Ospedali in Svizzera. Uno sguardo al passato, tre sguardi ... · Intervista con il presidente del...

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14 | Prestazioni di punta Intervista con il presidente del CdA di Helsana Thomas D. Szucs 20 | Nuovi approcci «Casa della salute» ginevrina quale alternativa all’ospedale 26 | Occhiali per bambini Cosa bisogna sapere se vostro figlio ha bisogno di occhiali N. 1, febbraio 2013, la rivista di Helsana Ospedali in Svizzera. Uno sguardo al passato, tre sguardi al futuro. Pagina 6

Transcript of Ospedali in Svizzera. Uno sguardo al passato, tre sguardi ... · Intervista con il presidente del...

14 | Prestazioni di puntaIntervista con il presidente del CdA di Helsana Thomas D. Szucs

20 | Nuovi approcci «Casa della salute» ginevrina quale alternativa all’ospedale

26 | Occhiali per bambiniCosa bisogna sapere se vostro figlio ha bisogno di occhiali

N. 1, febbraio 2013, la rivista di Helsana

Ospedali in Svizzera. Uno sguardo al passato,tre sguardi al futuro. Pagina 6

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Editoriale

Care lettrici, cari lettori,

tocchiamo ferro: le mie degenze ospedaliere si contano sulle dita di una sola mano. Ma recentemente un mio parente ha dovuto essere rico-verato in ospedale per nove giorni e qui ho ritrovato qualcosa che avevo

già notato qualche anno fa in occasione di un’altra visita a un parente malato in un altro paese: perples-sità e insicurezza.Ovviamente c’era anche la paura, questo è chiaro, se si va in ospedale a causa di un problema di salute per il quale inizialmente la causa non è accertata. Ma entrambi i miei parenti non sapevano come sa-rebbe stata la loro degenza ospedaliera, quanto sarebbero dovuti restare in ospedale e quali fattori avrebbero determinato la durata del ricovero. Forse non hanno chiesto chiaramente queste cose. Ma forse anche i procedimenti in ospedale sono troppo orientati alla clinica stessa, anche se tutti, dalle inservienti fino al primario, lavorano per il benessere del paziente. Mi auguro che negli ospedali del futuro i pazienti siano al centro dei procedimenti e con questo svanisca l’insicurezza.

Hugo Vuyk Caporedattore

senso – una pubblicazione di Helsana Appare quattro volte l’anno, rivista per gli assicurati E-paper www.senso.ch/it Indirizzo Casella postale, 8081 Zurigo,fax: 043 340 02 10,[email protected] Direzione della redazione Hugo Vuyk Redazione Daniela Diener, Julia Franke, Daniela Schori Collaborazione redazionale Juliane Lutz

TraduzioniServizio linguistico Helsana Ideazione e design Crafft Kommunikation AG, Zurigo Stampa Ziegler Druck- und Verlags-AG, Winterthur Stampata su carta sbiancata senza cloro Cambiamento d’indirizzo Se l’indirizzo sulla vostra rivista senso è sbagliatoo se ricevete indesideratamente più esemplariper famiglia, comunicatelo direttamente al nostroservizio clienti (il numero telefonico figura sullavostra polizza o sulla vostra HelsanaCard) oppure online su www.helsana.ch/contatto.

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Indice

Helsana14 «Per le prestazioni di punta»

17 Diagnosi: tumore alla prostata

20 La prima «casa della salute» della Svizzera

22 I dirigenti di Helsana regalano tempo

23 Cura di familiari

24 Mi concede un ballo?

26 Occhiali per bambini

27 La colonna di Helsi

28 L’aviatrice. Consigli per i principianti

30 In breve

33 Benessere a prezzo di favore

Salute34 Il soffione contro i gonfiori

Persone36 «Sono una persona compassionevole»

39 Domande

40 Quanto costa …?

4 Consigli e curiosità

Focus

6 Ospedale ieri, oggi, domaniDue generazioni fa le operazioni agli occhi erano ancora considerate prestazioni pionieristiche in ospedale. Leggete che cosa è cambiato da allora e in che direzione prosegue il cammino.

13 Da individualista a compagno di squadra

Foto di copertina Due ostetriche con neonati venuti al mondo il giorno di Capodanno. Berliner Morgenpost, 03.01.1930

4 senso 1•13Foto: gettyimages

Consigli e curiosità

Vale la pena smettere di fumareLa ricerca britannica Million Women dimostra la dannosi-tà delle sigarette. I ricercatori hanno osservato 1,3 milioni di donne per cinque anni. Il risultato: le fumatrici sui 40 anni muoiono con frequenza tre volte maggiore delle non fumatrici a causa di cancro ai polmoni, colpo apoplettico e malattie croniche polmonari o cardiache. Le donne che hanno smesso di fumare hanno riguadagnato in dura-ta della vita. Smettere di fumare prima dei 30 o dei 40 anni ha ridotto il rischio ac-cresciuto di mortalità rispet-tivamente del 97 e del 90 per cento. Le donne che hanno smesso di fumare prima dei 50 anni hanno ridotto il ri-schio ancora di due terzi.

La salute in una citazione

«Gioia, moderatezza e calma chiudono la porta al medico.»

Friedrich von Logau, 1605–1655,

poeta barocco tedesco

L’infanzia felice dà i suoi frutti

Vale la pena fare in modo che l’infanzia dei figli sia felice. Ricercatori britannici e americani hanno analizzato i dati di 15 000 giovani adulti negli Stati Uniti d’America. Le conclusioni: chi ha avuto un’in-fanzia felice guadagnava in seguito di più di chi ha vissuto quel tempo in modo infelice. Si suppone che i giovani soddisfatti concludono più facilmen-te una formazione professionale e che grazie alla loro positività ottengono più facilmente di altri un buon lavoro e promozioni in seguito.

5 senso 1•13 Foto: iStockphoto, Hanting Cuisine

Comunicazione digitale

Facebook e Twitter cambiano il modo di comunicare. Le amicizie si fanno in fretta e si disfanno ancora più rapida-mente. E un cinguettio inappropriato può generare rapidamente problemi. Sembra ci sia la necessità di nuovi modi

comportamentali. E allora il libro «Come trattare gli altri e farseli amici nell’era digitale» arriva al mo-mento giusto. Nello stesso si adattano all’era attua-le i consigli leggendari di Dale Carnegie come «ini-ziate positivamente». Chi li mette in pratica, si trova bene anche nel mondo digitale. Perché un aspetto non cambia: le persone vogliono essere trattate con rispetto. Sia in Facebook che altrove. Bompiani, circa CHF 50.–.

AppPrimo soccorso: utile guidaLe situazioni in cui altre persone hanno bisogno di primo soccorso si possono verificare quotidianamente. L’app «Primo soccorso», realizzata in collaborazione con la Croce Bianca italiana, spiega l’essenzia-le. Tra i contenuti si evidenziano «azioni di ricupero infortunati», «controllo funzioni vitali», «posizione laterale», «rianimazio-ne» e «trattamento delle lesioni».

Gratuito. Per iOS.

Fare la spesa: scegliere con criterio Quale pesce si può comprare in buona coscienza? Con quali lampadine si può risparmiare energia elettrica? E cosa significa in effetti il marchio Biosuisse? Per gli ecologisti l’app «Guida WWF» facilita l’acquisto con utili spiegazioni e consigli per i consumatori rispettosi dell’ambiente.

Gratuito. Per iOS e cellulari Android.

Soffermarsi un momentoMolti di noi corrono da un appuntamento all’altro. Il tempo per soffermarsi un attimo e cogliere il momento è raro. E pensare che la consapevolezza sarebbe così importante. Anche distaccandosi un solo momento dalla frenesia della vita si riduce lo stress. E qui vi aiuta la «campana della consapevolezza». Suona più volte leggermente e fa in modo che si percepisca quel momento preciso.

Gratuito.Per cellulari Android.

Fare la spesa con criterioQuale pesce si può comprare in buona

coscienza? Un’app aiuta.

Mangiare correttamente mantiene sani Il ristorante dell’Aia HanTing Cuisine non è soltanto il miglior locale cinese del paese. Da tre mesi il ristorante serve pietanze che favoriscono la salute. Il titolare Han Ji ha collaborato durante quattro anni con l’Università di Shandong in Cina prima di trasporre le sue creazioni sul menù. Ad esempio, agnello in crosta di noci; secondo la scienza alimentare cinese la carne d’agnello rinforza il cuore e le noci regolano i lipidi nel sangue. Alla domanda perché collabora per la cucina sana addirittura con scienziati, Han Ji risponde: «In occidente il cibo deve solo essere buono. In Cina sappiamo che mangiare correttamente mantiene sani. Questo è quello che voglio diffon-dere.» Andiamo a ‘s-Gravenhage! www.hantingcuisine.nl

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Ospedale ieri, oggi, domani

Tre illustrazioni e quattro interventi rappresentano lo sviluppo delle prestazioni ospedaliere dal 1950. Quattro esperti spiegano

in tre interviste quali sono le sfide odierne e in che direzione prosegue il cammino.

Testo: Juliane LutzIllustrazioni: Gonzalo Diez

FocusFocus

Fonti: dott. med. Frank Bochmann Clinica oftalmologica Lucerna, dott.ssa med. Jane McDougall Inselspital Berna, prof. dott. med. Bernhard Meier Inselspital Berna, prof. (em.) dott. med. Wilhelm Rutishauser, dott. med. Marcus Vetter Ospedale universitario Basilea

Gli ospedali svizzeri cambiano sotto vari aspetti. Basta-no già l’evoluzione demografica e la forte diffusione delle malattie della civilizzazione come il diabete a rendere necessari cambiamenti. A questo si aggiun-

gono la penuria di personale specializzato nel settore infermie-ristico e la crescente pressione dei costi, che molti istituti sani-tari devono affrontare. Contemporaneamente il progresso tecnologico nel campo della medicina condurrà a possibilità d’intervento che adesso ci sembrano improbabili.

Come sarà dunque l’ospedale del futuro? La fredda mentalità tecnologica e i robot sostituiranno gli specialisti mancanti e sa-ranno dominanti? Oppure, nonostante tutto, in futuro si potrà avere maggiore riguardo per le esigenze individuali dei pazien-

ti? Il fatto che l’ambiente ospedaliero influisca notevolmente sul processo di guarigione è cosa nota da tempo.

Per le previsioni a lungo termine bisognerebbe saper leggere nella sfera di cristallo. Ma quattro specialisti nei campi della sa-lute e del design, dello sviluppo tecnologico della medicina e delle assicurazioni malattia rivolgono lo sguardo comunque agli anni a venire.

Diagnosi I reparti diagnostici quali la radiografia assumono sempre più importanza.

Le camere degli anni ‘50 sono occupate da 6 a 19 pazienti.

Reparti specialistici Un ospedale universitario disponeva di circa 10 specializzazioni.

1950Possibilità limitate, elevato tasso di mortalità

Focus

Nel 1959si esegue all’ospedale pediatrico di Zurigo la prima operazione a cuore aperto con una macchina cuore-polmone.

Il progresso medico degli ultimi 54 anni è enorme.

Nel 1961il pioniere svedese della cardiologia Ake Senning impianta presso l’Ospedale universitario di Zurigo il primo pacemaker.

Nel 1962si impianta presso l’Ospedale cantonale di San Gallo la prima articolazione artificiale dell’anca.

Nel 1963ha luogo presso l’Inselspital di Berna il primo trapianto di un rene proveniente da un donatore deceduto.

Nel 1966si esegue presso l’Ospedale universitario di Basilea il primo trapianto di rene proveniente da un donatore vivo.

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1. Cancro al senoFino al 1955 si procedeva all’amputazione dell’intero seno, come pure all’asportazione dei linfonodi della cavità ascellare. Quindi vennero le prime combinazioni di amputazione del seno e di irradiazioni locali. Fino al 1980 morivano circa i due terzi delle pazienti con cancro al seno.

2. Parti prematuriNegli anni ‘50 moriva il 70% dei neonati prematuri di peso inferiore ai 1500 grammi. Di quelli che sopravvivevano il 70% subiva danni gravi. Il progresso portò all’incubatrice da trasporto negli anni ‘60 e dei reparti di cure intensive neonatali negli anni ‘70.

3. CatarattaNel 1950 i medici iniziarono con l’impianto di lenti artificiali. Fino al 1949 si asportava al paziente il cristallino opacizzato in seguito al processo di senescenza. Per poter in un certo qual modo continuare a vedere, il paziente doveva portare occhiali speciali per tutta la vita.

4. Cardiopatia coronaricaNel 1950 per le arterie coronari-che ristrette non c’erano medicamenti buoni né possibilità operative adeguate. I preparati a base di nitrati calcioantagonisti nonché i fluidificanti del sangue e i riduttori del colesterolo sono considerati pietre miliari per la prevenzione dell’infarto cardiaco.

8 senso 1•13Fonti: UFSP, Clinica Pallas Olten, Clinica univ. Ginevra, Inselspital Berna, Ospedale cantonale Lucerna, Ospedale univ. Basilea, Ospedale univ. Zurigo.

Focus

Nel 1970un paziente affetto da cataratta riceve per la prima volta una lente artificiale presso l’Ospedale cantonale di Lucerna.

Nel 1969Ake Senning esegue il primo trapianto di un cuore presso l’Ospedale universitario di Zurigo.

Nel 1973si trapianta per la prima volta il midollo osseo presso l’Ospedale universitario di Basilea.

Nel 1977Andreas Grüntzig desta sensazione in tutto il mondo con la dilata- zione coronarica presso l’Ospedale universitario di Zurigo.

Nel 1983viene eseguito il primo trapianto di fegato presso l’Inselspital di Berna.

Nel 1985a Breitenbach (SO) nasce nel 1985 Jelena, la prima bambina in provetta della Svizzera.

1980Medicamenti e tecniche efficaci

Costruzioni funzionali L’era dei grattacieli non va più di moda poiché le degenze si accorciano.

AmbulatorialeLa tendenza ai trattamenti ambulatoriali influenza la struttura degli ospedali.

Ambulanza volante Gli eliporti consentono trasporti rapidi.

1. Cancro al senoGrandi successi sono poi stati negli anni Ottanta la terapia antiormonale, negli anni Novanta l’impiego di taxani e dopo il duemila quello di Herceptin. Grazie alle migliori terapie, dal 1989 al 2006 i casi di morte in Svizzera sono scesi del 23 %.

2. Parti prematuriDal 1980 ai neonati prematuri sotto i 1500 grammi si effettua la respirazione artificiale. Dagli anni ‘90 si impiegano i cortico-steroidi e il surfactante per la maturazione dei polmoni. Nel 1990 moriva ancora il 60-75 % dei neonati sotto i 1000 grammi, oggi il 30-40 %.

3. CatarattaNel 1980 l’estrazione extracap-sulare della cataratta era un intervento standard. Il cristallino veniva estratto tramite un’inci-sione nell’occhio, con aspirazione e inserimento della lente artificiale. L’operazione durava un’ora. Il tempo di rigenerazione dell’occhio era di due mesi.

4. Cardiopatia coronaricaDal 1977 i medici hanno iniziato a dilatare con un palloncino all’estremità di un catetere i vasi ristretti, offrendo così un’alterna-tiva all’operazione di bypass a cuore aperto, che era l’intervento standard fin dal 1969. Gli stent, che mantengono aperto il punto dilatato, si impiegano dal 1986.

Focus

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Nel 1990si impiega per la prima volta il laser presso l’Ospedale cantonale di Lucerna per la cura della miopia.

Nel 1986Ulrich Sigwart impianta per primo al mondo all’Ospedale universita-rio di Losanna uno stent per dilatare una stenosi in un’arteria coronarica.

Nel 1992si esegue presso l’Ospedale universitario di Zurigo il primo trapianto polmonare.

Nel 1999ha luogo presso l’Ospedale universitario di Ginevra il primo trapianto multiorgano (fegato, pancreas, rene, intestino tenue).

Nel 2008presso l’Inselspital di Berna si sostituisce per la prima volta la valvola aortica con il procedimento del cateterismo.

Nel 2010per la prima volta nella Clinica Pallas di Olten si trapianta il solo strato malato di cornea secondo il metodo DMEK.

2012Buone possibilità di guarigione e di sopravvivenza

Specializzazione Un ospedale universitario conta oggi circa 50 specializzazioni.

Posto per le cureI locali per le cure d’emer-genza e ambulatoriali necessitano di più spazio delle camere per i pazienti.

FlessibileLe costruzioni flessibili consentono adeguamenti più rapidi.

1. Cancro al senoLa maggior parte delle donne mantiene il seno e si può fare a meno anche dell’asportazione dei linfonodi della cavità ascellare. Oggi si controlla se ci sono cellule maligne nel linfonodo sentinella. L’81 % delle pazienti è ancora in vita cinque anni dopo la diagnosi.

2. Parti prematuriLe probabilità di sopravvivenza di neonati estremamente prematu-ri nati intorno alla 24a settimana di gravidanza e sotto i 1000 grammi di peso si situano all’80 %. Ma di loro solo un terzo risulta completamente sano. Il limite si situa oggi intorno alla 22a settimana di gravidanza.

3. CatarattaLo standard odierno è rappre-sentato dalla facoemulsificazio-ne: il cristallino opacizzato viene frantumato tramite ultrasuoni e aspirato. Dopodiché viene inserita la lente artificiale. L’intervento dura 15 minuti. Dopo un giorno i pazienti possono già vedere bene.

4. Cardiopatia coronaricaPer quattro pazienti su cinque con cardiopatia coronarica l’inserimento di stent consente l’eliminazione relativa dei disturbi. Uno su cinque necessita di un’operazione di bypass. Grazie a tutti questi metodi moderni, la quota dei decessi si è nettamente ridotta.

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possano vivere più a lungo autonoma-mente in casa propria. Attualmente si sta lavorando alla realizzazione di senso-ri che trasmettono i dati vitali delle persone anziane e dei malati cronici a fa-miliari e a medici.

Anche in Svizzera?Ziegler: Con il cosiddetto «iHomeLab» l’Università di Lucerna sperimenta come coordinare le tecnologie di comunicazio-ne, la sensorica e gli impianti tecnici de-gli edifici. Forse avremo presto edifici tanto «intelligenti» da capire quando una persona sviene. Piuttosto che in ospedale lo stato di salute dei pazienti può in futuro essere sorvegliato tramite un comando a distanza.

Nonostante la tecnica dovremo essere ricoverati anche in futuro.Ziegler: In Scandinavia ci sono progetti interessanti. Là i pazienti che non neces-sitano più di cure intense si ricoverano in un albergo per pazienti annesso all’ospe-dale. Queste strutture sono molto più convenienti, dato che non hanno biso-gno di tutte le costose apparecchiature di un ospedale.

Cambierà anche l’atmosfera triste negli ospedali? I malati hanno bisogno di un ambiente ameno.

Acklin: Molte cliniche private attuano i concetti di arredamento delle compagnie aeree. Questo non significa però che per sentirsi a loro agio i pazienti abbiano bi-sogno solo di ambienti più belli. In alcuni istituti si va oltre, si modificano aspetti essenziali. Ma molti ospedali pubblici hanno il problema della pressione dei co-sti e spesso questo è in contraddizione con le necessità dei pazienti.

Due ricercatrici, un medico e uno specialista in assicu-razioni malattia illustrano per «senso» le sfide e possi-bilità dell’ospedale del futuro.

La parola agli esperti

Le esperte di design Iniziamo con Claudia Acklin e Ute Ziegler. Le due ricercatrici si occu-pano presso l’Università di Lucerna di questioni relative al design e alla salute. Ad esempio come l’ambiente ospedaliero influisce sui pazienti e sul loro processo di gua-rigione, ma anche come lo sviluppo demografico modificherà in futuro l’offerta degli ospedali.

«Il futuro degli ospeda-li non sta nei trastulli di alta tecnologia.» Claudia Acklin, Università di Lucerna

Nel 2035 il 26% della popolazione svizzera sarà in età superiore ai 65 anni. Quali effetti ha questo sugli ospedali?Claudia Acklin: Non offriranno più tutti i servizi, ma saranno parte di una rete con organizzazioni di intervento precedente e successivo come i medici di famiglia, le cure spitex e le case di cura. Le persone anziane saranno ricoverate in ospedale solo nelle fasi acute di una malattia e i fa-miliari dovranno impegnarsi di più.

E come sarà?Acklin: Non ci sono posti letto ospedalie-ri e di cure infermieristiche per poter sta-re al passo con l’evoluzione demografica. Per questo si sta riflettendo su come i fa-miliari possono partecipare maggior-mente alle cure a domicilio nell’ambito di una rete fatta di non specialisti istruiti e di professionisti per assumere una parte dell’assistenza ai malati. Grazie alla fles-sibilizzazione del lavoro questo sarebbe possibile, mancano però ancora i relativi modelli di orario di lavoro.

Ute Ziegler: La tendenza verso i pro-grammi «Ambient Assisted Living» farà in modo che le degenze stazionarie siano ulteriormente abbreviate e che i pazienti

Focus

11 senso 1•13 Foto: Jürg Waldmeier

E di che cosa hanno bisogno?Acklin: Di piccole unità ben controllabi-li, nelle quali essi possano ritirarsi, come pure di un determinato grado di autode-terminazione e di individualità.

Ma si può nei grandi ospedali tenere conto delle esigenze di ogni singolo paziente?Ziegler: In un progetto di ricerca presen-tato alla fine del 2012 mostriamo come i pazienti possono configurare personal-mente il loro spazio. Gli aspetti sono la protezione dai rumori indesiderati, la maggiore autonomia e la contemporanea eliminazione dello stress, ma anche l’illu-minazione individualizzata. Negli ospe-dali si ha l’impressione che ci sia una sola intensità di luce. Bisogna considerare che già 100 lux in più significano otto ore in meno di degenza.

Acklin: Chi in ospedale diventa poco più di un numero deve avere almeno la sensazione di poter decidere ancora qual-cosa da solo, ad esempio nell’ambito del suo spazio immediato.

A proposito di pressione dei costi: ci saranno anche in Svizzera partenariati con l’economia, così come a Stanford? Là sarà aperto nel 2017 un ospedale superlativo per il quale Apple e altri hanno stanziato molto denaro.Acklin: Abbiamo un’altra tradizione. Gli ospedali sono finanziati prevalentemen-te dal potere pubblico. Non credo nean-che ad un futuro con trastulli di alta tec-nologia. Abbiamo bisogno di concetti ragionevoli e praticabili, che consentano di poter ancora gestire gli ospedali.

Professoressa Claudia Acklin (a sinistra) Dal 2066 l’ex giornalista è alla guida del Centro di competenza Design Management dell’Università di Lucerna. Tra i suoi campi di ricerca c’è anche quello di design e salute.

Dottoressa Ute Ziegler (a destra) Storica dell’arte tedesca, che dal 2009 svolge ricerche nel campo «Healing Environment» incentrate su «Health Care Design». È collaboratrice scientifica presso l’Università di Lucerna, Arte e Design.

Focus

Ci sono già robot che agiscono al tavolo operatorio. Saranno presto una cosa corrente?Joachim Kettenbach: Sono un po’ scetti-co. Alcuni sistemi robotici sono già quasi routine, altri sono in via di sperimenta-zione, entrambi presentano svantaggi.

Quali?Il sistema robotico Da Vinci, che si impie-ga per le operazioni al cuore, costa circa 1,1 milioni di franchi. A questo si aggiun-gono costi annui di manutenzione pari a 140 000 franchi. C’è bisogno anche di per-sonale istruito e di uno specialista della ditta, che interviene in caso di problemi. Anche se i robot possono compensare au-tomaticamente un tremolio della mano, il chirurgo che lavora con un robot non sente se il braccio del robot preme troppo o troppo poco. Si ricercano per questo materiali adatti che siano in grado di tra-smettere in tempo reale movimenti e for-ze del campo operatorio a una sorta di joystick. In questo modo l’operatore po-trebbe «sentire» con quanta forza un ro-bot pratica un’incisione. Ma l’onere lavo-rativo e i costi sono ancora molto grandi.

Dunque nei prossimi anni saranno ancora prevalentemente persone a eseguire le operazioni.Sì, per fortuna. Ma nell’assistenza infer-mieristica e nella riabilitazione i robot potrebbero presto diventare importanti.

In questo ambito il Giappone è conside-rato un precursore.Là c’erano già nel 2009 cliniche nelle quali i robot si recavano fino al letto dei pazien-ti per chiedere loro come si sentivano.

Questo è immaginabile in Svizzera?No, perché le attenzioni da parte di altre persone sono molto apprezzate negli ospedali. I robot potrebbero però aiutare il personale infermieristico nelle attività

«Nelle cure e nella riabilitazione i robot potrebbero diventare importanti.» Joachim Kettenbach, Inselspital Berna

Focus

L’esperto di tecnica Joachim Kettenbach dà uno sguardo allo svilup-po tecnologico della medicina negli ospedali svizzeri. Il primario di radiologia intervenzio-nale all’Inselspital di Berna ha presieduto nel 2008 la rinomata Inter-national Society of Medical Innovation and Technology.

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di routine, ad esempio quando si tratta di sollevare i pazienti. Nel campo della ria-bilitazione è già possibile per i pazienti l’impiego di esoscheletri elettromeccani-ci. Questi li aiutano nell’esercizio delle sequenze di movimento.

Le nuove tecniche spingono comunque l’essere umano un po’ in secondo piano. Ci sono sensori e punte endoscopiche in grado di valutare se le cellule mirate sono sane o hanno subito alterazioni patologiche. Finora potevano farlo solo i chirurghi.In caso di funzioni rapide e precise con-sentono di individuare bene i tumori si-tuati superficialmente. Ma la maggior parte dei tumori cresce in profondità ne-gli organi. In questo contesto è utile il progetto MEVIS dell’istituto Fraunhofer. In base ai dati di immagini radiologiche si preparano modelli tridimensionali de-gli organi. Con questi lavorano i chirur-ghi e i radiologi dell’Inselspital di Berna. Con l’ausilio di questi modelli si rappre-sentano tutti gli importanti dettagli ana-tomici e le alterazioni patologiche. Sul modello si può pianificare un intervento quanto meno invasivo possibile e valuta-re meglio l’eventuale rischio. Ma nella pratica c’è ancora bisogno di specialisti che eseguano poi gli interventi.

Quali novità vede ancora?La prevenzione è il futuro. Nonostante i progressi della medicina la diffusione delle malattie della civilizzazione è au-mentata fortemente. Questo sarà per noi anche un carico economico. Per questo si deve investire di più nella prevenzione. E qui non si tratta di un ambito di alta tec-nologia, bensì di cose apparentemente banali, come uno stile di vita sano.

Professor dottor Joachim Kettenbach Di nazionalità austriaca è primario e sostituto direttore del reparto di radiologia interventi-stica presso l’Inselspital di Berna. Nel 2008 è stato presidente della International Society of Medical Innovation and Technology.

Come saranno in futuro le cure integrate a livello ospedaliero?Peter Graf: Gli ospedali devono assumere un ruolo più attivo nelle cure integrate e collaborare maggiormente con altri forni-tori di prestazioni antecedenti o successi-vi. Un esempio sta nella riabilitazione: spesso i pazienti devono trascorrere qual-che giorno a casa tra la degenza ospedalie-ra e quella di riabilitazione. Ma di regola in ospedale si sa già prima dell’operazione se in seguito sarà necessaria una riabilita-zione ambultoriale o stazionaria. La con-seguenza logica sarebbe richiedere subito la garanzia di assunzione dei costi all’assi-curatore malattia, organizzare in tempo utile un posto per la riabilitazione e con-sentire così al paziente un passaggio sen-za interruzioni. Vogliamo eeliminare que-sta «frattura».

Gli assicuratori malattia consiglieranno presto agli assicurati gli ospedali nei quali si sono verificate meno complica-zioni per determinati interventi? Sarebbe più conveniente per entrambi. In Svizzera non possiamo consigliare sin-goli ospedali. Ma vogliamo fornire presto ai nostri clienti dati qualitativi, che non esistono finora così in Svizzera. I forfait per caso consentiranno di rilevare con precisione le quote relative alle complica-zioni. E intendiamo mettere tali informa-zioni a disposizione dei nostri assicurati.

FocusFocus

Si affermeranno anche le garanzie relative agli interventi e alle prestazioni negli ospedali?La medicina non è una scienza esatta. Questo è eventualmente possibile in po-chi ambiti, ad esempio per gli interventi tramite laser agli occhi oppure per la te-nuta delle articolazioni artificiali. Ma rila-sciare garanzie negli ambiti dell’oncolo-gia o della cardiologia sarebbe immorale e irresponsabile. Non c’è nessuna garanzia sulla vita.

Quali prestazioni aggiuntive potranno offrire in futuro gli assicuratori malattia agli assicurati?Grazie alle informazioni delle nostre cli-niche partner potremo presto mettere a disposizione dei nostri clienti indicazioni sul comfort alberghiero, la struttura ospe-daliera e la specializzazione. Già oggi è possibile organizzare in modo semplice appuntamenti presso medici specialisti per i clienti che hanno un’assicurazione integrativa ospedaliera per il reparto se-miprivato o privato. E con l’ausilio dello scambio elettronico dei dati con gli ospe-dali potremo in futuro, ovviamente con l’accordo del paziente e rispettando le di-sposizioni di protezione dei dati, anche fornire i dati del paziente necessari per il ricovero in ospedale, ad esempio i medi-camenti assunti fino a quel momento. Fi-nora in ospedale ci si doveva basare sulle dichiarazioni del paziente. Oppure sui rapporti di ricovero dei medici prescri-venti, a volte non del tutto precisi.

Peter Graf Giurista ed economista aziendale, dal 2005 è alla guida dell’Acquisto prestazioni Helsana. In precedenza è stato per otto anni direttore dei servizi presso l’Inselspital di Berna.

«Forniremo presto ai clienti dati qualitativi che così ancora non esistevano.» Peter Graf, Helsana, Zürich

L’esperto di acquisti Peter Graf, responsabi-le Acquisto prestazioni presso Helsana spiega come sarà in futuro la collaborazione tra le casse e gli ospedali.

Foto: Jürg Waldmeier

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Focus

100 anni fa il medico di famiglia era chirurgo, ostetrico e psichiatra in una sola persona. Anche oggi è al centro dell’assistenza medico-

sanitaria, ma la sua quotidianità è cambiata notevolmente. Succede anche che il suo studio si trovi in un ospedale.

In passato il medico di famiglia era rag-giungibile 24 ore su 24, fine settimana compreso. Di regola si trattava di un

uomo e abitava nella stessa casa in cui aveva lo studio medico. Il medico di fami-glia era un individualista nelle discipline più svariate: le visite a domicilio faceva-no parte del suo lavoro quotidiano, era ginecologo, ostetrico, chirurgo, pediatra e psichiatra. All’ospedale giungevano solo i casi molto gravi e soltanto se l’assi-stenza in casa non era più possibile.

Interlocutore centraleOggi molti aspetti sono diversi, ma non il principio: il medico di famiglia è l’inter-locutore più importante in caso di pro-blemi e domande sulla salute. Il medico di famiglia può curare direttamente 9 su 10 dei suoi pazienti. E di gran lunga non tutti i pazienti che manda da altri neces-sitano di una degenza ospedaliera; molti di loro possono essere curati da uno spe-cialista o in una clinica ambulatoriale.

Oltre al quadro clinico il medico di fa-miglia cerca di includere anche la situa-zione familiare e professionale del pa-ziente nelle sue considerazioni. Spesso fattori dell’ambiente personale giocano un ruolo decisivo per la cura di una ma-lattia. Lo specialista per contro, sia nel proprio studio che in una clinica, lavora concentrandosi sugli organi, rispettiva-mente sul problema di salute.

La comunicazione è essenzialePer il medico di famiglia è importante po-ter disporre di una buona rete di medici specialisti, dai quali può mandare i suoi

pazienti con la migliore affidabilità. La comunicazione è imprescindibile per una buona collaborazione. Da una parte i medici specialisti e quelli degli ospedali necessitano di una lettera di prescrizione del medico di famiglia quanto più precisa possibile, con indicazione chiara della problematica e un incarico altrettanto chiaro, come pure di una lista completa delle diagnosi e dei medicamenti. Solo in questo modo si possono evitare le dupli-cità e fare in modo che i pazienti vengano curati in modo mirato. D’altra parte, per il medico di famiglia è imprescindibile ricevere un rapporto preciso del medico specialista o dell’ospedale per poter suc-cessivamente assistere il paziente in ma-niera ottimale.

Trend verso i centri di pronto soccorsoNegli ultimi anni sempre più pazienti sono andati direttamente al pronto soc-corso di un ospedale anziché dal medico di famiglia. La conseguenza è stata il so-vraffollamento con lunghi tempi d’atte-sa. Da questo è nato un nuovo modello di

collaborazione tra ospedali e medici di famiglia: in alcuni ospedali sono stati aperti centri di pronto soccorso gestiti da medici di famiglia. Se un paziente si reca di propria iniziativa in uno di questi ospedali, ha luogo una selezione. I casi di pronto soccorso semplici dal profilo me-dico vengono trattati in tale centro, strut-turato come un normale studio medico e gestito da medici di famiglia. I casi più complessi vengono trattati come d’abitu-dine dal reparto delle urgenze dell’ospe-dale. In questo modo si riducono i tempi d’attesa e i casi semplici non gravano inu-tilmente sulla struttura ospedaliera.

Una seconda tendenza vede come i medici di famiglia si uniscano sempre più di frequente in studi medici associati più o meno grandi. Nella combinazione con medici specialisti si può offrire così al paziente un’ampia gamma di presta-zioni sanitarie sotto lo stesso tetto. Tra-mite lo scambio di informazioni tra i vari medici, il paziente beneficia di una quali-tà elevata delle prestazioni sanitarie.

Da individualista a compagno di squadra

Dott.ssa med. Simone Erni-Müller, medico specialista di medicina generale e medicina sportiva, studio medico associato mediX, Zurigo. www.medix-gruppenpraxis.ch

Dott.ssa med. Simone Erni

Helsana

14

15 senso 1•13 Foto: Jürg Waldmeier

Sembra futuristico. Quali sviluppi si attende nei prossimi anni per il nostro settore sanitario?Le moderne tecnologie di comunicazione pervadono anche il nostro settore. Inoltre cambiano le condizioni per i fornitori di prestazioni. I medici si uniscono in studi associati e in reti. Anche gli ospedali si interconnettono sempre più. La tendenza va verso le cure integrate. Questo accre-sce le esigenze poste agli assicuratori ma-lattia e spinge molti concorrenti ai loro limiti. Ancora oggi ci sono assicurazioni che non dispongono neanche di un siste-ma informatico.

In quali ambiti Helsana può partecipare a configurare il futuro?Il settore sanitario diventa sempre più complesso. Gli assicuratori malattia han-no sempre più il compito di mantenere la chiarezza per i loro assicurati. Calcolare i premi e rimborsare le prestazioni non ba-sta più. Solo chi capisce la sua malattia e i propri medicamenti sa anche agire cor-rettamente in merito. In questo contesto

Helsana

«Per le prestazioni di punta»L’importanza di quattro parole con lettera iniziale «p», dove va il settore sanitario e come gli assicurati di Helsana beneficiano delle eccedenze: a colloquio con Thomas D. Szucs, presidente del Consiglio di amministrazione di Helsana.

Da tre anni lei è il presidente di Helsana. Come si è sviluppata Helsana in questo periodo?Thomas D. Szucs: Nel 2010 abbiamo fat-to molti cambiamenti e adesso ne racco-gliamo i frutti. Helsana lavora con suc-cesso ed è un partner affidabile per i suoi clienti. Per me sono importanti quattro parole che iniziano con la «p»: professio-nalità, performance, passione e perfezio-ne. Abbiamo ottenuto miglioramenti su tutta la linea. Da noi lavorano professio-nisti, la performance economica è di nuovo in ordine e dalla svolta in poi mi sembra di vedere di più un certo sfavillio negli occhi dei collaboratori. Si è risve-gliato un nuovo entusiasmo senza il quale non è possibile ottenere prestazio-ni di punta. Nel nostro settore questo aspetto non è diverso che nello sport o nella musica.

Secondo lei cosa è a posto e cosa ancora non lo è?Siamo ben raggiungibili per i nostri clienti, ma questo non basta ancora. Nel settore sanitario molto si svolge anche al di fuori degli orari d’ufficio. Per questo i fornitori di servizi come noi possono per-mettersi sempre meno di essere presenti solo dalle otto alle cinque, in particolare quando qualcuno si ammala. I nostri clienti devono sentirsi ben assistiti quan-do hanno bisogno di noi. Qui c’è ancora un potenziale di miglioramento.

vogliamo sostenere i nostri assicurati af-finché restino sani o ritrovino la salute.

Helsana ha un’eccellente situazione economica. Quale beneficio ne traggono i clienti? Un partner affidabile. Con un buon risul-tato evitiamo grandi aumenti dei premi in futuro.

Helsana si fa sempre notare per il fatto di percorrere nuove vie. Questo va a vantaggio degli assicurati?

Vogliamo essere precursori e per questo tentiamo consapevolmente di percorrere nuove vie, si dice che chi non risica non rosica. Di regola il settore sanitario si

Premi stabiliLa nostra politica dei premi punta sulla continuità. Cerchiamo di attenuare con i nostri clienti gli aumenti inevitabili dei premi.

InnovazioniRimborsiamo subito i nuovi medicamenti di Novartis e Roche che promettono buoni risultati, secondo l’utilità per i pazienti.

Consulenza a discrezione Molte vie conducono a Helsana. I consulenti assicurativi, la nuova consulenza online, i punti vendita e il telefono.

Il cliente al centro

«Siamo un partner affidabile per i nostri clienti.»Thomas D. Szucs

16 senso 1•13

Helsana

Germania e in Italia. Ogni cambio di si-stema costa sudore e lacrime e c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare. Noi di Helsana partecipiamo intensamente a queste discussioni e ci impegniamo atti-vamente quando si tratta di introdurre innovazioni. I forfait per gli interventi standard sono sensati. Il nuovo sistema di conteggio si affermerà anche in Svizzera. Non si può pretendere di avere la soluzio-ne perfetta fin dal primo giorno. Nei pae-si dove si conteggia da tempo secondo i forfait per caso, nessuno chiede più un ritorno ai metodi del passato.

In nessun ambito come nel settore sanitario si parla tanto spesso di riforme. Ad esempio: l’assicurazione di base e integrativa devono essere rigorosamente separate? Lei cosa ne pensa?In un primo tentativo questa idea è fallita miseramente. Il numero di firme necessa-rio per il lancio di un’iniziativa popolare è stato mancato nettamente. Il fatto che il

muove molto lentamente. Abbiamo otte-nuto un successo ad esempio nell’idea-zione della fornitura dei dati dagli ospe-dali. Siamo tra i primi a poter controllare in modo veramente serio le fatture ospe-daliere con i forfait per caso. E dato che abbiamo trovato l’accordo con due ditte farmaceutiche, i nostri assicurati hanno un accesso più rapido a medicamenti innovativi.

Diamo ancora uno sguardo all’argomen-to ospedali. I forfait per caso, introdotti un anno fa, fanno ancora parlare molto. Qual è la sua opinione?Sono molto tranquillo, in fin dei conti ho già fatto l’esperienza dell’introduzione in

«I risparmi vanno a vantaggio dei nostri assicurati.»Thomas D. Szucs

24ore

È il tempo in cui Mathilde Wickihalter ha ottenuto

grazie a Helsana un appuntamento per un

secondo parere presso un rinomato oftalmologo, che

le ha dato sicurezza per affrontare un’operazione.

12Rapporto di gestione

Consolidam

ento

20

Come aiuta Helsana

Nel nuovo rapporto di gestione di Helsana sei dei suoi assicurati raccontano la loro storia. Vi trovate inoltre il conto economico 2012, un ritratto dell’azienda e un colloquio con la Direzione. Leggete il rapporto di gestione online sotto www.helsana.ch/report/it.

39giorni

Per oltre sei settimane Rea Ufer ha dovuto

restare collegata, dopo un ictus, fino a

22 apparecchi. Con il sostegno dei medici, dei

terapisti, della sua famiglia e del case

management di Helsana è tornata alla vita nonostante la sua

emiparesi.

150rientri

Sono i rientri dall’estero che Helsana organizza in media ogni anno. Dopo un

drammatico incidente con la bicicletta, Marc

Eichenberger è stato uno di loro.

Consigliere federale Alain Berset voglia far passare questa idea dalla porta di ser-vizio mi sorprende. Egli intende separare l’assicurazione di base e le assicurazioni integrative presso gli assicuratori malat-tia, ma non vuole cambiare nulla per quanto riguarda i fornitori di prestazioni. Questo è incoerente. Non riesco a capire come questa cosa dovrebbe funzionare senza far aumentare a dismisura la buro-crazia per tutti gli interessati.

Un’altra idea politica vorrebbe che i casi costosi di malattia venissero passati a un’istanza statale. Qual è l’opinione di Helsana?È un’assurdità assoluta. Ogni limite fisso dei costi comporta lo stimolo a far lievita-re i costi quel tanto che basta affinché vengano poi assunti dallo Stato. Questa sarebbe la versione subdola del passaggio a una cassa unica. Il disbrigo e il rimborso delle prestazioni rappresentano l’attività principale di un assicuratore malattia e comporta il fatto che i costi vengano te-nuti sotto controllo nel miglior modo possibile. Si pensi a cosa è accaduto con l’AI, per la quale nessuno si è preoccupato dei costi durante anni. Alla fine si è creato un deficit enorme, che adesso dobbiamo compensare con fatica tramite l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto.

I costi della salute e i premi in aumento preoccupano molte persone. Cosa fa Helsana a tale riguardo?Abbiamo dato il buon esempio riducendo nettamente i nostri costi d’esercizio. Il controllo delle fatture è un compito che prendiamo molto sul serio e con la nostra cooperativa di acquisti negoziamo diret-tamente le tariffe ospedaliere, per ottene-re di più a favore dei nostri assicurati. Inoltre creiamo valori aggiunti perché collaboriamo strettamente con i migliori fornitori di prestazioni, ospedali, studi medici associati e reti di medici. I risparmi vanno a vantaggio dei nostri assicurati. Ci impegniamo anche affinché vengano as-sunte le prestazioni innovative che han-no un’utilità evidente e in parte fanno ad-dirittura risparmiare sui costi altrove.

Intervista: Julia Franke

senso 1•13 Foto: Jürg Waldmeier 17

Helsana

Diagnosi: tumore alla

prostataIncontinenza, impotenza, a volte addirittu-

ra la morte. Si tratta di prognosi cattive per un uomo sulla cinquantina. Il responso

ha scosso Jürg non meno della diagnosi stessa: tumore alla prostata. Il suo proble-

ma successivo: dove farsi operare?

T umore alla prostata! Quanto tempo mi resta ancora da vive-re? Jürg* era sciocca-

to! Anche se era preavvisato. Perché dagli esami di control-lo, fatti sei mesi prima, era risultato nel suo sangue un valore elevato dell’antigene prostatico specifico. Questo è un primo indizio di un’alte-razione della prostata. Ma da-gli ulteriori esami non era risultato nulla di anomalo. Sei mesi dopo la situazione era cambiata: il referto era negativo. «In quei mesi si era sviluppato un tumore a cresci-

ta aggressiva», racconta Jürg a «senso».

Questo ingegnere voleva saperne di più quanto prima possibile. Soprattutto se il tu-more era solo locale o se si era-no già formate metastasi. Ma l’ospedale poteva offrirgli un appuntamento per gli ulterio-ri esami solo dopo due setti-mane. Jürg non voleva assolu-tamente attendere tanto: «Anche se la diagnosi non è forzatamente una sentenza di morte, volevo fare chiarezza rapidamente. Non sapere come procedere mi affliggeva molto.» Dunque ha cercato

senso 1•1318

un’altra clinica che potesse offrirgli un appuntamento più prossimo. Qualche giorno dopo era chiaro che l’operazione era assolutamente necessaria.

Limitazioni per tutta la vitaA seconda dello stadio e dell’aggressività del tumore si possono considerare vari trattamenti; ad esempio l’irradiazione, la terapia ormonale, la chemioterapia o, come nel caso di Jürg, la prostatectomia. Le probabilità di una guarigione duratu-ra sono molto buone fintanto che il tu-more resta circoscritto alla prostata. Ma l’operazione nasconde comunque rischi, le cui cifre variano a seconda della fonte: dal 5 al 15 per cento dei pazienti è incon-tinente dopo l’operazione e dal 20 all’80 per cento resta impotente, a seconda del-lo stadio del tumore, dell’età del paziente e dell’esperienza del medico. Anche Jürg ha dovuto prenderne atto. «Dovrei porta-re assorbenti per sempre? E la mia vita sessuale sarebbe finita?» Queste eventua-lità lo inquietavano, voleva maggior sicu-rezza e ha chiesto in giro. È stato così che ha incontrato un conoscente che si era fatto asportare la prostata a Monaco. «Lo-dava il trattamento e anche il risultato. Di modo che anch’io volevo farmi opera-re là e mi sono rivolto a Helsana per la garanzia di assunzione dei costi.»

Clinica specializzata ad AmburgoNon poteva sapere che anche Helsana si stava occupando in quel momento dello stesso argomento ed era in trattativa con

la Clinica Martini di Amburgo, specializ-zata esclusivamente sui tumori alla prostata. Questa clinica fa parte del com-plesso ospedaliero universitario di Am-burgo-Eppendorf e, con oltre 2000 opera-zioni alla prostata all’anno, i suoi medici contano tra i chirurghi più esperti al mondo in questo campo.

L’elevato grado di specializzazione e la trasparenza hanno destato l’attenzione di Helsana. «La medicina di punta relativa all’asportazione della prostata c’è anche in Svizzera», dice Alex Friedl, che coordi-

na l’acquisto di prestazioni presso Helsa-na e assiste il progetto pilota con la Clini-ca Martini: «In questo campo non c’è comunque un altro ospedale che comuni-chi con tanta chiarezza i dati relativi alla qualità e garantisca addirittura per con-tratto le quote di riuscita. Inoltre i dati re-lativi ai casi sono impressionanti. Non sono così elevati in ogni ospedale.»

L’intervento è meno costoso che in Svizzera? Friedl: «Al contrario. A Helsana l’operazione costa di più. Questo viene dal fatto che per questi trattamenti all’e-stero i cantoni non assumono costi. In

Helsana

compenso, proprio quando si tratta d tu-mori aggressivi come nel nostro esempio, si possono evitare costi successivi a lungo termine come le terapie e gli assorbenti, perché grazie alla preservazione delle fi-bre nervose si riduce il rischio di inconti-nenza e di disfunzione erettile. Questo metodo non è offerto in tutti gli ospedali della Svizzera.»

Ci sono costi anche per il paziente: l’as-sicurazione obbligatoria delle cure medi-co-sanitarie copre solo le prestazioni ero-gate in Svizzera. Per le cure pianificate all’estero è dunque necessaria un’assicu-razione integrativa ospedaliera. L’aliquo-ta percentuale varia a seconda della va-riante assicurativa.

In considerazione del gran numero di casi non sarebbe sensato riunire anche gli specialisti in Svizzera? L’urologo Martin Baumgartner del Centro prostata dell’O-spedale cantonale di Aarau ci dice in me-rito: «Con il nuovo sistema tariffale dei forfait per caso avrà luogo automatica-mente una concentrazione dell’offerta.» Ma per questo c’è bisogno di tempo. Se-condo Baumgartner da noi non si giunge-rà mai al punto, come in America, che un chirurgo esegue, ad esempio, unicamente asportazioni dei reni. «Si tratterebbe di un sistema completamente nuovo.» Helsana auspicherebbe una maggiore specializza-zione degli ospedali. «L’esempio della Cli-nica Martini mostra che un ospedale può avere successo anche se si concentra su competenze centrali selezionate. Questo aumenta il numero di casi e quindi anche i buoni risultati», dice Friedl.

Jürg è stato il primo cliente di Helsana a beneficiare di questa collaborazione. «Siamo partiti già due settimane dopo la diagnosi.» Sua moglie lo ha accompagna-to ad Amburgo. Ricorda bene l’atmosfera eccellente in ospedale, su richiesta si po-teva avere un bicchiere di vino a cena. Jürg era contento di trasferirsi dalla clini-ca in albergo dopo cinque giorni, «ci si sente subito un po’ meno pazienti». Im-pressionante è stata anche l’assistenza personale, «di me si è occupato sempre lo stesso medico». Nella Clinica Martini il chirurgo è competente per i suoi pazienti dalla prima visita all’uscita dall’ospedale. «L’informazione è fondamentale. Nel caso

* In ambito privato Jürg discute e risponde volentieri in merito all’argomento tumore alla prostata, ma non intende farsi trovare in eterno su Google e per questo rinuncia alla citazione del nome intero.

RichiestaLe persone interessate si rivolgono al Centro di competenza Estero di Helsana, signora Andrea Geissbühler, 043 340 59 45.

Stabilire il contattoHelsana prende contatto con la Clinica Martini. Il paziente invia gli atti medici ad Amburgo.

Colloquio di consulenza I medici della Clinica Martini esaminano gli atti medici e prendono contatto con il paziente.

AppuntamentoAl più tardi entro una settimana c’è la proposta di una data. Prima dell’operazione ha luogo un altro colloquio approfon-dito con il paziente.

Modo di procedere per gli interventi all’estero

Il tumore alla prostata ha travolto Jürg. Si sentiva sano e im-provvisamente ha

dovuto occuparsi di incontinenza, di impo-tenza e dell’eventuali-

tà della morte.

19 senso 1•13

Helsana

Foto: pgc

Prestazioni supplementariUna degenza ospedaliera può preoccupare. Bene se si ha la libera scelta.

Chi non vuole avere limitazioni in caso di una degenza ospedaliera, si premunisce con un’assicurazione integrativa, ad esempio per il reparto semiprivato con HOSPITAL PLUS oppure per quello privato con HOSPITAL COMFORT. Oltre ad una maggiore sfera privata e comfort in camera, sarete curati dal medico da voi scelto nell’ospedale che volete. L’assicurazione ospedaliera paga inoltre per le degenze stazionarie all’estero, non solo per i casi di pronto soccorso, ma anche per gli interventi e le cure pianificate. Helsana offre agli assicurati con un’assicurazione ospedaliera l’accesso a centri di competenza riconosciuti internazionalmente e specializzati in un ambito specifico. Ad esempio la Clinica Martini di Amburgo, specializzata sui tumori alla prostata.

Il secondo parere dà sicurezzaIn caso di malattie gravi un secondo parere di esperti è utile per optare per la terapia migliore. Helsana contatta un professore competente nell’ambito in questione, che vi consiglia, chiarisce la diagnosi e i fattori dei disturbi e verifica la proposta terapeutica. Un’altra prestazione di servizio per gli assicurati con copertura per il reparto semiprivato e privato è fast track. Invece di attendere più settimane o addirittura mesi per ottenere una visita presso uno specialista, Helsana vi garantisce l’accesso alla prima consul-tazione di un primario entro una settimana.

Consulenza personaleLe prestazioni dell’’assicurazione ospedaliera: www.helsana.ch/hospital_it oppure richiedete una consulenza personale: 043 340 91 42.

rebbe probabilmente rimasto impoten-te, come dice Graefen. Con questo procedimento, che è tra l’altro applicato anche nel Centro prostata di Aarau, il patologo esamina durante l’operazione i bordi del tessuto asportato per indivi-duare eventuali cellule cancerogene. Queste si rilevano solo al microscopio. Il chirurgo sa subito se deve tagliare anco-ra. «In questo modo tocchiamo solo lo stretto necessario invece di asportare di più per la guarigione del tumore.»

Jürg deve però ancora riguardarsi. Adesso impiega il tempo per definire nuove priorità nella sua vita. «La mia sa-lute è in primo piano.» E gli interessa anche quella dei suoi colleghi. Quanto meno fa da ambasciatore per la preven-zione contro il cancro.

Testo: Daniela Schori

ideale la compagna del malato è presen-te in occasione della consulenza. È an-che la prima ad essere informata in me-rito al decorso subito dopo l’operazione», spiega Markus Graefen, primario della Clinica Martini, che ha operato Jürg.

Quando, dopo 12 giorni, Jürg ha potu-to essere liberato dal catetere, la minzio-ne ha funzionato subito. «Nel tragitto di ritorno ci siamo trovati nel bel mezzo di un ingorgo. Ma non ho perso una sola goccia d’urina!»

Elevate quote di riuscitaIl tumore alla prostata è l’affezione tu-morale più frequente dell’uomo, con 6000 nuovi casi all’anno in Svizzera. All’inizio è raro che si manifestino di-sturbi. Anche Jürg non si era accorto di niente: «La prevenzione è dunque mol-to importante, al più tardi dai cinquan-ta anni d’età. Molti dei miei colleghi evitano gli esami, probabilmente per paura della verità. Io la penso diversa-mente, perché a mio avviso solo gli esa-mi medici danno la sicurezza.»

Approssimativamente, tra i clienti di Helsana, circa 800 uomini all’anno si ammalano di tumore alla prostata. Sen-za la diagnostica estemporanea Jürg sa-

«Helsana è la prima assicurazione svizzera con

la quale collaboriamo.»

Prof. dott. med. Markus Graefen, primario della Clinica Martini.

La Clinica Martini in cifre

2005è l’anno in cui viene fondata la Clinica

Martini come affiliata all’ospedale

universitario di Amburgo-Eppen-

dorf. La specializza-zione su una sola

malattia è unica in tutta la Germania.

2300asportazioni di

prostata eseguite dalla Clinica Martini

nel 2012.

10 %per cento dei pazienti viene

dall’estero.

25 000dati di pazienti sono a disposizione della

clinica per la ricerca.

92 %degli uomini operati con preservazione delle fibre nervose prima dei 60 anni

d’età è potente.

Altre cifre e informazioni: www.martini-klinik.de

96 %degli uomini operati

prima dei 60 anni d’età è continente.

20 senso 1•13Illustrazione: Martin Haake

La prima «casa della salute» della Svizzera

Helsana

Lo scorso mese di settembre il medico Philippe Schaller ha aperto nel canton Ginevra la Cité Générations, il primo centro medico in Svizzera nel quale si può anche pernottare. L’innovativa idea non entusiasma solo i pazienti.

21 senso 1•13

Helsana

In realtà voleva diventare artista, musi-cista oppure pittore. E invece ha studia-to medicina. «Ho sempre sentito il biso-

gno di partecipare alla grande avventura umana e di sviluppare progetti innovati-vi.» Chi dice questo si chiama Philippe Schaller ed è un medico di Ginevra. La sua «opera magna», il centro Cité Généra-tions, è un progetto pilota per tutta la Sviz-zera. Schaller, che ha conseguito un diplo-ma in materia di organizzazione sanitaria presso l’Università di Montreal, ha elabo-rato durante dieci anni a Ginevra il con-cetto del centro Cité Générations e ne ha supervisionato la costruzione. Tutto con caparbia tenacia ed esponendosi a grandi rischi economici perché il progetto non ha mai beneficiato di nessun sussidio.

Un’alternativa all’ospedaleL’edificio a minergia di color marrone nel comune ginevrino periferico di Onex, rag-giungibile con il tram dal centro di Gine-vra, ha praticamente tutto quello che una «casa della salute» può offrire per la salute della popolazione. Nel centro lavorano circa 230 persone, tra cui 40 medici.

Oltre ad essere un centro di pronto soc-corso 24 ore su 24, ha anche una sezione spitex. Offre inoltre trattamenti parame-dici e di medicina alternativa: ergoterapia, omeopatia, osteopatia, psicoterapia, podo-logia e riflessologia plantare. Ha poi una farmacia, dentisti, un centro per l’udito e una stazione per le cure mediche ambula-toriali. L’offerta è completata da un repar-to con 14 letti per casi di breve durata e per casi più lunghi di medicina palliativa.

Il progetto di Philippe Schaller dà una risposta alla domanda: «Come evitare i ri-coveri ospedalieri di pazienti con malattie croniche e di persone anziane che non ne-cessitano di una degenza in un ospedale per malattie acute?» Oltre alle due possi-bilità «restare a casa» e «ospedale, risp. casa di cura», attualmente non ci sono quasi altre alternative.

Pernottamento ambulatorialeUn esempio: una donna di 84 anni, chia-miamola Jeannine Dubois, vive a Gine-vra. Dopo una caduta accusa un dolore pungente al fianco destro. Il suo vicino la accompagna al centro Cité Générations,

dove viene visitata da un medico del pronto soccorso. Non ci sono ossa rotte, ma forti ematomi. Sono già le ore 20 e la paziente non può più andare a casa, dato che vive da sola. Rimane dunque nel re-parto dei letti da degenza breve.

Siccome è diabetica, la mattina dopo riceve un’iniezione di insulina; grazie alle pastiglie i suoi dolori si sono ridotti. L’or-ganizzazione spitex passa da lei e organiz-za per il giorno successivo l’appuntamen-to per le cure a domicilio e il sevizio pasti. Così che la signora Dubois può rientrare a casa il terzo giorno; il suo diabete è regola-to, i dolori sono quasi scomparsi.

Restare autonomi più a lungoIn passato la signora Dubois, spiega Phi-lippe Schaller, avrebbe dovuto recarsi al pronto soccorso di un ospedale. «In casi simili i pazienti trascorrono sovente più settimane in ospedale. Questo genera co-sti elevati e, cosa ancora peggiore, durante tale periodo i pazienti perdono il contatto con il loro ambiente sociale. A questo si aggiunge l’indebolimento dei muscoli do-vuto alla posizione supina per lungo tem-po.» Il nostro sistema sanitario fa registra-re una gran perdita di prestazione, rileva Schaller. Si riferisce, tra l’altro, a una ricer-ca del dott. Olivier Rutschmann, che ha

esaminato nel 2003 i servizi di pronto soc-corso delle cliniche universitarie ginevri-ne. La ricerca ha concluso che la collabo-razione tra i medici, gli ospedali, le organizzazioni spitex e le istituzioni so-ciali lascia a desiderare. Mancano inoltre centri per l’erogazione di prestazioni am-bulatoriali. Con ambulatori multidisci-plinari si potrebbe evitare fino al 40 per cento di tutte le degenze ospedaliere.

Philippe Schaller e dell’avviso che «gli attuali metodi di finanziamento non ten-gono il passo con l’evoluzione della socie-tà.» Gli assicuratori malattia hanno ben accolto il modello del centro Cité Généra-tions, ma non pagano ancora le prestazio-ni ambulatoriali relative ai suoi letti per breve degenza. Helsana invece? Costitui-sce l’eccezione. «Siamo pronti a collabo-rare con il centro Cité Générations per-ché apprezziamo questo modello innovativo», dice Muriel Richet-Decking, addetta all’acquisto di prestazioni presso Helsana. Lei e Helsana collaborano già da tempo con la rete di medici «Réseau Del-ta». Anche questa, come il centro Cité Générations, è un’opera realizzata da Phi-lippe Schaller.

Testo: Elisabeth Hörler

Dall’autunno 2011 gli studi medici Medix di Berna e Zurigo offrono ai loro pazienti uno studio medico online. «I pazienti siedono di fronte al medico solo per il 25% del tempo della visita medica» dice il dott. med. Adrian Wirthner, direttore di Medix Berna. «Il resto del tempo lo trascorrono nella sala d’attesa o nel tragitto di andata e ritorno.» Considerando che oltre il 50 % dei pazienti bernesi di Medix interpella-ti ha espresso l’esigenza del contatto online con il proprio medico, Medix e la ditta In4medici-ne hanno sviluppato l’idea delle

studio medico online. I pazienti possono così porre semplici domande mediche o amministrative in ogni momento tramite Internet e richiedere i risultati di esami, valori di laboratorio o informazioni sui medicamenti. Questo fa risparmiare consultazioni. «Questa piattaforma Internet soddisfa le massime esigenze di sicurezza, come l’e-banking», dice Wirthner. La piattaforma è solo a disposizione dei pazienti dello studio medico. Peraltro più della metà degli utenti bernesi ha più di 40 anni, il più anziano ha addirittura 86 anni.

Il nuovo studio medico online di Medix

22 senso 1•13

Helsana

Foto: pgc

I dirigenti di Helsana regalano tempoI dirigenti di Helsana si sono immedesimati volontariamente nel ruolo di assistenti: l’azienda organizza gite per gli ospiti di case di cura e per anziani.

«Qui comanda lei», ha detto pacatamen-te Daniel H. Schmutz, CEO di Helsana. Durante la gita con gli ospiti della resi-denza Bethesda di Küsnacht, la signora a lui affidata voleva fare di testa sua. Lo scorso anno ci sono stati tre eventi simili. Ogni volta quindici dirigenti di Helsana hanno creato il diversivo con grigliate e picnic in case di cura e per anziani. Per quanto possa sembrare semplice, una gita con persone bisognose di cure o de-menti, nella quotidianità della casa di cura, non è fattibile senza aiuto esterno.

«Le gite che si sono svolte a tarda esta-te l’anno scorso hanno avuto un tale suc-cesso da ampliare quest’anno l’iniziati-va», dice Nadine Sauber, che si occupa di gran parte dell’organizzazione. In questo

modo Helsana dà un piccolo, ma concre-to contributo per un settore sanitario più umano. Questo avviene consapevolmen-te con le case di cura perché così non pos-sono nascere conflitti con interessi com-merciali. Nel contempo anche i dirigenti di Helsana imparano: hanno una visione della quotidianità dei pazienti e del per-sonale infermieristico e possono avere con loro uno scambio diretto di idee. L’i-niziativa suscita reazioni positive: «Ab-biamo avuto un pomeriggio fuori dall’or-dinario e questo ci ha fatto bene», ha scritto a Helsana Thomas Holliger, diret-tore della casa di cura Lindenfeld. «Ab-biamo potuto regalare un po’ di tempo.»

Testo: Julia Franke

1

4

3

5

62

23 senso 1•13

Helsana

1 e 2 L’intrattenimento musicale organizzato privatamente ha regalato buon umore.

3, 4 e 5 Gli ospiti della casa di cura e per anziani hanno goduto la giornata nella natura.

6Una delle escursioni ha portato al castello Wildess nel canton Argovia.

E dopo il lavoro, occuparsi del padre malatoLavorare e nel contempo assistere familiari: questo è il caso per una persona su dieci. I datori di lavoro possono essere un sostegno importante per queste persone.

professionale Kalaidos, sezione Sanità, sviluppa soluzioni pratiche con il con-corso di altri partner. In tale contesto Hel-sana sostiene il nuovo progetto «work & care plus»: stabilisce il contatto con i suoi clienti aziendali e mette a disposizione locali per i colloqui con i responsabili del personale. Per un opuscolo, che esiste già in lingua tedesca, Helsana finanzia inol-tre nuovi ritratti di lavoratori in situazio-ni simili nella Svizzera romanda e in Tici-no. In più Helsana tiene corsi d’istruzione in collaborazione con Careum F+E e l’uf-ficio «UND». In questi corsi i responsabi-li delle risorse umane e i superiori impa-rano a realizzare strutture con le quali i collaboratori possono conciliare meglio il loro lavoro e le cure assistenziali ai loro familiari. In questo modo i datori di lavo-ro favoriscono la salute dei loro collabo-ratori e li fidelizzano nei confronti dell’a-zienda, garantendosi il mantenimento di un prezioso know-how.

Testo: Daniela Diener

Da due anni Gaby S. rasenta i suoi limiti: divorziata, è madre di due adolescenti, la-vora come segretaria e a parte questo si occupa di suo padre malato. Da qualche tempo soffre sempre più spesso di emi-crania. Dovrebbe ridurre i suoi impegni, ma chi farebbe poi il suo lavoro? Gaby S. è una persona fittizia, ma situazioni di questo genere ce ne sono tante. Fanno parte di una generazione definita dagli scienziati come «generazione cerniera»: incastrata tra il lavoro, i figli e i familiari malati. In futuro saranno sempre di più i lavoratori che dovranno occuparsi di fa-miliari malati o disabili. In Svizzera circa il 4 per cento delle persone che lavorano, vale a dire 160 000 individui, ha familiari che necessitano di aiuto e cure a casa. In seguito all’evoluzione demografica, al progresso della medicina e al criterio del-la politica sanitaria «ambulatoriale pri-ma che stazionario», questa cifra è desti-nata ad aumentare.

Il servizio di assistenza sanitaria più grande del mondoI familiari costituiscono il maggior servi-zio di assistenza sanitaria del mondo. La sanità risparmia miliardi in questo modo, ma per il singolo individuo e per la socie-tà questo comporta rischi: la sollecitazio-ne plurima per lungo tempo spinge mol-te persone ai loro limiti psichici e fisici. Ne risente anche la salute. Pur essendoci molti prestatori di servizi che aiutano le persone in questione, l’offerta è ancora lacunosa, poco chiara e per questo spesso anche poco nota.

Istruzioni per le aziendeI datori di lavoro possono dare un aiuto essenziale. Con il programma di ricerca e sviluppo «work & care» l’istituto di ricer-ca Careum F+E della scuola universitaria

I consigli di questo opuscoloL’opuscolo è pubblicato su www.helsana.ch/negozio_online. Esso può anche essere ordinato tramite e-mail all’indirizzo: [email protected].

Organizzazione e aspetti fi nanziari e giuridici

Familiari bisognosi di cure – come conciliare assistenza, famiglia e lavoro

24 senso 1•13

Helsana

Foto: Jürg Waldmeier

Mi concede un ballo?Walzer viennese, discofox e prevenzione delle cadute:

con il ballerino professionista Edi e il suo team agli eventi di danza di Helsana.

25 senso 1•13

Helsana

L a signora novantenne mette con piacere da parte il suo bastone: «Adesso si balla!» Subito si alza

suo marito e prega Edi, il ballerino al suo fianco, di fare attenzione perché sua mo-glie non è più tanto in forma. Non sareb-be stato necessario. Edi guida la signora con attenzione per un paio di giravolte e sempre ballando la riconduce lentamen-te al suo posto e l’aiuta a sedersi. Tutta questa attenzione non è casuale. Perché Edi è lo specialista per determinate lezio-ni, quelle di ballo. Egli è il ballerino di Helsana e dà ad ogni compagna di ballo la sensazione di avere un bell’aspetto sulla pista da ballo.

Ballare è la passione di Edi. Per tale motivo una volta la settimana si dedica al ballo, per Helsana o come ballerino uffi-ciale. Pratica i balli classici inserendo qual e là un ballo nuovo, vuole semplice-mente regalare gioia. Edi ha partecipato a gare di ballo. Questa non è una premessa, ma dal punto di vista tecnico bisogna es-sere sicuri. Fino ad oggi Edi ha ballato con oltre 50 000 signore.

Oltre a Edi ci sono altre ballerine e bal-lerini nel team di ballo Helsana. Essi provvedono affinché nei balli organizzati da Helsana anche le persone sole possano ballare e i timorosi prendano coraggio. Grazie ai partner professionisti gli ospiti rispolverano balli caduti nell’oblio. «Dopo due o tre passi ci si ricorda tutto.» Questo dà coraggio. E spesso gli uomini,

dopo un ballo con una ballerina di Helsa-na si dirigono verso una signora e la invi-tano a ballare.

Una questione di armoniaEdi dice: «Nei balli di coppia è importan-te trovare l’accordo e sviluppare il ballo insieme. E questo stimola il cervello.» Forse quello dell’uomo un po’ di più, per-ché è lui che guida. Se la coppia fa un er-rore, è sua la colpa. Deve saper riconosce-re: «Che musica suona? Qual è il ballo adatto? Lo so ballare? Oppure quale alter-nativa scelgo? L’uomo deve trovare il rit-mo con la sua compagna di ballo e quindi sviluppare il ballo sulla pista. Il ballo è armonia, tra chi balla e con la musica.»

Proprio perché il corpo e la mente de-vono lavorare contemporaneamente e il coordinamento con il partner stimola di più il cervello, il ballo di coppia è partico-larmente utile per la prevenzione delle cadute. E per tale motivo lo scorso anno Helsana ha organizzato pomeriggi spe-ciali: iniziano con una relazione sulla prevenzione delle cadute, continuano con un aperitivo e finiscono con il ballo, accompagnato da musica dal vivo.

Ogni evento è diverso. Edi tenta ogni volta di sintonizzare sé stesso e il suo team alle regioni. Perché, nonostante la globalizzazione, le persone sono diverse a seconda della loro regione. In particola-re per il ballo. Ad esempio a Basilea: «Qui gli ospiti non vogliono perdere tempo prezioso con l’aperitivo. La pista da ballo si riempie subito e resta affollata per l’in-tera durata di due ore. In Ticino, per con-tro, gli uomini preferiscono prima brin-dare, se la prendono con calma, si rifocillano. Le signore cominciano poi ad

essere impazienti perché vogliono balla-re. Dopo però sono gli uomini a non voler più smettere.»

Edi ama il suo hobby e trova meravi-glioso essere ballerino di Helsana. Si sen-te onorato se può ballare con una signora centenaria, oppure una con deambulato-re, una ex ballerina classica oppure una signora alla quale piace semplicemente ballare e non ne ha più avuto l’occasione da molto tempo. Gli piace dispensare gio-ia, mettere la sua compagna di ballo al centro dell’attenzione, farla divertire e farla ridere.

Una volta è venuto addirittura un me-dico per vedere cosa faceva una sua pa-ziente. Dopo aver guardato un po’ ha commentato: «Qui non c’è bisogno del dottore né dello psichiatra.» Perché balla-re, appunto, fa bene.

Testo: Sabine Hunziker Schmid

ConcorsoVolete migliorare il vostro stile di ballo? Oppure imparare un nuovo ballo? E avete più di 65 anni? Sorteg-giamo per tre clienti di Helsana con accompagnatrice o accompagnatore una lezione privata con Edi ed Elvira.

Partecipazione: via e-mail o cartolina postale con nome, numero d’assicura-to, indirizzo e telefono nonché la parola chiave «Pomeriggio danzante» a: [email protected] oppure Helsana Assicura-zioni SA, Markleting Clienti esistenti PKI, Casella postale, 8081 Zurigo. Il termine di partecipazione è il 2 aprile 2013.

I ballerini di Helsana Edi ed Elvira ballano un discofox. Oltre a loro ci sono altre ballerine e ballerini nel team.

Anche Pro Senectute offre pomeriggi danzanti per persone anziane. Potete trovare le relative indicazioni sotto: www.seniorentanz.ch

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HelsanaHelsana

Stando a statistiche un bambino su cin-que ha bisogno di occhiali e il numero di bambini miopi è in costante aumento. «Le attività ravvicinate praticate per lungo tempo sembrano essere una concausa dell’aumento dei casi di mio-pia», spiega Veit Sturm, responsabile del reparto di oftalmologia pediatrica dell’Ospedale cantonale di San Gallo. Le attività all’aria aperta possono per cont-ro avere un effetto preventivo.

In caso di dubbio dall’oftalmologoQuando si tratta di un bambino piccolo non è facile per i genitori capire se soffre di miopia. Ma ci sono indizi che depon-gono a favore di una visita dall’oculista. Secondo Sturm si tratta, ad esempio, di sensibilità alla luce, lacrimazione, striz-zare l’occhio, strofinarsi gli occhi, batte-re le palpebre frequentemente, malumo-re o irritabilità, posizione inclinata della testa, cambio di distanza leggendo e guardando la televisione oppure episodi di nuove inettitudini.

Varie infermità della prima infanzia, come i danni cerebrali o il ritardo nello sviluppo psicomotorio, possono essere un motivo per chiarire un’eventuale mio-pia o strabismo. Veit Sturm aggiunge: «In caso di mal di testa inesplicabili, di legas-tenia o di difficoltà generali di apprendi-mento, può essere utile consultare un oftalmologo.»

Determinati difetti della vista che ven-gono scoperti solo in età scolare possono, di regola, regredire solo parzialmente. Si tratta qui della cosiddetta ambliopia, un’alterazione della vista senza difetto or-ganico. Per Sturm questo è uno degli ar-gomenti principali nella discussione re-lativa ai controlli della vista sui bambini.

Il bambino sceglie gli occhialiUna volta diagnosticato il difetto della vista da parte dell’oftalmologo, si va dall’ottico per scegliere gli occhiali. Gli occhiali per i bambini devono essere leg-geri e resistenti. Martin Knupfer, docente presso McOptic per la specializzazione

Anche i bambini piccoli possono avere difetti della vista e avere bisogno di occhiali. Ma da cosa ci si accorge che un bambino ha bisogno di occhiali? E cosa è importante negli occhiali per bambini? senso ha voluto saperne di più.

Aiuto, mio figlio ha bisogno di occhiali

Partner di Helsana Con la sua rete di oltre 60 filiali in tutta la Svizzera McOptic è uno dei maggiori ottici svizzeri. L’azienda offre numerose marche di occhiali e usa lenti fabbricate da Optiswiss SA a Basilea. Grazie alla cooperazione i clienti di Helsana beneficiano di vantaggi esclusivi.

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I vantaggi dal 2013: come beneficiare

27 senso 1•13

HelsanaHelsana

Ibernazione? Io vado a sciare!Salve gente! Giusto, ci sono molti castori che in inverno vanno in ibernazione. È una cosa diversa dal letargo e per questo noi castori dobbiamo pensare a nutrirci anche in inverno. I miei consi-mili accumulano in tempo utile rami e tronchi davanti alle loro tane. In questo modo giungono al cibo anche quando l’acqua è ricoperta da una cappa di ghiaccio.

Ma l’ibernazione non fa per me, men che meno da quando lavoro per Helsana. Mi piace la montagna e sono un grande appassionato di sci. Cosa? Voi non credete che io, un castoro, sappia sciare? Allora tirate fuori da sotto la poltrona il vostro tablet PC oppure accendete il computer. Visitate semplicemente il mio sito, facebook.helsi.ch, e cliccate i filmati. Il primo filmato dimostra come io scendo elegantemente, sì, proprio elegantemente, lungo il pendio innevato.

Questo inverno mi troverete spesso sulle piste e mi piacerebbe incontrarvi in occasione dell’una o dell’altra gara dello Swiss-Ski Rivella Family Contest. È un evento per tutti coloro che vogliono passare una giornata serena sulla pista con tutta la famiglia. Per saperne di più leggete a pagina 30 di questa edizione. E per conoscere meglio le mie attività: www.helsi.ch.

A presto gente, il vostro Helsi

La colonna di Helsi

degli ottici, spiega in merito: «Gli occhia-li pesanti sono solo un fastidio superfluo e fanno in modo che il bambino non li accetti.» Ovviamente gli occhiali devono stare bene e questo richiede un adatta-mento accurato da parte dell’ottico. Le montature sportive sarebbero molto adatte per i bambini, in particolare per quelli molto irrequieti.

I genitori e l’ottico fanno una prima scelta preliminare, ma il bambino deve essere coinvolto. «I bambini hanno senz’altro un’idea precisa di come voglio-no i loro occhiali», afferma Knupfer. Questo riguarderebbe più spesso il colore che non la forma, ma alla domanda se gli occhiali sono comodi da portare può ri-spondere solo il bambino.

Una volta acquistati gli occhiali, que-sti devono essere adattati periodicamen-te. Sia perché il bambino cresce sia per-ché gli occhiali vengono strapazzati. La regola prevede un controllo ricorrente dopo un periodo da sei a otto settimane, che è compreso nel prezzo a prescindere dalla frequenza.

Indipendentemente dall’evoluzione della vista, il bambino ha bisogno di nuo-vi occhiali con maggiore frequenza degli adulti a causa della sua crescita. Questo riguarda anche le lenti perché queste de-vono corrispondere alla nuova montatu-ra nella forma e nelle dimensioni, come pure per il centraggio. A proposito: dalla metà del 2012 ci sono di nuovo i rimborsi dall’assicurazione di base per gli occhiali dei bambini.

Testo: Hugo Vuyk

Il rimborso dall’assicurazio-ne di base per le lenti di occhiali o le lenti a contatto ammonta, fino al compi-mento dei 18 anni d’età, fino a 180 franchi all’anno, meno la partecipazione ai costi. Solo con la ricetta dell’oftalmologo.

Rimborso per i bambini

senso 1•1328

«Le manifestazioni podistiche sono il mio allenamento.»Irène Leemann-Feller

Helsana

29 senso 1•13 Foto: Jürg Waldmeier, Helsana

4.Attenetevi al vostro piano

nonostante il cattivo tempo, lo stress o la

stanchezza. La disciplina si può allenare come un muscolo. Le scuse si perdono quanto più

frequentemente correte.

5.Cosa vi motiva a correre? Un compagno d’allena-

mento, la partecipazione ad un evento podistico, la

voglia di dimagrire, un diario d’allenamento?

Cerate di scoprire che cosa vi motiva e vi diverte.

3.In un secondo momento

potrete aumentare il ritmo. Inizialmente concentratevi sulla giusta sequenza dei

movimenti: correte facendo piccoli passi, poggiate

l’intera pianta del piede.

2.Trovate il vostro ritmo

d’allenamento. In quale giorno e a che ora volete intraprendere qualcosa?

Mantenete quello che pianificate. In questo modo

ci saranno meno scuse.

1.Il piacere del movimento è

più importante della prestazione. Che si tratti di passeggiare, di walking o

jogging, muoversi regolar-mente all’aria aperta è il primo passo. Godetevi le

sensazioni fisiche.

Cinque consigli per i principianti

Come viene la voglia di correre? Ad Irène Leemann-Feller grazie alla vincita di una quota di partecipazione ad una manifestazione podistica.

L’aviatrice

maratona? Se non ci sono limiti di tem-po. E quanto si allena per ottenere queste prestazioni? Secondo lei non si allena af-fatto. In ogni caso non in modo mirato. «Le manifestazioni podistiche sono il mio allenamento.» Ogni anno partecipa a 20-30 manifestazioni podistiche e prati-camente porta sempre con sé la biciclet-ta. L’automobile sarebbe veleno per il suo budget, ma anche per la sua salute. «L’at-tività fisica all’aria aperta è per me come una medicina. Mi rende felice.» E fintan-to che resta così in forma potrà decollare con il suo Piper.

Testo: Daniela Schori

nell’aria tutto è diverso, molto più emoti-vo. A volte, di fronte alla bellezza del no-stro paese e allo spettacolo del tempo vado in brodo di giuggiole.» Ha una sen-sazione simile alle innumerevoli manife-stazioni podistiche alle quali partecipa in tutta la Svizzera. Oltre alla compagnia, le piace attraversare zone sconosciute. E la natura offre la rigenerazione totale. Deve sforzarsi un po’ solo se tira vento forte. Inizialmente faceva walking, poi è passa-ta alla corsa, «senza nessuna pressione». La velocità è determinata da come si sen-te. «Mentre corro vedo ogni lumaca.»

Pianifica le sue corse con molto antici-po. «In questo modo non possono esserci scuse», dice. Grazie all’attività fisica rego-lare l’artrosi al ginocchio le fa meno male. Inoltre recupera in fretta. «Dopo la corsa dei 100 chilometri di Bienne, tre anni fa, ho dovuto letteralmente trascinarmi fino alla stazione. Ma la mattina dopo ero nuovamente fresca e riposata.»

Nessun allenamento speciale Se va tutto bene, percorre un chilometro in sei minuti. Le piace correre in salita. Mezza maratona? Nessun problema. Una

I principianti corrono spesso troppo veloci e poi sono frustrati. L’allenatore Urs Gerig conosce queste insidie e dà buoni consigli.

Irène Leemann ricorda con precisione: «Era il 29 maggio 2005». All’epoca ave-va 51 anni e quel giorno aveva preso la

sua borsa da sport ed era andata in treno a Morges per fare walking lungo il Lema-no, insieme a centinaia di altre donne e uomini sportivi. La partecipazione a que-sta manifestazione di walking era pura-mente casuale: l’aveva vinta con un concorso di Helsana. «Mi infastidiva uni-camente la grande quantità di gente.» Ma aveva pensato che la maggior parte delle persone avrebbe camminato più rapida-mente di lei e che in coda sarebbe stato più tranquillo. «È stato fantastico. Le per-sone, la natura, l’atmosfera»! Nel frattem-po ha conosciuto alcuni partecipanti. Chi nel corso degli anni passa da manifesta-zione a manifestazione come lei, incon-tra spesso volti già noti.

Una donna a moto perpetuoQuesta signora con i capelli corti si muo-veva volentieri già da bambina ed è di-ventata maestra di sport. Non ha mai sa-puto stare seduta tranquilla, «ad eccezione della cabina di pilotaggio.» Da oltre 20 anni è insegnante di volo. «Lassù

Vincete il divertimento della corsaVorreste vedere come si svolge una manifestazione podistica? Helsana sorteggia, per l’evento di vostra scelta, cinque quote di partecipazione gratui-te, pernottamento, pranzo e massaggio sportivo compresi per due persone in uno swiss wellness hotel.

Partecipate su www.helsana.ch/concorso o pianificate il prossimo evento su www.helsana.ch/eventi.

Helsana

30 senso 1•13Foto: pgc, Keystone

In breve

Il metodo Feldenkrais sostiene l’approccio dell’autodidattica.

Il metodo Feldenkrais tende al potenziamento del benessere fisico, emotivo e mentale me-diante il miglioramento della percezione del corpo e dei mo-vimenti. Il nome del metodo

si rifà al suo ideatore, ossia all’ambizioso judoka Moshé Feldenkrais (1904–1984). Una lesione al ginocchio da giova-ne lo aveva spinto a studiare l’anatomia umana e i movi-

menti. Il metodo Feldenkrais si addice tra l’altro per il trat-tamento di dolori cronici, in caso di stress e tensioni oppu-re per migliorare il benessere generale e può essere appreso in occasione di un corso.

Maggiori informazioni su www.helsana.ch/rilassamento

Rilassamento

Il metodo FeldenkraisQuesta volta, nella piccola serie di articoli di

senso sul di rilassamento, presentiamo il metodo Feldenkrais.

Per il suo impegno nell’ambito del manage-ment sanitario aziendale, Helsana è stata insi-gnita da «Promozione Salute Svizzera» del marchio di qualità «Friendly Work Space». I collaboratori sani sono più motivati e più effi-cienti, affrontano meglio i problemi e hanno più idee. Pertanto Helsana si impegna per il loro benessere con un management sanitario aziendale sistematico.

Riconoscimento

Friendly Work Space

Fino a marzo 2013 si svolge ancora il popolare Swiss-Ski Rivella Family Contest. Il gruppo Helsana vi partecipa per la prima volta come co-sponsor e voi clienti ne pote-te beneficiare. L’impegno di Helsana rende ancora più in-teressante la partecipazione alla gara di sci e snowboard per l’intera famiglia: per 70 anziché 85 franchi passate tutta la giornata in monta-gna e non dovete preoccu-parvi di nulla. Da tre a cinque membri della famiglia parte-cipano alla gara sugli sci o su snowboard. Il tempo viene fermato non appena l’ultimo membro della famiglia ha raggiunto la linea del tra-guardo. Dopo la gara si può giocare e ci si può divertire nel villaggio o sulle piste a li-bera disposizione. Tutte le famiglie ricevono un omag-gio a sorpresa, anche se non possono salire sul podio dei vincitori. I bambini (anno di nascita 1999 o più giovani) possono partecipare alla gara con uno o due adulti. Non importa se si tratta di genitori, nonni, zii o padrini. Possono affrontare il percorso cinque membri della famiglia in totale.

Informazioni e iscrizione: www.helsana.ch/it/familycontest

Sci e snowboard

Family Contest

La colletta Telethon di dicembre 2012 ha rac-colto circa 2 456 670 franchi, quasi quanto lo scorso anno. Questo denaro servirà a sostenere le famiglie con rare malattie ereditarie. Helsa-na ha messo a disposizione il suo call center presso il servizio clienti di Losanna, dove ses-santa collaboratori di Helsana si sono offerti volontari per rispondere alle telefonate di do-nazione durante il tempo della colletta. www.telethon.ch

Iniziativa di donazione

2,5 milioni per Telethon

31 senso 1•13 Foto: iStockphoto, Crafft

In breve

Numeri importanti

Servizio clienti Per informazioni riguar-danti la vostra assicura-zione malattia, ma anche se l’indirizzo sul vostro esemplare di senso è errato oppure se ricevete esemplari in più non desi-derati. Il numero telefonico del servizio clienti della vostra regione figura in alto a sinistra sulla vostra po-lizza o sull’HelsanaCard.

Numero d’emergenza +41 43 340 16 11 In situazioni d’emergenza (soprattutto all’estero), per questioni relative alla protezione giuridi-ca (Helsana-advocare, Helsana-advocare PLUS) e per il sostegno psicologico immediato, 24 ore su 24, 7 giorni alla settimana.

Consulenza sanitaria telefonica Avete un problema di salute improvviso e non sapete cosa fare? La no-stra consulenza sanitaria telefonica vi aiuta in modo competente. Anche la not-te e il fine settimana.

0800 100 008 (gratuito per i clienti Helsana).

Farmacie con vendita per corrispondenzaMediservice: 0800 817 827Xtrapharm: 0848 100 000Zur Rose: 0848 861 861

Nel 2012 l’UFSP ha aumentato il rimborso del-le strisce per il controllo glicemico. Dynamica-re, partner di Helsana, mantiene tuttavia inva-riati i suoi prezzi bassi e quindi la differenza rispetto ad altri prodotti diventa più grande. Gli assicurati di Helsana ottengono così un prodotto che nei test si situa molto bene, a prezzo di discount. Ne beneficiano in partico-lare i diabetici non dipendenti da insulina. www.helsana.ch/prodotti-per-il-diabete

Glicemia

Risparmio nella misurazione

HelsanaCard

Nuove tessere in aprileChi viaggia in uno stato dell’UE in aprile

dovrebbe portare con sé la nuova Helsana-Card oppure un certificato sostitutivo.

Nelle fiere del lavoro, nelle inserzioni e in In-ternet Helsana si presenta con una nuova veste a chi cerca un impiego. La presentazione mo-stra quello che rende unica Helsana: l’avanza-mento flessibile, le dimensioni interessanti dell’azienda e la responsabilità sociale. Per la prima volta i collaboratori di Helsana compa-iono anche in filmati.

Un’impressione del nuovo ritratto di Helsana come datore di lavoro. www.helsana.ch/carriera

Mercato del lavoro

Nuova immagine

Tutti i clienti che hanno l’assi-curazione di base presso Hel-sana hanno ricevuto nel 2010 una nuova tessera d’assicura-to. Questa scade il 31 marzo 2013. A causa della grande quantità, la produzione e la consegna delle nuove Helsa-naCard avverranno in forma scaglionata entro la fine di marzo. Esse resteranno inva-riate per quanto riguarda l’a-spetto e il contenuto. Il micro-

chip contiene esclusivamente dati amministrativi, che sono stampati anche sulla tessera. Non viene memorizzato alcun dato medico. Come finora, la carta presenta a tergo la tesse-ra sanitaria europea munita di una banda magnetica che con-tiene un numero per la fattu-razione. Se ad aprile vi recate in un paese europeo e non avete ancora ricevuto la nuo-va HelsanaCard, ordinate il

«Certificato sostitutivo della tessera sanitaria europea» presso il servizio clienti o su www.helsana.ch/contatto. Se non presentate la tessera sani-taria valida oppure il certifica-to sostitutivo, i costi delle cure mediche devono essere antici-pati in contanti nel paese este-ro europeo.

32 senso 1•13Foto: Eduard Meltzer/Miss Handicap, iStockphoto

Celine van Till und Michael Fässler

am Tag der Wahl.

Dal suo infortunio a cavallo di quattro anni fa la ginevrina Celine van Till soffre delle conseguenze di un trauma ce-rebrale, ha perso la metà della sua acuità visiva e vede dop-

pio. Oggi va di nuovo a cavallo e partecipa a tornei paraspor-tivi. Michael Fässler di Sissach ha subito all’età di 17 anni, in un allenamento di hockey su ghiaccio, un’emorragia cere-

brale con conseguente emipa-resi del lato sinistro. Dal 2007 fa parte della squadra nazio-nale di tennis da tavolo su se-dia a rotelle. Lo scorso ottobre i due sono stati eletti Miss e Mister Handicap 2012 e ades-so durante un anno rappre-senteranno le persone disabi-li. Il progetto d’integrazione, elezione compresa, è sostenu-to anche da Helsana, come pure dai suoi due azionisti Ar-tisana e Fondation Sana.

Impegno

Ambasciatori della parità dei diritti

Celine van Till e Michael Fässler rappresentano come Miss e Mister Handicap gli interessi dei disabili.

Quando è possibile pianificare il ricovero ospedaliero staziona-rio, si consiglia di re-golare tempestiva-mente i punti in sospeso. Inoltre, a cau-sa del nuovo finanzia-mento ospedaliero, ci sono stati diversi

cambiamenti. Nell’opuscolo «Deve andare in ospedale?», Helsana mostra quali tipi di ospeda-

le esistono e quali sono le differenze tra gli ospe-dali figuranti nell’elenco, le case da parto, gli ospedali convenzionati Helsana e gli ospedali non convenzionati. L’opuscolo spiega inoltre quali prestazioni sono coperte da quali assicura-zioni e che cosa succede quando si cambia il re-parto ospedaliero.

L’opuscolo si può scaricare dal nostro sito: www.helsana.ch/download

Cure ospedaliere

Cosa dovreste sapere primaChi si deve ricoverare in ospedale ha domande da porre. Un nuovo opuscolo di

Helsana dà le risposte sulla scelta dell’ospedale e sulle prestazioni.

Fino alla fine del 2012 Helsa-na aveva delegato alcuni compiti alla Federazione sviz-zera per i compiti comunitari degli assicuratori malattia, in breve SVK. Adesso Helsana svolge direttamente tali fun-zioni per ottenere, a vantag-gio dei clienti, soluzioni anco-ra migliori a costi ancora più bassi. Si otterranno migliora-menti in particolar modo nell’ambito delle garanzie di assunzione dei costi e di altre pratiche amministrative in caso di ventilazione meccani-ca a domicilio, trapianti, diali-si, alimentazione artificiale e medicamenti specifici.

Dato che il contratto tra SVK e i fornitori di letti elettrici sanitari è stato sciolto, nell’in-teresse dei suoi assicurati Helsana stipula nuovi con-tratti diretti. In questo modo si garantisce che dalle assicu-razioni integrative TOP e COMPLETA si possano anco-ra corrispondere i rimborsi per il noleggio e l’acquisto di letti elettrici sanitari.

Trovate i dettagli sotto www.helsana.ch/ letti-elettrici

Contratti

Modifica per i letti elettrici

sanitari

In breve

Prestazioni

Da soli al timone

L’importante in breve

Deve andare in ospedale?Cosa è importante sapere

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di 50 franchi;→ nessuna quantità minima d’ordinazione;→ ordinazioni 24 ore su 24, 7 giorni la settimana;→ consegna comodamente a domicilio di regola entro

due giorni lavorativi;→ pagamento dietro fattura.

Vogliate osservare che lo sconto supplementare del 10 per cento viene dedotto solo dal momento in cui la merce è nel cestino. I prezzi indicati nel negozio si intendono prima della deduzione di questo sconto e gli sconti indicati si riferiscono ai prezzi regolamentari della farmacia Zur Rose.

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Che ne direste di risparmiare veramente ad ogni acquisto di prodotti per la cura del corpo, cosmetici, integratori alimentari, articoli igienici e prodotti per la madre e il bambino? Con la drogheria online della farmacia con vendita per corrispondenza Zur Rose questo è possibile: in qualità di clienti di Helsana beneficiate di uno sconto supplementare del 10 per cento sui prezzi già ribassati. E questo per tutto l’anno.

33 Foto: pgcsenso 1•13

34 senso 1•13

Caffè di radici di tarassaco

La radici si raccolgono in primavera prima che si formi lo stelo. Lavarle con acqua e tagliarle in piccoli pezzi. Spargerle su un panno e lasciarle seccare a temperatu-ra ambiente. Arrostire in padella e in modo regolare i pezzetti di radice essiccati. Quando si saranno raffred-dati, metterli in un recipiente a tenuta d’aria. Prima dell’uso macinare i pezzetti di radice come i chicchi di caffè. Preparazione: far bollire 1 cucchiaino da tè di polvere con 250 ml d’acqua, non lasciare in infusione troppo a lungo (5-10 minuti) altrimenti diventa troppo amaro.

Foto: Martina Meier

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Salute

Il soffione contro i gonfioriIl tarassaco (dente di leone) con i suoi fiori gialli si trova dappertutto. Tutti lo conoscono e i numerosi nomi popolari ne sono la prova. Nella fitoterapia la pianta è considerata disintossicante in quanto favorisce la digestione e la minzione.

con l’assunzione a lungo termine, si possono lenire addirittura i disturbi reu-matici. Inoltre asporta gli accumuli di acqua dai tessuti, li disintossica e stimola la minzione, purificando tutto il corpo dalle scorie.

Fiore inconfondibileIl tarassaco (Taraxacum officinale) cresce praticamente dappertutto, preferisce co-munque i terreni ricchi di humus e ben concimati. Si riconosce dalla caratteristi-ca forma delle foglie e dai fiori di colore giallo acceso. Nessuna foglia è uguale a un’altra, tipica è però la forma laceolata e lobata con margini dentati. A livello del suolo le foglie costituiscono una grande rosetta dalla quale si erge uno stelo cavo che, se viene spezzato, lascia fuoriuscire un liquido lattiginoso amaro. In alto sul-lo stelo, che non ha foglie, troneggia il fiore giallo, costituito da innumerevoli petali fini. Alla sfioritura essi formano i noti «piccoli paracadute» bianchi che il vento sparge in ogni dove.

S icuramente nessuna pianta offici-nale ha mai ispirato tanto il bambino o l’artista che è in noi: i

bambini ne fanno allegre collane, ne tra-mutano i fiori gialli in miele o soffiano il caratteristico frutto a pappo, motivo per il quale è chiamato anche soffione. Nell’arte il tarassaco compare, ad esem-pio, nel quadro «Tristano e Isotta» di Sal-vador Dalì, nel quale Isotta ha un fiore di tarassaco nei capelli. Nel «Gran pezzo di prato» di Albrecht Dürer simboleggia la bellezza nella semplicità dell’essere e per Goethe la tendenza alla spirale del suo stelo era la chiave per vedere più a fondo nei misteri della natura. Il tarassaco è ispiratore anche per il corpo in quanto lo purifica a fondo e questo genera una leg-gerezza che conferisce nuovamente spa-zio e tempo alla creatività.

Dinamico disintossicanteIl tarassaco rimuove dall’organismo i re-sidui che si formano nell’organismo in seguito all’ingestione di cibi di difficile digestione. Con la sollecitazione della produzione di acido biliare si migliora la digestione dei grassi e si riduce nel con-tempo la formazione di calcoli biliari. Inoltre potenzia il movimento gastroin-testinale, sciogliendo i crampi, riducendo la sensazione di sazietà e i gonfiori, di modo che le sostanze nutritive vengano assorbite meglio consentendo una defe-cazione regolare. La funzione digestiva così migliorata impedisce l’accumulo di scorie in tutto l’organismo, così che,

Impiego

Preparazione di tisana Mettere sul fornello 1 cucchiaio (3 – 4 grammi) di foglie e radici di tarassaco con 250 ml di acqua fredda, far bollire brevemente, lasciar riposare 10 minuti, quindi passare al colino e bere quando è ancora tiepido. Se bevuto prima di un pasto stimola l’appetito, durante il pasto o subito dopo previene il gonfiore, il senso di sazietà e la costipazione. A causa dell’effetto di stimolazione della minzione, la tisana non dovrebbe essere bevuta dopo le ore 20.

Miscela spagirica disintossicante 20 ml Taraxacum officinale, 10 ml Verbascum thapsiforme, 10 ml Avena sativa, 10 ml Betula pendula. Durante 6 settimane 3 volte al giorno 3 spruzzi direttamente in bocca, bere inoltre 2 litri d’acqua per favorire l’eli-minazione delle tossine.

è farmacista, fitoterapista e maestra di yoga YS (Yoga Svizzera). Insegna inoltre

fitoterapia presso la Scuola superiore di drogheria a Neuchâtel.

Christine Funke

36 senso 1•13Foto: iStockphoto

Persone

«Sono una persona compassionevole»Sara Lüchinger lavora presso Helsana come case manager. La trentunenne aiuta le persone divenute inabili al lavoro a ritrovare la loro strada nel mondo del lavoro.

ottimale delle cure mediche dei clienti in questione. Ma il mio compito come case manager nel coordinamento interistitu-zionale è un altro: unitamente ai partner già coinvolti, che si tratti di medici, di rappresentanti dell’AI, dell’URC, degli istituti di assistenza sociale, coordino l’ulteriore procedimento.

Il case management è una situazione win-win per le persone in questione, gli assicuratori malattia e le altre parti coinvolte. Una persona che ad esempio ha una malattia cronica va spesso da uno specialista all’altro e non sempre ottiene così le cure migliori. In questo modo cau-sa anche costi elevati. Se però è assistita dal case manager le sue cure si svolgono in modo strutturato e i costi si riducono.

Per il mio lavoro l’empatia è molto im-portante. È essenziale per guadagnare la fiducia del cliente. Questo non è difficile per me, perché sono una persona molto compassionevole. Ma come case mana-ger bisogna anche saper moderare e non temere il confronto, ad esempio quando gli altri partner sono di opinione diversa.

11 anni di cure infermieristichePrima di iniziare a lavorare presso Helsa-na nella primavera del 2011, sono stata infermiera per 11 anni. Volevo diventare infermiera fin dalla prima elementare.

Mi piace il mattino. Se non ho appuntamenti esterni sono in ufficio a Stettbach già tra le 7 e le 7.15. E qui inizio la

giornata sempre con lo stesso rituale: in-nanzitutto mi preparo il mio latte mac-chiato fatto con un espresso e il latte, e quindi accendo il computer in ufficio. Ma a questo punto la routine finisce già. Quello che amo del mio lavoro è proprio il fatto che ogni giorno è diverso.

In qualità di case manager mi occupo di assicurati che in seguito a una malattia o un infortunio non sono più abili al la-voro. Abbiamo moltissimi clienti che sof-frono di dolori cronici oppure che a causa di problemi esistenziali sono giunti all’e-saurimento. Di regola si trovano anche in situazioni sociali ed economiche difficili. Tutti gli assicurati che hanno stipulato l’assicurazione di base presso Helsana e per i quali si evidenzia una problematica multipla hanno il diritto a beneficiare del case management. La premessa fonda-mentale è comunque il fatto che siano motivati a cambiare la loro situazione.

Assistente e coordinatriceI case manager aiutano le persone in que-stione a reintegrarsi nella vita lavorativa e le assistono durante tutto il processo. Ho colleghi che si occupano del decorso

Amo queste cinque cose …

ESPOSIZIONI

Che con gli amici tramuto in eventi sociali.

ROMANZI

Mi piace lo stile degli autori britannici.

37 senso 1•13 Foto: Jürg Waldmeier, Location: urbanbliss.ch

Menschen

38 senso 1•13Foto: iStockphoto

Dopo la formazione professionale ho la-vorato dapprima in un ospedale per ma-lattie acute vicino al mio luogo d’origine Montlingen, nel canton San Gallo. È stato un semestre interessante, ma dato che i pazienti restavano da noi solo per breve tempo, non si poteva instaurare un lega-me con loro. In quel periodo mi sono resa conto che preferisco sostenere a lungo termine le persone emotivamente piutto-sto che somministrare di corsa infusioni, e quindi sono andata a lavorare in una casa di cura e per anziani nel Principato del Liechtenstein. L’ultimo mio impiego è stato in una comunità abitativa di Uster, nella quale vivono adulti mentalmente e fisicamente disabili.

In questo lavoro sono maturata e volevo quindi affrontare nuove sfide nelle quali poter mettere a frutto le mie esperienze precedenti. E questo è il caso adesso. Nel lavoro di case manager posso anche inserire molti aspetti della mia personalità. Sono creativa e questa è un’importante premessa per trovare di volta in volta la migliore soluzione per il cliente. E ogni giorno mi occupo di persone e delle loro storie, una cosa che mi è sempre piaciuta. Traggo anche una grande soddisfazione dal fatto che il mio lavoro è utile. I miei colleghi e io vediamo spesso come i clienti rinascono quando possono riprendere la loro vita di un tempo. Molti sono palesemente rico-noscenti per il nostro aiuto. Questi riscon-tri mi fanno sempre molto piacere. Del mio lavoro mi piace anche il fatto di esse-re parte di un team fantastico e di poter comunque lavorare indipendentemente e pianificare da sola la mia settimana.

La storia è sempre importanteNon mi interessa solo la storia delle per-sone, bensì anche quella delle cose.

Per questo motivo nel mio tempo libero mi piace frequentare i mercati delle pulci e le botteghe dei rigattieri alla ricerca di vestiti, gioielli, mobili e accessori per la casa. Spesso dietro questi oggetti pre-ziosi e polverosi c’è molto più lavoro che nell’oggettistica odierna. Questo mi piace, perché apprezzo la qualità sopra ogni cosa.

Mio marito condivide la mia passione per il vintage e per tale motivo a Winter-thur abbiamo arredato la nostra abitazio-ne con molte cose vecchie. La nostra cuci-na è un misto di stili dagli anni Quaranta agli anni Settanta. E qui che la sera ci sediamo a cena, di regola preparo pietan-ze tradizionali che faceva già mia madre, e parliamo delle esperienze fatte. Parlare della giornata trascorsa davanti a un polpettone con purè di patate o a un fu-mante piatto di spaghetti è per me il miglior distensivo.

Registrazione di Juliane Lutz

Persone

CUCINA Mi piacciono le pietanze

tradizionali come il polpettone.

VIAGGIARE L’Inghilterra e la Tailan-

dia mi affascinano.

RIGATTIERI Delle belle cose vecchie

non ne ho mai abbastanza.

Nell’interesse dei clienti La case manager Sara Lüchinger aiuta gli assicurati divenuti inabili al lavoro a reintegrarsi nel mondo del lavoro. In tale conte-sto coordina il procedimento di tutti i partner coinvolti nel caso.

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Farmacie

Decidere a favore di una

Ho sentito che se si acquista-no i medicamenti sempre presso la stessa farmacia ci sono meno costi. È corretto?Sì, esatto. Il farmacista fattura tasse come, ad esempio, il controllo all’acquisto. Se si reca in varie farmacie la tassa del controllo all’acquisto può essere fatturata più volte nello stesso giorno. Peraltro Helsana sostiene le farmacie con vendita per corrisponden-za Mediservice, Zur Rose e Xtrapharm, perché sono più convenienti e offrono per gli assicurati prestazioni di servizio vantaggiose e una consulenza ineccepibile. Ad esempio, queste farmacie rinunciano a fatturare le tasse per controllo all’acquisto e controllo dei medicamenti.

senso

Articolo in un’edi-zione precedente

Qualche tempo fa ho letto su senso un articolo riguardante un argomento che mi interessa. È possibile avere nuovamente quell’edizione?Come e-paper trova online tutte le edizioni di senso a partire dalla metà del 2008 sotto www.senso.ch/it. Clicchi su «Archivio senso». La pubblicazione o determi-nate pagine di un’edizione si possono salvare come file PDF e quindi stampare.

Ginecologia

Cosa è pagato e con quale frequenza

La ginecologa mi consiglia una visita preventiva ginecologica all’anno. Ma la cassa malati paga tale visita?L’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie BASIS assume i costi di una visita preventiva ginecologica ogni tre anni, compresi gli esami di laboratorio e il Pap-test. Negli anni inframez-zo rimborsiamo la visita dalle assicurazioni integrative SANA oppure COMPLETA. I costi per visite a seguito di disturbi o malattie, compresi i medicamenti dell’Elenco delle specialità, sono coperti dall’assicurazione obbligato-ria delle cure medico-sanita-rie. In questi casi non si tratta di visite preventive.

Trasloco

Comunicare subito il nuovo indirizzo

Sto traslocando. Dove devo comunicare il mio nuovo indirizzo?La cosa migliore è comunica-re i cambiamenti d’indirizzo ancora prima del trasloco, oppure subito dopo. Può farlo semplicemente per telefono tramite il servizio clienti oppure con il formulario di contatto «Per clienti privati di Helsana» sotto www.helsana.ch/contatto. Il formulario di contatto può essere impiegato anche per le modifiche del conto, i reclami, l’ordinazione di documenti per i clienti o per domande in relazione alla copertura assicurativa.

Domande

Avete domande? Michael Meier, responsabile Centro di competenza Servizio alla clientela Svizzera, e il suo team rispondono direttamente alle domande dei clienti. A quelle che sono interessanti per vaste cerchie di clienti, diamo risposta in questa rubrica. Il modo più semplice per porci domande è su www.helsana.ch, sezione «Contatto». Coloro che preferiscono telefonare trovano il numero telefonico del servizio clienti sull’HelsanaCard oppure sulla polizza.

Michael Meier

Helsana Assicurazioni SA, Casella postale, 8081 ZurigoTel. +41 43 340 11 11, fax +41 43 340 01 11, www.helsana.ch

Non solo motivi medici Oggi si pratica il taglio cesareo quale intervento d’urgenza nel caso sia in pericolo la vita della madre o del bambino e quando vi sono complicazio-ni durante il parto. Ci sono inoltre motivi medici a favore di un taglio cesareo pianificato: gravidanze plurigemellari, posizione sfavorevole del feto o decorso difficile della gravidanza. Un motivo non medico è il desiderio di poter decidere il momento della nascita. In merito alla quantità di «tagli cesarei su richiesta» non c’è accordo.

Quanto costa …?

Da Cesare al taglio Questo tipo di parto deve il suo nome a Giulio Cesare, ma il fatto che il famoso triumviro fosse nato tramite parto cesareo fa certamente parte della leggenda, dato che sua madre sopravvisse. Allora si trattava di una rarissima eccezione, perché fino agli inizi dell’epoca moderna il taglio cesareo comportava di regola il deces-so della madre. Si praticava innanzi tutto per salvare il bambino quando la madre era morente oppure per poterli inumare separatamente.

Quote specifiche dei paesi Da noi il taglio cesareo trova applicazio-ne per un parto su tre. 10 anni fa la quota si situava al 25 per cento. Da paese a paese si riscontrano forti differenze: secondo l’OCSE la quota si situa in Messico al 45 per cento di tutti i parti, in Finlandia invece solo al 16 per cento. Per il 2010 si è registrata in Francia una quota di tagli cesarei pari al 20 per cento, mentre la Germania, con il 31 per cento, si situa vicino al valore svizzero che è del 33 per cento.

Foto: iStockphoto

Se un bambino viene al mondo con un taglio cesareo, un ospedale per le cure di base del canton Zurigo fattura in media per questo intervento un prezzo di 7990 franchi. Se la puerpera si ricovera nel reparto semiprivato o privato, il taglio cesareo costa in media rispettivamente 12 230 o 15 340 franchi. Un parto normale viene a costare nel reparto comune di un ospedale 5550 franchi in media, in una casa per partorienti 4390 franchi, nel reparto semiprivato di un ospedale 9190 franchi e in quello privato 11 900 franchi.

Parto

7990 franchi per un taglio cesareo