OTTAVA GIORNATA EUROPEA DEI DIRITTI DEL MALATO dai “5 momenti per l’igiene delle mani”,...

16
TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’AZIENDA USL VALLE D’AOSTA MEDICINA STRUTTURE E SERVIZI N 59/anno XV - giugno 2014 - Aosta - REGISTRAZIONE DEL TRIBUNALE DI AOSTA N. 2 10/99 DEL 29/11/99 OTTAVA GIORNATA EUROPEA DEI DIRITTI DEL MALATO L’Azienda USL ha aderito all’iniziativa promossa da Cittadinanzattiva I l 18 aprile si è celebrata la Gior- nata europea dei diritti del malato, giunta alla sua ottava edizione. Proprio nel 2014 in Ita- lia e nella quasi totalità dei Paesi UE è stata recepita la Direttiva 2011/24/UE del Parlamento euro- pea e del Consiglio d’Europa (del 9 marzo 2011), concernente l’ap- plicazione dei diritti dei pazienti relativi all’assistenza sanitaria transfrontaliera. Il testo della Di- rettiva ha recepito molti dei diritti sanciti nella Carta europea dei di- ritti del malato redatta da Cittadi- nanzattiva. La Carta è il risultato di un lavo- ro congiunto tra il Tribunale per i Diritti del Malato e 15 organiz- zazioni civiche partner della rete europea di Cittadinanzattiva, Active Citizenship Network. Ela- borata nel 2002, si è basata sia sulla esperienza del Tribunale per i diritti del malato ed in parti- colare sulle precedenti Carte per i diritti del malato promulgate in Italia, a livello nazionale, regiona- le e locale, sia sulla Carta Europea dei diritti fondamentali. La Carta Europea raggruppa i diritti inalienabili del pazien- te che ogni Paese dell’Unione Europea dovrebbe tutelare e garantire. Quattordici diritti che si trovano a rischio, tra l’altro, a cau- sa della crisi finanziaria dei sistemi nazionali di welfare: diritto a misu- re preventive, diritto all’accesso, diritto all’informazione, diritto al consenso, diritto alla libera scelta, diritto alla privacy e alla confiden- zialità, diritto al rispetto del tem- po dei pazienti, diritto al rispetto di standard di qualità, diritto alla sicurezza, diritto all’innovazione, diritto a evitare sofferenze e do- lore non necessari, diritto ad un trattamento personalizzato, diritto al reclamo, diritto al risarcimento. La carta europea dei diritti dei cit- tadini è integralmente pubblicata sul sito web aziendale. (gg) EDITORIALE I n questi ultimi tempi ho frequentato reparti ospedalieri (non della nostra Regione) come accompagnatore. È normale fare confronti, ma non è la mia intenzione in questo editoriale. Ho guardato le cose, non con l’occhio del Direttore Generale, ma con quello dei pazienti e degli operatori. Ho cercato di cogliere l’aspetto relazionale, gli aspetti della fiducia, tutte quelle cose che sono importanti ma non si vedono nei numeri, nelle procedure, nelle Paz (ndr - le procedure aziendali) e che non possono sostituirsi agli esiti ma ne sono una componente importante. Di fiducia e di relazioni serene ed appropriate tutti ne hanno bisogno: per primi i pazienti, perché dipendono da noi nel momento in cui si affidano alle nostre cure, quindi gli operatori, perché devono avere condizioni per un lavoro il più possibile sereno, infine chi deve prendere decisioni, perché ha bisogno di confronti continui in condizioni di completa onestà intellettuale. Il sistema pubblico in questo momento trova una serie di difficoltà legate alla riduzione dei finanziamenti disponibili. Io credo che tutti insieme dovremo avere la capacità di creare il clima migliore di relazione e di supporto. Ognuno per la sua parte, ognuno per la sua responsabilità. Noi sicuramente sentiamo di esserci e di voler fare la nostra parte senza risparmiarci: fondamentale è essere onesti intellettualmente e riconoscersi reciprocamente. Buon lavoro. Lorenzo Ardissone Direttore generale Francesco Arnoletti dal 1° luglio lascia l’incarico di Direttore sanitario dell’Azienda USL Valle d’Aosta C on una e-mail di saluto invia- ta a tutti i direttori e respon- sabili delle strutture aziendali (che qualcuno si è premurato di girare, nella sua integralità, ad un organo di informazione lo- cale), Francesco Arnoletti lascia l’incarico di Direttore sanitario dell’Azienda USL a far data dal 1° luglio. A seguito di importanti motivi di famiglia – si legge nella nota - mi trovo costretto a dimettermi dalla carica di Direttore sanitario per rientrare nel Canavese, mio luogo di residenza. Ora che avevo con- solidato un rapporto positivo con tutte le componenti aziendali, no- nostante la difficile situazione eco- nomica, sono costretto, mio mal- grado, a compiere questa scelta che lascia incompiuto un percorso che durava da più di due anni”. Francesco Arnoletti aveva già ricoperto l’incarico di Direttore sanitario dal 16 luglio 2012 al 30 settembre 2013, data in cui gli venne affidato il ruolo di Diret- tore generale pro tempore fino al 30 novembre 2013. Da allora è stato riconfermato nel ruolo di Direttore sanitario di Azienda dal Direttore generale, Lorenzo Ardissone.

Transcript of OTTAVA GIORNATA EUROPEA DEI DIRITTI DEL MALATO dai “5 momenti per l’igiene delle mani”,...

TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’AZIENDA USLVALLE D’AOSTA

M E D I C I N A S T R U T T U R E E S E R V I Z IN 59/anno XV - giugno 2014 - Aosta - REGISTRAZIONE DEL TRIBUNALE DI AOSTA N. 2 10/99 DEL 29/11/99

OTTAVA GIORNATA EUROPEA DEI DIRITTI DEL MALATOL’Azienda USL ha aderito all’iniziativa promossa da Cittadinanzattiva

Il 18 aprile si è celebrata la Gior-nata europea dei diritti del

malato, giunta alla sua ottava edizione. Proprio nel 2014 in Ita-lia e nella quasi totalità dei Paesi UE è stata recepita la Direttiva 2011/24/UE del Parlamento euro-pea e del Consiglio d’Europa (del 9 marzo 2011), concernente l’ap-plicazione dei diritti dei pazienti relativi all’assistenza sanitaria transfrontaliera. Il testo della Di-rettiva ha recepito molti dei diritti sanciti nella Carta europea dei di-ritti del malato redatta da Cittadi-nanzattiva. La Carta è il risultato di un lavo-

ro congiunto tra il Tribunale per i Diritti del Malato  e 15 organiz-zazioni civiche partner della rete europea di Cittadinanzattiva, Active Citizenship Network.  Ela-borata nel 2002, si è basata sia sulla esperienza del Tribunale per i diritti del malato ed in parti-colare sulle precedenti Carte per i diritti del malato promulgate in Italia, a livello nazionale, regiona-le e locale, sia sulla Carta Europea dei diritti fondamentali.La Carta Europea  raggruppa i diritti inalienabili del pazien-te che ogni Paese dell’Unione Europea dovrebbe tutelare e

garantire. Quattordici diritti che si trovano a rischio, tra l’altro, a cau-sa della crisi finanziaria dei sistemi nazionali di welfare: diritto a misu-re preventive, diritto all’accesso, diritto all’informazione, diritto al consenso, diritto alla libera scelta, diritto alla privacy e alla confiden-zialità, diritto al rispetto del tem-po dei pazienti, diritto al rispetto

di standard di qualità, diritto alla sicurezza, diritto all’innovazione, diritto a evitare sofferenze e do-lore non necessari, diritto ad un trattamento personalizzato, diritto al reclamo, diritto al risarcimento.La carta europea dei diritti dei cit-tadini è integralmente pubblicata sul sito web aziendale.

(gg)

EDITORIALE

In questi ultimi tempi ho frequentato reparti ospedalieri (non della nostra

Regione) come accompagnatore.È normale fare confronti, ma non è la mia intenzione in questo editoriale.Ho guardato le cose, non con l’occhio del Direttore Generale, ma con quello dei pazienti e degli operatori. Ho cercato di cogliere l’aspetto relazionale, gli aspetti della fiducia, tutte quelle cose che sono importanti ma non si vedono nei numeri, nelle procedure, nelle Paz (ndr - le procedure aziendali) e che non possono sostituirsi agli esiti ma ne sono una componente importante.Di fiducia e di relazioni serene ed appropriate tutti ne hanno bisogno: per primi i pazienti, perché dipendono da noi nel momento in cui si affidano alle nostre cure, quindi gli operatori, perché devono avere condizioni per un lavoro il più possibile sereno, infine chi deve prendere decisioni, perché ha bisogno di confronti continui in condizioni di completa onestà intellettuale.Il sistema pubblico in questo momento trova una serie di difficoltà legate alla riduzione dei finanziamenti disponibili. Io credo che tutti insieme dovremo avere la capacità di creare il clima migliore di relazione e di supporto. Ognuno per la sua parte, ognuno per la sua responsabilità.Noi sicuramente sentiamo di esserci e di voler fare la nostra parte senza risparmiarci: fondamentale è essere onesti intellettualmente e riconoscersi reciprocamente.Buon lavoro.

Lorenzo ArdissoneDirettore generale

Francesco Arnoletti dal 1° luglio lascia l’incarico di Direttore sanitario dell’Azienda USL Valle d’Aosta

Con una e-mail di saluto invia-ta a tutti i direttori e respon-

sabili delle strutture aziendali (che qualcuno si è premurato di girare, nella sua integralità, ad un organo di informazione lo-cale), Francesco Arnoletti lascia l’incarico di Direttore sanitario dell’Azienda USL a far data dal 1° luglio. “A seguito di importanti motivi di famiglia – si legge nella nota - mi trovo costretto a dimettermi dalla carica di Direttore sanitario per rientrare nel Canavese, mio luogo di residenza. Ora che avevo con-solidato un rapporto positivo con tutte le componenti aziendali, no-nostante la difficile situazione eco-nomica, sono costretto, mio mal-grado, a compiere questa scelta che lascia incompiuto un percorso che durava da più di due anni”.

Francesco Arnoletti aveva già

ricoperto l’incarico di Direttore sanitario dal 16 luglio 2012 al 30 settembre 2013, data in cui gli venne affidato il ruolo di Diret-tore generale pro tempore fino al 30 novembre 2013. Da allora è stato riconfermato nel ruolo di Direttore sanitario di Azienda dal Direttore generale, Lorenzo Ardissone.

TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA2

“La salute è nelle nostre mani” - Il significato della giornata del 5 maggioA cura di Gianluca Del Vescovo, Marisa Mastaglia, Mirella Marana, Roberto Novati – Direzione Medica di Presidio

“Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal respiro,

stette la spoglia immemo-re…” la so..la so…5 maggio di Alessandro Manzoni!!.....oltre a ricordarci i vissuti scolastici, il 5 maggio viene ricordata in tutto il mondo come la giornata mondiale che richiama l’importanza dell’igiene mani nel-le strutture sanitarie.Il capostipite, che tutti gli “addetti ai lavori” cita-no, è il dott. Semmelweis, che giunse ad un’ipo-tesi straordinaria per l’epoca: la febbre puerpe-rale diffusa ai tempi era una malattia trasferita da un corpo all’altro a seguito del contatto che i medici e gli studenti presenti in reparto aveva-no prima con le donne decedute (su cui pratica-vano autopsia) ed immediatamente dopo con le partorienti che andavano a visitare in corsia.Era una teoria sconvolgente per i tempi e per dimostrarla il giovane medico mise in atto una banale disposizione: tutti coloro che entravano nel padiglione delle partorienti sarebbero stati obbligati a lavarsi le mani con una soluzione di cloruro di calce (ipoclorito di calcio). I fatti gli diedero immediatamente ragione. Era il mag-gio 1847. Nel 2014 si parla ancora dell’impor-tanza del gesto di pulire le mani e nel mondo sono tante le iniziative delle aziende sanitarie per sensibilizzare gli operatori a praticare una corretta igiene al momento giusto.

5 maggio, 5°giorno del 5° mese dell’anno, 5 dita delle mani, 5 momenti dell’igiene mani, tutto ruota su questo numero che aiuta a sot-tolineare il messaggio per la promozione dell’i-giene mani, un numero quasi magico, come ha ricordato l’assistente sanitaria Marisa Mastaglia durante la conferenza stampa svoltasi nella Bi-blioteca dell’Ospedale Parini a cui hanno anche partecipato il dott. Francesco Arnoletti, la dott.ssa Chiara Galotto e il dott. Roberto Novati. L’Azienda USL VdA quest’anno ha aderito alla giornata con il motto “ La salute è nelle no-stre mani” per ricordare all’operatore sanitario come la mano sia il veicolo principale della diffusione dei germi all’interno delle strutture sanitarie. Destinatari della campagna, oltre agli operatori sanitari, sono anche i visitatori e i ca-regiver che ruotano intorno al malato: dal 2012 sono affissi fuori della maggior parte delle ca-mere di degenza flaconi di gel per l’igiene mani e da alcuni giorni in ogni bagno pubblico del Presidio ospedaliero sono affissi degli adesivi con lo slogan “ RICORDA DI LAVARTI LE MANI”. Quest’ultimo aspetto è ancora un punto dolen-te: secondo recenti studi, infatti, sono ancora troppe le persone che trascurano la sana abitu-dine di lavarsi correttamente le mani dopo aver utilizzato un servizio igienico.Inizialmente l’adesione all’igiene delle mani da parte degli operatori sanitari, verificata in vari studi nazionali ed esteri (anni 2000-2005), si assestava ad un livello sempre <40 % anche nei contesti più sensibili (per esempio Svizzera e paesi del Nord Europa); per questo sono sta-ti fatti numerosi sforzi da parte della comunità

scientifica per individuare le strategie più effi-caci atte ad incrementare questa percentuale.

Sono stati individuati come responsabili di questo fenomeno diversi fattori:• caratteristiche del lavoro (più intensa è l’as-

sistenza, minore è l’adesione all’igiene delle mani)

• esistenza di barriere percepite (per esem-pio irritazione cutanea causata dai prodotti utilizzati, interferenza con le relazioni umane tra operatori sanitari e pazienti, le esigenze dei pazienti percepite come prioritarie rispet-to all’igiene delle mani, l’utilizzo dei guanti, ecc.)

• scarsa conoscenza da parte degli opera-tori delle nuove linee-guida sull’igiene delle mani e mancata consapevolezza dell’im-portanza che essa riveste in ambito assisten-ziale

Per superare questi ostacoli occorreva una stra-tegia in grado da un lato di garantire una ade-guata formazione degli operatori e dall’altro di favorire l’utilizzo della linea- guida come stru-mento del lavoro quotidiano, capace di influire sul miglioramento della qualità delle cure.Una particolare enfasi è stata data all’igiene del-le mani con il nuovo metodo della frizione alco-lica, impiegato nei casi in cui le mani non siano visibilmente sporche/contaminate. Tale meto-do, rispetto al lavaggio tradizionale, appare più accettato dagli operatori e più rapido, perché non richiede il raggiungimento del lavandino e l’asciugatura delle mani ed é direttamente ap-plicabile al punto di cura. L’elemento chiave ed altamente innovativo del-la strategia elaborata dall’OMS è rappresentato dai “5 momenti per l’igiene delle mani”, geniale nella sua semplicità, pratico e facile da ricordare.Con i “5 momenti per l’igiene delle mani” in pra-tica, è stato delineato un percorso assistenziale virtuoso, mediante il quale il personale sanita-rio viene addestrato a prevedere le occasioni di rischio infettivo a cui sono esposti sia il pa-ziente che lui stesso ed è in grado di prevenirle mediante una corretta e puntuale igiene delle mani. Alcuni dati ci confortano sull’utilità degli interventi menzionati: è stato valutato il consu-mo del gel idroalcolico per le mani e, con sod-disfazione, si è notato un incremento del suo utilizzo a partire dal 2009 (Grafico 1). Inoltre, l’aderenza alla linea-guida, rilevata mediante

l’osservazione da parte degli operatori della Di-rezione Medica di Presidio di 12543 opportuni-tà d’igiene delle mani, ha registrato un graduale passaggio della compliance dal 25,3% dell’an-no 2008/9 al 54,8% del 2012 e 2013 (Tabella 1) ed attesta le positive ricadute in termini di

riduzione delle infezioni (Grafico 2).

In conclusione, l’uso della frizione con il prodot-

to a base alcolica sembra essere entrato nella pratica quotidiana sia degli operatori, ed in parte anche dei pazienti e dei visitatori, però, come la letteratura scientifica conferma, col trascorrere del tempo tale attenzione potrebbe diminuire, sollecitandoci così a presidiare il fenomeno e a cercare nuove strategie di rilancio, possibili solo mantenendo attivo il gruppo con esperti sulle infezioni ospedaliere, ma anche coinvolgendo esperti di scienze comportamentali (educazione e comunicazione).Il progetto di promozione dell’igiene delle mani messo in opera dalla DMP e dalla SC Comunica-zione prevede la prosecuzione anche nei pros-simi anni di iniziative di sensibilizzazione e di formazione (compresi interventi per gli studenti del corso di laurea infermieristica). Inoltre, si continuerà la valutazione sistematica dei risultati attraverso il monitoraggio periodico del consu-mo di gel idroalcolico e la verifica dell’aderenza alle Linee Guida.L’obiettivo è quello di rendere permanente questo “battage”, affinché per tutta la comunità che opera all’interno dell’ospedale e/o accede ai servizi dell’USL l’igiene delle mani diventi un gesto automatico, così come è oggi automatico per tutti gli automobilisti allacciarsi la cintura o per i motociclisti indossare il casco.La campagna di comunicazione sull’igiene del-le mani, con cui abbiamo voluto promuovere un gesto semplice, fa parte di un programma più esteso ed articolato di prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza, già in atto e sostenuto da un gruppo dedicato di operato-ri della DMP, affinché l’ospedale sia un luogo sempre più sicuro.

Ignác Fülöp Semmelweis

Grafico 1

Tabella 1

Grafico 2

TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA 3

TRASFERITO NELLA NUOVA SEDE IL REPARTO DI NEFROLOGIA E DIALISI

Dal 26 maggio scorso il repar-

to di Nefrologia e Dialisi, diretto dal dott. Pier Eugenio Nebiolo, svolge la sua attività nei nuovi locali situati al piano -1 dell’o-spedale regionale “Parini”, tra i repar-ti di Rianimazione e di Radiologia. Gli utenti possono ac-cedere direttamente al nuovo reparto dall’in-gresso “C” dell’ospedale. I nuovi locali ospitano il Centro Dialisi, con 16

posti letto, e tre distinti ambulatori dedicati alle visite nefrologiche, alla dialisi peritoneale e alla gestione dei trapiantati. Rispetto alla pre-cedente ubica-zione, disposta su due piani, nel-la nuova sede il Centro Dialisi e gli ambulatori sono

collocati sullo stesso piano. La vecchia struttura, oramai inadeguata, ha ospitato il reparto per ben 33 anni.

L’inaugurazione ufficiale, alla presenza, tra gli altri, del Presidente della Regione e dell’As-sessore alla Sanità, Salute e Politiche sociali, è stata fissata per il 4 luglio.

Trasfusioni: dal Convegno di Rimini, il progetto del Centro Nazionale Sangue “Patient Blood Management”

di Pierluigi Berti – Direttore SC Immunoematologia e Medicina Trasfusionale ([email protected])

A Rimini, in occasione del 41° Convegno Nazionale della Società Italiana di Medici-

na Trasfusionale e Immunoematologia (SIMTI) tenutosi lo scorso maggio, è stato presenta-to il progetto “Patient Blood Management” (PBM), un nuovo approccio in Medicina Tra-sfusionale basato sullo spostamento dell’at-tenzione dal prodotto (sangue) al paziente (ricevente).Finora, infatti, la maggior parte degli sfor-zi per migliorare la qualità della trasfusione sono stati diretti a fornire un prodotto sempre più sicuro ed efficace, mentre relativamente meno attenzione è stata dedicata al migliora-mento della gestione del paziente che neces-sita di trasfusioni e delle strategie per preveni-re la trasfusione medesima.Gli obiettivi del progetto PBM sono quindi quelli di coniugare le esigenze di migliorare il trattamento, di ridurre il bisogno di trasfusio-ni e dei rischi ad esse associati, di ottimizzare le prestazioni erogate e di contenere i costi, mediante l’individuazione di strategie e tec-niche farmacologiche e non farmacologiche. Il progetto è stato stilato con la collaborazione delle Società Scientifiche interessate al pro-blema: oltre alla Società Italiana di Medicina Trasfusionale e Immunoematologia (SIMTI), la Società Italiana di Anestesiologia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI) e l’Associazione Nazionale Medici Direzione Ospedaliera (ANMDO), con l’intervento anche di esperti di ortopedia, emostasi e trombosi. Coinvolto anche il Coordinamento delle Asso-ciazioni e Federazioni dei Donatori Volontari di Sangue (AVIS, FIDAS, FRATRES, CRI).“Il sistema trasfusionale italiano – ha spiegato in una nota il Centro Nazionale Sangue - basa-to sulla donazione volontaria e non remunera-ta, con obiettivi strategici quali autosufficienza nazionale, qualità e sicurezza dei prodotti e appropriatezza dell’utilizzo clinico, negli ulti-mi anni è stato chiamato a confrontarsi con le nuove sfide poste dal federalismo, dall’integra-

zione europea, dall’evoluzione demografica e, non ultima, dalla sostenibilità, fattori che han-no richiesto e richiedono continui interventi sia normativi che di coordinamento e pianificazio-ne organizzativa, al fine di poter fornire efficaci risposte e garantire ai cittadini i richiesti Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria. Il contesto at-tuale è dunque caratterizzato dalla necessità di un continuo adattamento del sistema ai nuovi bisogni e lo sviluppo di una diversa, e cultural-mente innovativa, visione globale e multidisci-plinare di approccio ai problemi. Tale visione in-troduce oltre alle nuove acquisizioni scientifiche e tecnologiche anche la necessaria evoluzione di concetti consolidati quali ad esempio quello di autosufficienza, intesa non più come volta a soddisfare la domanda in sé, ma a garantire la appropriata disponibilità della risorsa sangue”.Il progetto PBM, accolto con favore dal Mini-stero della Salute, si basa sostanzialmente su tre pilastri strategici per la realizzazione del cambio di paradigma che caratterizza l’ap-proccio centrato sul paziente: 1) ottimizzazio-ne dell’eritropoiesi del paziente 2) riduzione al minimo del sanguinamento 3) sfruttamento e ottimizzazione della riserva fisiologica dell’a-nemia del singolo paziente. Ognuno di questi tre punti cardine rappresenta, rispettivamen-te, la risposta strategica a quadri clinici che possono causare outcome avversi e il ricorso

alla terapia trasfusionale allogenica, e cioè anemia, perdita ematica e ipossia, adottando una filosofia fondamentalmente preventiva: la trasfusione allogenica può essere mini-mizzata o addirittura evitata se si contrasta l’insorgenza delle situazioni cliniche che la rendono necessaria, mediante strategie co-ordinate di valutazione precoce del paziente.“L’obiettivo del progetto – ha aggiunto il di-rettore del Centro Nazionale Sangue dott. Giuliano Grazzini - è l’individuazione delle strategie e delle tecniche farmacologiche e non farmacologiche in grado di ridurre il ricorso alla terapia trasfusionale allogenica (e le evidenze scientifiche disponibili che le supportano), per applicarle inizialmente ai pazienti candidati a interventi di chirurgia ortopedica elettiva e, in una fase successiva, ai pazienti afferenti alle al-tre aree assistenziali chirurgiche. Sarà articolato nelle seguenti fasi: 1. elaborazione nel primo se-mestre del 2014 di linee guida multidisciplinari e condivise sul PBM. 2. stesura di un progetto scientifico che dimostri la significatività, la fat-tibilità e la trasferibilità delle linee guida con l’obiettivo di implementarle presso strutture ospedaliere individuate mediante criteri e requi-siti condivisi. 3. diffusione dei risultati scientifici e campagna di comunicazione. 4. eventuale di-sciplina normativa della materia”.Nel nostro ospedale il Comitato per il Buon Uso del Sangue (COBUS) ha già iniziato nel-la sua ultima riunione ad affrontare il tema del PBM, con l’intenzione di seguire attenta-mente gli sviluppi del progetto e di applicare anche nelle nostre pratiche ciniche i principi del PBM. Non ultimo, va sottolineato l’aspet-to della riduzione, a regime già evidenziata nelle nazioni ove il PBM è già stato adottato, dei costi legati alle condizioni cliniche che ri-chiedono la trasfusione allogenica, non solo in termini di prodotti ematici non utilizzati, ma anche di complicanze e di conseguenti misure diagnostiche e terapeutiche evitate per il paziente.

TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA4

INFORTUNI A RISCHIO BIOLOGICO NEL SETTORE SANITARIO: EVOLUZIONE NORMATIVA ED INTERVENTI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

di Anita Mombelloni – Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione ([email protected])

Tra le esperienze traumatiche che possono coinvolgere direttamente un operatore sani-

tario l’eventualità di ferirsi con un utensile (ago, bisturi) potenzialmente contaminato o di conta-minarsi con materiale a rischio rappresenta una delle più devastanti, non solo per l’operatore stesso ma anche per i suoi cari; l’ansia purtroppo è talvolta destinata a protrarsi per lunghi periodi in attesa che il ciclo dei controlli previsti nei pro-tocolli post-esposizione si completi.L’emergenza dei cosiddetti “infortunio a rischio biologico” nel comparto della sanità è sotto os-servazione da parte degli operatori della preven-zione da ben più di un decennio. In Italia già dal lontano 1986 il gruppo SIROH, (studio Italiano Ri-schio Occupazionale da HIV e patogeni emotra-smissibili) sotto la supervisione del Centro Epi-demiologico dell’Istituto “Spallanzani” di Roma e con la collaborazione di un centinaio di Strutture sanitarie a livello nazionale, ha promosso la rac-colta di dati finalizzati allo studio epidemiologico del fenomeno.Da oltre vent’anni questo programma di ricerca ha contribuito significativamente a livello nazio-nale ed internazionale alla determinazione del tasso di trasmissione occupazionale di HIV e HCV e all’identificazione dei fattori di rischio correlati, e ai progressi nella prevenzione e nella gestione post-esposizione degli incidenti che compor-tano un rischio occupazionale di infezione da agenti biologici a trasmissione ematica, svilup-pando raccomandazioni nazionali ed europee per la gestione delle esposizioni ad HIV, HBV e HCV (trasmissione paziente-operatore e opera-tore-paziente), inclusa la profilassi con antiretro-virali.Il SIROH ha contribuito con i propri dati e con l’esperienza accumulata in tema di prevenzio-ne a tutte le fasi del percorso che ha portato all’approvazione della Direttiva 2010/32/UE sul-la prevenzione delle punture e tagli nel settore ospedaliero e sanitario, e tuttora si adopera per l’implementazione di questa Direttiva, divenuta effettiva l’11 Maggio 2013 nei 27 Paesi dell’Unio-ne e recepita in Italia con D.Lgs.19 del 19/02/2014 entrato in vigore il 25/03/2014. Quest’ultimo te-sto normativo, introducendo all’interno del Testo Unico della Sicurezza il nuovo titolo X-Bis, di fatto formalizza definitivamente, caso mai ce ne fosse ancora l’esigenza, l’importanza di un impegno costante nell’ambito sanitario per l’attivazione di tutte le misure di prevenzione (valutazione del

rischio, dotazione di sistemi con meccanismo di sicurezza, formazione/addestramento degli ope-ratori) per la prevenzione delle esposizioni ad agenti biologici.In Italia gli operatori sanitari dipendenti del SSN sono circa 450.000 (di cui 111.000 medici e 276.000 infermieri). Con il 41% di incidenza, l’esposizione al rischio biologico rappresenta l’infortunio occupazionale più frequentemente segnalato tra gli operatori sanitari (seguito dai “traumi” al 30%); delle esposizioni accidentali se-gnalate una su tre coinvolge materiale biologico derivante da un paziente affetto da una patolo-gia infettiva trasmissibile per via ematica; in Italia si stimano circa 100.000 esposizioni percutanee/anno; il dato è corretto per il tasso di “mancata notifica” che, nel nostro Paese, è stimato essere del 50% (a significare che la metà delle esposizio-ni percutanee non viene segnalata).Le 70.810 esposizioni percutanee (ovvero da taglio) , documentate dal SIROH tra il 1994 ed il 2011, presentano la seguente distribuzione in termini di stato sierologico del paziente fonte: da fonte negativa per HIV, HCV, HBV 47%; da fon-te non testata 18% ; da fonte non identificabile: 15%; da fonte positiva per almeno uno dei tre patogeni testati (HIV, HCV, HBV) 20%.Il fenomeno degli infortuni a rischio biologico è stato studiato anche in Azienda USL VDA dal Ser-vizio Prevenzione e Protezione, che ha raccolto con continuità i dati relativi al fenomeno infor-tunistico, elaborando statistiche per il triennio 2011/2013.Grafico 1: prevalenza annuale delle ferite e lesio-ni a rischio biologico Grafico 2: distribuzione delle tipologie di infortu-nio a rischio biologicoGrafico 3: agenti delle lesioni a rischio biologicoGrafico 4: attività sanitaria correlata all’infortu-nio da lesione percutaneaCome si deduce dai grafici, i dati riscontati nell’Azienda USL relativamente al fenomeno sono sovrapponibili a quelli ottenuti su scala nazionale e, per effetto ed in applicazione della normativa comunitaria ed italiana, hanno deter-minato una riflessione sull’esigenza di adottare anche nella realtà aziendale, per le tipologie di attrezzature per cui risultano disponibili, i cosid-detti “Dispositivi per la prevenzione delle ferite da ago” (NPD).Il percorso, già attivato da tempo, ha portato alla sostituzione dei dispositivi per i quali la

valutazione del rischio (vedi grafico n.3) aveva dimostrato la maggiore entità del rischio: aghi a farfalla, aghi cannula, oltre agli aghi per emo-gasanalisi.La formazione ed addestramento sull’uso co-stituisce un ulteriore passaggio che, unito ad una attenta gestione dei rifiuti sanitari, ci si au-gura possa nel tempo determinare un costan-te e significativo decremento degli infortuni di questa tipologia. Parallelamente a questo, una maggiore attenzione e coinvolgimento sull’uso dei Dispositivi di Protezione Individuale (guanti, schermi, occhiali) nella pratica clinica dovrebbe determinare una riduzione del numero delle esposizioni da contatto muco-cutaneo.

USL IN ASCOLTO ALLA CITTADELLA DEI GIOVANI - RINASCE IL CAOS

In seguito ad una serie di incontri di va-lutazione e l’analisi dei dati emersi dal

lavoro del Ser.D sono nate alcune rifles-sioni sui bisogni dei ragazzi, dei giovani adulti e delle loro famiglie. In questi ultimi anni abbiamo assistito ad una mutazione profonda dei bisogni evolutivi dei giovani e delle difficoltà che incontrano in questo percorso. La prima iniziativa promossa per comprendere maggiormente il fenomeno e rispondere adeguatamente ai bisogni è far

rinascere il CAOS….una contraddizione in termini …no, in realtà il Caos è l’acronimo di Centro di Ascolto Alcol, O Sostanze. La finalità è di offrire uno spazio di consulen-za e ascolto anonimo e gratuito aperto ad adolescenti, giovani adulti, famiglie, con-sumatori e abusatori che hanno bisogno di incontrare in un luogo neutro chi li possa ascoltare, senza giudizio ne pregiudizio. Al Centro si può trovare un operatore qualifi-cato che ascolta, decodifica i bisogni, i ri-

schi legati ad uno sviluppo difficile e le stra-tegie adatte al perseguimento del benesse-re psico-fisico. Il Centro inoltre offre consu-lenza e formazione specifica agli adulti che si occupano di giovani, come insegnanti ed educatori. La Cittadella dei Giovani di Aosta offre gli spazio per la realizzazione il pro-getto che in questa fase di avvio sarà attivo tutti i mercoledì pomeriggio dalle 14 alle 17, con accesso libero.

GRAFICO 1

GRAFICO 2

GRAFICO 3

GRAFICO 4

TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA 5

La gestione dell’ipertensione arteriosa. Il 10 maggio, al “Parini”, si è tenuto un incontro tra specialisti e medici di famiglia

A cura degli operatori della SC Medicina Interna

Sabato 10 maggio si è tenuto al “Parini” di Aosta un incontro organizzato dall’Am-

bulatorio per la diagnosi e la cura dell’iper-tensione arteriosa, parte integrante della SC Medicina Interna, sul tema: “CONFRON-TO CON LE LINEE GUIDA EUROPEE 2013 SULLA GESTIONE DELL’IPERTENSIONE AR-TERIOSA” .All’incontro hanno partecipato il persona-le del Dipartimento delle Medicine a larga diffusione del nostro ospedale ed i medici di assistenza primaria operanti sul territo-rio valdostano che, dal 2003, sono coinvolti nel “Percorso ipertensione in VDA”. Il Presidente dell’Ordine dei medici, Roberto Rosset, ha moderato gli interventi dei relato-ri. Sabina Modesti ha esposto i punti salienti delle Linee Guida più recenti suggerendo le strategie da adottare in collaborazione con i medici di assistenza primaria; Alessandro Lisi ha sottolineato l’importanza del monitoraggio dinamico della pressione arteriosa delle 24 ore e dell’automisurazione pressoria a domicilio, dettandone le indicazioni e le regole.Il direttore del reparto di Medicina, Giulio Do-veri, ha presentato le ultime novità sul sog-getto iperteso e diabetico ad alto rischio car-diovascolare. Infine, Giampaolo Carmosino e Franco Rabbia (proveniente quest’ultimo dal Centro Ipertensione dell’Ospedale Molinette di Torino) hanno fatto il punto sulla diagnosti-ca e sulla terapia dell’ipertensione resistente al trattamento. Durante l’incontro è stata ribadita la necessità dell’impegno congiunto degli specialisti e dei medici di medicina di assistenza primaria nel far aderire il soggetto iperteso ad una seria modifica degli stili di vita. La dieta povera di sale, l’astensione dal fumo, una modica assun-zione di alcool e l’attività fisica sono sempre di più considerate alla base della terapia dell’i-pertensione arteriosa e della prevenzione del

rischio cardiovascolare globale.L’ambulatorio dell’Ipertensione, situato al se-condo piano dell’Ospedale “Parini, ha parte-cipato alla X Giornata Mondiale contro l’Iper-tensione arteriosa (tenutasi il 17 maggio) pro-muovendo, con il coinvolgimento dei medici di assistenza primaria, la compilazione di questio-nari inviati dagli esperti della SIIA (Società Ita-liana dell’Ipertensione Arteriosa) con il fine di valutare il grado di conoscenza delle persone rispetto all’ipertensione.In considerazione della rilevanza delle modifi-che dei comportamenti rispetto all’ipertensio-ne arteriosa è in fase di avvio un progetto di educazione al soggetto iperteso.L’Ambulatorio Ipertensione sarà supporta-to dall’Ambulatorio Infermieristico Nonostante il recente pensionamento di una risorsa storica infermieristica si è riusciti a man-tenere e a potenziare il nostro Ambulatorio Infermieristico. Attualmente sono operativi gli infermieri Roberta Courthoud, Silvana Fiou, Paola Marana, Paola Meneghini e Pascale Eli-sabetta coordinati dalla RPD Romina Raso. L’amministrativa di riferimento è la Sig.ra M. Giuseppina Cusano.Ambulatorio infermieristicoL’ambulatorio infermieristico nasce nel maggio 2013, per volontà del Direttore di SC Medicina Interna, Giulio Doveri, e sotto il coordinamen-

to della CI Monica Ilgrande al fine di ga-rantire una dimissione sicura del malato dall’ospedale verso il domicilio e al fine di continuare la presa in carico della persona affetta da patologie croniche invalidanti come diabete, ipertensione, scompenso cardiaco, embolia polmonare, patologie a carico dell’osso e del sistema emopoietico, disturbi reumatologici ed endocrinologici nonché allergopatie. È stato quindi inserito una modalità ope-rativa condivisa tra attività di degenza ed

ambulatoriale definita all’interno della proce-dura “Follow-up degli assistiti dopo la dimis-sione ospedaliera” (PR O2) dalla S.C. di Medi-cina Interna con l’obiettivo di effettuare una valutazione sull’andamento della patologia e aiutare il paziente o il caregiver nel raggiunge-re la consapevolezza della malattia e nel saper-la gestire e controllare, offrendo un punto di riferimento per ridurre l’eventuale ansia degli utenti dimessi dall’ospedale.L’infermiera monitorizza il paziente dimesso nel seguente modo: Visita infermieristica ambulatoriale (circa 6-7 giorni dopo la dimissione ospedaliera)Telefonata al domicilio dell’utente (circa 5 giorni dopo la dimissione rivolta alle persone con difficoltà di spostamento verso l’ambula-torio del Presidio).Visita di controllo in ambulatorio speciali-stico di medicinaIl medico dimettente contatta telefonicamen-te il medico di base.Il supporto ai pazienti dimessi dalla nostra struttura è stato potenziato grazie all’introdu-zione della procedura “Prestazioni post rico-vero” PR03, dal mese di febbraio 2014, anche al fine di ridurre il ricorso al ricovero da Pronto Soccorso entro 30 giorni dalla dimissione e di erogare delle prestazioni ambulatoriali in post ricovero.

La sanità valdostana su Radio Proposta in Blu

Si è concluso con successo il 2° ci-clo di trasmissioni che ha visto

come protagonisti medici, vete-rinari, psicologiDopo una prima edizione “di collaudo” (2012-2013) si è con-clusa con notevole successo di ascolti il 2° ciclo della trasmis-sione intitolata “Star bene, l’esperto risponde”, dedicato ai temi della sanità. Grazie alla rinnovata collaborazione tra l’A-zienda USL (attraverso la SC Co-municazione) e l’emittente radiofonica Radio Proposta in Blu, numerosi esperti dell’Azienda Sanitaria valdostana si sono alternati ai micro-foni, dal novembre 2013 al mese di giugno

2014, per illustrare i servizi offerti, le novità in campo medico, le

principali patologie, le indica-zioni per mantenere o attivare

sani e corretti stili di vita. Le trasmissioni, condotte dalla giornalista Paola Borgnino, sono andate in onda in di-retta il martedì mattina (con cadenza quindicinale), alle ore 09:35 (con re-plica il mercoledì

alle ore 17:35). La terza edizione riprenderà in autunno. È possibile ascoltare o riascoltare ogni singola puntata (in formato mp3) sul sito web dell’Azienda USL

www.ausl.vda.it – Area Stampa – sezione Au-dio/Video. Di seguito i nomi dei protagonisti dell’ultima edizione: Carlo Poti, Marina Verardo, Emilio Bazzocchi, Gianmauro Numico, Antonio Colotto, Alfredo Mattioni, Alessandro Sezian, Sonia Cid Y Bic, Piergiorgio Montanera, An-drea Perruquet, Edo Bottacchi, Paolo Borrelli, Roberto Novati, Anna Maria Beoni, Pierluigi Berti, Giuseppe Cafforio, Rodolfo Riva.Anche il Direttore generale, Lorenzo Ardissone,

è stato ospite di Radio Proposta in Blu in due trasmissioni mattutine dedica-te rispettivamente al tema dei volon-tari del soccorso (con Paolo Ferrero) e alla promozione della Giornata nazio-nale dello Sport (con Giorgio Galli).

(gg)

Paola Borgnino e Pierluigi Bertinella redazione di RPB

TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA6

Quarant’anni di Geriatria in Valle d’Aostadi Maria Paola Antonietti – dirigente medico SC Geriatria ([email protected])

Eh sì, sono proprio tanti gli anni di presenza del nostro reparto in Valle d’Aosta: una ge-

nerazione verrebbe da dire, per mantenere una tipica espressione di demografia.Le pagine della Geriatria sul sito internet azien-dale elencano dettagliatamente i servizi offerti e le modalità di accesso alla divisione. Mi ver-rebbe voglia di provare, come fossi un privato cittadino, di controllare per vedere se tutto corrisponde. Ma poi ci ripenso e lascerò ad altri, se vogliono, l’esperienza. Appro-fitterò della consuetudine di frequenta-zione per intervistare il nostro primario, pardon, direttore di struttura complessa. La struttura organizzativa resta importan-te, perché è il telaio che regge il lavoro. Però nelle istituzioni si muovono le perso-ne, che sono quelle che incontriamo tutti i giorni e che, alla fine, danno qualità alla struttura stessa. E ancora, il lavoro d’éq-uipe è la chiave di volta dell’organizzazio-ne sociale contemporanea, la leadership nondimeno è la bussola che indica la di-rezione di rotta.Incontro così il dottor Paolo Bonino nel suo studio, al primo piano del Beauregard, forte di aver fissato un formale appuntamento. Dopo aver fatto un po’ di spazio ai miei fogli di appun-ti, il dottor Bonino si dispone concentrato a ri-spondere alle domande.

D. Geriatria per acuti, Geriatria Lungoassi-stenza, Geriatria Riabilitativa: perché tanti reparti, qual è la loro peculiarità?R. L’articolazione dell’organizzazione e del la-voro in sezioni differenti è finalizzata a dare ri-sposte più precise e adeguate alle persone che accedono al nostro reparto; alle tre sezioni che hai elencato aggiungerei anche il Day Hospital/Day Service che è un ulteriore modo di rispon-dere ai bisogni dei nostri pazienti. La sezione Acuti è deputata alla diagnosi e trattamento intensivo e integrato nella fase di acuzie degli anziani affetti da patologie ad alto rischio invalidante età correlate e degli anziani “fragili”, affetti da polipatologia. Risponde ai bisogni di valutazione diagnostica, imposta-zione terapeutica, stabilizzazione clinica in un ambiente idoneo per un paziente avanti negli anni.La sezione Riabilitativa è deputata al recupero funzionale e del massimo di autonomia possi-bile per i pazienti anziani affetti da patologie invalidanti nella fase di post acuzie, in partico-lare dei pazienti con ictus cerebri e fratture di femore. La sezione offre valutazione multidi-mensionale e multi professionale, rieducazione funzionale e programma di dimissione protetta al domicilio o in struttura.La SS Lungoassistenza Riabilitativa ricovera pazienti affetti da disabilità fisica o psichica che, dopo aver superato la fase critica della patolo-gia, non possono ancora ritornare a domicilio per la persistente riduzione dell’autonomia funzionale, per fragilità clinica, o per difficile

compenso. Sovente è necessario prevedere un progetto di dimissione protetta al domicilio o in struttura previa valutazione multidimensionale e UVMD. Di norma questi pazienti richiedono un’ulteriore stabilizzazione clinica e un periodo di rieducazione funzionale finalizzato al recu-pero dell’autonomia funzionale possibile pur presentando una minore resistenza al training riabilitativo.

Il Day Hospital/Day Service è il luogo deputa-to a valutazioni multidimensionali, esecuzione di accertamenti, terapie, trasfusioni, periodi di riabilitazione per pazienti anziani per limitare i disagi dovuti a ripetuti accessi al presidio ospe-daliero o a una degenza vera e propria.

D. La SC Geriatria è quindi solidamente pre-sente in ospedale, qual è la sua visibilità e il suo ruolo sul territorio?R. La SC Geriatria è nata in ospedale e in questo ambito svolge la maggior parte del proprio la-voro. Per sette anni la sezione acuti è stata pre-sente presso l’ospedale “Parini” e solo dall’anno scorso ci siamo “ricompattati” al Beauregard. La vocazione principale della Geriatria in Valle d’Aosta è quella di intercettare l’anziano fragile che accede all’ospedale valutando i suoi biso-gni secondo il metodo della Valutazione Multi-dimensionale, curandolo secondo i criteri della proporzionalità e della adeguatezza delle cure ed infine progettando con lui, con i suoi fami-gliari e con gli operatori del territorio il miglior percorso per una “dimissione protetta” al do-micilio o in una struttura adeguata alle sue ne-cessità. Il collegamento con il territorio è quindi fondamentale ed è per questo che da sempre svolgiamo attività specialistica ambulatoriale nei principali poliambulatori della Valle. Inoltre, quando le risorse mediche ce lo permettono, facciamo visite e valutazioni a pazienti ospiti di strutture o a domicilio, qualora gravemente dipendenti. Tuttavia il principale collegamen-to con il territorio è il rapporto con i medici di medicina generale, con i servizi infermieristici e riabilitativi del territorio e con le assistenti sociali territoriali. Con loro quotidianamente ci coordiniamo per seguire i pazienti che si rivol-gono al nostro reparto. Negli ultimi mesi stiamo sperimentando come reparto pilota sistemi di

Telemedicina per ridurre la degenza in ospeda-le, spesso causa di complicanze anche gravi in soggetti fragili, e, in seconda battuta, per pre-venire eventuali ricoveri.

D. Il geriatra è importante solo per ragioni meramente demografiche? E ancora, che cosa possiamo aspettarci di speciale dall’in-tervento di un geriatra?

R. Come ho già detto prima quello che ca-ratterizza in modo particolare il Geriatra, il nostro principale “strumento di lavoro”, è la Valutazione Multidimensionale che ci consente di estrapolare tutti i bisogni dei nostri pazienti: bisogni clinici, assistenzia-li, sociali. Teniamo conto che l’anziano ge-neralmente soffre di più patologie, molte volte croniche, e vive in una situazione sociale che contribuisce ad aggravare la sua fragilità. Per questo, anche se spesso non “facciamo guarire”, sempre ci “pren-diamo cura”. Ad esempio, un malato di Alzheimer certamente non guarirà, ma possiamo seguirlo in modo che manten-

ga il più possibile le attività della vita quotidia-na - vestirsi lavarsi, nutrirsi, muoversi - e possa farlo nel contesto affettivo più adeguato.

D. Quali sono i punti di forza della SC di Ge-riatria valdostana?R. Quarant’anni di Geriatria in Valle d’Aosta sono una storia importante. I miei predecessori hanno costruito nel tempo una rete di servizi invidiata in Italia, che consente di dare risposte articolate e personalizzate agli anziani e ai loro familiari. Ora noi, come direttore insieme a tutti gli operatori del reparto, continuiamo a credere in questo modello, rinforzandolo e mantenen-do alto il livello di formazione e competenza del personale sanitario e assistenziale. L’équipe medica e infermieristica è veramente motivata a questi obiettivi.

D. Quali invece i punti di debolezza?R. Forse il fatto che a volte ci facciamo trascinare dalla crisi di valori umani e di solidarietà che at-tualmente attraversa e investe l’intera struttura sociale in Italia, … e non solo; così ci capita di rispondere per “prestazione” invece di affronta-re i problemi dei nostri pazienti nella loro in-terezza, anche se questo richiede più tempo e più energia.

L’intervista termina qui, ma il lavoro nella SC di Geriatria continua ogni giorno con costanza e determinazione.

Ne approfittiamo per ringraziare la dott.ssa Maria Paola Antonietti, neo componente del Comitato di Redazione, per la stesura di questo articolo, re-alizzato sotto forma di intervista al dott. Bonino, che ben illustra le peculiarità e anche la comples-sità del reparto di Geriatria. Grazie da parte di tutta la redazione.

TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA 7

È INIZIATA LA REVISIONE DEL WEB AZIENDALE

Dopo l’assegnazione della gestione del sito web e della intranet aziendale alla SC Comunicazione da parte della direzione aziendale, un gruppo di lavoro si

è subito messo all’opera per rivedere la struttura e l’organizzazione del sito internet www.ausl.vda.it ad iniziare dal restyling della home page. Oggi i siti invecchiano in fretta e il nostro, nonostante le migliorie apportate nel corso degli ultimi anni per renderlo sempre più vicino alla filosofia 2.0, ha comunque bisogno di essere svec-chiato. Sempre meno sito vetrina e sempre più strumento di informazione costante e capillare e di interattività con i cittadini. Le informaziwoni oggi presenti verranno riorganizzate in modo più semplice ed intuitivo, la navigabilità sarà migliorata, le notizie sulla home page privilegeranno contenuti, immagini e video. L’allargamento ai social network è oramai indispensabile per dialogare con i cittadini e così, come già fatto da altre istituzionali (Regione, Comune di Aosta, CELVA) Twitter, Facebook, Youtube entreranno a pieno titolo nel novero degli strumenti di comunicazione.L’estate sarà un periodo di costante lavoro per mantenere l’obiettivo che ci siamo posti. La presentazione del sito, nella sua nuova veste e nelle sue nuove funzionalità, è infatti prevista per il prossimo mese di ottobre. (gg)

L’Oncologia si fa in Retea cura di Elisa Pasini – SC Comunicazione ([email protected])

“CAS” cosa? Lo so, i CAS sono i Centri Accoglienza Servizi per i pazienti oncologici 

Nella nostra Azienda sono stati individuati nove Centri di Accoglienza Servizi, ciascu-

no con tre referenti (un medico, un infermiere e un amministrativo) e un percorso definito di cura del paziente oncologico: l’obiettivo am-bizioso e irrinunciabile dell’Azienda è offrire per ogni tipo di tumore qualità delle cure, dia-gnosi tempestive, stadiazione e presa in carico globale. Insieme ad Oscar Bertetto, Direttore del Di-partimento Rete oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta, Francesco Arnoletti, Diret-tore sanitario dell’Azienda, Piero Gaillard, Di-rigente Servizio regionale Sanità ospedaliera e mobilità, e Gianmauro Numico, direttore della SC Oncologia, sono stati coinvolti più di 50 operatori all’incontro del 22 maggio, col compito di fare il punto sul funzionamento e l’organizzazione attuale dei CAS aziendali. Dopo la condivisione delle funzioni dei CAS secondo il modello della Rete Oncologica, la proposta di organizzazione interna discussa per la nostra Azienda tiene conto di precisi

fattori. In base alla tipologia tumorale vi sono percorsi consolidati e altri in via di definizio-ne che implicano aspetti organizzativi come la gestione delle agende dedicate per l’ese-cuzione degli esami radiologici, la program-mazione di accertamenti e visite, la referta-zione come registrazione della prestazione “visita CAS” e la riorganizzazione delle funzio-ni del personale del reparto. Un compito im-portante del CAS sarà la valutazione precoce dei bisogni infermieristici, sociali e psicologici,

per consentire una presa in carico tempestiva e globale. Oltre a risolvere tali questioni, nel prossimo fu-turo si sta infine valutando, in linea con quan-to avviene già ora in Piemonte, di introdurre una esenzione provvisoria per patologia on-cologica da attivare a seguito della visita CAS: questo consentirebbe di evitare il pagamento del ticket per l’esecuzione degli accertamenti necessari alla diagnosi e alla stadiazione della neoplasia.Affinché i CAS siano effettivamente le porte di accesso e accoglienza di tutti i pazienti onco-logici è necessario che i medici di assistenza primaria ne conoscano l’esistenza e il funzio-namento per indirizzare correttamente i mala-ti che hanno in carico. Ecco allora di seguito il nome e il recapito di ciascun CAS. Per saperne di più, leggete i documenti cari-cati in Andromeda, nella cartella \Direzione\Rete oncologica Piemonte - Valle d’Aosta, che si auspica diventi uno strumento di condivisio-ne delle informazioni.

CAS Referente medico

Referente infermieristico Referente amministrativo

Orario di apertura Modalità di prenotazione

Oncologia ed ematologia oncologica Fulvia Grasso Luciana Luciani Daniela Treves Lunedì – Venerdì 8.00 – 16.00 Diretta o telefonica 0165-543608

Chirurgia Toracica – neoplasie della mammella

Rosa Berti Franca Diemoz Ivana Esposito Tramite CUP. Accesso diretto dallo screening

Chirurgia Toracica / Pneumologia - Neoplasie del polmone

Paolo Baderna Giovanni Donati

Alessia Martinet Ivana Esposito Lunedì – venerdì 8.00–15.00 Diretta o telefonica 0165-543382

Chirurgia Generale – neoplasie dell’apparato digerente

Aurelio Gatti Fabio Persico

Zaira Forestiero Loredana DonàJosianne GodiozSara Dematteis

Giuliana Bacchi Marinella Sartori

Lunedì – venerdì 8.00–15.00 Day hospital Borgnalle; Segreteria SC Chirurgia generale

Otorinolaringoiatria – neoplasie del Distretto cervico Cefalico

Chiodo Domenico

Gabriella Delfino

Fanny Aguettaz

Lunedì e mercoledì8.00 – 10.00

Telefonica 0165-543990

Neurologia – neoplasie del SNC Susanna Cordera

Viviana Resburgo

Ida Perrino Lunedì – Venerdì; 9.00–11.00 Telefonica0165-543326

Urologia – neoplasie urologiche Baldassarre Emanuele

Buzzelli Carla Da organizzare Da organizzare

Ginecologia – neoplasie ginecologiche Claudio Robba Santa Polimeni Lucia Noussan

Mercoledì 8.00-12.00

Telefonica 0165-545555

Dermatologia – neoplasie dermatologiche Maurizio Norat Stefania Vevey Anna Millet Venerdì 9.00-12.00 Prenotazione tramite CUP

TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA8

DIARIO DI BORDO A cura della SC Comunicazione

Inaugurazioni, convegni, conferenze stampa

9 e 16 aprileAosta, Hostellerie du Cheval BlancCORSO PER DIRIGENTI E PREPOSTI AI SENSI DEL D.LGS. 81/2008

Il percorso formativo, promosso dal Servizio di Prevenzione e Protezione dell’AUSL, è nato con lo scopo di sensibilizzare dirigenti e preposti sul ruolo che ricoprono in materia di salute e sicurez-za sul lavoro all’interno dell’Azienda, anche per contribuire al miglioramento dell’intero sistema di prevenzione e protezione aziendale. Nelle due giornate formative sono stati illustrati i contenuti dell’art. 18 del D.Lgs. 81/2008 e s.m. “Obblighi del datore di lavoro e del dirigente” e dell’art. 19 “Ob-blighi del preposto”. Tra i relatori erano presenti Anna Guardavilla, giurista, Pasquale Longarini, magistrato presso la Procura della Repubblica di Aosta, Anita Mombelloni, RSPP dell’Azienda USL.Tutti gli atti del corso sono disponibili sul sito web aziendale.

17 aprile - Sede USLUNICEF RICONFERMA L’AZIENDA USL “OSPEDALE AMICO DEI BAMBINI”Cerimonia di consegna della Pergamena “Ospe-dale amico dei bambini” da parte dell’UNICEF.

Si tratta in realtà di una riconferma dal momen-to che, grazie al lavoro svolto da tutta l’équipe del Dipartimento materno-infantile, l’ospedale aveva già ottenuto nel 2010 questo prestigioso riconoscimento. Alla cerimonia sono intervenuti Giacomo Guerrera, Presidente UNICEF Italia, Eli-sa Chapin, Responsabile Ospedale & Comunità Amici dei bambini, Ester Bianchi, Presidente Co-mitato UNICEF Valle d’Aosta, Cesare Arioni, Diret-tore del Dipartimento materno-infantile, Marisa Bechaz e Roberto Wetzl, rispettivamente pas-sata referente e attuale referente aziendale del progetto “Ospedale amico dei bambini – Baby

Friendly Hospitals”, Loredana Tessarin, RPD del Dipartimento materno-infantile. Alla cerimonia hanno presenziato l’Assessore alla Sanità, Anto-nio Fosson, e il Direttore generale dell’Azienda, Lorenzo Ardissone.

5 maggio – Giornata mondiale dell’igiene delle maniBIBLIOTECA OSPEDALE “PARINI” – CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE

Anche nell’anno in corso l’AUSL ha aderito alla Giornata mondiale dell’igiene delle mani che aveva per tema “per salvare delle vite: l’igiene delle mani”. L’obiettivo è ancora una volta quel-lo di favorire l’azione del lavaggio delle mani o della frizione con gel idroalcolico per migliorare in modo consistente e duraturo il controllo della diffusione delle infezioni correlate all’assistenza. L’Azienda ha coniato lo slogan “La salute è nelle nostre mani” (vedere articolo a pag.2). La cam-pagna di sensibilizzazione e di comunicazione, insieme ai dati statistici degli anni precedenti, sono stati presentati agli organi di informazione nel corso di una conferenza stampa all’interno della biblioteca ospedaliera. Erano presenti Fran-cesco Arnoletti, Direttore sanitario USL, Chiara Galotto, Direttore di presidio ospedaliero, Rober-to Novati, dirigente medico presso DMP, Marisa Mastaglia, assistente sanitaria presso DMP.

8 maggio – Sede della Guardia di Finanza di AostaSIGLA DEL PROTOCOLLO DI INTESA TRA AZIENDA USL E GUARDIA DI FINANZA DELLA VALLE D’AOSTA PER IL SOCCORSO A PERSONE INFORTUNATE NEGLI AMBIENTI IMPERVIÈ stato siglato l’8 maggio scorso un protocollo di intesa tra Stazioni del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Entrèves e Cervinia (Stazio-ni S.A.G.F.), entrambe dipendenti dal Comando Regionale della Guardia di Finanza di Aosta, e Direzione generale dell’Azienda USL. Le firme sono state apposte dal Comandante regionale della Guardia di Finanza, gen. Gustavo Ferrone, e dal Direttore generale dell’AUSL, dott. Lorenzo Ardissone. Il protocollo disciplina i rapporti di stretta collaborazione e di integrazione funzio-nale e operativa tra le stazioni S.A.G.F. di Entrèves

e Cervinia e la Centrale operativa 118 di Aosta, al fine di garantire il soccorso a persone infortuna-te o in stato di pericolo negli ambienti naturali impervi. In occasione della firma del protocollo di intesa erano anche presenti il dott. Enrico Vi-setti, Direttore del Dipartimento anestesiologico e responsabile sanitario dell’elisoccorso e il dott. Massimo Pesenti Campagnoni, Direttore del Di-partimento di Emergenza e Accettazione e re-sponsabile del soccorso sanitario 118.

23 maggioAosta, Hostellerie du Cheval BlancCONVEGNO SUL TEMA “BED MANAGEMENT: ESPERIENZE NAZIONALI A CONFRONTO”

Il convegno, promosso e organizzato dalla Dire-zione Medica di Presidio, ha rappresentato da un lato l’opportunità di presentare pubblicamente, per la prima volta in Italia, l’esperienza del no-socomio aostano, in termini di analisi statistica dei dati di ricovero; dall’altro la possibilità di confrontarsi con altre realtà ospedaliere italiane che hanno avviato analoghi percorsi progettua-li. A questo proposito sono intervenuti i Diretto-ri medici ospedalieri degli ospedali di Novara, Alessandria, Lucca, Roma e Bologna. Ricordiamo che nell’ospedale regionale “Parini” la funzione di Bed Management è attiva dal 2012 e i risultati conseguiti sono periodicamente presentati ai professionisti interessati

27 maggioBiblioteca regionale di AostaCONFERENZA SUL TEMA “I DISTURBI ALIMENTARI IN VALLE D’AOSTA”Un pubblico numeroso ha seguito le relazioni di Antonio Colotto, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale, e di Anna Maria Beoni, Re-sponsabile del Centro per i disturbi del compor-tamento alimentare. È seguita la testimonianza

TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA 9

di Adele Sinisi. La conferenza è stata promossa e organizzata dalla Presidenza del Consiglio regio-nale con il patrocinio di Assessorato alla Sanità e Azienda USL.

28 maggio Biblioteca regionale di AostaCONVEGNO DAL TITOLO “SCLEROSI MULTIPLA PROGRESSIVA: RICERCA E TERAPIE”Promosso dall’AISM (Associazione Italiana Scle-rosi Multipla) sezione Valle d’Aosta, con il patro-cinio dell’Azienda USL, il convegno ha visto la presenza – per l’AUSL VdA - del dott. Edo Bottac-chi, Direttore della SC Neurologia, in qualità di re-latore. L’iniziativa era inserita nel programma (H) Open Day Sclerosi Multipla, promosso da O.N.Da – Bollini Rosa.

3 giugno – Sala conferenze Ospedale regionale “Parini”CONFERENZA-DIBATTITO SUL TEMA “LA RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE DEL MEDICO TRA LUCI E OMBRE”L’evento è stato promosso dalla Segreteria re-gionale dell’ANAAO ASSOMED (Segretario Pie-ro Sirianni) con il patrocinio dell’Azienda USL e dell’Ordine dei Medici della VdA. I temi trattati sono stati quelli della responsabilità professio-nale del medico dirigente (Luigi Longo), della tutela legale e autoassicurazione (Gianluca Za-noni), dell’esperienza assicurativa nell’Azienda USL VdA (Daniela Tarello), della responsabilità professionale in campo civile, penale e ammini-strativo (Paolo Sammaritani).

4 giugno – Sede Azienda USLSIGLA DEL PROTOCOLLO DI COLLABORAZIONE TRA LE FORZE DELL’ORDINE DELLA VALLE D’AOSTA E L’AZIENDA USL - NUCLEO PSICOLOGICO PER L’EMERGENZA

Con tanto di cerimonia ufficiale alla presenza di pubblico e giornalisti è stato siglato mercoledì 4 giugno il protocollo di collaborazione tra le Forze dell’Ordine operanti in Valle d’Aosta e l’A-zienda USL-Nucleo Psicologico per l’Emergenza (NPE). L’obiettivo del protocollo è quello di defi-nire le modalità di attivazione del Nucleo Psico-logico per l’Emergenza allo scopo di collaborare con le Forze dell’Ordine nel supportare, sulla sce-na di un evento traumatico ad elevata criticità, i protagonisti, i familiari e le persone coinvolte direttamente o indirettamente nell’evento stes-so. Il NPE avvierà, nel breve-medio termine, per-corsi formativi destinati alle Forze dell’Ordine su

tematiche inerenti la psicologia dell’emergenza e la gestione di situazioni critiche. Ad oggi sono sette gli psicologi che garantiscono la regolarità del servizio. Gli stessi possono essere attivati dal-la centrale operativa 118, dal Pronto Soccorso, dalla Rianimazione, oltre che dalla Protezione Civile. Con il protocollo siglato il 4 giugno si di-sciplinano anche le modalità di attivazione da parte delle Forze dell’Ordine. Ricordiamo che analogo protocollo venne già siglato nell’aprile 2012 tra l’Azienda USL e Questura di Aosta. Ora è stato esteso a tutte le Forze dell’Ordine operanti in Valle d’Aosta.Alla cerimonia erano presenti:Per l’Azienda USL Valle d’AostaLorenzo Ardissone – Direttore generale Francesco Arnoletti – Direttore sanitario Daniela Tarello – Direttore amministrativo Elvira Venturella – Responsabile della struttura di Psicologia Clinica Ospedaliera e del Nucleo Psi-cologico per l’Emergenza e Presidente dell’asso-ciazione “Psicologi per i Popoli – Emergenza Valle d’Aosta”Per le Forze dell’OrdineMaurizio Celia – Questore di AostaMassimiliano Rocco – Comandante del Coman-do CarabinieriGustavo Ferrone – Comandante regionale della Guardia di FinanzaFabio Fiore – Comandante del Corpo Associato di Polizia Locale di Aosta, Charvensod, Gressan e Sarre – Police de la PlaineFlavio Vertui – Comandante del Corpo forestale della Valle d’Aosta

10 giugno – Aosta, Salone delle manifestazioni di Palazzo regionaleCONFERENZA SUL TEMA “TORNARE A VIVERE DOPO IL TRAUMA”Un affollato salone delle manifestazioni di Palaz-zo regionale ha ospitato la conferenza che aveva il duplice scopo di focalizzare l’attenzione sui de-vastanti effetti del trauma psicologico nella vita delle persone e di presentare l’innovativa tecnica terapeutica dell’EMDR, validata scientificamente e utilizzata anche dal servizio sanitario pubblico, come nel caso dell’Azienda sanitaria valdostana. Ospite dell’importante evento, con una relazio-ne dedicata al trauma e alla sua cura, è stata Car-men Isabel Fernandez Reveles, Trainer ufficiale di EMDR in Italia, Presidente dell’Associazione nazionale e Vice Presidente dell’Associazione europea di EMDR. Il tema del trauma nella psi-copatologia è stato trattato da Antonio Colotto, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda USL, mentre è stata affidata ad Al-fredo Mattioni – promotore dell’evento – la pre-sentazione della struttura da lui diretta e i primi dati di attività.

Alessandro Trento, Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Valle d’Aosta e Roberto Rosset, Presidente dell’Ordine dei Medici VdA hanno portato i loro saluti di benvenuto in apertura di serata.

30 giugnoAosta, Hostellerie du Cheval BlancPRESENTAZIONE DEL VOLUMETTO INFORMATIVO “DALLA CHEMIOTERAPIA IN POI”

Rotary Club di Aosta e Azienda USL hanno con-giuntamente promosso la presentazione del volumetto informativo sui trattamenti chemio-terapici dal titolo “Dalla chemioterapia in poi…”. Il volumetto è stato realizzato dal personale medi-co e infermieristico del reparto di Oncologia dell’A-zienda sanitaria valdostana. La brochure, agile e di facile comprensione, si propone quale strumento informativo a disposizione di coloro che necessita-no di trattamenti antitumorali, che va ad integrare il dialogo e l’interazione tra medico e paziente. Il libretto, già realizzato anni fa dagli operatori del reparto di Oncologia, allora guidato dal dott. Fran-cesco Di Vito, è stato rivisto e attualizzato dall’éq-uipe oncologica, oggi diretta dal dott. Gianmauro Numico. Il Rotary Club di Aosta, che ha sostenuto le spese di stampa della pubblicazione, in collabo-razione con l’Azienda USL ha proposto di presen-tare pubblicamente il volumetto alla popolazione. L’evento ha avuto luogo lunedì 30 giugno presso l’Hostellerie du Cheval Blanc, ad Aosta. Erano pre-senti il Presidente del Rotary Club Aosta, Vasco Marzini, l’Assessore regionale alla Sanità, Salute e Politiche sociali, Antonio Fosson, il direttore gene-rale dell’Azienda USL, Lorenzo Ardissone, l’attuale direttore del reparto di Oncologia, Gianmauro Nu-mico, l’ex direttore del reparto, Francesco di Vito, il direttore dell’Ufficio Stampa e della SC Comunica-zione dell’AUSL, Giorgio Galli, i rappresentanti della LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) Valle d’Aosta, dell’associazione VIOLA e dell’associazione “Advocacy”.

PROSSIMO EVENTO3 LUGLIOAosta, Cittadella dei Giovani“Hai da spegnere?” spettacolo confessione con Maria Rossi

PRESENTAZIONEdel volumetto informativosui trattamenti chemioterapici

DALLA CHEMIOTERAPIAIN POI...

ROTARY CLUB DI AOSTA

lunedì

30giugno 2014

ore 18.00

AOSTAHostellerie du Cheval Blanc

Rue Clavalité, 20

ore 18,00 PRESENTAZIONE DELL’INIZIATIVA

Vasco MarziniPresidente Rotary Club Aosta

SALUTI DI BENVENUTOLorenzo ArdissoneDirettore generale Azienda USL VdA

Antonio Fosson Assessore regionale alla Sanità, Salute e Politiche sociali

ore 18,30 IL RUOLO DELL’INFORMAZIONE NEI PERCORSI DI CURA. LA VOCE DELLE ISTITUZIONI E DEL VOLONTARIATO

Gianmauro NumicoDirettore SC Oncologia – AUSL VdA

Francesco Di Vito Ex Direttore SC Oncologia – AUSL VdA

Giorgio GalliDirettore Ufficio Stampa e SC Comunicazione AUSL VdA

Egle Barocco Coordinatrice volontari Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) – Valle d’Aosta

Raffaela Longo / Tiziana FrassyAssociazione VIOLA

ore 19.15IL RUOLO DELL’INFORMAZIONE NEI PERCORSI DI CURA. LA VOCE DI CHI È CURATO

Andrea Gattullo Testimonial gruppo “Advocacy”

ore 19.30Buffet - Aperitivo

con il patrocinio di

PRESENTAZIONEdel volumetto informativosui trattamenti chemioterapici

DALLA CHEMIOTERAPIAIN POI...

ROTARY CLUB DI AOSTA

lunedì

30giugno 2014

ore 18.00

AOSTAHostellerie du Cheval Blanc

Rue Clavalité, 20

ore 18,00 PRESENTAZIONE DELL’INIZIATIVA

Vasco MarziniPresidente Rotary Club Aosta

SALUTI DI BENVENUTOLorenzo ArdissoneDirettore generale Azienda USL VdA

Antonio Fosson Assessore regionale alla Sanità, Salute e Politiche sociali

ore 18,30 IL RUOLO DELL’INFORMAZIONE NEI PERCORSI DI CURA. LA VOCE DELLE ISTITUZIONI E DEL VOLONTARIATO

Gianmauro NumicoDirettore SC Oncologia – AUSL VdA

Francesco Di Vito Ex Direttore SC Oncologia – AUSL VdA

Giorgio GalliDirettore Ufficio Stampa e SC Comunicazione AUSL VdA

Egle Barocco Coordinatrice volontari Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) – Valle d’Aosta

Raffaela Longo / Tiziana FrassyAssociazione VIOLA

ore 19.15IL RUOLO DELL’INFORMAZIONE NEI PERCORSI DI CURA. LA VOCE DI CHI È CURATO

Andrea Gattullo Testimonial gruppo “Advocacy”

ore 19.30Buffet - Aperitivo

con il patrocinio di

INGRESSO GRATUITO

DA ZELIG AD AOSTA IL NUOVO SPETTACOLO - CONFESSIONE3 LUGLIO 2014 • ORE 21.00

Cittadella dei Giovani Via Garibaldi, 7 • Aosta

TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA10

RINASCE LA CARD IN VALLE D’AOSTAa cura di Giorgio Galli e Federica Duò

La CARD (acronimo che sta a significare Confederazione delle Associazioni Re-

gionali di Distretto), società scientifica dei professionisti socio-sanitari che operano sul territorio, ha tenuto il suo primo convegno regionale il 31 maggio presso l’Hotel Mille-luci di Aosta.È necessario premettere che le caratteristi-che socio-sanitarie ed epidemiologiche del-la popolazione si sono modificate: ne sono un esempio l’aumento delle patologie cro-nico-degenerative e l’aumento della popo-lazione anziana. Questo fa sì che oggigiorno la multidisciplinarità rappresenti sempre più una necessità sia per far fronte ai bisogni, sia per prevenirli.È sotto questa veste che CARD, nata come associazione per i soli direttori di distretto, oggi ha aperto le porte a tutte le pro-fessioni che opera-no sul territorio. Ed è proprio nel segno del cambiamen-to che CARD VdA ha proposto come tema portante del 1° Convegno regio-nale il Disegno di Legge 1324 che il Ministro della Salu-te, Beatrice Loren-zin, ha presentato durante il Governo Letta. Veniamo alla gior-nata convegnistica. In apertura di lavori, prima del saluto del-le autorità locali, la Presidente CARD VdA, Federica Duò, ha brevemente illustrato le finalità dell’associazione e i professionisti che hanno lavorato alla ricostituzione della stessa: A. Lanièce, C. Theodule, C. Bich, D. Al-leyson, A. Lacroix, N. Venturella e H. Zen. La prima sessione, moderata da Federica Duò e Albert Lanièce, è stata aperta dal Presidente Nazionale CARD, Gilberto Gentili, che ha fat-to una panoramica sulla sanità distrettuale Italiana focalizzandosi sull’importanza del-la multidisciplinarietà nella presa in carico territoriale e sottolineando come la miglior casa della salute sia il domicilio della perso-na. La sua relazione è stata completata dal vicepresidente nazionale Antonino Trimar-chi che ha presentato un progetto di gestio-ne integrata dell’utente assistito al proprio domicilio h24 come filtro degli accessi in pronto soccorso.La prima sessione si è conclusa con l’inter-vento della Presidente della Commissione Sanità al Senato, Emilia Grazia De Biasi che, partendo dal disegno di legge 1324, ha sot-tolineato l’importanza del riconoscimento in Ordini di tutte le professioni sanitarie. La Senatrice ha fatto emergere la necessità di

mantenere un SSN pubblico e di uniformare quelli che attualmente sono 21 sistemi sani-tari differenti garantendo l’equità delle cure a tutta la popolazione. Emilia De Biasi ha infi-ne ribadito che, a fronte della crisi economi-ca che sta affrontando l’Italia, nell’effettuare i tagli è necessario che i soldi risparmiati nel settore sanitario vengano reinvestiti nello stesso ambito. Nella seconda sessione, moderata da Car-men Theodule e Cristina Bich, sono interve-nuti il ricercatore sociale Marco Zanchi e il Presidente dell’Ordine dei Medici Roberto Rosset, che hanno analizzato l’evoluzione, dal punto di vista sociale e sanitario, dei nuovi bisogni della popolazione e di riflesso dei nuovi modelli assistenziali necessari per far fronte a questi dei cambiamenti.

L’obiettivo del consiglio direttivo CARD VdA nell’organizzare questo evento, è stato quel-lo di divulgare i valori e i contenuti della so-cietà scientifica tra tutti i professionisti e di voler trasmettere maggior consapevolezza in tutti gli operatori del territorio rispetto all’importanza di creare una rete socio sani-taria multiprofessionale in grado di rispon-dere ai bisogni delle persone al loro domi-cilio.

Concluso con successo il 1° convegno re-gionale CARD, abbiamo intervistato la neo Presidente, Federica Duò.

D. Come è nato l’interesse per la Card che ha poi portato alla costituzione della se-zione VdA?R. A maggio 2013 ho partecipato alla II Con-ferenza Nazionale sulle Cure Domiciliari or-ganizzata da CARD. In occasione di quell’e-vento ho iniziato ad interessarmi a CARD, a conoscerne la storia, gli obiettivi e le finalità e a prendere i primi contatti. Con il Collegio IPASVI di Aosta abbiamo incontrato alcuni membri del Consiglio Direttivo CARD Pie-monte per avviare una collaborazione. In occasione del Convegno di Home Care orga-

nizzato lo scorso 13 dicembre dal Collegio, la Vice-presidente CARD Piemonte ci ha pubbl icamente invitati a ricosti-tuire il nucleo val-dostano con una c o n n o t a z i o n e multi professio-nale. E così abbia-mo colto l’invito.

D. Tra i componenti della CARD vi è anche l’attuale Senatore Albert Lanièce. Come è nata questa collaborazione?R. Il Senatore Albert Lanièce era presente al Convegno di Home Care quando è stata pubblicamente chiesta la ricostituzione di CARD e si è dimostrato interessato. Ci ten-go però a sottolineare che prima di essere Senatore Albert Lanièce è un medico di as-sistenza primaria ed è con questa veste che ricopre l’incarico di Vicepresidente CARD. Le ragioni del suo coinvolgimento risiedono nel grande interesse che ha per il territorio, non per il suo incarico politico. D. Dopo il recente 1° convegno regiona-le quali sono i programmi futuri della CARD?R. Stiamo già al lavoro per organizzare al-tri eventi in autunno che avranno sempre lo scopo di trattare tematiche trasversali a tutte le professioni sanitarie che operano sul territorio. Oltre a promuovere eventi formativi su scala regionale stiamo orga-nizzando un convegno interregionale con i nuclei CARD del Nord Italia. Collateralmente partecipiamo a ricerche nazionali. A questo proposito colgo l’occasione per ringraziare tutti gli infermieri e i medici che hanno com-pilato la ricerca relativa alla rete oncologica, poiché i dati pervenuti sono statisticamente significativi per essere confrontati con quelli del resto d’Italia. Infine con il Consiglio Na-zionale abbiamo iniziato i lavori per l’orga-nizzazione del prossima Conferenza sulle cure domiciliari che si terrà a Bologna nel maggio 2015.

Infine, un breve profilo lavorativo di Federi-ca Duò.Laureata nel 2005, ha conseguito il Master in Infermieristica di Famiglia e di Comunità nel 2009 e a luglio ha discusso la tesi di Master in Coordinamento delle Professioni Sanita-rie. Ha lavorato in ambito ospedaliero fino all’agosto del 2008, per poi transitare in area territoriale, nei distretti 2 e 4. Da novembre 2011 si occupa del progetto dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità. È Segretaria del Collegio IPASVI e docente di Infermieristica di Comunità al Corso di Lau-rea in Infermieristica di Aosta.

TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA 11

Oggi vi presento mio fratello Edoardo (Edo) perché il mio uomo (lui mi chiama il suo cane) da un mese ci porta tutti e due nei suoi mo-menti di relax (pochi purtroppo…).Dovrei essere gelosa (in genere lo sono), ma la storia di Edo è davvero terribile ed orrenda e non posso non volergli bene.Edo è stato torturato ed amputato da dis-uma-ni senza alcun motivo. Ha avuto la forza di fug-gire dalle torture ed ha rischiato di morire solo,

in un prato. Umani lo hanno trovato, soccor-so e salvato ed il mio uomo (lui mi chiama il suo cane) sta cercando di ridargli coraggio e fiducia nel futuro.Edo è saggio ed affascinante, ha negli occhi l’orrore ma anche la forza e pian pianino anche la serenità. Ancora è pieno di paura ma noi fa-remo di tutto per farlo rivivere.Edo è una metafora di valori e di disvalori.Li coglierete con tanta facilità. Ogni tanto penso al mio uomo (lui mi chiama il suo cane) ed agli uomini in generale. Ma quale rischio corre l’uomo a vivere con i suoi simili se esiste la cattiveria gratuita, come in effetti Edo dimostra che esiste , altroché se esiste.Certo la cattiveria gratuita non risiede solo nei comportamenti di violenza fisica, ma anche in quelli di violenza morale esplicita e anche in quelli subdoli tipo ti uccido con un sorriso.Perché l’uomo ci rende e si rende la vita così

brutta quando si potrebbe evitarlo?È una domanda alla quale sembra non esser-ci risposta.

Poldina & Edo

L’a

ngolo di

Leopoldina & Edo

Cittadini e Sanitari: due facce della stessa medaglia

di Giovan Battista De Gattis Presidente sezione regionale di CittadinanzAttiva

L’assistenza socio-sanitaria nel nostro paese vive una costante riduzione degli stanziamenti. Siamo di

fronte ad una politica basata essenzialmente sul taglio della spesa pubblica, in particolare di quella finalizzata a sostenere la fascia di popolazione che versa in condi-zioni di maggiore bisogno. Le politiche economiche, so-ciali e sanitarie messe in atto in questo periodo stanno di fatto disegnando un vero e proprio smantellamento del nostro sistema di welfare, con particolare riguardo ai servizi di carattere sanitario e sociale. I continui tagli lineari che ridimensionano i servizi e ne abbassano la qualità, l’aumento del peso del ticket e della tassazione, le maggiori attese per ottenere le prestazioni mettono a rischio l’accesso alle cure da parte dei cittadini e ge-nerano iniquità, soprattutto per i più anziani e per chi già soffre una condizione socio-economica di difficoltà. I cittadini ormai hanno imparato sulla loro pelle cosa viene spacciato per spending review, rigore dei conti e tagli lineari. Appaiono schiacciati dal peso di tasse e balzelli vari e la loro salute è messa seriamente a rischio da un sistema sanitario nazionale diventato inaccessi-bile, oneroso e distante dalle loro esigenze. I cittadini, oggi più di ieri, si trovano alle prese con la precarietà del lavoro, la disoccupazione, l’aumento delle tasse, tutti elementi che impediscono la possibilità di acqui-stare quei servizi e quelle prestazioni sanitarie che lo Stato non è più in grado di erogare. Se ieri il cittadino si rassegnava alla necessità di pagare per sopperire a un servizio carente, sospeso o intempestivo, oggi vi rinun-cia. Il nostro SSR non versa ancora nelle condizioni so-pra descritte, ma è ormai palese che presto bisognerà ri-progettarlo anche con i cittadini e le Associazioni che li rappresentano. Nel frattempo tutti dobbiamo impe-gnarci nell’eliminazione degli sprechi/inefficienze e nella valorizzazione delle Buone Pratiche Cliniche.

L’aforisma di oggi(a cura di Pierluigi Berti)

“Non consiste tanto la prudenza dell’economia nel sapersi guardare dalle spese, perché sono molte volte necessarie, quanto sapere spendere con vantaggio” (Francesco Guicciardini)

Epoca di “Spending Re-view” (ma perché non

diciamo “Revisione della spesa”? mah…), di “tagli”, di blocco nelle sostituzioni del personale, insomma di mi-nore disponibilità di risorse. Niente di nuovo, si dirà; mol-to di nuovo, invece, per una sanità valdostana abituata da sempre a poter contare su un costante allineamen-to fra spesa e finanziamento (entrambi usualmente in crescita). E i più abituati a questa situazione, fino a poco tempo fa fra le più felici nel panorama nazionale, siamo noi, operatori delle strutture sani-tarie dell’AUSL. Siamo noi, piuttosto che i cittadini che giudicano solamente il mo-mento dell’erogazione delle prestazioni (e a vedere dai risultati delle rilevazioni, sembrerebbero tuttora complessivamen-te soddisfatti), a vedere con preoccupa-zione la nuova realtà nella quale ci tro-viamo e di fronte alla quale ci poniamo con atteggiamenti ambivalenti: capiamo che nulla è più come prima e che alcuni (o molti) ridimensionamenti sono neces-sari ed inevitabili, ma vorremmo che non intaccassero il nostro specifico ambito professionale, dato che “c’è sempre qual-cuno che sta meglio di noi” o “che spreca più di noi”, al quale andrebbero semmai indirizzate le attenzioni (non certo a noi,

virtuosi per definizione) de-gli “sforbiciatori”. Ah già, poi ci sono questi ultimi, chiamati di volta in volta “l’Amministrazione” o “La Direzione” o anco-ra “I Vertici”, come fossero minacciosi alieni scesi da qualche astronave, mentre

in realtà sono persone con un compito in-grato, che hanno bisogno prima di tutto di sapere non tanto “come” tagliare (noi ita-liani siamo espertissimi di tagli lineari), ma “cosa” tagliare, cioè come spendere dove serve e non dove è inutile. Alla fine l’atteg-giamento più serio, forse, sarebbe quello di: 1) non pensare che possiamo fare tut-to come prima, a partire da quello che ci riguarda direttamente; 2) aiutare a capire e far capire a chi decide quali prestazioni o servizi siano prioritari e quali superflui, sulla base di solide evidenze scientifiche e indipendentemente da quanto siamo direttamente coinvolti in essi; 3) spiegare onestamente tutto questo ai cittadini, per evitare che anch’essi scambino i desideri per diritti; 4) invitare i decisori politici a te-nere “la barra dritta”, senza farsi condizio-nare troppo da sirene di varia estrazione. Un sogno? Non so, ma forse è l’unica via per uscirne dignitosamente e senza pena-lizzare i cittadini che davvero abbisogna-no dei nostri servizi.

Perché l’uomo rende la vita brutta a se stesso e agli altri quando potrebbe evitarlo?

TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA12

LA PROMOZIONE DELLE VACCINAZIONI NEGLI OPERATORI SANITARIdi Maurizio Castelli – Direttore Dipartimento di Prevenzione ([email protected])

e Marina Verardo – Direttore SC Igiene e Sanità Pubblica ([email protected])

L’esposizione ad agenti infettivi è un rischio professionale riconosciuto in ambito sani-

tario e rappresenta una delle maggiori cause di morbilità e mortalità per gli operatori sanitari.La trasmissione di microrganismi in ambito assistenziale è molto frequente, sia ai pazienti ricoverati in ospedale o assistiti presso strut-ture residenziali territoriali, sia agli operatori sanitari. Le vaccinazioni sono fra gli strumenti di prevenzione più efficaci per gli operatori sa-nitari, e per l’intera collettività: alla protezione dell’operatore infatti, la vaccinazione aggiunge il mantenimento di un sistema sanitario funzio-nante in momenti di crisi e non meno, la tutela dei pazienti, soprattutto quelli ad alto rischio. Tuttavia, le recenti epidemie di morbillo, che hanno interessato anche gli operatori sanitari e l’esperienza maturata in occasione della pande-mia influenzale, dimostrano come le coperture vaccinali siano ancora insufficienti in questa ca-tegoria. La vaccinazione degli operatori sanitari non solo riduce la probabilità di malattia e di complicanze negli assistiti ma anche di even-tuali familiari o conviventi dell’operatore stesso che siano a rischio di complicanze.

L‘attuale ordinamento legislativo per il persona-le sanitario stabilisce vaccinazioni obbligatorie solo per l‘antiepatite B (peraltro obbligatoria per i nuovi nati a partire dal 1991), per la vacci-nazione antitetanica (secondo quanto previsto dalla legge 5 marzo 1963, n°292), per la BCG (in base all‘incidenza del rischio; DPR 7 novembre 2001 n° 465, integrato dalle prescrizioni del D. Lgs. 81/2008).A livello nazionale ed internazionale (CDC) vi sono linee guida che distinguono le vaccinazio-ni in fortemente raccomandate (HBV, influen-za, morbillo, parotite, rosolia, varicella) e indica-te in circostanze particolari, (tetano e difterite, TB, HAV, tifo, rabbia, antipolio, vaiolo, neisseria meningitidis).

In Italia, il decreto legislativo 9 aprile 2008, n° 81 (base legislativa delle vaccinazioni per gli opera-tori sanitari) all‘articolo 279 recita:1) qualora l‘esito della valutazione del rischio

ne rilievi la necessità, i lavoratori esposti ad agenti biologici sono sottoposti alla sorve-glianza sanitaria di cui all‘articolo 41;

2) il datore di lavoro, su conforme parere del medico competente, adotta misure protetti-ve particolari per quei lavoratori per i quali, anche per motivi sanitari individuali, si richie-dono misure speciali di protezione, tra cui: a) la messa a disposizione di vaccini efficaci (da somministrare a cura del medico com-petente) per i lavoratori che non sono già immuni all‘agente biologico presente nella lavorazione; b) l‘allontanamento tempora-neo del lavoratore secondo le procedure dell‘articolo 42.

Tale norma traccia gli indirizzi delle scelte opera-tive del medico competente. Precisa infatti che il vaccino deve essere efficace, il lavoratore non immune e l‘agente biologico presente nella la-vorazione.Fermo restando che il Decreto Legislativo 81/2008 affida esclusivamente al medico com-petente l‘individuazione, la prescrizione e la somministrazione delle vaccinazioni, di fatto nelle nostre realtà risulta indispensabile imple-mentare la collaborazione fra tutti coloro che operano nell‘ottica della prevenzione della tra-smissione di malattie infettivo/diffusive ovvero la SS Medicina Preventiva, la SC Igiene e Sanità Pubblica, la Direzione Medica di Presidio, l‘Area Territoriale, il Dipartimento Materno-Infantile. Ciò anche al fine di una corretta allocazione del-le risorse a disposizione.Un capitolo dedicato alla vaccinazione degli operatori sanitari é presente nel Piano Nazio-nale Vaccini 2012-2014 ed è stato recepito dal Piano Regionale Vaccini – PRV (D.G.R. 331/2014).

In questo documento vengono evidenzia-te le strategie vaccinali da intraprendere a livello locale. Il target di riferimento è rap-presentato da operatori sanitari, studenti dei corsi di laurea infermieristica e studenti dei corsi di diploma dell‘area sanitaria. Le azio-ni da sviluppare sono sostanzialmente due: a) implementare la collaborazione con il Servi-zio di Medicina Preventiva al fine di raggiungere gli operatori sanitari e gli studenti suscettibili in occasione della visita periodica prevista dal D. Lgs. 81/08; b) valutare la situazione attuale della copertura vaccinale degli operatori per rosolia, epatite B e tetano nei reparti più a rischio quali Pediatria, Neonatologia, Ginecologia, Ostetricia e Riani-mazione.Per poter realizzare quanto stabilito nel PRV, appare indispensabile promuovere ed or-ganizzare - nel breve periodo - programmi vaccinali mirati, tali da ridurre in modo so-stanziale il numero di operatori suscettibili e i conseguenti rischi sia di contrarre pericolose infezioni occupazionali, sia di trasmettere pa-togeni a pazienti o altri operatori.Bisognerà prevedere preliminarmente una campagna di sensibilizzazione degli operatori; procedere ad una stima reale della copertura vaccinale nella nostra Azienda (a cura della SS Medicina Preventiva); infine somministrare un questionario online ad un campione di operatori sanitari dell‘Azienda al fine di comprendere quali siano le motivazioni che spingono i nostri dipen-denti a non vaccinarsi. Queste azioni serviranno come base di partenza per aumentare la consa-pevolezza degli operatori sanitari e, nel medio periodo, incrementare i tassi di vaccinazione. Vaccinarsi quindi è una misura di sicurezza im-portante e deve essere considerata alla stregua di qualsiasi altro intervento di contenimento primario, allo scopo di ottenere procedure di lavoro sicure.

9.148 stranieri residenti in Valle d’AostaOnline la relazione 2013 delle attività a loro dedicate dall’Azienda USL

di Elisa Pasini – SC Comunicazione ([email protected])

9.148 immigrati residenti in Valle d’Aosta e 8.547 quelli iscritti al Servizio Sanitario Re-

gionale all’inizio del 2013; la regolarizzazione e la stabilizzazione delle persone migranti nel-la nostra Regione si riflette anche sull’utilizzo dei servizi sanitari a loro dedicati: il SISI (acro-nimo che indica lo Sportello informativo per la Salute degli Immigrati), l’Ambulatorio per gli stranieri STP e ENI (ossia Stranieri in Tempora-nea Presenza e Europei non Iscritti) e il servizio di mediazione interculturale costituiscono tre risposte complementari per la salute degli im-migrati I dati delle attività svolte da tali servizi nel 2013 sono consultabili nel documento pubblicato sul sito aziendale (Home/servizi per i cittadini/servizi per gli immigrati). Emerge una flessione

delle persone che si rivolgono al SISI per avere informazioni. Sono lievemente in controten-denza, invece, il numero di STP rilasciati e rin-novati (funzione svolta sempre presso il SISI) e il numero di visite effettuate presso l’Ambula-torio che, dall’8 febbraio 2013 a seguito della Deliberazione di Giunta Regionale istitutiva del Codice ENI, ha ampliato il bacino di utenza dai soli “stranieri in temporanea presenza” an-che agli “europei non iscritti”.

Il Servizio di mediazione interculturale non solo si rivolge a tutti gli immigrati indipen-dentemente dalla loro residenza e regolarizza-zione, ma è anche di supporto agli operatori sanitari. Istituito nella nostra azienda sanitaria nel 2003, dopo 10 anni di attività è divenuto

un servizio strutturale e in-tegrato. Nonostante siano diminuite le ore a disposi-zione dei mediatori sono stati ottimizzati gli inter-venti, le attività di sportello (sia al Beauregard che al Parini) e l’organizzazione del servizio nel suo complesso. È così possibile far fronte ai nuovi flussi migratori (in particolare è in au-mento la popolazione di nazionalità cinese) e ai cambiamenti demografici degli stranieri re-sidenti (“i primi anziani stranieri”). Ulteriore in-dicatore di qualità che emerge dalla relazione 2013 è la richiesta del mediatore trasversale a quasi tutti i reparti ospedalieri, a dimostra-zione della volontà di una presa in carico del paziente consapevole e completa.

TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA 13

11a edizione della GIORNATA NAZIONALE DELLO SPORT - “CHI SI FERMA…È PERDUTO!”Domenica 8 giugno - Area sportiva Tzamberlet, Aosta e Espace loisirs “M. Massa”, Verrès

Una splendida giornata di sole ha accom-pagnato i numerosi partecipanti all’11°

Giornata Nazionale dello Sport, promossa dall’Azienda USL e dal Comitato regionale del CONI, con il patrocinio del Comune di Aosta. La manifestazione quest’anno è stata eccezio-nalmente posticipata alla seconda domenica di giugno per farla coincidere con il centenario della nascita del CONI.Lo scopo della manifestazione è come sempre quello di promuovere l’attività fisica, di avvi-cinare la popolazione di qualunque fascia di età alle discipline sportive non

agonistiche e, più in generale, di favorire sani e corretti stili di vita.Numerose come sempre le discipline sportive presenti a beneficio di giovani e meno giovani. Tra queste equitazione (con i pony per i bam-

bini), mountain bike, nordic walking, scher-ma, pesistica, tennis, pallavolo, basket e mini basket, aikido, arrampicata, atletica leggera, boxe, scacchi e bridge, sport tradizionali, fri-sbee, pilates, tiro a segno, orienteering, handy-bike. Erano altresì presenti il Centro Sportivo Esercito di Courmayeur (con un simulatore di tiro) e la Società Evolution Pila (con un tappe-to elastico). Nello stand istituzionale dell’AUSL un dietista e uno psicologo esperto in alimen-tazione hanno fornito utili consigli ai parteci-panti. Ai presenti è stato consegnato uno zainetto ricordo

della manifestazione. Acqua minerale, succo di mela (offerto dalla COFRUIT di Saint-Pierre) e frutta fresca erano a disposizione del pubblico.La web TV “Bobine.TV” ha forntto il supporto prima e durante la manifestazione.

“Chi si ferma…è perduto!” quest’anno si è svolto anche in Bassa Valle Quest’anno, per la prima volta, la manifesta-zione ha avuto una estensione in Bassa Valle, grazie alla volontà del Comune di Verrès che ha organizzato nel pomeriggio analoga inizia-tiva presso l’Espace Loisirs “M. Massa”.

Alla conferenza stampa di presentazione, che si è tenuta il 29 maggio, erano presen-ti tra gli altri il direttore generale dell’A-zienda USL, Lorenzo Ardissone, il presi-

dente del CONI VdA, Piero Marchiando, il Sindaco del Comune di Aosta, Bruno Giordano, il Sindaco del Comune di Ver-rès, Luigi Mello Sartor.

HAmericaH: il film, il libro, la vita di Pinodi Tiziano Trevisan – referente Comunicazione DEA ([email protected])

Dopo i numerosi riconoscimenti nei princi-pali festival del Cinema in Italia e in Europa

ottenuti dal film “America” del regista valdosta-no Alessandro Stevanon, la storia del “Primario del reparto Eternità” è diventata anche un libro, scritto da Stevanon e dal giornalista Tiziano Trevisan.

Nelle novanta pagine del libro Trevisan e Ste-vanon descrivono la vita di Giuseppe Bertu-na (Pino America) dal suo arrivo in Valle fino ad oggi. La lunga intervista riporta aneddoti dell’infanzia e dell’adolescenza, il viaggio ne-gli States, le amicizie, gli amori, i sogni, il suo lavoro. Arricchiscono il volume le fotografie di Fabrizio Falcomatà, Samuel Giudice e Mo-

reno Vignolini.Pino arriva in Valle d’Aosta negli anni Cinquan-ta, da bambino. Trascorre la sua infanzia prima nel carcere dei Balivi, dove lavora suo padre e poi nelle case popolari, in quella che era la pe-riferia della città. Ragazzo irrequieto, sensibile, ribelle, sognatore, nel ’73 parte per gli Stati Uniti. Tre anni dopo torna e del sogno ameri-cano non gli rimane altro che il soprannome. Da più di trent’anni Pino America si prende cura degli “ex-ammalati”, in qualità di “Primario del reparto Eternità”. Uno spirito anarchico a cui la vita ha tarpato le ali ma che, grazie ai suoi sogni di bambino, continua a volare, mischian-do maschera e volto, ingenuità e saggezza, arte e follia.

TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA14

Riceviamo e pubblichiamo una toccante lettera della nostra collega Anna Millet

Un ringraziamento speciale al DH di OncologiaSono una dipendente USL da ormai quasi

trent’anni, e proprio perché sono ”al di qua della barricata” ho sempre pensato che a me e ai miei cari nulla poteva accadere, come avessi-mo un’immunità alle malattie. Invece nel 2013 la mia famiglia è stata travolta da un ciclone. Mia figlia dopo tre mesi di terapie e vari ac-certamenti, ha avuto diagnosi di linfoma di Hodgking.È come un terremoto, una catastrofe che si abbatte su tutta la famiglia, nessuno escluso e quando si tratta di un figlio il dolore si amplifica, ti annienta.I giorni prima di essere presi in carico dall’am-bulatorio di oncologia sono stati terribili, ti manca il terreno sotto i piedi, ti senti solo. Co-minci a consultare internet, a leggere qualsiasi cosa ti passi sottomano che parli di linfoma, e lì la paura si fa più grande, perché se uno non e’ medico non e’ in grado di capire realmente fino in fondo ciò che legge. Poi non bisogna mai dimenticare che c’e’ “la vita”, ci sono i miracoli, io li chiamo così, perché ogni storia di malattia e’ diversa per ognuno di noi. Questo l’ho capito passo dopo passo nei lunghi mesi in cui mia figlia ha dovuto sottopor-si alle pesanti cure. Dopo il primo smarrimento e i ”pianti senza fine“, quelli che servono a non impazzire, ho deciso, ho fatto la mia scelta:

HO ACCETTATO!

Quanto è bella questa parola, quasi liberatoria per l’anima e ho deciso di sorridere, di aprirmi alla vita. Ho pensato di avere un opportuni-tà (quanti genitori perdono un figlio in modo improvviso), io invece avevo una chance per aiutare mia figlia ad affrontare tutto quello che l’aspettava, la chemio poteva salvarla. Non vo-levo provasse la sensazione che la vita ce l’a-vesse con lei: era solo una deviazione di percor-

so, una strada diversa, più tortuosa, più in salita, ma noi eravamo li con lei, mano nella mano, noi eravamo i suoi compagni di viaggio.“Tutto passa, è solo un periodo che stravolge i tuoi piani, ma ne uscirai vincente, non smettere di sorridere mai”. Si impara molto dalla malattia, si cresce, si vedono le cose sotto un altro punto di vista, tutto prende un altro significato, il sole, le stelle, le montagne, la tua casa.Una frase, ci sussurravamo nei momenti più duri, “arriverà la fine ma non sarà la fine”.Ed e’ così che ci siamo affidati e fidati completa-mente dell’ equipe del reparto di Oncologia di Aosta. Persone straordinarie, professionalmen-te molto preparate, umanamente impeccabili, capaci di starle accanto con dolcezza durante tutta la cura, quanto dolore e quanta tristezza questa struttura prende su di sé, ma ogni volta un sorriso, una parola gentile.Grazie per le cure, ma soprattutto per l’amore con cui l’ avete accolta, siete entrati prepotente-mente nella sua vita, ma avete saputo farlo con discrezione, attenzione e gentilezza.. Grazie anche alle persone incontrate in reparto, che sono state involontarie compagne di viag-gio, e hanno condiviso la loro avventura anche con lei, per averle dimostrato ogni giorno quan-to valga la pena lottare e non arrendersi. Ho voluto scrivere questa lettera per essere vi-

cina a tutte le persone che vivono l’esperienza della malattia, che si sentono sole e tristi: a vol-te la malattia può essere una rinascita, un nuo-vo modo di vedere le cose. Io e la mia famiglia abbiamo imparato che bisogna vivere giorno per giorno, a non pensare ossessivamente al fu-turo, ad assaporare ogni minuto perché la vita e’ preziosa, e’ un dono, e oggi quando lo penso mi emoziono, ne sono davvero consapevole.Sono lieta di far parte di questa Azienda dove lavorano persone sensibili e attente, che mi hanno fatto riflettere molto e trasmesso incon-sapevolmente con il loro esempio, la convinzio-ne rispetto a quanto sia importante il corretto approccio: “un sorriso, una parola gentile”, ver-so le persone che si avvicinano a noi bisognose di cure e considerazione, gesti che sono diven-tati istintivi e naturali.Vorrei mandare inoltre un abbraccio alla dott.ssa Maria Rosa Alvaro e alla dott.ssa Anna Stella, al personale infermieristico e ausiliario del day hospital di Oncologia, al primario dr. Gianmauro Numico che dirige un’équipe stra-ordinaria. L’abbraccio è più del solo “grazie”, è condivisione”, e queste persone nemmeno immaginano quanto siano importanti per gli utenti che incontrano e curano. Un ringraziamento particolare all’equipe della SC di Dermatologia: la vostra attenzione nei miei riguardi mi ha aiutata moltissimo in que-sto periodo così difficile.Un abbraccio fortissimo a Stefania Perego, Stefania Vevey, Irma Duclos, Gilda Ronc, Anto-nella Paroli, preziose amiche che mi hanno te-nuto la mano in questo difficile cammino…….

Anna Millet

“È possibile che gli angeli non esistano,ma ci sono persone che potrebbero essere angeli”

David Foster Wallace

Salutiamo il dottor Sergio Crotta, neo pensionato

Sergio Crotta, dopo una lunga e prestigiosa carriera in qualità prima di assistente e poi

di primario del reparto di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva ha lasciato l’incarico pubblico per raggiunti liniti di età e di periodo lavorativo.Dal 1974 al 1978 è stato assistente nel reparto di Geriatria, prima di transitare nel reparto di Gastro dove ha ricoperto il ruolo di Direttore di Struttura Complessa dal 1995 al 2014Docente prima di Scienza dell’Alimentazione poi di Gastroenterologia, dal 1992, presso la Scuola Infermieri Professionali di Aosta; è stato docente di Gastroenterologia presso il corso di Laurea in Infermieristica fino al 2012.Nel 2001 ha organizzato il primo screening pilota per il cancro del colon-retto (CCR) nelle località di Saint-Vincent e Châillon, ripetuto nel 2003. Nel 2005 è stato ufficialmente designato

dalla Regione quale responsabile organizzati-vo e gestionale dello screening di popolazio-ne per il CCR, mediante ricerca biennale del sangue occulto fecale. Lo screening presenta la più elevata adesione nazionale (62% al 1° round, 66% al 2° e 67% al 3°) ed è riconosciuto dal Ministero della Salute come indicatore di eccellenza per la Valle d’Aosta. Dal 1993 al 2014 ha seguito tutte le edizioni annuali della Digestive Diseases Week negli USA, dove ha presentato 5 poster nel 2008 e 2012 a San Diego e nel 2009 e 2011 a Chicago, 2013 Atlanta. Ha partecipato ad altri numerosi simposi in Italia e all’estero. Dal 1997 è Corre-sponding Member dell’American Society for Gastro-intestinal Endoscopy e dal 2005 mem-bro dell’International Reviewers Panel della ri-vista “the Medical Science Monitor “. Infine, dal 2006 è Reviewer della rivista “European Journal

of Gastroenterology and Hepatology”. A lui vanno I saluti e gli auguri da parte della Direzione aziendale, dei colleghi di lavoro e della Redazione di Newsl.

TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA 15

Pensionamento per Gina Guerrisi

RICOSTITUITO IL CUG (Comitato Unico di Garanzia)Si è da poco ricostituito il Comi-

tato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e con-tro le discriminazioni (CUG) in seno all’Azienda USL.Ricordiamo che il CUG sostituisce il preesistente Comitato pari op-portunità, in un’ottica di continuità con le azioni da questo poste in es-sere, al fine di contrastare qualsiasi forma di discriminazione e violen-za morale o psichica dei lavoratori e di contribuire all’ottimizzazione della produttività del lavoro pub-blico, migliorando l’efficienza del-le prestazioni collegata alla garanzia di un ambiente di lavoro caratterizzato dal rispetto dei princìpi di pari opportunità e di benesse-re organizzativo. Il CUG ha una composizione paritetica (un rappresentante di ciascuna delle organizzazioni sindacali maggiormente rap-presentative e un pari numero di rappresen-tanti aziendali), assicurando nel complesso la presenza paritaria di entrambi i generi. Al fine di garantire la massima operatività del nuovo organismo, si è concordato con le organizza-zioni sindacali di limitare il numero di compo-nenti effettivi a 12 come di seguito riportato: · n. 4 rappresentanti sindacali per il comparto;

· n. 1 rappresentante sindacale per la dirigenza medico-veterinaria;· n. 1 rappresentante per la dirigen-za SPTA; · n. 6 rappresentanti aziendali.

Nel corso della riunione di insedia-mento i membri del CUG hanno eletto il nuovo Presidente, Maria Rosa Cristaudo, e il Vice Presidente, Moreno Gradizzi. L’attività del CUG è disciplinata da apposito regolamento, pubblicato sul sito web.

Maria Rosa Cristaudo e Moreno Gradizzi

COMPONENTI AZIENDALI

TITOLARE SUPPLENTEAnita MOMBELLONI (SC Servizio Prevenzione e Protezione)

Mirella GHERARDI (SC Medicina Legale)

Rosa Maria Teresa CRISTAUDO(SC Igiene e Sanità pubblica)

Monia CARLIN(SC Personale)

Deborah FERRARI(Dipartimento Chirurgico)

Bruna DAGNES(Dipartimento Medicine Specialistiche)

Giuseppe VILLANI(Direttore SC SOFAR)

Valter PIETRONI(SC Bilancio e Finanze)

Roberto NOVATI(Direzione Medica di Presidio)

Adriano GORRAZ(Direzione Medica di Presidio)

Dante QUINSON(SC Personale)

Giuseppe GANDOLFO(SC Bilancio e Finanze)

COMPONENTI SINDACALI

TITOLARE SUPPLENTEChiara PASQUALOTTO (OO.SS./RSU comparto)

Paolo DECEMBRINO(OO.SS./RSU comparto)

Liliana DEMATTEIS (OO.SS./RSU comparto) Luigi BARAILLER (OO.SS./RSU comparto)Carla BUZZELLI (OO.SS./RSU comparto) Corrado SORBARA (OO.SS./RSU comparto)Moreno GRADIZZI (OO.SS./RSU comparto) Marilena MELIDONA (OO.SS./RSU comparto)Laura CARAMANICO(OO.SS. dirigenza medico-veterinaria)

Francesca FAELLI(OO.SS. dirigenza medico-veterinaria)

Giorgio GALLI(OO.SS. dirigenza SPTA)

Michela MARCOZ(OO.SS. dirigenza SPTA)

TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA16

La comunicazione aumentativa alternativa in terapia intensivadi Nicole Favre (infermiera) e Roberta Oriani (tutor corso di laurea in Infermieristica)

L’impossibilità di comunicare costitui-sce per il paziente uno degli aspetti più

stressanti e traumatici del ricovero in repar-ti di terapia intensiva quando la perdita del linguaggio è temporanea, come nell’intuba-zione orotracheale, o permanente, come in alcune patologie neurologiche degenerative o postraumatiche. La comprensione dei biso-gni del paziente diventa difficile per gli ope-ratori sanitari ed i familiari, rendendo ancora più frustranti le condizione dell’ammalato che vive un’esperienza d’isolamento dram-matica (Gasperini et all. 2010): alcuni autori sottolineano che i pazienti descrivono tale situazione come terrificante e questo stato d’animo scatena confusione, depressione, panico, insicurezza,rabbia e paura (Garrett e al., 2006, Jill e al., 2011). Diversi studi (Khalai-la et al., 2011; Arrigon et al., 2013) indicano quando sia difficile mantenere in T.I. una co-municazione ottimale tra operatori: lo studio di Khalaila et al. del 2011 ha riscontrato che il 40 % delle sessioni di comunicazione con pazienti ventilati meccanicamente ma in gra-do di comunicare, risultano estremamente difficili e che più di un terzo di comunicazioni sul dolore non avvengono. La durata media delle comunicazioni è compresa tra i 30 secondi a 5 minuti (Finke, 2008; Nilseen et al.,2012). Dare alla persona assistita la pos-sibilità di comunicare e di esprimere, anche nelle situazioni più estreme, bisogni, disagi o sofferenze, sentimenti, desideri e preferen-ze, è anche un modo per ridurre il rischio di errori diagnostici, terapeutici ed assistenziali (Cerantola et all., 2010). I metodi che potreb-bero essere utilizzati come mediatori della comunicazione in terapia intensiva rientrano nel campo della Comunicazione Aumentati-va Alternativa (C.A.A.): un approccio alla co-municazione che tenta di trovare soluzioni comunicative per chi non può parlare. I metodi che potrebbero essere utilizzati come mediatori sono: tavole con immagini di facile comprensione che raffigurano situa-zioni di bisogno, come ad esempio paura, dolore, ecc.; tavole alfabetiche che richiedo-no da parte del paziente una buona capaci-tà visiva ed un buon tono muscolare; ausili elettronici con voce in uscita (VOCA) che pre-sentano limiti legati allo stato cognitivo del paziente e ai costi. Uno strumento di facile costruzione, adatta-bile al singolo paziente, di utilizzo veloce e facilmente comprensibile, potrebbe essere una tabella simbolica con immagini che pos-sono rappresentare le situazioni che mag-giormente vivono i pazienti in T.I. La ricerca di soluzioni comunicative anche nella pratica infermieristica è particolarmente importante per poter instaurare una relazione di aiuto efficace con il paziente stesso, evitando così incomprensioni dolorose e sensazione di im-potenza anche da parte del personale.Di seguito un esempio presentato in sessio-ne di tesi di laurea in Infermieristica (marzo

2014), che costituisce un prototipo di tabella simbolica modificabile in relazione al conte-sto clinico e al paziente, di facile realizzazione

da parte dell’equipe infermieristica che per-metterebbe di creare un “ponte” comunicati-vo con il paziente.

Direttore Responsabile

Giorgio GALLI

Segretaria di Redazione:

Paola BOCCO

Grafica

Pier Francesco GriziAosta - 0165/364161

Hanno collaborato a questo numero:

Maria Paola Antonietti

Lorenzo Ardissone

Pierluigi Berti

Paola Bocco

Maurizio Castelli

Giovan Battista De Gattis

Gianluca Del Vescovo

Federica Duò

Nicole Favre

Giorgio Galli

Mirella Marana

Marisa Mastaglia

Anna Millet

Sabina Modesti

Anita Mombelloni

Roberto Novati

Roberta Oriani

Elisa Pasini

Poldina & Edo

Tiziano Trevisan

Marina Verardo

BISOGNI FISICISpegnere la luce Inumidire le

labbraVoglio

dormireVoglio

lavarmiSono scomodo/voglio cambiare

posizione

Ho caldo/ Ho freddo

BISOGNI SOCIALIVoglio la mia

famigliaVoglio il medico Voglio essere

confortatoNon lasciarmi

soloHo bisogno di

pregareQuali sono le

mie condizioni attuali e future

EMOZIONIHo paura Sono arrabbiato Sono

tristeSono

stancoSono felice

Lasciatemi stare,voglio

restare da solo

DOLOREQuanto dolore ha da 1 a 10 ? Indichi la zona del corpo dove ha dolore