Ospedale di Caserta News

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1 Un’organizzazione funzionale che consente di avere a disposizione 24 ore su 24 un team di chirurghi generali d’urgenza esperti e dedicati al trauma, che si avvalgono dell’apporto di numerosi specialisti. Trauma Center, Sanità dal grande valore sociale I l Trauma Center è una struttura dedica- ta al trattamento dei pazienti affetti da gravi patologie traumatiche, causate da incidenti stradali, infortuni sul lavoro, domesti- ci, sportivi. Esso rappresenta non solo il punto d’arrivo di un radicale processo di rinnovamen- to del vecchio Pronto Soccorso, ma anche un servizio di indubbio valore sociale: il trauma è oggi infatti fra le prime cause di morte nel no- stro Paese. Contrariamente a quanto comune- mente si crede, non sono solo malattie cardiova- scolari o neoplastiche a determinare il maggior numero di decessi. Ogni anno, in Italia, su 57,5 milioni di abitanti, sono 7.877 i morti dovuti ai traumi, con una mortalità giornaliera media di 2,5 persone. L’elevato numero di invalidi, spes- so giovani ed in età lavorativa, costituisce una grande perdita di valore sociale oltre che di vite umane. Il Trauma Center nasce dall’esigenza di for- nire una migliore assistenza e cura al trauma- tizzato grave, onde consentire una riduzione della mortalità “potenzialmente evitabile” ed una minore incidenza degli esiti invalidanti. Il Trauma Center dell’Ospedale di Caserta carat- terizza al massimo livello il DEA (Dipartimento di Emergenza e Accettazione), costituendo uno dei primi punti di riferimento sia in ambito re- gionale che extraregionale per i pazienti poli- traumatizzati complessi. L’organizzazione di tale Unità Operativa, voluta fortemente dai ver- tici aziendali ed in particolare da Luigi Annun- ziata e Diego Paternosto, garantisce al paziente un percorso ottimale. AZIENDA OSPEDALIERA DI CASERTA - OSPEDALE DI CASERTA News - ANNO II - N. 1 - gennaio 2009 Periodico bimestrale di informazione interna dell’Azienda Ospedaliera“ Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta azienda caserta ospedaliera Sono, per carattere, spon- taneamente portato ad augurare tutto il bene possibile a tutti ed in ogni occasione. Ma in periodo di inizio d’anno gli auguri hanno una valenza ed un significato speciale, soprattutto se indirizzati a persone che l’Ospedale sono costrette a frequen- tarlo per motivi di salute in questi giorni come nel resto dell’anno. A loro, so- prattutto, auguro che la so- sta rigeneratrice sia breve e cheriacquistinopienasere- nità e salute. Al personale ospedaliero tutto vanno gli auguri di buon lavoro nel quotidiano impegno che le rispettive professio- ni comportano. In questo numero continuiamo a descrivere attività che sono espressione del lavoro che si svolge in questa Azien- da Ospedaliera. Non lo si fapermetterci“invetrina”, ma per ricordare a tutti noi che impegno, sacrifici e sforzi profusi danno sod- disfazione. Soddisfazione che ci piace condividere con tutti coloro – gli am- malati – cui questi sforzi sono dedicati. Editoriale luigi annunziata direttore generale Loa alla sordità, a Caserta un primato pag. 3 Sanità pubblica e finanziamenti: garantire la funzionalità pag. 7 Unità di Senologia, l’Ospe- dale entra nelle rete regionale pag. 5 Il mediatore culturale per un Ospedale poligloa pag. 4

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Anno II n.1 gennaio 2009

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Un’organizzazione

funzionale che

consente di avere a

disposizione 24 ore

su 24 un team di

chirurghi generali

d’urgenza esperti e

dedicati al trauma,

che si avvalgono

dell’apporto di

numerosi specialisti.

Trauma Center, Sanità dal grande valore sociale

Il Trauma Center è una struttura dedica-ta al trattamento dei pazienti affetti da gravi patologie traumatiche, causate da

incidenti stradali, infortuni sul lavoro, domesti-ci, sportivi. Esso rappresenta non solo il punto d’arrivo di un radicale processo di rinnovamen-to del vecchio Pronto Soccorso, ma anche un servizio di indubbio valore sociale: il trauma è oggi infatti fra le prime cause di morte nel no-stro Paese. Contrariamente a quanto comune-mente si crede, non sono solo malattie cardiova-scolari o neoplastiche a determinare il maggior numero di decessi. Ogni anno, in Italia, su 57,5 milioni di abitanti, sono 7.877 i morti dovuti ai traumi, con una mortalità giornaliera media di 2,5 persone. L’elevato numero di invalidi, spes-so giovani ed in età lavorativa, costituisce una

grande perdita di valore sociale oltre che di vite umane.

Il Trauma Center nasce dall’esigenza di for-nire una migliore assistenza e cura al trauma-tizzato grave, onde consentire una riduzione della mortalità “potenzialmente evitabile” ed una minore incidenza degli esiti invalidanti. Il Trauma Center dell’Ospedale di Caserta carat-terizza al massimo livello il DEA (Dipartimento di Emergenza e Accettazione), costituendo uno dei primi punti di riferimento sia in ambito re-gionale che extraregionale per i pazienti poli-traumatizzati complessi. L’organizzazione di tale Unità Operativa, voluta fortemente dai ver-tici aziendali ed in particolare da Luigi Annun-ziata e Diego Paternosto, garantisce al paziente un percorso ottimale.

AZIENDA OSPEDALIERA DI CASERTA - OSPEDALE DI CASERTA News - ANNO II - N. 1 - gennaio 2009

Anno II – gennaio 2009

Periodico bimestrale di informazione interna dell’Azienda Ospedaliera“Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta

azienda

caserta

ospedaliera

Sono, per carattere, spon-taneamente portato ad augurare tutto il bene possibile a tutti ed in ogni occasione. Ma in periodo di inizio d’anno gli auguri hanno una valenza ed un significato speciale, soprattutto se indirizzati a persone che l’Ospedale sono costrette a frequen-tarlo per motivi di salute in questi giorni come nel resto dell’anno. A loro, so-prattutto, auguro che la so-sta rigeneratrice sia breve e che riacquistino piena sere-nità e salute. Al personale ospedaliero tutto vanno gli auguri di buon lavoro nel quotidiano impegno che le rispettive professio-ni comportano. In questo numero continuiamo a descrivere attività che sono espressione del lavoro che si svolge in questa Azien-da Ospedaliera. Non lo si fa per metterci “in vetrina”, ma per ricordare a tutti noi che impegno, sacrifici e sforzi profusi danno sod-disfazione. Soddisfazione che ci piace condividere con tutti coloro – gli am-malati – cui questi sforzi sono dedicati.

Editoriale

lu ig i annunziatad irettore genera le

Lotta alla sordità, a Caserta un primato

pag. 3

Sanità pubblica e finanziamenti: garantire la funzionalità

pag. 7

Unità di Senologia, l’Ospe-dale entra nelle rete regionale

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Il mediatoreculturale per un Ospedale poliglotta

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Chirurgia del Trauma, un riferimento in ambito regionalePiù chance di sopravvivenza al paziente politraumatizzato

Contrariamente ai comuni Pronto Soccorso, dove i degenti vengo-no “distribuiti” nei vari reparti

di accettazione d’urgenza, il Trauma Center consente di avere a disposizione 24 ore su 24 un team di chirurghi generali d’urgenza esperti e dedicati al trauma, che si avval-gono dell’apporto di numerosi specialisti (anestesisti-rianimatori, ortotraumatologi, neurochirurghi, chirurghi toracici, chirur-ghi plastici, urologi, chirurghi vascolari, chirurghi maxillo-facciali etc.). L’attività si articola nelle varie fasi dall’accettazione mediante codice di gravità, alla stabilizza-zione dei parametri vitali compromessi, all’iter diagnostico con ausilio della più moderna tecnologia, fino all’intervento chirurgico mul-tidisciplinare.

L’èquipe di specialisti, guidata dal dottor Luigi Ca-sale responsabile del Trauma Center, è attrezzata per il monitoraggio continuo dei pazienti e per operare in ma-niera interdisciplinare, poiché ogni medico è in grado di intervenire in qualunque momento, a seconda del caso, nella chirurgia d’urgenza, ricostruttiva, laparocopica o oncologica.

Il Trauma Center costituisce una sorta di Ospedale nell’Ospedale, dotato di tutte le attrezzature e di perso-nale medico ed infermieristico altamente specializzato. I quindici posti letto, di cui 4 sub-intensivi fanno di questa Unità quanto di meglio si possa trovare anche in realtà apparentemente più evolute. Questa centralizzazione permette risparmi economici e miglioramento delle fasi diagnostico-terapeutiche, ed è dimostrato che organiz-zazione significa ottimizzazione ed evoluzione.

Restyling del parco mezzi

Il Pronto Soccorso po-tenzia le proprie capa-cità d’intervento sul ter-ritorio grazie al rinnovo del parco ambulanze. I nuovi veicoli hanno sostituito i vecchi auto-mezzi per rendere più efficiente il complesso sistema di trasporti sa-nitari e logistici che vie-ne effettuato sul vasto territorio casertano.“Le nuove ambulanze – spiega Pasquale Pi-cazio, referente settore autoparco - possono contare su equipaggia-menti d’avanguardia per il soccorso e su do-tazioni tecnologiche particolarmente avan-zate. Il direttore gene-rale Luigi Annunziata non ha avuto tenten-namenti nei processi di restyling che hanno riguardato e che stan-no riguardando tuttora l’Azienda Ospedaliera di Caserta”.

La Day Surgery, ovvero la “Chi-rurgia di un

giorno”, è una modalità di ricovero che consente di effettuare terapie chirurgi-che per patologie di picco-la e media gravità, sia in anestesia loco-regionale che locale, con degenza breve e dimissione il gior-no stesso dell’intervento.

Accanto agli interventi chirurgici più complessi, con carichi assistenziali maggiori e maggiore uti-lizzo di risorse, sono anda-te delineandosi una serie di prestazioni terapeutiche, più veloci e tecnicamente più semplici, effettuabili in questa nuova organiz-zazione strutturale.

L’Ospedale di Caserta ha infatti, da circa un anno, centralizzato l’erogazione

Percorsi più veloci ed efficaci grazie alla Day SurgerySalvatore Massa, direttore della U.O.: “Con la

centralizzazione delle attività contribuiamo ad ab-

battere le liste d’attesa”.

delle prestazioni da parte di tutte le branche chirur-giche in un unico sito, pre-disponendo un reparto di 13 posti letto.

In questo reparto con-fluiscono diverse speciali-tà secondo una turnazio-ne: ortopedia, chirurgia, otorinolaringoiatria, chi-rurgia maxillo facciale, ginecologia, urologia, der-matologia chirurgica, se-nolgia, nefrologia e onco-logia. Due sale operatorie funzionano ogni giorno, ed il venerdì è possibile protrarre il ricovero anche alla notte, per il trattamen-to di pazienti più difficili, dimessi poi nella giornata di sabato: in questi casi si parla di “One day surge-ry”.

Che la Day Surgery cambi il volto dell’Azien-

da Ospedaliera di Caserta, ne è convinto il direttore dell’Unità Operativa dot-tor Salvatore Massa: “Que-sta nuova organizzazione, da una parte migliora la qualità delle prestazioni, poiché l’utente, grazie alla concentrazione dei servizi diagnostici, riceve le cure di cui ha bisogno in breve tempo; dall’altra si libera-no risorse economiche e di personale nonché posti letto, grazie alla centra-lizzazione delle attività e alla razionalizzazione del personale e delle risorse fi-nanziarie. In tal modo aiu-tiamo il cittadino/utente e l’Azienda, contribuendo ad abbattere le liste d’at-tesa per patologia media: oggi per un’artroscopia o una fistola sacrococcigea il tempo di attesa è di appena una settimana”.

L’efficienza organizzat iva del reparto di Day Surgery è dimostrata dalle statistiche: dal di-cembre 2007 sono stati effettuati più di tremila primi accessi.

Nell’ottica di

un costante potenziamen-to l’Azienda ha attivato la Chirurgia Ambulatoriale, diretta dal dottor Camillo Agnano, che permette di intervenire sul paziente non ricoverato che arriva in ospedale e con l’impe-gnativa del medico di base ed è affetto da patologie chirurgiche trattabili am-bulatorialmente.

La Day Surgery e la Chirurgia Ambulatoriale sono supportate dal punto di vista anestesiologico da un servizio unico in tutta la Provincia di Caserta, ba-sato sulla creazione di una piastra di preospedalizza-zione, che fornisce l’inqua-dramento diagnostico del paziente da sottoporre ad intervento chirurgico. Re-sponsabile è la dottoressa

Amalia Rossi. Inoltre è stato attivato il

servizio anestesiologico in regime NORA (Non Ope-rating Room Anesthesia, per interventi al di fuo-ri della sala operatoria), diretto dal dottor Tullio Della Volpe, effettuato per endoscopie digestive, ra-diologia interventistica ed in generale per le indagini sui bambini.

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Lotta alla sordità,a Caserta un primato

Intervista al dottor Ortensio Marotta

Si calcola che 120 persone su 1000 abbiano un difetto

uditivo e 20 fra queste, pre-sentino una sordità grave. La terapia medica è possibi-le per il 15% delle ipocusie, il 25% necessita di trattamento chi-rurgico, il 50% di una protesi acu-stica; per il 10% non c’è terapia. In questi casi l’aiuto poteva venire solo da sussidi elettro-nici (come lampa-dine luminose che segnalano suoni) o da altri organi di senso, soprattutto della vista (lettu-ra labiale) e del tatto. Oggi una

Presso l’Unità di Otorinolaringoia-tria dell’Ospedale “Sant’Anna e San Sebastiano” di Ca-serta prosegue con successo l’attività chirurgica per l’ap-plicazione di im-pianti cocleari, che consentono l’acquisto o il riacqui-sto della facoltà dell’udito. Un traguardo importante per la quantità e la qualità di interventi che testimonia quanto sia importante puntare sulle alte specializza-zioni anche in questa disciplina. L’Ospedale di Caserta, riconosciuto come “Centro di Regionale di Riferimen-to degli impianti Cocleari” con atto deliberativo della Giunta Regionale nel dicembre 2001, dall’anno 1998 ad oggi ha effettuato circa 240 impianti cocleari, anche su pazienti difficili che altre strutture hanno respinto. Degli enormi benefici degli impianti sulla qualità della vita è convinto il dottore Ortensio Marotta, direttore del reparto di Otorinolaringoiatria.

Dottor Marotta, a chi può servire l’impianto?“Alle persone, siano essi bambini o adulti, nati o diven-tati sordi, con una perdita uditiva totale o profonda in entrambi gli orecchi (fatta eccezione per alcuni casi specifici)”.C’è un limite di età all’impianto?“No. Sono stati impiantati bambini di 8/10 mesi e an-ziani”.Oltre a quello uditivo, quali sono gli altri benefici dell’impianto?“I benefici vengono valutati sulla base di diversi para-metri di misura: le prestazioni uditive, lo sviluppo del linguaggio, la qualità della vita, il gradiente soggettivo di soddisfazione nei riguardi dell’impianto stesso. Il miglioramento della qualità della vita, inteso come be-nessere psicologico, sociale e fisico, sembra essere uno degli aspetti maggiormente apprezzati dai portatori di impianto cocleare. Il soggetto sordo, tolto dal silenzio il più delle volte angosciante che lo ha indotto all’isola-mento, riacquista sicurezza, fiducia in se stesso, mag-giore autonomia e ritrova la forza e il desiderio di co-municare, di sentirsi parte integrante della società”.Perché è indispensabile la riabilitazione? La riabilitazione è fondamentale perché la persona impiantata, diventata sorda, possa riadattarsi ai suo-ni, e perché il bambino, nato o diventato sordo prima dell’acquisizione della parola, possa imparare a ascol-tare, analizzare e interiorizzare il suono per sviluppare il linguaggio verbale.Le sedute vengono eseguite dal logopedista mediante esercizi di stimolazione uditiva di difficoltà crescente. Il soggetto impiantato sarà allenato a percepire dap-prima i suoni e i rumori ambientali (campanello della porta, trillo del telefono, cinguettio degli uccelli, ab-baiare del cane, voci, musica, ecc.), poi a identificare la prosodia del discorso (durata, ritmo, intonazione, accentazione, ecc.), infine le parole e le frasi. Nel bam-bino la terapia logopedica verrà eseguita utilizzando suoni molto semplici, parole di uso adeguato all’età; il tutto presentato come gioco, facendo ricorso quindi a giocattoli, a figure o disegni bene illustrati.

concreta possibilità viene dall’impianto cocleare. Più di 17 mila pazienti, in tutto il mondo, vivono, lavorano, dialogano servendosi di un “orecchio bionico”, un impianto cocleare che li ha

rimessi in contatto con gli altri. Grazie all’evoluzione della tecnologia elettronica ed alla maggiore conoscen-za dei meccanismi di tradu-zione del suono, l’audioleso riesce a capire le parole.

Lo si può definire, a pieno titolo, il primo esempio di organo di senso completa-mente artificiale, in quanto sostituisce l’organo uditivo nelle sue tre parti (orecchio esterno, medio e coclea), simulandone le funzioni.

Gli impianti cocleari consentono alle persone con sordità totale o profonda bilate-rale di avere la sensazione sonora: a differenza degli apparecchi acustici classici, che amplificano i suoni, gli impianti cocleari stimolano elettricamente il nervo e, quindi, producono una diversa sensazione sonora. L’impianto cocleare elabora e traduce il se-gnale sonoro nella sua completezza, di conseguenza la quantità di informazioni inviate al cervello è decisa-mente superiore a qualsiasi protesi acustica usuale. I primi interventi di impianto cocleare risalgono agli anni ‘60 ad opera del prof. Bill House di Los Angeles.

Si può affermare che con la moderna tecnologia si ottengono risultati che, per la maggior parte dei pazienti, appaiono quasi miracolosi; basti pensare a persone private improvvi-samente dell’udito che ritornano a parlare al telefono con capacità di comprensione del linguaggio vicine al 100%.

Per i pazienti in età pediatrica, con sordità congenite, i risultati hanno un impatto sociale incomparabilmente maggiore, poiché l’impianto cocleare fornisce al bambino, sfruttando la plasticità cerebrale, la possibilità di sviluppare una corretta e completa produzione verbale ed una vita praticamente normale. L’intervento per l’impianto viene effettuato in anestesia generale ed inizia con una incisione della cute sopra e dietro l’orecchio per consentire l’accesso all’osso temporale, alla mastoide ed all’orec-chio medio. Viene ricavato, poi, nell’osso un piccolo alloggiamento per inserire il rice-vitore. L’elettrodo attivo è inserito nella coclea attraverso la finestra rotonda. Dopo un giorno dall’intervento i pazienti sono normalmente in grado di alzarsi e camminare. L’impianto cocleare viene attivato dopo alcune settimane. Per poter procedere alla prima attivazione, l’incisione deve essere completamente rimarginata e non devono esserci gonfiori; dopo l’attivazione inizia la riabilitazione.

direttore del reparto di Otorinolaringoiatria

In cosa consiste l’impianto cocleare?

di Loredana Guida

OtorinolaringoiatriaAnno II – gennaio 2009

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Un protocollo d’intesa tra l’Ail e l’Azienda Ospedaliera per potenziare l’Oncoematologia E’stato siglato il 2 luglio 2008 un protocollo d’intesa tra l’Ail (Associazione Italia-na contro leucemie, linfomi e mieloma – onlus), sezione provinciale di Caserta, nella persona del presidente Fulvio Picazio, e l’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta nella persona del direttore generale Luigi Annun-ziata. L’intento è quello di favorire la realizzazione di un Polo di eccellenza nel settore dell’oncoematologia, con l’attivazione di un servizio di trapianto autologo, il potenziamento dei supporti e dei servizi socio-assistenziali finalizzati a miglio-rare la qualità della vita degli ammalati emopatici e delle loro famiglie. Ulteriore obiettivo è la promozione di manifestazioni o eventi pubblici per un’aggiornata informazione e divulgazione dei progressi della ricerca scientifica e quant’altro di interesse socio-sanitario ed umanitario nella lotta contro le malattie del sangue. Presso il nosocomio casertano è già attiva e perfettamente operante l’Unità Ope-rativa Complessa di Oncoematologia, per cui l’iniziativa si inserisce nell’ottica del potenziamento dell’offerta territoriale di salute, che favorisca assistenze terapeu-tiche complete all’ammalato emopatico. L’Ail si impegna a sostenere la struttura ospedaliera con interventi e iniziative, come donazioni di strumentazioni scientifiche destinate al laboratorio dell’UOC di Oncoematologia, per migliorare le diagnostiche di base e di ricerca nel settore delle malattie del sangue (già un microscopio di ultima generazione è stato do-nato all’UOC di Oncoemaologia); donazioni di beni mobili, strumentazioni per l’allestimento dei maggiori spazi da destinare alla struttura; contributi destinati all’attivazione di corsi di formazione e di aggiornamento professionale di medi-ci, infermieri ed altre figure professionali di importante rilievo socio-sanitario; contributi per l’assegnazione di borse di studio per sostenere la ricerca scientifica nel campo delle malattie del sangue; patrocini per la realizzazione di congressi e convegni sulle malattie del sangue.

Il trapianto autologo (o autotrapianto) consiste nella reinfusione al paziente del proprio midollo prelevato in un momento favorevole della malat-tia (per esempio, dopo una remissione clinica in corso di leucemia) e conservato congelato, in ge-nere in azoto liquido (a meno 196 °C). La reinfusione viene preceduta dall’usuale radio-chemioterapia ablativa e si attua al momento di una ricaduta della forma morbosa. Chiaramente, nel trapianto autologo non esistono problemi im-munologici, quindi non interviene né il pericolo di rigetto rigetto, né quello di non attecchimento. Il trapianto viene offerto oggi a un numero sem-pre crescente di pazien-ti. Si sono ampliati il tipo di donatori (fami-liari e non), la sorgente di CSE (da midollo, dal sangue periferico, dal sangue di cordone om-belicale), il tipo di CSE (emopoietiche ma an-che CS totipotenti ipo-teticamente in grado di curare altre malattie, per esempio neurologi-che) e le indicazioni.

Il mediatore culturale per un Ospedale poliglottadi Nunzia Russo

Inglese, francese, spagnolo, russo, ucraino, albanese,

arabo: sono le lingue par-late dal Servizio di media-zione linguistico-culturale che, nell’Azienda Ospe-daliera di Caserta, è cu-rato dal Cidis (Centro di informazione, documen-tazione, iniziativa per lo sviluppo), un’associazione onlus impegnata a livello nazionale ed europeo per garantire diritti e pari opportunità alla popolazio-ne immigrata e per informare e sensibilizza-re l’opinione pubblica italia-na alla cultura dell’accoglien-za.

Il Servizio, che per l’Azienda è gra-tuito, assicura l’inter-vento, su chiamata, di un mediatore culturale, che ha il compito di agevolare l’accesso dei cittadini stra-nieri alle prestazioni offer-te dall’Ospedale, di facili-

tare il rapporto e il dialogo tra gli immigrati e gli ope-ratori sanitari, di aiutare a superare le difficoltà di co-municazione che l’incontro tra lingue e culture diverse inevitabilmente determi-na, di fornire ai migranti informazioni su iscrizione al Servizio sanitario na-zionale, tessera stp (stra-n i e r o t e m -

poraneamente presente), scelta del medico e del pe-diatra di base, vaccinazio-ni, salute della donna.

A fare da ponte e da cerniera tra l’Ospedale e il Servizio di mediazione linguistico-culturale è l’Uf-ficio relazioni con il pub-blico che, all’occorrenza, allerta tempestivamente il Cidis, il quale provvede ad attivare l’intervento del mediatore nell’Unità ope-rativa interessata.

Il Servizio è discipli-nato da un protocollo

d’intesa tra l’Azienda ospedaliera e il Cidis,

che, in qualità di capofila e in si-nergia con altre associazioni di settore, sta con-ducendo, nella provincia di Caserta, il pro-getto In.Rete,

finanziato dal Ministero dell’In-

terno, per una rete integrata di servizi a

favore degli immigrati residenti nel territorio ca-sertano.

Il protocollo d’inte-sa, sottoscritto nel luglio 2008 dal direttore generale

dell’Ospedale Luigi Annun-ziata e dal p r e s i d e n t e dell’Associa-zione Stella Maris Fioren-tino, ha du-rata triennale e declina nel dettaglio i termini del rap-porto di collaborazione tra i contraenti, includendo anche iniziative di forma-zione e confronti periodici per l’individuazione di so-luzioni condivise.

Una collaborazione, quella tra l’Azienda Ospe-daliera e il Cidis, non nuo-va. È dal 2004, infatti, che l’Ospedale di Caserta ha stipulato, con cadenza an-nuale, protocolli d’intesa con un gruppo di asso-ciazioni, tra cui il Cidis, riuscendo così a garantire ai propri utenti il Servizio di mediazione linguistico-culturale. Servizio che, pri-ma del progetto In.Rete, è stato fornito attraverso il progetto Mira, sostenuto dal Ministero del Lavoro

e delle Politiche Sociali e finanziato, in Campania, dagli enti Provincia.

Una collaborazione, quindi, consolidata nel tempo, che ha offerto e of-fre all’Azienda Ospedalie-ra di Caserta l’opportunità di inseguire almeno due obiettivi: 1) garantire il di-ritto alla salute dei cittadini stranieri, interpretando più fedelmente i loro bisogni e rispondendo a questi con cure appropriate; 2) contri-buire a ridurre le distanze, rispettando le differenze nell’ottica di una politica che, favorendo l’integra-zione e l’inclusione socio-culturale degli immigrati, respinge la marginalizza-zione, l’intolleranza, la di-scriminazione.

Trapianto autologo: cos’è?

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Gian Paolo Pitruzzella

La Regione Campania ha approvato nel 2005 una legge per promuovere in

tutte le Aziende Ospedaliere cam-pane, di concerto con le Aziende Sanitarie locali di riferimento, l’isti-tuzione delle Unità di Senologia. Tali Unità provvedono, in rapporto armonico con tutte le strutture ter-ritoriali addette, alla prevenzione, alla cura, al controllo periodico clinico strumentale e alla riabilita-zione delle donne alle quali è stato diagnosticato il tumore mamma-rio. L’attività svolta dalle Unità di Senologia ha confermato che nel 50% dei casi, con una buona pre-venzione, è possibile guarire dal tumore.

Dal novembre del 2007, anche l’Ospedale di Caserta è inserito a pieno titolo in questa rete regiona-le. La Breast Unit, diretta dal dottor Gian Paolo Pitruzzella, consente alle donne di sottoporsi a tutto il percorso terapeutico in un’uni-ca struttura, dalla diagnosi del tumore, all’intervento chirurgico e ricostruttivo, fino alla terapia successi-va. “Migliorare sempre più la qualità della diagnosi e dell’assistenza alle donne affette da patologie della mammella è il nostro obiettivo primario – spiega il dot-

tor Pitruzzella – attraverso la creazione di un percorso prioritario diagnostico e terapeutico, dato dalla stretta collaborazione fra medico di medicina generale e se-

Unità di Senologia, l’Ospedale entra nella rete regionale

nologo ospedaliero. A Caserta stiamo avendo ottimi riscontri, anche grazie alla collabora-zione dei medici di base, che fungono da vere e proprie antenne sul territorio. Sono loro in-fatti che prescrivono accertamenti diagnostici di prevenzione ed indirizzano le pazienti alle strutture competenti per una più approfon-dita diagnosi”.

L’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta è dotata di un reparto riservato esclusivamente alle patologie mam-marie con relativo ambulatorio.

Un aspetto a cui si presta particolare at-tenzione è quello psicologico. E’ possibile, infatti, nella maggioranza dei casi, effettuare in un unico intervento chirurgico sia la rimozione dell’elemento patologico che la ricostruzione del seno con protesi analoghe a quelle utilizzate in chirurgia estetica: in questo modo la paziente non subisce lo stress di ripetute operazioni. Inoltre, l’assistenza psicologica produce effetti benefici sia nell’immediato che a lungo termine, poiché riduce significativamente il rischio di recidive e di decesso.

visita senologica• ecografia mammaria• mammografia• microistologia con mammotome• citologia• TAC• linfoscintigrafia con studio del • linfonodo sentinellamammorisonanza• chirurgia senologica e plastica • ricostruttivafisioterapia• supporto psicologico•

Prestazioni Percorso SenologicoVISITA

Follow up }}}

Ecografia e/o Mammografia

Biopsia percutaneachirurgica o Mammotone

Citologia

Intervento chirurgico

Positivo

PositivoNo

Positivo

Conferma istologica

Esame Clinico Ambulatorio dedicatoPrimo Piano Senologia

Day Hospital

Day Surgery

Ricovero Ordinariocon posti dedicatiprimo piano Senologia

u.o. senologia

Medico dimedicinagenerale

SenologiaAnno II – gennaio 2009

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Dicembre, la due giorni sulle neoplasie dell’anzianoUna due giorni sul tema “Linfomi Maligni nell’an-

ziano: differenti, perché? Curarli, come e con quali obiettivi?” si è svolta il 15 e 16 dicembre 2008 rispettiva-mente presso il Real Sito del Belvedere di San Leucio di Caserta e l’Aula Magna Partenope – Centro Congressi Federico II.

Il promotore è il prof. Antonio Abbadessa, direttore della Unità Operativa Complessa di Oncoematologia del “S. Anna e S. Sebastiano” di Caserta. Obiettivo del convegno è stato il tentativo di dare risposte certe e chia-re a quesiti ancora aperti nel trattamento delle patologie oncologiche in età geriatrica; patologie che, dato l’allun-gamento della vita media, sono sempre più frequenti. Presidente onorario del convegno il prof. Lodovico Balducci, scienziato italiano di fama internazionale tra-piantato negli Stati Uniti, direttore della sezione geriatri-ca del “Lee Moffit Cancer Center” di Tampa, Florida. A lui si devono gli strumenti di valutazione geriatrica oggi in uso in tutto il mondo indispensabili per adattare le chemioterapie a pazienti ultrasessantenni, ottenendo il massimo risultato con la minore tossicità possibile.

Coinvolti nel workshop anche due eminenti mate-matici, il prof. Guido Trombetti, Rettore dell’ Università Federico II ed il prof. Carlo Sbordone, ordinario di ana-lisi matematica nella stessa Università.

Si è svolto a Caserta, nel complesso del Belvedere di San Leucio, il congresso regionale dell’ACOI, l’As-sociazione dei Chirurghi Ospedalieri Italiani che ha affrontato quest’anno temi collegati alla chirurgia di qualità e alla qualità della vita in urgenza. Presidente e componenti del comitato organizzatore sono stati, in questa tornata, i chirurghi dell’équipe dell’Unità Operativa di Chirurgia d’Urgenza dell’Ospedale di Caserta in collaborazione, per il settore riserva-to ai giovani, con l’Associazione Campana Giovani Chirurghi. I lavori, dopo la presentazione di Ettore Borsi, direttore dell’U.O. di Chirurgia dell’Azienda Ospedaliera di Caserta, e il saluto delle autorità in-tervenute, si sono sviluppati in otto sessioni nei gior-ni di giovedì 18 e venerdì 19 dicembre. Nel contesto del convegno si è svolto il corso “L’infermiere di sala operatoria nell’era laparoscopica”.

Il congresso regionale dei Chirurghi Ospedalieri

L’Aula Magna per un giorno s’è fatta Cappella, anzi una piccola Basilica per ospitare il 5 dicembre la celebrazione della Messa in ricordo dei donatori di organi, le centinaia di sconosciuti che grazie alla sensibilità dei loro familiari, hanno restituito alla vita tante persone. La celebrazio-ne eucaristica è stata presieduta da monsignor Raffaele Nogaro, Vescovo di Caserta, da don Eugenio Fizzotti, direttore dell’Istituto Salesiano, da fra’ Pietro Santedicola della cappellanìa ospedaliera con l’assistenza del diaco-no Luigi Caputo. Alla celebrazione hanno assistito, tra i tantissimi intervenuti, molti trapiantati, alcuni dei quali hanno portato commossa testimonianza di gratitudine per gli sconosciuti donatori, per medici, infermieri e tutti quanti si adoperano per “far rinascere un fiore da un al-tro fiore spezzato”. Il significato della donazione, nobile e generoso atto di vera fratellanza, è stato sottolineato da monsignor Nogaro nell’omelìa e nel saluto finale, toccato dalle testimonianze ascoltate e dalla lettura delle preghie-re del donatore e del trapiantato, improntate alla gratitu-dine per la dimostrazione di grande solidarietà umana e cristiana che, nelle rispettive condizioni, esprimono.

Nel ricordo dei donatori di organi

Per la prima volta, l’Ail - Sezione Provinciale di Caserta - ha promosso la sua campagna “Ail stelle di Natale”, oltre che nelle tradizionali piazze cittadine pres-so l’Ospedale di Caserta. I volontari, durante le prime due settimane di dicembre hanno organizzato all’interno del padiglione storico una postazione per la vendita e la raccolta di fondi per sostenere la ricerca scientifica contro leucemie, linfomi e mieloma e per migliorare l’as-sistenza ai malati e alle loro famiglie. La direzione strate-gica non poteva che sostenere l’iniziativa rispondendo con grande sensibilità. Un grazie va anche al responsabile della sezione casertana dell’Ail Ful-vio Picazio sempre attento ad instaurare collaborazioni tra gli Enti Pubblici ed il mondo del volontariato.

L’Ail in Ospedale per sostenere la ricerca

Anche quest’anno l’Azienda Ospedaliera di Ca-serta ha organizzato una festa in onore dei bam-bini ed adulti felicemente sottoposti a impianta-zione cocleare per l’acquisto o il riacquisto della facoltà dell’udito. La divisione casertana di Oto-rinolaringoiatria, diretta dal dottor Ortensio Ma-rotta, è ormai specializzata in questo tipo di in-terventi, essendo stata riconosciuto quale centro di riferimento regionale per tale impiantazione. Grande entusiasmo per la consegna dei doni e per l’intrattenimento giocoso organizzato dai gio-colieri e dai clown. Tra gli ospiti, il Vescovo Raf-faele Nogaro, che come ogni hanno si è fatto interpre-te delle esigenze e delle gioie di que-sti bambini; i me-dici ospedalieri ed i vertici aziendali.

Una festa per il riacquisto dell’udito

Anche quest’an-no per i bambini ri-coverati nel reparto di Pediatria è stato possibile festeggiare il Natale. Il 13 dicem-bre, giornata di Santa Lucia, la “Fanfara ed Emilio’s Team” hanno fatto della corsia, già di per sé variopinta, un insieme di colori, musiche e canti. L’ap-puntamento, ormai tradizionale da qua-si dieci anni, è stato organizzato dal dottor Emilio Lombardi, medi-co neurologo ospedalie-ro, votato alla missione di donare un sorriso ai

Un sorriso in Pediatria

bambini che nel periodo natalizio sono ricoverati in Ospedale. L’evento è stato possibile grazie alla collaborazione dell’intero

personale dell’Unità Operativa Pediatri-ca, primario, sanita-ri, caposala e colla-boratori di reparto. L’ “Emilio’s Team” comprende la Fan-fara Bersaglieri della Brigata Garibaldi, la Polizia di Stato, i Carabinieri, la Juve Caserta Eldo Basket, la Casertana Calcio e tanti privati che con-tribuiscono a una fe-sta che vuole essere

soprattutto augurale, per la buona salute da ritro-vare. La giornata si è con-clusa con l’immancabile distribuzione di doni. Ev

enti

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Umiltà, efficienza, fiducia nella ricerca scientifica. Nel primo numero di questo foglio l’editoriale del direttore Annun-ziata fu volutamente stringato, essenziale. Come si addice

a chi opera con determinazione e razionalità strategica per una finalità vitale: la salute del cittadino. Di quali orpelli contornare un obiettivo così fortemente sentito dalla collettività? A che servono in questa materia le frasi roboanti, gli artifizi barocchi della retori-ca, le promesse stupefacenti, quando poi il risultato, la salute cioè, è nitido, arido, visibile, giudicabile da tutti?Operiamo in una realtà sociale gravata da enormi problemi eco-nomici, più di quanto non ne determini di per sé la contingenza internazionale, le risorse sono al lumicino. Tuttavia bisogna ad ogni costo garantire la funzionalità dei servizi sanitari, per dare sicurezza al cittadino. Ai nostri giorni è una sfida impari. Eppure, sommessamente, da qualche anno, la nostra Azienda riesce a man-tenersi ai vertici cam-pani della funzionalità, dell’efficienza e dell’equilibrio di cassa. Il segreto è nella premessa di questo corsivo: bando ai fronzoli, si lavori con serietà, abnegazione, spirito di squadra! Questi valori appartengono ormai a tutto il personale dell’Azienda “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta, altrimenti già da tempo tutto sareb-be andato a rotoli. Chi scrive lavora da circa un ventennio in una delle realtà additate da sempre e universalmente come un fiore all’occhiello della sanità campana: la “Cardiologia di Caserta”.E negli anni ne ha viste e vissute di tante: ma mai il senso del sa-crificio, della precarietà, delle difficoltà operative aveva raggiunto i livelli attuali. Eppure il nostro gruppo continua a lottare, a sfor-zarsi di offrire il massimo della funzionalità, della serietà, delle prestazioni professionali di avanguardia.Noi della cardiologia casertana, eredi dell’impareggiabile Mae-stro Ernesto Correale, crediamo da sempre che mantenere alti gli standard assistenziali sia un valore assoluto, che deve mobilitare le coscienze individuali degli operatori, al di là del mero aspetto economico. E lo testimoniano le migliaia e migliaia di prestazioni erogate in assoluta carenza di fondi e di personale. Ma è anche per questo spirito di squadra che da sempre siamo all’avanguardia nella ricerca scientifica, in tutte le branche afferenti alla nostra spe-cialità, dall’emodinamica, all’elettrofisiologia, alla farmacologia clinica, alla riabilitazione, alla prevenzione primaria e secondaria.Molti dei farmaci attualmente più usati nella terapia della car-diopatia ischemica, au-tentici salvavita, quali il clopidogrel, il TNK, il tirofiban, l’abciximab e così via, sono stati sperimentati solo pochi anni fa in clinica, per la prima volta in Italia,proprio presso la nostra UTIC, nell’ambito di trials internazionali in cui siamo talvolta risultati primi nel mon-do, per quantità di casi e qualità di risultati. Al punto che nel 1996 fummo premiati all’American College of Cardiology come primo centro al mondo nell’ambito dello studio GUSTO III sulla trombo-lisi nell’infarto miocardio acuto.La nostra UTIC è un centro di eccellenza, inserito in un circuito internazionale di ricerca che annovera alcuni tra i centri di cardio-logia più prestigiosi del pianeta, quali quelli diretti negli USA dai

Sanità pubblica e finanziamentiNon spezziamo il filo della speranza

di Alfredo Vetrano*

* dirigente medico U.O. Cardiologia-UTIC

proff. Braunwald (considerata la massima autorità mondiale della cardiologia) e Topol (fondatore dell’emodinamica interventistica), in Belgio dal prof. Van der Werf, a Parma dal prof. Ardissino, al Mario Negri dai proff. Garattini e Tognoni, in Canada dal prof. Yusuf, al centro ANMCO di Firenze dal prof. Maggioni. La colla-borazione scientifica con questi ricercatori è intensa e ricchissima di progetti sperimentali, ciò che ha consentito alla nostra Cardio-logia di equipararsi in termini di qualità assistenziale e terapeutica ai più elevati standard mondiali.Il che, per una provincia considerata tra le più povere d’Italia e d’Europa, è un traguardo ragguardevole, reso possibile dalla pro-fessionalità di medici e paramedici “eccellenti” per umanità e spi-rito di sacrificio.

In questi mesi stiamo sperimentando tre nuo-vi farmaci: il rivaroxa-ban, antagonista orale del fattore X attivato; l’AZD, nuova tienopi-ridina più potente e ra-

pida del clopidogrel; il TRA, antagonista dei recettori piastrinici della trombina, nota come superaspirina. Si tratta di molecole di fondamentale importanza strategica per la cura della trombosi coronarica. Fino a qualche anno fa, infatti, si pensava che l’av-vento dell’angioplastica avesse definitivamente risolto il problema dell’ischemia miocardia. L’esperienza clinica quotidiana ci ha in-vece dimostrato come l’applicazione degli stent (medicati o non) o anche il semplice “pallonamento” intracoronarico, supportati o no da devices ultramoderni come il rotablator, siano oberati ancora da un elevato numero di recidive,anche precoci, di occlusioni e/o restenosi. Inoltre, nei segmenti coronarici non trattati con procedu-re invasive, l’ateroclerosi comunque progredisce e provoca danni in tempi più o meno lunghi. Di qui una snervante reiterazione di ricoveri, anche per pazienti trattati brillantemente con PTCA in fase acuta. Queste problematiche fisiopatologiche hanno reso più pressante la ricerca di nuovi farmaci capaci di bloccare o rallenta-re il decorso dell’ischemia miocardica, anche in pazienti già trat-tati con procedure emodinamiche, per cui il corretto approccio farmacologico è oggi cruciale per la riuscita, anche a distanza, delle procedure stesse. L’ evoluzione “naturale” della ischemia miocardica ha, di fatto, restituito un ruolo chiave nella terapia, in acuto e in cronico, alla farmacologia clinica sperimentale, perché il perfezionamento o la messa a punto di nuove molecole capaci di contrastare il processo di aterotombrosi coronarica appare ormai

un’opzione imprescin-dibile. Il che valida in modo inequivocabile la scelta, operata da anni dal gruppo di ricercato-ri della nostra unità co-ronarica, di proseguire

pervicacemente sulla strada della sperimentazione farmacologia controllata.La fiducia nella ricerca scientifica, nel marasma della società at-tuale, si conferma come la strategia più sensata, l’unica capace di generare prospettive di rinascita per le generazioni future. A noi dell’UTIC, che di strada ne abbiamo già fatta tanta, non può che rimanere l’imperativo categorico di continuare a crederci, perché il filo della speranza che alberga nei cuori dei nostri pazienti e dei nostri figli non si spezzi inesorabilmente.

“Operiamo in una realtà sociale gravata da enormi problemi economici, più di quanto non ne determini di per sé la contingenza internazionale, le risorse sono al lumicino.”

“La fiducia nella ricerca scientifica, nel marasma della società attuale, si conferma come la strategia più sensata, l’unica capace di generare prospettive di rinascita per le generazioni future.”

Agenda

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Punto informazioni in pillole sull’Azienda Ospedaliera di Casertaa cura dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico

Il Pronto soccorso, cui possono rivolgersi tutti i cittadi-ni che necessitano di prestazioni urgenti, garantisce il primo accertamento diagnostico clinico, strumentale e di laboratorio, e gli interventi terapeutici necessari alla stabilizzazione del paziente.

TRIAGEL’accettazione dell’utente al Pronto soccorso dell’Azien-da ospedaliera di Caserta è regolata dal TRIAGE, una modalità che garantisce la precedenza alle situazioni più gravi.Il cittadino è accolto da un infermiere professionale, che valuta il suo caso e ne definisce il grado di urgen-za, utilizzando una scala di quattro codici di gravità:

ROSSO è il codice dell’urgenza assoluta.

GIALLO è il codice dell’urgenza indifferibile.

VERDE è il codice dell’urgenza differibile.

BIANCO è il codice dell’urgenza soggettiva - non urgenza.

Per le prestazioni non urgenti, contrassegnate dal co-dice bianco, l’utente deve pagare una somma di 25 euro.

Il Pronto Soccorso

La Vita in Ospedale

Numeri Utili

Il Ricovero

Gli Ambulatori

L’Azienda ospedaliera di Caserta garantisce il:

Ricovero d’urgenza• Ricovero ordinario programmato• Ricovero in day hospital• Ricovero in day surgery•

MODALITÀ DI ACCESSOIl ricovero d’urgenza è disposto dal medico di Pronto soccorso. Il ricovero ordinario programmato, il ricove-ro in day hospital e il ricovero in day surgery sono di-sposti dal medico dell’Unità operativa di riferimento dopo valutazione clinica dell’utente.

La valutazione clinica dell’utente è assicurata con:visita specialistica in regime ambulatoriale, •

oppurevisita specialistica in regime di consulenza, nel • caso in cui il paziente sia ricoverato in un’altra Uni-tà operativa dell’Ospedale.

CENTRALINO

0823.231111

CENTRO UNICOPRENOTAZIONI

800.911818 (num. verde)

0823.232500 (fax)

UFFICIO RELAZIONICON IL PUBBLICO

0823.232448

0823.232216

0823.232448 (fax)

VISITA MEDICA La visita medica si svolge al mattino. Per informazioni e chiarimenti, il direttore e i medici dell’Unità operativa ricevono il degente e i suoi familiari in orari stabiliti.

PASTIcolazione 07:00 - 08:00• pranzo 12:00 - 13:00 • cena 17:00 - 18:00•

VISITA DI FAMILIARI E AMICIgiorni feriali 18:00 - 19:30• domenica e giorni festivi 10:30 - 11:30 •

18:00 - 19:30

È vietato l’ingresso ai bambinidi età inferiore ai 12(*) anni.

Osservano orari di visita differentile Unità operative di:

Cardiochirurgia• Cardiologia con UTIC• Cardiologia e riabilitazione cardiologica• Chirurgia vascolare•

tutti i giorni 14:30 - 15:30

Medicina d’urgenza• tutti i giorni 18:00 - 19:30

Neonatologia con TIN• tutti i giorni 13:00 - 14:00 19:00 - 20:00

Pediatria• tutti i giorni 13:30 - 14:30 18:30 - 19:30

Rianimazione e anestesia d’urgenza• (colloquio con i medici e visita breve)

tutti i giorni 13:00

N° 1 in attesa di registrazione

Direttore Editoriale: Luigi Annunziata

Direttore Responsabile:Francesco Tontoli

Comitato di Redazione: Loredana Guida Carmine Iovine Domenico OvaioloAlberto Pagliafora Diego Paternosto Nunzia RussoMaria Teresa Simeone Filomena Ucci

RedazioneVia F. Palasciano - 81100 CasertaFoto:

Edoardo Ciardiello Grafica per GuidaEditing

Savio Bellini Stampa:

Grafica Nappa – Aversa Realizzazione Editoriale:

www.guidaediting.it 328/[email protected]

Invia le tue mail: [email protected]

Nell’Azienda ospedaliera di Caserta sono attivi ambu-latori specialistici, ai quali si accede previa prenotazio-ne.

MODALITÀ DI PRENOTAZIONEPer prenotare le prestazioni ambulatoriali, l’utente:

può recarsi agli sportelli del Centro unico pre-• notazioni (Cup), situato al piano seminterrato dell’edificio che si trova sulla sinistra dell’ingresso nell’area ospedaliera da via F. Palasciano;

oppure

può telefonare gratuitamente al • numero verde 800.911818: - tasto 1, per prenotare le prestazioni ambulatoriali convenzionate con il Servizio sanitario nazionale;- tasto 2, per prenotare le prestazioni ambulatoriali in libera professione intramoenia.

Gli sportelli e il servizio di prenotazione telefonica sono attivi:

dal lunedì al venerdì 8:00 - 17:00• il sabato 8:00 - 12:00•

(*) ERRATA CORRIGE

Nel numero di ottobre, per un errore di stampa, è stato scritto 2 anni e non 12 anni, come è corretto. Ce ne scu-siamo con i lettori. PU

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azienda

caserta

ospedaliera