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Oxygen First Aid EMERGENCY CARE HANDBOOK

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OxygenFirst Aid

EMERGENCYCARE HANDBOOK

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© ESA

E` vietata la riproduzione di questo manualeo di sue singole parti

Product n° M00031

A cura di Mauro Bertolini

Progetto formativo, sviluppo, consulenza e revisioni:Mauro Bertolini, Mario Romor, Enrico Firpo, Egidio Trainito,Franco Bottini, Maria Laura Careddu, Luca Brazzi, LisaPerdomi, Ugo Gaggeri, Barbara Vitelli

Testi: Maurizio De Benedetto, M. RomorFoto: E. Firpo, L. Perdomi, M. Romor, M. Tsuruoka

Un particolare ringraziamento al dott. Mario Palermo,Spec. Cardiologia, Endocrinologia e Malattie del Metabolismopresso l’Università di Sassari

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5 ESA Oxygen First Aid

Parte Prima6 Cosa Imparerai

6 Uso del Manuale e

prove pratiche

7 L’ossigeno

9 L’apparato respiratorio

11 Il sistema circolatorio

15 Regole generali

15 Infortunio

15 Cosa fare

16 Cosa non fare

17 Il Sistema Nazionale di

Soccorso Sanitario

18 Autoprotezione

19 Valutazione del paziente

19 Basic Life Support (BLS)

20 La catena della

sopravvivenza

21 Tecniche e sequenza BLSD

21 Valutazione dello scenario

e auto-protezione

21 Valutazione dello stato di

coscienza

22 Apertura delle vie aeree

22 Valutazione dell’attività

respiratoria

22 Posizione laterale di sicurezza

23 Inizio della RCP

23 Tecnica della RCP

24 Ventilazione artificiale

26 Ventilazione artificiale in

caso di asfissia

27 Il Defibrillatore Automatico

Esterno

27 Impiego del DAE

30 Cosa hai imparato

Parte seconda31 Cosa Imparerai

31 Quando Usare l’ossigeno

32 Patologie Da

Decompressione (PDD)

33 Embolia Gassosa Arteriosa(EGA)

35 Malattia Da

Decompressione (MDD)

38 Sindrome da

pre-annegamento

41 Perché respirare ossigeno?

43 Come respirare l’ossigeno

44 Erogatore a domanda

45 Sistemi a Flusso continuo

47 Erogatore Multifunzione

47 Sistemi diversi

49 Tecniche per erogare

l’ossigeno

49 Accorgimenti

50 Erogatore a domanda

51 Mascherina con reservoire

53 Mascherina tascabile

Appendice56 Schemi BLS

Indice

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ESA Oxygen First AidIntroduzioneL’ESA nasce come agenzia per la formazione deisubacquei dal livello iniziale fino ai più alti livelli pro-fessionali. Un requisito per ottenere i brevetti ESAProfessional è di aver partecipato ad un corso diPrimo Soccorso con l’Ossigeno. L’ESA ha preparatoun programma formativo specifico – l’ESA OxygenFirst Aid – che, oltre a soddisfare i requisiti di brevet-to per i livelli professionali, così come richiesto dallenorme internazionali, offre la possibilità anche ai nonsubacquei e ai subacquei ricreativi di partecipare adun corso di Primo Soccorso moderno, agile e confor-me a quanto stabilito dalle più recenti indicazionimediche, in materia di uso dell’Ossigeno nel PrimoSoccorso degli incidenti da immersione e da semi-an-negamento. Assieme al corso ESA First Aid e al corsoESA Prevention & Rescue Diver, il corso ESA OxygenFirst Aid partecipa alla composizione di un “pacchet-to sicurezza” che può contribuire sostanzialmente aincrementare la sicurezza dell’attività subacquea.Il corso è fortemente consigliato anche a tutti coloroche per qualsiasi motivo si trovino a frequentare o aoperare in siti in cui si praticano sport acquatici com-presi: attività subacquea con autorespiratori, apnea,snorkeling, windsurf, kite surf, canoa, nuoto, ecc.Basti considerare che le norme e le leggi vigenti in di-versi paesi del mondo prevedono che, nelle posta-zioni degli stabilimenti balneari, nelle imbarcazioniadibite al trasporto di turisti, nelle piscine e nei cen-tri per sport acquatici, siano disponibili delle unitàper l’erogazione di ossigeno da utilizzare in caso diemergenza.

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Il corso prevede lezioni teoriche edesercitazionipratiche sulmanichino esulle persone

Parte Prima

Cosa ImpareraiIn questa prima parte riceverai informazioni in meri-to all’uso di questo manuale, alla struttura del corsoESA Oxygen First Aid, all’ossigeno e agli effetti cheesso può avere sull’organismo. Per meglio compren-dere i benefici e le modalità per l’uso dell’ossigeno ri-ceverai informazioni relative all’apparato respiratorioe all’apparato cardiocircolatorio. Potrai rivedere le

procedure BLS che dovresti già aver appresodurante il corso ESA First Aid (o altri corsi equi-

valenti). Particolare importanza sarà data alla sicurez-za del soccorritore, all’attivazione del sistema medicodi emergenza e alle procedure di primo soccorso e ri-animazione.Troverai anche informazioni relative alDefibrillatore Automatico Esterno (DAE) e alleprocedure per utilizzarlo secondo quanto previstodalle tecniche BLSD dell’European Resuscitation

Council.

Uso del manuale e prove praticheIl manuale ESA Oxygen First Aid si rivolge a tutti co-loro che desiderano imparare le tecniche per aiutareuna vittima di incidente subacqueo a respirare ossi-geno ad alta concentrazione, a prescindere dal fattodi possedere o meno un brevetto subacqueo.Potrai iniziare a leggere il manuale non appena ti sa-rà consegnato dall’Istruttore perché gli argomenti so-no esposti con un linguaggio semplice.Complementari alla lettura del manuale, saran-no le prove pratiche di primo soccorso con l’os-sigeno che dovranno essere svolte sotto la guida diun ESA Oxygen First Aid Instructor. La sola lettura delmanuale non qualifica adeguatamente all’uso dell’os-sigeno come presidio di primo soccorso.

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Le prove pratiche conl’istruttore sono indispensabiliper la tuaformazione

L’ossigenoL’ossigeno è presente nell’aria che respiriamo in unapercentuale prossima al 21% ed è un gas inodore einsapore. Pur essendo indispensabile per la vita,l’ossigeno respirato a concentrazioni troppo elevateo troppo basse può causare problemi o diventare ad-dirittura pericoloso.Secondo una famosa legge di fisica, la pressione diun miscuglio di gas è data dalla somma dellesingole pressioni dei gas che lo compongono,chiamate pressioni parziali (pp). Per gli scopi dell’at-tività subacquea e per quelli di questo corso è utilesapere che gli effetti dei gas sull’organismo sonoprincipalmente dovuti alla rispettiva pressione par-ziale. La pressione parziale di un gas si può cal-colare facilmente conoscendo la percentualeche il gas occupa in una determinata miscela ela pressione ambiente. Per esempio la pressione par-ziale dell’ossigeno presente nell’aria che respiriamonormalmente a livello del mare corrisponde al 21% diun’atmosfera (1 bar) ovvero 0,21 bar. Respirando lastessa aria a 10 metri di profondità dove la pres-sione ambiente corrisponde a 2 bar, la pressio-ne parziale dell’ossigeno sarà 0,42 bar.E’ facile intuire che, variando la pressione ambiente,varia di conseguenza anche la pressione parziale deigas della miscela che si sta respirando.Ecco perchè scendere in immersione o salire in altaquota respirando aria può creare problemi dovuti ri-spettivamente a eccessiva (iperossia) o scarsa (ipos-sia) pressione parziale di ossigeno. Potrai approfon-dire queste informazioni frequentando il corso ESANitrox Diver o proseguendo nella carriera subac-quea sino al livello professionale ESA Diveleader.Seppure alcune patologie possano favorire l’insor-genza della tossicità polmonare dovuta all’ossigeno,tuttavia non si registrano controindicazioni allarespirazione di ossigeno puro come strumentodi primo soccorso nelle emergenze da decom-pressione e nelle sindromi di pre-annegamen-

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Attivare i soccorsi èuno dei passi più importanti

to, ma al contrario la comunità medica suggerisce ilsuo impiego a percentuali prossime al 100% sino al-l’arrivo dei soccorsi medici. Va considerato che, nel momento in cui viene som-ministrato in percentuali vicine od uguali al 100%l’ossigeno diventa un gas medicale, per questomotivo si rende necessaria una preparazione di baseper il suo utilizzo.Numerosi studi hanno evidenziato l’importanza degliinterventi di primo soccorso, svolti anche da soccor-ritori non professionisti (definiti laici) ma adeguata-mente addestrati, nel ridurre la mortalità o in genera-le le complicanze legate “all’infortunio”.Sappiamo infatti che diventano fondamentali,oltre all’attivazione dei mezzi di soccorso attraverso ilnumero “Numero Unico di Emergenza SanitariaNazionale”, i minuti successivi all’evento fino al-l’arrivo del personale medico e paramedico diprimo soccorso. Gli interventi di primo soccorsodevono essere svolti da persone addestrate per pre-venire ulteriori danni all’integrità dell’infortunato.Questo è l’obiettivo del corso ESA Oxygen FirstAid, fornire gli strumenti necessari per agire nel mi-gliore dei modi ed in sicurezza.Resta comunque valido che, in caso di incidente o dimalore, è compito e dovere di ogni cittadino interve-nire per offrire aiuto alle persone ed avvisare il“Sistema Sanitario di Urgenza ed EmergenzaNazionale”.Per meglio comprendere l’importanza dell’ossigeno edella tempestività dei soccorsi, è bene fare dei brevicenni sul funzionamento del sistema respiratorio ecardiocircolatorio.

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L’apparatorespiratorio

L’apparato respiratorioL’apparato respiratorio è deputato essenzialmente al-lo “scambio” ossigeno/anidride carbonica tra il san-gue e il gas respirato.Il meccanismo della respirazione, ovvero l’attoche fa entrare e uscire l’aria dai polmoni, av-viene attraverso modifiche del volume dei pol-moni (collocati nella cassa toracica) e quindi dellapressione del gas presente al loro interno.Quando espiriamo il volume polmonare, per azionedei muscoli deputati alla respirazione, si riducecreando un aumento della pressione del gas conte-nuto che, per differenza di pressione con l’ambienteesterno, tenderà a uscire. Viceversa quando la cassatoracica si espande (atto dell’inspirazione), l’aumen-to del volume del gas presente nei polmoni provocauna calo della pressione interna con conseguente ri-chiamo di gas dall’esterno verso l’interno. I movimenti della respirazione sono regolati dauno specifico centro nervoso che si trova nelmidollo allungato (bulbo) e normalmente av-vengono spontaneamente. Diversi fattori possonoinfluire sul ritmo e sull’ampiezza della respirazionecome per esempio lo stato d’animo, il lavoro fisico, levariazioni di temperatura, ecc.. Tuttavia il maggioreresponsabile dei movimenti respiratori è l’anidridecarbonica presente nell’organismo che, quando rag-giunge una determinata soglia critica, stimola i cen-tri nervosi della respirazione che a loro volta in-viano il comando ai muscoli della respirazione. Oltre che spontanei, gli atti respiratori possonoessere comandati, così come quando si esegue unaiperventilazione, si modifica il ritmo respiratorio perrecuperare dopo una corsa o si trattiene il fiato perun’immersione in apnea.L’apparato respiratorio può essere descritto co-me un “albero rovesciato” che inizia dalle narici edalla bocca e termina con gli alveoli, le componentipiù piccole di tutto l’apparato. 9

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Il gas che respiriamo, prima di arrivare agli alveolipassa attraverso la faringe che è l’unica parte in co-mune con l’apparato digerente. Da qui l’apparato re-spiratorio prosegue con la laringe, posta anterior-mente all’esofago (il tubo attraverso cui passa il ci-bo), nella quale sono collocate le corde vocali, luo-go interdetto a tutte le sostanze diverse dal gas respi-ratorio. A guardia di quest’area è collocata una strut-tura cartilaginea, chiamata epiglottide, che all’attodella deglutizione si chiude sopra la parte alta dellalaringe impedendo l’ingresso di corpi estraneiin questa zona riservata all’aria o comunque algas respirato. La tosse che si scatena quando qualcosa (per es.: unabevanda o del cibo) “va di traverso” è il segno che uncorpo estraneo è entrato nell’area riservata al solopassaggio del gas respirato e serve per tentare di cac-ciare, ovvero espellere, il corpo estraneo.Oltre la laringe, l’albero respiratorio proseguecon la trachea, un tubo cartilagineo attraverso cuipassa il gas respirato, che si divide proprio come unalbero in due rami più sottili chiamati bronchi che,a loro volta, si dividono in ramificazioni sempre piùsottili che prendono il nome di bronchioli. Alleestremità dei bronchioli ci sono gli alveoli, che pos-siamo immaginare come tantissimi piccoli sacchetti,avvolti da una fitta rete di capillari.A questo livello, l’unica “barriera” tra sangue ed ariaè costituita da una piccola membrana dello spes-sore di una singola cellula. Quando la pressionedell’ossigeno disciolto nel sangue è inferiore a quelladell’ossigeno inspirato quest’ultimo tende a passarein soluzione nel sangue, combinandosi chimicamen-te con l’emoglobina contenuta nei globuli rossi.Per lo stesso meccanismo quando l’anidride carboni-ca presente nel sangue ha una pressione superiore aquella presente nel miscuglio respirato, essa tende alasciare il sangue e passare negli alveoli per es-sere eliminata attraverso l’espirazione.10

Alla fine deibronchioli sitrovano glialveoli

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Il sistema circolatorioIl sistema circolatorio serve a veicolare l’ossigeno,fissato dall’emoglobina durante gli scambi gassosialveolari, dai polmoni al cuore e dal cuore verso tut-ti i distretti dell’organismo. L’ossigeno è il “combustibile” che fa funzionare e vi-vere tutte le cellule che compongono i tessuti del cor-po umano. Le cellule che compongono gli orga-ni del corpo umano, in particolare le cellule ce-rebrali, sono particolarmente sensibili a un’e-ventuale mancanza di ossigeno. Da questa picco-la premessa possiamo capire quanto sia importantel’apporto d’ossigeno e di conseguenza la respirazio-ne e la circolazione del sangue.Il sistema circolatorio serve anche per distribuire lealtre sostanze necessarie alla vita delle cellule e atrasportare le sostanze di rifiuto dai vari distrettidell’organismo verso gli organi deputati alla loro eli-minazione e a portare l’anidride carbonica (gas discarico) ai polmoni per essere espulsa attraverso l’e-spirazione.Normalmente l’ossigeno necessario a garantirela vita si trova nell’aria che respiriamo e arriva aipolmoni e quindi agli alveoli attraverso il meccani-smo della respirazione. Il sistema circolatorio è essenzialmente compo-sto dal cuore (la pompa necessaria per far circolareil sangue) e una rete di tubi (vasi) dentro i qualiscorre il sangue. I vasi in uscita dal cuore, prendonoil nome di arterie (i vasi più grossi), arteriole (didiametro minore) e capillari (i vasi più piccoli).Dentro questi vasi scorre il sangue spinto dal cuoreverso tutti i distretti del corpo (grande circolo) e dalcuore verso i polmoni (piccolo circolo). Le reti divasi che dai polmoni tornano al cuore (piccolo circo-lo) e che dai vari distretti del corpo tornano al cuore(grande circolo) sono composte da capillari, venu-le e vene. Lo scambio tra il sangue e le celluledei tessuti avviene a livello dei capillari dove il 11

Schema semplificatodel sistemacircolatorio

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Schema semplificato del cuore

sangue cede l’ossigeno e le altre sostanze necessariealle cellule e raccoglie l’anidride carbonica e le so-stanze di scarto che devono essere eliminate.L’anidride carbonica (per lo più trasformata in bicar-bonato) è trasportata dal sangue che scorre nei capil-lari venosi verso le vene e arriva al cuore nell’atrio

destro da dove passa nel ventricolo de-stro che lo spinge nelle arterie polmo-nari, sino ai capillari alveolari dove,grazie agli scambi gassosi tra capil-lari e alveoli, l’anidride carbonicaritorna ai polmoni per essere eli-minata con l’espirazione.Come abbiamo detto, per far circolare ilsangue è necessaria una pompa, questaè la funzione del cuore. Un muscolocavo suddiviso in quattro parti, dueatri, posti nella parte superiore edue ventricoli, posti nella parte in-feriore. Mentre esiste comunicazionetra atri e ventricoli, normalmente nonc’è comunicazione tra la parte destra ela parte sinistra del cuore. Nella partedestra del cuore passa solo sanguericco di anidride carbonica, da in-viare ai polmoni per la depurazione,mentre nella parte sinistra quello

ossigenato, da distribuire a tutte le cellule dell’orga-nismo. La contrazione asincrona di queste “cavità”mette in circolo il sangue grazie a rapidi movimentidi contrazione e rilassamento chiamati rispettivamen-te sistole e diastole. Si dice "sistole" la contrazione dei ventricoli chepermette di espellere il sangue verso i polmoni (ven-tricolo dx) od il resto del corpo (ventricolo sx). Sichiama "diastole" il periodo in cui il sangue,proveniente dagli atri, riempe i ventricoli pri-ma della sistole successiva. La frequenza cardiaca(numero di cicli cardiaci per minuto= sistole+diatole)12

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Diastole: ilsangue fluisce dagliatri ai ventricoliSistole: ilsangue èspinto nei rispettivi circoli

è determinata dalla lunghezza della dia-stole, cioè dal tempo che il cuore impie-ga a riempirsi di sangue, mentre il tempodi sistole nell'individuo normale è sem-pre uguale. Più lunga è la diastole, piùbassa è la frequenza cardiaca.La valvola posta tra l’atrio sinistro e il ven-tricolo sinistro si chiama “valvola mitra-le” mentre quella che si trova tra l’atriodestro e il ventricolo destro si chiama“valvola tricuspide”.Prima di entrare nel circolo il sangue at-traversa altre due valvole importanti, la“valvola aortica”, posta tra il ventricolosinistro e l’aorta e la “valvola polmona-re” che si trova tra il ventricolo destro el’arteria polmonare. Le valvole giocanoun ruolo fondamentale nel permette-re al cuore di riempirsi di sangue e dispingere lo stesso verso il rispettivocircolo.Ricapitolando possiamo ribadire che l’al-bero circolatorio si divide in due tronchiseparati, il primo è il circolo polmona-re (piccola circolazione) che ha originenel ventricolo destro e termina nel-l’atrio sinistro, che serve a portare ilsangue ai polmoni per essere ossigenatoe ricondurlo quindi al cuore. L’altra partedell’albero circolatorio è il “grande cir-colo”, che ha origine nel ventricolo sinistro etermina nell’atrio destro ed immette il sangue os-sigenato nel grande circolo o circolo sistemico. Ilcircolo sistemico rifornisce di sangue ossigenato tuttii tessuti e riporta il sangue ricco di anidride carboni-ca al cuore. La descrizione del sistema cardiocircola-torio aiuta a comprendere l’importanza della respira-zione di ossigeno nelle emergenze.

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Minitest

1) Vero o Falso. L’obiettivo del corso ESAOxygen First Aid è fornire gli strumenti ne-cessari per agire nel migliore dei modi ed insicurezza.

2) Quando espiriamo il volume polmonare_____________ e la pressione all’interno deipolmoni _____________a) aumenta - diminuisceb) diminuisce - aumentac) diminuisce - rimane invariata

3) la struttura deputata a preservare le vieaeree dall’ingresso di corpi estranei è: a) la tracheab) l’epiglottidec) l’esofago

4) Gli scambi gassosi avvengono principal-mente attraverso la membrana posta tra ca-pillari e: a) alveolib) bronchic) epiglottide

5) Nella parte destra del cuore passa sangue:a) ricco di ossigenob) ricco di ossigeno ma solo nel ventricoloc) ricco di anidride carbonica

6) Il circolo polmonare ha origine:a) nel ventricolo sinistro e termina nell’atrio destrob) nell’atrio destro e termina nell’atrio sinistroc) nel ventricolo destro e termina nell’atrio sinistro

Risposte: 1 Vero – 2b – 3b - 4a - 5c - 6c

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Regole generali

InfortunioNella pratica dell’attività subacquea ricreativa l’indi-ce delle emergenze e degli incidenti che si veri-ficano è bassissimo, basti pensareche autorevoli studi in materia hannofatto emergere che l’attività subacqueaè paragonabile, da questo punto di vi-sta, a un’attività “poco avventurosa” co-me il bowling.Tuttavia l’evenienza che si verifichiun’emergenza è sempre possibile, cosìcome in ogni altra attività che una per-sona può svolgere. Nel nostro campo, la causa più fre-quente di incidente è rappresenta-ta da comportamenti imprudentida parte dei subacquei, ai quali si pos-sono aggiungere fattori “esterni”, come:- Stato psicofisico (distrazioni,

stanchezza, sovralimentazione)- Preparazione e addestramento

(carenza di informazioni )- Eccessiva sicurezza

Cosa farePer prevenire gli incidenti è bene rispettare scru-polosamente le regole imparate durante i corsisubacquei ESA. Inoltre, prevedere di migliorare lapropria preparazione partecipando ad ulteriori mo-menti formativi come per esempio il corso ESAPrevention & Rescue Diver, un ottimo strumentoper apprendere le informazioni e le tecniche utili aprevenire gli incidenti e a gestire una eventualeemergenza. Tuttavia ecco una serie di suggerimenti utili per 15

La respirazionedi Ossigenoal 100% èraccoman-data tutte levolte che sisospetta unacondizionedi ipossia

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Il SistemaNazionale diSoccorsoSanitariodispone diuomini emezzi adatti

tentare di gestire al meglio un’eventuale emergenza: - Non perdere la calma - Evitare azioni improvvisate e dannose- Intervenire in sicurezza (valutazione della scena)- Autoprotezione (mascherina, guanti)- Allontanare i curiosi- Valutare la dinamica dell’evento- Attivare il Sistema Medico di Emergenza- Esaminare l’infortunato (Eseguire il BLS)- Garantire la sicurezza per il ferito e per gli altri- Controllare che non ci siano fiamme libere nelle

vicinanze e/o astanti che fumano- Approntare il materiale per somministrare O2- Posizionare la bombola dell’ossigeno ai piedi della

vittima- Praticare le prime manovre di soccorso- Muovere il ferito solo se in situazione di pericolo

(stato di necessità)- Restare accanto all’infortunato fino a quando verrà

affidato a persone competenti

Cosa non fare- Non mettere la persona in posizione seduta (a

meno che non sia necessario per favorire la respirazione)

- Non muovere l’infortunato se non esistono rischi ambientali

- Non somministrare alcolici o altri liquidi - Non ricomporre fratture e non ridurre lussazioni- Non improvvisare nulla - Non rimuovere eventuali corpi estranei dalle ferite - Non utilizzare materiale che appare danneggiato

per la somministrazione di ossigeno - Non posizionare la bombola dell’ossigeno vicino

alla testa della vittima- Non somministrare farmaci

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La richiestadei soccorsideve essereattivata alpiù presto

Il Sistema Nazionale di SoccorsoSanitarioIl Servizio Nazionale di Urgenza ed Emergenza(in Italia 118), si occupa di inviare mezzi di soccorsosul territorio in base alle richieste che provengonodall’utenza. In Centrale Operativa sono presentiMedici ed Infermieri insieme ad Operatori Tecniciche hanno la funzione di ricevere la chiamata di soc-corso e, in base all’intervista che l’Operatore diCentrale esegue, di inviare il mezzo di soccorsopiù idoneo per quella particolare situazione.La chiamata alla Centrale avviene attraverso un nu-mero unico per il Soccorso Sanitario, questo è il mo-mento più delicato per l’esito finale del soccorso. E’ importante mantenere la calma e risponderecorrettamente alle domande che il personale pone.Se non si è in grado di rispondere passare la comu-nicazione ad un’altra persona in grado di risponderecon tranquillità e precisione.E’ possibile effettuare una chiamata di emer-genza da tutti i cellulari GSM, GPRS o UMTS, an-che senza SIM inserita, chiamando il 112 (in Italia ilnumero dei Carabinieri). Può essere utile sapere che il 112 è stato inserito nel-le memorie dei cellulari Europei come numero diemergenza unico.Ad ogni chiamata sarà chiesto di specificare:- dove è successo (paese – via -- frazione. ecc.)- cosa è successo (valutazione della scena)- quante persone sono coinvolte - condizioni degli infortunati E’ molto importante inoltre:- seguire attentamente le indicazioni del personale

della Centrale Operativa- non interrompere la comunicazione - lasciare libero il telefono da cui si è chiamato Al fine di evitare inutili perdite di tempo, non inter-rompere l’operatore e attenersi alle indicazionidella Centrale Operativa. 17

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Guanti emascherinaper la protezionedel soccorritore

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Esclamazioni come “E’ Urgente” o “Fate Presto”, sonoinutili e possono compromettere l’esito del soccorso. Tra l’altro per chi ascolta, è palese che si tratti di un’e-mergenza: se si chiama il numero unico per le emer-genze è perché si ritiene di aver bisogno di aiuto.

AutoprotezionePremesso che il compito del soccorritore è prestare ilprimo soccorso ad un infortunato, mettendo in prati-ca tutte le conoscenze per assicurare il buon fine del-l’intervento, si precisa che un’altra parte fonda-mentale è la sicurezza e di conseguenza l’auto-protezione. Bisogna sempre ricordare che un soc-corritore che si ferisce intralcia il soccorso compro-mettendo la vita del primo infortunato e la propria.Autoprotezione è intesa anche come protezione daeventuali liquidi biologici del paziente (sangue,se-crezioni,urine ,ecc), pertanto durante l’esecuzione dimanovre di soccorso è opportuno effettuare la va-lutazione della sicurezza ambientale e dare lapriorità alla sicurezza dei soccorritori.E’ bene quindi: - valutare ed eliminare i rischi ambientali come:

- fuoco, acqua, frane- possibili aggressioni da parte di persone

e/o animali- gas o liquidi infiammabili/tossici- carichi sospesi / edifici pericolanti- mezzi in transito

- in generale, valutare che non sussistano condizioni di rischio per il soccorritore (o altre persone)

- utilizzare guanti (che dovrebbero essere contenuti nella cassetta del primo soccorso)

- utilizzare una mascherina o altra protezione adeguata per effettuare la respirazione artificiale

- considerare che, se si ravvedono condizioni di pericolo, è possibile astenersi anche dall’effettuare la respirazione bocca-bocca

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Per valutarelo stato dicoscienzachiamare escuotere lavittima

- utilizzare l’ossigeno mettendo in atto tutte le proce-dure di autoprotezione che vi saranno spiegate

- non portare mai una bombola di ossigeno in un ambiente in cui vi sia presenza di fiamme libere.

Valutazione del pazienteIl primo soccorso all’infortunato comincia dalla valu-tazione della coscienza e procede attraverso ma-novre codificate che prevedono l’attivazione dei soc-corsi, il posizionamento della vittima, l’apertura dellevie aeree, la valutazione dell’attività respiratoria e lemanovre di rianimazione. Le tecniche e le procedure di primo soccorso sonostate apprese durante il corso ESA First Aid, tuttaviasaranno illustrate brevemente di seguito e riapplicatedurante la fase pratica del corso.

Basic Life Support (BLS)Ovvero supporto di base alle funzioni vitali.Lo scopo del BLS è quello di garantire il pronto rico-noscimento del grado di compromissione delle fun-zioni vitali e di supportare ventilazione e circolo se citroviamo di fronte ad un arresto cardiaco, fino all’ar-rivo dei mezzi di soccorso.L’obiettivo principale del Basic Life Supportconsiste nella prevenzione dei danni anossicicerebrali attraverso procedure di rianimazione car-diopolmonare (RCP) supportate (quando possibile)dalla somministrazione di ossigeno. Tali manovresono effettuate per mantenere la pervietà dellevie aeree, sostenere la respirazione ed il circo-lo, in ogni caso in cui si verifica un‘improvvisa cessa-zione delle attività respiratoria e/o cardiocircolatoriae comunque in qualsiasi soggetto che: - ha perso conoscenza - non respira- non ha segni di circolo

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la catena della sopravvivenza

La sequenza del BLS consiste in una serie di azioniche si riassumono schematicamente con l’ABC:- A = Airway (vie aeree)- B = Breathing (respirazione)- C = Circulation (circolazione)Le manovre di rianimazione di base evitano ilrapido instaurarsi di danni cerebrali irreversibili,permettendo una perfusione sufficiente in attesa cheil ritmo venga convertito, attraverso l’impiego di unDefibrillatore Automatico Esterno (DAE) da parte dipersonale sanitario o laico appositamente addestrato.Quando il BLS comprende anche l’uso del DAE,diventa BLSD.Per capire l’importanza di un intervento precoce, èutile ricordare che la probabilità di successo diminui-sce del 7-10 % per ogni minuto di assenza delle ma-novre rianimatorie di base.

La catena della sopravvivenzaLa sopravvivenza dopo un arresto cardiaco dipendedalla corretta realizzazione di una serie di interventi.La “catena della sopravvivenza” sintetizza il mi-gliore approccio, secondo le attuali conoscenze, altrattamento delle persone soggette ad arresto cardio-circolatorio e sottolinea l’importanza della sequenzia-lità e precocità degli interventi. La mancanza di unadelle fasi del soccorso riduce notevolmente le possi-bilità di sopravvivenza dei pazienti colpiti da arrestocardiocircolatorio.

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I 4 anelli che costituiscono la catena della sopravvi-venza sono: 1. ALLARME PRECOCE: attivazione

tempestiva del sistema di emergenza (118) 2. RCP PRECOCE: inizio immediato

delle procedure di RCP 3. DEFIBRILLAZIONE PRECOCE:

utilizzo tempestivo del defibrillatore (DAE) 4. ALS PRECOCE: immediata applicazione

delle procedure di soccorso avanzatoprofessionale

(ALS = Advanced Life Support).

Il quarto anello riguarda il personale sanitarioqualificato.

Tecniche e sequenza BLS

Valutazione della scena e autoprotezione Come già specificato, prima di avvicinarsi ad unsoccorso ed iniziare qualsiasi manovra è necessariovalutare la sicurezza dell’ambiente e rispettare lenorme di autoprotezione (per esempio: per preve-nire esplosioni, non portare la bombola del-l’ossigeno in presenza di fiamme libere e du-rante il trasporto della stessa evitare di esporla a urtio cadute).

Valutazione dello stato di coscienzaConsiste nel chiamare ad alta voce il paziente e scuo-terlo afferrandolo dalle spalle. Se il paziente è inco-sciente chiamare il numero del SoccorsoSanitario, posizionarlo supino su di un piano rigido,scoprire il torace, in modo da poter valutare ogni suomovimento, e passare a rendere pervie le vie ae-ree. Anche in caso di persona cosciente bisogna al-lertare il numero del Soccorso Sanitario. 21

Prima diintervenirevalutare l’eventualepresenza dipericoli

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Aperturadelle vieaeree:la parte piùscura mostra laposizionedella lingua

Apertura delle vie aereePosizionare correttamente la vittima facendo atten-zione a evitare movimenti inutili e aprire le vieaeree tramite l’iperestensione del capo e il sol-levamento del mento. La manovra si effettua utiliz-zando una mano sulla fronte e due dita sotto la pun-ta del mento (parte ossea). I soccorritori non sanitari(definiti laici), possono effettuare questa manovraanche in caso di sospetto trauma.

Valutazione dell’attività respiratoriaInginocchiarsi vicino alla testa del paziente e mante-nendo la pervietà delle vie aeree, come indicatoprecedentemente, effettuare la manovra “GAS” checonsiste nel:

Guardare il torace Ascoltare eventuali rumori respiratoriSentire sulla guancia se c’è flusso d’aria

La manovra deve essere effettuata per 10 se-condi, mantenendo le vie aeree pervie, con losguardo rivolto verso il torace della vittima e tenen-do la guancia e l’orecchio del soccorritore vicini allevie aeree della vittima.

Posizione laterale di sicurezzaSe il paziente respira ma rimane incosciente, è ne-cessario garantire la pervietà delle vie aeree evi-tando che la lingua vada ad ostruire la faringe.Se la vittima deve essere abbandonata per qualsiasimotivo è necessario metterla nella PosizioneLaterale di Sicurezza (PLS).Questa posizione garantisce la pervietà delle vie ae-ree, previene eventuali inalazioni di materiale gastri-co, mantiene il corpo in una posizione stabile .Come sarà spiegato più avanti è possibile aiutare lapersona incosciente a respirare ossigeno trami-te l’impiego di un’apposita mascherina corretta-mente applicata.22

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CoscienzaVie aereeGAS

Inizio della RCP Se la persona non respira normalmente (ignorareeventuali respiri agonici occasionali) allertare il 118e chiedere un DAE (defibrillatore automatico ester-no). Se il soccorritore è da solo deve allontanar-si per chiedere aiuto e procurarsi un DAE, quindiiniziare immediatamente la rianimazione car-diopolmonare (RCP), fino all’effettiva disponibilitàdel DAE. Se il soccorritore non è addestrato all’usodel DAE: allertare i soccorsi e iniziare la rianimazionecardiopolmonare.Le compressioni toraciche esterne (CTE) provo-cano un abbassamento dello sterno schiacciando ilcuore tra lo sterno e la colonna vertebrale. Questopermette durante le compressioni di far fuoriuscireil sangue dai ventricoli e di spingerlo in circolo.Il rilasciamento totale (rilasciare completamente il to-race) permette al cuore di riempirsi nuovamente .Mantenendo una frequenza di 100 compressio-ni al minuto si crea un circolo artificiale in gra-do di garantire una perfusione cerebrale sufficiente arallentare l’insorgenza del danno anossico (dovutoalla mancanza di ossigeno). Questa complicanza puòessere ulteriormente ridotta dalla somministrazio-ne di ossigeno durante la fase ventilatoria.

Tecnica della RCPPer garantire il miglior risultato è importante impara-re e mantenersi allenati sulle tecniche della rianima-zione cardiopolmonare (RCP). Durante le fasi prati-che di questo corso potrai allenarti assieme al tuoESA Oxygen First Aid Instructor. Anche per que-sto è utile ripassare i punti principali descritti di se-guito:- porre la parte prossimale del palmo di una mano

al centro del torace (sopra lo sterno)- sovraporre l’altra mano e intrecciare le dita- posizione corretta del soccorritore:

- inginocchiato vicino alla vittima 23

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Posizioneper la RCP

- braccia tese e perpendicolari al piano tangenziale alla superfice anteriore del torace della vittima

- profondità delle compressioni: 4-5 cm.- frequenza: 100 compressioni/minuto- ventilare mantenendo la pervietà delle vie aeree

come descritto in precedenza e chiudendo (durante l’insufflazione) il naso con le dita dellamano posata sulla fronte della vittima

- effettuare due insufflazioni della durata di circa un secondo

- alternanza tra CTE e ventilazioni 30:2- in caso di problemi a ventilare, effettuare comun-

que le compressioni toraciche esterne, anche da sole e con la massima continuità possibile.

Ventilazione ArtificialeLe ventilazioni artificiali si possono eseguire con latecnica bocca-bocca, bocca-naso o bocca-maschera. Utilizzando una mascherina tascabile collegataall’ossigeno, attraverso l’apposito connettore, op-pure utilizzando il pallone di Ambu con reservoire,collegato all’ossigeno e con un flusso tale da mante-nere sempre gonfio il pallone reservoire, è possibileinsufflare nel paziente aria arrichita di ossigeno (qua-si 100%) con sostanziali benefici per la vittima. L’uso del pallone di Ambu non è di facile attuazioneper questo se ne raccomanda l’uso solo al perso-nale adeguatamente preparato.Le insufflazioni devono essere eseguite lentamen-te, sia che si utilizzi la mascherina sia che si uti-lizzi il pallone di Ambu e devono avere una dura-ta di circa 1 secondo; in questo modo è meno proba-bile il passaggio di aria nello stomaco.Tecnica- posizionarsi alla testa del paziente- posizionare correttamente la maschera sul viso - posizionare la bombola ai piedi della vittima e re-

golare il flusso dell’ossigeno a 15 litri/minuto24

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Ventilazionecon mascherinatascabile collegataall’ossigeno.Soccorritorein posizionelaterale

- con l’indice e il pollice a forma di C tenere la maschera sul viso, con le restanti dita afferrare la mandibola ed effettuare l’iperestensione del capo

- insufflare nella mascherina attraverso l’apposita apertura o comprimere il pallone di Ambu (personale addestrato)

- osservare che avvenga l’espansione del torace

- rispettare le procedure del BLS Nota: le insufflazioni brusche o eseguitesenza l’adeguata iperestensione del capopossono essere inefficaci e provocarevomito.

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Minitest

1) In procinto di soccorrere una persona, laprima cosa da fare è:a) valutare la respirazione (GAS)b) assicurare la sicurezza dei soccorritoric) valutare il livello di coscienza

2) Per i soccorritori laici è indicata l’apertu-ra delle vie aeree tramite: a) vite elicoidaleb) sub-lussazione della mandibolac) iperestensione del capo e sollevamento del

mento

3) Il rapporto tra compressioni e ventilazionidurante la RCP è: a) 14:2b) 30:2c) 16:1

Risposte: 1b – 2c – 3b

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In alcuni casi è possibile effettuare leventilazioniartificialiin acqua

Ventilazione artificiale in caso di asfissiaNell’evenienza in cui il soccorritore si trovi di frontea una vittima palesemente colpita da asfissia (co-me nel caso di sindrome da pre-annegamento) sisuggerisce di iniziare la rianimazione il più veloce-mente possibile, con 5 ventilazioni artificiali pri-ma di passare alle compressioni toraciche ester-ne. Il soccorritore che si trova a operare da solo, sul-la scena di un'emergenza e in presenza di una vittimadi pre-annegamento, prima di allontanarsi per at-tivare i soccorsi, deve eseguire la rianimazione car-

diopolmonare per un minuto.In caso di pre-annegamento, i soccorri-tori adeguatamente addestrati possonoeffettuare la respirazione artificiale an-che in acqua profonda (dove non sitocca) usando, se possibile un supportogalleggiante (vedi il corso ESAPrevention & Rescue Diver), secon-do la procedura descritta di seguito. Dopo l’apertura delle vie aeree, se nonc’è respirazione spontanea, ventilareper circa un minuto. Se la vittima nonriprende a respirare valutare la distan-za dalla riva o dal punto d’appoggio(pontile, barca, ecc.) in cui sia possibilemetterla all’asciutto e prestare le cure.

Se il percorso richiede meno di 5 minuti, conti-nuare con la ventilazione artificiale durante iltrasporto. Se si stima che il percorso richiedapiù di 5 minuti, effettuare le ventilazioni per unaltro minuto quindi trasportare la vittima all’a-sciutto il più velocemente possibile.Le persone non addestrate alla rianimazione in ac-qua, devono cercare di rimuovere la vittima dal-l’acqua nel minor tempo possibile.Non appena la vittima è all’asciutto controllare se c’ènormale attività respiratoria, in caso contrarioiniziare immediatamente con le CTE come de-26

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I luoghi pubblici, come gli aeroporti sono spessodotati di postazionicontenentiun DAE dausare in caso di emergenza

scritto in precedenza (CPR).Non tentare di rimuovere l’acqua dalle vie ae-ree delle vittime di pre-annegamento, è necessariopiuttosto concentrarsi sulle manovre rianimatorie.

Il Defibrillatore Automatico EsternoNella stragrande maggioranza dei casi di arresto car-diaco, questo è dovuto a ritmi irregolari e caotici del-la pompa cardiaca. L’intervento precoce con undefibrillatore l’unico mezzo per tentare di farripartire il cuore. Il Defibrillatore AutomaticoEsterno (DAE) è una macchina in grado di analizzareil ritmo cardiaco, stabilire se è il caso di inviare la sca-rica elettrica e inviare su comando dell’operatore unascarica di corrente continua che attraversa il cuore inpochi millisecondi. Questo shock elettrico per-mette al cuore di ripristinare il ritmo corretto.Il DAE può essere usato anche da personale non me-dico o paramedico (laico),dopo l’opportuna forma-zione e la necessaria autorizzazione (dove richiestodalla legge).L’uso del DAE è inserito in una serie di azioniche fanno parte della sequenza chiamata BLS-D.Di seguito descriviamo, ad esclusivo scopo di ripassoper le persone già addestrate al suo utilizzo, le pro-cedure di impiego del DAE. La lettura delle indicazioni relative all’uso delDAE non qualifica all’uso di un defibrillatore.

Impiego del DAE- se possibile porre la vittima su una superficie

asciutta- posizionare il DAE all’altezza dell’orecchio sinistro

della vittima- verificare che i cavi degli elettrodi che vanno al

DAE non attraversino la superficie toracica della vittima

- DAE alla destra del soccorritore così da permetter- 27

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Allertare isoccorsi èuna dellepriorità piùimportanti

gli di controllare, con il suo braccio sinistro, la sicurezza attorno alla vittima

- soccorritore posizionato dallo stesso lato del DAE per prevenire rischi al momento dello shock

- se il DAE è immediatamente disponibile, accender-lo non appena si rileva che non c’è una normale

attività respiratoria e seguire le sue istruzioni (per evitare i tempi morti di registrazione “autocheck”, sfruttati per predisporre le piastre)

- se si è in più soccorritori, continuare la RCP anche mentre si applicano le piastre del DAE

- se necessario asciugare e depilare il torace (solo dove vanno applicate le piastre)

- se possibile rimuovere eventuali cerotti terapeutici - applicare gli elettrodi come appreso durante

il corso specifico- orientare l’elettrodo apicale in senso verticale

rispetto all’asse del corpo della vittima- far aderire bene gli elettrodi partendo dal centro - il centro degli elettrodi deve essere posizionato a

8-12 centimetri da eventuali Pace Makers- chiudere e allontanare eventuali fonti di ossigeno

(almeno 1 metro di distanza)- non toccare e non far gocciolare eventuali “linee

venose” (flebo). Chiuderle e appoggiare i flaconi o le sacche

- se indicato erogare uno shock garantendo la massima sicurezza (accertarsi che nessuno, soccorritori compresi, tocchi la vittima durante la scarica)

- dopo ogni shock o in caso di “shock sconsigliato”:

- riprendere subito con la rianimazione cardiopolmonare rispettando la sequenza di 30 compressioni e 2 insufflazioni per 5 cicli (circa 2 minuti) senza analizzare il ritmo o operare alcun tipo di valutazione

- dopo 2 minuti di rianimazione cardiopolmonare:- effettuare l’analisi e, se indicato, erogare uno

shock nel rispetto della massima sicurezza28

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- proseguire alternando 1 shock a 2 minuti diRCP fino a quando:

a. la vittima riprende a respirare normalmente

b. arriva sul posto il servizio di emergenza sanitaria

c. il soccorritore è esausto- se ricompare la normale attività respiratoria: valu-tare lo stato di coscienza e se la vittima non è co-sciente metterla nella posizione laterale di sicu-rezza (PLS)* bibliografia: “European Resuscitation CouncilGuidelines 2005”

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Se il paziente riprende a respirare ma non è cosciente, metterlo nella Posizione Laterale di Sicurezza

Minitest

1) In caso di rianimazione in acqua, trovan-dosi a meno di 5 minuti dalla riva:a) ventilare durante il trasportob) ventilare per 3 minuti quindi uscire dall’acqua

il più velocemente possibilec) ventilare per 1 minuto quindi uscire dall’acqua

il più velocemente possibile

2) I soccorritori laici possono usare unDefibrillatore Automatico Esterno: a) se adeguatamente addestratib) se autorizzati nel caso in cui ciò sia consentito

da leggi o normative c) entrambe le precedenti

3) Durante l’erogazione della scarica elettrica(shock), è importante: a) che nessuno tocchi la vittimab) che nessuno spenga le lucic) che qualcuno avverta il medico di turno

Risposte: 1a – 2c – 3a

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Cosa hai imparato?Ora hai le idee più chiare in merito alla struttura delcorso ESA Oxygen First Aid, conosci importanti in-formazioni sull’ossigeno, sull’apparato respiratorio esull’apparato cardiocircolatorio. Hai rivisto le procedure BLS e il valore dato alla sicu-rezza del soccorritore, all’attivazione del sistema me-dico di emergenza e alle procedure di primo soccor-so e rianimazione.Hai letto importanti informazioni sul DefibrillatoreAutomatico Esterno (DAE) e sulle procedure per uti-lizzarlo secondo quanto previsto dalle ultime indica-zioni dell’European Resuscitation Council in tema diBLSD.

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SicurezzaCoscienzaAiuto MedicoBLSOssigeno

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Parte Seconda

Cosa ImpareraiNella seconda parte del manuale ESA Oxygen FirstAid scoprirai utili informazioni su quando usare l’os-sigeno e sulle caratteristiche delle Patologie DaDecompressione (PDD) e della sindrome da pre-an-negamento. Nella parte intitolata “Perché respirareossigeno” troverai interessanti notizie in merito aimeccanismi che rendono l’ossigeno così importanteper le prime cure nelle emergenze da decompressio-ne e in caso di incidenti acquatici. La descrizione deisistemi per erogare l’ossigeno integrerà le prove pra-tiche che svolgerai con l’ESA Oxygen First AidInstructor. Le indicazioni sulle tecniche per l’eroga-zione dell’ossigeno potranno essere usate anche do-po il corso per ripassare i punti fondamentali, appli-

cabili a ogni scenario.

Quando usare l’ossigenoLa Comunità dei medici iperbarici è concorde nell’af-fermare che l’ossigeno deve essere respirato tut-te le volte che si sospetta l’insorgere di una pa-tologia decompressiva o quando si sono createcondizioni che potrebbero causarla (per es.: risa-lita sbagliata, soste di decompressione saltate, rotturadel computer, ecc.), nei casi di semiannegamentoe nelle situazioni in cui si sono verificate con-dizioni di ipossia.Secondo alcune norme internazionali e locali, l’ossi-geno è paragonato a un medicinale e come tale nonpuò essere somministrato a persone coscienti.In questi casi un soccorritore laico può, rispettandole indicazioni della comunità medica internazionale,aiutare la vittima a respirare ossigeno, occupan-dosi della preparazione dell’unità per l’erogazionedell’ossigeno e dei relativi accessori, secondo le pro- 31

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In caso diPDD è importanterespirareossigeno aalte concen-trazioni,possibil-mente conun erogatore adomanda

cedure imparate durante il corso.Sia che si aiuti una persona a respirare ossigeno siache si usi l’ossigeno su una persona incosciente, èmolto importante annotare l’ora d’inizio dellasomministrazione ed il flusso erogato, per comuni-carlo al personale sanitario. Questo dato potrà esseremolto importante per valutare le condizioni e stabili-re la terapia da attuare. In alcuni casi la respirazione di ossigeno puòfar migliorare sensibilmente le condizioni dellapersona che lo ha respirato, a questo proposito varicordato che il compito di un soccorritore prevedeche una persona trattata con ossigeno, per uno deimotivi citati, sia comunque visitata da un medico.

Patologie Da Decompressione (PDD)Questo termine riunisce importanti patologie sostan-zialmente dovute a sovrapressione e che si manife-stano durante o in seguito alla risalita effettuatadopo aver respirato in immersione. Anche il fat-to di salire di quota dopo un’immersione, in aereo oin macchina, può creare condizioni di sovrapressio-ne. Le due patologie più significative sono l’emboliagassosa arteriosa (EGA) e la malattia da decompres-sione (MDD). In seguito a sovrapressione polmona-re ci possono essere anche esiti da: 1) pneumotora-ce (collassamento del polmone in seguito a lesionedi una pleura), 2) enfisema al mediastino (l’ariaesce dal polmone e si raccoglie nella regione che cir-conda il cuore) e da 3) enfisema sottocutaneo (l’a-ria esce dal polmone e si raccoglie sotto la pelle).Pur essendo sostanzialmente diverse, le tre patologieappena elencate, l’EGA e la MDD, possono avereimportanti caratteristiche che le accomunano, isegni e i sintomi possono essere simili e difficilmen-te distinguibili soprattutto per un soccorritore laico.Fortunatamente, le tecniche e le procedure di pri-mo soccorso da applicare sono le stesse, sempli-ficando il compito dei primi soccoritori, spesso sem-32

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Sin dai primicorsi subac-quei si lavo-ra per svilup-pare l’abitu-dine a nontrattenere ilrespiro inimmersioneanche quan-do l’erogato-re non è inbocca

plici cittadini, amici o compagni di avventura.Tuttavia, pur non essendo compito del soccoritorelaico interpretare i segni e i sintomi e fare delle dia-gnosi, è importante essere informati sui segni esui sintomi dell’EGA e della MDD per poter rife-rire indizi importanti all’equipe sanitaria che in-terverrà in seguito. E’ bene a questo punto ricordareche i segni si riferiscono a ciò che il soccorrito-re può rilevare mentre i sintomi a ciò che il pa-ziente riferisce o “sente”.Analizziamo quindi le principali patologie da sovra-pressione, ripetendo ancora una volta che il modomigliore per evitare guai è quello di attenersiscrupolosamente alle norme di prevenzione im-parate durante i corsi ESA.

Embolia Gassosa Arteriosa (EGA)La causa principale è data dal fatto di trattenere ilrespiro durante la risalita che provoca una sovra-pressione polmonare e la rottura degli alveoli conconseguente immissione di aria (o altro gas respira-to) in circolo sottoforma di bollicine.Normalmente il sangue non contiene gas in for-ma aeriforme bensì in soluzione, anche l’ossigeno,così importante per la vita, deve viaggiare nel sanguecombinato chimicamente con l’emoglobina e non co-me tante piccole bollicine. Come visto nella primaparte del manuale, il sangue dagli alveoli ritornaverso il cuore che lo spinge nel grande circolo.Quindi le eventuali bollicine, entrate in circolo a cau-sa della rottura degli alveoli, sono a loro volta spinteverso il grande circolo incontrando nel proprio viag-gio vasi via via sempre più piccoli. Quando una bol-licina occlude un capillare, a valle di essa il san-gue non può arrivare con conseguente man-canza di ossigeno per le cellule dell’area inte-ressata. Generalmente, le bollicine tendono a rag-giungere i capillari che riforniscono il cervello, cau-sando una sintomatologia piuttosto grave e di rapida 33

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EGA: bolle diaria entranonel torrentecircolatorioin seguito arottura deglialveoli

manifestazione. In base all’area cerebrale colpitai segni e i sintomi possono essere più o menogravi o evidenti.Segni e Sintomi: variano a seconda della gravità masono generalmente immediati e simili a quellidell’ictus cerebrale e possono comprendere: perditadi coscienza, insufficienza respiratoria e respirazionerumorosa e gorgogliante, arresto respiratorio, doloreal torace, sospensione più o meno grave delle fun-zioni cerebrali, perdita della motilità volontaria, con-vulsioni, fuoriuscita di schiuma sanguinolenta dallabocca (raramente), disturbi della personalità, dis-orientamento, debolezza, disturbi alla vista, difficoltàdi parola. Può esserci paralisi ad un arto o a un latodel viso, con perdita di tonicità muscolare che li faapparire flaccidi e cadenti. Nei casi più gravi ci puòessere la morte.Primo Soccorso: anche se la situazione può appari-re gravissima è importante non perdere la calma,valutare la scena, rimuovere la vittima dall’acqua, at-tivare i soccorsi e controllare le funzioni vitalicon le procedure previste dalle prime fasi delBLS. Se non si rileva normale attività respiratoria pas-sare alla RCP. Se la persona respira ma è incosciente,attivare o far attivare i soccorsi, metterla nella posi-zione laterale di sicurezza, preparare e applicare lamascherina con reservoire e far respirare alla vitti-ma ossigeno a una concentrazione il più possibilevicina al 100%. Se la vittima è cosciente, aiutarla a respirare os-sigeno al 100% tramite un erogatore a domanda(preferibile) o una mascherina con reservoire.Organizzare il trasporto immediato presso un centromedico specializzato, anche se la vittima dimostrasegni di recupero.Prevenzione: non trattenere mai il respiro inimmersione e rispettare la velocità di risalita (max10 metri al minuto o più lenta se indicato dagli stru-menti). Non immergersi con raffreddore, influenza o34

capillare

alveolo

bollicine incircolo

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Un esempiodi cameraiperbarica

altra affezione del sistema respiratorio e sottoporsia un accurato controllo medico almeno una vol-ta l’anno, prima della stagione subacquea.Per ridurre le possibilità di incidenti dovuti a panicoo scarso controllo è utile allenarsi costantementenelle tecniche d’immersione, usare attrezzaturaidonea, controllare frequentemente gli strumenti e ri-spettare i limiti e le regole apprese sin dal corso ESAOpen Water Diver.

Malattia Da Decompressione (MDD)La MDD è dovuta principalmente alla formazionedi bolle di azoto (o altro gas inerte)durante o in seguito alla risalita daun’immersione. Durante la risalita lapressione ambiente diminuisce causan-do una differenza di pressione tra il gasinerte respirato dal subacqueo e quellodisciolto nei tessuti (assorbito durantel’immersione). La sovrapressioneche si viene a creare favorisce laformazione di bolle gassose nei tes-suti. Le bolle cosi formate tendono adaumentare per la riduzione della pres-sione ambiente e con il trascorrere deltempo. In base alla localizzazionedelle bolle ci possono essere segnie sintomi più o meno gravi e più omeno rapidi nel manifestarsi.La quantità di azoto (o gas inerte) as-sorbita in immersione dipende dallaprofondità e dal tempo di permanenza.Entro certi limiti di profondità etempo, stabiliti dalle tabelle d’immersione o in-dicati dai computer subacquei, è possibile ri-emergere direttamente, rispettando la velocitàdi risalita. Oltre tali limiti (ovvero oltre la curva di si-curezza), per riemergere in sicurezza è necessarioeffettuare delle soste di decompressione che ser- 35

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Per prevenirela MDD rispettare anche le regole per ilvolo dopo l’emersione

vono sostanzialmente a prevenire una eccessiva for-mazione e crescita delle bolle gassose nei tessuti delcorpo e nel torrente circolatorio.Oltre alla risalita scorretta, altri fattori possonoconcorrere alla formazione di bolle, essi posso-no includere: età, sovrappeso, stanchezza, freddo,caldo eccessivo, assunzione di medicinali, sostanzealcoliche o droghe, affaticamento eccessivo prima,durante o dopo l’immersione, scarso riposo, disidra-tazione, malattie, fratture o traumi recenti o in corso,ecc. Le bolle possono formarsi ovunque, ostruire,deviare o comprimere un vaso sanguigno e/oprovocare effetti biochimici accompaganti daprocessi infiammatori e di coagulazione con un’im-portante perdita di liquidi dal sistema circolatorio. Pur non esistendo una regola certa che assicuri la to-tale prevenzione della MDD, gli studi effettuati di-mostrano che l’incidenza di patologie da de-compressione è davvero molto bassa; questo fat-to unitamente al completo e responsabile rispet-to delle regole di sicurezza consente di affermareche l’immersione con l’autorespiratore è tra le attivitàdel tempo libero più sicure. Segni e Sintomi: insorgono con un tempo mediovariabile tra i 20 minuti e le due ore dopo l’immer-sione, ma possono manifestarsi anche dopo di-verse ore o addirittura giorni. I segni e sintomi variano a seconda della loca-lizzazione delle bolle e possono comprendere: ar-rossamento cutaneo, paralisi, perdita dell’equilibrio,disturbi della parola, diverso diametro delle pupille(in gergo tecnico anisocoria), sensazione di spossa-tezza e malessere generalizzato, prurito, dolori arti-colari, formicolio ed intorpidimento, capogiri e nau-sea, perdita di controllo degli sfinteri.Primo Soccorso: generalmente non c’è immediatopericolo di vita ma i danni anche gravissimi provoca-ti dalle bolle, come la paralisi, possono diventare per-36

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manenti, quindi è importante intervenire tempe-stivamente e somministrare ossigeno al 100%già all’insorgere dei primi sintomi. Ovviamentevanno attuate tutte le procedure di primo interventoviste in precedenza e cioè: valutare la scena, rimuo-vere la vittima dall’acqua (se necessario), attivare isoccorsi e controllare le funzioni vitali applicando lefasi del BLS. Se non si rileva normale attività re-spiratoria passare alla RCP. Se la persona respirama è incosciente, attivare o far attivare i soccorsi,metterla nella posizione laterale di sicurezza, prepa-rare e applicare la mascherina con reservoire e farrespirare alla vittima ossigeno a una concentra-zione il più possibile vicina al 100%.Se la vittima è cosciente aiutarla a respirare os-sigeno al 100% tramite un erogatore a domanda(preferibile) o una mascherina con reservoire.In caso di MDD è importantissima la reidratazione,per questo si raccomanda, al paziente perfettamentecosciente e che non presenta rischi di vomito, di be-re parecchia acqua. Il personale medico provvede-rà inoltre alla somministrazione di specifiche sostan-ze reidratanti per via venosa. Organizzare il trasporto immediato presso uncentro medico specializzato, anche se la vittimadimostra segni di recupero.In caso di MDD è importantissimo il trattamento di ri-compressione in camera iperbarica e che la vittimacontinui a respirare ossigeno al 100%.In ogni caso non riportare la vittima sott’acquaper tentare una ricompressione.Prevenzione: immergersi sempre in condizioni psi-co-fisiche ottimali, pianificare l’immersione con le ta-belle d’immersione ricreativa o con il computer, ri-spettare quanto stabilito. Rispettare la velocità dirisalita, effettuare sempre la sosta di sicurezza ele soste di decompressione eventualmnete ne-cessarie. Usare attrezzatura efficiente e regolarmen-te sottoposta a controlli da parte di personale qualifi- 37

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Apertura delle vie aeree eassistenzaa unbagnante

cato. Mantenere un buon livello di allenamentoall’immersione e migliorare le proprie cono-scenze e le proprie tecniche subacquee personalipartecipando a ulteriori corsi ESA, come le specialitàESA Hover Diver, ESA Nitrox Diver, ESAComputer Diver, ESA Dry Diver, ecc.Rispettare le regole per il volo dopo l’immersione ericordare che salire in altitudine (anche con l’auto-mobile) dopo un’immersione richiede il rispetto diun adeguato intervallo di tempo.

Sindrome da Pre-annegamentoAllagamento delle vie aeree e dei polmoni cheavviene generalmente in seguito a malori, svenimen-ti in acqua, attacchi convulsivi, panico dovuto ad in-capacità di galleggiamento e nuoto. Questo fenome-no è più raro nei subacquei, che generalmente han-no una migliore acquaticità, ma è possibile in segui-to ad attacchi di panico o a malori gravi in immersio-ne che possono causare la perdita dell’erogatore. Gli attacchi convulsivi in seguito a iperossia possonocausare la perdita dell’erogatore e l’annegamento.L’ingresso di acqua nelle vie aeree danneggia ipolmoni e fa collassare gli alveoli. Gli alveoli col-lassati non permettono gli scambi gassosi di ossigenoe anidride carbonica, determinando uno stato d‘ipos-sia con sintomi più o meno gravi fino alla morte perannegamento.Segni e Sintomi: tosse, difficoltà respiratoria, verti-gini, vomito, dolore al torace, incoscienza, cianosi(colorito bluastro), fuoriuscita di bava schiumosa dal-la bocca e spesso la morte per ipossia.Primo Soccorso: vanno attuate tutte le procedure diprimo intervento viste in precedenza e cioè: valutarela scena, rimuovere velocemente la vittima dall’ac-qua, attivare i soccorsi e controllare le funzioni vitaliapplicando le fasi del BLS. Se non si rileva la nor-male attività respiratoria passare alla RCP. Se lapersona respira ma è incosciente, attivare o far atti-38

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Per valutarela respirazio-ne effettuarela manovraGAS

vare i soccorsi, metterla nella posizione laterale di si-curezza, preparare e applicare la mascherina con re-servoire e far respirare alla vittima ossigeno auna concentrazione il più possibile vicina al100%.Se la vittima è cosciente aiutarla a respirare ossigenoal 100% tramite un erogatore a doman-da (preferibile) o una mascherina conreservoire.Se il paziente riesce a tossire assisterloe aiutarlo a respirare ossigeno, utile percontrastare gli effetti dell’ipossia. Unapersona che si sospetti sia stata vittimadi sindrome da pre-annegamento deveessere sempre visitata da un medi-co, anche quando afferma di esser-si ristabilita completamente. I dannidovuti all’ingresso di acqua nelle vieaeree possono scatenare reazioni e pa-tologie improvvise e particolarmenteacute, anche dopo parecchio tempodal salvataggio, mettendo in pericolo divita il paziente.Prevenzione: per i subacquei valgonole raccomandazioni suggerite per EGAe MDD, con maggiore enfasi al ri-spetto dei limiti di profondità e al-la formazione specifica come misure preventi-ve nei confronti dell’iperossia. Per ognuno, con-siderare le proprie condizioni psico-fisiche e valutareattentamente le condizioni meteo marine prima del-l’immersione o del bagno, rispettare i segnali e icartelli di pericolo e mettere in atto i suggeri-menti del personale addetto alla sorveglianzabalneare.

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Minitest

1) Il termine PDD comprende:a) MDD, EGA e altre patologie da sovrapressioneb) MDD e sindrome da pre-annegamentoc) EGA e sindrome da pre-annegamento

2) La causa principale dell’EGA è: a) superare i limiti di profondità e tempob) trattenere il fiato in risalita c) mancato rispetto della curva di sicurezza

3) I segni e i sintomi dell’EGA possono comprendere: a) perdita di conoscenzab) paralisi di un lato del visoc) entrambe le precedenti

4) I segni e i sintomi della MDD possonocomprendere: a) prurito, dolori articolari e formicoliob) sensazione di spossatezza e malesserec) entrambe le precedenti

5) I segni e i sintomi della MDD solitamentesi manifestano: a) immediatamente b) dopo l’emersione, a volte dopo diverse orec) durante l’immersione, prima della risalita

6) La respirazione di ossigeno al 100% in ca-so di sindrome da pre-annegamento è: a) utile per contrastare gli effetti dell’ipossiab) utile per calmare la tosse ed eliminare liquidi c) entrambe le precedenti

Risposte: 1a – 2b – 3c - 4c - 5b - 6a

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L’aumento diossigeno negli alveoli(grigio chiaro) favorisce l’e-liminazionedell’azoto daltorrente circolatorio(grigio scuro)

Perché respirare ossigeno?In tutti i casi sopra illustrati, per meccanismi diversi,si creano zone edematose che, comprimendo od oc-cludendo i vasi, riducono l’apporto di ossigeno ai tes-suti. Più tempo un tessuto trascorre senza apporto diossigeno, maggiori saranno i danni e più difficile ilrecupero. Va inoltre considerato che alcune cellule,in particolare quelle del cervello, subiscono danni ir-reversibili già dopo pochi minuti di mancanza di ap-provvigionamento di ossigeno. In tutte queste situa-zioni è quindi particolarmente importante l’uso del-l’ossigeno ad alte concentrazioni, possibilmente apercentuali vicine al 100%.Semplificando le leggi fisiche che riguardano la dif-fusione dei gas, si può affermare che un determinatogas tende a spostarsi dalle aree in cui è presente aconcentrazioni maggiori verso quelle in cui lasua pressione parziale è minore. Inoltre,maggiore è la differenza tra le due pressio-ni (detto gradiente di pressione), più velo-ce è il passaggio di gas da una zona all’al-tra.Normalmente, quando respiriamo aria, immettiamonegli alveoli una miscela composta da circa il 79% diazoto e da circa il 21% di ossigeno. L’azoto è un gasinerte e non viene usato dal nostro organismo, infat-ti l’aria espirata contiene ancora circa il 79% di que-sto gas. Alcune miscele respiratorie possonocontenere altri gas al posto dell’azoto o combi-nazioni diverse di gas, per semplicità parleremo diazoto ma va considerato che i meccanismi descritti ri-mangono simili anche per altri gas “inerti”.Respirando ossigeno puro, si crea un impor-tante cambiamento nel gas inspirato, che diven-ta quasi privo di azoto (o altro gas inerte). Questa va-riazione determina una grande differenza (gradiente)tra la pressione dell’azoto presente nell’organismo equella dell’azoto presente nei polmoni (quasi inesi-

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Ossigeno, acqua e posizione laterale di sicurezza

stente), favorendo un suo rapido passaggio dalsangue agli alveoli.Il sangue, che ha partecipato a questi scambi, torne-rà quindi in circolo con una minore concentra-zione di azoto e una maggiore concentrazionedi ossigeno. Tra i capillari e le cellule, si verrà a in-staurare una situazione con un gradiente importantetra l’azoto nei tessuti e nelle bolle (maggiore) e quel-lo nel sangue (minore) e tra l’ossigeno nei tessuti (mi-nore) e quello nel sangue (maggiore). Questa con-dizione favorirà la riduzione dell’azoto nei tes-suti vicini alle bolle e l’arrivo di ossigeno nellezone sofferenti. L’azoto delle bolle tenderà quindiad abbandonarle per spostarsi nelle zone cui esso èpresente a concentrazioni minori.Da questa spiegazione semplificata è possibile com-prendere che il principale motivo per cui si racco-manda la respirazione di ossigeno nelle emergenzeda decompressione, è proprio il gradiente che si vie-ne a creare tra i gas, con riduzione dell’azoto e mi-gliore ossigenazione delle zone colpite. L’aumento di ossigenazione produce effetti po-sitivi anche per contrastare i fenomeni edema-tosi e i processi infiammatori, responsabili deidanni alle cellule e degli esiti post trattamento.In conclusione, la somministrazione d’ossigeno ol’aiuto alla respirazione dello stesso è sempre consi-gliata, anche nei casi dubbi, almeno fino all’arrivo delpersonale sanitario.In abbinamento alla respirazione di ossigeno è im-portante cercare, nel limite del possibile, di contra-stare la perdita di liquidi che si viene a crearenei tessuti in seguito alla mancanza di ossigenoe allo stato infiammatorio. Molte autorevoli fontisuggeriscono di consigliare al paziente vigile, che re-spira normalmente ed è in grado di bere autonoma-mente di assumere una considerevole quantità di li-quidi. Si suggerisce di bere un litro di acqua giànei primi 15 minuti dall’evento e 250 cc ogni ora42

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Verificarespesso che labombola siacarica

fino al raggiungimento della camera iperbarica. Per prevenire complicazioni respiratorie, non som-ministrare liquidi a pazienti che non sono com-pletamente vigili.Va ricordato che è sempre bene allertare, o far aller-tare da qualcuno, il Soccorso Sanitario Nazionale,il più presto possibile.

Come respirare l’ossigenoCi sono diversi metodi per respirare l’ossigeno, tutta-via per favorire gli effetti positivi che esso può averenei casi presi in esame dal corso ESA Oxygen FirstAid, è importante concentrarsi principalmente sui si-stemi che consentono di erogare ossigeno aconcentrazioni prossime al 100%, possibilmenteper un periodo di tempo che va dall’inizio del soc-corso sino all’intervento del personale medico.Generalmente non meno di 50/60 minuti ma a voltemolto di più, specie dove le attività subacquee sonosvolte lontano dalla costa o dai punti di assistenza.A questo proposito è importante prevedere in an-ticipo la scorta di ossigeno di cui disporre, con-siderando che una bombola di 3 litri carica a 200 bar(600 litri) consente un’autonomia di circa 60 minuticon l’erogatore a domanda e di circa 40 minuti conl’erogatore a flusso costante regolato a ca 15 litri alminuto (lpm). Va considerato inoltre che non si dovrebbe ridur-re il flusso dell’ossigeno per tentare di far dura-re di più la bombola. Gli esperti di medicina iper-barica sostengono che è meglio una quantità costan-te per un tempo inferiore che una quantità modestaper un tempo più lungo. In caso di scarsa disponibi-lità è possible somministrare l’ossigeno medicale al100% per periodi di circa 30 minuti intervallati da 5minuti di respirazione in aria.I sistemi per l’erogazione dell’ossigeno sono es-senzialmente composti da una bombola, una rubi-netteria, un erogatore, un regolatore di flusso, i tubi 43

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Erogatore adomandasemplicecon mascherafacciale trasparente

di raccordo e le mascherine.Le bombole possono essere di diverse capacità,ma tutte devono essere specificatamente costruite ecollaudate per contenere ossigeno.L’ossigeno non è infiammabile di per se ma è una so-stanza comburente, cioè necessaria affinché avvengala combustione, per questo è pericoloso metterel’ossigeno in bombole non espressamente “de-dicate” o mettere aria o altri gas in recipientiper l’ossigeno. Anche gli erogatori, i raccordi, lemascherine, le guarnizioni e gli accessori devono es-sere “ossigeno compatibili”.Le bombole per l’ossigeno dovrebbero essere di co-lore bianco e riportare indicazioni relative algas contenuto. Il bianco è il colore che, secondo uncodice internazionale, identifica l’ossigeno, così co-me la colorazione a spicchi bianchi e neri sulla spal-la delle bombole dei subacquei indica che il reci-piente contiene aria respirabile.Per assicurare il funzionamento dell’unità nel mo-mento del bisogno, è importante disporre anche diun adeguato contenitore, possibilmente stagno perprevenire la corrosione dovuta all’umidità e i dannida urti accidentali.Esistono anche bombole di ossigeno monouso, sipossono reperire in farmacia, non sono ottimali persoddisfare gli scopi di cui abbiamo parlato, perchésolitamente dotate di mascherina facciale senza re-servoire e flusso di erogazione non regolabile, ma inmancanza d’altro è meglio respirare poco ossigenoche non respirarne assolutamente.

Erogatore a domandaTra i vari sistemi, quello di respirazione dell’ossigenotramite erogatore a domanda è considerato unodei migliori perché permette di respirare ossigenoa percentuali vicinissime al 100% e a richiesta,evitando gli sprechi tipici dei sistemi a flusso conti-nuo. Si tratta di un sistema simile a quello degli ero-44

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Erogatoremultifunzio-ne con ilflussimetroregolato a 15 lpm

gatori usati in immersione, composto da un primostadio che va collegato alla bombola dell’ossigeno eda un secondo stadio su cui, al posto del classicoboccaglio, è montata una maschera facciale che, perle sue caratteristiche, permette un’aderenza ottima-le al viso dell’infortunato.L’erogatore a domanda è consigliato per l’impiego supazienti coscienti che respirano regolarmente.

Sistemi a flusso continuoIn caso di persone che non tollerano l’erogatore a do-manda oppure in caso di persone incoscienti ma cherespirano spontaneamente, si può usare una ma-scherina facciale dotata di reservoire (serba-toio), collegata un erogatore a flusso continuo.Gli erogatori a flusso continuo normalmente sonodotati di un “flussimetro”, ovvero un regolatore diflusso che consente di erogare ossigeno nella quanti-tà desiderata, l’unità di misura utilizzata è in litri alminuto (l/m o lpm).Durante l’utilizzo della mascherina dotata di reservoi-re, il flusso d’ossigeno dovrebbe essere di circa15 litri al minuto, o comunque una quantità tale dapermettere al reservoire di rimanere sempre gonfio,sia durante l’espirazione sia durante l’inspirazione. Inalcuni casi, potrebbe essere necessario salire fino aerogare un flusso di 25 litri al minuto.In ogni caso, il parametro certo su cui basarsi è quel-lo appena citato, ovvero controllare che il reser-voire collegato alla maschera facciale rimangasempre gonfio. L’uso corretto della mascherina conreservoire permette di raggiungere concentrazioni diossigeno piuttosto alte che, in base alla qualità delletecniche applicate e alle condizioni delle valvole del-la mascherina, possono variare tra il 70% e il 90%.Esistono unità per l’erogazione dell’ossigeno dotatedi maschere facciali senza reservoire con due fo-ri laterali da cui entra l’aria dell’ambiente circostantee di erogatori a flusso continuo non regolabili o 45

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che consentono un flusso limitato. Questi sistemi sipossono trovare nelle piscine, nelle farmacie o neicentri balneari ma, così come sono strutturati, nonsono adatti per gli scopi di cui abbiamo parlatoperchè non consentono l’erogazione di adeguateconcentrazioni di ossigeno. Il fatto di avere a disposizione una propria ma-scherina con reservoire (leggera, poco ingom-brante ed economica) potrebbe consentire l’uso diuna di queste unità, ovviamente se il flusso erogatopermette di ventilare corretamente. E’ da considerare inoltre la possibilità che nei centriappena citati, ci sia anche un kit di primo soccorsocontenente un pallone di Ambu.L’Ambu è un pallone elastico non collassabiledotato di un sistema di valvole e di una serie dimaschere facciali di misure diverse. E’ usato dalpersonale sanitario per rianimare i pazienti inarresto respiratorio.Il pallone ha una struttura che gli consente di mante-nere la sua forma ma che può essere schiacciato perfar entrare l’aria o l’ossigeno in esso contenuto neipolmoni della vittima. Esistono palloni Ambu sem-plici e palloni Ambu dotati di reservoire. Il pal-lone Ambu dotato di reservoire, se connesso adegua-tamente a un erogatore a flusso continuo e se impie-gato correttamente, permette di ventilare una vittimain modo più efficace per la possibilità di inalare ele-vate concentrazioni di ossigeno. Si può arrivare si-no al 100% d’ossigeno.L’uso del pallone Ambu richiede particolari ca-pacità tecniche, per questo se ne raccomandal’uso solo al personale adeguatamente addestra-to e abilitato.Tuttavia è bene tenere presente che il palloneAmbu dotato di reservoire può essere usato co-me la mascherina con reservoire per respirareossigeno a concentrazioni elevate, sempre che siapossibile connetterlo a un erogatore che permetta un46

Pallone ambucon reservoire

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flusso adeguato e che la mascherina sia tenuta cor-rettamente sul viso. All’erogatore a flusso continuo regolabile può esserecollegata una mascherina tascabile (detta anchePocket Mask), dotata di valvole e dell’apposito con-nettore. Con questi strumenti è possibile ventilareuna persona in arresto respiratorio con una miscelaarricchita di ossigeno, come illustrato nella primaparte di questo manuale.

Erogatore MultifunzioneL’erogatore multifunzione raggruppa in una singo-la unità tutti i sistemi di erogazione descritti,con grandi vantaggi in termini di flessibilità e qualità.L’erogatore multifunzione può essere dotato di dueuscite per l’erogatore a domanda e un flussimetro re-golabile da 0 a 25 lpm. Gli attacchi per gli eroga-tori a domanda possono essere dotati di valvo-le che impediscono la perdita di ossigeno quando ilrubinetto della bombola è aperto e le manichette de-gli erogatori non sono montate (per esempio quandoè necessario usare solo la modalità a flusso conti-nuo). Con l’erogatore multifunzione è possibile ero-gare ossigeno medicale contemporaneamente fino adue persone in respiro spontaneo (tramite due ero-gatori a domanda) e a una terza persona che può es-sere cosciente o incoscente con respiro spontaneo.La cosa importante per sfruttare adeguatamen-te le caratteristiche dell’erogatore multifunzio-ne è la disponibilità di ossigeno medicale e unnumero adeguato di erogatori e mascherine.

Sistemi diversiOltre ai sistemi fin qui esaminati, esistono altri appa-rati per l’erogazione di ossigeno che, per le loro ca-rattestiche, richiedono una ulteriore formazionespecifica. Si tratta per lo più dei sistemi di erogazio-ne dell’ossigeno a circuito chiuso e degli erogatori apressione positiva. 47

Erogatoremultifunzio-nedotato di dueuscite pererogatore adomanda euna a flussocontinuo

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Minitest

1) La differenza tra due pressioni è detta:a) depressioneb) alta pressionec) gradiente di pressione

2) La respirazione di ossigeno può favorire: a) l’arrivo di ossigeno nelle zone sofferentib) la riduzione dell’azoto nei tessutic) entrambe le precedenti

3) Se possibile è preferibile respirare ossige-no tramite un erogatore a domanda perché: a) si respira ossigeno a più elevata concentrazioneb) si respira più facilmentec) si respira ossigeno a bassa concentrazione

4) L’erogatore multifunzione permette: a) la respirazione di ossigeno a più vittimeb) l’uso sia dell’erogatore a domanda che della

mascherina con reservoirec) entrambe le precedenti

Etichetta con le avvertenze sull’ossigeno

Risposte: 1c – 2c – 3a - 4c

I sistemi a circuito chiuso (o rebreather) hanno lacaratteristica di far durare più a lungo una determina-ta scorta di ossigeno, questo è particolarmente utilenei casi in cui l’attività subacquea sia svolta in locali-tà isolate, lontane dai centri di assistenza. Gli erogatori a pressione positiva sono apparec-chi simili agli erogatori a domanda, che possono es-sere usati anche per effettuare la respirazione artifi-ciale. Solitamente gli erogatori a pressione positivapossono essere usati come quelli a domanda.

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Rubinettocon protezioniper prevenireurti e conta-minazioni

Tecniche per l’erogazione dell’ossigenoDurante il corso saranno apprese le tecniche per l’e-rogazione dell’ossigeno in diverse situazioni e conl’impiego di differenti configurazioni. Le indicazioni seguenti sono da ritenere utili nellaquasi totalità degli scenari che tipicamente un soc-corritore si può trovare ad affrontare e gestire.

AccorgimentiPrima di ogni intervento verificare che non ci sia-no pericoli per il soccorritore e mettere in attole procedure per eliminare le eventuali cause dipericolo.Applicare quindi le procedure BLS descritte nella pri-ma parte del manuale, ricordando di attivare tem-pestivamente il Servizio Sanitario Nazionale.Verificare sempre se c’è e dove è sistemata l’unità perl’erogazione dell’ossigeno.Controllare che la bombola sia carica prima diogni uscita e verificare che la quantità di ossigeno siasufficiente a coprire la distanza tra il punto di im-mersione e il primo punto di soccorso. Una bombolada 3 litri a caricata a 200 bar dura circa 50 minuti.Riporre l’unità in un luogo asciutto, protetto e possi-bilmente già assemblata, con il rubinetto chiuso, nonriporla mai con il sistema in pressione.Per ricaricare la bombola assicurarsi che sia stata re-golarmente collaudata nel rispetto delle normevigenti.Prevenire il contatto delle componenti dell’unità perla somministrazione dell’ossigeno con agenti conta-minanti, in particolare con olii, idrocarburi e altre so-stanze grasse che potrebbero facilmente incendiarsi.Non usare l’ossigeno in locali chiusi, arieggiareprima di iniziare l’erogazione.Assicurarsi che non ci siano fiamme libere,agenti che possano provocare scintille (anche ap-parati elettrici) o persone che fumino nelle vici-nanze del sistema di erogazione dell’ossigeno. 49

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Erogatore adomanda.Usare su persone conrespironormale

Considerare che l’uso di sistemi a flusso continuocomporta maggiori rischi perché il gas che esce con-tinuamente può saturare più velocemente un am-biente chiuso.Aprire il rubinetto parzialmente e lentamente,avendo cura di tenere il manometro rivolto verso ter-ra o comunque non rivolto verso persone o cose.Dopo che il sistema si è pressurizzato aprire il rubi-netto completamente. Verificare che non vi sianofughe di ossigeno, se necessario, chiudere il rubi-netto e ripetere la procedura di assemblaggio con-trollando le guarnizioni, le connessioni e che la “sca-tola” del secondo stadio sia assemblata correttamen-te.Posizionare sempre la bombola ai piedi dell’in-fortunato, in ogni caso non vicino alla testa ed inmodo che non possa rotolare o cadere.Usare solo componenti e accessori realizzati con ma-teriali compatibili con l’ossigeno.Usare mascherine trasparenti in modo da poterverificare la respirazione del paziente e l’eventualepresenza di liquidi.

Erogatore a domandaL’erogatore a domanda consente di far respirare os-sigeno al 100%, se la maschera in dotazione non ga-rantisse una buona tenuta, si può provare a sostituir-la con una maschera tascabile (pocket mask).Ricordare i seguenti punti:- usare se la persona respira normalmente- dire alla vittima: “questo è ossigeno, non crea

problemi e non provoca dolori, può avere importanti effetti benefici e farti stare meglio.”

- predisporre l’unità per l’erogazione dell’ossigeno verificando che tutto sia funzionante

- aprire la bombola parzialmente e lentamente, verificare che non vi siano perdite di ossigeno eche la bombola sia carica

- completare l’apertura del rubinetto50

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La mascherinacon reservoire

- compiere un paio di atti respiratori dimostrativi per rassicurare la vittima e spiegare che è semplice come respirare da un erogatore subacqueo

- dopo aver ottenuto il consenso dall’infortunato, sistemargli correttamente la maschera sul viso in modo da coprire naso e bocca ed assicurare lamiglior tenuta

- contemporaneamente dire alla persona di respirare normalmente

- assicurarsi che la persona respiri osservando i movimenti del torace e l’appannamento della maschera in fase espiratoria; in fase inspiratoria la condensa dovrebbe sparire dalla maschera

- se la persona è in buone condizioni dirgli di tenerela maschera ben aderente al viso

- se l’infortunato non tollera la maschera facciale dell’erogatore a domanda proporgli l’uso della mascherina con reservoire.

Mascherina con reservoireLa mascherina con reservoire, collegata all’erogatorea flusso continuo, consente di far respirare ossigenoad alte concentrazioni (tra il 60 e il 75%), con pos-sibilità di arrivare vicino al 90% quando la mascheri-na funziona adeguatamente ed è usata correttamen-te. La mascherina con reservoire si usa per le perso-ne che non tollerano la maschera facciale dell’e-rogatore a domanda o per le persone incoscien-ti ma che respirano normalmente. Nel caso dierogatori multifunzione, la mascherina con reservoi-re può essere usata per far respirare ossigeno a unaseconda vittima. Ricordare i seguenti punti:- usare sulla persona che respira normalmente- dire alla vittima: “questo è ossigeno, non crea

problemi e non provoca dolori, può avere importanti effetti benefici e farti stare meglio.”

- predisporre l’unità per l’erogazione dell’ossigeno verificando che tutto sia funzionante 51

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Mascherinacon reservoire suerogatore aflusso continuo.Paziente incoscientecon respirazionenormale

- aprire la bombola parzialmente e lentamente, verificare che non vi siano perdite di ossigeno eche la bombola sia carica

- completare l’apertura del rubinetto- collegare il tubo della mascherina al beccuccio

del flussimetro- aprire il flusso d’ossigeno regolandolo inizialmente

su 15 lpm, verificare che non vi siano altre perdite di ossigeno

- far riempire il reservoire, chiudendo con il pollice la valvola di non ritorno posta nel punto di connessione tra il reservoire e la mascherina; rilasciare il pollice appena il sacchetto appare gonfio per prevenire che si rompa

- compiere un paio di atti respiratori dimostrativi per rassicurare la vittima e spiegare che è come respirare da un erogatore subacqueo

- dopo aver ottenuto il consenso dall’infortunato, sistemare correttamente la maschera sul viso in modo da coprire naso e bocca ed assicurare lamiglior tenuta regolando la linguetta metallica

- contemporaneamente dire alla persona di respirare normalmente

- assicurarsi che la persona respiri osservando i movimenti del torace, l’appannarsi e il disappan-narsi della maschera e verificando la presenza dipiccole variazioni di volume del reservoire

- controllare che non ci siano fughe di ossigeno dai bordi della mascherina

- se il reservoire tende a collassare, impostare il flussimetro su un valore superiore (20-25 lpm)

- se le condizioni dell’infortunato lo consentono dirgli di tenere la mascherina ben aderente al viso per prevenire fughe di ossigeno e aumentare la concentrazione dell’ossigeno inalato

- se la persona è incosciente, metterla nella posizione laterale di sicurezza e assicurarsi checontinui a respirare.

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Mascherinatascabilesu erogatorea flusso continuo.Paziente incoscientein arresto respiratorio

Mascherina tascabile La mascherina tascabile munita delle apposite valvo-le e dotata del beccuccio per la connessione all’ossi-geno può essere utile durante la ventilazione ar-tificiale.Quando una persona non respira normalmente è im-portante agire velocemente secondo il protocolloBLS descritto nella prima parte del manuale ESAOxygen First Aid e non perdere tempo prezioso perpreparare l’unità di erogazione dell’ossigeno. L’usodell’ossigeno durante la rianimazione è più facilequando il sistema di erogazione è tenuto semprepronto all’uso e nel caso in cui, mentre un soccorri-tore si occupa delle manovre rianimatorie, un’altrapersona può preparare l’unità di erogazione dell’os-sigeno e collegare la maschera tascabile al flussime-tro. La mascherina tascabile, collegata al secondo sta-dio dell’erogatore a domanda, può essere usata an-che in sostituzione della maschera facciale indotazione, quando essa non permette una buona te-nuta. Per usare la maschera tascabile durante leventilazioni considerare i seguenti punti:- collegare il tubo dell’ossigeno alla mascherina e al

beccuccio presente in prossimità del flussimetro- regolare il flusso dell’ossigeno almeno a 15 lpm- aprire le vie aeree della vittima con il metodo

dell’iperestensione del capo e del sollevamento del mento (agire con cautela)

- posizionare la mascherina con la parte più larga rivolta verso il mento della vittima

- far aderire la mascherina tenendo aperte le vie aeree secondo la tecnica spiegata dall’Istruttore

- procedere alla rianimazione secondo le proceduredescritte nel corso ESA First Aid e nellaprima parte del manuale ESA Oxygen First Aid

- se la mascherina è troppo grande per il viso della vittima (bambino), usarla ruotandola al contrario con la parte più larga verso il naso dell’infortunato.

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Attenzione:La sola lettura del presente manuale non pre-para adeguatamente all’uso dell’ossigeno medi-cale nelle emergenze subacquee e in caso di sin-drome da pre-annegamento. A tal scopo sono indi-spensabili le lezioni svolte dall’istruttore, le suedimostrazioni e la pratica controllata durante cui ac-quisire la giusta padronanza nelle tecniche di primosoccorso e di erogazione dell’ossigeno.

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Minitest

1) Una bombola da 3 litri caricata a 200 bardura circa:a) 15 minuti b) 120 minutic) 50 minuti

2) E’ preferibile posizionare la bombola del-l’ossigeno: a) ai piedi della vittimab) vicino al soccorritorec) vicino al fianco destro

3) Per usare la mascherina con reservoire:a) far riempire il reservoireb) regolare il flusso ad almeno 15 lpmc) entrambe le precedenti

4) Se il reservoire tende a collassare: a) aumentare il flusso dell’ossigenob) ridurre il flusso dell’ossigenoc) respirare più profondamente

Risposte: 1a – 2a – 3c - 4a

AlgoritmoprocedureBLS+Ossigeno su personacosciente

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Cos’hai imparato?Grazie alle informazioni ricevute nella seconda partedel manuale ESA Oxygen First Aid sei pronto percompletare la tua formazione pratica assieme con iltuo Istruttore. Hai ricevuto nuove informazioni sullePatologie Da Decompressione e sulla sindrome dapre-annegamento, puoi spiegare perchè è importan-te respirare ossigeno in caso di emergenze da de-compressione e conosci i principali sistemi e le rela-tive configurazioni usate per erogare e respirare ossi-geno normobarico. Le indicazioni dell’ultima partedel manuale saranno utili durante la parte pratica maanche dopo il corso per ripassare etenerti aggiornato.

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AppendiceA sinistra lo schema BLS adulto, a destra quello delBLS adulto in caso di asfissia.Continuare le manovre fino all’arrivo dei soccorsi, fi-no alla ripresa della respirazione normale o fino aquando si non si è più in grado di proseguire.

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