ORIENTAMENTO AL LAVORO N. 1 - informagiovaniasti.it · anni, nel 2012 il dato risulta in calo fino...

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1 A cura dell’Ires Lucia Morosini L'occupazione giovanile ad Asti i settori innovativi stage e tirocini apprendistato le opportunità che arrivano dall'Europa cerco lavoro ORIENTAMENTO AL LAVORO N. 1 PROGETTO GIOVANI giugno 2013

Transcript of ORIENTAMENTO AL LAVORO N. 1 - informagiovaniasti.it · anni, nel 2012 il dato risulta in calo fino...

1

A c u r a d e l l ’ I r e s L u c i a M o r o s i n i

L'occupazione giovanile ad Asti

i settori innovativi

stage e tirocini

apprendistato

le opportunità che arrivano dall'Europa

cerco lavoro

ORIENTAMENTO

AL LAVORO N. 1

PROGETTO GIOVANI

giugno 2013

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Nel prossimo numero si approfondiranno:

artigianato, contratti di lavoro, disoccupazione, emersione

del lavoro nero, le pari opportunità, come funziona la

disoccupazione, la formazione.

Testi di: Mela Bettega, Duccio Gambino, Giulio Mancini, Francesco Montemurro

con la collaborazione di: Francesca Delaude, sportello orientamento lavoro (SOL) di Asti

Si ringrazia per il sostegno al progetto la Fondazione Crasti

Pag. 3 - LE STATISTICHE SULLA OCCUPAZIONE GIOVANILE

Pag. 6 - MA COME STANNO VERAMENTE LE COSE?

Pag. 7 - LE NUOVE PROFESSIONI ANTICRISI

Pag. 8 - LA GREEN ECONOMY

Pag. 10 - I SETTORI INNOVATIVI

Pag. 12 - IL PACCHETTO PER L’OCCUPAZIONE GIOVANILE

LANCIATO DALL’UNIONE EUROPEA

Pag. 15 - TIROCINI E STAGE. SI RIPARTE DAL COMPENSO

MINIMO GARANTITO

Pag. 19 - APPRENDISTATO

Pag. 20 - ORA, PERO’, VEDIAMO COSA PUOI FARE TU PER

CERCARE LAVORO

Pag. 28 - METTERSI IN PROPRIO

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Secondo l‟Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), i giovani rappresentano la promessa di cambiare in

meglio le società, ma per loro al momento non ci sono posti di lavoro a sufficienza.

Nel 2012, quasi 75 milioni di persone giovani nel mondo risultano fuori dal mercato del lavoro, 4 milioni in

più rispetto al 2007; più di 6 milioni di loro, inoltre, hanno smesso di

cercare lavoro. I giovani che invece hanno lavorato nel 2012 sono più di

200 milioni, molti di questi però hanno guadagnato meno di 2 dollari al

giorno. Il lavoro informale e precario rimane inoltre molto diffuso tra

questo gruppo sociale. In Italia i giovani rappresentano storicamente una

fascia della popolazione particolarmente debole del mercato del lavoro.

La recente crisi economica ha inoltre rapidamente peggiorato la loro

situazione.

I giovani sono infatti stati i primi, ed in maniera più consistente, a fare

le spese della nuova fase di recessiva che caratterizza l‟economia italia-

na ed europea in questi ultimi anni. Il problema della disoccupazione

infatti, anche se colpisce tutte le generazioni, è più allarmante verso chi

deve iniziare a fare la propria prima esperienza lavorativa: i giovani. Il

tasso di disoccupazione dei giovani tra 15 e 24 anni raggiunge nel 2012

nella provincia di Asti il 39,3% (era il 26,8% nel 2011). Particolarmente

critica la situazione occupazionale delle giovani donne: oltre una ragaz-

za su due, residenti nella provincia, risulta disoccupata. Non dimenti-

chiamo inoltre come il tasso di disoccupazione sottostimi di fatto il reale

problema della disoccupazione. Tale situazione attuale non potrà infatti

che influenzare negativamente una serie di aspetti quali le condizioni

sociali e le aspettative di vita, la crescita economica, i consumi, e inevi-

tabilmente l‟aumento delle attività illecite e della delinquenza.

LE STATISTICHE SULLA OCCUPAZIONE GIOVANILE: Se le leggi non ti arrendere, hai ancora qualche possibilità...

. 2012 Var. rispetto al 2011

M F T M F T

Torino 34,9 32,6 33,9 7,8 2,5 5,5 Vercelli 32,5 40,1 35,6 4,1 11,1 6,9 Novara 29,7 45,5 37,1 8,3 17,0 12,5 Cuneo 14,5 32,4 21,9 5,8 21,9 12,5

Asti 32,6 50,2 39,3 11,4 16,7 12,5 Alessandria 27,0 37,2 31,1 -4,8 16,7 2,9 Biella 39,1 27,9 34,7 11,7 -9,3 3,5 Vco 24,9 32,3 28,3 2,4 8,6 5,2

Piemonte 29,7 34,8 31,9 5,8 8,2 6,8

Tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni). Anno 2012 e variazione tenden-ziale rispetto al 2011. Dati Provinciali.

Fonte: Elaborazione Ires Morosini su dati Istat

POLO UNIVERSITARIO ASTIGIANO : 50 MATRICOLE IN PIU’

Il Polo universitario di Asti e in

particolar modo il corso di Scienze

Motorie è in espansione.

Dal prossimo anno accademico,

2013-2014, ci sarà posto per 50

matricole in più rispetto agli anni

precedenti. L‟Università di Torino

ha deciso di puntare su Asti, soprat-

tutto grazie al sempre maggiore

interesse degli studi locali verso le

discipline. Il corso al polo Unis

Astiss raddoppia, allargando di

molto il "numero chiuso". In totale

su tre anni saranno così oltre 150 gli

studenti che frequenteranno Scienze

motorie ad Asti.

Maggiori informazioni

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Il sempre più faticoso ingresso dei giovani nel mer-

cato del lavoro avrà in maniera pressoché inevitabi-

le, a meno di interventi repentini e decisi, effetti di

lungo periodo per quel che concerne le opportunità

future delle nuove generazioni, sia in termini di

qualità del lavoro (retribuzioni inferiori), sia più in

generale di formazione e quindi prospettive di car-

riera personale.

L‟elevato rischio futuro di esclusione sociale deriva

inoltre da una forte crescita di giovani “Neet”; pro-

babilmente l‟effetto dello scoraggiamento e della

frustrazione ha determinato un aumento dei giovani

tra i 15 ed i 29 anni che non lavorano e non si impe-

gnano in percorsi di formazione o di istruzione.

Secondo l‟ultima rilevazione Istat) sono oltre 103

mila i giovani piemontesi che ricadono in questa

definizione, pari ad un‟incidenza percentuale del

16,7%. Nella provincia di Asti il dato risulta appena

inferiore (14,9%) coinvolgendo circa 4.400 giovani.

Non dimentichiamo però come nell‟astigiano il

problema si sia intensificato proprio negli ultimi due

anni. Il tasso di inattività giovanile nella provincia di

Asti, nel 2012, è infatti il più elevato della regione e

pari al 70,8%, in crescita di 3,6 punti percentuali

rispetto al 2011. Tale problematica assume carattere

strutturale, cioè pare indipendente dalla crisi econo-

mica, piuttosto sottolinea la sfiducia dei più giovani

verso aspetti primari quali l‟istruzione e il lavoro; un

fenomeno preoccupante se si cerca di ipotizzare,

senza trovare una soluzione, il futuro delle nuove

generazioni.

Numerosi -indicatori rispecchiano la crescente diffi-

coltà dei giovani all‟interno del mercato del lavoro.

Nel 2011 nella provincia di Asti si registravano solo

circa 3.260 lavoratori dipendenti2 con età inferiore

ai 25 anni, pari a circa l‟8,4% del totale dei lavora-

tori dipendenti. Tale dato, destinato a peggiorare nel

2012 e quindi nel 2013, è la conseguenza di una

progressiva riduzione dei giovani dipendenti. Nel

2007 infatti, anno in cui si è registrato il massimo a

livello assoluto di 4.440 giovani lavoratori, l‟inci-

denza sul totale era pari all‟11,2%.

Sempre più aziende scelgono di assumere personale

con precedente esperienza lavorativa invece di gio-

vani che si affacciano per la prima volta al mercato

del lavoro. Il dato relativo alle assunzioni di under

25 anni nella provincia di Asti, mostra infatti come

queste siano diminuite di oltre il 10% tra il 2011 ed

il 2012, ricalcando l‟andamento regionale,.

Neet Tasso Neet

Alessandria 9.317 16,5

Asti 4.432 14,9

Biella 4.033 16,7

Cuneo 13.028 14,8

Novara 9.065 17,1

Torino 55.926 17,5

Vco 3.380 15,8

Vercelli 3.869 15,9

Piemonte 103.052 16,7

Fonte: Elaborazione Ires Morosini su dati Istat

Giovani NEET e tasso giovani NEET in Piemonte per pro-vincia - Media Anno 2010.

I principali indicatori del mercato del lavoro nella provincia di Asti. Serie storica 2004-2012. Dati riferiti ai giovani tra i 15 ed i 24 anni.

Fonte:

Elaborazione Ires

Morosini su dati Istat

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Inoltre, se nel 2009 circa 21 assunzioni su 100

interessavano nella provincia un giovane fino a 24

anni, nel 2012 il dato risulta in calo fino al 18,9%.

Sempre più difficile quindi trovare lavoro, ma

anche “crearlo”. Il lavoro autonomo, più volte

interpretato come “chiave di volta” delle politiche

lavorative per i giovani, sembra infatti al momento

dare poche risposte valide ai soggetti in cerca di

nuova occupazione.

I titolari di impresa con età inferiore ai 30 anni

diminuiscono infatti in Piemonte da 19.198 nel

2009 a 17.923 nel 2012, mentre la loro quota,

rispetto al totale dei titolari d‟impresa, scende

nello stesso periodo dal 7,1% al 6,7%.

Nell‟astigiano il ruolo dei giovani titolari d‟impre-

sa risulta essere ancor più marginale rispetto alla

media regionale; nel 2012, infatti, sono solamente

5 ogni 100 i titolari di partita iva che risultano

avere un‟età inferiore ai 30 anni, un dato peggiore

rispetto al 2010 di circa 0,4 punti percentuali.

Analogamente accade per i giovani amministratori

di impresa che nel territorio di Asti risultano nel

2012 appena 4,4 ogni 100. Solamente quattro anni

prima, proprio all‟inizio della crisi, nell‟astigiano

gli amministratori di impresa con meno 30 anni

avevano un peso del 5,5% sul totale degli ammini-

stratori, l‟incidenza più elevata a livello regionale

assieme alla provincia di Cuneo.

Variazione tendenziale rispetto all'anno precedente delle procedure di assunzione riguardanti soggetti con età inferiore ai 25 anni.

Fonte:

Elaborazione Ires

Morosini su dati Istat

Tasso di Occupazione Giovanile: Questo indicatore misura, su cento giovani tra i 15 ed i 24 anni, quanti di essi sono effettivamente impiegati in un’attività che produca un qualsiasi livello di reddito.

Il Tasso di Disoccupazione Giovanile: indica quanti soggetti con età compresa tra i 15 ed i 24 anni, ogni 100 individui con le stesse caratteristiche che potrebbero lavorare, non sono

occupati.

Tasso Inattività Giovanile: Mostra la percentuale di individui con età compresa tra i 15 ed i 24 anni che non lavorano per scelta (es. casalinghe o studenti), o per impedimenti di altro genere, rispetto al totale dei soggetti residenti della medesima fascia di età.

Tasso Attività Giovanile: Misura il rapporto tra la popolazione attiva (in grado di svolgere legalmente un’attivi-tà lavorativa) di età compresa tra i 15 ed i 24 anni ed il totale della popolazione residente compresa nella stessa fascia di età. Misura, nel breve periodo, l’offerta di lavoro.

Neet: "Not Employment, Education and Training" sono i giovani tra i 15 e 29 anni che non sono iscritti a scuola né all'università, non lavorano e non seguono corsi di formazione o aggiornamento professionale.

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I giovani incontrano difficoltà sempre maggiori nel

trovare un'occupazione in un quadro di disoccupa-

zione in aumento. Tuttavia, nonostante l'elevata

disoccupazione, un ingente numero di posti resta

vacante. C‟è squilibrio del mercato del lavoro

nell'UE. Entro il 2020, a seguito di un numero note-

vole di pensionamenti, secondo la Commissione Ue

si creeranno 73 milioni di posti che dovranno essere

occupati da giovani dotati di competenze adeguate.

Naturalmente, la disoccupazione è determinata

soprattutto dagli squilibri del mondo produttivo e in

ultima analisi dal sistema economico e sociale.

Tuttavia, la Commissione europea ha individuato,

tra i vari fattori che determinano la disoccupazione

giovanile, quelli che chiamano in causa le responsa-

bilità sociali e individuali:

L’abbandono precoce degli studi senza qualifiche;

La carenza di competenze che rispondano alle esigenze del mercato del lavoro e la mancanza di esperienza lavorativa;

Occupazioni precarie seguite da periodi di disoccupazione;

Le limitate opportunità di formazione;

Programmi attivi in materia di mercato del lavoro insufficienti/inadeguati.

MA COME STANNO VERAMENTE

LE COSE? Ecco i risultati della previsioni di assunzione delle imprese dell’industria e dei servizi per il periodo aprile-giugno,

elaborate dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ministero del Lavoro. Vediamo i dati nazionali ma

soprattutto quelli piemontesi e che riguardano la provincia di Asti.

Unioncamere spiega che cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici sono le figure più richieste

dalle imprese. In Italia tra aprile e giugno 2013 saranno assunti oltre 61mila persone ma la grande maggioran-

za, cioè l‟83% dei casi, verrà reclutata con contratto stagionale. In cima alla graduatoria ci sono le professioni a

elevata rotazione del personale. La caratteristica del II trimestre dell‟anno, spiega Unioncamere, è l‟elevatissi-

ma concentrazione delle assunzioni su un numero molto ridotto di profili professionali.

Cresce il numero dei giovani under 30 richiesti dalle imprese (il fenomeno è legato soprattutto all‟effetto sta-

gionalità), che dovrebbero rappresentare il 30% delle entrate totali, con aumento di 2 punti percentuali rispetto

al primo trimestre dell‟anno.

Tra le figure più richieste, i 18mila addetti ai servizi di pulizia e altri servizi alle persone, che raggiungono il

9,3% del totale e che per quasi il 55% saranno assunti con contratto stagionale.

Oltre 9.500 assunzioni riguarderanno gli addetti all‟accoglienza, all‟informazione e all‟assistenza della cliente-

la; più o meno lo stesso numero di assunzioni che riguarderanno commessi e altro personale di esercizi com-

merciali al dettaglio e all‟ingrosso (esclusa la grande distribuzione).

Più in basso nella graduatoria troviamo tecnici amministra-

tivi e finanziari e bancari (5.940); tecnici del marketing,

7

vendite, distribuzione commerciale (4.910); tecnici

in campo informatico, ingegneristico e della produ-

zione (4.790); commessi e altro personale qualifica-

to nella grande distribuzione (4.600); operai specia-

lizzati e conduttori di impianti nell‟industria alimen-

tare (4.530); figure specifiche nei servizi di sicurez-

za, vigilanza e custodia (4.510); operai nelle attività

metalmeccaniche ed elettromeccaniche (4.500).

Meno richiesti gli operatori dell‟assistenza sociale,

in istituzioni o domiciliari (3.690), gli operai nelle

attività metalmeccaniche richiesti in altri settori

(3.400), e i tecnici della sanità e dei servizi sociali

(2.940).

E in Piemonte? E ad Asti? Unioncamere scrive che

tra aprile e giugno 2013 le aziende piemontesi assu-

meranno circa 11.060 addetti, ma i movimenti in

uscita (fine contratto, ecc.) riguarderanno 10.020

addetti. Molto più basse le cifre che riguardano

l‟astigiano. In entrata sono previsti 430 addetti (di

cui 140 con contratto stagionale, pari al 33,6% del

totale), a fronte dell‟uscita di 480 unità (di cui il

31,2% per scadenza di contratto e l’1,7% per pre-

pensionamento), dunque con un saldo negativo per

l‟occupazione. E’ poco, molto poco.

ENIT: I PROGRAMMI DI TIROCINIO

I “Programmi di tirocinio della

Fondazione CRUI” sono considerati

un punto d‟incontro tra domanda e

offerta di stage, è rivolto agli stu-

denti universitari desiderosi di

sperimentare la realtà lavorativa e

rappresentano un‟importante inizia-

tiva che avvicina il mondo accade-

mico e il mondo del lavoro offrendo

ai laureandi la possibilità di effettua-

re un periodo di formazione presso

enti privati e amministrazioni pub-

bliche.

I tirocini formativi e di orientamento

di seguito proposti si inseriscono

nella tipologia dei TIROCINI CUR-

RICULARI promossi dalle Univer-

sità italiane in quanto esperienze

formative previste all‟interno di un

percorso formale di istruzione o

formazione.

I Programmi di tirocinio si basano

su una collaborazione tra “Enti

Ospitanti” e Università Italiane,

coordinata dalla Fondazione CRUI.

Maggiori informazioni

LE NUOVE PROFESSIONI

ANTICRISI In controtendenza La disoccupazione giovanile cresce a ritmo preoccupante ma il futuro è

nelle "nuove" professioni. È il ritratto del mercato del lavoro che emer-

ge da recenti ricerche. I dati del resto parlano da sé.

In primo luogo, in base agli indirizzi Ue possiamo ipotizzare che i setto-

ri produttivi innovativi siano i seguenti:

innovazione, miglioramento competitivo e tutela ambientale: biotecnologie e della fabbricazione di apparecchiature elettriche e per uso domestico; eco green e trattamento rifiuti; fonti di energia rinnovabili e risparmio energetico; R&S (Ricerca e Sviluppo); Informatica e telecomunicazioni; hi tech; Servizi avanzati all’impresa Domotica a sostegno dell’abitare sicuro e dei servizi alla persona Turismo e servizi per la cultura;

(Continua a pag. 8)

8

Nonostante la crisi ci sono professionalità ancora

molto richieste sul territorio e in particolare in Nord

Italia: a Milano e in Lombardia quelle dell' alto

artigianato legato alla moda, come sarte e modelli-

ste, sempre in Lombardia, Piemonte, Emilia Roma-

gna e Veneto quelle legate alla green economy,

quali manager energetici e del ciclo dei rifiuti, e

quelle del commercio online. In alcuni casi le ammi-

nistrazioni pubbliche locali più lungimiranti model-

lano le politiche pubbliche in senso innovativo: è

quello che si sta facendo in alcune grandi città italia-

ne (tra cui Milano, Bologna, Torino) attraverso gli

interventi sul coworking, il microcredito, le start up,

la Smart city. Le criticità che emergono dalle inchie-

ste svolte negli ultimi mesi, riguardano anche il

"capitale umano". «La scarsa conoscenza della

lingua inglese e la conseguente difficoltà ad intera-

gire efficacemente in contesti internazionali», ad

esempio dicono a Milano, nell‟ambito di uno studio

condotto dall‟Università Bicocca.

Poi c' è l' esigenza di «sviluppare profili professio-

nali che abbiano una visione complessiva dei pro-

cessi produttivi e che sappiano in tal senso interagire

più adeguatamente con i committenti», continua la

ricerca. Un terzo «elemento trasversale di criticità»

consiste «nella debole propensione dei giovani a

spostarsi, specialmente verso l' estero». Insomma,

va bene la crisi, ma forse manca qualcosa anche a

chi cerca un impiego? «Da più parti si riporta l'

esigenza - conferma lo studio - di avere profili più

eclettici e rispondenti ai ritmi dell' innovazione

tecnologica».

Ma se tali profili scarseggiano c' è un perché:

«Questo dato è parzialmente imputabile al ruolo

delle istituzioni formative, in quanto ciò che emerge

è la carenza di adeguati investimenti aziendali in

formazioni, che potrebbero colmare le eventuali

lacune». Il quadro è cupo e le aziende spesso se ne

approfittano.

La nota dolente si chiama stage: «C' è il problema

della proliferazione e dell' abuso, in termini di uso

indiscriminato e ingiustificato, della formula dello

stage. Si ha in tal senso un aumento quantitativo

delle offerte del genere che mascherano posizioni

lavorative sostanzialmente equivalenti a quelle

inquadrate con soluzioni contrattuali più stabili».

Occorre però che aumenti la consapevolezza dei cittadini, dei politici e degli operatori economici, circa la

necessità di produrre e utilizzare beni e servizi di qualità ecologica e ridotto impatto ambientale, tutelare le

risorse naturali (riconoscendone la scarsità), conservare i servizi della natura, sviluppare un‟economia a

basse emissioni di carbonio per contrastare la crisi climatica. Agli Stati Generali di Rimini (novembre 2012)

un gruppo di esperti ha formulato 70 proposte (che compongono la cosiddetta Roadmap) per lo sviluppo della Green

economy, per contribuire a far uscire l‟Italia dalla crisi. Si pensa che attraverso lo sviluppo della ecoefficienza, del

riciclo e della rinnovabilità dei materiali, potranno impegnare migliaia di giovani e di altre persone in cerca di

lavoro, in attività autonome e alle dipendenze. Per Green Economy si intende un modello di sviluppo econo-

(Continua a pagina 9)

LA GREEN ECONOMY la via per affrontare la recessione economica e puntare allo sviluppo.

(Continua da pag. 7)

9

mico che tiene conto anche

dell‟impatto ambientale e dei

potenziali danni creati dall‟intero

ciclo di trasformazione. Tali danni

infatti si ripercuotono spesso in una

successiva riduzione del PIL

(Prodotto Interno Lordo) causata

dalla lesione di attività che traggono

beneficio da un sano contesto am-

bientale, quali agricoltura, pesca,

allevamento e, non meno importan-

te, turismo. Lo sviluppo sostenibile

non è una delle scelte possibili, ma

è l‟unico modello attuabile nei

prossimi venti anni. Lo confermano

la Direttiva 2009/28/CE sulla pro-

mozione dell‟uso di energia da fonti

rinnovabili (20% dei consumi finali

lordi europei costituito da rinnova-

bili) e il recente piano di sviluppo

nazionale cinese che ha ribadito

l‟impegno della nazione nella lotta

ai cambiamenti climatici. E proprio

partendo da vincoli e obiettivi in

materia di politiche energetiche e di

protezione ambientale il nostro

paese può ritrovare un nuovo vigore

economico, industriale e tecnologi-

co: si stima infatti che il settore

possa creare fino a un milione di

posti di lavoro nei prossimi cinque

anni.

(Continua da pagina 8)

LE PROFESSIONI EMERGENTI NELL’AMBITO DELLA GREEN ECONOMY Tecnico installatore impianto fotovoltaico – Cura l‟installazione delle

stringhe, degli inverter, dei quadri e delle canaline, oltre che del cablag-

gio elettrico dell‟impianto.

Tecnico installatore impianto solare termico – Si occupa dell‟instal-

lazione dell‟impianto termico, delle caldaie, dei collegamenti con l‟im-

pianto ad uso domestico.

Energy Manager – Si occupa della raccolta dei dati inerenti i consumi

di energia, del loro studio e dell‟individuazione di misure di efficienza e

risparmio energetico per i comuni più grandi o i soggetti privati che

consumano più di 1000 tep (tonnellate equivalenti petrolio) di energia.

Mobility Manager – Opera nelle imprese ed Enti con più di 300 dipen-

denti nella stessa unità o 800 in più sedi, si occupa dell‟ottimizzazione

degli spostamenti dei dipendenti sia durante le ore di lavoro sia da casa

al lavoro e viceversa, definisce strategie per la riduzione dei costi

dell‟energia e delle emissioni.

Certificatore Energetico – Iscritto in apposito Albo Regionale, si

occupa della certificazione energetica (ACE) obbligatoria per l‟atto di

vendita di edifici o parti di esso e del certificato di qualificazione ener-

getica (Age).

Esperto delle normative dell‟energia rinnovabile – Monitora e analiz-

za l‟evoluzione normativa e la regolazione di settore (mercato dell‟e-

nergia rinnovabile, sistemi di incentivazione, connessione alla rete

elettrica nazionale, impatto della fiscalità energetica.

Ingegnere per l’ambiente – La sua attività riguarda la pianificazione,

lo sviluppo e la gestione di tutte le opere, impianti e centrali che posso-

no impattare sul territorio e sull‟ambiente.

Esperto nella gestione di impianti di rifiuti urbani – Ha la responsa-

bilità dell‟impianto di smaltimento, verifica la qualità dei rifiuti in

ingresso, il loro trattamento ed è responsabile dell‟impatto ambientale

delle attività dell‟impianto.

Tecnico commerciale dei prodotti da riciclo – Ha il compito di indi-

viduare i prodotti che possono essere riciclati, cura l‟approvvigiona-

mento e la successiva commercializzazione presso le aziende di riutiliz-

zo.

Esperto per il recupero dei materiali – Verifica la corretta classifica-

zione dei materiali, del loro recupero e del loro successivo stoccaggio.

Green Marketer – Esperto di comunicazione delle attività ecososteni-

bili delle aziende green e non green.

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I SETTORI INNOVATIVI Sempre più spesso si sente parlare di startup. Ma che cosa s'intende con questo termine inglese? Per startup

s'intende una impresa innovativa, una impresa, cioè che appartiene all'ambito economico dei settori innovativi,

quello della green economy, della comunicazione e del marketing, della consulenza, dell'e-media, delle biotecnolo-

gie, delle energie rinnovabili, delle telecomunicazioni e delle tecnologie informatiche.

Il Ministero dello Sviluppo Economico da tempo organizza conferenze, mostre, eventi aggregativi allo scopo

di far conoscere agli investitori esteri i settori di punta dell'economia innovativa italiana concentrandosi in

particolar modo sulla green economy che sarà al centro del progetto “Competitività del Made in Italy nei setto-

ri innovativi” a Pechino e che prevede a valorizzare e accrescere la competitività, come principale fattore di

crescita delle PMI, promuovendo l'eccellenza italiana nelle tecnologie dell'economia verde e delle energie

rinnovabili. Ora, in questo senso, risulta in primis necessario registrare una certa arretratezza negli investimenti

pubblici in questo settore soprattutto se paragonati agli investimenti che Germania, Gran Bretagna e Francia

fanno nello stesso settore (“Biotech, un mercato aperto”) . Arretratezza causata in primo luogo dal moloch

della burocrazia che rappresenta spesso e volentieri un ostacolo insuperabile per le imprese che investono in

questo settore; ma non è da dimenticare l'assenza pressoché totale degli incentivi statali (Idem). Si tratta di una

lacuna di grandissima importanza, considerando il fatto che i settori innovativi costituiscono, in buona sostan-

za, l'unico traino in grado di creare veri posti di lavoro. E non è questa una convinzione di pochi. La stessa

Unione Europea ha deciso di puntare a fondo in questi ambiti. Lo dimostra il fatto che la Commissione euro-

pea ha pubblicato 23 bandi facenti parte del 7° Programma quadro per la Ricerca e l'Innovazione. Sono bandi

che rientrano negli obiettivi Cooperation – finalizzato ad incentivare la cooperazione transnazionale nell'ambi-

to delle ricerca – e Capacities – orientato al potenziamento della capacità europea di ricerca. Tra le altre cose, è

importante sottolineare come Bruxelles si dica pronta a garantire che le sfide della green economy siano prese

in considerazione nel quadro finanziario del Fondo sociale europeo. In questo contesto, è emerso che l'econo-

mia verde potrebbe creare fino a 2,8 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2020.

Tuttavia, all'interno del Decreto legge Crescita 2.0, in cui per la prima volta in Italia viene introdotta la defini-

zione di impresa innovativa (la startup), è presente l'interessante progetto Startup innovative che prevede un

capitale di 200 milioni di euro per finanziare le imprese innovative che costituisce una buona base di partenza

per colmare il gap con gli altri paesi europei e non – si consideri, sotto questo profilo, che nel 2010 il governo

cinese ha deciso di riqualificare l'assetto produttivo del paese nel prossimo decennio aumentando dall'attuale

8% al 20% la quota prodotta all'interno del PIL da alcuni settori innovativi come quello delle nuove energie,

delle tecnologie ambientali e del risparmio energetico e le biotecnologie (Il Sole 24 Ore Radiocor).

Nel 2011, l'Italia, con il suo 3,3% di occupati nei settori più innovativi, presenta un valore inferiore rispetto

alla media europea (3,8%) e nell'ambito dell'Ue a 15 solo il Portogallo e la Grecia hanno valori peggiori

(Eurostat). Dal punto di vista degli investimenti pubblici e privati, si registra inoltre un enorme divario tra il

Nord e il Sud del paese. Alla luce della gravissima crisi occupazionale che attanaglia il nostro paese (nell'aprile

2013 la disoccupazione era pari al 12%, mentre, sempre nello stesso mese, la disoccupazione giovanile rag-

giungeva la cifra record del 40.5%, dati Euribor) e delle opportunità occupazionali che tali settori offrono, è di

vitale importanza che si riscontri un sostanziale e progressivo aumento degli investimenti che vadano a benefi-

cio di tali settori.

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Unione Europea: 7° Programma Quadro per la Ricerca e l'Innovazione L'Unione Europea, nell'ambito del 7° Programma quadro per la Ricerca e l'Innovazione, prevede una serie di pro-

getti finalizzati all'incremento e allo sviluppo dei settori innovativi:

- Innovation Union è uno delle sette ammiraglie di Europa 2020. Essa prevede, tra le altre cose, la promozio-

ne dell'EIT (L'Istituto Europeo per l'Innovazione e la Tecnologia); l'accesso facilitato per le imprese innovati-

ve; la creazione di un singolo mercato europeo per i settori innovativi; la rimozione degli ostacoli all'innova-

zione; il rivoluzionamento della cooperazione tra pubblico e privato in materia di settori innovativi.

- Horizon 2020 è lo strumento finanziario con cui l'Ue intende porsi al

top della competitività globale nell'ambito dei settori innovativi. Di-

spone di un budget di 80 miliardi di euro che saranno stanziati per

creare nuova crescita e lavoro in Europa. Tale progetto rinforzerà la

posizione dell'Unione Europea nell'ambito della ricerca scientifica con

un budget di 24 598 milioni di euro; rinforzerà la leadership industriale

nell'innovazione con un budget di 17 938 milioni di euro; investirà 31

746 milioni di euro per il cambio climatico e per lo sviluppo della

mobilità e dei trasporti sostenibili, per il miglioramento delle tecnolo-

gie delle energie rinnovabili.

- Competitive Industries è il progetto di Horizon 2020 finalizzato a

rendere l'Europa più attraente per gli investimenti nell'innovazione e

nella ricerca.

- ELENA un programma che offre alle città, ma anche alle regioni e ad

altre entità pubbliche, l‟assistenza necessaria per sviluppare programmi

di investimento e progetti nel campo dell'energia sostenibile.

- Core-organic II finalizzato alla sviluppo del cibo organico.

PROVINCIA DI VER-CELLI: “GIOVANI E LAVORO, INCOMIN-CIO DA ME”

Il progetto partirà a metà giugno e

terminerà i primi mesi del 2014,

l'iniziativa è rivolta ai ragazzi fre-

quentanti scuole superiori, laureandi

o laureati e disoccupati in cerca di

lavoro.

Saranno previste 15 ore di formazio-

ne e informazione per prepararsi a

presentarsi al mondo del lavoro.

Il percorso formativo sarà formato

da cinque edizioni che si svolgeran-

no nella provincia di Vercelli, gli

argomenti trattati riguarderanno

soprattutto l'inserimento nel mondo

del lavoro, le informazioni riguar-

danti il curriculum vitae e le infor-

mazioni connesse ad esso.

Maggiori Informazioni

PROMUOVERE LA SOSTENIBILITA AMBIENTALE A LIVELLO LOCALE:

bando della Fondazione Cariplo finalizzato alla promozione degli

investimenti locali in efficienza energetica ed energie rinnovabili.

12

Un Pacchetto per l'occupazione giovanile per rispondere all'emergenza

giovani dopo che negli ultimi anni la disoccupazione giovanile è cre-

sciuta vertiginosamente fino a raggiungere il tetto del 23,6% nel gen-

naio 2013. Adottato nel dicembre 2012 e proposto agli Stati membri

durante il Consiglio europeo del 7 e 8 febbraio, il Pacchetto per l‟Occu-

pazione è dotato di uno stanziamento di 6 miliardi di euro per assicu-

rarne l'applicazione durante il settennato 2014-2020.

L‟iniziativa si colloca nell‟ambito di Europa 2020, una strategia pro-

mossa dalla UE al fine di realizzare un‟Europa intelligente, sostenibile

ed inclusiva, in materia di occupazione, innovazione, istruzione, inte-

grazione sociale e clima/energia durante questo decennio.

La promozione dell'occupazione è, quindi, uno degli obiettivi di mag-

giore importanza che l‟Europa intende raggiungere entro il 2020. In

particolare, l'ambizioso traguardo che l‟Unione vuole raggiungere

consiste nel fare in modo che il 75% della popolazione in età compresa

tra i 24 e i 64 anni abbia un impiego. Ma c'‟è di più, perché oltre al

progressivo abbattimento della disoccupazione, l'obiettivo coincide con

un sostanziale miglioramento delle condizioni di lavoro dotando i

cittadini delle qualifiche necessarie a svolgere impieghi attuali e futuri.

Un particolare occhio di riguardo è infine dedicato al sempre più diffi-

cile rapporto tra giovani e lavoro.

Cerchi lavoro? Vuoi essere tutelato dai

falsi tirocini e stage?

LE MISURE PREVISTE

Youth on the Move e Youth Op-

portunities Initiative, cioè una serie

di iniziative politiche sull'educazione

e contro la disoccupazione dei giova-

ni.

Youth guarantee, che mira ad assi-

curare a tutti gli under 25 un'offerta

formativa, lavorativa, di apprendista-

to o tirocinio entro quattro mesi dal

termine del periodo di istruzione

formale o dalla perdita del posto di

lavoro. S‟intende agevolare il passag-

gio dagli studi al mondo del lavoro

mediante l‟istituzione di una garanzia

per i giovani. La Garanzia verrà

attuata da partenariati tra servizi

pubblici e privati per l‟impiego, parti

sociali e datoriali, rappresentanti delle

organizzazioni di giovani. Gli Stati

membri sono invitati ad implementa-

re un proprio schema di garanzia,

individuando l‟autorità pubblica

incaricata di gestire il sistema e

coordinare i partenariati. La Garanzia

per i giovani dovrà essere accompa-

gnata da un‟intensa campagna di

comunicazione e sensibilizzazione.

IL PACCHETTO PER

L’OCCUPAZIONE GIOVANILE

LANCIATO DALL’UNIONE EUROPEA

13

Guarda! Il bollettino del centro di

ricerca delle relazioni industriali e di

lavoro dedica il numero di giugno

allo studio approfondito della via

italiana alla garanzia per i giovani

in Europa.

Un quadro di qualità per i tirocini,

allo scopo di migliorare in modo

sostanziale tale opportunità di

inserimento al lavoro.

La Commissione Ue sta lavorando

per garantire che i tirocini offrano

un‟esperienza lavorativa di elevata

qualità in condizioni di sicurezza.

Ciò significa combattere il rischio

che i tirocini possano essere utilizzati

abusivamente, per reclutare manodo-

pera a basso costo o gratuita, senza

offrire una formazione adeguata e

creando un circolo vizioso di lavoro

precario.

Le organizzazioni dei datori di lavo-

ro e quelle dei lavoratori saranno

invitate a negoziare tale quadro.

Un'alleanza europea per l'appren-

distato. L‟Unione Europea si è

impegnata a migliorare la qualità e

l‟offerta degli apprendistati attraver-

so una Alleanza europea per l‟ap-

prendistato.

L‟obiettivo è estendere a tutti i paesi

membri i programmi di apprendi-

stato di maggior successo, contribui-

re a migliorare le regole e a sviluppa-

re i sistemi di riconoscimento degli

apprendistati effettuati all‟estero.

Ricorda che una parte di queste

misure, per essere attuate necessitano

degli sforzi dei governi nazionali.

Infatti, la Commissione Europea

chiede agli Stati membri (Italia

compresa) e a tutte le parti interessa-

te una collaborazione attiva per

affrontare i livelli allarmanti di

disoccupazione giovanile dell‟Euro-

zona.

Qui ti vogliamo parlare di alcune tra le iniziative più concrete

Un progetto pilota "Your first EU-

RES job" (Il tuo primo posto di

lavoro EURES) fornirà consulenze,

aiuto nella ricerca di un posto di

lavoro e sostegno finanziario ai

giovani in cerca di lavoro che inten-

dono lavorare all'estero e alle impre-

se – in particolare le piccole e medie

imprese. Il progetto sarà gestito da EURES, la rete dei servizi pubblici

dell'occupazione europei, e sarà operativo nel 2011. Proprio “Il tuo

primo lavoro EURES1” per il 2012-13 ha l‟obiettivo di aiutare circa

5000 giovani a trovare un impiego all'interno dell'UE.

Possono accedere ad EURES i giovani alla ricerca di un lavoro di età

compresa tra i 18 e i 30 anni cittadini di un paese dell'UE legalmente

residenti in un paese dell'UE e i datori di lavoro con sede in un paese

dell'UE alla ricerca di un profilo specifico che non trovano sul mercato

nazionale che offrano contratti di almeno 6 mesi, con una retribuzione

e condizioni conformi al diritto nazionale del lavoro. È previsto un

sostegno economico da parte dell'UE per le imprese con meno di 250

dipendenti che offrano lavoro a giovani candidati attraverso questo

canale. Per i giovani alla ricerca di un lavoro sono previsti i seguenti

incentivi:

Interventi per favorire l'incontro della domanda e dell'offerta di lavoro e sostegno al collocamento

Finanziamenti per coprire le spese di un viaggio per sostenere un colloquio e/o di trasferimento all'estero per iniziare un nuovo lavoro.

14

Progress Microfinance finalizzato ad incrementare

le opportunità di ottenere microcrediti – cioè prestiti

di importo inferiore a 25.000 euro - per la costitu-

zione o lo sviluppo di piccole imprese. Microfinan-

ce non eroga finanziamenti direttamente agli im-

prenditori, tuttavia consente a una serie di interme-

diari di microcredito dell'UE di aumentare il volume

dei prestiti emettendo garanzie per coprire il rischio

di eventuali perdite e mettendo a disposizione ulte-

riori fondi per la concessione di microfinanziamen-

ti. In conclusione, comunque, del microcredito ne

può beneficiare chiunque voglia mettersi in proprio

o costituire/sviluppare una microimpresa (meno di

dieci dipendenti), specie nel settore dell'economia

sociale (servizi alla persona, assistenza agli anziani

e ai minori, progetti per lo sviluppo sociale delle

comunità, ecc.). Gli intermediari di microcredito

possono essere banche private o pubbliche, istituti

di microfinanza non bancari o erogatori di micro-

credito senza fini di lucro. Le condizioni di eroga-

zione dei microfinanziamenti - importo, durata,

tasso d'interesse e commissioni, tempo necessario

per ottenere un prestito - dipendono dall'istituto che

li concede.

Poi ti segnaliamo il Network delle Agenzie Nazio-

nali e i Centri risorse SALTO (Support and Ad-

vanced Learning and Training Opportunities), che

offrono l'opportunità di partecipare gratuitamente a

corsi di formazione nei Paesi europei.

L'Agenzia nazionale per i giovani ha la facoltà di

rimborsare i costi di viaggio (di andata e ritorno

dall'Italia) per un importo non superiore all'80% dei

costi sostenuti dai candidati ammessi alla formazio-

ne ed entro un importo massimo di € 450,00. Gene-

ralmente l'Agenzia (il Paese) ospitante copre i costi

di attività, vitto e alloggio. I corsi si focalizzano su

diverse tematiche (giornalismo, volontariato, mar-

keting e sport, solo per citarne alcuni) e hanno

differenti destinatari. Vuoi trovare il corso più adat-

to a te? Consulta 'elenco e candidarti online sul sito

Salto-youth.

L’Unione Europea: http://europa.eu/index_it.htm

Europa e giovani: http://ec.europa.eu/youth/index_en.htm

Europa e occupazione giovanile: http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=1036

Programmi d’azione per i giovani: http://ec.europa.eu/youth/youth-in-action-programme/actions_en.htm

Rappresentanza in Italia della Commissione Europea: http://ec.europa.eu/italia/attualita/primo_piano/aff_sociali/iniziativa_occupazione_giovanile_regole_it.htm

Alcuni link utili...

15

Sono numerosi i tirocini che il

Segretariato generale del Parlamen-

to europeo offre per contribuire

all'educazione europea e alla forma-

zione professionale dei cittadini,

nonché alla loro iniziazione al

funzionamento dell'istituzione:

a) tirocini per titolari di diplomi

universitari "Robert Schu-

man" (opzione generale e opzione

giornalismo);

b) tirocini di formazione;

c) tirocini per interpreti di confe-

renza e tirocini per traduttori;

d) tirocini "ad hoc" sulla base di un

accordo fra il Parlamento e organi-

smi terzi.

Vediamo quali sono i requisiti per

svolgere un tirocinio presso il Parla-

mento europeo. L'aspirante tiroci-

nante deve in primo luogo possede-

re la cittadinanza di uno Stato mem-

bro dell'Unione europea o di un

paese candidato all'adesione all'U-

nione europea; deve inoltre aver

compiuto 18 anni alla data d'inizio

del tirocinio, dimostrare di avere

una profonda conoscenza di una

delle lingue ufficiali dell'Unione

europea, di non aver usufruito di un

tirocinio o di un impiego retribuito

di più di quattro settimane consecu-

tive a carico del bilancio.

Durante l'intero periodo di tirocinio,

I TIROCINI NEL PAR-LAMENTO EUROPEO

SI RIPARTE DAL COMPENSO MINIMO GARANTITO La legge di riforma del mercato del lavoro (l. 92/2012, art. 1, commi 34

-36), cosiddetta legge Fornero, rinvia alla stipula di un accordo tra

Governo e Regioni la definizione di linee guida condivise in materia di

tirocini formativi e di orientamento con la finalità di:

rivederne la disciplina normativa anche per valorizzare altre

forme contrattuali (apprendistato);

prevenire e contrastare un uso distorto dei tirocini e degli stage;

individuare gli elementi qualificanti del tirocinio e sanzioni in caso

di mancanza degli stessi;

prevedere il riconoscimento di un’indennità congrua in base alla

prestazione svolta. In mancanza di corresponsione dell’identità è

prevista una sanzione economica di importo variabile da 1.000 a

6.000 euro.

La normativa in materia di tirocini è stata cambiata e ci sono numerose

novità da sapere. Chi potrà svolgere stage? Quale sarà la retribuzione

minima? Quale deve essere la durata dello stage? Quali tipologie di

stage seguono la nuova legge? Cercheremo di chiarire tutti questi

aspetti.

In attuazione della legge “Fornero”, il 24 gennaio 2013 è stato siglato

l‟Accordo tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e Bol-

zano sul documento relativo alle “Linee guida in materia di tirocini”.

L‟emanazione delle “Linee Guida” è finalizzata a stabilire standard

minimi uniformi in tutta Italia delineando con maggiore chiarezza i

contorni della materia. La legge con le nuove linee guida si applica sia

nel settore pubblico che in quello privato.

16

TIPOLOGIA STAGE Le tipologie di tirocini previste nelle linee guida che seguono la nuova

legge sono:

Stage formativi e di orientamento, svolti da soggetti che abbiano conse-

guito un titolo entro e non oltre i 12 mesi, finalizzati ad agevolare le

scelte professionali e l‟occupabilità dei giovani nella transizione scuola

lavoro;

Stage di inserimento o reinserimento nel mercato del lavoro, finalizzati

a percorsi di recupero occupazionale a favore di inoccupati e disoccu-

pati, anche in mobilità, nonché a beneficiari di ammortizzatori sociali

sulla base di specifici accordi in attuazione di politiche attive del lavo-

ro;

Stage di orientamento e formazione oppure di inserimento/

reinserimento in favore di disabili, persone svantaggiate e richiedenti

asilo politico o titolari di protezione internazionale;

DURATA STAGE 1. tirocini formativi e di orientamento: non

potranno durare più di 6 mesi.

2. tirocini di inserimento o reinserimento nel

mercato del lavoro: non potranno durare più

di 12 mesi.

3. tirocini di orientamento e formazione o di inserimento/reinserimento

persone svantaggiate: gli stage in favore di persone svantaggiate non

potranno durare più di 12 mesi, mentre i tirocini in favore di soggetti

disabili possono avere una durata complessiva di 24 mesi, tenendo

presente che le Regioni e le province autonome potranno disciplinare

misure di agevolazione e deroghe alla durata e ripetibilità. La durata

massima prevista per le diverse tipologie si intende comprensiva delle

eventuali proroghe.

Ma quali sono i paletti fissati per impedire che i tirocinanti vengano

sfruttati e garantire che il periodo trascorso all‟interno delle mura azien-

dali risulti davvero utile per arricchire un curriculum? La novità princi-

pale è sicuramento lo stop alla gratuità delle prestazioni offerte.

i tirocinanti sono posti sotto la

responsabilità di un tutore che

elabora il programma del tirocinio e

sovrintende ai lavori dei tirocinanti

per tutta la durata del tirocinio e che

elabora una valutazione sul lavoro

del tirocinante alla fine del tiroci-

nio. Su richiesta del candidato

prescelto, il tutore ha l'obbligo di

trasmettergli, prima dell'inizio del

tirocinio, il programma del tirocinio

nonché i temi assegnati e i compiti

che gli saranno affidati. I candidati

selezionati per effettuare un tiroci-

nio al Parlamento europeo devono

firmare un contratto-tipo di tirocinio

che può essere firmato, se del caso,

da un rappresentante del loro istitu-

to di insegnamento.

È doveroso segnalare che i tiroci-

nanti hanno diritto a un versamento

forfettario quale contributo alle

spese di viaggio, fra il luogo della

loro effettiva residenza e il luogo di

svolgimento del tirocinio, sostenute

all'inizio e alla fine dello stesso.

Tale diritto risulta acquisito ove la

distanza fra questi due luoghi sia

superiore a 50 km.

Vediamo ora la normativa che

riguarda i tirocini per chi sia in

possesso di un diploma universita-

rio, gli unici retribuiti. Sono propo-

ste due opzioni:

– opzione generale;

– opzione giornalismo.

Ogni candidato a un tirocinio retri-

buito deve aver ovviamente com-

pletato prima del termine ultimo

d'inoltro dell'atto di candidatura,

studi universitari di una durata

minima di tre anni, sanciti da un

diploma. I candidati ai tirocini,

opzione giornalismo, devono inoltre

17

STAGE RETRIBUITI: NUOVI VINCOLI Per legge non è più possibile stipulare contratti di stage gratuiti, tutti i

tirocinanti devono percepire una indennità di partecipazione non infe-

riore a 300 Euro; il tirocinio non può essere utilizzato per attività lavo-

rative per le quali non sia necessario un periodo formativo; i tirocinanti

non possono sostituire i lavoratori con contratti a termine nei periodi di

picco delle attività o sostituire lavoratori assenti per malattia, maternità

o ferie.

STAGE: QUALI SONO LE IMPRESE INTERESSATE In base al numero dei dipendenti di una società, si consente l‟accetta-

zione di una determinata quota di tirocinanti, pertanto per un‟impresa

che ha assunto fino a 5 lavoratori, al massimo ne può ospitare uno.

Quali sono i soggetti pubblici e privati interessati? Si va dai servizi per

l‟impiego alle agenzie per il lavoro. Alle scuole e università statali e

abilitate, centri pubblici o a partecipazione pubblica di formazione

professionale e/o orientamento accreditati, comunità terapeutiche, enti

ausiliari e cooperative sociali, ecc.

avere una competenza professionale

comprovata da pubblicazioni o

dall'iscrizione all'ordine dei giorna-

listi di uno Stato membro dell'Unio-

ne europea o dall'acquisizione di

una formazione giornalistica rico-

nosciuta in uno Stato membro

dell'Unione europea o in uno Stato

candidato all'adesione all'Unione

europea.

La durata effettiva di questi tirocini

è di cinque mesi e hanno inizio il

primo marzo e il primo ottobre di

ogni anno.

Maggiori informazioni

In Piemonte è stato sottoscritto l‟accordo sulla disci-

plina dei tirocini formativi e di orientamento. Re-

gione Piemonte e Sindacati (CGIL, CISL, UIL)

hanno siglato un accordo sulla disciplina dei tirocini

formativi e di orientamento, realizzati per coloro che

hanno già assolto al diritto-dovere di istruzione e

formazione e mirano ad agevolare il loro inserimen-

to nel mercato del lavoro, attraverso un‟esperienza

professionale in azienda. Il tirocinio non è un rap-

porto di lavoro tradizionale: dunque non prevede una

retribuzione, né l‟obbligo di assunzione finale del

tirocinante. Tuttavia ai giovani interessati sarà assi-

curata un‟indennità di partecipazione minima mensi-

le di 300 euro per chi segue un corso di formazione

di 20 ore settimanali. E‟ previsto che l‟importo

aumenti proporzionalmente in relazione all‟impegno

del tirocinante; insomma, con la partecipazione ad

un corso di almeno 40 ore settimanali, un giovane

tirocinante vedrà la relativa indennità di partecipa-

zione crescere a 600 euro. Il tirocinio si effettua

sulla base di un‟apposita convenzione tra azienda ed

enti promotori, quali Centri per l‟Impiego, Universi-

tà, Enti di formazione accreditati, Comuni e Camere

di Commercio. L‟accordo avrà applicazione a partire

dal 1° luglio. L‟ente promotore e l‟azienda dovranno

sottoscrivere una convenzione e stilare un progetto

formativo che indicherà obiettivi, tempi e modalità

di svolgimento del tirocinio.

I NUOVI TIROCINI IN PIEMONTE

18

Con una recente sentenza (nr. 287 dell'11/12/2012)

la Corte Costituzionale si è pronunciata sul sistema

di ripartizione di competenza Stato-Regioni in tema

di tirocini formativi e di orientamento, sancendo

l‟illegittimità dell‟art. 11 del decreto legge n. 138 del

2011, che definiva “Livelli essenziali per l'attivazio-

ne dei tirocini”. La Corte Costituzionale ha voluto

ribadire una volta per tutte la piena competenza delle

Regioni in materia di tirocini. La sentenza ha, dun-

que, il valore di una sollecitazione nei confronti di

tutte le amministrazioni regionali a formulare un

proprio, compiuto quadro normativo autonomo in

materia di tirocini.

LE COMPETENZE ISTITUZIONALI SUI TIROCINI

www.repubblicadeglistagisti.it

www.jobtel.it

www.bancadatiartbox.it

www.studenti.it/lavoro/primi_passi

www.pmi.it/impresa/normativa

www.wikilabour.it

Alcuni link utili...

Rispetto agli indirizzi contenuti nell‟Accordo tra

Governo, Regioni e Province autonome di Trento e

Bolzano, siglato il 24 gennaio 2013, l‟Accordo

regionale piemontese ha in particolare definito i

seguenti aspetti:

- i casi di esclusione del ricorso ai tirocini (per

attività elementari, in aziende dove sia in corso

l'utilizzo di cassa integrazione guadagni o che ab-

biano attuato licenziamenti per riduzione di persona-

le nei 6 mesi antecedenti, per coprire esigenze di

organico stabile o temporaneo);

- l'articolazione del progetto formativo, che, anche

in ossequio a quanto stabilito dalla legge 92/2012,

deve tra l'altro indicare modalità di svolgimento e di

prestazione diverse da quelle tipiche di un vero e

proprio rapporto di lavoro; deve inoltre essere indi-

cato l'impegno orario settimanale e la relativa artico-

lazione, per cercare di ridurre l'utilizzo dei tirocinan-

ti come tappabuchi a fronte di scoperture di organi-

co;

- un sistema di monitoraggio che punti a tenere

sotto osservazione possibili fenomeni indicativi di

un utilizzo improprio dello strumento (sistematica

reiterazione con soggetti diversi, numero anomalo di

cessazioni anticipate, concentrazione in determinati

periodi dell'anno ecc.);

- l'attivazione di un sistema di vigilanza, che

prevede la definizione di specifici accordi tra la

Regione ed i diversi servizi ispettivi.

19

A differenza di stage e tirocinio l‟apprendistato è un

lavoro vero e proprio. Attualmente in Italia è l‟unico

contratto di lavoro ad avere una funzione formativa.

L‟apprendistato si caratterizza per il fatto di alterna-

re formazione e lavoro; il datore di lavoro è quindi

tenuto a garantire al lavoratore la formazione neces-

saria per ottenere le competenze/qualifica/titolo di

studio correlate al contratto stipulato.

La Riforma Fornero ha modificato l‟impianto gene-

rale del contratto di apprendistato, già disciplinato

dal D.Lgs. 167/2011 che definisce il contratto di

apprendistato un “contratto di lavoro a tempo inde-

terminato finalizzato alla formazione e alla occupa-

zione dei giovani” (art. 1).

In particolare la Riforma Fornero è intervenuta sulla:

durata, stabilendo che il contratto di apprendistato

deve avere una durata minima di 6 mesi, ad eccezio-

ne dei contratti per lavori stagionali;

percentuale di assunzione, ovvero dal 1 gennaio

2013 il datore di lavoro può assumere direttamente o

indirettamente (tramite agenzie di somministrazione)

un numero di apprendisti che non può andare oltre il

rapporto di 3 a 2 rispetto alle maestranze specializ-

zate in servizio presso il datore stesso (il rapporto 1

a 1 resta in vigore per coloro che hanno meno di 10

addetti). Invece il datore che non ha addetti qualifi-

cati, o ne ha in numero inferiore a 3, non può assu-

mere più di 3 apprendisti. L‟assunzione di nuovi

apprendisti è inoltre subordinata alla stabilizzazione

del 30% degli apprendisti dipendenti dello stesso

datore nei 36 mesi precedenti alle nuove assunzioni,

a meno che il rapporto non si sia concluso per dimis-

sioni, licenziamento per giusta causa o fallimento

del periodo di prova. La percentuale del 30% salirà

al 50% a partire dal 18 luglio 2015. Nei casi in cui

tutti gli apprendisti non vengano confermati, il dato-

re potrà assumere un solo apprendista, mentre la

violazione delle disposizioni suddette prevede la

trasformazione del rapporto di lavoro in rapporto di

lavoro subordinato (a tempo indeterminato) sin dal

momento della sua costituzione. Queste disposizioni

non valgono per i datori di lavoro con meno di 10

addetti. I contratti già stipulati e incompatibili con la

nuova normativa cessano di esistere decorsi 12 mesi

dalla stipulazione;

l’ASPI per gli apprendisti, purché siano verificati i

giusti requisiti: un minimo di contributi versati nei 2

anni precedenti alla richiesta e 1 anno almeno di

contributi contro la disoccupazione. In caso di cessa-

zione del rapporto di lavoro (non per dimissioni) il

datore di lavoro deve farsi carico del 50% della

mensilità iniziale dell‟ASPI per i 12 mesi di anziani-

tà aziendale degli ultimi 3 anni.

Ci sono tre tipi di apprendistato:

1) Apprendistato per la qualifica e per il diploma

professionale: è indirizzato a persone tra i 15 e i 25

anni, che possono essere assunti in tutti i settori di

attività mentre contemporaneamente assolvono

l‟obbligo scolastico.

2) Apprendistato professionalizzante o contratto di

mestiere: è rivolto a soggetti tra i 18 (in alcuni casi

17) e i 29 anni di età. Questo contratto consente di

coniugare due aspetti: da un lato l‟acquisizione di

competenze tecnico-professionali/specialistiche

relative al profilo professionale stabilito, dall‟altra

un monte orario riservato specificamente all‟appren-

dimento di competenze di base e trasversali.

3) Apprendistato di alta formazione e di ricerca:

pensato per persone tra i 18 e i 29 anni. Il fine di

questo contratto è consentire all‟apprendista di poter

lavorare, conseguendo parallelamente un titolo di

studio (diploma di istruzione secondaria superiore,

titoli di studio universitari e alta formazione, com-

presi i dottorati di ricerca). Questo apprendistato può

essere una semplice esperienza professionale, ma

può essere inteso anche come praticantato il cui

scopo è dare accesso a professioni che prevedano

l‟iscrizione a un ordine professionale.

APPRENDISTATO

20

ORA, PERO’, VEDIAMO COSA PUOI FARE TU PER CERCARE LAVORO Se cerco lavoro, le prime cose da sapere.

CHI SONO E COSA VOGLIO La primissima cosa da fare

quando si esce dal percorso

di studi e ci si affaccia sul

mondo del lavoro è: fermar-

si. Prima di lanciarsi nella

ricerca è indispensabile un

momento di riflessione su se

stessi, sulle proprie ambizio-

ni e sulle proprie priorità.

Innanzitutto: cosa ti piacerebbe fare? Il percorso che stai per intrapren-

dere è lungo e articolato; il modo migliore di iniziare è avere un buon

grado di chiarezza riguardo a te stesso e ai tuoi obiettivi. Decidere

“cosa si vuol fare da grandi” non è un compito facile in una società che,

da un lato, promette a chiunque di poter essere qualsiasi cosa ma,

dall‟altro, non ha istituzionalizzato nessun momento dedicato a capire

chi si è e cosa si vuole nella vita. Oltre a ciò, complice un mondo dell‟i-

struzione spesso poco integrato con quello del lavoro, questo tende a

rimanere un‟entità vaga e astratta fino al momento in cui si giunge

ufficialmente al suo ingresso.

Alla scarsa conoscenza del mondo del lavoro si comincia a supplire nel

momento in cui ci si informa attivamente e si comincia ad averne espe-

rienza diretta. Come ci si informa sulle varie opportunità lavorative e

sui vari tipi di contratto, è necessario cercare di reperire il maggior

numero possibile di informazioni riguardo a sé stessi. Per provare ad

avere le idee più chiare riguardo a quale strada si desidera intraprendere

ci sono alcune domande che richiedono una risposta.

IN CERCA DI LAVORO:

Dove?

Nel momento in cui si decide di

entrare nel mercato del lavoro spesso

c‟è un momento di spaesamento

legato al fatto che non si sa dove

cercare, per trovare un impiego.

Prima di fornire qualche indicazione

utile, ricordiamo che si può essere

assunti sia da aziende private che nel

settore pubblico; questa precisazione

può apparire banale ma non lo è,

dato che la pubblicizzazione delle

offerte di lavoro e le modalità di

selezione dei candidati sono molto

diversi tra settore pubblico e privato.

Le aziende

La prima differenza rispetto al pub-

blico impiego è il fatto che circa il

40% delle assunzioni nelle aziende

private non è legato a un processo di

selezione ufficiale, ma alla cono-

scenza personale di un candidato

ritenuto idoneo. questo non ha a che

fare necessariamente con fenomeni

di raccomandazione, è spesso legato

al desiderio di acquisire persone di

fiducia, risparmiando sui costi del

processo di selezione. Quindi, la

21

Quali sono le tue passioni e i tuoi interessi? C‟è un settore nel quale

preferiresti lavorare? Ti senti più gratificato dal lavoro manuale o da un

lavoro di tipo intellettuale? Preferisci un lavoro a contatto con gli altri o

un lavoro da svolgere in autonomia?

Rispondere a domande di questo tipo probabilmente non ti porterà ad

avere chiarezza sulla posizione lavorativa specifica, ma sicuramente ti

aiuterà a capire verso quali situazioni lavorative ti senti più motivato.

La chiarezza riguardo ai propri obiettivi e un buon grado di motivazio-

ne a perseguirli sono il primo, importantissimo passo da fare nel mo-

mento in cui ci si affaccia al mondo del lavoro. Il grado di motivazione

che una persona ha rispetto a un progetto (lavorativo o formativo che

sia) è strettamente legato alla chiarezza dei suoi obiettivi. Se una perso-

na non ha un‟idea precisa di cosa sta cercando, rischia di disperdere

prima cosa da fare quando si sta

cercando lavoro è informare quante

più persone possibile della cosa.

Vari studi, a partire da Granovetter

(1973), hanno provato quanto sia

importante l‟ausilio dei conoscenti

nella ricerca di lavoro. Questo aiuto

spesso consiste nel “semplice” rice-

vere informazioni, il che permette di

sapere, ad esempio, che una data

realtà sta cercando lavoratori; anche

senza arrivare a vere e proprie forme

di segnalazione. Cercando lavoro nel

privato, però, sapere che una realtà a

noi affine si sta aprendo a delle

collaborazioni è un elemento prezio-

sissimo. Un grande elemento che

differenzia pubblico e privato, infat-

ti, è che il privato non è obbligato a

rendere pubblica la sua ricerca e

spesso, di fatto, non lo fa. È questo

che rende le proprie capacità di

networking il primo posto dove

“cercare” lavoro.

Naturalmente il networking non è

l‟unica opportunità: molte aziende

infatti pubblicizzano (o fanno pub-

blicizzare) il fatto di essere alla

ricerca di personale. In questi casi è

possibile fruire del servizio delle

banche dati (magari inserire link al

paragrafo specifico del sito) nel caso

le aziende esternalizzino la prima

parte del processo di selezione,

oppure rispondere ad annunci di

lavoro. È possibile trovare annunci

di lavoro sia in appositi siti internet

che sulla stampa locale; ogni città ha

una o più pubblicazioni settimanali

(gratuite o a pagamento) in cui

vengono riportati numerose proposte

di lavoro. Per avere maggiori infor-

mazioni sul mercato del lavoro

locale, è consigliabile rivolgersi a un

Centro per l‟impiego; spesso questi

IL MIO BILANCIO DELLE

COMPETENZE Il bilancio delle competenze è uno strumento adatto sia a coloro che

hanno bisogno di un aiuto per definire i loro obiettivi, sia a quelli che

hanno obiettivi che appaiono irrealizzabili.

Il bilancio delle competenze si basa sulle idee di Parsons, il quale, già

nei primi anni del '900 teorizzò la necessità di circoscrivere i propri

obiettivi professionali in base a tre fattori.

1) la conoscenza delle proprie caratteristiche (interessi, atteggiamenti,

aspirazioni, capacità, valori...).

2) la conoscenza dei vari ambiti lavorativi (vantaggi, svantaggi del

lavorare in un certo settore, tipo di retribuzione, possibilità di carriera,

caratteristiche richieste ai lavoratori...).

3) la capacità di mettere in relazione i primi due gruppi, formulando

una scelta professionale consapevole.

In base a questa teoria, quindi, ogni persona è caratterizzata da capacità,

interessi, valori professionali etc. così come ogni professione richiede

particolari caratteristiche per essere svolta. Nelle scelte professionali

queste due variabili vanno incrociate, tenendo in considerazione il

contesto in cui vive il diretto interessato.

Il bilancio delle competenze è un percorso in cui l'individuo è seguito

da un professionista del settore, il cui lavoro è aiutarlo a definire un

progetto professionale adeguato alle caratteristiche, alle aspettative e

alle competenze personali. Si tratta di un tragitto piuttosto articolato, in

22

centri sono in grado di fornire ai loro

assistiti elenchi piuttosto completi di

enti e strumenti per cercare lavoro

all‟interno del territorio di residenza.

La pubblica amministrazione

(scherziamo, tanto non c’è più

posto)

I principali canali di accesso a un

lavoro nella pubblica amministrazio-

ne sono i concorsi pubblici e l‟iscri-

zione ai Centri per l‟impiego; gene-

ralmente i concorsi vengono utiliz-

zati per reperire personale con quali-

fiche medio-alte, mentre i Centri per

l'impiego si occupano di stilare

graduatorie riguardo a lavori per i

quali è sufficiente la scuola dell‟ob-

bligo. Queste graduatorie general-

mente considerano sia le caratteristi-

che professionali dei candidati, sia la

situazione personale del soggetto

(situazione economica e familiare,

durata della disoccupazione...).

Il concorso pubblico è generalmente

rivolto a persone diplomate o laurea-

te, o comunque qualificate ad acce-

dere a professioni che richiedono

competenze elevate. Tra gli enti ai

quali si può accedere tramite concor-

so troviamo quindi università, enti

locali (province, comuni), sanità

pubblica, ministeri... . Tutti i concor-

si (tranne quelli delle amministrazio-

ni centrali) devono essere pubblicati

sulla Gazzetta Ufficiale: “Concorsi

ed Esami” che esce ogni martedì e

venerdì ed è consultabile in ogni

comune. Fortunatamente, ci sono

vari siti internet che riportano i

bandi di concorso. Il vantaggior di

ricorrere a questi siti è (oltre alla

comodità) il fatto di poter inserire

dei criteri di ricerca (es “Regione”,

“Annunci in scadenza”...) facilitan-

dovi così il lavoro.

cui si usano test o schede di autovalutazione per far in modo che la

persona porti l'attenzione sui punti focali riguardanti il suo futuro pro-

fessionale.

Il primo passo di questo percorso è cercare di analizzare sistematica-

mente quelli che sono gli interessi e le potenzialità di un soggetto. Il

fine intermedio è individuare un obiettivo professionale valido e stimo-

lante per quella persona. Questo obiettivo sarà poi calato in un contesto

di fattibilità: la persona viene aiutata a fare un bilancio delle risorse che

può spendere per realizzare i suoi fini professionali e a capire quali

sono i passi da intraprendere per arrivarci. Al bilancio vero e proprio

può seguire un'ulteriore fase, in cui il cliente viene accompagnato nelle

varie tappe del suo tragitto.

Da queste poche righe avrai capito le potenzialità di questo strumento:

se ti interessa approfondire la conoscenza di tipo teorico a riguardo, vai

qui1 o qui2..

Se invece desideri comprendere meglio il tipo di offerta e percorso

proposto dai professionisti che si occupano di bilancio delle competen-

ze, puoi provare a dare un'occhiata ai loro siti; un buon esempio lo trovi

qui3.

BANCHE DATI, COSA SONO E

A COSA SERVONO? Nell‟odierno mercato del lavoro quando si è in cerca di occupazione ci

si può avvalere di vari strumenti. Tra questi vi sono banche dati; la

principale funzione di una banca dati è fungere da intermediaria tra chi

cerca lavoro e chi ha bisogno di assumere nuovi lavoratori. Cercare

lavoro attraverso questo tipo di servizio prevede di iscriversi alla singo-

la banca dati, depositando il proprio cv a una società/ente che svolge

questa funzione. Una volta registrato, il vostro cv sarà accessibile alle

aziende che si rivolgono a quella determinata banca dati per trovare i

http://www.psyjob.it/bilancio_competenze.htm 1

http://www.orientamento.it/orientamento/3c.htm 2

http://www.bilanciodicompetenze.it/ 3

23

Esistono tre tipi di concorso: il primo

valuta solo i titoli (es titolo di studio,

pubblicazioni...), il secondo selezio-

na i candidati in base a un esame, il

terzo valuta sia titoli che esito dell‟e-

same.

A differenza degli annunci di lavoro,

i bandi di concorso indicano nel

dettaglio tutte le informazioni neces-

sarie a capire non solo chi sia l‟ente

per cui si andrà a lavorare o la posi-

zione offerta, ma come si svolgerà

l‟intero processo di selezione, inclusi

i testi da studiare, in caso di esame.

Altra differenza rispetto alle offerte

di lavoro fatte nel settore privato: per

poter partecipare è necessario posse-

dere tutti i requisiti richiesti e pre-

sentare domanda entro la data di

scadenza del bando.

collaboratori di cui hanno bisogno. Le aziende o gli enti che hanno al

loro interno una banca dati spesso offrono alle aziende anche un servi-

zio di preselezione; estraggono quindi una rosa di candidati tra cui il

potenziale datore di lavoro potrà scegliere chi assumere. Questo servi-

zio è sempre a carico dell‟azienda: se qualcuno dovesse chiedervi un

contributo monetario per l‟iscrizione alla banca dati, dubitate della

serietà della società che ve lo propone.

Le principali banche dati in Italia sono:

I centri per l'impiego1 e le agenzie di collocamento private accreditate

presso il ministero del lavoro; i primi sono pubblici, le seconde sono

private ma agiscono esattamente allo stesso modo, ovvero offrendo alle

aziende un servizio di preselezione alle aziende che poi provvederanno

ad assumere chi più preferiscono. (Per avere l'elenco completo delle

agenzie di collocamento private che operano vicino a voi, basta farne

richiesta al centro per l'impiego).

Le agenzie di lavoro temporaneo (es Adecco, Manpower, Ali, Euroin-

terim, Trenkwalder...) lavorano in modo leggermente diverso: non si

limitano a una preselezione per conto terzi ma si occupano dell‟intero

processo. Il candidato viene quindi selezionato e assunto dall‟agenzia,

per lavorare nell‟azienda che ha richiesto questo servizio all‟agenzia.

I siti internet che offrono questo genere di servizio sono moltissimi e

hanno il vantaggio di non richiedere grossi sforzi per gestire l‟iscrizio-

ne, che può essere tranquillamente fatta da casa. Altro vantaggio è che

di questi siti è facile trovare delle recensioni fatte dagli utenti, basta una

breve ricerca su internet. Qui2 potete trovare un elenco dei principali siti

dedicati a questo argomento.

L’Eures3 (ne abbiamo già parlato nel capitolo sul “Pacchetto per l’oc-

cupazione giovanile”) offre un ausilio utile a chi vuole trovare lavoro

all‟estero, nell‟area dell‟Unione Europea. Oltre a fungere da banca dati

si occupa di pubblicare annunci di lavoro (segnalando quelli rivolti

esplicitamente a stranieri) e fornire informazioni sul paese prescelto

riguardanti il soggiorno, le politiche lavorative e sociali e l‟equivalenza

delle posizioni professionali.

Ora che abbiamo segnalato le principali banche dati un'informazione è

d‟obbligo: iscriversi a una o a varie banche dati è sicuramente uno dei

primi passi nella propria ricerca, ma non si può assolutamente sperare

che da solo risulti sufficiente. Si tratta infatti di un metodo di “ricerca”

http://www.centroimpiego.it/centri-impiego-provincia-asti 1

http://www.circuitolavoro.it/siti-per-cercare-lavoro 2

https://ec.europa.eu/eures/home.jsp?lang=it 3

24

completamente passivo, che di per sé non garantisce alcun risultato. La

banca dati a cui ci siamo rivolti, infatti, potrebbe segnalarci a un‟azien-

da nel giro di una settima come potrebbe non segnalarci mai. Non è

possibile saperlo. Usufruire di questo servizio è quindi una buona cosa,

ma solo se contemporaneamente si mettono in atto altre strategie più

attive, di cui parliamo in “Cercare lavoro”.

EVITARE LE TRUFFE Purtroppo le truffe camuffate da

offerte di lavoro vanno facendo-

si di anno in anno più comuni

(cerca dato). Lo scopo di chi si

nasconde dietro questo tipo di

annunci è sfruttare chi ha la

sfortuna di incapparvi, estorcen-

dogli denaro o coinvolgendolo

in attività lavorative notoria-

mente poco remunerative o

addirittura illecite.

Fortunatamente, questo genere di proposte presenta caratteristiche

analoghe, il che permette di individuarle ed evitarle. Non è detto che un

annuncio che presenta una di queste caratteristiche sia necessariamente

una truffa, queste possono essere piuttosto considerate dei segnali d'al-

larme che devono spingere a un comportamento prudente.

Fate attenzione a chi presenta l'annuncio: si va dagli annunci completa-

mente anonimi (pratica illegale), all'annuncio che dà come contatti

soltanto numeri di cellulare e email da account generico anziché azien-

dale (es @gmail.com invece che @nomedelladitta.it), a qualcuno che vi

contatta via mail chiedendo dati personali (phishing). Attenzione anche

nel caso non si riesca a sapere il nome dell'azienda (a meno che l'annun-

cio non sia segnalato da un'agenzia di intermediazione autorizzata).

Valutate il tipo di lavoro proposto: meglio non fidarsi di chi fa mistero

del lavoro che dovrete svolgere e pretende di avervi di fronte prima di

dirvelo. Fate attenzione anche nell'eventualità in cui l'annuncio non

richieda nessun tipo di competenze ai potenziali candidati, specie se

non si parla di “stipendio” ma solo di “guadagni” magari descritti come

facili da conseguire.

Diffidate in particolar modo di chi richiede di sostenere delle spese per

poter accedere al lavoro, sia che si tratti di attrezzatura, sia che si tratti

di “formazione”: le aziende serie cercano persone già formate oppure le

formano gratuitamente, oltre a fornire gli strumenti necessari per af-

TORINO GIOVANI: APERITIVO CULTURALE

La condivisione del cibo non è solo

un fattore culturale ma anche un'esi-

genza per far quadrare il bilancio

settimanale. Si risparmiano soldi e si

guadagna in qualità e in relazioni.

Questo progetto di condivisone

riguarda la produzione con la colti-

vazione in proprio negli orti urbani o

sul balcone, il consumo con cene di

gruppo promosse online, il riforni-

mento tramite la spesa collettiva, la

diffusione dei saperi tramite i blog.

Il risultato di questa iniziativa è una

cucina a Km "0" che valorizza le

produzioni locali accorciando la

filiera della distribuzione, superando

la pubblicità attraverso il passaparola

e abbattendo i costi della spesa.

Maggiori informazioni

25

frontare il lavoro.

Particolare attenzione va anche prestata ai lavori a domicilio (sia in

caso di annuncio “cartaceo” sia in caso di annuncio su internet); anche

in questo modo si trovano proposte serie, ma le possibilità che si tratti

di una fregatura sono più alte.

Nel caso in cui un annuncio risulti sospetto, conviene seguire qualche

precauzione per evitare possibili raggiri. Innanzitutto informatevi sull'a-

zienda; chiedendo ai vostri conoscenti in caso si tratti di un'impresa

locale, cercando su internet in tutti in caso non abbiate contatti diretti a

riguardo. In internet ci si può informare sul sito dell'azienda, ma anche

cercando in google “nome dell'azienda+truffa”. La ricerca in internet

diventa indispensabile nel momento in cui state valutando un lavoro a

distanza, dove potenzialmente comincerete a lavorare senza mai aver

incontrato nessun referente dell'azienda, che potrebbe aver sede anche

all'estero.

Nel momento in cui venite contattati, non esitate a informarvi accurata-

mente, sia chiedendo i riferimenti della persona con cui state parlando,

sia domandando maggiori informazioni sul lavoro per cui vi siete candi-

dati.

Non cominciate mai a lavorare se prima non avete in mano una copia

del contratto, firmata e timbrata dal datore di lavoro. Questa regola è

sempre valida, anche nel momento in cui avete la certezza della serietà

dell'azienda.

COME CANDIDARSI Mailing, Autocandidatura, risposta ad annunci di lavoro. Attualmente, la risposta ad annunci di lavoro è il sistema più usato per

cercare lavoro. Questo metodo però non risulta essere il più efficace,

anche a causa dell‟inevitabile concorrenza che viene a crearsi sul singo-

lo annuncio.

Per trovare lavoro ci sono altri due approcci fondamentali: il mailng e

l‟autocandidatura. Questi metodi non richiedono che sia l‟azienda a

cercare lavoratori: sono basati sulla capacità delle singole persone di

sapersi proporre autonomamente sul mercato.

La cosa positiva è che queste risorse si possono usare in contempora-

nea; ne consegue che, cercando lavoro, la cosa migliore da fare sia

utilizzare tutti e tre gli approcci, a seconda del contesto e delle possibi-

lità che si riescono a individuare.

Il colloquio è la fase centrale del

processo di selezione. L‟incontro con

il selezionatore è la tua opportunità

di dimostrare che sei proprio la

persona che stavano cercando per

quel lavoro. È quindi fondamentale

presentarsi al colloquio preparati,

ovvero avendo un‟idea del tipo di

domande che verranno fatte e del

tipo di atteggiamenti che vengono

solitamente apprezzati.

Per prepararsi al colloquio possono

volerci anche alcuni giorni, a secon-

da del tipo di azienda e di professio-

nalità in gioco. Ci sono vari step che

è possibile seguire per essere certi di

avere la migliore preparazione possi-

bile. In generale è buona norma

essere ben informati sull‟azienda e

sul tipo di lavoro per cui ci si candi-

da; non nascondere il fatto di aver

ricercate informazioni: è un chiaro

segnale di motivazione e spirito di

iniziativa, caratteristiche sempre

estremamente apprezzate. È molto

importante anche avere idea di che

tipo di domande ti può fare il sele-

zionatore, in modo da non essere

troppo esitanti o incerti nel risponde-

re. Generalmente, nel corso dei

colloqui, ci sono domande che ven-

gono fatte molto spesso, tanto che è

facile trovarle in internet, corredate

di consigli su quale sia lo scopo di

queste domande e quali siano gli

errori da evitare nel rispondere. Un

IL COLLOQUIO DI LAVORO

26

altro aspetto fondamentale è prepa-

rarsi delle domande da porre al

selezionatore: il colloquio non è un

esame che si svolge unidirezional-

mente, lo scopo è che candidato e

azienda si conoscano reciprocamen-

te. Ricorda però che potrai essere

valutato in base al tipo di domande

che fai. Rispetto alle domande che è

lecito porre: ricorda che di norma

non si parla di compensi nel corso

del primo colloquio, a meno che non

sia il datore di lavoro a introdurre

l‟argomento.

Tieni in considerazione che il modo

in cui ti presenti dice molto del tipo

di lavoratore che sarai. L‟aspetto più

importante da questo punto di vista è

la puntualità: arrivare in ritardo è un

errore tanto grave quanto facile da

evitare. Ricorda poi che per mostrar-

si preparati è utile avere con se una

copia del cv, ed eventuali attestazio-

ni o documenti che potrebbero

tornare utili. Anche

l‟abbigliamento è importante e va

calibrato in base al tipo di azienda e

di ruolo professionale (una banca

non è un‟impresa che si occupa di

design, e viceversa). Non ci sono

regole fisse, quindi, salvo essere in

ordine ed evitare un abbigliamento

eccentrico.

Contenuti specifici a parte, ci sono

alcune cose che devi riuscire a

trasmettere al selezionatore.

Innanzitutto devi saper descrivere in

maniera efficace te stesso e le tue

competenze professionali, mettendo

in risalto le caratteristiche che ti

rendono particolarmente adatto alla

posizione; facendo ciò ci sono due

estremi che vanno evitati ad ogni

costo: mentire sulle tue capacità/

esperienze (per ovvie ragioni) e

Rispondere agli annunci

Rispondere agli annunci è, come abbiamo detto, il modo più

“elementare” di cercare lavoro; è possibile trovarli sia in internet che su

carta stampata, inseriti dall‟azienda interessata o da una società di sele-

zione. In ogni caso il nome dell‟azienda potrebbe essere mantenuto

anonimo, è perfettamente normale, in questa prima fase.

Generalmente questi annunci hanno una struttura fissa e, se letti con

attenzione, possono aiutare i candidati a presentarsi nel modo adeguato.

Nella prima parte si trovano il

nome o le caratteristiche

dell‟azienda (settore, dimensio-

ne, posizione sul mercato...);

segue il genere di qualifica

ricercata, ovvero il tipo di

lavoro per il quale l‟azienda sta

cercando personale. Si passa

poi al profilo richiesto per

ricoprire la posizione (titolo di

studio, esperienza, caratteristiche professionali, conoscenze linguisti-

che...) per finire con l‟offerta vera e propria (livello di inquadramento,

compensi, orari...).

È fondamentale sottolineare che questa è la forma di annuncio più

completa si possa trovare; nella realtà, gli annunci spesso riportano solo

tipologia di azienda, posto di lavoro vacante e poco altro. Le informa-

zioni presenti nell‟annuncio sono estremamente importanti: innanzitutto

permettono di capire se si è interessati al lavoro, poi se si è in possesso

delle caratteristiche necessarie per candidarsi, infine, permettono di

presentarsi al meglio.

Come già abbiamo detto, gli annunci di lavoro si possono trovare in

molti modi: i più comuni sono i siti dei centri per l'impiego, delle socie-

tà di selezione del personale, degli informagiovani e dei siti specifici

dedicati alla ricerca di lavoro (valutare link interno al paragrafo

“banche dati”) .

Mailing

La seconda opzione, che comincia a richie-

dere più impegno, è il mailing, ovvero

l‟invio diretto alle aziende del proprio

curriculum con lettera di accompagnamen-

to. Lo scopo di questa pratica è segnalare

all‟azienda il proprio interesse ad una

collaborazione, nella speranza di ottenere

27

un colloquio. Si tratta di una sorta di “campagna pubblicitaria” che mira

a far sapere alle aziende di tuo interesse, che tu e le tue competenze

siete a disposizione. Va sottolineato che questa tecnica (come pure

l‟autocandidatura) non si rivolge necessariamente ad aziende in cerca di

personale, si rivolge potenzialmente a tutte le aziende a cui un soggetto

è interessato.

Organizzare un buon mailing, come già accennato, richiede un certo

impegno. Cercare lavoro in questo modo infatti, comporta sia attivarsi

per individuare le aziende di proprio interesse sia “studiarle”, per scri-

vere cv e lettere di accompagnamento adeguati ad ogni singolo caso.

L’autocandidatura

Quest‟ultima strategia di

ricerca è sicuramente la

più efficace ma anche la

più impegnativa.

Come per il mailing, con

l‟autocandidatura si

individuano aziende

interessanti alle quali proporsi, a prescindere dal fatto che queste siano

in cerca di personale; a differenza dalla precedente tecnica, però, l‟auto-

candidatura prevede incentra maggiormente l‟attenzione sulla strategia

con cui proporsi. Anche in questo caso lo scopo finale è ottenere un

colloquio con qualcuno che abbia abbastanza potere all‟interno dell‟or-

ganizzazione da poter assumere o avviare collaborazioni. Essenziale

quindi capire a quale persona sia più utile proporsi (nelle piccole azien-

de sarà il titolare, in quelle più strutturate si tratterà del responsabile

delle risorse umane o di uno specifico settore produttivo). Il secondo

passo è cercare di capire come ottenere un colloquio con questa perso-

na; l‟ideale è trovare un “contatto” all‟interno dell‟azienda che possa

fungere da tramite, ma anche il mailing può dare buoni risultati. Presen-

tarsi direttamente senza aver concordato un appuntamento è, in linea di

massima, sconsigliato perché troppo invasivo.

I passaggi fondamentali di una campagna di autocandidatura ruotano

quindi attorno al networking, l‟abilità di saper reperire informazioni e

contatti utili al proprio futuro lavorativo.

avere l‟aria di chi sta elemosinando

un lavoro (un‟azienda seleziona

qualcuno che la potrà arricchire, non

sta facendo beneficienza). Oltre a

saper “parlare bene” di sé bisogna

saper trasmettere la motivazione

verso il lavoro offerto, quindi mo-

strarsi propositivi e fortemente inte-

ressati. Un‟ultima nota riguarda il

linguaggio non verbale: si trovano

interi trattati su quali movimenti fare

o non fare in svariate occasioni. Più

che concentrarvi su quest‟aspetto

(rischiando magari di apparire rigidi

o affettati) concentratevi sui conte-

nuti.

Può capitare (soprattutto se il datore

di lavoro è una grande azienda) di

dover avere a che fare, in sede di

colloquio, con test psico-attitudinali,

prove di gruppo o questionari pensati

per indagare la vostra personalità.

28

METTERSI IN PROPRIO

CARATTERISTICHE NECESSARIE Mettersi in proprio significa crearsi un lavoro, invece che cercare altri

che abbiano bisogno della nostra professionalità. Si tratta di una pro-

spettiva completamente differente: non avere “padroni” e concentrarsi

su un obiettivo lavorativo scelto in autonomia sono certamente aspetti

allettanti ma è utile ricordare che lavorare in proprio è estremamente

impegnativo.

Per decidere se è questa la tua strada è indispensabile capire se possie-

di le risorse professionali e personali necessarie a questo genere di

sfida. Diventare imprenditori può infatti essere considerata una vera e

propria sfida: il lavoro sarà certamente stimolante e sarai tu a decidere

da che parte andrà la tua azienda ma, dall‟altro lato della medaglia,

saranno tue anche tutte le responsabilità.

Per prima cosa, quindi, accertati di essere in possesso del giusto quan-

titativo di motivazione e determinazione, alle quali aggiungere una

certa propensione al rischio, dato che il rischio è intrinseco al concetto

stesso di “avviare un‟impresa”. Chi è a capo di una qualsiasi attività,

inoltre, deve essere preparato ad affrontare lo stress legato ai possibili

momenti di difficoltà di un‟azienda; a differenza che nel lavoro dipen-

dente, infatti, se le cose vanno male non ci si può limitare ad aspettare

che qualcuno le faccia andare meglio. Il che significa che l‟azienda

richiede un grado di dedizione e investimento personale a cui non tutti

sono disposti. Bisogna avere le giuste caratteristiche per reagire alle

difficoltà con un ragionevole grado di serenità; per questo motivo è

essenziale essere persone sufficientemente ottimiste e fiduciose in se

stesse, ma al contempo capaci di mantenere una visione oggettiva.

Senza solide capacità organizzative e di pianificazione, infatti, essere

persone ottimiste potrebbe portare ad agire in modo scarsamente ocula-

to, rivelandosi dannoso per la propria azienda.

Per evitare che la propria azienda

ingrassi le fila delle neo-imprese

destinate al fallimento, c‟è un certo

numero di errori tipici da evitare.

Proviamo ora a mettervi in guardia

dai più comuni, dando qualche sem-

plice consiglio a riguardo.

Per prima cosa, come già abbiamo

già spiegato, essere imprenditori

richiede caratteristiche personali

specifiche. Prima avviare l‟impresa,

anzi, prima ancora di definire l‟idea

d‟impresa, è utile valutare attenta-

mente le proprie capacità imprendi-

toriali, senza le quali, anche l‟idea

migliore rischia di naufragare. Una

volta appurato di aver i giusti requi-

siti, però, è sbagliato pensare che il

più sia fatto; l‟attitudine personale e

le conoscenza professionali sono

fondamentali, ma lo sono anche la

cultura imprenditoriale e tutto un

bagaglio di conoscenze di base su

cosa significhi avviare un‟industria.

Per ovviare alle eventuali lacune,

può essere una buona idea seguire

corsi di formazione specifici, orga-

nizzato da Regioni, Province e asso-

ciazioni di categoria. All‟interno di

questi corsi, peraltro, viene spiegato

nel dettaglio come evitare gli errori

più comuni.

Fino ad ora abbiamo considerato fatto coincidere la ricerca di

occupazione con forma di lavoro dipendente o, al più, di collabora-

zione con realtà lavorative già strutturate. Esiste però un'altra

possibilità riguardo al proprio futuro professionale: mettersi in pro-

prio, diventando imprenditore.

GLI ERRORI DA EVITARE

29

Veniamo ora alle caratteristiche professionali: per mettersi in proprio è

essenziale avere conoscenze specifiche riguardo al settore in cui ci si

vuole inserire. Queste capacità possono derivare dal percorso di studi o

dall‟esperienza lavorativa, ma devono esserci. Tra l‟idea imprenditoria-

le e la propria formazione deve esserci un certo grado di coerenza;

applicarsi in un ambito del quale sia ha una conoscenza approssimativa

rischia infatti di essere disastroso.

Detto ciò, è vero che le competenze nel singolo settore sono fondamen-

tali, ma non bisogna dimenticare che una forte motivazione può spin-

gere ad apprendere quanto necessario, superando i propri limiti iniziali.

Per quanto riguarda l‟idea di impre-

sa: l‟originalità dell‟iniziativa può

essere il suo punto forte, ma non lo è

necessariamente. L‟idea innovativa

va valutata con senso critico ancora

maggiore rispetto ad altre idee più

convenzionali, dato che non si può

trarre vantaggio dalle esperienze

specifiche di chi ci ha preceduto. È

quindi fondamentale porsi quesiti

tipo: esiste un mercato per questo

bene/servizio? il prezzo che posso

proporre lo rende appetibile? Come

raggiungerò i potenziali clienti? etc.

Al momento di avvio dell‟impresa

alcune persone, forse per eccesso di

zelo, si concentrano completamente

sugli aspetti burocratici e fiscali.

Spesso può risultare più utile, qualo-

ra ve ne fosse la possibilità, delegare

questi aspetti a un consulente di

fiducia (es commercialista). Questo

per consentire di dedicarsi intera-

mente ai primi “aggiustamenti” da

fare al proprio progetto imprendito-

riale.

Altro errore gravissimo è non stilare

un business plan, o stilarlo in manie-

ra frettolosa. Questo strumento

infatti permette di prevedere e limi-

tare gran parte delle difficoltà, con-

sentendo di attrezzarsi per arginarle.

In fase di gestione è fondamentale

non confondere incassi e guadagni.

Una volta che dagli incassi si sot-

traggono costi di gestione, contribu-

ti, e imposte di vario genere, rara-

mente rimane più del 20% dell‟in-

casso. Altro errore da evitare è

sottovalutare l‟importanza di liquidi-

tà: i ritardi nei pagamenti (aggravati

dalla crisi) a volte si aggravano tanto

che l‟imprenditore non riesce più a

coprire i costi gestionali. Costretto a

richiedere un prestito alle banche,

l‟imprenditore si troverà a dover

fronteggiare i tassi sul prestito, oltre

CARATTERISTICHE NECESSARIE Fino ad ora abbiamo considerato fatto coincidere la ricerca di occupa-

zione con forma di lavoro dipendente o, al più, di collaborazione con

realtà lavorative già strutturate. Esiste però un'altra possibilità riguardo

al proprio futuro professionale: mettersi in proprio, diventando impren-

ditore.

Mettersi in proprio significa crearsi un lavoro, invece che cercare altri

che abbiano bisogno della nostra professionalità.

Il primo passo per diventare imprenditori è avere un'idea di impresa. Il

fatto che “l'idea d'impresa” sia necessaria non vuol dire che alla base di

ogni impresa che funziona ci sia un'idea geniale o particolarmente

innovativa. Altro abitus mentale da sfatare è che fondare un'impresa

richieda investimenti di grossa portata; ci sono prodotti o servizi che si

prestano bene ad essere gestiti su piccola scala. Le idee di impresa che

mirano a produrli, quindi, sono attuabili con un investimento iniziale

ridotto, che magari può essere coperto, del tutto o in parte, attraverso le

misure a favore dell'imprenditoria giovanile.

Il punto comune di ogni idea d'impresa è l'analisi del mercato: ha senso

avviare un'impresa solo nel momento in cui questa si vada ad occupare

di un settore di mercato che al momento risulta scoperto, del tutto o in

parte, rispetto alla produzione di un determinato bene o servizio. Questa

condizione si può dare perché un determinato bene/servizio non esisto-

no ancora (è il caso di un'impresa basata sull'innovazione); oppure

perché nella zona in cui si trova il nostro mercato di riferimento un

bene/servizio non è presente, ad esempio: se in una città non esistono

panifici, aprirne uno è un'ottima idea di impresa; questo non perché nel

pane ci sia qualcosa di particolarmente innovativo ma perché, in quella

zona, il mercato ancora non offre un bene di larghissimo consumo, che

30

che i costi gestionali, ritrovandosi

una spirale dalla quale può essere

molto difficile uscire. Per questo

motivo, nel momento in cui si avvia

l‟attività, è meglio cercare di limita-

re quanto più possibile i costi fissi di

gestione. Questi potranno essere

ampliati nel momento in cui si

avranno più certezze riguardo alla

redditività della propria impresa.

Altro errore da non commettere è

trascurare il marketing: a prescinde-

re dal settore in cui si agisce, attirare

nuovi clienti e fidelizzare i clienti

già acquisiti è fondamentale.

sicuramente troverà un mercato. L'ipotesi di una fetta di mercato così

forte che rimane così incontrovertibilmente “scoperta” è un po' una

forzatura, un evento improbabile; allo stesso modo, imprese basate sulla

creazione di un prodotto completamente innovativo non sono le più

comuni. Più facilmente, una buona idea di impresa coniugherà entrambi

questi aspetti:

in una città dove, apparentemente, non c'è bisogno di altri panifici si

potrà pensare di aprire un'impresa che si occupi di una fascia di mercato

al momento non coperta. Ad esempio: ci sono persone che sarebbero

interessate a comprare pane biologico, o con qualche tipo di caratteristi-

ca che gli altri operatori attualmente presenti sul mercato non offrono?

Se la risposta è sì, forse si è appena riusciti a trovare una buona idea di

impresa.

A prescindere dal fatto che la nostra idea di impresa nasca da una nuova

tecnologia, dall'espansione della domanda o dal cambiamento dei gusti

dei consumatori, ci sono alcune domande che è utile porsi, al fine di

definire la propria intuizione in modo più dettagliato, verificandone la

fattibilità. A queste domande è necessario trovare risposta avvalendosi

di un preciso strumento: il business plan.

Avere un'idea e riuscire a finanziarla sono condizio-

ni necessarie ma non sufficienti al successo: avere

fiducia nelle proprie capacità è un'ottima caratteristi-

ca, prendere sottogamba l'impegno richiesto dalla

creazione di un'impresa è invece una pessima idea.

Informazioni sulla percentuale di aziende che chiu-

dono.

Per aumentare le possibilità di successo della propria

azienda, la prima cosa da fare è curare il business

plan. Il business plan è un documento tecnico-

contabile il cui scopo è valutare l'idea imprenditoria-

le secondo tre criteri fondamentali. Il primo è la

sostenibilità rispetto al mercato: il prodotto/servizio

offerto ha un mercato potenziale? Altro elemento da

vagliare è la potenziale redditività economica; scopo

principale dell'impresa è infatti generare ricavi che

superino i costi, una volta che l'azienda è a regime.

Collegato a quest'aspetto c'è l'ultimo profilo da

studiare, ovvero l'equilibrio finanziario: l'azienda

sarà capace di armonizzare i flussi di cassa in entrata

con quelli in uscita?

Scopo del business plan è calare l'idea imprendito-

riale in un contesto di fattibilità: al suo interno ven-

gono definiti e verificati gli obiettivi dell'impresa,

viene analizzato il mercato in cui ci si inserirà e si

individuano le risorse che permetteranno di raggiun-

gere gli obiettivi prefissati entro le scadenze stabili-

te.

Il business plan è per l'impresa quello che il curricu-

lum è per la persona: lo strumento con cui ci si pre-

IL BUSINNES PLAN

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senta. Strutturarlo con attenzione e realismo permette di presentarsi a

soci, finanziatori, fornitori e clienti con un buon potenziale di credibili-

tà. La credibilità è un aspetto fondamentale nel momento in cui si va a

fondare un'impresa: quale ente sarà disposto a finanziare un'idea fumo-

sa, il cui promotore non ha riflettuto seriamente sulla fattibilità econo-

mica?

Stilare il business plan è dunque un passo indispensabile, da compiersi

subito dopo aver definito l'idea imprenditoriale. Trattandosi di un docu-

mento tecnico è bene avere un supporto professionale nello stilarlo: si

può scegliere se affidarlo a un professionista o se redigerlo autonoma-

mente (ma sempre con l'assistenza di un centro competente)

LE AGEVOLAZIONI Negli ultimi anni si è puntato molto sulla diffusione della cultura im-

prenditoriale, in particolare tra i giovani. Per facilitare questo processo

sono stati predisposti numerosi interventi che puntano alla formazione,

al sostegno e al finanziamento di aspiranti imprenditori.

Esiste quindi una certa varietà di sportelli il cui scopo è diffondere una

cultura d'impresa; questi possono essere pubblici o privati e offrono

servizi differenti (orientamento, formazione, assistenza, informazio-

ne...). Piuttosto che cercare autonomamente informazioni sulle politiche

e sugli incentivi, può essere utile (almeno in un primo momento) rivol-

gersi a strutture il cui scopo è tenersi aggiornate sul mondo imprendito-

riale.

Uno dei primi enti a cui può essere utile rivolgersi è informagiovani1.

Alcuni di questi centri offrono infatti un servizio di prima informazione

e orientamento, oltre a fornire materiale sulle agevolazioni e indirizzare

ad altri sportelli più specialistici. Anche rivolgersi alla Camera di Com-

mercio2 può rivelarsi una buona idea, sia perché alcune sedi hanno

attivato sportelli di consulenza specifici, sia perché questo organo con-

sente di ottenere informazioni sul mercato locale. Per la stessa ragione

si può provare a contattare l'associazione di categoria che rappresenta il

settore in cui ti vorresti collocare. Infine, se la tua idea imprenditoriale

punta tutto sull'innovazione, ti puoi rivolgere ai Business Innovation

Center3 che sono stati creati appositamente per fornire consulenza,

assistenza e accompagnamento alle imprese innovative di piccole e

medie dimensioni.

Oltre agli enti che abbiamo elencato, è possibile trovare un certo nume-

ro di siti internet dedicati all'imprenditoria.

„MI Generation‟ è alla sua I edizio-

ne, è il festival del protagonismo

giovanile di Milano.

Dal 17 Maggio al 30 Settembre il

percorso “Verso il Forum delle

Politiche Giovanili" animerà tutti i

luoghi della città – dai siti più tradi-

zionali a quelli più insoliti, dal centro

alle zone limitrofe e terminerà a fine

settembre con il „MI Generation

Camp‟, il Forum delle Politiche

giovanili della città.

„MI Generation‟ potrà essere consi-

derato come il contenitore di molte-

plici iniziative che si svolgeranno nel

territorio milanese: workshop, feste,

dibattiti, rassegne cinematografiche e

molto altro. Alcuni eventi sono

organizzati direttamente dal Comune

di Milano, altri saranno realizzati dai

giovani o dagli attori che quotidiana-

mente lavorano rivolgendosi al

mondo giovanile.

MI GENERATION: IL FORUM DELLE POLITICHE GIOVANILI

http://www.informagiovanipiemonte.it 1

http://www.camcom.gov.it 2

http://www.bic-italia.net/documento.asp 3

http://www.comune.milano.it/portale/wps/portal/CDM?WCM_GLOBAL_CONTEXT=/wps/wcm/connect/ContentLibrary/ho%20bisogno%20di/ho%20bisogno%20di/MiGeneration-verso-il-Fo-rum&categId=com.ibm.workplace.wcm.api.WCM_Category/IT_TAX_Bisogni_38/115c4d8044a9bb98b6f2bfa6efd47d08/PUBLI-SHED&categ=IT_TAX_Bisogni_38&type=content

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