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Società Ornitologica Reggiana SOCIETA’ ORNITOLOGICA REGGIANA Via F.lli Manfredi, 57/3 42124 Reggio Emilia Editing Cotti Marco 2014 [email protected] www.sor.re.it Tel: +39 0522 515118 Fax: +39 0522 515118 Reggio Emilia e le sue prime internazionali quarta parte

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S o c i e t à O r n i t o l o g i c a R e g g i a n a

SOCIETA’ ORNITOLOGICA

REGGIANA

Via F.lli Manfredi, 57/3 42124 Reggio Emilia

Editing Cotti Marco 2014

[email protected] www.sor.re.it

Tel: +39 0522 515118 Fax: +39 0522 515118

Reggio Emilia e le sue prime internazionali

quarta parte

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1954L’ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI TORINO

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La regola della A.O.I (Associazione Ornitologica Internazionale) era: ogni anno ciascu-na Federazione associata (F.O.I per l’Italia) stabilisce in quale città organizzare l’unica Internazionale assegnata al Paese. Nel 1954, dopo Reggio Emilia ed al termine di un robusto braccio di ferro,toccò a Torino: fu un grande successo.Si tenne dal 12 al 16 novembre 1954, nel Palazzo delle Esposizioni di Torino.Era la VII^ edizione dell’Internazionale italiana. L’VIII’ si ten-ne nuovamente a Reggio Emilia e la IX^ a Milano. Riportiamo le cronache di Teodoro Cappabianca( che titola il suo articolo:”La più grande rassegna della canaricoltura mondiale nel maestoso Palazzo delle Esposizioni a Torino”) e di Fernando Savino, con le considerazioni tecniche con cui Savino fa il punto della situazione italiana del tempo.Stimolanti ed acute le osservazioni ed i rilievi di Savi-no , accompagnate –come sempre- da proposte.In particolare, Savino prende spunto dalla partecipazione degli allevatori italiani alla VII^ Internazionale di Torino per sottolineare la scarsissima partecipazione italiana negli Arricciati, Indigeni ed Ondulati e propone possibili soluzioni, condivisibili anche oggi, considerato che esistono problemi analoghi:-cercare le cause della scarsa partecipazione alle Mostre principali di alcune razze: è un problema organizzativo(mostre troppo lunghe…) oppure di scarsa produzione di soggetti di qualità (problema tecnico), o ancora di perdita di interesse( quali cause?) degli allevatori per i momenti ufficiali di confronto?-promuovere e valorizzare il ruolo dei Club di specializzazione, per affrontare meglio e dall’interno il problema, sempre nell’ambito della unitarietà del Movimento Ornitologico;-contribuire alla conoscenza dei problemi ed alla loro soluzione con una efficace utilizza-zione dei mezzi di informazione specialistici(mette generosamente a disposizione la sua Rivista). A questo proposito occorre ricordare come sia storicamente difficile” ragionare”sui problemi, nel nostro Movimento: Savino ricorda l’impegno di Messori per gli Ondulati. Fu stoppato da una durissima polemica a livello F.O.I e- fatto ancora più grave- coinvolse minacciosamente il massimo vertice della Società Ornitologica Reggiana ( 1 ).Il proble-ma- non affrontato per tempo- produce a distanza di poco tempo i suoi effetti negativi:

1954: L’ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI TORINO

scarsa presenza alle mostre di Ondulati, crollo dei prezzi sul mercato degli stessi ( 2 ). Ricaviamo –anche da questa cronaca- insegnamenti fondamentali: se non affronti co-raggiosamente i primi sintomi, i problemi che ne derivano diventano molto gravi e pericolosi;la conoscenza dei fenomeni( anche attraverso il censimento !), l’informazione ed il dialogo libero, rispettoso e costruttivo sono strumenti fondamentali di qualsiasi organizzazione; il ruolo delle sub-organizzazioni( come i Club) possono essere decisivi, in un contesto ormai complesso come l’attuale Movimento ornitologico. Sempre in una visione unitaria!

Caliamoci nello spirito di cinquant’anni fa, dopo un’ultima constatazione: sul successo orga-nizzativo e finanziario della Internazionale di Torino fu d’accordo anche G.Zamparo, che- nor-malmente- si distingueva sostanzialmente dalle analisi e dalle proposte di Savino( 3 ). Oggi, a distanza di 54 anni possiamo concludere che gli amici di Torino furono davvero straordinari! La cronaca di Zamparo fornisce un dato- relativo ai visitatori- che ha dello strabiliante, per una mostra italiana: gli ingressi sarebbero stati “forse superiori ai 60.000”, esattamente il doppio della magica “Nazionale” inglese.( 4 )

Ne hanno avuto del fegato gli amici canaricoltori piemontesi ad affrontare così, qua-si di punto in bianco, la immane organizzazione che richiede una Internazionale, con tutti i gravi rischi ad essa connessi. Non si esagera a dire “gravi rischi”, prova ne sia che per la medesima organizzazione del prossimo 1955, soltanto la rigogliosissima, invidiabile Società Ornitologica Reggiana, adusa a trarre lustro da ogni ardua prova, ha avanzata la candidatura, nonostante da più parti fosse stato invocato, ed ottenuto, il diritto (pur giusto sul democratico piano di egua-glianza) alla rotazione di tale allestimento a carattere “internazionale”. C’eranodasuperarediverseenonlievidifficoltàedanchelosconfortantescetticismoesteso un po’ dovunque nel nostro ambiente canaricolo, senza contare le innumerevoli dif-ficoltàorganizzativedipreparazione,tecnichee…collaterali. C’era,infine,dasaperbenintonareil“cornodelrichiamo”perindurreunabuona1954

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parte di espositori (sia nazionali che stranieri), allevatori, appassionati etc. a raggiun-gere una città che certamente è ben lungi dall’essere il centro dell’Italia. La imponente architettura del Palazzo delle Esposizioni forse non avrebbe po-tutobenintonarsi,odalmenoadattarsiallabisogna,infinitaessendolasproporzionecon quanto si andava ad esporre, cioè a dire, i nostri “minuscoli”, alati amici. Un quadro, insomma, da scoraggiare chiunque ma non evidentemente, i signori Pietro Bono, comm. Vito Rolando, rag. Luciano Bianchi, Carlo Traversa etc., in uno la “Guido ed Augusto Molinar” al completo, tutti riuniti, crediamo, anche con gli altri canaricoltori piemontesi. Si dirà e si scriverà molto, moltissimo, su questa Internazionale di Torino, e si puntualizzeranno anche talune “sfumature” che avrebbero reso forse più perfetto l’imponente complesso: in un certo senso potrebbe essere anche il senno di poi a far capolino e, comunque, si sa bene che la perfezione assoluta non è nella nostra più o meno grama vita terrena..D’altra parte, la critica senza prevenzione e con intenti ben precisi e limpidi al lume della logica è sempre accettabile per giungere a costante miglioramento, ed i predetti esponenti organizzatori torinesi, meritevoli del massimo elogio e d’ammirazione per la vastità del lavoro affrontato e svolto con entusiasmo, abnegazione, tatto e capacità, non ne farebbero un “casus belli”. Nessuno,però,potrànonriconoscereche,indefinitiva,laVIIMostraOrnitolo-gica Internazionale è riuscita bella e grande; imponente e ricca di utilissimi insegna-menti per il futuro; ha fatto vibrare il più recondito entusiasmo anche in coloro che, per natura prudentissimi, paventano sì fatte “complessità” organizzative: l’eco di essa ha valicato felicemente le frontiere della canaricoltura italiana.…omissis… Circa 250 espositori hanno presentato 3.000 soggetti fra i più pregiati e varii; ottimamente rappresentati gli “esotici” fra i quali ha fatto spicco la bella Nettarina ( Sunbird) dal lungo becco sottile leggermente arcuato;interessantissimo lo stuolo degli ibridi; la parte del leone l’han fatta, manco a dirlo, i canarini di colore nella gamma completa delle varietà ormai ben note. Presenti anche diversi allevatori stranieri che effettivamente han dato tono alla qualifica“internazionale”dellaMostra.

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…omissis… Amici di Reggio Emilia, tocca nuovamente a voi, per il prossimo 1955, superare voi stessi, nonché questa prima grande rassegna internazionale svolta lungi dalla culla del-la canaricoltura italiana. All’ombradiquestasportivaesinceraemulazionecertamente lafiammadellanostra comune passione ornitologica si ravviverà ancora di più.

Teodoro Cappabianca

( da :”Uccelli da Gabbia e da Voliera”, gennaio 1955)

TRIONFO PIEMONTESEalla VIIa Esposizione Internazionale di Torino

Era facile il prevederlo! Una volta fatta la scelta dell’ambiente in cui doveva svol-gersi la manifestazione, il grande successo non poteva mancare. Ed esso è giunto atteso e meritato, per confortare e premiare gli instancabili organizzatori che hanno saputo osare e vincere. Una volta messo il piede nel grande salone del Palazzo delle Esposi-zioni, si aveva subito la sensazione che di meglio e di più non si poteva fare e che mai in Italia ed all’Estero si avrà forse la fortuna di vederne una simile. Forse col pensiero si dovrà giungere a Londra, al famoso Olimpia Palace dove si è svolto l’anno scorso la Mostra Nazionale Inglese, per immaginare un’eguale fastosità ed un’eguale perfezione. Effluviodiluceedisole,tripudiodicantiegorgheggi,vistositàdiformeecolori,tuttoportava al godimento spirituale e sensoriale, alla sorpresa, alla gioiosa meraviglia, alla stupefazione! Lode sia a Torino ed alla sua gente industriosa e volitiva che ha allestito questo raro spettacolo ai numerosi allevatori accorsi d’ogni parte d’Italia e d’oltre Alpe!1954

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Chi l’ha veduto e vissuto non lo dimenticherà facilmente, e chi non ha avuto la for-tuna di goderlo, avrà il rimorso di aver disertato l’unica occasione di ammirare la tecnica a braccetto della natura, nella grandiosa cornice di un ambiente fantastico e pur reale, dove si potè assistere alla più grande rassegna ornitologica sin qua organizzata in Europa. L’enormità dello spazio disponibile ha potuto permettere l’ordinato allineamento delle migliaia di gabbiette e la meticolosa separazione delle razze e delle specie. Edappertutto ilverdedellepianteabbelliva, ingigantiva lamagnificavisione;espiccavano indicazioni, per cui anche un profano veniva a conoscere la varietà che aveva davanti a sé. Nel bel mezzo della sala troneggiava il Monte Premi, stipato di Coppe e Tro-fei di raro pregio e di grande valore. Verso il fondo della medesima, un cospicuo complesso di voliere allestite dalla ditta Molinar di Torino e ripiene di bellissimi esotici, chiudeva il grandioso scenario, richia-mando la curiosità del folto pubblico. Lungo il porticato di sinistra erano esposti –nelle classiche gabbiette- i cantori Harzer. Sul palco laterale di sinistra, cui si accedeva a mezzo di un ampio scalone, era allestita la Sezione Mercato, affollatissima di uccelli di ogni sorta e di esperti commercianti.

Una numerosa ed importante collezione di colombi viaggiatori, messa in mostra dallalocalesezioneColombofila,completavalafestosaesibizioneornitologica,lasciandonell’animo del visitatore il compiacimento di essere venuto ed il desiderio di ritornarci l’indomani.…omissis…

Osservazioni tecniche. Nello scorrere la lista dei premiati si notano le gravi lacune che si sono osservate, anzitutto, fra gli Arricciati. Il numero presentato a concorso era inferiore a quello che di solitoaffluisceinunacomunemostrasocialeedanchelaqualitàdiquestipochisoggettiha lasciato molto a desiderare. Figurarsi che 1 solo Parigino ha potuto ottenere un primo premio e nessun Olandese è stato giudicato degno di meritarlo. Meno male che abbiamo potuto confortarci con l’ammirare gli ottimi campioni esposti fuori concorso dal sig. Lelli MariodiMilano,tracuiilprimoesemplarefinquiottenutonelcolorebronzo-agataedei

bellissimi Gibber della signora Giamminola Maria di Como, irreprensibili nel loro classico modelloufficialmentericonosciutoaBruxelles. Cosa fanno,allora, questi allevatori di Arricciati che disertano il campo, proprio quando vi è bisogno di mostrare agli esteri l’ottima nostra produzione in questa varietà?Si sente mormorare, dai più, che è un rischio portarli ad una Mostra che dura cinque gior-ni. Ammettiamo pure che abbiano ragione: ed allora i signori organizzatori delle Mostre tolgano d’imbarazzo questi allevatori ed accordino loro il permesso di ritirare questi sog-getti così delicati dopo 24 ore da che sono stati giudicati. Ma che almeno possano essere veduti ed ammirati questi arricciati di cui abbiamo piene le orecchie che sono superiori per numero e per qualità a quelli che attualmente si allevano all’estero.Vogliamo vederli una buona volta e vogliamo farli vedere all’estero: si trovi comunque la formula più adat-ta perché questa vergognosa assenza non sia più lamentata in una Mostra di valore ed importanza Internazionale. Ottima la rappresentanza delle Razze inglesi, nelle quali il caro amico dott. Pepe Maurizio ha mietuto molti allori: 6 Premi d’Onore e 25 Primi Premi. Numerosa, come al solito, la colonia dei canarini di colore, dove si è particolarmen-te distinto il sig. Paganini Riccardo di Genova, che ha collezionato 3 Premi d’Onore, 7 Primi Premi e 8 secondi.…omissis… In ottima ascesa è apparsa la rappresentanza degli Esotici, per la quale ci compli-mentiamo vivamente con il grande amatore V.E.Orlando di Palermo.…omissis… Scarsissimi gli indigeni e non calcolabile la presenza dei pochi Ondulati, di qualità inferiore.Traggo lo spunto da quest’altra grave lacuna, che non fa onore certo all’Italia Internazionale, per aggiungere anche la mia voce a quelle già levatesi, perché si faccia qualcosa per proteggere questo caro e superbo alato, che altrove, e particolarmente in Inghilterra, è tenuto nel massimo onore. Il sig. Messori già due anni fa invitò gli allevatori di ondulati a riunirsi in un Club specializzato. Allora non era il tempo propizio, poiché si temeva uno spezzettamento e frazionamento delle forze sociali e dell’unione federale. Ma ora penso che non vi sia più questo pericolo e che il tempo sia maturo, per addivenire alla riunione massiva di tutti gli 1954

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1954: L’ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI TORINO

allevatori di Ondulati in un unico Club, sempre aderente alla F.O.I. In questo sodalizio, si potrebbero studiare e vagliare tutti i problemi della categoria e risolverli in pieno accordo e con grande vantaggio. Invito formalmente l’amico Messori a riprendere in mano l’iniziativa che fu già sua, lieto se potrò collaborare in ogni modo, mettendo a disposizione sua e della cate-goria le pagine di questa Rivista. Buona la rappresentanza estera: francesi, inglesi, spagnoli, svizzeri, olandesi, si sonodaticonvegnoaTorinoperundoveredireciprocitàperessereaffiliatiall’A.O.I.Come si sa, noi siamo propensi ad una più larga adesione degli allevatori esteri, perché altrimenti sia in Italia che all’Estero vedremo sempre le stesse cose e non si avrà il con-fronto diretto e completo dell’Ornitologia Europea. Speriamo che la sospirata Unione Europeaabbiaalfineatrionfare,perrenderealtamentepiùinteressantiquestemostreInternazionali e per ottenere un concorso veramente importante di alati europei (come sappiamo, la speranza divenne realtà con il Trattato di Roma del 1957, due anni e mez-zo dopo l’articolo di Savino. N.d.R).

Fernando Savino

(da :”Uccelli da Gabbia e da Voliera”, dicembre 1954)

Riferimentibibliografici

(1)- A proposito dei Clubs nazionali (“Uccelli da gabbia e da Voliera”, giugno 1952)(2)- Lettere al Direttore, di Bernardinello Giuseppe (“Uccelli da Gabbia e da Voliera”, …..1954)(3)- Impressioni sull’Internazionale di Torino ( “Giornale degli Uccelli”,gennaio 1955).(4)-La “Nazionale” inglese (“Giornale degli Uccelli”, marzo 1955)1954