ott nov 2006 novembre 2006.pdf4 R. LEVI-MONTALCINI – Abbi il coraggio di conoscere – Milano,...

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E TECNICA MENSILE DI INFORMAZIONE DELLA SOCIETÀ ITALIANA PER IL PROGRESSO DELLE SCIENZE ANNO LXIX - NN. 434-435 - ott./nov. 2006 - Poste Italiane SpA - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004, n. 46) art. 1, comma 2, DCB Roma . . .. .. E E precisamente il precedente numero, dove troviamo diversi scritti che invitano ad altrettante riflessioni. Il primo articolo, a firma di Fulvio Roccatano, si intitola “Università e Ricerca” ed è dedicato all’audi- zione che il Ministro Fabio Mussi ha tenuto recente- mente alla VII Commissione della Camera dei Depu- tati, e di cui evidenziate sono state due frasi, ritenute fondamentali: “Vogliamo, dobbiamo far entrare l’Ita- lia da protagonista nella società della conoscenza “, e “Ci conforta il fatto di aver avviato i primi passi fin dall’inizio del nostro mandato. Dobbiamo continuare senza fermarci. È l’impegno del nostro Governo”. La mia non più tenera età mi permette di ricordare – attraverso lo scorrere degli anni – le tante frasi roboanti che i molti predecessori dell’attuale Ministro hanno pronunziato su questo e su tanti altri argomen- ti: in particolare – a proposito della conoscenza – le parole “ricerca” e “innovazione”, di cui seguitano a riempirsi la bocca gli uomini politici. E una prima considerazione che viene in mente di fare è quella relativa alla Scuola (la scrivo con la iniziale maiuscola perchè intendo parlarne con il massimo rispetto, anche se... qualche dubbio mi tor- menta). Ricordo di avere già fatto qualche conside- razione sulla Scuola su queste pagine 1 , ma mi sem- bra che valga la pena parlarne ancora, specie in rap- porto alle “conoscenze”, ricordando quanto espres- so da un autore americano: “Il capitale fisso oggi necessario per creare ricchezza non è la terra nè il lavoro fisico nè le macchine utensili nè gli stabili- menti: è un capitale fatto di conoscenza. Il capitale intellettuale è tutto quel materiale – sapere, infor- mazione, proprietà intellettuale, esperienza - che può essere messo a frutto per creare ricchezza. È brainpower collettivo. È difficile da individuare e ancor più difficile da dispiegare in modo efficace. Ma chi lo trova e lo sfrutta, vince” 2 . Questi principi erano già stati messi in eviden- za da un altro autore americano, del quale – allor- chè è uscita l’edizione italiana 3 – erano già uscite altre undici traduzioni, in altrettante nazioni diverse. E, in un testo più conciso, ma ricco di dati scientifici, il concetto è stato ribadito da un premio Nobel italiano con un titolo che sembrerebbe stra- no, se non si tenesse conto che – per l’acquisizione delle conoscenze – occorre molta “buona volontà” che spesso, a sua volta, richiede “coraggio” 4 . Molti anni fa ho acquisito la maturità classica e, dagli studi che la hanno preceduta, ricordo una frase, pronunziata da un saggio 5 , e sulla quale riten- go importante richiamare l’attenzione: “non vitae, sed scholae discimus”. Se ne doleva il filosofo, lamentando la carenza della Scuola a “formare” la mente dell’uomo. E ancora oggi, dopo tanti secoli, dobbiamo amaramente porci la domanda: ai fini dei problemi (purtroppo numerosi) che ogni essere umano deve affrontare lungo il corso della vita, quali giovamenti ci hanno fornito le numerose “nozioni” che siamo stati obbligati ad imparare per essere infine dichiarati “maturi”? E allora c’è da porsi una domanda: conoscere, d’accordo; ma c’è qualche argomento al quale occor- re dare la priorità? Se ci portiamo agli albori della storia dell’umanità ci rendiamo conto che i primi uomini hanno prestato una certa attenzione a ciò che la natura poteva offrire per il loro nutrimento, per la cura delle malattie, per la difesa dai nemici e dalle avversità dell’ambiente. In altri termini, l’uomo si è rivolto alla natura che lo circondava. Più recentemen- SFOGLIANDO “SCIENZA E TECNICA”... 1 E. CIANETTI – Poche (ma sentite) parole sulla Scuola – in: “Scienza e Tecnica” n.371,2001 2 T.A.STEWART – Il capitale intellettuale – Milano, Ponte alle Grazie, 1999 3 A.TOFFLER – Powershift, la dinamica del potere – Milano, Sperling & Kupfer, 1991 4 R. LEVI-MONTALCINI – Abbi il coraggio di conoscere – Milano, Rizzoli, 2004 5 SENECA – Epist., 16, 11 (in: G. FUMAGALLI – Chi l’ha detto? – Milano, Hoepli,1909)

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E TECNICAMENSILE DI INFORMAZIONE DELLA SOCIETÀ ITALIANA PER IL PROGRESSO DELLE SCIENZE

ANNO LXIX - NN. 434-435 - ott./nov. 2006 - Poste Italiane SpA - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004, n. 46) art. 1, comma 2, DCB Roma

......EEprecisamente il precedente numero,dove troviamo diversi scritti cheinvitano ad altrettante riflessioni.

Il primo articolo, a firma di Fulvio Roccatano, siintitola “Università e Ricerca” ed è dedicato all’audi-zione che il Ministro Fabio Mussi ha tenuto recente-mente alla VII Commissione della Camera dei Depu-tati, e di cui evidenziate sono state due frasi, ritenutefondamentali: “Vogliamo, dobbiamo far entrare l’Ita-lia da protagonista nella società della conoscenza “, e“Ci conforta il fatto di aver avviato i primi passi findall’inizio del nostro mandato. Dobbiamo continuaresenza fermarci. È l’impegno del nostro Governo”. Lamia non più tenera età mi permette di ricordare –attraverso lo scorrere degli anni – le tante frasiroboanti che i molti predecessori dell’attuale Ministrohanno pronunziato su questo e su tanti altri argomen-ti: in particolare – a proposito della conoscenza – leparole “ricerca” e “innovazione”, di cui seguitano ariempirsi la bocca gli uomini politici.

E una prima considerazione che viene in mentedi fare è quella relativa alla Scuola (la scrivo con lainiziale maiuscola perchè intendo parlarne con ilmassimo rispetto, anche se... qualche dubbio mi tor-menta). Ricordo di avere già fatto qualche conside-razione sulla Scuola su queste pagine1, ma mi sem-bra che valga la pena parlarne ancora, specie in rap-porto alle “conoscenze”, ricordando quanto espres-so da un autore americano: “Il capitale fisso ogginecessario per creare ricchezza non è la terra nè illavoro fisico nè le macchine utensili nè gli stabili-menti: è un capitale fatto di conoscenza. Il capitaleintellettuale è tutto quel materiale – sapere, infor-mazione, proprietà intellettuale, esperienza - chepuò essere messo a frutto per creare ricchezza. È

brainpower collettivo. È difficile da individuare eancor più difficile da dispiegare in modo efficace.Ma chi lo trova e lo sfrutta, vince” 2.

Questi principi erano già stati messi in eviden-za da un altro autore americano, del quale – allor-chè è uscita l’edizione italiana3 – erano già uscitealtre undici traduzioni, in altrettante nazioni diverse.

E, in un testo più conciso, ma ricco di datiscientifici, il concetto è stato ribadito da un premioNobel italiano con un titolo che sembrerebbe stra-no, se non si tenesse conto che – per l’acquisizionedelle conoscenze – occorre molta “buona volontà”che spesso, a sua volta, richiede “coraggio” 4.

Molti anni fa ho acquisito la maturità classicae, dagli studi che la hanno preceduta, ricordo unafrase, pronunziata da un saggio5, e sulla quale riten-go importante richiamare l’attenzione: “non vitae,sed scholae discimus”. Se ne doleva il filosofo,lamentando la carenza della Scuola a “formare” lamente dell’uomo. E ancora oggi, dopo tanti secoli,dobbiamo amaramente porci la domanda: ai fini deiproblemi (purtroppo numerosi) che ogni essereumano deve affrontare lungo il corso della vita,quali giovamenti ci hanno fornito le numerose“nozioni” che siamo stati obbligati ad imparare peressere infine dichiarati “maturi”?

E allora c’è da porsi una domanda: conoscere,d’accordo; ma c’è qualche argomento al quale occor-re dare la priorità? Se ci portiamo agli albori dellastoria dell’umanità ci rendiamo conto che i primiuomini hanno prestato una certa attenzione a ciò chela natura poteva offrire per il loro nutrimento, per lacura delle malattie, per la difesa dai nemici e dalleavversità dell’ambiente. In altri termini, l’uomo si èrivolto alla natura che lo circondava. Più recentemen-

SFOGLIANDO “SCIENZA E TECNICA”...

1 E. CIANETTI – Poche (ma sentite) parole sulla Scuola – in: “Scienza e Tecnica” n.371,20012 T.A.STEWART – Il capitale intellettuale – Milano, Ponte alle Grazie, 19993 A.TOFFLER – Powershift, la dinamica del potere – Milano, Sperling & Kupfer, 19914 R. LEVI-MONTALCINI – Abbi il coraggio di conoscere – Milano, Rizzoli, 20045 SENECA – Epist., 16, 11 (in: G. FUMAGALLI – Chi l’ha detto? – Milano, Hoepli,1909)

2 SCIENZA E TECNICA, NN. 434-435, 2006

te si è avvertita la necessità di approfondire le cono-scenze, relativamente alla composizione intima dellamateria e del come questa composizione può esseremodificata a seguito di sollecitazione energetiche didiversa entità. Da tutto questo sono scaturite la scien-za dei materiali, la scienza dell’alimentazione e lascienza dei farmaci; e poi tutto quanto può avere rife-rimento con la difesa dell’ambiente.

Ma permettetemi di fare un’altra considerazione.Quanti italiani conoscono l’Italia? Basta seguire i quiztelevisivi per constatare che la maggior parte dei con-correnti cade sulle domande di geografia. Ma nondella geografia delle Isole della Sonda o della Terra delFuoco, ma proprio sulla geografia di casa nostra, acominciare dai nomi delle Regioni nelle quali il nostroterritorio è suddiviso. Inoltre pochi hanno conoscenzerelative alle bellezze naturali e ai tesori artistici, di cuic’è abbondanza nelle città e nei paesi, nelle campagnee sulle montagne. Alcune pagine più avanti ce ne dàun esempio Alfredo Martini, che ci presenta un “excu-bitorium”, e cioè una vera e propria caserma (in questocaso dei vigili del fuoco), di cui si dice che “il buonostato del monumento e lo straordinario valore docu-mentario dei graffiti sollecitarono l’interesse degli stu-diosi, insufficiente tuttavia ad evitare un progressivoabbandono dell’area, con grande pregiudizio per laconservazione delle strutture murarie e soprattutto delloro apparato decorativo”. Purtroppo questo lato nega-tivo circa il disinteresse verso i tesori artistici non èriscontrabile soltanto in questo caso.

Si è parlato di conoscenze geografiche. Ma chedire delle carenze delle conoscenze geologiche?Tali carenze ci fanno constatare che – in molte zoned’Italia – ogni volta che piove abbondantemente siverificano crolli e frane disastrose, anche con perdi-te di vite umane.

Coloro che hanno molti anni sulle spalle, come ilsottoscritto, hanno assistito a due forme di “patriotti-smo”. La prima, caratteristica di molti anni fa, conditacon una asfissiante retorica, in base alla quale, a titolodi esempio, i temi svolti a scuola dovevano obbligato-riamente terminare con quello che gli studenti stessichiamavano il “pistolotto finale”. La seconda, caratte-ristica di questi ultimi anni, che si manifesta chiasso-samente, ma soltanto in occasione della vittoria dellasquadra nazionale di calcio, che in realtà ben poco oniente conta sulla vita di tutti i giorni.

Si tratta dunque di due forme aberranti dipatriottismo: aberrante e vacuo il primo, aberrante ebecero il secondo. Certamente, in ambedue i casi, dimanifestazioni assolutamente prive delle conoscen-ze in grado di porre l’individuo al servizio del pro-prio Paese e dei concittadini. Troppo negativo ilsecondo giudizio? Mi viene in aiuto un altro artico-lo, anche esso a firma di Fulvio Roccatano, e daltitolo “Elite e Massa”; a proposito della “folla” vi sidice che essa”manifesta estremisticamente una sfre-nata passione, che spesso degenera in violenza”.

Ma, se voltiamo pagina, traiamo un sospiro disollievo. Un lungo articolo sulle “Applicazionimediche della radioattività” ci convince che adEnrico Mainardi, che ne è l’autore, le conoscenzenon mancano. Vi si afferma infatti che “l’uso delleradiazioni nella Diagnostica permette di ricostruireimmagini molto buone di parti interne del corpoumano e i particolari dei diversi organi con livelli diaccuratezza e di dettaglio molto elevati, con la pos-sibilità di effettuare diagnosi estremamente accuratedi stati patologici altrimenti non verificabili se nonintervenendo chirurgicamente. Le applicazioni piùdiffuse sono la comune radiografia a raggi X, laTomografia Assiale Computerizzata (TAC), laTomografia a Emissione di Positroni (TEP), la Scin-tigrafia con impiego di traccianti radioattivi, insie-me ad altre tecniche come le Analisi di Radioimmu-nologia in vitro (RIA) e la Mineralometria OsseaComputerizzata (MOC)”.

L’autore precisa i principi scientifici sui quali èbasata ciascuna di queste tecniche, non dimenticando-ne altre, quali la Risonanza Magnetica Nucleare(RMN) e la Tomografia Computerizzata ad EmissioneSingola di Fotoni (SPECT). Insisto nel dire che, di cia-scuna tecnica, vengono illustrate le applicazioni, e – aseguito di queste – i benefici che se ne possono trarre.

Come si è detto, la lettura di questo articolo con-vince circa le conoscenze delle quali è in possessol’autore. E, procedendo nella lettura, un altro articolo,a firma di Giuseppe Lanzavecchia, ci mette al corren-te su di una vita spesa in conoscenze poste al serviziodella comunità. Si tratta del “Ricordo di UmbertoColombo, il grande esperto di energia”. È sufficientequesta ultima parola per farci sottolineare – in questoperiodo di crisi energetica – le benemerenze di questostudioso, scomparso il 13 maggio 2006.

Tante pagine occorrerebbe riempire per ricor-dare anche brevemente tutta l’attività di UmbertoColombo. Mi si consenta di riportare poche parole:“Un uomo geniale, intelligentissimo, con una enor-me cultura a 360 gradi, semplice in tutte le suemanifestazioni, che non nascondeva i suoi senti-menti, che sapeva motivare la gente, col quale sipoteva anche duramente bisticciare e dissentire, chenon portava rancore, che era privo di ogni forma diiattanza, che sapeva aiutare, che aveva tanti amici”.Si può aggiungere che possedeva tante conoscenzee se ne serviva a favore degli altri.

Disgraziatamente non tutti coloro che sono chia-mati ad insegnare si manifestano in grado di trasferirein modo efficace le loro conoscenze (ma ne hanno?). Atitolo di esempio riporto quanto ho avuto occasione dileggere su uno dei giornali messi a disposizione delpubblico nelle stazioni della metropolitana romana:“anche la generazione internet da questo punto di vistadelude: riciclaggio, salvaguardia delle risorse, inquina-menti, sono tutti temi quasi sconosciuti per i giovaniitaliani che a scuola non riescono a ricevere gli input

SCIENZA E TECNICA, NN. 434-435, 2006 3

fondamentali” 6. Dato l’argomento, quanto detto ègrave, e forse anche questo è effetto di quel relativismo,contro il quale si rivolge frequentemente BenedettoXVI: in altri termini, come al pontefice appare cheognuno aggiusti a modo suo la religione, così moltiinsegnanti esercitano una didattica “propria”, senzacurarsi che essa, nelle menti dei giovani, approdi aduna cultura seriamente intesa, al passo con i tempi e ingrado di risolvere i problemi attuali. Ed una critica par-ticolare troviamo nell’articolo di Lorenzo Capasso“Deus caritas est: le vie del Signore sono infinite”, nelquale l’autore evidenzia il problema delle ricerche rela-tive alle cellule staminali: dell’importanza di questericerche, e delle conoscenze che ne possono derivarecredo che nessuno dubiti. Ma l’autore (che nei suoiscritti non è mai molto tenero) denuncia anche “lemancanze tipiche degli italioti”: l’assenza di senso civi-co, l’incapacità di rispettare le regole, la spiccata pro-pensione al compromesso, alla “furbata” e all’inciucio.

Recentemente uno “straniero” ci ha insegnatoqualche cosa. Presso la facoltà di lettere e filosofiadell’Università di Roma Tre è stata conferita la lau-rea “honoris causa” a Tensin Gyatso, XIV DalaiLama, che non ha mancato di lanciare un appello:“Il sistema didattico moderno occidentale concen-tra solamente sul cervello e trascura l’aspetto etico.Sviluppare il cuore, sulla base della ragione è la viaper vedere più chiaramente la realtà. Il distaccodalle emozioni indebolisce il sistema immunitario 7.

E non mancano gli esempi da imitare: uno di que-sti è relativo ad una donna, definita come “personag-gio rivoluzionario, che aprì le prime scuole femminiliin Italia partendo dal Lazio”. Si tratta di Rosa Venerini,recentemente proclamata santa: si tenga presente che èvissuta fra il 1656 e il 17288, e cioè in un periodo nelquale certe rivoluzioni erano inconcepibili.

Ho iniziato parlando della Scuola: su un quoti-diano si legge che non solo negli uffici, ma anchenelle aule scolastiche soltanto il 5% non ha alcunacondizione di rischio allergico, il 13% ne ha una, il47% ne ha 2 o 3, il 35% raggiunge o supera le quat-tro 9. A questo proposito, una buona notizia ci arrivadall’UNI: è in corso la pubblicazione di una normaeuropea relativa ai banchi scolastici, da realizzaresecondo principi di corretta ergonomia.

Per quanto riguarda i programmi, non mi sem-bra fuor di luogo richiamare l’attenzione sul conte-nuto di una recente pubblicazione che, rivolgendosi

ad imprenditori e a consulenti, avverte che stiamodirigendoci a vele spiegate verso un futuro tempe-stoso, con cambiamenti estremi, e che ci avvicinia-mo rapidamente ad acque inesplorate che non sare-mo in grado di navigare con la nostra attuale men-talità e le nostre mappe, tracciate nel passato10.

A mio parere non possiamo anticipare il“nuovo”, se non abbiamo sufficienti conoscenzerelative ai problemi attuali, come auspicato dalMinistro, dalla cui audizione sulle conoscenze èstato preso lo spunto su quanto qui è stato scritto.

Una elementare educazione richiede – a conclu-sione di quanto scritto – che si rivolgano al Ministro ipiù sentiti rallegramenti e i più fervidi auguri per lasua iniziativa, con l’auspicio che egli possa reperirecollaboratori in possesso di quelle conoscenze chesono necessarie per la risoluzione dei non pochi pro-blemi attuali. E, con il suo permesso, un invito aguardarsi dagli “amministrativi”, di solito riveriti edossequiati in quanto “maneggiano i quattrini”. Ameno che egli, data la carica che riveste, riesca acapire quello che per me è stato sempre (e rimane)un mistero, e cioè come si fa a gestire dei beni, deiquali non si hanno conoscenze relativamente allanatura e alle caratteristiche, in base alle quali cono-scerne i limiti di impiego.

Elvio Cianetti

6 Educazione verde le scuole bocciate – in: Metro, Roma,12 otto-bre 2006

7 Così il Dalai Lama con la toga parla di etica alla folla in delirio– in: E Polis, Roma,15 ottobre 2006

8 Rosa Venerini diventa santa, una giornata storica per Viterbo –in: E Polis, Roma,16 ottobre 2006

9 Italiani allergici all’ufficio – in: Leggo, Roma,16 ottobre 200610 REDAZIONE DI DE QUALITATE (a cura della) – Anticipare

il nuovo – Suppl. a De Qualitate, 9, 2006

SOMMARIO

Sfogliando “Scienza e tecnica”... pag. 1

Innovazione - Fattori umani - Talento » 4

L’Educazione scientifica in un liceo di Roma » 5

La Privacy a letto... d’ospedale » 8

Gli aspetti del giornalismo » 10

Arnaldo Maria Angeliniraccolta di scritti sull’energia elettrica » 11

Passato e futuro, scoperte scientifichee sviluppi tecnologici » 13

Pianeta Galileo 2006: un mese dedicato ai piaceridella scienza in tutte le città toscane » 13

Alla ricercatrice napoletana Flavia Cerratoborsa di studio della Fondazione Pezcoller di Trento » 13

XIV World congress on Psychiatric Genetics » 14

Il trentino Fulvio Mattivi del Consigliodi amministrazione del più importanteIstituto per lo Studio dei Polifenoli » 14

Accademia Nazionale del Lincei,anno accademico 2006-2007 » 15

Anche la Cina avrà elettricità dalle correnti marinegrazie ad una tecnologia italiana » 15

A Bolzano, Istituto per la ricerca sull’Uomodei ghiacci e sulle mummie » 15

Visita del ministro Mussi al Centro di RicercaMicrosoft dell’Università di Trento » 16

JJ udith Swain (cardiologa) e il marito EdwardHolmes (esperto in cellule staminali) lasciatala California, lavorano all’Università di Singa-

pore che saccheggia da quelle di tutto il mondo imigliori scienziati. Questi sono attratti non solo dalaboratori ricchi e moderni, ma dal clima di eccel-lenza cooperativa. L’Università di Singapore eccelleanche in computer, elettronica, nanotecnologie,aerospazio. Il 23% dei suoi ricercatori sono stranierie, nell’isola, anche molti grandi manager industrialisono europei o americani.

In tutto il mondo aziende, università, istituti diricerca combattono per accaparrarsi persone ditalento in scienza, tecnica, management, arti,design. Knowledge is power era vero al tempo diFrancis Bacon: oggi lo è ancor più. Prospera chiinventa cose utili e complesse. Declina chi produceservizi e beni tradizionali. La ricchezza delle nazio-ni innovative (USA, Svezia, Finlandia etc.) crescepiù veloce di quella dei Paesi che inventano meno,come l’Italia. Gli scienziati e gli inventori più bravisono molto visibili. Le aziende hitech e le universitàli trovano facilmente. Nelle università eccellenti tro-viamo molti ottimi docenti stranieri – in USA,Inghilterra, Germania, ma non in Italia. Talento,intelligenza, creatività sono difficili da definire, masi riconoscono bene. Per fortuna è sempre più ovvioche le doti intellettuali dipendono molto meno dalDNA che da ambiente ed esperienza. Conviene,quindi, iniziare le ricerche e favorire lo sviluppo deitalenti fra i giovani. In USA l’ente privato ScienceService (finanziato prima da Westinghouse, ora daIntel) già dal 1972 indice concorsi per cercare talen-ti scientifici. Partecipano studenti delle superioriche descrivono ricerche o esperimenti che hannoideato e illustrano i loro modi di organizzare il lavo-ro, di studiare, i loro interessi. Fra i vincitori diborse di studio (sostanziose), 6 hanno avuto ilNobel, 2 la medaglia Fields (matematica), 5 sonostati eletti all’Academy of Engineering e 32 allaNational Academy of Science. Molte universitàamericane hanno programmi simili. In Asia ci sonomolte iniziative simili anche originate dall’industriache risente una carenza di esperti dato il suo rapi-dissimo sviluppo.

Le storie di successi asiatici sono famose. Nel1981 sette imprenditori indiani con un capitale di1000 dollari fondarono a Bangalore un’azienda disoftware: Infosys Technologies, che fattura oggi 2,2miliardi di dollari l’anno e ha 58.000 dipendenti. L’In-dia è il secondo esportatore di software al mondo.Non è solo coinvolta in outsourcing per clienti occi-dentali: produce soluzioni nuove e ricercate.

Sono buoni esempi da seguire. In Italia, invece,i laureati in informatica e quelli in ingegneriadiscussero a lungo su chi è autorizzato a curare e

firmare progetti di sistemi informatici – ma espor-tiamo assai poco software.

In USA le aziende che impiegano personale piùinventivo a livelli più alti vedono crescere il valoredelle loro azioni perché danno speranza di alti profittifuturi. Le persone di talento che producono di più eispirano queste fiducie sono pagati di più e già si sen-tono voci che avversano la meritocrazia e l’elitismo.

La ricchezza costituita da intangibili (informa-zione, studi, ricerche, progetti) serve a costruire (evendere) strumenti con cui si lavora meglio. Laconoscenza che sta nei cervelli dei lavoratori è unvalore. Lo chiamano “capitale umano”. Taluno pro-pone scioccamente che questa ricchezza intangibilesi equipari a un bene concreto, si misuri e si inseri-sca nel conto economico che rispecchierà così lamaggiore ricchezza delle aziende che possiedonoconoscenze migliori. Certo che si devono fare inve-stimenti in capitale umano. Però sapremo se produ-cono davvero benefici solo quando vendite e profittisaranno cresciuti e i costi saranno diminuiti. Questisono i dati sicuri da registrare nei libri contabili. Laconoscenza e gli altri intangibili non vanno capita-lizzati precocemente Possiamo riporre grandi spe-ranze nel progetto di una macchina nuova. Ma forseil mercato non la gradisce oppure un concorrente neoffre una migliore a prezzo minore. Possiamo glo-riarci di aver addestrato una squadra di progettistisuper, ma rischiamo che i migliori diano le dimis-sioni e ci lascino. Ogni investimento in ricerca, svi-luppo e addestramento in azienda va registrata subi-to a spese. Se, poi, i benefici non arrivano, il passi-vo è già stato contabilizzato e non ci sono sorprese.

Anche misurare talento, intelligenza, creatività,leadership si può fare male in tanti modi e bene inpochi. Rassegniamoci: i modi migliori si basanosull’intuito di chi ha esperienza e sensibilità. Attentiagli indicatori numerici illusori! Perfino l’Economi-st prende avventatamente sul serio l’EHCI, IndiceEuropeo del Capitale Umano proposto dal LisbonCouncil, associazione connessa con l’UniversitàZeppelin di Friedrichshafen. Pretende di misurare ilvalore del talento di un Paese in base al costo (inve-ce che ai risultati) delle scuole di ogni ordine egrado, al tempo dedicato dai genitori a educare ifigli, all’apprendimento sul lavoro, alle ore investitedagli autodidatti. Sono grandezze stimate a occhio,non misurate e ignorano quelle ben più credibili diEurostat e OCSE. Vorrebbero misurare anche rendi-mento e produttività del capitale umano in base aillazioni ingenue. Le conclusioni sono gratuite.Meglio riferirsi all’Innovation Scoreboard redattoogni anno dalla Commissione Europea. Meglioinnovare che parlare di innovazione.

Roberto Vacca(Nòva, Il Sole 24 Ore)

INNOVAZIONE – FATTORI UMANI – TALENTO

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SCIENZA E TECNICA, NN. 434-435, 2006 5

Mario Rusconi, dirigente del Ministero del-l’Istruzione, Ufficio Scolastico Regionale per ilLazio ci ha partecipato che da diversi anni ilLiceo Scientifico Statale “I. Newton” si adoperanel tentativo di offrire ai suoi studenti conoscen-ze, esperienze e l’acquisizione di abilità in variambiti scientifici, così da contribuire non soload incrementare curiosità ed ampliare interessi,ma anche a sviluppare la consapevolezza delruolo e dell’incidenza che ogni disciplina (biolo-gia, chimica, fisica, astronomia… tanto percitarne alcune) ha nella cultura scientifica con-temporanea e le relazioni che intercorrono traesse.Una formazione scientifica che non tralascia disottolineare l’interdipendenza tra uomo,ambiente e gli altri organismi viventi.

Posto ciò, siamo lieti di riportare la seguen-te nota di Carla Vilardo (coordinatrice deldipartimento scientifico), sull’attività didatticasvolta al Liceo scientifico statale “Isacco New-ton” di Roma.

BIOTECNOLOGIE

Tenuto conto della brusca accelerazioneche la biologia ha avuto negli ultimi decenni, inparticolare nelle tecniche che impiegano mate-riale biologico al fine di ottenere nuove terapiee prodotti utili non solo in campo medico/far-macologico, ma anche in agricoltura ed ingenerale per la difesa dell’ambiente, questoLiceo ha sentito la necessità di coinvolgere glistudenti delle classi terze in quella che è unavera e propria rivoluzione del mondo scientifi-co, le biotecnologie.

A questo riguardo abbiamo partecipato adiversi progetti.• Il corso didattico sperimentale “Conoscere il

DNA” organizzato dalla FARMM, in collabo-razione con l’Istituto di Neurobiologia eMedicina molecolare del CNR e l’EuropeanBrain Research Institute (EBRI). Preceduta

da un dibattito, nel quale abbiamo avuto ilpiacere e l’onore di conoscere il premio NobelRita Levi Montalcini, l’esperienza, realizzatanei laboratori del centro, ha consentito aglistudenti di determinare il proprio genotipomolecolare relativo al gene dimorfico pv92,utilizzando tecniche per l’estrazione delDNA, la PCR e l’elettroforesi su gel.

• Sempre in merito alle biotecnologie, i nostristudenti hanno effettuato uno stage di duegiorni presso i laboratori del Life LearningCenter all’Università di Bologna. Oggettodelle esperienze: la trasformazione batterica,l’estrazione e la purificazione della greenfluorescent protein, il DNA fingerprinting.Nella trasformazione batterica, gli studentihanno inserito in una cellula di EscherichiaColi il plasmide pGLO che possiede un geneper la resistenza all’antibiotico ampicillina,uno per il controllo del metabolismo dellozucchero arabinosio ed uno per la sintesidella proteina GFP, proveniente quest’ulti-mo dalla medusa tropicale Aequorea victo-ria. Le colonie di batteri trsformati, espostea radiazioni UV hanno emesso una fluore-scenza verde, prova dell’avvenuta espressio-ne fenotipica della GFP. Nell’esperienza del DNA fingerprinting, glistudenti, lavorando su DNA plasmidico,quale fonte di materiale genetico da utiliz-zare, hanno imparato a confrontare ledimensioni dei frammenti di DNA generatidalla digestione enzimatica dei diversi pla-smidi, al fine di riconoscerli sfruttando lecaratteristiche di unicità proprie del geno-ma degli organismi.Queste esperienze, ripetute anche nel nostrolaboratorio con l’ausilio e sotto la guida dipersonale esperto, hanno consentito l’utiliz-zo delle moderne tecniche di ricerca quali,gli enzimi di restrizione, la PCR, l’elettrofo-resi su gel, la tecnica cromatografica, finoad allora solo studiate sui testi.

L’EDUCAZIONE SCIENTIFICAIN UN LICEO DI ROMA

6 SCIENZA E TECNICA, NN. 434-435, 2006

EDUCAZIONE ALLA SALUTE

• Un tema che il nostro Istituto affronta già daqualche anno, con le classi quarte, è quellodell’AIDS. Secondo gli ultimi dati statisticidel COA (Centro Operativo Aids) in Italiasono presenti oltre 120&000 sieropositivi etra le regioni più colpite è incluso il Lazio.Poiché l’AIDS conclamato si manifesta, nellamaggior parte dei casi, nella fascia di etàcompresa tra i 25 e i 39 anni, è possibile sup-porre che il contagio possa essere avvenutodurante la fase adolescenziale. Nasce pertanto in noi docenti la necessità diinserire nel progetto di educazione allasalute programmi specifici di informazionee formazione finalizzati a fornire gli stru-menti necessari per proteggersi dal virusdell’HIV/AIDS e prevenire ogni rischio.Tale progetto è realizzato con l’ANLAIDS(Associazione Nazionale per la Lotta control’AIDS) in collaborazione con la cattedra diMalattie infettive e Tropicali dell’università“La Sapienza” di Roma. Obiettivo princi-pale è quello di sensibilizzare gli studenti aconsiderare la salute un bene primario dadifendere, valutare il loro livello di cono-scenze, fornire informazioni chiare e scien-tifiche sull’infezione da HIV/MST, creareuno spazio di discussione per un confrontoaperto tra esperti e studenti.

• Ancora sul tema dell’educazione alla saluteorganizziamo, per le classi terze e, dopoaver svolto nelle ore curriculari l’apparatoriproduttore, un incontro con la ginecologadella nostra ASL, nel corso del quale siaffrontano temi relativi alla contraccezionee alle malattie sessualmente trasmesse.

• Sempre in ambito di prevenzione, abbiamoeffettuato, per le classi terze, con il suppor-to di personale medico, un progetto pilotasulle malattie cardiovascolari. Lo studio ana-tomico di un cuore, sezionato dal vivo perevidenziarne la struttura anatomica, haconsentito di visualizzare quanto preceden-temente studiato e di comprenderne inmodo più approfondito la fisiologia, sullabase della quale è stato possibile analizzarediverse patologie, la relativa sintomatologia,

il corretto comportamento per prevenirle ele procedure di intervento. Abbiamo visio-nato il filmato di un’angioplastica che evi-denziava una stenosi coronarica risolta siacon la tecnica del palloncino sia con l’intro-duzione di uno stent. Gli studenti si sonoinfine cimentati nella misurazione dellapressione sanguigna e nella rilevazione dellafrequenza cardiaca.

• Ancora in ambito di prevenzione è la realiz-zazione di un progetto, rivolto alle classiseconde, sull’abuso di alcool e sostanze psi-coattive. Realizzato da personale medico ildibattito viene introdotto e sollecitato conl’ausilio di un filmato.

• La collaborazione con la ASL RM/A dipar-timento materno infantile ci permette dieffettuare, ormai da molti anni, una serie didibattiti destinati alle classi seconde e fina-lizzati a potenziare la consapevolezza delletrasformazioni affettive e sessuali caratteri-stiche dell’età adolescenziale.

• Ancora sul tema dell’educazione alla salute,grazie alla preziosa collaborazione offertacidall’Istituto Zooprofilattico SperimentaleLazio-Toscana, nel corrente anno scolasticopartirà, per le classi terze, un nuovo progettoteorico-pratico sulla sicurezza alimentare,finalizzato ad acquisire informazioni e con-cetti utili a sviluppare una conoscenza scien-tificamente corretta dei rischi igienico-sani-tari connessi agli alimenti di origine animale.Gli argomenti proposti, contaminazionimicrobiologiche e tossinfezioni alimentari,zoonosi trasmesse da alimenti, contaminazio-ni chimiche degli alimenti e rischio per lasalute umana, OGM, alimenti biologici eproduzioni alimentari tipiche, filiera dellatte, etichetta degli alimenti, sarannoaccompagnati da esperienze che gli operatorieffettueranno presso il nostro laboratorio.

• Sempre nell’ambito dell’educazione allasalute proponiamo ai nostri studenti uncorso di primo soccorso suddiviso in dueanni. Per le classi terze ci prefiggiamo comeobiettivi: il riconoscimento dei segni, quan-do presenti, di un attacco cardiaco, il supe-ramento del timore di affrontare situazionidi sofferenza e/o di emergenza, la riduzione

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dei tempi e le imprecisioni nell’allertamentodel sistema di soccorso, l’effettuazione diazione che favoriscano la sopravvivenza delpaziente in attesa del sistema di soccorso. Per gli studenti delle classi quarte, il corsoprevede il riaddestramento sulle manovredi rianimazione, il controllo delle emorragiee dei traumi agli arti, le modalità di immo-bilizzazione con mezzi di fortuna ed alcuniaspetti particolari della traumatologia dellastrada. Consci che questi obiettivi non sonofinalizzati a trattare in maniera esaustival’intervento del soccorritore laico nelleemergenze mediche, ma a rendere solo piùefficace la risposta dello studente in even-tuali situazioni di emergenza, è nostro desi-derio far nascere la motivazione ad accre-scere le proprie competenze nel prestaresoccorso attraverso la partecipazione acorsi di livello superiore.

• Al fine di diffondere tra i giovani (classiquinte) la cultura della donazione, comedisponibilità verso il prossimo, indirizzan-doli nello stesso tempo verso stili di vita cheottemperino alla prevenzione, il nostroLiceo, in collaborazione con l’AVIS, orga-nizza conferenze ed offre strutture idoneeaffinché gli studenti possano avvicinarsi alladonazione del sangue.

CHIMICA

Abbiamo partecipato con i nostri studentidelle classi quarte alle olimpiadi della chimicaorganizzate dalla Soc. Chimica Italiana pressol’Università “La Sapienza” di Roma.

ASTRONOMIA

• Gli studenti (classi quinte) più meritevolihanno partecipato ad un concorso, organiz-zato dall’Università di Tor Vergata, pressol’Osservatorio astronomico di Roma chesorge all’interno di un parco tra Montepor-zio e Frascati. Uno stage di tre giorni sultema “variabilità del Sole e clima terrestre”,nel corso del quale i nostri ragazzi hannoavuto il piacere di osservare, oltre alle attrez-zature astronomiche antiche ed attuali, un

archivio di lastre, documenti e libri che costi-tuiscono una linea di continuità tra gli studicompiuti nel passato e quelli in via di svilup-po e di riflettere sulla precisione manualecon la quale si suppliva alla carenza di tecno-logie avanzate di cui oggi godiamo. Hannoappreso il metodo di lavoro dei ricercatori,che, disponibili e preparati li hanno accom-pagnati e seguiti per l’intero periodo dellaloro permanenza. Sulla base delle loro cono-scenze, dall’analisi dei dati forniti dal perso-nale e tenuto conto delle innumerevoli varia-bili che concorrono alla definizione del climaterrestre, gli studenti hanno elaborato la loroipotesi in un lavoro che gli ha consentito divincere il concorso, al quale hanno parteci-pato diversi Istituti di Roma e provincia, e diaggiudicarsi, come premio per la scuola, untelescopio che si è andato ad aggiungere aquello già in possesso dall’Istituto.

• Da diversi anni organizziamo, per le classiquinte, serate astronomiche, durante lequali gli studenti imparano ad orientarsilocalizzando nella volta celeste le costella-zioni, osservano al telescopio il suolo lunare,i pianeti, quando presenti e i relativi satelli-ti, le stelle doppie, gli ammassi stellari.

• Sempre con le classi quinte siamo in procin-to di partecipare ad uno stage organizzatodall’INFN (Istituto nazionale di FisicaNucleare) che si svolgerà a Frascati.Con l’ausilio di Enti, Associazioni, Editori,

nel nostro Istituto siamo soliti promuoverenumerose conferenze. Fra quelle a caratterescientifico, ne citiamo solo alcune: gli OGM,l’influenza aviaria, abbiamo invitato il premioNobel Rita Levi Montalcini con la sua equipedi ricercatori.

Tutti i progetti e le attività sopra elencatesi svolgono per classi parallele, consentendopertanto all’intera popolazione scolastica delnostro Liceo di partecipare, nel corso dei cin-que anni, alle iniziative proposte.

Il nostro obiettivo è quello di sollecitarecuriosità, stimolare interessi, affinare conoscen-ze e abilità, introdurre gli studenti in ambitilavorativi diversi per guidarli e condurli, allafine del quinquennio, ad una scelta universitariache rispetti le loro reali capacità ed inclinazioni.

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VViviamo in un era in cui, per la Privacy, ancheal ristorante ci verrà richiesto di apporre unautografo tre, quattro ed anche cinque volte:

ciò per confermare di essere stati “opportunamente”informati, per dare il nostro necessario consenso alfatto che quanto da noi gustato potrebbe entrar a farparte dell’immaginario collettivo, nonché per confer-mare il nostro gradimento alla ricezione di menù per-sonalizzati…

In un era in cui enormi quantità di carta (magica-mente trasformate in note informative, moduli e for-mulari) verranno – e già lo sono – imposte al convi-vere civile da un’Authority, in fondo, altrettanto di“carta”. Le violazioni sono oramai la regola: lanorma è rispettata sulla carta con la raccolta, la cata-logazione e l’archiviazione di quei milioni e milionidi moduli di assenso/dissenso, che - come norma,appunto, impone - siamo letteralmente costretti acompilare, doviziosamente, e a consegnare “sicuri”che lo sforzo sia valso a tutelarci contro qualcosa diimponderabile e che difficilmente riusciamo adimmaginare. Moduli che, invece, come ha fatto unnostro “storico gestore”, forse perché un po’ troppo“viziato”, vengono troppo spesso considerati perquello che sono: pezzi di carta senza alcun valore!Sicché i nostri dati vengono utilizzati a “piacimento”,senza alcun ritegno – nel senso letterale della parola,ed alla “faccia” della privacy! L’Authority che puòfare? Commina le sue belle sanzioni e poi… i tra-sgressori ricorrono ai TAR che le sospendono, ridi-mensionano e, sostanzialmente, annullano (famosoed apprezzato, allo scopo, quello della terra “der cuc-chiajo”).

E pensare che all’inizio la Normativa sulla pri-vacy, anche grazie a dei dettami non sempre coeren-temente chiari, ci sembrò cosa dello “altro mondo”:ricordate il terrore in cui ci relegò quando anche ilsemplice smarrimento dell’agendina sembrava poterecostar assai caro.

Ma, se nei fatti tutti questi pezzi di carta – i varimoduli, formulari ecc. ecc. - non sono utili perchénon li aboliamo fermando così il disboscamento delPianeta… Chissà se al prossimo summit sullo stato disalute dell’Astronave Terra, l’italica normativa sullaprivacy sarà annoverata tra le cause del surriscalda-mento terrestre!

Ma, a parte le battute – che poi tanto battute nonsono - questo “eco-mostro” - la normativa sulla pri-

vacy - che oramai pervade l’italica scena, sembraperdere la sua forza, personalità ed identità varcata lasoglia di un qualsiasi nostro comunissimo ospedale.

Mi riferisco proprio agli “ospedali”: quelle strut-ture pubbliche cui noi ci rivolgiamo nei periodi piùoscuri della nostra vita. Difatti, in ospedale la situa-zione muta: il thriller noir della privacy si trasformain una tragicommedia, come nella più antica tradizio-ne italica. Vediamo come.

Uno o due giorni dopo il ricovero arriva un’in-fermierina, il corsivo è d’obbligo perché non credoappartenga al personale “professionale”, che conse-gna un opuscolo - altra carta, povere foreste… - incui si può leggere, tra le altre amenità, che il “cittadi-no” non è un numero ma un nome ed un cognome.Lo scopo credo sia quello di farci recuperare “sullacarta” – tanto per cambiare – un po’ di quella dignitàche la struttura ospedaliera, nella realtà, toglie. Avrei,per quel genio del marketing che ha “fatto la bellapensata” – quella dell’opuscolo –, una domanda: glivorrei chiedere se quegli euri – quelli spesi per l’opu-scolo e che immagino non pochi – non potevanoessere spesi meglio?

Ebbene, è vero, di massima, saremo chiamati percognome e non più per il numero di letto: anche se,ad oggi, fortunatamente non hanno ancora sostituitoil numero del letto con il nostro cognome. A questopunto già appare assai “buffo” che sul cartellino delpersonale dell’ospedale – etichettato, quindi, contanto di fotografia (fotografia che, come quella dellapatente, sovente testimonia i bei tempi andati) –appaiono, appunto, la foto, la qualifica e la matricola– quindi un numero – ma non il nome nè il cognome.Resta, infatti, ostico il motivo per cui il malato debbaavere un “nome” conosciuto ed utilizzato dagli ope-ratori ospedalieri mentre questi ultimi, ufficialmente,debbano avere solamente una matricola: non sarebbemeglio il contrario…

Però torniamo alla “nostra” privacy: chiamati,volenti o nolenti, per nome poniamo – senza averdato alcuna autorizzazione preventiva, …privacydove sei? – la nostra identità a conoscenza dei com-pagni di sventura. Appunto il cognome è reso noto –senza apposito modulo di assenso – e ben presto,causa la promiscuità in cui versano i malati – soventeparcheggiati in “quel” reparto perché il loro è “soldout” -, è nota anche la malattia: “Quello ha bevuto lavarechina, quell’altro soffre di diabete e deve avere il

LA PRIVACY A LETTO… D’OSPEDALE

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piede amputato ed, infine, questo … i medici non cihanno capito ancora niente: perde sangue dal sedereda oramai oltre sei mesi e non sanno ancora che“pesci” prendere …”.

Ma la privacy dov’è finita? L’Authority perchénon tuona? Esiste un diritto alla salute ma anche undiritto all’anonimato, volendo italianizzare la parolaprivacy. Perché al momento del ricovero o, meglio,dell’ingresso, anche come semplice visitatore, nonviene fatta firmare un’impegnativa con cui si vincolail “cittadino” firmatario a non riferire all’esterno diquanto, per forza di cose, viene ad avere conoscenzain quelle “babele” che sono i nostri ospedali.

Mi spiace per gli alberi ma altri moduli almenoallineerebbero la situazione “ospedaliera” alla nor-mativa in auge – salvo riformare quest’ultima visti, irisultati –: ciò partendo dal triste presupposto che nonsi possano pretendere stanze singole, o a due letti, atutela, appunto, della nostra privacy.

Certo ci si può chiedere se Balanzone & C. sianoal corrente del fatto che da tempo immemorabile esi-stono “pareti mobili”, il cui utilizzo è ancora oggiampiamente diffuso negli uffici, vista che sembrapassata la moda, un po’ cretina, degli “open space”,cui gli stanzoni ospedalieri possono essere equiparati.Gli euri necessari al loro acquisto (nonché di letti,sedie ed altro) potrebbero essere il frutto di sponso-rizzazioni cui “costringere” le varie case farmaceuti-che: difatti il “controllore” competente potrebbefacilmente convincerle a spostare tutte quelle spese“amministrative”, destinate al farmacista sotto casaod al medico di famiglia, verso gli ospedali. Sicura-mente, le grandi famiglie farmaceutiche, non seavranno poi tanto a male avendo, in questo modo, adisposizione, con un “sano” colpo di marketing, ungrande ritorno pubblicitario: gli ospedali sono pienidi clienti…

Qualcuno potrebbe obiettare che quello dellaprivacy sia l’ultimo dei problemi dei nostri ospedali:la sanità pubblica, infatti, nonostante strutture obsole-te (non mi vorrei soffermare, in quanto fuori tema,sullo stato dell’immobile e delle attrezzature “nonspecialistiche” - letti, sedie, porta-flebo ecc. ecc. -;mentre per quelle “specialistiche” – macchinari perradiografie, ecografie ecc. ecc. – c’è solamente daaugurarsi che siano in condizioni migliori, altrimentianche la speranza verrebbe a morire…), utilizzo divolontari (che non sempre sembrano essere un validoaiuto: mi chiedo perché la mattina presto un prete eduna monaca siano autorizzati con le loro litanie a“rompere i timpani” degli ammalati che, vi posso

assicurare, non hanno passato una bella nottata; ilriposo non è una delle componenti per la guarigioneper non parlare della libertà di culto, così calpestata,e di pensiero, ma i cattolici sono un po’ come quelgestore “viziati di monopolio…”), costa, comunque,sempre molto, troppo, e bisogna “tagliare”.

Mi chiedo come facciano le compagnie di assi-curazione a vendere ancora polizze sanitarie: salvoche i “prezzi” praticati al compratore pubblico ricor-dino quelli delle famose ma oramai dimenticate len-zuola di carta acquistate dalle FF.SS. O se la spesasia legata ad altro: bustarelle, stipendi di comodo,ecc. ecc. … Od ad ambedue le cose, che sovente sonostrettamente connesse: ma sono nuovamente fuoritema.

In questa nostra italietta le cose funzionano così:ogni tanto si fanno delle leggi super severe (la nostranormativa sulla privacy se non è la più restrittiva èsicuramente arrivata in finale!), si nominano dei con-trollori che, quando non sono espressione dei control-lati – basti pensare al sistema bancario (cfr. casoFazio) –, comminano anche delle sanzioni. Ma que-ste non sono esecutive: per cui il trasgressore di turnosemplicemente ricorre al TAR per vedere la sanzione,se non annullata, ridotta a pochi spiccioli (e quando iguadagni sono elevati “chissenefrega” di una piccolamulta…).

Il diritto – cui abbiamo, così ci insegnano, a suotempo ampiamente collaborato a stilare – nel BelPaese è ridotto, un po’ come le vestigia dell’ImperoRomano, ad un rudere. Viviamo nell’era dei modulial servizio del più forte… (cfr. il recente inciuciolegato all’indulto)!

Infine, vado fuori tema ma rimango nei “pres-si”, se la salute è un diritto “costituzionale” (articolo32 della Costituzione Italiana “La Repubblica tutelala salute come fondamentale diritto dell’individuo einteresse della collettività…) e se per “garantire”detto diritto lo Stato si trattiene parte dei nostri sti-pendi – la cui destinazione “reale” è nota sola apochi (cfr. lo strano caso di Lady ASL) – perchéquando, a causa delle inefficienze del servizio pub-blico – comunque da ciascuno di noi pagato–, il cit-tadino si trova costretto a ricorrere a strutture privateper “tutelare la propria salute anche nell’interessedella collettività”, lo stesso Stato si sente in dovere –invece di partecipare alla spesa, visto che il contri-buente ha già contribuito – di incassare l’I.V.A.:ovvero l’imposta sul “valore aggiunto”… Un miste-ro kafkiano?!

Lorenzo Capasso

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DDopo mezzo secolo di pratica giornalistica,pensiamo di avere una certa competenzaper parlare degli aspetti del giornalismo.

Storicamente una forma embrionale di giornali-smo sono gli Acta diurna populi, una sorta di crona-che informative degli avvenimenti più interessanti,resi pubblici nell’antica Roma per volere di GiulioCesare ed esposti nel Foro. Nel Medioevo vi erano ibanditori, coloro che annunciavano le decisioni del-l’autorità, al suono di tromba o tamburo. Nel 1700nasceva invece una forma di periodico che rispec-chiava in parte la gazzetta e la rivista contenente avolte anche delle illustrazioni. comunque alla finedello stesso secolo si sviluppò l’informazione conl’uscita del quotidiano.

Nel 1800 apparirono molte pubblicazioni digiornali che si posero il programma di sostenere tesipolitiche come ad esempio il concetto di libertà econ il suffragio di commenti e giudizi. A questoriguardo un ricordo personale, con l’opportunitàconcessaci di consultare la raccolta delle “Cronachedella ragione”, una pubblicazione diretta dal conteMonaldo Leopardi (padre di Giacomo), nel corso diuna visita nella loro casa a Recanati.

Ma la diffusione del giornale è legata allo svi-luppo tecnologico oltre che al fattore della diminu-zione del fenomeno dell’analfabetismo. È del 1843l’invenzione negli Usa della linotype e del 1980l’introduzione dell’elettronica, mentre nel XX seco-lo un elemento di grande importanza economica ècostituito dalla pubblicità. Sicché nel mondo con-temporaneo il giornalismo è divenuto un aspettobasilare della vita moderna, sì da farlo definirecome il quarto potere, in aggiunta al legislativo,esecutivo e giudiziario. Un potere aumentato inmisura esponenziale con l’affermazione, in ordinedi apparizione, della radiofonia, della televisione edi internet.

In Italia intorno alla prima metà del secoloscorso erano già attive alcune scuole di giornalismoche rilasciavano diplomi universitari paragonabilialle odierne lauree brevi. In particolare nelle Uni-versità pubbliche di Perugia e di Roma ed in quellaprivata romana Pro Deo, ora Luiss. Adesso è statoistituito il precipuo corso di laurea in scienza dellacomunicazione.

Ma entriamo ora nel merito della professionegiornalistica. Una prima distinzione è quella delladifferenza tra cronista ed opinionista. Il primo rac-conta i fatti, il secondo li commenta. A volte le

due sfere si integrano fino a confondersi, anche seè sempre bene dividere per quanto possibile le duesfere. Ci ricordiamo che in passato il settimanale“Panorama”, riportava sotto la testata, la dizione: ifatti separati dalle opinioni, poi scomparsa. Inrealtà la cosa è alquanto difficile da mettere in pra-tica e soprattutto non è molto ben vista dagli edito-ri, i quali preferiscono orientare il senso degli arti-coli, specie se riguardanti la politica. Ciò vale nonsolo per la carta stampata, ma certamente anche edi più per le altre forme di comunicazione dimassa, quali la radiotelevisione e le espressionitelematiche.

Di fronte a tutto questo che posizione può assu-mere il giornalista? Purtroppo quasi sempre deveprenderne atto ed adeguarsi, pena la perdita delposto di lavoro. Certamente può cercare di sceglierel’editore e/o il direttore più vicini alle sue idee ecomunque può e deve almeno rivendicare il dirittodi esprimersi rispettando comunque la verità, secon-do un corretto canone deontologico.

Quanto al segreto professionale, pensiamo chesia cosa giusta rispettarlo, come avviene ad esem-pio per i sacerdoti, i medici e gli avvocati. In casopoi - come è avvenuto e continua ad avvenire - dipubblicazioni di notizie e/o testi legati al segretod’ufficio (tipo intercettazioni telefoniche) prove-nienti a volte, addirittura dalla Magistratura, ebbe-ne coloro che sono da perseguire non devono esse-re i giornalisti, ma invece i diffusori da qualsiasifonte provengano.

Un ulteriore aspetto che riguarda l’editoria ita-liana è il finanziamento pubblico. Esso deve essereabolito perché non riteniamo giusto che i cittadinidebbano pagare l’uscita dei giornali, come d’altraparte andrebbe abolito qualsiasi privilegio concessoad altre categorie. Un esempio probante in talesenso è dato dal quotidiano diretto da Vittorio Feltriche ha acquisito come collaboratore sportivo Lucia-no Moggi, ex direttore generale della Juventus,inquisito e sanzionato dalla giustizia sportiva e nonsolo. Orbene è vero che sia legittimo da parte di“Libero” la libertà (ci scusiamo per il voluto giocodi parole) di scegliersi i propri collaboratori, anchese di cattiva fama, ma non è ammissibile che sianosostenuti dal denaro pubblico.

Infine per quanto concerne l’ordine professio-nale esse deve restare, ma deve unificare gli albi edessere compatibile con la normativa europea.

Fulvio Roccatano

Gli aspetti del giornalismo

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II l volume, dedicato alla memoria dell’insignestudioso Arnaldo Maria Angelini dalle istitu-zioni che lo hanno visto protagonista a diversi

titoli (socio e amministratore dell’AccademiaNazionale delle Scienze detta dei XL, direttoregenerale, presidente, poi onorario, dell’ENEL epresidente della SIPS, Società Italiana per il Pro-gresso delle Scienze), ha una duplice valenza.Anzitutto un valore scientifico-tecnico per gliingegneri che vi r i trovano una trattazioneapprofondita di molti aspetti dell’ingegneria elet-trica e delle fonti energetiche, da quelle fossilialle nucleari e alle rinnovabili, ed un valore diprezioso documento storico perché alcune memo-rie trattano della ricostruzione del sistema elettri-co italiano nel dopoguerra, di cui l’Autore è statoun protagonista.

L’aspetto più scientifico, che ha interessato l’Ac-cademia dei XL e la SIPS, è evidenziato da numerosememorie che riguardano la Scienza ed Ingegneria deiSistemi e le sue applicazioni pratiche ad impresecomplesse del settore energetico, esaminando tutti icollegamenti logici che possono esistere fra le diver-se attività di un programma. A tale scienza dei siste-mi complessi Angelini ha senz’altro dovuto ricorrerequando il nascente ENEL ha dovuto integrare circa1.200 aziende elettriche grandi, medie e piccole ditradizione ed organizzazione spesso assai diverse.

Anche fuori dall’insegnamento universitario,aveva elaborato una organizzazione degli studi diIngegneria Energetica avvalendosi della Scienza deiSistemi con un allestimento logico–sequenzialedelle materie di insegnamento e dei loro contenutiteso a massimizzare i profitti di apprendimento peril futuro ingegnere.

Tra le memorie giovanili ricordiamo le applica-zioni del calcolo operatorio di Heaviside e Giorgiallo studio dei circuiti elettrici in regime transitorioin cui la soluzione di equazioni differenziali vienericondotta alla valutazione di un “operatore” che,applicato ad una funzione del tempo rappresentantela causa di un fenomeno fisico, la trasforma inun’altra che ne rappresenta l’effetto. Le sue applica-zioni del calcolo operatorio all’elettrotecnica Glihanno valso la cattedra universitaria di ingegneria,che ha vinto per le sue ricerche nel LaboratorioMisure Elettriche della Soc. TERNI.

Fondamentale è stato poi il contributo di Ange-lini all’integrazione dei sistemi elettrici interconnes-si di produzione e trasmissione, con stazioni rever-sibili di generazione e sollevamento d’acquamediante pompaggio. L’accumulazione di energiapuò così avvalersi anche dell’energia di supero pro-veniente da altri impianti nelle ore notturne e nellegiornate festive di basso carico mediante il solleva-mento di acqua. Gli impianti di accumulo realizzatiin Italia hanno assunto particolare rilievo per quantoconcerne la risposta alle variazioni più rapide delladomanda di potenza, il controllo della frequenzadella rete e la riserva di potenza per fronteggiaresituazioni anomale.

Molto interessanti sono anche le memorie diAngelini sull’ingegneria nucleare. Fra queste, quel-le profetiche che mostrano la Sua convinzione sullaineluttabilità del ricorso ai reattori veloci surgenera-tori per placare, per molti secoli a venire, la sete dielettricità di una umanità crescente.

Diverse memorie hanno trattato le energie rin-novabili, prospettando anche soluzioni molto avan-zate, quale ad esempio quella di raccogliere l’ener-gia solare mediante grandi insiemi di pannelli foto-voltaici inseriti in orbite spaziali geostazionarie, tra-smettendola poi a grandi antenne terrestri.

Nel 1983 il Presidente della Repubblica Perti-ni, nel conferirGli il titolo di professore emerito,Gli scriveva: “l’alto prestigio di cui Ella gode intutto il mondo, confermato dalla stima profonda dicolleghi, allievi estudenti, costitui-sce vanto ed onoreper la tradizione distudi scientifici etecnologici delnostro Paese”.

Venendo all’o-pera di Angeliniall’ENEL, cui mol-te memorie delvolume si riferisco-no, essa si sviluppòa partire dal 1963con la istituzionedi questo ente diStato, creato per

Arnaldo Maria Angeliniraccolta di scritti sull’energia elettrica

A.M. Angelini

12 SCIENZA E TECNICA, NN. 434-435, 2006

portare l’energia elettrica a tutti gli italiani conprovvedimenti di razionale unificazione del sistemaelettrico nazionale mediante il trasferimento adesso delle imprese esercenti le industrie elettriche,ad eccezione di quelle degli enti locali e degli auto-produttori. La legge istitutiva riservava all’ENEL ilcompito di esercitare sul territorio nazionale, con ipiù bassi costi di gestione, le attività di produzione,importazione ed esportazione, trasporto, trasforma-zione, distribuzione e vendita dell’energia elettricada qualsiasi fonte prodotta. I risultati conseguiti neiprimi 10 anni di attività di Angelini come direttoregenerale sono di grande rilievo, come era da atten-dersi essendo precedentemente stato un protagoni-sta della ricostruzione del settore elettrico dopo laguerra. Fra questi possono ricordarsi l’aumento di2.5 volte della produzione dell’energia elettrica ditutte le imprese elettriche confluite in ENEL, conun suo costo medio che in termini reali era stato

ridotto del 25%, e l’elettrificazione ruraleche aveva esteso il servizio elettrico adoltre 500.000 abitanti che ne erano privi. Ilsistema di trasmissione ad alta tensione(380 kV) era stato realizzato a livellonazionale ed interconnesso con quelloeuropeo.

Nei cinque anni successivi, come presi-dente ENEL, oltre a seguire costantementelo sviluppo nazionale con la costruzione dinuove centrali di produzione e di linee ditrasmissione e distribuzione, svolgeva unaintensa attività di relazioni internazionali,ricoprendo diversi e prestigiosi incarichi, tracui quello di presidente dell’UNIPEDE(Union Internationale des Producteurs etDistributeurs d’Energie Electrique). In que-gli anni di crescita del Paese l’ente elettrico,sotto la guida di Angelini, consolidò la suaposizione come una delle principali aziendeelettriche mondiali.

Da presidente onorario continuò la Suaattività di studio e di partecipazione nelleorganizzazioni elettriche internazionali, cir-condato da allievi, cui è stato sempre prodi-go di consigli, fino all’ultimo giorno. Neglianni novanta, per favorire un mercato con-correnziale dell’energia elettrica in Italia,l’ENEL è stato obbligato da una nuova legi-slazione a ridurre le sue dimensioni e la suapresenza nel settore elettrico per fare spazioa nuovi soggetti, trasformandosi da ente diStato in società per azioni, in competizionesul mercato nazionale ed internazionale.

Orientamenti ribaditi dalle più recentidirettive dell’Unione Europea, efficienza e qualitàdel servizio elettrico rimanendo obiettivi prioritari,unitamente alla minimizzazione degli impattiambientali con il controllo spinto delle emissionidei gas ad effetto serra.

Le iniziative all’estero nel mercato internazio-nale, che l’ENEL attivamente persegue, sono un’al-tra delle eredità auspicate da Angelini che, anchenel nuovo assetto dell’ENEL con privatizzazione,liberalizzazione, creazione di valore, qualità ed effi-cienza, vedeva in questa società per azioni il cam-pione nazionale destinato a tenere alto, in Europa enel mondo, il prestigio dell’ingegneria e dell’im-prenditorialità italiana.

Questo traspare da alcune delle memorie rac-colte nel volume, di carattere essenzialmente scien-tifico-tecnico, e da altre Sue pubblicazioni raccoltepresso l’ENEL e le biblioteche nazionali.

Volume grande formato 21 x 29,5, 558 pp., numerose figg. etabb. relative a trentuno memorie sull’energia elettrica

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Passato e futuro,scoperte scientifichee sviluppi tecnologici

Il Palazzo del Principe, Villa diAndrea Doria - Genova, dal 26ottobre al 7 novembre c.a. haospitato mostre, incontri, dibattiti efilmati sul tema “Le città solari dalpassato al futuro - scopertescientifiche e sviluppi tecnologici”.Una mostra di trenta grandi tavoleha raccontato l’evoluzione dellecittà solari dall’antichità ai nostrigiorni.Tutti gli eventi hanno ruotatointorno all’idea di esplorare in chemodo l’esperienza millenariadell’uso esclusivo dell’energiasolare nelle città del passato puòessere di insegnamento per costruirele città solari del futuro, avvalendocidelle numerose scoperte scientifichee degli straordinari sviluppitecnologici degli ultimi 200 anni, inparticolare di quelli degli ultimidecenni.L’argomento è stato oggetto di undibattito tra studiosi ed esperti diurbanistica e di tecnologie solari.Tra i filmati proiettati: “The Power ofthe Sun”, storia della luce e dellatecnologia fotovoltaica, raccontata in56’ per iniziativa dei premi Nobel perla chimica Walter Kohn e AlanHeeger; un DVD di 16’ su “Ilcontributo di Giovanni Francia (1911-1980) all’idea di una città solare” euno di 62’ su “Friburgo città solare”,proiettati ripetutamente durate le oredi apertura della mostra.Inoltre, c’è stata la presentazionedell’Archivio nazionale sulla storiadell’energia solare, strutturato inrelazione a: pionieri e macchinesolari; architettura e urbanisticasolari; uso dell’energia solare inagricoltura.Questi eventi sono stati promossi eorganizzati dal Comitato Nazionale“La Storia dell’Energia Solare”(CONASES), con i contributi diFestival della Scienza di Genova,Gruppo per la storia dell’energiasolare, Fondazione Luigi Micheletti,Museo dell’Industria e del Lavoro di

Brescia, Dipartimento di Scienzedell’Architettura dell’Università diGenova e Ministero per i Beni e leAttività Culturali.

Pianeta Galileo 2006:un mese dedicato ai piaceridella scienza in tutte le cittàtoscane

Avvicinarsi al mondo della ricercae della scienza in modo semplice,diretto, comprensibile. È ilmessaggio e l’obiettivo, di PianetaGalileo, giunto con successo inToscana alla terza edizione. Anchequest’anno l’evento, promosso dalConsiglio Regionale,dall’Assessorato all’Istruzione eFormazione della Regione Toscanae dagli enti locali, ha coinvoltotutte e dieci le province toscane. Apartire dal 16 ottobre, per circa unmese, si sono succedute in variecittà lezioni/incontri tenuti dadocenti e ricercatori delleuniversità toscane e italiane suidiversi campi del sapere e dellaricerca scientifica,conferenze/dibattiti sulleproblematiche della diffusione edivulgazione della culturascientifica, dello sviluppo dellaricerca e delle sue applicazioni,seminari dedicati all’innovazionenell’insegnamento scientifico,visite guidate ai luoghi dellaricerca in ambito scientifico,tecnico e della produzione,proiezioni di film, ma anchespettacoli teatrali legati al temadella scienza e incursioni, avendosempre ovviamente come filoconduttore il sapere scientifico,perfino in settori come la cucina.Un programma, quello di PianetaGalileo, che di anno in anno si fasempre più ricco e più“democratico”, nel tentativo diillustrare con linguaggio semplice,trasmettendo il piacere dellaricerca, biologia, matematica,chimica, fisica, psicologia, e tantialtri campi del sapere scientificoche in parte affascinano, in parte

respingono per quella distanza nonsolo psicologica che finiscono pergenerare. In armonia con il fineprimario della scuola, non si trattatanto di un’opera di“divulgazione”, quanto di“educazione” al pensieroscientifico, una sorta diprogressivo avvicinamento allospirito stesso della ricerca.L’inaugurazione della rassegna siè svolta lunedì 16 ottobre nell’aulamagna del Rettoratodell’Università di Firenze.

Alla ricercatrice napoletanaFlavia Cerrato borsa distudio della FondazionePezcoller di Trento

Flavia Cerrato, 32 anni, ricercatriceal Dipartimento di scienzeambientali della Seconda Universitàdi Napoli, si è aggiudicata la borsadi studio “Ferruccio ed ElenaBernardi”, istituita dalla FondazionePezcoller di Trento.È singolare che ben 27 sui 33partecipanti al bando dellaFondazione trentina sianorappresentanti del gentil sesso.come ha dichiarato consoddisfazione Gios Bernardi,presidente della “Pezcoller”, questa“è la riprova provata che le ragazzeitaliane non puntano tutte adiventare veline o miss”.I requisiti per la partecipazione alconcorso erano piuttosto restrittivi:potevano partecipare dottori diricerca di nazionalità italiana di etàinferiore ai 35 anni autori dipubblicazioni scientifiche su rivisteinternazionali.Flavia Cerrato, laureatasi in Scienzebiologiche a Napoli nel ‘98, potevavantare ben nove di talipubblicazioni (in quattro casi comeprimo nome). La FondazionePezcoller ha premiato il suoprogetto di studio di un caso di duefratelli affetti dalla sindrome di“Bechwith-Wiedermann”, unamalattia rarissima che provoca unacrescita abnorme di alcuni organi,

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nella fattispecie dei reni, e chepotrebbe essere correlata a sviluppidi cellule tumorali in età infantile.Di durata biennale, la borsa distudio nel settore della biologiamolecolare, resa possibile da ungeneroso lascito della famigliaBernardi (nessun legame con ilpresidente Gios), prevede unassegno di 20 mila euro all’anno.Nel convegno del prossimo annodella Società italiana di cancerologia,la dottoressa Cerrato dovràpresentare una prima relazione. Se ilsuo lavoro soddisferà la Fondazione,la borsa di studio verrà confermataper il secondo anno. (Waf)

XIV World Congress onPsychiatric Genetics

Circa mille specialisti provenientidai cinque continenti hanno datovita al quattordicesimo Congresso dipsichiatria genetica, aperto aCagliari il 28 ottobre e che è statopresentato nella sala-conferenzedella presidenza della Facoltà diMedicina. Ne ha parlato, inparticolare, Maria Del Zompo,ordinario di Farmacologianell’ateneo cagliaritano, cuil’International Society ofPsychiatric Genetics (Ispg) haaffidato l’organizzazione e larealizzazione del congresso. Oltre aGavino Faa (preside della Facoltà diMedicina e Chirurgiadell’Università di Cagliari), hannopuntualizzato ragioni e programmianche Roberto Mezzanotte(direttore della sezione Bologica egenetica del Dipartimento diScienze e tecnologie biomediche) eGiovanni Severino (Dipartimento diNeuroscienze).Per cinque giorni scienziati di famae ricercatori meno noti al grandepubblico si sono confrontati sulprocedere della ricerca scientificaindirizzata a verificare il ruolo deigeni nelle cause delle malattie edelle disfunzioni psichiche,partendo dalla considerazione chesia indispensabile studiare

l’interazione dei due principalifattori di rischio: quello genetico,appunto, e quello ambientale.Nessuno dei due, da solo, èsufficiente a determinare la malattiache insorge invece quando entrambisi sovrappongono e si influenzano.Riuscire a capire quali siano imeccanismi d’intreccio, di azionereciproca e di reazione fral’elemento genetico e ilcondizionamento ambientale èimportantissimo per impostarequalsiasi futura strategia di caratterediagnostico e terapeutico nel campodelle psicopatologie. Si tratta diargomenti centrali che richiedonouna visione collaborativa dellesvariate discipline di base e clinichenell’ambito delle neuroscienze, eche richiamano grande interessenella ricerca medico-scientifica cosìcome nell’attività clinica, negli studiepidemiologici e non meno nellelinee programmatiche dell’industriafarmaceutica.Appare evidente, dunque, ilrichiamo del congresso mondialeche la Società internazionale dipsichiatria genetica (Ispg) ha chiestodi svolgere a Cagliari dopo ilsimposio generale tenutosi a Bostone prima di quelli annunciati per ilprossimo futuro a New York e inGiappone. Il Dipartimento diNeuroscienze “B.B. Brodie” diCagliari vanta una lunga e rinomatatradizione di ricerca specifica sullagenetica psichiatrica. In un primomomento negativa, la risposta non èstata deludente e fra qualche giornoil capoluogo della Sardegna ospiteràscienziati europei e nordamericani,neozelandesi e arabi, sudamericani,medioasiatici, asiatici, anche cinesi.É stata evidenziata la relazione trapsichiatria genetica e neuroscienze,il gene è stato considerato sottoqualsiasi aspetto (dalla biologiamolecolare alla filosofia), si èdiscusso di disturbo polare, diautismo, di schizofrenia, difarmacogenetica della droga edell’alcol; si è entrati nelleproblematiche legali, sociali epsicologiche della ricerca psichico-

genetica; è stato fatto il puntosull’indagine scientifica cheriguarda le popolazioni isolate(settore in cui la Sardegna pareabbia molto da rivelare). E si èparlato ovviamente di depressione,fenomeno che si avvia a imporsicome seconda malattia di rilevanzaplanetaria, subito dietro i malanni dinatura cardiaca. I lavoricongressuali hanno avuto prologo inuna tavola rotonda incentrata sullastimolante domanda: la depressioneè solo un fatto culturale?Il congresso è entrato nel vivo nelprimo pomeriggio di sabato 28ottobre al Palazzo dei congressi e siè sviluppato attraverso quattroletture magistrali, nove simpositematici, informazioni, confronti eposter, fino alla mattinata dimercoledì 1° novembre, quando altermine degli ultimi interventi sonostati premiati i migliori lavoripresentati in forma di poster.

Il trentino Fulvio Mattivinel Consiglio diamministrazione del piùimportante Istituto per loStudio dei Polifenoli

Fulvio Mattivi, coordinatore delDipartimento Qualita'Agroalimentare del Centrosperimentale dell'Istituto agrario diSan Michele all'Adige, in provinciadi Trento, e' stato nominato membrodel Consiglio di amministrazionedel ''Groupe Polyphenols'', la piu'importante società scientificainternazionale nel campo dellostudio dei polifenoli, attiva da oltre30 anni e con sede pressol'Universita' Victor Segalen diBordeaux (Francia). Il riconoscimento premia il costanteruolo attivo svolto dai ricercatoridell'Istituto agrario di San Michelein questo settore di ricerca, la cuiimportanza si e' accresciutaenormemente negli ultimi anni,quando e' diventato evidente che ipolifenoli (complessa classe dicomposti naturali, che annovera

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oltre 4000 diverse sostanze), oltre acontribuire al colore e sapore deglialimenti e delle bevande, grazie allaloro azione antiossidante ed elevatabioattivita', sono tra le sostanze amaggiore valenza salutisticacontenute nella frutta, nella verdurae nelle bevande (vino, te', succhi difrutta, caffe'). La nomina e' giunta al termine del23° Congresso internazionale suipolifenoli, tenutosi recentemente aWinnipeg (Manitoba, in Canada),che ha visto la partecipazione dicirca 300 studiosi da oltre 30nazioni. All'Istituto di San Michele vengonoapprofonditi gli aspetti nutrizionali etecnologici dei polifenoli neiprodotti agroalimentari. E' una lineadi ricerca iniziata con i lavoripioneristici di Giulio Margheri ecollaboratori sui polifenoli dellamela di montagna, condotti a meta'degli anni Settanta. Gli studi sui polifenoli hannoimportanti ricadute applicative datoche queste sostanze sono largamenteimpiegate nella preparazione diprodotti per uso industriale,nutraceutico, cosmeceutico efarmaceutico. (Waf)

Accademia Nazionale deiLincei, anno accademico2006-2007

Venerdì 10 novembre 2006, haavuto luogo l’inaugurazionedell’anno accademico 2006-2007.nel corso della cerimonia sono staticonferiti i premi “AntonioFeltrinelli” seguenti: premiointernazionale, di E 250.000,00, aSaul Perlmutter per l’Astronomia;premi riservati a cittadini italiani,di E 65.000,00 ciascuno, adAlberto Bresan per la Matematica,Meccanica e applicazioni;Giovanni Jona-Lasinio per laFisica, Chimica e applicazioni;Angelo Peccerillo per la Geologia,Paleontologia, Mineralogia eapplicazioni.Premio per una impresa

eccezionale di alto valore morale eumanitario per il 2005, di E250.000,00 alla Agenzia n. 1 diPavia, per Ayamé.Alla relazione del presidentedell’Accademia, Giovanni Conso,a fatto seguito la prolusione diSaul Perlmutter sul tema:Supernovae, Dark Energy, and theAccelerating Universe.

Anche la Cina avràelettricità dalle correntimarine grazie ad unatecnologia italiana

Prosegue la diffusione nel mondodella turbina brevettata Kobold,tecnologia italiana per laproduzione di elettricità dallecorrenti marine, sostenutadall’UNIDO, United NationsIndustrial DevelopmentOrganization, nel quadro deiprogrammi di Cooperazione alloSviluppo del Ministero degliAffari Esteri.È stata firmata oggi, nella sala deChirico della Farnesina, la jointventure Kobold China, fra laPonte di Archimede InternationalSpa, detentrice del brevetto,rappresentata dal suo presidente,Elio Matacena, e la Dai ShanCounty Gao Ting Shipyard, nellapersona di Liang Zhang, ordinariodi Fluidodinamica dell’Universitàdi Harbin. Alla cerimonia hannopartecipato, fra gli altri, ildirettore generale dell’UNIDO,Kandeh Yumkella, in visita inItalia, dove ha incontrato anche ilPresidente delConsiglio Romano Prodi; ilMinistro degli Esteri, Massimod’Alema; il Ministrodell’Ambiente, Alfonso PecoraroScanio; e, per la Cooperazioneallo Sviluppo del MAE, il Min.Plen. Antonio Bernardini.La jv s’impegnerà nella ricerca esviluppo di tecnologie per leenergie rinnovabili in Cina e neiPaesi confinanti, con particolareriguardo all’energia da correnti

marine prodotta grazieall’installazione di turbineKobold, consentendo cosìl’autonomia energetica delle isolenon raggiunte da elettrodotti.Primo traguardo della jont venturesarà la costruzione, entro un anno,di un prototipo di turbina in Cina,preludio per la realizzazione di"fattorie energetiche" cheforniranno elettricità "pulita erinnovabile" agli arcipelaghi dellaRepubblica Popolare Cinese.(aise)

A Bolzano, Istituto per laricerca sull’Uomo deighiacci e sulle mummie

La giunta provinciale di Bolzanoha approvato la creazione pressol'Eurac - l'Accademia europea - diun Istituto per la ricerca sull'Uomodei ghiacci e sulle mummieelaborato da Eduard Egarter Viglresponsabile, tra l'altro, dellaconservazione della mummiadell'uomo del Similaun, incollaborazione con WernerStuflesser, presidente dell'Eurac.Il nuovo Istituto, con sede nelcapoluogo altoatesino presso lastessa Eurac, avra' principalmenteil compito di creare un centro didocumentazione su Ötzi e sullemummie, di coordinare le varieattivita' di ricerca scientifica, disvolgere il ruolo di centro diriferimento per la conservazionedella mummia e di collaborare congli altri istituti di ricerca a livellointernazionale.Il costo del progetto per il 2006 sara'di 250.000 euro, mentre il bilancioannuale dell'Istituto non dovra'superare il milione di euro. (Waf)

Visita del ministro Mussi alCentro di Ricerca Microsoftdell’Università di Trento

Il ministro dell'Universita' e dellaRicerca Fabio Mussi ha visitatoquest'oggi il Centro Microsoft/Unitn

LA SIPS, SOCIETÀ ITALIANA PER IL PROGRESSO DELLE SCIENZE - ONLUS, trae le sue origini nella I Riunione degliscienziati italiani del 1839. Eretta in ente morale con R.D. 15 ottobre 1908, n. DXX (G.U. del 9 gennaio 1909, n. 6), svolge attività interdisciplinare e multidisciplinare dipromozione del progresso delle scienze e delle loro applicazioni organizzando studi ed incontri che concernono sia il rapporto della collettività con il patrimonio culturale,reso più stretto dalle nuove possibilità di fruizione attraverso le tecnologie multimediali, sia ricercando le cause e le conseguenze di lungo termine dell’evoluzione dei fattorieconomici e sociali a livello mondiale: popolazione, produzione alimentare ed industriale, energia ed uso delle risorse, impatti ambientali, ecc.Allo statuto vigente, approvato con D.P.R. n. 434 del 18 giugno 1974 (G.U. 20 settembre 1974, n. 245), sono state apportate delle modifiche per adeguarlo al D.Lgs. 460/97sulle ONLUS; dette modifiche sono state iscritte nel Registro delle persone giuridiche di Roma al n. 253/1975, con provvedimento prefettizio del 31/3/2004.In passato l’attività della SIPS è stata regolata dagli statuti approvati con: R.D. 29 ottobre 1908, n. DXXII (G.U. 12 gennaio 1909, n. 8); R.D. 11 maggio 1931, n. 640 (G.U.17 giugno 1931, n. 138); R.D. 16 ottobre 1934-XII, n. 2206 (G.U. 28 gennaio 1935, n. 23); D.Lgt. 26 aprile 1946, n. 457 (G.U. - edizione speciale - 10 giugno 1946, n. 1339).Oltre a dibattere tematiche a carattere scientifico-tecnico e culturale, la SIPS pubblica e diffonde i volumi degli ATTI congressuali e SCIENZA E TECNICA,palestra di divulgazione di articoli e scritti inerenti all’uomo tra natura e cultura. Gli articoli, salvo diversi accordi, devono essere contenuti in un testo di non oltre4 cartelle dattiloscritte su una sola facciata di circa 30 righe di 80 battute ciascuna, comprensive di eventuali foto, grafici e tabelle.CONSIGLIO DI PRESIDENZA:Carlo Bernardini, presidente onorario; Maurizio Cumo, presidente; Luciano Bullini, vicepresidente onorario; Michele Marotta, vicepresidente;Luciano Caglioti, consigliere onorario; Francesco Balsano, Enzo Casolino, Gilberto Corbellini, Ferruccio De Stefano, Salvatore Lorusso,Carmine Marinucci, Pier Paolo Poggio, Maurizio Stirpe, consiglieri; Alfredo Martini, amministratore; Rocco Capasso, segretario generale.Revisori dei conti:Salvatore Guetta, Rodolfo Panarella, Antonello Sanò, effettivi; Giulio D’Orazio, Roberta Stornaiuolo, supplenti.COMITATO SCIENTIFICO:Michele Anaclerio, Mauro Barni, Carlo Bernardini, Carlo Blasi, Elvio Cianetti, Waldimaro Fiorentino, Michele Lanzinger, Gianni Orlandi, RenatoAngelo Ricci, Fiorenzo Stirpe, Roberto Vacca, Bianca M. Zani.SOCI:Possono far parte della SIPS persone fisiche e giuridiche (Università, istituti, scuole, società, associazioni ed in generale, enti) che risiedono in Italia e all’estero,interessati al progresso delle scienze e che si propongano di favorirne la diffusione (art. 7 dello statuto).

SCIENZA E TECNICAmensile a carattere politico-culturalee scientifico-tecnico

Dir. resp.: Rocco Capasso

Reg. Trib. Roma, n. 613/90 del 22-10-1990 (già nn. 4026 dell’8-7-1954 e 13119 del 12-12-1969). Direzione,redazione ed amministrazione: Società Italiana per il Progresso delle Scienze (SIPS) Viale dell’Università 11,00185 Roma • tel/fax 06.4451628 • 06.4440515 • 340.3096234 • sito web: www.sipsinfo.it - e-mail:[email protected] • Cod. Fisc. 02968990586 • C/C Post. 33577008 • Banca di Roma • Filiale 153 C/C 05501636,CAB 03371.2, ABI 3002-3 - Università di Roma «La Sapienza», Ple A. Moro 5, 00185 Roma.Stampa: Tipografia Mura - Via Palestro, 28/a - tel./fax 06.44.41.142 - 06.44.52.394 - e-mail: [email protected]

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(Microsoft ResearchˆUniversity ofTrento Centre for Computational andSystems Biology), un incontro nelquale sono stati fissati alcuni obiettivia breve, medio e lungo termine: creareuna rete di istituti di ricerca dieccellenza coordinati da Trento,favorire un maggiore coinvolgimentodelle imprese private nella ricerca epromuovere occasioni di incontro,confronto e approfondimento sullegrandi sfide che animano oggi ilmondo della scienza.Il Ministro questa mattina haraggiunto la sede del Centro a Povoper incontrare il presidente CorradoPriami e il suo staff, visitare lastruttura e confrontarsi su possibilisviluppi della ricerca nel campodelle scienze computazionali.L'organizzazione agile ed efficientedel Centro e le ottime prospettiveper la ricerca in un settore altamentestrategico come quello dellabioinformatica hanno convinto ilMinistro a considerare il Centro

Microsoft/Unitn come punto dipartenza e di coordinamento perdare vita ad una rete di istituti diricerca (sei o sette quelli ipotizzati)a livello mondiale. Grazie alsupporto del Governo sara', dunque,possibile attivare nuove relazioniinternazionali ancora piu' strette,facilitare la crescita del sistemaPaese in un settore strategico epromuovere così un'immagine piu'positiva della ricerca italiana.L'orientamento scelto dal Ministrodi valorizzare ulteriormente il ruoloe le potenzialita' del Centrotestimonia l'impegno a privilegiarele iniziative di eccellenza e dicarattere fortemente innovativo,caratteristiche che negli ultimi mesihanno posto il nuovo Centrotrentino all'attenzione dellacomunita' scientifica internazionalee delle grandi multinazionali.La visita del ministro Mussi e'proseguita nel primo pomeriggiocon l'incontro con il rettore

dell'Universita' di Trento DavideBassi. Nel colloquio informale, si e'parlato delle strategie dell'Ateneotrentino in relazione alla situazionedell'universita' italiana. All'incontrohanno partecipato anche ilpresidente della Provincia autonomadi Trento Lorenzo Dellai el'assessore alla ricerca,programmazione e sviluppoGianluca Salvatori, con cui ilMinistro si e' confrontato sullasituazione e sulle prospettive dellaricerca in Trentino.Il ministro Mussi e' stato convocatod'urgenza a Roma per questionilegate alla Finanziaria e ha dovutorinunciare a partecipare come ospited'onore all'inaugurazione dell'annoaccademico alla Libera Universitàdi Bolzano.Il Ministro si e' detto moltodispiaciuto per il contrattempo e haassicurato a breve una prossimavisita sia a Bolzano che,nuovamente, a Trento. (Waf)