) e l’inizio della Quaresima ( 40 giorni di

penitenza ed astinenza ) in ogni casa “ il paiolo veniva attaccato

al chiodo” ed avrebbe bollito di nuovo solo all’alba del mattino di

Pasqua per cucinare i “passatelli” ( minestra in brodo della

tradizione di Romagna ).

Si preannunciava quindi un periodo di magra e la gente era triste

ed imbronciata ( “ ingrugnita “ ) di qui la definizione “ San

Grugnone”.

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Ingredienti:

o Farina g. 500

o Zucchero semolato 2 cucchiai

o Uova 2 interi e 1 tuorlo

o Un bicchiere di cognac

o Scorza di limone

o Olio di semi

o Zucchero a velo

o Sale

Procedimento

Immergete la scorza del limone nel bicchiere di Cognac e

lasciatevela un po’ di tempo a macerare. Impastate la farina con

le uova, lo zucchero semolato, il Cognac e un pizzico di sale e

lasciate riposare per circa 10 minuti.

Dopo averla ben lavorata con il matterello, quando la pasta sarà

sottilissima, tagliatela a strisce, formate dei rettangoli, praticate

dei tagli al centro di ogni rettangolo e formate di “nodi“ molto

allentati

Friggetele in olio abbondante fino a quando si saranno un poco

dorate e adagiatele su carta assorbente. Spolverizzatele con lo

zucchero a velo.

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Ingredienti:

o Farina g. 400

o Uova 1 intero e 2 tuorli

o Zucchero g. 100

o Zucchero vanigliato un cucchiaio

o Lievito per dolci una bustina

o Sale un pizzico

o Un estratto di anice o di rum

o Una noce di burro

o Vino bianco secco

o Zucchero vanigliato quanto basta

Procedimento

Fate una pasta molto molle con la farina, le uova, lo zucchero +

un cucchiaio di vanigliato, il lievito, un pizzico di sale, l’estratto

di anice e la noce di burro fuso, aggiungendo vino bianco quanto

basta, lavoratela bene.

Dividetela in tante palline che friggerete in abbondante olio

(devono galleggiare) ben caldo avendo cura di rigirarle

continuamente.

Scolatele su di una carta assorbente e spolverizzatele con

zucchero vanigliato. A piacere possono essere spruzzate con

alchermes o rum.

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Ingredienti:

o Farina g.500

o Uova 1 intero e 2 tuorli

o Burro g. 50

o Zucchero a velo g.50

o Sale un pizzico

o Vino bianco secco

o Marmellata o crema

o Zucchero vanigliato

Procedimento

Impastate la farina con le uova, il burro fuso, lo zucchero a velo ed

un pizzico di sale aggiungendo il vino necessario ad ottenere una

pasta piuttosto tenera, lavoratela molto con le mani. Lasciatela

riposare per circa mezz’ora poi tirate col matterello una sfoglia

della grossezza di una moneta.

Tagliate tanti dischetti e riempiteli con la marmellata

abbastanza soda. Ripiegateli a meta cercando di fare bene aderire

i bordi onde evitare che la marmellata fuoriesca durante la

cottura.

Friggeteli in abbondante olio bollente e

quando avranno assunto un bel colore dorato

scolateli e lasciateli raffreddare su di una carta

assorbente. Spolverizzateli con lo zucchero

vanigliato.

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Ingredienti:

o Farina g. 300

o Uova intere 2

o Zucchero g. 150

o Buccia grattugiata di due limoni

o Un pizzico di sale

Procedimento

Impastate la farina con le uova ed un pizzico di sale. Tirate con il

matterello una sfoglia come quella delle tagliatelle. Appena tirate

cospargetela bene con lo zucchero e spolverizzatela con la buccia

del limone.

Arrotolate la sfoglia per metà dall’alto verso il basso e l’altra

metà dal basso verso l’alto, ripiegatela poi su se stessa e

tagliatela a strisce della larghezza di circa un centimetro, avendo

cura di lasciare intatti i rotolini così ottenuti.

Friggeteli in abbondante olio bollente ed appena avranno

assunto un bel colore dorato scolateli su di una carta assorbente.

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Pasqua ieri

La domenica di Pasqua la maggior parte delle persone si recava alla prima

messa, bisogna ricordare che allora per fare la comunione c'era l'obbligo del

digiuno fin dalla mezzanotte.

Tornati a casa si poteva finalmente gustare un'abbondante colazione

consistente in un uovo sodo benedetto e poi agnello cotto con le uova.

Pasqua oggi

Oggi le usanze non sono cambiate molto.

La tavola per il pranzo pasquale è imbandita sempre allo stesso modo in più ci

sono l'uovo di cioccolata e la colomba pasquale che è un dolce a forma di

colomba fatta con lo stesso impasto del panettone.

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Menù pasquale

È d'uso, ieri come oggi, imbandire la tavola con piatti tradizionali.

PRIMO - Cappelletti o passatelli in brodo

SECONDO - Agnello al forno o fritto con contorni vari: insalata, patate,…

DOLCE - Ciambella, colomba e… uova di cioccolato

Il tutto innaffiato con buoni vini della nostra terra:Sangiovese, Trebbiano, Albana,…

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L'uovo

L'uovo fa parte delle tradizioni alimentari e delle celebrazioni del giorno di Pasqua in

quanto simboleggia la rinascita sia della natura che dell'uomo il quale viene chiamato

ad una nuova vita dal Cristo Risorto.

In passato le uova venivano offerte al sacerdote come ricompensa per la benedizione

pasquale, oggi sono sostituite da una più pratica busta contenente danaro. Inoltre oggi

come un tempo si consumano sode il giorno di Pasqua, spesso dipinte o decorate in

vario modo dopo averle fatte benedire.

La maggior parte di noi bambini però in questo giorno preferisce scoprire le sorprese

contenute nelle deliziose uova di cioccolato. Quest'anno ad esempio le sorprese più

ambite erano i Puffi.

Ogni bambino della nostra classe ha ricevuto in regalo per l'occasione più di un uovo.

I grandi scelgono le uova accertandosi che il cioccolato sia di buona qualità e che la

confezione, fatta di carta colorata e luccicante e di nastri variopinti, rispecchi il loro

gusto. I pasticceri si sbizzarriscono a decorare direttamente le uova con paesaggi

primaverili fatti di zucchero, ovviamente queste uova così belle vengono ricoperte solo

con carta trasparente ed è un peccato mangiarle!

Un gioco con le uova

Le uova sode benedette venivano colorate tenendole a bagno con la carta velina, poi

erano usate per un gioco tradizionale chiamato "machì".

Si fronteggiavano due giocatori che muniti di un uovo ciascuno lo battevano contro

quello dell'avversario, chi rimaneva l'uovo intatto vinceva e riceveva in premio anche

quello dell'avversario.

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Il gelato

Pasqua arriva nella stagione primaverile. Il gelato che oggi si può mangiare in

qualsiasi periodo dell'anno, una volta si mangiava solo nella bella stagione. La

prima produzione avveniva proprio a Pasqua.

I bambini erano felici di questa novità e aspettavano con gioia il carrettino dei

gelati.

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Pizzicotti, dolce tradizionale

Ingredienti:

500 grammi di farina

225 grammi di zucchero

mezzo etto di burro,

mezzo etto di strutto,

2 uova,

mezzo limone, buccia e succo,

lievito per mezzo chilo

una bustina di vaniglia

e latte quanto basta

Preparazione

Si impasta il tutto sul tagliere e si dispone la pasta a piccole

palline dalle dimensioni di una noce sul piatto del forno,

abbastanza distanziati tra di loro su di una carta antiaderente.

Si cuociono a calore moderato a 180 gradi finchè sono dorati.

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Ciambella della nonna

Ingredienti:

1 kg di farina.

20 cucchiai rasi di zucchero

4 uova

2 buste di lievito

la buccia grattugiata di un limone

2 hg di burro

Preparazione

Unire la farina, lo zucchero, la buccia di limone, le uova, il

burro ammorbidito e per ultimo il lievito. Impastare bene il

tutto e stenderlo in una teglia imburrata.

Infornare in forno non troppo caldo (150°) per 45 minuti circa.

Insieme alla ciambella si offriva agli ospiti anche un

bicchierino di marsala o vermuth.

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La ciambella della nonna

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Ascensione

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AscensioneLA FESTA IERI

DALLE INTERVISTE AI NONNI

Nei tre giorni precedenti la festa, la mattina ci si alzava molto presto per partecipare alleRogazioni: processioni che, con l’immagine della Madonna della Salute, percorrevano tutte le vie delpaese.

In campagna, i contadini dovevano governare le bestie, in modo particolare quelle chedovevano essere portate a Solarolo per la fiera regionale, cui partecipavano gli esemplari migliori ditutte le stalle dell’Emilia Romagna.

Anche per le donne del paese e della campagna questi erano giorni di preparativi frenetici: si

doveva pulire a fondo la casa perché il giorno della festa dell’Ascensione era consuetudine invitare a

pranzo i parenti e gli amici che non abitavano a Solarolo. Quindi preparare un pranzo, spesso per

quindici o venti persone, richiedeva tempo e fatica. Il menù era quello delle feste più importanti:

cappelletti o passatelli in brodo, pollo e coniglio arrosto con le patate e, per finire, crema, ciambella e

zuccherini. Naturalmente tutto fatto rigorosamente “in casa”.

La mattina della festa in ogni casa la prima ad alzarsi era “l’azdora” che doveva recarsi allaprima Messa perché aveva il pranzo da preparare e gli ospiti sarebbero arrivati per partecipare allaMessa solenne celebrata dal Vescovo.

Per le vie del paese, fin dall’alba, era un brulicare di persone: nella fossa cominciavano adarrivare i carri con gli animali da esposizione, gli ambulanti cercavano di sistemare le loro bancarellenelle posizioni migliori.

Nei pressi dell’odierna via Sangiorgi, un meccanico allestiva un parcheggio per le biciclette eaggiustava quelle che ne avevano bisogno.

Anche per i bambini questa festa era importantissima: infatti si celebravano nello stesso giornosia la Comunione che la Cresima. Inoltre, come abbiamo già detto prima, nelle piazze e lungo lestrade le bancarelle di dolciumi e giocattoli erano per i giovanissimi fonte di grande desiderio.L’attrattiva maggiore però era riservata alla “giostra antica” (sistemata dove oggi c’è l’acquedotto) persalire sulla quale occorrevano quattro soldi. Chi non poteva permettersi il costo del biglietto nonveniva mandato via, ma si pagava la corsa spingendo la giostra, che non era azionata a motore ma “abraccia”.

Per tutto il giorno, oltre alla banda di Solarolo, si alternavano quelle più famose di altri paesianche molto lontani.

La festa poi aveva termine con grandiosi fuochi artificiali che, con fragorose esplosioni di lucimulticolori, affascinavano tutti.

LA FESTA OGGI

Ancora oggi, questa festa, civile e religiosa assieme, è la più importante e la più attesa daadulti e bambini.

Nella settimana dell’Ascensione, si svolgono, tutte le sere, le Rogazioni con grande affluenzadi fedeli, che accompagnano l’immagine della venerata Madonna della Salute lungo le vie del paese.Segue la celebrazione della S. Messa, al termine della quale viene impartita la benedizione con l’OlioBenedetto.

Il sabato pomeriggio, le auto sfilano davanti alla Madonnina nel piazzale della Chiesa per latradizionale benedizione.

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La festa religiosa termina con una Messa solenne, cantata da bravi coristi solarolesi, cuipartecipano i bambini della prima Comunione e i ragazzi che la settimana prima sono stati cresimati.

Anche la festa civile non è più di un solo giorno, ma si protrae dal giovedì al lunedì.Oggi le bande sono state sostituite da orchestre che rallegrano il pubblico suonando motivi

romagnoli e moderni su di un grande palco allestito nella piazza del mercato.Grande rilievo ha ottenuto, in questi ultimi anni, l’esposizione delle automobili e delle

macchine agricole (antiche e ultramoderne).In quasi tutte le famiglie ci sono ospiti a pranzo e a cena ma, con grande sollievo delle

massaie, funziona a pieno ritmo un fornitissimo stand gastronomico presso il quale si possono gustarei tradizionali cappelletti romagnoli ed altre specialità. E’ da ricordare che, in questi ultimi anni, lanostra festa ha avuto un maggiore impulso dovuto al gemellaggio con Rhemes Notre Dame, unpaesino della Valle d’Aosta, e con Kirchneim am Ries, un paese tedesco. In occasione della festadell’Ascensione, le delegazione di questi due paesi, composte da numerose persone, approdano aSolarolo con gli oggetti tipici del loro artigianato locale e soprattutto con i piatti tradizionali della lorocucina. Così, oltre alla cucina romagnola, nello stand gastronomico si può scegliere polenta concapriolo, bistecca alla valdostana, fontina, wurstel con crauti, birra…..

Non mancano poi manifestazioni di carattere culturale: mostre di pittura, fotografiche, dioggetti “della nonna”, di ricami antichi, di libri sulle tradizioni romagnole…

E per ultimo, ma non certo per importanza, ricordiamo le giostre, sistemate nella fossa. Oltrealle tradizionali Autopiste, agli Aeroplani, alla Giostrina dei piccoli e al “Calcinculo”, troviamogiostre modernissime come il Tagadà, Dragonball, il Castello dei misteri, Giochi di forza e unafornitissima sala giochi, con videogames adatti a bambini e ragazzi.

Da due anni le Guide Alpine della Valle d'Aosta aiutano i bambini e gli adulti più coraggiosiad arrampicarsi su una parete appositamente attrezzata, sistemata nella Piazza del Popolo.

IL MENU' DEI NONNI

PRIMI PIATTI:Cappelletti in brodo

Passatelli in brodo

SECONDI PIATTI:

Coniglio arrosto

Pollo al forno

Patatine fritte

DOLCI:

Crema

CiambellaZuccherini

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I PASSATELLI

Per questa minestra di antica tradizione nelle case romagnole, impastate per 6 persone

150 gr. di pangrattato,

200 gr. di parmigiano grattugiato,

4 uova intere,

un pizzico di noce moscata.

Fate amalgamare bene l'impasto e regolate il sale. Portate intanto a ebollizione 2 litri

circa di ottimo brodo di carne. Con l'aiuto dell'apposito attrezzo, una lamina forata

attraverso la quale deve passare l'impasto (lo schiacciapatate va benissimo), ricavate i

passatelli della lunghezza che preferite e fateli cuocere nel brodo bollente. Saranno

pronti appena affioreranno in superficie.

POLLO AL FORNO

La nonna prendeva dal suo pollaio un bel pollo ruspante e, dopo averlo ucciso,

spennato e ben lavato, lo metteva in un tegame di terracotta. Lo insaporiva con aglio,

rosmarino, sale grosso e salvia; lo spruzzava con un bicchiere di vino bianco e lo

metteva nel forno già caldo della cucina economica. Dopo aver controllato se il vino

era evaporato, aggiungeva due bei cucchiai di grasso del maiale ucciso in inverno e

rimetteva in forno, controllando di tanto in tanto il grado di cottura.

Quando era pronto, il pollo era ben dorato ed emanava un profumino molto invitante.

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Madonna della saluteMadonna della salute

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Le ricette dei piatti tipici

In occasione della festa della Madonnadella Salute una parte molto importantespettava alla tavola. Si preparavano piattitipici della cucina romagnola con cappellettio passatelli seguiti da arrosto e contorni; siconcludeva con il dolce fatto in casa: lemassaie preparavano crema, ciambella ezuccherini.Siccome le ricette di molti di questi piatti sitrovano già in altre parti del volume, ci soffermiamo sui dolci.

Gli zuccherini

Ingredienti: 1 Kg di farina, 4 hg di zucchero, 2 hg di strutto o burro, 4 uova, 1 bustina dilievito, 1 limone.Preparazione. Si mescola la farina con lo zucchero sul tagliere come per fare la minestra. Sisbattono le uova, visi grattugia la buccia di un limone e si versa lo strutto o il burro freddo,liquefatto a bagnomaria, poi si aggiunge il lievito. Si impasta tutto e si stende la pasta con ilmatterello, più grossa di una sfoglia normale. Per dare la forma si usano gli stampini oppurela rotellina dentata. Si posano gli zuccherini nella teglia, si cospargono di zucchero e sifanno cuocere in forno fino a quando hanno assunto un bel colore rosato. A piacere sipossono spruzzare con rosolio.

La crema

Ingredienti: 0,5 litri di latte, 5 cucchiai di zucchero, 3 tuorli, 2 cucchiai di farina, scorza dilimone.Preparazione. Sbattere i tuorli con lo zucchero fino a raggiungere un impasto moltosfumoso; aggiungere la farina, la scorza di limone grattugiata e il latte tiepido. Portare adebollizione e lasciare bollire per 3 minuti senza smettere di mescolare.

La ciambella

Ingredienti. 1 kg di farina, 4 hg di zucchero, 2 hg di burro, lievito per 1 kg, 4 uova, buccia dilimone grattugiata.Preparazione. Nella farina versare lo zucchero e impastare con le uova; aggiungere il burroappena sciolto, latte, buccia di limone grattugiata. Dopo aver impastato, aggiungere il lievito.Mettere in teglia ben unta. Cuocere in forno ben caldo per circa 1 ora.

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San MartinoSan Martino

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I Sugal

Ingredientiuna certa quantita’ di uva bianca o nera (20 kili);un guscio di limone;delle fette di mela cotogna;150 g. di pane grattato;151 50 g. di farina bianca.

Esecuzionemostate l’uva con le mani (o con i piedi) dentro una catinella (o in unapiccola botte senza coperchio);passate il mosto in un colino;mettete il sugo a bollire in una pentola di terra cotta o di rame(mai dialluminio);fate bollire pian piano e poi aggiungete il guscio di limone e la melacotogna;lasciate che bolla piu’ di un’ora e mezzo e spegnete il fuoco;aggiungete il pane grattato e la farina e fate bollire per un’ora circa;mescolate con un mestolo di legno;cavate i sugal, versateli nei piatti e lasciate che si raffreddino.

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La Saba

Ingredientiuna certa quantita’ di mosto

Esecuzionefate bollire in una pentola di terra cotta (mai di rame) per cinque o sei ore a fuocolento; ogni tanto “schiumate “ (se vi pare troppo acida aggiungete una fetta di pane etoglietela dopo poco); quando la saba “fila” e’ pronta; lasciate che si raffreddi eimbottigliatela.

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I S A B A D O’

Ingredienti per la pasta - sfoglia

Per un Kg di farina� 2 hg di zucchero� 2 uova� lievito per mezzo Kg� 1 hg di strutto o olio� latte quanto basta

Ingredienti per il ripieno

� mezzo Kg di castagne secche� 2 hg di fagioli� 3 cucchiai di cioccolato in polvere� una buccia di limone� una buccia di arancia� una buccia di mandarino� mezzo vasetto di marmellata d’arancia� 2 cucchiai di rhum

Preparazione

Far bollire lentamente le bucce con un po’ di “saba” per mezz’ora.Cuocere le castagne secche, poi passarle.Far bollire nell’ acqua i fagioli e passarli.Impastare il tutto aggiungendo il cioccolato in polvere, la marmellata e il rum.Se l'impasto rimane troppo morbido, indurire con un po’ di pane grattugiato.Tagliare la pasta-sfoglia in tanti quadretti e riempire con l’impasto.Mettere al forno a 220° per 15 minuti circa.Bagnare i sabado’ nella “saba”.

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TTTTrrrraaaa nnnnoooonnnnnnnnoooo eeee nnnniiiippppooootttteeee…………

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Natale

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NataleLa tradizione in cucina

Al tempo dei nostri bisnonni si mangiavano piatti semplici e poco costosi, perché isoldi a disposizione erano pochi. Il Natale era un giorno di festa e quindi un’occasioneper gustare cibi diversi dal solito, che sono entrati nella tradizione popolare. Per questosi trovano ancora oggi sulle nostre tavole.

Pranzo di Natale

Menù

Primo piatto: Cappelletti all’uso di Romagna

Secondo piatto: Cappone lessato

Dolce: Zuppa inglese

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SOMMARIO

INTRODUZIONE

FUMETTI - classe V AFESTA DI SAN SEBASTIANO - classi II A e III AFESTA DI CARNEVALE - classe IV AFESTA DI PASQUA - classe III BFESTA DELL'ASCENSIONE - classe IV BFESTIVITÀ DELLA MADONNA DELLA SALUTE - classe V BFESTA DI SAN MARTINO - classe II BFESTA DEL SANTO NATALE - classi I A e I B