Osse rvatorio paolino · fino a Efeso e di là, ... enorme tempio dedicato alla dea Ar-temide. ......

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Eco dei Barnabiti 4/2017 29 corso in nave il tratto di mare che portò Paolo nel suo ultimo viaggio da Cesarea marittima in Israele fino a Roma come prigioniero, nell’in- verno dei primi anni 60 dopo la morte di Gesù. Frutto di questa esperienza è stato un libro sulla ri- costruzione del viaggio marittimo di Paolo a Roma. Successivamente Meijer ha approfondito e ripercorso la rete stradale dei viaggi di Paolo nel vicino Oriente: Siria, Turchia, Grecia, a partire dalla città natale di Paolo, Tarso in Cilicia. La sua sensi- bilità di storico gli fa approfondire la geografia, la storia e l’ambiente delle città in cui Paolo svolse il suo annuncio del Vangelo. È infatti pro- prio dello storico chiedersi in che misura la storia e la composizione della popolazione di una determina- ta città giocarono un ruolo in ciò che egli (Paolo) fece e non fece nel corso dei suoi lunghi viaggi missio- nari (p. 7). Paolo in circa 25 anni percorse ol- tre 17.000 chilometri, a piedi, su un carro o su una nave. Instancabile, in un’epoca in cui non esistevano le fa- cilità di vie di comunicazione che noi conosciamo. L’intento di Fik Mei- jer è che il mio Paolo deve tornare a vivere (p. 7). Le fonti che Meijer utilizza per la ricostruzione della vita di Paolo so- no essenzialmente gli Atti degli Apostoli e, in misura meno rilevan- te, le Lettere dell’apostolo. Ovvia- mente, per quanto riguarda l’am- biente ebraico, ci sono i testi del- l’Antico Testamento e quanto riporta nelle sue opere lo storico ebreo Fla- vio Giuseppe. Per l’ambiente cri- stiano, il Nuovo Testamento e gli scritti apocrifi (Atti di Paolo e Tecla, Martirio di Paolo) o scritti tardivi, come lo pseudo epistolario tra Pao- lo e il filosofo Seneca. Data la sua formazione di storico della classici- tà, Meijer fa ampio ricorso alle fonti filosofiche, storiche e geografiche dell’antichità (soprattutto Erodoto, Senofonte, Luciano di Samosata, Plinio il Vecchio, Tacito e Strabone). Tra le fonti consultate non mancano opere della recente letteratura pao- lina, da Sanders, a Dunn, a Fitz- myer, a Murphy-O’Connor. Ma la sensibilità di Meijer lo porta a privilegiare l’aspetto narra- tivo, direi giornalistico e ro- manzesco della vicenda ter- rena di Paolo. Questa infatti è la sua lettura degli Atti: In al- cuni passi gli Atti somigliano realmente a un romanzo gre- co. Vi sono visioni, guarigioni prodigiose, espulsioni di spiri- ti cattivi, fughe miracolose, folle arrabbiate, che attenta- no alla vita di Paolo e un drammatico viaggio in mare che alla fine si conclude be- ne. La forma letteraria doveva servire soprattutto a catturare l’attenzione di un vasto pub- blico nel mondo greco-roma- no (p. 16). VITA E VIAGGI MISSIONARI DI PAOLO Il libro descrive in modo sin- tetico la vita di Paolo, concen- trando l’attenzione sui viaggi lunghi e pericolosi che egli in- traprese per predicare il van- gelo di Gesù, morto e risorto per noi. Osservatorio paolino FIK MEIJER PAOLO L’ULTIMO APOSTOLO L’AUTORE E IL LIBRO Fik Meijer, olandese, nato a Leida nel 1942, docente emerito di storia antica all’Università di Amsterdam, è storico, filologo classico e archeolo- go. I suoi libri di grande divulgazione sul Mediterraneo antico, su gladiatori o imperatori romani, hanno raggiun- to un vasto pubblico e sono stati tra- dotti in diverse lingue. Questo libro su Paolo sem- bra essere un filiale omaggio alla memoria del padre. L’inte- resse per Paolo e per i suoi viaggi era stato risvegliato in me da mio padre, che era in- segnante di storia al liceo Bo- naventura a Leida. Nell’aula dove insegnava c’era una car- ta geografica dell’area del Me- diterraneo sulla quale erano tratteggiati i viaggi di Paolo. Egli sapeva raccontarli magni- ficamente. Ora questa carta è appesa a casa mia e spesso at- tira il mio sguardo. Agli occhi di mio padre Paolo era il mis- sionario ideale (p. 6). Certo il figlio non ha più la visione del padre: di Paolo, apostolo, eroe senza macchia e senza paura. Per Fik Meijer, Paolo aveva an- che i suoi lati antipatici: era ostinato, saccente, piagnuco- loso, certamente non un genio a livello tattico (p. 6). Alle spalle di questa bio- grafia ci sono molti studi e tanti viaggi. L’autore nella in- troduzione ci confida che ne- gli ultimi 14 anni ha visitato molti luoghi in cui si è ferma- to Paolo. Nel 1999 ha riper-

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Eco dei Barnabiti 4/2017 29

OSSERVATORIO PAOLINO

corso in nave il tratto di mare cheportò Paolo nel suo ultimo viaggioda Cesarea marittima in Israele finoa Roma come prigioniero, nell’in-verno dei primi anni 60 dopo lamorte di Gesù. Frutto di questaesperienza è stato un libro sulla ri-costruzione del viaggio marittimo diPaolo a Roma. SuccessivamenteMeijer ha approfondito e ripercorsola rete stradale dei viaggi di Paolonel vicino Oriente: Siria, Turchia,Grecia, a partire dalla città natale diPaolo, Tarso in Cilicia. La sua sensi-bilità di storico gli fa approfondirela geografia, la storia e l’ambientedelle città in cui Paolo svolse il suoannuncio del Vangelo. È infatti pro-prio dello storico chiedersi in chemisura la storia e la composizionedella popolazione di una determina-ta città giocarono un ruolo in ciòche egli (Paolo) fece e non fece nelcorso dei suoi lunghi viaggi missio-nari (p. 7).

Paolo in circa 25 anni percorse ol-tre 17.000 chilometri, a piedi, su uncarro o su una nave. Instancabile, inun’epoca in cui non esistevano le fa-

cilità di vie di comunicazione chenoi conosciamo. L’intento di Fik Mei-jer è che il mio Paolo deve tornare avivere (p. 7).

Le fonti che Meijer utilizza per laricostruzione della vita di Paolo so-no essenzialmente gli Atti degliApostoli e, in misura meno rilevan-te, le Lettere dell’apostolo. Ovvia-mente, per quanto riguarda l’am-biente ebraico, ci sono i testi del-l’Antico Testamento e quanto riportanelle sue opere lo storico ebreo Fla-vio Giuseppe. Per l’ambiente cri-stiano, il Nuovo Testamento e gliscritti apocrifi (Atti di Paolo e Tecla,Martirio di Paolo) o scritti tardivi,come lo pseudo epistolario tra Pao-lo e il filosofo Seneca. Data la suaformazione di storico della classici-tà, Meijer fa ampio ricorso alle fontifilosofiche, storiche e geografichedell’antichità (soprattutto Erodoto,Senofonte, Luciano di Samosata,Plinio il Vecchio, Tacito e Strabone).Tra le fonti consultate non mancanoopere della recente letteratura pao-lina, da Sanders, a Dunn, a Fitz-myer, a Murphy-O’Connor. Ma la

sensibilità di Meijer lo portaa privilegiare l’aspetto narra-tivo, direi giornalistico e ro-manzesco della vicenda ter-rena di Paolo. Questa infatti èla sua lettura degli Atti: In al-cuni passi gli Atti somiglianorealmente a un romanzo gre-co. Vi sono visioni, guarigioniprodigiose, espulsioni di spiri-ti cattivi, fughe miracolose,folle arrabbiate, che attenta-no alla vita di Paolo e undrammatico viaggio in mareche alla fine si conclude be-ne. La forma letteraria dovevaservire soprattutto a catturarel’attenzione di un vasto pub-blico nel mondo greco-roma-no (p. 16).

VITA E VIAGGI MISSIONARIDI PAOLO

Il libro descrive in modo sin-tetico la vita di Paolo, concen-trando l’attenzione sui viaggilunghi e pericolosi che egli in-traprese per predicare il van-gelo di Gesù, morto e risortoper noi.

Osservatorio paolino

FIK MEIJERPAOLO

L’ULTIMO APOSTOLO

L’AUTORE E IL LIBRO

Fik Meijer, olandese, nato a Leidanel 1942, docente emerito di storiaantica all’Università di Amsterdam, èstorico, filologo classico e archeolo-go. I suoi libri di grande divulgazionesul Mediterraneo antico, su gladiatorio imperatori romani, hanno raggiun-to un vasto pubblico e sono stati tra-dotti in diverse lingue.

Questo libro su Paolo sem-bra essere un filiale omaggioalla memoria del padre. L’inte-resse per Paolo e per i suoiviaggi era stato risvegliato inme da mio padre, che era in-segnante di storia al liceo Bo-naventura a Leida. Nell’auladove insegnava c’era una car-ta geografica dell’area del Me-diterraneo sulla quale eranotratteggiati i viaggi di Paolo.Egli sapeva raccontarli magni-ficamente. Ora questa carta èappesa a casa mia e spesso at-tira il mio sguardo. Agli occhidi mio padre Paolo era il mis-sionario ideale (p. 6). Certo ilfiglio non ha più la visione delpadre: di Paolo, apostolo, eroesenza macchia e senza paura.Per Fik Meijer, Paolo aveva an-che i suoi lati antipatici: eraostinato, saccente, piagnuco-loso, certamente non un genioa livello tattico (p. 6).

Alle spalle di questa bio-grafia ci sono molti studi etanti viaggi. L’autore nella in-troduzione ci confida che ne-gli ultimi 14 anni ha visitatomolti luoghi in cui si è ferma-to Paolo. Nel 1999 ha riper-

Il capitolo introduttivo situa stori-camente la figura di Paolo: descrivela sua città di origine, Tarso in Cili-cia, celebre anche perché lì si in-contrarono Marco Antonio e Cleo-patra e scoppiò la passione tra loro.Passa poi a narrare gli studi succes-sivi alla accademia di rabbi Gama-liele a Gerusalemme. Vi troviamouna succinta storia della città e so-prattutto la descrizione del tempioricostruito dal re Erode il Grande, ela stratificazione della società ebrai-ca dell’epoca nei gruppi dei saddu-cei, farisei ed esseni. A Gerusalem-

me Paolo, fervente fariseo, incontrala nuova “Via”: i credenti in Gesù,fieramente osteggiati dai vertici del-la società ebraica. Assiste come te-stimone al martirio di Stefano e siprepara a stanare da Damasco i di-scepoli di Gesù che si erano lì rifu-giati. Sulla via di Damasco Paoloebbe la visione che determinò unacesura nella sua esistenza.

Altri quattro grandi capitoli sonodedicati ai tre viaggi missionari diPaolo e al viaggio per mare che loportò a Roma, dove probabilmentesubì il martirio all’epoca di Nerone,a metà circa degli anni 60 d.C.

Un capitolo, breve, chiude il librospiegando gli influssi che ancor og-gi Paolo esercita su tutto il mondocristiano.

PRIMO VIAGGIO MISSIONARIO

Paolo era un uomo di tre mondi,dice Meijer (p. 33). Imbevuto di cul-tura ellenistica ricevuta nella suaeducazione a Tarso, celebre in queltempo per le scuole filosofiche, spe-cie di indirizzo stoico, che rivaleg-

giavano con quelle di Atene e diAlessandria, era anche cittadino ro-mano, in seguito a una promozionesociale dei suoi genitori, ebrei pro-venienti da Giscala in Giudea – se-condo la tardiva testimonianza diGerolamo – ma aveva avuto ancheuna solida formazione ebraica allascuola di rabbi Gamaliele a Gerusa-lemme. Anzi era pieno di zelo fari-saico contro gli adepti della nuova“Via”, i credenti in Gesù: per lui era-no degli eretici, che avevano traditola religione dei Padri e si ponevanofuori del popolo dell’alleanza. Maun avvenimento imprevisto provocò

una svolta radicale nella sua vita.Mentre si recava a Damasco, perperseguitare quelli che si ostinavanoa continuare a credere in Gesù, eb-be una visione celeste che cambiòradicalmente il corso della sua esi-stenza. Si sentì chiamare da quelGesù che perseguitava nei suoi di-scepoli e ne divenne il testimonepiù zelante e instancabile. Gli Attidegli Apostoli raccontano tutto que-sto e fanno di Paolo l’ultimo aposto-lo, designato a portare l’annuncio diCristo fino agli estremi confini dellaterra. Meijer è portato a leggerequesta visione, se non in chiave diuna malattia nervosa come fanno al-cuni (Swaab l’attribuisce a una epi-lessia dovuta a una lesione tempora-le), come una mossa tattica e bril-lante escogitata dallo stesso Paoloper porsi sullo stesso piano degliapostoli scelti da Dio e rendersi ac-cettabile da quelli stessi della “Via”che aveva prima perseguitato. Tuttosommato, un espediente che con-traddice tutte le fonti e sembra ob-bedire a una visione razionalisticadello studioso.

Nel primo viaggio missionario,Paolo e Barnaba, partirono da Se-leucia Pieria (il porto di Antiochiasull’Oronte) e, dopo lo sbarco a Ci-pro, di cui era originario Barnaba,toccarono le città meridionali del-l’attuale Turchia: Attalia, il portodella Panfilia, e poi Perge e, attra-verso la Via Sebaste, Antiochia diPisidia, fino a Iconio, Listra e Der-be, prima di far ritorno ad Antio-chia. Durante il primo viaggio co-minciarono ad emergere i vari pro-blemi: innanzi tutto i rapportiinterpersonali. Paolo aveva una per-sonalità dominante e per nulla ac-comodante. Poi i problemi istituzio-nali, riguardanti i rapporti con lachiesa di Gerusalemme, più attac-cata alle tradizioni della religioneebraica, dalle quali non voleva di-scostarsi (circoncisione, feste, pre-scrizioni alimentari, calendari), e i battezzati che provenivano dai“gentili” (i non ebrei), ai quali Paolonon voleva accollare pesi e tradi-zioni che non erano nella loro cul-tura. Per Paolo il Battesimo e la fedein Gesù con l’Eucarestia e la ferven-te attesa del Suo ritorno, erano giàil sigillo dello Spirito e del nuovotempo messianico che stava per rea-lizzarsi. Non c’era bisogno d’altro.

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primo «viaggio missionario» di Paolo (44-45 d.C.)

SECONDO VIAGGIO MISSIONARIO

Il secondo viaggio missionario du-rò parecchi anni. Meijer introduceun’ipotesi suggestiva: Paolo volle ri-percorrere a ritroso la via che Ales-sandro Magno aveva percorso nellaconquista del suo impero, partendodalla Macedonia fino agli estremiconfini dell’Asia. Paolo parte così daAntiochia, attraversa tutta la Turchiada sud est fino a nord ovest, per poipassare con un trasbordo marittimoda Troade al porto di Neapoli (l’at-tuale Kavala) in Macedonia, e arriva-re così a Filippi. Poi, attraverso la ViaEgnazia, giunge a Tessalonica e di làscende, per le strade romane, fino aBerea e poi, per passaggi per mare,fino ad Atene e a Corinto. Create lenuove comunità dei credenti in Cri-sto e consolidatene le strutture, fapoi ritorno, imbarcandosi a Cencrefino a Efeso e di là, bordeggiando lacosta meridionale della Turchia, finoad Antiochia.

Ad Atene Paolo riconobbe l’inuti-lità di richiamarsi alla sapienza filo-

sofica, e preferì da allora in avantipredicare la croce di Cristo, scanda-lo per gli Ebrei e stoltezza per i Gre-ci. A Corinto cercò con infinite diffi-coltà di creare una comunità cheaccogliesse tutti e non facesse di-stinzioni, ma ebbe molto a soffrireper inveterati costumi impossibili dacambiare dall’oggi al domani. A Co-rinto Paolo si mantenne riprendendocon Aquila e Priscilla il suo lavorodi fabbricante di tende e di vele. Apagina 144 Meijer fa una osserva-zione del tutto anacronistica: Lì for-se avevano confezionato gli enormiteloni che nei mesi estivi venivanostesi sulle tribune del Colosseo…Sappiamo che l’anfiteatro Flavio sa-rebbe stato costruito ai tempi di Ve-spasiano e Tito, circa trent’anni do-po. Durante questo viaggio si acuì ildissidio di Paolo con le comunitàdegli ebrei osservanti, e si rafforzòla sua decisione di rivolgere l’an-nuncio di Gesù Cristo morto e risortoa proseliti, timorati di Dio e pagani,che erano più aperti ad accogliere ilnuovo vangelo.

TERZO VIAGGIO MISSIONARIO

Il terzo viaggio ebbe come puntodi partenza sempre Antiochia e co-me prima meta la grande città diEfeso. A quell’epoca già grande cittàportuale, con uno splendido teatro,strade lastricate e porticate, e unenorme tempio dedicato alla dea Ar-temide. Paolo ebbe modo di rima-nervi diverso tempo; ma, comespesso succedeva, prima o poi en-trava in contrasto se non con i giu-dei, con i pagani, i quali a Efeso sisentirono minacciati nei loro inte-ressi commerciali, nel caso Paolofosse riuscito a scalzare la fiduciadegli abitanti nella grande Artemidedegli Efesini.

Il viaggio poi, per evitare compli-cazioni, proseguì in Macedonia e inGrecia, perché Paolo aveva a cuore ilprogetto di raccogliere dei fondi perla comunità di Gerusalemme, che vi-veva in ristrettezze economiche. Unavolta terminata la colletta, decise ditornare a Gerusalemme, un po’ pervia di terra e poi per mare.

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il secondo «viaggio missionario» di Paolo (46-51 d.C.)

VIAGGIO PER MARE DI PAOLOA ROMA

In questo capitolo, Meijer sinte-tizza quanto aveva già avanzato nelsuo resoconto del viaggio per marenel Mediterraneo all’epoca dei ro-mani. La descrizione è suggestiva,perché si va dai tempi propizi per lanavigazione, ai vari tipi di nave, aimateriali trasportati, al sistema deirematori e delle vele, alla descrizio-ne delle rotte, ai venti e ai possibiliinfortuni per le tempeste che pote-vano cogliere navi ed equipaggi. Cisono descrizioni di divinità che bi-sognava propiziarsi prima di intra-prendere una navigazione, gestiapotropaici da compiere, operazio-ni prioritarie previste nel caso ditempesta: àncore da gettare in mareper rallentare la deriva, vele dasmontare, scialuppe di salvataggioda utilizzare, carichi da buttare inmare per alleggerire la nave. Invo-cazioni agli dei con promesse di sa-

crifici di ringraziamento in caso disalvataggio. Tutte cose che in qual-che maniera sono stereotipi deiviaggi per mare nell’antichità e chein buona parte ritroviamo anche nelfantasioso libro di Giona dell’Anti-co Testamento.

Paolo si era appellato a Cesare persfuggire a una condanna a morte aGerusalemme come profanatore delTempio. Dopo il naufragio a Malta,dove Paolo ebbe modo di mostrarela sua potenza di taumaturgo, il viag-gio riprese fino a Pozzuoli e, attra-verso le vie romane, fino a Roma. LìPaolo rimase in una specie di domi-cilio sorvegliato in attesa del proces-so. Gli Atti degli Apostoli si chiudo-no senza dare un resoconto del pro-cesso e della sorte di Paolo. Diconosolo che “Paolo trascorse due anniinteri nella casa che aveva preso inaffitto e accoglieva tutti quelli chevenivano da lui, annunciando il re-gno di Dio e insegnando le cose ri-guardanti il Signore Gesù Cristo, con

tutta franchezza e senza impedimen-to” (Atti 28, 30).

OSSERVAZIONI CRITICHE

Come giustamente osserva lo stu-dioso Stefano Romanello, che firmauna postfazione all’edizione italiana,“il libro si presenta più come unabiografia ‘romanzata’ che come untesto critico, ma in molti casi ciò è aguadagno della sua leggibilità senzaessere a discapito della serietà deisuoi contenuti. Delle volte, tuttavia,simile procedimento può suscitareanche riserve” (p. 286).

A mio modesto parere, Meijer simuove su strade già esplorate: pen-so al San Paolo (1869) di Ernest Re-nan, il quale ripercorre – lui pure –le vie solcate da Paolo, ne descrivecittà, usanze e costumi, per rendereviva e presente la figura dell’aposto-lo, iniziatore di un nuovo pensiero efondatore della cristianità. O anche

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cartina del terzo «viaggio missionario» di Paolo (52-56 d.C.)

al Paolo (2004) di Jerome Murphy-O’Connor, autore di una vivace e pe-netrante biografia in cui Paolo emer-ge come figura inquieta, passionale,viva e fallibile. Quanto all’ultimoviaggio per mare, da Cesarea maritti-ma a Roma, come non ricordarel’opera di Chantal Reynier Paul deTarse en Mediterranée (Les Éditionsdu Cerf, 2006), una suggestiva edesauriente ricerca intorno alla navi-gazione nell’antichità?

Non escludo che chi non conoscaqueste opere possa trarre giovamentoda un inquadramento storico così ric-co e puntuale sulle città, il loro gradodi sviluppo e composizione socialeall’epoca della predicazione di Paolo.Tarso, Gerusalemme, Damasco, An-tiochia sull’Oronte, Cesarea maritti-ma, Filippi, Tessalonica, Atene, Corin-to, Efeso, Mileto, le città dell’entroter-ra dell’attuale Turchia: Antiochia diPisidia, Listri, Derbe, Iconio, tornanoa palpitare di vita e Paolo si muove inesse, ora accolto come un messagge-ro di Dio ora rifiutato come un ciarla-

tano, il più delle volte segno di con-traddizione. Entriamo nel vivo dellageografia antica, delle strade romane,delle tecniche di navigazione e dellestagioni dei viaggi per mare di quel-l’epoca. Porti, tracciati urbanistici,credenze religiose, templi, sacrifici egestioni dei tempi sacri e di costumireligiosi ritornano a parlarci.

Ma devo pur dire che le stesse co-se, con in più un bellissimo apparatoiconografico, si possono leggere inSui passi di San Paolo (Guida spiri-tuale, storica e geografica ai viaggi diSan Paolo) di Peter Walker (2008), dacui sono state tratte le mappe quipresentate.

Da questo punto di vista, il libro diFik Meijer si potrebbe definire nonnecessario.

Ma Romanello parla anche di riser-ve. Una, rilevante, riguarda propriol’esperienza di Damasco, che Paolostesso pone come discrimine tra lasua vita di persecutore della “Via”dei discepoli di Gesù, e quella dipredicatore e missionario del vange-lo di Cristo. Per Meijer questa è unasorta di invenzione letteraria da partedi Paolo, che in tal modo intendevaaccreditarsi verso coloro che perse-guitava (p. 57 ss.), spinto a ciò al mo-mento dell’uccisione di Stefano. Di-ce Romanello: Una smentita così di-retta delle fonti utilizzate non ègiustificabile se non in virtù di un

presupposto razionalistico, che aprio-risticamente rifiuta la possibilità diuna qualche comunicazione straordi-naria da parte di Dio a un qualcheindividuo nella storia (pp. 286-287).

La carenza più evidente del libroconsiste nel fatto che, una volta chela biografia di Paolo sia stata rico-struita nelle tappe della sua storia, ri-

mane il compito di doverla interpre-tare. Qual è il pensiero di Paolo, co-me emerge dalle lettere che ci sonostate tramandate da lui e dalla suascuola? Qui allo storico non deve fardifetto la capacità di saper leggere lefonti letterarie. Purtroppo in diversipunti Meijer procede per estrapola-zioni psicologistiche più che dal-l’analisi approfondita dei testi. Peresempio, a proposito dei dissidi sortinella comunità di Corinto, tra coloroche si richiamavano a Paolo e quelliche facevano riferimento a Cefa, oad Apollo o allo stesso Cristo (1 Cor.1, 12), Meijer scrive che fanatico co-m’era, Paolo non discuteva con chi lapensava diversamente (p. 170), e poi:le affermazioni di Paolo su Apollo…sono probabilmente più il frutto dellagelosia e dell’invidia personale (p.186); ma la questione non è di rap-porto tra i missionari, ma sul modoin cui i corinzi si rapportavano aimissionari stessi.

Un altro esempio è la superficialitàcon la quale Meijer tratta la fonda-

mentale Lettera ai Romani. Le que-stioni centrali sulla giustificazioneper fede, o sui rapporti tra Israele e icredenti in Gesù sono totalmentesottovalutati, per sottolineare invecein Paolo una mancanza di modestia:In Paolo non c’è traccia di un dub-bio. La sua interpretazione è l’unicagiusta (p. 198 s).

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mappa del viaggio di Paolo verso Roma (59-61 d.C.)

Sono per me del tutto condivisibilile osservazioni conclusive della po-stfazione di Romanello: “In breve,leggere Paolo pone a interrogarsi su-gli obbiettivi che egli aveva nelloscrivere determinate cose alle suecomunità e sulle strategie che adottaa tal fine, modulando di conseguen-za i contenuti delle sue argomenta-zioni. Per far ciò è necessario uncontinuo rimando tra le lettere, com-prese nella loro fattura di testi lettera-ri, e la realtà storica da esse ravvisa-ta. Il libro di Meijer è di sicuro aiutoa offrire al lettore uno sguardo pene-trante sulla storia, ma non altrettantonell’altra impresa. È pertanto un libroutile nell’approccio alla figura del-l’apostolo, ma che necessita di esserecompletato con una guida che intro-duca adeguatamente il lettore ai co-stitutivi del pensiero dell’apostolo”(p. 290).

Giuseppe Cagnetta

Abbiamo parlato di:

Fik Meijer, Paolo. L’ultimo Apostolo(Queriniana, Brescia, 2017, pp. 310,

€ 37,00; ed. orig. Paulus. Een leventussen Jeruzalem en Rome, Athena-eum Polak & Van Gennep, Amster-dam, 2012).

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Grotte Vaticane, Confessione, statua di San Paolo in bronzo dorato (Ambrogio Buonvicino, 1552 ca.-1622)

CRONOLOGIA PAOLINA, SECONDO FIK MEIJER

Verso il 6 a.C. Nascita di Paolo

Verso il 15 d.C. A Gerusalemme

33 Conversione (Vocazione)

34 In Arabia

34-37 Damasco

37 Ritorno a Gerusalemme

37-44 Paolo scompare dalla scena: prima in Cilicia,poi ad Antiochia.

44-45 A Cipro e in Pisidia (1° Viaggio missionario)

Inverno 45/46 Antiochia

Primavera 46 Da Antiochia a Gerusalemme

46 Assemblea apostolica a Gerusalemme?

Estate 46 Va in Galazia (2° Viaggio missionario)

Settembre 46/Maggio 48 In Galazia (2° Viaggio missionario)

Estate 48 Dalla Galazia in Macedonia (2° Viaggiomissionario)

Aprile 50 Breve sosta ad Atene (2° Viaggio missionario)

Aprile 50/Settembre 51 A Corinto

Novembre 51 Assemblea apostolica a Gerusalemme

Inverno 51/52 Ad Antiochia

Estate 52 In Galazia (3° Viaggio missionario)

Settembre 52-Ottobre 54 A Efeso (3° Viaggio missionario)

Primavera 53 Paolo scrive la Lettera ai Galati e la Lettera aiFilippesi

Estate 54 Breve visita a Corinto (3° Viaggio missionario)

Inverno 54/55 Viaggio attraverso la Macedonia (3° Viaggiomissionario)

Estate 55 Nell’Illiria (3° Viaggio missionario)

Inverno 55/56 A Corinto (3° Viaggio missionario)

Estate 55/56 Passando per Mileto a Gerusalemme (3° Viag-gio missionario)

57 Accuse contro Paolo a Gerusalemme

56-59 Paolo è interrogato dal procuratore Felice

60 Il procuratore Festo fa condurre Paolo a Roma

Autunno 60 Paolo fa naufragio a Malta

Inverno 61 Arrivo a Roma

61-63 A Roma

63-65/66 In Spagna e nella zona dell’Egeo?

67 Paolo muore a Roma