Sguardi nell’anima

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Sguardi nell’anima 31 agosto – 4 ottobre 2020

www.elisabettalarosa.it [email protected]

Elisabetta La Rosa Art Historian, Curator, Writer

@unaragazzadarte

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Gli Artisti:

Stefano Alisi

Alessandro Andreuccetti

Maristella Angeli

Patrizio Arabito

Eleonora Maria Barbaro – NegrArt

Claudiu Bellocchio

Giuliana Borsi

Sebastiano Branca

Daniele Carnabuci

Marco Castellari

Fabrizio Cisaria

Gianluca De Leo

Pina Delorenzo

Stefano Di Duca

Milo Dodi

Domenico Durante

Nicola Garrasi

Luigi Guerrieri

Lilly Lillà

Liana Madrè

Alba Marchetti

Alessio Mariani

Michele Martucci

Valerio Miari

Mattia Milano

Muac?

Noah

Silvia Perrone

Orlando Poggi

Francesco Rosina

Lilla Sanna

Rana Sayegh

Luisa Schirru

Pietro Soru

Marco Tersigni

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SGUARDI NELL’ANIMA

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Stefano Alisi: la sintetizzazione delle avanguardie a cura di Elisabetta La Rosa Intense suggestioni che si palesano mediante le oniriche visioni e i

cromatismi decisi, che caratterizzano la densità del pensiero artistico di Stefano Alisi. Nell'opera Col...mare le distanze l'artista si concentra sugli opposti, osserviamo in alto uno spicchio di mela e di pera sulla cui sommità si ergono due città. La composizione è issata su due scorci di terra rappresentati in modo speculare.

Simboli geometrici danno voce al senso di lettura dell'opera,

incarnando il concetto di distanza: una distanza culturale, ideologica, una distanza dettata dal difficile periodo vissuto, una distanza che si modula mediante il pensiero del fruitore. Un richiamo di matrice surrealista che da vita alla costruzione volumetrica, dove la barchetta centrale è l'unico elemento che riesce ad unire due "mondi" apparentemente distanti. Intensa è la poetica dell'artista Alisi dove la materia diventa astrazione, un insieme di raffigurazioni geometriche ed allegoriche che richiamano le

geometrie di Paul Klee e le suggestive ricerche scientifiche di Vasilij Kandinsky, dove il dipinto diviene uno scrigno di emozioni che vanno sentite con il cuore. La fusione emozionale di colori, poesia e musica che danno vita all'opera d'arte finita. Alisi consente al pensiero dell'osservatore la libertà di movimento fra le trame dell'opera in maniera quasi incontaminata, dove le figure che danno

vita alla composizione aderiscono alla propria sensibilità individuale. È l'inconscio che vive mediante le suggestioni dell'artista, le tre istanze freudiane, Io, Es e Super-io, si incontrano e si scontrano in un tripudio di intense suggestioni poetiche. Frammenti di vita colti nell'attesa dell'attimo fuggente, geometriche

suggestioni, frutto dell'agitarsi dell'inconscio, danno corpo e materia alla narrazione dell'opera Controvento. L'artista imprime sulla tela le sue suggestioni di ispirazione surrealista assemblandole con la composizione di stampo geometrico-astratto di matrice Kandinskiana. Nell'opera si percepiscono gli echi delle teorie dell'artista russo, il quale affermava: "L'arte oltrepassa i limiti nei quali il tempo

vorrebbe comprimerla, e indica il contenuto del futuro". Su uno sfondo evanescente si ergono immagini frutto di quell'automatismo psichico inconscio che si libra durante il sogno, l'artista Alisi sintetizza le avanguardie artistiche del 900 in un linguaggio personale ed innovativo, collocando nello spazio temporale la geometrizzazione della forma e della figura dando vita ad un tratto pittorico che sintetizza le arti e le scienze astrali. Nell'opera Domani, giornata di raccolto, osserviamo la geometrizzazione del paesaggio che costituisce lo sfondo della

scena, il prato e le nuvole assumono forme geometriche, le cui articolazioni volumetriche sono di matrice scultorea. Nell'opera

converge la sintetizzazione di quelle geometrie frutto dell'elaborata ricerca che parte dall’osservazione della natura e la sue trasfigurazioni interiorizzate su tela, attraverso un procedimento quasi alchemico che mira all'essenza. Teorie che si fondono ad una raffigurazione di impronta surrealista che Alisi sintetizza ed elabora mediante il suo sentire artistico.

Stefano Alisi, Col..mare le distanze, Olio su tela, 40 x 40 cm

Stefano Alisi, Controvento, Olio su tela, 50 x 40 cm

Stefano Alisi, Domani, giornata di raccolto, olio su tela, 40 x 40 cm

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Alessandro Andreuccetti: sinestesie della natura a cura di Elisabetta La Rosa Intense suggestioni poetiche che si modulano mediante le astrette emozioni

cromatiche, che trovano il loro compimento nell'essenza della natura. Questo è fulcro della poetica artistica di Alessandro Andreuccetti, artista che ritrova se stesso nella sua personale visione della natura. Un "labirinto viola" è quello che prende vita nell'opera Purple Maze, osserviamo le foglie che dominano la scena e che si tingono di sfumature cromatiche che variano a seconda del pensiero che le domina. Si riescono a carpire le sfumature

celesti del cielo di fondo che pian piano si addensano in un cromatismo che dal rosa verte in un porpora sempre più intenso. Sono le sfumature dell'anima dell'artista che trova il completamento di se stesso mediante la natura. L'osservatore si perde fra le fronde che esplodono e si diramano in tutta la porzione della tela, un labirinto emozionale cui fulcro è la passione per l'essenza della vita, incarnata dalla natura. Nella sua valenza simbolica la foglia incarna il

rinnovamento, la crescita e la fertilità, l'incedere delle stagioni come il mutare delle sfumature cromatiche delle foglie richiama l'essenza intima dell'essere umano. Nell'opera Nel giardino l'osservatore viene immerso in un tripudio di suggestioni cromatiche, campiture di colore dense coinvolgono il fruitore in

un'esperienza multisensoriale che ingloba la mente e i sensi. Un giardino di Sinestesie astratte frutto della passione dell'artista per la natura, che in ogni opera assume sembianza differenti adattandosi alla proiezione di chi osserva. Il colore è bilanciato, le velature si sovrappongono senza mescolarsi, straordinaria è la capacità tecnica dell'artista che

con il gesto pittorico rende viva la materia cromatica. L'astratto della materia si fonde con la suggestione della figura dettata dalle linee cromatiche di colore nero, che accennano il dettaglio figurativo. Oniriche visioni si articolano mediante le cromie evanescenti che vivono nell'opera Violet.

L'artista guarda alla natura per dare voce alle suggestioni del proprio animo. La forma dei fiori si articola mediante l'armocromia dei colori, l'artista infatti bilancia il colore sulla tela dando vita ad un connubio di definizione della forma e all'informale della materia cromatica. Nella sua valenza simbolica, la viola simboleggia la nobiltà, il rispetto, il successo, grazia e femminilità che suggellano il loro incontro tra le intense sfumature

cromatiche vibranti sulla tela. Un viaggio alla scoperta di sé, è ciò che l'artista

Andreuccetti invita ad intraprendere a coloro che si immergono nelle sue opere.

Alessandro Andreuccetti, Purple Maze, Acrilici su tela, 100 x 100 cm

Alessandro Andreuccetti, Nel giardino, Acquerelli su carta, 100 x 70 cm

Alessandro Andreuccetti, Violet, Acrilico su tela, 100 x 100 cm

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Maristella Angeli: l’anima nell’arte a cura di Elisabetta La Rosa "Dicono che gli artisti siano messaggeri celesti, che ricevano da entità

superiori energie spirituali, cioè sono coloro che possono far giungere ai più, messaggi di conforto, di aiuto, di speranza. Sguardi dell’anima di un artista, trapelano attraverso i suoi dipinti." Ci addentriamo, supportati dalle parole dell'artista, nell'opera Messaggi dal cielo. Intensa è la propensione di

Maristella all'infinito del cosmo, osserviamo le fitte radici stagliarsi nel cielo infinito della vita, intenso è l'impatto spirituale che anima l'opera e che vive per mezzo del colore che veicola le suggestioni dell'artista. I cromatismi sono intensi, il blu di fondo, oltre a richiamare il cielo, incarna anche la calma e l'equilibrio dell'anima umana. Il giallo richiama la luce solare e quella dell'intelletto dando vita allo spettro luminoso che muove le fila dell'animo dell'artista e che apre uno squarcio sul suo mondo interiore. Un portale sul gesto pittorico frutto di un'attenta ricerca sul proprio Io che si erge su passione

e sensibilità quali frutto di un dono celeste. "La casa dei sogni, proprio lì vengono tenuti, con grande cura, i sogni di ognuno. Chi sognava di diventare attrice, chi di diventare regista, chi scenografa, chi astronauta o magari di poter distruggere il male per far

trionfare il bene, di salvaguardare il nostro pianeta, la flora e la fauna. Sperare che il sogno più importante si possa avverare: che non ci possa essere più violenza, né delinquenza, né guerra.

Tanti i sogni a cui abbiamo dovuto rinunciare, per motivi diversi ed è bello pensare che non siano andati perduti, ma che siano stati ascoltati e nascosti, così da preservarli nel tempo." Supportati dalle parole dell'artista Angeli ci addentriamo in un mondo onirico, dove il colore diviene materia liquida su tela penetrando nell'Io di chi osserva. Maristella ci conduce nei meandri dell'inconscio, lì dove risiedono i sogni. L'artista, mediante una pittura capace di fondere l'astrazione dell'inconscio con la realtà tangibile, plasma delle sfumature cromatiche che variano sulle tonalità del blu, colore dell'armonia e dell'equilibrio. Maristella anela a quel mondo fatto di bellezza, dove l'arte fortifica e unisce, un mondo plasmato di sogni che si librano sulla tela dell'artista plasmandone l'anima.

L'opera evoca gli abissi del mare, l'artista è estremamente legata alla raffigurazione della natura che ella uniforma al colore secondo il proprio sentire. "Come il tempo è successione di luce e di tenebre (notte ↔ giorno / inverno ↔ estate), così lo spazio è un continuo ciclo di passaggio tra il mondo mortale e il mondo

eterno. I cicli dei giorni, dei mesi, degli anni, sono soltanto l'aspetto temporale di quel continuo flusso ontologico che trasfigura i due stati della realtà – il buio e la luce, la potenza e l'atto, la vita e la morte, il naturale e il

Maristella Angeli, La Casa dei sogni, Acrilico su tela, 50 x 60 cm

Maristella Angeli, Aldilà del tempo e dello spazio, acrilico su tela, 50 x 2,10 cm

Maristella Angeli, Messaggi dal cielo, Acrilico su tela, 60 x 80 cm

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soprannaturale, il fisico e il metafisico – l'uno nell'altro, in un eterno alternarsi da cui deriva l'essenza stessa del mondo in cui viviamo.” Racconta come l'opera sia animata dallo slancio di andare oltre i confini temporali, passato e presente si incontrano, così come coloro che sono vissuti nel passato si incontrano con i viventi. La matrice profonda che anima le opere dell'artista Angeli è quella onirica che però si spinge al di là del confine metafisico incontrando il reale. Una riflessione profonda sull'anima che riecheggia nelle sfumature cromatiche ove il tratto pittorico si condensa in una fluidità materica che si suggella nel pensiero intrinseco dell'artista, la realtà tangibile si incontra con la surrealtà. La natura, i fenomeni atmosferici plasmano quell'intimo incontro divenendo portavoce dell'indagine artistica di Maristella Angeli.

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Patrizio Arabito: frammenti dell’anima a cura di Elisabetta La Rosa Il colore vive e diventa materia, la figura si fonde ad uno sfondo evanescente

supportato dalla potenza del gesto pittorico. Nell'opera Donna con veste blu emerge la carica emotiva della materia che l'artista Arabito utilizza per narrare se stesso. La raffigurazione femminile, nella sua valenza simbolica, incarna l'origine della vita, l'artista la rende centrale, conferendo tridimensionalità alla figura mediante lo sfondo e le velature di colore supportate dall'incisività della spatola.

Patrizio

ci mostra il suo modo di guardare e di carpire la bellezza femminile, notevole è la resa del volto appena accennato ma dalla quale riusciamo a scorgere gli occhi della donna. L'artista conferisce all'osservatore la possibilità di interpretare lo sguardo come fosse una proiezione di se stesso, al fine di renderlo partecipe della costruzione ideale dell'opera. Nell'opera Testa di donna dinamica, campiture di colore intense animano la tela fondendosi allo studio del volto femminile, che l'artista delinea mediante pochi tratti di colore scuro. Interessante è lo studio del dinamismo, che emerge mediante le velature di

colore che conferiscono all'opera un moto circolatorio sostenuto dal capo leggermente curvato. Osservando le campiture astratte di colore, esse incarnano, mediante la loro valenza simbolica, i sentimenti umani. L'artista imprime sulla tela i colori dell'anima riprendendo la teoria sul colore dell'artista russo Vasilij Kandinsky che, nelle sue teorie sull'uso dei colori, stabilì un nesso strettissimo tra l'opera d'arte e la dimensione spirituale. E così l'artista Arabito vede nell'intensità del cromatismo quel "mezzo per influenzare direttamente un'anima."

Nella memoria del tempo vivono gli sguardi, le anime, i solchi del passaggio di un'anima nel mondo. Intensa è la poetica pittorica che si cela nell'opera I segni del tempo, suggella l'incontro fra passato e contemporaneità. Partendo dalla composizione figurativa la donna incarna i ritratti di impronta rinascimentale, la postura e il volto ruotato verso l'osservatore, fortemente dipendente dalla tradizione classica che adotta un unico schema di presentazione, il profilo, e una finalità celebrativa e commemorativa. L'impostazione classica viene interrotta da una matrice cromatica che richiama l'espressionismo astratto, dove il colore determina quei "segni del tempo" di cui l'artista parla nel titolo dell'opera. Il titolo è indice di una duplice interpretazione: il tempo inteso come passaggio temporale dall'età giovanile a quella più adulta e di cui l'essere umano ne porta i segni sul volto, ma anche il cambiamento nell'arte determinato dalle avanguardie, che l'artista incarna nei due linguaggi pittorici sintetizzati sulla tela, di cui l'uno è il completamento dell'altro.

Patrizio Arabito, Donna con veste blu, Olio su tela, 20 x 25 cm

Patrizio Arabito, Testa di donna dinamica, Acrilico su tela, 30 x 30 cm

Patrizio Arabito, I segni del tempo, Olio e Acrilico su tela, 40 x 40 cm

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Eleonora Maria Barbaro – NegrArt: Il respiro della Madre Terra a cura di Elisabetta La Rosa

Intense sono le emozioni che l'artista Eleonora cattura sulla tela, nelle sue opere la vita si fa arte e la figura umana si fonde alla natura generando intime suggestioni. Nell'opera Fragranza d'ebano l'artista pone al centro della tela il volto umano, generato dall'esplosione floreale che lo circonda. Prorompente è il richiamo alla Madre Terra come si evince anche dal titolo, dove l'ebano è un legno duro, compatto e scuro che si ricava da diverse

specie di alberi del genere Diospyros, della famiglia delle Ebenacee. Un'esplosione multi sensoriale dove la natura e la donna si fondono quali generatrici di vita, la celebrazione dell'essenza umana si manifesta nella potenza materica di cui è intrisa la tela. Il fermo immagine di un attimo, un momento eterno impresso sulla tela. Un soffio incarnato dalle intense sfumature cromatiche che aderiscono al pensiero etereo di chi le osserva. Riverbera, nell’opera Love Breathe, l'interesse dell'artista NegrArt per la Madre Terra, dove la Luna è il fulcro dell'opera, la chiave d'accesso al cuore pulsante della tela. Nella sua valenza simbolica essa richiama la donna in quanto simbolo dei processi ciclici.

La pittura evanescente dell'artista incarna il respiro, la tela richiama una pellicola cinematografica dove ogni dispositiva si concatena all'altra quasi a voler sottolineare la ciclicità della vita umana. Un richiamo ad un mondo spirituale che prende vita mediante il pensiero fluido dell'artista che si dissolve mediante le vibrazioni cromatiche. L'artista NegrArt nell'opera Be Black. Think White. Live Red, è animata dalla voglia di unire le culture di tutto il mondo, eliminare le disuguaglianze,

i pregiudizi, le discriminazioni di cui ancora oggi la società è vittima. Intenso è il rispetto per la madre Terra e la vita umana che si cela nel linguaggio pittorico dell'artista Barbaro. Dal punto di vista tecnico l'artista pone l'accento sulle geometrie, dove le linee conferiscono il dinamismo della materia. Interessante è la donna senza volto, l'artista ha voluto lasciare l'osservatore libero di interpretare l'opera senza vincoli, come se quel volto fosse assoggettabile secondo la volontà del singolo. L'opera si pone come una ricerca introspettiva del proprio Io, la voglia di combattere le discriminazioni sociali. Un'arte che unisce è ciò che Eleonora Maria Barbaro propone alla vista dell'osservatore.

Eleonora Maria Barbaro, Fragranza d'ebano, Olio su tela, 100 x 100 cm

Eleonora Maria Barbaro, Love Breathe, Tecnica mista su tela, 80 x 40 cm

Eleonora Maria Barbaro, Be black, Think white, Live red. Tecnica mista su tela, 50 x 70 cm

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Claudiu Bellocchio: espressionismo dell’anima a cura di Elisabetta La Rosa L'artista Claudiu nell'opera Danza del vulcano, vuole omaggiare la tecnica del Dripping di Jackson Pollock.

L'artista, mosso dal desiderio di possedere un'opera del grande maestro dell'espressionismo astratto, decide di omaggiarlo con quest'opera. Fulcro dell'opera è la rappresentazione della figura in chiave astratta, Claudiu conferisce l'idea di movimento all'opera mediante l'utilizzo dei

lacci, materiali di recupero che danno vita a gran parte della produzione di Claudiu. Un dinamismo intenso sostenuto dal cromatismo vivo che conferisce l'idea della lava vulcanica. Interessante è lo studio della tecnica del Dripping che si fonde con la personalità di Claudiu che induce l'osservatore ad immergersi nella tela, esso infatti diviene parte del movimento ondulatorio dei ballerini, la sua sensibilità si interseca con il cromatismo pungente dettato dalle scolature del colore, che si dissolve come fosse materia liquida su tela e nella memoria di chi osserva. Intenso è il pensiero artistico dell'artista Claudiu che mediante i materiali di recupero delle aziende metalmeccaniche da nuova vita ai materiali tramutandoli in un'opera d'arte.

L'artista, nell’opera Paesaggio oltre la finestra, parte da un'idea frutto delle sue più vive suggestioni, il fondo del supporto di colore verde incarna la natura "oltre la finestra", il paesaggio interiore che vive mediante il pensiero dell'artista. La carta forata, incollata sul supporto richiama la finestra, come se gli ovali fossero gli occhi sul mondo interiore. Claudiu mediante l'attenzione per la natura elabora un linguaggio artistico estremamente personale, emerge la sintesi tra l'immagine e il concetto come proiezione delle intense suggestioni astrali dell'artista. Saper guardare oltre le apparenze puntando dritto all'essenza: è questo il monito che si cela nell'opera Oltre lo sguardo. L'artista parte dall'utilizzo dei materiali di recupero, partendo da un

cartellone pubblicitario, nella fase embrionale dell'opera ha dipinto il corpo della donna di nero lasciando solo gli occhi, fissi che ci guardano. Il fondo azzurro è stato colorato con uno spray, il colore è stato dato dall'alto facendo emergere le foglie sullo sfondo, parte del cartellone pubblicitario. L'artista ha voluto rendere l'effetto della luce lunare, richiamando la bellezza della natura, il fulcro del suo pensiero artistico alla quale Claudiu ridà la vita mediante il riciclo dei materiali. Infine l'artista ha applicato la carta da stampo scartata dalle industrie metalmeccaniche. Il cuore dell'opera sono gli occhi, chiave d'accesso all'animo umano, gli occhi come sinonimo del guardare, andando oltre il velo delle apparenze.

Claudiu Bellocchio, Danza del vulcano, Tecnica mista con materiali di recupero, 125 x 200 cm

Claudiu Bellocchio, Paesaggio oltre la finestra, tecnica mista con materiali di recupero, 70 x 100 cm

Claudiu Bellocchio, Oltre lo sguardo, Tecnica mista con materiali di recupero, 140 x 140 cm

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Giuliana Borsi: Cromie dell’anima a cura di Elisabetta La Rosa

Sono sfumature intense, suggestioni profonde che si fondono e si rinnovano mediante la sensibilità dell'artista Giuliana Borsi, che mostra se stessa mediante l'addensarsi del colore. Sono i cromatismi il cuore pulsante della

poetica artistica della Borsi che narra se stessa

mediante il forte impatto emozionale delle sue opere. Un animo tumultuoso che si alterna fra attimi di amore e passione e squarci di malinconia dettati dal fondo nero sulla quale si erge il blu. Spatolate emozionali che riverberano della luce interiore dell'artista, il colore sembra essere inciso sulla tela che diviene un solco nell'anima. Intensa è la carica emotiva e materica che la Borsi conferisce alla tela mossa dall'intento di incarnare le sfumature della sua anima. Emozioni intense riverberano nell'opera Fluide suggestioni mediante le gradazioni cromatiche del blu che incarnano l'equilibrio dell'anima, l'osservatore ha la percezione di perdersi nelle intense pennellate che lo inglobano in un "mare di emozioni". L'artista, mediante il colore, conduce un'indagine alla ricerca dell'Io inconscio che la

Borsi conduce mediante le straordinarie suggestioni cromatiche. La tela diviene lo specchio dell'anima, un mare di fluide suggestioni materiche.

Giuliana Borsi, Vortice delle emozioni, Acrilico su tela, 35 x 50 cm

Sono vortici emozionali, è il colore che si fa veicolo delle più intime suggestioni dell'artista Borsi che da vita all'opera Vortice delle emozioni. Come fronde di un albero si diramano le pennellate di colore bianco, le quali incarnano i rami di un albero della vita dalla quale fuoriescono dei coaguli cromatici. L'artista incarna le velature emozionali del suo animo, richiamando quegli stati caratterizzanti l'essere umano: essi sono gioia, speranza, paura, amore. Le opere dell'artista Borsi sono intense e comunicative, frutto dell'elaborazione introspettiva della realtà

Giuliana Borsi, Sfumature dell'anima, Acrilico a spatola su tela, 35 x 50 cm

Giuliana Borsi, Fluide suggestioni, acrilico su tela, 40 x 50 cm

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Sebastiano Branca: La materia dell’anima a cura di Elisabetta La Rosa “L'arte è un richiamo una calamita", introduciamo con questa frase la poetica artistica di Sebastiano Branca.

Per l'artista la scultura è alla base della vita quotidiana, la materia come sostanza profonda di ogni individuo. L'artista da voce alla realtà secondo la propria sensibilità, la materia scultorea è frutto di un'indagine profonda sulla vita. Intensa è la carica materica che plasma la vita intrinseca delle figure scultoree che incarnano quella forza con cui ogni essere umano riesce ad evadere dalla cruda realtà per cercare la propria personificazione di essa.

Nell'opera Infinito osserviamo l'intensità della verticalità della figura che mediante la forma sinuosa protende verso l'infinito. Un mare di suggestioni intime dettate dalle scanalature che l'artista infierisce nel supporto ceramico. Alle estremità due poli, quasi opposti, come se incarnassero le estremità intrinseche dell'essere umano, il cui animo vive fra attimi di quiete ed intense suggestioni di tempesta. Nell'opera La donna oltre il sipario l'artista omaggia l'essenza femminile, frutto della sua concezione della donna, la materia viene plasmata aderendo all'impulso interiore dell'artista. Le scanalature del sipario celano la suggestione della donna aderente all'immaginario di Branca, quel velo di mistero che plasma l'idea del femminile.

L'artista mostra la sua personale interpretazione della figura femminile, stravolgendo l'interpretazione consueta della donna nell'arte. Scanalature sinuose, incise nella materia, danno corpo all'animo femminile, aderiscono alla sensualità della donna fino a condurre ad un'interpretazione intima. Il pensiero del fruitore si libra fra la materia. L'artista va oltre l'opera, osservando la parete di fondo si delinea una linea rossa. La materia diventa un'idea, un concetto,

proiezione della suggestione e vive mediante una linea di colore. Interessante è la capacità dell'artista di assemblare due linguaggi artistici speculari, facendo vivere l'opera mediante una duplice interpretazione. Essenzialità della forma, minimalismo assoluto della materia scultorea danno vita all'opera Costrizione. L'artista mediante l'uso di vari materiali da vita ad un'opera scultorea il cui fulcro è il dinamismo della forma. Una forma essenziale ridotta ai minimi termini, conferendo l'idea della costrizione mentale, quella limitazione imposta dalla volontà individuale o dalle

circostanze. L'idea della Costrizione emerge nella lavorazione cromatica essenziale di fondo, proiezione dello stato limitativo incarnato dalla scultura. L'opera incarna la sensazione di assenza, o riduzione minimale delle relazioni interne, contrapponendosi all'esperienza delle relazioni esterne fra spazio e oggetti, configurandosi come un'indagine introspettiva nei meandri dell'inconscio.

Sebastiano Branca, Infinito, e il naufragar m'è dolce in questo mare, ceramica ottone lucido e colore, 50 x 13 x 9 cm

Sebastiano Branca, La Donna oltre il sipario, Ceramica, ottone lucido, legno, 42 x 40 x 13 cm

Sebastiano Branca, Costrizione, Legno, pietra bianca e colore, 70 x 13 x 12 cm

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Daniele Carnabuci:Il linguaggio della natura a cura di Elisabetta La Rosa

Intense velature cromatiche che si stagliano nell'animo dell'artista, il quale ci conduce in un viaggio onirico ove la voce narrante è proprio quella del colore. Nell'opera Profondo intenso le forti suggestioni dell'artista inglobano completamente l'occhio di coloro che osservano, sono le sfumature dell'anima che richiamano i sentimenti umani, passione, equilibrio, irruenza e amore si fondono come fossero profusioni inconsce. Oniriche visioni si animano supportate dal

gesto pittorico che emerge prorompente sulla tela dando vita ad un "astrattismo visionario" frutto dell'agitarsi dell'inconscio scandito dalle velature cromatiche. Il colore emerge fluido, sinuoso, squarcia la tela giungendo all'occhio attento di chi sa guardare. Nell'opera Oranges l'artista concretizza nel gesto pittorico l'attenzione al dato naturalistico della realtà, la natura come voce dell'essenza umana che l'artista rivela con estrema cura e attenzione per il dettaglio. La natura morta prende vita, osserviamo in primo piano le arance caratterizzate da un cromatismo intenso e vibrante. Interessante è lo studio della luce e delle ombre che l'artista rende mediante le gradazioni cromatiche, bilanciando il colore e rendendo lo scenario suggestivo protagonista della

tela. Una luce introspettiva che rende intensa la raffigurazione. Carnabuci, mediante il gesto pittorico, contestualizza lo scorcio naturalistico al paesaggio interiore di cui la natura si fa portavoce.

Osservando l’opera Lemon, intenso è il richiamo alla valenza simbolica del limone, quale simbolo di fedeltà amorosa e della fertilità, sappiamo infatti che esso fiorisce tutto l'anno, persistente alle intemperie della vita.

Il tratto pittorico è estremamente realistico sostenuto dall'intensità dei cromatismi e dalla contrapposizione di luci e ombre. Le foglie creano un incontro di colori e di forme che, mediante l'assemblamento con il colore dei frutti da vita ad un'opera sinestetica, dove l'osservatore viene coinvolto percependo anche i profumi dei frutti e della natura.

Daniele Carnabuci, Profondo intenso, Acrilico su tela, 50 x 70 cm

Daniele Carnabuci, Oranges, acrilico su tela 50 x 40 cm

Daniele Carnabuci, Lemon, Acrilico su tela, 50 x 40 cm

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Marco Castellari: lo sguardo del passato a cura di Elisabetta La Rosa

Il passato si fa presente e rivive nei disegni suggestivi dell'artista Marco Castellari che, per realizzazione di Antinoo, si ispira alla scultura conservata a Palazzo Altemps. Sono occhi profondi e penetranti che squarciano gli animi di chi osserva, celano profonde ed intense sfumature emozionali che l'artista riesce ad incarnare con la semplicità del colore. Castellari riesce a bilanciare ombre e luci conferendo al disegno un'apparenza scultorea, richiamando le radici della storia dell'umanità ed adattandole ad un presente che anela nella ricerca di suggestioni passate. Ancora uno

sguardo al passato mediante il Ritratto di Hestia Giustiniani che l'artista Castellari interpreta magistralmente. Nell'interpretazione del ritratto l'artista guarda alla scultura di marmo, di epoca adrianea, conservata nella collezione Torlonia di Roma. Interessante lo studio del volto che riprende il gusto artistico romano. La composizione austera del volto è incorniciata dalle ciocche di capelli compatte. L'artista riesce a rendere le volumetrie della composizione scultorea conferendo tridimensionalità al volto. Interessante lo studio delle ombre che supporta la

raffigurazione delineando i contorni del volto.

L’artista riproduce il ritratto di Niobe, riportata negli inventari della famiglia Ludovisi come Niobe o niobid, un personaggio del mito greco del ciclo sui figli di Leto. La Niobe, la scultura alla quale Castellari guarda è quella sita in Palazzo Altemps di Roma. L'artista riesce a rendere l'incarnato scultoreo mediante i colori freddi che caratterizzano la pelle della dea, mediante il bilanciamento di luci ed ombre rende il volto tridimensionale. Interessante è lo studio della composizione, dai capelli ai tratti somatici dove emerge l'attenzione

per il dettaglio. Castellari riesce ad elaborare la statuaria classica con l'intento di fare rivivere il passato mediante la sensibilità e lo studio dei contemporanei.

Marco Castellari, Antinoo, matite colorate e acquerello su carta, 33 x 48 cm

Marco Castellari, Ritratto di Hestia Giustiniani, matite colorate e acquerello su carta, 33 x 48 cm

Marco Castellari, Niobe, Matite colorate e acquerello su carta, 33 x 48 cm

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Fabrizio Cisaria: Costruttivismo informale a cura di Elisabetta La Rosa Suggestioni e proiezioni oniriche danno vita al mondo interiore dell'artista

Cisaria. La geometrizzazione dello spazio è l'elemento portante dell'opera Sguardi, dove le forme si incontrano con le proiezioni astrali dando vita ad un gioco prospettico mediante l'alternarsi di luci ed ombre. Sguardi che, come uno squarcio, si animano mediante l'astrazione della figura, dove emerge il richiamo all'astrattismo geometrico mediante la gradazione cromatica che diviene elemento

portante del costruttivismo

alla base della poetica artistica di Cisaria. L'opera allude all'infinito dell'animo umano che permea dallo sguardo, gli occhi come specchio dell'anima, di cui lo sguardo è la finestra su di essa. L'osservatore viene coinvolto in un'esperienza multisensoriale, ed il cromatismo denso diventa materia viva incontrandosi e scontrandosi con l'immaginario del fruitore. Suggestioni cromatiche si avviluppano sulla tela, il colore sostenuto dall'incisività della spatola si anima di intense vibrazioni che si assemblano in un'implosione di emozioni. Questa è la matrice profonda che si condensa nell'opera Implosione dove il colore è la voce narrante della tela. L'artista Cisaria riesce ad addensare le sfumature

cromatiche, caratterizzate dalle fitte campiture a tratti intense e a tratti lievi, dove emergono e si susseguono le striature spatolate che rendono viva la materia pittorica. Il gesto artistico è irruento, incarna simbolicamente la malinconia dell'anima dove il blu che si contrappone al nero, richiamano l'opposizione dell'armonia al pessimismo. Suggestioni che si incontrano e si contrappongono sulla tela dando vita ad una caotica implosione.

Intenso è il segno pittorico dell'artista Cisaria che, nella sua concezione della sfera, da vita ad un'opera che sintetizza la geometrizzazione della forma

appellandosi alla concezione del dinamismo di origine futurista, servendosi di quelle "linee di forza", in quanto la linea ha una valenza psicologica sull'osservatore mediante il suo segno direzionale. Interessante è la costruzione volumetrica che contribuisce alla resa tridimensionale dell'opera mediante lo studio delle vibrazioni luminose. Nella sua valenza simbolica la sfera incarna la perfezione e la regolarità assoluta, che però l'artista altera mediante la variazione dei piani cromatici che scompongono l'opera. La sfera, nella concezione esoterica richiama l'elevazione spirituale. Interessante la capacità di sintesi del avanguardie contemporanee che si assemblano nel gesto pittorico dell'artista Cisaria.

Fabrizio Cisaria, Sguardi, Spray e acrilico su tela, 70 x 70 cm

Fabrizio Cisaria, Implosione, Acrilico a spatola su tela, 60 x 60 cm

Fabrizio Cisaria, Sfere, tecnica mista con acrilico e spray a spatola su tela, 100 x 100 cm

Page 17: Sguardi nell’anima

Gianluca De Leo: Geometrie suggestive a cura di Elisabetta La Rosa

Geometrizzazione della forma da vita alle infinite suggestioni dell'artista De Leo che, partendo dall'interesse per la natura, da vita al ciclo delle Geometrie Vesuviane. Tratto distintivo della serie, come emerge nell’opera Il riposo del gigante, è il fascio di luce proveniente dall'alto, come fosse una luce divina che detta il senso di lettura dell'opera. L'artista utilizza il fascio come fosse la sua firma, il segno di riconoscimento che caratterizza le

sue opere. Interessante la particolarità geometrica che interessa le figure che si fondono anche alla scienza astronomica, partendo dal cielo dove le stelle sono dei cerchi, e nella loro spiegazione scientifica esse sono corpi celesti costituiti prevalentemente da idrogeno condensatosi da nebulose. Nella porzione inferiore dell'opera osserviamo il Vesuvio anch'esso costituito da linee geometriche che conferiscono alla figura una ripartizione della forma. Il fascio stesso si suddivide in tre figure geometriche, delineate dalla variazione di piani cromatici dell'opera, le linee si intersecano con il paesaggio naturale dando vita ad un trattato pittorico che racchiude in esso la scienza astronomica e la matematica. Nell’opera Geometrie Vesuviane notturne la geometrizzazione del paesaggio è il perno della composizione che risulta equilibrata e armonica. Partendo dalla porzione inferiore, l'artista riesce nella resa della straordinaria

gradazione cromatica studiando le zone di luce ed ombra, infatti De Leo incarna la suggestione della luce lunare che illumina la porzione sottostante del mare. La scena si anima di straordinarie geometrie che si assemblano nel paesaggio e contribuiscono a dar vita ad una scena suggestiva dove la teoria geometrica dialoga con la natura circostante. Interessante è lo studio della profondità marina re mediante il colore. L'artista imprime sulla tela il sapere scientifico e l'amore per l'arte che trovano il connubio perfetto nella natura e che si consolida mediante l'impulso pittorico di Gianluca De Leo, capace di sintetizzare la ricerca degli spazi geometrici. L'indagine pittorica dell'artista evoca una celebre frase dell'artista e poeta Lucio Saffaro: "Riconosco così, al di là delle varianti simboliche, l’inquieto, precosciente divenire del controtempo".

Nell’opera Lighthouse #7 il linguaggio artistico di De Leo si articola mediante l'attenzione al paesaggio naturale che si fonde con la composizione

architettonica. Il Faro, come indicato nel titolo, è il fulcro dell'opera che nella sua valenza simbolica incarna la sicurezza della solitudine. La sua luce è un punto di riferimento, una guida per i naviganti. L'artista anima l'opera di simbologie suggestive. Interessante è la stella ascendente, impossibile da vedere in natura, l'artista conferisce con essa il senso del divenire della vita. La luce delle stelle incarna la speranza, l'energia, l'eterna ricerca della vita, la fede. L'artista condensa nell'opera la ricerca del proprio Io e l'attenzione al creato richiamando quella frase di Immanuel Kant: "Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione

sempre nuova e crescente, quanto piú spesso e piú a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me.", rendendo l'opera un trattato filosofico dove l'arte si fa veicolo di intime suggestioni e riflessioni sulla vita.

Gianluca Di Leo, Il riposo del gigante, Acrilico su tela, 50 x 70 cm

Gianluca De Leo, Geometrie Vesuviane notturne, Acrilico su tela, 40 x 50 cm

Gianluca De Leo, Lighthouse#7, Acrilico su tela, 35 x 50 cm

Page 18: Sguardi nell’anima

Pina De Lorenzo: Gli occhi della natura a cura di Elisabetta La Rosa

Sono sensazioni, suggestioni intime ed emozionali che vivono mediante le vibrazioni cromatiche dettate dalle velature di colore, dal fondo della tela emergono due occhi, penetranti, pungenti che riverberano nell'animo dell'osservatore. L'artista narra se stessa mediante le straordinarie

cromie che si addensano sul

supporto, il colore emerge vivo e bilanciato, i cromatismi sono armonici e dialogano sulla tela. Gli occhi sono il punto d'accesso alla narrazione dell'opera, che si pone come l'anima dell'artista. Interessante è la verticalità del cromatismo che Pina De Lorenzo conferisce come se l'amore una suggestione che proviene dall'alto. Nell’opera Luce tra i fiori, ancora la natura guida le campiture di colore fitte che si diramano su uno sfondo verde, si librano i rami dell'albero che protendono verso la luce. L'artista riesce magistralmente nella resa dello sfumato, vertendo su un gioco di luci che assecondano la matrice pittorica frutto dei moti dell'animo dell'artista.

Emozioni che si concatenano, sensazioni che vivono mediante la pennellata vibrante che l'artista De Lorenzo conferisce all'opera Il volo. La realizzazione tecnica della tela parte dal pensiero dell'artista che si concretizza nell'impulso materico dell'opera figurativa. La donna incarna la libertà del volo degli uccelli, il tratto cromatico è deciso nella resa minuziosa del dettaglio. Essenziale per la resa dell'opera è il coinvolgimento dello spettatore

che diviene il protagonista delle fluide emozioni su tela che si librano nell'opera.

Pina De Lorenzo, Cuore e sentimenti, Acrilico su tela, 30 x 30 cm

Pina De Lorenzo, Luce tra i fiori, Acrilico su tela, 50 x 50 cm

Pina De Lorenzo, Il volo, Olio con foglie d’argento su tela, 50 x 80 cm

Page 19: Sguardi nell’anima

Stefano Di Duca: Gli occhi specchio dell’anima a cura di Elisabetta La Rosa

Occhi intensi, una finestra sull'anima, il portale d'accesso al cuore umano. Intensa è la lavorazione fotografica dell'opera e lo studio caravaggesco della luce che squarcia il buio di fondo. Prorompente è la carica emotiva che plasma la figura, ove è fondamentale l'interpretazione magistrale dal soggetto. L'artista Di Duca riesce a rendere vive le sue composizioni fotografiche, egli non cattura solo l'emozione del momento ma riesce a tramutare l'opera fotografica in un'esplosione di suggestioni intense in grado di emozionare coloro

che osservano la composizione. La luce scivola

fluida sulla pelle della modella e contribuisce alla resa del panneggio del velo che la copre. Uno studio fotografico di matrice scultorea, ove arte e fotografia si fondono dando vita ad un’opera d'arte. Un ritratto di donna dove è la luce a plasmare la figura, gli occhi sono il fulcro dell'opera che conferiscono la lettura delle suggestioni intrinseche. La composizione di matrice pittorica richiama i ritratti delle composizioni leonardesche con una rivisitazione attuale, l'artista studia magistralmente lo schema di luce che anima la figura. L'osservatore viene invitato ad assecondare le proprie

suggestioni lasciando libero il pensiero che si fonde alla materia fotografica, interpretando secondo il proprio sentire le suggestioni conferite dalla luce che scivola sulla pelle della donna, incarnando un connubio di eleganza e sensualità che riverbera nella figura femminile. "La fotografia è il lavoro dell'anima" Con questa frase di Elliot Erwit ci immergiamo nella lettura della terza opera fotografica di Stefano Di Duca. Una composizione ritrattistica che guarda ai ritratti rinascimentali della storia dell'arte. Interessante lo studio della posa della modella, una composizione piramidale che conduce l'osservatore ad immergersi nello

sguardo della donna, punto focale della composizione che si pone come vertice della stessa. L'occhio come sguardo sull'anima, sede dei sentimenti e delle intime suggestioni dell'essere umano. L'artista Di Duca è animato dalla volontà di rappresentare la bellezza concreta, reale, non idealizzandola ma piuttosto cercando di far emergere la verità dell'Io, convergendo sullo sguardo della donna.

Stefano Di Duca, Senza titolo, fotografia digitale. Stefano Di Duca, Senza titolo, Fotografia digitale.

Stefano Di Duca, Senza titolo, fotografia digitale.

Page 20: Sguardi nell’anima

Milo Dodi: suggestioni Pop a cura di Elisabetta La Rosa

Impulsi caotici, il riflesso del mondo interiore che prende vita nella memoria dell'artista Milo e diviene veicolo delle sue suggestioni su tela. Uno stile, quello di Milo, che parte da un intreccio di linee che si animano e si consolidano in un'immagine definita su supporto ligneo, richiamando l'impronta dello Zentangle. Per poi evolvere la sua ricerca artistica avvicinandosi alla Doodle art, su tela,

vetro, ceramica e carta. I Doodles sono il frutto del mondo interiore dell'artista che si consolidano dapprima nella ricerca monocromatica del colore e successivamente si addensano mediante l'utilizzo di colori accesi che danno vita ad una ricerca di stampo Pop Art. Nell'opera Panic emerge un volto fra il caos del mondo circostante, la riflessione sul passato che si fa futuro, emerge un'intensa riflessione sulla condizione umana ove il fruitore viene inglobato in essa. L'artista, nell'opera Pi_k, da sfogo al proprio mondo interiore, dove la paranoia diventa impulso artistico e la realtà si colora di sfumature cromatiche surreali. Sono forme astratte prodotto dell'inconscio dell'artista che si scontra con la realtà e genera un Big bang di suggestioni emozionali. Il mondo della fantasia si libra sulla tela, le immagini - prodotto di una realtà rarefatta - diventano quasi tridimensionali, sembrano uscire fuori dalla tela. L'artista guida l'osservatore in un percorso a ritroso, riportandolo al

mondo dei giochi, un mondo infantile dove il colore guida l'occhio vigile del bambino, facendo vivere la propria arte a seconda dell'interpretazione di coloro che la osservano. L'elaborazione inconscia dell'artista Milo Dodi si palesa nei simboli e nelle forme che si articolano nell'opera Kiwi. Il gusto Pop si fonde agli impulsi mentali dell'artista che vede nell'arte la chiave d'accesso al proprio io. Le immagini, apparentemente confuse, richiamano le riflessioni, quei momenti di vita che Milo ha vissuto ed ha sintetizzato nel gesto pittorico.

Evoluzione e ricerca sono gli elementi portanti dell'opera, in questo caso è come se l'artista volesse alludere alle membra del corpo umano e quindi richiamare la propria struttura conscia ed inconscia, in una dimensione dove forma e concetto coesistono e si articolano sul supporto.

Milo Dodi, Panic, Inchiostro su tela, 118 x 85 cm

Milo Dodi, Pi_k, Acrilico su tela, 60 x 50 cm

Milo Dodi, Kiwi, acrilico su tela, 30 x 100 cm

Page 21: Sguardi nell’anima

Domenico Durante: il paesaggio interiore a cura di Elisabetta La Rosa Velature cromatiche intense danno vita alle suggestioni interiori dell'artista Durante. Le campiture di colore richiamano le sfumature del pensiero tipico

dell'espressionismo astratto, dove gioca un ruolo portante l'individualità dell'artista. Il gesto pittorico è decisivo, il tratto cromatico intenso narra le sfumature dell'anima, dove si intersecano la passione, la forza irruenta della consapevolezza dettata dalle intense

campiture di colore più scuro. Notevole è la

capacità di sovrapposizione del colore senza però confondersi agli altri, ogni sfumatura rimane integra e a sé stante, così come l'orizzontalità della tela contrasta con la verticalità delle campiture cromatiche che protendono verso l'alto. Un duplice linguaggio che da vita all'animo curioso e controverso dell'artista. Suggestioni inconsce si animano all'ombra dei pensieri. L'artista incarna la solitudine immettendo l'osservatore in una landa desolata, colori freddi tingono la tavolozza che vibra di malinconia. Il paesaggio appena accennato, incarna un paesaggio evanescente dove campeggia al centro l'ombra di una figura. Come un essere umano non fosse presente a se stesso, che trascina sconsolato la sua ombra che si sgretola

nella memoria dei tempi. Le velature di colore sono intense ma non definite, l'artista lascia la materia pittorica sgretolarsi davanti agli occhi inermi di chi osserva. Un trattato pittorico di emozioni dense è ciò che l'artista Durante delinea sulla tela. Velature cromatiche si animano fra le trame dell'opera Giungla. L'artista Durante mediante il linguaggio cromatico da vita alle suggestioni della giungla, l'astrattismo della forma ingloba l'osservatore in un'esperienza multisensoriale, dove si percepiscono i versi degli animali, il fruscio degli alberi, curiosità e paura si articolano mediante il colore. L'artista guarda all'espressionismo astratto che rielabora mediante la propria sensibilità. Intenso è il richiamo a Jackson Pollock mediante l'enfatizzazione del gesto

pittorico dettato dallo sgocciolamento del colore, libero sulla tela, fulcro della lettura dell'opera che si modula a seconda dell'occhio di chi guarda.

Domenico Durante, Venticinque, Acrilico su tela, 100 x 80 cm

Domenico Durante, L'ombra della solitudine, Acrilico su tela 50 x 50 cm

Domenico Durante, Giungla, Acrilico su tela, 35 x 50 cm

Page 22: Sguardi nell’anima

Nicola Garrasi: il trionfo delle suggestioni a cura di Elisabetta La Rosa Intensa ed avvolgente è la percezione multisensoriale incarnata dalle sfumature

cromatiche del blu, che si addensano sulla tela conferendo tridimensionalità all’opera. Nell'opera La magia del blu l'artista lavora sulla variazione cromatica del colore blu, il cui significato simbolico richiama l'equilibrio e la quiete dell'anima. Garrasi gioca con i cromatismi che, nei margini dell'opera vertono sul giallo, richiamando i raggi solari, per poi addensarsi in un blu sempre più intenso. Si intersecano velature orizzontali con la porzione centrale dove il colore protende verso l'alto, ed è proprio il centro della

tela la chiave d'accesso per l'interpretazione dell'opera, linfa vitale del

pensiero intrinseco dell'artista. Interessante è la straordinaria capacità di conferire ad una lavorazione astratta, intense suggestioni materiche in grado di evocare le medesime emozioni della pittura di Claude Monet, il fruitore infatti avverte la sensazione di essere quasi inglobato in quel tripudio di gradazioni armocromatiche come se fosse lo scorcio di un paesaggio naturale. Una pittura che si potrebbe quasi definire come "impressionista astratta". Dove la materia cromatica che si addensa, immerge l'osservatore l'opera nelle "variazioni emozionali su tela" perdendo il confine del reale, entrando in un mondo onirico dove il sogno stesso diventa un'alterazione della realtà. Suggestioni cromatiche si avviluppano allo studio prospettico della realtà che vive mediante le vibranti campiture di colore. La tavolozza si anima fra i colori caldi, che si addensano divenendo materia e

plasmando il pensiero dell'artista che guarda al passato e lo sintetizza mediante un linguaggio innovativo. Garrasi converge nella tela il sapere artistico, richiamando lo studio prospettico di matrice rinascimentale e le campiture di stampo impressionista. La chiave d'accesso al cuore dell'opera risiede nel titolo, esso richiama la teoria dello storico francese Fernand Braudel che vede nell'epoca Brocca "una nuova forma di gusto e di cultura, una ‘civiltà’ che rivestirà l’intera Europa e darà vita a una serie di creazioni moderne". L'intelaiatura prospettica si sposa con il concetto di "luci del Barocco", non solo per l'effetto luminista proveniente dalla porzione superiore della tela, ma

soprattutto perché l'artista evoca il gusto per la "teatralità" che emerge nella

scultura Berniniana dell'estasi di Santa Teresa d'Avila. L'artista Garrasi da sfogo al suo sapere storico artistico, condensandolo in una composizione che ripercorre quei punti focali della storia dell'arte. Richiamando il celebre romanzo di Giovanni Verga, l'artista Garrasi da vita all'opera I Malavoglia, con l'intento di omaggiare lo scrittore Siciliano e la sua amata Sicilia. Un connubio di arte e letteratura che vive mediante le velature cromatiche, richiamando il paesaggio di Aci Trezza in provincia di Catania. Le pennellate di colore richiamano la pittura impressionista, riecheggia la composizione degli scorci paesaggistici di Monet. Interessante lo studio della gradazione cromatica che vive mediante il connubio di luci ed ombre rese magistralmente dall'artista. Intensa è la capacità di sintesi dei cromatismi di Nicola Garrasi che da vita ad un'opera pittorica sinestetica, dove l'osservatore viene coinvolto in una narrazione che ingloba i sensi.

La resa del paesaggio è minuziosa, Garrasi pone l'attenzione ai dettagli che richiamano il paesaggio Siciliano configurandosi come percezione della narrazione del Verga.

Nicola Garrasi, La magia del blu, olio su tela con polvere di lapislazzuli, 100 x 120 cm

Nicola Garrasi, Le luci del Barocco, Olio su tela, 65 x 90 cm

Nicola Garrasi, I Malavoglia, Olio su tela, 65 x 90 cm

Page 23: Sguardi nell’anima

Luigi Guerrieri: la Metamorfosi dell’Io a cura di Elisabetta La Rosa

La natura come voce dell'anima, ed il colore è il cuore pulsante da cui l'opera trae linfa vitale. Sono vortici emozionali quelli che si diramano dai rami dell'albero che fonda le sue radici nell'acqua. L'acqua come fonte di vita, origine dell'essenza del mondo. L'albero incarna la vita umana, le cui fronde simboleggiano le diramazioni del pensiero dell'essere umano che vive di luce propria. Su un cielo rosso emerge la luna, che nella sua valenza simbolica richiama l'eterno ritorno, simbolo dei processi ciclici. La luna sancisce quell'inizio

passivo dettato dal riverbero della luce solare. Una luna che illumina il mare come fosse un faro guida che traccia il sentiero delle riflessioni umane. Guerrieri utilizza il colore in maniera surrealista, alterando la percezione del reale e conducendo l'osservatore in un viaggio nei meandri del sé, inducendolo alla riflessione mediante i cromatismi intensi e le forme essenziali della natura figurativa. Emozioni ed intense suggestioni prendono vita mediante il pensiero dell'artista Luigi Guerrieri che, mediante la raffigurazione della natura, allude all'animo umano incarnando le vibrazioni di due anime che sono l'una il riflesso dell'altra. Coesistenza, un'opera intensa, le pennellate sono evanescenti e si modulano seguendo il pensiero dell'artista. Guerrieri bilanciando i cromatismi da vita ad un'opera armocromatica, un paesaggio ideale, surreale dove su una distesa d'acqua sorge un albero, le cui fronde protendono verso l'alto, un

albero della vita che incarna l'essenza umana. L'acqua incarna simbolicamente la vita nelle sue molteplici sfumature, alludendo alla nascita e alla rinascita dell'anima umana. Il paesaggio interiore si riflette nella sfera che divide in due l'opera, osservando il riflesso si noti come esso sia

capovolto, l'artista vuole alludere alla coesistenza di due anime, l'appartenenza di due essenze che si compensano, convergendo una nell'altra.

Interessante l'allusione suggestiva alla natura, in quanto vita umana e natura hanno un'intima connessione

La memoria si dissolve nel ricordo del tempo, come l'acqua del mare che scivola via come materia liquida su tela e si condensa nell’opera Ricordo di un attimo. Il linguaggio pittorico di Luigi Guerrieri richiama il concatenarsi di terra e acqua. Elemento cardine delle sue opere è l'albero della vita che, come fosse la firma dell'artista, suggella l'incontro fra i due elementi. Il ricordo di un attimo richiama l'impianto simbolico dell'opera surrealista della Persistenza della memoria. Le onde del mare richiamano il ricordo, che rivive nella mente umana come l'infrangersi delle onde sugli scogli della vita. L'albero dalle radici fisse nel terreno, incarna la solidità dell'Io

umano, come fosse quella punta dell'iceberg, frutto delle teorie Freudiane inerenti la struttura della personalità. L'albero è il

fulcro della vita umana. La terra ferma incarna il presente, gli attimi della vita che viviamo e che dobbiamo ancora vivere. Un'opera che si pone come un trattato psicanalitico nei meandri dell'Io conscio.

Luigi Guerrieri, Riflessioni, Acrilico su tela, 60 x 80 cm

Luigi Guerrieri, Coesistenza, Acrilico su tela, 60 x 80 cm

Luigi Guerrieri, Ricordo di un attimo, Acrilico su tela, 60 x 80 cm

Page 24: Sguardi nell’anima

LillyLillà – Astrattismo cromatico a cura di Elisabetta La Rosa

Il pensiero emerge fluido dalla tela, l'artista coglie la suggestione materica del momento in cui blocca l'azione condensandola nel fermo immagine di un attimo fuggente. L'artista, mediante la spatola, riesce ad addensare la carica materica del colore che modula nella concezione astratta una suggestione figurativa. Così come indica il titolo Deep Ice - Ghiaccio profondo - l'artista conferisce all'opera una duplice

interpretazione: quella "figurativa" che richiama una

distesa ghiacciata tipica di uno scenario paesaggistico dell'Antartide, ed una suggestione frutto dell'agitarsi dell'inconscio di matrice freudiana, dove il paesaggio ghiacciato è un paesaggio interiore, la "persistenza della memoria" frutto del tormento umano, l'eterna lotta fra ragione e sentimento che si condensa nella conoscenza dell'Io, come fosse la "punta dell'iceberg".

Si dissolve il pensiero all'ombra del colore, frutto delle vive suggestioni che si animano tra le spatolate cromatiche che si addensano sulla tela. Mediante campiture cromatiche astratte l'artista da vita a dei grattacieli stilizzati, dove il colore ne delinea le forme. Nell’opera Skyscrapers Colors emerge un’interessante studio prospettico reso mediante le campiture cromatiche. L'artista riesce a far convergere l'attenzione verso la porzione centrale dell'opera, supportata dalla emisfero inferiore caratterizzato

dall'orizzontalità delle campiture cromatiche che sostengono lo sguardo dell'osservatore, accompagnandolo verso la diramazione verticale del colore che, come un grattacielo, protende verso l'alto conferendo all'opera una chiave di lettura interpretativa. Sono le materiche campiture cromatiche ad essere il soggetto degli studi dell'artista, la quale utilizza la forza espressiva del colore come protagonista della resa prospettica. Il colore si addensa sulla tela divenendo materia che emerge nella "persistenza della memoria" dell'artista Lilly. Intenso il senso di orizzontalità dettato dalla materia cromatica che ingloba l'osservatore in un vortice di intense suggestioni.

Forte è l'assemblamento del pensiero e del gesto pittorico dell'artista che converge nello studio delle gradazioni cromatiche del nero. Il tratto pittorico è denso, squarcia le tenebre del pensiero ed induce l'osservatore ad immergersi nella materia. Interessante la resa della tridimensionalità sostenuta dallo sfondo dettato da una lavorazione monocromatica che segue l'intensità dello studio della luce. La consistenza della forma si accorpa all'indefinito della figura, l'arte di Lilly è in continua evoluzione, una ricerca che verte sullo studio del gesto cromatico. L'originalità della pittura materica che verte sullo studio delle gradazioni del medesimo cromatismo, e vive mediante il pensiero di chi osserva.

Lilly Lillà, Deep, Ice, Acrilico su tela, 40 x 40 cm

Lilly Lillà, Skyscrapers Colors, Acrilico su tela, 40 x 40 cm

Llilly Lillà, Thick Black, Acrilico su tela, 20 x 20 cm

Page 25: Sguardi nell’anima

Liana Madre: il canto della natura a cura di Elisabetta La Rosa L'artista cela nelle sue opere una matrice rintracciabile nel mondo animale, in particolare un richiamo al mondo dei volatili. Quasi come se Liana

associasse all'essenza femminile la libertà e la leggerezza degli uccelli, così nascono le serie "Birdwoman", ove la donna è il fulcro delle sue suggestioni più vive. Per ciò che concerne l'ispirazione animale, in questo caso l'artista trae ispirazione dal fotografo Kehar Singh che, mediante un suo scatto, mostra un uccello caratterizzato dai medesimi colori dell'opera di Liana. Osserviamo infatti come su di uno sfondo bicromo si erge la figura femminile. I colori di fondo sono il blu e il giallo, due colori opposti che dividono nettamente la tela, separando le luci

dalle ombre, un cromatismo che Liana riesce a bilanciare

caricando l'opera di Pathos. Uno stile dove emerge l'abbandono del realismo, che ha caratterizzato gli esordi della poetica pittorica di Liana, al fine di librarsi in un'arte di stampo impressionista: ed è proprio l'impressionismo dell'anima a tingere la tavolozza dell'artista che mostra uno studio accurato della figura, dove minuziosa è la resa del dettaglio, ma anche dello spazio astratto che supporta la matrice filosofica del suo pensiero.

Suggestioni intime, intense si dislocano sulla tela, un battito d'ali, leggiadre come il volo di un uccello, così l'artista plasma l'opera Madonna Cardarelli. Ispirata alle colorazioni cromatiche del Rullo Europeo, volatile caratterizzato dalle piume blu, è possibile trovato

in Africa nord-occidentale, nell'Europa dell'est, a nord-ovest dell'Iran e sud-ovest della Siberia. Nella maggior parte delle opere dell'artista osserviamo lo sfondo bicromo che richiama i colori dell'uccello, lo sfondo è intriso di carica materica che lo rende tridimensionale, così come la donna che cela in se lo spirito dell'animale, attenzione per il dettaglio che si materializza mediante il volto contrasta con il surrealismo del colore della pelle. Il titolo dell'opera evoca una tela di stampo rinascimentale richiamando

quei ritratti di donna di Leonardo da Vinci. Osserviamo la resa delle luci e delle ombre perfettamente studiate e bilanciate dall'artista, le pennellate sono di stampo impressionista. Liana guarda l'arte italiana sintetizzandola con la sua

personale rivisitazione del reale. Nell'opera Sing Willow! Sing, l'artista trae ispirazione dal Gallo della salvia, una specie di uccello appartenente alla famiglia dei Phasianidae, originario del Canada e Stati Uniti. Richiama le gradazioni cromatiche dell'animale e le piume sul capo della donna. L'artista si concentra sullo studio delle simbologie, il marrone del fondo esprime emotività e sensualità, ma è anche sinonimo di equilibrio. Il colore si contrappone al bianco simbolo di purezza. L'artista plasma la figura femminile mediante un connubio di purezza e di forte emotività. Il colore guida le suggestioni dell'osservatore che si mescolano all'aspetto regale ripreso dai connotati dell'animale. Il gesto pittorico dell'artista è volto alla cura per il dettaglio e dallo studio delle luci e delle ombre.

Liana Madre, Pilot Birdwoman, Acrilico su tela, 54 x 65 cm

Liana Madre, Madonna Cardarelli, Acrilico e olio su tela, 100 x 80 cm

Liana Madre, Sing Willow! Sing, Acrilico e olio su tela, 100 x 80 cm

Page 26: Sguardi nell’anima

Alba Marchetti: l’anima della natura a cura di Elisabetta La Rosa Un'anima artistica che si ritrova nell'essenza della natura, l'artista Alba narra

se stessa mediante la simbologia dei fiori: questa è l'essenza della sua poetica artistica. L'opera fa parte della serie Dei fiori di vetro, dove la composizione pittorica avviene mediante un pensiero astratto dove l'artista versa lo smalto sul supporto e con le mani modula le sue più intime suggestioni. Un'opera che richiama l'amore e la libertà dell'anima, nella realizzazione l'artista è stata supportata dalla canzone Il mio canto libero di Lucio Battisti che ha consentito alle vibrazioni dell'anima di Alba di emergere fluide sul supporto, il colore si fa pensiero ed il pensiero diviene materia. Notevole è il dinamismo che modula le

stelle marine, esse infatti assumono sembianze umane. Interessante è la costruzione volumetrica dettata anche dall'utilizzo dello smalto che fa vivere il supporto di luce propria.

Il profumo dei fiori, la brezza del vento d'estate, un'esperienza sinestetica si cela nell'opera Profumo di fiori dell'artista Alba Marchetti. La materia si fonde al colore conferendo all'osservatore l'idea della tridimensionalità della tela. L'osservatore viene coinvolto in un'esperienza sinestetica sentendosi immerso fra i profumi dei fiori, l'occhio viene catturato dai cromatismi intensi ritornando alle suggestioni del caldo sole estivo.

La natura è il cuore pulsante delle opere dell'artista Marchetti che conduce l'osservatore nel giardino della propria anima. Tecnicamente l'artista richiama la raffigurazione materica dei Girasoli di Vincent Van Gogh. L'artista si rifà alla poetica del colore dell'artista olandese, che vedeva nei cromatismi un modo di esprimere emozioni piuttosto che un modo per rappresentare la realtà.

Nell'opera La gioia, l'artista utilizza il linguaggio floreale innescandolo al cromatismo materico mediante le emozioni che si addensano sulla tela.

Il cromatismo di fondo è bilanciato rispecchiando l'armocromia del dato reale dove si articolano i fiori che incarnano la gioia di vivere.

La tela è l'anima dell'artista che ella immagina come un giardino in fiore. Tecnicamente è interessante la mescolanza del gesso all'acrilico che rende l'opera tridimensionale, coadiuvando lo spettatore in un giardino sinestetico. Proprio come gli Impressionisti, Alba Marchetti si fa interprete di una rivoluzione dell'arte e del pensiero, che trovà l'apoteosi dell'espressione in una liberatoria e totale ritrovata armonia tra uomo e natura, mediante il coinvolgimento dell'osservatore nel linguaggio simbolico dei fiori

Alba Marchetti, Stelle marine ed i miei tulipani, smalto su cartoncino, 18 x 25 cm

Alba Marchetti, Profumo di fiori, Acrilico e materiali misti con gesso, 50 x 70 cm

Alba Marchetti, La Gioia, Acrilico e gesso su tela, 50 x 70 cm

Page 27: Sguardi nell’anima

Alessio Mariani: armonia dell’anima a cura di Elisabetta La Rosa Cromatismi armonici si fondono al supporto dando vita all'opera La scalata di Alessio Mariani. Frutto dell'inconscio dell'artista che imprime se stesso sulla tela, sono i colori che si articolano in un tripudio di emozioni.

Osserviamo il blu dell'abisso dell'anima che si contrappone al cielo, nel mezzo una scala armonica cuore pulsante dell'opera che richiama un trattato musicale, un'esperienza multisensoriale che stimola la mente e il cuore di chi osserva. Nella porzione destra osserviamo un arcobaleno dove si ergono le crome. Nella sua

valenza simbolica esso incarna un patto tra l'uomo e Dio, simbolo di pace e accordo fra il cielo e la Terra metafora del divino e dell'umano. Osservando l'opera si percepisce un senso di armonia, di quiete, di equilibrio che richiama l'anima dell'arte dell'artista Mariani.

Linee armoniche si articolano libere sulla tela. L'artista Mariani propone un'opera dove la figura femminile si fa veicolo di suggestioni. La tavolozza si tinge di sfumature armocromatiche, fa da sfondo un cielo infinito che si anima fra il viola e il blu colori che incarnano l'armonia e l'equilibrio, richiamando il titolo dell'opera. Interessante lo studio del dinamismo del corpo che libra

libero e leggero, conferendo quella sensazione di infinito. Suggestiva è la resa indefinita del terreno dove il colore diventa materia, l'artista lascia volutamente le striature cromatiche sulla tela, mescolando i colori ma al contempo rispettando la gradazione armocromatica. Il richiamo a quella libertà d'animo a cui Alessio anela e che riecheggia mediante, le forme, il colore e la materia.

Una giungla di sensazioni, di emozioni che l'artista Mariani incarna mediante i cromatismi che si addensano nel punto centrale della tela: incarnando il vertice dei suoi pensieri. La tela diventa la mente dell'artista dove l'osservatore si perde fra le "liane"

cromatiche che conferiscono il senso di dinamismo dell'animo. L'occhio, la finestra sul mondo reale e sul mondo delle Idee, richiamando quella dottrina platonica secondo la quale la sede delle idee fosse al di là del cielo, nell'iper-Uranio. Nella sua valenza simbolica l'occhio corrisponde al numero 3: la perfezione. Associato anche al triangolo, esso incarna il concetto di durata, le tenebre e la luce. Intriso di simbologie è il gesto pittorico di Alma che imprime nelle sue opere un'esperienza multisensoriale, invitando l'osservatore ad una fruizione immersiva. Il viaggio nella conoscenza dell'Io fra i meandri dell'inconscio che sfocia nell'impulso artistico.

Alessio Mariani, La scalata, Acrlico su tela, 120 x 100 cm

Alessio Mariani, Armonia del movimento, Olio, Acrilco, spray su tela, 60 x 90 cm

Alessio Mariani, Into The Jugle, Acrilico su tela, 70 x 50 cm

Page 28: Sguardi nell’anima

Michele Martucci: naturalismo essenziale a cura di Elisabetta La Rosa Impressioni della realtà, l'artista Martucci cattura con occhio attento l'attimo fuggente.

L'opera Strada del Plans richiama la filosofia impressionista del cogliere le sfumature della natura en plein air, infatti l'artista dipinge l'opera dal vero. L'artista imprime sulla tela un'esperienza multisensoriale dove la natura è il cuore pulsante. La Strada del Plans, un

percorso protetto che sorge nel mezzo della natura, una natura

che l'artista cura nei dettagli rendendola silenziosa, dove l'osservatore viene coinvolto in un'esperienza sinestetica riuscendo quasi a percepire il fruscio del vento fra le fronde. Riverbera nella fitta pennellata il ricordo delle nature di Claude Monet, come nell'opera la Passeggiata o Iris nello stagno di Monet e ancora Lo stagno delle Ninfee. Suggestioni cromatiche di un attimo infinito di vita, lo scorcio di un momento impresso per sempre sulla tela. Tra il silenzio del mondo, la rinascita della natura che silenziosamente si fa strada. L'artista realizza un'opera dall'imprinting fotografico, dove la natura dialoga con lo spazio di un attimo che sembrava e sembra tutt'ora infinito. L'artista rappresenta lo scorrere della vita ma anche la sua antitesi: il silenzio che si incarna nella sospensione temporale che il mondo intero ha affrontato, generando una sorta di "incanto pittorico". Un momento apparentemente inanimato dove l'azione

sembra essere bloccata, ma l'artista ci invita a saper guardare Oltre, osservando il riflesso che richiama la vita umana. Un occhio vigile cattura l'attenzione dell'osservatore, in quel solo occhio converge l'idea di movimento, lo scorrere del tempo che va oltre la metafisica. Un'opera simbolica come indica la raffigurazione delle calle che richiama la nascita come se tutto fosse in divenire, nonostante la paura, nonostante il fermo immagine temporaneo che ha attanagliato per mesi l'umanità. L'occasione per riflettere e riflettersi, ma anche quel dinamismo caratterizzante la vita, proprio come quell'occhio vigile che si affaccia nell'opera. La figura umana è l'oggetto di studio nell'opera Ritratto di Angelo. L’essere umano è un soggetto da sempre affascinante per il pensiero degli artisti

passati e presenti. Interessante è la capacità di richiamare quel realismo dettato dal dato naturale, conforme alla poetica pittorica del Caravaggio, un'importante richiamo a quelle "scene di genere" di impronta seicentesca. Una connubio fra la riproduzione della realtà, mediante una scena realmente vissuta dall'artista che ha dato vita al ritratto dal vero, e il naturalismo del dato realistico della stessa. Osservando il volto è possibile carpire come l'espressione non sia stata forzata ma frutto della spontaneità del soggetto raffigurato. L'artista ha vissuto il momento immortalato dal pennello, imprimendo per sempre quel frammento di vita sulla tela. Interessante è lo studio della luce che penetra dalla finestra e la resa della gradazione cromatica sostenuta dal chiaroscuro. Un'opera che induce a ripercorrere due correnti di pensiero seicentesche: il realismo di Caravaggio e il naturalismo di Annibale Carracci, l'artista riesce a sintetizzare i due grandi maestri dando vita ad un'interpretazione

personale della realtà tangibile mediante la sua sensibilità.

Michele Martucci, Strada del Plans, acrilico su tela, 35 x 50 cm

Michele Martucci, Natura Saliente, Olio su tela, 35 x 50 cm

Michele Martucci, Ritratto di Angelo, Olio su tela, 30 x 40 cm

Page 29: Sguardi nell’anima

Valerio Miari: suggestioni cromatiche a cura di Elisabetta La Rosa

Il colore diviene il veicolo delle pulsioni inconsce, l'opera Ecate si propone come un viaggio nei meandri dell'Io umano, attraversando il deserto cromatico della psiche umana. Partendo dal titolo sappiamo che Ecate è un personaggio ripreso dalla mitologia greca e romana. Ecate regnava sui demoni malvagi, sulla notte, la luna, i fantasmi, i morti e la negromanzia. Nella sua raffigurazione più comune, Ecate veniva rappresenta come triplice, incarnando l'aspetto celeste, quello marino e quello terrestre. Proprio come viene raffigurato dalla tela astratta dell'artista Miari. Le velature

cromatiche della porzione inferiore sono

dominate dai colori del nero, dell'oro e del verde, colori che incarnano il mare e la terra. Nella porzione superiore vediamo una duplice divisione, da una parte ritorna il verde, intenso, da forte impatto visivo che richiama l'infinito del cielo. Un cielo che prosegue nella porzione destra dominata dal colore nero, dove solitaria emerge la Luna. Ecate, in quanto divinità femminile, veniva associata anche ai cicli lunari. Un'opera pittorica che ripercorre la mitologia mediante l'utilizzo dei cromatismi che si addensano risultando armocromatici sulla tela. L'artista mostra il tratto cromatico come veicolo di intense suggestioni che coinvolgono ed avvolgono l'animo di chi osserva. Suggestioni cromatiche che si avviluppano sulla tela, il colore esplode diramandosi in una cascata di sensazioni su tela impresse nell'anima. Nelle velature di colore l'artista richiama l'eruzione vulcanica come sinonimo delle

emozioni umane che, come la lava che permea nel terreno, esse sono celate nell'Io umano, richiamando la suddivisione della psiche delle istanze freudiane. Dal punto di vista tecnico osserviamo la precisione delle campiture mediante la spatola che sembra incidere il colore sul supporto, l'artista utilizza il colore come veicolo emozionale richiamando anche l'espressionismo astratto caratterizzato da una creazione artistica spontanea che si carica d'enfasi, quasi come fosse quel gesto inconscio di matrice surrealista. Intensa è la carica materica del colore, una combinazione fra intensità emotiva ed autoespressiva. Cromatismi intensi e vivi si articolano nell'opera Fire, dove l'impulso pittorico dell'artista Miari si palesa mediante l'intensità del colore. Il dinamismo dell'opera viene dettato dalle pennellate cromatiche che incarnano la

forma indefinita del fuoco. Interessante il pensiero artistico che si cela nelle opere di Valerio Miari il quale, mediante l'indefinito della forma, da vita ad un'opera che racchiude un significato simbolico. In questo caso è la natura ad animare la tela, il fuoco è l'agente di relazione naturale fra il microcosmo e il macrocosmo. Caratterizzato dalla sua essenza dinamica in quanto genera trasformazioni, l'elemento del fuoco cela in se il principio maschile, che tutto permea e tutto vivifica e, se lasciato indomito, può generare un'azione distruttrice. L'artista riflette sull'irruenza del fuoco mediante lo studio cromatico. Dal punto di vista stilistico, infatti, l'artista articola i colori bilanciando la gradazione cromatica, la resa della fiamma rispecchia le pulsioni dell'animo. Miari lascia defluire il colore che si modula a seconda del proprio impulso irrazionale dando vita ad un'opera istintiva, dove il fuoco si fa portavoce di

quei sentimenti reconditi nell'Es psichico.

Valerio Miari, Eruption, Acrilico su tela, 60 x 80 cm

Valerio Miari, Fire, Acrilico su tela, 65 x 90 cm

Valerio Miari, Ecate, Acrilico su tela, 50 x 60 cm

Page 30: Sguardi nell’anima

Mattia Milano: oltre la materia cromatica a cura di Elisabetta La Rosa Suggestioni, emozioni, riflessioni sul mondo circostante che si condensano in un gesto pittorico dal forte impatto emotivo che, veicolato dai cromatismi

densi si fa portavoce del mondo interiore di Mattia Milano, la cui poetica pittorica parte da uno studio accademico dell'arte per poi diramarsi in una ricerca personale dove il pensiero diviene materia liquida su tela. Nell'opera Waterfall l'artista sintetizza la suggestione della cascata, richiamando la foga degli schizzi d'acqua che si addensano e si condensano in un'esplosione cromatica supportata dalla luce che riverbera nell'acqua. L'osservatore

viene letteralmente

immerso in questo vortice di colori e suggestioni. Sinestesie interiori che si condensano in materia cromatica. È la curiosità e la voglia di sperimentare a tessere le fila della ricerca cognitiva dell'artista Milano che, in questo caso, si fonda sulla resa materica dell'acqua in quanto elemento naturale. Una narrazione che parte dall'indagine sul mondo esterno sintetizzata in un automatismo psichico. Il pensiero si fonde al colore dando vita a forti suggestioni che si caricano dell'impulso materico intriso nel gesto artistico dell'artista Mattia Milano. Un'arte intensa, vibrante di studi, ed impulsi metabolizzati secondo quell'automatismo psichico di matrice surrealista che si dissolve mediante il colore, divampa e si articola sulla tela, sono increspature del pensiero, la visione del reale sintetizzata mediante la materia cromatica.

Forte è l'impatto emotivo alla quale l'artista viene sottoposto nell'incontro con la tela, le variazioni cromatiche evocano le scale armoniche di un pianoforte, una melodia in divenire conducendo l'opera oltre la sintetizzazione della realtà, essa diviene mimesis del reale, un dialogo compiuto fra musica, arte che sfocia nei più vivi sentimenti umani richiamando la teorizzazione di Wagner che creava opere liriche da lui stesso curate in ogni singolo aspetto (musica, libretto, scenografie, regia teatrale). Mattia si pone come il compositore, lo scenografo e il regista della tela armonica, superando il confine del reale in favore dell'astrazione pura della forma, traendo ispirazione dal dato naturale al fine di razionalizzare l'intima

natura dei suoi sentimenti, che si concretizzano mediante il supporto cromatico. Il gesto pittorico istintivo, irrompe sulla tela dando vita all'opera Cammello. Il colore si addensa come fosse materia liquida su tela, incarna le suggestioni dell'artista che diventano la narrazione di avvenimenti straordinari richiamando gli echi del pensiero di Vasilij Kandinsky, secondo il quale "L'arte oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla, e indica il contenuto del futuro". L'uso del colore è la chiave di lettura dell'opera che ha una doppia valenza: quella fisica che si basa su sensazioni momentanee, quella psichica mediante la vibrazione spirituale dove il colore diventa motore dell'anima. Interessante è la capacità di sintesi delle teorie Kandinskiane che emerge nella sintesi cromatica e spaziale che si articola nell'opera.

Mattia Milano, Waterfall, Acrilico su tela, 140 x 140 cm

Mattia Milano, Tater, Acrilico su tela, 130 x 130 cm

Mattia Milano, Cammello, Acrilico su tela, 80 x 110 cm

Page 31: Sguardi nell’anima

MUAC?: suggestioni armoniche a cura di Elisabetta La Rosa Suggestioni armoniche, lo sguardo sul mondo interiore dell'artista Muac che tramite le sue opere apre una finestra sul suo modo di percepire la realtà.

Il colore si fa voce della tecnica fotografica plasmando uno scorcio notturno rivisitato in chiave contemporanea, la storia di Apollo e Daphne. Un salto di circa 400 anni dalla celebre scultura del Bernini dove la materia narrativa del marmo si tramuta in una lavorazione digitale, dove il pensiero si addensa e dalle mani si passa

agli occhi, veicolo di emozioni e suggestioni, in grado di catturare il fermo immagine di un frammento di pensiero che vive nell'immaginario di chi lo crea. Apollo dio del Sole incarnato proprio dal giallo, domina la scena, proprio come nella scultura Berniniana cerca di intersecarsi a Daphne ninfa dell'acqua, sacerdotessa della Madre Terra che rapì il cuore del dio del Sole che, desideroso di possederla, tenta di inseguirla dopo il rifiuto della ninfa che infine si trasforma in albero. Nell'opera di Muac però, l'osservatore viene inglobato nei colori della seduzione, quasi come se l'artista avesse voluto focalizzare la sua attenzione sull'aspetto passionale della vicenda. Muac cattura il frammento di una narrazione passata mediante la sua personale suggestione. La materia di condensa fra le suggestioni cromatiche dell'opera #7 di Muac. L'artista imprime il fermo immagine di un'emozione, cerca di rendere mediante la lavorazione fotografica la

suggestione di un attimo, un frammento di realtà dove è il colore che sancisce il dialogo con l'osservatore andando a scalfire le parti recondite dell'inconscio. Un'immagine offuscata che conduce alla verità e conoscenza dell'Io. Intenso è il richiamo filosofico al Velo di Maya, espressione coniata dal filosofo Arthur Schopenhauer, indicando l'illusione della realtà in cui viviamo, come se la vita fosse un sogno regolato da leggi "È Maya, il velo ingannatore, che avvolge il volto dei mortali e fa loro vedere un mondo del quale non può dirsi né che esista, né che non esista; perché ella

rassomiglia al sogno, rassomiglia al riflesso del sole sulla sabbia, che il pellegrino da lontano scambia per acqua; o anche rassomiglia alla corda gettata a terra, che agli prende per un serpente”. Muac invita il fruitore a sollevare quel velo, affrontando le verità delle proprie emozioni, delle pulsioni, della realtà dell'Io.

Suggestioni cromatiche si articolano incarnando il pensiero dell'artista Muac, che vive di ricordi passati rivisitati in chiave contemporanea. Seta rinascimentale è il titolo dell'opera, evoca l'arte della seta che nel Quattrocento e Cinquecento, raggiunse in Italia vertici altissimi. Il cromatismo satinato richiama le suggestioni di quei ritratti realizzati dai pittori quali Piero della Francesca, Raffaello, Tiziano, Alessandro Allori, dove venivano messe in risalto le fogge sartoriali in voga allora. Muac mediante le suggestioni del colore conduce l'osservatore in un viaggio nelle radici dell'arte,

ripercorrendo la storia ed il vissuto dell'umanità che ha esaltato il gusto del bello.

MUAC?, Apollo e Daphne night, fotografia macro

MUAC?, #7, Fotografia Macro.

MUAC?:Renaissance Silk, fotografia Macro.

Page 32: Sguardi nell’anima

Noah: seguendo l’emozione del colore a cura di Elisabetta La Rosa Auree visioni, profonde suggestioni, l'anima si manifesta mediante il fondo dell'opera Come me dove, sulle tonalità cromatiche del blu e dell'azzurro, il

giovane artista imprime le sue più vive suggestioni. Il colore segue le pulsioni inconsce dell'artista che osserva e scruta la realtà con entusiasmo e sete di conoscenza. L'arte è il richiamo recondito che fluttua mediante le scolature di colore che delineano il confine fra realtà e percezione di essa. Nell'opera il titolo guida l'osservatore che scorge le sfumature di se stesso, prendendosi una pausa dal caos del reale per immergersi in un universo sinestetico fatto di ricordi, di emozioni,

di pensieri fluidi che so agglomerano nei

meandri dell'inconscio.

Nell'opera Il capitano della mia anima, l'artista Noah imprime la propria anima incarnata dallo sfondo caratterizzato da tonalità fredde, dove si delineano le striature cromatiche frutto delle pulsioni dell'animo di Noah. L'arte come liberazione del sé, il mezzo più potente d'espressione. La tela viene interrotta da squarci di colore giallo e rosso che rispettivamente incarnano la luce dell'intelletto e la passione che caratterizzano la fase ludica attraversata dal giovane

artista. L'opera si cataloga come un trattato pittorico dai risvolti psicologici, in quanto l'artista comunica se stesso mediante il suo mondo di forme e colori. È l'arte che muove i moti dell'animo dell'artista Noah, la voce del suo inconscio, il capitano che ne anima lo spirito. "L'uomo non ha un corpo separato dall'anima. Quello che chiamiamo corpo è la parte dell'anima che si distingue per i suoi cinque sensi". Introduciamo, supportati dalla parole di William Blake, l'opera pittorica

realizzata su scultura lignea di Noah. L'artista si affida alla percezione interiore della realtà, il colore è il mezzo di comunicazione più efficace che coadiuva l'artista nella resa delle emozioni. Sono i sensi a guidare il gesto pittorico di Noah, che questa volta abbandona la tela sconfinando in un nuovo linguaggio artistico. I cromatismi fluidi delineano l'essenza della scultura, dove ad ogni colore corrispondono quelle emozioni che hanno indotto il giovane artista all'impulso della resa cromatica, conducendo l'osservatore in un viaggio sinestetico, andando oltre la percezione visiva. La vista risveglia gli altri sensi, inglobando il fruitore in un viaggio a ritroso nei meandri di se stesso. La figura incontra l'impulso del colore che vive mediante gli echi della "pittura d'azione". Tecnicamente l'artista sintetizza la concezione dell'espressionismo astratto annullando gli spazi grezzi del supporto e instradando il colore verso molteplici direzioni, facendolo egrederire dal proprio Io inconscio.

Noah, Come me, tempera su tela, 50 x 70 cm

Noah, Il capitano della mia anima, tempera su tela, 50 x 100 cm

Noah, Ercolino, Tempera su scultura lignea realizzata da Claudia De Rossi, 15 x 12 x 30 cm

Page 33: Sguardi nell’anima

Silvia Perrone: La vita negli occhi a cura di Elisabetta La Rosa L'essenza della vita si racchiude nel corpo femminile alla quale l'artista Perrone dona eleganza e dignità.

Nell'opera Femminilità l'artista raffigura una donna di spalle, la postura è aggraziata, il volto è la chiave d'accesso all'interpretazione dell'opera. La sensualità infatti trapela dall'espressione: gli occhi socchiusi, la bocca all'infuori, labbra carnose appena schiuse. Luci e ombre plasmano il corpo che viene osservato di spalle, consentedo al fruitore di sentirsi parte integrante della composizione. Un tratto pittorico deciso volto alla rappresentazione dei moti dell'anima della donna dove la costruzione plastica del corpo le conferisce dinamismo. Nell'opera Pensiero l'artista Perrone riesce a bloccare l'immagine cogliendo l'emozione dell'attimo fuggente. Si condensa nello sguardo della donna di cui scorgiamo la metà del volto. Mediante lo studio

del chiaroscuro incrementato dalla suggestione della luce, l'artista conferisce all'opera una valenza scultorea che richiama il plasticismo caratterizzante i bozzetti Michelangioleschi. Il volto della donna viene raffigurato in maniera del tutto realistica, punto focale è l'occhio lo specchio dell'anima dalla quale trapelano le vive emozioni della

donna raffigurata, dove la suggestione diviene pensiero ed esso materia pittorica, ove l'osservatore si immerge nella piena totalità dell'immagine plastica. Nell'opera Vita l'artista mostra una donna adagiata sull'acqua, un connubio che allude all'essenza vitale. La donna come generatrice di vita, colei che dona la vita portando in grembo un altro essere umano, l'artista la raffigura nuda conferendole purezza e dignità. È una donna pura quella che la Perrone vuole incarnare nell'opera. Stilisticamente l'artista pone molta attenzione sui dettagli del volto, mostrando uno studio minuzioso della figura umana. L'acqua sottostante cela in se molteplici significati, spesso associati al femminile. L'acqua è fonte di vita, uno dei quattro elementi a cui vengono attribuite le qualità di emozione, intuizione ed adattabilità. Intensa è la carica emotiva che permea dalla tela, il coinvolgimento dei sensi che sfocia nell'essenza femminile.

Silvia Perrone, Femminilità, Olio su tela, 28 x 72 cm

Silvia Perrone, Pensiero, Olio su tela, 60 x 60 cm

Silvia Perrone, Vita, Olio su tela, 60 x 80 cm

Page 34: Sguardi nell’anima

Orlando Poggi: simbologie nell’anima a cura di Elisabetta La Rosa La donna come fulcro della poetica artistica dell'artista Poggi che, rappresentando la figura femminile in chiave mitologica, riflette sulle sue

molteplici sfaccettature. Nell’opera La primavera rossa emerge una figura femminile dal forte impatto emotivo e cromatico, è infatti il colore a sostenere l'impeto della tenacia femminile. La donna come simbolo della primavera, richiamo alla fertilità, alla nascita e al rinnovamento dello spirito. Dal punto di vista tecnico, interessante è il gioco prospettico che si articola mediante le diramazioni che fuoriescono dal corpo femminile come fosse il fusto di un albero ove al suo interno cela la linfa vitale. È una donna portatrice di vita quella

plasmata dall'artista Poggi, il quale rende tridimensionale la figura mediante un gioco di luci

che vibrano sulla tela con l'ausilio degli smalti. L'opera risulta "viva" e vive mediante la percezione del fruitore, il quale viene "invitato" dalla donna nella celebrazione della Primavera. Nell'opera Echidna e Tifeo l'artista ci riporta nei testi di mitologia greca, molteplici sono le attribuzioni circa l'origine di Echidna, ciò che viene riportato con certezza è l'aver generato figli mostruosi, con Tisifeo ad esempio generò Ortro, Cerbero, la Sfinge, l'Idra di Lerna e la Chimera. Interessante la composizione tecnica che vede l'assemblaggio dell'inchiostro di china gli acrilici e smalti che conferiscono all'opera un aspetto tridimensionale dal forte impatto materico. Analizzando il colore rosso di fondo, allude alla passione che avvolge le due

figure. Emerge anche il richiamo alla composizione ellenica della figura, dove il corpo è bilanciato e i moti degli arti si contrappongono. L'opera va oltre il richiamo mitologico, essa si fa celebrazione dell'amore prendendo l'esempio delle due creature sovrannaturali come allegoria del superamento del confine della razionalità. Uno studio introspettivo della figura femminile, fulcro della poetica artistica di Orlando Poggi. Una tecnica artista unica nel suo genere, richiamando l'arte del mosaico essa si presenta ricca di "cenni" figurativi arcaici, anche per lo stile della raffigurazione. L'artista rielabora il passato in chiave moderna fondendo la sua estrema sensibilità e l'attenzione per la figura femminile che rende in maniera

aggraziata e sensuale. Un'opera ricca di simbologie, come emerge anche dal titolo, dove l'artista ci conduce nel sud dell'Egitto ad est del Nilo, dove sorge Luxor. Forte è il richiamo all'arte egizia come si evince dai simboli raffigurati in primo piano, sulla porzione di pelle - forse della donna- dove è possibile scorgere tre heke che alludono al potere, associate al faraone il quale aveva il compito di portare benessere alle sue genti. Interessante il parallelismo che emerge dai simboli di stampo egizio e la figura femminile, quasi come se l'artista fosse stato animato dal voler esaltare la figura femminile. Alludendo al potere della vita, come indica anche la semi raffigurazione dell’ankh (sempre in primo piano) che, nella cultura egizia, alludeva al mistero della vita, la sua traduzione significa proprio Chiave della vita.

Orlando Poggi, La primavera rossa, Vernici, smalti e acrilici su tela, 50 x 100 cm

Orlando Poggi, Echidna Tifeo, China, acrilici e smalti su tela, 50 x 70 cm

Orlando Poggi, Luxor, Acrilici, vernici, smalti su fondo materico, sabbia, vinavil e pigmenti, 50 x 70 cm

Page 35: Sguardi nell’anima

Francesco Rosina: gli occhi dell’anima a cura Elisabetta La Rosa Gli occhi sono lo specchio dell'anima, uno sguardo intenso che racchiude il

senso della poetica pittorica dell'artista Rosina. L'artista guarda al passato, partendo dalle pitture rupestri ripercorre, mediante la figura umana, la storia del mondo giungendo ad una realtà contemporanea che si palesa mediante le colorazioni intense del giallo, del rosso e del nero. Colori forti, che irrompono sulla tela, si fanno veicolo del linguaggio interiore dell'artista supportato dallo sguardo. Occhi severi, fermi, volti a sollevare il "velo di Maya" per scorgere la realtà. Occhi che incarnano la determinazione dell'anima che, con un velo di tristezza, prende consapevolezza di sé stessa. Un linguaggio introspettivo è quello plasmato dall'artista, si cela nel volto

e nei cromatismi. Interessante è lo studio dei moti dell'animo che trapelano mediante le espressioni del volto, l'artista mediante un linguaggio apparentemente semplice scava nell'animo delle figure impresse sulla tela al fine di penetrare nell'animo di chi osserva. Intense campiture di colore si articolano nell'opera Urlo e non mi senti. Lo sguardo è la chiave d'accesso al fulcro dell'opera, evoca un sentimento di delusione di sofferenza che non si palesa mediante le parole o le espressioni, ma sono gli occhi a filtrare l'emozione. Stilisticamente l'artista richiama, come nella gran parte delle sue opere, le pitture rupestri non solo per la composizione del

volto ma anche per i colori, osserviamo infatti colori primari che sembrano essere "spalmati" sul supporto. Ricordiamo che nel Paleolitico le pitture rupestri venivano colorate con colori minerali quali ocra gialla e rossa. L'artista Rosina pone al centro della sua indagine artistica la figura umana, lo studio dei moti dell'animo che trapelano mediante i volti, con particolare attenzione allo studio degli sguardi. Nonostante la staticità del volto, l'artista riesce a squarciare la tela delle apparenze, al fine di coinvolgere l'osservatore in un viaggio attraverso le proprie radici.

L'anima dell'opera Il senso di te, si palesa negli occhi del volto raffigurato. La composizione del volto si carica di Pathos, gli occhi come finestra sull'anima, lo sguardo sul passato che rivive

nella contemporaneità. Tecnicamente l'artista si ispira all'era paleolitica mediante la ripresa dell'arte rupestre, rielaborando la figura secondo la propria sensibilità. Il volto è diviso cromaticamente a metà, il blu incarna l'equilibrio e la serenità è come sa l'artista fosse animato da questa ricerca mediante un'opera che verte alla riscoperta di quei sentimenti profondi. Il titolo conferisce una duplice interpretazione dell'opera: la ricerca del senso di noi stessi, mediante l'indagine sul proprio Io che avviene mediante quei moti dell'animo che si palesano nello studio delle emozioni. La seconda interpretazione verte sul ricordo, l'assenza di un altro e la sua ricerca, l'amore che riverbera nello sguardo intenso che trafigge l'anima.

Francesco Rosina, Potremmo ritornare, Tecnica mista, 65 x 90 cm

Francesco Rosina, Urlo e non mi senti, Tecnica mista, 65 x 90 cm

Francesco Rosina, Il senso di te, Tecnica mista, 65 x 90 cm

Page 36: Sguardi nell’anima

Lilla Sanna: l’arte nell’anima a cura di Elisabetta La Rosa "Sii come il mare che non smette di irrorare le coste arse." Una composizione armonica dove l'elemento naturale è il fulcro del pensiero

artistico di Lilla Sanna, artista che celebra la meravigliosa Sardegna, la sua Terra d'origine, imprimendo sulla tela gli scorci che essa ci offre. Fulcro della composizione è l'agitarsi delle onde del mare che dialogano con gli scogli, un tripudio di sfumature armocromatiche che incutono forti suggestioni, "scuotendo dalla polvere" i meandri dell'inconscio umano. Intenso è l'impatto emotivo

generato dal colore, parte integrante della composizione, dalla resa tridimensionale e fotografica. L'artista riesce a far vivere il colore mediante le suggestioni della luce che, supportata dal dinamismo della composizione, detta le sfumature cromatiche.

Una finestra sul mondo, lo scorcio prospettico di un attimo, la primavera come rinascita dell'anima. Suggestioni che vivono mediante le vibrazioni cromatiche dell'opera Primavera Olbiese dell'artista Lilla Sanna. Innamorata della sua Terra, l'artista Sanna celebra la primavera nella città di Olbia, immortalando un paesaggio che si tinge di colorazioni cromatiche calde. Interessante lo studio geometrico delle composizioni architettoniche come se esse fossero il fusto di un albero dal quale si diramano le fronde, conferendo alla scena un

aspetto idilliaco, il paesaggio primaverile assume la valenza del paesaggio interiore, un paesaggio dell'anima dove la natura si libra in un'esplosione di intensi Cromatismi dalle colorazioni parzialmente calde. L'essere umano è lo spettatore di questa celebrazione della natura alla quale l'artista conferisce una composizione armonica che si sposa con il paesaggio urbano. Velature cromatiche di matrice scultorea plasmano l'opera La luce è nell'anima. La figura femminile nuda è il fulcro della composizione, l'artista, mediante una lavorazione plastica dettata dallo studio della luce e delle ombre, da vita ad una composizione dettata dall'introspezione psicologica dell'entità umana.

Il titolo detta la chiave interpretativa dell'opera, la figura si presenta nuda sottolineando la purezza dell'anima, l'artista Sanna conferisce dignità alla figura femminile. Interessante è lo studio della luce, che sembra provenire dalla porzione destra della tela colpendo frontalmente il corpo della donna, avvolto da un caldo bagliore. La luce dell'anima che emerge mediante lo studio dei moti figurativi del corpo, caratterizzato dalla postura della donna, dallo sguardo volto verso la fonte luminosa e il plasticismo scultoreo del corpo che contribuiscono alla resa materica dell'opera.

Lilla Sanna, Capo Ferro, Acrilico su tela, 40 x 40 cm

Lilla Sanna, Primavera Olbiese, Acrilico su tela, 50 x 35 cm

Lilla Sanna, La luce è nell'anima, Acrilico su tela, 40 x 40 cm

Page 37: Sguardi nell’anima

Rana Sayegh: scorci di vita a cura di Elisabetta La Rosa Scorci di vita silenziosi, l'attimo fuggente che si ferma in una scena

quotidiana dove l'osservatore diviene il regista silente della composizione. Nell'opera Temporeggiando, l'artista Rana riflette sullo scorrere del tempo, sugli attimi di vita, sull'idea della vita stessa scandita dagli attimi che la plasmano. Interessante è il valore intrinseco che l'artista apporta alla pittura di genere evocando le

sfumature degli studi naturalistici di Annibale Carracci. Sono tratti naturalistici, che si discostano dal realismo, l'artista plasma la costruzione della scena, dove ogni personaggio è stato pensato per essere collocato in una precisa porzione dello spazio. L'artista delinea la scena nella sua mente e poi sul supporto ma non la vive nella realtà. È frutto dell'idea, dell'immaginario, di una profonda riflessione sull'essenza umana.

Una passeggiata nel cuore di Calcata uno dei borghi più suggestivi del Lazio. L'artista nello scorcio prospettico ci mostra un frammento del borgo medievale. Interessante la resa prospettica che l'artista riesce a rendere nell'opera caricando di suggestioni intense la materia cromatica.

Osserviamo in alto affacciata alla finestra una donna, che osserva silenziosamente il borgo, interagendo con

lo spettatore, come se la figura umana fosse la chiave d'accesso al fulcro dell'opera. Rana coinvolge l'osservatore in una scena di genere, inglobandolo nell'intelaiatura prospettica al fine di renderlo partecipe di quell'atmosfera suggestiva che si infittisce mediante la resa cromatica del paesaggio architettonico. L'arte è il lavoro dell'anima per l'artista Rana Sayegh che, nella raffigurazione del mendicante, da vita ad un'opera dal forte impatto emotivo. L'artista raffigura un mendicante con l'intento di coglierne le sfaccettature dell'anima, l'opera è intrisa di Pathos come emerge dalla postura ricurva su se stesso. Nei moti del corpo, Rana cerca di fare egredire l'animo puro dell'uomo, invitando

l'osservatore ad andare oltre ciò che appare. Interessante è l'impianto prospettico che l'artista studia con estrema cura per il dettaglio, dando vita ad una scena di genere volta a rappresentare una realtà nuda e cruda dove viene meno il dato allegorico per una maggiore attenzione verso i dati di realtà, dando vita ad uno studio realistico dell'opera.

Rana Sayegh, Temporeggiando, Olio su tela, 60 x 80 cm

Rana Sayegh, Calcata, Olio su tela, 90 x 90 cm

Rana Sayegh, Senza titolo, Olio su tela, 60 x 80 cm

Page 38: Sguardi nell’anima

Luisa Schirru: la poetica del colore a cura di Elisabetta La Rosa «Io lo amo più di me stessa, Ellen; e lo so da questo: tutte le sere io prego di potergli sopravvivere, perché preferirei essere infelice io, piuttosto che saperlo

infelice. È la prova che l’amo più di me stessa». Ispirata al celebre romanzo di Emily Bronte, l'artista Schirru richiama la suggestione della Brughiera, l'amore tormentato fra Catherine e Heathcliff incarnato dal colore rosso intenso che vive fra le gradazioni armocromatiche che si librano sul supporto. Le velature di colore sono intense, tagli netti incarnati dal nero che penetra nel supporto come le increspature narrative del romanzo della Bronte. L'amore evanescente fra Catherine ed Heathcliff che ebbe compimento solo dopo la morte dei due protagonisti, l'incontro di due anime che suggellano la loro

unione profonda anche dopo la vita terrena. I cromatismi forti e decisi

sono dettati dalla celebrazione dell'autrice del romanzo, Emily Bronte un'icona femminile rivoluzionaria del periodo vittoriano. Il rosso incarna la forza prorompente della passione, il fuoco della rivoluzione che divampa negli animi consapevoli. La stessa passione che plasma e delinea la trama del romanzo Cime Tempestose. Un'opera astratta che cela un'anima figurativa, l'artista vede e vive l'opera nel proprio Io, incisa nella memoria, essa egredisce sul supporto in masonite. Intense suggestioni sull'animo femminile, celebrano la figura di Lilith. Il personaggio di Lilith viene menzionato nel culto della religione mesopotamica e nella prima religione ebraica. L'artista Schirru pone l'attenzione sulle scritture degli ebrei. Secondo gli antichi ebrei Lilith era la prima moglie di Adamo, precendente ad Eva, la quale fuggì da Adamo rifugiandosi nel Mar Rosso. Lilith pretendeva di godere degli stessi privilegi del suo consorte in quanto

nata anch'essa dalla polvere del suolo, la Terra che la Schirru incarna mediante le increspature di colore. Le velature cromatiche si fanno portavoce dell'animo forte della donna, i cromatismi del giallo e del blu, che vanno sfumandosi sulla tela, incarnano la forza e la brillantezza dell'animo femminile. Nella porzione centrale il colore si increspa divenendo materia, emerge l'impeto dell'irruenza di Lilith, l'emancipazione femminile, una donna che non si assoggetta all'uomo. Diverse sono le raffigurazioni di Lilith nell'arte, ricordiamo ad esempio il preraffaellita Dante Gabriel Rossetti, il quale raffigura la sua Lady Lilith come una donna dalla bellezza sovrumana. La Schirru mediante il linguaggio cromatico

delinea l'aspetto intrinseco della donna, dove l'occhio umano si fa interprete dell'animo femminile immergendosi in un tripudio di suggestioni frutto della carica materica dettata dal colore. Intensa è la rappresentazione della forza dell'animo femminile che si palesa nell'opera Abissi. Il colore inciso sulla tavola da vita ad intense suggestioni, che riassumono la serie delle opere sull'animo femminile realizzate dall'artista Schirru. Abissi richiama la condizione interiore di quelle donne che hanno segnato la storia, sprofondando in un abisso dal quale sono poi risalite. L'artista mette in evidenza la rivalsa di queste persone che sono state in grado di rivoluzionare il mondo mediante la loro caparbietà, dettata dalla creatività che le ha contraddistinte. Tutto ciò si condensa nei cromatismi intensi che si articolano sulla scala del blu, conducendo l'osservatore negli abissi del proprio io. Sono suggestioni intense che squarciano il supporto, come si evince dalla verticalità delle campiture nere. L'artista, nonostante il titolo, riesce a conferire quell'input dell'egressione dell'animo, come se fosse proprio il colore ad incarnare la creatività umana.

Luisa Schirru, Cime tempestose, Acrilico su masonite, 35 x 50 cm

Luisa Schirru, Lilith, Acrilico su masonite, 34 x 58 cm

Luisa Schirru, Abissi, Acrilico su masonite, 33 x 58 cm

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Pietro Soru: visioni cromatiche a cura di Elisabetta La Rosa Oniriche visioni delineano un paesaggio che si medi articola mediante le

suggestioni dettate dal colore. Nell'opera Visoni l'artista Soru mostra lo scorcio di un paesaggio, come se la tela si squarciasse fra i colori che aprono il portale ad un mondo onirico, che si delinea mediante suggestioni profonde frutto delle incontrollabile proiezione dell'artista. La materia vive nell'opera e dona un senso di tridimensionalità al paesaggio suggestivo. I cromatismi sono intensi e supportano la resa dell'idea freudiana che il sogno è la via maestra per esplorare l'inconscio. L'opera si pone infatti come un

atto di ripiegamento riflessivo su quei contenuti prodotti

dall'inconscio tramite le suggestioni oniriche. Osserviamo infatti la quiete di un paesaggio naturale, colori dalle tonalità pastello dominano gran parte della tela, la natura guida il pensiero dell'artista e lo coadiuva nella resa del mondo sognante, quel paesaggio interiore essenza vitale per l'anima. Suggestioni interiori che vivono mediante le campiture cromatiche, che si librano in un caleidoscopio di colori. È il colore il protagonista dell'opera Paesaggio cromatico che delinea le oniriche visioni di un paesaggio naturale come proiezione del paesaggio interiore.

L'artista guida l'osservatore fra le diramazioni delle fronde, le radici degli alberi, mediante una gradazione cromatica che non rispecchia la valenza realistica della natura ma piuttosto la proiezione intrinseca che vive nella mente dell'artista Soru. Intensa è la suggestione astratta del colore che si fonde alla matrice figurativa del paesaggio, delineato dalla percezione della natura come sinonimo delle emozioni umane che si condensano mediante il tratto pittorico fluido ma deciso. Intensa è la capacità di bilanciare il colore che si fonde mediante la ricerca della "cromosintesi". L'opera Natura suggella l'incontro fra le cromie del paesaggio che si assemblano con le emozioni umane, dando vita ad un'opera sinestetica dove sono i sensi ad essere soggetto della tela. Un paesaggio onirico plasmato dall'impulso del colore, richiamando la teoria del colore di Vasilij Kandinsky, quel connubio fra spirito delle forme come eco della risonanza nel colore.

Così nell'opera di Soru i colori associati a forme astratte hanno il potere di suscitare emozioni nello spettatore facendo riscoprire, in un’epoca in cui predomina l'apparenza del consumismo, una dimensione spirituale assopita nella memoria del tempo. L'opera pittorica diviene un trattato filosofico che induce l'osservatore a sollevare "il velo di Maya".

Pietro Soru, Visioni, Acrilico su tela, 49 x 55 cm

Pietro Soru, Paesaggio Cromatico, Acrilico su tela, 40 x 60 cm

Pietro Soru, Natura, acrilico su tela, 50 x 70 cm

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Marco Tersigni: l’anima del mare a cura di Elisabetta La Rosa Come le onde del mare il pensiero si libra libero ed indisturbato, fluttua nella memoria dei tempi, attraversando i ricordi si ciba di sensazioni sempre

nuove. Intensa ed emozionale è la poetica artistica che si cela nelle opere a sfondo marino, alla quale l'artista Tersigni dona vita. Nell'opera Libero come un gabbiano l'artista riflette sul senso della libertà incarnato, non solo dal

mare, ma soprattutto dal gabbiano che, nella sua valenza simbolica,

è legato psichicamente alla sensazione di libertà e di immensità. Nelle leggende indiane l'animale è il detentore della luce, vola sul mare e sulla terra incarnandone l'armonia. Intensa è la valenza simbolica dell'opera che si pone come uno sguardo introspettivo sull'Io umano. Deciso è il tratto pittorico dell'artista che si attiene ad una narrazione realistica, minuziosa è l'attenzione per le increspature del mare e per le gradazioni cromatiche che contribuiscono alla resa emotiva dell'opera. Una finestra sul mare, uno sguardo di libertà che vibra e riecheggia fra le onde del mare. Dal punto di vista tecnico l'artista riesce nella resa prospettica del mare, mediante la finestra aggettante. Nella sua valenza simbolica, dal punto di vista psicologico, il mare e l'acqua sono simboli molto comuni nei sogni. Un richiamo al mondo inconscio, quello stato

emotivo interno della persona e alla sua paura o emozione con il contatto con quelle sensazioni latenti intrinseche nell'animo umano. Magistrale è la resa delle onde alle quali l'artista conferisce tridimensionalità. Lo sguardo viene incanalato mediante la finestra, simbolo del superamento delle proprie paure aprendo una via verso la libertà dell'Io. Costruzione volumetrica supportata dalla tecnica dell'intarsio, che plasma lo scorcio prospettico dell'opera Civita di Bagnoregio. Interessante è lo studio materico dell'opera che da voce alla passione dell'artista per la tecnica dell'intarsio. Lo studio prospettico supporta la resa tridimensionale dell'opera, che avvolge e coinvolge il fruitore in un'esperienza multisensoriale.

Lo scorcio del borgo laziale emerge dal supporto, dimostrando l'attenzione per il dettaglio reso mediante una lavorazione complessa, frutto della ricerca materica dell'artista.

Marco Tersigni, Libero come un gabbiano, Olio su compensato, 57 x 39 cm

Marco Tersigni, Uno sguardo sul mare, Olio su tela, 50 x 50 cm

Marco Tersigni, Civita di Bagnoregio, Intarsio e pittura ad olio, 50 x 42 cm

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