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L’HARDWAREPROF. ANTONIO TUFANO

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  • ““LL’’HHAARRDDWWAARREE””

    PPRROOFF.. AANNTTOONNIIOO TTUUFFAANNOO

  • Università Telematica Pegaso L’hardware

    Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente

    vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore

    (L. 22.04.1941/n. 633)

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    Indice

    1 CHE COS’È L’HARDWARE? ---------------------------------------------------------------------------------------------- 3

    2 L’UNITÀ CENTRALE -------------------------------------------------------------------------------------------------------- 4

    2.1. SCHEDA MADRE ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 4 2.2. L’UNITÀ CENTRALE DI ELABORAZIONE (CPU) ------------------------------------------------------------------------------- 5 2.3. LE DIVERSE TIPOLOGIE DI PORTE DI UN COMPUTER -------------------------------------------------------------------------- 8

    3 DISPOSITIVI D’INPUT E D’OUTPUT ---------------------------------------------------------------------------------- 10

    3.1 DISPOSITIVI DI INPUT ------------------------------------------------------------------------------------------------------------10 3.2 DISPOSITIVI DI OUTPUT ----------------------------------------------------------------------------------------------------------14

    BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA -------------------------------------------------------------------------------------------------- 18

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    1 Che cos’è l’hardware?

    Con il termine hardware, in ingegneria elettronica e informatica, si indica la parte fisica di

    un computer quindi tutte quelle parti magnetiche, ottiche, meccaniche ed elettroniche che ne

    consentono il funzionamento.

    Le componenti essenziali al funzionamento del computer sono racchiuse nell’unità centrale

    costituita dal contenitore (case o cabinet). Tra esse individuiamo:

    componenti elettronici di altissima qualità quali la scheda madre o motherboard,

    sulla quale sono montati il processore (CPU – Central Processing Unit), le memorie

    centrali RAM ( Random Access Memory) e ROM (Read Only Memory), chip, ecc.;

    dischi fissi (HD – Hard Disk) che rappresentano dispositivi di memoria di massa e

    altri componenti quali porte seriali e parallele, lettori di Cd, schede video,

    acceleratori grafici, ecc.

    Le altre componenti del computer ad esso connesse ma esterne al case sono chiamate

    periferiche.

    Figura 1: Vari tipi di case

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    2 L’unità centrale

    In questa sezione presentiamo e descriviamo le componenti principali che costituisco l’unità

    centrale.

    Figura 2: Unità centrale

    2.1. Scheda madre

    La scheda madre, anche conosciuta come motherboard o mainboard, è una delle

    componenti essenziali di un computer. Essa raccoglie in sé tutta la circuiteria elettronica che ha il

    compito di interfacciare le altre componenti principali tra loro e con i bus di espansione. La sua

    realizzazione in maniera ottimale è un elemento chiave per l’affidabilità dell’intero computer in

    quanto la scheda madre si occupa della trasmissione e temporizzazione corretta di molte centinaia di

    segnali diversi, ognuno dei quali soggetto a disturbi esterni.

    In dettaglio, la scheda madre è composta di un circuito stampato alquanto complesso sul

    quale vengono saldati una serie di circuiti integrati, di zoccoli e di connettori. La scheda madre

    collega tra loro la CPU, le memorie, la scheda di interfaccia grafica per il video, le porte seriali e

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    parallele e gli slot (connettori) per schede di espansione aggiuntive. In particolare, sulla scheda

    madre sono collocati il BIOS e la circuiteria per il controllo delle periferiche.

    Figura 3: Scheda madre

    2.2. L’unità centrale di elaborazione (CPU)

    All’interno del case, un altro componente fondamentale del computer è la CPU (Central

    Processing Unit) o unità centrale di elaborazione o semplicemente processore. Essa rappresenta il

    circuito integrato che effettua l’elaborazione vera e propria dei dati, delle operazioni di calcolo e di

    controllo. I modelli più usati sono quelli prodotti dalla Intel (8088, 8086, 80286, 80386, 80486,

    Pentium I, II, III, IV Celeron, Dual Core), dalla AMD (K6, k7, Athlon, Duron) e dalla Motorola

    (classe 68000).

    Una CPU è composta principalmente di due parti: l’unità di controllo (CU – Control Unit)

    che sovrintende alla corretta esecuzione dei programmi e coordina il lavoro degli altri componenti

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    hardware del computer e l’unità logico-aritmetica (ALU – Arithmetic Logic Unit) che esegue le

    operazioni matematiche, logiche e di confronto.

    Altra componente importante sono i registri: speciali locazioni di memoria interne alla CPU

    caratterizzate da un accesso molto veloce e pertanto accessibili molto più rapidamente rispetto alla

    memoria centrale (le memorie saranno descritte nella lezione successiva). L’insieme dei valori

    assunti dai registri della CPU in un determinato istante di tempo costituisce lo stato in cui essa si

    trova.

    Figura 4: Unità centrale di elaborazione

    Due sono i registri sempre presenti:

    - il registro IP (Instruction Pointer) o PC (Program Counter) che memorizza

    l'indirizzo della prossima istruzione da eseguire;

    - il registro dei flag che contiene un insieme di bit che segnalano uno stato

    particolare della CPU ed alcune informazioni sul risultato dell'ultima operazione

    eseguita.

    In generale, la CPU deve eseguire i suoi compiti sincronizzandosi con il resto del sistema.

    Per tale motivo è dotata di uno o più bus interni che si occupano di collegare registri, ALU, unità di

    controllo e memoria.

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    La potenza di elaborazione del processore è data dal numero di operazioni che l’ALU

    esegue in un secondo (MIPS – milioni d’istruzioni al secondo, MFLOPS – milioni di istruzioni in

    virgola mobile al secondo). Ogni computer possiede un orologio interno, il clock, che cronometra e

    sincronizza tutte le operazioni svolte dalla CPU (un po’ come il cuore nel nostro organismo). Ogni

    operazione elementare avviene in un ciclo macchina. La velocità di un computer è misurata in

    hertz. L’hertz indica il numero di cicli che il clock effettua in un secondo.

    Unità di Misura Cicli al secondo

    1 hertz (HZ) 1

    1 megahertz (MHz) 1 milione

    1 gigahertz (GHz) =

    1000 MHz

    1 miliardo

    Tabella 1: Unità di misura della velocità di un processore

    Figura 5: Una moderna CPU

    Un computer con velocità di 800 MHz sarà molto più rapido di uno con la stessa architettura

    a 500 MHz. La velocità di un computer dipende anche da altre caratteristiche quali la velocità di

    accesso e la quantità di memorie. Prima di comprare un computer è necessario valutare la potenza

    del processore in funzione del sistema operativo, dei programmi applicativi che vi devono girare e

    http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/74/Pentium_d_820.jpghttp://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/74/Pentium_d_820.jpg

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    delle altre componenti del computer stesso. Inoltre, la potenza e la velocità di calcolo non vanno

    mai valutate in assoluto, ma in funzione delle proprie esigenze di utilizzo.

    2.3. Le diverse tipologie di porte di un computer

    Prima di esaminare le periferiche di un computer bisogna esaminare le porte, dispositivi che

    permettono l’invio e la ricezione delle informazioni. Sul retro di un elaboratore vi sono dei

    connettori che collegano l’unità centrale con le periferiche, tramite cavi. Prima di connettere le

    periferiche al computer è necessario quasi sempre interrompere l’alimentazione spegnendo

    l’elaboratore (non vale per le porte di nuova generazione).

    Le tipologie di collegamento avvengono tramite: porta seriale, porta parallela, porta SCSI,

    porta USB, porta IrDa, porta HSSB e firewire (IEEE 1394).

    Le porte seriali hanno un connettore a 25 pin o 9 pin. Sono dette seriali perché trasmettono

    i dati un bit alla volta. Il nome delle porte seriali è COM1, COM2 ecc., dove COM è

    l’abbreviazione di COMmunication (comunicazione) ed il numero indica se è la prima, la seconda,

    ecc., porta seriale. Oggi i computer hanno, in genere, 2 porte seriali, ma tenderanno ad essere

    sostituite da porte più versatili ed a maggiore capacità di trasmissione (USB, ecc.).

    Le porte parallele hanno un connettore a 25 piccoli fori. Il trasferimento dei dati avviene 8

    bit alla volta, perciò sono dette parallele. Il nome delle porte parallele è LPT1, LPT 2 ecc., dove

    LPT è l’abbreviazione di Line PrinTer (stampante) ed il numero indica se è la prima, la seconda,

    ecc., porta parallela. Anche se è nata per connettere le stampanti, la porta parallela è stata in seguito

    usata anche per altre applicazioni. Oggi i computer hanno, in genere, 1 porta parallela, ma anch’esse

    tenderanno a essere sostituite con porte più versatili ed a maggiore capacità di trasmissione (USB,

    ecc.).

    Le porte SCSI supportano fino a sette periferiche in cascata che richiedono alta velocità di

    trasferimento. Un singolo adattatore SCSI è in grado di interfacciare contemporaneamente un

    computer a più dischi rigidi, ad un drive CD-ROM, ad una unità a nastri ed ad uno scanner. Il cavo

    che esce da una porta SCSI è un bus a 8 bit ( 16 o 32 bit nel nuovo standard SCSI-2).

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    La porta IDE è l’input/output di un controller e può controllare fino a due hard disk o altre

    periferiche IDE.

    I collegamenti USB connettano al personal computer periferiche che sono provviste di

    questa interfaccia. USB sta per Universal Serial Bus e permette una velocità di trasmissione di 12

    Mbit (milioni di bit al secondo). Le periferiche USB possono essere collegate in cascata fino a

    formare un bus di 127 elementi, evitando numerosi cordoni di collegamento. È possibile collegare e

    scollegare queste periferiche a un computer acceso senza causare danni al computer. Dato che il

    connettore USB è piccolo, gli attacchi USB sono molto usati sui portatili e palmari.

    La porta IrDa (Infrared Data Association) consente di collegare le periferiche al personal

    computer senza l’uso di cavi. Le connessioni sono di tipo seriale, mediante raggi infrarossi.

    L’HSSB (High Speed Serial Bus) è un dispositivo di tipo seriale che connette fino a 63

    dispositivi su un solo bus. È utilizzato per collegare periferiche particolarmente sofisticate.

    FireWire (400 Mbit/s) è nato come tecnologia per la connessione di PC alle sue periferiche.

    A differenza di USB, FireWire consente velocità maggiori e supporta la Quality of Service (QoS),

    per cui si configura come soluzione adatta a flussi audio-video. Il limite è rappresentato dalla

    piccola distanza che può essere coperta senza ricorrere a ripetitori di segnale.

    Figura 6: Una porta parallela (cerchiata in verde), una porta seriale (cerchiata in rosso)

    e due porte USB (cerchiate in arancione).

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    3 Dispositivi d’input e d’output

    Per poter interagire con la macchina bisogna avere dispositivi che consentono di dare ordini

    o visualizzare i risultati. Gli strumenti che consentono di relazionarsi con un PC si dividono in due

    grandi categorie:

    i dispositivi di input, che consentono all'utente l'inserimento di informazioni e

    dati nel computer. Comprendono periferiche quali la tastiera, il mouse, il

    microfono, i lettori ottici, le telecamere, ecc.;

    i dispositivi di output, che consentono, invece, al computer di visualizzare e

    produrre l'informazione elaborata. Tali periferiche comprendono la

    stampante, il monitor, il plotter, gli altoparlanti, ecc.

    3.1 Dispositivi di input

    La tastiera rappresenta lo strumento di input maggiormente utilizzato per l'immissione dei

    dati e per dialogare con il computer in modo da fornirgli le informazioni necessarie all'elaborazione.

    La maggior parte delle tastiere è formata da 101 tasti, ognuno dei quali agisce come un interruttore

    a molla, in grado di emettere un impulso elettrico ogni volta che viene premuto. Il layout della

    tastiera chiamata qwerty (il nome deriva dalle prime sei lettere presenti sulla sinistra della tastiera),

    quella che è utilizzata in Italia, si rifà fedelmente a quella della macchina da scrivere. Esso è stato

    studiato in maniera da rallentare l'inserimento delle lettere evitando così che i martelletti delle

    macchine da scrivere si urtassero e si incastrassero. Per ovviare a eventuali problemi di spazio sulla

    scrivania, sono consigliabili tastiere di dimensioni ridotte o comprensive di sistemi di puntamento

    differenti dal classico mouse. Le più moderne consentono un collegamento "senza fili", che avviene

    attraverso la trasmissione di raggi infrarossi. In questo modo è possibile tralasciare quei fastidiosi

    cavi che si attorcigliano sulle nostre scrivanie. Una novità che è interessante sperimentare è

    rappresentata dalle tastiere ergonomiche, che si differenziano da quelle tradizionali per la loro

    sagomatura. Queste tastiere consentono di lavorare assumendo una postura ideale, che eviti

    l'insorgere di problemi alla muscolatura e ai tendini delle mani e dei polsi. Il suo primato inizia ad

    essere minacciato dalla comparsa di pacchetti applicativi per il riconoscimento vocale utilizzati per

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    dettare al computer. È probabile che nell'arco di pochi anni il microfono diventi il dispositivo di

    input privilegiato per interagire con il PC.

    Figura 7: Schema di una tastiera qwerty

    Il mouse è uno strumento di puntamento e ha avuto il suo impiego con la nascita di sistemi

    operativi dotati di interfaccia grafica, come Windows e MacOS. Permette di selezionare i menu a

    discesa, puntare e cliccare sui singoli oggetti presenti sullo schermo (icone o pulsanti), oppure

    applicare la tecnica del drag & drop per trascinare gli oggetti da una parte all'altra dello schermo o

    per lasciarli cadere su un altro oggetto (per esempio se si vuole buttare via una icona presente sul

    desktop è possibile trascinarla direttamente sul cestino e lasciarla quindi cadere dentro di esso). Sul

    mouse sono presenti due o tre tasti:

    - il tasto di sinistra è sicuramente quello più usato (quando infatti si legge di fare

    clic o doppio clic solitamente si sottintende di farlo sul tasto sinistro);

    - al tasto destro (e a quello centrale, se presente) sono associate solitamente

    funzioni particolari quali quella di far apparire i menu di scelta rapida oppure di

    permettere lo scorrimento della finestra.

    Qualora un utente sia mancino ha la possibilità di invertire i tasti dei mouse utilizzando

    l'apposita utility del sistema operativo.

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    Il trackball funziona come un mouse rovesciato, anziché fare scorrere la pallina premendo

    leggermente sul mouse e provocandone il trascinamento sul tavolo, la si aziona direttamente con un

    dito. Questa soluzione non necessita di un piano di lavoro, anche se il trackball è più ingombrante di

    un touchpad.

    Figura 8: Un trackball

    Il touchpad è un dispositivo di puntamento alternativo al mouse, costituito da una piastrina

    rettangolare, sensibile al tatto, sulla quale si fa scorrere un dito. I vantaggi di questa soluzione sono

    costituiti dal ridotto ingombro e dalla possibilità di lavorare anche senza un piano d'appoggio. Di

    conseguenza il touchpad ha trovato largo impiego sui notebook.

    Figura 9: Un touchpad

    La penna luminosa è utilizzata nei programmi di disegno o di grafica, è uno strumento

    indicato per creare linee disegnando sullo schermo del computer.

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    Il joystick è uno strumento di controllo molto utilizzato nei videogiochi, composto da una

    manopola che può essere inclinata nelle quattro direzioni principali: avanti, indietro, destra e

    sinistra. Il suo principio di funzionamento è perciò simile a quello della cloche di un aereo. Poiché il

    computer è in grado di rilevare la direzione in cui esso viene rivolto, questo dispositivo può essere

    utilizzato per controllare il movimento di oggetti visualizzati sullo schermo.

    Lo scanner è un dispositivo che consente al computer di acquisire immagini, fotografie e

    pagine di testo. Esistono diversi tipi di scanner:

    - quelli manuali che sono i più economici e consentono acquisizioni a basse

    risoluzioni. Vanno fatti scorrere manualmente sull'area da importare e non

    consentono la scansione di un foglio A4 in un'unica passata proprio (non sono

    molto pratici e ormai quasi dei tutto fuori commercio);

    - quelli piani, il cui principio di funzionamento è molto simile a quello di una

    fotocopiatrice, sono i più diffusi in quanto comportano il miglior rapporto

    prezzo/prestazioni;

    - quelli detti "a tamburo", destinati a un impiego professionale visti i costi

    (dell'ordine delle 5.000€).

    Per ottenere buoni risultati, gli scanner devono essere dotati di un buon corredo software,

    comprendente programmi per la manipolazione delle immagini oppure per il riconoscimento ottico

    dei caratteri tipografici (OCR, Optical Character Recognítion), di modo che questi possano essere

    trasmessi al computer non sotto forma di immagine, ma come se fossero stati digitati direttamente

    sulla tastiera. I software OCR non sono tuttavia infallibili, anzi capita sovente che il computer

    confonda caratteri simili, come la “l” (lettera elle) con “1” (numero uno) o con “I” (vocale i

    maiuscola). Pertanto, è sempre necessario un controllo a posteriori confrontando il risultato della

    procedura OCR con la bozza su carta. Negli scanner, durante l’acquisizione, l'immagine viene

    suddivisa in una sorta di griglia. Ogni cella è chiamata pixel e ad esso è associato un numero che

    misura la profondità del colore. La qualità di uno scanner, la sua risoluzione, è misurata in dpi (dot

    per inch). Da notare che tanto più è fitta la griglia e maggiori sono le informazioni e tanto più

    grande sarà il file risultato dalla digitalizzazione.

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    Il microfono sta per diventare una periferica di input molto importante grazie alla comparsa

    dei programmi di dettatura al computer. Inoltre è già utilizzato insieme ad applicazioni quali il

    registratore di suoni per creare file sonori in modo da personalizzare alcune applicazioni.

    3.2 Dispositivi di output

    Il monitor è tra i più comuni dispositivi che consentono di visualizzare i risultati delle

    elaborazioni effettuate dal computer. Lo schermo CRT è dotato di un tubo a raggi catodici,

    tecnologicamente simile a quello di un televisore. Lo schermo LCD, invece, è uno schermo a

    cristalli liquidi, più leggero e meno ingombrante del primo, utilizzato per i computer portatili, ma

    più costoso. La dimensione dei monitor è misurata in pollici e calcolata sulla sua diagonale. Per

    valutare in maniera opportuna un monitor è necessario tener conto delle seguenti caratteristiche:

    - numero di colori: monocromatici, bianco/nero, milioni di colori;

    - dimensioni (in pollici);

    - risoluzione (in pixel);

    - costo d’acquisto.

    Per ottenere su carta ciò che è stato preparato a video occorre utilizzare le stampanti. Nelle

    aziende spesso esse vengono condivise da un'ampia utenza, tramite le reti locali. Esistono diversi

    modelli di stampante, che si differenziano tra quelle in grado di fornire stampe in bianco e nero e

    quelle che supportano il colore. Le tecnologie più utilizzate sono le seguenti: ad aghi, a getto

    d'inchiostro, termica, laser e sublimazione di colore. La differenza tra le varie tipologie dipende dal

    tipo di tecnologia adottata, dal numero di colori, dalla velocità di stampa e dai supporti utilizzati. La

    scelta varia da quelle a getto d'inchiostro, di uso amatoriale, che si trovano in commercio a un

    prezzo economico pur soddisfacendo le più comuni esigenze di stampa, alle più sofisticate laser, di

    uso professionale, più evolute e costose.

    Quando si acquista una stampante, oltre alla spesa iniziale, occorre tener conto dei costi di

    esercizio, su cui incidono:

    - il costo delle singole cartucce, dei nastri di inchiostro, dei toner ecc.;

    - il tipo di carta suggerita;

    - il costo di stampa per una singola copia.

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    Le stampanti ad aghi sfruttano l'impatto di una serie di aghi contro un nastro inchiostrato,

    trasferendo l'inchiostro sulla carta. La qualità di stampa dipende dal numero di aghi. Questo tipo di

    stampante è piuttosto rumorosa e la qualità della stampa ottenuta risulta abbastanza scadente. E’

    particolarmente adatta nel caso di stampe su modulo continuo.

    Le stampanti a getto d'inchiostro spruzzano piccoli getti d'inchiostro sulla carta o sul

    lucido. Sono piuttosto silenziose, ma solo relativamente veloci.

    Le stampanti termiche imprimono la carta bruciando dei punti su di essa, tramite un

    gruppo di piccoli e veloci elementi riscaldanti. Esse risultano tra quelle più economiche e sono

    utilizzate spesso nelle calcolatrici da tavolo e nei fax di basso costo, ma richiedono carta speciale,

    trattata chimicamente, che può scolorire nel tempo.

    Le stampanti laser sono dotate di un'alta qualità di stampa. Sono silenziose e veloci, e

    generano un'immagine trasferendo sulla carta, mediante particelle di toner elettrostatico, la

    scansione ottenuta da un raggio laser.

    Figura 10: Una stampante laser

    Le più sofisticate sono le stampanti a sublimazione di colore, che consentono di ottenere

    stampe di qualità fotografica. Come le laser o le stampanti termiche, quelle a sublimazione di colore

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    compongono l'immagine come insieme di punti, ma, in questo caso, i punti di inchiostro vengono

    fusi insieme a formare stampe dai colori intensi. Questo tipo di stampante, piuttosto costosa, è

    utilizzata maggiormente nelle aziende e negli uffici, dove può essere condivisa tramite una rete.

    Anche le stampanti possiedono una loro memoria interna, cosa che permette una certa

    velocità di trasferimento ed elaborazione dei dati (per la stampa di documenti graficamente

    piuttosto elaborati). Alcuni modelli consentono di installare moduli di memoria aggiuntivi.

    Nel valutare una stampante è necessario considerare i seguenti fattori:

    - velocità di Stampa (numero di byte stampati al secondo);

    - risoluzione (numero di pixel per pollice);

    - colore o bianco & nero;

    - rumorosità misurata in decibel (db);

    - set di caratteri (Font);

    - formato di stampa (A4, A3, A2..);

    - costo d’acquisto e di gestione.

    Mettiamo a confronto due delle tipologie di stampanti: quella a getto d’inchiostro e quella

    laser.

    Caratteristiche Stampante a getto d’inchiostro Stampante laser

    Velocità di stampa media alta

    Risoluzione discreta (dipende dagli ugelli) ottima (fascio di luce laser è molto sottile)

    Rumorosità bassa bassissima

    Set di Caratteri ampio ampio

    Tipo di colori A colori e bianco & nero A colori e bianco & nero

    Costo d’acquisto

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    (L. 22.04.1941/n. 633)

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    Il plotter è un dispositivo di stampa di grosse dimensioni, in cui la testina di stampa è

    costituita da uno o più pennini di diversi colori. Esso viene utilizzato per riprodurre grafici, schemi

    tecnici o altri disegni al tratto di carattere analogo. I plotter trovano largo utilizzo nel settore CAD

    (Computer Aided Design, progettazione assistita dal calcolatore) e sono in grado di operare su fogli

    di grandi dimensioni.

    Figura 11: Un plotter

    Il dispositivo a microfilm è uno strumento di archiviazione e lettura basato su

    "microfilmatura" degli originali. Gli originali, in genere cartacei, vengono fotografati su pellicole

    molto piccole (microfilm appunto), generalmente in bianco e nero, in rotoli da alcune migliaia di

    fotogrammi. Questi rotoli di fotografie costituiscono l'archivio. Si dicono dispositivo a microfilm,

    quindi, sia quelli che microfilmano (generalmente sono stativi con fotocamera apposita), sia quelli

    che consentono la lettura sequenziale dei fotogrammi uno alla volta. Fino a qualche tempo fa erano

    usatissimi nei quotidiani e nelle biblioteche. Il sistema sta un pò cadendo in disuso a vantaggio di

    scanner digitali e memorizzazione su nastri.

    Altri dispositivi di output che vengono forniti con il computer hanno a che vedere con il

    sistema sonoro: sono la scheda audio e le casse acustiche. In seguito all'installazione di una scheda

    audio è possibile creare composizioni musicali, eseguire applicazioni multimediali o semplicemente

    ascoltare un CD. La scheda audio elabora i dati digitali, li trasforma in analogici e li trasferisce agli

    altoparlanti dei computer.

  • Università Telematica Pegaso L’hardware

    Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente

    vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore

    (L. 22.04.1941/n. 633)

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    Bibliografia/Sitografia Hans-Peter Messmer, Indispensable PC Hardware Book, The 4/e, Addison Wesley

    Professional Gennaio 2002

    Oscar Maeran, Hardware del PC, McGraw-Hill, Gennaio 2006

    Gioacchino Candilio, Elementi di informatica generale, Franco Angeli, 2004

    N. Tenzoni e A. Guidi, Informatica di base, Apogeo, 2004

    Wikipedia, L’enciclopedia libera: http://it.wikipedia.org

    www.ComeFunziona.Net

    http://it.wikipedia.org/http://www.comefunziona.net/