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BOTTICINO Circolo “Angelo Vassallo” ottobre 2012 Foglio informativo e di dibattito politico culturale a cura del Partito Democratico di Botticino Stampato su carta revive pure natural riciclata al 100% certificata FSC C omincia anche per il Circolo del Partito Democratico di Bot- ticino il cammino verso le elezioni politiche della pros- sima primavera. A mia me- moria le elezioni più delicate che l’Italia abbia ad affronta- re. Sia per il complicatissimo momento economico che per il difficile rapporto con i cittadini. Artefici principali di queste difficoltà i Governi Berlusconi che si sono suc- ceduti, la loro incapacità di Governare e sicuramente il pessimo comportamento del ex Presidente del Con- siglio. In questo ultimo anno si è cercato di uscire da gravi problemi di bilancio e recu- perare credibilità internazio- nale grazie al Governo Mon- ti. Il Partito Democratico ha deciso di sostenere questo esecutivo ben sapendo che sarebbe stato possibile vincere le elezioni e che in Parlamento la maggioranza Lega-PDL avrebbero man- tenuto la maggioranza. Quindi è giusto dire che il PD ha sostenuto Monti, ma i provvedimenti governativi non sono sempre quelli che avrebbero voluto i Demo- cratici. Ora la parola passa al po- polo. E giustamente il Se- gretario Bersani nel discor- so di chiusura della festa nazionale di Reggio Emilia ha detto che noi del Partito Democratico dobbiamo fare una scelta chiara e coraggiosa: o decidiamo di stare all’opposizio- ne (il che è molto facile e poco rischioso) oppure ci assumiamo dei rischi, ci rimbocchiamo le maniche e cerchiamo di gover- nare questo grande Paese. Per cambiarlo, per rinnovarlo, per ringiovanirlo. Il piccolo problema è che il PD ha meno del 30% dei voti, quindi quale che sia la legge elettorale, c’è la necessità di fare delle alle- anze come del resto si fa in tutta Europa. La scelta di creare una lista con Sinistra e Libertà e poi ELEZIONI POLITICHE 2013 eventualmente un patto di Go- verno con i moderati dell’Udc mi sembra la scelta più saggia. Tan- ti storceranno il naso lo so. Ma bisogna correre il rischio. Sono convinto che questa coalizione sia composta da gente sì diffe- rente, sì cocciuta, ma soprattutto gente seria che ha rispetto isti- tuzionale e capacità di Governo. Se avremo l’onore di guidare il Paese saremo decisi. Sicu- ramente l’Agenda Monti e gli impegni Europei non potranno essere traditi. Ma (dice sempre Bersani) ci metteremo crescita, diritti,uguaglianza e lavoro. Primo provvedimento la cittadinanza per i bimbi nati in Italia. Il lavoro sarà duro e pieno di difficoltà. So anche che un eventuale fallimen- to può essere fatale per il mio Partito, ma non possiamo dele- gare ulteriormente. O lavoriamo tutti assieme per una nuova Italia o i cittadini non ci perdoneranno un nuovo fallimento. Andrea Casali Coordinatore PD Botticino Circolo Angelo Vassallo Italia. Bene Comune “L’Italia ce la farà se ce la faranno gli italiani. Se il paese che lavora, o che un lavoro lo cerca, che studia, che misura le spe- se, che dedica del tempo al bene comune, che osserva le regole e ha rispetto di sé, troverà un motivo di fi- ducia e di speranza. continua a pag. 2 La carta d’intenti PER LA RICOSTTRUZIONE E IL CAMBIAMENTO

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notiziario politico botticino

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BOTTICINO Circolo “Angelo Vassallo” ottobre 2012

Foglio informativo e di dibattito politico culturale a cura del Partito Democratico di Botticino

Stampato su cartarevive pure natural riciclata al 100%

certificata FSC

Comincia anche per il Circolo del Partito Democratico di Bot-

ticino il cammino verso le elezioni politiche della pros-sima primavera. A mia me-moria le elezioni più delicate che l’Italia abbia ad affronta-re. Sia per il complicatissimo momento economico che per il difficile rapporto con i cittadini. Artefici principali di queste difficoltà i Governi Berlusconi che si sono suc-ceduti, la loro incapacità di Governare e sicuramente il pessimo comportamento del ex Presidente del Con-siglio.

In questo ultimo anno si è cercato di uscire da gravi problemi di bilancio e recu-perare credibilità internazio-nale grazie al Governo Mon-ti. Il Partito Democratico ha deciso di sostenere questo esecutivo ben sapendo che sarebbe stato possibile vincere le elezioni e che in Parlamento la maggioranza Lega-PDL avrebbero man-tenuto la maggioranza.Quindi è giusto dire che il PD ha sostenuto Monti, ma i provvedimenti governativi non sono sempre quelli che avrebbero voluto i Demo-cratici.

Ora la parola passa al po-polo. E giustamente il Se-gretario Bersani nel discor-so di chiusura della festa nazionale di Reggio Emilia ha detto che noi del Partito Democratico dobbiamo fare

una scelta chiara e coraggiosa: o decidiamo di stare all’opposizio-ne (il che è molto facile e poco rischioso) oppure ci assumiamo dei rischi, ci rimbocchiamo le maniche e cerchiamo di gover-nare questo grande Paese. Per cambiarlo, per rinnovarlo, per ringiovanirlo.

Il piccolo problema è che il PD ha meno del 30% dei voti, quindi quale che sia la legge elettorale, c’è la necessità di fare delle alle-anze come del resto si fa in tutta Europa. La scelta di creare una lista con Sinistra e Libertà e poi

ELEZIONI POLITICHE 2013eventualmente un patto di Go-verno con i moderati dell’Udc mi sembra la scelta più saggia. Tan-ti storceranno il naso lo so. Ma bisogna correre il rischio. Sono convinto che questa coalizione sia composta da gente sì diffe-rente, sì cocciuta, ma soprattutto gente seria che ha rispetto isti-tuzionale e capacità di Governo.

Se avremo l’onore di guidare il Paese saremo decisi. Sicu-ramente l’Agenda Monti e gli impegni Europei non potranno essere traditi. Ma (dice sempre Bersani) ci metteremo crescita, diritti,uguaglianza e lavoro. Primo provvedimento la cittadinanza per i bimbi nati in Italia. Il lavoro sarà duro e pieno di difficoltà. So anche che un eventuale fallimen-to può essere fatale per il mio Partito, ma non possiamo dele-gare ulteriormente. O lavoriamo tutti assieme per una nuova Italia o i cittadini non ci perdoneranno un nuovo fallimento.

Andrea CasaliCoordinatore PD Botticino

Circolo Angelo Vassallo

Italia. Bene Comune

“L’Italia ce la farà se ce la faranno gli italiani. Se il paese che lavora, o che un lavoro lo cerca, che studia, che misura le spe-se, che dedica del tempo al bene comune, che osserva le regole e ha rispetto di sé, troverà un motivo di fi-ducia e di speranza.

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La carta d’intentiPER LA RICOSTTRUZIONEE IL CAMBIAMENTO

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Italia. Bene Comune

L’Italia perderà se abbando-nerà l’Europa e si rifugerà nel suo spirito corporati-

vo, se prevarrà l’interesse del più ricco o del più arrogante. Se spe-ranza e riscatto non saranno il ca-pitale di un popolo ma scialuppe solo per i furbi e i meno innocenti.

Questa Carta d’Intenti vuole de-scrivere l’Italia che ce la può fare, che ce la può fare ricostruendo basi etiche e di efficienza econo-mica; che ce la può fare con uno sforzo comune in cui chi ha di più dà di più.”

Così inizia il documento per la ricostruzione ed il cambia-mento che il Partito Democrati-co ha presentato come base di discussione di programma e di regole per il futuro dell’Italia che sarà nelle mani del prossimo Par-lamento e del governo che i citta-dini sceglieranno:“Il prossimo Parlamento e il go-verno che gli elettori sceglieranno avranno tre compiti decisivi. Do-vranno guidare l’economia fuori dalla crisi rimettendola salda sul-le gambe. Dovranno ridare auto-rità, efficienza e prestigio alle isti-tuzioni e alla politica, ripartendo dai principi della Costituzione. Dovranno rilanciare – in un gioco di squadra con le altre nazioni e i loro governi – l’unità e l’integra-zione politica dell’Europa.”

La carta d’intenti non nasconde le colpe della politica“Sappiamo che la politica ha le sue colpe. E che quanto più pro-fonda si manifesta la crisi, tanto più le classi dirigenti devono te-stimoniare il meglio: nella com-petenza, nella condotta, nella coerenza. Questo sarà il nostro impegno e la bussola per il no-stro compito. Con la stessa since-

rità, diciamo che non siamo tutti uguali. Non sono uguali i partiti, le persone, le responsabilità. Gli italiani sono finiti dove mai sareb-bero dovuti stare perché a lungo sono stati governati male. Noi vo-gliamo chiudere quella pagina e aprirne un’altra.”

Così come la consapevolezza che ci troviamo di fronte ad un passaggio cruciale del mondo in-tero:“L’Italia, come altre grandi na-zioni, è immersa nella fine dram-matica di un ciclo della storia che ha occupato l’ultimo trentennio. La gravità del quadro elimina molte certezze. Ma sono proprio le grandi rotture a dettare le re-gole del futuro. Nel senso che da una crisi radicale – dell’econo-mia e della democrazia – non si esce mai come si è entrati. Le crisi cambiano il paesaggio, le perso-ne, il modo di pensare. La sfida è spingere quel mutamento ver-so un progresso e un civismo più solidi, retti, condivisi. Davanti a noi, adesso, c’è una scelta di que-sto tipo: se batterci per miglio-rare tutti assieme o rinunciare a battersi. Se credere nelle risorse del Paese o affidarsi – e sarebbe

una sciagura – alle risorse di uno solo. Se unire le energie disponi-bili e ripensare assieme l’Europa, o attendere che altri scelgano e dicano per noi.”

La proposta è così riassunta:“Vogliamo dunque proporre la traccia di una discussione aperta sull’Italia attorno ad alcune idee fondamentali. Cerchiamo un patto con le forze politiche democrati-che, progressiste e di una sinistra di governo, con movimenti e asso-ciazioni, con amministratori, con ogni persona e personalità che vo-glia contribuire a un progetto per uscire da una crisi senza eguali nella nostra memoria. Una crisi che affrontiamo con la zavorra di un debito pubblico da ridurre dra-sticamente e che richiederà scelte responsabili, di rigore e allo stes-so tempo di enorme coraggio. Bi-sogna vedere i problemi e insieme cogliere le occasioni. L’Italia è in grado di farlo ma deve avere più fiducia nei suoi mezzi e meno pau-ra del viaggio che dobbiamo fare. Non è più tempo di “contratti”, promesse, sogni appesi a un filo. Adesso è tempo di ripartire. Per-ché il peggio può essere alle no-stre spalle. Se lo vogliamo.”

Il documento si articola poi in 10 punti:• Visione• Democrazia • Europa• Lavoro• Uguaglianza• Sapere• Sviluppo Sostenibile• Beni comuni• Diritti• Responsabilità.

Il documento si trova sul sito www.partitodemocratico.it.Il circolo di Botticino ha aperto la discussione della carta di intenti.

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IO NON POSSOVOTARE

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BOTTICINOBOTTICINOE TU, PER CHI VOTI

O PER CHI NON VOTI?

Classe politica inadeguata, squalificata e persino di-sprezzata.

Questa è la parola d’ordine, ripro-posta a getto continuo dai media, che precede ogni ragionamento e che serve per affermare nell’opi-nione pubblica il discredito verso i partiti rappresentati come clan impegnati a farsi gli interessi propri invece di curarsi del paese amma-lato.

Eppure c’è qualcosa che non qua-dra.

Già in passato abbiamo visto utiliz-zare gli stessi argomenti per prepa-rare la discesa in campo dell’uomo che allora si presentava come un non politico (anche se nel rapporto con la politica traeva enormi van-taggi) e di grande successo.

Abbiamo visto com’è finita e quale è il prezzo delle medicine che ab-biamo preso e che dovremo an-cora prendere per chissà quanto tempo.

Il risultato delle elezioni del 2008, spinto e sostenuto dai medesimi organi di informazione che ora pre-dicano contro il PD, ci ha conse-gnato un Parlamento dove la più forte maggioranza degli ultimi anni, per incapacità e per contrasti inter-ni, ha portato il paese sull’orlo del baratro.

Piuttosto che prendere atto del fal-limento di quella proposta politica ed assumersi le proprie responsa-bilità, anche come elettori, si prefe-risce dire che hanno fallito tutti.Meglio dimenticare il supporto dato ed il voto espresso e fare di ogni erba un fascio.

E no! Troppo comodo!La sensazione è che stanno prepa-rando il terreno per fregarci un’altra volta.

È vero, l’ultimo governo Prodi, frut-to anche di una legge elettorale sciagurata (provate ad indovinare chi l’ha approvata e chi si è oppo-

sto), è durato poco e si è impian-tato per le evidenti contraddizioni esistenti nella coalizione elettorale.

Tuttavia si fa fatica a paragonare le capacità, il disinteresse e lo stile di Prodi con quello che ha dimostrato Berlusconi ed a immaginare mini-stri peggiori di quelli che ci hanno governato fino allo scorso anno, compreso l’ineffabile Tremonti che ora cerca di apparire estraneo alle difficoltà in cui ha lasciato il paese e che sembra chiedere: cosa è suc-cesso? Ah, che guaio, ma io non c’entro, anzi l’avevo detto!

Bella squadra lui con Brunetta, Scaiola, Romano, Romani, Gelmi-ni, Bossi e Caldaroli.

Loro hanno goduto degli stipendi da ministri e noi ci troviamo in bra-ghe di tela.

E dove sono finiti chi li ha sostenuti e soprattutto chi li ha votati?

Oggi che è improponibile, anche per gli stomachi forti, la medesima ricetta del 2008, ecco emergere l’astensionismo ed il ribellismo.

Sappiamo bene che molte perso-ne che prima hanno votato il cen-trodestra (ebbene sì, è bene ricor-darlo: la maggioranza attuale nel Parlamento che blocca le riforme, è frutto del voto degli italiani) oggi si sentono a disagio e piuttosto che ammettere l’errore replicano il “tanto sono tutti uguali”.

Conosciamo bene la tecnica della denigrazione, dell’uso di parole in-timidatorie, per intercettare il facile consenso ed impedire così il vero cambiamento.

Abbiamo visto la ricerca affannosa delle imperfezioni del PD piuttosto

che delle macroscopiche lacune sulle proposte e sulla democrazia interna degli altri partiti ed è basta-to poco per smascherare i vizi di quello che appariva come un movi-mento spontaneo e che scopriamo era molto “spintaneo”.

Una sola arma rimane a disposi-zione di chi confida nella scarsa memoria e di predica che vuole cambiare tutto per non cambiare niente: il PD è colpevole quanto gli altri e non è grado di governare!

Verrebbe da dire: ottimo, quando si arriva alle falsità significa che sanno di non disporre di validi ar-gomenti e ci ritengono in grado di raccogliere il voto degli elettori sulla base di buon programma.

Invece è meglio chiarire subito: NO, non ci stiamo!Basta con questi giochi, dobbiamo rimanere in Europa e non possia-mo permetterci ulteriori avventuri-smi.

Dobbiamo affrontare i problemi del paese, dal lavoro, all’uguaglianza, ai diritti.

Dobbiamo riformare la politica ed i suoi costi.

Lo dobbiamo fare per noi e per le future generazioni, per dare all’Ita-lia una prospettiva di prosperità.

Rispetto a chi sfugge o inveisce, l’alternativa credibile c’è e nei prossimi mesi spetterà all’elettore esprimersi se condividerla o re-spingerla.

Non servirà poi lamentarsi e incol-pare gli altri delle scelte o delle, presunte, non scelte che ognuno di noi avrà compiuto.

Infatti anche l’astensione non as-solve ed un governo al paese biso-gnerà pur darlo.

Gli alibi non sono più consentiti e ciascuno deve chiedersi: io per chi voto? E chi favorisco non votando?

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IL BILANCIOCOMUNALE

Si succedono ormai da anni i sacrifici chiesti ai Comuni. Il 2012 è stato sicuramente

particolare, perché alla crescente richiesta di aiuto dei cittadini a cau-sa della congiuntura economica si sono accompagnati nuovi e più co-spicui tagli dal Governo nazionale. Anche il Comune di Botticino che in passato ha utilizzato gli introiti del bacino marmifero per evitare di tas-sare i cittadini, per la prima volta ha introdotto l’addizionale irpef (8 per mille solo per chi ha redditi supe-riori ai 55.000 euro) e ha adottato l’introduzione della nuova tassa comunale IMU (che per metà vie-ne pagata dai cittadini direttamente al Governo nazionale) con aliquota base dello 0,4% sulle prime case 0,79 per le attività produttive e 0,97 per le seconde case e altre.

Il problema è che altri tagli sono all’orizzonte. Si parla di 500.000 euro nel 2013. Cifra improponibile, che legata al patto di stabilità impe-dirà ai comuni non solo di fare inve-stimenti, ma anche di offrire alcuni servizi essenziali.Chiarissimo è stato il PD con Ber-sani: “per la crescita i Comuni svol-gono un ruolo fondamentale, ed il patto di stabilità va cambiato to-gliendo gli investimenti dai parame-tri di calcolo, altrimenti si continuerà a non poter pagare le aziende che lavorano per gli enti pubblici.”

Non vi è dubbio comunque che il nostro bilancio va ripensato. Se vo-gliamo continuare ad offrire servizi importanti a chi ne ha necessità. Se vogliamo continuare a sostenere le mamme con asilo nido e scuo-le materne di qualità. Se vogliamo tutelare il nostro bellissimo territorio e renderlo ancora più accoglien-te, fruibile e sicuro. Noi del Partito Democratico abbiamo chiesto che questi servizi vengano mantenuti riducendo le spese improduttive e, se necessario, anche a costo di chiedere di più a chi ha di più. Con equità e sussidiarietà. Cercan-

do se possibile di destinare parte delle risorse alle manutenzioni e agli investimenti. In particolare per quegli interventi che potrebbero farci risparmiare un sacco di spese correnti. Pensiamo alla coibenta-zione di alcuni edifici che consu-mano un molta energia, al ripensa-mento dell’illuminazione pubblica che costa 300.000 euro annui, ad un nuovo modo di affidare edifici pubblici chiedendo più attenzione al risparmio energetico da parte del gestore.

Lo sanno bene i tanti Sindaci in ca-rica attualmente, lo sanno bene Lo-renzo Guerini e Andrea Ratti, sinda-ci di Lodi e di Orzinuovi, intervenuti al convegno “Parliamo dei nostri Comuni” organizzato dall’Asso-ciazione “Un’anima per la politica” al Teatro Lucia. Con loro anche il Presidente del consiglio di gestione di A2A, Graziano Tarantini e Mario Benetti, sindaco di Botticino. Pro-venienze diverse, problemi comuni: difficoltà a livello economico e so-ciale, bisogni crescenti e necessità di trovare risposte nuove. E ancora revisioni, tagli e patti di stabilità da rispettare.Benetti: “Noi sindaci non siamo dei factotum, eppure continuiamo ad avere pesi eccessivi sulle spal-le”. D’accordo il primo cittadino di Lodi, Guerini: ”La mia città sta vi-vendo ciò che tutti conosciamo. I soggetti in difficoltà crescono di

continuo, non le risorse da desti-narvi. Ciò nonostante è fondamen-tale riuscire a mantenere coese le comunità e garantire comunque un aiuto. Per farlo si devono unire le forze”. Ecco dunque la revisione delle priorità, il ricorso a strumenti e misure straordinarie, così da po-ter dare sostenibilità anche a quanti non sono sorretti dagli ammortizza-tori sociali. Dello stesso avviso An-drea Ratti: “E’ necessario mettere a fattore comune le risorse disponibi-li. A Orzinuovi e nei comuni limitrofi negli ultimi anni si sono creati dei sodalizi che, grazie anche ai risul-tati concreti ottenuti, hanno supe-rato la paura di perdere la propria autonomia, per far fronte comune e mettere insieme le varie risorse. Bisogna andare oltre il singolo Co-mune e pensare al territorio”. Tutto ciò però non basta. Non per Taran-tini, secondo il quale vanno trovate idee nuove e restituita la fiducia ai giovani “per uscire da questa crisi dobbiamo scommettere su di loro, dargli radici profonde necessarie poi ad attaccare il mondo”.

Insomma tutti quelli che conosco-no le problematiche e ci mettono passione civile sono concordi nel dire che il lavoro è sicuramente lun-go e pieno di scelte difficili. Se però sapremo continuare a lavorare con impegno e mettere in atto questi accorgimenti, avremo fatto il nostro dovere.

BENE L’ASFALTO.ORA MASSIMA

SICUREZZA

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IL fUTURO dELBACINO ESTRATTIVO BOTTICINOBOTTICINO

Come previsto, durante l’estate, l’Amministrazione è riuscita a sistemare marciapiedi e man-

to stradale nei pressi della scuola elementare e materna di Mattina. La soddisfazione dei cittadini è evidente. Crediamo comunque che al di là del-la corretta manutenzione, ora debba essere fatta una scelta importante per la sicurezza dei bambini che riempio-no quotidianamente questa zona. Le automobili non possono minacciare l’incolumità dei bambini.Le pagine di cronaca raccontano troppo spesso episodi tragici. Non dimentichiamo

Autunno 2012Con la prudenza che lo contraddistingue, il Sindaco di Botticino si rivolge al Consiglio Comunale per istituzio-nalizzare l’avvio delle procedure per la futura gestione delle cave di marmo, nel rispetto del piano cave provincia-le conforme alla Legge Regionale 14/98.

Perché proprio adesso? La risposta è semplice e complessa allo stesso tempo: il 31 dicembre 2014 sca-dono i contratti in vigore fra le im-prese concessionarie e il Comune di Botticino, proprietario del baci-no marmifero; non è più possibile concedere proroghe immotivate o rinnovare i contratti senza gara.

E’ l’Unione Europea che chiede il rispetto delle regole comunitarie. Quindi non resta che adeguarsi o tentare qualche scappatoia, confi-dando persino sull’uscita dall’Euro per fare cassa con le esportazioni. Chiediamoci cosa vorremmo esse-re fra una quindicina di anni: parte degli stati uniti d’Europa con rego-le comuni sul lavoro, sul welfare, sull’economia e la finanza oppure frazione di uno staterello balcaniz-zato?In una situazione di crisi, con mar-

gini di manovra limitati, sono in difficoltà anche le Amministrazioni Comunali dove vi sono bacini mar-miferi dai quali trarre benefici col-lettivi. A Carrara sono molto tesi i rapporti ed il Comune, neoproprietario del bacino marmifero e le imprese con-cessionarie che fino a poco tempo fa godevano di privilegi ereditati, con diritti di sfruttamento risalenti addirittura ai tempi del Granducato di Modena. Il Comune si è dovuto indebitare sino al collo per dotarsi delle infrastrutture viarie mai co-struite dai vecchi proprietari.

Grazie al senso di responsabilità delle parti, Botticino non ha di que-sti problemi: le imprese concessio-narie hanno esercitato la loro attivi-tà garantendo occupazione locale,

che recentemente uno dei nostri vigili è stato travolto sulle strisce mentre faceva attraversare gli scolari. L’occasione deve essere sfruttata per sperimentare un progetto che permetta di poter andare a scuola a piedi o in bicicletta in tutta sicurezza. E sicuramente Via Udine e via Man-zoni, essendo vie secondarie e non di passaggio, si prestano facilmente a qualsiasi intervento. Questo esperimento pilota dovrà poi essere diffuso al di fuori di tutti gli edifici scolastici. Magari accompa-gnato dal progetto pedibus che in

altri comuni funziona benissimo, ma che a Botticino è stato abbandonato. Siamo convinti che muoversi a piedi o in bici, ancor meglio in autonomia, debba diventare un’abitudine che aiuta i piccoli a crescere responsabili. Forse qualche sacrificio dovrà esse-re chiesto a chi attualmente utilizza l’automobile, ma sono convinto che anche queste persone capiranno l’importanza degli obiettivi che l’Am-ministrazione si deve porre.

praticando un prelievo razionale del marmo e dei materiali di risulta, rispettando sostanzial-mente il contratto in es-sere. Volendo semplificare, questo ha fatto si che ogni botticinese ab-bia potuto beneficiare di uno status privilegia-to nel rapporto pressio-ne fiscale locale/ servizi pubblici ricevuti.

Certo, tutto è migliora-bile, e servirà un po’ più

di coraggio in materia ambientale e di sicurezza sul lavoro, il quale è già di per sé difficile e usurante.

Infine va sfatata la psicosi delle ma-fie, pronte secondo alcuni ad acca-parrarsi il bacino del marmo a suon di euro frutto di attività illegali. La mafia si vince con la legalità e con la trasparenza. Meglio diffidare di chi propone ricette salvifiche con-tro le infiltrazioni malavitose perché la ricerca di scorciatoie potrebbe essere un segnale di cedimento.

Noi Immaginiamo un futuro in cui gli interessi e le aspirazioni di chi investe, lavora e produce si coniu-ghi col benessere dell’intera collet-tività, e ci batteremo affinché ciò si realizzi.

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BLASfEMIA

I fatti: un film su Maometto, pro-dotto da un gruppo di egiziani copti residenti negli Stati Uniti.

L’autore. Il trailer della pellicola In-nocence of Muslims (Innocenza dei musulmani) è stata diffuso su Youtu-be da Morris Sadek, un egiziano di religione cristiana, che risiede negli Stati Uniti ed è conosciuto per le sue posizioni contro l’Islam. Lo sceneg-giatore del filmato è Nakoula Basse-ley Nakoula, 55 anni, cristiano copto d’origine egiziana, che usava il nome di Sam Bacile solo come pseudoni-mo. Il film: due ore è costato 5 milioni di dollari ed è stato finanziato grazie ai contributi di oltre cento donatori ebrei. Fin qui le informazioni riassunte e ricavate da internet. Tutti hanno se-guito e letto sui quotidiani le reazioni degli islamici fondamentalisti e tutti hanno appreso dell’assalto all’am-basciata statunitense a Bengasi, con relativa uccisione dell’ambasciatore americano Christopher Stevens.Il film definito blasfemo e quindi of-fensivo nei riguardi dei fedeli di reli-gione musulmana, ha provocato la deflagrazione di sentimenti antia-mericani e antioccidentali forse mai sopiti malgrado la tregua apparente vissuta dopo l’11 settembre 2001. Non c’è lo spazio e nemmeno la possibilità di sviluppare una seria argomentazione in merito a ciò che ogni avvenimento di questo gene-re porta con sé, ma vale la pena di porsi almeno alcuni interrogativi sul significato del concetto di libertà di opinione e di espressione, allar-gando simbolicamente i termini di osservazione dei fenomeni che ad essa possono essere collegati. Dun-que, se vogliamo rimanere nell’am-bito dei fatti sopra elencati, il signor Nakoula Besseley Nakoula decide “liberamente”, con un pool costitui-to da autore, attori e produttore, di sceneggiare un film su Maometto, il signor Morris Sadek decide “libera-mente” di inserire in youtube il trai-

ler del film, l’indignazione dei gruppi islamici radicali esplode “liberamen-te” con violenza omicida…..LIBERAMENTE. In questo avverbio c’è tutta la forza dirompente ema-nata dal concetto di LIBERTA’ su cui si sono costruite le democrazie del mondo, ma ogni azione liberamen-te compiuta deve saper fare i conti con un’altra componente etica che si chiama RESPONSABILITA’. Le scelte effettuate in piena autonomia di pensiero si fondano sul principio inalienabile del diritto; la contestuale consapevolezza che alcune di esse possano collidere con gli altrui diritti, investe l’area dei doveri e delinea quel sottile margine di demarcazione che forse separa il bene dal male, l’ami-co dal nemico, il rispetto dall’offesa, il lecito dall’illecito e che, soprattutto, non consenta, tra essi, scambievoli giustificazioni di azione. La respon-sabilità non è ampiamente codificata in termini costituzionali come la liber-tà, attiene alla sfera etica delle co-scienze, è un patrimonio individuale e collettivo che si costruisce vaglian-do di volta in volta scelte e opportu-nità, confrontando i punti di contatto con i punti di divergenza, affrontan-do il “nemico” per conoscerlo meglio e non solo per batterlo, tenendo ben presente che tutto ciò nulla ha a che vedere con il concetto di tolleranza contenente in sè una buona dose di passività da parte di chi la esercita. Tantomeno è possibile assimilare il senso di responsabilità con il con-cetto di censura/autocensura; i nes-

si fra scelte e conseguenze, azioni e parole, interagiscono sempre in un delicatissimo gioco di equilibrio che può scomporsi con grande facilità. Ritornando, poi, alla blasfemia, sa-rebbe forse opportuno avere il co-raggio di rileggerne metaforicamen-te il significato, collocando in questa dimensione anche l’oltraggio perpe-trato contro le persone attraverso i massacri delle guerre, dei conflitti internazionali attivati in nome della pace, delle stragi terroristiche, del-le pulizie etniche, delle distruzioni di massa. Che cosa può esserci di più blasfemo dei crimini compiuti dall’u-manità contro l’umanità? In nome di quale libertà, di quale responsabili-tà, di quale democrazia si possono giustificare scelte fondate su criteri legislativi formulati “contro” e non “per” i cittadini del mondo? Le rispo-ste non sono semplici e nemmeno facili, molti potrebbero leggere nelle domande solo una provocazione in-tellettualistica e quindi di nessun va-lore. Allora ecco un’altra “provoca-zione” a firma di Barbara Spinelli che su La Repubblica del 14 settembre ha scritto: “ ...La libertà senza confini pensa di essere puro convincimen-to, e per questo la sua energia desta spesso ammirazione. Ma quando viene meno la responsabilità anche la convinzione vacilla, perde la pu-rezza cui pretende: diventa non solo irresponsabile, ma falsificatrice della realtà….”

Amelia Pisante

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OPINIONICORSARE

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BOTTICINOBOTTICINO

La voglia di applaudireil demiurgoLa vicenda Polverini-Lazio, ma dovremmo aggiungere Lombardia Calabria e Cam-pania, conferma l’esito fallimentare della capacità di governo del centrodestra: col-piscono soprattutto l’inadeguatezza delle persone collocate nei posti apicali e quel comportamento da basso impero quasi a cercare coerenza con l’immagine del loro unto capo.In particolare ha colpito la scenografia di quella festa in costume che sta diventando immagine simbolo di un’epoca: il berlusco-nismo più deteriore è lì, nei costumi di car-tapesta, nelle ragazze semivestite, nei ma-schietti con la testa di maiale che le cianci-cano, nella sguaiataggine della compagnia.Che nel consiglio  regionale lombardo sie-da Nicole Minetti, altra affezionata al burle-sque, grida vendetta. Eppure la veemenza con cui i vertici Pdl, Silvio compreso, le han-no chiesto di lasciare il seggio al Pirellone è una nota drammatica, ma non seria, suvvia. Come se l’ex igienista dentale fosse stata candidata per caso e poi si fosse introdot-ta alle “cene eleganti” di Arcore sotto falso nome. Ma dai!Quanti, in questo ultimo ventennio, si sono spellati le mani ad applaudire il demiurgo di turno, si chiamasse Berlusconi, Bossi, Di Pietro (sì, il tribuno) ed ora Grillo, rinuncian-do a tenere le mani in tasca e ad accendere il cervello, ritenendo di affidare a loro inte-ressi, difficoltà o frustrazioni.

Grillo, appuntoGrillo non è il simpatico Grillo Parlante di Collodi ma un Gabibbo barbuto che si è spogliato dell’autoironia per indos-sare i paramenti del vescovo della Rete. Sprezzante, assertivo, inutilmente vol-gare, unico illuminato in un mondo di anime perse e oscuri complotti. Moltissimi attivisti del M5S credono vera-mente nelle battaglie che fanno e meritano attenzione, però è del tutto sbagliato il fatto che seguano un Beppe Grillo (verrebbe da chiamarlo Umberto Grillo) che continua a dire che in politica fanno tutti schifo nello stesso modo, naturalmente tranne lui: for-se serve a prendere consensi, ma non aiuta certo a costruire un paese. Quello che spaventa non è l’insulto, non è lo sberleffo, ma l’assenza di proposta, di

pensiero critico, di dubbio.Diverso è il movimento, invece, composto da ottimi ragazzi. Se vo-gliono cambiare la politica, però, devono capire che insieme a loro ci sono altre persone per bene nel Paese, persone che tra l’altro vivono in situazioni di grave difficoltà che certo Grillo non conosce, essendo uno che vive nell’agio e nell’opulenza.

Prima di tutto l’ItaliaHa ragione Bersani a dire che non si tratta di contendere la guida di un partito, ma di candidarsi a guidare il Paese. Ma occorre partire subito da un progetto essenziale, fatto di priorità, da sottoporre, in poche righe, a tutti i  cittadini e che dica qual è la nostra idea di futuro. Chi contribuisce a definirla con noi sta con noi, e solo chi stipula quell’accordo decide con noi tempi e modi, scrive i punti politici e programmatici per un Paese degno di essere vissuto.

Le primarie sono una buona cosaAbbiamo già parecchi pensieri, e parecchie ragioni per preoc-cuparci dello stato della politica e pure di quello del PD. Non ci facciamo convincere anche che dobbiamo essere   impensieriti dai troppi candidati. La forza di Renzi non sta tanto nelle sue, a volte, superficiali ragioni, quanto nelle chiusure degli altri, di quel gruppo ristretto di dirigenti che ha trasmesso l’impressione di una oligarchia retta su un patto di sindacato. Serve? Sì, serve cambiare le facce, ma soprattutto le idee, e i politici devono scendere dal piedistallo per dare spazio ai cittadini, agli ammi-nistratori locali, a quelli che giorno per giorno lavorano già per l’Italia, prima di tutto.

Idee: la risposta PDHa fatto scalpore l’affermazione di Matteo Renzi di volere intercettare anche i consensi di parte dell’elettorato berlusconiano: se l’idea è di sfondare nel campo elettorale avversario, che cosa c’è da obiettare? Ripetute esperienze in ogni parte d’Italia, e anche a Botticino tanto per essere chiari, ci dicono che c’è un elettorato di centrodestra che distingue voto politico da voto amministrativo, consegnando a noi il mandato del governo locale nello stesso momento in cui ci nega quel-lo del governo nazionale. Tanti elementi politici ci dicono che quel centrodestra è disorientato anche a livello nazionale e che una efficace e chiara offerta elettorale è in grado di fare incursioni e danni ai nostri avversari. Tutto va ricondotto a programmi, alleanze, candidature. Tutto si gio-ca sulla credibilità della classe dirigente che proponiamo per il gover-no dell’Italia. Per non ritrovarci alla fine, come spesso in passato, a dire che è tutta colpa di un Grillo.Giulio Branciforte

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pag. 8 PD BOTTICINO A cura di: Cristina Quecchia, Amelia Pisante, Annamaria Lonati, Giovanni Portesi, Andrea Casali.

Stampato da Grafica DP - Rezzato

Circolo PD Botticino, via Marconi 1Email: [email protected]

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Coordinatore del Circolo: Andrea Casali

LA BUONAPOLITICA BOTTICINOBOTTICINO

C’erano una voltaorchi e orchesse che fa-cevano bollire i bambini in grossi pentoloni e poi li mangiavano, le male lingue dicevano che era-no “comunisti”, individui poco raccomandabili dai quali stare alla larga.Ma c’è un’altra storia che non tutti conoscono, i comunisti, quelli veri, oltre a lavorare sodo per far quadra-re il bilancio familiare, organizzava-no le feste dell’UNITA’………vi rac-conto come

C’era una volta……Una festa itinerante, si chiamava festa dell’Unità. Si svolgeva nelle contrade del Paese, San Nicola, Sott’acqua, Sampì, un gruppo di tavoli incerti e un pugno di sedie sgangherate, un paiolo di trippa che bolliva per giorni e tanta musica, la fisarmonica suonava bandiera rossa e bella ciao…., la II° guerra mondia-le era finita da poco, ci incammina-vamo verso la fine degli anni 40. La gente aveva fame, il lavoro scarseg-giava, si camminava a piedi nudi per non rovinare le scarpe “buone”. Si organizzava la festa dell’Unità per discutere di politica, per progettare la ricostruzione di un Paese distrutto dalla guerra, per dare voce e gambe alle idee del P.C.I. Non esisteva la televisione, non c’era internet, ci si vedeva in piazza e ci si incontrava in sezione. Poi ci sono state le feste alla Casa del Popolo e nella Piazza del Muni-cipio, ci lavoravano tutti (i comuni-sti), con semplicità e tanta forza di volontà. Quello era l’unico modo per finanziare l’attività politica. I compa-gni di Botticino si sono finanziati con le loro feste.Negli anni 80 e successivi abbiamo avuto la fortuna di raccogliere la col-laborazione delle sezioni di Rezzato, Mazzano, Ciliverghe, Castenedolo, la festa si è ingrandita e riqualificata.

Oggi è diventata la Festa Demo-cratica della Valverde , organizzata dai Circoli del Partito Democratico di Botticino, Mazzano e Rezzato e altri.Le risorse raccolte in anni di lavoro sono servite, oltre a finanziare l’at-tività politica della sezione di Botti-cino e della sezione Provinciale, a sostenere gruppi di volontariato so-ciale e culturale.Le difficoltà economiche di oggi ci hanno riportato col cuore e con la mente agli anni ‘40, quando Giulia, Bigì, Lucia, Piero, Gina, Mario, Te-resa e tanti altri facevano la trippa, cantavano bella ciao e andavano in giro con le scarpe buche. Abbiamo rivisto i nostri nonni negli occhi im-pauriti dei cittadini stranieri e italiani che fanno la fila il martedì e il giovedì alla sede della Caritas per ritirare la borsa della spesa.

E allora cosa hanno fatto gli “ex co-munisti”? La cosa più giusta, più equa e naturale possibile. Hanno erogato risorse ad associazioni ed enti che si occupano di sostenere persone e famiglie. Infatti chi vive la politica come strumento di promo-zione umana e sociale, ha unanime-mente deciso di destinare le risorse realizzate con le fatiche di tanti anni

in questo modo:euro 10.000,00 scuo-la dell’infanzia Carini di Botticino Sera per i la-boratori del costruendo asilo nidoeuro 10.000,00 alla Ca-ritas di Botticino per fi-nanziare i progetti a so-

stegno di famiglie in difficoltà euro 5.000,00 all’AUSER di Botticino per sostenere i progetti di aggregazione sociale e culturaleeuro 25.000,00 al Partito Demo-cratico di Botticino per finanziare l’attività politica (redazione, stampa e distribuzione notiziario PD, cam-pagne elettorali, incontri con relatori ecc.); più euro 5.000,00 da destina-re all’oratorio dell’Unità Pastorale di Botticino se verrà realizzato un pro-getto per i giovani in collaborazione con le ACLI.

Pensiamo che questa sia buona politica!La festa non è più itinerante ma è una realtà, continueremo a lavorare per dare corpo e ali alle nostre idee e per riempire la borsa della spesa di chi non arriva alla fine del mese.Sono cambiati i volti, ma la storia continua, per una speranza rinno-vata, per il lavoro e per la dignità di ognuno. Faremo il tifo per una politica al servizio degli altri!Aiutateci a continuare la storia……………c’è spazio per tutti quelli che hanno voglia di lavorare sen-za chiedere nulla in cambio.

Loredana

DEMOCRATICA

Festa de