Pac, in Emilia-Romagna il più colpito sarà il latte

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l’obbligo di destinazione ad aree eco-logiche, cioè per scopi di natura am-bientale e paesaggistica, del 7% della superfi cie ammissibile agli aiuti;

il mantenimento dei prati perma-nenti presenti in azienda.

La quota dei pagamenti per il gree-ning costituirà il 30% degli aiuti diretti al reddito e, nel caso in cui non venga-no adempiuti i relativi obblighi, sono previste sanzioni che possono portare fi no alla revoca totale di tutti gli aiu-ti. Tale condizione rende il greening un adempimento obbligatorio al fi ne di ottenere l’erogazione del premio di base, vale a dire quella parte degli aiu-ti diretti legata a ciascun ettaro di sau posseduto (1).

Per l’Italia la futura pac rappresente-rà, inoltre, il momento in cui sarà ne-

cessario effettuare il passaggio ai pa-gamenti regionalizzati, quindi ad aiuti per ettaro uniformi a livello territoria-le, tema su cui fi nora il nostro Paese ha sempre rinviato la scelta. In questo contesto, ancora fl uido, l’analisi che se-gue è stata svolta sulla base di quanto indicato nella proposta di regolamen-to, per ora unico documento uffi ciale della Commissione europea.

Il modello e gli scenari di valutazione

Per valutare gli impatti della futu-ra pac è stato utilizzato il modello di programmazione matematica deno-minato Agrisp (2) che si caratterizza per l’utilizzo congiunto della banca da-ti europea Rica (Rete di informazione contabile agricola), dalla quale vengo-no reperite le principali informazioni economiche rilevate su circa 11.000 aziende italiane, e della banca dati dei pagamenti in agricoltura Agea, dalla quale sono state estratte le informa-zioni relative alle superfi ci agricole e agli aiuti erogati.

La combinazione delle due banche dati permette di ottenere una perfet-ta rappresentatività del territorio og-getto di analisi che, nella fattispecie, è la regione Emilia-Romagna.

I risultati restituiti dal modello ma-tematico consentono di stimare le scel-te produttive dell’impresa in presenza

Pac, in Emilia-Romagnail più colpito sarà il latte

di Roberto Gigante

L’ acceso dibattito sulla futu-ra pac vede impegnati, or-mai da oltre un anno, Stati membri, Parlamento e Com-

missione europea nell’intento di tro-vare una mediazione.

Il susseguirsi di emendamenti di mo-difi ca, mai così numerosi, non ha anco-ra portato a un documento defi nitivo, pur essendo concordi i diversi attori nell’indicare il sistema degli aiuti del Primo pilastro come principale campo di scontro. Tra i temi maggiormente dibattuti vi sono le nuove misure am-bientali di «inverdimento», il cosiddet-to greening che, sebbene rappresenti un elemento di grande innovazione, desta non poche preoccupazioni.

Le principali novitàLe nuove pratiche ambientali, così

come formulate nella bozza di regola-mento (che la Commissione agricoltura del Parlamento europeo ha proposto di modifi care nella seduta del 23-24 gen-naio scorso; vedi anche L’Informatore Agrario n. 4/2013, pag. 9-11), appaiono particolarmente stringenti dato che richiedono:

la scelta di 3 differenti colture sulle superfi ci a seminativo superiori a 3 ha, ove nessuna delle 3 può coprire meno del 5 e più del 70% della superfi cie;

A soffrire del processo di riforma saranno soprattutto le aree montane, quelle cioè su cui grava maggiormente

la scarsa competitività dell’allevamento da latte affi ancata

da una esigua possibilità di attivare

altri processi produttivi

NUOVA PAC ANALISI

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TABELLA 1 - Variazione superfi ci investite tra scenario di baseline e green

ProcessiBaseline Green Variaz.

(%)ha

Frumento 113.935 109.008 –4,3Mais 80.476 75.665 –6,0Altri cereali 21.665 25.639 +18,3Riso 7.865 7.576 – 3,7Soia 21.608 20.732 –4,1Altri semi oleosi 9.180 8.214 –10,5Barbabietola 72.711 71.863 –1,2Pomodoro 28.518 27.837 –2,4Foraggere 263.784 235.802 –10,6Prati e pascoli permanenti 11.073 11.473 +3,6

Altre colture 39.020 38.397 –1,6Superfi cie greening 0 37.630

Totale 669.835 669.835

La riduzione delle superfi ci a colture foraggere è particolarmente accentuata.

delle nuove misure di politica agraria (regionalizzazione degli aiuti diretti e obbligo del greening) al fi ne di ottimiz-zare il risultato di gestione.

La risposta del modello riguarda, quindi, gli investimenti colturali (in ettari) per azienda e le variazioni delle principali componenti economiche: plv, costi di produzione variabili (sementi, concimi, agrofarmaci, ecc.), aiuti diretti pac e margine lordo aziendale.

Al fi ne di agevolare la comprensione dei complessi meccanismi del model-lo è possibile sintetizzare in tre fasi le principali elaborazioni:

fotografi a della realtà osservata;implementazione delle modifi che di

politica agricola;valutazione dei risultati di impatto.Seguendo quest’ordine, è stato dap-

prima calcolato lo scenario di riferi-mento, e cioè quello che rispecchia l’attuale situazione (denominato ba-seline). Successivamente, sono state

●●

introdotte nel modello le modifi che di politica agraria, che nel caso in esame sono le pratiche di greening affi ancate dalla regionalizzazione.

Lo scenario di greening (denomina-to nelle tabelle «green») considera due componenti di aiuto: aiuto di base (te-nuto conto delle nuove assegnazioni e prevedendone la distribuzione su tutta la sau) + gli aiuti specifi ci pre-visti per il greening.

Ovviamente in questo scenario ven-gono considerati i tre vincoli colturali del greening, vincoli che gli agricol-tori dovranno rispettare per ricevere l’aiuto aggiuntivo e che comporteranno delle variazioni nei processi attivati. A guidare queste scelte (ad esempio su quale superfi cie a seminativo effettua-re la rotazione, da quale superfi cie sot-trarre il 7% a scopi ambientali, quale processo dismettere a favore di un al-tro, ecc.) sarà il principio di convenien-za economica, dati che il modello ma-

tematico andrà a stimare per azienda.L’ammontare degli aiuti per ettaro

(euro/ha) applicati nel modello è quel-lo elaborato dall’Istituto nazionale di economia agraria che ha quantifi cato (3) per la regione Emilia-Romagna un pagamento di base regionalizzato pa-ri a 148,4 euro/ha mentre, per la com-ponente greening, il valore stimato è di 89,4 euro/ha, per cui l’importo com-plessivo di aiuto dovrebbe essere pari a 237,8 euro/ha.

Infi ne, le simulazioni di impatto con-siderano anche la riduzione del tota-le degli aiuti in base al tetto massimo fi ssato per azienda:

–20% per la parte di aiuto compreso tra 150.000 e 200.000 euro;

–40% per la parte di aiuto compresa tra 200.000 e 250.000 euro;

–70% per la parte di aiuto compresa tra 250.000 e 300.000 euro;

–100% per la parte di aiuto ecceden-te 300.000 euro.

100

90

80

70

60

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40

30

20

10

0

Supe

rfici

e (%

)

Baseline Green

Superficie greeningAltre colturePrati e pascolipermanentiForaggerePomodoroBarbabietola

Altri semioleosiSoiaRisoAltri cerealiMaisFrumento

GRAFICO 1 - Variazione superfi ci investite tra scenario di baseline e green

La variazione delle superfi ci nei due scenariIl confronto tra gli scenari baseline e

green evidenzia come, a livello regio-nale, le prescrizioni imposte dalle pra-tiche di inverdimento comportino una riduzione delle superfi ci investite pari a quasi 38.000 ha (grafi co 1) con diversa incidenza sulle varie colture, in quanto l’imprenditore cerca di scegliere quelle

più profi ttevoli, tenuto conto dei costi e dei prezzi dati. Nella tabella 1 sono riportati i valori in termini assoluti e gli scostamenti percentuali.

Sostanzialmente si registra una con-trazione di quasi tutte le colture se si esclude l’incremento (+18%) degli altri cereali (orzo, avena, ecc.). In particolare,

si evidenzia una riduzione delle super-fi ci a frumento (–4,3%), che passano da-gli attuali 114.000 ha a circa 110.000 ha, di quelle a mais (–6%), che si riducono a circa 75.500 ha, degli altri semi oleo-si (come il girasole) che perdono circa 1.000 ha (–10,5%) e infi ne le superfi ci a foraggere (–10,6%), che subiscono le per-dite maggiori, passando dagli attuali 264.000 ha a quasi 236.000 ha.

La riduzione delle superfi ci a forag-gere risulta particolarmente consisten-te (circa 30.000 ha) per la concomitanza di due fattori: il costante aumento, in questi ultimi anni, della convenienza delle colture cerealicole; la scarsa red-ditività delle foraggere non destinate all’allevamento ma al mercato. Que-st’ultimo processo può essere conside-rato, in aree diffi cili, una forma di col-tivazione precedente all’abbandono, la cui redditività verrebbe a mancare del tutto per effetto del greening, che spin-ge a ridurre la coltivazione meno red-ditizia. Dove, invece, le foraggere sono destinate all’allevamento, bisogna con-siderare che nelle aree montane i fre-quenti bassi livelli di reddito di questa attività la rendono scarsamente compe-titiva, per cui può essere giustifi cato de-stinare parte della superfi cie a foraggere anche a scopi ambientali. Questo feno-meno sottolinea come, nella nuova pac, il mercato torni a guidare le scelte pro-duttive delle imprese, che non potran-no più puntare alla massimizzazione dei sussidi, ma al risultato di gestione.

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400

350

300

250

200

150

100

50

0

Euro

/ha

ProvinceRegionalizzazione (148,4 euro/ha)

Regionalizzazione + greening (237,8 euro/ha)

BO FC FE MO PC PR RA RE RN RegioneE-R

Pagamenti baseline

GRAFICO 2 - Il taglio degli aiuti per ettaro per provincia dopo la riforma

Solo le province di Forlì-Cesena e Rimini si avvantaggiano della redistribuzione degli aiuti pac.

La redistribuzione degli aiuti

Viceversa, Modena (MO), Piacenza (PC), Parma (PR) e Reggio Emilia (RE) che possono contare ora su un pua me-dio per ettaro particolarmente ele-vato, grazie all’assegnazione legata alle quote latte e per Piacenza e Par-ma anche alle superfi ci a pomodoro, vedranno ridursi nettamente il livel-lo di aiuto con il passaggio al siste-ma di pagamento regionalizzato. In-

fi ne, Bologna (BO) e Ferrara (FE), spe-cializzate nelle colture cerealicole, han-no potuto contare già sulla distribuzio-ne del pua su quasi tutta la sau provin-ciale, pertanto, pur mantenendo nel prossimo periodo di programmazione quasi la stessa estensione di sau am-missibile, subiscono la riduzione del-l’aiuto medio per ettaro che scende di circa 100 euro.

TABELLA 2 - Risultati economici a livello regionale

Livello regionale Variazioni per fasce altimetriche (%)

baseline green var. % pianura collina montagna

euro/haPlv (A) 3.276 3.033 –7,4 –5,2 –10,8 –20,5Costi variabili totali (B) 2.356 2.176 –7,7 –5,6 –12,2 –17,2Margine lordo di 1° livello (A – B = C) 920 857 –6,9 –4,1 –7,6 –26,7Pagamenti totali (D) 307 237,8 –22,5 –29,9 –3,4 27,6Margine lordo di 2° livello (C + D) 1.227 1.094,8 –10,8 –11,1 –6,7 –18,4Nelle aree di montagna la rigidità strutturale delle aziende non permette di ridurre i costi e questo determina un sensibile calo dell’effi cienza aziendale.

Le variazioni economiche per fasce altimetriche

Per prima cosa vale la pena soffer-marsi sull’incidenza della variazione degli aiuti per ettaro nei due scenari (grafi co 2). Le barre verticali riportano l’attuale valore medio del pagamento unico aziendale (pua) per ettaro che le aziende agricole presenti nelle rispet-tive province ricevono (scenario «ba-seline»), diverso da provincia a provin-cia perché la distribuzione degli aiuti è legata, secondo il criterio storico, alle colture prima presenti sulle superfi ci ammissibili.

Le rette orizzontali rappresentano i due livelli degli aiuti: quella infe-riore (retta azzurra) corrisponde al-l’aiuto di base regionalizzato pari a 148,4 euro/ha e quella superiore (ret-ta verde), che comprende sia il paga-mento di base sia l’aiuto di greening, è uguale a 237,8 euro/ha.

Si può osservare che il taglio oriz-zontale degli aiuti incide in modo più o meno elevato a seconda della spe-cializzazione produttiva delle aziende per provincia: Forlì-Cesena (FC) e Ri-mini (RN) appaiono le uniche provin-ce avvantaggiate dalla redistribuzio-ne degli aiuti, essendo caratterizzate dalla presenza prevalente di colture arboree (frutta e vite), che ora non be-nefi ciano del pua.

Nella tabella 2 sono riportate le va-riazioni delle componenti economi-che per ettaro a livello regionale e altimetrico: la produzione lorda ven-dibile (plv) si riduce del 7,4% passan-do dagli attuali 3.276 euro/ha a 3.033 euro/ha, prevalentemente a causa delle dismissioni di parte delle su-perfici e delle altre pratiche imposte dal greening. Esaminando i valori del-la plv per fasce altimetriche, si osserva che questi presentano dati molto diso-mogenei: pianura –5,2%; collina –10,8%; montagna –20,5%. A livello complessivo, la riduzione dei costi variabili (–7,7%) è in linea con la variazione della plv dato che le aziende fanno fronte agli aggiu-stamenti delle pratiche di greening ri-ducendo i costi direttamente connessi.

È doveroso precisare che queste di-namiche si verifi cano soprattutto nel-le aree di pianura e collina, mentre in quelle montane la rigidità strutturale non permette una riduzione dei costi

variabili proporzionale alla diminuzio-ne della plv. Pertanto, il margine lordo (ml) di 1° livello, che consente di defi ni-re l’effi cienza aziendale (calcolato sot-traendo i costi variabili dalla plv), se a livello regionale fa registrare una ridu-zione del 6,9%, nelle fasce altimetriche presenta valori molto differenti (pianura –4,1%; collina –7,6%; montagna –26,7%). Se si considera, poi, che i pagamenti to-tali si riducono del 22,5%, passando da

una media regionale di 307 euro/ha a 237,8 euro/ha (pagamento di base regio-nalizzato + aiuto di greening), la nuo-va ripartizione degli aiuti in pianura e collina comporta una contrazione che incide negativamente su quello che po-tremmo chiamare margine lordo (ml) di 2° livello (comprensivo degli aiuti). Nelle aree di montagna, invece, la nuo-va distribuzione rappresenta un van-taggio, dato che in queste aree, oggi,

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40

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–40

%

PC PR RE MO BOProvince

FE RA FC RN

Plv Costi var. tot. Ml di 1° livello Pagamenti totali Ml di 2° livello

GRAFICO 3 - Variazioni componenti economiche a livello provinciale

Nelle province dove maggiore è la riduzione della plv (Reggio Emilia, Bologna, Modena e Parma) a soffrire sono proprio le produzioni zootecniche.

gli aiuti medi per ettaro sono di gran lunga inferiori (in media 190 euro/ha) rispetto alle altre aree regionali.

Complessivamente a livello regiona-le si registra una riduzione del margi-ne lordo di 2° livello prossima all’11%, segno che il riassetto imposto dal gree-

Modena e Parma (circa –11%), Reggio-Emilia (–14,3%), mentre più contenuta appare la contrazione nelle restanti province, che si attesta su variazioni oscillanti tra il 5 e il 7%.

La maggiore riduzione della plv/ha in queste aree è legata proprio alla fl es-sione dei processi zootecnici presenti in ogni fascia altimetrica.

Sempre a livello provinciale, i co-sti totali variabili tendono a seguire l’andamento della plv, anche se, a se-guito dell’incidenza di nuove econo-mie o diseconomie per le pratiche di greening, presentano in alcuni casi valori leggermente superiori o infe-riori rispetto alla media.

Il margine lordo di 1° livello consen-te di sintetizzare questi effetti presen-tando andamenti diversi a seconda della provincia in esame.

I pagamenti totali, di cui si è già ampiamente discusso, rappresenta-no l’ultima componente economica positiva per la formazione del mar-gine lordo di 2° livello e vanno, in al-cuni casi, a migliorare o mitigare le perdite complessive (come nel caso di Forlì-Cesena e Rimini) o ad aggravare quelle che sono le riduzioni eviden-ziate nell’attività produttiva.

ning più la regionalizzazione incidono negativamente sull’intero comparto agricolo. I dati disaggregati per provin-cia (grafi co 3) consentono di confronta-re situazioni alquanto disomogenee sul territorio regionale: la plv/ha si riduce soprattutto nelle province di Bologna,

Gli effetti attesi

Alla luce dei risultati appare chia-ro che l’introduzione delle pratiche di greening abbinate alla nuova distribu-zione dei pagamenti di base porterà a consistenti riduzioni in termini di plv e di margine lordo di 2° livello e, quin-di, di reddito aziendale.

Si può ipotizzare che gli effetti del-la riforma della pac post 2013 saranno duplici: la componente di greening in molte aree genererà, contemporanea-mente alla contrazione delle superfi ci a coltura, una riallocazione di superfi ci e risorse verso processi più effi cienti, mentre la regionalizzazione estenderà le superfi ci ammissibili a quasi tutta la sau, ma porterà, assieme alla riduzio-ne degli stanziamenti complessivi, alla diminuzione degli aiuti medi per etta-ro. Per quanto concerne l’impatto della prossima programmazione sulle pro-duzioni in Emilia-Romagna si può ipo-tizzare che sarà l’allevamento da latte il processo maggiormente colpito.

La consistente riduzione delle forag-gere è in parte imputabile, infatti, alla scarsa competitività dell’allevamento da latte soprattutto nelle aree monta-ne. Per quest’ultima ragione è ipotiz-zabile che gli imprenditori agricoli de-stineranno parte delle superfi ci a fo-

raggere al raggiungimento del 7% delle aree che il greening richiede vengano riservate a pratiche ambientali.

A soffrire del processo di riforma sa-ranno soprattutto le aree montane che, seppur avvantaggiate dalla nuova di-stribuzione degli aiuti diretti, sono quel-le su cui grava maggiormente la scarsa competitività dell’allevamento da latte affi ancata da una esigua possibilità di attivare altri processi produttivi.

In conclusione, la riforma della pac post 2013, pur se indirizzata verso il raggiungimento dell’effi cienza di mer-cato, apre non pochi interrogativi sulle sorti di produzioni e di aziende collo-cate in contesti territoriali che, già og-gi, appaiono in forte diffi coltà.

All’inizio di questo articolo, si è scrit-to che la situazione della regolamenta-zione è ancora fl uida, infatti solo tra il 23 e il 24 gennaio la Commissione agri-coltura del Parlamento europeo ha ap-provato le proposte di modifi ca dei re-golamenti della nuova pac da sottopor-re all’approvazione del Parlamento.

Dalle prime notizie, la modifi ca più rilevante appare quella che, pur con-fermando l’obbligatorietà del greening, limita la sanzione alla perdita del 30% degli aiuti senza pregiudicare il diritto al pagamento di base. Sarebbe, quin-di, una obbligatorietà meno vincolante

di prima, su cui l’imprenditore potrà sviluppare ancora una volta i suoi cal-coli di convenienza. La vera spada di Damocle che pesa sulle proposte della Commissione resta la decisione che il Consiglio prenderà a marzo sulle risor-se da mettere a bilancio e, quindi, sui fondi che verranno destinati all’agri-coltura e le notizie in proposito non sembrano molto incoraggianti.

Roberto GiganteDipartimento di economia

Sezione di economia agroalimentareUniversità di Parma

(1) Salvo l’eventuale modifi ca introdotta dalla Commissione agricoltura del Parlamento europeo (Comagri) nel testo approvato il 24-1-2013 che conferma l’obbligatorietà del greening, ma limita la sanzione alla perdita solo del relativo aiuto.(2) Arfi ni F., Donati M., Zuppiroli M. (2005), «Agrisp: un modello di simulazione regionale per valutare gli effetti per l’Italia di modifi che delle politiche agricole». In: Anania G. «La riforma delle politiche agricole dell’Ue ed il negoziato Wto». Franco Angeli, Milano.(3) Dati reperibili sul sito www.rica.inea.it/PAC_2014_2020

Ml = margine lordo (ved. tabella 2)

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