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INDICE 1. ASPETTI GENERALI ................................................................................................... 2 2. LE INDAGINI CONOSCITIVE DEL TERRITORIO BRAIDESE .......................... 3 2.1 LE INDAGINI CONOSCITIVE DEL PATRIMONIO EDIFICATO ESISTENTE.............................. 3 2.1.1 La metodologia di indagine ................................................................................... 3 2.1.2 Inquadramento territoriale.................................................................................... 6 2.1.3 Valori, limitazioni e valori..................................................................................... 7 2.1.4 Analisi storiche della stratificazione del territorio.............................................. 17 2.1.5 Interpretazione strutturale del territorio ............................................................. 35 Indagini del centro storico di Bra e del centro storico di Pollenzo ................................. 46 2.1.6 I quaderni di indagine ......................................................................................... 55 2.2 IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO ................................................................................ 62 2.2.1 La struttura demografica: generalità .................................................................. 62 2.2.2 Evoluzione demografica: periodo 1951-2001 ..................................................... 63 2.2.3 Evoluzione demografica: periodo 2002-2006 ..................................................... 77 2.2.4 Le attività economiche ......................................................................................... 87 2.2.5 Il settore primario................................................................................................ 95 2.2.6 Il settore Secondario............................................................................................ 98 2.2.7 Il settore Terziario ............................................................................................. 100 2.3 IL SISTEMA INSEDIATIVO ........................................................................................... 104 2.3.1 La residenza: il patrimonio edilizio esistente e la condizione abitativa............ 105 2.3.2 L’edilizia residenziale pubblica......................................................................... 110 2.4 LE INFRASTRUTTURE ED I SERVIZI ............................................................................. 113 2.4.1 Le infrastrutture per la mobilità e per l’erogazione di servizi .......................... 113 2.4.2 Il sistema scolastico........................................................................................... 116 2.5 LO STATO DI ATTUAZIONE DEL PRGC VIGENTE ........................................................ 122 2.6 I VINCOLI SUL TERRITORIO ........................................................................................ 125 2.7 GLI ELEMENTI CARATTERIZZANTI DEL TERRITORIO E DELLAMBIENTE E GLI ELEMENTI EDILIZI RICORRENTI ................................................................................................... 127 ALLEGATO A: AGGIORNAMENTO CARTOGRAFICO ALLEGATO B: RACCOLTA DI FOTO AEREE ALLEGATO C: FATTORI STRUTTURANTI DEL TERRITORIO E DELLAMBIENTE ALLEGATO D: ELEMENTI EDILIZI DI PREGIO ED ELEMENTI EDILIZI RICORRENTI

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INDICE 1. ASPETTI GENERALI ...................................................................................................2

2. LE INDAGINI CONOSCITIVE DEL TERRITORIO BRAIDESE ..........................3 2.1 LE INDAGINI CONOSCITIVE DEL PATRIMONIO EDIFICATO ESISTENTE..............................3

2.1.1 La metodologia di indagine...................................................................................3 2.1.2 Inquadramento territoriale....................................................................................6 2.1.3 Valori, limitazioni e valori.....................................................................................7 2.1.4 Analisi storiche della stratificazione del territorio..............................................17 2.1.5 Interpretazione strutturale del territorio .............................................................35 Indagini del centro storico di Bra e del centro storico di Pollenzo .................................46 2.1.6 I quaderni di indagine .........................................................................................55

2.2 IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO ................................................................................62 2.2.1 La struttura demografica: generalità ..................................................................62 2.2.2 Evoluzione demografica: periodo 1951-2001 .....................................................63 2.2.3 Evoluzione demografica: periodo 2002-2006 .....................................................77 2.2.4 Le attività economiche.........................................................................................87 2.2.5 Il settore primario................................................................................................95 2.2.6 Il settore Secondario............................................................................................98 2.2.7 Il settore Terziario.............................................................................................100

2.3 IL SISTEMA INSEDIATIVO ...........................................................................................104 2.3.1 La residenza: il patrimonio edilizio esistente e la condizione abitativa............105 2.3.2 L’edilizia residenziale pubblica.........................................................................110

2.4 LE INFRASTRUTTURE ED I SERVIZI .............................................................................113 2.4.1 Le infrastrutture per la mobilità e per l’erogazione di servizi ..........................113 2.4.2 Il sistema scolastico...........................................................................................116

2.5 LO STATO DI ATTUAZIONE DEL PRGC VIGENTE ........................................................122 2.6 I VINCOLI SUL TERRITORIO ........................................................................................125 2.7 GLI ELEMENTI CARATTERIZZANTI DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE E GLI ELEMENTI

EDILIZI RICORRENTI...................................................................................................127

ALLEGATO A: AGGIORNAMENTO CARTOGRAFICO

ALLEGATO B: RACCOLTA DI FOTO AEREE

ALLEGATO C: FATTORI STRUTTURANTI DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE

ALLEGATO D: ELEMENTI EDILIZI DI PREGIO ED ELEMENTI EDILIZI RICORRENTI

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1. ASPETTI GENERALI

L’Amministrazione comunale di Bra è venuta alla determinazione di procedere alla presente Revisione del vigente Piano Regolatore Generale per tener conto delle nuove esigenze di trasformazione urbanistica del Comune oltre che dalla necessità di una rielaborazione delle Norme Tecniche di Attuazione.

Il progetto preliminare della Revisione generale di P.R.G.C. è costituito da una serie di Allegati Tecnici, dalla Relazione Illustrativa dalle Tavole di Progetto, dalle Norme Tecniche di Attuazione e da una serie di elaborati di settore.

La fase di indagini preliminari e conoscitive del territorio della città di Bra hanno prodotto una notevole mole di elaborati grafici e descrittivi che sono raccolti negli Allegati Tecnici e nei Quaderni di indagine.

La presente Relazione Illustrativa sulle indagini di carattere urbanistico vuole descrivere la metodologia, i riferimenti cartografici e bibliografici, le indagini di carattere storico, interpretative del territorio e degli insediamenti, di carattere socio-economico,etc… relative a tutta la fase di indagine preliminare alla redazione del Progetto Preliminare della Revisione di Piano.

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2. LE INDAGINI CONOSCITIVE DEL TERRITORIO BRAIDESE

2.1 Le indagini conoscitive del patrimonio edificato esistente

2.1.1 La metodologia di indagine

Il territorio della città di Bra, nella fase iniziale è stato indagato partendo dalla lettura di tutte le cartografie e le pubblicazioni1 relative alla nascita ed allo sviluppo del patrimonio edificato, seguito da una conoscenza locale del territorio, mediante incontri preliminari con la popolazione, i comitati di quartiere e le associazioni di categorie interessate dalla Revisione generale di Piano e verifiche condotte con rilievi sul posto.

Parallelamente a questo lavoro di conoscenza delle caratteristiche e dell’evoluzione del territorio comunale, è stato condotto un meticoloso lavoro di aggiornamento cartografico, in modo da poter utilizzare come base per la Revisione Generale di Piano una cartografia il più possibile rispondente all’attuale stato di edificazione del territorio.

Partendo dalla restituzione aerofotogrammetria aggiornata al 1998 sono state consultate, in collaborazione con l’Ufficio Tecnico, tutte le Concessioni edilizie, i Permessi di Costruire, i Piani Particolareggiati e di Recupero ed i Piani edilizi convenzionati rilasciati dal ’98 alla primavera del 2006, a loro volta acquisiti, digitalizzati ed inseriti sulla cartografia di base, questa operazione ha portato all’inserimento di oltre 600 nuove costruzioni e/o ampliamenti (con o senza demolizioni precedenti), come riportato nell’Allegato A: Aggiornamento Cartografico. A questa operazione ha fatto seguito un’accurata verifica condotta in loco sul territorio per valutare l’effettiva consistenza dell’edificato; a sua volta integrata da un controllo incorciato tra i dati da noi verificati con le immagini dal satellite disponibili per il territorio braidese. In questo modo si è ottenuta una cartografia di base accuratamente aggiornata, mediante la trasposizione degli elementi fisici rilavati sul territorio in elementi cartografici elementari. Di seguito si è proceduti alla imputazione ed elaborazione dei dati di indagine associati informaticamente con gli elementi cartografici. E’ importante sottolineare come tutte le informazioni desunte dal lavoro di indagine ed analisi del territorio siano state inserite in un data base consultabile per singolo edificio.

1 Antonio Mathis, Storia dei monumenti sacri e delle famiglie di Bra, Forni Editori, Bologna, 1888

Edoardo Mosca, Storia di Bra, a cura di Ettore Molinaro, Cassa di Risparmio di Bra, 1961 Antonio Botta, Palazzo Traversa e il comune di Bra nel Tardo Medioevo, Collane della Biblioteca Civica di Bra, 1982 Edoardo Mosca, Arte in Bra, a cura di Ettore Molinaro, Cassa di Risparmio di Bra, 1988 Lidia Botta, Adalberto Bianchi, Emanuele Forzinetti, Bra. L’arte, la storia, la città. Gribaudo Editore, Torino, 1995 AA.VV. Storia di Bra dalle origini alla Rivoluzione Francese, a cura di Francesco Panero, L’Artistica Editrice, Savigliano, 2007 Aldo A. Mola, Livio Berardo, Storia di Bra dalla Rivoluzione Francese al terzo millennio, Editrice Artistica Piemontese, Savigliano, 2002

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Pertando, interrogando il database prodotto circa gli edifici inseriti in fase di aggiormanento cartografico, per ogni edificio emergono i dati relativi alla pratica edilizia, alla tipologia di intervento ed i principali parametri edilizi di riferimento. Per maggiore completezza nell’Allegato A viene riportata anche la tabella relativa all’imputazione dei dati appena descritti.

Acquisita una sufficiente consapevolezza del territorio oggetto di pianificazione, si è proceduto con le analisi territoriali sfociate negli allegati tecnici, come meglio specificato nei paragrafi successivi.

Tali analisi sono state condotte utilizzando l’isolato come unità minima territoriale delle aree urbanizzate: tale scelta metodologica si basa sulla scelta di condurre l’indagine finalizzata alla redazione del progetto di Revisione generale di Piano per tessuti urbani, in tale senso l’isolato costituisce l’elemento base di mosaicatura del territorio, idoneo alla scala scelta per la redazione degli elaborati (1:5000 per l’intero territorio e 1:2000 per le aree urbanizzate). Nell’indagine dei centri storici, partendo da tale matrice, sono stati condotti approfondimenti ad una scala di maggior dettaglio.

Le indagini dello stato attuale del territorio comunale di Bra sono state condotte analizzando i seguenti aspetti e filoni tematici:

- i vincoli, le limitazioni ed i valori: riguardanti l’analisi dell’assetto infrastrutturale del territorio, la presenza di vincoli fisici, storici, architettonici e documentali condotta a partire da una scala di rappresentazione ampia (1:25.000) per scendere a scale maggiori di dettaglio.

- le analisi storiche e l’evoluzione del territorio: si è partiti dall’analisi della stratificazione del territorio braidese, individuando le varie fasi evolutive per il capoluogo e le frazioni maggiori Bandito e Pollenzo, valutando i periodi di formazione dei tessuti urbani e l’evoluzione della rete infrastrutturale; si è passati poi alla lettura degli strumenti di pianificazione territoriale adottati dalla Città di Bra dal dopoguerra al Piano oggetto di Revisione generale; di seguito si è condotta un’analisi maggiormente dettagliata della stratificazione e dello sviluppo edilizio condotta edificio per edificio sull’area centrale storica, attraverso l’analisi dei documenti d’archivio partendo dalle documentazioni antecedenti al XIX° sec. per giungere agli edifici più recenti.

- l’intrepretazione stutturale del territorio: riguarda l’analisi di quelli che sono i caratteri strutturanti l’edificazione del territorio partendo dall’analisi dei macropaesaggi ambientali individuati e dividenti il territorio braidese in territorio della collina del Roero, territorio del paesaggio agrario della pianura cuneese e territorio del terrazzo fluviale dello Stura e del Tanaro ed analizzando il tessuto secondo la duplice chiave di lettura dell’insediamento storico e del paesaggio del tessuto urbano di riferimento. Altri elementi indagati sono stati la densità insediativa caratterizzante la consistenza dell’edificato, l’analisi dei tessuti urbani anche in questo caso letti secondo la duplice chiave di lettura della tipologia architettonica e della definizione storica dell’impianto edilizio di riferimento, l’individuazione degli elementi nodali e delle polarità di natura culturale, socio-economica o di svago presenti sul territorio comunale e la lettura delle connessioni viarie ed infrastrutturali del territorio stesso

- indagini dei centri storici: per il centro storico di Bra ed il centro storico della frazione di Pollenzo sono state condotte indagini specifiche utilizzando non più l’isolato ma

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l’edificio come cellula minima di riferimento, valutando lo sviluppo del tessuto storico edificato ed i caratteri qualitativi del tessuto urbano.

- l’indagine dello stato attuale: si è partiti dall’analisi dell’attuazione del piano vigente sotto l’aspetto dell’analisi delle aree edificabili e dell’attuazione dei servizi artt. 21 e 22 L.R. 56/77 e l’analisi delle aree risultanti di proprietà pubblica all’uffico patrimonio del Comune di Bra. Tale indagine analizza anche la presenza di infrastrutture a rete sul territorio: rete gas, enel, acquedotto e fognatura ed illuminazione pubblica.

Le indagini condotte sono state trasposte in due ordini di elaborati: gli “Allegati Tecnici” che propongono una interpretazione autonoma ed una reinterpretazione dei dati oggettivi acquisiti , finalizzata alla definizione di un pensiero metodologico utile alla necessaria progettazione urbanistica del territorio; e i “Quaderni di Indagine” che ripropongono una schedatura dei materiali raccolti nella loro interezza, senza filtri e rielaboraborazioni soggettive.

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2.1.2 Inquadramento territoriale

Il Progetto Preliminare contiene sei Tavole tematiche di inquadramento territoriale in cui sono evidenziati elementi essenziali per la formazione del nuovo PRG di Bra.

La Tavola AT 1.1, Inquadramento territoriale (scala 1:100.000), è funzionale al consapevole posizionamento di Bra nel contesto territoriale regionale e provinciale. Essa evidenzia, alla scala dell’area vasta: le Dorsali di riequilibrio regionale Pedemontana, quella del Piemonte meridionale e una fascia di collegamento territoriale e infrastrutturale fra la “Dorsale di riequilibrio est-ovest del Piemonte meridionale” e l’altra “Dorsale di riequilibrio pedemontano” (con particolare riferimento alla parte sud di essa, da Torino a Saluzzo, Cuneo e Mondovì), una fascia territoriale che comprende l’importante sistema urbano e infrastrutturale (viabile e ferroviario) a carattere lineare in senso est-ovest del Piemonte meridionale (Saluzzo, Savigliano, Bra, Alba, Asti) e nel quale Bra ha una posizione di centralità; il sistema infrastrutturale (esistente e pianificato) viabile, ferroviario e aeroportuale (Levaldigi) e le sue connessioni con le reti regionali e sovraregionali; alcuni servizi di rango territoriale (il programmato ospedale di Bra-Alba).

La Tavola AT 1.2, Assetto infrastrutturale territoriale, (scala 1: 25.000) si riferisce a quella dimensione più “sostanziale”, dal punto di vista geografico, morfologico, ambientale-paesistico e dell’assetto insediativo ed infrastrutturale, cui riferire le scelte del PRG e del suo progetto urbanistico per Bra. In particolare in essa le infrastrutture della mobilità (esistenti e programmate) assumono maggiore evidenza con riferimento sia alla loro nomenclatura e classificazione patrimoniale, sia alle gerarchie funzionali, alle caratteristiche dei tracciati rispetto alla morfologia del territorio insediato, sia infine ad una riorganizzazione e sviluppo del sistema della mobilità ed accessibilità per Bra.

La Tavola AT 1.3a Le previsioni del PTR per il Braidese costituisce una estrapolazione per il nuovo PRG di Bra (evidenziata alla scala 1:100.000), riferita al territorio braidese ed al suo contesto più vasto, della Tavola di progetto del nuovo PTR (adottato dalla Giunta Regionale il 16/12/2008) e di alcune Tavole tematiche di esso.

La Tavola AT 1.3b1 Le previsioni del PTC della Provincia di Cuneo per il Braidese: Carta degli indirizzi di governo (scala 1: 25.000) e la Tavola AT 1.3b2 Le previsioni del PTC della Provincia di Cuneo per il Braidese: Carta dei caratteri territoriali e paesistici (scala 1: 50.000) costituiscono una estrapolazione per il nuovo PRG di Bra, riferita al territorio braidese ed al suo contesto più vasto, delle Tavola di progetto del nuovo PTC della Provincia di Cuneo (adottato dal Consiglio Provinciale il 5 settembre 2005 ed approvato dal Consiglio Regionale con DCR 241-8817 il 24 febbraio 2009).

Sono state, inoltre, predisposte prime elaborazioni inerenti i dati essenziali, desunti dai Censimenti Istat 1991 e 2001, riguardanti Popolazione, Abitazioni, Unità locali, Addetti nelle Imprese e nelle Istituzioni riferiti al Comune di Bra, ad alcuni Comuni di rango territoriale confrontabile con Bra (Alba, Savigliano, Saluzzo), al capoluogo provinciale

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(Cuneo) ed all’intera Provincia di Cuneo2. La valutazione di tali (ed altre) elaborazioni ha anch’essa concorso ad un più consapevole posizionamento di Bra nel contesto territoriale e fornito riferimenti ai fini delle scelte di assetto urbanistico (insediativo, infrastrutturale e dei servizi) del nuovo PRGC.

2.1.3 Valori, limitazioni e valori

Per la redazione del Progetto preliminare del nuovo PRG, sono state messe in relazione alcune letture integrate riferite agli assetti paesaggistico-ambientale e insediativo, con il fine di concorrere ad una interpretazione strutturale del territorio (vedi Tav. P2.2/1, Planimetria sintetica di PRGC – Struttura del Piano, in scala 1:15.000) cui riferire le scelte di assetto del nuovo PRG di Bra. Un territorio che, per gli aspetti formali e giuridici del PRG, coincide con quello interno al confine amministrativo comunale ma che per la pianificazione dell’assetto urbanistico è stato considerato in una sua dimensione più sostanziale dal punto di vista geografico, socio-economico, morfologico, ambientale-paesistico e dell’assetto insediativo ed infrastrutturale.

Riconoscere ed interpretare i caratteri strutturali del territorio significa evidenziare quegli elementi più stabili e caratterizzanti del sistema territoriale, insediativo-infrastrutturale, ambientale e storico-culturale, su base interdisciplinare, in grado di essere, in un certo senso, condizionanti nei confronti dei processi di trasformazione. Tali caratteri assumono un valore da cui anche le scelte di programmazione e pianificazione per Bra non possono prescindere. Essi sono costituiti da fattori strutturanti, caratterizzanti e di criticità già individuati da altri soggetti competenti anche alla scala sovralocale (con atti di pianificazioni o con altri atti formali) e pertanto sono da riconoscere e condividere poiché possono rappresentare la parte meno flessibile e negoziabile delle scelte dal nuovo PRG.

Per la individuazione e selezione di tali caratteri sono stati considerati: • gli indirizzi ed i contenuti della programmazione e pianificazione sovracomunale: in

particolare il PTR 19973, il nuovo PTR adottato dalla GR il 16 dicembre 2008 e a tutt’oggi in salvaguardia (di cui alla Tav. AT1.3a), il PTC della Provincia di Cuneo 2003 (di cui alle Tavv. AT1.3b1, AT1.3b2);

• il sistema infrastrutturale dell’accessibilità e le Dorsali di riequilibrio regionali (di cui alle Tavv. AT1.1, Inquadramento territoriale, in scala 1.100.000 e AT1.2, Assetto infrastrutturale territoriale, in scala 1:25.000), il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (Tanaro e Stura di Demonte);

2 Il riferimento ai dati forniti dal Censimento Istat 2001 seppure non aggiornati rispetto ad un osservatorio più diretto basato sull’anagrafe comunale (tuttavia priva di dati sulle abitazioni), possiede un indubbio vantaggio: rende cioè omogeneamente confrontabile tutto l’apparato quantitativo poggiato su dati e procedure, che vengono costantemente rilevati ed elaborati con lo stesso metodo, anche a distanza di decenni e su dimensioni territoriali comuali. Sulla base di queste prime elaborazioni, il Progetto Preliminare del nuovo PRG ha analizzato e verificato altre fonti (a partire dall’Anagrafe comunale).

3 Con particolare riferimento alla Tav. 1, rappresentativa dei Caratreri territoriali e paesistici.

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• la pianificazione urbanistica nei Comuni contermini (di cui alla Tav. P2.1, Assetto territoriale generale rappresentativo anche dei Comuni contermini, in scala 1:25.000);

• i mutamenti del quadro economico, demografico e abitativo di Bra nel contesto provinciale;

• il territorio di Bra e i territori per il nuovo PRG.

Operativamente, fra i contenuti di tali fattori sono stati selezionati quelli che costituiscono Valori (soprattutto ambientali, storico-culturali e paesaggistici), Limitazioni (nell’uso della risorsa suolo) e Vincoli (discendenti da atti sovraordinati alla pianificazione locale) e sono stati rappresentati nella Tav. AT2.1, Valori, limitazioni e vincoli, in scala 1:10.000. Il lay-out d’inquadramento di tale Tavola è stato definito in una estensione sufficiente, rispetto alla scala di rappresentazione, ad evidenziare la significatività sovralocale dei tematismi individuati: esso comprende, oltre al Comune di Bra, il territorio dei Comuni limitrofi e nella direzione nord anche quelli oltre una prima cintura. Tale lay-out costituisce altresì anche l’unità geografica di riferimento per lo sviluppo di alcune considerazioni di carattere quantitativo.

Fra i Valori sono stati considerati:

a) il Sistema del verde, riconosciuto dal PTR 1997 della Regione Piemonte (art. 8): comprende la aree connotate dalla presenza di boschi con grado di copertura prevalentemente denso e che si caratterizzano per la rilevante qualità paesistica ed ambientale, nonché per l’elevata accessibilità dal bacino di utenza pedemontano e vallivo. Per tali aree vanno incentivate le attività di protezione, conservazione ed incremento e riqualificazione della superficie boscata. Nel lay-out della Tav. AT2.1 risultano localizzate prevalentemente a nord di Bra, nei Comuni di Pocapaglia, Sommaria Perno e Sanfrè, con un’estensione territoriale pari a circa 1500 ettari, di cui il 20% (pari a 300 ettari) in Comune di Bra.

b) le Aree con strutture colturali di forte dominanza paesistica riconosciute dal PTR 1997 della Regione Piemonte (art. 11): comprendono gli ambiti collinari significativamente interessati da testimonianze di un’attività agricola ad alta valenza paesisitico-ambientale, fra cui i vigneti specializzati, caratterizzanti il paesaggio collinare per le tipologie e per le strutture di servizio e di arredo. Tali aree, rispetto alle quali vanno individuate quelle destinate a colture specializzate, vanno destinate esclusivamente ad attività agricole ex art. 25 della Lur 56/77. Nel lay-out della Tav. AT2.1 risultano localizzate prevalentemente a nord di Bra, nei Comuni di Pocapaglia e Sommaria Perno, con un’estensione territoriale pari a circa 1600 ettari, di cui il 13% (pari a 212 ettari) in Comune di Bra.

c) la rilevanza del centro storico, che costituisce una delle componenti primarie della qualità urbana del sistema insediativo: il PTR 1997 riconosce (art. 16) in Bra un centro storico di notevole rilevanza regionale, ovvero un centro caratterizzato da significativa centralità rispetto al territorio regionale e da una consistente antica centralità rispetto al proprio territorio storico ed in Sommariva Perno un centro storico di media rilevanza regionale ovvero con relativa centralità sul territorio, storica e attuale, con una specifica identità culturale, architettonica e urbanistica. Ciò richiede che per i futuri processi di sviluppo urbanistico si eviti il rischio di trasformazioni non compatibili con la struttura

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storica, architettonica ed ambientale; sono altresì state considerate le perimetrazioni dei centri e nuclei storici di carattere storico-artistico definite dai Prg vigenti, riconoscibili in Bra (nel concentrico ed a Pollenzo) ed in Pocapaglia;

d) il sistema dei Beni culturali ambientali, che consiste nella localizzazione puntuale dei beni culturali, architettonici, urbanistici e archeologici rilevati per conto della Regione Piemonte da un gruppo di lavoro coordinato dal Prof. G. Vigliano, negli anni 1979-1980 (di cui si rimanda alla bibliografia specifica); nel lay-out della Tav. AT2.1 sono riconoscibili 80 beni architettoni (di cui 37 in Bra), dei quali 50 sono religiosi (basilica, chiese, cappelle, piloni votivi) 28 sono civili (cascine, opifici, palazzi, ville) e 2 sono militari (castelli e torri);

e) l’area della Zona di salvaguardia dei Boschi e delle Rocche del Roero: si tratta di un'area protetta, di rilievo locale, su una porzione di territorio del Roero sud-occidentale interessante i Comuni di Bra, Baldissero d'Alba, Pocapaglia, Sommariva Perno, Sommariva Bosco e Sanfrè. Essa ricomprende completamento il sito/biotopo "Boschi e Rocche del Roero" segnalato alla Unione Europea quale Sito di Interesse Comunitario per l'inserimento nella rete Natura 2000. Complessivamente la superficie dell'Area protetta è di circa 4000 ettari (rispetto ai 1700 del SIC) e nel lay-out della Tav. AT2.1 essa si estende per circa 1900 ettari di cui 420 in Bra. La gestione della Zona di Salvaguardia è affidata ai singoli Comuni per i territori di specifica competenza; La Zona di Salvaguardia è soggetta a Piano d'Area di cui all'art. 7 della Lr 36/92; fino alla sua approvazione gli interventi di modificazione dello stato dei luoghi sono autorizzati, nell'ambito delle normali procedure di autorizzazione e di concessione previste dalla Lur 56/77, dai Comuni territorialmente interessati con riferimento alle finalità istitutive, alle specifiche vulnerabilità definite nella scheda identificativa del biotopo, all'esigenza di conservazione e ripristino dei valori naturalistici e paesaggistici, nonchè di valorizzazione delle risorse culturali, delle tradizioni, delle economie tipiche locali, di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio.

f) la proposta di Parco del Tanaro: fra le proposte con natura sovracomunale va evidenziata soprattutto quella del Comune di Alba con il redigendo nuovo PRG, riguardante il Parco fluviale del Tanaro, da condividere in generale ed approfondire nei suoi contenuti con il nuovo PRG di Bra; nel lay-out della Tav. AT2.1 essa si estende per circa 1500 ettari di cui 930 in Comune di Bra.

g) pur non ricadendo all’interno del Comune di Bra, va segnalato il Biotopo di interesse comunitario “Boschi e Rocche del Roero”: nell'ambito del Progetto Bioitaly del Ministero dell'Ambiente una parte del territorio del Roero insistente nei Comuni di Baldissero d'Alba, Pocapaglia e Sommariva Perno è stata segnalata all'Unione Europea quale sito/biotopo di interesse comunitario (SIC - Codice IT 1160012) per l'inserimento nella Rete Natura 2000 prevista dalla Direttiva 92/43/ CEE (HABITAT). La scheda identificativa e descrittiva del sito, nel sottolineare l'interesse naturalistico dell'area legato alla presenza di una copertura forestale estesa con specie termofile e di specie faunistiche (chirotteri) rare, segnala tra i rischi per la conservazione del biotopo l'incontrollata espansione edilizia.

Fra le Limitazioni, la più importante da considerare riguarda:

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a) la Capacità d’uso dei suoli, definita dagli studi predisposti dall’Istituto per le Piante da Legno e l'Ambiente per la Regione Piemonte dall’inizio degli anni ‘804. Nel corso del 2008 l’Ipla ha predisposto un aggiornamento di tale tema per l'implementazione del sistema informativo pedologico regionale. L’area di interesse della revisione ha riguardato: Cuneese, Torinese, Areale del Barbera d'Asti, Alessandrino meridionale e Tortonese, Alessandrino Occidentale, Biellese, Casalese, Trecate, Novarese settentrionale5. Si considerano otto classi, di cui le prime quattro sono adatte per agricoltura, prati-pascoli e boschi. Dalla quinta alla settima classe le utilizzazioni si restringono, salvo eccezioni, al prato e/o pascolo e al bosco. Nella ottava classe non si prevede nessun intervento antropico esteso. I suoli ricadenti in I classe (privi o quasi di limitazioni) sono sottoposti a disciplina dal PTR 1997 (art. 13) che ne dispone un uso diverso da quello agricolo solo con adeguate motivazioni; per quelli ricadenti in II classe (con alcune moderate limitazioni) il PTR 1997 (art. 14) rimanda ai piani provinciali e comunali l’individuazione delle aree da conservare all’uso agricolo e quelle da destinare ad altri usi; quelli in classe III (con alcune limitazioni) non sono esplicitamente disciplinati dalla pianificazione territoriale regionale. Nel lay-out della Tav. AT2.1 sono visualizzabili circa 1600 ettari di suoli in classe I, circa 5000 ettari in classe II e circa1700 in classe III; con particolare riferimento al territorio comunale di Bra, di esso il 10% è in classe I, il 51% in classe II ed il 21% in classe III mentre il restante 18% è classificato di classi superiori e dunque sostanzialmente non adatti all’agricoltura.

b) va segnalata inoltre l’Area del Piano paesistico della tenuta ex reale e del centro storico di Pollenzo che si estende per complessivi 380 ettari circa, di cui il 53% in Pollenzo. Si tratta di un piano paesistico di competenza regionale, come indicato all’art.12 delle NTA del Piano Territoriale della Regione Piemonte, da redigersi in conformità all'art. 1 bis della legge 431/85 e all'art. 4 della Lr 20/89. Ai sensi dell'art. 8 quinquies della Lr 56/77 deve essere adottato dalla Regione. Il Piano è stato adottato con DGR n. 8-7981 del 16 dicembre 2002 pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 4 del 23 gennaio 2003. La Proposta di deliberazione n. 439 per l’approvazione del Piano è stata presentata il 24/07/2003 dalla Giunta Regionale; è stata assegnata alla Commissione II in sede referente in data 05/08/2003 e licenziata in Commissione in data 02/12/2004. Il Piano però ha avuto fine anomala per decadenza.

I Vincoli che sono stati considerati sono quelli i cui oggetti costituiscono valore fondativo ed imprescindibile ai fini della pianificazione tanto territoriale che locale. La loro evidenziazione costituisce utile base di partenza per l’individuazione di eventuali elementi di criticità ai fini della definizione di ipotesi di sviluppo locale.

Sono state considerate:

4 I dati contengono la classificazione del territorio regionale in capacita d’uso dei suoli e loro limitazioni,

secondo il sistema della capacita d’uso elaborato dal Soil Conservation Service del Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti d’America e adottato dalla FAO nel 1974, con le necessarie modifiche e adeguamenti al fine di renderla adatta a rappresentare la situazione ambientale piemontese.

5 Il dato vettoriale è licenziato per scale di validità che variano dal minimo di 1:25.000 al massimo di 1:100.000 ma nella sostanza il dato mantiene la sua validità anche in scala 1:10.000. L’Ente proprietario è la Regione Piemonte.

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a) la localizzazione dei siti archeologici vincolati ai sensi dell'Art. 2 del D.Lgs. n. 490 del 29/10/99 sostituente la precedente legge nazionale1/6/1939 n.1089, riguardante beni di particolare interesse archeologico entro e fuori dai centri urbani. I siti archeologici sono individuati in modo puntuale, con una precisione compatibile con la scala di acquisizione 1:100.000. La aree dell’anfiteatro romano di Pollenzo ed il circostante ambito di rispetto sono vincolati con D.M. dell’dell’8 febbraio 1982 ai sensi della legge 1089/39 (ora D.Lgs. 42/04); l’area centrale è sottoposta a vincolo diretto, quindi di inedificabilità, mentre l’ambito circostante è sottoposto a vincolo indiretto, ovvero all’obbligo di richiesta del nulla osta alla competente Soprintendenza.

b) le Aree già vincolate ai sensi del DM 1/8/85 (Galassini) e dell’art. 139 del Dlgs 490/99, quale delimitazione (tramite disegno delle aree vincolate su carta topografica IGMI alla scala 1:25.000 in base all'interpretazione del testo del Decreto) delle aree comunemente denominate "Galassini", che rappresentano le "dichiarazioni di notevole interesse pubblico riguardanti Comuni della Regione Piemonte" ai sensi dell'Art. 139 del Dlgs n. 490 del 29/10/99 (Decreti ministeriali 1985) che sostituisce il DM 1/8/1985; anch’esse costituiscono importante elemento conoscitivo per la pianificazione territoriale e sua successiva implementazione; nel lay-out della Tav. AT2.1 sono visualizzabili circa 2800 ettari di cui l’8% (pari a circa 220 ettari) in Comune di Bra;

c) le Aree comprese entro i 150 mt dalla mezzeria dei corsi d’acqua principali: si tratta della individuazione della componente "fasce di rispetto fluviali e lacustri" delle aree vincolate ai sensi dell'Art. 146 del Dlgs n. 490 del 29/10/99 (lettera c) sostituente la precedente Legge 431/85; nel lay-out della Tav. AT2.1 sono visualizzabili circa 1100 ettari di cui il 29% (pari a circa 320 ettari) in Comune di Bra;

d) le Aree con vincoli idrogeologici, in particolare sono state evidenziate le Aree di dissesto definite ai sensi del PAI vigente e dai PRG approvati; nel lay-out della Tav. AT2.1 sono visualizzabili Aree di frana attiva (Fa) a Baldissero d’Alba, La Morra, Ponticello, pocapaglia, Sanfrè, S. Vittoria d’Alba, Sommaria Perno ed anche a Bra (per un’estenzione pari a circa 15 ettari) e Aree di frana quiescente (Fq) a La Morra, Pocapaglia e S. Vittoria d’Alba, oltre alle Esondazioni e dissesti morfologici di carattere torrentizio (fonte PRG approvati) con riferimento alle Aree a pericolosità molto elevata (Ee) ed elevata (Eb) le quali non risultano presenti nel Comune di Bra: si rimanda agli elaborati specialistici allegati al nuovo PRG di Bra;

e) il Piano di Assetto Idrogeologico: Tanaro e Stura di Demonte di cui sono state evidenziate le fasce A, B e C e per i cui contenuti si rimanda agli elaborati specialistici allegati al nuovo PRG di Bra.

Il sistema dei beni culturali

Il sistema complessivo del patrimonio dei beni culturali viene illustrato negli Allegati Tecnici relativi all’indagine del tessuto edificato, nonché in quelli relativi alle indicazioni sovracomunali e ai vincoli. In particolare il sistema illustrato nell’Elaborato AT 2.1: “Valori. limitazioni e vincoli” comprende gli elementi, proposti nel caso specifico dal P.T.C.P. e condivisi dal P.R.G.C., appartenenti alla struttura storica insediativa, paesistica e rurale del territorio braidese.

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Carta dei BBCCAA monumentali, architettonici, documentali e ambientali

Rif. AT2.2: Carta dei BBCCAA monumentali, architettonici, documentali (Guarini) e ambientali

All. AT2.2: Schede BBCCAA monumentali, architettonici, documentali (Guarini) e ambientali

Su questa carta sono stati riportati i singoli beni oggetto di vincolo o tutela, nonché quelli di importanza storico-documentale. Sinteticamente essi risultano essere:

a) gli immobili oggetto di decreto di vincolo ai sensi dell’art. 10-11-12 del D.Lgs. n. 42 del 16/01/2004 (ex L. 1089/39) “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” (ex. 1089/39), come da comunicazione della Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio del Piemonte; nello specifico essi risultano essere:

1. La Zizzola: (Strada Fey 1) - R.R. n.2212 del 27/03/1972

2. Chiesa di Santa Chiara: (via Craveri 1) – Nota Ministeriale 04/10/1909

3. Chiesa Parrocchiale di S.Andrea Apostolo (vicolo S.Andrea 1) – Nota Ministeriale 01/10/1909

4. Villa Moffa: (via Don Cremaschi 10 – Bandito) – D.D.R. 14/11/2006

5. Liceo Scientifico Giolitti: (via F.lli Carando 12) - D.D.R. 16/09/2005

6. Chiesa SS. Trinità (Battuti Bianchi): (corso Cottolengo) - D.M. 05/01/1996

7. Casa Natale di san Giuseppe Benedetto Cottolengo: (corso Cottolengo 89 - D.M. 08/06/1962

8. Ex Caserma Trevisan: (via Guala) - Autorizzazione Soprintendenza Regionale e contestuale dichiarazione di interesse n. 737 del 23/09/2002

9. Palazzo Comunale: (piazza Caduti per la libertà 14) - R.R. n. 1433 del 09/03/1978

10. Palazzo Mathis: (piazza Caduti per la libertà 19-22) - not. Min. 26/04/1933; R.R. del 1796 del 17/05/1982

11. Istituto Tecnico Industriale: (via Mendicità Istruita 20) - D.D.R. 31/05/2005

12. Palazzo Valfrè di Bonzo: (via Monte di Pietà) - D.D.R. 13/06/2007

13. Magazzino Ufficiale Tecnico Provinciale: (via Napola – Pollenzo) - D.D.R. 31/05/2005

14. Casa Traversa: (via Parpera 4) - Not. Min. 01/10/1909

15. Istituto Tecnico Commerciale Guala: (Piazza Roma 7) - D.D.R. 31/05/2005

16. Palazzo Garrone: (Piazza Caduti per la libertà 2) - R.R. n. 5261 del 24/07/1982

17. Palazzo Baldi di Serralunga: (Via Vittorio Emanuele II 246-260) - Not. Min. 22/08/1944

18. Castello e complesso Tenuta ex Reale: (fraz. Pollenzo) D.M. 06/02/1987

b) i beni architettonici schedati dalla Sopraintendenza per i beni ambientali e architettonici desunti dal P.R.G.C. del 1994.

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c) gli edifici con più di 50 anni di proprietà Comunale o di Enti, segnalati come meritevoli di tutela ai sensi dell’art.24 della L.R. 56/77 di valore storico-artistico o storico-documentale

d) gli edifici riconosciuti dalle indagini condotte sul territorio di valore storico o documentario nell’ambito della tradizione insediativi locale: essi ricomprendono edifici che pur non avendo caratteri architettonici di particolare pregio, presentano a tutt’oggi tipologie compositive rappresentative non solo del nucleo centrale di antica formazione, ma anche delle successive espansioni dell’abitato.

Per ciascuno degli edifici compresi nelle precedenti classificazioni è stata redatta un’apposita scheda, che riporta, oltre all’individuazione ed alla localizzazione planimetrica, i dati relativi al tipo di vincolo, un rilievo fotografico del bene ed una breve descrizione (dove sì è potuti risalire a fonti certe). Le schede sono state raccolte nell’Allegato all’Elaborato AT2.2: Schede dei BBCCAA monumentali architettonici, documentali (Catasto Guarini) e ambientali.

Sono riportati nella documentazione anche i seguenti vincoli di natura ambientale:

- D.M. 08/02/1982 vincolo archeologico apposto sull’area dell'anfiteatro di Pollenzo ai sensi della legge 1 giugno 1939 n°1089; il nucleo centrale è soggetto a vincolo diretto, mentre la restante corona edilizia è sottoposta a vincolo indiretto (come riportato sulla scheda specifica cfr. Allegato AT2.2).

- D.M. 01/08/1985 legge Galasso e D.Lgs 22/01/2004 n°24 riguardante l'area della Tenuta ex Reale e del centro storico di Pollenzo ricadente nei comuni di Bra, Cherasco e La Morra definita di notevole interesse pubblico ai sensi della legge 29 giugno 1939, n°1497.

- D.M. 06/02/1987 vincolo monumentale apposto sull'area denominata "Nucleo centrale della tenuta ex-Reale di Pollenzo"di cui fanno parte il Castello medievale, la Chiesa di S.Vittore, con annesso sovrappasso per l'accesso al palco reale, il torrione angolare, l'agenzia, e il foro, articolati intorno alla piazza centrale, nonchè i terreni di loro immediata pertinenza destinati a parco romantico, sorge sul sito della romana Pollentia, nelle immediate adiacenze dell'anfiteatro romano, dichiarata di interesse particolarmente importante ai sensi della legge 1 giugno 1939 n°1089.

- D.M. 12/04/2000 vincolo archeologico diretto per l’area di proprietà Monchiero, su cui a seguito di sondaggi archeologici sono emersi resti strutturali appartenenti alla parte pubblica del centro di età romana imperiale della antica Pollentia e pertanto dichiarata di interesse particolarmente importante ai sensi del decreto legislativo del 29 ottobre 1999 n°490.

Il Comune di Bra inoltre si è dotato, in adeguamento alle disposizioni della Legge Regionale 35 del 14.03.1995: “Individuazione, tutela e valorizzazione dei beni culturali architettonici nell’ambito comunale” di una schedatura per l’istituzione del Catalogo dei Beni Culturali ed Architettonici – Testimonianze da salvare. Gli elementi inseriti nel Catalogo di seguito elencati, sono evidenziati nelle tavole di indagine con apposita simbologia (simbolo riportato in colore rosso):

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Censimento Guarini 2002 – Legge 35/1995 n.ordine scheda ubicazione allegato oggetto censimento 1 R0353805 via Cavour 19 R0366844 affresco 2 R0353806 via Vittorio Emanuele II 290 R0353824 affresco 3 R0353807 via Pollenzo 46 R0353825 affresco 4 R0353808 via S. Giovanni Lontano R0366846 affresco 5 R0353810 corso Giuseppe Garibaldi 14 R0353826 affresco 6 R0353811 p.zza Caduti per la Libertà 14 R0353827 affresco 7 R0353812 via Parpera 4 R0353828 affresco 8 R0353813 via Monte di pietà 31 R0353829 affresco 9 R0353814 via Craveri 6 R0353830 affresco 10 R0353815 via Craveri 50 R0353831 affresco 11 R0353816 via Provvidenza 14 R0353832 affresco 12 R0353817 via Vittorio Emanuele II 130 R0353833 affresco 13 R0353818 via Barbacana 24 R0353834 affresco 14 R0353819 via Barbacana 7 R0366840 affresco 15 R0353820 via Rambaudi 23 R0366841 affresco 16 R0353821 via Vittorio Emanule II 192 R0366842 affresco 17 R0353822 strada San Matteo 17/b R0366843 affresco 18 R0353809 via S. Maria al Castello R0366845 bassorilievo 19 R0366848 via. Alcide De Gasperi 22 R0366849 affresco 20 R0353823 corso San Secondo 3 R0366847 affresco

Censimento Guarini 2004 – Legge 35/1995 n.ordine scheda ubicazione allegato oggetto censimento

R0426045 via Cuneo 29-31 R0426066 porta 1 R0426065 elementi decorativi esterni

2 R0426046 via Vittorio Emanuele II 200 R0426067 meridiana 3 R0426047 via Vittorio Emanuele II 215 e

219 ang. Via Gianolio R0426068 lapide

R0426048 via Vittorio Emanuele II 161 R0426069 balcone 4 - 163 - 165 - 167 R0426070 balcone

5 R0426049 via Vittorio Emanuele II 29 R0426071 balcone 6 R0426050 via Balau 2 R0426072 portale

R0426051 via Vittorio Emanuele II 92 - R0426073 portone 7 94 - 96 - 98 R0426074 portale R0426052 via San Giovanni Battista 3 R0505719 portale ang. Via Serra 4 R0505720 portone

8

R0505721 rosta R0426053 via Vittorio Emanuele II 210 R0505722 balcone - 212 - 214 R0505723 portale R0505724 porta

9

R0505725 rosta 10 R0426054 via Vittorio Emanuele 135 - 139 R0505726 elementi decorativi esterni

R0426055 via San Rocco 12 - 14 - 16 - 18 - R0505727 elementi decorativi esterni 11 20 R0505728 portone R0426056 piazzetta Conti Guerra 21 R0505729 elementi decorativi interni R0505730 elementi decorativi interni R0505731 elementi decorativi interni

12

R0505732 elementi decorativi interni

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13 R0426057 via dei Molini edificio storico industriale 14 R0426058 via Cuneo 74 ang. C.so IV

Novembre 52 - 58 edificio storico industriale

R0426059 via Giovanni Piumatti, 47 - 57 edificio storico industriale 16 R0426060 Cimitero Comunale piazzola n°

23 edificio religioso

17 R0426061 Cimitero Comunale piazzola n° 179

monumento

18 R0426062 Cimitero Comunale piazzola n° 2 monumento 19 R0426063 Cimitero Comunale piazzola n°

59 monumento

20 R0426064 Cimitero Comunale piazzola n° 108

monumento

Per la schedatura dei beni censiti dal Catasto Guarini si rimanda integralmente all’Allegato B del Regolamento Edilizio della Città di Bra approvato con D.C.C. n. 4 in data 12/01/2007.

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Fig. 1 – Estratto dell’elaborato AT 2.2: Carta dei BBCCAA monumentali, architettonici, documentali (Catasto Guarini) e ambientali

Fig. 2 – Estratto della legenda

Fig 3 – Estratto di una delle schede dei BBCCAA

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2.1.4 Analisi storiche della stratificazione del territorio

Analisi della stratificazione storica del sistema insediativo e del territorio

Rif. AT 3.1 - Analisi della stratificazione storica del sistema insediativo e del territorio

Partendo dal repertorio cartografico e della storiografia locale a disposizione abbiamo condotto un’analisi del sistema insediativo e del territorio braidese, partendo dal periodo successivo alla caduta dell’impero romano, evidenziando i maggiori interventi architettonici ed urbanistici in grado di trasformare la città di Bra da piccolo nucleo agricolo a terza città, per popolazione ed importanza, della pianura cuneese. Di seguito si riporta un sunto degli eventi storici di maggior rilievo in rapporto alle cartografie di riferimento revemente descritte.

Primi nuclei insediativi post romani 6

Con la crisi della città antica conseguente alle invasioni barbariche le popolazioni residenti nei nuclei urbani romani, che in età imperiale erano ubicati lungo la strada che collegava la città romana ad Augusta Taurinorum, si trasferirono in tanti piccoli insediamenti d’altura lungo la fascia collinare che parte da San Giovanni Lontanoe arriva sino al poggio di Sant’Andrea e Monte Guglielmo circostante Pollentia (l’attuale Pollenzo), già luogo di residenza estiva delle famiglie più agiate e sede dei primi poli monastici; che nel corso del X° secolo cominciarono ad essere potenziali luoghi di emigrazione della popolazione verso la fertile pianura braidese.

Tra questi, gli abitati attorno alla Pieve di S. Giovanni Lontano (Borgo Benitio), a S. Antonino e a S. Andrea Extra Muros andarono a formare il primo nucleo della Bra pre-comunale.

Incastellamento (metà del XIII sec.) 7

L’attestazione scritta più antica relativa all’esistenza del villaggio di Bra (locus) e di un territorio pertinente all’insediamento (fundus) è del 1082. Essa riportata la donazione, da parte della contessa Adelaide (figlia del marchese Olderico Manfredi8) al monastero di San

6 Edoardo Mosca, Storia di Bra, a cura di Ettore Molinaro, Cassa di Risparmio di Bra, 1961. Giovanni Peisino, Gianni Viganò, Storia urbana e riconoscimento dei beni architettonici ed ambientali nel comune di Bra, Relatori Prof. Dott. Arch. Vera Comoli Mandracci, Dott. Arch. Paola Paschetto, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, a.a. 1982-1983. 7 Roberto Dellarossa, La zona della "Rocca": strutturazione storica e rifunzionalizzazione di un'area centrale di Bra, Relatore Prof. Arch. Luciano Re, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, a.a. 1982-1983. Antonio Mathis, Storia dei monumenti sacri e delle famiglie di Bra, Forni Editori, Bologna, 1888. Roberto Spigarolo, Cristina Tabasso, La Rocca. Progetto di riqualificazione nel centro storico di Bra, Relatore Guido Martinero, Pio Luigi Brusasco, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, a.a. 1994-1995. 8 Dopo il Mille quello che si sarebbe definito territorio braidese era ancora delimitato a nord-ovest e a sud-

ovest da altre dominazioni territoriali costituitesi nell’ambito dell’antico territorio municipale pollentino grazie alle donazioni dei marchesi di Torino (che oltre ad esercitare nell’area poteri pubblici in quanto funzionari dell’impero, vi possedevano beni di considerevole importanza) tra i quali il marchese Olderico Manfredi. Per iniziativa del quale nel 1028 fu fondato il monastero di Caramagna, che fu dotato di terre tra le quali alcune dislocate nei pressi di Pollenzo

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Colombano di Bobbio, di una cappella intitolata a Sant’Antonino, con cimitero e beni fondiari “in loco et in fundo Braida” e altre terre “ubi dicitur Pasquario”, che doveva essere una località prediale prossima al luogo di Bra. Il fundus probabilmente era all’epoca un abitato policentrico, la cui popolazione si recava per il culto religioso sia presso la cappella di Sant’Antonino, sia presso quella di Sant’Andrea. Esisteva dunque un abitato complesso che presumibilmente doveva essersi strutturato per nuclei distinti nel corso del XI secolo su terre soggette alla giurisdizione dei marchesi di Torino, formatosi in seguito alle prime invasioni saracene, con un incastellamento della regione ed un un suo contemporaneo ripopolamento.

I borghi ed i villaggi più importanti si cinsero di mura, quasi sempre culminanti nella posizione più inaccessibile con rocche e castelli, mentre l’agricoltura continuò ad essere di gran lunga l’attività predominante (il termine braide, da cui deriva il nome della città stessa, indica giustappunto “luoghi spaziosi”, destinati per lo più alla coltivazione).

In particolare, nel territorio braidese, poco dopo il Mille si trasferì una ricca famiglia che fece erigere una fortezza sul poggio collinare sovrastante l’attuale abitato protetta non solo da mura perimetrali ma da un complesso sistema di opere e di bicocche di avvistamento sul Monte Guglielmo, la cui costruzione è avvenuta sicuramente prima del 1187-1188, i cui discendenti cominciarono ad intitolarsi domini de Brayda.

L’aggregazione dei nuclei insediativi più vicini al castello si compì intorno alla metà del Duecento, quando nei documenti si inizia a indicare come villa l’abitato adiacente all’antica Chiesa di Sant’Andrea che restò fuori dalla cinta muraria9. Parallelamente all’ascesa politica della famiglia de Brayda si assiste alla crescita della popolazione di Bra ed all’affermazione del mercato braidese come centro economico di media grandezza nel Piemonte sud-occidentale.

La graduale risistemazione della città abitata di Bra si consolidò verso la metà del XIII° sec, con un ripopolamento della città voluta da Asti con iniziative politiche da parte della città di Asti tra cui la concessione della cittadinanza alla comunità braidese. Tali iniziative portarono alla realizzazione di un nuovo insediamento accentrato che mantenne pressoché inalterata la propria fisionomia sino alla fine delle crisi storiche del Tre-Quattrocento.

Ampliamento della cinta muraria (XIV sec) 10

Nel XIV° secolo, la città di Bra si presentava con due differenti ordini di cerchia muraria.

Dei due ordini di mura, la cerchia più esterna e la maggiore per consistenza delle opere di fortificazione (corrispondente a est alle attuali via S. Ignazio e via Santa Maria del Castello

9 Francesco Panero, Storia di Bra, dalle origini alla rivoluzione francese, vol 1, a cura di Francesco Panero,

L’artisticaEditrice , 2007 10 Antonio Botta, Palazzo Traversa e il comune di Bra nel Tardo Medioevo, Collane della Biblioteca Civica di Bra, 1982. Roberto Dellarossa, op. cit. Edoardo Mosca, Archeologia e storia, Estratto da Arte in Bra, a cura di Ettore Molinaro, Cassa di

Risparmio di Bra, 1988. Antonio Mathis, op. cit. Roberto Spigarolo, Cristina Tabasso, op. cit.

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ed a ovest alla via Barbacana e Corso Cottolengo) racchiudeva tutto l’insediamento urbano compreso il palazzo del Comune, la Chiesa di Santa Maria del Castello, le residenze e le botteghe degli artigiani; la cerchia minore, disgiunta dalla precedente e situata in cima al poggio, conteneva invece il solo castello, in un primo momento residenza dei De Brayda e a partire dal 1347, posto di guardia visconteo.11

Fig. 1 – L’assetto delle difese braidese nell’alto medioevo (Elaborazione di E.Lusso su base del catasto del 1760)

Il declino dell’epoca feudale ed il risveglio del Comune coincisero con lo sviluppo delle attività artigianali, commerciali e professionali. L’organizzazione urbana che si consolidò fu quella della “villa” suddivisa in quattro quartieri, ognuno dei quali si intitolava con il nome del Santo della Chiesa di riferimento, con un nucleo centrale in cui si collocavano la Chiesa e la piazza del mercato, punto di convergenza delle strade principali di connessione alle porte delle mura difensive. Intorno al nucleo si sviluppavano poi le abitazioni, generalmente case a schiera con affaccio sulla strada da un lato ed ampi giardini ed orti dall’altro. Gruppi di edifici commerciali, pubblici o residenziali formavano quartieri autonomi, le cosiddette “isole”, che erano percorsi al proprio interno da strade secondarie grandi poco più di un sentiero.

L’incremento demografico causò un’edificazione sempre più compatta nella villa, e di

conseguenza verificò una graduale scomparsa delle aree a servizi, degli orti e delle strutture accessorie all’attività agricola (stalle, tettoie, fienili), che iniziarono a venire trasferiti fuori dalle mura, in quanto era impossibile per i contadini disporre all’interno delle mura delle aree indispensabili allo svolgimento dell’attività agricola.

Fig. 2 – L’assetto urbano braidese nei sec. XIV-XV (Elaborazione di E.Lusso su base del catasto del 1760)

La struttura dell’intero concentrico si basava sull’adeguamento degli insediamenti alle caratteristiche orografiche interne alla cinta muraria. Immediatamente oltre le mura si estendevano gli “airalia”, i sobborghi della città, utilizzati soprattutto per l’attività rurale, anche se la destinazione di questi piccoli lotti di terreno erano numerose ed andavano dalle

11 Tale ipotesi è avvalorata anche dall’Elaborazione grafica di E.Lusso circa lo schema planimetrico della

Città di Bra riportato in Storia di Bra, a cura di F. Panero , L’artistica Editrice, 2007

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semplici coltivazioni a piccoli vigneti, a depositi di paglia e fieno o dei macchinari agricoli importanti.

Il territorio al di fuori della città, infine, si distingueva in collina, occupata dal bosco comunale (sopra l’abitato) e da vigneti (in direzione Pocapaglia), e pianura, destinata a pascolo ed a coltivazioni a base di frumento ed orti.

Abbattimento della cinta muraria ed espansione del tessuto Urbano (XVI – XVIII sec) 12

I primi anni del ‘500, a causa della peste e delle vicissitudini belliche, furono particolarmente difficili. Le guerre intercorse tra Francia e alcuni stati del Nord Italia provocarono per ben due volte la distruzione del castello e della cinta muraria: nel 1515 ad opera dei francesi e nel 1552 ad opera delle truppe imperiali comandate da Emanuele Filiberto.

Dal punto di vista urbanistico l’abbattimento delle mura ed il successivo riempimento dei profondi fossati che separavano il borgo collinare dalla sottostante zona pianeggiante costituirono lo spunto per l’espansione dell’abitato al di là del ristretto perimetro che fino alla metà del XVI sec. aveva condizionato la forma urbis. L’espansione urbana fu anche favorita dalla posizione della città, sosta obbligata per coloro che transitavano dalle Langhe verso la capitale del Ducato in un periodo in cui si andavano ravvivando gli scambi commerciali.

Dall’illustrazione di Bra eseguita dal Giovenale Boetto nel XVII sec. all’interno del Theatrum Sabaudiae, è possibile notare come la città apparisse chiaramente distinta in tre aree urbane: una prima zona corrispondente al nucleo originario all’interno delle mura, una seconda fascia, compresa tra le attuali via Barbacana, c.so Garibaldi e via Vittorio Emanuele II e chiamata “contrada nova”, ed una terza zona, che da via Vittorio Emanuele II si diradava a est verso la campagna.

E’ importante sottolineare che di quanto il Theatrum rappresenta sono rimasti ad oggi la trama viaria e pochissimi episodi di carattere monumentale. Il solo ambiente che non ha mai conosciuto crisi, nonostante le numerose riplasmazioni, è quello funzionale al mercato esterno Marchelio (attuale piazza Caduti per la Libertà); che dal XVI° sec. si propone infatti come centro propulsore dell’espansione fuori dalle mura, rappresentando il naturale raddoppio della platea, a cui fece seguito la demolizione della porta ,fino ad allora conservata ma del tutto inutile, nel 1612.

Fig. 3 - Città di Bra –Theatrum Sabaudie – 1666 – G. Boetto

12 Giovanni Peisino, Gianni Viganò, op. cit. Edoardo Mosca, Archeologia e storia, Estratto da Arte in Bra.

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Di queste nuove aree, l’iconografia permette di osservare la struttura urbana basata su isolati più estesi e regolari di quelli interni alle mura e contenenti ampie zone libere (in alcuni casi a tutt’oggi presenti), e le tipologie edilizie composte da costruzioni di origine agricola disposte a pettine verso l’interno degli isolati, in particolar modo a nord dell’attuale via Rambaudi ed a ovest di via Vittorio Emanuele II.

Sono comunque gli edifici religiosi a caratterizzare l’ambiente urbano del secolo: emergono per volume sopra il tessuto delle case, hanno facciate monumentali e campanili che si segnano da lontano, il gusto scenografico del tempo li porta ad essere fondali qualificanti di una serie di spazi pubblici che frantumano la rete centralizzata medioevale, in sottosettori urbani, ciascuno con i propri sevizi primari (piazza, cappella, pozzo, forno).

Fine XVIII-Inizio XIX Sec. d.C. 13

Dopo circa un secolo dalla rappresentazione del Boetto sul Theatrum Sabaudiae (XVII sec.), la situazione urbanistica e territoriale di Bra, testimoniata da tre diversi documenti, non presentava sostanziali variazioni.

Il territorio comunale che emerge dai primi due, il catasto cittadino del Massone (1760) ed il catasto napoleonico (1814), nella parte esterna al nucleo abitato, continuava infatti ad essere scomponibile in tre zone:

a - l’alta pianura, su cui si estendevano prati e campi; b - le colline, prevalentemente boscose; c - la bassa pianura, coltivata ad orti.

Fig. 4 – Catasto Cittadino – 1760 – Massone Fig. 5-6 – Catasto Napoleonico - 1814

L’unica differenza tra i due documenti consisteva nei diversi confini comunali: con l’avvento del catasto napoleonico infatti, il territorio comunale braidese andò ad inglobare, seguendo il corso del fiume Tanaro, il vecchio borgo di Pollenzo.

Il terzo documento, Le plan régulier de la ville de Bra avec le projet d’alignement de rues (fine XVIII sec), presenta una città non soggetta a nuove grandi espansioni ma rimaneggiata fortemente al suo interno attraverso interventi puntuali quali: le costruzioni

13 Edoardo Mosca, Archeologia e storia, Estratto da Arte in Bra.

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della nuova sede dell’ospedale del Santo Spirito e del monastero cappuccino di Santa Maria degli Angeli (nel cui complesso sorse la chiesa di Santa Chiara del Vittone), il riempimento della scarpata “della rocca” con la conseguente definizione di una nuova piazza e, infine, l’edificazione della nuova caserma lungo l’attuale via Umberto I con il relativo ampliamento della via stessa, divenuta così la principale arteria di collegamento tra la strada per Torino e l’attuale P.za Carlo Alberto, nuovo centro cittadino.

Rilevante, inoltre, fu la tendenza della popolazione a concentrarsi nel centro storico: si possono infatti constatare interventi edilizi di ristrutturazione o ampliamento di alcuni palazzi attraverso le demolizioni del chiostro del convento dei Minori Osservanti, di gran parte di quello dei Cappuccini e di un’ala del monastero annesso a Santa Chiara, e la saturazione delle aree lasciate vuote dalla precedente edificazione, in larga misura occupate da orti e cortili.

Fig. 7 – Le plan régulier de la ville de Bra avec le projet d’alignement de rues – fine XVIII° sec.

Seconda metà ‘800: la prima ferrovia 14

Nella prima metà dell’800 Bra continuava a mantenere il carattere di grande borgo rurale composto da un denso nucleo urbano circondato da vasti paesaggi agrari.

Fino alla metà dell’Ottocento la principale attività manifatturiera braidese era costituita dai setifici, anche se nel 1818 ne restavano attive a Bra solo due ed inizia ad affermarsi l’attività delle concerie che nello stesso anno sono quattro. A metà secolo le filande braidese sono tre e non accennano a nessuna crescita, anzi la necessità di rimodernare i sitemi produttivi e sfruttare il vapore come forza motrice fa si che solo una delle filande superi la crisi e continui a produrre. Nel frattempo, per contro si assiste al boom delle concerie che nel 1845 erano 14, grazie alle riforme introdotte da Carlo Alberto sul sistema di reclutamento militare. Ad eccezione della Boglione e della cooperativa Novella, tali concerie non venivano mai costruite ex-novo, sulla base cioè di un progetto predefinito, ma derivavano quasi sempre da vecchi edifici agrari rimaneggiati. Nella seconda metà del secolo l’attività delle concerie incrementa ulteriormente passando da 14 a 22 stabilimenti. Lo sviluppo delle concerie è riconducibile alla presenza di materie prime (acqua e legna) ed alla posizione geografica favorevole in relazione ai principali mercati: Bra infatti era situata all’incrocio di due assi viari che convogliavano, da un lato, i flussi di scambio tra le colline delle Langhe e del Roero verso i centri della pianura fino a Torino e, dall’altro, i flussi provinciali da Torino verso Savona e Genova.

14 Giovanni Peisino, Gianni Viganò, op. cit. Edoardo Mosca, Archeologia e storia, Estratto da Arte in Bra. Giovanni Bellingeri, La stazione ferroviaria di Bra, Relatore Prof. Riccardo Bedrone, Prof. Elio Luzi,

Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, a.a. 1998-1999.

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A spiegare il consolidamento dell’industria conciaria nella città di Bra concorre lo sviluppo delle comunicazioni promosso dal Cavour; il 14 ottobre del 1855 venne inaugurata la tratta Bra – Cavallermaggiore che fungeva da raccordo con la linea Torino – Savigliano, e che venne estesa successivamente fino a Savona (1874). Inizialmente la ferrovia non fu accolta bene dai commercianti braidesi, ma a partire dal 1860 si assistette ad un aumento delle attività produttive e commerciali.

Tale linea ferrata fu disposta ad ovest dell’abitato, posizione che negli anni la rese il limite occidentale dello sviluppo urbano, mentre la stazione venne costruita ai margini sud-occidentali della città, nei pressi di Piazza Carlo Alberto.

Fine XIX - inizio XX Sec.: nuova espansione verso sud 15

Se lo sviluppo industriale da un lato generò una forte economia locale con lo sviluppo soprattutto della concia delle pelli, dall’altro provocò ingenti problemi igienico-sanitari dovuti alla mancanza di un adeguato sistema di acquedotti e fognature. smistamento dei liquami prodotti dalle concerie ed al loro conseguente scarico negli stagni presenti nelle attuali piazze Roma (antistante la ferrovia) e Carlo Alberto tanto che nel 1866 fu necessario introdurre un regolamento per far si che le nuove concerie partecipassero agli oneri di sistemazione dei canali di scolo.

Verso la fine del secolo l’amministrazione fu quindi obbligata a porre un freno al loro sviluppo all’interno del centro abitato spostando le concerie nelle aree al di là della ferrovia lungo via Savona, la strada per Cavallermaggiore (oggi conosciute come c.so IV Novembre e via Piumati), occupate da campi e cascine sparse. Altri edifici produttivi sorsero lungo le principali arterie per Torino e soprattutto per Cuneo; nel 1885 si contavano a Bra trenta concerie, un filatoio, due tipografie, due fornaci hoffmann, due officine meccaniche, tre mulini, due fabbriche di birra, oltre a diversi piccoli produttori enologici.

Questa scelta rappresentò quindi da un lato il primo tentativo di azzonamento funzionale (separazione tra abitazioni e stabilimenti produttivi) e dall’altro diede il via all’espansione cittadina al di là la ferrovia in direzione sud-occidentale.

Due documenti testimoniano l’evoluzione urbanistica di Bra a Cavallo del secolo; nel primo, la Pianta della città di Bra del Burdese (1893), si può notare come la città continuò a rinnovare il proprio centro cittadino attraverso la costruzione del nuovo Teatro Politeama in Piazza Carlo Alberto e l’apertura di una nuova via tra via Vittorio Emanuele II e Via Umberto I (l’attuale via Verdi), arteria indispensabile per la densificazione di un isolato ancora prevalentemente vuoto all’interno.

Nel secondo, il Piano regolatore e di ampliamento della città di Bra di Quaglia e Marescotti (1917), si ipotizzava una nuova rete viaria atta a colonizzare le aree comprese

15 Giovanni Peisino, Gianni Viganò op. cit. Carla Genta, Giorgio Mamino, Bra: recupero funzionale dell'ex conceria "La Novella", Relatori: Lorenzo Mamino, Francesco Bonamico, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, 1996. Riccardo Olivero, L'evoluzione recente di Bra: la contradditoria tendenza alla diffusione, Relatore Agata Spaziante, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, a.a. 1997-1998. Luigi Brizio, Piermario Caporaso, Il complesso agricolo denominato Cascina Ercolana in agro di Bra, Relatore Prof. Arch. Giuseppe Mario Orlando, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, a.a. 1999-2000

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tra l’abitato e la ferrovia nonché a densificare maggiormente gli isolati compresi tra via Umberto I e via Vittorio Emanuele II. Tale struttura viaria non fu attuata direttamente ma venne successivamente ripresa dal piano del 1944 e realizzata in parte con quello del 1956.

Fig. 8 – Pianta della città di Bra –1893 – Burdese; Fig. 9 – Piano regolatore e di ampliamento della città di Bra -1917 – Quaglia e Marescotti

Nel restante territorio comunale infine, solo la frazione di Bandito fu interessata da una consistente crescita; nessuna delle altre frazioni registrò infatti incrementi demografici e dinamiche di sviluppo economico, probabilmente a causa della svantaggiosa posizione geografica. Anche Pollenzo non subì rilevanti trasformazioni, mantenendo un’economia basata perlopiù sulla vicinanza del castello e della tenuta di caccia dei Savoia, economia che tuttavia subì un colpo durissimo con la caduta della monarchia sabauda nel 1946.

Anni ’70: l’intensificarsi delle aree residenziali 16

Gli anni ‘70 sono stati fortemente segnati dalla crescita delle attività industriali.

I nuovi impianti si localizzarono prevalentemente presso i principali assi di comunicazione stradale e ferroviaria. Questi nuovi impianti portarono con sé nuove abitazioni provocando quindi un vero e proprio allungamento dell’edificato cittadino in particolar modo a sud oltre la ferrovia (lungo via Piumati e via Rimembranza) ed a nord verso la frazione di Bandito.

Una ulteriore fronte di espansione urbana fu rappresentato in prima battuta dalla fascia pede-collinare e successivamente dagli altipiani collinari. Quelle che prime erano aree lontane dal centro cittadino e difficilmente raggiungibili divennero, a partire dagli anni settanta, il luogo più ambito in cui costruire villette e nuove abitazioni. Il rapido processo

16 Maria Paola Bertolotto, Urbanizzazione/pianificazione in ambienti insediativi del misto agricolo

industriale: il caso di Bra, Relatore Prof.ssa Agata Spaziante, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, a.a. 1994-1995.

Riccardo Olivero, op. cit. Giovanni Bellingeri, op. cit.

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di urbanizzazione di queste aree spinse infine l’amministrazione comunale ad istituire una nuova frazione: San Michele.

Sviluppo urbano recente 17

L’ evoluzione urbana degli ultimi venti anni è stata caratterizzata da ampi fenomeni di dispersione insediativa, in particolar modo sulle pendici collinari (si veda il caso di S. Michele, passato da zona rurale a vero e proprio quartiere residenziale a bassa densità) e lungo le direttrici principali e secondarie, provocando ad esempio la completa saldatura con l’abitato di Roreto di Cherasco e l’occupazione di ampie fette di territorio agricolo.

L’ampia espansione edilizia ed il contemporaneo processo di monetizzazione degli standard urbanistici hanno infine provocato una cronica mancanza di servizi, compensata solo in parte dal grande polo sportivo e ricreativo situato tra il Santuario di Madonna dei Fiori ed il Convento delle Clarisse.

Fig. 10-11 – Legenda ed estratto della tavola AT 3.1/4

17 Maria Paola Bertolotto, op. cit. Riccardo Olivero, op. cit.

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Analisi della stratificazione e sviluppo nel tessuto storico di Bra

Rif AT 3.2 - Analisi della stratificazione e sviluppo nel tessuto storico di Bra

L’area centrale del concentrico di Bra, normata nello specifico dal Piano Particolareggiato Quadro Normativo approvato con la DGR n. 64-41276 del 19 febbraio 1985, è stata oggetto di un’approfondita analisi, condotta edificio per edificio, partendo dalle cartografie storiche consultate e citate nella relazione dell’Elaborato 3.1 “Analisi della stratificazione storica del sistema insediativo e del territorio” e dagli strumenti di pianificazione territoriale dal dopoguerra ad oggi, e verificando il risultato “dal vero” con un’indagine locale sul territorio. Il risultato di tale indagine è riportata nell’Allegato Tecnico “AT 3.2: Analisi della stratificazione e sviluppo nel tessuto storico di Bra”; questo elaborato si propone di analizzare lo sviluppo storico del tessuto edificato braidese cercando di ricostruirne la composizione nelle diverse fasi temporali. Poco importa se le costruzioni segnalate in una fase storica potrebbero essere state successivamente sostituite da delle nuove, ciò che interessa è la presenza o meno di costruzioni nelle diverse aree componenti l’edificato al variare della fase storica. L’area analizzata, al fine di testare un possibile ampliamento dell’attuale perimetro del centro storico, corrisponde come già detto in precedenza a quella delimitata dal Piano Particolareggiato Quadro Normativo (PPQN) del 1985.

Le fasi temporali analizzate sono 11 e corrispondono ad altrettante fonti cartografiche, descritte per titolo, datazione e luogo di conservazione nella tabella seguente. Segue poi una breve descrizione degli elementi peculiari desunti da ogni fonte.

DOCUMENTO DI RIFERIMENTO AUTORE DATA LUOGO DI CONSERVAZIONE

Theatrum Sabaudiae Boetto 1666 Archivio di Bra sezione urbanistica

Catasto Massone 1760 Archivio di stato

Catasto Napoleonico … 1810 Archivio di stato

Carta della città di Bra … 1839 Archivio IGM

Pianta città di Bra Burdese 1893 Archivio di stato Piano Regolatore e di Ampliamento della città di Bra Quaglia, Marescotti 1917 Archivio di Bra Sezione

Urbanistica

Pianta della città di Bra … 1944 Archivio di Bra Sezione Urbanistica

Piano Regolatore Generale Comunale della città di Bra Morini 1956 Archivio di Bra Sezione

Urbanistica

Variante Organica al PRGC Scatti, Colombano, Brunetti 1975 Archivio di Bra Sezione

Urbanistica Piano Regolatore Generale Comunale della città di Bra Ariagno, Giovo 1994 Comune di Bra Ufficio

Urbanistico Restituzione Aerofogrammetrica … 1998 …

- Theatrum Sabaudiae (1666)

L’immagine elaborata dal Giovenale Boetto nel suo Theatrum Sabaudiae nel 1666 costituisce la prima raffigurazione dell’abitato di Bra considerato nella sua interezza. Al contrario delle fonti utilizzate per definire i gruppi successivi, questa riproduzione presenta

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alcune peculiarità. Innanzitutto l’immagine si basa su una visuale prospettica dell’abitato piuttosto che zenitale, tipica della cartografia posteriore; in seconda battuta, diverse fonti storiche fanno notare come le raffigurazioni contenute nel Theatrum Sabaudiae, più che riprodurre lo stato di fatto dei differenti edificati analizzati, tendessero ad idealizzarli, ad abbellirli e completarli in alcune parti, generalmente su diretta richiesta delle famiglie nobili. A causa della minor attendibilità della fonte, nel definire la prima fase di stratificazione storica del tessuto edilizio si è perciò deciso di parlare di “edifici riconoscibili” piuttosto che di “edifici presenti” ed al contempo si è optato per una restituzione grafica degli edifici individuati più discreta (una campitura che si sovrappone alle altre) rispetto alle stratificazioni posteriori.

Analizzando più nello specifico l’immagine del Boetto si può notare come, alla metà del XVII secolo, la città appaia distinta in tre diverse aree urbane: una prima zona corrispondente al nucleo originario all’interno delle mura (andate distrutte da quasi un secolo); una seconda fascia, detta “contrada nova” e compresa tra le attuali via Barbacana, c.so Garibaldi e via Vittorio Emanuele II ed una terza zona, che da via Vittorio Emanuele II si dirada a ovest verso la campagna. Le prime due aree presentano un abitato più denso e compatto caratterizzato, specie nella parte meridionale, da alcuni edifici più imponenti (fino a quattro piani); la terza zona invece si struttura secondo isolati più estesi e composti prevalentemente da costruzioni di origine agricola disposti a pettine verso l’interno degli isolati stessi, in particolare a nord dell’attuale via Rambaudi ed a Ovest di via Vittorio.

- Catasto Massone (1760)

Le immagini elaborate da M. M. Massone nel 1760 costituiscono la prima rappresentazione cartografica completa ed affidabile dell’abitato di Bra (diviso in ventisette isole) e del suo territorio nonché una delle più dettagliate presenti nella nostra ricerca documentale. Oltre all’ampliamento dell’abitato verso settentrione ed occidente, ciò che caratterizza maggiormente l’edificato rappresentato dal Catasto Massone rispetto al precedente è l’edificazione di alcuni degli edifici più rappresentativi della città. In particolare: la prima ala dell’Ospedale del Santo Spirito, la chiesa parrocchiale del SS. Sacramento (ora S. Andrea), la chiesa di Santa Maria degli Angeli, il convento e la chiesa (realizzata dal Vittone) di S. Chiara, Palazzo Garrone (ora sede della prefettura), il Palazzo Comunale (sempre del Vittone).

- Catasto Napoleonico (1810)

Le fonti cartografiche che caratterizzano l’inizio del XIX secolo sono in realtà due: il sopraccitato Catasto Napoleonico ed il Plan reguliere de la Ville de Bra avec le projet d’allignement des rues (fine XVIII – inizio XIX sec). Tuttavia, vista la relativa vicinanza temporale delle fonti stesse e l’esiguità delle variazioni interne si è deciso di unirle in un’unica fase denominata dall’ultimo elaborato prodotto. L’abitato braidese rilevato dal Catasto Napoleonico presenta poche variazioni rispetto a quello del Catasto Massonico: i nuovi interventi sono mirati soprattutto alla densificazione degli isolati centrali e, in minor misura, occidentali; non compaiono nuovi importanti edifici cittadini.

- Carta della città di Bra (1839)

Nella cartografia elaborata dall’IGM nel 1839 le variazioni dell’abitato sono ancora minori di quelle registrate negli elaborati precedenti: i pochi nuovi interventi sono mirati

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soprattutto alla densificazione interna degli isolati già esistenti mentre non compaiono nuovi importanti edifici cittadini.

- Pianta della città di Bra (1893)

La situazione riportata da A. Burdese nel 1893, grazie anche al maggiore lasso temporale intercorso dal documento precedente, presenta diverse novità. Innanzitutto si può notare come l’abitato si sia esteso principalmente verso occidente, in particolar modo attorno alle nuove piazze Roma e Carlo Alberto, sedi rispettivamente della nuova stazione ferroviaria (il treno arriva a Bra nel 1855) e del nuovo Teatro Politeama. Sempre lungo il lato occidentale dell’edificato, nelle vicinanze di piazza Carlo Alberto, sorgono la nuova caserma militare ed il Mattatoio Comunale. Al contempo, altri importanti interventi hanno caratterizzato tutta la città. In particolare: l’ampliamento dell’Ospedale del Santo Spirito, il riempimento della scarpata “della rocca” con la conseguente definizione di una nuova piazza (oggi p.za XX Settembre), la costruzione dell’ala coperta lungo c.so Garibaldi e quella della chiesa di S. Giovanni Battista. Infine, la pianta imposta il tracciato della futura via Verdi. Tale via rappresenta il primo intervento cittadino mirato ad aprire e suddividere gli estesi isolati ad occidente di via Vittorio Emanuele II, il cui interno presentava ancora un carattere poco denso e prettamente agricolo.

- Piano Regolatore e di Ampliamento della città di Bra (1917)

Il Piano realizzato da Quaglia e Marescotti nel 1917 si propone principalmente di impostare un nuovo assetto viario per il futuro ampliamento della città. Di questo imponente sistema verranno in realtà attuati solo pochi tracciati ma alcuni di essi, quali ad esempio le attuali via Marconi e via Principi di Piemonte, diventeranno componenti essenziali del futuro processo di densificazione degli isolati ancora vuoti. Le nuove costruzioni rispetto alla situazione precedente si collocano principalmente lungo la nascente via Verdi, all’interno di alcuni isolati centrali e nelle aree limitrofe l’Ospedale, a cui viene aggiunta una nuova ala. Bisogna tuttavia tener conto che la città di Bra, all’inizio del XX° secolo, si sviluppa ormai in diversi punti al di fuori del perimetro del PPQN (ad esempio lungo via Piumati), non presi in considerazione dal presente strumento di pianificazione.

- Pianta della città di Bra (1944)

La carta del 1944 si propone principalmente di impostare, così come il piano recedente, un nuovo assetto viario per il futuro ampliamento della città di cui, tuttavia, non verrà praticamente realizzato nulla. Le nuove costruzioni rilevate dalla pianta rispetto alla situazione precedente si collocano principalmente lungo le vie Marconi e Principi di Piemonte di nuova realizzazione, cha hanno diviso gli isolati precedenti consentendo una densificazione di quelli che erano gli spazi interni, via Piave (strada non presente nel PRA del 1917), e attorno a p.za Roma e alle estremità occidentali dell’abitato.

- Piano Regolatore Generale Comunale della città di Bra (1956)

Il Piano realizzato dall’ing. Morini nel 1956 registra un importante aumento dell’attività edilizia che, seppur concentrandosi ad occidente dell’abitato, coinvolge tutti gli ambiti della cittadina. A nord si rileva la costruzione di una nuova parte dell’Ospedale e la densificazione degli isolati lungo c.so S. Secondo. Ad ovest si osserva la quasi completa

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edificazione dei vecchi isolati agricoli lungo via G. Marconi, via Matteotti e via Mazzini (queste ultime due vie nemmeno previste dalla pianta del 1944), alla costruzione di un nuovo fronte strada lungo via Principi di Piemonte ed alla densificazione degli isolati attorno al Mattatoio Comunale. A sud si assiste ad un intenso completamento edilizio degli isolati lungo via Piave e via Vittorio Veneto. Anche nel centro storico, infine, alcuni isolati più antichi vengono rivoluzionati dall’edificazione di un nuovo complesso scolastico (lungo via Parpera) e dall’inserimento puntuale di nuove costruzioni (lungo via Marconi e via Monte di Pietà).

Il piano si occupa inoltre di impostare una serie di nuovi tracciati viari, alcuni dei quali atti a proseguire l’opera di sventramento ed apertura degli isolati del centro storico ed a migliorarne la fruibilità veicolare. Di questi ultimi, saranno attuati solo l’asse di via Fratelli Carando e la piazzetta all’incrocio tra via Marconi e via Vittorio Emanuele II.

- Variante Organica al PRGC della città di Bra (1975)

La variante allo strumento urbanistico vigente realizzata dagli architetti Scatti, Colombano e Brunetti si preoccupa soprattutto di reimpostare lo sviluppo di nuove aree edificate al di fuori dell’abitato consolidato. Ciò nonostante, essa registra alcuni importanti interventi sia nell’edificato ottocentesco (lungo via Vittorio Emanuele II, via Parpera, Via Santa Croce e via Principi di Piemonte) sia nelle sue immediate vicinanze (lungo via Gandino e via Gorizia).

- Piano Regolatore Generale Comunale della città di Bra (1994)

Il piano realizzato dall’arch. Ariagno e dall’ing. Giovo definisce l’attuale perimetro normativo del Centro Storico, una perimetrazione ridotta rispetto a quella del precedente PPQN. La scelta di tale riduzione è stata pienamente condivisa dalla Regione Piemonte e dai nuovi organi di controllo che hanno approvato il Piano con DGR n. n.27-37797 del 5/08/1994 il PRGC vigente. E’ inoltre interessante notare come le indagini effettuate in sede di redazione della Revisione generale del PRGC sul tessuto edificato esistente abbiano evidenziato una fortissima ed estesa trasformazione degli edifici e della struttura stessa dell’abitato posta immediatamente all’esterno del perimetro del centro storico approvato e vigente, rendendo evidente una naturale difformità tra i due tessuti. Gli interventi rilevati dal PRGC del 1994 si trovano quasi esclusivamente al di fuori di tale perimetro collocandosi principalmente negli isolati compresi tra via Umberto I e via L. Mercantini e lungo via Gorizia.

- Restituzione Aerofogrammetrica (1998)

L’ultimo documento preso in considerazione costituisce la fotografia dello stato di fatto della città di Bra; la restituzione aerofotogrammetrica, supportata dall’aggiornamento cartografico di oltre 600 Concessioni edilizia e Permessi di Costruire eseguito durante la stesura dell’elaborato preliminare del nuovo PRGC, rappresenta la raffigurazione della città più prossima allo stato attuale. Rispetto alla cartografia precedente, si registra un’opera di densificazione relativa agli isolati compresi tra via Umberto I e via L. Mercantini e a quelli situati a sud del centro storico, in particolare lungo via Adua via Piave, via Fratelli Carando e p.za Spreitenbach.

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Fig. 1 – Estratto della tavola AT 3.2

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Lo sviluppo del tessuto edificato attraverso la lettura dei Piani Regolatori (metà XX° sec.)

Rif AT 3.3 - Lo sviluppo del tessuto edificato attraverso la lettura dei Piani Regolatori precedenti

Parallelamente allo studio delle carte storiche per l’analisi dell’evoluzione del tessuto edificato, è stata condotta un’analisi sugli strumenti di pianificazione del territorio dal dopoguerra ad oggi che costituiscono l’urbanistica moderna di Bra. Gli elaborati riportano l’espansione della città attraverso le aree consolidate indicate da ciascun Piano Regolatore ed il confronto tra le previsioni di Piano e lo sviluppo effettivo del tessuto edificato.

I Piani oggetto di analisi sono stati:

- Piano regolatore del 1956 redatto dall’ing. Morini

- Variante Organica del 1975 redatto dagli arch. Scatti, Colombano e Brunetti

- Piano Regolatore Generale Comunale del 1994 redatto dagli arch. Ariagno e Giovo

Il primo strumento urbanistico del dopoguerra della città di Bra è stato il P.R.G. entrato in vigore nel 1956 e redatto dall’ing. Morini. Il principale tema affrontato è stato lo studio della pianificazione del traffico cittadino, rispondendo all’esigenza di ordinare e classificare le arterie stradali in uno dei momenti di massima espansione della città. Il Piano impostava uno schema viario che fosse aderente alla configurazione geografica ed urbana distinguendo le arterie per il traffico di transito, quelle di penetrazione e di attraversamento interno e le viabilità a carattere urbano e residenziali. L’azzonamento si proponeva di distinguere e ripartire i luoghi di abitazione, lavoro e di svago; inoltre ciascuna area specifica si richiedeva la realizzazione di tutti i servizi e sottoservizi necessari per garantirne l’organico funzionamento. Per le zone residenziali si prevedeva il completamento degli isolati già delineati con tipi fabbricativi analoghi agli esistenti, perseguendo un parziale miglioramento del patrimonio edificato, e la formazione di unità residenziali organicamente definite, coordinate ed autosufficienti. Per le zone commerciali prevedeva la costituzione di piccoli agglomerati nelle direzioni maggiori di sviluppo urbano, oltre al mantenimento delle aree mercatali esistenti ed alla realizzazione di un nuovo foro boario in adiacenza al Macello, liberando pertanto piazza Giolitti. Le zone industriali venivano trattate per la prima volta prevedendo la delimitazione di varie aree sulla direttrice per Cavallermaggiore, separate tra di loro, con l’interposizione di terreno rurale e ben collegate al sistema viario. Per le numerose industrie esistenti all’interno dell’aggregato urbano si impediva ogni ampliamento, sollecitando la rilocalizzazione delle industrie e la trasformazione delle aree in residenza. Si prevedevano inoltre tre zone miste per l’ubicazione delle piccole industrie, nessun vincolo specifico veniva invece dato per l’ubicazione di attività artigianali. Le zone per il verde pubblico, il verde igienico sportivo e vincolate per la tutela del paesaggio e dei valori ambientali si prevedeva il mantenimento dell’esistente ed il potenziamento costruendo quattro nuovi giardini pubblici e prevedendo la piantumazione di numerose viabilità; anche le attrezzature sportive venivano potenziate con la previsione di un nuovo campo sportivo e di nuovi poli sportivi e ricreazionali nei quartieri residenziali. Venivano inoltre indicate alcune aree verdi private da vincolare opportunamente in modo da garantirne la conservazione. Oltre alle località di interesse panoramico il Piano si preoccupava della salvaguardia del paesaggio, considerando inedificabili le località di interesse panoramico e definendo tutti i pendii collinari zone di

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rispetto. Si prevedeva la sistemazione di una serie di servizi di interesse generale con una razionale distribuzione in relazione alla loro funzione. Per il centro storico il Piano proponeva un adeguamento alle future esigenze mediante una organica sistemazione edilizia, un risanamento degli isolati in cattive condizioni igieniche, una sistemazione della viabilità di attraversamento valorizzando gli elementi architettonici e paesistici del centro storico. Tale piano presentava problematiche legate a problemi di attuazione delle norme che regolavano l’edificazione in tutte le destinazioni d’uso, risultate generiche ed incomplete, soprattutto per la parte relativa al centro storico. Inoltre nonostante le previsioni della gradualità delle opere, il piano non era dotato di un efficace programma di attuazione e la sua realizzazione era avvenuta senza la formazione dei piani particolareggiati (con rare eccezioni), ma il processo di urbanizzazione è pertanto avvenuto per iniziative singole determinando nelle zone periferiche situazione di dispersione edilizia, di carenza di servizi e di opere di urbanizzazione.

Lo sviluppo edilizio che la città di Bra ha vissuto negli anni sessanta e settanta di gran lunga superiori alle previsioni del Piano redatto da Morini hanno determinato la necessità di una revisione organica globale del Piano stesso. Tale revisione è costituita dalla Variante Organica redatta dagli architetti Scatti, Colombano e Brunetti nel 1975. La Variante prendeva le mosse dal recepimento del Piano Regionale per lo Sviluppo economico del Piemonte ed i principi contenuti nell’appendice al Progetto 80. All’interno di tali strumenti si assumevano alcune linee guida che conformarono lo spirito, la valutazione ed il ruolo che la città di Bra stava assumendo in quegli anni. I punti formatori del piano riguardavano: l’adeguamento delle previsioni alle vigenti disposizioni in merito alla nuova Legge Urbanistica 6/81967 n° 765 e smi, l’accertamento dello stato attuale della città per quanto riguardava la consistenza ed il grado di abitabilità degli alloggi d il grado di efficienza degli impianti produttivi; la formulazione di soluzioni organiche di assetto delle zone centrali e del centro storico, risolvendo i problemi di risanamento dei vecchi rioni e quelli della circolazione; la ricerca delle soluzioni più razionali per la fascia periferica urbana di espansione e risolvere definitivamente l’assetto urbanistico delle zone di espansione industriali; l’impostazione della problematica del comprensorio del Roero, nel piano quadro dei parchi regionali. Per quanto concerne la pianificazione urbanistica, emersero alcune novità: spunti di assetto territoriale che avevano come obiettivo, per la prima volta, il rimboschimento e la salvaguardia delle grandi aree verdi circostanti, la difesa contro l’inquinamento atmosferico e degli scarichi industriali, ed il riassetto idrogeologico collinare. La Variante Organica, da un lato, prevedeva operazioni di razionalizzazione dell’esistente e, dall’altro, operazioni di riassetto territoriale. La principale funzione della Variante era stata quelle di adeguarsi alla nuova legislazione (Legge n.765) che inseriva il Piano Particolareggiato quale strumento connesso con la necessità di intervento nel centro storico, attuabile con maggiore agilità e chiarezza.

Il nuovo strumento di pianificazione si presentava fortemente propositivo soprattutto nell’ambito della futura localizzazione degli insediamenti produttivi, per i quali prevedeva una grande area esterna di nuovo impianto da connettersi con tutte le infrastrutture di trasporto, atta a contenere tutti i grossi impianti, ormai circondati dalla periferia cittadina in espansione, in vista di una futura rilocalizzazione. La proposta rimase sulla carta in quanto i maggiori stabilimenti non dimostrarono interesse a rilocalizzarsi.

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Il Piano Regolatore Generale del 1994 è stato redatto dagli architetti Ariagno e Giovo ai sensi della nuova Legge regionale 5 dicembre 1975 n°56. Come già anticipato nella Deliberazione programmatica il Piano si proponeva di definire modalità d’uso del territorio tali da riorganizzare il territorio medesimo sul piano funzionale inserendolo in un’ottica comprensoriale e regionale e da soddisfare le esigenze abitative nel rispetto dell’ambiente e delle necessità delle attività economiche. Tra gli obiettivi del piano c’erano il recupero degli standard e delle aree per servizi sociali, la salvaguardia del patrimonio artistico ed ambientale, e la definizione di nuove modalità d’uso del territorio favorendo lo sviluppo di aree attrezzate, con il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture esistenti e dei nuovi poli comprensoriali potenziando la viabilità e creando condizioni ambientali favorevoli allo sviluppo del terziario., il recupero del centro storico favorendo il miglioramento delle condizioni abitative nel rispetto del tessuto sociale preesistente e delle attività artigianali, l’acquisizione di spazi pubblici per la fruibilità collettiva, il recupero del territorio collinare ad usi prevalentemente pubblici (Roero), con l’adozione di provvedimenti necessari per il riassetto idrogeologico, salvaguardia dei terreni a vocazione agricola.

Rispetto al Piano precedente, grazie alla nuova legislazione urbanistica, il Piano di Ariagno e Giovo superava l’azzonamento “per zone omogenee” e ritagliavail piano in “unità territoriali di intervento” coincidenti con le sezioni censuarie del 1981 in modo da essere amministrativamente e statisticamente controllabili nelle fasi di attuazione e gestione anche al ungo termine.

Con questo strumento di pianificazione, Bra usciva dall’ottica della salvaguardia per singoli “casi” architettonici proposta dai Piani precedenti ed avviava un discorso di vincolo urbanistico esteso ad interi complessi. Anche la frazione di origine romana di Pollenzo, per cui il Piano prevedeva il riutilizzo delle volumetrie esistenti adeguate ai moderni standard abitativi con interventi di restauro, risanamento e ristrutturazione edilizia, iniziava a costituire un sistema urbano e non più una somma di singole emergenze archeologiche. Per quanto riguarda la collina, il Piano si poneva l’obiettivo del recupero del territorio collinare ad usi prevalentemente pubblici, adottando tutti i provvedimenti necessari al suo riassetto idrogeologico. Si proponeva l’utilizzo a “parco” di vaste aree che poteva essere attrezzato o no con funzione di cornice verde, si riproponeva pertanto il “Parco del Roero” in maniera più convinta ed urbanisticamente si proponeva la limitazione dell’edificazione nelle aree non ancora compromesse. Il Piano riservava aree specializzate per gli insediamenti produttivi ed il terziario, principalmente nelle aree a sud-ovest; inoltre di introduceva il Terziario Superiore nella parte centrale del concentrico. Dal punto di vista viabilistico si riproponeva la Tangenziale ovest riavvicinandola all’abitato e veniva aggiunta una bretella est, che corre a mezza costa lungo il fianco della collina alle spalle della città per snellire il traffico proveniente da Pocapaglia e diretto verso Alba.

Tale Piano si differenziava dai precedenti per la mole di materiale cartografico: per la prima volta l’intera superficie comunale veniva adeguatamente trattata e venivano recepite le nuove indicazioni legislative, soprattutto in merito alla salvaguardia di qualità paesaggistiche locali e di vincoli idrogeologici. Si andava consolidando infatti una nuova visione della pianificazione che risultava essere uno essere uno strumento soggetto ad una revisione periodica, in funzione della casistica che mano a mano si proponeva.

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Fig. 1 – Estratto della legenda e della tavola AT 3.3

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2.1.5 Interpretazione strutturale del territorio

Acquisita una certa conoscenza e dimestichezza con l’evoluzione del territorio braidese, si è passati ad analisi relative agli elementi caratterizzanti la struttura di Bra. Tali indagini hanno portato alla redazione di elaborati che costituiscono una assimilazione ed una interpretazione soggettiva di alcune caratteristiche quali la densità edilizia, la classificazione e la distribuzione dei tessuti urbani, oltre all’evoluzione del sistema insediativo.

L’analisi prende le mosse da una prima classificazione del territorio braidese condotta a larga scala sui macropaesaggi di matrice ambientale uniforme individuabili. La lettura paesaggistica ed ambientale del territorio è specificatamente descritta nel documento di compatibilità ambientale a cui si rimanda integralmente. I tre macropaesaggi individuati sono:

- le colline del Roero retrostanti al margine braidese che si erge sulla pianura

- il settore del paesaggio agrario della pianura cuneese confinato tra la collina e la linea ferrata Carmagnola, Racconigi, Cavallermaggiore, Savigliano e Fossano

- la trincea fluviale dello Stura e del Tanaro

Di seguito descriviamo gli elaborati prodotti nel corso di questa fase delle indagini preliminari alla Redazione di P.R.G.C.

Analisi delle densità insediative

Rif. Elaborato AT 4.1 - Analisi delle densità insediative

Una delle prime chiavi di lettura utilizzata per l’analisi delle caratteristiche strutturali del territorio braidese è stata quella delle densità insediative. Per densità si è considerato il rapporto determinato dalla relazione che intercorre tra i pieni intesi come edificazione realizzata indipendentemente dal carattere formale e dalla destinazione d’uso; ed i vuoti intesi come porzione di area impiegata a verde naturale, verde pubblico, privato, parcheggi, viabilità, cortili, ecc., comunque priva di stabili costruzioni.delle aree urbanizzate. In tale analisi sono state considerate le aree urbanizzate, tralasciando le aree del territorio agricolo di pianura interessate da modesti agglomerati di origine rurale.

Per ciascuno dei tre paesaggi desunti dall’analisi ambientale (pianura, collina e trincea fluviale), sono stati individuati diversi livelli di densità: elevata, media e bassa per la pianura, elevata e bassa per la collina e media e bassa per il territorio della trincea fluviale. In ciascun paesaggio vi sono poi aree interessate da edifici isolati e pertanto non rientranti nelle categorie precedenti.

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Fig. 1 – Estratto della tavola AT 4.1

Nei paragrafi successivi vengono sinteticamente descritte le caratteristiche delle densità edilizie individuate, corredate da immagini esemplificative per ogni tipologia descritta.

Territorio della pianura:

- Edificato ad elevata densità

Elevata occupazione del suolo contraddistinta da un’edilizia ad uso prevalentemente residenziale con sviluppo verticale ≥ a 3 – 4 piani fuori terra. Le edificazioni sono riconducibili a periodi di insediamento ed edificazione non necessariamente omogenee e a tipologie architettoniche differenti. Si tratta principalmente di edifici a cortina od in linea, privi di spazi a verde pertinenziali privati.

Tale edificazione è tipica dell’area del centro storico e del concentrico di Bra, dove si trovano edifici pluripiano, talvolta di altezze elevate e non si riscontra in altre parti del territorio.

- Edificato a media densità

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Isolati caratterizzati da un maggiore equilibrio tra pieni e vuoti. In questa classe sono stati considerati non solo isolati con edificazione a elevato sviluppo verticale associati a suolo non edificato sia pubblico che privato, ma anche isolati occupati da edilizia a contenuto sviluppo verticale circondato da aree libere per lo più ad uso privato. Caso emblematico di questa tipologia è costituito dall’area limitrofa al Parco Sportivo Atleti d’Italia, dove edifici in linea pluripiano sono circondati da consistenti aree non costruite. Entrambi i casi sono caratterizzati da una comparabile volumetria complessiva differenziata eventualmente dalle tipologie architettoniche.

- Edificato a bassa densità

Isolato caratterizzato da un minore equilibrio tra pieni e vuoti con la predominanza delle aree prive di edificazione permanente. All’interno di tale classe sono collocati gli isolati disposti a margine del nucleo abitativo braidese e caratterizzati da edifici con contenuto rilievo volumetrico (generalmente 1/2 piani fuori terra) disposti all’interno di una maglia insediativi maggiormente diradata nello spazio.

- Addensamenti rurali

Addensamenti di edifici in territorio agricolo leggibili come nuclei omogenei caratterizzati da un’edificazione densa lungo le arterie di attraversamento e caratterizzati da un’unitarietà di tipologia edilizia. Si tratta per lo più di edifici a due piani fuori terra con tetto a capanna derivati chiaramente dalle abitazioni agricole (cascine) e da nuove edificazioni di villette isolate ad uno o due piani.

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Territorio della collina:

- Edificato ad elevata densità

Elevata occupazione del suolo contraddistinta da un’edilizia ad uso prevalentemente residenziale con limitato sviluppo verticale – mediamente 2-3 piani – ma caratterizzata da un’elevata densità, generalmente si tratta di edifici a schiera isolati dotati di aree a verdi private, con lottizzazione fitta e regolare. Le aree private di pertinenza trattate a verde privato sono generalmente di dimensioni modeste rispetto alle dimensioni dell’edificio di riferimento.

- Edificato a bassa densità

Occupazione del suolo molto più rada, si tratta generalmente di edifici mono-bifamiliari con ampie aree pertinenziali verdi private, caratterizzati da una lottizzazione piuttosto diradata ed irregolare, in conseguenza di una spontanea trasformazione d’uso verso la residenza stabile che ha escluso completamente nel tempo le funzioni agricole. (Si tratta delle aree definite a verde privato con residenza).

- Edifici isolati

Si tratta di aree del territorio collinare caratterizzati da un’edificazione a bassissima densità, caratterizzate da edifici – generalmente ville monofamiliari – isolati inseriti in vaste aree a verde. Talvolta si tratta di edifici di tipo rurale, refusi oramai inutilizzati di attività agricole un tempo presenti sul territorio collinare. In alcuni casi sono stati riadattati ad attività agricole tipo apicoltura, produzione e vendita di prodotti caseari locali…

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Territorio della trincea fluviale:

- Edificato a media densità

In questa categoria sono state classificate tre tipologie differenti per destinazione e tipologia di tessuto e di edifici, che comportano ugualmente un discreto uso del suolo. Si tratta delle aree a destinazione mista (residenziale ed artigianale) poste ai margini della S.P. 261 al confine con Pocapaglia, delle aree produttive comprese tra la sopraccitata provinciale e la S.S. 7, ed infine il nucleo storico edificato dell’abitato di Pollenzo, caratterizzato da un’edificazione a cortina di edifici a 2 piani fuori terra a destinazione prevalentemente residenziale.

- Edificato a bassa densità

Occupazione del suolo rada, caratterizzata dalla presenza di edifici mono-bifamiliari o piccoli condomini con aree verdi di pertinenza, per lo più disposti serialmente lungo le arterie viarie a maggiore percorrenza.

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Analisi dei tessuti urbani

Rif. Elaborato AT 4.2 - Analisi dei tessuti urbani

L’indagine conoscitiva passa attraverso l’individuazione e la codifica dei tessuti urbani caratterizzanti il territorio braidese; tale analisi si basa su due chiavi di lettura fortemente connesse che sono l’analisi della tipologia edilizia e dell’impianto storico di riferimento.

Sull’elaborato sono state individuate le seguenti tipologie di tessuto:

- Addensamento edilizio del tardo '700 su impianto medievale: si tratta della parte più antica della città compresa tra le via Barbacana e S. Ignazio e verso sud fino alla Chiesa di Santa Maria degli angeli. Dell’origine medievale della zona è rimasto l’impianto originario caratterizzato da vie strette e tortuose ed alcuni edifici che hanno mantenuto alcuni dei caratteri tipologici tipici dell’epoca medievale (pareti in cotto, aperture con archi ogivali,…).

- Tessuti a corte chiusa o a corti concatenate per la residenza e le attività connesse su impianto del '500- '600: si tratta delle aree corrispondenti alle espansioni cinque-secentesche del nucleo originale che da via Barbacana e corso Garibaldi si espandeva fino alle attuali via Marconi e via Principi di Piemonte; gli edifici sono in prevalenza a corte chiusa, ad eccezione dell’asse di via Principi di Piemonte pesantemente rimaneggiato nel dopoguerra.

- Tessuti di tipo seriale lungo il fronte strada su impianto della seconda metà del XVIII secolo: lungo le direttrici di via Veneria e via S.Germano a sud e di via Craveri, corso S. Secondo ed il primo tratto di via Vittorio l’edificazione è avvenuta in maniera seriale lungo le viabilità principali dovuto alle espansioni settecentesche del nucleo abitato.

- Tessuto a corte aperta su impianto della seconda metà del XIX secolo: l’area ad est di via Umberto I compresa nel tratto tra via Gandino e la stazione ferroviaria presenta un’edificazione a corte aperta con fronte continuo su via Umberto I, che si apre verso l’allora territorio agricolo.

- Tessuti di tipo seriale lungo il fronte strada su impianto della seconda metà del XIX secolo: lungo le principali direttrici di accesso alla città, in special modo nell’area “oltre ferrovia” a seguito della realizzazione della stessa ferrovia si genera un’edificazione seriale lungo il margine delle arterie di collegamento: via Piumati, via Cuneo, corso IV Novembre costituita da edifici a cortina di 2-3 piani fuori terra.

- Tessuti di margine della prima metà del XX secolo: si tratta di edifici sorti nelle aree “residue” tra l’edificato esistente e la ferrovia, come lungo via Gorizia e via Vittorio Veneto, il tessuto risulta piuttosto denso, anche se privo di omogeneità architettonica.

- Tessuti a corte chiusa della prima metà del XX secolo su impianto del XVII secolo: si tratta degli isolati compresi tra le vie Marconi e Principi di Piemonte e via Umberto I da via S. Croce alla stazione ferroviaria, con una edificazione continua lungo strada a maglie prevalentemente chiuse.

- Tessuti aperti con prevalente edilizia in linea della seconda metà del XX secolo: si tratta di aree periferiche al tessuto urbano storico consolidato sviluppatesi a partire

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dagli anni Cinquanta. Gli edifici sono prevalentemente pluripiano in linea arretrati rispetto al filo stradale.

- Tessuto plurifamiliare della seconda metà del XX secolo: nelle aree pianeggianti non ancora urbanizzate, a seguito del boom ecomonico degli anni sessanta sono stati realizzati questi edifici a tre-quattro piani prevalentemente in linea e caratterizzati da una pianificazione del territorio, con la realizzazione di infrastrutture viarie e di aree a servizi.

- Tessuto mono-bifamiliare della seconda metà del XX secolo: si tratta principalmente di insediamenti pianificati di villette o case a schiera di modeste dimensioni, dotate di aree a giardino private, diffusi tanto in ambito di pianura quanto in ambito collinare.

- Tessuto di tipo rurale riconducibile all'impianto originario: sono prevalentemente le aree di nucleo storico delle frazioni maggiori Bandito e Pollenzo, che pur presentando caratteristiche edilizie differenti sono comunque insediate sul tessuto originario.

- Tessuti industriali: si tratta di aree fortemente connotate dalla presenza di insediamenti produttivi od al più artigianali di significative dimensioni insediatesi nel corso degli anni dal secondo dopoguerra alla stesura della presente Revisione Generale di Piano.

- Strutture accessorie isolate collegate all'attività agricola: si tratta di costruzioni isolate diffuse sul territorio, legate prevalentemente alle attività agricole, e non costituenti un tessuto edificato ben individuabile

Fig. 1 – Estratto della tavola AT 4.2

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All’interno di tali tessuti sono stati individuati i seguenti complessi edilizi ed attrezzature nodali che per le proprie peculiarità architettoniche e funzionali rappresentano elementi forti caratterizzanti il tessuto edilizio circostante e di conseguenza si è ritenuto di non omogeneizzarli nei tessuti edilizi sopra indicati: n1 - Santuario Madonna dei Fiori n2 - Monastero delle Clarisse n3 - Ospedale Santo Spirito n4 - Ex Caserma Trevisan n5 - Stazione ferroviaria n6 - Complesso sportivo Parco Atleti d'Italia n7 - Cimiteri (Bra, Bandito, Pollenzo) n8 - Pollenzo Complesso Albertino n 9 - Anfiteatro di Pollenzo n 10 - La Zizzola

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Caratteri strutturali del territorio braidese

Rif. Elaborato AT 4.3 - Caratteri strutturali del territorio braidese

Dalle indagini finora effettuate e dall’interpretazione di tutti gli elementi conoscitivi del territorio fin qui raccolte è stato prodotto un elaborato di sintesi dei risultati ottenuti.

Partendo dalla lettura ambientale e paesaggistica del territorio (i tre macropaesaggi prima descritti) si è passati all’individuazione delle unità di paesaggio intese come sistema di aree esaminate da un punto di vista storico, urbanistico, estetico e geografico.

Lo studio è stato condotto facendo una mappatura del territorio mediante tasselli ambientali, seguendo due filoni principali: il primo gerarchizza il territorio in tessuto urbano (considerando il capoluogo e le due frazioni maggiori Bandito e Pollenzo e tralasciando i nuclei minori di natura prettamente rurale), territorio della collina e territorio agricolo; la seconda chiave di lettura, utilizzata esclusivamente per le zone di tessuto urbano, è di tipo storico con individuazione dei nuclei originari e delle successive espansioni. Tale aspetto parte e rielabora i dati emersi dall’” Analisi della stratificazione storica del sistema insediativo e del territorio” relativi allo sviluppo urbano ed urbanistico della città di Bra.

La città storica comprende le aree del nucleo originario, di chiara derivazione medioevale, compresa tra via Barbacana, via S.Maria al Castello, via Serra e piazza Caduti per la libertà, la prima espansione a sud della sopra citata piazza con fabbricati di impianto riconducibile al XIV/XV° secolo. A valle di via Barbacana e di corso Garibaldi si è invece delineato un tessuto omogeneo costituito da tasselli più regolari ed ampi, prevalentemente a corte chiusa di matrice cinque-secentesca. Appartiene sempre alla lettura di centro storico la porzione di tessuto urbano a valle di via Vittorio Emanuele II costituita da edifici che, pur mantenendo una unità di facciata sul fronte principale, sono a corte aperta verso il territorio agricolo, risalenti alla seconda metà del XVII° secolo. Nel Settecento assistiamo ad un’espansione verso sud-ovest con un addensamento dell’abitato tra l’asse di via Vittorio Emanuele II e via Umberto I.

La città tra Ottocento e Novecento subisce alcune trasformazioni urbanistiche quali l’allineamento di via Umberto I con la realizzazione di un fronte unitario continuo su strada e la realizzazione di piazza Carlo Alberto e Piazza Roma a seguito dell’arrivo della linea ferroviaria da Cuneo (1855), di quella verso Alba-Alessandria (1857), e della costruzione della linea Torino Savona (1884). La nuova espansione della città si appropria di aree comprese tra la trincea ferroviaria e le edificazioni settecentesche e delle aree cosiddette “oltre ferrovia”, ovvero l’asse di via Piumati, in direzione Cavallermaggiore e corso IV Novembre verso Cuneo. L’edificazione si attua mediante edifici a più piani di dimensioni maggiori a quelli settecenteschi, intervallati da assi viari ampi e regolari e da spazi a verde, adibiti a giardini, come riscontrato in molti esempi di pianificazione fine ottocentesca. Interessante è anche notare la presenza di un viale alberato di accesso al Cimitero coincidente con l’attuale via Montello, estremo elemento a sud dell’edificato.

Sempre a cavallo tra Ottocento e Novecento le aree marginali rispetto al tessuto edilizio consolidato sono state interessate dalla localizzazione dei primi impianti produttivi

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(significativa è la presenza delle Concerie storiche di Bra nella zona di piazza d’Armi, di via San Rocco e via Audisio).

Le concerie braidesi conobbero un periodo di forte sviluppo fino alla metà del secolo, a partire dagli anni 50 il settore entro in crisi, principalmente a causa dell’arretratezza dei macchinari e della bassa richiesta di mercato, e molte attività furono costrette a chiudere; si crearono però nuove realtà produttive (a partire dall’ABET nata nel ‘46 come fabbrica di tannino riconvertita alla produzione di laminati plastici nel ’57, la Rolfo nata a fine Ottocento come fabbrica di carri e carrozze, riconvertita alla produzione di allestimenti per veicoli industriali).

La città moderna deve dare risposta all’esigenza abitativa generata dall’input dell’attività produttiva; si iniziano a creare i nuovi quartieri residenziali nella corona ad ovest del concentrico e a sud oltre ferrovia. Il sistema viario è costituito da assi viari gerarchizzati; la tipologia edilizia presenta da un lato edifici pluripiano di ampie dimensioni, lungo le principali direttrici ed agglomerati di residenze mono e bifamiliari. Negli anni ’60 assistiamo anche alla densificazione residenziale dell’area tra i due tronchi ferroviari verso Ceva e verso Asti, con edifici di notevoli dimensioni disposti parallelamente al declivio collinare.

La città recente è rappresentata dell’intensificarsi dell’edificazione a Bra, a seguito del boom demografico degli anni settanta; sono stati creati nuovi quartieri residenziali, frutto degli strumenti di pianificazione territoriale, costituita in parte da isolati maggiormente densi con complessi pluri familiari di considerevoli dimensioni dotati di ampie aree a servizi e viabilità ampie ed ordinate ed in parte da aree caratterizzate da un’edificazione di tipo estensivo con abitazioni mono e bifamiliari, circondate da spazi verdi privati dalla tipica connotazione residenziale.

Il paesaggio industriale è tipico delle aree interessate da grossi insediamenti produttivi (ad. es Rolfo, Arpa ed Abet – per citarne i maggiori): alcuni stabilimenti sono completamente inglobati dal tessuto edificato e sono contigui ad aree residenziali nate per ospitare le abitazioni dei dipendenti, le aree di più recente costruzione sono invece posti ai margini dell’edificato con cui peraltro non si confrontano.

Il tessuto edificato di frangia comprende tutte quelle aree poste ai margini dell’edificato e caratterizzate da una scarsa densità edilizia e da una commistione di destinazioni d’uso, si tratta in generale di aree edificate senza un disegno urbanistico preordinato.

Le aree marginali al tessuto urbano sono quelle confinanti con le frange dell’edificato, attualmente libere, la cui forma e distribuzione è fortemente condizionata dalla presenza di elementi infrastrutturali quali la tangenziale e la ferrovia, e spesso interclusa tra aree edificate. Tali aree, sebbene attualmente utilizzate per la destinazione agricola, non sono da considerarsi come aree proprie del paesaggio agrario a causa del contesto fortemente antropizzato in cui si trovano.

Il territorio collinare viene trattato come elemento distinto dal tessuto urbano consolidato, sebbene sia caratterizzato da una edificazione talvolta molto intensa. La peculiarità dal punto di vista fisico e paesaggistico di tale elemento impone una particolare attenzione

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nell’analisi e nella lettura dei caratteri strutturali. La fascia precollinare comprende il terrazzo fluviale del Tanaro e la parte compresa tra la pianura degli orti e la ferrovia per Alba-Alessandria; tale territorio è percepibile dalla pianura del Tanaro ed è caratterizzato da un’edificazione che sfrutta al massimo l’orografia del territorio, piuttosto scosceso, alternando aree intensamente edificate con villette mono e bifamiliari, ad altre lasciate libere.

L’espansione residenziale comprende l’area a ridosso del concentrico, interessata da un’edificazione consistente di tipo estensivo, che si è sviluppata a partire dagli anni settanta (gli strumenti di pianificazione precedenti al 1975 non si occupano di regolare l’edificazione in tale porzione di territorio) senza uno strumento di pianificazione e del tutto priva di indirizzi di tutela e salvaguardia del paesaggio. Alcune porzioni hanno conosciuto uno sviluppo particolarmente importante tanto da assumere una propria indipendenza quali le frazioni di San Michele e San Matteo, interessati da una massiccia edificazione residenziale, ma drammaticamente privi di servizi ed infrastrutture.

L’estensione collinare comprende tutta la restante parte del territorio di collina, interessato da una edificazione sporadica, a bassa densità e dalla presenza di alcune interessanti ville storiche.

Il territorio agricolo rappresenta una parte cospicua e molto importante del territorio di Bra; l’agricoltura rappresenta infatti la seconda attività economica per importanza nel contesto economico braidese, ed è stato oggetto negli ultimi anni di politiche di sostegno e di incentivazione orientati ad una maggiore competitività su scala regionale. Ad eccezione della zona degli orti urbani, caratterizzati da specificità proprie sia per la natura morfologica del territorio che per l’eccellente capacità produttiva, il territorio agricolo è stato individuato come un’unità di paesaggio omogenea, comprendente anche le frazioni minori, caratterizzate da una vocazione spiccatamente agricola.

Fig. 1 – Estratto della tavola AT 4.3

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Indagini del centro storico di Bra e del centro storico di Pollenzo

L’articolata storia dell’evoluzione dell’abitato di Bra, messa già in risalto al precedente Cap. 2.1.5, costituisce già di per sé elemento sufficiente per riconoscere in esso valori di livello nazionale: similmente per la frazione di Pollenzo vista la sua origine romana e le numerose trasformazioni volute da Carlo Alberto nel 1848.

L’analisi della documentazione cartografica di riferimento e della numerosa bibliografia consultata hanno permesso una prima lettura dell’abitato consentendo il riconoscimento dei principali fenomeni metamorfici che hanno portato allo stato attuale ed, al contempo, dei principali elementi di omogeneità ancora riconoscibili nell’ambito del centro storico definendone differenti tessuti.

L’esigenza di conoscere maggiormente nel dettaglio i singoli elementi edilizi costituenti l’area urbana di primo impianto ha richiesto da un lato l’approfondimento puntuale delle disposizioni di vincolo di carattere artistico/monumentale ed ambientale vigenti così da formare un quadro di riferimento per la per la valutazione qualitativa dei fabbricati e riferire tali contenuti al restante patrimonio edilizio al fine di giungere ad una nuova estensione omogenea ed oggettiva dei criteri di valutazione qualitativa dei fabbricati.

Al risultato atteso si è giunti mediante una fase di approfondimento condotta a mezzo di rilievi sul posto attuati edificio per edificio, effettuati con differente specificità per Bra e per la frazione di Pollenzo come di seguito descritto.

Il risultato di tali indagini condotte con analoga metodologia è scaturito in due elaborati di differente natura dovuta principalmente alla differente genesi del centro storico di Bra e di Pollenzo, come di seguito descritto.

Caratteri qualitativi del tessuto urbano del centro storico di Bra

Rif. AT 3.1 - Analisi della stratificazione storica del sistema insediativo e del territorio

L’indagine del centro storico di Bra ha visto una iniziale suddivisione degli isolati per tessuto edificato prevalente, proseguita poi con un’indagine edificio per edificio indicando i caratteri qualitativi strutturanti il tessuto urbano del centro storico di Bra.

Vengono individuati gli edifici da tutelare divisi in:

- edifici vincolati ai sensi del D.Lgs. 42/04 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”

- edifici schedati dalla Soprintendenza per i beni ambientali ed architettonici (informazione desunta dal PRGC del 1994)

- edifici meritevoli di tutela ai sensi dell’art. 24 l.u.r. di valore storico-artistico o storico-documentario

Gli edifici rimanenti sono stati classificati come ordinari e ripartiti nelle seguenti categorie:

- edifici ordinari: edifici avente caratteri propri dell’edilizia tradizionale locale, riconducibili agli impianti originari così come individuati nell’Elaborato di analisi dei tessuti storici ed evoluzione dell’edificato;

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- edifici rimaneggiati: edifici che mantengono il filo facciata o l’ingombro riconducibile all’impianto originale, oggetto di pesanti interventi di ristrutturazione che hanno completamente alterato i caratteri originali;

- edifici con facciata rimaneggiata: edifici che mantengono i caratteri propri dell’impianto originario, che sono stati oggetto di interventi di ristrutturazione che hanno interessato solo l’involucro esterno dell’edificio e non le strutture portanti:

- edifici non congrui: edifici in evidente contrasto costruttivo e stilistico dovuto ad una fase successiva di realizzazione rispetto al contesto storico o ad intervento di ristrutturazione totalmente non rispettoso dei caratteri appartenenti alla tradizione insediativa locale.

Successivamente alla classificazione suddetta, per ciascun edificio sono stati riconosciuti e riportati in cartografia gli elementi edilizi di pregio e gli elementi edilizi ricorrenti:

ELEMENTI EDILIZI DI PREGIO:

- torri e campanili, altane: sono elementi di spicco dell’articolazione verticale cittadina, si tratta per lo più di campanili legati alle numerose chiese cittadini differenti per stile e materiali;

- pitture a carattere religioso: sono elementi abbastanza diffusi nel centro storico di Bra, si tratta per lo più di icone o affreschi parietali posti sulle facciate esterne e talvolta all’interno dei cortili. Il Comune ne ha fatto una raccolta istituendo un percorso di Iconografia Sacra sul territorio braidese che comprende 21 dipinti ed affreschi;

- manufatti di pregio: sono stati evidenziati i manufatti caratterizzanti le facciate più importanti quali cornici, affreschi, dipinti parietali, bassorilievi, balaustre, scalinate, elementi decorativi di pregio,…

- meridiane: sulle facciate degli edifici braidesi abbiamo rilevato numerose meridiane, alcune storiche ed altre frutto di rimaneggiamenti successivi della facciata, comunque sempre caratterizzanti la facciata;

- pareti in cotto: alcuni edifici presentano ancora le facciate originali in laterizio non intonacato, che sono state indicate come elemento tipologico di pregevolezza dell’edificio;

ELEMENTI EDILIZI RICORRENTI:

- portoni ad arco e portali: sono elementi caratterizzanti la facciata dell’edificio, rappresentando l’accesso allo stesso, possono essere di diversa fattura, semplici o riccamente decorati;

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- androni con passo carrabile, accessi carrabili e pedonali: sono elementi tipologici di accesso all’edificio, intesi come primo importante elemento del sistema distributivo;

- logge e porticati: nell’architettura braidese non sono presenti strade dotate di portici, tuttavia alcuni edifici presentano nella facciata verso la pubblica via dei porticati e più spesso dei sistemi porticati nei cortili interni, sono inoltre presenti alcuni loggiati di pregevole fattura;

- balconi e ballatoi: sono elementi ricorrenti nell’architettura braidese, in particolare i balconi con ringhiere metalliche che vanno dalle più semplici con bacchette verticali e piattina trasversale a quelli più riccamente decorati caratterizzano molte facciate, l’uso del ballatoio è diffuso nelle tipologie edilizie a corte chiusa come elemento distributivo all’interno dell’edificio;

- coronamenti superiori dell’edificio: lignei o in muratura; la maggior parte degli edifici presenta un cornicione superiore che può andare dal semplice sovrapporsi di cornici in stucco, all’uso del mattone faccia a vista, alle pantalere in legno, originali o ricostruiti nel corso di ristrutturazione recenti.

I suddetti elementi sono stati schedati e raccolti nell’Allegato D alla Relazione Illustrativa “Elementi edilizi di pregio ed elementi edilizi ricorrenti” in cui si riportano estratti fotografici degli stessi, descrivendone le principali caratteristiche costruttive.

Fig. 1 – Estratto della tavola AT 5.1

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Ove possibile, sono stati rilevati anche le aree private pertinenziali evidenziando i cortili a carattere unitario, quelli di valore storico-documentale e le aree utilizzate a giardino privato. Tale operazione è stata condotta attraverso la lettura dei documenti cartografici a disposizione, in particolar modo il Catasto Massone (1760) che rappresentava in maniera dettagliata tutte le isole costituenti l’area urbanizzata. Gli spazi aperti privati che hanno mantenuto un carattere di unitarietà di impianto sono stati opportunamente individuati ed evidenziati sulle cartografie di Piano con un’apposito asterisco e la dicitura: Cortili a carattere unitario di valore storico.

In cartografia sono stati indicati anche i numeri di piani fuori terra percepibili dal piano strada. Tale precisazione è necessaria per gli edifici compresi tra via Barbacana e via Serra a causa della morfologia del terreno che essendo abbastanza scosceso ha favorito la realizzazione di edifici a piani sfalsati.

Tutte le informazioni desunte dall’indagine condotta in loco sono confluite in un database di gestione dei dati, collegato alla cartografia di riferimento, in modo che ad ogni edificio fossero collegati i suoi dati principali cosi da stabilire un rapporto biunivoco tra elementi grafici ed i dati correlati creando un sistema immediato di consultazione.

In genere, ed anche in questo caso, si è proceduto ad una ulteriore elaborazione della base cartografica messa a disposizione dal Comune, operando in diverse direzioni:

- integrazione delle informazioni presenti sulla base aerofotogrammetria, che presentava polilinee chiuse rappresentanti l’andamento dei tetti e non le particelle costituenti gli edifici; pertanto si è cercato di ricostruire, ove possibile, le parti di edificio, con operazioni di unione di edificio;

- in possesso di una cartografia aggiornata, sono state condotte le indagini sul luogo, procedendo con la definizione della tipologia di edificio e dei caratteri edilizi ricorrenti, oltre che delle caratteristiche morfologiche degli edifici stessi. Ove possibile, sono stati rilevati anche gli spazi aperti privati e pertinenziali ed è stato realizzato un rilievo fotografico puntuale di ciascun edificio e di ciascun elemento tipologico caratteristico;

- parallelamente è stata predisposta una base aerofotogrammetria in ambiente GIS (global integrated system) partendo dal modello vettoriale in AutoCad e creando un supporto informatico atto all’imutazione dei dati acquisiti col rilievo sul posto.

Completata l’attività di predisposizione della cartografia si è poi proceduto all’imputazione delle informazioni acquisite sul campo mediante l’indagine diretta, creando un database collegato a tabelle di riferimento riportanti l’origine vettoriale della polilinea, i dati relativi all’indagine storica, la presenza di vincoli, la presenza di elementi tipologici caratteristici, gli estremi degli aggiornamenti cartografici, etc… In tal modo si è formata una banca dati completa di tutti gli edifici del centro storico, di facile ed immediata consultazione, attraverso un collegamento tra gli elementi grafici ed i dati correlati.

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Analisi dello sviluppo nel tessuto storico ed indagine dei caratteri qualitativi del tessuto urbano del centro storico di Pollenzo

Rif. AT 5.2 - Analisi dello sviluppo nel tessuto storico ed indagine dei caratteri qualitativi del tessuto urbano del centro storico di Pollenzo

L’insediamento di Pollenzo appare tra i più antichi, se non il primo, del territorio braidese e, nel volgere dei secoli, ha subito molteplici trasformazioni, passando alternativamente e più volte da riferimento territoriale a trascurato e dimenticato toponimo rurale.

La trasformazione e la conseguente edificazione, ancora oggi riconoscibile, dei manufatti edilizi consentono di ricostruire la stratificazione del tessuto urbano pre-albertina, a partire dai primi insediamenti di epoca romana, passando dalla riplasmazione carloalbertino di metà ottocento per proseguire fino alle espansioni più recenti.

Sull’abitato di Pollenzo è così disponibile un’ampia documentazione cartografica ed una notevolissima mole di studi storici a cui il Piano fa pieno riferimento e rimando. In merito ai documenti ed agli studi riportati l’Elaborato AT 5.2: “Analisi dello sviluppo nel tessuto storico ed indagine dei caratteri qualitativi del tessuto urbano del centro storico di Pollenzo” rappresenta le cartografie risultato di studi e ricostruzioni basate su campagne di scavi archeologici ritenuti in questa scala significativi per la conoscenza dei luoghi e per la successiva documentazione urbanistica. In tal senso, vista la rilevanza assunta dai beni archelogici, nella fase di formazione della Revisione Generale di P.R.G.C. si è ritenuto necessario un passaggio di approfondimento con la Soprintendenza dei Beni Archeologici del Piamente, al fine di definire ulteriori chiarimenti utili alla corretta lettura del valore storico della zona di Pollenzo.

L’elaborato AT 5.2 non costituisce quindi che una sintesi di riferimento posta alla base della conoscenza acquisita ed assunta come punto di partenza per il progetto urbanistico. La tavola di indagine è costituita da una serie di quadri che riportano le principali cartografie ed elaborazioni storiche prese in considerazione, e da quadri che costituiscono nostre rielaborazioni dei documenti. Di seguito vengono sintetizzati i contenuti dei singoli quadri:

Nel Quadro A sono riportati gli accertamenti archeologici con la localizzazione dei resti di età romana basandosi sul rilievo realizzato da A. Gastaldo Brac. Su tale carta emergono i più importanti reperti di epoca romana tra cui l’Anfiteatro o Colosseo, il teatro (già rilevato nel 1807 dal Randoni) con il tempio di Bacco, il grande edificio della Proprietà Monchiero, la necropoli monumentale sotto l’attuale piazza prospiciente l’Agenzia. Inoltre sono presenti un consistente numero di strutture accessorie, di muri e di lastricati stradali In grigio è riportata la possibile estensione della città romana, ed in azzurro sono tracciate le posizioni ipotizzate del cardo e del decumano. I resti della fase romana sono riportati in rosso, mentre in nero sono riportati i resti della fase alto-medioevale e medievale.

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I quadri B e C rappresentano un’elaborazione sul Catasto particellare francese del 1810 con la sovrapposizione della cartografia di base del piano relativamente all’area del Colosseo o anfiteatro e dell’area di presunta estensione della città romana. Sono evidenziate le viabilità realizzate durante le varie fasi di sedimentazione storica del Borgo passando dai tracciati del cardo e del decumano di origine romana, alla viabilità presente nel Catasto del 1810 (sia mantenuta che cancellata dagli interventi urbanistici successivi), ai tracciati delle nuove viabilità aperte dal progetto carloalbertino al 1850 ed alle viabilità provinciali realizzate a seguito dell’approvazione degli strumenti urbanistici di pianificazione territoriale degli anni ’70.

E’ interessante notare come, evidenziati sul quadro C, il Catasto riporti chiaramente il castello, il ricetto ed il vecchio sedime della originaria chiesa di San Vittore, questi ultimi due complessi completamente distrutti dall’intervento di Carlo Alberto.

Il Quadro D riporta la cartografia degli interventi carloalbertini così come realizzati a partire dal 1834; sulla planimetria realizzata a china ed acquerello dal Vigitello ed intitolata “Piano regolare della più bella parte del Real Podere di Pollenzo” (datata 1850), si vedono chiaramente il castello preesistente e i nuovi interventi urbani: l’Agenzia, la cascina Albertina, la piazza e la nuova chiesa di San Vittore ed il parco della tenuta con le isole, le chiuse, l’imbarcadero. Le didascalie riportate individuano le destinazioni d’uso delle singole aree e del parco con le loro superfici. E’ sintomatico far notare come, per la realizzazione degli interventi carloalbertini, siano state distrutte considerevoli parti non solo del borgo medioevale e protomoderno, ma anche di quasi tutte le testimonianze di epoca romana.

Il Quadro F riporta l’ortogonalità degli assi visuali del nucleo nodale del nuovo borgo, sul “Foro” di Pollenzo, realizzato seguendo le linee neogotiche di Ernst Melano. Tale ricostruzione, composta con particolari provenienti dall’Album di Costantino Vigitello, fa emergere la visuale sulla facciata est dell’Agenzia dall’asse di via Carlo Alberto attraverso l’arco della tribuna reale.

Nel Quadro G è riportata la sovrapposizione del Catasto francese del 1810 sulla base

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aerofotogrammetria dell’area dell’Anfiteatro Romano e dell’area a sud verso il Tanaro della frazione pollentina con l’individuazione delle trasformazioni urbanistiche progettate dal Carlo Alberto per la realizzazione del nuovo borgo e la localizzazione dei nuovi edifici carloalbertini. Da questo confronto emerge chiaramente, come già accennato in precedenza, quanto le riplasmazioni urbane operate dal progetto di Carlo Alberto abbiano stravolto il tessuto medioevale distruggendo buona parte del borgo, degli insediamenti rurali e difensivi, delle infrastrutture e del tessuto viario.

I seguenti quadri riguardano rielaborazioni da noi condotte, analizzando ed incrociando i dati del materiale cartografico a disposizione.

Il Quadro E riporta la stratificazione storica del tessuto edificato di Pollenzo, effettuata edificio per edificio, basandosi sulle cartografie a nostra disposizione. Sono indicati gli edifici presenti nel Catasto Napoleonico del 1810, nel Piano regolare della più bella parte del Real Podere di Pollenzo del Vigitiello, datato 1850, nella Variante organica al PRGC del 1975 (Scatti, Colombano), gli edifici presenti sul PRGC del 1994 e gli edifici riportati sulla base aerofotogrammetria aggiornata al 2006. Da tale elaborato emerge come solo il nucleo dell’anfiteatro ed il Castello fossero già presenti nella cartografia di inizio Ottocento, gli interventi carloalbertini riguardano solo gli edifici “monumentali”, mentre la maggior parte dell’edificazione era già presente sulla carta del 1975.

Nel Quadro H sono riportati i caratteri qualitativi del tessuto urbano centro storico mettendo in evidenza gli edifici vincolati (vincolo archeologico o bi bene culturale), gli edifici schedati dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e culturali e gli edifici caratterizzanti il tessuto dopo gli interventi carloalbertini, aventi più di 60 anni.

Le analisi condotte sul tessuto pollentino sono quindi state principalmente di lettura storica, gli edifici sono stati classificati in base alla loro riconoscibilità storica ed alla presenza o meno di vincoli, analogamente al lavoro condotto sul centro storico del

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concentrico. Non sono invece stati rilevati puntualmente i caratteri tipologici degli edifici in quanto piuttosto ricorrenti.

Come già sottolineato all’inizio del capitolo, l’insediamento di Pollenzo, tra i più antichi dell’intero territorio, in epoca romana ha vissuto una fase di rilevante importanza territoriale, come dimostrato dall’innumerevole quantità di reperti archeologici ritrovati nella zona. Pertanto la fase di indagine non poteva esulare da approfondimenti sulla rilevanza di tipo storico-archeologico dell’insediamento.

Parallelamente all’approfondimento di natura storico-cartografica, è stato condotto un lavoro di analisi archeologica in collaborazione con la Soprintendenza dei beni Archeologici della Regione Piemonte18. Sono stati rivsti i i perimetri delle aree di rischio archeologico, (Allegato all’articolo 14 delle NTA del P.R.G.C. del 1994), ridisegnandoli seguendo il confine catastale del Comune di Bra, includendo anche l’area sud della necropoli romana. All’interno di tali ambiti per qualsiasi opera pubblica e/o privata che vada ad intaccare il sottosuolo, viene richiesta, a seconda dell’area di rischio archeologico cui appartengono, la trasmissione del progetto alla Soprintendenza per l’espressione del parere di competenza oppure la segnalazione dell’effettuazione delle opere al medesimo Ente almeno 60 gg prima dell’inizio dei lavori, per opportuna conoscenza.

Nell’Allegato all’Elaborato AT 5.2 Localizzazione di manufatti di origine antica (di seguito allegato in estratto) sono stati individuati e riportati anche i ritrovamenti di età romana e quelli di età tardo antica/medievale.

Analizzando l’elaborato sottoriportato si evince che il Cardo ed il Decumano massimi, così come i principali monumenti, sono orientati lungo la direzione nord/ovest sud/est. Il tracciato del Decumano in particolare risulta essere parallelo al corso del fiume Tanaro nella direzione quindi che conduce a Cherasco e a Benevagienna da un lato ed al Turriglio e ad Alba dall’altro. Si nota inoltre come la maglia della Centuriazione, composta da una griglia di circa 700m per 700m, sia basata sul tracciato del Decumano. Lungo questa maglia venivano allineate le tombe, si collocavano gli insediamenti rustici e le aree destinate a necropoli. In particolare in merito a queste ultime, e nello specifico in riferimento alla necropoli localizzata nella zona sud-occidentale della città, in prossimità della cascina Pedaggera, si rileva come siano collocate ai margini della strada provinciale che collega Pollenzo a Cherasco, a dimostrazione del fatto che si orientano nella medesima direzione del Decumano.

Considerazioni di carattere topografico si possono fare inoltre in merito al limite orientale della città romana, a est del Cardo infatti finisce la città romana, oltre questo limite di fatto vi sono solo l’anfiteatro ed alcuni insediamenti rustici.

18 Nostra referente presso la Soprintendenza dei beni Archeologici della Regione Piemonte è stata la dott.ssa

Maria Cristina Preacco.

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Fig. 1 – Estratto dell’Allegato all’Elaborato AT 5.2 Localizzazione di manufatti di origine antica

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2.1.6 I quaderni di indagine

Durante la fase di indagine sono stati predisposti, oltre agli Allegati Tecnici in precedenza descritti, alcuni “quaderni di indagine” come strumento per ordinare la notevole mole documentale indagata. Pur non facendo parte del Piano tali documenti costituiscono un utile compendio agli Allegati Tecnici.

I quaderni di indagine riguardano: l’interpretazione strutturale del territorio, con l’individuazione e la descrizione delle “polarità” rilevate sul territorio comunale, le analisi storiche con la raccolta e la schedatura dei piani regolatori precedenti e delle cartografie storiche consultate, infine ad integrazione delle indagini del centro storico di Bra, sono state approfonditi gli spazi aperti privati, con la produzione di una schedatura delle più significative corti private; è stata inserita tra la documentazione dei quaderni di indagine anche l’Atlante delle fotografie scattate durante tutti i sopralluoghi di indagine condotti nel territorio braidese.

I quaderni di indagine sono costituiti dai seguenti elaborati:

- Q1: Elenco delle polarità urbane

- All. Q1: Individuazione delle polarità urbane e lettura della viabilità

- Q2.1: Schede dei Piani Regolatori (seconda metà del XX secolo)

- Q2.2.: Schede delle cartografie storiche consultate

- Q3: Analisi delle corti: Schede

- All. Q3: Analisi delle corti: planimetria di individuazione

- Q4: Atlante delle fotografie

che nei paragrafi seguenti sono illustrati nei loro caratteri principali.

Individuazione delle polarità urbane e lettura della viabilità

Rif. Q1 e All. Q1 - Elenco delle polarità urbane ed Individuazione delle polarità urbane e lettura della viabilità.

Durante gli studi preliminari per la redazione della Revisione Generale di P.R.G.C. ed in particolare durante la fase di approfondimento “in loco” del territorio sono stati individuati, analizzate e localizzati alcuni elementi caratterizzanti il territorio, in quanto costituenti, per differente natura, “poli” di attrazione e/o di aggregazione per la popolazione. In questa fas sono state prese in considerazione anche le connessioni di tipo viabilistico e pedonali tra tali elementi.

Le polarità prese in esame, intese come elementi di attrazione o di aggregazione, sono state:

- S-Servizi per la collettività: comprende le sedi di attività amministrative e poli per l’erogazione di servizi quali gli Uffici Comunali e Giudiziari, le Caserme, le aree mercatali ed il mattatoio civico, i cimiteri, le chiese parrocchiali, i santuari di Madonna dei Fiori ed il Monastero delle Clarisse, le stazioni ferroviarie.

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- R-Poli ricreativi: comprende tutte le attrezzature di tipo sportivo, pubbliche e private (campi sportivi, piscine, palestre, bocciofile,…) ed i locali di pubblico spettacolo quali i cinema ed il Teatro Politeama.

- H-Strutture sanitarie: sono comprese tutte le attività assimilabili a quelle sanitarie, quindi ospedale, pronto soccorso, poliambulatori, cliniche private, case di cura e di riposo per anziani

- I-Poli scolastici (istruzione primaria e secondaria): comprende gli asili nidi, le scuole materne e tutte le strutture scolastiche di grado elementare, media e superiore; sono compresi anche l’istituto musicale Gandino e la nuova sede dell’Università di Scienze Gastronomiche con sede presso l’Agenzia di Pollenzo (università privata).

- M-Poli culturali: sono compresi i musei civici Craveri e di Archeologia e Storia naturale, gli edifici monumentali del centro storico costituenti un ideale percorso vittoriano, la Casa Natale del Beato Cottolengo, il centro polifunzionale Arpino comprendente Auditorio e Biblioteca e la Zizzola, edificio simbolo della città.

- C-Polo commerciale: comprende i maggiori supermercati presenti sul territorio comunale, sull’elaborato sono inoltre evidenziati i fronti stradali ad elevata densità commerciale.

- Addensamenti e polarità economico-produttive: comprende tutele attività di tipo produttivo artigianale dislocate sul territorio, trattandosi prevalentemente di grossi addensamenti (aree del PIP Monviso, etc…) non sono stati localizzati individualmente ed elencati nell’elaborato, ma solamente individuati in cartografia.

Ciascuno degli elementi riconosciuti come polarità è stato numerato, classificato, schedato e localizzato. La schedatura riporta denominazione ed indirizzo del fabbricato ed un’immagine dello stesso.

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Per la localizzazione si rimanda all’Allegato Q1, su cui vengono riportate in scala 1:5.000 gli elementi polari e le loro aree di pertinenza, differentemente colorati in base alla categoria di riferimento.

Come accennato in precedenza, è stato studiato anche la rete pedonale e carrabile di collegamento tra le varie polarità. In prima battuta siamo partiti dalla gerarchizzazione proposta dal Piano Generale del Traffico Urbano redatto nel marzo del 1999, individuando le strade a scorrimento veloce, le strade interquartiere, le strade di quartiere e quelle interzonali; e le principali viabilità di accesso al centro urbano, le principali arterie di attraversamento del centro urbano, le zone pedonali (via Cavour) e le linee ferroviarie. In questa fase si è riportata l’analisi del sistema viario fatta con la edazione del PUT del 1999. Più approfonditi studi in merito all’analisi del sistema viario esistente è stata condotta nella fase di indagine territoriale e pertanto è riportata nell’apposito capitolo 2.1.2

Dall’indagine delle polarità partono una serie di considerazioni sulla struttura del territorio: la prima è che i servizi sono condensati nell’area centrale del concentrico, mentre i quartieri più esterni hanno pochi servizi (scuola e talvolta il campo sportivo); la frazione di Pollenzo, ad eccezione dell’Università di Scienze Gastronomiche e del Complesso Albertino, ospita solo le scuole primarie; la frazione di Bandito ospita solo i sevizi elementari di istruzione, la stazione, un piccolo polo sportivo e la casa di riposo. Le frazioni minori in collina (San Matteo e San Michele) ed in pianura (Riva, Casa del Bosco, Falchetto) sono completamente prive di polarità ad eccezione della Chiesa e della scuola elementare (presente solo a S.Matteo e a Riva).

Da tale indagine emerge quindi ogni aumento del carico antropico non può esulare da una strategia progettuale incentrata sulla realizzazione di una rete capillare ed organizzata di aree a servizi, in special modo nelle frazioni ed in quelle parti marginali del tessuto edificato che a tutt’oggi ne sono completamente sprovvisti.

Seconda considerazione è sulla viabilità: le principali arterie di accesso al centro urbano portano direttamente nel centro storico e per attraversare la città si è costretti ad attraversare le strade centrali, piuttosto strette e caratterizzate da un’elevata presenza di attività commerciali e di scuole. Questa situazione fa sì che le strade centrali siano sempre congestionate e poco sicure dal punto di vista della fruizione pedonale, sia per gli studenti che per i clienti delle attività commerciali.

Anche in questo caso emerge la necessità di prevedere una razionalizzazione e potenziamento della rete viaria, cercando di allontanare i flussi di attraversamento dal centro storico, incentivando l’uso della tangenziale e creando nuove viabilità esterne di attraversamento. Inoltre per quanto riguarda le viabilità collinari sono spesso strette e di difficile percorrenza, occorrerà pertanto un rigoroso ripensamento anche per questa parte del territorio di grande pregio ambientale, ma irrimediabilmente compromessa da edificazioni estensive prive di adeguati criteri di accessibilità.

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Analisi storiche dell’evoluzione del territorio

Rif. Q2.1 - Schede dei Piani Regolatori (seconda metà del XX secolo)

Il lavoro di reperimento, raccolta e catalogazione degli strumenti di pianificazione antecedenti il vigente, oggetto della presente Revisione generale, ha richiesto una fase di organizzazione della mole di materiale a disposizione scaturito nelle schede che vengono qui riportate. Le schede contengono le informazioni principali circa le tavole consultate, quali l’autore, il luogo di conservazione, etc… oltre alla riproduzione fotografica della tavola stessa.

Di seguito si riporta un esempio di scheda tipo, per i contenuti specifici dei singoli elaborati si rimanda invece alla descrizione effettuata nei precedenti capitoli specifici.

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Rif Q2.2. - Schede delle cartografie storiche consultate

Anche per le cartografie storiche consultate si è resa necessaria una fase di organizzazione del materiale a disposizione, che ha portato alla produzione di schede che contengono le informazioni principali circa le tavole consultate, quali l’autore, il luogo di conservazione, etc… oltre alla riproduzione fotografica della tavola stessa.

Di seguito si riporta un esempio di scheda tipo, per i contenuti specifici dei singoli elaborati si rimanda invece alla descrizione effettuata nei precedenti capitoli specifici.

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Analisi delle corti

Rif. Q3 e All. Q3 - Analisi delle corti: Schede e planimetria di individuazione.

Lo studio condotto sulle “corti” dell’area del centro storico rientra nel percorso metodologico seguito che richiede di considerare, oltre al sistema del costruito anche il sistema degli spazi vuoti.

Tali spazi possono essere vuoti privati, quindi aree di pertinenza dei fabbricati, spesso sviluppatisi come cortili interni, oppure vuoti pubblici tra cui strade, piazze e parchi.

Gli spazi vuoti privati sono stati oggetto di uno specifico studio, sono stati rilevati, numerati, localizzati e schedati, con l’obiettivo di riconoscere il valore di tali spazi sulla base di elementi di valutazione quali: l’autenticità degli spazi, unitarietà della corta, livello di compromissione, etc….

Il risultato di tale lavoro di schedatura è riportato nell’elaborato sopra citato ed a titolo esemplificativo si riporta un esempio delle schede di analisi delle corti.

Le schede sono costituite, oltre che dalla localizzazione, da una parte descrittiva in cui si elencano le caratteristiche della corte, il tipo di pavimentazione, la presenza di elementi di pregio od originali, di alberature di alto fusto,… valutazioni circa lo stato di conservazione del manufatto, etc… e da una parte di rilievo fotografico. Tale studio ha permesso di evidenziare i cortili di ambito unitario dotati di un certo pregio, di caratteri di unitarietà, utilizzati come parametri per le indicazioni sui tipi di intervento possibili e di vincoli da apporre ai manufatti stessi.

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Documentazione fotografica

Rif. Q4 - Atlante delle immagini reperite in fase di sopralluogo.

Una fase molto importante del processo di redazione delle indagini di piano è stata quella costituita dai sopralluoghi sul territorio, condotti per avere conoscenza diretta della realtà territoriale su cui saremmo dovuti intervenire e per verificare le informazioni desunte dalle fonti cartografiche e bibliografiche. Durante tali sopralluoghi è stata acquisita una cospicua mole di immagini, essendo ogni rilievo sul posto finalizzato alla verifica di un differente aspetto del territorio.

Tutte le istantanee acquisite sono state raccolte e catalogate per data e per argomento ed è stato realizzato un Atlante digitale delle fotografie.

Per gli isolati del centro storico tale schedatura fotografica è stata condotta edificio per edificio, per le restanti aree urbanizzate sono state acquisite istantanee di insieme. Stesso discorso vale per le porzioni di territorio non urbanizzate, oggetto ugualmente di sopralluoghi mirati all’approfondimento delle conoscenze delle porzioni rurali del territorio comunale.

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2.2 Il contesto socio-economico

2.2.1 La struttura demografica: generalità

L’analisi demografica della popolazione del Comune di Bra si propone di fornire un quadro il più possibile esaustivo sulle dinamiche demografiche relative alla popolazione residente nel territorio braidese osservandone da un lato i movimenti più recenti e dall’altro ricostruendone movimenti e variazioni relative all’ultimo trentennio. Per lo studio relativo alla situazione demografica nel periodo 2002-2006 sono stai presi in considerazione i dati forniti dall’Anagrafe comunale, dalla Banca Dati Demografici dell’ISTAT e la Banca Dati Demografica Evolutiva (BDDE) della Regione Piemonte. Per i dati relativi all’evoluzione demografica nel periodo 1951-2001 si è fatto riferimento ai Censimenti generali delle Popolazioni e delle Abitazioni effettuati dall’ISTAT nel 1951, 1961, 1971, 1981, 1991, 2001.

Popolazione di Bra nei censimenti: 1861 – 13.908 abitanti 1871 – 13.658 abitanti 1881 – 14.214 abitanti 1901 – 15.676 abitanti 1911 – 17.120 abitanti 1921 – 16.932 abitanti 1931 – 17.519 abitanti 1936 – 17.139 abitanti 1951 – 18.005 abitanti 1961 – 19.163 abitanti 1971 – 23.541 abitanti 1981 – 26.441 abitanti 1991 – 27.211 abitanti

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2.2.2 Evoluzione demografica: periodo 1951-2001

Popolazione residente

Per quanto riguarda l’andamento storico, il Comune di Bra ha registrato nel corso della sua più recente storia amministrativa un notevole incremento demografico: la popolazione residente è infatti aumentata tra il 1951 ed il 2001 di circa 10.000 unità passando dagli originari 18.005 abitanti ai 27.988 registrati nell’ultimo censimento con incremento pari al 55% della popolazione.

Dall’analisi dei dati della popolazione ricavati dai Censimenti Generali dell’ISTAT si riscontra un trend positivo nei decenni 1951-81 (47%), ed un assestamento nei decenni successivi: 1981-91 (3%) e 1991-01 (3%), peraltro riscontrata anche nei dati desunti dall’Anagrafe riferiti al 31.12.2006, da cui risulta una popolazione residente di 28.856 abitanti. I dati complessivi della popolazione residente, per anno di censimento, sono riassunti nella tabella seguente.

Per una corretta interpretazione dell’evoluzione demografica del Comune di Bra appare interessante valutare l’andamento demografico degli altri comuni della provincia di Cuneo aventi al censimento del 2001 popolazione superiore ai 20.000 abitanti, in modo da poter valutare le variazioni delle realtà territoriali analoghe. Per completezza vengono di seguito riportate i dati relativi alla popolazione dei Comuni Contermini; essi sono però di poca rilevanza ai fini dei nostri studi demografici in quanto si tratta di realtà territoriali decisamente più piccole e quindi meno significativa.

1.1. Popolazione residente per anno di censimento (Comuni prov. Cuneo con più di 20.000 abitanti al Censimento 2001)

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Bra 18.005 19.163 23.541 26.441 27.211 27.988 Alba 16.466 21.110 28.675 31.372 29.382 29.910 Cuneo 39.867 46.065 54.544 55.875 55.794 52.334 Fossano 20.228 20.069 21.721 23.459 23.436 23.865 Mondovì 20.450 20.536 21.603 22.262 22.155 21.880

1.2. Popolazione residente per anno di censimento (Comuni Contermini)

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Cavallermaggiore 4.521 4.254 4.418 4.576 4.542 5.064 Cherasco 7.717 6.359 6.052 6.254 6.503 7.208 La Morra 3.371 2.770 2.604 2.399 2.416 2.610 Pocapaglia 2.416 2.175 2.042 2.084 2.296 2.758 Sanfrè 1.840 1.790 1.970 2.000 2.155 2.500 S.Vittoria d’Alba 1.521 1.648 1.809 1.979 2.403 2.512

Emerge chiaramente dalla tabella sopra riportata quanto i decenni degli anni ’60 e ’70 corrispondano al maggior incremento demografico dovuto al boom economico ed all’aumento delle realtà produttive del territorio; si assiste infatti ad un incremento

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superiore alle 7.000 unità nel corso di un ventennio, con un aumento pari al 25-30% della popolazione, mentre nell’ultimo ventennio si assiste ad una crescita demografica nettamente inferiore, nell’ordine delle 1500 unità con un aumento della popolazione nell’ordine del 5%. Dal raffronto con le altre realtà cuneese, paragonabili per popolazione ed importanza sul territorio, si vede come Bra sia l’unica città ad aver avuto un trend demografico sempre positivo negli ultimi 50 anni, le altre città compreso il capoluogo Cuneo, hanno invece vissuto momenti di decremento demografico in particolara tra i decenni 81-91.

Di seguito vengono riportati i dati relativi alla popolazione residente per fasce di età e per sesso della città di Bra, in valore assoluto ed in valore relativo in modo da rendere esplicita la ridefinizione interna delle classi di età conseguente al graduale aumento della popolazione, con una diminuzione della popolazione più giovane e della fascia tra i 15-24 anni a fronte di un consistente aumento della popolazione ultrasesantenne, che nel corso di mezzo secolo è quasi raddoppiata.

1.3.1 Distribuzione della popolazione residente per classi di età (valore assoluto)

1951 1961 1971 1981 1991 2001 M 710 942 729 628 640F 657 875 746 615 6810 - 4

Tot 1.367 1.406 1.817 1.475 1.243 1.321M 425 905 945 656 613F 383 877 850 629 6215 - 9

Tot 808 1.782 1.795 1.285 1.234M 475 776 1.004 739 652F 542 709 939 743 65810 - 14

Tot 1.017 1.916 1.485 1.943 1.482 1.310M 1.524 1.593 1.936 2.046 1.506F 1.558 1.656 1.884 1.905 1.45515 - 24

Tot 3.082 2.888 3.249 3.820 3.951 2.961M 1.185 1.644 2.029 2.062 2.190F 1.332 1.648 1.987 2.042 2.07325 - 34

Tot 2.517 3.006 3.292 4.016 4.104 4.263M 1.279 1.713 1.761 1.999 2.168F 1.473 1.710 1.769 2.018 2.07435 - 44

Tot 2.752 2.531 3.423 3.530 4.017 4.242M 1.210 1.284 1.766 1.690 1.933F 1.383 1.389 1.781 1.776 1.97645 - 54

Tot 2.593 2.686 2.673 3.547 3.466 3.909M 877 1.253 1.263 1.666 1.610F 1.091 1.455 1.422 1.733 1.75655 - 64

Tot 1.968 2.402 2.708 2.685 3.399 3.366M 858 1.227 1.513 1.683 2.203F 1.043 1.885 2.117 2.584 3.179oltre 65

Tot 1.901 2.328 3.112 3.630 4.267 5.382M 8.543 11.337 12.946 13.169 13.515F 9.462 12.204 13.495 14.042 14.473Totale

Tot 18.005 19.163 23.541 26.441 27.211 27.988

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1.3.2 Distribuzione della popolazione residente per classi di età (valore relativo)

1951 1961 1971 1981 1991 2001 M 3,94% 4,00% 2,76% 2,31% 2,29%F 3,65% 3,72% 2,82% 2,26% 2,43%0 - 4

Tot 7,59% 7,34% 7,72% 5,58% 4,57% 4,72%M 2,36% 3,84% 3,57% 2,41% 2,19%F 2,13% 3,73% 3,21% 2,31% 2,22%5 - 9

Tot 4,49% - 7,57% 6,79% 4,72% 4,41%M 2,64% 3,30% 3,80% 2,72% 2,33%F 3,01% 3,01% 3,55% 2,73% 2,35%10 - 14

Tot 5,65% 10,00% 6,31% 7,35% 5,45% 4,68%M 8,46% 6,77% 7,32% 7,52% 5,38%F 8,65% 7,03% 7,13% 7,00% 5,20%15 - 24

Tot 17,12% 15,07% 13,80% 14,45% 14,52% 10,58%M 6,58% 6,98% 7,67% 7,58% 7,82%F 7,40% 7,00% 7,51% 7,50% 7,41%25 - 34

Tot 13,98% 15,69% 13,98% 15,19% 15,08% 15,23%M 7,10% 7,28% 6,66% 7,35% 7,75%F 8,18% 7,26% 6,69% 7,42% 7,41%35 - 44

Tot 15,28% 13,21% 14,54% 13,35% 14,76% 15,16%M 6,72% 5,45% 6,68% 6,21% 6,91%F 7,68% 5,90% 6,74% 6,53% 7,06%45 - 54

Tot 14,40% 14,02% 11,35% 13,41% 12,74% 13,97%M 4,87% 5,32% 4,78% 6,12% 5,75%F 6,06% 6,18% 5,38% 6,37% 6,27%55 - 64

Tot 10,93% 12,53% 11,50% 10,15% 12,49% 12,03%M 4,77% 5,21% 5,72% 6,18% 7,87%F 5,79% 8,01% 8,01% 9,50% 11,36%oltre 65

Tot 10,56% 12,15% 13,22% 13,73% 15,68% 19,23%M 47,45% 48,16% 48,96% 48,40% 48,29%F 52,55% 51,84% 51,04% 51,60% 51,71%Totale

Tot 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00%

Paragonando i dati della popolazione braidese con i dati relativi alla popolazione per fasce di età del Piemonte e dell’Italia, emerge come la popolazione braidese sia percentualmente in linea con i parametri nazionali (di frazioni di punto lievemente più vecchia), mentre risulta percentualmente più giovane rispetto alla media regionale ( 24.4% di popolazione inferiore ai 25 anni contro il 21.5% regionale e 19.2% over 65 anni contro i 21.3% regionale).

1.4. Popolazione per fasce di età – Censimento Istat 2001

Classi di età BRA PIEMONTE ITALIA MF % MF % MF % Fino a 14 anni 15 - 24 anni 25 - 44 anni 45 - 64 anni 65 e più anni

3.865 2.961 8.505 7.275 5.382

13.8 10,6 30.4 26.0 19.2

509.421 394.982 1.264.876 1.148.184 895.831

12.1 9.4 30.0 27.2 21.3

8.103.185 6.387.979 17.479.725 14.378.981 10.645.874

14.2 11.2 30.7 25.2 18.7

TOTALE 27.988 100.0 4.213.294 100.0 56.995.744 100.0

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1.5. Evoluzione della popolazione residente

Prendendo in considerazione gli indicatori demografici ISTAT si nota come la città di Bra abbia un indice di vecchiaia inferiore al valore provinciale e regionale e lievemente inferiore a quello nazionale, ed un indice di dipendenza sostanzialmente in linea co i valori nazionale e regionale. Come già evidenziato dalle tabelle precedenti questo significa che la popolazione inferiore ai 15 anni rappresenta una percentuale maggiore rispetto a quella della Regione Piemonte, mentre la popolazione con più di 65 anni è percentualmente inferiore di un paio di punti al valore regionale. Per quanto riguarda il raffronto con i parametri nazionali le variazioni sono dell’ordine dell’0.5 punti percentuale, quindi poco rilevanti.

1.6 Indicatori demografici (Censimento Istat 2001)

Indice di vecchiaia (a) Indice di dipendenza (b) Bra 139,25 49,34 Provincia di CN 159,77 53,13 Piemonte 175,89 49,91 Italia Nord-occidentale 157,56 47,96 Italia 131,38 49,02

(a) rapporto percentuale avente a numeratore la popolazione di 65 anni e più e a denominatore quella di 0-14 anni. (b) rapporto percentuale tra la somma della popolazione di età inferiore ai 14 anni e superiore ai 65 anni (popolazione considerata non indipendente) e popolazione compresa tra i 14 ed i 65 anni.

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Totale 0-14 anni 15-24 anni25-44 anni 45-64 anni oltre 65 anni

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Stato Civile

Per quanto riguarda lo stato civile della popolazione residente a Bra si nota una lieve crescita nella popolazione celibe/nubile, che va di pari passo con il trend dell’aumento demografico; anche il numero delle persone coniugate è in lieve aumento, così come il numero dei vedovi (e soprattutto delle vedove) dovuto al progressivo invecchiamento della popolazione. Per quanto riguarda il numero di separati e/o divorziati il loro numero è in costante ascesa, a partire dall’emanazione della legge sul divorzio nel 1970. Tali valori sono esplicitati nella tabella seguente.

1.7.1 Stato Civile (valore assoluto)

1951 1961 1971 1981 1991 2001 M 4.134 4.186 5.173 5.496 5.528 5.543 F 4.375 4.185 4.829 4.907 4.745 4.816 celibe/nubile

Tot 8.509 8.371 10.002 10.403 10.273 10.359 M 4.070 4.701 5.845 6.936 7.121 7.170 F 4.075 4.677 5.938 6.906 7.217 7.178 coniugato/a

Tot 8.145 9.378 11.783 13.842 14.338 14.348 M - - - 107 127 226 F - - - 110 164 274 separato/a

legalmente Tot - - - 217 291 500 M - - - 37 98 211 F - - - 41 144 262 divorziato/a

Tot - - - 78 242 473 M 339 304 319 370 295 365 F 1.012 1.110 1.437 1.531 1.772 1.943 vedovo/a

Tot 1.351 1.414 1.756 1.901 2.067 2.308 M 8.543 9.191 11.337 12.946 13.169 13.515 F 9.462 9.972 12.204 13.495 14.042 14.473 Totale

Tot 18.005 19.163 23.541 26.441 27.211 27.988

Se analizziamo comunque la percentuale della popolazione in base allo stato civile, relativamente ai valori del Censimento 2001, e li esplicitiamo nel grafico sotto riportato, emerge come i coniugati rappresentino poco più della metà della popolazione, i celibi/nubili il 37%, i vedovi l’8%, mentre i separati/divorziati raggiungono complessivamente il 4% della popolazione. Tali dati sono in linea con quelli relativi allo stato civile della popolazione a livello provinciale e regionale. A livello nazionale emerge una percentuale leggermente superiore di celibi/nubili (40%) ed un valore inferiore di separati/divorziati (complessivamente 2%), come evidenziato dalla tabella allegata.

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1.7.2 Stato Civile (valore relativo)

Bra Prov CN Piemonte Italia NordOvest ITALIA celibe/nubile 37% 38% 36% 38% 40% coniugato/a 51% 51% 51% 50% 50% separato/a legalmente 2% 2% 2% 2% 1%

divorziato/a 2% 1% 2% 2% 1% vedovo/a 8% 9% 9% 8% 8%

Totale 100% 100% 100% 100% 100%

1.8. Distribuzione della popolazione residente per stato civile (Bra – Censimento ISTAT 2001)

Il grafico sopra riportato esplicita i valori descritti in precedenza sulla distribuzione della popolazione braidese per stato civile.

37%

51%

2%

2% 8%

celibe/nubile coniugato/a separato/a legalmente divorziato/a vedovo/a

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Densità Abitativa

La densità abitativa si basa sul numero di abitanti per kmq che nel caso di Bra è passato dal valore 302 ab/Kmq del 1951 a 460 ab/kmq del 2001, in linea con l’andamento demografico comunale. La maggior crescita, come esplicitato nel grafico sottostante, è avvenuta tra il 1961 ed il 1981 in concomitanza al boom demografico.

1.9. Densità abitativa (ab/kmq)

1951 1961 1971 1981 1991 2001 ab/kmq ab/kmq ab/kmq ab/kmq ab/kmq ab/kmq

densità abitativa 302 321 395 443 456 470

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Famiglie

Le analisi di lungo periodo evidenziano un progressivo e costante aumento delle famiglie che sonoraddoppiate dalle 5.552 del 1951 alle 11.318 del 2001 con una crescita del 100%. A fronte di questo aumento si registra però un calo del numero medio dei componenti con valori che scendono dal 3,24 del 1951 al 2,47 del 2001, tale fatto è dovuto a vari fattori tra cui l’aumento dei nuclei famigliari costituiti da una sola persona: si alzata l’età media delle persone che si sposano, sono aumentati il numero dei divorzi, allungandosi la vita aumentail numero di vedovi e soprattutto vedove.

1.10. Numero di famiglie

1951 1961 1971 1981 1991 2001 famiglie Num Num Num Num Num Num

1 persona - - 1.285 1.793 2.476 3.021 2 persone - - 1.999 2.564 2.988 3.373 3 persone - - 1.961 2.383 2.511 2.495 4 persone - - 1.492 1.854 1.918 1.856 5 persone - - 647 566 465 443

6 o più persone - - 397 261 176 130 Totale Famiglie 5.552 6.211 7.781 9.421 10.534 11.318

numero medio di componenti per

famiglia 3,24 3,09 3,03 2,80 2,58 2,47

1.11. Numero di famiglie

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

16.000

1951 1961 1971 1981 1991 2001

numero famiglie

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Istruzione

Nell’analisi del grado di istruzione della popolazione superiore ai sei anni, si nota un progressivo aumento del numero di persone in possesso di un titolo di studio, con un notevole aumento degli aventi titolo di studio almeno pari alla licenza media nei decenni tra il 1971 ed il 1981. Si nota come si assiste ad un raddoppio della popolazione in possesso di un titolo di studio superiore alla licenza elementare. Tale trend è proseguito anche nei decenni successivi, in particolar modo relativamente al conseguimento del diploma e della laurea.

A partire dai dati del Censimento 1981 emerge anche un progressivo aumento della popolazione femminile in possesso di un titolo di studio passando dal 4,8% in possesso di un diploma al 12,2% del 2001 e dallo 0,9% in possesso di laurea al 2,9% del 2001, superando il valore dei maschi in possesso di analogo titolo.

Al generale aumento della popolazione in possesso di un titolo di studio corrisponde una ridefinizione interna delle varie categorie. A partire dal 1971 vi è un calo costante del 4% per decennio di possessori della sola licenza elementare, con un’impennata di possessori di licenza media tra il ’71 e l’81 per poi stabilizzarsi nei decenni successivi; a partire dall’81 è in aumento il numero dei possessori di diploma con un incerenento del 3% per decennio e della popolazione in possesso di laurea con aumento significativo nell’ultimo decennio.

1.12.1 Grado di istruzione della popolazione residente superiore ai sei anni (valore assoluto)

TITOLO DI STUDIO 1951 1961 1971 1981 1991 2001

M 115 141 192 329 396 751F 46 62 91 232 276 777Laurea

Tot 161 203 283 561 672 1.528M 343 442 748 1.355 2.076 3.119F 299 379 631 1.180 2.131 3.226Diploma

Tot 642 821 1.379 2.535 4.207 6.345M 739 1.091 1.725 3.497 4.605 4.749F 505 777 1.453 3.070 4.023 4.075Licenza di scuola

media inferiore Tot 1.244 1.868 3.178 6.567 8.628 8.824M 5.576 5.898 5.218 5.014 4.253 3.189F 6.751 7.109 6.037 5.873 5.409 4.334Licenza

elementare Tot 12.327 13.007 11.255 10.887 9.662 7.523M 903 813 2.199 1.748 1.029 889F 1.001 848 2.814 2.078 1.352 1.151Alfabeti privi di

titolo di studio Tot 1.904 1.661 5.013 3.826 2.381 2.040M 154 97 95 79 58 63F 203 100 117 141 133 110Analfabeti

Tot 357 197 212 220 191 173M 6.773 7.572 7.883 10.195 11.330 11.808F 7.601 8.327 8.212 10.355 11.839 12.412Totale dei forniti

di titolo di studio Tot 14.374 15.899 16.095 20.550 23.169 24.220M 7.830 8.482 10.177 12.022 12.417 12.760F 8.805 9.275 11.143 12.574 13.324 13.673TOTALE

Tot 16.635 17.757 21.320 24.596 25.741 26.433

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1.12.2. Grado di istruzione della popolazione residente superiore ai sei anni (valore relativo)

TITOLO DI STUDIO 1951 1961 1971 1981 1991 2001

M 0,7% 0,8% 0,9% 1,3% 1,5% 2,8%F 0,3% 0,3% 0,4% 0,9% 1,1% 2,9%Laurea

Tot 1,0% 1,1% 1,3% 2,3% 2,6% 5,8%M 2,1% 2,5% 3,5% 5,5% 8,1% 11,8%F 1,8% 2,1% 3,0% 4,8% 8,3% 12,2%Diploma

Tot 3,9% 4,6% 6,5% 10,3% 16,3% 24,0%M 4,4% 6,1% 8,1% 14,2% 17,9% 18,0%F 3,0% 4,4% 6,8% 12,5% 15,6% 15,4%Licenza di scuola

media inferiore Tot 7,5% 10,5% 14,9% 26,7% 33,5% 33,4%M 33,5% 33,2% 24,5% 20,4% 16,5% 12,1%F 40,6% 40,0% 28,3% 23,9% 21,0% 16,4%Licenza

elementare Tot 74,1% 73,2% 52,8% 44,3% 37,5% 28,5%M 5,4% 4,6% 10,3% 7,1% 4,0% 3,4%F 6,0% 4,8% 13,2% 8,4% 5,3% 4,4%Alfabeti privi di

titolo di studio Tot 11,4% 9,4% 23,5% 15,6% 9,2% 7,7%M 0,9% 0,5% 0,4% 0,3% 0,2% 0,2%F 1,2% 0,6% 0,5% 0,6% 0,5% 0,4%Analfabeti

Tot 2,1% 1,1% 1,0% 0,9% 0,7% 0,7%M 40,7% 42,6% 37,0% 41,4% 44,0% 44,7%F 45,7% 46,9% 38,5% 42,1% 46,0% 47,0%Totale dei forniti

di titolo di studioTot 86,4% 89,5% 75,5% 83,6% 90,0% 91,6%M 47,1% 47,8% 47,7% 48,9% 48,2% 48,3%F 52,9% 52,2% 52,3% 51,1% 51,8% 51,7%TOTALE

Tot 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

1.13. Distribuzione della popolazione residente per titolo di studio

Il grado di alfabetizzazione della popolazione braidese si è comunque mantenuti già a partire dagli anni ’50 su valori lievemente superiori alla media nazionale, con un livello di

0,0%

10,0%

20,0%

30,0%

40,0%

50,0%

60,0%

70,0%

80,0%

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Laurea Diploma Licenza media Licenza elementare

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analfabetismo significativamente pari all’1% a partire dai valori desunti dal Censimento del 1971.

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Occupazione

Osservando le analisi di lungo periodo si nota come la realtà occupazionale braidese abbia avuto fino agli anni ottanta un maggior numero di occupati nel settore secondario, mentre da metà anni ottanta ai giorni nostri il settore maggiormente rappresentativo sia il terziario.

Il settore primario, che nel ’51 occupava un quinto della forza lavoro disponibile, è diminuito notevolmente fino al ’71, per poi assestarsi su valori inferiori al 5% in lenta costante diminuzione. Il settore secondario ha conosciuto un’impennata nella percentuale di popolazione occupata fino al ’71 raggiungendo il 56,7% degli addetti (con un picco in numero nell’81) per poi decrescere lievemente fino al 43% del 2001. Il settore terziario è stato in crescita a partire dal ’51 passando dal 31% al 54% del 2001, con una decisa impennata di addetti tra il ’71 e l’81 (10 punti percentuali) ed una costante crescita fino al 2001.

1.14.1 Popolazione occupata per attività economica

1951 1961 1971 1981 1991 2001 Num % Num % Num % Num % Num % Num %

M 1.525 19,5% 1.161 14,9% 609 7,0% - - 393 3,4% 282 2,3%

F 88 1,1% 147 1,9% 59 0,7% - - 177 1,5% 129 1,1%settore

primario Tot 1.613 20,6% 1.308 16,7% 668 7,7% 544 4,9% 570 5,0% 411 3,4%

M 2.699 34,4% 3.054 39,1% 3.849 44,3% - - 3.770 32,8% 3.874 32,2%

F 1.083 13,8% 976 12,5% 1.084 12,5% - - 1.381 12,0% 1.283 10,7%settore

secondario Tot 3.782 48,2% 4.030 51,6% 4.933 56,7% 5.483 49,8% 5.151 44,9% 5.157 42,9%

M 1.569 20,0% 1.633 20,9% 1.900 21,9% - - 2.966 25,8% 3.019 25,1%

F 875 11,2% 846 10,8% 1.194 13,7% - - 2.790 24,3% 3.430 28,5%settore

terziario Tot 2.444 31,2% 2.479 31,7% 3.094 35,6% 4.985 45,3% 5.756 50,2% 6.449 53,7%

M 5.793 73,9% 5.848 74,8% 6.358 73,1% - - 7.129 62,1% 7.175 59,7%

F 2.046 26,1% 1.969 25,2% 2.337 26,9% - - 4.348 37,9% 4.842 40,3%TOTALE

OCCUPATI Tot 7.839 100% 7.817 100% 8.695 100% 11.012 100% 11.477 100% 12.017 100%

1.14.2 Popolazione occupata per attività economica (numero addetti: valore assoluto e relativo)

Per quanto riguarda la composizione dell’occupazione per sesso si consta come la popolazione femminile sia fortemente aumentata dal ’51 al 2001 raddoppiando quasi in valore percentuale, a discapito di quella maschile che è scesa dal 74% al 60%. Rimane

0,0%

10,0%

20,0%

30,0%

40,0%

50,0%

60,0%

70,0%

80,0%

1951 1961 1971 1981 1991 2001

settore primario settore secondario settore terziario

01.0002.0003.0004.0005.0006.0007.0008.0009.000

10.00011.00012.00013.000

1951 1961 1971 1981 1991 2001

settore primario settore secondario settore terziario Totale occupati

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comunque evidente che nella realtà braidese la forza lavoro femminile fatichi ancora ad affermarsi. Analizzando i settori di attività emerge come il settore primario abbia una percentuale di addetti di sesso femminile sostanzialmente invariata nel periodo ’51-2001, mente il settore secondario abbia una lieve ma costante diminuzione, infine il settore terziario si conferma in crescita anche per quello che riguarda le donne occupate.

Passando all’osservazione specifica delle diverse attività (relative al Censimento 2001) si nota come il settore primario sia prevalentemente composto da addetti all’agricoltura, il settore secondario da addetti alle attività manifatturiere (circa il 78% del settore), mentre l’attività terziaria è più articolata ed è composta da un 30% del settore addetto al commercio, dal 13% occupato nella sanità e nei servizi sociali e l’11% occupato nel campo dell’istruzione (questi ultimi settori sono anche quelli in cui la componente di addetti femminile supera quella maschile). Analizzando le attività globalmente emerge che il 33% della popolazione occupata svolge attività manifatturiere, la seconda attività per numero di addetti è quella del commercio che occupa il 16,5%, mentre tutte le altre attività hanno percentuali inferiori al 10%.

1.15. Popolazione occupata per sezioni di attività economica (Censimento 2001)

numero addetti percentuale M F Tot M F Tot

Agricoltura, caccia e silvicoltura 280 125 405 2,33% 1,04% 3,37%ATTIVITA' PRIMARIA Pesca, piscicoltura e servizi connessi 2 4 6 0,02% 0,03% 0,05%

Estrazioni di minerali 15 4 19 0,12% 0,03% 0,16%Attività manifatturiere 2.863 1.197 4.060 23,82% 9,96% 33,79%Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua 45 16 61 0,37% 0,13% 0,51%

ATTIVITA' SECONDARI

A Costruzioni 951 66 1.017 7,91% 0,55% 8,46%Commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione di beni 1.101 879 1.980 9,16% 7,31% 16,48%

Alberghi e ristoranti 179 204 383 1,49% 1,70% 3,19%Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 356 86 442 2,96% 0,72% 3,68%Intermediazione monetaria e finanziaria 224 192 416 1,86% 1,60% 3,46%Attività immobiliari, informatica, altre attività imprenditoriali 343 279 622 2,85% 2,32% 5,18%

Pubblica ammininstrazione e difesa, assicurazione sociale obbligatoria 257 184 441 2,14% 1,53% 3,67%

Istruzione 161 564 725 1,34% 4,69% 6,03%Sanità e altri servizi sociali 211 628 839 1,76% 5,23% 6,98%Altri servizi pubblici, sociali e personali 161 269 430 1,34% 2,24% 3,58%Servizi domestici presso famiglie o convivenze 25 145 170 0,21% 1,21% 1,41%

ATTIVITA' TERZIARIA

Organizzazioni ed organismi extraterritoriali 1 0 1 0,01% 0,00% 0,01%

TOTALE 7.175 4.842 12.017 59,71% 40,29% 100%

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Tassi relativi all’occupazione

La disparità di situazione tra popolazione occupata maschile e femminile viene sottolineata ancora dall’analisi dei diversi tassi relativi all’occupazione. Qui si evince come le donne abbiano tassi di occupazione ed attività decisamente inferiori a quelli degli uomini – rispettivamente 61,80% contro 37,20% e 64,05% contro 42,06%. Questi dati si ripercuoto sul tasso di disoccupazione generale con un picco femminile del 8% a fronte del maschile 3,51%. Anche nel lavoro giovanile le cose non cambiano: le donne presentano il 17,98% rispetto ad un 11,06% maschile.

1.16. Tassi relativi all’occupazione (Censimento 2001)

M 64,05%F 42,06%Tasso di attività

Tot 52,64%M 61,80%F 37,20%Tasso d'occupazione

Tot 49,82%M 3,51%F 8,00%Tasso di disoccupazione

Tot 11,51%M 11,06%F 17,98%Tasso di disoccupazione

giovanile Tot 14,19%

Tasso d’attività: è dato dal rapporto percentuale avente al numeratore la popolazione di 15 anni e più appartenente alle forze di lavoro e al denominatore il totale della popolazione avente la stessa classe di età

Tasso di occupazione: è dato dal rapporto percentuale avente al numeratore la popolazione di 15 anni e più occupata e al denominatore il totale della popolazione avente la stessa classe di età

Tasso di disoccupazione: è dato dal rapporto percentuale avente al numeratore la popolazione di 15 anni e più in cerca di occupazione e al denominatore il totale della popolazione avente la stessa classe di età

Tasso di disoccupazione: è dato dal rapporto percentuale avente al numeratore i giovani della classe di età 15-24 anni in cerca di occupazione e al denominatore le forze di lavoro aventi la stessa classe di età

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2.2.3 Evoluzione demografica: periodo 2002-2006

Movimento naturale e migratorio

Passando all’analisi più recente dei dati demografici relativi alla popolazione residente del comune di Bra, abbiamo compiuto un’analisi specialistica nel periodo 2002-2006, grazie alle informazioni desunte dalla banca dati comunale.

2.1 Quadro riassuntivo dei movimenti demografici (movimento naturale e migratorio)

2002 2003 2004 2005 2006 M 132 125 138 150 131F 137 115 134 140 133nati

Tot 269 240 272 290 264M 111 142 139 132 157F 139 152 118 141 148morti

Tot 250 294 257 273 305M 21 -17 -1 18 -26F 15 -37 16 -1 -15saldo naturale

Tot 19 -54 15 17 -41M 494 546 507 427 428F 510 494 483 411 472iscritti

Tot 1004 1040 990 838 900M 373 346 387 403 421F 384 340 354 352 416cancellati

Tot 757 686 741 755 837M 121 200 120 24 7F 126 154 129 59 56saldo migratorio

Tot 247 354 249 83 63M 142 183 119 42 -19F 141 117 145 58 41SALDO TOTALE

Tot 266 300 264 100 22M 13.697 13.880 13.997 14.039 14.020F 14.559 14.676 14.821 14.880 14.921TOTALE

POPOLAZIONE Tot 28.256 28.556 28.818 28.919 28.941

Dalla tabella precedente si evince, in continuità con le indicazioni fornite dalle indagini sul lungo periodo, che la popolazione del Comune di Bra ha subito negli anni più recenti una battuta d’arresto stabilizzandosi intorno alle 29.000 unità. L’incremento annuo di popolazione è intorno alle 250-300 unità, ad eccezione dell’ultimo biennio, in cui tale incremento si è arrestato intorno a valori inferiori alle 100 unità’.

E’ utile notare che l’incremento demografico sia in buona parte dovuto alla presenza di popolazione straniera residente, con un tasso di natalità che corrisponde ad un terzo dei nati ed è in costante crescita.

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Per meglio comprendere l’andamento demografico dell’ultimo quinquennio si è preso in considerazione l’andamento della popolazione residente anche nelle realtà locali del territorio cuneese aventi analoga importanza territoriale e popolazione raffrontabile e nei comuni contermini. Tranne il Capoluogo Cuneo che nel corso dell’ultimo biennio è stato interessato da un lieve calo demografico, Alba e Fossano mantengono un lieve incremento, Mondovì invece nell’ultimo biennio ha subito una battuta d’arresto mantenendo pressoché costante la sua popolazione. Per quanto riguarda i comuni contermini mantengono tutti un tren positivo seppur incrementando di poche unità la propria popolazione, fa eccezione Cherasco che ha incrementato nell’ultimo quinquennio la sua popolazione di 500 unità con un incremento intorno al 5%, dato ben superiore alla media degli altri comuni.

2.2 Popolazione residente popolazione 2002 2003 2004 2005 2006 Alba 29.834 30.034 30.083 30.151 30.302 Bra 28.298 28.541 28.819 28.919 28.941 Cuneo 54.642 54.875 54.914 54.817 54.687 Fossano 23.970 24.085 24.198 24.274 24.293 Mondovì 21.998 21.969 22.068 22.048 22.047

popolazione 2002 2003 2004 2005 2006 Cavallermaggiore 5.099 5.149 5.160 5.213 5.236 Cherasco 7.339 7.506 7.624 7.711 7.842 La Morra 2.621 2.632 2.668 2.667 2.701 Pocapaglia 2.785 2.847 2.880 2.932 2.930 Santa Vittoria d'Alba 2.564 2.585 2.591 2.609 2.653 Verduno 512 513 523 528 525

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Popolazione presente per classi di età

Dividendo la popolazione residente in fasce di età risulta evidente come in tutti i casi la popolazione stia lentamente invecchiando (Tale dato emerge chiaramente dall’andamento a trapezio rettangolo rovesciato del grafico relativo alla popolazione dell’anno 2006 con pochi giovani e molti anziani).

Analizzando la popolazione in valore assoluto si nota un aumento della popolazione inferiore ai 10 anni e della popolazione oltre i 50 anni, un decremento nella fascia di età tra i 25-34 anni, mentre le altre fascie di età rimangono sostanzialmente stabili. Se si valuta la distribuzione della popolazione in valore percentuale (relativo) appare evidente una situazione di stabilità per la popolazione inferiore ai 15 anni, un lievissimo calo percentuale nella fascia tra 15-24 anni, un calo di 1,5 punti percentuali nella fascia 25-34, una situazione di stabilità tra i 35-54 anni, ed un aumento per la popolazione oltre i 55 anni, più ridotto nella fascia 55-64, più evidente (intorno ad 1 punto percentuale) per la popolazione superiore ai 65 anni.

2.2.1 Distribuzione della popolazione per classi di età (valore assoluto)

2002 2003 2004 2005 2006 M 641 642 647 680 672 F 661 646 644 641 652 0 - 4

Tot 1.302 1.288 1.291 1.321 1.324 M 613 630 661 655 674 F 665 703 720 704 710 5 - 9

Tot 1.278 1.333 1.381 1.359 1.384 M 552 541 525 528 500 F 524 520 501 547 539 10 - 14

Tot 1.076 1.061 1.026 1.075 1.039 M 1.441 1.467 1.458 1.468 1.461 F 1.391 1.382 1.395 1.401 1.401 15 - 24

Tot 2.832 2.849 2.853 2.869 2.862 M 2.118 2.107 2.103 1.990 1.940 F 2.014 1.980 1.943 1.876 1.843 25 - 34

Tot 4.132 4.087 4.046 3.866 3.783 M 2.297 2.362 2.367 2.392 2.423 F 2.152 2.253 2.281 2.292 2.272 35 - 44

Tot 4.449 4.615 4.648 4.684 4.695 M 1.947 1.949 1.966 1.997 2.004 F 1.953 1.922 1.942 1.949 1.977 45 - 54

Tot 3.900 3.871 3.908 3.946 3.981 M 1.622 1.652 1.682 1.696 1.718 F 1.797 1.814 1.806 1.824 1.838 55 - 64

Tot 3.419 3.466 3.488 3.520 3.556 M 2.466 2.530 2.588 2.633 2.628 F 3.402 3.456 3.589 3.646 3.689 oltre 65

Tot 5.868 5.986 6.177 6.279 6.317 M 13.697 13.880 13.997 14.039 14.020 F 14.559 14.676 14.821 14.880 14.921 Totale

Tot 28.256 28.556 28.818 28.919 28.941

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2.2.2 Distribuzione della popolazione per classi di età (valore relativo)

2002 2003 2004 2005 2006 M 2,3% 2,2% 2,2% 2,4% 2,3% F 2,3% 2,3% 2,2% 2,2% 2,3% 0 - 4

Tot 4,6% 4,5% 4,5% 4,6% 4,6% M 2,2% 2,2% 2,3% 2,3% 2,3% F 2,4% 2,5% 2,5% 2,4% 2,5% 5 - 9

Tot 4,5% 4,7% 4,8% 4,7% 4,8% M 2,0% 1,9% 1,8% 1,8% 1,7% F 1,9% 1,8% 1,7% 1,9% 1,9% 10 - 14

Tot 3,8% 3,7% 3,6% 3,7% 3,6% M 5,1% 5,1% 5,1% 5,1% 5,0% F 4,9% 4,8% 4,8% 4,8% 4,8% 15 - 24

Tot 10,0% 10,0% 9,9% 9,9% 9,9% M 7,5% 7,4% 7,3% 6,9% 6,7% F 7,1% 6,9% 6,7% 6,5% 6,4% 25 - 34

Tot 14,6% 14,3% 14,0% 13,4% 13,1% M 8,1% 8,3% 8,2% 8,3% 8,4% F 7,6% 7,9% 7,9% 7,9% 7,9% 35 - 44

Tot 15,7% 16,2% 16,1% 16,2% 16,2% M 6,9% 6,8% 6,8% 6,9% 6,9% F 6,9% 6,7% 6,7% 6,7% 6,8% 45 - 54

Tot 13,8% 13,6% 13,6% 13,6% 13,8% M 5,7% 5,8% 5,8% 5,9% 5,9% F 6,4% 6,4% 6,3% 6,3% 6,4% 55 - 64

Tot 12,1% 12,1% 12,1% 12,2% 12,3% M 8,7% 8,9% 9,0% 9,1% 9,1% F 12,0% 12,1% 12,5% 12,6% 12,7% oltre 65

Tot 20,8% 21,0% 21,4% 21,7% 21,8% M 48,5% 48,6% 48,6% 48,5% 48,4% F 51,5% 51,4% 51,4% 51,5% 51,6% Totale

Tot 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

2.3 Distribuzione della popolazione per fasce di età (anno 2006)

0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0%

0 - 4

5 - 9

10 - 14

15 - 24

25 - 34

35 - 44

45 - 54

55 - 64

oltre 65

Maschi Femmine Totale

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Analizzando il grafico della popolazione in valore relativo si nota come gli abitanti con più di 65 anni rappresentino più del 20% della popolazione totale; la seconda fascia più popolosa riguarda gli abitanti tra i 35-44 anni, mentre i ragazzi di età inferiore ai 15 anni rappresentano il 13% della popolazione.

Per quanto riguarda la classificazione per sesso si nota come fino ai 15 anni di età la popolazione sia ugualmente divisa in maschi e femmine, con una minima preponderanza di queste ultime, nella fascia tra 15 e 54 anni si assiste ad una preponderanza maschile, mentre nella popolazione superiore ai 55 anni si assiste ad un cambio di tendenza con una preponderanza femminile che prende un netto sopravvento sopra i 65 anni di età.

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Stato civile

I dati relativi allo stato civile della popolazione residente si nota come nel corso dell’ultimo quinquennio non vi siano state grosse variazioni della distribuzione delle varie categorie all’interno della popolazione; si assiste ad un progressivo aumento dei celibi/nubili (passati dal 36,8 al 38%), una lieve flessione dei coniugati (passati dal 53,2 al 51,6%), un leggero aumento dei divorziati (dal 1,9 al 2,5%), mente i vedovi mantengono pressoché costante la propria influenza attestandosi al 7,9% della popolazione. Tali valori confermano comunque il trend evidenziato dall’analisi sul lungo periodo, segnato da un aumento delle convivenze e delle separazioni, con conseguente diminuzione del numero delle persone coniugate. E’ interessante inoltre notare come, analizzando per sesso lo stato civile della popolazione emerga che i coniugati e divorziati sono abbastanza bilanciati (differenza di alcune decine di unità), mente le nubili sono inferiori in numero ai celibati di circa un migliaio di unità, e le vedove si avvicinino alle 2000 unità, mentre i vedovi sono meno di 400.

2.4 Tabella della popolazione per Stato civile (valore assoluto)

2002 2003 2004 2005 2006 M 5.620 5.749 5.871 5.937 5.949 F 4.796 4.875 4.996 5.043 5.064 celibe/nubile

Tot 10.416 10.624 10.867 10.980 11.013 M 7.509 7.528 7.502 7.468 7.416 F 7.557 7.539 7.544 7.550 7.508 coniugato/a

Tot 15.066 15.067 15.046 15.018 14.924 M 238 262 285 297 313 F 310 333 356 385 410 divorziato/a

Tot 548 595 641 682 723 M 348 348 339 337 342 F 1.920 1.907 1.925 1.902 1.939 vedovo/a

Tot 2.268 2.255 2.264 2.239 2.281 M 13.715 13.887 13.997 14.039 14.020 F 14.583 14.654 14.821 14.880 14.921 Totale

Tot 28.298 28.541 28.818 28.919 28.941

2.5 Distribuzione della popolazione residente per stato civile (anno 2006)

38,1%

51,6%

2,5%7,9%

celibe/nubileconiugato/adivorziato/avedovo/a

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Densità abitativa

Un altro parametro preso in considerazione nell’analisi a lungo termine che viene ripreso dallo studio sull’andamento demografico dell’ultimo quinquennio è la densità abitativa intesa come numero di abitanti per kmq. Si nota come a partire dal 2002 ed in continuità con il trend dell’ultimo decennio la densità abitativa sia lentamente cresciuta fino a stabilizzarsi sul valore 485 ab/kmq degli ultimi due anni.

2.6 Densità abitativa

2002 2003 2004 2005 2006 ab/kmq ab/kmq ab/kmq ab/kmq ab/kmq

densità abitativa 474 479 483 485 485

300

350

400

450

500

550

600

2002 2003 2004 2005 2006

Densità abitativa (ab/kmq)

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Popolazione straniera

L’analisi sulla popolazione straniera presente sul territorio di Bra è stata condotta a partire dagli anni ’90, ovvero da quando si hanno dei dati disponibili circa questo fenomeno. L’immigrazione di popolazione straniera è difatti un fenomeno piuttosto recente, che si va via via affermando, ed è in continua crescita. Come evidenziato dalle tabelle allegate in seguito i cittadini stranieri erano nel 1993 poco più di 200, di cui più della metà provenienti dall’Africa centro-settentrionale, mentre nel 2006 sono stati quasi 2400 unità, la cui metà provenienti dall’Albania e dalla Romania, con un aumento di circa 10 volte nel corso di poco più di un decennio. Nel corso dell’ultimo quinquennio la popolazione straniera residente è passata da valori di poco inferiori al 5% nel 2002 all’8.3% del 2006 e come emerge chiaramente dal quadro riassuntivo dei movimenti demografici è in aumento il numero dei cittadini stranieri nati in Italia. Tale dato è ancora più significativo se si confronta l’andamento del saldo naturale della popolazione straniera con quello della popolazione residente totale: mentre il saldo naturale totale è in calo toccando valori negativi, il saldo naturale degli stranieri si mantiene positivo ed in costante aumento per tutto il quinquennio considerato sottolineando il ruolo della popolazione straniera nel rinnovamento di quella totale.

2.9 Quadro riassuntivo dei dati demografici relativi alla popolazione straniera residente 2002 2003 2004 2005 2006 Nati 38 23 47 52 52 Morti 3 0 5 2 3 saldo naturale 35 23 42 50 49 iscritti 266 428 398 323 347 cancellati 77 120 198 171 183 saldo migratorio 189 308 200 152 164

SALDO TOTALE 224 331 242 202 213 Totale popolazione straniera 1.407 1.738 1.980 2.182 2.395 rispetto alla popolazione residente 4,98% 6,09% 6,87% 7,55% 8,28%

2.10 Evoluzione della popolazione straniera residente

1.000

1.200

1.400

1.600

1.800

2.000

2.200

2.400

2.600

2002 2003 2004 2005 2006

Popolazione straniera

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Analizzando la distribuzione della popolazione per macroaree di provenienza (Europa UE, altri stati europei, Africa, America, Asia ed Oceania) si osserva come sia variata nel corso dell’ultimo decennio la composizione della popolazione straniera residente.

Agli inizi degli anni ’90, quasi il 60% della popolazione straniera proveniva dall’Africa con in testa il Marocco con 77 presenze ed il Senegal con 33 unità, al secondo posto vi erano con il 17% della popolazione straniera totale i cittadini provenienti dall’Europa extra UE (con in testa un piccolo gruppo di Albanesi – 19 unità) ed il 10 % dall’America. Fino al 2000 la maggior parte della popolazione straniera residente era proveniente dall’Africa con 472 unità (Marocco in testa con 360) ed al secondo posto vi erano i cittadini europei extra UE con 463 unità (di cui 353 provenienti dall’Albania) con un’incidenza delle restanti macroaree di provenienza inferiore ai 4 punti percentuale. A partire dal 2001 si assiste ad un mutamento dell’immigrazione con il superamento da parte della popolazione proveniente da paesi europei extra UE della popolazione proveniente dal continente africano: tale tendenza si è man mano consolidata sino a raggiungere i dati odierni di 1319 unità provenienti da paesi europei extra UE contro 847 unità provenienti dall’Africa (al primo posto troviamo gli Albanesi con 964 persone, al secondo i Marocchini con 639 persone ed al terzo i Romeni con 264 presenze), le restanti aree di provenienza influiscono poco con valori intorno al 4% per l’Asia ed al 2-3% per UE ed America..

2.10 Distribuzione della popolazione straniera per macroaree di provenienza

1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006Europa (UE) 17 20 22 21 22 25 24 24 - 33 37 39 52Altri stai europei 38 56 62 91 133 207 356 463

599- 939 1123 1252 1319

Africa 131 162 192 216 271 353 431 472 482 - 654 696 746 847America 23 23 30 20 23 29 24 37 35 - 54 60 59 70Asia 13 19 11 17 18 27 33 35 63 - 57 63 85 106Oceania 0 0 0 0 0 0 0 0 2 - 1 1 1 1TOTALE 222 280 317 365 467 641 868 1.031 1.183 1.407 1.738 1.980 2.182 2.395

2.11.1 Distribuzione della popolazione straniera per macroaree di provenienza (dati relativi agli anni 1993-2001)

0

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001

Europa UE Altri stati europei Africa America Asia

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2.11.2 Distribuzione della popolazione straniera per macroaree di provenienza (dati relativi agli anni 2003-2006)

Di seguito sono riportati due diagrammi che mostrano il cambiamento nella composizione percentuale della popolazione straniera alla situazione del 1993 e del 2006. (Va ricordato che nel 1993 la popolazione straniera residente era pari a 222 abitanti, mentre nel 2006 era decuplicata e pari a 2.395 abitanti), con il cambio di provenienza della popolazione straniera maggiormente presente: nel 1993 era l’Africa, nel 2006 sono gli stati europei extra UE, le rimanenti aree di provenienze sono diminuite in rapporto relativo pur essendo lievemente cresciute in numero. Resta da dire che l’Oceania con la sua unica rappresentante australiana rappresenta l’ultima macroarea in ordine di importanza.

0

200

400

600

800

1000

1200

1400

2003 2004 2005 2006

Europa UE Altri stati europei Africa America Asia

Percent uale popolazione st raniera al 1993

8%

17%

59%

10%6% 0%

Europa (UE) Alt r i st ai europei (NON UE) Af rica America Asia Oceania

Percent uale popolazione st raniera al 2006

2%

56%35%

3% 4%0%

Europa (UE) Alt r i st ai europei (NON UE) Af r ica America Asia Oceania

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2.2.4 Le attività economiche

Relativamente alle attività economiche presenti sul territorio braidese sono stati raccolti ed analizzati i dati relativi alle imprese, rimandando per quanto riguarda la situazione degli addetti per le varie categorie di attività al Capitolo 2.2.2 in cui si descrive l’evoluzione demografica. L’analisi del sistema economico della Città di Bra è stata condotta partendo dai dati forniti dalla Camera di Commercio della Provincia di Cuneo, integrandoli, ove possibile con i dati ISTAT.

Lo studio si compone di una prima parte in cui vengono presentati i dati relativi alle imprese dell’intera provincia di Cuneo e della città di Bra ed al loro andamento demografico ed una seconda parte in cui vengono analizzati nello specifico i settori: primario (agricoltura), secondario (industria) e terziario (commercio, trasporti e servizi).

Per una trattazione più approfondita del settore commerciale si rimanda algi elaborati costituenti Adeguamento ai criteri commerciali approvati con DCC 3 26/01/2009, cui vengono esplicati i dati relativi all’adeguamento alle nuove disposizioni normative in materia commerciale.

A tale proposito, vale la pena richiamare i dati del Censimento Popolazione ISTAT del 2001 relativi alla popolazione attiva occupata. Analizzando le percentuali per settore di attività emerge come oltre metà della popolazione sia occupata nel settore terziario (con un 16% impiegato nel commercio in generale), il 43% occupata nel settore secondario (principalmente attività manifatturiere) ed il restante 3% in attività primarie (agricoltura in testa) come emerge dal grafico riportato. Il numero degli addetti nel 2001 superava di poco le 12.000 unità

Popolazione occupata per settori di attività

ATTIVITA' PRIMARIA

3%

ATTIVITA' SECONDARIA

43%ATTIVITA'

TERZIARIA54%

Popolazione occupata per sezioni di attività economica – dati percentuali (Censimento 2001)

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Il Sistema delle imprese della Provincia di Cuneo

La Provincia di Cuneo è la seconda a livello regionale per il numero di imprese dopo la provincia di Torino. Nell’ultimo triennio il numero delle imprese è cresciuto leggermente, con una flessione tre il 2005-2006 (in controtendenza con i dati regionali) come si evince dalla tabella seguente: Consistenza delle imprese attive per provincia:

imprese provincia 2004 2005 2006

var % 2005-2006

Cuneo 71.634 72.053 71.828 -0,31%Piemonte 407.137 411.217 413.648 0,59%Fonte: Registro Imprese – Banca dati Stock View – Camera di commercio di Cuneo

Analizzando ora le imprese attive distinte per settore di attività economica della sola Provincia di Cuneo emerge che il lieve trend negativo (- 0,31%) nell’andamento dell’attività imprenditoriale cuneese è generato dal bilancio di alcune attività in calo prima tra tutte i trasporti e le comunicazioni con una flessione pari al 4,22% e l’agricoltura con una flessione del 2,87%; sono invece in crescita le costruzioni con un incremento del 3,56% ed i servizi con un incremento del 2,28%; pressoché invariati sono il settore dell’industria e quello del commercio e degli alberghi.

Numero di imprese attive distinte per settore di attività economica (dati relativi alla Provincia di Cuneo):

IMPRESE ATTIVE PER SETTORE DI ATTIVITA' SETTORE 2004 2005 2006

var % 2005-2006

AGRICOLTURA 26.673 26.201 25.450 -2,87%INDUSTRIA 7.112 7134 7129 -0,07%COSTRUZIONI 9.584 9896 10248 3,56%COMMERCIO E ALBERGHI 16.269 16.434 16.461 0,16%

TRASPORTI-COMUNICAZIONI 1.822 1826 1749 -4,22%

SERVIZI 9.919 10.336 10.572 2,28%IMPRESE NON CLASSIFICATE 255 226 219 -3,10%

TOTALE 71.634 72.053 71.828 -0,31%Fonte: Registro Imprese – Banca dati Stock View – Camera di commercio di Cuneo

Dinamica delle imprese per provincia:

indice di natalità indice di mortalità indice di sviluppo provincia 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006

Cuneo 5,91 5,87 6,12 6,31 5,64 6,66 -0,40 0,23 -0,54Piemonte 7,43 7,26 7,35 6,45 6,34 6,69 0,97 0,91 0,65Fonte: Registro Imprese – Banca dati Stock View – Camera di commercio di Cuneo

Anche per quel che riguarda la dinamica delle imprese l’indice di natalità della provincia di Cuneo è tra i più bassi della regione, secondo solo alla provincia di Biella anche se in

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trend positivo rispetto agli anni precedenti, mentre l’indice di mortalità si mantiene grossomodo nella media, con un trend positivo rispetto agli anni precedenti; di conseguenza anche l’indice di sviluppo è tra i più bassi della Regione. Movimento demografico imprese – anno 2006:

agricoltura industria costruzioni commercio alberghi e ristoranti

trasporti e comunicazioni servizi imprese non

classificate TOTALE

Iscrizioni 692 381 937 900 202 48 555 915 4.630Cessazioni 1.489 452 699 1.070 282 138 641 269 5.040Cuneo Saldo -797 -71 238 -170 -80 -90 -86 646 -410Iscrizioni 1.982 2.565 6.803 7.916 1.235 657 5.192 7.804 34.154Cessazioni 3.989 3.341 5.092 8.734 1.690 1.197 5.586 1.485 31.114Piemonte Saldo -2.007 -776 1.711 -818 -455 -540 -394 6.319 3.040

Fonte: Registro Imprese – Banca dati Stock View – Camera di commercio di Cuneo

I dati indicati nelle dinamiche delle imprese trovano riscontro nell’analisi del movimento demografico delle imprese: per la provincia di Cuneo, solo le costruzioni e gli altri tipi di imprese hanno avuto un saldo positivo, nel 2006, in continuità con il trend provincialeed il ramo dell’agricoltura e dei trasporti fanno registrare i maggiori saldi negativi. In complesso però il saldo regionale è in crescita mentre il saldo della provincia di Cuneo è in negativo con un valore di 410.

Di contro è molto positivo il dato della densità imprenditoriale della provincia di Cuneo, pari a 12 imprese ogni 100 abitanti, ovvero una impresa ogni 8 abitanti, considerando l’intera popolazione (anche minori ed anziani); tale dato è il più alto delle provincie piemontesi , e supera anche quello regionale che raggiunge le 9 imprese ogni 100 abitanti. Passando ad analizzare le imprese attive della Provincia di Cuneo per forma giuridica emerge una lieve flessione nelle imprese individuali che rappresentano un valore pari al 72% del totale, le società di persone che rappresentano altre il 20% del totale sono in lieve crescita, e le società di capitali sono in forte crescita passando in due anni dal 5,3 al 6,1% del totale. Imprese attive distinte per forma giuridica (valore assoluto)

IMPRESE ATTIVE PER FORMA GIURIDICA SETTORE 2004 2005 2006

var % 2005-2006

imprese individuali 52.220 52.105 51.492 -1,18%società di persone 14.554 14.787 14.902 0,78%società di capitali 3.826 4.124 4.369 5,94%altre forme giuridiche 1.034 1.037 1.065 2,70%

TOTALE 71.634 72.053 71.828 -0,31%Fonte: Registro Imprese – Banca dati Stock View – Camera di commercio di Cuneo

Imprese attive distinte per forma giuridica (valore relativo)

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IMPRESE ATTIVE PER FORMA GIURIDICA SETTORE % 2004 % 2005 % 2006 imprese individuali 72,90% 72,31% 71,69%società di persone 20,32% 20,52% 20,75%società di capitali 5,34% 5,72% 6,08%altre forme giuridiche 1,44% 1,44% 1,48%

TOTALE 100% 100% 100%Fonte: Registro Imprese – Banca dati Stock View – Camera di commercio di Cuneo

Il Sistema delle imprese della città di Bra

Passando ora all’analisi di dettaglio dell’area braidese emerge che negli ultimi anni l’imprenditoria braidese ha conosciuto una fase di lenta crescita intervallata da anni con trend maggiormente positivo come il 2001 ed il 2005 seguiti nell’anno successivo da momenti di arresto. Nell’ultimo anno la variazione è stata leggermente negativa: analizzando nel dettaglio i settori di attività gli unici settori con saldo positivo sono le costruzioni ed il commercio, oltre che quelle non classificate; tra quelle in maggio flessione troviamo l’industria, i trasporti e l’agricoltura con valori superiori al 3% di decremento.

Consistenza delle imprese registrate nel Comune di Bra – anni 1999-2006

SETTORE 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 var % 2005-2006

AGRICOLTURA 321 321 317 308 302 297 295 286 -3,05%INDUSTRIA 316 320 328 315 325 329 324 312 -3,70%COSTRUZIONI-EDILIZIA 444 474 496 507 542 574 599 613 2,34%

COMMERCIO-ALBERGHI 857 875 901 861 888 865 881 887 0,68%

TRASPORTI-COMUNICAZIONI 75 77 76 74 76 86 92 89 -3,26%

SERVIZI 622 670 849 698 671 688 728 724 -0,55%IMPRESE NON CLASSIFICATE / / / / 19 15 15 16 6,67%

TOTALE 2.635 2.737 2.967 2.763 2.823 2.854 2.934 2.927 -0,24%

In relazione alla situazione provinciale, la città di Bra si attesta sui valori medi, registrando un sensibile calo delle imprese industriali (-3,70% contro lo 0,07% della media provinciale) ed una leggera flessione delle attività per servizi (che decrescono dello 0,55% contro una tendenza provinciale positiva al 2,28%)

Un aspetto preso in considerazione nell’analisi delle imprese è quello relativo all’imprenditorialità femminile. I dati in nostro possesso riguardano gli anni dal 2003 al 2006 relativamente alla Provincia di Cuneo ed al 2005 per quanto riguarda la citta di Bra.

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Nel 2006 le imprese “in rosa” erano pari a 17.391 unità rappresentando quasi il 25% delle imprese totali della provincia di Cuneo: la provincia cuneese infatti è seconda solo a Torino per numero di imprese femminili. Se si analizza l’incidenza percentuale delle imprese femminili sul totale delle imprese attive, la provincia di Cuneo è terza dopo Alessandria ed Asti, ed in valore relativo superiore alla media regionale.

La variazione percentuale tra il 2005 ed il 2006 è pari al 2,68% in totale, analizzando nello specifico i vari settori di attività emerge come i trasporti e le comunicazioni siano il settore maggiormente in declino, mentre quello delle costruzioni è quello con il maggior trend positivo (senza contare le imprese non classificate). Analizzando invece la ripartizione settoriale emerge che al primo posto troviamo l’agricoltura, al secondo il commercio e alberghi ed al terzo i servizi.

Un dato significativo è il contributo apportato dalle imprese femminili al mondo imprenditoriale, valutato con l’incidenza sul totale delle imprese nello specifico settore: i comparti con maggior numero di imprese femminili sono gli alberghi e ristoranti (34%), i servizi (32,5%), agricolo (31%) e commercio (27,6%), come riportato dalle tabelle seguenti:

Consistenza delle imprese femminili attive per settore di attività in provincia di Cuneo:

IMPRESE FEMMINILI ATTIVE

SETTORE 2003 2004 2005 2006 var %

2005-2006

AGRICOLTURA 8.555 8.338 8.165 7.903 -3,21% INDUSTRIA 974 958 983 996 1,32% COSTRUZIONI 328 342 363 372 2,48% COMMERCIO 3.638 3.681 3.739ALBERGHI - RISTORANTI 921 937 971

4.726 0,34%

TRASPORTI-COMUNICAZIONI 145 161 177 145 -18,08% SERVIZI 3.206 3.308 3.422 3.206 -6,31% IMPRESE NON CLASSIFICATE 43 40 37 43 16,22%

TOTALE 17.810 17.765 17.857 17.391 -2,68% Fonte: Registro Imprese – Banca dati Stock View – Camera di commercio di Cuneo

Analizzando la ripartizione delle imprese femminili secondo la forma giuridica si nota come, in accordo con i trend totali delle imprese attive, sia l’impresa individuale la tipologia di impresa scelta dalle donne (quasi l’80% del totale), seguita da società di persone, società di capitali e da ultime le cooperative. In continuità con la tendenza consolidatasi a livello provinciale e regionale, nell’ultimo triennio sono aumentate le società di persone, le cooperative e le società di capitali (che sono raddoppiate), mentre le imprese individuali sono in costante flessione.

Consistenza delle imprese femminili attive per forma giuridica in provincia di Cuneo:

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IMPRESE FEMMINILI ATTIVE forma giuridica 2003 2004 2005 2006 imprese individuali 14.610 14.455 14.366 14.072società di persone 2.833 2.881 2.971 2.988società di capitali 224 289 373 451cooperative 111 117 121 124altre forme giuridiche 32 23 26 28

TOTALE 17.810 17.765 17.857 17.663Fonte: Registro Imprese – Banca dati Stock View – Camera di commercio di Cuneo

Molto positivo risulta infine il dato relativo alla densità imprenditoriale delle imprese femminili per la provincia di Cuneo, che è pari a 6,09 imprese ogni 100 abitanti, corrispondente ad un’impresa ogni 16 abitanti; tale valore è il più alto registrato per le province piemontesi seguito da Asti e da Alessandria: la media regionale è pari a 4,47 imprese ogni 100 donne.

Analizzando i medesimi dati per la realtà imprenditoriale braidese si nota come nel corso dell’ultimo triennio siano aumentate le imprese femminili; tale crescita però non permette di equilibrare la percentuale di attività “in rosa” rispetto al totale che nel 2005 superava di poco il 20%, attestandosi su valori decisamente più bassi rispetto alla media provinciale e regionale. I settori in maggiore crescita (per numero di esercizi aperti) sono il commercio e i servizi, seguiti da agricoltura, alberghi e trasporti (3 imprese ciascuno). Valutando le variazioni percentuali rispetto al 2005, le attività in maggiore sviluppo sono i trasporti, gli alberghi e l’agricoltura. Sono invece in calo l’industria ed il settore delle costruzioni.

Consistenza delle imprese femminili attive per settore di attività nel Comune di Bra:

IMPRESE FEMMINILI ATTIVE SETTORE 2002 2003 2004 2005

var % 2004-2005

AGRICOLTURA / 50 48 51 6,25%INDUSTRIA / 62 60 58 -3,33%COSTRUZIONI / 22 23 21 -8,70%COMMERCIO / 208 208 217 4,33%ALBERGHI - RISTORANTI / 32 30 33 10,00%

TRASPORTI-COMUNICAZIONI / 5 9 12 33,33%

SERVIZI / 184 190 196 3,16%IMPRESE NON CLASSIFICATE / 2 1 1 0,00%

TOTALE / 565 569 589 +5,27%

Passando all’analisi delle imprese femminili di Bra per forma giuridica emerge come la tipologia più diffusa sia quella dell’impresa individuale, che in controtendenza con i trend provinciali è in aumento, la seconda tipologia è quella della società di persone, in lieve aumento ed al terzo le società di capitale che contano 21 unità e sono in costante crescita. Le cooperative sono costituite da poche unità (4 nel 2005).

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Consistenza delle imprese femminili attive per forma giuridica nel Comune di Bra: IMPRESE FEMMINILI ATTIVE Forma giuridica 2002 2003 2004 2005 imprese individuali / 383 383 395società di persone / 166 162 168società di capitale / 13 19 21cooperative / 3 5 4altre forme giuridiche / 0 0 1

TOTALE / 565 569 589

Confrontando i dati provinciali e comunali, emerge come l’imprenditorialità femminile braidese si discosti dalla media della provincia di Cuneo, sia per il trend globale (positivo e superiore al 5%, contro una flessione superiore a 2,5%), sia per le differenze tra le varie categorie: l’agricoltura, i trasporti ed i servizi che nella provincia hanno valori negativi, a Bra presentano percentuali fortemente positive, l’industria e le costruzioni che tirano a livello provinciale, nel Comune hanno vissuto una battuta d’arresto; le attività commerciali ed alberghiere registrano invece un notevole incremento, mentre a livello provinciale restano pressoché costanti.

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Le imprese artigiane

Analizzando il sistema dell imprese artigiane della Provincia di Cuneo relativi agli ultimi anni (dal 1999 al 2004) emerge una crescita quasi costante (dell’ordine del centinaio) fino al 2003. Nel 2004 si riscontra una flessione di circa 700 unità (dell’ordine del 3%). I settori maggiormante presenti sono qualeeli delle costruzioni e delle attività manifatturiere.

Imprese artigiane distribuite per settori Provincia di Cuneo ATTIVITA’ 1999 2000 2001 2002 2003 2004

Agricoltura, caccia 248 265 243 252 256 272Estrazione mineraria 63 63 58 55 51 26Attività manifatturiere 6.013 6.039 6.081 6.134 6.135 5.658Produzione e distribuzione energia, acqua, gas 4 6 6 6 6 4

Costruzioni 7.206 7.267 7.697 7.907 8.214 8.351Commercio ingrosso e minuto 1.939 1.951 1.813 1.714 1.669 1.555

Trasporti e comunicazioni 1.873 1.902 1.715 1.662 1.627 1.440Informazione, ricerca 552 572 586 581 564 535Pubblica amministrazione, Istruzione, Sanità 1.950 1.959 1.908 1.881 1.918 1.868

TOTALE 19.848 20.024 20.107 20.230 20.479 19.781 Dalla tabella seguente che rappresenta il parallelo tra la città di Bra e la Provincia di Cuneo iscritte al registro delle imprese emerge che nel 2005 il numero delle imprese in provincia di Cuneo ha ricominciato a crescere; analizzando invece la realtà braidese, nel corso dell’ultimo quinquennio con l’eccezione del 2001 che ha registrato un lieve calo, il trend è sempre stato in leggera crescita con 1.072 imprese iscritte nel 2005.

Imprese artigiane iscritte al registro delle imprese in parallelo Bra/Provincia di Cuneo

ANNO NUMERO IMPRESE ISCRITTE (Prov. Cuneo)

NUMERO IMPRESE ISCRITTE (Bra)

2000 20.024 999

2001 20.107 945

2002 20.230 996

2003 20.479 1.026

2004 19.781 1.065

2005 20.263 1.072

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2.2.5 Il settore primario

Il settore primario occupa una percentuale piuttosto bassa della popolazione attiva braidese (pari al 4.2% - dati Censimento 2001), riveste però un ruolo di primo piano nel ruolo delle attività economiche: il comune di Bra è infatti interessato da un settore agricolo particolarmente vivace, basato su solide basi storico-tradizionali e su molteplici iniziative di innovazione tecnologica. Tale tendenza è confermata dal valore della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) risulta percentualmente maggiore di 5 punti percentuali rispetto alla media provinciale (dati V Censimento generale dell’agricoltura - 2000).

Superficie Agricola Utilizzata (SAU)

SAU superficie totale % ha ha Bra 3.767,46 5.017,97 75,1% Prov. Cuneo 330.740,61 469.751,03 70,4% Piemonte 1.069.565,01 1.528.265,73 70,0%

Fonte: ISTAT “V censimento generale dell’agricoltura” 2000

Osserviamo ora più nello specifico i diversi tipi di utilizzo della SAU: si nota come il territorio agricolo braidese sia in larga parte interessato da colture redditizie quali i seminativi (pari all’80% circa della SAU), seguito dai pascoli e prati permanenti (16% della SAU) ed il restante interessato da coltivazioni legnose (4% della SAU). Questi valori sono in controtendenza con il territorio della provinicia di Cuneo, per più di metà dalla SAU complessiva interessato da pascoli e prati permanenti e per il 40% da seminativi; analizzando la situazione regionale si nota invece un’inversione di colture prevalenti (54% della SAU a seminativi e 37% a prati e pascoli). Tale dato conferma la tendenza del territorio braidese alla produzione di prodotti orticoli di ottima qualità ed ampia varietà soprattutto nella parte bassa verso Pollenzo, ed alla produzione di cereali, a cui si aggiunge l’importante attività dell’allevamento bovino che produce una filiera (latte, carne, concia delle pelli) che ha fortemente condizionato lo sviluppo e la crescita di Bra nel corso dell’ultimo secolo. Valutando il numero di aziende, si vede come le 376 aziende agricole braidese abbiano una SAU media superiore alla media provinciale e regionale: 10 ha circa contro gli 8,41 ha della provincia di Cuneo e gli 8,84 ha medi per le aziende a livello regionale.

Composizione della SAU

SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA

Seminativi Coltivazioni legnose agrarie

Prati permanenti e pascoli Totale

ha % ha % ha % ha

Bra 3.001,67 79,7% 160,31 4,3% 605,48 16,1% 3.767,46 Prov. Cuneo 131.276,64 39,7% 48.708,77 14,7% 179.985,41 54,4% 330.740,61Piemonte 578.419,96 54,1% 96.810,76 9,1% 394.334,29 36,9% 1.069.565,01

Fonte: ISTAT “V censimento generale dell’agricoltura” 2000

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SAU media per azienda n. aziende SAU SAU media ha ha

Bra 376 3.767,46 10,02 Prov. Cuneo 39.336 330.740,61 8,41 Piemonte 120.965 1.069.565,01 8,84

Fonte: ISTAT “V censimento generale dell’agricoltura” 2000

Analizzando il numero di imprese per tipo di possesso si vede come quasi il 70% delle stesse siano in titolo di proprietà, con valori comunque inferiori alla media provinciale e regionale, mentre proporzionalmente le aziende in titolo di affitto sono pari ad un valore che è circa il doppio di quello provinciale e regionale.

Analizzando invece il tipo di possesso della SAU, la situazione varia notevolmente con la maggior parte della SAU in titolo di possesso misto (nel caso di Bra quasi esclusivamente parte in proprietà e parte in affitto), valore che si attesta intorno al 50% per il territorio provinciale e regionale. La proprietà rappresenta poco più del 25% della SAU complessiva e l’affitto del 4%; l’uso gratuito rappresenta anche in questo caso una frazione trascurabile.

Numero aziende per tipo di possesso

TITOLO DI POSSESSO DEI TERRENI Proprietà Affitto Uso gratuito Miste

TOTALE

num % num % num % num % num

Bra 260 69,15% 12 3,19% 1 0,27% 103 27,39% 376 Prov. Cuneo 28.301 72,02% 776 1,97% 455 1,16% 9.766 24,85% 39.298 Piemonte 65.175 77,41% 1.150 1,37% 719 0,85% 17.148 20,37% 84.192 Fonte: ISTAT “V censimento generale dell’agricoltura” 2000

SAU per tipo di possesso

TITOLO DI POSSESSO DEI TERRENI Proprietà Affitto Uso gratuito Miste

TOTALE

ha % ha % ha % ha % ha

Bra 953,37 25,31% 154,90 4,11% 4,57 0,12% 2.654,62 70,46% 3.767,46 Prov. Cuneo 150.723,11 45,57% 18.475,40 5,59% 2.299,32 0,70% 159.241,78 48,15% 330.739,61 Piemonte 251.839,11 43,73% 27.054,94 4,70% 3.588,17 0,62% 293.415,66 50,95% 575.897,88

Fonte: ISTAT “V censimento generale dell’agricoltura” 2000

Da tali analisi emerge come il territorio braidese sia interessata da un consistente numero di aziende di dimensioni medio piccole (intorno ai 10 ha di SAU), operanti su terreni di proprietà o in regime misto di proprietà ed affitto.

I dati del Censimento 2001 sono avvalorati dallo studio agronomo condotto per la presente Revisione generale riportato, a cui si rimanda integralmente al Rapporto Ambientale costituente parte integrante della presente Revisione Generale di P.R.G.C.. Vale la pena di ricordare come le attività trainanti siano l’orticoltura di campo e protetta, che produce ortaggi di eccellente qualità rinomati a livello regionale ed extraregionale e di conseguenza molto redditizi, la zootecnia sia bovina nei suoi due aspetti di qualità e latte sia cunicola, la

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produzione cerealicolo-foraggera in cui predomina il mais affiancato da risaie da seme, pioppicoltura e dal settore emergente del noccioleto-corileto.

In definitiva, pur impiegando un numero di addetti percentualmente modesto rispetto alla popolazione attiva, l’agricoltura per la realtà comunale di Bra rappresenta un settore economico ancora fortemente caratterizzante, soprattutto collegato alla valorizzazione enogastronomica del territorio.

Sono difatti due i prodotti gastronomici braidesi che sono conosciuti ed apprezzati a livello nazionale ed internazionale: si tratta del formaggio o toma di Bra, formaggio di latte vaccino, prodotto nelle due qualità tenero e duro, che può fregiarsi del titolo di Prodotto di Origine Protetta (D.O.P.) e della salsiccia di Bra realizzata con carne magra di vitello e pancetta di maiale che dal 2003 è un marchio di qualità con disciplinare di produzione ed è riconosciuta nell’Atlante dei prodotti agroalimentari tradizionali del Piemonte. La produzione della salsiccia di Bra può fregiarsi di una Concessione Regia di Casa Savoia a firma di Re Carlo Alberto nel 1847. Tale atto proibiva la produzione di salsicce bovine in tutto il territorio nazionale con l’eccezione di quella prodotta a Bra dai macellai locali. La leggenda vuole che tale provvedimento fosse stato emesso per danneggiare la forte comunità ebraica della vicina Cherasco che, per motivi religiosi, non poteva consumare carne di maiale. Successivamente, per evitare un rapido irrancidimento delle carni, i macellai braidesi miscelarono il grasso suino alla carne magra, sostituendo così l'utilizzo del grasso bovino.

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2.2.6 Il settore Secondario

A Bra il settore secondario occupa circa il 45% della popolazione attiva (dato ISTAT Censimento 2001) e ricopre circa un terzo delle imprese attive con attività manifatturiere, costruzioni, e produzioni varie; come già descritto nei paragrafi precedenti, il settore artigianale è piuttosto vivace con oltre mille imprese iscritte nel registro del 2005.

Il Comune di Bra è sede di alcune grosse realtà produttive quali la Abet Laminati SpA costruita nel 1957 e produttrice di laminati decorativi, l’Arpa Industriale che produce laminati plastici ad alta pressione dal 1954, la Rolfo nata nel 1885 nel settore dell’allestimento delle attrezzature per il trasporto dei veicoli e di numerose realtà minori.

Nonostante i dati relativi agli ultimi anni dimostrino un settore in crisi, con un lento costante decremento delle imprese a livello comunale, nella realtà braidese l’attuazione di alcuni strumenti urbanistici quali il PIP Monviso ed il PIP Pollenzo dimostrano una fiducia degli imprenditori locali in tale settore, fortemente radicato nella tradizione locale. A tal proposito riportiamo di seguito i dati relativi ai nuovi impianti industriali realizzati tra il 2000 ed il 2005.

ANNO DENOMINAZIONE AZIENDA INDIRIZZO ATTIVITA’ PREVALENTE SUPERFICIE (mq)

2000 Bra Servizi C.so Monviso Riciclaggi ecologici 2.306,59

“ Agnelli Snc Via G. Piumati Compensati Legno 1.200,00

“ Baratti & Milano Via Don Orione, 119/b Dolciaria 16,60

“ Borello F.lli Via Don Orione Mangimificio 111,00

2001 Rolfo Spa Via 1° Maggio Rimorchi autocarri 104,00

“ ABET Laminati Spa Str.Falchetto, 30 Laminati plastici 4.825.00

“ ABET Laminati Spa Viale Industria, 21 Laminati plastici 481,00

“ ABET Laminati Spa Str.Falchetto, 30 Laminati plastici 360,00

2002 Rolfo Spa C.so IV Novembre, 30 Carrozzeria 3.878,24

“ ABET Laminati Spa Viale Industria, 21 Laminati plastici 1.035,00

“ Bra Servizi C.so Monviso Riciclo materiali 4.670,00

“ Baratti & Milano Via Don Orione, 119/b Dolciaria 1.992,85

“ ABET Laminati Spa Viale Industria, 21 Laminati plastici 200,00

2003 AGRILEASING Spa Via Gabotto Soc. Finanziaria 296,00

“ Mondial Car Service Snc Loc. Tetti Arlorio Carrozzeria 1.873,88

“ S.B.S. Leasing Spa C.so Monviso Soc. Finanziaria 2.788,50

“ Soc. EMMEGI Snc Str. Crosassa, 15/a Fabbri, Carpenteria 590,15

ABET Laminati Spa Str.Falchetto, 30 Laminati plastici 100,00

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ANNO DENOMINAZIONE AZIENDA INDIRIZZO ATTIVITA’

PREVALENTE SUPERFICIE

(mq)

2004 Mondial Car Service Snc C.so Monviso

Autoriparazioni parti meccaniche, elettriche e motoristiche

2.813,00

“ RG2 di Racca G&G snc C.so Monviso Impresa edile 1.680,00

“ Siecab srl C.so Monviso

Realizzazione impianti elettrici, industriali, automatizzati, di trazione

720,00

2005 Abet Laminati SpA Viale Industria, 21 Laminati plastici 48,00

Le superfici maggiori impiegate riguardano l’Abet Laminati (con quasi 5.300mq in Strada Falchetto e quasi 1.800mq in viale Industria), la Bra Servizi (con circa 7.000mq in c.so Monviso), la MondialCar Service (4.700 mq circa in corso Monviso), la Rolfo (quasi 4.000mq) ed infine la Baratti & Milano (2000mq in via Don Orione a Bandito).

Analizzando la localizzazione sul territorio degli insediamenti, le aree maggiormente coinvolte da attività produttive ed industriali sono quelle a sud di via Piumati in corrispondenza del PIP Monviso, in fase di realizzazione; in tale zona è anche dislocata la BraGas, unico stabilimento del comune ad essere sottoposto a R.I.R. Se si analizza il Piano Regolatore in base alle destinazioni d’uso emerge come il blocco produttivo tra via Piumati e Corso Monviso si insinui come una spina all’interno del tessuto residenziale cittadino, di fatto creando una cesura tra la parte centrale ed i quartieri posti a sud in direzione di Roreto di Cherasco, e rappresentando una barriera rafforzata dalla presenza della ferrovia tra due porzioni di città.

Altro polo fortemente industriale è l’area compresa tra la tangenziale, la ferrovia e strada Falchetto, interessato in buona parte dal PEC dell’Abet di recente approvazione. Non sono esenti dalla presenza di attività produttive le due frazioni principali: la periferia a nord di Bandito in direzione Sanfrè è occupata da alcuni stabilimenti, così come il triangolo compreso tra la strada provinciale 261, strada Crociera Burdina e via Nogaris in località Pollenzo, dove è in corso di realizzazione il nuovo PIP Pollenzo.

Per quanto riguarda le attività artigianali, esse sono dislocate in maniera più diffusa sul territorio comunale; spesso poste come zona cuscinetto tra la destinazione produttiva e quella residenziale; un discreto numero è localizzato intorno al nucleo centale di Bandito, si tratta per lo più di imprese medio piccole di modeste dimensioni; aziende di maggiori dimensioni sono localizzate a nord del concentrico di Bra in direzione Bandito, in corrispondenza del nuovo centro commerciale. Le altre aree a destinazione artigianale sono localizzate sulle principali direttrici verso Cuneo (SS 231) e verso Alba (SP 261).

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2.2.7 Il settore Terziario

Il settore terziario a Bra occupa oltre la metà della popolazione (dati ISTAT – Censimento 2001) e delle imprese registrate al 2006. Attività trainanti per numero di imprese ed addetti sono il commercio ed il settore turistico ed alberghiero, i servizi (sanitari, istruzione, pubblica amministrazione, attività imprenditoriali) giocano un ruolo importante nel sistema socioeconomico braidese. Di seguito vengono descritte sinteticamente le caratteristiche del settore commerciale e di quello turistico-alberghiero

Il Commercio

Rammentiamo in questa sede che la Revisione generale di P.R.G.C. adegua il territorio comunale alle nuove disposizioni regionali in materia di commercio (DGR 50-10831 del 24/03/2006, e pertanto per la trattazione dei criteri commerciali al documento approvato con D.C.C. n. 3 del 26-01-2009. In questa fase di indagine abbiamo acquisito i dati circa la dislocazione e la diffusione degli esercizi commerciali.

Nella tabella seguente vengono indicate i dati relativi allo sviluppo dei pubblici esercizi attivi nel Comune di Bra nel quinquennio 2000-2005; si nota come gli esercizi di vicinato siano aumentati del 12% passando dai 488 del 2000 ai 552 del 2005; nello specifico il settore misto è l’unico che ha subito una diminuzione, i negozi del settore alimentare sono cresciuti di sole tre unità, mentre il grosso incremento si è riscontrato nel settore non alimentare (+64 esercizi). Per quanto riguarda le medie strutture di vendita il loro numero è rimasto immutato dal 2000al 2005 con una ridistribuzione delle categorie, sono aumentati gli esercizi del settore misto a discapito di quelli del settore non alimentare.

Imprese commerciali per settore: esercizi di vicinato

COMMERCIO FISSO ESERCIZI DI VICINATO 2000 2005

settore misto 42 39settore alimentare 87 90settore non alimentare 359 423 TOTALE 488 552Fonte: Ufficio Commercio Comune di Bra

Imprese commerciali per settore: medie strutture di vendita

MEDIE STRUTTURE 2000 2005 settore misto 8 11settore alimentare 0 0settore non alimentare 22 19 TOTALE 30 30

Analizzando nel dettaglio i pubblici esercizi, in questa categoria assistiamo ad un significativo incremento del numero di attività commerciali che passano dai 98 del 2000 ai

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132 del 2005 (+ 35% circa). Tutte le tipologie di pubblico esercizio sono cresciute nel corso dell’ultimo quinquennio, in particolare i ristoranti ed i ristoranti con bar.

Pubblici esercizi per settore

PUBBLICI ESERCIZI 2000 2005 ristoranti (A) 9 15bar/caffè (B) 44 55ristoranti/bar (A+B) 23 33bar in sala danza (tipo C) 3 5bar in complessi recettivi alle sole persone alloggiate

2 3

bar in aree di servizio 3 3circoli privati 14 18TOTALE 98 132Fonte: Ufficio Commercio Comune di Bra

Relativamente alla localizzazione degli esercizi commerciali, il centro storico e alcune delle direttrici principali presentano fronti commerciali continui costituiti per lo più da attività di vicinato localizzato al piano terra; le frazioni di Bandito e Pollenzo sono servite da pochi negozi di vicinato localizzati sulla viabilità principale, mentre alcune isolate attività di media distribuzione sono dislocate in capannoni singoli in aree periferiche, in particolare a Pollenzo nel triangolo compreso tra la SP n. 7 e la SP 261. Le altre frazioni risultano quasi del tutto prive persino delle attività commerciali di prima necessità.

Nel concentrico le aree terziarie sono localizzate principalmente nella zona di Madonna dei fiori e sulle direttrici verso la tangenziale: viale Costituzione e via Piumati. L’unico addensamento commerciale di tipo L2 presente sul territorio è il centro commerciale del supermercato Big Store (supermercato + 20 negozi) in viale Madonna dei fiori, inaugurato nell’estate del 2007 fortemente contestato dai commercianti braidese.

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Il settore Turistico e alberghiero

Il settore turistico negli ultimi anni è andato affermandosi maggiormente nel comune braidese, in particolare a seguito delle iniziative in campo eno-gastronomico realizzate dalla Pubblica Amministrazione: dalla manifestazione Cheese, all’apertura dell’Università di Scienze Gastronomiche e dei relativi interventi di riqualificazione dell’Agenzia e del complesso di edifici monumentali carloalbertini a Pollenzo.

Per quanto riguarda il bacino turistico Alba-Bra, confrontando i dati relativi agli anni compresi tra il 1998 ed il 2005 riassunti nella tabella seguente, è evidente come gli arrivi e le presenze di turisti si siano attestati su un trend lievemente positivo (nell’ordine di alcuni punti percentuali annui) a cui corrisponde un costante aumento della capacità ricettiva del comprensorio turistico. A fronte di 206.688 presenze nel 1998, nel 2003 si sono registrate 236.319 presenze; per quanto riguarda le strutture ricettive dalle 152 del 1998 (per complessivi 2780 posti letto) si è passati alle 450 del 2005 (per un totale di 7198 posti letto). Bacino turistico Alba-Bra (dati riassuntivi periodo 1998-2005)

ANNO ARRIVI COMPLESSIVI PRESENZE COMPLESSIVE

N° STRUTTURE RICETTIVE N° POSTI LETTO

1998 100.171 206.688 152 2.780

1999 106.495 (+6.3%) 224.135 (+8.4%) 176 (+16%) 3.044 (+8.6%)

2000 106.567 (+0.06%) 227.482 (+1.4%) 213 (+21%) 3.548 (+14.2%)

2001 106.167 (-0.3%) 234.968 (+3.2%) 230 (+8%) 4.078 (+13%)

2002 111.251 (+5%) 231.171 (-1.6%) 341 (+48%) 4.833 (+15.6%)

2003 115.306 (+3.6%) 236.319 (+2.2%) 393 (+13%) 5.751 (+16%)

2004 / / / /

2005 / / 450 (+12.6%) 7.198 (+24.8%)

Le 450 strutture ricettive del bacino Alba-Bra sono così composte:

- 147 agriturismi (per complessivi 1.832 posti letto); - 116 affittacamere (per complessivi 1.097 posti letto); - 85 bed & breakfast (per complessivi 412 posti letto); - 73 alberghi (per complessivi 3.129 posti letto); - 29 strutture extra-alberghiere (per complessivi 728 posti letto);

Per quanto riguarda le strutture di ristorazione del bacino turistico Alba-Bra abbiamo

475 strutture per un totale di 35.783 coperti così composte:

- 170 ristoranti; - 113 trattorie; - 73 agriturismi; - 16 vinerie; - 99 pizzerie - 4 self-service

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Nello specifico la città di Bra conta le seguenti strutture ricettive (dati aggiornati a dicembre 2007):

- 7 alberghi - 2 affittacamere; - 2 case per vacanze - 1 casa per ferie

Elenco strutture alberghiere città di Bra (dicembre 2007) DENOMINAZIONE ALBERGO CAT. N° CAMERE N° POSTI LETTO N° BAGNI

Albergo Badellino 3 stelle 21 / 21 Albergo Cantine Ascheri 4 stelle 27 52 27 Alb.Corte Albertina 3 stelle 25 59 27 Albergo Dell’agenzia 4 stelle 47 92 48 Hotel Cavalieri 4 stelle 88 208 88 Hotel Giardini 3 stelle 22 44 22 Hotel The Marin’s 1 stella 7 / /

Analizzando la localizzazione degli alberghi presenti sul territorio: due sono ubicati in centro storico (piazza XX Settembre), tre nella prima fascia del concentrico (L’hotel Cavalieri a nord ovest in via Sen. Sartori, le Cantine Ascheri in via Piumati e il the Marin’s a sud sulla direttrice per Cuneo), i due restanti sono localizzati nella frazione Pollenzo dotata inoltre di un residence e di un bed & breakfast in quanto in forte espansione dal punto di vista sia turistico che culturale che enogastronomico.

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2.3 Il sistema insediativo Il sistema insediativo della città di Bra, come illustrato ai precedenti capitoli 2.1.4 Analisi storiche della stratificazione del territorio e 2.1.5 Interpretazione strutturale del territorio, si è sviluppato a partire dal nucleo originario di derivazione medioevale, compreso tra via Barbacana, via S.Maria al Castello, via Serra e Corso Cottolengo che racchiudeva tutto l’insediamento urbano compreso il palazzo del Comune, la Chiesa di Santa Maria del Castello, le residenze e le botteghe degli artigiani; la prima espansione riguarda le aree a valle di via Barbacana e di corso Garibaldi realizzata con un tessuto omogeneo costituito da tasselli ampi e regolari prevalentemente a corte chiusa di matrice cinque-secentesca; nel Settecento si verifica un’espansione verso sud-ovest con un addensamento dell’abitato tra l’asse di via Vittorio Emanuele II e via Umberto I. Nell’Ottocento a seguito di alcune trasformazioni urbanistiche quali l’allineamento di via Umberto I, la realizzazione di piazza Carlo Alberto e Piazza Roma e l’arrivo della ferrovia si verifica un’ulteriore espansione della città che si appropria di aree comprese tra la trincea ferroviaria e le edificazioni settecentesche e delle aree cosiddette “oltre ferrovia”, ovvero l’asse di via Piumati, in direzione Cavallermaggiore e corso IV Novembre verso Cuneo e si attua mediante edifici pluripiani intervallati da assi viari ampi e regolari e da spazi a verde, adibiti a giardini. Nella seconda metà dell’Ottocento si assiste anche alla localizzazione dei primi impianti produttivi nelle aree marginali rispetto al tessuto edificato consolidato (Concerie nella zona di piazza d’Armi, di via San Rocco e via Audisio). Ad inizio novecento, l’urbanistica deve dare risposta all’esigenza abitativa generata dall’input dell’attività produttiva; si iniziano a creare i nuovi quartieri residenziali nella corona ad ovest del concentrico e a sud oltre ferrovia. A metà del Novecento di insediano alcune tra le maggiori realtà produttive braidese, quali l’Arpa e l’Abet o si espandono come la Rolfo: tali stabilimenti si collocano ai margini sud ed ovest del tessuto urbanizzato e nel caso dell’Abet vengono realizzate aree residenziali contigue allo stabilimento per ospitare le abitazioni dei dipendenti. A partire dagli anni ’60 si assiste alla densificazione residenziale dell’area tra i due tronchi ferroviari verso Ceva e verso Asti, con edifici di notevoli dimensioni disposti parallelamente al declivio collinare.

A seguito del boom demografico degli anni settanta l’edificato braidese ha conosciuto una notevole densificazione: la pianificazione territoriale ha previsto la realizzazione di nuovi quartieri residenziali con complessi plurifamiliari dotati di ampie aree a servizi e viabilità larghe ed ordinate. Alcune aree, soprattutto la frazione di Bandito e le frazioni collinari di San Matteo e San Michele, hanno conosciuto uno sviluppo residenziale piuttosto consistente in cui gli aspetti di tutela e salvaguardia del paesaggio non sono pressochè stati presi in considerazione e le aree a servizi ed il sistema infrastrutturale sono risultati, tranne in rari casi, abbastanza sottodimensionati. Lo strumento urbanistico approvato nel 1994 ha fatto sì che nell’ultimo quindicennio lo sviluppo urbano si sia attuato mediante regole più organiche e definite, con una maggiore attenzione alla tutela paesaggistica e territoriale, individuando aree per le espansioni residenziali, produttive e terziarie-direzionali-commerciali dotate di opportuni sistemi di servizi ed infrastrutture: le previsioni urbanistiche di tale piano sono state in parte disattese soprattutto per la destinazione d’uso terziaria-direzionale, che non ha trovato attuazione.

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2.3.1 La residenza: il patrimonio edilizio esistente e la condizione abitativa

I dati acquisiti ed analizzati prospettati nel tempo cercano di descrivere sotto gli aspetti quantitativi lo sviluppo del patrimonio edilizio residenziale della città di Bra e l’evoluzione della condizione abitativa.

L’indagine relativa alla consistenza del patrimonio edilizio esistente è stata condotta partendo i dati storici desunti dall’ultimo censimento ISTAT (2001).

Relativamente ai dati forniti dalle indagini statistiche dell’ISTAT, sono stati analizzati alcuni parametri relativi all’ultimo Censimento (2001); per i dati ritenuti interessanti sono stati condotti dei confronti con i censimenti precedenti in modo da disporre di un panorama più ampio per l’analisi dell’evoluzione, dei cambiamenti, delle migliorie apportate alle condizioni di vita dei Braidese. In particolare sono state analizzate le abitazioni, dal punto di vista del numero, del titolo di godimento, del tipo di occupazione, degli impianti igienico-sanitari, etc…, si è passati poi ai dati sulle stanze e sulle superfici medie delle abitazioni.

In ultimo si sono cercati i dati relativi agli edifici, prima di procedere con la verifica locale sul territorio dei parametri relativi al patrimonio insediativi.

1-Abitazioni occupate e non occupate (Censimento ISTAT 2001)

Abitazioni occupate da persone residenti

solo da persone non residenti TOTALE

Abitazioni vuote

Totale

11.289 148 11.437 884 12.321

2- Abitazioni occupate da persone residenti per titolo di godimento dell'abitazione (Censimento ISTAT 2001 e precedenti)

Sono state confrontate le abitazioni occupate e nonoccupate e le relative stanze negli ultimi cinque censimenti: il numero delle abitazioni occupate nel ’61 aveva valori prossimi al 95%, che sono diminuiti fino all’88% del 1981, anno di censimento in cui si verifica la maggior presenza di abitazioni e stanze vuote, per poi risalire e raggiungere valori prossimi al 94% nell’ultimo Censimento.

Abitazioni Stanze occupate non occupate

TOTALEoccupate non occupate

TOTALE

Censimento 1961 6.119 341 6.460 20.563 1.373 21.936Censimento 1971 7.742 494 8.236 28.056 1.821 29.877Censimento 1981 9.230 1.313 10.543 36.933 4.826 41.759Censimento 1991 10.476 991 11.467 43.895 3.209 47.104Censimento 2001 11.437 884 12.321 46.869 3.953 50.822

3- Abitazioni occupate da persone residenti per titolo di godimento dell'abitazione (Censimento ISTAT 2001 e precedenti)

Analizzando il titolo di godimento delle abitazioni si nota come la maggior parte (il 61%) delle abitazioni siano di proprieà degli occupanti, un terzo delle abitazioni (il 34%) siano

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in affitto ed una residua parte pari al 5% in altro titolo. Paragonando tati dati con quelli dei precedenti censimenti ISTAT (1961-1991) emerge come nel corso dell’ultimo mezzo secolo si siamo ribaltate le percentuali delle abitazioni occupate in proprietà ed in affitto passando dal 38% al 61% (con un picco tra il 1981 e 1991- aumento di 12 punti percentuali) per quanto riguarda la proprietà e la discesa dal 57% al 34% per quanto riguarda gli affitti (sempre con una decrescita massima in punti percentuali tra l’81 ed il ’91).

Titolo di godimento Proprietà Affitto Altro titolo Totale

num % num % num % num Censimento 1961 2.302 38% 3.473 57% 344 6% 6.119 Censimento 1971 3.237 42% 4.254 55% 251 3% 7.742 Censimento 1981 4.521 49% 4.389 48% 320 3% 9.230 Censimento 1991 6.365 61% 3.563 34% 548 5% 10.476 Censimento 2001 6.824 61% 3.742 33% 723 6% 11.289

4- Abitazioni occupate da persone residenti per numero di stanze (Censimento ISTAT 2001 e precedenti)

Un altro parametro particolarmente interessante è l’analisi delle abitazioni occupate per il numero di stanze, soprattutto se prendiamo in considerazione il valore in percentuale.

Nel ’71 la maggior parte delle abitazioni avevamo 3-4 stanze, seguite dai bilocali (quasi il 15%) e dalle abitazioni con 5 stanze (11%9); con il passare dei decenni si è consolidato il trend delle abitazioni con quattro stanze come le più presenti (superiore al 40% nei decenni ’81 e 91 e sceso al 38% con l’ultimo censimento), sono diminuti gli alloggi a tre stanze, mentre sono aumentate in maniera significativa le abitazioni con tre stanze e soprattutto con sei e più stanze.

Tra i decenni ’91 e 2001 si è assistito anche ad un incremento degli alloggi piccoli: mono e bilocali, anche se percentualmente rappresentano complessivamente una frazione inferiore al 9%.

Numero di stanze 1 2 3 4 5 6 e più

Totale

Censimento 1971 187 1.147 2.458 2.585 852 514 7.743 Censimento 1981 67 708 2.377 3.849 1.363 866 9.230 Censimento 1991 35 560 2.432 4.298 1.950 1.201 10.476 Censimento 2001 74 874 2.505 4.280 2.173 1.383 11.289

Numero di stanze (percentuale) 1 2 3 4 5 6 e più

Censimento 1971 2,42% 14,81% 31,74% 33,38% 11,00% 6,64% Censimento 1981 0,73% 7,67% 25,75% 41,70% 14,77% 9,38% Censimento 1991 0,33% 5,35% 23,21% 41,03% 18,61% 11,46% Censimento 2001 0,66% 7,74% 22,19% 37,91% 19,25% 12,25%

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5- Condizioni igieniche delle abitazioni occupate da residenti (ISTAT 2001)

Passando ad analizzare la dotazione di impianti delle abitazioni occupate da residenti emerge che oltre il 99% delle abitazioni braidesi dispone di acqua potabile, acqua calda, impianto di riscaldamento (nel 53% dei casi di tipo autonomo) e di almeno un servizio igienico (il 30% dispone di due o più gabinetti).

Disponibilità di servizi Dispone di acqua potabile Dispone di impianto di riscaldamento Dispone di acqua calda Dispone di gabinetto

Totale Di cui: da acquedotto

Di cui: da pozzo Totale

Di cui: impianto centralizzato ad

uso di più abitazioni

Di cui: impianto fisso autonomo

ad uso esclusivo dell'abitazione

Totale

Di cui: con impianto comune

con quello del riscaldamento

Dispone di un gabinetto

Dispone di due o più gabinetti

11.263 11.016 355 11.272 4.821 6.025 11.136 6.279 7.929 3.341

Per quanto riguarda la dotazione di impianti igienico sanitari, nel 1991 il numero di abitazioni che disponeva di un secondo gabinetto era inferiore al 14%, mentre non vi sono dati disponibili circa la presenza di un secondo gabinetto nei censimenti antecedenti. La percentuale di abitazioni dotate comunque di un gabinetto o latrina esterno od interno all’abitazione è sempre superiore al 99% dal Censimento del ’61; le abitazioni invece dotate di un bagno erano nel ’61 1609 e rappresentavano il 26% del totale.

Abitazioni occupate da persone residenti

Totale Di cui: con almeno un gabinetto Di cui: solo con angolo cottura e/o cucinino

11.289 11.270 2.665

6. Stanze per titolo di godimento

Passando all’analisi delle stanze occupate (il numero totale delle stanze è indicato nella tabella del punto 2.), abbiamo preso in considerazione il titolo di godimento. Analogamente a quanto visto per le abitazioni nel loro complesso, anche per le stanze si assiste ad un aumento progressivo delle stanze in titolo di proprietà (passate dal 44% del 1961 al 66% del 2001) a discapito delle stanze in affitto (scese dal 50% del 1961 al 28% del 2001).

Titolo di godimento Proprietà Affitto Altro titolo Totale

num % num % num % num Censimento 1961 9.150 44% 10.354 50% 1.059 5% 20.563 Censimento 1971 13.348 48% 13.866 49% 842 3% 28.056 Censimento 1981 20.081 54% 15.592 42% 1.260 3% 36.933 Censimento 1991 28.480 65% 13.171 30% 2.244 5% 43.895 Censimento 2001 30.939 66% 12.987 28% 2.943 6% 46.869

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7.- Stanze per tipo di occupazione e struttura dell’abitazione (Censimento ISTAT 2001)

Si è valutato il tipo di occupazione delle stanze nelle abitazioni ai dati del 2001. Emerge che delle stanze occupate solo l’1% del totale viene adibito ad uso professionale, mentre oltre il 18% è costituito dalle cucine.

In abitazioni occupate da persone residenti

In abitazioni non occupate da persone residenti

Totale Di cui: ad uso professionale Di cui: cucine Totale

Di cui: in abitazioni occupate da persone

non residenti

Totale

46.869 488 8.685 3.953 477 50.822

8- Edifici totali per tipo di utilizzo (ISTAT 2001)

Gli edifici presenti sul Comune di Bra sono 4.811, in gran parte utilizzati ( circa il 96%);

Tipologia di utilizzo Utilizzati Non utilizzati Totale

4.643 168 4.811

di questi edifici 4.364 sono ad uso abitativo; abbiamo analizzato alcune delle caratteristiche riportate dal Censimento ISTAT 2001 per meglio comprendere il patrimonio edificato. I valori presi in considerazione sono stati l’epoca di costruzione, il tipo di struttura portante, il numero di piani fuori terra e la localizzazione degli edifici.

9. Edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione

Epoca di costruzione Prima del

1919 Dal 1919

al 1945Dal 1946

al 1961 Dal 1962

al 1971Dal 1972

al 1981Dal 1982

al 1991Dopo il

1991 Totale

854 578 534 903 768 382 345 4.364

10. Edifici ad uso abitativo per tipo di materiale usato per la struttura portante

Tipo di materiale

Muratura portante Calcestruzzo armato Altro Totale

2.262 1.801 301 4.364

11. Edifici ad uso abitativo per numero di piani

Numero dei piani fuori terra 1 2 3 4 e più Totale

565 2.764 624 411 4.364

12. Edifici ad uso abitativo per tipo di località abitata

Tipo di località abitate Centri abitati Nuclei abitati Case sparse Totale

4.016 153 195 4.364

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Dalle tabelle sopra riportate emerge quanto il patrimonio edificato braidese sia costituito principalmente da edifici costruiti prima del 1982 (il 20% è stato costruito prima del 1919, il 13% è stato costruito tra le due guerre, ed il 50 % dal 1946 al 1981 – con un picco del 21% tra ’62 e ’71); poco più della metà degli edifici è realizzato in muratura portante ed ha due piani fuori terra. Inoltre più del 90% degli edifici si trova in area di centro abitato.

In conclusione, basandoci sulla tabella seguente che indica fornicse dati importanti per l’analisi del patrimonio edificato braidese, quali la popolazione residente, le famiglie ed i parametri abitativi dal censimento del 1961 al 2001, possiamo fare le seguenti considerazioni:

- aumento delle abitazioni da 6460 unità a 12.321 unità (con un incremento pari al 90%) con un parallelo aumento delle abitazioni non occupate da 341 unità a 884 unità (il valore più alto pari a 1313 unità si è registrato nel 1981, per poi scendere gradatamente ai valori attuali);

- aumento delle stanze da 21.936 unità a 50.822 (con un incremento pari al 130%) con un parallelo aumento di quelle non occupate con un picco tra gli anni ’71 e ’81 (11.882 unità);

- aumento progressivo della dimensione media delle unità abitative che passa da 3,36 stanze/abitazione a 4,10 stanze/abitazione con una contrazione nel corso dell’ultimo decennio;

- grande impulso edilizio nel periodo 1961-81 quando si costruisce circa il 9% del patrimonio edilizio attualmente presente nel Comune, seguito da un sensibile rallentamento nel ventennio successivo;

1961 1971 1981 1991 2001 numero residenti 19.163 23.541 26.520 27.211 27.988 numero abitazioni 6.460 8.236 10.543 11.467 12.321 numero di abitazioni occupate 6.119 7.742 9.230 10.476 11.437 numero di famiglie 6.211 7.781 9.421 10.534 11.318 numero di stanze 21.936 29.877 41.759 47.104 50.822 numero di stanze occupate 20.563 28.056 36.933 43.895 46.869 rapporto stanze/abitazioni 3,36 3,62 4,00 4,19 4,10

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2.3.2 L’edilizia residenziale pubblica

Il patrimonio abitativo pubblico del Comune di Bra è costituito da 389 alloggi di E.R.P. in locazione di proprietà dell’Agenzia Territoriale per la Casa della Provincia di Cuneo gestiti dal Comune, che risultano attualmente tutti occupati. A questi, per avere un panorama completo ed esaustivo dell’edilizia sociale presente sul territorio comunale, vanno aggiunti gli edifici di edilizia convenzionata di proprietà delle cooperative.

Di seguito sono riportati nella prima tabella tutti gli alloggi di proprietà dell’ATC in locazione; alcuni si trovano in stabili interamente di proprietà dell’ente (stabile), altri in condomini in cui parte degli alloggi sono già stati riscattati (condominio) e nella seconda tabella gli alloggi di proprietà delle cooperative, con indicazione dell’indirizzo e dell’operatore iniziale e la proprietà attuale, qualora sia diversa:

indirizzo oggetto n.alloggi in locazione

via Cuneo 148 condominio 3 Via Solferino 30-32 stabile 12 Via Cacciatori delle Alpi 27/29/31 stabile 18 Viale Milano 2-4 stabile 12 Via Solferino 24-26-28 stabile 20 Via Solferino 22/a-b stabile 12 Via Solferino 22 stabile 6 Via Cacciatori delle Alpi 21-23-25 stabile 18 Viale Madonna dei Fiori 37/a-b-c-d-e condominio 45 Via Sartori 14-16-18 condominio 4 Via Sobrero 12 stabile 12 Via Mucci 22 condominio 1 Via Mucci 24-26 condominio 4 Via Sobrero 14-16 stabile 24 Via Gianoglio 29 stabile 11 Via Sobrero 18 stabile 12 Via De Gasperi 47 stabile 12 Via Sobrero 22-24 stabile 38 Via Umberto I 130 stabile 12 Via De Gasperi 49-50 stabile 42 Via De Gasperi 53 stabile 18 Via Pellico 34-36-38 condominio 1 Via Piumati 86, via Pellico 19/a stabile 12 Via Gabotto 24-26 condominio 12 Viale Industria 31 a-b condominio 12 Via Piumati 163 stabile 16

TOTALE 389

indirizzo Operatore iniziale – proprietà attuale n.alloggi

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Via Sobrero 2 Coop. Edile Braida 11Via Sobrero 4-6 Coop. Edile Primula Rossa 21Via Sobrero 8-10 Coop. Edile La Lavoratori 30Via Sobrero 20 CO.RE.P. 12Via Sobrero 26 Coop. Edilizia La Quercia 11Via Sobrero 28 Coop. Edilizia La Lavoratori 12Viale Madonna dei Fiori 37/a-b-c-d-e / Via Sartori 14-16-18 ATC 1°lotto+2°lotto 27

Via Sartori 10 Coop. S. Matteo - Condominio S.Matteo 16

Via Mucci 6-8 Ex Capi Bra Langa - poi Lavoratori – Condominio Mucci 24

Via Mucci 4-10 Soc. Bra Langa 24Via Cacciatori delle Alpi 33 Via Gozzano 2-4-6-8 Coop. Condominio Azalea 30

TOTALE 218

Prendendo in considerazione i dati forniti dall’Ufficio Casa del Comune di Bra, relativi alle domande di locazione presentate ex Legge 431/98 art. 11 – Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione co-finanziato dalla Regione Piemontese, nell’ultimo Bando (2006) sono state presentate 206 domande (160 delle quali di cittadini del Comune di Bra). Nel 2000 le domande presentate erano state 188 di cui 153 valide (140 erano state presentate da cittadini braidesi).

Il numero di assegnazioni dal 2000 al 2005 è stato complessivamente di 45 unità, che risulta piuttosto basso rispetto alle domande presentate.

Passando all’analisi dei bandi di concorso per l’assegnazione di contributi per il sostegno alla locazione emerge che è in aumento il numero di domande presentate, con un contributo concesso inferiore al 50% di quello richiesto. In particolare:

domande pervenute domande ammesse contributo richiesto contributo concesso bando 2003 283 215 392.720 € 122.823 € bando 2004 327 212 337.768 € 157.261 € bando 2005 440 260 453.264 € 203.730 €

Il Piano Regolatore vigente prevedeva un area per la realizzazione del Piano per l’edilizia economica e popolare (PEEP) tra viale della Costituzione, via De Gasperi e via Sombrero, che è stata attuata; in conformità al comma 2 dell’art. 41 della L.U.R. 56/77, anche la Revisione generale di Piano dovrà dotarsi di un Piano per l’edilizia economica e popolare.

Nel dicembre del 2007, il Comune di Bra in attuazione al “Programma Integrato art. 18 D.L. 13 maggio 1991, n. 152 convertito, con modificazione, nella Legge 12 luglio 1991 n. 203, per la realizzazione di abitazioni a favore delle Forze dell’ordine” (Stipula Accordo di programma tra la Regione Piemonte ed il Comune di Bra avvenuto in data 20/12/0227, ratifica comunale con D.C.C. n. 95 del 21/12/2007) ha individuato tre comparti per la realizzazione di edifici con quote di edilizia sovvenzionata ed agevolata.

In particolare il programma in oggetto ha la seguente capacità edificatoria:

A) edilizia sovvenzionata – 18.550 mc

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B) edilizia agevolata – 18.550 mc

C) edilizia libera – 41.300 mc

D) edilizia non residenziale – 47.000 mc

Tali quantità generano, sui tre comparti oggetto del Programma integrato (via Piumati, Bandito e Pollenzo), le seguenti unità immobiliari:

- 12+18+23 unità abitative di edilizia sovvenzionata

- 12+18+23 unità abitative di edilizia agevolata

- 22+36+60 unità abitative di edilizia libera

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2.4 Le infrastrutture ed i servizi

2.4.1 Le infrastrutture per la mobilità e per l’erogazione di servizi

La città di Bra si trova in una posizione baricentrica rispetto ai flussi nord-sud tra Torino e Cuneo ed est-ovest tra Cuneo e Asti. Tale posizione fa si che rappresenti una sorta di crocevia tra le varie direttrici. Per le considerazioni circa il posizionamento di Bra nei confronti delle dorsali di riferimento si rimanda al cap.2.1.2 Inquadramento territoriale, nel quale tale argomento viene trattato.

Il sistema della mobilità riguarda la mobilità pubblica e quella privata, la mobilità veloce e quella lenta, la mobilità su gomma e quella su ferro. Pertanto sono state prese in considerazione la rete ferroviaria, la rete stradale (autostrada, strade statali, provinciali,etc…) ed il sistema di piste ciclabili oggi insistenti sul territorio.

Relativamente al sistema ferroviario sono quattro le linee ferroviarie che collegano la città di Bra direttamente con Torino, con Cavallermaggiore sulla linea Torino–Cuneo e con Alba-Asti; la linea per Ceva a seguito dei danni riportati dall’alluvione del 1994-2000 è stata dismessa e viene solamente utilizzata in regime di raccordo ferroviario in direzione Cherasco. Tali linee sono utilizzate sia per il trasporto merci, che per quello passeggeri, di seguito si riportano i dati sintetici relativi al trasporto merci e passeggeri nel periodo 1999-2005 in transito nella stazione di Bra:

Movimento stazione ferroviaria Bra merci (dati in tonnellate) 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

Arrivo 60.125 85.421 1 0 2 . 5 2 8 70.045 40.030 42.520 44.770

Partenza 2.672 1.982 3.600 3.100 2.315 1.980 2.200

Movimento stazione ferroviaria Bra passeggeri 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

N° biglietti venduti 140.582 135.386 / 137.566 137.180 144.743 140.882

Per quanto riguarda il sistema su gomma, Bra presenta un sistema di viabilità di tipo radiocentrico, che partono dal nucleo centrale, ne consegue che pur essendo dotata di una tangenziale a ovest, buona parte del traffico di attraversamento lambisce comunque il centro storico. Per trovare soluzione a tali problematiche il Comune di Bra si è dotato di Piano Generale Urbano del Traffico. Tra gli obiettivi del piano ci sono la difesa del centro storico dal traffico di attraversamento e dalla sosta non regolamentata, la separazione dei flussi di traffico di attraversamento da quelli locali, la creazione di un sistema di aree attrezzate per la sosta attrezzate per la sosta poste a corona del centro urbano favorendo l’area commerciale e permettendo di ampliare la zona a traffico limitato, la realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili ed il controllo dell’impatto del traffico pesante sull’ambiente urbano. Come riportato dall’allegato Q1 “Individuazione delle polarità urbane e lettura della viabilità” il PUT propone una gerarchizzazione della viabilità in: strade a scorrimento veloce (Tangenziale), strade interquartiere, strade di quartiere, strade interzonali e strade locali. Il Piano urbano del traffico ha trovato attuazione per diversi interventi di razionalizzazione e snellimento del traffico; la posizione baricentrica di Bra fa si che comunque sia coinvolta da importanti flussi veicolari e di traffico presante, la realizzazione

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della costruenda autostrada Asti-Cuneo dovrebbe intervenire modificando l’assetto infrastrutturale del territorio e la percorribilità del territorio braidese.

Un tema chiave in materia di infrastrutture per la mobilità riguarda l’interscambio tra le linee gomma-rotaia nell’ottica di un sistema della mobilità conturbato: nell’autunno del 2007 è stato ultimato il MOVIcentro, posto in fregio alla stazione ferroviaria esistente, nodo di interscambio passeggeri tra trasporto ferroviario e veicolare, con aree di stazionamento per i pullman e parcheggi per il traffico privato.

Relativamente al sistema della viabilità, un annoso problema molto dibattuto relativo alla realtà braidese è la presenza del “passaggio a livello” in corrispondenza dell’attuale stazione ferroviaria. Tale elemento crea infatti una barriera che, oltre a spaccare in due la città (significativo è il fatto che la parte di città a sud della linea ferroviaria sia abitualmente chiamata “oltre-ferrovia”), crea grossi problemi sia alla viabilità, con traffico rallentato che alla qualità dell’aria. La Revisione generale di PRGC dovrà necessariamente farsi carico di questo problema prevedendo una radicale trasformazione urbanistica dell’intera area: a tale proposito sono stati predisposti una serie di incontri con RFI per la ricerca di una soluzione ottimale per tutti gli operatori coinvolti.

Per concludere il sistema della mobilità sono state prese in esame le piste ciclabili presenti sul territorio: la città di Bra è dotata di 15 chilometri di piste ciclabili già attuate, ma non connesse tra di loro, nelle previsioni dell’Amministrazione Comunale si prevede l’incremento di tale rete con la realizzazione di nuovi 45 chilometri di piste ciclabili di cui 10 da realizzarsi in sede privata, mentre i restanti in sede promiscua. Completato tale sistema le frazioni minori sarebbero collegate al concentrico; resta da risolvere il problema di attraversamento ciclabile del centro urbano, attualmente fattibile solo utilizzando le sedi stradali esistenti, non essendo realizzate né previste piste ciclabili idonee.

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Sono state prese in considerazione le infrastrutture a rete presenti sul territorio comunale, riportate negli elaborati AT 7.2: Infrastrutture a rete: rete idrica; AT 7.3: Infrastrutture a rete: rete fognaria e AT 7.4 Infrastrutture a rete: rete stradale priva di illuminazione pubblica, di seguito sinteticamente descritte:

- rete idrica: il sistema di approvvigionamento dell’acqua potabile copre pressoché integralmente le aree urbanizzate ed ha origine dai pozzi Ca del Bosco 1, Ca del Bosco 2, Mazzucca, Murene, Nuovo e Petiti posti nella parte nord ovest del Comune.

- rete fognaria: il territorio comunale è servito da tre sistemi di rete fognaria: la prima copre il territorio di Bandito e le acque reflue vengono trattate nell’impianto di depurazione posto in località Tetti Milanesi, la seconda copre il territorio del concentrico e del centro storico di Bra, il quartiere oltreferrovia, la frazione di Riva e la zona di via Cacciorna e San Givanni Lontano e le sue acque reflue vengono trattate nel deporatore posto in località La Bassa – strada Gerbido. Il terzo sistema di raccolta delle acque fognarie copre le frazioni collinari di San Michele e San Matteo, la porzione di territorio ad est di strada Montenero, strada Montepulciano, strada orti, la SP 231 verso Alba e tutto il bacino di Pollenzo; le acque reflue vengono trattate dal depuratore del Consorzio Ciclo Idrico di Alba –Langhe - Roero sito in Govone.

- rete stradale priva di illuminazione pubblica: i tratti viari privi del sistema di illuminazione pubblica sono la tangenziale, via Don Orione fino allo svincolo della tangenziale, strada Crosassa, alcuni tratti di viabilità collinare quali strada Tetti bona e strada Castelletto, la provinciale verso Pocapaglia dal bivio di San Michele, strada Gariglio e l’ultimo tratto di strada Montenero verso Pocapaglia; nella frazione di Pollenzo il tratto periferico di strada Borgo San Martino ed i tratti esterni al nucleo storico della S.P. n. 7 (strada Crociera Burdina e via Einaudi).

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2.4.2 Il sistema scolastico

Il territorio comunale è diviso per quanto riguarda le scuole materne ed elementari in due circoli didattici. Il primo circolo comprende le aree di centro storico, il secondo la restante parte del concentrico e le frazioni.

Le scuole materne elementari e medie sono di competenza comunale, mentre le scuole medie superiori sono di competenza del Provveditorato degli studi delle Provincia di Cuneo.

Di seguito sono riportate le tabelle che indicano per ogni istituto scolastico (statale e non statale) la denominazione, l’ubicazione, la composizione di classe e sezioni per gli ultimi anni scolastici. (i dati relativi all’anno scolastico 2006-2007 risalgono a gennaio 2007). 1° CIRCOLO DIDATTICO

Anno Scolastico

2004/2005 Anno Scolastico

2005/2006 Anno Scolastico

2006/2007*

denominazione indirizzo Alunni Sezioni Alunni Sezioni Alunni Sezioni Scuola Materna Centro Storico Via Beato Valfrè 3 79 3 78 3 106 4Scuola Materna Piazza Valfrè Piazza Valfrè di Bonzo 1a 54 2 54 2 53 2Scuola Materna Bescurone Via Cacciatori delle Alpi 22 141 6 143 6 132 5Totale scuola materna 274 11 275 11 291 11 Scuola Elementare E. Mosca Piazza Giolitti 84 484 22 482 22 445 20Scuola Elementare Via Vittorio Via Vittorio Emanuele II 235 11 244 11 239 10Totale scuola elementare 719 33 726 33 684 11

2° CIRCOLO DIDATTICO

Anno Scolastico

2004/2005 Anno Scolastico

2005/2006 Anno Scolastico

2006/2007*

denominazione indirizzo Alunni Sezioni Alunni Sezioni Alunni Sezioni Scuola Materna via Ospedale Via Ospedale 10 119 5 117 5 124 5Scuola Materna Bandito Via Prof Cravero 1 - Bandito 54 2 56 2 52 2

Scuola Materna Pollenzo Via Regina Margherita 54 - Pollenzo 36 2 37 2 35 2

Scuola Materna Montecatini Via Piumati 72 135 6 133 5 126 5Totale scuola materna 344 15 343 14 337 14 Scuola Elementare Bandito Via Prof Cravero 1 - Bandito 86 5 86 5 76 5Scuola Elementare Madonna Fiori viale Madonna dei Fiori 108 147 8 172 9 192 9Scuola Elementare Veneria Via Europa 15 126 6 135 7 123 7Scuola Elementare Via Piumati Via Piumati 112 88 5 66 4 67 4

Scuola Elementare Pollenzo Via Regina Margherita 54 - Pollenzo 54 5 61 5 52 5

Scuola Elementare Riva Frazione Riva 39 5 45 5 45 5Scuola Elementare S. Michele Frazione S. Michele 70 5 68 5 66 5Totale scuola elementare 610 39 633 40 621 40

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Il primo circolo didattico ha visto crescere negli ultimi tre anni gli alunni della scuola materna, mentre gli alunni delle elementari sono diminuiti. All’interno del secondo circolo didattico vi è stata una lieve flessione degli alunni della materna ed un andamento più altalenante per quanto riguarda gli alunni delle elementari.

Il primo circolo può contare su un numero medio di alunni per sezione più alto pari a 26,50 per le scuole materne e 23,40 per le scuole elementari; il secondo circolo didattico invece ha valori più bassi dovuti in larga parte alle scuole delle frazioni (Pollenzo, Riva e S.Michele) che hanno un numero di alunni per classe molto inferiore alla media: i valori sono 23,40 per le materne e 14,80 per le elementari.

A questi dati vanno aggiunti i dati delle scuole non statali: SCUOLE MATERNE ED ELEMENTARI NON STATALI

Anno Scolastico

2004/2005 Anno Scolastico

2005/2006 Anno Scolastico

2006/2007

denominazione indirizzo Alunni Sezioni Alunni Sezioni Alunni Sezioni Asilo San Antonino Via Vittorio Emanuele II 84 3 84 3 84 3Asilo Istituto Provvidenza Via Provvidenza 5 33 2 34 2 44 2Scuola Elementare Provvidenza Via Provvidenza 5 98 5 102 5 101 5

Gli asili privati hanno un numero medio di alunni per sezione pari a 28 per l’Asilo S.Antonino e di 22 per l’Istituto Provvidenza; la scuola elementare ha un valore medio di 20,20 studenti per sezione e si colloca a un livello intermedio rispetto ai due circoli didattici comunali.

Per quanto riguarda le scuole medie inferiori il Comune di Bra è dotato di due plessi scolastici statali che accolgono più di 700 studenti divisi in 31 sezioni e di due istituti privati. SCUOLE MEDIE

Anno Scolastico

2004/2005 Anno Scolastico

2005/2006 Anno Scolastico

2006/2007*

denominazione indirizzo Alunni Sezioni Alunni Sezioni Alunni Sezioni Plesso Piumati Via Barbacana 41 461 19 472 19 478 21Plesso Dalla Chiesa Via Brizio 3 251 10 231 10 225 10Totale scuola medie statali 712 29 703 29 703 31 Istituto San Domenico Savio Viale Rimembranza 19 64 3 69 3 95 3Istituto San Giuseppe Via Provvidenza 1 46 3 38 3 28 3Totale scuola medie non statali 719 33 726 33 684 11

Le scuole medie statali nell’ultimo anno scolastico hanno avuto una densità di alunni per sezione pari a 22,50, le scuole private invece hanno avuto due diversi andamenti. L’Istituto San Domenico ha incrementato i propri iscritti ed ha raggiunto un valore di alunni per classe di 23,75, l’Istituto San Giuseppe invece ha visto diminuire drasticamente i propri iscritti fino ad un valore di 9,33 studenti per classe. SCUOLE SUPERIORI

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Anno Scolastico

2004/2005 Anno Scolastico

2005/2006 Anno Scolastico

2006/2007*

denominazione indirizzo Alunni Sezioni Alunni Sezioni Alunni Sezioni IPS Velso Mucci Via Craveri 8 635 33 684 36 654 37Liceo scientifico Via F.lli Carando 43 573 25 575 25 591 27Liceo classico Via Serra 123 7 150 8 177 9ITC Guala Piazza Roma 7 442 22 429 22 415 22ITIS Vallauri Via Mendicità Istruita 20 259 12 233 11 179 10Totale scuole superiori statali 2.032 99 2.071 102 2.016 105 Istituto San Domenico Savio Viale Rimembranza 19 104 5 111 5 115 5Istituto San Giuseppe Via Provvidenza 1 59 5 72 5 68 5Totale scuole superiori non statali 163 33 183 33 183 11

Bra è dotata di un buon numero di istituti superiori statali:

- l’Istituto professionale Velso Mucci per i servizi alberghieri , commerciali, turistici e della pubblicità accoglie 654 studenti con due sezioni per grafici pubblicitari, una sezione a indirizzo turistico, una aziendale e quattro sezioni a indirizzo alberghiero

- Il liceo Giolitti con sei sezioni per il liceo scientifico e linguistico e due sezioni per il liceo classico per un totale di 768 studenti

- L’Istituto di Istruzione Superiore Guale che comprende l’ITC di Piazza Roma e l’ITIS Vallari di via Mendicità Istruita: l’ITC accoglie 415 studenti con due sezioni di liceo tecnico Settore Attività Gestionali Servizi e terziario avanzato: Area di amministrazione e controllo, una sezione Area per il Turismo ed una sezione di Liceo tecnico settore per le costruzioni, infrastrutture territoriali e salvaguardia urbanistica.; l’ITIS accoglie 179 studenti con due sezioni di Liceo Tecnico Industriale - Produzioni industriali e servizi tecnologici ed una sezione di Liceo Scientifico Tecnologico.

A questi vanno aggiunti i due istituti superiori non statali: il Liceo della Comunicazione S. Giuseppe con i suoi 68 studenti (una sezione) e l’ITI S. Domenico Savio che ospita 115 studenti (1 sezione).

In generale negli ultimi anni l’andamento degli studenti delle scuole superiori è rimasto pressoché costrante con una ridistribuzione degli studenti per istituto: si assiste infatti ad un aumento degli studenti dei licei classico e scientifico ed una diminuzione degli studenti degli istituti tecnici.

Nel complesso, analizzando i dati degli studenti dell’ultimo anno scolastico emerge che oltre il 40% degli studenti delle scuole braidese frequentano scuole medie superiori, il 27% le elementari, il 16% le scuole medie inferiori ed il restante la scuola materna. Gli studenti degli istituti privati rappresentano il 10% circa del totale E’ importante segnalare che gli istituti braidesi, soprattutto quelli superiori, accolgono un considerevole numero di studenti provenienti dai comuni limitrofi sprovvisti di scuole di pari grado.

Riferendoci ai dati dell’ultimo anno scolastico:

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statali non statali tot alunni %

Scuola materna 628 128 756 14,6% Scuola elementare 1.305 101 1.406 27,1% Scuola media inferiore 703 123 826 15,9% Scuola media superiore 2.016 183 2.199 42,4% TOTALE ALUNNI 4.642 535 5.187 100%

Un altro aspetto degno di nota nell’analisi del sistema scolastico braidese è quello della presenza di studenti stranieri. Come già segnalato nel capitolo relativo alla popolazione straniera Bra subisce un costante aumento della popolazione straniera residente ed il conseguente aumento di ragazzi stranieri in età scolastica nati nel nostro paese o che si sono ricongiunti ai familiari già residenti.

Nello specifico, analizzando i dati dell’anno scolastico 2005-2006, emerge che relativamente alle scuole materna ed elementare i bambini stranieri rappresentano il 22% degli alunni per quanto riguarda il primo circolo didattico, mentre solo l’11% nel secondo circolo. Tale fatto va attribuito alla pressoché mancanza di banbini stranieri nelle scuole delle frazioni di Bandito, Riva , Pollenzo e Riva. Inoltre in entrambi i circoli la presenza di stranieri è maggiore nelle scuole materne.

I° CIRCOLO

n°alunni n°sezioni n°alunni stranieri

% di alunni stranieri

Scuola materna Centro Storico 78 3 9 11,54% Scuola materna Piazza Valfrè 54 2 12 22,22% Scuola materna Bescurone 143 6 46 32,17%

Totale 275 11 67 24,36% Scuola elementare E. Mosca 482 22 92 19,09% Scuola elementare via Vittorio 244 11 64 26,23%

Totale 726 33 156 21,49%

TOTALE I° CIRCOLO 1.001 44 223 22,28%

II° CIRCOLO Scuola materna Via Ospedale 117 5 11 9,40% Scuola materna Bandito 56 2 1 1,79% Scuola materna Pollenzo 37 2 3 8,11% Scuola materna Montecatini 133 5 25 18,80% Totale 343 14 40 11,66% Scuola elementare Bandito 86 5 2 2,33% Scuola elementare Madonna dei Fiori 172 9 26 15,12% Scuola elementare Veneria 135 7 22 16,30% Scuola elementare Via Piumati 66 4 13 19,70% Scuola elementare Pollenzo 61 5 7 11,48% Scuola elementare Riva 45 5 1 2,22% Scuola elementare S. Michele 68 5 0 Totale 633 40 71 11,22% TOTALE II° CIRCOLO 976 54 111 11,37%

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Per quanto riguarda le scuole medie, negli istituti statali la percentuale di ragazzi stranieri è pari al 12%, con una percentuale leggermente maggiore nel plesso di via Brizio; gli istituti privati invece sono pressoché privi di studenti stranieri.

SCUOLE MEDIE SCUOLE MEDIE STATALI

n°alunni n°sezioni n°alunni stranieri

% di alunni stranieri

Scuola media Piumati 472 19 55 11,65% Scuola media Dalla Chiesa 231 10 31 13,42% Totale 703 29 86 12,23% SCUOLE MEDIE NON STATALI Istituto San Domenico Savio 69 3 3 4,35% Istituto San Giuseppe 38 3 0 Totale 107 6 3 2,80% TOTALE SCUOLE MEDIE 810 35 89 10,99%

Analizzando la situazione degli studenti stranieri negli istituti superiori, emerge una presenza di ragazzi stranieri nettamente inferiore agli altri gradi di istruzione: la percentuale non raggiunge il 6% nelle scuole pubbliche mentre negli istituti privati, analogamente alle scuole medie inferiori, non vi sono studenti stranieri.

SCUOLE SUPERIORI SCUOLE SUPERIORI STATALI

n°alunni n°sezioni n°alunni stranieri

% di alunni stranieri

IPS Velso Mucci 684 36 54 7,89% Liceo Scientifico e Linguistico 575 25 Liceo Classico 150 8

37 5,10%

ITC Guala 429 22 ITIS Vallauri 233 11

31 4,68%

Totale 2071 102 122 5,89% SCUOLE SUPERIORI NON STATALI Istituto S.Giuseppe 72 5 0 Istituto S. Domenico Savio, ITI 111 5 0 Totale 183 10 0 0,00% TOTALE SCUOLE SUPERIORI 2.254 112 122 5,41%

Valutando ancora le macroaree di provenienza degli studenti emerge che nelle scuole materne la maggioranza (il 53%) è rappresentato da bambini africani seguiti da bambini dell’Est Europa, in particolare albanesi e rumeni (42,5%); la situazione è invertita per gli alunni delle elementari: il nucleo più consistente è rappresentato da bambini dell’est europeo sempre albanesi e rumeni (60%) seguiti dai bimbi africani (33,5%). La stessa situazione si riscontra nell scuole di grado superiore: alle medie su 89 studenti il 32,5% sono africani e il 64% sono albanesi e rumeni; alle superiori su 142 studenti il 32% è costituito da ragazzi provenienti dall’Africa (specialmente Marocco) ed il 60,5% da ragazzi dell’est europeo, albanesi e rumeni in testa.

Il tema del sistema scolastico ha interessato le ultime fasi del PRGC del ’94, interessando con le Varianti 25 e 26 alcune strutture scolastiche, nell’ottica di un miglior funzionamento di tutto l’apparato. Con la recente approvazione delle Varianti n. 25 e n. 26 il Comune ha ulteriormente rafforzato la sua futura dotazione di strutture scolastiche, difatti con la Variante n.25 coordina con la Provincia di Cuneo la realizzazione un nuovo polo scolastico

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per la rilocalizzazione dell’Istituto Tecnico Industriale di via Mendicità (unico istituto secondario superiore ancora situato all’interno del centro storico) in accordo con i progetti di razionalizzazione delle strutture didattiche proposti dalla Provincia. L’ubicazione definita in base a parametri di accessibilità, sia mediante mezzo privato, sia con mezzo pubblico, un’adeguata dotazione di pubblici in prossimità e l’ area sufficientemente ampia per contenere eventuali futuri ampliamenti della struttura qualificano la nouva ubicazione posta ai margini della Piazza Arpino.

La Variante parziale n.26 prevede invece la realizzazione di un nuovo complesso scolastico a Bandito, atto ad ospitare la scuola materna ed elementare, una palestra ed altri servizi di interesse collettivo; l’attuale scuola primaria difatti non può essere ampliata, mentre la popolazione della frazione è in crescita. La Variante n. 26 lo colloca all’ingresso della frazione verso Bra, anch’essa in un area facilmente accessibile e libera, quindi facilmente dotabile di parcheggi e strutture accessorie. La realizzazione di tale scuola contribuirà al decongestionamento della scuola Madonna dei Fiori che negli ultimi anni è stata oggetto di un notevole incremento di allievi; la Variante n. 26 prevede comunque un ampliamento delle aree di pertinenza della scuola Madonna dei Fiori ed un miglioramento della viabilità circostante.

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2.5 Lo stato di attuazione del PRGC vigente

Nella fase di indagine propedeutica alla redazione del Progetto Preliminare della Revisione generale di PRGC vigente si è analizzato lo stato di attuazione del PRGC vigente, sia per quanto riguarda il patrimonio edificato, che per la dotazione di aree per servizi. Lo strumento di pianificazione del Comune di Bra è stato approvato con D.M. n°27-37797 il 5 agosto 1994, ma continuamente oggetto di adeguamenti apportati nel corso degli anni da trenta Varianti.

Di seguito sono sinteticamente riportati i dati desunti dal confronto tra le previsioni del P.R.G.C. vigente (Variante 27 adottata con DCC n° 61 del 24/07/2007) ed il rilievo condotto per la Variante di Revisione sullo stato di attuazione dello stesso strumento.

Come si evince dall’analisi delle tabelle relative alla percentuale di servizi esistenti sul territorio braidese (di seguito riportate) risulta esserci un deficit nel soddisfacimento degli standard previsti ai sensi della L.R.56/1977.

Tipo aree Standard teorico art. 21 (mq/ab)

Dotazione esistente

(mq)

Standard* esistente (mq/ab)

Fabbisogno teorico in base alla

CIRT (mq)

Superficie mancante/standa

rd pregresso (mq)

Standard soddisfatto

(%)

Sa -Istruzione 5 83.617

2,89 144.705 61.088 58 %

Sb -Attrezzature di interesse comune

5 111.316 3,80 144.705 33.389 77 %

Sc -Parco, gioco e sport

12,50 280.127

9,68 361.763 81.636 77 %

Sd -Parcheggio 2,50 56.897

1,96 72.353 15.456 78.6 %

Totale 25 531.957 21.27 723.525 191.568 73.5 %

Tipo aree Standard teorico art. 22 (mq/ab)

Dotazione esistente

(mq)

Standard* esistente (mq/ab)

Fabbisogno teorico in base alla

CIRT (mq)

Superficie mancante/standa

rd pregresso (mq)

Standard soddisfatto

(%)

Fa -Attrezzature per l’istruzione superiore

1,50 35.700 1.23 43.412 7.712 82.2 %

Fb -Attrezzature sociali, sanitarie ed ospedaliere

1 54.404 1.88 28.941 -25.463 187.9 %

Fc- Parchi urbani e comprensoriali

15 16.668 0,58 434.115 417.447 4 %

Totale 17,50 106.772 3,69 506.468 399.696 21 % *riferito a 28941 abitanti residenti al 31/12/2006 Tale carenza di dotazioni pubbliche riguarda sia le aree art. 21 L.R. 56/77 sia le aree art. 22; in particolare emerge che per le aree art. 21 il valore globale del soddisfacimento dello standard si attesta intorno al 73%, i servizi più carenti risultano quelli per l’istruzione

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primaria (2.89 mq realizzati per abitante contro i 5 mq dovuti); molto più penalizzate sono invece le aree per art.22, difatti la percentuale globale di attuazione si arresta al 21%; in particolare tranne le per le aree Fb – per attrezzature sociali, sanitarie ed ospedaliere che risultano ampiamente soddisfatte, le altre aree sono rimaste inattuate; in particolare le aree Fc – per parchi urbani e comprensoriali.

Lo studio condotto sullo stato di attuazione del Piano Vigente ha permesso di stimare un plausibile valore dei “Residui di Piano”, intendendo come tali le previsioni di trasformazione urbanistica del PRGC vigente che ad oggi attendono ancora di essere attuate.

Le tabelle di seguito riportate elencano distinguendo per destinazione le quantità di aree a servizi attuate, in corso di attuazione e non attuate così come riportato nell’elaborato grafico AT 6.2: Attuazione del P.R.G.C. vigente - Residui di Piano analisi delle aree a servizi artt. 21 e 22 della L.R. 56/77 e AT 6.3 relativo al centro storico.

In merito alle aree a servizi pubblici di livello comunale previste ai sensi dell’art.21 della L.R. 56/1977, risulta che a fronte di una previsione di circa 2.060.000 mq espressa dalla Variante 27, risultano attuati circa 530.000 mq, che escludendo 7.000 mq in corso di realizzazione porta a 1.520.000 mq le aree ancora da realizzare; per le aree a servizi pubblici di interesse generale previste ai sensi dell’art.22 della L.R. 56/1977, si nota che a fronte dei 5.100.000 mq previsti ne siano stati realizzati solo 110.000 mq.

In particolare, si evince come alcune grandi porzioni di territorio previste a destinazione servizi dal PRG vigente siano rimaste aree non realizzate, ad esempio: le aree “Sa” a Pollenzo ad ovest di strada borgo san Martino (68.000 mq), oppure quelle ad ovest della ferrovia nei pressi della ditta Rolfo (43.000 mq); le aree “Sc” a borgo nuovo lungo la strada provinciale 261 (77.500 mq), quelle nei pressi del cimitero centrale (112.000 mq) oppure quelle a nord lungo il confine con Sanfrè (160.000 mq); le aree “Sd” accanto l’area a PEEP (40.500 mq); le aree “Fc” in collina (4.600.000 mq).

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Dall’analisi riportata emerge come gran parte delle previsioni del PRG vigente siano rimaste tali, non trovando un effettivo riscontro nelle concrete esigenze di espansione dell’abitato del Comune di Bra.

Le tabelle di seguito riportate elencano le quantità di aree a residenza terziario e produttivo attuate, in corso di attuazione e non attuate.

Dall’analisi dei dati desunti dal confronto tra le previsioni del P.R.G.C. vigente (Variante 27 approvata il 24/07/07) ed il rilievo condotto per la Variante di Revisione, emerge che per quanto riguarda la residenza a completamento del tessuto edilizio consolidato (“aree prevalentemente residenziali per interventi di completamento”, “aree prevalentemente residenziali per interventi di nuovo impianto” del P.R.G.C. vigente), a fronte di una superficie prevista dalla Variante 27 di circa 820.000 mq, risultano in corso di attuazione circa 25.000 mq e ancora da realizzare circa 240.000 mq, queste ultime corrispondono a circa il 30% delle aree previste a residenza di completamento all’abitato. Per quanto riguarda il comparto terziario in progetto (“aree per il terziario superiore”, “aree per il terziario commerciale”, “aree per il terziario ricettivo” del P.R.G.C. vigente) risultano ancora da realizzare, in base alle previsioni della Variante 27 (che prevedeva circa 250.000 mq), 170.000 mq, essendo stata rilevata la realizzazione di circa 80.000 mq. Inoltre, per quanto concerne il comparto produttivo in progetto (“aree per nuovi impianti produttivi”, “aree per insediamenti produttivi artigianali” (A), “aree per insediamenti industriali” (I) ed “aree prevalentemente artigianali e terziarie” (t) del P.R.G.C. vigente) risultano, in base alle previsioni della Variante 27 (che prevedeva circa 1.990.000 mq), in corso di attuazione circa 730.000 mq, realizzati circa 780.000 mq, mentre ancora da realizzare 480.000 mq.

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2.6 I vincoli sul territorio

Il territorio comunale è sottoposto ad una complessa rete di vincoli predeterminati e sovraordinati derivanti dalla legislazione vigente, che si riportano di seguito.

Vincolo idrogeologico Il vincolo idrogeologico individuato ed imposto ai sensi del R.D. 32/67 del 30/12/1923 interessa la parte sud-ovest parte del territorio comunale come indicato dalle tavole planimetriche di P.R.G.C.

Vincolo di natura geologica e idraulica L’adeguamento al Piano di Assetto Idrogeologico del territorio comunale, ha portato alla redazione della carta di sintesi dei dissesti da cui emergono aree di dissesto, di frana attiva e quindi in edificabili. Con tale adeguamento vengono definite anche le fasce di rispetto relative alle acque pubbliche ed al fiume Tanaro.

Vincolo cimiteriale Sul territorio comunale di Bra sono presenti tre cimiteri: il cimitero di Bra situato a sud, nella zona “oltre ferrovia”, il cimitero di Bandito posto a sud dell’omonima frazione ed il cimitero di Pollenzo ad est della frazione stessa. Le fasce di rispetto cimiteriali sono state individuate cartograficamente ed opportunamente normate, nel rispetto dei contenuti del Piano Regolatore Cimiteriale approvato con D.P.R. 10/09/1990 n.285, art.54.

Vincoli storico-culturali e ambientali Nel Comune di Bra esistono edifici di interesse artistico o storico espressamente vincolati ai sensi del D.Lgs. 42/04 “Codice dei beni culturali e del paesaggio” (elencati al precedente cap. 2.1.3). Inoltre il P.R.G. ‘individua, sull’intero territorio comunale, i beni culturali ambientali da salvaguardare ai sensi dell’art. 24 della L.U.R. 56/77 non espressamente individuati e vincolati in base alle leggi vigenti. Gli edifici segnalati ai sensi dell’art.24 sono frutto di un confronto tra le segnalazioni contenute nel piano vigente e una indagine compiuta sul territorio. si tratta pertanto di edifici di interesse storico-documentario. Sul territorio di Bra si rileva la presenza di un’area vincolata ex artt. 142 e 157 del D.Lgs 42/04, già DM 1/8/85 “ex Galassini” costituita dalla Tenuta ex Reale e del centro storico di Pollenzo che interessa i comuni di Bra, Cherasco e La Morra. Il Nucleo centrale della Tenuta ex Reale di Pollenzo è dichiarato di interesse particolarmente importante ai sensi della legge 1089/39 (ora D.Lgs. 42/04) e viene pertanto sottoposto a vincolo con DM del 6 febbraio del 1987.

Vincoli archeologici Sul territorio comunale di Bra sono presenti alcune aree di rilevante interesse archeologico e quindi soggette a vincolo. La aree del anfiteatro romano di Pollenzo ed il circostante ambito di rispetto sono vincolati con D.M. dell’dell’8 febbraio 1982 ai sensi della legge 1089/39 (ora D.Lgs. 42/04); l’area centrale è sottoposta a vincolo diretto, quindi di inedificabilità, mentre l’ambito circostante è sottoposto a vincolo indiretto, ovvero all’obbligo di richiesta del nulla osta alla competente Soprintendenza.

Altri vincoli di rispetto e salvaguardia

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Il Piano Regolatore Generale Comunale nel rispetto della legislazione di settore vigente individua cartograficamente sulle planimetrie in scala 1:5000 e normativamente nel testo delle N.T.A. altri vincoli o fasce di rispetto (fasce di rispetto di strade, fasce di rispetto dei corsi d’acqua e delle opere di posa dell’acquedotto, del depuratore, ecc…).

Zona di salvaguardia dei boschi e delle rocche del Roero E’ una zona di salvaguardia istituita con L.R. n. 27 del 14.10.2003 ai sensi dell’art. 6 della LR 12/90. Riguarda una porzione del territorio comunale di Bra ed è stata opportunamente delimitata negli elaborati cartografici.

Piano paesistico dell’area della tenuta ex Reale e del centro storico di Pollenzo Si tratta di un piano paesistico di competenza regionale, come indicato all’art.12 delle NTA del Piano Territoriale della Regione Piemonte, da redigersi in conformità all'art. 1 bis della legge 431/85 e all'art. 4 della Lr 20/89. Ai sensi dell'art. 8 quinquies della Lr 56/77 deve essere adottato dalla Regione. Il Piano Paesistico dell’Area dell’ex Tenuta Reale e del centro storico di Pollenzo è stato adottato con delibera della Giunta Regionale n. 8-7981 del 16 dicembre 2002 pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 4 del 23 gennaio 2003. La Proposta di deliberazione n. 439 per l’approvazione del Piano Paesistico dell’area della tenuta ex Reale e del centro storico di Pollenzo è stata presentata il 24/07/2003 dalla Giunta Regionale; è stata assegnata alla Commissione II in sede referente in data 05/08/2003 e licenziata in Commissione in data 02/12/2004. Il Piano però ha avuto fine anomala per decadenza.

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2.7 Gli elementi caratterizzanti del territorio e dell’ambiente e gli elementi edilizi ricorrenti

Per quanto riguarda la presente revisione di PRG si è lavorato all’interno del contesto precedentemente inquadrato, cercando di mettere in luce gli elementi di struttura, le più o meno latenti caratterizzazioni e gli aspetti di valore e criticità del territorio. Sono stati pertanto condotti studi per l’individuazione e l’evidenziazione dei strutturanti del territorio e dell’ambiente riportati nell’Allegato C “Fattori strutturanti del territorio e dell’ambiente”. La loro individuazione costituirà una delle basi per formulare gli indirizzi di sviluppo del territorio comunale contenuti nella Revisione Generale. L’Allegato è composto da schede fotografiche dove vengono riportate alcune immagini dei fattori strutturanti identificati nel territorio comunale e precisamente suddivisi in: - nuclei di antica formazione; - edificato esistente; - spazi aperti; - edifici isolati.

Ovviamente le schede non hanno carattere prescrittivo, ma costituiscono un punto di riferimento sia per gli interventi sul patrimonio edilizio esistente, sia per quelli di nuova edificazione.

La puntuale localizzazione delle testimonianze edilizie e del patrimonio naturale intende per altro produrre efficacia nei seguenti momenti di gestione del P.R.G.C.:

1. testimonianza ufficiale dello stato di fatto fisico e formale degli edifici e degli ambienti che si intendono mantenere;

2. sintesi dei segni linguistici da utilizzare nelle eventuali nuove edificazioni in contesto storico e di pregio ambientale;

3. guida alla valutazione dei progetti in sede di Commissione Edilizia.

In sintesi l’obiettivo di tale elaborato non è quello di costruire una sorta di “abaco” prescrittivo, bensì quello di mantenere o costruire una sensibilità comune nei soggetti pubblici e in quelli privati nell’uso del territorio.

Parallelamente sono stati analizzati i caratteri ricorrenti nel patrimonio edificato riconosciuti quali elementi di chiara valenza culturale nel panorama dell’architettura braidese. La documentazione, unitamente al convincimento che la progressiva degradazione e distruzione delle testimonianze non monumentali ha portato ad un depauperamento dell’identità locale, va intesa come strumento metodologico per garantire la salvaguardia di un’architettura che sia congruente con le tradizioni insediative locali.

Le schede che costituiscolo l’Allegato D: “Elementi edilizi di pregio ed elementi edilizi ricorrenti” sono rappresentative dei caratteri edilizi ricorrenti individuati dal P.R.G.C. in forza delle indagini puntuali svolte sul territorio edificato. Essi sono stati puntualmente localizzati sulle tavole di indagine AT 5.1: “Caratteri qualitativi del tessuto urbano del centro storico di Bra”. Le schede sono di tipo fotografico , riportando alcune immagini dei caratteri edilizi di pregio e ricorrenti quali: - torri, campanili, altane - pitture a carattere religioso

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- manufatti di pregio - meridiane - portali, portoni ad arco - androni, accessi carrabili e pedonali - logge e porticati - balconi e ballatoi - coronamenti in legno ed in muratura

In sintesi l’obiettivo di tale schedatura è quello di costruire una sorta di “abaco” di riferimento per quegli interventi che si pongono in un contesto storico, al fine di mantenere o costituire una sensibilità comune, sia nei soggetti pubblici che in quelli privati, nell’uso di quelle parti di territorio degne di tutela e conservazione.