Osvaldo Poli - Educare La Fede

download Osvaldo Poli - Educare La Fede

of 6

Transcript of Osvaldo Poli - Educare La Fede

  • 8/14/2019 Osvaldo Poli - Educare La Fede

    1/6

  • 8/14/2019 Osvaldo Poli - Educare La Fede

    2/6

    2. Cosa significa educare la fede

    La fede una cosa che "ti prende bene"Non primariamente una serie di verit da credere n di norme da osservare con coerenza (se nonsecondariamente), ma innanzitutto un RAPPORTO Personale con Ges, vissuto in termini anche affettivi, ancheinconsci, oltre che razionali.E questa una verit gi implicita nella famosa domanda n 13 del Catechismo di S. Pio X .

    Per qual fine Dio ci ha creati? Riposta: per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita e poi goderlo nellaltra inparadiso

    Se la fede soprattutto un rapporto personale, alla trasmissione integrale della dottrina, va aggiunta la cura dellamaturazione degli aspetti affettivi di tale rapporto, in cui agiscono forze psicologiche (le nostre paure ed i nostribisogni) cos potenti che non di rado "deformano" il volto di Dio .Vi un rapporto emozionale anche con la parola di Dio e con i brani del Vangelo : ad es- Figliol prodigo- Sacramento della confessione- Vignaioli dellultima ora- Offri laltra guancia a chi ti percuote- Perdonate 77 volte 7Dunque forse pi opportuno partire dalla situazione esistenziale di ciascun ragazzo che puntare solo dalla

    esattezza dei contenuti e insistere sulla coerenza dei comportamentiLa formazione consiste nell'accorgerci delle correnti affettive profonde che caratterizzano il rapporto conLui e che ci fanno avere paura o poca fiducia .Esse limitano la nostra capacit di AMARE e di Sentirci Amati da Lui.La vita spirituale un cammino, proprio perch ladesione alla verit sempre personale, progressiva, parziale.

    Comprensione dei rifiuti e delle resistenze alla fede

    Considerato che tanti ragazzi hanno gi ricevuto una educazione alla fede, nel maggior parte dei casibenevolmente imposta dai genitori, e hanno ricevuto i sacramenti, va capito il senso delle loro difficolt, lemotivazioni per cui si sono allontanati o non la sentono significativa .Va capita la fatica, di fare propri in termini personali ci che hanno appreso e che ora richiede una adesione pi

    libera o pi da grandi .Qualche esempio

    1. Una ragazza di 19 anniImmaginiamo limpatto emotivo che la lettura dei 10 comandamenti possa avere su una ragazza che staattraversando il momento psicologico che ella stessa cos descrive:

    Sento che sto cambiando e che non sono pi quella di prima. Entro in libreria e compro di tutto,

    non solo libri importanti ed intelligenti come fino a poco tempo fa, ma anche i libri che prima

    consideravo frivoli e ho scoperto che non sono poi cos male. Spendo un sacco di soldi per

    stupidate che prima non mi permettevo. Prima ero una ragazza seria che non fa certe cose.

    Laltra sera sono uscita con la mia compagnia con una cuffia etnica e i miei amici mi hanno presa

    in giro tutta sera. Prima non lavrei mai fatto: ero considerata la brava ragazza che studia e lavora,che fa volontariato, che ascolta tutti e da sempre ottimi consigli. Anzi ora racconto di pi di me

    stessa, a volte sono irrefrenabile , dico tutti i miei casini, e ho detto che non so cosa far ancora da

    grande. Grande stupore perch finora passavo per quella sicura in tutto Mi sto accorgendo che

    prima non ero libera: volevo che tutti mi considerassero in un certo modo: la ragazza seria , pi

    brava delle altre. Mi rendo conto solo ora che ho fatto cose per pauradel giudizio altrui o essereconsiderata in un certo modo, la ragazza pi matura, brava.

    Mi sembra di cominciare a vivere realmente solo ora. Mi rendo conto che ho sempre avuto paura

    di deludere i miei genitori e io sono diventata la brava ragazza seria che loro volevano e che io

    gli ho lasciato credere di essere. Facevo volontariato, ma lo facevo perch si fa cos , perch per

    essere bravi si aiutano gli altri. Ma ora mi accorgo che era una convinzione che mi era rimasta

    appiccicata ma che non davvero mia. Non vado pi neanche in chiesa: sono stufa di fare la bravaaspettandomi che Dio, in cambio mi protegga o non mi punisca.

    2

  • 8/14/2019 Osvaldo Poli - Educare La Fede

    3/6

    E chiaro che se le sue prevedibili resistenze affettive non diventano consapevoli e se non sono gestite, anche lafede rischia di essere cestinata come tutti di tutti gli insegnamenti rifiutati.

    2. Una ragazza di 22 anniImmaginiamo la reazione emotiva allidea della trascendenza e onnipotenza divina della ragazza che cos sidescrive:

    Mi rendo conto che io non voglio essere normale. Questa parola per me ha significato negativoVoglio sentirmi migliore, speciale, e mi trovo a rincorrere degli attimi di gloria esaltante che ti

    fanno sentire allapice. Trasformo tutte le cose in un motivo di vanto per me, per avere la

    sensazione di avere qualcosa in pi: ad esempio per essere stata anoressica, mi dico : non tutti

    sarebbero stati capaci di vivere e rimanere concentrati e lucidi come me, senza mangiare per tanto

    tempo. E come se martellassi gli altri, perch pensino che sono la migliore, ingigantisco con

    intelligenza e prudenza i difetti degli altri quasi a svilirli per far risaltare le mia maggiori doti . A

    volte mi sento una stronza. Ho incontrato dei professori veramente colti e mi dicevo: solo perch

    hanno studiato pi anni di me. Se io avessi la loro et, li sopravanzerei. Il mio rapporto con Dio? A

    volte mi rifiuto di pensare che esista , mi da un po fastidio. Quando ci penso come se volessi

    trovargli qualche difetto (ad esempio che lascia accadere cose ingiuste), ed allora come se mi

    sentissi meglio.

    Se questa ragazza non si rende conto della negativit dei suoi dinamismi psichici, trover poco attraente la vitacristiana, esenza sapere bene perch, abbandoner per vivere la sua avventura narcisistica.

    3. Un ragazzo 27 anniImmaginiamo infine che lannuncio dellamore di Dio incontri le dinamiche affettive del seguente ragazzo:

    Se la mia ragazza ha dei problemi -racconta- la cosa mi disturba, perch se incasinata non mi

    telefona cos spesso come vorrei. Se un amico ammalato penso solo se pu avermi trasmesso la

    malattia, ma di lui non me ne frega nulla. Io non do niente agli altri gratis, se lo faccio ho sempre

    un tornaconto. Se alcune volte taccio e sopporto perch ho paura di non avere qualcuno con cui

    andare in ferie destate. Io arrivo in ritardo e faccio aspettare gli altri , se qualcuno lo fa con me miarrabbio molto e gliela faccio pagare. Se gli altri non fanno ci che mi aspetto o mi fanno un torto,

    divento vendicativo, gliela faccio pagare allennesima potenza e lo cancello dalla mia vita. Solo

    che un po alla volta ho cancellato tutti. Io non ascolto gli altri , mentre gli altri devono ascoltare

    me. Butto loro addosso i miei problemi, ma non ascolto i loro . Cos ho sfinito tutti, ed ora mi

    stanno alla larga perch mi dicono che sono una palla al piede. Do per scontato che debbano

    prendermi come sono e che mi debbano amare, ma io non faccio altrettanto. Un po alla volta mi

    sono sentito tradito da tutti, mi sono chiuso in me stesso, sono sempre pessimista, penso che la vita

    sia ingiusta con me e mi sono detto: anchio giusto che me ne freghi degli altri. Non vado pi

    nemmeno in Chiesa e non ci credo pi perch Dio ingiusto con me.

    Il vissuto dellimmaturit caratterizzato dai seguenti punti:- esisto solo io- esistono solamente i miei bisogni- tu devi vivere per me- io non devo nulla e te

    Lannuncio dellamore di Dio in un simile contesto psicologico non avr risonanze significative o susciter un rifiutoemotivo. Come se ascoltasse qualcuno parlare in una lingua straniera perfettamente sconosciuta. Se il terrenonon arato, la semente non pu attecchire.Quando il rapporto con Dio caratterizzato da simili dinamiche affettive noi, difficile creare intimit con Lui, infatti molto difficile fidarsi che ci voglia bene davvero e scommettere che valga la pena di amarlo.La storia di fede di ciascuno un susseguirsi di resistenze ad accorgersi di essere amati e lasciarci amare e arispondere con gratitudine provando la voglia di contraccambiare.

    3

  • 8/14/2019 Osvaldo Poli - Educare La Fede

    4/6

  • 8/14/2019 Osvaldo Poli - Educare La Fede

    5/6

    - Quale stato un momento decisivo e davvero convincente per la mia esperienza di fede?- Quali i fatti che mi hanno allontanato dalla vita di fede e dalla pratica religiosa?

    Fare della nostra vita un dono damore a Dio e ai fratelli

    Che risonanza emotiva pu avere lannuncio: fare della propria vita un dono damore a Dio e ai fratelli?Che percezione della sua desiderabilit pu realizzarsi nei nostri ragazzi?

    Siamo certi di essere capiti o rischiamo di parlare una lingua straniera?Esiste una difficolt specifica che rende difficile la percezione dellamore di Dio?

    S, esiste ed la stessa che rende difficile accorgersi dellamore ricevuto dalle persone pi vicine. Sembra che isensori della gratitudine si siano spenti.

    1. La capacit di apprezzare il bene ricevuto ha come nemico naturale la tendenza a dare per scontato lapositivit delle situazioni: da quella pi radicale di esistere, a quella pi complessa delle numerose circostanzefavorevoli che accompagnano la vita.Questo atteggiamento genera progressivamente un senso di banalit del bene, che confluisce nella mancanzadi gusto del vivere, cos caratteristico del modo attuale di sentire la vita.La capacit di apprezzare ci che di positivo si riceve dalle persone, contrasta con una visione puramentefunzionale delle relazioni. un fatto incontestabile che chi riceve solamente, sviluppa una abitudine tale da

    impedirgli di apprezzare quanto altre persone fanno per lui.E necessario avere occhi per vedere che non tutti i rapporti umani si riducono al do ut des, per vedere lamore .Chi non se ne rende conto, si condanna ad una visione della vita cinica, senza amore. Comprende la vita e lerelazioni in modo superficiale e distorto, non si rende conto che ci che riceve fondamentalmente un regalo,segno e dimostrazione della bont dei genitori, ad esempio, e del loro desiderio di rendere felici i figli.Tutto ci che ottenuto piegando il genitore alle proprie pretese diviene una cosa senza anima, priva del suosignificato sostanziale.Laiuto nei compiti scolastici estorto al genitore giocando sui suoi sensi di colpa impedisce di vedere in questostesso gesto la sua disponibilit generosa ad essere daiuto.Il fascino perverso esercitato dal senso di onnipotenza infantile non elaborato attraverso lesperienza educativa dellimite, rende incapaci di apprezzare il bene ricevuto e lamore da cui si circondati, impoverendo la capacit dileggere la realt e capire la vita nei suoi aspetti positivi pi profondi. Nulla pi disperante di non avere niente percui ringraziare.

    Eppure questo sembra oggi il sentire pi diffuso nelle giovani generazioni.Accorgersi di ricevere, rende possibile lo sviluppo del senso di gratitudine come atteggiamento di fondo con cuiaffrontare la vita.Nella misura in cui si irrobustisce la corrente profonda della gratitudine, vengono meno atteggiamenti immaturi dipretesa (e con essa il malcontento per ci che non si pu avere), di recriminazione e di lamentela nei confrontidella vita. sorprendente la quantit di occasioni in cui sarebbe pi ragionevole essere grati invece che lamentarsi.Latteggiamento infantile di pretesa irrealistico e ingiusto: non dispone alla restituzione perch, non trovandomotivi di riconoscenza, mina alle fondamenta la reciprocit dei rapporti, principio cardine della virt della giustizia.Proprio qui la giustizia ha il suo fondamento. Essa motivata dalla voglia di restituire qualcosa di quanto ricevuto,come risposta riconoscente allamore ricevuto.Lemozione della gratitudine rende pi facile agire secondo giustizia, nei confronti dei genitori, dei famigliari e dellepersone attraverso le quali si manifesta linspiegabile benevolenza della vita.

    La capacit di ricevere, tutta da propiziare nei ragazzi, apre progressivamente ad un atteggiamento diriconoscenza verso la vita in quanto tale, percepita come sostanzialmente buona, anche se non tutto andatobene. Dispone a sentire la vita sotto il segno della benedizione, percependola come un mistero buono.La capacit di gratitudine rappresenta la base psicologica necessaria per una sana religiosit naturale, nongenerata dalla paura, come viene spesso immaginato, ma dal bisogno di avere Qualcuno da ringraziare.

    2. Daltra parte non viene richiesto oggi ai ragazzi la fatica di resettare il carattere per diventare capaci di mettersinei panni degli altri, e di fare la fatica di costruire dei rapporti buoni in famiglia, basati sulla reciprocit e sullagiustizia.Le famiglie entrano in fibrillazione se la pagella non troppo buona, ma non si allarmano se il figlio egoista eprepotente.Nessuno pi chiede la fatica di diventare persone migliori, di prendersi la responsabilit di rendere buoni i rapporti,anche a prezzo e fatica propri (mettere ordine in casa, di aiutare chi stanco, di collaborare nelle faccende

    domestiche, di adattarsi al tenore di vita della famiglia anzich pretendere livelli di consumi impossibili)A partire dai genitori spesso arrendevoli, deboli, sommersi dai sensi di colpa.E con questo negata lesperienza del far felice un altro.

    5

  • 8/14/2019 Osvaldo Poli - Educare La Fede

    6/6

    Nessuno pi indica loro che ne vale la pena, che li rende pi fieri di s. Che li aiuta a tirar fuori il meglio di s, picapaci di voler bene a qualcuno.E necessario che sia loro richiesto fin da subito di rispondere dando qualcosa di s.Diversamente, rimarranno chiusi nella pretesa infantile di ricevere considerazione, affetto, ritenendo di avere dirittoa ci che li gratifica o di cui abbisognano, senza nulla dovere in cambio. I rapporti famigliari non equilibrati,caratterizzati dalla pretesa di avere senza dare, di lasciare ad altri la fatica della convivenza in famiglia, sonoevidentemente malati e costituiscono un serio pericolo per i figli. Rimarranno chiusi nella pretesa infantile di

    ricevere considerazione, affetto, aiuto ritenendo di essere gli unici ad avere tale diritto.Esigere dai figli che vogliano bene anche ai genitori, dunque essenziale per la loro maturazione umana. giusto che i genitori non si accontentino di essere dei fornitori di servizi gratuiti, di esistere per i figli solo quandohanno bisogno di qualcosa, o di non contare niente perch al mondo esistono solo loro. ragionevole che vogliano ben altro che qualche bacino o che si rifiutino di essere tenuti buoni con qualchesufficienza scolastica. giusto che i genitori esigano di essere voluti bene dai figli nella misura in cui loro possibile per et e carattere,divenendo anchessi progressivamente responsabili del rapporto.Di essere trattati con rispetto, senza la pretesa di avere energie, tempo, soldi, disponibilit illimitate. E di essereaiutati quando sono stanchi. Molti ragazzi avvertono un lodevole impulso a salvare la terra dal disastro ecologico oa soccorrere gli ultimi esemplari di pinguini dallAntartide, ma non si sognano nemmeno di aiutare la mamma a farei piatti. Infatti lei minacciata di estinzione. proprio inevitabile che la mamma debba essere ammalata perch ifigli lavino i piatti? Se il genitore ha mal di testa, non dovrebbe essere strano che i figli abbassino il volume dello

    stereo. Se la mamma stanca non dovrebbe essere normale far finta di non accorgersi che ha bisogno daiuto.Tutto questo presuppone la capacit del genitore di dire: dammi di pi.

    La certezza intrattabile che li guida nellesigere la reciprocit che se i figli non si accorgono di essere voluti benee credono che valga la pena provare a fare felice qualcuno, a partire dai loro stessi genitori non ci sar felicit perla loro vita. Pi semplicemente: che anchessi debbono imparare a voler bene a qualcuno, modificando gli aspettidel carattere che rendono difficile vivere questo valore. Con molti gesti apparentemente banali, anche i figlipossono rifiutarsi di amare i genitori: scavalcando il sacchetto dei rifiuti invece che portarlo al cassonetto, lasciandoche il genitore, stanco di chiedere inutilmente un favore, scenda in cantina a prendere l'acqua minerale, ma cosfacendo uccidono in s stessi la capacit di voler bene a qualcuno. Il genitore che non chiede mai nulla per s ed troppo disponibile, ad esempio, non riscuote riconoscenza per la sua dedizione, ma deve affrontare pretese edincomprensioni sempre maggiori da parte dei figli.

    Molti ragazzi rimangono sorpresi all'idea che anche i genitori abbiano bisogno di qualcosa di considerazione, distima, di affetto, di qualche legittima soddisfazione. In essi sopravvive clandestinamente il desiderio di dare unasoddisfazioni ai genitori. La cultura educativa attuale non lo considera una motivazione positiva, ma la sospetta diinautenticit, di accondiscendenza che snatura lidentit del figlio.

    Il figlio cos privato della possibilit di scoprire cosa ha da dare per far contento qualcun altro e sviluppa unatteggiamento esclusivamente utilitaristico nelle relazioni interpersonali.In molti ragazzi completamente assente l'esperienza emotiva soddisfacente del rendere felice un'altra persona,anche se a prezzo di qualche fatica. Se il genitore si annulla, non chiede nulla, impedisce ai figli di sperimentarecompiutamente la loro capacit di dare, di fare felice qualcuno. Di scoprire la loro pi profonda positivit. Conquesti vissuti , come potr sentirsi attratto dallidea di donarsi a Dio e ai fratelli ?

    Proposta

    Considerato che i presupposti di comprensione e di desiderabilit, di forza attrattiva del valore sono venuti meno ,perch non dare vita a gruppi di incontro , e di confronto per giovani Sulle loro relazioni in famiglia in modo da imparare ad interpretarle secondo lamore che anchessi debbono ai

    genitori, ai fratelli e alle sorelle? Sulle relazioni di amicizia. Sulle relazioni amorose, di fidanzamento, per diventare capaci di leggere lamore ricevuto e diventare capaci

    di amare realmente laltro .E la loro vita il luogo dellincontro con Dio. E la loro identit la casa di Dio in loro. Solo leggendo pi in profonditle loro esperienze , affinando i sensori dellamore, potranno sentire vera la proposta , esserne attratti e sentirsidisponibili a viverla .

    6