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La Voce della Comunità di Bariano

AGENDA PARROCCHIALE

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MATRIMONI

Aceti Daniele e Giovanna Deda - 29 Agosto 2015Tadolti Federico e Perego Daniela - 19 Settembre 2015

Gli incontri di preparazione al matrimonio iniziano il 5 ottobre lunedì ore 20.45nella Parrocchia di Pagazzano.Altri cammini di preparazione al matrimonio si faranno nelle parrocchie delvicariato Ghisalba-Romano. Per informazioni rivolgersi in parrocchia.

CalendarioLiturgicoOttobre4 Festa degli Anniversari

di Matrimonioore 11,15 - S. MessaA seguire rinfresco in Oratorio.Inizio settimanadi preparazione:Festa della Madonnadel Rosario

10 Ingresso di don Silvio11 Festa della Madonna del

Rosario (Programma a pag. 7)18 Giornata Missionaria Mondiale31 Confessore straordinario

Ore 9,30-11,30

Novembre1 Festa di tutti i Santi

S. Messe orario festivo.Nel pomeriggio ore 16,00S. Messae processione al cimitero

2 Commemorazione dei defuntiS. Messain parrocchia: Ore 7,30Cimitero: ore 10-16 e 20,30Ottavario dei defuntidal 3 al 6 novembreS. Messa in parrocchia Ore 7,30Cimitero: ore 16,00 - 20,30

22 Festa di Cristo ReOre 18,30 S. Messadi ringraziamentocon gli agricoltori per i fruttie per il lavoro della terra

29 Prima domenica di avvento

Dicembre5 Confessore straordinario

Ore 9,30-11,308 Festa dell’Immacolata

Inizio Giubileo straordinariodella Misericordia. Anno Santo“Giornata dell’AzioneCattolica”

25 S. Natale26 S. Stefano31 Messa Te Deum ore 16,00

ORARI S. MESSE

Ferialiore 7,30 - 17

Sabatoore 7,30ore 20,00 Prefestiva

Domenica e festiviore 8 - 10 - 11,15 - 18,30

I VOSTRI PRETI

don Silvio - parroco0363 95164

don Sandro3914722640

CONFESSIONI

Venerdì ore 17,30 - 19,30 • Sabato ore 10,00 - 12,00 16,00 - 19,00

Confessore straordinario: sarà presente ogni primo sabato del mese dalle ore9.30 - 11.30 e in preparazione alle feste particolari durante l’anno liturgico. Fareriferimento al foglietto della domenica.È sempre possibile incontrare i sacerdoti, al di là di questi orari, quando sentiamoil desiderio e la necessità della confessione.

DATE DEL BATTESIMO

25 Ottobre ore 1629 Novembre ore 1214 Dicembre ore 16

BATTESIMI

Natalino Francescodi Filippo e Ciampà AssuntaBattezzato 19/7/2015Vassalli Veradi Marco e Casati PaolaBattezzata 19/7/2015Agnelli Violantedi Massimo e Facchetti BeatriceBattezzata 30/08/2015

De Stefani Emmadi Patrizio e Cortinovis BarbaraBattezzata 13/09/2015Borella Luca Pietrodi Angelo e Colleoni AlessandraBattezzato 13/09/2015Piantoni Biancadi Giacomo e Bergamaschi BarbaraBattezzata 13/09/2015Gastoldi Danieldi Enrico e Sarati SoniaBattezzato 13/09/2015Tomasoni Matteodi Stefano e Nicoli RobertaBattezzato 13/09/2015Resmini Chiaradi William e Silvani SimonaBattezzata 13/09/2015

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Sono vicini i giorni a partire daiquali sarò presente in modo

stabile nella comunità. Fin orasolo alcuni fugaci incontri e alcu-ne riunioni di presentazione in at-tesa dell’ingresso ufficiale fissato il10 ottobre.

È bello e significativo che que-sto avvenga al termine di una set-timana intensa di preghiera in vi-sta della festa della Madonna delRosario: sarà un invito ulteriore atutti ad accompagnare questo mo-mento così importante per la vitadella comunità con la preghierapersonale e comunitaria, ad ap-profondirne il significato e a con-solidare attorno ad esso l’apparte-nenza ad una comunità cristiana.

Metto il miocuore vicino alvostro e insiememettiamo il cuorevicino al cuore diMaria per disporcia vivere piena-mente la nostravocazione battesimale e ad adope-rare tutti i doni che Dio ci ha re-galato per costruire una comunitàsecondo il suo cuore.

Da parte mia, accostandomi aMaria, sento particolarmente pre-zioso e consolante la rassicurazio-ne che l’Angelo le rivolge mentrele rivela la Grazia e la missione piùimportante. Nella sua sorpresa eturbamento Maria si sente dire: “IlSignore è con te” (lo ripetiamo adogni ave Maria). Credo che Mariane fosse già certa, ma difronte aquesto inedito appuntamento chedava direzione nuova alla sua vita(e alla nostra) aveva proprio biso-gno di riappropriarsi di questa ve-rità, di un supplemento di fedenella reale cura che il Signoremetteva in azione, garanzia per ilpresente e anche per il futuro.

Il Signore è con te. Lo ripetospesso in questi giorni e invito an-che voi a ripeterlo. Davvero Lui è

con me e con ciascuno di voi. Ècon noi da sempre ed ora ancoraper accompagnarci, e sarà con noinel cammino che ci propone.Questa consapevolezza ci abilita apartire, a non temere a motivo deinostri limiti e dei nostri timori, acogliere in questo tornante che la

nostra comunità sta vivendo undono che Dio ci ha preparato peressere completamente a serviziodel suo Regno.

Il Signore è con te. Maria lofaccia risuonare in noi come lo hasentito nel suo cuore nei giornidella sua chiamata a diventareMadre di Gesù e in ogni giornodella sua vita. Lo possano gustarein modo tutto speciale i giovaniche sono alla ricerca di punti di ri-ferimento sicuri sui quali costruireil cammino verso l’età adulta; losperimentino le famiglie nel cam-mino ordinario e soprattuttoquando devono affrontare mo-menti di prova e di crisi; vi trovinoconsolazione gli ammalati e i non-ni nella stagione così delicata del-la vita che Dio certamente visitain modo prediletto.

Don Silvio

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VITA PARROCCHIALE

“IL SIGNOREÈ CON TE”

Chi èdon Silvio Gualandris

Nato a Morengo il 16/06/1961.Ordinato sacerdote il 18/06/1988.Vicario parrocchiale di Zanica1988-1993.Parroco di Gromo, San Marino eGandellino 1993-2004.Parroco di Rova di Endine2004-2015.Arciprete plebano di Bariano dalmese di ottobre 2015.

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È l’atteggiamento primo e piùvero che accompagna il mio

saluto ai carissimi parrocchiani diBariano. Il giorno del mio ingressodissi con le parole di San Paolo:“Vengo in mezzo a voi non per far dapadrone o per controllare la vostrafede che è già salda, ma per lavorarecon voi, collaboratore della vostragioia”. Non so se ci sono riuscito.Io però ho provato tanta gioia,condividendo la vostra fede.

Certamente posso dire che miavete aiutato a restare credente emi avete rafforzato nella fede.Non è facile, non è scontato chese uno fa il prete lo faccia da cre-dente. Questa è la croce che dob-biamo portare quotidianamente:la fatica non solo di diventare, madi “restare credenti”.

Fedeleal Vangelo

Mi avete aiutato ad essere fe-dele al Vangelo e a dire parole le-gate al Vangelo, a non fuggire mai

dalla vostra vita e dai problemi le-gati alla nostra comunità e alla no-stra vita di fede. Mi avete aiutato anon dire parole banali, vuote, maa dire solo ciò in cui uno crede e sisforza di vivere. Mi avete aiutato arestare credente da uomo.

Qualche tempo fa su questobollettino parrocchiale e sul fogliodomenicale, avevo fatto qualcheriflessione su “quale comunità ilSignore vuole da noi.” Citando unpastore protestante ucciso dai na-zisti, scrivevo: “Noi non possiamoessere veramente uomini senza ideboli, i poveri, i piccoli. Ogni co-munità cristiana deve sapere chenon solo i deboli, i piccoli hannobisogno dei forti, ma anche questiultimi (i forti) non possono essereveramente uomini senza i deboli.La ricerca del povero ha a che farecon la piena umanità dell’uomo,con ciò che è degno di essere vis-suto. Educare alla cura del deboleè dunque un momento essenzialedella crescita personale, della vo-cazione cristiana e della formazio-ne del credente.”

Non si è mai pienamente uomi-ni se non si è sperimentato nellavita l’attenzione ai deboli e ai pove-ri. Un uomo senza pietà non èuomo. Non possono insegnare

La Voce della Comunità di Bariano

VITA PARROCCHIALE

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CON TUTTI VOI RINGRAZIO IL SIGNORE

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l’amore quelle persone che hannopaura di amare: esse non possonodonare il coraggio per uno sviluppopersonale, finché esse stesse nonosano esistere personalmente.

Testimoniare la Parolacon la carità

Vi ringrazio per avermi fattocapire che ciò che conta in unaparrocchia è impegnarsi ad esseresanti. Quanta fatica, quanti com-promessi in questo cammino. Gio-vanni Paolo II, a conclusione delGiubileo del 2000, nella sua lette-ra scritta per l’inizio del terzo mil-lennio dice: “In primo luogo nonesito a dire che la prospettiva in cuideve porsi tutto il cammino pastoraledi una comunità è quello della santi-tà. Qualcuno potrebbe pensare che ilprimo impegno pastorale è organiz-zare, mettere in piedi manifestazioni,eventi, animazioni varie e attivarechissà quali cose.. tutto questo è se-condario. Il primo impegno pastoraleè essere santi, in moda da essere testi-moni visibili nel far capire che vale lapena essere cristiani, dicendolo nellavita di famiglia, della società, dellenostre istituzioni e all’interno dellenostre situazioni di vita.”

Ci vengono proposti tre pilastrisu cui fondare il cammino di santi-tà: vivere bene la Liturgia, esserecostanti nella Parola e testimo-niarla con la Carità.

A tutti chiedoscusa e perdono

Infine vi chiedo scusa e perdo-no e lo faccio non per circostanzama con tutta sincerità. Una dellepreghiere che siamo invitati a re-citare alle lodi, del mattino suonacosì: “Fa o Signore che nessuno oggiabbia a rattristarsi, scandalizzarsi,allontanarsi da Te per causa mia”.Nella preghiera della sera chiedosempre al Signore di aiutarmi a ca-pire, chiedere perdono e riparareatteggiamenti, parole e modi che

potevano essere stati causa di nontestimonianza buona di Vangelo.

I miei limiti, i peccati sono notie vi chiedo perdono, comprensionee preghiera. Faccio mie le parole diSan Francesco, quando qualcunocriticava il suo comportamento:“Fratello c’è di peggio!...” diceva.Una cosa però ci tengo a dire: chedeliberatamente e con coscienzanon ho mai voluto né augurato ilmale a qualcuno. Se sono stato co-stretto a dire dei no o assumere at-teggiamenti, comportamenti, scel-te che possono aver fatto male ooffeso, ho cercato di farlo in quellostile che propone il Vangelo: “fortecon i forti e debole con i deboli. E nondebole con i forti e forte con i deboli”.Non ho rancore verso alcuno. Mirimane un po’ di amarezza per al-cune incomprensioni e situazionidi disagio che in questi anni posso-no aver turbato la vita della comu-nità e le relazioni tra di noi. L’ho ri-conosciuto e detto più volte: fac-ciamo fatica- e qui ci siamo dentrotutti: io e voi- a riconoscere che lacomunità perfetta non è quelladove non si sbaglia mai, sarebbeuna comunità di farisei! La comu-nità perfetta è quella dove ci si ac-cetta nei propri limiti, ci si perdonae grazia a vicenda. È questo il pun-to che ci fa di più soffrire.

Restate sempreaccanto ai vostri preti

Da ultimo state vicino ai pretiche sono in mezzo a voi. Vogliateloro bene, aiutateli a far bene ipreti, come io mi sono sentitosempre amato ed aiutato. Pregateper coloro che hanno esercitato ilsacro ministero in mezzo a voi. Cisia maggior impegno da parte degliadulti a farsi testimoni ed accom-pagnatori dei nostri giovani e ra-gazzi, aiutandoli a fare esperienzefondatrici, che diano senso allavita, più di quanto sia io riuscitonei confronti della gioventù di Ba-riano.

Diventi sempre più numerosaquella minoranza motivata e im-pegnata nella vita della comunitàche con il silenzio operoso porta ilpeso di una maggioranza che com-pie talvolta qualche gesto religiosoper abitudine e non per convinzio-ne profonda e personale. La Ma-donna del Rosario, nostra patro-na, di fronte a tante prove e ai di-segni di Dio, che spesso non com-prendeva, si domandava: “Comeavverrà questo?”. Conosciamo larisposta dell’angelo: “Lo SpiritoSanto scenderà su di te… L’onnipo-tente Dio come una nube ti avvolge-rà.” Facciamo nostro questo atteg-giamento di Maria per essere gui-

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dati dal Signore nelle sue vie a ri-cercare e vivere la comunità cheLui vuole costruire per noi.

È stata per meun’esperienza preziosa

Che dire lasciando Bariano?Lascia sempre un po’ di amaro inbocca e di rimpianto, lasciare lepersone con le quali si è condivisoun tratto di strada. Vedo questamia esperienza a Bariano preziosaper la mia vita di uomo e di prete,come lo sono state le esperienzebelle e preziose nelle parrocchieprecedenti. Bariano resta comun-que la parrocchia che mi ha aiuta-to a rafforzare la mia vocazionemissionaria e a decidere di partireper la missione. Quando? QuandoDio vorrà! Come già detto, que-st’anno non potrò partire a causadella guerriglia terroristica diBoko Haram che invade il Came-rum del Nord dalla vicina Nigeria.Andrò come collaboratore pasto-rale per un anno nella comunitàparrocchiale di Sovere. L’annoprossimo vedremo: se si chiudel’Africa, si aprirà qualche altrastrada.

Per me ora Bariano non saràsolo il ricordo avuto da ragazzoquando con l’oratorio andavamonella bergamasca a fare gite inmontagna e ci inchiodava il pas-saggio a livello per ore a soste in-terminabili. Oppure da giovane,Bariano mi ricordava il depositodella bicicletta alla stazione. Eroin aiuto alla comunità del patro-nato, alla Gasparina.

Ora, quando passerò da Baria-no, o sentirò parlarne, il pensierosarà accompagnato da volti, figuree persone amiche.

Voglio ringraziare Don Sandroche in questo periodo mi è statovicino come prezioso collaborato-re e testimone tenace di amore perla comunità. A Don Giacomo e aDon Stefano per l’amicizia e lacura pastorale condivisa nella vitadell’oratorio.

Grazie a due persone indimen-ticabili: Carlino e Valentino, nonsolo per essere stati amichevolicollaboratori nella vita della par-rocchia ogni giorno, feriale o festi-vo, di gioia o di dolore, gratificatoo non, ma ancor più grazie per latestimonianza di una fede adulta e

matura, senza fronzoli, viva nellatradizione popolare della nostracomunità e vissuta in una laborio-sità silenziosa e orante.

A Don Silvio un sincero e fra-terno benvenuto! Si troverà benea Bariano. Non gli dò consigli néraccomandazioni, ne ha già senti-te tante a partire dal “giuramentoin curia” e ne sentirà ancora. Vo-glio fargli un augurio accompa-gnato dalla preghiera che ognigiorno farò per lui, come ho sem-pre fatto con i miei successori: “LoSpirito Santo, spirito di consiglio efortezza lo aiuti a scoprire attraversoi deboli e i poveri le coordinate dellasperanza e del futuro e gli dia la forzadi costruire una umanità globale (nelsenso che non esclude nessuno) doveci riconosciamo diversi come personema tutti figli dello stesso Dio e ugualicome cittadini del mondo.”

Infine grazie all’Amministra-zione Comunale e alle Associazio-ni per quello che insieme abbiamofatto per il bene comune del no-stro paese.

Con affetto saluto tutti e… unarrivederci!

Don Ernesto

La Voce della Comunità di Bariano

VITA PARROCCHIALE

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VITA PARROCCHIALE

IL PROGRAMMA DELLA FESTACon Maria Accogliamo Don Silvio Gualandris, nuovo Arciprete

Sabato 3 ottobre20.00 S. Messa animata dai pre-adolescenti.

Celebra Don Simone di RomanoA seguire Festa in Oratorio

Domenica 4 ottobreFesta degli Anniversari di Matrimonio

11,15 Santa MessaPadre Piero Pandolfi ricorda il40° di Ordinazione Sacerdotale

A seguire rinfresco in oratorio

Lunedì 5 ottobreMaria donna della vita quotidiana

7,30 S. Messa17,00 S. Rosario e S. Messa21,00 In chiesa: Riflessione biblica con

Don Mimmo Perego:“Gesù il bel e buon pastore”

Martedì 6 ottobreMaria benedici i nostri figli

7,30 S. Messa14,30 In Chiesa omaggio floreale

e preghiera con i bimbi della scuola materna17,00 S. Rosario e S. Messa

per i ragazzi delle elementari

Mercoledì 7 ottobreCon Maria chiediamo a Dio il perdono.Giornata della riconciliazione

7,30 S. Messa10,00 Celebrazione comunitaria della penitenza e

confessioni17,00 S. Rosario e S. MessaConfessioni dalle 16 alle 1920,30 Fiaccolata: partenza dalle quattro zone del paese

(Barane, Parco, Tasso e Marconi),preghiera del S. Rosario e conclusione in Chiesacon Don Simone Pandini,davanti alla statua della Madonna del Rosario.Offerta dei fiori (rose bianche, gialle, blu e rosse)

Giovedì 8 ottobreMaria cammina con noi.Giornata di preghiera per le famiglie

7,30 S. Messa17,00 S. Rosario e S. MessaConfessioni dalle 16 alle 19

Venerdì 9 ottobreO Maria donaci santi sacerdoti e religiosiGiornata di preghiera per le vocazioni

7,30 S. Messa, esposizione del SS. Sacramentoe Adorazione Eucaristica fino alle 12,00

16,00 S. Messa e Adorazione EucaristicaConfessioni dalle 16 alle 19.Vespri e Benedizione Eucaristica.

20,45 Veglia di Preghiera a cura dei giovani dellaParrocchia con Don Davide Milani

Sabato 10 ottobreVergine Maria Regina del Rosario

7,30 S. MessaConfessioni:

9.30 - 11.30 e 15.30 - 18.3020,00 Accoglienza del nuovo arciprete

al portone Piazza Giovanni XXIII.Corteo alla Chiesa e all’ingressosaluto delle autorità.S. Messa dell’ingresso.

A seguire rinfresco in Oratorio.

Domenica 11 ottobreO Maria, con te accendiamo la festa

Sante Messe 8,00 - 10,00 celebrata da Don Silvio eanimata dal coro giovani - 11,15

16,30 S. Messa Solennecon il coro S. Ceciliacelebrata da Don Silvioa seguire processione per le vie del paese(via Roma, via Misericordia, via Circonvallazione,via Marconi, via Roma) da addobbare.Conclusione sulla Piazza e Benedizione finale(l’onore di portare la Madonna spetta,come al solito, ai 35enni, classe 1980)

Lunedì 12 ottobreO Maria consola i nostri ammalati e anziani

7,30 S. Messa16,00 S. Messa

e amministrazione dell’olio degli ammalati.A seguire rinfresco in oratorio

20,30 S. Messa al Cimitero per tuttii defunti della Parrocchia

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Carissimo don Giansilviosii il benvenuto nella nostra

Comunità, una Comunità dalletradizioni cristiane gloriose. Giàhai avuto occasione di conoscerela realtà parrocchiale incontrandodon Ernesto, il Consiglio Pastora-le Parrocchiale e i catechisti.Adesso è la Comunità tutta in at-tesa, fatta di curiosità, di interessee di voglia di camminare insieme.Tutta la Comunità si prepara adaccoglierti come un padre inmodo solenne.

Arrivi tra noi dopo varie espe-rienze. Don Giansilvio nasce a Mo-rengo il 13/6/1961, ordinato pretea Bergamo nel 1988 ed è subito vi-cario parrocchiale di Zanica. Nel1993 parroco di Gromo S. Marinoe Gandellino e da qui diventa par-roco nel 2004 a Rova di Endine.

Tra noicome un pastore

Vieni tra noi come pastore ispi-rando la tua vita non a manager diazienda ma sull’esempio di Gesù

Buon Pastore, al servizio della no-stra Comunità. Il Buon Pastore“dà la sua vita per le pecore: per me,per te, per tutti”; non pensa a sestesso, non è un mercenario maguida premurosa che nutre e pro-tegge le sue pecore.

Riassume bene questo concet-to l’immagine di sicura presa diPapa Francesco “Pastore con odoredi pecore”. Questo anche al prezzopiù alto, quello del sacrificio dellapropria vita. Questo servizio sicompie con il dispensare a tutti laParola di Dio letta, meditata e tra-smessa con gioia e con la testimo-nianza della vita (Evangeli Gau-dium di Papa Francesco). In parti-colare con il Sacramento della pe-nitenza sii accogliente e non giu-dice. “Vi chiedo di non stancarvi diessere misericordiosi, nel confessio-nale voi sarete per perdonare, nonper condannare. Imitate il Padre chemai si stanca di perdonare” (PapaFrancesco). “Misericordiosi come ilPadre” (L.C. 6.36), è il mottodell’Anno Santo della Misericor-dia voluto da Papa Francesco ed èla frase che deve sempre accompa-gnare noi sacerdoti nel nostroapostolato. Il Giubileo possa di-ventare un momento propizio perfar ritornare la misericordia alcentro della nostra vita e in parti-colare nel nostro ministero sacer-dotale.

La parola e il paneda condividere

Tutto questo in modo specialenell’Eucaristia che è un invito acondividere la parola e il pane Eu-caristico “Niente Chiesa senzaAssemblea” (Jelineau). Non c’è

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VITA PARROCCHIALE

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DON SILVIO, BARIANO TI ACCOGLIECOME UN PADRE

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Comunità Cristiana senza cele-brazione domenicale. Per noi cri-stiani la domenica non è il finesettimana (weekend, riposo setti-manale) ma il fine, è la festa, ilgiorno del Signore, la Pasqua set-timanale, l’assemblea domenicaleè il momento più bello, più solen-ne, più forte e formativo di ogniComunità Cristiana. Di conse-guenza chi deve presiedere e gui-dare l’assemblea, l’incontro conCristo nella Parola e nel Panespezzato, entra a pieno titolo tra icompiti più delicati del Presbitero:deve evitare un atteggiamento pa-ternalistico o autoritario ma esse-re guida che educa l’assembleaalla partecipazione “attiva, consa-pevole e pia” (Conc. Vat. II). Que-sto traguardo richiede un Pastorecontemplativo cioè un prete con-templa-attivo. Non è un monacoche nel silenzio contempla, pregae lavora; al sacerdote è certo chie-sta la contemplazione ma anche diessere uomo d’azione che cammi-na insieme alla Comunità alla lucedella fede, con particolare atten-

zione ai problemi quotidiani delledonne e degli uomini. Fondamen-tale è la propria fedeltà a Dio e agliuomini, a tutti gli uomini. A que-sto riguardo è bella l’immagineusata da Papa Giovanni XXIII: “laChiesa è la fontana del villaggio dovetutti vengono ad abbeverarsi”.

Don Giansilvio, nel mio mini-stero ho commesso un errore, ho“pettinato” troppo le pecore e tra-scurato quelle fuori dal recinto... esono tante. A conclusione del miomandato, incontrando i giovani,ho chiesto scusa se non ho saputoinsegnare loro come incontrare eamare Gesù.

Una fededa rinnovare

Caro Giansilvio viviamo tempidifficili, di transizione ad ogni li-vello ma per quanto ci riguarda di-rettamente c’è bisogno di rinno-vare la fede delle nostre ComunitàCristiane, tradizionali, stanche espesso senza quell’entusiasmo egioia che dovrebbe caratterizzarle;a questo ci sprona continuamente

Papa Francesco.Ti troverai solo, il primo Arci-

prete senza curato (segno dei tem-pi) e quindi avrai anche la granderesponsabilità dell’oratorio che è ilfuturo della parrocchia. Avrai cer-to molti collaboratori: a te valoriz-zare, coordinare e formare questepersone.

Ciò detto, parti con un piccolovantaggio: le strutture ci sono,non chiedono interventi significa-tivi e, particolare di non poco con-to, non trovi debiti. Parti in quin-ta, impegna tutte le tue forze peruna Pastorale guidata dagli inse-gnamenti del Concilio VaticanoII. Se permetti ti indico una priori-tà: gli adolescenti e i giovani tuttie soprattutto quelli che non fre-quentano l’oratorio.

Alla comunitàchiedo la preghiera

Carissimi parrocchiani evitia-mo confronti inutili tra chi arrivae chi l’ha preceduto ma preghia-mo per il nostro Arciprete affin-ché sia un Pastore che lavori perunire i fedeli in un’unica famiglia,per condurre tutti al Padre, permezzo di Gesù Cristo, nello SpiritoSanto.

Don Giansilvio abbi sempredavanti agli occhi l’esempio delBuon Pastore che non è venutoper cercare le sue comodità maper uscire ed incontrare ciò cheera perduto; buon cammino a te ea tutti coloro che intendono unirsia te. “Un vivere e salvarsi insieme”direbbe lo scrittore francese Peguj.È un auspicio che è un autenticoprogramma. Ti accompagni la cer-tezza che il Risorto è sempre pre-sente nella Sua Chiesa “Io sonocon voi fino alla fine del mondo”.

Carissimo Arciprete a nome ditutta la Comunità, con grandegioia e speranza, ti auguriamo unaBUONA NAVIGAZIONE.

Don Sandro

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Ogni tanto esistono anche lebelle notizie. Non solo le

sciagure che ci fanno aprire il gior-nale come se fossi quasi tutto unannuncio funebre di disastri, de-litti individuali e collettivi, stragiterroriste, morti per fame o epide-mie, crudeli violenze nei confrontidei deboli di ogni genere. Solo po-chi giorni fa quello che è accadutoe sta accadendo a Monaco sareb-be stato impensabile. Chi l’avesseanche solo sperato sarebbe statopreso per un pazzoide fuori dallarealtà. Ma la realtà, è più impreve-dibile di quanto crediamo incapa-ci di pensare che le cose possanocambiare, come molti di noi eranoincapaci di pensare che il muro diBerlino potesse cadere in quel no-vembre del 1989. Benvenuti aMonaco dicono i cartelli alla sta-zione mentre scendono dal trenofolle di fuggiaschi respinti da ogniparte, forse non ben consapevolidi dove esattamente si trovano,ignoranti della lingua e del paesein cui posano il piede, coscientisoltanto di voler sopravvivere enon come bestie. Centinaia di per-sone, centinaia di cittadini tede-schi che si sono passati la parolaaccolgono miserabili immigraticonfusi e frastornati portando vi-veri, vestiti e coperte; giocattoliper i bambini, cantando l’inno allagioia e inni europei, scandendo“Germania, Germania”. Nomeche si è abituati a sentire con diffi-denza e avversione, per un passatonon facile da dimenticare. LaMerkel non è certo simpatica, ne i

tedeschi con la loro arroganza di“economia forte”. Ciò che è acca-duto pochi giorni fa non cancellale colpe del passato ne trasformala Germania in un popolo di santi.Ma dovrebbe far capire come èsbagliato il pregiudizio anti-tede-sco così spesso ripetuto come unalitania meccanica. Non è la primaprova di civiltà data dalla Germa-nia negli ultimi decenni.

Questo paese ha affrontato erisolto il difficilissimo problemadella riunificazione tedesca conumanità (caduta del muro di Ber-lino 1989) ed efficienza senza chequesto drammatico evento costas-se una goccia di sangue, crisi eco-nomica e politica. Anzi dall’in-contro delle due Germanie tantodiverse ed ostili nacque una nuovanazione più unita, forte politica-mente ed economicamente. È ov-vio che quanto è accaduto a Mo-naco non deve portare ad un facileottimismo. Le ondate di immigra-

zione sono un problema che po-trebbero portare ad una non facileconciliabilità, ospitalità e solida-rietà. Ma è anche un’opportunitàse saremo fedeli ai nostri valori disolidarietà, di cambiare e rinnova-re l’Europa rendendola capace diaffrontare il futuro con chiarezzasenza isterismi viscerali. È dovero-so fare i conti con quanto costanoe costeranno gli immigrati e qualieffetti essi avranno in questo tem-po di crisi sul mercato del lavoro esulle tasche dei cittadini. Come lasolidarietà e l’accoglienza di questiimmigrati e profughi che fuggonoda situazioni disumane non puòchiedere sconto ed essere indul-gente nei comportamenti che al-cuni di essi possono commettere eche vanno puniti e repressi come ireati di qualunque altro.

A proposito di costi e di con-ti… Ma perché non si fanno an-che i conti con gli altri costi, con ifurti dalle nostre tasche, che ad

La Voce della Comunità di Bariano

CHIESA E MONDO

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I migranti e la svolta della Germania

BENVENUTI A MONACO:LA FRONTIERA È CADUTA

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esempio, ogni domenica vengonocausati dalle bestiali violenze con-tro persone e cose dai cosiddettitifosi e del costo dell’impegno del-le forze dell’ordine per far fronte atali violenze? E i costi della corru-zione, delle tangenti, degli stipen-di d’oro, della politica, dei dirigen-ti? E l’evasione fiscale?

In un fine settimana di fineestate l’Europa grazie ad un catto-lico di Roma e ad una luterana aBerlino ha dimostrato di non esse-re solo un nome burocratico, harivelato passione, coraggio e visio-ne anche incoscienza dirà qualcu-no, se così fosse, così sia!

Pochi incoscienti sono profetima tutti i profeti sono un po’ inco-scienti. “Non bloccate l’atrio/perchéchi si farà male/è quello che ha cerca-to di tergiversare/c’è una battaglia làfuori/ è sta infuriando presto scuote-rà le vostre finestre/e farà tremare ivostri muri/perché i tempi stannocambiando”.

Se l’Inno alla gioia di Beetho-ven non piace, come qualcuno halasciato intendere, riascolti la can-zone “I tempi stanno cambiando” diBob Dylan. Sostenere il contrario,quello sì è da irresponsabili.

Da cristiani il discorso porta ascelte profonde e tremendamenteumane ricche di spiritualità e con-cretezza perché partono da un cu-ore misericordioso. Ecco (qui afianco) l’invito del Papa.

Ottobre 2015

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UNA FAMIGLIA SIA ACCOLTAIN OGNI PARROCCHIAI profughi accolti anche in due appartamenti in Vaticano

Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di persone che fuggono dal-la morte per la guerra e per la fame, papa Francesco chiede a tutte le par-rocchie, comunità, monasteri e santuari d’Europa di ospitare una famigliadi profughi. A cominciare dalle due parrocchie del Vaticano. L’appello èstato rivolto dal pontefice dopo la preghiera dell’Angelus di domenica 6settembre.

Di fronte alla tragedia“La misericordia di Dio viene riconosciuta attraverso le nostre opere,

come ci ha testimoniato la vita della beata madre Teresa di Calcutta di cuiieri ricorreva l’anniversario della morte. Di fronte alla tragedia di decinedi migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la famee sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama e cichiede di essere prossimi dei più piccoli ed abbandonati, a dare loro unasperanza concreta. Non soltanto dire “coraggio, pazienza…”. La speran-za è combattiva con la tenacia di chi va verso una meta sicura.

L’appello“Pertanto in prossimità del Giubileo della Misericordia rivolgo un ap-

pello alle parrocchie, alle comunità religiose, ai monasteri e ai santuari ditutta l’Europa incominciando dalla mia diocesi di Roma, ad esprimere laconcretezza del Vangelo ed accogliere una famiglia di profughi. Un gestoconcreto in preparazione all’Anno Santo della Misericordia”. Francescosi rivolge poi ai fratelli vescovi dell’Europa con queste parole: “ai fratellivescovi d’Europa, veri pastori, mi rivolgo a voi perché nelle vostre diocesiabbiate a sostenere questo appello ricordando che Misericordia è il secon-do nome dell’amore e l’impegnativa affermazione di Gesù riportata nelcapitolo 25 di Matteo ricorda che tutto quello che avete fatto a uno solo diquesti miei fratelli più piccoli lo avete fatto a me”.

Un test interessante per le comunità cristiane, qui si dimostrerà la veri-tà della nostra fede.

Come andrà a finire?

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È un’estate che ricorderemo alungo, quella del 2015. Non

semplicemente per il caldo torrido(e prolungato) che ha determina-to temperature record, bensì piut-tosto per le cronache che -tra unatragedia e l’altra di migranti- han-no portato alla ribalta storie dram-matiche di un disagio giovanile or-mai conclamato, riguardo al qualenon è possibile chiudere gli occhie voltarsi dall’altra parte.

Lamberto Lucaccioni, perugi-no di Città di Castello, di anni neaveva sedici, Lorenzo MarioToma, pugliese di Lecce, soltantodue in più, diciotto. Sono mortientrambi dopo una notte in disco-teca. Differenti le cause, identicolo scenario: una discoteca. Lam-berto dopo aver consumato al Co-

coricò di Riccione una dose di ec-stasy vendutagli da un altro ragaz-zo. Lorenzo alle 6,30 della matti-na, dopo aver sorseggiato una bi-bita da una bottiglia passatagli daun altro ragazzo.

Due vite che si spengono incosì giovane età, quando i sognisono ancora tutti da conquistare,è un’assurdità alla quale occorre-rebbe ribellarsi con tutte le forzesempre, e a maggiore ragionequando alla base c’è il divertimen-to. Ma due vite che si spengono inquesto modo non possono non in-terrogare la nostra società, noitutti, genitori giovani e meno gio-vani, nonni, educatori, scuola.Non possono venire confinareunicamente a una notizia di cro-naca buttata lì e dimenticata con

la stessa velocità alla quale sembragirare questo pazzo mondo chesempre più, per dirla con CharlesPeguy, “come un bambino correcantando verso il baratro”.

No, occorre ribellarsi a questalogica, alla logica dello sballo atutti i costi, costi quel che costi.Anche la vita.

Possibile che i ragazzi, i nostriragazzi non prendano coscienzadei pericoli legati all’assunzionedelle sostanze dopanti o piuttostodell’alcol? Possibile a sedici, di-ciotto anni, non vedere in questocomportamento i rischi, non per-cepire le conseguenze di cui pure,che diamine!, avranno pure inqualche occasione sentito parlare,letto magari anche distrattamenteo visto le immagini alla televisio-

La Voce della Comunità di Bariano

CHIESA E SOCIETÀ

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A proposito di giovani, trasgressioni e discoteche

SBALLO TOTALE

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ne? Possibile che credano nonpossa mai capitare a loro ma sem-pre all’altro? E i genitori di questiragazzi -viene da chiedersi- dovesono, come esercitano la genito-rialità, come possono vivere sa-pendo i propri figli fuori casa un-’intera notte? Con quale angoscia?

Nei giorni immediatamente se-guenti i due tragici fatti, temporal-mente ravvicinati (accaduti ri-spettivamente il 19 luglio e nel se-condo week end di agosto), unopsicologo della cooperativa Cat diFirenze spiegava sulle colonne delCorriere della Sera l’importanza diinformare i ragazzi sugli effetti del-le sostanze, sostenendo che “se tiponi con atteggiamenti moralisticinon ti ascoltano neppure. A Firenze-spiega- offriamo assistenza nei luo-ghi di consumo, feste e discoteche, epoi abbiamo uno spazio in una dellezone della movida nel centro storico,attivo dall’una di notte durante il finesettimana. In entrambi i casi diamoinformazioni sugli effetti delle sostan-ze e poi uno spazio di chill out, cioè didepressurizzazione, con divanetti,acqua e operatori addestrati al primosoccorso che possano allertare il per-sonale medico in caso di bisogno. Lepersone possono aspettare di smaltiregli effetti di alcol e droga in un am-biente controllato e sicuro”. Un in-coraggiamento al consumo? “Tut-t’altro -spiega- questo approccio per-mette un primo contatto con i consu-matori per iniziare a ragionare sugliaspetti più critici dei loro comporta-menti”. Sarà anche, ma date le pre-messe, diventa difficile crederepossibile l’inizio della redenzioneall’una o alle tre di notte, dopoaver “consumato” in un ambientecon musica techno o trance a pal-la, rumore assordante e luci acce-canti.

Sempre sulle pagine del quoti-diano milanese (4 agosto, ndr),commentando la decisione di fer-mare per quattro mesi l’attività

della discoteca Cocoricò di Ric-cione, Beppe Severgnini sostienepiuttosto come ormai “le discote-che, come gli stadi di calcio, sono di-ventati luoghi extraterritoriali. Postidove sono consentiti comportamentiche, altrove, porterebbero a una de-nuncia o a un arresto. I luoghi dellosballo sono diventati discariche so-ciali che fingiamo di non vedere.Papà e mamma preferiscono non sa-pere. (…) Nessuno vuole ‘crimina-lizzare l’industria del divertimento’,come recita il coro (interessato) dei

professionisti del ramo. Ma qualcuno-la maggioranza degli italiani, alme-no- vorrebbe evitare che questa indu-stria ospiti, tolleri e incoraggi com-portamenti criminali. L’educazione ela prevenzione, evocate dalla politica(…) non bastano. Davanti all’inco-scienza e alla sfacciataggine di certicomportamenti (…) c’è solo unastrada: la repressione. Parola sgradi-ta ma inevitabile. (…) I nuovi, gio-vanissimi trasgressori -conclude Se-vergnini- vogliono sballare con ilpermesso del Questore: francamen-te, è troppo”.

Fermiamoci qui, lasciando aciascuno la riflessione del caso.Non senza prima aver riportatosempre dall’articolo di Severgnini,le parole di Beppe Riboli, un notoprogettista di locali notturni, chea proposito della discussa discote-ca Cocoricò offre un giudizio al-quanto tranchant: “Se fai un clubcosì (enorme, psichedelico, zero arre-di), se offri musica così (hard core,techno, trance), se la mandi a 120decibel (un aereo al decollo), se haiun parco-luco così (strobo da 5.000watt, teste mobili, accecatoi, video-led) non c’è verso: per essere normaledevi essere sballato”.

Superfluo aggiungere altro.

Ottobre 2015

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Il recente referendum irlande-se sul matrimonio tra persone del-lo stesso sesso ha colpito la pubbli-ca opinione forse più di quantosuccesso il 1 aprile 2001, quando ilmatrimonio omosessuale venneintrodotto nell’Olanda laicista,prima nazione in Europa. Ma chela “cattolicissima Irlanda” fossecapace di tale rivoluzione, questosì che è diventato notizia. Saggiala risposta dei vescovi irlandesi:“Guardare la realtà, fare i conticon essa, anziché illudersi che cer-

ti valori siano ancora forti consoli-dati e condivisi”. I vescovi irlande-si, ricordando che il referendum èstato vinto col voto dei giovani (il90% dei giovani ha frequentatoscuole cattoliche), sono i primi acercare di capire la situazione che,per bocca dell’arcivescovo di Du-blino Martin, parlano di rivoluzio-ne culturale: la Chiesa deve “chie-dersi quando è cominciata tale ri-voluzione e perché alcuni si sonorifiutati di vedere questo cambia-mento”.

A questo referendum non si èrisposto con anatemi, ma piutto-sto è visto come una sfida per tuttala Chiesa e pone interrogativi sul-la nostra capacità di trasmetterealle nuove generazioni i valori incui crediamo. L’Osservatore Ro-mano commenta così i risultati delreferendum: il popolo irlandese hadeciso per il sì alle nozze gay conuna percentuale alta, pari al62,1%, un margine troppo alto pernon accettare la “sconfitta … ri-conoscendo la realtà dei fatti non-

La Voce della Comunità di Bariano

VITA DELLA CHIESA

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In Vaticano, dal 4 al 25 ottobre

SINODO ORDINARIO SULLA FAMIGLIAA un anno dal Sinodo straordinario dei vescovi dello scorso ottobre,si terrà quello ordinario per proseguire la riflessione avviatada Papa Francesco sulla famiglia, vista al tempo come destinatariae soggetto attivo dell’evangelizzazione.

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ché la distanza in certe materie frala società e la chiesa”. Il CardinalParolin (Segretario di Stato) con-dividendo l’analisi dei vescovi ir-landesi dice: “Un cambiamentoculturale che la Chiesa non ha in-tercettato”. E parla di: “Sconfittadei principi cristiani, di sconfittaper l’umanità”.

“Certo, siamo di fronte a pro-blemi complessi”, dice il CardinalKasper. “La Chiesa non può cam-biare la sua dottrina fondata sullaBibbia”. Il matrimonio è l’unionetra uomo e donna. Le unioni omo-sessuali sono un’altra cosa. La fa-miglia rimane il futuro dell’umani-tà e della Chiesa. Certo, la Chiesadeve confrontarsi con questa real-tà. Perciò non significa smettere diaffermare il valore, la bellezza del-la famiglia, anzi … Papa France-sco “ci ricorda che il compito prin-cipale della Chiesa non è costruiremuri, ma ponti, di stabilire un dia-logo con tutti.

La risposta a questa accelera-zione del processo di secolarizza-zione non può essere né quelladell’arroccamento, fatto di pauree di arroganza, né quella dell’ac-cettazione acritica … Questo fa-rebbe il gioco delle lobby ideologi-che. La risposta è il dialogo. Undialogo (così il Papa aprendo loscorso anno il Sinodo dei vescovi)che sia “un confronto sincero,aperto e fraterno, che porti a farcicarico con responsabilità pastora-le degli interrogativi che questicambiamenti d’epoca portano consé … E si ritrovi così il passo di unaChiesa riconciliata e misericordio-sa, che sana le ferite che sanguina-no, riaccenda le speranze, perchéc’è tanta gente senza speranza.

In questo clima di dialogo e mi-sericordia ci si sta preparando alSinodo ordinario di ottobre sullafamiglia, voluto da Papa France-sco proprio in coincidenza del 50°

della chiusura del Vaticano II ealla vigilia dell’Anno della Miseri-cordia. I temi (contributi giunti datutto il mondo) che i vescovi af-fronteranno con riflessione ad am-pio raggio sulla famiglia: snelli-mento della procedura delle causematrimoniali, integrazione dei fe-deli in situazioni irregolari, ripen-samento delle forme di esclusionein campo liturgico pastorale dalmomento che questi fedeli nonsono fuori dalla Chiesa, le proble-matiche pastorali circa i matrimo-ni misti e la disparità di culto, laquestione della responsabilità ge-nerativa e la denatalità, l’adozionee l’affido, il rispetto della vita dalconcepimento al suo fine natura-le, l’educazione delle nuove gene-razioni a questi valori.

Andando oltre la distinzionemediatica e semplicistica tra con-servatori e progressisti (è il solitogiochetto dei tromboni e delletrombette televisive) il Sinodo po-trebbe essere il punto di partenzaper una più ampia revisione pasto-rale sacramentale della Chiesa,chiarendo ancora meglio il rap-porto fra i sacramenti, in partico-lare matrimonio-riconciliazioneed Eucarestia e tenendo presente“il potere di sciogliere e legare chela Chiesa ha ricevuto da Cristo

può essere visto sotto una luce nu-ova e l’Eucarestia consideratasempre più un rimedio per i pecca-tori e non un premio per i giusti”(cfr. Schockenhoff).

Tutta questa problematica,vale la pena ripeterlo, non signifi-ca smettere di affermare il valore ela bellezza dell’amore tra uomo edonna che, certo, resta il fonda-mento del matrimonio. Anzi … ladomanda vera, sollevata più volteanche da Papa Francesco in questimesi, è questa: perché da cristianinon siamo capaci di testimoniarein modo trasparente la gioia delsacramento del matrimonio e labellezza dell’amore aperto alla vitache un uomo e una donna si scam-biano per sempre? E tutto questo,non con tanti discorsi ma ricomin-ciando a testimoniare con la vitadi ogni giorno la bellezza della fa-miglia che, nel disegno di Dio, vu-ole la felicità di ogni persona e inparticolare della coppia.

In cammino verso il Sinodopreghiamo insieme per tutte le no-stre famiglie e ringraziamo tutte lecoppie cristiane.

Buon cammino, Sinodo! “Can-ta e cammina”, diceva sant’Ago-stino ai suoi fedeli. Oggi lo dice alSinodo, alla Chiesa tutta: “Cantae cammina”.

Don Sandro

Ottobre 2015

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La Voce della Comunità di Bariano

VITA PARROCCHIALE

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Una sensazione straordinaria,che arricchisce lo spirito. È

sempre così, ogni volta che si tor-na ad Assisi. Fosse anche la cente-sima, non si finisce di rimanere in-cantati dinanzi ai luoghi di Fran-cesco. È accaduto anche questavolta al folto gruppo di barianesiche insieme a un convalescentema determinato don Ernesto,hanno visitato nel penultimo set-timana di agosto i luoghi del santopoverello e di Chiara. Assisi, natu-ralmente, con la sua basilica ma-gnificamente affrescata dal geniopittorico di Giotto, ma poi anchequegli autentici scrigni di storiache sono Gubbio, Norcia, Cascia.

Un’esperienza e un pellegri-naggio, seppur breve, ma intenso ebellissimo, almeno quanto il pro-gramma dei tre giorni. Ne sareb-bero occorsi trenta, ma si sa, a vol-te bisogna sapersi accontentare.

SPIRITUALITÀUMBRA

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Luglio 2015

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il mio pensiero non può che andare alla grande figura disanto e di Padre nella fede che la Divina Liturgia ci faricordare oggi, sabato 11 luglio: San Benedetto.Essa, infatti, illumina e riempie di senso la personadell’amico don Ernesto che salutiamo alla conclusionedel suo ministero pastorale nella comunità parrocchialedi Bariano.Nella sua Regola, infatti, egli scrive che l’Abate deveessere insieme un tenero padre e anche un severomaestro (2, 24), un vero educatore. Inflessibile contro ivizi, è però chiamato soprattutto a imitare la tenerezzadel Buon Pastore (27, 8), “aiutare piuttosto che adominare” (64, 8), “accentuare più con i fatti che con leparole tutto ciò che è buono e santo” e “illustrare idivini comandamenti col suo esempio” (2, 12).Per essere in grado di decidere responsabilmente, anchel’Abate deve essere uno che ascolta “il consiglio deifratelli” (3, 2), perché “spesso Dio rivela al più giovanela soluzione migliore” (3, 3).Carissimo don Ernesto: anche se le nostre vite cristianee sacerdotali si sono incrociate solo in questi ultimi dueanni, posso dire con sincerità il mio grazie al Signore peraverti incontrato. Innanzitutto per la tua accoglienzanei miei confronti. Sin dall’inizio hai reso disponibile latua esperienza paterna ed essenziale di cuore missionarioe caritatevole alla collaborazione fraterna con me ed ilmio “nuovo inizio” ministeriale. Hai saputo veramentepiù “aiutare che dominare” e rispondere con i fatti dicarità e di fraternità concreta più che con progettipastorali scritti sulla carta.Hai sempre cercato umilmente il mio parere prima cheindicare una strada già segnata. E soprattutto mi haiinsegnato un amore per i poveri come essenziale dellavocazione cristiana e sacerdotale.Ben prima di Papa Francesco hai sentito l’esigenza diuna “chiesa in uscita” tanto da seguire la tua(invincibile!) vocazione missionaria per gli ultimi e ilontani. Anche se le circostanze – per ora – non tipermetteranno la partenza fisica, sono certo che il tuocuore senza limiti palpiterà dovunque sarai affinchéchiunque ti incontri si completi nel suo desiderio difelicità.Solo un rammarico: non poterti far trovare“casualmente” i libri di e su don Giussani nel mioconfessionale affinché tu potessi “rubarli” per attingereda essi per la tua spiritualità e predicazione…ma pensoche il Servo di Dio non ti farà mancare la sua ispirazionein altri modi e con altri incontri…

Un carissimo abbraccio dal tuo amico.

IL SALUTO DI DON BEPPE, VICARIO LOCALE

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“Don Sandro, al telefono… c’è il Vescovo!" Con curiositàvado a rispondere: “Chi è?”, “Sono io, il Vescovo Lino” (Don

Lino Belotti Vescovo ausiliare). “Voglio comunicarti che ilnuovo Arciprete di Bariano è Don Ernesto Belloni”.

Chi è questo Don Ernesto? Comincia la ricerca attraverso laguida del clero: colpisce subito la foto… ha una barba fluente.La sua è una nomina anomala, non è un prete diocesano, nonè bergamasco ma lodigiano, è un prete del Paradiso (un’opera

voluta da un santo sacerdote bergamasco, Don Benzoni, ecaldeggiata dal Vescovo A. Bernareggi).

Siamo negli anni ’50-‘60, nei quali le vocazioni sonoabbondanti (30-40 sacerdoti all’anno). E allora perché non

pensare alle Diocesi in difficoltà e in primo piano alle missioniitaliane in Svizzera (quanti bergamaschi, bresciani e veneti

emigrati in Svizzera e Francia nel dopoguerra).Don Ernesto è uno di questi. Dopo vari servizi da missionario

in parrocchie di periferia, arriva a Bariano.La situazione della parrocchia gli permette di inserirsi

rapidamente e molto bene nella realtà parrocchiale, aiutato daDon Giacomo, da Don Sandro e dall’accoglienza cordiale

della comunità tutta. Nel suo ministero si evidenzia subito ilsuo grande amore per le missioni: Don Ernesto è stato un

parroco missionario. La sua grande passione per le missioni loporta nel mese di gennaio di ogni anno in missione

(provocando critiche bonarie da parte di qualcheparrocchiano). Al termine del suo mandato, anche a nome ditutta la comunità, come Arciprete emerito voglio esprimere a

Don Ernesto il mio grazie per il servizio pastorale di questisette anni: ha gestito la Comunità Cristiana di Bariano, ha

annunciato la Parola del Signore (apprezzate le sue omelie),nella consacrazione del Pane e del Vino ha offerto il sacrificiodella messa per la salvezza dei vivi e dei defunti, ha celebrato isacramenti, ha pregato e accompagnato tutti coloro che Gesù

ha chiamato a sé e alla Casa del Padre. E tutto questoattraverso cammini di fede coinvolgendo ragazzi, giovani,

fidanzati, genitori e anziani.E adesso, qual è il futuro di Don Ernesto? Per il suo amore

missionario il Vescovo gli ha concesso di lasciare la parrocchiaper andare in missione. Quando tutto sembrava programmato

subentrano gravi difficoltà per avere il passaporto, difficoltàdovute anche al fatto che in Camerun i movimenti

rivoluzionari di Boko Haram hanno reso pericolosa la vita aimissionari. In attesa che tutto si chiarisca si stabilirà a Sovere.Don Ernesto, in queste occasioni non servono grandi discorsi,

di sicuro a Lei poco graditi; vogliamo assicurarLe la nostragratitudine per quanto fatto in questi anni al servizio della

nostra comunità.Il nostro grazie, con l’augurio che possa realizzare quanto

prima il suo desiderio, si fa preghiera al Signore affinché loaccompagni in questa nuova fase del suo ministero.

Don Ernesto, ancora molte grazie e ….. ad multos annos!

IL SALUTO DI DON SANDRO

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speciale de “La Voce della Comunità di Bariano” perringraziare don Ernesto che finalmente… se ne va… cosìche lui, cioè don Sandro, può riprendere il suo posto…Malignità, solo malignità.Mi son dato da fare per trovare una traccia da sviluppare escrivere così due parole. Io non sono di molte espressioni,ma a volte - e questa è una di quelle - vorrei essere capacedi dire tanto, di dire bene e vorrei essere più prolisso.Don Ernesto lo merita. Come parroco a Bariano non so seha fatto molto, è sempre stato “in giro”, ogni ‘spesso’ era aMilano, a Lodi. Insomma, fuori casa. Ma alcune cosette leha messe in strada, dice sempre che la Brebemi èvantaggiosa! E come persona è squisito.

Don Ernesto lascia Bariano per la missione in Africa,Camerun per l’esattezza, ma c’è guerra in quelle terre cosìlontane e lui non riesce a capire che il Signore gli stamandando un segnale. Ha sempre avuto in cuore di recarsiin queste località di missione, ma per qualche motivo non èmai riuscito ad andare oltre, prima verso Lodi/Milano e poi(il più lontano possibile a lui consentito) in Svizzera.È stata “missione” anche questa. E ha fatto molto bene,riuscendo a non fare molti danni.Non lo conoscevo prima che arrivasse a Bariano, ho avutomodo di sapere che è stato compagno di altri preti che hoincontrato anch’io, ma lui no. Lui non era in Seminario,era già al Paradiso.Ed era capace di farsi voler bene. Vivace di fantasia,intelligente, prudente nell’esporsi e convincentenell’inviare altri in avanscoperta. Gran lavoratore e dispirito cameratesco. Ci stava bene in Paradiso.Il 3 giugno scorso è stata organizzata unagita-pellegrinaggio presbiterale a livello vicariale.C’eravamo tutti, lui no. Era a Lodi.

Don Beppe, il nostro vicario, era lì pronto a indicargli lasua prossima destinazione, in attesa che maturassero lenespole… sì volevo dire gli ananas. Adesso don Ernestoandrà a Sovere come vicario interparrocchiale. Hasostituito me. Io invece andrò là dove lui ha suggerito aMons. Davide, il vicario episcopale che ha il compito didecidere l’assegnazione delle parrocchie: a Nembro.No, assolutamente, non mi ha soffiato il posto, haunicamente accettato lui di andare a Sovere e ha suggeritoa me di accettare Nembro.Questo riferimento è per dire quanto è amico e quanto donErnesto sa fare bene. Lui accetta di essere là dove altri nonse la sentono di andare.A don Ernesto il mio grazie per essermi stato a fianco inquesti anni. Io lo apprezzo e lo stimo molto. Rimpiango dinon averlo conosciuto prima.

IL SALUTO DI DON AGOSTINO SALVIONI

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“Ho messo i miei occhi nei vostri occhi.Ho messo il mio cuore vicino al vostro”

(Papa Giovanni XXIII)

il Consiglio Pastorale ti porge il suo saluto con questa frase diPapa Giovanni XXIII perché crediamo sia una bella sintesi

della tua esperienza pastorale qui a Bariano.In questi sette anni ci hai aiutato ad accogliere e amare la

Parola di Dio: Parola semplice, concreta, perché diventassepane da assaporare senza troppa fatica; ma anche Parola

approfondita perché diventasse impegno concreto nella vita diogni giorno. Mai la Parola di Dio che ci proponevi era

separata dalla nostra vita, ma ha sempre aperto il nostrosguardo sul mondo che ci circonda, sui problemi presenti,

sull’uomo che li vive.Hai alimentato la nostra fede nella reale presenza di Gesù

nell’Eucarestia.Ci hai donato la tua fiducia.

Ci hai sollecitato a essere laici impegnati nella Chiesa e per laChiesa.

Ci hai spinto a intessere relazioni vere.Ci hai testimoniato l’accoglienza nei confronti dei più deboli,

degli emarginati, degli ultimi, di chi suona alla nostra porta, dichiunque il Signore ci manda come ospite.

Una guida silenziosa, discreta ma decisa ha caratterizzatotutta la tua azione pastorale.

Un accompagnamento teso ad un’unica priorità: annunciareCristo e attraverso Cristo arrivare all’uomo con tutto il suo

mondo di problemi, gioie, preoccupazioni e speranze.Ti affidiamo a Maria, Regina del Rosario, colei che incrocia lo

sguardo di ogni figlio di Dio e quindi anche il tuo: sia Lei, lanostra Madre comune, ad accompagnarti e a guidarti.

Nel giorno del nostro saluto, ci benedirai ancora una volta,ma lasciaci dire: siamo noi a benedire te, siamo noi a dire

bene di te e continueremo a dirlo anche in futuro.Grazie don!

IL SALUTO DEL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE

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non è che fosse proprio inattesa la tua decisione dicambiare, ma ci hai colto comunque di sorpresa.E così, chi pensava di concludere la “carriera” di catechistacon te al comando, dovrà rassegnare in altre mani ledimissioni. Del resto, l’Africa ha più attrattiva di Bariano!Durante la tua permanenza sei stato per noi catechisti unaguida sicura, e per i genitori una presenza costante.Era beIlo vederti cercare e trovare sempre nei ragazzi i latipositivi (loro, i ragazzi, lo hanno capito e hanno un grandeaffetto e rispetto per te).La tua esperienza di prete li affascinava: quando raccontavila tua vita in Svizzera, quando andavi con la Caritas aportare aiuto alle popolazioni della ex Jugoslavia,ti guardavano con grande interesse (e sai quanto è difficilesmuovere gli adolescenti...).Dicevano che eri “uno veramente tosto”.Poi tra di loro ti chiamavamo “il nonno di Heidi”,e così eri davvero per i più piccoli, un sacerdote-nonnoaffettuoso.Non che non fossi capace di arrabbiarti quando era il caso!Ti abbiamo anche visto preso da sacro furore in Oratorio!Come catechisti, siamo pienamente d’accordo con te: ilnostro intento non deve essere solo quello di crescere deicristiani, ma anche di aiutare i ragazzi a diventare veriuomini e vere donne, responsabili, capaci di ragionare conla propria testa. È solo così che si diventa cristiani autentici(lo diceva anche don Lorenzo Milani...)E tu hai continuamente cercato i lontani dalla nostrachiesa convenzionale, con tutte le iniziative possibili.Adesso ovviamente sentiamo la tristezza per il tuo addio,anche se sappiamo che avere ancora un sogno da realizzareè il più bel modo di vivere la vita, e ne siamo felici per te!Ti auguriamo di poterlo vivere, il tuo sogno: pensa e pregaogni tanto per questa parrocchia persa nella bassabergamasca, in estate piena di caldo e zanzare propriocome la tua Africa!Grazie Don Ernesto: ti vogliamo bene!

IL SALUTO DEI CATECHISTI

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ha operato nella nostra parrocchia noi, piccolo gruppomissionario, abbiamo camminato con lui per quanto riguarda

la preparazione della Giornata Missionaria Mondiale, dellaGiornata Mondiale dei Malati di Lebbra e della Giornata della

Vita. Ringraziamo don Ernesto perché durante laprogrammazione di quelle giornate, abbiamo letto insieme itesti che il Papa, le Pontificie Opere Missionarie e i Vescovi

scrivono per l’occasione. Insieme abbiamo sottolineato i puntiprincipali e cercato le Verità che si presentano sempre comecose nuove da meditare e soprattutto da mettere in pratica.

Rileggendo i testi delle Giornate Missionarie di questi ultimianni, temi quali la fede in Dio Padre, la testimonianza del

Vangelo oltre i confini del proprio paese, la carità come primavia dell’evangelizzazione, la collaborazione con le altre Chiese,non sono mai scontati ma vanno sempre discussi ed affrontatisoprattutto in questo periodo di grandi cambiamenti culturali,economici e geografici, dove ogni cristiano è messo alla prova.

Insieme abbiamo pensato come far sentire missionaria lacomunità parrocchiale incontrando, ad esempio, i missionari:alcuni di essi sono originari del paese, altri sono conoscenti di

persone del paese, altri ancora sono conoscenti dello stessoparroco, tutti in cammino verso Cristo. C’è sempre uno

scambio da una parte e dall’altra: l’essere missionario nonvuol dire solo costruire pozzi, scuole, case ma significa

innanzitutto coltivare un dialogo, un interscambio di opinionie di esperienze di vita che ci arricchiscono nella fede. Sapere

come vivono le persone lontane da qui, cioè come affrontanola vita alla luce del Vangelo, è una conoscenza importante del

cristiano di oggi e della Chiesa in cui vive. Non si imponenessuna fede ma la si vive giorno per giorno con gli altri. Di

conseguenza tutte le raccolte fondi che vengono organizzatedurante l’anno per vari progetti nascono dal dialogo e dalla

conoscenza delle necessità della gente che frequenta imissionari e la loro missione ma soprattutto sono sempre il

segno tangibile della Carità che scaturisce dall’aver fattoesperienza concreta dell’amore di Gesù di Nazareth.

Ringraziamo don Ernesto per averci fatto apprezzare tuttoquesto, a volte non sempre concordi sul metodo o sui mezzi

ma sempre in uno scambio reciproco di stima e di fiducia. Loringraziamo anche per il sostegno dato alle persone del paese

che in diversi modi si adoperano per sostenere le missioni.Concludendo trascriviamo come augurio a don Ernesto parte

di una preghiera della giornata missionaria 2013:“Signore, insegnaci a camminare con gli uomini del mondo…sapendo che solo Tu sei la guida al nostro andare quotidiano.Ogni volta che la stanchezza ci frena, aiutaci a riprendere la

strada… resi forti dal tuo pane spezzato… Fa’ o Signore, cheprendiamo come mappa la tua Parola, come bastone la Fede, come

mantello la protezione di Maria tua Madre, venendo verso Te,meta sicura di ogni nostro passo”.

IL SALUTO DEL GRUPPO MISSIONARIO

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della sedia a testimoniare un’altra fede (con la ‘effe’rigorosamente minuscola, affinché nulla possa confonderlacon l’altra abbracciata in gioventù, quella più autentica evera). Sul tavolo della scrivania fogli e foglietti, cartellette,libri, opuscoli, qualche quotidiano con tratti di articolisottolineati, e quant’altro di cartaceo si possa immaginare, acomporre pile di precario equilibrio e di altezza tale danascondere alla vista la foto della mamma incorniciata ai piedidella lampada, segno di amore e ricordo che non si spegne enon può svanire. E poi ancora, qua e là, post-it appesiovunque, porte comprese, locandine nemmeno ingiallite daltempo a ricordare “quella volta che a Rozzano ne arrivaronopiù di mille”. Anche il computer rispecchia il quadretto: undesktop pieno zeppo di icone che a fatica lascia intravvederelo sfondo, e quella password di accesso originalissima quantocertamente inusuale per un Arciprete. Non è da meno lalibreria, che prende due pareti: i volumi sistemati sui ripianiquasi come fossero pezzi di un puzzle da comporre. Tutti glispazi geometricamente, o quasi, occupati.Per farla breve: l’ufficio di don Ernesto è un gran casino.Disordinato quanto e come nemmeno la stanza piena dibalocchi di un bambino potrebbe essere. Una confusione cheper quanto ordinata (dice lui) farebbe mettere le mani neicapelli alla migliore e più paziente delle colf-segretarie (cheperaltro il nostro Arciprete non ha mai voluto).Probabilmente è sempre stato così, Don Ernesto. In queldisordine lui ci sguazza, si trova talmente bene da non avermai considerato neppure per un attimo l’alternativa opposta,che da qualcuno gli sarà pure stata consigliata. Lì, in quellaconfusione, c’è lui c’è la sua personalità di prete che non siferma certo all’esteriorità ma va al concreto delle cose. Laconfusione che regna sovrana nel suo studio diventa allorainvito a guardare alle cose ben più importanti dell’esistenza, aivalori veri e più autentici della vita. È un invito a vivere laFede, questa sì con la maiuscola, in modo pieno e totale, incondivisione, senza superficialismi e facili slogan, mettendocila faccia anche nelle situazioni più scomode, senza mai tirarsiindietro. Sì, deve essere così. Grazie allora don Ernesto perquella porta di casa sempre aperta (non solo in senso figurato)a tutti, grazie per le parole pronunciate nelle sue omeliecapaci di andare al cuore e di far riflettere e interrogarsi.Grazie per quel suo cuore missionario che nei sette anni aBariano è stato anche uno stile di vita. Grazie -per dirla con leparole di don Beppe, il Vicario locale, che trova in questepagine a Lei dedicate (e che ci scuserà per averle tenutenascoste fino a oggi: lo avesse saputo le avrebbe certamentebocciate), per “aver saputo rispondere con i fatti di carità efraternità concreta più che con i progetti pastorali scritti sullacarta”. A un prete così, a un uomo così, è doveroso perdonareanche uno studio in perenne disordine. E detto da uno chemal digerisce il calcio, anche quella sciarpa nerazzurra piegataa metà sulla sedia.

BARIANO SALUTA DON ERNESTO

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Già due anni sono ormai pas-sati da quando mons. Pa-

squale Pezzoli, rettore del Semina-rio, mi comunicava che sarei ve-nuto a Bariano a compiere il mioservizio pastorale nell’anno di 5° e6° teologia. Insieme a tanta gioia etrepidazione per la nuova comuni-tà che avrei incontrato ricordo an-che un po’ di ansia e timore, anzi-tutto perché neanche sapevo dovesi trovava questo paese! Però giàdopo i primi fine settimana vissutiin mezzo a voi ho sentito molta di-sponibilità ad accogliermi, per ciòche ero e questo mi ha permesso disuperare le paure iniziali.

Questa accoglienza mi ha aiu-tato ad incontrare senza timore lepersone della parrocchia (soprat-tutto in oratorio), libero dalla pre-occupazione di dover dimostrare ilmio valore, ma con la responsabi-lità di fare del mio meglio, per ri-spondere alla fiducia accordatami.Se in questi due anni ho potutodare il mio contributo in terminipratici (garantire una certa pre-senza in oratorio, seguire i gruppidi catechismo delle medie, curare

l’animazione in oratorio e la for-mazione degli adolescenti chehanno partecipato al Grest, segui-re il gruppo chierichetti, intonare icanti a Messa e da prete celebrarel’Eucarestia, confessare, ecc.) tut-tavia sento che, non solo ho dato,ma molto ho ricevuto, soprattuttoda un punto di vista di crescitaumana: nel confronto con donErnesto, con gli adulti e i giovanidell’oratorio, negli incontri avuticon gli adolescenti, i ragazzi e ibambini che soprattutto nel tem-po dell’estate e del Grest sono pre-senti, nello scambio intessuto conalcune famiglie della comunità,nella simpatia che molti nonni e

nonne nutrono per me.Aver vissuto in questa comuni-

tà l’avvicinamento alla mia ordina-zione sacerdotale è stato molto im-portante, perché mi ha mostrato lacomplessità di una realtà parroc-chiale, ma allo stesso tempo la pre-senza di grandi ricchezze e risorsedentro ogni persona che spero diavere un po’ colto e valorizzato.

È con questa gratitudine nelcuore che vi saluto, promettendoche passerò ancora a trovarvi enon dimenticherò di ricordarenella preghiera questa comunitàche è stata una casa accoglienteper il mio cammino.

don Stefano

La Voce della Comunità di Bariano

VITA DELL’ORATORIO

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UN SALUTO CHE VIENE DAL CUORE

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Stella per noi… è un’esperien-za unica, bellissima, fatta di

straordinaria semplicità ed im-mensa bellezza.

È fatta di momenti unici e indi-menticabili, giochi, gite, luoghi,eventi: il mercato di Roncobello,Capovalle, la biciclettata da Piaz-za Brembana a Zogno, la caccia altesoro, la canoa al lago di Lenna, iLaghi Gemelli. Guardare un film,cantare a squarciagola al karaoke,giocare con gli animatori, raccon-tarsi storie fino a tardi.

È fatta di incontri, dal vivo osolo raccontati: un ragazzo cheaspetta di suonare a San Siro, unPiccolo Principe in viaggio nellospazio, una telefonata da un Ami-co davvero speciale.

È vivere a stretto contatto congli amici di sempre e nuove perso-ne da conoscere. Giocare, ridere,scherzare, litigare e fare pace: fatutto parte della nostra quotidia-nità, e della nostra vita.

È diventare grandi, anche seper poco, senza la mamma e ilpapà che ci preparano tutto. È tor-nare piccoli, godendoci ogni mo-mento senza pensare a quandotorneremo a Bariano.

È riflessione, preghiera, spiri-tualità. Abbiamo molti impegni:

scuola, sport, compiti, musica…pregare significa fermarci e riflette-re, ritagliare un po’ di tempo pernoi, per parlare con qualcuno checi conosce nel profondo: un Dioche crea il mondo con amore, checi vuole bene come suoi figli, che ciregala una libertà incondizionata.

È fatta di impegno: dagli ani-matori che accompagnano i ragaz-zi, ai volontari che preparano damangiare e fanno “funzionare” lacasa.

Stella è la nostra casa. Anchese solo per una settimana.

Daniele

Ottobre 2015

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VI SPIEGHIAMO COS’È STELLA

“Coraggio! Lasciare tuttoindietro e andare, partire perricominciare…”

“Respira questa libertà…L’estate è la libertà!”

“I fiori nel deserto a voltenascono, pensavo non fossecosì ed invece vedi. I fiori neldeserto a volte sbocciano,sconfiggono sabbia e polvere”

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La fine dell’estate è tempo di ri-cordi delle vacanze trascorse e

di propositi per il nuovo anno(non solo scolastico) che ricomin-cia per grandi e piccoli. La stessacosa vale per la vita della parroc-chia e dell’oratorio. Lasciate or-mai alle spalle (magari con un po’di malinconia) le ricche esperien-ze del Grest e di Stella, altre cistanno di fronte, non meno stimo-lanti e belle. Tra queste ci sonoquelle che vivremo nel nostro per-corso di catechismo che a breve civedrà coinvolti. Come mi direte?Paragonare la vivacità del Grestcon le attività che si svolgono nel-l’incontro settimanale o domeni-cale di catechesi non è esagerato?Forse un po’ sì, ma da qualcheanno si è visto lo sforzo da partedei sacerdoti e degli stessi catechi-sti di trovare un metodo per parla-re ai bambini, ai ragazzi e agli ado-lescenti, di Gesù, senza fare unalezione su di Lui, ma coinvolgen-doli in prima persona, cercando didare voce ai loro interessi e alleloro domande sulla fede. È difficilefare un bilancio sulla riuscita diquesto progetto, ma è chiaro chela direzione presa è quella giusta: ilcristianesimo ha senso se facilital’incontro con la persona di GesùCristo; le nozioni che si offrononella catechesi non possono rima-nere solo dei concetti astratti, dif-ficili da cogliere, ma devono inter-cettare i vissuti, a volte moltocomplessi, dei nostri ragazzi. Eccoallora il senso di alcuni percorsi,esperienze ed uscite, introdottel’anno scorso: la visita al presepiovivente di Villongo per le elemen-

tari, la partecipazione alla propo-sta di conoscenza del Seminarioper 5° elementare, alcuni venerdìsera (quasi una volta al mese) chela 1°media ha vissuto nella pre-ghiera e nel gioco, gli incontri conqualche testimone di fede e dimissione della nostra parrocchiaper 2° media, oltre che la giornatapassata sui luoghi di don Bosco ela preghiera davanti alla Sindone,il percorso sulla sessualità e sull’af-fettività e il pellegrinaggio ad

Assisi a cui hanno aderito alcuniragazzi e ragazze di 3° media e si-curamente altro ancora.

Questo non sta a significareche, durante la catechesi, si faran-no solo esperienze senza dare deicontenuti, ma si cercherà di mo-strare ai ragazzi che la fede è unarealtà che riguarda e può alimen-tare la loro vita e non un bagaglioingombrante da portare con noiae rassegnazione.

don Stefano

La Voce della Comunità di Bariano

VITA DELL’ORATORIO

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L’apertura dell’Anno Catechistico

VERSO NUOVE PROSPETTIVE

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Questo anno Associativo avràcome filo conduttore il viag-

gio, inteso come l’andare incontroall’uomo nella concretezza e nellasemplicità della vita quotidiana,animati da una passione per la cit-tà che diventa per noi laici luogodella chiamata alla santità. Ci gui-derà Maria, che sceglie di andareverso la città, a incontrare sua cu-gina Elisabetta, diventando iconadel cammino che Dio compie at-traverso di lei. Siamo chiamati ametterci in cammino per una mis-sione che parte dalla “casa” luogointimo e quotidiano dove “accadela salvezza” e attraversa le strade,andando incontro all’altro e fa-cendo memoria delle grandi operedel Signore nella nostra vita e nel-la storia.

Nello specifico, l’itinerario chesarà proposto agli ADULTI sotto-lineerà la dimensione dell’andare.L’evangelista Luca enfatizza la

metafora del viaggio: un’esperien-za profondamente spirituale chechiede occhi per stupirsi, disponi-bilità a lasciarsi cambiare dagli in-contri lungo la strada, capacità diorientarsi. Offrirà occasioni permettersi in ascolto della vita, peraprirsi alla Parola in un dialogo in-teriore e per vivere con più consa-pevolezza la propria esistenza dilaici. È in gioco una scelta di Chie-sa “in uscita”, capace di racconta-re la vita e di testimoniare la pas-sione per il Vangelo nella quoti-dianità. Saranno comunicate abreve le date degli incontri. Per iGiovanissimi la proposta è quelladi un cammino tutto da vivere inprima persona, con entusiasmo epassione. “#readytogo” (“pronti apartire”) è il tema per loro, perchéper i ragazzi non può che esserecosì: non c’è tempo da perdere,quando la prospettiva è quella diun cammino per crescere insieme.Dove, come, quando, con chi eperché mettersi in cammino?Insieme cercheremo di scoprirlo,per capire qualcosa di più di que-sto fantastico viaggio che è la vita!Per i RAGAZZI, l’idea che farà dasfondo sarà quella del viaggio daaffrontare attraverso un mezzo ditrasporto bello e affascinate: il tre-no! Il viaggiare ci forma e ci aiutaa conoscerci, a metterci alla pro-va. Usciamo dalle nostre case,esponendoci alla vita e rivelando-ci chi siamo nel confronto con glialtri. Sarà possibile iscrivere i ra-gazzi all’ACR il pomeriggio di do-menica 27 settembre in oratorio.

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ASSOCIAZIONI

Azione Cattolica: Anno Associativo 2015/2016

SI ALZÒ E ANDÒ IN FRETTAAdesione 2016

CI STA A CUORE!

Nel manifesto dell’adesione propo-sto dal Centro Nazionale che hacome slogan “Ci sta a cuore”, la por-ta ci ricorda il Giubileo della Miseri-cordia, voluto da Papa Francesco; aldi là della porta ci sono le persone,uomini, donne, ragazzi, giovani eadulti, con le loro vite quotidiane, maanche la città, il creato, il mondo.Ecco cosa ci sta a cuore! Come sem-pre l’8 dicembre sarà il giorno in cui,davanti alla nostra comunità, diremoil nostro Sì a questa proposta bella earricchente; quest’anno avremo unappuntamento in più: Domenica 18ottobre, presso la Casa del Giovanedi Bergamo, riceveremo il mandatodal nostro Vescovo Francesco duran-te la “Festa del SI”.

Il programma della giornata:Ore 8.30: Ritrovo presso lo Stallodella Misericordia e partenzaOre 9.45: preghiera e testimonianze.A seguire caffèOre 11.30: interventi dell’assembleae intervento PresidenteOre 12.30: pranzo al saccoOre 15.30: S. Messa e mandato

Per informazioni e iscrizioni rivolgersiagli educatori o ai responsabili di settore

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Quest’anno un gruppo di gio-vani (dai diciannove ai tren-

t’anni) e di mamme della nostracomunità ha vissuto un’esperienzadi servizio presso la mensa dellastazione di Bergamo, gestita dalPatronato S. Vincenzo di Sorisole.Essendo un qualcosa di nuovo vichiederete come si è svolto e inche cosa è consistito questo impe-gno. Le persone che hanno presoparte a questa iniziativa erano im-pegnate secondo dei turni ogni 3°e 4° sabato sera del mese (più omeno dalle 20 alle 22) a distribui-re pasti caldi a chi si rivolgeva aquesta struttura. Ascoltando iloro racconti è emerso come que-sta esperienza è servita per vederee toccare con mano la povertà cheanche nella nostra provincia diBergamo è presente, ma soprat-tutto per incontrare i volti e le sto-rie di quelle persone che si rivol-gono alla mensa perché non han-no un lavoro, una fissa dimora oaltri problemi. È stata interessantenotare la varietà di culture, reli-gioni ed etnie concentrate in unastessa stanza, a dimostrazione che

la carità non fa differenza di perso-ne e non va incontro solo a quellidi casa (i bergamaschi che comun-que si rivolgono e ottengono aiutoda questa struttura). Vedendo i ri-scontri positivi che sono arrivatida chi ha svolto questo servizio, si

è pensato di riproporlo per l’annoprossimo, sicuri che questa espe-rienza possa arricchire chi la vive.Per conoscere di più o aderire aquesta iniziativa vi chiedo di rivol-gervi a Ronnie Busetti.

don Stefano

La Voce della Comunità di Bariano

TESTIMONIANZE

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UN’ESPERIENZACHE ALLARGA IL CUORE

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Carissimi/e bambini/e, genito-ri, insegnanti, Personale del-

la Scuola dell’Infanzia e comunitàdi Bariano desidero rivolgere a voitutti i più sinceri auguri di buon la-voro per l’inizio del nuovo annoscolastico.

Quello che stiamo attraversan-do è un momento storico partico-larmente difficile, sotto diversiaspetti: economico, ma soprattut-to umano per la mancanza di pun-ti di riferimento sicuri……

Il mio auspicio è che il nuovoanno sia un’occasione per rifletteresul ruolo della scuola che, inseritain una società che cambia conti-nuamente, deve sapersi rinnovarecostantemente, senza, però, di-menticare l’importanza della tradi-zione e dei rapporti umani.

Un augurio particolare va aipiccoli che per la prima volta var-cano le soglie della scuola, con lasperanza che gli anni scolasticiche vivremo insieme possano es-sere un prezioso contributo percostruire l’irripetibile ed unicoedificio che è la loro vita.

A tutti i bambini un incorag-giamento a vivere da protagonistile avventure scolastiche con im-pegno ed entusiasmo poiché il fu-turo è nelle loro mani.

È una sfida importante ed im-pegnativa, che richiede l’impegnodi tutti:• delle famiglie a cui assicuriamo

l’impegno di una fattiva e since-ra collaborazione;

• degli insegnanti affinché conti-nuino con passione, competenzae professionalità a svolgere l’im-portante e delicatissimo compi-

to nella formazione delle nuovegenerazioni impegnandosi nellafondamentale funzione di edu-catrici;

• del personale non docente la cuicollaborazione è indispensabileaffinché la nostra scuola possafunzionare al meglio;

• del consiglio d’amministrazioneche -nonostante le difficoltà- ga-rantisce condizioni organizzati-ve adeguate;

• degli enti locali perché è lavo-rando insieme che si condivideun cammino comune, un’idea diScuola fatta di ideali di libertà,di solidarietà, di coscienza civi-ca, di accoglienza.

Un grande grazie a Don Erne-sto che ci è stato accanto in questianni con la sua capacità di unire,dare consigli, sostenere iniziativein un clima di semplicità, di sere-nità, sincerità e dialogo dando fi-ducia sempre alla coscienza indi-viduale di ognuno, al senso di re-sponsabilità e alla ragionevolezza.

Un meritato riposo e un graziead Antonio Bassi per essere statofedele, generoso, discreto, pazien-te segretario della Scuola e dellaFondazione per oltre 35 anni, e unforte abbraccio alla docente SilviaDanelli che lascia la nostra scuoladopo 20 anni di servizio, per unanomina nella scuola pubblica.

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VITA DELLA COMUNITÀ

Anno Scolastico 2015/2016

UNA SFIDA DA VIVERECON IMPEGNO ED ENTUSIASMO

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A Don Silvio un caloroso“Benvenuto” nella nostra “Comu-nità Educante”.

A tutti voglio ricordare che seavremo dei momenti di sconfortoe abbandono basterà guardare difronte a noi e vedere: “la magia delbambino che apprende, che ci guardacon occhi attenti, curiosi e innocentied attende da noi una risposta, chenoi daremo e che non possiamo nondare.”

Un augurio affettuoso a tuttiMariagrazia Grisa

Coordinatrice

La Voce della Comunità di Bariano

VITA DELLA COMUNITÀ

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DEDICATOAI PIÙ PICCOLICon l’inizio di Settembre ha ripreso avvio anche la SEZIONE

PRIMAVERA di Bariano, un servizio nato dalla collabora-zione tra la Fondazione Luogo Pio Grattaroli e la Cooperativa Ca-scina Paradiso Fa. Il servizio, pensato per offrire ai bambini di etàcompresa tra 24 e 36 mesi un luogo di socializzazione con i pari inun ambiente accogliente e attento ai bisogni evolutivi e di prepa-razione al passaggio alla Scuola dell’Infanzia, è ripartito con alcunibambini che hanno fatto il passaggio dall’Asilo nido, ai quali si ag-giungeranno in queste settimane altri bambini provenienti da Ba-

riano e alcuni paesi limitrofi. Anchequest’anno verrà presentata una ric-ca proposta educativa che, in conti-nuità con la programmazione dellaScuola dell’Infanzia, aiuterà i bambi-ni a prepararsi al passaggio che li ve-drà protagonisti a settembre delprossimo anno. Le esperienze cheverranno proposte avranno comefilo conduttore i mestieri, che ver-ranno indagati con curiosità daibambini attraverso il gioco, le uscitesul territorio e le esperienze apposi-tamente predisposte dalle educatri-ci. Come ogni anno, verranno strut-turati momenti di gioco, laboratorioe condivisione di alcuni momenti difesta con i bambini della Scuola del-l’Infanzia, per permettere ai bambinidella sezione Primavera di conosceree prendere confidenza con gli spazi ele persone che da settembre li ac-compagneranno nella grande avven-tura della Scuola dell’Infanzia.

Per le famiglie interessate, sonoancora disponibili posti sia all’AsiloNido che alla Sezione Primavera; perinformazioni rivolgersi alla Scuoladell’Infanzia o telefonare al numero3408872685.Cooperativa Cascina Paradiso Fa

La coordinatrice della SezionePrimavera e Asilo Nido

Dott.ssa Ersilia Jamoletti

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La famiglia è sempre al centrodell’attenzione della Chiesa. Il

Sinodo sulla Famiglia (nelle dueespressioni, straordinaria dell’ot-tobre 2014 e ordinaria nell’otto-bre 2015) ne accentua l’interessee la cura. Spesso immersa nel gor-go di problemi vecchi e nuovi, lafamiglia del nostro tempo devefare i conti con una strana tenden-za alla dissoluzione della sua iden-tità, così come era intesa da sem-pre nella nostra tradizione cultu-rale fino alle soglie dell’epoca mo-derna. Basti pensare alle ricorrentisollecitazioni del Parlamento eu-ropeo perché i singoli stati - chepure in tale materia sono sovrani -concedano la possibilità del matri-monio omosessuale, con il dirittoall’adozione di figli e quello di af-fittare l’utero per la procreazione.

Sicuramente vanno tutelati idiritti fondamentali di tutti, edunque anche delle persone Lgbti(lesbiche, gay, bisessuali, tran-sgender e intersessuati) con leggiadeguate e senza confusione di ru-oli; ma è estremamente urgenteuna maggiore tutela per la famigliache viene da lontano ed è emer-gente in ogni cultura, come pattoe unione tra un uomo e una don-na, da cui sorge la vitalità dellenuove generazioni. Sono i figli in-fatti il futuro dell’umanità, la spe-ranza del domani di tutti. I dirittidell’individuo devono essere com-parati con quelli dell’intera comu-nità e ricollocati secondo il benecomune.

La famiglia è il luogo sponta-neo, gratuito, immediato delle re-lazioni. Essa è la straordinaria ric-chezza, l’efficace complementa-rietà umana nell’intreccio dei rap-porti tra persona e persona, nellacostruzione della vicinanza e degli

affetti, dove sono suscitate nuovecreature e dove accade l’incontrodi ordinaria sussidiarietà tra imembri.

Indicare il modello di una “fa-miglia bella e desiderabile” - inuno scenario abitualmente de-scritto come segnato dal declinodi questa cellula, fino a qualchetempo fa considerata primordialedella società - è la sfida metodolo-gica dell’agire pastorale, e sociale,che Papa Bergoglio e lo stesso Si-nodo presentano alla Chiesa e allapubblica opinione. Questo compi-to di testimonianza dei cristiani ètanto più necessario dal momentoche la famiglia appare come asse-diata da un individualismo semprepiù invasivo, dal pensiero debole,inconsistente, liquido, mentre è

sempre più fragile la tutela che of-frono le leggi, che privilegiano lavia di comode scappatoie davantialle difficoltà, con rimedi più lace-ranti dei problemi stessi, come ildivorzio (breve!), l’aborto, l’euta-nasia...

Eppure, la famiglia emerge dalmagistero della Chiesa come ele-mento privilegiato e costitutivodell’umanità, secondo quanto in-segna la rivelazione biblica. Il librosacro fin dalle prime pagine parladell’uomo, creato maschio e fem-mina, fatto ad immagine e somi-glianza di Dio, per una vocazionedi vita comune, consorte, di appa-gamento personale, di felicitàcondivisa, nella prospettiva di cre-scere e moltiplicarsi. E con la mis-sione regale di dominare il mondo.Per la famiglia vale la pena di af-frontare con il coraggio del vange-lo ogni avversità, al di là della sfi-ducia che sembra cogliere il mon-do giovanile, oltre le lusinghe discelte provvisorie, come la convi-venza e la paura di scegliere. Per-ché l’amore è dono. L’amore è“per sempre”.

don Oliviero Giuliani

Ottobre 2015

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TESTIMONIANZE

LA FAMIGLIA NEL CUORE DELLA CHIESA

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Nel mese di Marzo si sonoconcluse le pratiche legate

ad un testamento lasciato alla par-rocchia dei Santi Gervasio e Pro-tasio in Bariano. Per volere testa-mentario della signora MinutiEmilia, ved. Tessadori Santo, de-ceduta il 24 novembre 2014, laparrocchia ha acquisito la proprie-tà dell’intero fabbricato, sito in viaIV Novembre e un deposito ban-cario. È stata inviata la documen-tazione alla curia di Bergamo, perl’accettazione dell’eredità e sonostati eseguiti tutti i passi di leggefino alla conclusione della pratica.Per volere testamentario della si-gnora Minuti Emilia, la parrocchiadiviene proprietaria di tutto il fab-bricato, di cui è ancora in atto laperizia, sito in Via IV Novembre ainumeri 19/21 e di ¤ 341.986,23,deposito su c/c presso la BancaOrobica di Bariano. Viene fattoobbligo “al parroco pro tempore asua discrezione, metà dei beni sia-no destinate alle missioni, ad ope-re di carità, al Seminario ecc”.

Dalla somma incassata, pagatele spese notarili di successione, fu-nerale ecc.. sono state date 60.000euro alle missioni: per i missionaridi Bariano, viventi e alla memoriadi quelli defunti 50.000 euro.

Altri dieci mila sono stati datialle missioni, legate alla nostraparrocchia. Si dovrà versare allacuria diocesana circa 90 mila europer tassazione eredità, per soste-nere le opere pastorali diocesane(seminario, fondo di solidarietàecc..) Il resto della somma sarà adisposizione della parrocchia perle attività pastorali e caritativedella comunità e per la ristruttura-zione degli immobili.

Minuti Emilia con il marito

Tessadori Santo, sono stati moltoattenti alla vita della comunità,alle attività missionarie e caritati-ve, tanto da voler lasciarle questaeredità.

La parrocchia esprime profon-

da gratitudine ai coniugi Tessado-ri e si impegna, come richiesto, afarne memoria attraverso opere dicarità e celebrazioni di messe disuffragio per le anime loro e dei fa-miliari.

La Voce della Comunità di Bariano

VITA PARROCCHIALE

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FONDO PARROCCHIALE PER LEFAMIGLIE IN DIFFICOLTÀQuest’anno in Quaresima, riconosciuta la validità degli anni scorsi, è statariproposta l’iniziativa “Fondo parrocchiale per le famiglie in difficoltà”. Larisposta anche quest’anno è stata positiva: qui di seguito proponiamo ilrendiconto economico da febbraio a settembre 2015.

RENDICONTO ECONOMICO ANNO 2015Ecco alcuni dati: 25 sono le famiglie che hanno aderito al progetto (dona-zione 15 euro al mese); 19 sono le famiglie residenti nel nostro paeseaiutate.

Entrate4.500,00 ¤ offerte dalle famiglie che hanno aderito al progetto.1.200,00 ¤ offerte raccolte nella Quaresima di fraternità

750,00 ¤ offerte varie per sostenere il progetto.5.000,00 ¤ NN2.000,00 ¤ NN

850,00 ¤ Buste Prime Comunioni e Cresime14.300,00 ¤

Uscite3.500,00 ¤ per integrazione rette scolastiche, mense e spese sanitarie2.750,00 ¤ utenze varie (luce, acqua, gas)4.500,00 ¤ integrazione affitti1.750,00 ¤ integrazioni –borse lavoro

12.500,00 ¤

Il deficit previsto (di circa 7.000-8.000 ¤ che si avrà a febbraio) saràcoperto dal fondo Caritas missioni parrocchiali, fondo ricavato da offertedurante i funerali e matrimoni, torte di solidarietà, offerte varie date proCaritas, in memoria dei defunti.Inoltre ricordiamo che con il cesto della carità (raccolta generi alimen-tari da Avvento 2014 a Quaresima 2015) 12 famiglie hanno potuto usu-fruire mensilmente di due pacchi alimentari e di generi vari offerti.Ringraziamo di cuore la comunità che, nonostante la crisi economica e lemolteplici richieste di aiuto che da più parti provengono, si dimostrasempre generosa. Ricordiamo che il Signore benedice largamentecoloro che danno liberamente, quello che possono e con gioia.

UN GRAZIE PARTICOLARE

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Ottobre 2015

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BARIANO MISSIONARIA

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Rev.mi don Ernesto, don San-dro e Gent.mi Parrocchiani.

Un ringraziamento per il vostrocontinuo ricordo per le missionicon i vostri aiuti e vostre preghie-re. Non mi sento solo nella missio-ne. Ci siete voi che mi sostenetead affrontare il cammino giorna-liero. Grazie anche per la costanzanell’inviarmi il bollettino parroc-chiale: La voce della Comunità diBariano. Lo leggo sempre tutto.Un grazie sincero alla Pro BarianoAmici di Simone per la loro gene-rosa offerta. Solidali nell’aiutoverso i poveri.

Dopo un anno dalla mia par-tenza dal bel paese di Bariano(fine ottobre 2014) sono contentodi comunicare con voi, con unbreve pensiero, dalla nostra mis-sione di Iringa, Tanzania.

Ho avuto la fortuna di averequi con me (dai primi di giugno al12 luglio) mio zio Pierino AntonioBelloni. Con un altro volontario,

Tobia Morcelli (fratello di un no-stro salesiano missionario decedu-to in Sudan nel 2010), sono riusci-ti a darci un po’ di sollievo perquanto riguarda la linea elettricanella nostra missione. Un grandegrazie per la loro disponibilità egenerosità.

Il mese di ottobre ci ricorda cheentriamo maggiormente in contat-to con Maria, perché mese delSanto Rosario (fedeli di Barianoparticolarmente devoti con la rela-tiva processione) e delle missioni.

Tutti siamo invitati a leggere,meditare e mettere in pratica la

parola di Dio. Una citazione ci ri-corda che siamo chiamati a cerca-re la verità. E conoscendo la veritàsiamo contenti anche di comuni-carla. E così siamo tutti missiona-ri. “... Agendo secondo verità nellacarità, cerchiamo di crescere in ognicosa tendendo a lui, che è il capo,Cristo” (Efesini 4,15). Solo nell’a-more sapremo arrivare alla verità.

Ed ancora, i nostri santi ci ri-cordano che non dobbiamo di-menticare la lezione data allaChiesa da San Giovanni XXIII neldiscorso di apertura del ConcilioVaticano II in cui invitava ad ap-profondire la conoscenza cultura-le ed esistenziale della fede, per es-sere capaci di “tradurre la Tradi-zione” nella vita del nostro temposenza mai tradirla, ricordandoche: “Altro è infatti il deposito dellaFede, cioè le verità che sono contenu-te nella nostra veneranda dottrina,altro è il modo con il quale esse sonoannunziate, sempre però nello stessosenso e nella stessa accezione”. (Gio-vanni XXIII). La coerenza ci in-terpella ogni giorno. Continuiamocon gioia anche se nelle difficoltà.

Vi ricordo nelle preghiere.Un cordiale saluto ed abbrac-

cio.Virgilio Radici

La Voce della Comunità di Bariano

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BARIANO MISSIONARIA

Tanzania:MISSIONEDI IRINGA

Alcuni giovani della Scuola Professionale

Processione..., tradizione in tutti i Continenti.

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Ottobre 2015

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I Gruppi di Solidarietà Interna-zionale Lombardia, nascono a

Bariano nel 2005, con l’intento diperpetuare il lavoro di fratel Ber-nardo, che in Togo ha lasciato lasua giovane vita e i suoi sogni…

Da allora, tante cose sono cam-biate, ed ora il gruppo si componedi una quarantina di soci, sparsi invari paesi della bassa bergamasca edella zona di Crema.

Una cosa è determinante perl’associazione: quella di essere fat-ta solo ed esclusivamente da vo-

lontari che dedicano il loro tempoe le loro capacità nell’aiutare tantiamici più sfortunati; non abbiamofinanziamenti pubblici e neanchesiamo professionisti della coopera-zione, facciamo quello che i nostrimezzi ed i nostri amici ci permet-tono di fare.

Uno splendido esempio di que-sto, è la collaborazione con la Par-rocchia di Bariano, che in questianni è sempre riuscita ad essercivicina, in silenzio e tenacementeci aiuta a realizzare tanti piccoli

progetti ed interventi in Togo.Quest’anno, anche grazie alla vo-stra parrocchia, ci apprestiamo arealizzare il primo pozzo dedicatoall’agricoltura in un paese cheaspetta solo la pioggia per poter farcrescere qualcosa nei campi; e nu-merose famiglie si aspettano daquesto, un miglioramento dellaloro qualità di vità.

Quest’anno si è anche svolta laquarta edizione del “GOTOTOGO”,un esperienza di servizio e di sco-perta di un Africa vera e fuori daogni stereotipo; che ha portato 9ragazzi e ragazze a vivere per quasiun mese, gomito a gomito con tantiamici e i loro sogni e problemi quo-tidiani.

Ci piacerebbe che anche aBariano si possano trovare, neiprossimi tempi, qualche giovanedisposto a lavorare con noi…Non abbiate paura di chiedere,di informarvi: visitateci sul sitowww.silombardia.org sarà unpiacere incontrarvi.

Giappone: PADRE FEDELE

Caro don Ernesto,ti mando due righe in occasione della giornata

missionaria per chiedere un ricordo nella preghieraper le tante brave persone che non sono cristianeche ho occasione di incontrare ogni giorno.

Credere in Gesu’e’il dono piu’grande che unapersona umana puo’ricevere. Grazie a Gesu’tuttinoi come persone umane ci possiamo riunire in unasola famiglia, rispettando tanti bellissimi valori e di-versi modi di rapportarsi che ogni cultura ha.

Ti mando una foto che è stata fatta poco tempofa in occasione del battesimo di un signore che hadeciso di farsi cristiano grazie alla bonta’e dedizionedella moglie cristiana.

A 70 anni, 3 anni fa, questo signore ha avuto unictus che lo ha immobilizzato e bisognoso di conti-nue cure. La moglie, con grande dedizione e perse-

veranza, lo cura ogni giorno da allora senza lamen-tarsi e dandogli sostegno.

Il battesimo e’stato dato non di domenica per-che’una delle sue figlie che vive lontano da qui po-teva essere presente solo quel giorno.

Ho letto sul bollettino parrocchiale che da otto-bre don Silvio sarà il nuovo parroco: tanti auguri alui e un grandissimo grazie a te per quanto hai fattoper Bariano.

Un ricordo nella preghiera.padre Fedele

Dal Togo: MISSIONE DI FRATEL BERNARDO BETTANI

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Carissimi compaesani,giunga il mio saluto unito al-

l’augurio per il mese di ottobre de-dicato alle Missioni e alla Madon-na del Santo Rosario: Patrona diBariano. Nella mie permanenzaho notato la vostra devozione, ri-spetto e amore verso la Madonna.Nelle vostre case dove c’era unquadro della Madonna o per lestrade ,nei giardini dove vedevo lagrotta della Madonna non manca-va un fiore fresco con il lume acce-so, bravi, continuate. La Madon-na madre di Dio e nostra interce-de per ciascuno di noi presso suoFiglio Gesù chiedendo: doni, gra-zie, benedizioni e favori. Continu-iamo a stare uniti con una AveMaria tutti i giorni. Grazie.

Il Mese di ottobre è dedicatoalle Missioni, ai missionari e tuttele parrocchie lavorano per contri-buire ed aiutare le famiglie più po-vere e bisognose per le terre di Mis-sione! Bariano si distingue per la

sua dedizione, generosità e dispo-nibilità. Dio vi benedica ora e sem-pre. Non dimentichiamo che sia-mo tutti missionari per il Battesimoche abbiamo ricevuto, siamo statichiamati ad una missione di: Pro-clamare, Annunciare, irradiarecon la testimonianza di una vitacristiana, il Santo Vangelo, e que-sto lo possiamo fare tutti ed in ogniluogo sia: nella casa, al lavoro,allascuola, in tutte le attività, facendotutto con allegria, entusiasmo, conmolta fede, speranza e amore.

Vi metto alcune frasi e preghie-re per rafforzare il nostro esseremissionari: Vieni Spirito Santo, in-segnaci a parlare l’unico linguaggiodell’amore, della salvezza, del perdo-no e della misericordia. Donaci diportare a tutti il lieto annuncio conparole cariche di bontà e di rispetto.Insegnaci a non amare noi stessi, in-segnaci a pensare agli altri, ad amarein primo luogo quelli che nessunoama. Signore facci soffrire della sof-

ferenza altrui. Padre, rendici figlituoi, liberi da ogni presunzione, ric-chi della tua grazia e benedizione.Asciuga le nostre lacrime con la tuaconsolazione. Donaci la mitezza deltuo Figlio, il suo sguardo misericor-dioso, la sua capacità di perdonare,la sua compassione per chi sbaglia.Fa di noi strumenti di pace, uomini edonne di riconciliazione, seminatoridi concordia. Signore tu mi ami e michiami per nome e mi invii a lavoraresu questa terra. Rendimi fratello uni-versale, con un cuore aperto a tutto ilmondo, un cuore che sappia amare,perché il cuore che non ama, si indu-risce. Concedimi la pace, indicami lavia della pace affinché possa: annun-ciarla, desiderarla e realizzarla sem-pre!

Uniti con lo stesso spirito mis-sionario. Con grande affetto e infi-nita riconoscenza. Vi voglio unmondo di bene.

Suor Emanuela Lamera

La Voce della Comunità di Bariano

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BARIANO MISSIONARIA

Dal Brasile: SUOR EMANUELA LAMERA

Dall’Albania: SUOR ASSUNTA GUERINI

Il mese di ottobre, mese dedicato alle missioni,ritorna ogni anno a ricordarci il grande sogno di

Dio: fare del mondo la “CASA” di tutti i popolidove il fratello, aiutando il fratello, diventa segnodi speranza in questa società multietnica che spe-rimenta sempre più forme di solitudine e di indif-ferenza.

Prenderci cura del fratello è così importanteche Dio lega la vita eterna ad un pezzo di panedato all’affamato: “Perché, ho avuto fame e mi avetedato da mangiare...” (Mt 25,35 )

È alla luce di questa Parola che fiorisce il miograzie per l’aiuto ricevuto da voi, tramite don Erne-sto. Anche il progetto per un futuro diurno perbambini poveri (vedi bollettino di luglio ) sta di-ventando, pian piano, realtà grazie a chi ha saputoaprire cuore e mani, fidandosi della Provvidenza.

Nell’archivio della mia memoria risuona spessouna frase sentita tante volte dai nostri nonni: “Lacarità esce dalla porta ed entra dalla finestra”. Parolesemplici che hanno il sapore di casa dalle porteaperte, fiducia piena nella Provvidenza, parole di-ventate vita non da specialisti che hanno consul-tato grossi libri, ma da “teologi” del cuore.

Suor Annassunta - Giuditta

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Ottobre 2015

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I NOSTRI DEFUNTI

Borella PrimoAnni 79

Belloli MariaAnni 75

La vita ha un termine,l’amore no. E il nostro amoreper te cara mamma non finiràmai, continueremo a gridarlo

dovesse finire il mondo,perché a chi portiamo nel

cuore non diciamo mai addio.Il nostro sorriso e il nostro

fortissimo abbraccioti arrivino ovunque tu sia...

Ciao mamma

Lamera Maria BambinaAnni 81

Bilustrini TeresaAnni 102

Giuseppe Resmini10º anniversario

Alessandro Pagani32º anniversario

Roberto Poloni25º anniversario

Hanno preso il sentiero che conduce al Padre: ricordiamoli insieme

Il vostroricordo

è semprecon noi

In memoria diAndrea Monticelli

4° anniversario

Ci hai insegnato a non averpaura di amare. Aiutaci a

seguire il tuo esempio.Sei sempre tra noi.

I tuoi amici

Bettani AngeloAnni 72

Bertassi FirmoAnni 83

Bergamaschi LuiginaAnni 86

Moleri MariaAnni 99

Gastoldi GiovanniAnni 86

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La Voce della Comunità di Bariano