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Origine della lingua greca

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  • Origine della lingua

    greca

  • Il greco appartiene al gruppo delle lingue indoeuropee, appartenente cioè ad un gruppo di popoli che attornoal IV millennio abitavano in una stessa area, generalmente identificata nella Russia meridionale (secondol’ipotesi della lituana Marija Gimbutas) e che si sarebbero progressivamente dispersi verso Oriente (finoall’India e alla Cina occidentale) e verso Occidente (fino alla Gallia, alle isole britanniche e alla penisolascandinava). In Grecia popolazioni indoeuropee sono presenti già all’inizio del II millennio (Achei), ma visono ulteriori penetrazioni (Dori) verso la fine del II millennio.

  • Confronto fra lingue indoeuropee

  • Geografia dei dialetti greci

    Dopo la fine della civiltà Achea (1100 a.C. ca) si delinea in Grecia

    un mosaico di gruppi etnici linguisticamente vicini che attraverso

    migrazioni verso oriente nei primi secoli del I millennio a. C

    creano fasce dialettali estese giungono fino alle coste dell’Asia

    Minore attraverso il mare egeo. In generale possiamo distinguere

    tre grandi gruppi dialettali da nord a sud, a cui sono associate

    specifiche forme letterarie:

    • Eolico a nord, presente nella lingua omerica, ma anche in

    quella dei poeti lirici di Lesbo Alceo e Saffo (VII-VI sec. a.

    C.)

    • Ionico nella fascia centrale, che è dialetto prevalentemente

    usato nella poesia, a partire da Omero, ma anche nelle Storie

    di Erodoto e nei trattati medici di Ippocrate. Una sua

    sottospecie è l’Attico, dialetto di Atene, impiegato usualmente

    nella prosa, ma anche nelle parti recitate delle tragedie e delle

    commedie

    • Dorico a sud, dialetto della poesia soprattutto corale e

    bucolica (= pastorale).

  • ΦΟΙΝΙΚΗΙΑ ΓΡΑΜΜΑΤΑ

    Se le prime popolazioni indoeuropee della Grecia, i Micenei o

    Achei, impiegavano un sistema di caratteri sillabici detto Lineare

    B, derivato dalla scrittura dei Cretesi, detta lineare A (anche se le

    lingue erano completamente diverse), l’alfabeto greco,

    caratterizzato dalla corrispondenza fra segno e unico suono, viene

    introdotto solo attorno all’VIII secolo a.C. dopo circa 2 secoli di

    assenza di scrittura adattando l’alfabeto fenicio (φοινικήϊα

    γράμματα); visto che il fenicio non scriveva le vocali, si

    impiegarono per queste segni usati dai fenici per le consonanti.

  • Cadmo e le “lettere fenicie”Erodoto, Storie V 58, 1-2Questi Fenici giunti con Cadmo, fra i quali erano i Gefirei, abitandoquesta terra, introdussero presso i Greci molte nozioni e anchel’alfabeto, che prima i Greci, a quanto mi sembra, non possedevano,dapprima quello che usano anche tutti i Fenici, poi, col passare deltempo, i Cadmei mutarono insieme alla pronuncia anche la sequenzadelle lettere. A quel tempo, abitavano la maggior parte di quelle terreGreci di stirpe ionica; essi, avendo ricevuto le lettere dell’alfabetograzie all’insegnamento dei Fenici, le usavano avendovi apportatoqualche lieve modifica e, usandole, le chiamarono “fenicie”, come delresto era giusto, dal momento che erano stati i Fenici a introdurle inGrecia.

  • Sono la coppa dalla buona bevuta di Nestore. Chi berrà

    da questa coppa, subito lo afferrerà il desiderio di

    Afrodite dalle belle corone.

  • L’alfabeto greco nel tempo

    Nel corso dei secoli o anche delle regioni

    l’alfabeto greco ha subito successive variazioni

    nella scrittura delle lettere: Ad esempio il sigma

    dalla forma Σ è giunto alla forma C (sigma

    lunato).

    In origine il greco non aveva distinzione fra

    maiuscole e maiuscole, né punteggiatura e

    nemmeno si usava separare le parole con uno

    spazio (scriptio continua)

  • Dall’oralità alla scrittura

    • La prima fase della letteratura greca, da Omero (VIII-VII sec.) in poi, purconcidendo con l'importazione in Grecia dell'alfabeto fenicio (φοινικήϊαγράμματα), e forse con il suo uso per fissare la composizione, si svolgeall'insegna di una comunicazione sostanzialmente orale, in continuitàalmeno parziale con i circa 4 secoli in cui in Grecia, dopo la fine dellapotenza Micenea e la scomparsa della lineare B, la scrittura era venutameno. Per distinguere la fase di oralità primaria (assenza della scrittura)da quella di oralità secondaria (presenza della scrittura macomunicazione orale) si usano i termini di oralità ed auralità (W. J. Ong)

  • Al VI secolo risale la lunga

    iscrizione bustrofedica (= a

    giramento di buoi [durante

    l’aratura], cioè a direzione

    alternata) con la costituzione

    di Gortina a Creta

  • La lenta vittoria della scrittura

    Se la prima fase della letteratura greca (VII-VI sec. a.C.) è caratterizzata da una comunicazione e trasmissione fondamentalmente orale, tra il V e IV secolo a. C. si consuma l'inevitabile sorpasso della produzione letteraria destinata alla lettura rispetto a quella destinata all’ascolto. Se ancora Socrate alla fine del V secolo a. C. si rifiutò completamente di mettere per iscritto le proprie dottrine, il discepolo Platone, pur con esplicite riserve, affiderà alla scrittura un imponente corpus di dialoghi. Alla fine del V secolo a. C. risale anche l'opera storiografica di Tucidide, scritta e destinata, a differenza di quella di Erodoto, ad un consumo privato e non pubblico.

  • La Koinè

    Nell’età ellenistica, l’epoca che si fa iniziare con la morte di Alessandro magno (323 a.C.) e che vede

    la diffusione della cultura greca in tutto l’Oriente si diffonde la κοινὴ διάλεκτος (lingua comune,

    modellata sull’attico) che porta all'omogeneizzazione della scrittura anche nella grafia dei caratteri

    rispetto alle sue varianti locali precedentemente in voga.

    In quest’epoca nasce la figura del filologo, lo studioso di letteratura che presso le grandi biblioteche

    finanziate dai sovrani dei regni ellenistici (la più imponente era quella di Alessandria, in Egitto, creata

    dai Tolomei) studia i testi antichi e confrontando i vari manoscritti pervenuti (in genere su papiro o

    pergamena) cerca di ricostruire il testo originale eliminando errori e aggiunte posteriori, spesso

    aggiungendo anche segni di punteggiatura e accentazione e note esplicative a margine (scoli) per

    spiegare passi difficili o dare informazioni su personaggi o eventi citati.

  • Periodizzazione della letteratura greca

    • VIII-VI sec. a .C. : età arcaica. La letteratura conosciuta è quasi interamente poetica. Si passa dall’auralità ad un uso sempre maggiore della

    scrittura, anche se la comunicazione letteraria, in genere poetica, era

    principalmente orale. I più antichi testi sono considerati l’Iliade e l’Odissea, due

    poemi epici tradizionalmente attribuiti ad Omero, formatisi a partire dall’VIII

    sec. ma la cui prima redazione scritta conosciuta risale al VI sec. a. C. In

    questo periodo si situano i grandi poeti lirici (Archiloco, Alceo, Saffo,

    Anacreonte) ed elegiaci (Solone, Mimnermo)

  • V-IV sec. a. C.: età classica: È l’epoca che vede l’affermarsi, come

    protagonista assoluta della cultura letteraria, politica, filosofica ed artistica della

    Grecia, di Atene, modello di città democratica a partire dalla fine del VI sec.

    (ma precedentemente governata dal tiranno Pisistrato e dai suoi figli, e dalla

    metà del V sec. sotto l’autorità politica dello stratega Pericle),. In questo

    periodo si situano le opere storiche di Erodoto, Tucidide, Senofonte, quelle

    filosofiche di Platone ed Aristotele, le tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide

    e le commedie di Aristofane.

    IV-II sec. a C. : età ellenistica: epoca di grande espansione della cultura

    greca in oriente, grazie anche alla diffusione della koinè e alle ricchissime

    biblioteche create dai sovrani ellenistici, benché progressivamente Atene

    perdea il suo primato culturale. Si sperimentano nuove forme letterarie o si

    riprendono in modo innovativo le tradizionali, in modo da mostrare

    l’originalità dello scrittore.

  • II sec. a. C.-VI sec. d.C.: età romana: la letteratura greca viene coltivata

    nell’impero romano che era fondamentalmente bilingue e coinvolge un numero

    molto alto di intellettuali in Italia e nelle province.

    VI sec.-XV sec.: età bizantina: il greco diventa sempre più possesso esclusivo

    dell’Impero bizantino, sorto dall’impero romano d’Oriente e restato in piedi fino

    alla conquista turca del 1453, mentre il latino domina nell’Europa occidentale.

    Età moderna: la lingua della cultura greca è rimasta anche durante il lungo

    dominio turco un greco vicino a quello classico, che alla fine del XVIII si è

    formalizzato come katharevousa, lingua pura liberata da influssi stranieri, che è

    rimasta lingua ufficiale fino al 1976 quando è stata sostituita dalla lingua popolare

    detta dimotikì, che corrisponde al greco parlato attuale.