OSSERVATORIO PERMANENTE SUI BISOGNI ......Nel corso del primo triennio come CTI, la scuola ha...

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A cura della Funzione Strumentale Area 5 Inclusione ed Orientamento ins.te Luisa Cerullo e del Gruppo di Lavoro per l’inclusione 1 ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE “AMANZIO – RANUCCI -ALFIERI” P.zza Trieste e Trento n° 1 Tel. 081/7426247 - Fax 081/7420440 (sede centrale) 80016 - MARANO DI NAPOLI (NA) C.M. NAIC8FU00X – C.F 95186760633 Email: [email protected][email protected] Sito web: http:/icamanzioranuccialfieri.it/ Scuola Polo per l’Inclusione Ambito 17 Campania OSSERVATORIO PERMANENTE SUI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI P.A.I. - PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIVITA’ A.S. 2018/2019 GUIDA ALL’ ACCOGLIENZA DEI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES)

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    ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE “AMANZIO – RANUCCI -ALFIERI”

    P.zza Trieste e Trento n° 1 Tel. 081/7426247 - Fax 081/7420440 (sede centrale)

    80016 - MARANO DI NAPOLI (NA) C.M. NAIC8FU00X – C.F 95186760633

    Email: [email protected][email protected] Sito web: http:/icamanzioranuccialfieri.it/

    Scuola Polo per l’Inclusione Ambito 17 Campania

    OSSERVATORIO PERMANENTE SUI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

    P.A.I. - PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIVITA’ A.S. 2018/2019

    GUIDA ALL’ ACCOGLIENZA DEI

    BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES)

    mailto:[email protected]:[email protected]://www.icamanzioranuccialfieri.it/

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    INDICE

    1. INTRODUZIONE PAG. 3

    2. CAPITOLO 1 PAG.4

    ELABORAZIONE DEL P.A.I. IL GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE COMPITI DEL GLI COMPOSIZIONE EQUIPE SCIENTIFICA (A LIVELLO TERRITORIALE) IMPEGNO PROGRAMMATICO METODO OPERATIVO: MONITORAGGIO DEL PERCORSO INCLUSIVO DESTINATARI DEL DOCUMENTO P.A.I. CONCETTI BASE SU CUI COSTRUIRE LA SCUOLA INCLUSIVA: IL PAI E LA RETE

    3. CAPITOLO 2 PAG. 10

    ANALISI DI CONTESTO PARTE I – ANALISI DEI PUNTI DI FORZA E DI CRITICITÀ (MODELLO P.A.I. MINISTERIALE) PARTE II – OBIETTIVI DI INCREMENTO DELL’INCLUSIVITÀ PROPOSTI PER IL PROSSIMO ANNO (MODELLO P.A.I. MINISTERIALE)

    DELIBERA DEL COLLEGIO DEI DOCENTI PAG. Introduzione

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    La Nota Ministeriale prot.1551 del 27 giugno 2013 fornisce indicazioni sul Piano Annuale per l’Inclusività, richiamando nello specifico la Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 e la C.M. n.8 del 2013 prot.561 “Strumenti di interventi per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Indicazioni operative. Le istituzioni scolastiche, come affermato nella c.m. n.8 del 06 marzo 2013, sono tenute a redigere il P.A.I. al termine di ogni anno scolastico, esattamente entro il mese di giugno. La scuola, pertanto, con la redazione del Piano Annuale per l’Inclusività ha il compito di relazionare proprio sul processo di inclusività posto in essere, sullo stato dell’arte in merito agli interventi inclusivi attivati in itinere e, ancor di più, di presentare una proiezione globale di miglioramento che essa intende realizzare attraverso tutte le specifiche risorse esistenti. Di conseguenza, l’indicazione di deliberare nel Collegio dei docenti ed entro la fine di Giugno il documento ha lo scopo di riconoscere l’effettiva maturazione di quei processi inclusivi sottesi all’intera realizzazione del POF. Il PAI si identifica, quindi, come “strumento di progettazione” dell’offerta formativa della scuola: “in senso inclusivo è “lo sfondo ed il fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli obiettivi comuni”. È prima di tutto un atto interno della scuola autonoma, finalizzato all’auto-conoscenza e alla pianificazione, da sviluppare in un processo responsabile e attivo di crescita e partecipazione”. Non è un documento da allegare come mero adempimento, ma è parte integrante del processo di realizzazione del POF/POF-T e sottende ad ogni azione prevista. Alla base del nostro PAI, nell’ottica del Modello ICF, il concetto inclusivo è quello di Education for all ovvero realizzare un progetto formativo e di vita per tutti gli allievi, senza relegare i soggetti con bisogni educativi speciali entro uno specifico ambito. Per i docenti è uno strumento che contribuisce ad accrescere la consapevolezza dell’ intera comunità educante sulla centralità e sulla trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei ‘risultati’ educativi, per creare un contesto educante dove realizzare concretamente la scuola “per tutti e per ciascuno” (Nota di chiarimento n. 1551 del 27/06/2013).

    CAPITOLO 1

    ELABORAZIONE DEL P.A.I.

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    Il Piano ha lo scopo di implementare le azioni che l’Istituzione scolastica ha già posto in essere da diversi anni in relazione all’inclusione scolastica. Prima ancora che le recenti normative in materia di BES indirizzassero le scuole ad attivare un sistema di accoglienza e presa in carico dei bisogni educativi, questa Istituzione ha partecipato alla sperimentazione nazionale del Modello ICF costituendo una prima rete territoriale di condivisione di modelli di intervento mirati al superamento della logica delle barriere e all’implementazione del valore delle funzionalità individua li. Oggi l’inclusione è una mission cardine del piano dell’offerta formativa e tutte le azioni finora svolte sono state proiettate alla realizzazione, per piccoli passi, di “una scuola per tutti e per ciascuno”. IL GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE Il GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE, eventualmente allargato a figure professionali con specifiche competenze, assicura all’interno del corpo docente il trasferimento delle informazioni relative agli alunni con BES e le azioni di miglioramento intraprese sulle critic ità all’interno delle classi in linea al RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE E AL PIANO DI MIGLIORAMENTO. Il GGLLII è costituito dalla Funzione Strumentale all’Area 3 – Alunni ed Inclusione e dal gruppo dei referenti, individuati all’interno del Collegio dei docenti, che coordinano le attività di Scuola a supporto dell’inclusione. CCOOMMPPIITTII DDEELL GGLLII

    • Rilevazione dei BES presenti nell’Istituto; • Raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere anche in funzione di azioni di apprendimento in rete tra scuole

    e/o in rapporto con azioni strategiche progettate in seno al POF e POF-T, • Focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi; • Rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività nella scuola; • Elaborazione della proposta di Piano Annuale per l’Inclusività (PAI) che è parte integrante del POF e POF-T da redigere al temine di ogni anno

    scolastico, entro il mese di giugno.

    CCOOMMPPOOSSIIZZIIOONNEE EEQQUUIIPPEE SSCCIIEENNTTIIFFIICCAA ((AA LLIIVVEELLLLOO TTEERRRRIITTOORRIIAALLEE)):

    • Operatori ASL

    • Rappresentanti degli enti locali

    • Associazioni no profit dedicate (DA, DSA, AUTISMO)

    • Esperti sulle tecnologie per l’inclusione

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    IMPEGNO PROGRAMMATICO L’Impegno programmatico per l’inclusione INCLUDE le modalità per:

    Rilevazione ed analisi del bisogno Modalità di gestione dell’insegnamento curricolare Gestione delle classi Organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici Gestione delle risorse aggiuntive (personale ATA; ausili) Relazioni tra docenti, alunni e famiglie

    Inoltre promuove: 2. L’utilizzo “funzionale” delle risorse professionali presenti 3. L’impegno a partecipare ad azioni di formazione e/o di prevenzione concordate a livello territoriale 4. La modalità di monitoraggio delle azioni finalizzate all’inclusione (RAV E PDM)

    METODO OPERATIVO: MONITORAGGIO DEL PERCORSO INCLUSIVO

    • Efficacia degli interventi descritti • Funzionalità degli aspetti organizzativi • Applicazione / necessità di ausili • Aggiornamento • Piano Annuale Inclusione

    DESTINATARI DEL DOCUMENTO P.A.I.:

    I • TUTTI gli studenti e in particolar modo quelli con Bisogni Educativi Speciali (B.E.S.) e le loro famiglie • I docenti e il personale che si occupano di loro

    Non ci si limita più agli alunni con disabilità, ma lo sguardo si allarga alle fragilità nel loro complesso. E’ un invito a riflettere sul cambio paradigmatico sotteso al concetto di “inclusività” e a come questo debba trovare senso nel P.T.O.F. Una scuola è inclusiva quando è in grado di accogliere le diversità/differenze e di costruire percorsi INDIVIDUALIZZATI E/O PERSONALIZZATI capaci di portare ciascun allievo, dati i livelli di partenza, al massimo livello possibile di competenze.

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    Il POF-T di una scuola è inclusivo quando prevede nella quotidianità azioni da compiere, interventi da adottare e progetti da realizzare, la possibilità di dare risposte precise ad esigenze educative individuali. QUINDI la presenza di alunni con BES non è un‘emergenza da presidiare o un incidente di percorso, ma un evento che richiede una riorganizzazione del sistema già individuata in via previsionale e che rappresenta un’occasione di crescita per tutti. CONCETTI BASE SU CUI COSTRUIRE LA SCUOLA INCLUSIVA: - La personalizzazione e l’individualizzazione che sono davvero tali se effettivamente rimuovono gli ostacoli all’apprendimento dell’alunno e se lo mettono in condizione di crescere negli apprendimenti secondo le sue caratteristiche. - L’introduzione dei facilitatori e la rimozione delle barriere, che diventano occasione per effettuare il monitoraggio della propria azione didattica e, all’interno della scuola, per una valutazione del grado di inclusività, che consente, annualmente, l’aggiornamento del POF – T IL PAI E LA RETE La scuola Polo per l’Inclusione – ex CTI Marano Area Napoli Nord Con la costituzione della rete d’Ambito 17 Campania, Il Centro Territoriale per l'Inclusione Marano Area Napoli Nord (Ai sensi del Decreto dell’U.S.R. Campania AOODRCA.REG.UFF.DIR.9221/u del 20/11/2013 – Rete Regionale Decreto AOODRCA 9728/U del 05/12/2013) è divenuto SCUOLA POLO PER L’INCLUSIONE AMBITO 17 CAMPANIA e trova la sua sede nell’Istituto Comprensivo “Amanzio – Ranucci – Alfieri” di Marano di Napoli. Se prima era stato strutturato un protocollo d’intesa territoriale con le altre Istituzioni Scolastiche del territorio di Marano di Napoli, oggi è il punto di riferimento per l’Inclusione di tutte le scuole dell’Ambito 17 mantenendo priorità e servizi già attivi, coordinando le azioni formative in materia di bisogni educativi per l’intero territorio dell’Ambito 17. Il Polo per l’Inclusione costituisce un riferimento importante per le scuole di ogni ordine e grado, le famiglie in esse confluenti, le persone con diverse abilità residenti del vicinorio, l’ASL, i centri di riabilitazione e di accoglienza, le Associazioni coinvolte in progetti di inserimento scolastico e sociale. Si occupa di consulenza, formazione e materiali relativi alla disabilità, alla didattica inclusiva e alle buone prassi educative per l'integrazione. Nel corso del primo triennio come CTI, la scuola ha lavorato sinergicamente con il CTS “Tito Livio” metropolitano di Napoli ora Scuola Polo per il bullismo e Cyberbullismo. Lo scopo prioritario del MIUR, delegando gli Uffici Scolastici Regionali (USR Campania) è quello di costituire una rete di personale esperto che possa sopperire alle necessità territoriali. Inoltre ha attivato altri percorsi di formazione mirati ai docenti delle scuole per l’acquisizione di competenze in materia di BES per ampliare la conoscenza e la diffusione della gestione dei bisogni educativ i. La Scuola Polo per l’Inclusione coincide, nel caso dell’Ambito 17, con la Scuola Polo per la Formazione. Pertanto il nostro Istituto coordina le azioni formative

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    dell’intero territorio dei comuni di Marano, Qualiano, Calvizzano, Mugnano, Giugliano, Melito, S. Antimo attraverso una sottorete di snodi formativi di cui l’IC è parte per le tematiche relative all’Inclusione e la disabilità quindi le opportunità formative ed informative saranno organizzate e coordinate con piani di formazione integrativi favorendo la scelta di più tematiche sia specifiche sia trasversali. La Scuola Polo per l’Inclusione, nello specifico, si occupa di:

    •estendere la conoscenza e l'utilizzo del modello ICF, del Piano di Inclusione Scolastica P.A.I.; •formare il corpo docente in materia di BES; •favorire lo scambio di BUONE PRASSI; •smettere di vivere la disabilità nella logica dell’emergenza; •produrre un progetto di vita; •raggiungere una reale inclusione scolastica degli alunni; •offrire alle scuole la consulenza tecnico-digitale; •offrire alle scuole in rete consulenza didattica; •facilitare la collaborazione e lo scambio tra scuole e enti del terzo settore operanti a favore dei giovani; •creare una dotazione libraria- ebook specializzata sui Bisogni Educativi speciali, con volumi, riviste, libri digitali, altro;

    attivare sportelli di ascolto per le diverse tipologie di BES (DSA, psicologico, counselling, …) APPROFONDIMENTO: PARTIRE DALLA L.107/15 PER RICONOSCERE TALENTI E PROMUOVERE IL “FARE SCUOLA DI QUALITÀ PER TUTTI” Di recente la Nota Prot. n, 0001143 - 17/05/2018 del Capo Dipartimento per il Sistema educativo di istruzione e di formazione, dott.ssa Rosa De Pasquale, indica l'importanza del sistema educativo e di Istruzione per lo sviluppo della persona e della comunità. Di seguito l’Abstract della Nota MIUR: La scuola ha il dovere di garantire una proposta di educazione e di istruzione di qualità per tutti, in cui ciascuno possa riconoscere e valorizzare le proprie inclinazioni, potenzialità ed interessi, superando le difficoltà e i limiti che si frappongono alla sua crescita come persona e come cittadino. La finalità è quella di promuovere il "fare scuola di qualità per tutti". Personalizzare i percorsi di insegnamento-apprendimento non significa parcellizzare gli interventi e progettare percorsi differenti per ognuno degli alunni delle classi, quanto pensare alla classe, come una realtà composita in cui mettere in atto molteplici modalità metodologiche di insegnamento-apprendimento, funzionali al successo formativo di tutti. Ogni singola realtà scolastica può essere considerata come un laboratorio permanente di ricerca educativa e didattica nella quale, in un percorso di miglioramento continuo, il personale scolastico trova riconoscimento e crescita professionale adeguati alle sfide sempre più complesse che si presentano. Oggi il contesto normativo è notevolmente modificato: si è assistito ad un' importante crescita culturale e sono stati introdotti nuovi assiomi di riferimento, nuove risorse professionali, economiche e strutturali affinché a ciascuno sia data la possibilità di vedersi riconosciuto nei propri bisogni

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    educativi "normali", senza la necessità di ricorrere a documenti che attestino la problematicità del "caso", fermo restando le garanzie riconosciute dalla Legge n.104/1992 e dalla Legge n.170/20IO. I docenti e i dirigenti che contribuiscono a realizzare una scuola di qualità, equa e inclusiva, vanno oltre le etichette e, senza la necessità di avere alcuna classificazione "con BES" o di redigere Piani Didattici Personalizzati, riconoscono e valorizzano le diverse normalità, per individuare, informando e coinvolgendo costantemente le famiglie, le strategie più adeguate a favorire l'apprendimento e l'educazione di ogni alunno loro affidato. In questa dimensione la soluzione al problema di un alunno non è formalizzarne l'esistenza, ma trovare le soluzioni adatte affinché l'ostacolo sia superato. In continuità con il processo di partecipazione già avviato da questo Ministero, le istituzioni scolastiche potranno, attraverso la condivisione della presente nota, operare nell'ottica descritta di semplificazione, ottimizzazione delle procedure e valorizzazione della professionalità docente. Tutto ciò al fine di elaborare curricoli verticali e di assicurare la predisposizione di ambienti di apprendimento coinvolgenti c partecipati oltre che di scelte didattiche efficaci ed ineludibili per far crescere nuove generazioni di cittadini consapevoli, ciascuno con i propri talenti, capacità e competenze, che prendano in carico il cambiamento sostenibile del Paese per un futuro migliore. PROSPETTIVE TERRITORIALI: COSTRUIRE UN PAI DI RETE La Scuola Polo per l’Inclusione ha tra gli obiettivi quello di realizzare un PAI di rete nell’ottica della L.107/15 che configura nella “Rete di Scuole” l’identità formale di un territorio operante verso uno scopo comune e condiviso per realtà geografiche, contestuali, ecologico-ambientali, sociali. Il denominatore comune è l’accoglienza delle nuove generazioni in un’idea di Buona scuola che possa sopperire alle carenti gestioni territoriali a livello amministrativo realizzando esempi di comunità operante ai fini dell’abbattimento della dispersione scolastica, possibilità di garantire l’istruzione di base e per livelli per tutti, abbattere l’illegalità, promuovere l’occupazione anche attraverso i percorsi di alternanza scuola –lavoro e il ripristino di attività lavorative quasi scomparse. Non a caso, il MIUR ha lanciato una serie di proposte progettuali da realizzare solo in rete per la creazione di osservatori permanenti su fenomeni sociali di rischio su cui la scuola è chiamata ad operare. Nell’ottica di un possibile PAI di rete, il Polo ha individuato nei punti seguenti i fondamenti per la realizzazione di un piano scolastico inclusivo territoriale:

    Riconoscimento formale tra Rete di scuole attraverso i servizi del Polo per l’Inclusione • Condivisione delle problematiche territoriali e dei fattori contestuali di rischio • Concertazione di azioni di miglioramento partendo dai monitoraggi interni di ogni scuola • Creazione di un gruppo di lavoro sinergico a livello territoriale • Affidamento al cambiamento delle politiche scolastiche già in atto • Disponibilità alla crescita professionale intesa come rimodulazione e accettazione dei diversi stili di apprendimento aderendo al processo di

    cambiamento educativo-didattico in atto

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    • Approfondimento sulle neuroscienze perché fanno riflettere sui comportamenti manifesti degli alunni dinanzi alle difficoltà di apprendimento

    • Rivalutazione delle conoscenze e competenze pedagogiche Servizi sportello attivi:

    Sportello Autismo: progetto in Rete nazionale “Scuole in rete per l’Autismo” in collaborazione con l’USR Campania e il CTS “Tito Livio” tenuto dal docente membro del pool di esperti formati per la Rete di Napoli

    Sportello DSA: Associazione “DSA Dislessia, un limite da superare” tenuto da genitori/docenti formati sui disturbi specifici dell’Apprendimento

    Sportello Counseling “L’officina del Benessere”: scuola Polo di Counselling di Napoli tenuto da personale docente esperto Couselor professionali

    Sportello ICF: tenuto da docenti formati sul Modello a seguito della sperimentazione Nazionale sul Modello ICF

    CAPITOLO 2

    ANALISI DI CONTESTO

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    Parte I – Analisi dei punti di forza e di criticità

    I. C. CODICE MECCANOGRAFICO NAIC8FU00X

    SCUOLA DELL’INFANZIA

    SCUOLA PRIMARIA

    SSIG

    TOTALE NELL’I.C.

    A. Rilevazione dei BES presenti: n° n° n° n°

    PRIMA FASCIA: Disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3) per l’a.s.

    2015/16

    11 di cui 6 Amanzio 3 Ranucci 2 Alfieri

    37 di cui 10 Amanzio 10 Ranucci 17 Alfieri

    32 di cui 12 Alfieri

    16 Ranucci

    80

    Minorati vista / / 1 1

    Minorati udito / 2 0 6

    Psicofisici 11 37 32 80

    SECONDA FASCIA: Disturbi evolutivi specifici

    DSA (L.170/10) per l’a.s. 2018/19 / 5

    8 13

    ADHD/DOP CASI SOSPETTI

    4 3 3 10

    Borderline cognitivo CASI SOSPETTI

    6

    13

    18

    31

    Altro (Lentezza/difficoltà negli apprendimenti in assenza di certificazione)

    / 15

    / 16

    TERZA FASCIA: Svantaggio (indicare il disagio prevalente)

    Socio-economico 6 23 14 43

    Linguistico-culturale 4 36 8 48

    Disagio comportamentale/relazionale 4 12 3 19

    Altro

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    (provvisorio) Totali 34 146 81 260

    (da inserire a settembre) % su popolazione scolastica

    N° PEI redatti dai GLHO a.s. 2017/18 14 37 21 72

    N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sanitaria a.s. 2017/18

    / 7 5 12

    N° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanitaria a.s. 2017/18

    / 30 26 56

    B. Risorse professionali specifiche Prevalentemente utilizzate in… Sì / No

    Insegnanti di sostegno Attività individualizzate e di piccolo gruppo

    SI

    Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.)

    SI

    AEC Attività individualizzate e di piccolo gruppo

    SI

    Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.)

    SI

    Assistenti alla comunicazione Attività individualizzate e di piccolo gruppo

    SI

    Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.)

    SI

    Funzioni strumentali / coordinamento SI

    Referenti di Istituto (disabilità, DSA, BES) SI

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    Psicopedagogisti e affini esterni/interni SI

    Docenti tutor/mentor SI

    Altro: NPI – U.D.M. ASL SPECIALISTI ESTERNI

    Altro: SERVIZI SOCIALI DEL COMUNE

    Altro: ASSISTENZA SPECIALISTICA

    Altro: CENTRI DI RIABILITAZIONE

    Altro: COOPERATIVE SOCIALI

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    C. Coinvolgimento docenti curricolari Attraverso… Sì / No

    Coordinatori di classe e simili

    Partecipazione a GLI SI

    Rapporti con famiglie SI

    Tutoraggio alunni SI

    Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva

    SI

    Altro: /

    Docenti con specifica formazione

    Partecipazione a GLI SI

    Rapporti con famiglie SI

    Tutoraggio alunni SI

    Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva

    SI

    Altro: /

    Altri docenti

    Partecipazione a GLI SI

    Rapporti con famiglie SI

    Tutoraggio alunni SI

    Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva

    SI

    Altro: /

    D. Coinvolgimento personale ATA

    Assistenza alunni disabili SI

    Progetti di inclusione / laboratori integrati

    SI

    Altro: /

    E. Coinvolgimento famiglie

    Informazione /formazione su genitorialità e psicopedagogia dell’età evolutiva

    SI

    Coinvolgimento in progetti di inclusione

    SI

    Coinvolgimento in attività di promozione della comunità

    SI

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    educante

    Altro: GLHO/G.L.I./Comitato Genitori

    SI

    F. Rapporti con servizi sociosanitari territoriali e istituzioni deputate alla sicurezza. Rapporti con CTS / CTI

    Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati sulla disabilità

    SI

    Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati su disagio e simili

    SI

    Procedure condivise di intervento sulla disabilità

    SI

    Procedure condivise di intervento su disagio e simili

    SI

    Progetti territoriali integrati SI

    (MODELLO ICF – SPORTELLO AUTISMO)

    Progetti integrati a livello di singola scuola

    SI

    Rapporti con CTS / CTI SI

    Sede SCUOLA POLO PER L’INCLUSIONE AMBITO 17 MARANO AREA NAPOLI NORD

    Altro: /

    G. Rapporti con privato sociale e volontariato

    Progetti territoriali integrati SI

    Progetti integrati a livello di singola scuola

    SI

    Progetti a livello di reti di scuole SI

    H. Formazione docenti

    Strategie e metodologie educativo-didattiche / gestione della classe

    SI

    Didattica speciale e progetti educativo-didattici a prevalente tematica inclusiva

    SI

    Didattica interculturale / italiano L2

    SI

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    Psicologia e psicopatologia dell’età evolutiva (compresi DSA, ADHD, ecc.)

    SI

    Progetti di formazione su specifiche disabilità (autismo, ADHD, Dis. Intellettive, sensoriali…)

    SI

    Altro:

    COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA “LA BOTTEGA DELLE PAROLE”

    VERIFICA E VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI INDICAZIONI NAZIONALI

    DIDATTICA INTEGRATA “UNA PER TUTTI… TUTTI PER UNA” SCUOLA SENZA ZAINO

    TUTTI ATTIVI SPORTELLO COUNSELLIN “L’OFFICINA DEL BENESSERE”

    Sintesi dei punti di forza e di criticità rilevati*: 0 1 2 3 4

    Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo X

    Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti X

    Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive; X

    Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola X

    Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti;

    X

    Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative;

    X

    Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi; X

    Valorizzazione delle risorse esistenti X

    Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusione X

    Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo.

    X

    Altro: Realizzazione di progetti integrati tra scuola e riabilitazione su specifici bisogni educativi (La bottega delle parole – CAA - Didattica Integrata)

    x

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    Altro: Realizzazione di interventi integrati cognitivo-comportamentali a favore degli alunni con disturbo pervasivo dello sviluppo condivisi tra scuola-famiglia-esperti della riabilitazione (psicologi)

    x

    * = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimo

    Adattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività dei sistemi scolastici

    Parte II – Obiettivi di incremento dell’inclusività proposti per il prossimo anno

    Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo (chi fa cosa, livelli di responsabilità nelle pratiche di intervento, ecc.) Si riporta contestualmente quanto pianificato nel Piano di Miglioramento - triennio 2016-2019 elaborato sulle esperienze pregresse maturate nei primi tre anni di elaborazione del PAI nel corso dei quali sono stati individuati dei punti di forza e dei punti di criticità su cui la scuola intende inserire la pianificazione di azioni di miglioramento atte ad aumentare il livello di inclusività della scuola. Dal “PIANO DI MIGLIORAMENTO” – (Fase di PLAN - DESCRIZIONE DEL PROGETTO E PIANIFICAZIONE) Come descritto già nel P.A.I. fin dalla prima redazione nell’ a.s. 2013/2014, la scuola sta vivendo un processo di cambiamento operativo mirato all'acquisizione di procedure condivise basate sull’idea di una comunità educante territoriale: la scuola da sola non può assolvere all’accoglienza; occorre la partecipazione attiva degli enti territoriali (ASL, Comune, Agenzie del terzo settore, …) e delle famiglie affinché ogni allievo possa meritare le cure adeguate ai propri bisogni. A seguito della sperimentazione del Modello ICF, l’Istituto promuove la partecipazione a percorsi didattici funzionali ai BES. Aderisce a proposte sperimentali ministeriali ed erogate da Enti/esperti che lavorano nel campo dell’Inclusione (prevenzione del disagio, prevenzione dei disturbi dell’apprendimento, metodologie didattiche alternative, CAA, …) Inoltre l’Istituto è sede di scuola Polo per l’Inclusione , già CTI. In qualità di Scuola polo per la Formazione e di snodo formativo per l’Inclusione e la Disabilità, ha erogato n. 7 moduli formativi in materia di valutazione e valorizzazione dei BES, di relazione e counselling breve, di modelli e tecniche di intervento come la CAA e il metodo ABA. Ha organizzato e partecipato a seminari di informazione sul Disturbo Specifico dell’Apprendimento, sull’uso delle nuove tecnologie, sulla valutazione dei Bisogni Educativi Speciali e sulla consulenza relativa ai possibili ausili tecnologici calibrati sui bisogni. Pertanto è nata la necessità di promuovere e costituire un Osservatorio permanente sulla presa in carico dei BES attraverso dei passaggi essenziali per il miglioramento del grado di inclusività non solo interno alla scuola, ma di tutto il territorio di intervento. Di seguito gli indicatori per la definizione delle azioni prioritarie: • La misurazione del livello di inclusività di scuola attraverso i dati inseriti nel PAI d’Istituto redatto annualmente e con monitoraggi

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    periodici • L’attivazione di laboratori di recupero • La personalizzazione degli interventi • La verifica e la valutazione del successo formativo nel rispetto delle specifiche funzionalità di ciascuno nell’ottica del modello ICF • La misurazione delle situazioni in uscita attraverso il monitoraggio finale degli strumenti di lavoro (PEI-PDP- Rimodulazione programmatica) • La standardizzazione delle buone pratiche d’istituto (attraverso progetti adottati nel POF/PTOF) • La fruizione dei servizi degli del Polo per la Formazione e Polo per l’Inclusione Ambito 17 Campania • La verifica della funzionalità della rete territoriale di accoglienza e presa in carico da parte della scuola, dei servizi socio- sanitari e centri specializzati riabilitativi Le attuali attività organizzative e didattiche relative all’area dell’inclusione e della differenziazione, realizzate dalla scuola per gli studenti sono rispondenti alle recenti Normative in materia di BES. In generale le attività didattiche mirano ad un adeguato grado di inclusione, tuttavia ci sono aspetti che possono e devono essere migliorati. Il raggiungimento degli obiettivi previsti per gli studenti che necessitano di particolari bisogni sono costantemente monitorati. La scuola promuove il rispetto delle differenze e della diversità culturale. La differenziazione dei percorsi didattici in funzione dei bisogni educativi degli studenti è abbastanza strutturato, ma occorre implementare le azioni correnti con strumenti di intervento e monitoraggio più mirati e valutabili. Il monitoraggio espresso nel RAV per gli obiettivi di scuola per l’inclusione ha evidenziato i seguenti punti di forza sui quali la scuola intende implementare le azioni del presente piano per l’inclusività: - Orientamento dell’IC per l’Inclusione - Uso di strumenti di monitoraggio - Applicazione di procedure per l'analisi del contesto in fase iniziale-in itinere – finale attraverso

    Colloqui con i docenti, con le famiglie, con i servizi socio-sanitari di competenza Incontri con le famiglie degli alunni con BES – Sportello ascolto/counselling Confronto periodico con gli esperti dei servizi socio-sanitari Pianificazione degli interventi con il DS Adozione del modello ICF Disseminazione buone pratiche Coordinamento delle parti coinvolte Organizzazione delle azioni operative Accompagnamento nelle fasi di accoglienza, ricognizione dei bisogni e pianificazione dei PEI/PDP Orientamento e accompagnamento per gli alunni stranieri

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    Azioni ponte Diffusione informativa/formativa sui DSA e la L.170/10 e Normative sui BES Attenzione, cura e presa in carico dei casi di dispersione e/o disagio attraverso la collaborazione dei servizi territoriali di

    competenza (SS.SS.) Presa in carico delle emergenze sanitarie con la predisposizione del piano terapeutico con il servizio UOMI dell'Asl Cura delle fasi di passaggio nei diversi ordini di scuola

    Inoltre mira alla riduzione sostanziale dei seguenti punti di criticità: - Difficoltà comunicative interne all’istituzione - Garanzia di incontri GLHO/GLI per ciascun alunno con BES - Omissione di segnalazione degli alunni con BES nel monitoraggio dei dati di contesto iniziale da parte di alcune interclassi - Discontinuità informativa/formativa di una parte dei docenti - Ancora inadeguata conoscenza dei DSA e dei Disturbi Evolutivi Specifici - Conoscenza inadeguata della didattica inclusiva, strategie e metodologie educativo-didattiche d’intervento da parte di alcuni docenti - Uso degli strumenti compensativi e delle misure dispensative-ausili tecnologici - Criteri di valutazione - Difficoltà di interfaccia con i Servizi Sociali nonostante le segnalazioni inviate - Difficoltà relazionali e comunicative tra docenti e famiglie - procedure ASL non sempre chiare e condivise Inoltre, altro scopo consequenziale è la diminuzione del numero dei provvedimenti disciplinari del 20% legati alle manifestazioni atipiche che gli alunni presentano in presenza di disagio socio-psico-relazionale-ambientale. APPLICAZIONE DELLE PROCEDURE CONDIVISE: realizzazione di una “GUIDA PER L’ACCOGLIENZA DEI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI” Primo step delle prassi inclusive è stata la realizzazione di una guida a supporto dei docenti finalizzata alla corretta acquisizione delle procedure condivise a livello di scuola, ma anche come promemoria sui bisogni educativi visto che non tutti i docenti posseggono una formazione omogenea di base in materia di bisogni educativi. La GUIDA ha origine nella mission di questo Istituto Comprensivo che individua nella legalità, nell’Inclusione e nell’ambiente i valori fondamentali per il rispetto della dignità umana. È consuetudine di questa scuola partecipare alle diverse iniziative di formazione, ricerca-azione, sperimentazione che diversi Enti (MIUR, USR, Università, Associazioni, PON, FESR, altri) propongono al fine di garantire pari opportunità formative agli studenti delle Scuole Italiane al di là di qualsiasi “sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche e condizioni personali e sociali.” Inoltre, le recenti Normative in materia di BES vincolano i docenti a ricercare nuove pratiche didattiche e strategie idonee “per tutti e per ciascuno”. Ovviamente la sensibilità e la professionalità di ciascuno rende ogni relazione educativa unica e speciale.

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    LIVELLI DI RESPONSABILITA’ NELLE PRATICHE DI INTERVENTO: FUNZIONIFRAMMA D’ISTITUTO

    LA FUNZIONE STRUMENTALE ALL’AREA DEI BISOGNI SPECIALI

    • Collabora con il Dirigente Scolastico nel monitorare i bisogni educativi di tutti gli alunni. • Ha la conoscenza della situazione globale dell’Istituto relativamente agli alunni con bisogni educativi speciali. • Collabora con il Dirigente Scolastico per predisporre l’assegnazione delle ore di sostegno alla classe con presenza di alunni certificati, da

    sottoporre al GLI d’Istituto • Cura i fascicoli che raccolgono la storia scolastica degli alunni con BES dell’istituto:

    - Organizza il passaggio di informazioni, relative all’alunno, tra le scuole e all’interno dell’istituto • Collabora al progetto educativo e didattico svolto dagli insegnanti di classe/sostegno/tutor • Favorisce la comunicazione interna ed esterna, con particolare riferimento al rapporto Scuola-Famiglia • Contatta gli operatori ASL per gli incontri di equipe

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    • Coordina il gruppo degli insegnanti di sostegno • Coordina a livello d’istituto il GLI • Incontra i genitori per consulenze informative • Promuove la raccolta delle buone pratiche d’Istituto mirate all’inclusione • È membro referente del C.T.I. capofila • Si impegna a realizzare tutto quanto possibile per l’inclusione scolastica • Promuove l’innovazione metodologica e tecnologica e le attività formative per il personale docente che favoriscono l’applicazione della

    didattica inclusiva.

    Il referente BES È un insegnante con specifica formazione in materia di BES che coordina le esigenze di ciascun plesso in materia di certificazione Legge 104/92, in stretta collaborazione con la Funzione strumentale. NELLA NOSTRA SCUOLA: attraverso una sinergica comunicazione con la Funzione strumentale all’Area 3:

    • Consulta il coordinatore BES e/o gli insegnanti del grado di istruzione e/o plesso di competenza per eventuali segnalazioni di alunni che mostrano difficoltà, disagio e/o comportamenti atipici;

    • Raccoglie le schede di segnalazione secondo il modello fornito; • Coordina la diffusione dei monitoraggi periodici relativi alla rilevazione dei bisogni facendone rispettare la tempistica; • Raccoglie i PEI nel periodo di pianificazione secondo la tempistica indicata; • Supporta i docenti per la stesura del PDP degli alunni non certificati; • Partecipa agli incontri GLI e/o GLHO in sostituzione della F S e redige il verbale su apposito modello adottato dalla scuola; • Accoglie i genitori che necessitano di comunicare con il Dirigente scolastico o con la FS; • Partecipa alle riunioni GLI indette durante l’anno.

    Il referente DSA È un insegnante con specifica formazione in materia di DSA che :

    • Accoglie le famiglie ascoltandone i bisogni e la storia clinica dell’alunno; • Coordina gli incontri scuola-famiglia per la stesura condivisa del PDP; • Supporta i docenti nel delicato compito formativo degli alunni con DSA; • Svolge il ruolo di tutoring per gli alunni con DSA; • Collabora con la Funzione strumentale; • Svolge il ruolo di tutoring ai docenti formandoli sul DSA, le metodologie e le strategie compensative e dispensative; • Fornisce strumenti di valutazione dei DSA.

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    Il coordinatore BES È un insegnante del Consiglio di classe/interclasse/intersezione che ha il compito di :

    • Raccogliere le comunicazioni e le richieste dei colleghi su eventuali situazioni BES emergenti e/o già note; • Comunicare con il referente BES o DSA e la FS per qualsiasi necessità; • Distribuire e raccogliere modulistica, monitoraggi, schede di segnalazione da parte dei docenti; • Partecipa agli incontri indetti e coordinati dal DS o FS suo delegato.

    Il coordinatore del sostegno Il profilo del referente/coordinatore è una figura che si rinnova nelle funzioni e nei compiti già esistenti all’interno delle scuole. Con la nota prot. n. 37900 del 19/11/2015 il Miur ha fornito indicazioni agli USR in merito alla formazione in servizio dei docenti specializzati sul sostegno sui temi della disabilità, per la promozione di figure di coordinamento dei processi di inclusione basate su sicura competenza di base, relativa ai diversi ambiti della professionalità docente (disciplinari, psicopedagogici, metodologico-didattici, organizzati vi e relazionali, di ricerca), declinati nell ' ottica specifica della disabilità e del sostegno educativo. In particolare il coordinatore del sostegno deve : svolgere funzioni di coordinamento pedagogico ed organizzativo e di supervisione professionale; gestire dinamiche relazionali e comunicative complesse (team, gruppi, ecc.); supportare la progettazione didattica integrata e la relativa formazione in servizio; ottimizzare l 'uso delle risorse per l' inclusione, ivi comprese quelle tecnologiche; facilitare i rapporti con le famiglie e i diversi soggetti istituzionali coinvolti nei processi di integrazione. PROCEDURE PER L’INCLUSIONE A LIVELLO DI SCUOLA

    Se la scuola è già in possesso di certificazione diagnostica

    A. LEGGE 104/92 con diritto al sostegno scolastico:

    1. I docenti di classe acquisiscono informazioni dalla FS/referente al sostegno per la predisposizione del P.E.I. nei termini previsti del

    primo bimestre di scuola

    2. Per la predisposizione del P.E.I. occorre leggere la diagnosi funzionale, elaborare il piano, sottoscriverlo e consegnarlo in direzione

    attraverso il referente sostegno, condividerlo con il NPI in sede di GLHO

    3. Monitorare il P.E.I. in itinere per eventuale rimodulazione degli interventi e in fase finale per le azioni di miglioramento

    4. Non prendere iniziative con la famiglia che non siano condivise con il Dirigente scolastico e/o funzione strumentale/referente

    sostegno

    http://www.istruzione.it/allegati/2015/Iniziativa_di_formazione_in_servizio_dei_docenti_specializzati.ziphttp://www.istruzione.it/allegati/2015/Iniziativa_di_formazione_in_servizio_dei_docenti_specializzati.zip

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    B. LEGGE 170/10 DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO –DSA (DISLESSIA-DISORTOGRAFIA-DISCALCULIA-DISGRAFIA)

    1. I docenti di classe acquisiscono informazioni dalla FS/referente DSA

    Per la predisposizione del P.D.P. nei termini previsti del primo trimestre di scuola

    ( max 30 novembre)

    2. Per la predisposizione del P.D.P. occorre leggere la diagnosi, elaborare il piano con il referente DSA, la famiglia, i terapisti e il

    medico che ha emesso la diagnosi, sottoscriverlo in sede di riunione GLI e consegnarlo in direzione attraverso il referente

    3. Monitorare il P.D.P. in itinere per eventuali rimodulazione degli interventi e in fase

    Finale per le azioni di miglioramento

    4. Non prendere iniziative con la famiglia che non siano condivise con il DS e/o Funzione Strumentale/Referente DSA

    Dispositivi previsti dalla L. 170 che TUTTI gli insegnanti devono attivare

    1. Didattica individualizzata e personalizzata

    Didattica Individualizzata Recupero individuale su obiettivi comuni alla classe.

    Didattica Personalizzata Consente di sviluppare al meglio le potenzialità individuali

    perseguendo obiettivi diversi rispetto alla classe.

    2. Strumenti compensativi e misure dispensative

    Strumenti compensativi Qualsiasi prodotto in grado di bilanciare un’eventuale

    disturbo, riducendo gli effetti negativi.

    Misure dispensative Rappresentano una presa d’atto della situazione e hanno

    lo scopo di evitare che il disturbo possa comportare un

    insuccesso.

    3. Adeguate forme di verifica e valutazione

    Verifica Valutazione

    Le prove di verifica devono considerare il

    fatto che gli studenti con DSA si stancano

    facilmente.

    La valutazione deve tener conto delle

    caratteristiche personali del disturbo, del

    punto di partenza, degli obiettivi raggiunti

    cercando di premiare i progressi e gli sforzi.

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    Differenziare le verifiche (scelta

    multipla, V/F, verifica ingrandita,

    testo in digitale, ecc.);

    Lettura del testo della verifica

    scritta dall’insegnante (a tutta la

    classe);

    Dare più tempo o diminuire la

    quantità di compiti da svolgere);

    Non giudicare l’ordine o la

    calligrafia, ma privilegiare i

    concetti;

    Interrogazioni programmate;

    Prove orali al posto di prove

    scritte; • Uso di mediatori

    didattici durante le interrogazioni

    (mappe, schemi, ecc.).

    • Valutazione effettuata in base ai progressi

    acquisiti, all’impegno, alle conoscenze

    apprese e alle strategie operate;

    • Valutazione del contributo che l’alunno ha

    dato e del percorso effettuato.

    C. In presenza di alunni non certificati, ma che presentano difficoltà di apprendimento:

    1. I docenti di classe, dopo un’attenta valutazione delle difficoltà di apprendimento, comunicano al dirigente scolastico o suo referente

    BES la situazione individuata

    2. Predispongono un P.D.P. in cui sia descritto il piano di intervento mirato al recupero delle abilità

    3. Di tale piano si dà comunicazione alla famiglia in presenza del DS o referente BES per la condivisione del progetto e relativa

    sottoscrizione; monitorare l’intervento ed eventualmente rimodularlo

    In caso di difficoltà resistenti, si comunica al dirigente o suo referente BES l’intenzione di convocare la famiglia per suggerire un eventuale approfondimento diagnostico Non prendere iniziative con la famiglia che non siano condivise con il dirigente scolastico e/o funzione strumentale/referente BES

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    LA SCUOLA HA IL COMPITO DI INFORMARE LA FAMIGLIA NEL SEGUENTE MODO: Colloquio della famiglia con la funzione strumentale e un docente/docenti della classe dell’alunno per la condivisione delle difficoltà

    In sede di incontro la famiglia da’/non dà il consenso all’invio presso il servizio socio sanitario

    La scuola offre il supporto alle procedure di invio presso l’ASL contattando l’ambulatorio di NPI o di equipe multidisciplinare

    Monitora le fasi di valutazione fino al termine delle procedure affinché la famiglia stessa abbia provveduto a portare a termine l’iter

    diagnostico

    Si resta in attesa dell’esito della valutazione e dell’eventuale certificazione conseguente

    SE LA FAMIGLIA PROVVEDE ALL’APPROFONDIMENTO DIAGNOSTICO SENZA IL COINVOLGIMENTO DELLA SCUOLA? In tal caso la scuola non può interagire formalmente con i servizi sanitari perché (violazione della privacy) la famiglia ha scelto un

    percorso privato fino a quando non decide di renderlo noto

    Tuttavia si auspica attraverso il dialogo e l’accoglienza dei bisogni espressi dai genitori di collaborare insieme al benessere psicofisico

    del bambino

    I genitori tendono a chiudersi e a difendersi se si sentono giudicati dagli insegnanti

    Quale strategia? Invitarli al colloquio con il DS o funzione strumentale/referente

    Inoltre… o Non fornire mai alle famiglie relazioni non autorizzate dal Dirigente scolastico, ma invitare a contattare la funzione

    strumentale/referente per la discussione delle motivazioni della richiesta

    o Non contattare di propria iniziativa terapisti o sanitari senza l’autorizzazione del DS o mediante FS. Tutto ciò che riguarda le

    procedure di accompagnamento all’individuazione formale dei BES, così come i PEI/PDP degli alunni certificati e non costituiscono

    atti legali a tutti gli effetti perché’ riconosciuti dalle vigenti leggi sull’inclusione scolastica e sono soggetti alla legge sulla privacy.

    Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive In questo campo l'Istituzione scolastica intende continuare ad approfondire le modalità più idonee da adottare in campo valutativo affinché gli operatori della scuola comprendano e adottino il concetto di valutazione inclusiva, una valutazione progettata per promuovere l’apprendimento e sostenere i processi di inclusione di tutti gli alunni, e in particolare di coloro che sono più vulnerabili. Una valutazione, in altri termini, che si sovrappone al concetto di valutazione formativa. Le Raccomandazioni Europee, unitamente ai documenti Indicatori per la valutazione inclusiva e Valutazione per l’apprendimento e alunni con

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    bisogni educativi speciali, rappresentano una conferma nella costruzione di un’Europa che metabolizza, con crescente successo in tutti i suoi settori, compreso quello dell’istruzione, l’importanza dell’inclusione e della valorizzazione delle differenze. Gli obiettivi comuni europei, in altre parole, riguardano non solo lo sviluppo degli apprendimenti, ma anche le modalità relazionali che dovranno animare le scuole europee (e la società) di oggi e di domani. Modalità fondate su una cultura dell’inclusione. Il che didatticamente vuol dire fondarsi su una cultura della personalizzazione e dello sviluppo del potenziale umano, che offra, quindi, un autorevole sostegno alle scuole autonome che vorranno aprirsi ad una sistematica applicazione di tali modalità valutative, inclusive e formative. Ciò, insomma, fa sperare che in futuro, anche a livello europeo, vi possano essere analisi della qualità della formazione offerta dalle istituzioni scolastiche che tengano conto di indicatori – strutturali, di processo e di risultato – per misurare il grado di capacità inclusiva delle istituzioni scolastiche e che questi ultimi non siano meno importanti di altri più consolidati, per definire la qualità dell’offerta scolastica. Se la normativa italiana prevede, nell’ambito degli apprendimenti o delle relazioni, una valutazione che misuri abilità e progressi commisurati ai limiti del funzionamento, il richiamo alla “valutazione inclusiva” suggerisce alla scuola italiana di valutare non soltanto l’alunno, ma anche il contesto educativo in cui agisce e da cui dipende il complesso reticolo di barriere sociali che intralciano il possibile dispiegamento delle sue abilità. Fra le Raccomandazioni presenti nel documento in questione troviamo particolarmente sottolineata la necessità del diretto coinvolgimento degli alunni e delle loro famiglie nel processo valutativo e, in particolare, nelle procedure che costituiscono i momenti di valutazione, stimolando la compartecipazione fra l’insegnante, l’alunno con disabilità e/o con BES, la sua famiglia nella definizione, per fare degli esempi, delle tipologie di prove, dei tempi di attuazione delle medesime, o nella formulazione dei quesiti. Ciò non per inficiare il senso della valutazione, ma affinché la valutazione medesima avvenga in un regime di piena “accessibilità”, di massima personalizzazione, di positiva ma non indiscriminata apertura. È opportuno che ciascun docente, per la propria disciplina, definisca le modalità più facilitanti con le quali le prove, anche scritte, vengono formulate (organizzazione percettiva delle informazioni nello spazio pagina, ripasso pochi minuti prima della verifica, formulazione della stessa domanda con differenti modalità...). È particolarmente importante che le prove di verifica vengano programmate, informando la classe. Le prove scritte di lingua straniera sono progettate, presentate e valutate secondo modalità compatibili con le difficoltà che presenta lo studente. La prestazione orale va privilegiata e considerata come compensativa della prestazione scritta. È buona prassi applicare, anche nell’ambito delle verifiche, le misure che possono favorire le condizioni ottimali per una miglior prestazione possibile ricorrendo anche all’uso di audiolibri e di sintesi vocali associate, come pure all’uso del PC con correttore automatico e dizionario digitale.

    Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola La tipologia di sostegno prevalente nella scuola è quella “PSICOFISICA”; all'interno di tale tipologia la scuola mantiene, nell'assegnazione dei docenti, i criteri di continuità didattica e presenza di un medesimo docente di sostegno nella stessa classe/interclasse per più alunni con disabilità, in modo da limitare il numero di persone che intervengono nel team. La presenza di alunni DA in situazione di notevole gravità talvolta induce il GLHI ad assegnare due docenti su un medesimo allievo, garantendo un accompagnamento più intenso nelle attività didattiche. In questi casi l'intervento di sostegno è spesso integrato da quello dell'assistenza specialistica, concordato con i servizi socio-sanitari territoriali.

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    Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti Nel territorio di Marano di Napoli, le scuole, l'ASL Napoli2Nord e il Servizio Sociale del Comune sono ancora in attesa di sottoscrivere tra loro un Accordo per condurre, nell’accoglienza della diversità, un percorso operativo comune che va a pianificare le Attività di Asl-Scuola-Comune in riferimento al Modello Internazionale ICF. Oggetto dell'accordo L'Accordo prevede l'impegno per le Parti di attuare il Protocollo Operativo ICF, congiuntamente elaborato. Tale Protocollo prevede la seguente procedura, condotta in sinergia tra Scuola, ASL e Comune, con il coinvolgimento attivo della famiglia: Dopo la prima fase - Step1 (riferita all’analisi del contesto classe, da parte della scuola), prima dell'invio al Neuropsichiatra Infantile, in

    previsione del passaggio alla fase Step 2 (griglia di osservazione sul “caso”) sui “casi” selezionati, l’ASL prevede l’intervento della figura dello psicopedagogista, attraverso incontri da programmare con i docenti. In questa fase è di fondamentale importanza coinvolgere la famiglia, in quanto soggetto privilegiato nella costruzione di un rapporto di “alleanza” sul caso, per sottoscriverne il reale consenso e la fattiva collaborazione per il percorso progettuale definito dal Protocollo ICF. Laddove dallo Step1 emergano indici preoccupanti nelle aree contestuali di funzionamento, se la famiglia, dopo ripetuti tentativi, non si presenta o non è disponibile a firmare il consenso, si valuterà l’eventuale contatto con i Servizi Sociali, per avere informazioni sul “caso”.

    Con il consenso della famiglia, si passa alla seconda fase - Step 2 per attivare l’Osservazione sistematica analitica e descrittiva del caso. I casi che dalla rilevazione Step 2 necessitano della valutazione neuropsichiatrica, corredati da tutte le informazioni raccolte dalla Griglia di

    Osservazione Step2 (quale Modello di Segnalazione) e dalla Descrizione del caso (la storia della situazione scolastica di partenza e le notizie anamnestiche familiari rilevate), saranno inviati al Neuropsichiatra Infantile.

    La valutazione del Neuropsichiatra Infantile, unitamente all’Unità Multidisciplinare dell’ASL, attiverà il percorso applicativo riferibile alla C.M. 837 del 16-04-2012 sull’Integrazione Scolastica degli alunni con disabilità.

    Organizzazione accoglienza e/o eventuale approfondimento dei DSA Con la Delibera della Giunta Regionale n. 43 del 28/02/2014 (Atto di approvazione schema di protocollo d'intesa tra regione e ufficio Scolastico regionale - MIUR della Campania per la definizione del Percorso di individuazione precoce delle difficoltà di apprendimento, di diagnosi e di certificazione dei disturbi specifici di apprendimento (DSA), in ambito scolastico e clinico, e approvazione del modello di Certificazione sanitaria per i DSA) che ha chiarito le procedure di diagnosi e di accoglienza da parte delle scuole degli alunni con DSA, questa Scuola pone in essere quanto disposto dalla L. 170/10 predisponendo, attraverso referenti formati per DSA, consulenza ai genitori, confronto con esperti della riabilitazione, tutor A.D.I.P, equipe che hanno redatto la diagnosi al fine di concertare un Piano didattico Personalizzato (PDP) corrispondente ai bisogni formativi dell’alunno nel rispetto della sua persona. Inoltre, la costituzione di un Ambulatorio specifico per la Diagnosi di DSA situato nel territorio di Mugnano e collegato alle ASL territoriali sta fornendo un valido supporto diagnostico per gli alunni con disturbi dell’apprendimento riducendo anche il rischio di diagnosi tardive. È essenziale la collaborazione della famiglia con la quale la scuola auspica di sancire un’ alleanza educativo-didattica tale da sollecitare il naturale processo di apprendimento nel rispetto degli stili personali. Di recente la Delibera della Giunta regionale n. 496 del 06/06/2016 relativa all’aggiornamento dell’elenco dei soggetti pubblici e privati autorizzati ad effettuare la diagnosi e la certificazione dei DSA amplia a livello territoriale il numero degli specialisti a cui le famiglie possono

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    rivolgersi in caso di valutazione.

    Organizzazione accoglienza alunni con altro BES non certificato La scuola, nell’ottica delle recenti normative in materia di BES, Direttiva MIUR del 27/12/12 e succ., individua i diversi BES attraverso il succitato modello ICF e all’osservazione iniziale per la rilevazione dei dati di contesto su cui ogni consiglio di classe effettua le scelte operative nel brimo bimestre dell’anno scolastico. In tal modo i docenti sono sollecitati alla realizzazione di PDP basati sulle reali necessità del discente prendendosi carico dei bisogni e facendosi supportare, ove necessario, da personale esperto ( psicologi, logopedista, psicopedagogista, altro) che possa fornire indicazioni di intervento atte a programmare azioni quanto più possibili inclusive.

    Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative La famiglia è titolare di ogni decisione e, pertanto, oltre a dare inizio all'iter procedurale del diritto all'educazione ed istruzione, va sentita, coinvolta e sostenuta durante tutto il percorso. La scuola intende promuovere la partecipazione attiva delle famiglie attraverso:

    l’incontro tra i genitori degli alunni per un confronto ed un aiuto alla vita scolastica dei propri figli;

    l’intervento a casa da parte dei volontari per un coinvolgimento attivo dei genitori negli impegni scolastici dei bambini;

    l’inserimento dei bambini e delle loro famiglie nella comunità locale (attraverso corsi per adulti e bambini gestiti da volontari; attività extrascolastiche, ricreative e sportive).

    La famiglia va coinvolta sin dal momento dell'individuazione di una difficoltà nel processo formativo, rendendola compartecipe del Piano formativo e didattico previsto per i propri figli. Essendo fortemente investita nell’impegno domestico dei compiti e dello studio è necessario un confronto ed una collaborazione costante tra scuola, famiglie e strutture socio-sanitarie per la messa a punto delle strategie d’apprendimento più efficaci. La condivisione è utile per favorire l’utilizzo degli strumenti compensativi sia a scuola che a casa. Vanno, inoltre, chiaramente esplicitati alla famiglia i criteri e le modalità di verifica e di valutazione come previsti nel Piano di lavoro didattico. È auspicabile la promozione di iniziative da parte della scuola sul tema della disabilità, dei DSA e di tutti i BES che prevedano il coinvolgimento attivo delle famiglie, sia con incontri a carattere divulgativo sul tema sia con percorsi di approfondimento specifici.

    Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi L'Istituto ha già posto in essere percorsi formativi che mirano all'inclusione delle diversità. È stato costruito un curricolo verticale (dai 3 ai 14 anni) che tiene conto delle individualità personali. Utile è la scheda del consiglio di Interclasse di Rimodulazione dell'azione didattica che consente di adeguare il Progetto didattico alle necessità dei singoli componenti del gruppo-classe. Il Progetto di ricerca-azione ICF ha consentito di compiere importanti riflessioni alla scuola. L’uso del Modello ICF: - permette di descrivere il profilo di funzionamento di un alunno; - rende molto più chiara la comunicazione tra i soggetti coinvolti circa il funzionamento dell’alunno; - integra l’ICD 10 nel descrivere meglio le caratteristiche cliniche e funzionali dell’alunno (quali ad es.: limitazioni nel funzionamento, restrizioni nelle attività e nelle partecipazioni che la sola diagnosi clinica non è in grado di evidenziare);

  • A cura della Funzione Strumentale Area 5 Inclusione ed Orientamento ins.te Luisa Cerullo e del Gruppo di Lavoro per l’inclusione

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    - aiuta gli attori coinvolti (operatori, insegnanti e famiglia), alla scelta del tipo di supporto più idoneo a livello scolastico (certificazione di disabilità o percorso riferito a esigenza educativa speciale), rappresentando una maggior garanzia di appropriatezza d’intervento; - risulta di notevole aiuto per la definizione del “progetto di vita individualizzato”. L’ICD 10 e l’ICF sono classificazioni e non strumenti di misura: la sperimentazione ha evidenziato che esse possono fornire utili suggerimenti e suggestioni per attribuire la collocazione di un soggetto alla categoria Disabilità oppure Esigenza Educativa Speciale (facilitando in tal modo l’accordo tra gli interlocutori di tale processo) ma non sono in grado di produrre in modo automatico misure che indichino l’appartenenza ad uno dei due gruppi di soggetti; altrettanti utili suggerimenti e suggestioni vengono evidenziati dall’uso dell’ICF nel riconoscere gli alunni bisognosi di interventi di “assistenza specialistica” da parte degli EE LL.

    Valorizzazione delle risorse esistenti Il piano di intervento dell'Istituzione scolastica raccorda e valorizza le risorse umane, strumentali e organizzative, che a vario titolo (BES, Intercultura, Orientamento) sono a disposizione dei processi formativi a supporto dei percorsi “speciali” di apprendimento.

    Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusione L'Istituto cerca di partecipare a progetti e percorsi formativi ministeriali emanati dalla L.107/15, o nell'ambito dei PON, per acquisire risorse umane e/o materiali ed economiche, in modo da poterle investire nella realizzazione di progetti mirati all'inclusione delle diversità. La presenza di un Polo per l’Inclusionenel territorio di Marano mira ad ottenere anche per questa utenza ulteriori risorse strutturali, economiche, umane per attuare una reale azione inclusiva, non solo scolastica, ma estesa anche a livello territoriale. Spesso la presenza di alunni con particolare situazione di gravità richiede la necessità di ausili e strumenti specifici che facilitino l’inserimento e pertanto il Polo per l’Inclusione dovrebbe essere messo nelle condizioni necessarie per poter assicurare concretamente tali supporti nei tempi utili a chiunque ne richieda la fruizione.

    Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo La traduzione dell’istanza di continuità educativa e dell’accoglienza di nuovi alunni in concreti progetti operativi è un compito comune che vincola la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria, per cui è prassi consolidata programmare iniziative e attività volte a favorirla.

    Il Collegio dei docenti di questa Istituzione scolastica ritiene, perciò, indispensabile considerarlo uno degli obiettivi fondamentali del proprio Piano dell’Offerta Formativa ed ha costituito, a tal fine, una commissione di studio per curare tali aspetti e per raccogliere attraverso di essa il maggior numero di informazioni anche per la formazione delle prime classi di ciascun ordine di scuola. La commissione attiva iniziative finalizzate a:

    Favorire il passaggio tra gli ordini di scuola (infanzia – primaria – secondaria di I° grado) garantendo continuità di saperi, metodi e stili di insegnamento.

    Facilitare l’accoglienza degli alunni al passaggio da un grado all’altro di scuola, in particolar modo di coloro che si trovano in situazioni di bisogno educativo speciale.

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    Favorire la collaborazione e il confronto professionale all’interno della scuola di base. Contribuire a migliorare e ad arricchire la comunicazione scuola – famiglia.

    Ottenere il maggior numero di dati per formare le prime classi in modo eterogeneo al loro interno ed omogeneo tra loro. Le attività di continuità/orientamento prevedono incontri tra i docenti della scuola dell'infanzia, primaria e secondaria per:

    la presentazione socio – affettiva e cognitiva degli alunni; la conoscenza degli aspetti comportamentali e socio – relazionali degli alunni e l’individuazione dei casi difficili; l’accordo e il confronto sui test d’ingresso da somministrare agli allievi, in modo da stabilire le competenze in uscita e in entrata nei tre

    ordini di scuola e formare le classi/sezioni.

    Approvato dal Gruppo di Lavoro per l’Inclusione e deliberato dal Collegio dei Docenti dell’I C “Amanzio-Ranucci – Alfieri” in data 29 Giugno 2018, delibera n. 31 Allegati:

    Proposta di assegnazione organico di sostegno e altre risorse specifiche (AEC, Assistenti Comunicazione, ecc.) Prospetto riassuntivo dei dati relativi agli alunni diversamente abili - a.s. 2018/19 al 15 settembre 2018 Prospetto riassuntivo dei dati relativi alle richieste di assistenza specialistica - a.s. 2018/2019 al 15 settembre 2018

    Il Dirigente Scolastico Prof.ssa Antonietta Guadagno

    Sito web: http:/icamanzioranuccialfieri.it/