Osservazioni - Isola della Fanciulla (2013)

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Salve, lì 24 agosto 2013 Alla Provincia di Lecce – Servizio Ambiente Via Botti n. 1 73100 LECCE Alla Regione Puglia - Assessorato all’Urbanistica Via delle Magnolie, 8 70056 Modugno (BA) al Sig. Sindaco del Comune di SALVE c/o Sede Municipale 73050 Salve (le) Oggetto: VILLAGGIO TURISTICO INTEGRATO – Isola della Fanciulla; Comune di Salve – loc. “Torre Pali” - strada prov.le Gallipoli – Leuca; Ditta: Torre s.r.l. - Corso Italia 83 – 73040 Morciano di Leuca (le). - Avviso di deposito progetto Verifica Impatto Ambientale – Burp n. 95 del 11/07/2013 : Osservazioni ed obiezioni sulla sostenibilità ambientale e paesaggistica dell'intervento in oggetto. PREMESSA L’esame del presente progetto è già stato oggetto di osservazioni dell’Associazione Legambiente circolo di Salve che considera tuttora valide e di seguito allegate. Il progetto di villaggio turistico integrato denominato “Isola della Fanciulla” pone serie preoccupazioni circa la sostenibilità dello stesso in termini ambientali, paesaggistici, economici, socio- culturali ed ecologici. Una irreversibile ferita con pesantissime ripercussioni negative sull’identità del luogo, del territorio e della sua comunità che hanno costruito, curato e tramandato uno straordinario ed unico paesaggio. L’intervento è situato un tratto costiero di forte pregio naturalistico e paesaggistico: un versante collinare con una piana alluvionale delimitata da un cordone dunale, con estese formazioni di macchia mediterranea e gariga, elementi di architettura vernacolare del paesaggio agro-pastorale, con rocce affioranti, habitat incontaminato, che si raccorda

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Le nostre osservazioni sull'impatto ambientale del nuovo progetto di mega-villaggio turistico "Isola della Fanciulla"

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Salve, lì 24 agosto 2013

Alla Provincia di Lecce – Servizio AmbienteVia Botti n. 1

73100 LECCE

Alla Regione Puglia - Assessorato all’UrbanisticaVia delle Magnolie, 870056 Modugno (BA)

al Sig. Sindaco del Comune di SALVE

c/o Sede Municipale73050 Salve (le)

Oggetto: VILLAGGIO TURISTICO INTEGRATO – Isola della Fanciulla; Comune di Salve – loc. “Torre Pali” - strada prov.le Gallipoli – Leuca;

Ditta: Torre s.r.l. - Corso Italia 83 – 73040 Morciano di Leuca (le).

- Avviso di deposito progetto Verifica Impatto Ambientale – Burp n. 95 del 11/07/2013 :

Osservazioni ed obiezioni sulla sostenibilità ambientale e paesaggistica dell'intervento in oggetto.

PREMESSA

L’esame del presente progetto è già stato oggetto di osservazioni dell’Associazione Legambiente circolo di Salve che considera tuttora valide e di seguito allegate. Il progetto di villaggio turistico integrato denominato “Isola della Fanciulla” pone serie preoccupazioni circa la sostenibilità dello stesso in termini ambientali, paesaggistici, economici, socio-culturali ed ecologici. Una irreversibile ferita con pesantissime ripercussioni negative sull’identità del luogo, del territorio e della sua comunità che hanno costruito, curato e tramandato uno straordinario ed unico paesaggio.

L’intervento è situato un tratto costiero di forte pregio naturalistico e paesaggistico: un versante collinare con una piana alluvionale delimitata da un cordone dunale, con estese formazioni di macchia mediterranea e gariga, elementi di architettura vernacolare del paesaggio agro-pastorale, con rocce affioranti, habitat incontaminato, che si raccorda

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a nord con importanti aree boschive: una preziosa biodiversità da difendere. Purtroppo negli ultimi anni una massiccia e diffusa azione antropica ha progressivamente compromesso l’intero sistema ambientale, ecologico ed il suo paesaggio.

Il progetto nel suo insieme, viste la considerevole ampiezza, l’elevato gradiente di artificializzazione in un sito di così alta sensibilità e fragilità ecologico/ambientale, genererà impatti negativi sull’ecosistema, sull’ambiente, sul territorio ed il paesaggio. Le osservazioni e le obiezioni in merito sono sinteticamente:

• incompatibilità della strategia di sviluppo;

• consumo del suolo agricolo;

• insostenibilità ecologico/ambientale;

• compromissione e dequalificazione del paesaggio;

• interesse pubblico e tutela dei beni comuni;

• rischi geologici ed Idrogeologici;

• valutazione in merito alla risorsa acqua;

• criticità ed emergenze del contesto.

ESPOSIZIONE

Incompatibilità della strategia di sviluppo

Le originarie istanze economiche (proposta di progetto e di relativo accordo di programma nell’anno 2001) che hanno dato l’avvio alla possibilità di questa profonda trasformazione del territorio, a distanza di 12 anni, si sono svuotate di funzionalità e senso.

Considerando il vincolo di tutela paesaggistica , gli scenari e le strategie di pianificazione e sviluppo della regione Puglia e della provincia di Lecce non si riesce a cogliere la congruenza e la compatibilità del progetto.

L’inadeguatezza e l’obsolescenza del Piano di Fabbricazione del comune di Salve ha permesso l’iter per una proposta di trasformazione territoriale di così grande scala, ignorando che “..tra le strutture turistiche a maggior impatto si distinguono i villaggi turistici che non di rado rappresentano delle vere e proprie enclave fortemente introverse e povere di relazioni (anche economiche del territorio)” come rimarca il piano Paesaggistico Teritoriale della Regione Puglia. Inoltre, “..sono già presenti nel Salento villaggi turistici e iniziative per la costruzione di nuovi villaggi interrotte e fallite” (fonte Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale). Rischio aggravato dall’odierna crisi economica, ricordando che il progetto è cofinanziato da risorse economiche pubbliche.

Smentiamo con sicurezza le affermazioni che non esistono nell’area tra Salve e Castrignano del Capo strutture recettive adeguate. Ne citiamo solo alcune tra le più significative: villaggio “Arco del saracino”, (Lido marini), resort “La casarana”(lido Marini), villaggio “Esperia” (lido Marini), resort “Cala saracena” (Torre Vado). Oltre alle residenze disperse esistenti ed un patrimonio edilizio da recuperare.

Questa scelta tipologica di ricezione turistica mal si confà al carattere dei luoghi, più idonei a rinnovate forme di eco-turismo. Il modello di vacanza ecologica promosso dal Trentino Alto Adige, ad esempio, non ha subito crisi, al contrario negli ultimi anni si è

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registrato un incremento del 40% delle presenze, con forti ricadute economica estendili anche al settore agro-alimentare.

Consumo del suolo agricolo

L’Accordo di Programma tra la Regione Puglia e il Comune di Salve, ne sancisce l’ammissibilità sotto il profilo tecnico-urbanistico, non interferendo con la pianificazione comunale vigente, ma non ne certifica la fattibilità. Il Comune di Salve “dispone di 80 ettari di superficie territoriale destinati specificatamente a villaggi turistici” (dalla relazione di Progetto). Vista l’inadeguatezza delle localizzazioni previste dal Piano di Fabbricazione, datato 1975, l’Accordo di Programma prevede ulteriori 24 ettari di consumo di suolo agricolo. Inoltre, il Comune di Salve concede di edificare in verde agricolo a titolo oneroso: centinaia di seconde e terze case si stanno diffondendo nel territorio agricolo. Il bilancio sarà catastrofico se non si porranno dei limiti ad un’occupazione selvaggia del territorio. Alcuni dati forniti dall’ISTAT: nel comune di Salve, in data 31/12/2011, sono state censite 4.693 unità abitative; meno del 50% sono regolarmente utilizzate.

Il suolo è una “risorsa non rinnovabile”, come definisce la “Strategia Europea per la Protezione del Suolo” del 2006. Il consumo di suolo agricolo, generato dalla logica del cambiamento di destinazione d’uso e l’attività antropica generata ne compromettono la funzionalità ecosistemica e la qualità produttiva: l’agricoltura scivola verso un impoverimento senza ritorno. La natura, la terra, l’acqua non sono risorse infinite.

Il problema è cogente. Visto che è in corso lo studio del Piano Urbanistico Generale, quale sarà la lo sviluppo dell’attività agricola se il consumo vorace di suolo rende indisponibili le terre libere esistenti? Il “disegno di legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e il contenimento del consumo del suolo” , proposta dal Ministero delle Politiche Agricole e del ministero dell’ambiente, è l’ultimo tassello legislativo in un panorama strategico di sviluppo economico delle attività agricole, ben definito dagli strumenti urbanistici in vigore: Piano Territoriale della Provincia di Lecce ed il Piano Paesaggistico della Regione Puglia.

Il progetto elude a priori ogni criticità circa l’uso del suolo e l’impatto su quantità e qualità produttive, nonostante le fonti cartografiche e dati informativi non manchino. Le grandi opere di bonifica, tratto distintivo del paesaggio costiero interessato, hanno dato vita a terreni agricoli di particolare fertilità, una capacità d’uso del suolo con moderate limitazioni delle scelte colturali. A monte del mosaico delle colture in prossimità della costa, si sviluppa la dorsale collinare con macchia mediterranea ed estese aree di pascolo. Uno spazio aperto, la naturale estensione del Parco Naturale di Ugento, a prescindere dal confine amministrativo. Luogo privo di valenze, secondo i progettisti, che la definiscono “area degradata” trascurando radicalmente la ricchezza della sua biodiversità

L’obsolescenza programmata del progetto (è prevista la futura demolizione dei manufatti edilizi) rende ulteriormente critico e negativo l’impatto sulla naturalità del luogo e le funzionalità ecosistemiche dei suoli agricoli interessati. L’indurimento del suolo e la sua contaminazione comprometteranno per un lunghissimo periodo la produttività e la qualità originaria.

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Insostenibilità ecologica ed ambientale

Nello studio di impatto ambientale, la complessità del sistema ecologico ed ambientale esistente: Parco regionale di Ugento, Siti di Interesse Comunitario, Zone Umide, Siti di tutela Habitat e Uccelli, viene superficialmente trattato. L’impatto con questa preziosa rete naturalistica è ridotto a pura distanza metrica.

La costa su cui va ad impattare negativamente il progetto è una spiaggia sabbiosa che affaccia su un’area “S.I.C. Mare”, inserita nel sistema Carta della Natura. Un habitat idoneo per la riproduzione delle tartarughe marine, e proprio in questi giorni si sono schiuse le uova di un nido.

Quest’area aperta è un cuneo di naturalità tra aree protette, un corridoio ecologico di valenza naturalistica e paesaggistica: una naturale estensione del parco di Ugento; strategica per ricomporre e mettere a sistema la frammentazione delle aree protette presenti sul territorio.

Dall’ortofoto fornita dal SIT Regione Puglia del 2006 emerge che una consistente parte dell’ area interessata dal progetto, con un'estensione maggiore di un ettaro, è stata colpita da un incendio. La Legge n. 353/2000 s.m.i. prevede un vincolo di in edificabilità di almeno 10 anni.

Condividiamo pienamente le considerazioni su queste importanti criticità sottolineate dal Servizio Ambiente della Provincia di Lecce.

Tutto il territorio costiero interessato dal progetto ha una forte valenza ecologica (fonti PRC e PPTR), in cui espandere la naturalità esistente (fonte PTCP). Questa fragilissima terra di confine, non è in grado sopportare un’ulteriore alterazione degli equilibri tra spiaggia sommersa, spiaggia emersa e cordoni dunali. I danni causati dell’attività antropica sulla costa (resindence, villaggi, ristoranti, lidi, attrezzature per la balneazione, ecc..) e della pressione turistica sono evidentissimi. Si stanno aggravando i fenomeni di erosione della spiaggia sabbiosa e dei cordoni dunali: proprio quest’estate sulla costa salentina i primi stabilimenti balneari per mancanza di spiaggia non hanno aperto l’attività.

Le proposte progettuali sull’espansione della naturalità seguono modelli tipologici decontestualizzati, omologanti con un carattere fortemente artificiale, insostenibili sotto il profilo ecologico, ambientale e paesaggistico. Verrebbe irreversibilmente cancellata la naturalità esistente e azzerata qualsiasi strategia di espansione della stessa, perdendo servizi ecosistemici del suolo e delle acque.

Irreversibile compromissione e dequalificazione del paesaggio

L'importanza della conservazione del paesaggio, definita come parte del territorio così come è percepita dalla popolazione, è tale da essere disciplinata da una convenzione Europea recepita dallo stato Italiano con la legge n. 14/2006.

I danni al paesaggio, al patrimonio, all’identità culturale ed alla storia della comunità locale, sono insostenibili.

Disciplinarmente conosciuto, e non solo dai tecnici, il fenomeno della “frammentazione del paesaggio” è una problematica gravissima. Il meraviglioso paesaggio rurale sarà ulteriormente frammentato, parcellizzato, scavato, compromesso da logiche di valorizzazione basate sulla rendita dei suoli. Si accentuano gli stridenti contrasti tra le aree antropizzate e il paesaggio, con conseguente dequalificazione dello stesso che abbassa la qualità della ricettività turistica Salentina.

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I valori patrimoniali del paesaggio, l’identità della sua alla comunità sono ridotti ad elementi funzionali totalmente snaturati: “pagghiare” e muri a secco, testimonianze di un’architettura vernacolare, elementi della costruzione del paesaggio agrario salentino: il genius loci, memoria identitaria collettiva seppellita da cemento e strati di terreno di coltivo per piante ornamentali. Alterato ogni segno distintivo del territorio.

La percezione visiva del paesaggio subirà fortissime alterazioni, sia da terra che dal mare, e tal proposito manca un’adeguata documentazione che ne valuti gli impatti negativi.

Interesse pubblico e beni comuni

Nel Collegio di Vigilanza dell’8/5/2013 tra i rappresentanti della regione Puglia e il comune di Salve viene concordato: “….resta salva la volontà dell’amministrazione di operare una rivalutazione circa il persistere dell’interesse pubblico sotteso alla realizzazione dell’intervento con riferimento alle trasformazioni territoriali intervenute nell’ambito comunale e ai valori di passaggio riconosciuto dall’area….”

Paesaggio, suolo, ambiente e acqua sono beni comuni. La comunità locale ha già espresso, attraverso la rete associazionistica, un netto dissenso nei confronti del progetto poiché non lo ritiene adeguato per la futura offerta ricettivo/turistica, in quanto dissipa, contamina, non rende disponibili questi beni patrimoniali e storici della cultura del luogo.

Rischi geologici ed Idrogeologici

L’intervento proposto insiste su un’area alluvionale con rischio idrogeologico, come ampiamente documentato dalla cartografia e da documenti di tutela, salvaguardia e pianificazione territoriale. La sigillatura del suolo, prevista dal progetto, pone seri dubbi circa le dinamiche di deflusso delle acque meteoriche.

Oltre a ciò, come evidenzia anche il Piano Paesaggistico, esiste anche un rischio geologico causato dall’erosione costiera. Secondo i dati forniti dall’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale, negli ultimi 50 anni sono stati cancellati 5 chilometri quadrati della nostra costa; nel nuovo millennio ogni anno l’erosione si porta via un’altro chilometro quadrato.

Gli equilibri naturali della dinamica delle acque saranno comunque modificati dal nuovo assetto geomorfologico, con rischi di allagamenti nella piana alluvionale che potrebbero il limitrofo abitato di Torre Pali. Si evidenziano anche le ripercussioni sull’erosione della spiaggia e del cordone dunale: i naturali apporti detritici alluvionali per la formazione di sedimenti per la naturale conservazione di spiagge e dune saranno ridotti. Inoltre, l’alterazione degli accumuli di acqua nell’area alluvionale retrodunale aggraverebbe l’erosione delle dune. Si evidenzia che questi aspetti sono stati totalmente elusi dallo studio di impatto ambientale del progetto.

Le tragedie causate dal dissesto idrogeologico del territorio sono sempre considerate fatalità. L’urgenza di un piano di messa in sicurezza del territorio è nota, ma non è meglio prevenire, soprattutto quando trasformare il territorio non è una necessità per soddisfare bisogni primari.“Erosione e rischio allagamenti sono la norma in tutta la penisola, e il moltiplicarsi di porti turistici, spacciato per agente del benessere, non fa che aggravare il problema, con la concomitante invasione di cemento che non è solo quello dei moli, ma delle infrastrutture,

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strade, parcheggi, centri commerciali, alberghi, zone residenziali” ricorda con drammaticità Salvatore Settis su repubblica il 20 agosto 2013. A tal proposito si ricorda qual è stato l’impatto negativo sull’erosione costiera del nuovo porto turistico di Torre Pali.

A margine di questa problematica si evidenzia che il nulla-osta forestale è stato velocemente rilasciato dal servizio foreste della regione Puglia il 15.06.2012, solo valutando la documentazione cartacea del vecchio progetto (la cui relazione idro-geo-morfologica eseguita nel 2003 era a firma della geologa A. Belgiorno). Per rilasciare tale nulla osta non è stato effettuato alcun tipo di sopralluogo.

Valutazione in merito alla risorsa acqua

Il progetto prevede l'utilizzo della rete cittadina dell'Aqp, senza documentare in modo preciso il bilancio idrico per l’attività del villaggio e da non sottovalutare il fabbisogno idrico per le aree di verde attrezzato e ornamentale.

Già sappiamo che nelle Marine e in particolare a Torre Pali c'è sofferenza idrica durante la stagione estiva, quindi programmare un Villaggio turistico di tali dimensioni, con allaccio alla rete idrica dell'AQP, sicuramente aggraverà la crisi idrica con pesanti conseguenze sulle utenze domestiche e turistiche già avviate come denunciato dall’articolo apparso di recente sulla gazzetta del Mezzogiorno del 7 agosto 2013.

Per il trattamento acque reflue, l'accordo di programma sottoscritto prevedeva la realizzazione di un depuratore; l'attuale progetto prevede l'allaccio nella pubblica fognatura con un aumento del carico organico da avviare al depuratore consortile di Salve e Morciano, che già soffre di problemi causati dal sottodimensionato rispetto al carico attuale essendo progettato per un’utenza di 15.000 persone. Attualmente si manifestano forti miasmi serali e notturni poiché risulta sotto dimensionata la vasca di equalizzazione e sollevamento e la linea ossidativa a causa dell’eccessiva quantità di refluo in arrivo.

Il Servizio Ambiente della Provincia di Lecce nelle proprie considerazioni sulla verifica di assoggettabilità a VIA del progetto in parola, ha esplicitato che l’ipotesi di connessione alla rete di pubblica fognatura delle acque reflue domestiche non è fattibile.

Criticità ed Emergenze del contesto

Il forte degrado fisico ed ambientale non è un’emergenza per l’area naturale oggetto dell’intervento, ma per l’intorno in cui il progetto si va ad inserire: l’edificato urbano di “Torre Pali”.

Il progetto, chiuso in una logica di integrazione delle funzionalità interne al villaggio, non indaga adeguatamente le relazioni e gli impatti con il contesto microurbanistico e territoriale: la recinzione non soltanto è una barriera fisica, simbolicamente impermeabile a qualsiasi interazione con il luogo, permeabile solo agli aspetti legati al consumo turistico massificante e di scarsa qualità.

Ogni estate si presentano e si acuiscono le situazioni di criticità e le emergenze eluse nella valutazione di impatto ambientale:

• collasso della rete tecnologica: acqua, energia elettrica e fognatura;

• sottodimensionamento dell’impianto di depurazione;

• crescita del volume dei rifiuti con gravi ricadute igienico-ambientali;

• sistema di mobilità congestionato e non strutturato;

• tessuto urbano fortemente degradato;

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• assenza di spazi e percorsi collettivi adeguati;

• accessi alla spiaggia e degrado del cordone dunale;

• inquinamento dell’aria, acustico e luminoso;

• contaminazione della falda da acque meteoriche non trattate e cuneo salino;

• scarsa qualità ecologica ed ambientale.

L’area interessata dal progetto rappresenta un’estensione all’incirca equivalente a quella dell’intero abitato di “Torre Pali”, e attualmente è priva di qualsiasi manufatto, è un’area naturale “….e non degradata ….”così come sostenuto dal progettista”, che evidentemente ritiene che tutte le aree naturali, agricole e boschive, senza la presenza del cemento sono degradate.

Il progetto sembra disinteressarsi degli accessi al mare con tutte le conseguenze sulla sottile striscia di costa e la vegetazione come se gli utenti del villaggio debbano andare in montagna o restare chiusi nel recinto del villaggio.

La realtà è invece che circa 700 auto (470 del villaggio e 200 dell’area comunale da cedere al comune) parcheggeranno in prossimità di una costa ancora incontaminata.

OSSERVAZIONI

Considerato tutto quanto sopra, esprimiamo le seguenti richieste e osservazioni:

1. Nell’ambito del procedimento di Valutazione di Impatto ambientale, esprimiamo un parere assolutamente negativo al progetto in questione;

2. Sia dichiarata l’insostenibilità dell’Accordo di Programma, sottoscritto tra la Regione Puglia e il Comune di Salve in data 07.03.2005, e del relativo progetto, in quanto non più attuale – non risponde alle attuali esigenze e agli strumenti di pianificazione e sviluppo del territorio, con l’effetto del ripristino della originaria destinazione urbanistica a verde agricolo;

3. Qualsiasi determinazione circa la programmazione territoriale sia subordinata alla previa approvazione del nuovo strumento urbanistico generale (P.U.G.).

RISPETTO ALLE DOMANDE ED OSSERVAZIONI, SI RICHIEDE CHE LE DECISIONI DI MERITO NEGATIVE O PARZIALMENTE NEGATIVE ESPRESSE DALLA PROVINCIA, SIANO ADEGUATAMENTE MOTIVATE DAL PUNTO DI VISTA TECNICO-AMMINISTRATIVO. SOLO IN QUESTO MODO SI SOSTANZIA IL NOSTRO DIRITTO DI PARTECIPAZIONE RICONOSCIUTOCI DALLE NORME VIGENTI TRAMITE LA PROCEDURA FORMALE DI OSSERVAZIONI.

Per il Direttivo di Legambiente Il Presidente

Allegati:

• Copia delle precedenti osservazione presentate in merito alla verifica di assoggettabilità a V.I.A.