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Arcidiocesi di Trento Commissione diocesana Famiglia ORIENTAMENTI PER LA PREPARAZIONE DEI FIDANZATI AL MATRIMONIO E ALLA FAMIGLIA nella diocesi di Trento Edizioni diocesane - Trento 1994

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Arcidiocesi di TrentoCommissione diocesana Famiglia

ORIENTAMENTIPER LA PREPARAZIONE DEI FIDANZATI

AL MATRIMONIO E ALLA FAMIGLIAnella diocesi di Trento

Edizioni diocesane - Trento 1994

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Presentazione dell’Arcivescovo

Sono lieto di presentare gli «Orientamenti per la preparazionedei fidanzati al matrimonio e alla famiglia nella Diocesi di Tren-to».

Li approvo pienamente e li affido a tutti coloro che sono re-sponsabilmente impegnati in questo importantissimo settore dellapastorale (Parroci, Consigli pastorali, esperti, operatori, ecc...)come punto doveroso di riferimento per la organizzazione deicorsi che da molti anni ormai si tengono in tutti i decanati o zonedella Diocesi.

Il Direttorio della pastorale familiare della Conferenza Episco-pale Italiana afferma al n. 68 che spettano al Vescovo «ulteriorideterminazioni atte a precisare il cammino di preparazione almatrimonio».

Gli «Orientamenti», che ho il piacere di presentare, sono unatraduzione diocesana più dettagliata delle indicazioni del Diretto-rio nazionale e tengono conto delle situazioni e delle esperienzematurate in Diocesi negli ultimi decenni.

Ringrazio la Commissione diocesana per la pastorale familia-re perché ha maturato questo prezioso contributo a serviziodella Diocesi con un cammino di riflessione e di elaborazionedurato oltre tre anni. Anche i decani hanno espresso le loroproposte, per cui il testo definitivo è frutto di una partecipazionecorale dei sacerdoti e dei laici al fine di rispondere all’esigenzalargamente sentita di dare alla preparazione dei fidanzati unamaggiore omogeneità, un contenuto più ricco ed una metodolo-gia più attenta alla sensibilità dei giovani di oggi.

Voglio sottolineare il fatto che questi «Orientamenti» sono ilfrutto anche dello sforzo compiuto dalla Diocesi nel triennio 1989-92 per «collocare la famiglia al centro dell’azione pastorale della

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Chiesa» e si collocano felicemente in questo momento storicoperché la Chiesa Cattolica ha fatto propria l’iniziativa delle Na-zioni Unite di proclamare il 1994 Anno internazionale della fami-glia. Se per tutti gli Stati la questione familiare è fondamentale, loè al massimo grado per i credenti perché, come dice il Papanella sua «Lettera alle famiglie», «sia l’uomo che la famigliasono “la via della Chiesa”».

Ho fiducia che questi «Orientamenti» saranno accolti da tuttigli operatori pastorali interessati con piena disponibilità e costi-tuiranno un veicolo efficace di nuova sensibilità nel campo im-portantissimo della preparazione al matrimonio e alla famiglia.Nello stesso tempo saranno un ulteriore contributo per attuarequella pastorale di insieme, a cui siamo chiamati sia dalla rinno-vata ecclesiologia conciliare, sia dai «segni dei tempi» che ca-ratterizzano la società complessa, frammentata e secolarizzatain cui viviamo.

Essendo il fidanzamento «tempo di crescita, di responsabilitàe di grazia», come afferma il Direttorio della Conferenza Episco-pale Italiana recentemente pubblicato, e poiché i fidanzati sonouna ricchezza inestimabile che Dio dona alle nostre comunità,auspico che tutti siano sempre accompagnati con affetto e pre-mura, affinché le nuove famiglie nascano e vivano come vere«Chiese domestiche» e cellule vive della società.

A tutti la mia benedizione, nella luce e nella gioia della Pa-squa, che è il mistero sublime dell’amore sponsale di Cristo conla Chiesa.

Pasqua 1994

+ Giovanni Maria SartoriArcivescovo

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Premessa

La Commissione diocesana per la pastorale fami-liare - composta da rappresentanti (una coppia disposi e un sacerdote) delle 11 zone pastorali e «inse-diata» nel novembre 1991 - ha dedicato gli incontri ditutto il 1992-93 alla riflessione sul tema della prepa-razione dei fidanzati al matrimonio e alla famiglia.

Partita da una lettura della situazione della pasto-rale prematrimoniale in diocesi con un questionariocompilato a livello decanale dai membri della Com-missione insieme ai Decani e a qualche coppia impe-gnata in questo campo specifico, ha poi suddivisio lamateria di riflessione in quattro ambiti: i destinatari, icontenuti, il metodo, gli operatori. I criteri che hannoguidato questo lavoro sono stati anzitutto quello diriconoscere ciò che già esiste, frutto di una storia piùche ventennale, per farlo diventare nello scambio pa-trimonio comune; quindi di scoprire le carenze esi-stenti alla luce delle esigenze di una «nuova evangeliz-

ORIENTAMENTIPER LA PREPARAZIONE DEI FIDANZATI

AL MATRIMONIO E ALLA FAMIGLIA

nella diocesi di Trento

il lavoro dellaCommissione

diocesana

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zazione» dei fidanzati che chiedono di sposarsi in chie-sa, infine di delineare alcuni orientamenti per un rin-novamento della pastorale prematrimoniale nella no-stra Chiesa.

Da questa riflessione è nata l’esigenza di proporrealla diocesi, dopo il vaglio dell’Arcivescovo, questotesto. Destinatari ne sono: anzitutto le comunità cri-stiane, prime responsabili della formazione delle nuo-ve famiglie, i sacerdoti e i consigli pastorali, e infine glioperatori dei corsi e itinerari di preparazione al matri-monio, che potranno trovare qui un utile sussidio perprogettare nel metodo e nei contenuti le iniziative dipreparazione al matrimonio.

Il documento vorrebbe essere anche uno strumen-to di attuazione locale del nuovo «Direttorio per lapastorale familiare in Italia» per quanto concerne que-sto ambito specifico, particolarmente importante perla formazione di famiglie cristiane che vivano consa-pevolmente la loro vocazione di «chiesa domestica».

Gli obiettivi

Questi gli obiettivi principali che ci proponiamo:

1. Sottolineare l’importanza della pastorale pre-matrimoniale. Il fidanzamento va riconosciuto comeun «tempo di grazia che, se anche non può dirsisacramentale, trae forza dal battesimo e dalla stes-sa vocazione coniugale che attende di essere con-cretizzata. E’ un tempo di formazione caratteriz-zato da una propria spiritualità. E’ tempo di testi-monianza e azione ecclesiale» (LA PREPARAZIONE

destinatari

fidanzamento,tempo di grazia

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DEI FIDANZATI AL MATRIMONIO E ALLA FAMIGLIA, Sus-sidio di prospettive e orientamenti, CEI - Ufficio na-zionale famiglia, 1989).

Oggi i fidanzati - forse interrogati e sollecitati an-che dal fallimento di tante vicende matrimoniali, maanche più esigenti sulla ricerca di significato all’espe-rienza coniugale - sembra siano più disponibili di ieria una preparazione che non sia soltanto un atto buro-cratico richiesto per la celebrazione del matrimonio,ma sia piuttosto una esperienza di cammino alla ricer-ca di un significato cristiano e di una valenza ecclesia-le del loro amore.

Questa maggiore disponibilità costituisce oggi perla Chiesa una straordinaria occasione missionariaper far risuonare il «lieto annuncio» di Dio sull'amoreumano anche al di là della cerchia dei «praticanti», eper presentare la proposta sacramentale come il modopiù ricco per vivere l'amore e per farlo diventare unaricchezza per la comunità.

Di fronte a questa opportunità di evangelizzazionee di catechesi degli adulti che raccoglie ancora tantegiovani coppie in un momento fondante della loroesistenza, le comunità cristiane non possono non chie-dersi se forse le energie pastorali attualmente investitein questo servizio ecclesiale non siano quasi insignifi-canti rispetto allo sforzo di catechesi dei fanciulli e deiragazzi che la nostra Chiesa sta mettendo in atto damolti anni.

Un maggiore impegno per formare sposi cristiana-mente maturi - nel quadro di un più generale investi-mento nella catechesi degli adulti - avrà certamenteun riflesso positivo anche sulla stessa educazione cri-stiana dei figli, nei confronti dei quali i genitori hannopur sempre la prima responsabilità e la maggiore inci-

nuovadisponibilitàdei fidanzati

occasionemissionaria

formaprivilegiata

di catechesidegli adulti

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denza.

2. Favorire in diocesi iniziative adeguate a for-mare le famiglie nascenti. Pur nel rispetto delle le-gittime differenze dovute alla diversità delle situazioni,e tenendo conto delle risorse esistenti, è necessarioperò tendere verso l'unità: una unità che non sia purauniformità. La mèta non può essere che una: aiutare ifidanzati a collocare la loro «storia» di amore in unpiù vasto progetto cristiano, condurli a fare esperien-za di Chiesa nella scoperta dello specifico carismaconiugale che sarà loro donato con il matrimonio «inCristo e nella Chiesa», e maturare famiglie disponibilia essere sale e lievito nella comunità.

Proprio per favorire questa unità multiforme e vi-tale, il presente documento non ha la pretesa di di-ventare un «direttorio» pastorale, ma un sussidio con-tenente alcune linee di orientamento, che potrannoservire ad ogni zona pastorale o ad ogni decanato aformulare un proprio progetto di pastorale prematri-moniale. Tutti i membri della Commissione, che nellariflessione di quest’anno hanno vissuto un camminoentusiasmante di scoperta e di approfondimento, sonodisponibili nell’affiancarsi ai sacerdoti e ai laici percostruire questo progetto a dimensione locale.

In tutta la pastorale familiare, ma soprattutto nellaformazione delle nuove famiglie, è evidente che è ne-cessario un cambio di mentalità. I tempi nuovi, il calodei sacerdoti e le urgenze pastorali esigono che siindividuino molti laici che si rendano responsabili dellavita della Chiesa e del suo servizio al mondo; in par-ticolare sono necessarie coppie di sposi che, in forzadel loro specifico ministero coniugale, assumano inprima persona, con l'aiuto dei sacerdoti, il compito diformare le nuove famiglie come «chiese domestiche»,

obiettivoprioritariodella pastoralein diocesi

progetti pastoraliincarnatinelle Zone

cambiarementalità

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luoghi di evangelizzazione, scuole permanenti di uma-nità, di vita cristiana e di carità. A questo servizioperò gli sposi vanno chiamati con fiducia e preparaticon serietà.

Fanno da sfondo a questo testo, anche se quasimai citati direttamente, i principali documenti di Magi-stero di questi ultimi anni (cfr. Appendice), che invi-tiamo gli operatori a studiare più a fondo perché essicostituiscono la base indispensabile sia per una nuovavisione antropologica e teologica del matrimonio edella famiglia, sia perché tracciano delle prospettivepastorali davvero innovative e solo ancora parzial-mente assimilate e attuate.

La situazione in diocesi

Non è possibile dare una «fotografia» nitida e com-pleta della situazione della pastorale prematrimonialein diocesi, essendo essa fortemente differenziata. Saràutile però riportare alcuni dati che risultano più diffusie indicativi del contesto attuale.

Queste le problematiche rilevate dagli operatori

documentiecclesialida tenere

presenti

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dei Corsi:

- le iniziative di «educazione all’amore» sono an-cora episodiche, rare e non inserite stabilmente neipercorsi di formazione degli adolescenti e dei gio-vani;

- la preparazione al matrimonio è ancora un proble-ma che riguarda quasi soltanto i pochi «addetti ailavori»; i Consigli pastorali e le comunità sonoscarsamente interessati a questo settore pastorale;

- pur essendo assodato il principio che i primi re-sponsabili della preparazione dei fidanzati al ma-trimonio sono gli sposi cristiani in forza del loro«ministero coniugale», in realtà in molte zone que-sto compito è affidato quasi esclusivamente ad al-cuni sacerdoti, e l’apporto delle coppie sposateè ancora marginale, spesso ridotto alla sola «te-stimonianza»;

- la maggior parte degli attuali corsi di preparazioneal matrimonio si riducono all’offerta di alcune con-ferenze con scarso dibattito e senza un coinvolgi-mento diretto dei fidanzati nel loro cammino diformazione; causa di questa situazione è anche ilnumero dei partecipanti, troppo elevato per con-sentire uno scambio e una partecipazione respon-sabile;

- in molti casi i singoli corsi soffrono di frammenta-rietà nella proposta fatta dai diversi operatori;

- è carente il coordinamento stabile tra gli operatoridi corsi e itinerari di preparazione al matrimonio,indispensabile sia per arrivare ad una maggioreomogeneità di proposta in diocesi, sia per curarnela formazione permanente;

- i destinatari delle iniziative di preparazione al ma-

preparazioneremota

pochi operatori

quasi solo preti

fidanzati«passivi»

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trimonio raramente sono persone adulte nella fede,più spesso sono persone la cui formazione cristia-na si è atrofizzata al momento della Cresima;

- i contenuti proposti nei corsi di preparazione almatrimonio mancano spesso di omogeneità, com-pletezza e chiarezza;

- i tentativi, qua e là intrapresi, di dare continuità alcorso di preparazione al matrimonio con iniziativedi «formazione permanente» delle coppie da pocosposate sono quasi sempre rimasti senza risultato;esito più positivo in tal senso hanno avuto gli «iti-nerari», in forza della loro maggiore durata e delcoinvolgimento più diretto dei destinatari.

A fronte delle problematiche esposte, esistono an-che segnali positivi, che denotano l’emergere di unamentalità nuova e fanno bene sperare in un significa-tivo rinnovamento della pastorale prematrimonialein diocesi:

- si può dire ormai che in diocesi è riconosciuta ingenere come necessaria la preparazione al matri-monio e che ne è accolta serenamente la proposta:questa consuetudine è il frutto di un impegno co-stante e diffuso di questi decenni;

- come frutto di una pastorale giovanile più organicae continuativa intrapresa dalle comunità cristiane (indiocesi, nei decanati, nelle parrocchie e nelle asso-ciazioni) emergono un maggior numero di fidanzatiche desiderano vivere il loro amore con consape-vole impegno cristiano ed ecclesiale;

- sono sempre meno ormai le coppie che percepi-scono il corso come un atto burocratico «obbliga-torio»; piuttosto prevale oggi la tendenza ad acco-

proposteframmentarie

pococoordinamentotra le iniziative

una fedeatrofizzata

contenutidisorganici

mancanzadi continuità

dopo ilmatrimonio

segnalipositivi

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glierlo come occasione utile per prepararsi bene aun compito importante;

- crescono inoltre ogni anno le coppie che per pre-pararsi bene al matrimonio accettano - quando èofferta - anche la proposta di un itinerario piùprolungato in piccolo gruppo;

- il diffondersi dei gruppi sposi nei quali le coppieaffrontano un cammino di formazione permanentefa sperare che da questi maturino coniugi disponi-bili ad esercitare il loro ministero specifico anchenell’accompagnare i fidanzati al matrimonio.

Perché le iniziative di formazione al matrimonio ealla famiglia lascino una traccia nella vita dei fidanzatiè necessario che esse rispondano alle loro esigenze esiano in grado di coinvolgere il loro interesse perso-nale. Per questo è importante conoscere la «fisiono-mia» dei fidanzati ai quali oggi ci rivolgiamo: le con-vinzioni di partenza, le attese, i bisogni, i «vuoti diformazione», le caratteristiche della cultura nella quale«respirano». Dare per scontato tutto questo o igno-rarlo potrebbe indurci a offrire loro un messaggio chenon li interessa e quindi non li coinvolge.

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Dobbiamo perciò prendere atto di alcune caratte-ristiche della odierna cultura giovanile. Ad esempio:

- la società di oggi non fa tanto riferimento ai valorioggettivi ma piuttosto ai bisogni percepiti in ma-niera soggettiva; di conseguenza una pastorale cheignora i bisogni e parte direttamente dai valori ri-schia di essere insignificante. L’attenzione alla per-sona è il punto di partenza per un progetto cheprendendo avvio dai bisogni aiuta a risalire ai valoriuniversali;

- la cultura radicale nella quale i giovani sono immer-si a tutti i livelli mette in evidenza il primato dellaemotività e della sensibilità, lasciando in secon-do piano la razionalità; si coglie così soprattutto neigiovani un forte desiderio di relazione, di comuni-cazione, di affetto, di tenerezza: tutto questo espres-so ed attuato più con l’impulso istintuale che conscelte motivate razionalmente; della comunicazionespesso si fa un mito fine a se stesso, finalizzato piùal proprio benessere personale che non alla cono-scenza e all’accoglienza, spesso faticosa, dell’altro;

- la prevalenza della emotività porta alla frammen-tarietà dei comportamenti (faccio quello che misento e quando mi sento...); viene a mancare ilsenso della «fedeltà» come coerenza a scelte col-locate al sicuro dal fluttuare dei sentimenti, ed èaccettata soltanto una fedeltà di piccolo respiro, fintanto che dura quella situazione emotiva o affettiva;

- la cultura dell’effimero e l’attenzione posta sulla«sensazione» piuttosto che sulla scelta spostano l’in-teresse dei giovani dal futuro al presente, con laconseguente caduta della progettualità: è più im-portante vivere con intensità il presente piuttostoche progettare un futuro nel quale non so come mi

1. I destinatari

conoscerei destinatari

cultura deibisogni

più che deivalori

primato dellaemotività

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troverò...

Di fronte a questa situazione non possiamo met-terci solo in atteggiamento di condanna. Vanno anzi-tutto riconosciuti e valorizzati gli aspetti positivi, quali:il valore della persona, la ricerca della verità, il rispet-to della libertà, l’apprezzamento dell’amore e dellatenerezza, il desiderio di comunicazione. Partendo daquesti, i fidanzati potranno passare gradualmentedall’amore inteso come sentimento all’amore comescelta di vita e, nella fede, come sacramento.

Ma è importante anche aiutare i giovani fidanzati acogliere i limiti di questa cultura e a capire che la vitamatrimoniale e familiare può trovare stabilità e conti-nuità di crescita solo all’interno di un progetto nelquale la scelta di vita e la fedeltà sono i cardini indi-spensabili.

Una situazione da tenere presente, già rilevata so-pra, è quella dei fidanzati che chiedono il matrimonioreligioso dopo un vuoto di catechesi e di «pratica»cristiana che parte praticamente dalla Cresima; c’è ilrischio di parlare un linguaggio che essi non compren-dono, d’altra parte il corso (o l’itinerario) può esseredavvero l’occasione di una ripresa del loro camminodi fede. Per venire incontro a queste situazioni non sipuò trasformare il corso di preparazione al matrimo-nio in un itinerario di iniziazione cristiana, ma saràimportante aiutare i fidanzati a percepire che l’espe-rienza dell’amore che stanno vivendo e che sta tra-sformando la loro vita ha la sua radice in Dio e puòricevere dalla fede una ricchezza che va ben al di làdel fatto umano: questo sarà il punto di partenza peruna riscoperta della fede che potrà continuare dopo illoro matrimonio.

fedeltàa corto raggio

caduta dellaprogettualità

dal sentimentoal sacramento

educare aprogettarela vita familiare

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Per merito del cammino che la Chiesa ha compiu-to soprattutto dopo il Concilio Vaticano II, chi sisposa oggi ha a disposizione un vasto patrimonio diconoscenze teologiche e scientifiche per vivere conconsapevolezza l’esperienza della vita coniugale e perprepararsi adeguatamente a superare i rischi a cuiessa attualmente è soggetta.

Un corso prematrimoniale non consente certo unapproccio completo e profondo a questo patrimonio;è tuttavia un’occasione privilegiata per avviare (o perapprofondire) nella coppia un confronto che dovràcontinuare in tutto l’arco di vita della famiglia.

E’ importante quindi che i contenuti da comunica-re ai fidanzati che si preparano al matrimonio abbianouna certa completezza e coerenza, ma soprattutto è

ricuperareil vuoto

di catechesi

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importante che questa comunicazione sia stimolanteagli effetti di una continuità di discorso dopo il matri-monio: deve essere non semplicemente qualcosa cheaumenta le conoscenze, ma un messaggio che coin-volga il cuore e la vita.

In sintesi si potrebbe dire che il messaggio datrasmettere dovrà essere fondato sulla parola di Dio,coerente allo spirito che la Chiesa del Concilio stavivendo; e nello stesso tempo deve essere risponden-te alle esigenze della cultura odierna e suonare come«lieto annuncio» a chi vive oggi l’esperienza dell’amoree si prepara a fondare una famiglia.

E' da superare la tendenza a ridurre la propostacristiana del matrimonio a un sistema di regole moraliche danno l’impressione di voler limitare e soffocarel’amore; è da annunciare piuttosto la «buona noti-zia» di Dio sull’amore umano: di un Dio che èfonte dell’amore e che ama l’amore umano e lo vuoleliberare dalle insidie dell’egoismo e dal rischio dellabanalizzazione. Anche le regole morali perciò, chepure vanno enunciate, dovranno suonare come unmessaggio di liberazione dell’amore piuttosto che comestrettoie che lo mortificano.

Ricuperando esperienze già in atto nella nostra dio-cesi e ricercando in alcuni sussidi attuali, la Commis-sione ha individuato sei aree tematiche attorno allequali è possibile raggruppare i contenuti di una pro-posta completa e organica da fare ai fidanzati neicorsi e negli itinerari per quanto riguarda l’ambito delmatrimonio-sacramento; a queste aree si aggiungonoalcuni temi di carattere medico-psicologico-pedago-gico-giuridico che integrano la formazione dei fidan-zati al matrimonio e alla famiglia.

Le sei aree tematiche non sono da intendere ne-

progressodella teologiae della scienza

un messaggioche riscaldail cuore

fedeltà a Dioe all'uomo

2. I contenuti

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cessariamente come uno schema da proporre in seiincontri, ma sono una indicazione di contenuti chepotranno poi essere liberamente adattati alle singoleiniziative tenendo conto del numero e della strutturadegli incontri.

I contenuti vengono qui indicati per titoli a mo’ discheda sintetica; la Commissione impegna il Centrodiocesano Famiglia a fornire in seguito dei sussidicon lo sviluppo delle singole aree tematiche (correda-to da qualche indicazione di metodo), con la segnala-zione di sussidi già esistenti. Va comunque ricono-sciuta ad ogni équipe che gestisce i corsi o gli itinerarila capacità e la libertà di sviluppare i temi secondo leesigenze di ogni singolo contesto e secondo i carismidei formatori.

Queste le aree tematiche attinenti al matrimo-nio come sacramento:

1. SPOSARSI IN CHIESA È UNA SCELTA DI FEDE.

Perché sposarsi in chiesa?Il matrimonio come impegno davanti alla comunità:l'amore non è solo un «bene privato».Lo specifico del sacramento del matrimonio comescelta nella fede.Cosa significa e cosa comporta la fede?Cosa significa sposarsi «in Cristo e nella Chiesa»?La fede è adesione personale a Gesù Cristo, èaccogliere il suo Vangelo come proposta di unostile nuovo di vita.La fede è scelta di vivere il Vangelo insieme conaltri fratelli e sorelle nella Chiesa: nella comunione,nel servizio, nell’impegno della testimonianza chetrasforma il mondo.

una«buona

notizia»per l'uomo

di oggi

per «liberarel'amore»

aree tematiche

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Collocare l’esperienza dell’amore all’interno di unaesperienza di fede più globale. Proporre sintetica-mente la riscoperta della fede attraverso l’annunciodell’amore di Dio, della salvezza in Gesù, della vitanuova nello Spirito Santo, nella comunione eccle-siale (riscoperta del «Credo»).

2. IL LIETO ANNUNCIO DI DIO SULL’AMORE UMANO.

Scoprire la sorgente: l’amore tra l’uomo e la don-na è nel progetto originario di Dio ed è scrittodentro ogni persona.Il messaggio biblico sull’amore umano e la teolo-gia del matrimonio.Dio ama gli uomini con amore sponsale: la storiadella salvezza è una storia di amore tra Dio e il suopopolo.Matrimonio e verginità consacrata: due vocazionidiverse che si illuminano a vicenda, a servizio di ununico progetto di amore.L’amore tra gli sposi è rivelazione dell’amore diDio anzitutto per loro: la vita quotidiana degli sposidiventa «sacramento», cioè manifestazione del-l’amore con cui Dio ama gli uomini.Il matrimonio come vocazione che fonda il «mini-stero coniugale»; gli sposi sono chiamati a servireinsieme la comunità: la testimonianza dell'amore, ilservizio alla vita, il servizio educativo, il servizioecclesiale, il servizio sociale.

Oggi c’è bisogno di un annuncio di gioia e di spe-ranza che illumini l’esperienza cristiana dell’amoree la faccia percepire come una missione di servizio,nella Chiesa, in ordine al cambiamento sociale.

3. LE RELAZIONI NELLA COPPIA.

La sessualità, dono per amare e ricchezza per co-

FORMAZIONENELLA FEDE:

1. matrimonio, scelta di fede

2. aspetto biblico

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municare.La sessualità nella persona matura; rischi e pericolidi una sessualità immatura o deviante.La ricchezza e i rischi delle diversità nella coppia:cosa fa durare un rapporto di coppia, e cosa met-te in pericolo un rapporto di coppia.L'importanza del dialogo per la crescita della cop-pia.Rapporto equilibrato con le famiglie di origine.Il perdono, la comunione nella libertà, i ruoli, l’in-tegrazione dei carismi...

Il matrimonio è una realtà da costruire nella rela-zione quotidiana e non una realtà data una voltaper sempre. E’ la ricchezza umana della relazioned’amore che viene assunta da Dio per farne un se-gno privilegiato del suo rapporto con gli uomini econ il mondo.

4. L’AMORE DIVENTA FECONDO.

La fecondità è una dimensione essenziale dell'amo-re.L’amore è fatto per espandersi; se non diventafecondo, si ripiega su se stesso e muore.La tendenza odierna a vivere l’amore come unbene di consumo e come possesso piuttosto checome un’esperienza di dono e di comunione che siallarga alla famiglia e alla comunità.Funzione sociale della procreazione.Fecondità come trasmissione della vita: al coniuge(aiutarlo a crescere come persona), ai figli (pro-creazione generosa e responsabile e compito edu-cativo), alla comunità ecclesiale e civile (la testi-monianza dell’amore è una risorsa per la crescitadella comunità).

E’ necessario comunicare con gioia la grandezza del

3. aspetto relazionale

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dono della vita e far crescere la «qualità» della vitain senso globale (psicologico, spirituale, materiale,sociale).

5. LO STILE DI VITA DELLA COPPIA E DELLA FAMIGLIA.

Responsabilità vicendevole e fedeltà ad un proget-to maturato insieme nella fede.Sessualità a servizio dell’amore e della vita. I me-todi naturali per l’individuazione della fertilità: mo-tivazioni di fondo.Responsabilità della famiglia nei confronti della so-cietà: partecipare attivamente alla vita sociale, edu-care al vivere sociale, promuovere una politica fa-miliare adeguata (anche attraverso le associazionifamiliari).Stile di vita, uso del tempo, del denaro, dei benisecondo il criterio della essenzialità e sobrietà evan-gelica, anche in riferimento alla celebrazione delmatrimonio.Famiglia e giustizia sociale.Quali criteri per individuare il «tempo giusto» persposarsi? Solo il raggiungimento di una «sistema-zione» economica, la casa, il lavoro... o piuttostola maturità dell’amore?

Di fronte all’individualismo e al relativismo etico ènecessario riaffermare la responsabilità del confrontocon una norma oggettiva e il coraggio di scelte evan-geliche che vanno controcorrente.

6. LA VITA CRISTIANA DEGLI SPOSI.

Parola di Dio, preghiera (personale, coniugale, fa-miliare), sacramenti.Partecipazione responsabile alla vita della comuni-tà cristiana (nelle tre dimensioni dell’annuncio, del-la celebrazione, della testimonianza).

4. fecondità

5. aspetto morale

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La liturgia del matrimonio: culmine e fonte dellavita familiare e momento importante per la comu-nità.Capire ed esprimere la pregnanza dei testi liturgicie la ricchezza dei segni.

Il rapporto costante con il Signore, vissuto nellaquotidianità e nella dimensione del cammino spiri-tuale, è alla base dell’orientamento cristiano di tut-ta la vita.

Sempre in tema di contenuti, un’attenzione parti-colare va data anche alla formazione umana dei fi-danzati che si preparano al matrimonio: nel sacramen-to è questa base umana che viene assunta ed elevataalla dignità e alla responsabilità di essere «segno» del-l’amore di Dio. Un matrimonio povero di contenutoumano e di relazione personale sarà povero anchenella sua significatività sacramentale.

Si individuano anche qui quattro aree formative:

1. ASPETTI MEDICI: premesse biologiche dell’armoniasessuale - la sessualità della coppia - la conoscen-za dei ritmi di fertilità per l’applicazione correttadei «metodi naturali» di regolazione della fecondi-tà.

2. ASPETTI PSICOLOGICI: le dinamiche psicologichedella comunicazione e del dialogo nella coppia: ciòche fa durare e ciò che ostacola la vita della cop-pia.

3. ASPETTI PEDAGOGICI: preparazione «a monte» adaccogliere un figlio come persona e a porsi neisuoi confronti in una relazione affettiva corretta.

4. ASPETTI GIURIDICI: conoscenza minimale del «di-ritto di famiglia», degli aspetti giuridici e patrimo-

6. vitacristiana

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niali del matrimonio e della famiglia.

L’informazione e la formazione su questi aspettirisulta ancora necessaria in quanto non ci sono ingenere altre iniziative al di fuori di quelle ecclesiali; laformazione in questo campo non si può dare per scon-tata, anzi si riscontra spesso nei fidanzati una diffusaignoranza e un marcato bisogno formativo.

Come armonizzare, in un corso o un itinerario dipreparazione al matrimonio, i due «filoni» di forma-zione, quello teologico-sacramentale e quello «umani-stico»? E’ opportuno fonderli in un unico itinerarioformativo, oppure scinderli in due ordini di iniziative?

E’ importante che la formazione sui due versantivenga mantenuta in stretta unità, perché non possia-mo scindere nella stessa persona la dimensione uma-na da quella religiosa; in nessun modo va favorital’idea della separazione quasi si trattasse di due pro-poste in alternativa: una cristiana e l’altra «laica».

Quanto al modo di armonizzare i due filoni for-mativi, attualmente in diocesi esistono esperienze di-verse e ugualmente valide che si possono sintetizzarein due formule:

1. Un corso unico (gestito in genere a livello de-canale) nel quale vengono integrati l’aspetto teologi-co-sacramentale e quello «umanistico». In questo casoè particolarmente importante che l’équipe degli ope-ratori (relatori e animatori) progetti insieme il corso ecompia una verifica comune, e che il numero degliincontri sia tale da non dover escludere contenuti im-portanti per la formazione dei fidanzati.

2. Accanto al corso parrocchiale o decanale suitemi più specificamente religiosi, si propone almenodue volte all’anno a livello di zona una serie di incon-

2. psicologici

FORMAZIONENELLESCIENZEUMANE:

1. aspetti medici

3. pedagogici

4. giuridici

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tri sugli aspetti medici, psicologici, pedagogici egiuridici, trattati da esperti professionisti di buon fon-damento cristiano ma in maniera «laica», magari inuna sala pubblica (dove possibile anche in accordocon l’Ente pubblico) per favorire l’accesso anche acoppie di fidanzati che si preparano al solo matrimo-nio civile. Il corso di formazione cristiana al matrimo-nio dovrà in questo caso fare frequenti riferimenti aicontenuti proposti altrove per valorizzarli e integrarlinella visuale di fede.

Per la scelta dell’una o dell’altra formula ogni zonapotrà valutare concretamente le risorse e le esigenzelocali per individuare il metodo più opportuno.

come integra-re

i due filoni?

in strettainterazione

diversitàdi esperienze

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Per garantire l’efficacia di un cammino di forma-zione dei fidanzati al matrimonio e alla famiglia non èsufficiente fare attenzione alla completezza e alla or-ganicità dei contenuti proposti; è indispensabile dareun metodo adatto a questo cammino. L’obiettivo in-fatti non è semplicemente quello di far apprenderedelle «verità» o delle regole morali, ma suscitare uncambiamento attraverso scelte convinte e mature.

E il primo dato da tener presente nelle iniziative dipreparazione al matrimonio è che i destinatari sonopersone adulte, e che perciò il metodo da adottarerisponde alle esigenze di una «catechesi degli adulti»,che richiamiamo in sintesi:

- l’adulto resta il primo responsabile della sua cre-scita umana e di fede, ed è quindi responsabileanche dei passi che intraprende in questo cammi-no; l’educatore ha anzitutto il compito di risvegliarequesta responsabilità e di rispettarla;

- l’adulto si mette in stato di apprendimento e dicambiamento soltanto se è coinvolto personalmen-te nel suo cammino di formazione: non può rimane-re soltanto un ascoltatore passivo ma deve essereconsiderato e stimolato a divenire un soggetto atti-vo;

- l’adulto che intraprende un cammino di formazionenon parte mai da zero: ha già delle convinzioni, ha

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maturato delle scelte, ha un suo metodo di ragiona-re e di agire, ha alle spalle un’esperienza che locondiziona. La sua formazione deve porsi in conti-nuità con tutto questo, deve valorizzare la sua espe-rienza e le risorse già presenti in lui;

- l’interesse dell’adulto è stimolato se si tiene contodei suoi interessi umani, dei suoi problemi e deisuoi bisogni: ciò che viene proposto deve avereun legame con tutto questo.

In relazione a queste esigenze diamo qui alcunisuggerimenti metodologici che andranno ovviamen-te adattati alle singole situazioni:

1. Perché la proposta del corso o dell'itinerario nonsia percepita come un adempimento burocratico,è opportuno che essa venga fatta molto per tem-po, distante dal matrimonio: allora questa espe-rienza sarà capita come una occasione di verificadel cammino della coppia nel tempo del fidanza-mento e come una proposta di formazione allavita coniugale e familiare.

2. E’ bene che l’accesso al corso o all’itinerario siapreceduto da una iscrizione presso la parrocchiao la sede decanale in cui si tengono gli incontri:per sollecitare l’impegno dei fidanzati e dare se-rietà alla proposta, per mantenere il numero deipartecipanti entro limiti vivibili, per dare ai parro-ci la possibilità di un primo incontro che verifichile attese e le motivazioni della coppia.

3. Il numero dei partecipanti potrà variare a se-conda del tipo di proposta che si fa: comunquenon dovrà mai essere tale da ostacolare il coin-volgimento personale dei fidanzati e la possibilità

3. Il metodo

importanza delmetodo

rispettoper la loro

storia

coinvolgimentopersonale

responsabilidella propria

crescita

destinatariadulti

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del confronto e del dialogo. Dalle esperienze fat-te sembra che il gruppo ideale non deva superarele 10-12 coppie.

4. Il numero degli incontri sarà variabile in relazio-ne alle risorse e alle possibilità di ogni singolasituazione; si ritiene comunque che per una pro-posta minimale un corso non possa essere infe-riore a sei incontri.

5. E’ importante il clima di accoglienza che si sta-bilisce fin dal primo incontro (es. qualcuno cheaccoglie, saluta, si interessa alla coppia, collocarele sedie in cerchio e non ad aula scolastica, ini-ziare con la presentazione delle persone...). Lamassima attenzione va data alle modalità per cre-are da subito relazioni significative tra le coppie econ l'équipe degli animatori.

6. Il metodo preferibile per ogni singolo incontro èquello di offrire una presentazione essenziale(senza la preoccupazione di dire e di approfondi-re tutto) fatta dall’esperto o da un animatore, edare poi molto spazio al confronto, al dialogo, aicontributi di approfondimento e di chiarimentodelle coppie stesse, in maniera che queste si sen-tano coinvolte personalmente, possano esprimereil loro punto di vista e valorizzare le loro convin-zioni ed esperienze.

7. Quando il numero delle coppie fosse elevato, èopportuno, dopo il momento (preferibilmente piùbreve) della presentazione del tema, effettuare ilmomento del confronto in piccoli gruppi (6-7coppie) animati da una coppia di sposi che favo-riscano il dibattito e l’approfondimento facendoattenzione a che tutti abbiano lo spazio per inter-venire. Naturalmente i gruppi resteranno stabili

attenzionealla loro realtà

proporreper tempoil corso

iscrizione

numerodei partecipanti

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per tutto il corso, animati sempre dalla stessacoppia.

8. E’ importante durante il corso effettuare delle bre-vissime verifiche per riscontrare l’interesse deipartecipanti ed eventualmente risolvere qualcheproblema; al termine di ogni corso va comunquefatta una verifica insieme con i fidanzati che ri-guardi i contenuti, il metodo e i risultati concretidell’esperienza.

9. E' efficace qualche momento «conviviale» (es.all’inizio e alla fine del corso) per favorire l’inte-razione e l'amicizia del gruppo, il rapporto con glianimatori, la conoscenza dei fidanzati nelle loroattese e motivazioni, e creare le premesse peruna continuità formativa.

10. Quando, come è auspicabile, gli operatori di uncorso sono molti (animatori ed esperti), i fidanzatidovrebbero percepire che la proposta è unitariae organica; questo richiede che gli animatori sia-no figure fisse in tutto il corso, e che ci sia amonte un lavoro di équipe sia per la definizionedel progetto sia per la sua attuazione. E’ fonda-mentale infatti, per la buona riuscita di questeiniziative, la dimensione della progettualità.

11. Il servizio richiesto alle coppie sposate nei corsidi preparazione al matrimonio è ridotto moltospesso a quello di una testimonianza rispetto aicontenuti proposti dal sacerdote o dall'esperto;dopo una adeguata preparazione, gli sposi - af-fiancati da un sacerdote quale «assistente spiri-tuale» - dovrebbero assumere loro stessi la re-sponsabilità di conduzione del gruppo anche perquanto riguarda i contenuti; la loro proposta in-fatti, rafforzata dalla testimonianza e dalla com-

lavorodi gruppo

spazio alconfronto

clima diaccoglienza

numerodegli incontri

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petenza specifica che deriva loro dal sacramentoche li rende idonei al ministero coniugale, potreb-be avere maggiore incisività e autorevolezza pressoi fidanzati.

Occasioni dense di possibilità formative sono gliincontri personali dei fidanzati con il sacerdote:sia con il parroco che cura la compilazione del car-teggio matrimoniale che con il sacerdote che presiedela celebrazione del sacramento.

Il colloquio di avvio delle pratiche dovrà evitaredi caratterizzarsi come adempienza burocratica, edevidenziare invece i segni di una comunità che, ancheattraverso il sacerdote, accompagna con simpatia ifidanzati verso il matrimonio; sarà occasione privile-giata anche per conoscere le loro attese, le loro con-vinzioni, il loro bisogno formativo, il loro livello didisponibilità...

Il sacerdote che presiede la celebrazione è untestimone particolare dell'impegno degli sposi che di-venta sacramento. E' importante perciò che i fidanzatiabbiano con lui, prima del matrimonio, almeno un'oc-casione di incontro nel quale si crea o si approfondi-sce un rapporto di amicizia e si cura insieme la pre-parazione spirituale (compresa la celebrazione dellaRiconciliazione).

A questo proposito si segnala una iniziativa speri-mentata da alcuni con notevole successo: la propostaai fidanzati di un ritiro spirituale alla vigilia dellenozze con l'aiuto del sacerdote celebrante. Il clima diparticolare emotività, la consapevolezza del passo dacompiere e dei rischi che vi sono connessi, il bisognodi fare lo stacco tra gli impegni stressanti dell'ultimoperiodo e il momento denso in cui si accoglie ungrande dono di Dio: sono tutte condizioni favorevoli a

verifica

clima di amici-zia

lavorarein équipe

ruolo dellecoppie sposate

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una forte occasione di preghiera, di silenzio, di con-templazione, di riflessione sulla propria storia di cop-pia, di gratitudine a Dio per i suoi doni... L'esperienzaconferma che questa proposta è accolta spesso an-che da coppie non particolarmente iniziate alla «prati-ca cristiana», e costituisce un importante punto di ri-ferimento per scoprire il senso del matrimonio cristia-no e per continuare anche in seguito un cammino difede.

Una proposta di metodo già da qualche anno spe-rimentata in diocesi con risultati molto positivi sia perl’incidenza del cammino di preparazione che per lasua continuità dopo il matrimonio è quella del-l’«Itinerario di preparazione al matrimonio».

L’iniziativa consiste in un cammino di 6-8 mesi, inun gruppo di 7 coppie di fidanzati, con l’accompa-gnamento stabile di una équipe animatrice formata dadue coppie di sposi e da un sacerdote. Gli incontrisono quindicinali.

Il programma di contenuti viene concordato dalgruppo all’inizio del cammino in base alle esigenzedelle singole coppie in rapporto alla loro situazioneumana e spirituale e al cammino compiuto, e tenendopresente la necessità di una preparazione completa eapprofondita.

Lo stile è quello del confronto in piccolo gruppo,avvalendosi di tecniche diverse per l’accostamento aisingoli temi, e valorizzando l’esperienza e le convin-zioni dei singoli, la Parola di Dio e i documenti delMagistero.

Rispetto alla forma tradizionale dei corsi, oltre cheun cammino più prolungato e quindi più incisivo, l’Iti-

preparazionespirituale

ritirodella vigilia

preparazionedel carteggio

INCONTRI CONIL SACERDOTE

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nerario offre la possibilità di un maggiore approfon-dimento delle tematiche e di un più convinto coinvol-gimento personale e di coppia, sostenuto dalla mar-cata dimensione comunitaria e dall’amicizia che gra-dualmente si stabilisce tra i partecipanti.

L’esperienza dell’Itinerario rappresenta quindi laforma più completa di preparazione al matrimonio euna buona premessa per la continuità della formazio-ne permanente nelle giovani coppie di sposi. L’espe-rienza di questi anni insegna che se viene fatta unaproposta personale alle coppie, questa trova spessoun’adesione anche inaspettata da parte di fidanzatiche, pur non avendo fatto precedentemente un matu-ro cammino di fede, intravedono in una preparazionepiù seria la garanzia della riuscita e della durata delloro progetto coniugale.

Oltre a tutto l'esperienza dell'itinerario incide inmaniera più profonda nelle coppie che lo frequenta-no, maturando in esse la consapevolezza del ministe-ro coniugale e la disponibilità ad impegnarsi diretta-mente nella pastorale familiare.

Invitiamo quindi i parroci e gli operatori pastorali afare coraggiosamente questa proposta specifica,creandone in ogni decanato la possibilità con l'ap-poggio del Centro Famiglia.

Nel contesto del discorso sul metodo, qualcheconsiderazione va dedicata al carattere di obbliga-torietà del cammino di formazione al matrimonio:

* l’obbligatorietà è percepita generalmente in contra-sto con il carattere «adulto» del cammino di forma-zione proposto; è preferibile quindi puntare sullaresponsabilità e sulle motivazioni che richiedono unaadeguata preparazione alla non facile e complessa

ITINERARIOPROLUNGATOIN PICCOLOGRUPPO

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vita matrimoniale oggi;

* per sè è da ritenere indispensabile la preparazioneal matrimonio, non la frequenza al corso; è pertan-to da evitare l’intransigenza, e sono da ammetterein alcuni casi le eccezioni alla frequenza al corso,sotto la responsabilità del parroco: purché sia ga-rantita la necessaria preparazione al matrimonio inun cammino personale con il sacerdote o con qual-che coppia adatta a tale servizio;

* va tenuto inoltre presente quanto dice la «Familiarisconsortio» al n. 66: «Benché il carattere di ne-cessità e di obbligatorietà della preparazione im-mediata al matrimonio non sia da sottovalutare- ciò che succederebbe qualora se ne concedes-se facilmente la dispensa - tuttavia tale prepa-razione deve essere sempre proposta e attuatain modo che la sua eventuale omissione non siadi impedimento per la celebrazione delle noz-ze».

Affinché che la preparazione al matrimonio non siapuntare sulla

responsabilità

FREQUENZAOBBLIGATORIA?

propostecoraggiose

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un problema che riguarda solo gli «addetti ai lavori»,e tanto meno soltanto i sacerdoti, è urgente che iparroci e i Consigli pastorali prendano coscienza diquesto compito, in maniera che la comunità cristianasi senta responsabile della preparazione delle nuovefamiglie nel contesto di un progetto pastorale organi-co più vasto. Prima ancora che attraverso specificheiniziative di formazione infatti, tutta la comunità educanel suo insieme attraverso la testimonianza della vita ele relazioni quotidiane.

Il cammino di preparazione dei fidanzati al matri-monio e alla famiglia ha bisogno però di essere soste-nuto anche da persone con specifica competenza, in-caricate dalla comunità e preparate adeguatamente aquesto servizio.

La competenza degli operatori richiede:

- una convinta adesione ai valori della fede;

- una buona testimonianza di vita cristiana;

- doti umane di animazione che li rendono ideoneiad accompagnare il cammino di formazione di ungruppo di adulti;

- una preparazione specifica sui temi che riguarda-no il matrimonio e la famiglia;

- la disponibilità a condividere un pezzo di stradacon i fidanzati avendo dei solidi punti di riferimento,ma anche lasciandosi mettere in discussione nelconfronto con altre esperienze e con le problemati-che nuove che emergono dai giovani.

Due, in sintesi, sono i problemi relativi agli opera-tori: come trovare le persone disponibili a questo ser-vizio, e come prepararle perché lo possano svolgerecon serenità, competenza ed efficacia.

evitarel'intransigenza

condizione nonindispensabile

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1. Come trovare gli operatori.

Una delle carenze della pastorale prematrimonialeoggi è la scarsità di sacerdoti e di laici che si inte-ressano e si dedicano alle iniziative di preparazione almatrimonio.

Di particolare gravità è la carenza di coppie spo-sate: in molti corsi infatti è operante quasi esclusiva-mente la figura del sacerdote con l’aiuto di qualcheesperto (in genere medico e psicologo); l’apporto deglisposi risulta sempre più chiaramente insostituibile.

È importante anzitutto incoraggiare le personeperché accettino di impegnarsi in questo servizio an-che se non ne hanno ancora una preparazione speci-fica, purché abbiano una discreta base umana e cri-stiana e siano disposti a farsi una competenza lungo lastrada.

Ambiti privilegiati in cui individuare collaboratoridisponibili a iniziare e a formarsi a questo serviziopossono essere le Scuole zonali di formazione pasto-rale, i gruppi sposi, i movimenti e le associazioni ec-clesiali, in primo luogo l'Azione Cattolica: il ministerorichiesto a favore della comunità richiede però grandeapertura e sensibilità ecclesiale.

2. La formazione degli operatori.

Per favorire in diocesi la formazione di operatori(coppie di sposi, sacerdoti, esperti), sarà opportunoattuare iniziative specifiche a livello diocesano o dizona.

4. Gli operatori

compito ditutta

la comunità

«identikit»degli operatori

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Alla formazione dei sacerdoti si potrebbe provve-dere in due modi: con la loro partecipazione attiva ainiziative diocesane di qualificazione nel campo dellapastorale familiare, e con una attenzione particolareaffinché i candidati al sacerdozio siano preparati -con lo studio e con qualche iniziativa di tirocinio - adaffrontare la vasta panoramica dei problemi che ri-guardano le famiglie e delle risorse che queste posso-no offrire alla missione della Chiesa.

Per quanto riguarda i laici, l'esperienza di questianni conferma che spesso l’esigenza motivata dellaformazione specifica emerge dopo che la coppia hagià iniziato il servizio: per avviare un cammino di pre-parazione alla pastorale prematrimoniale si dimostrapiù efficace quindi una «partenza» pratica, anche te-nendo conto delle molte situazioni più povere di ri-sorse e meno allenate alla collaborazione ecclesiale.

Si auspica quindi che in ogni decanato il sacerdoteincaricato della preparazione dei fidanzati al matrimo-nio abbia discernimento, coraggio e fiducia nel pro-porre a qualche coppia, che ne abbia, anche in formaminimale, i requisiti, di affiancarsi agli attuali operatoridei corsi e degli itinerari nell'ottica del «tirocinio»: os-sia svolgendo inizialmente mansioni più semplici (cre-are un ambiente accogliente, intervenire nella discus-sione, portare una testimonianza... ) per assumere unruolo progressivamente più attivo mano a mano cheessi acquistano le competenze richieste (soprattuttoattraverso gli incontri di équipe, le verifiche, le lettureconsigliate, ecc.).

Ciò richiede ovviamente da parte del sacerdoteuna particolare attenzione nel seguire il gruppo deglianimatori.

Per formare gli operatori occorre elaborare dei

carenzanumerica

«CHIAMARE»OPERATORI

incoraggiaregli sposia questoservizio

dove cercarli

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progetti.

Il Centro Famiglia potrà curare direttamente inizia-tive a livello diocesano (ad es. Scuola per operatoridi pastorale familiare, sussidi idonei, ecc.); sarà im-portante però che tali iniziative si inseriscano in pro-getti più articolati. La formazione degli operatori in-fatti presuppone una sensibilizzazione, richiede nonsolo scuole e corsi ma anche l'impegno graduale, l'ac-compagnamento personale e proposte personalizzate,ed esige poi che gli operatori formati vengano valo-rizzati nel servizio. I progetti formativi pertanto saran-no più efficaci se elaborati a livello zonale (con l'aiutodelle strutture diocesane), in modo da poter megliorispondere alle esigenze locali.

Conclusione

La Commissione diocesana della Famiglia auspicache il presente documento possa diventare oggetto distudio e di confronto soprattutto nei Consigli pastoralidi decanato, e che in quella sede nascano iniziativeconcrete e progetti organici di rinnovamento della pa-storale prematrimoniale in diocesi.

L’impegno della Commissione comunque resta an-che quello di far circolare le esperienze positive, di

formarei sacerdoti

metododel «tirocinio»

FORMAREOPERATORI

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raccogliere idee e di fornire stimoli perché questorinnovamento si svolga in maniera dinamica e ognicomunità cristiana sia sempre più consapevole dellasua responsabilità di accompagnare con impegno ilformarsi di ogni «chiesa domestica».

progettiformativi alivello di Zona

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APPENDICE

Sono indicati qui di seguito in ordine cronologico i principali docu-menti di Magistero di questi ultimi anni, contenenti indicazioni sullapastorale prematrimoniale.

Inoltre sono riportati per esteso i testi più significativi del DirettorioCEI e delle nostre Costituzioni Sinodali.

* Matrimonio e famiglia oggi in Italia (CEI 1969), special-mente i nn. 17-18;

* Evangelizzazione e sacramento del matrimonio (CEI1975), specialmente i nn. 61-82;

* Comunione e comunità nella chiesa domestica (CEI 1981);

* Familiaris consortio, Esortazione apostolica di GiovanniPaolo II «circa i compiti della famiglia cristiana nel mon-do di oggi» (1981), specialmente il n. 66;

* La famiglia di Dio sulle strade dell'uomo (Sinodo dioce-sano Tridentino 1986): 2,24-25; 3,113-119;

* La preparazione dei fidanzati al matrimonio e alla fami-glia (Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia,CEI 1989);

* Direttorio di pastorale familiare per la Chiesa in Italia(CEI 1993), specialmente i nn. 37-68.

* La famiglia nella società del benessere - Lettera allefamiglie del Nord-Est (Conferenza Episcopale Triveneta1994);

* Lettera alle Famiglie del Papa Giovanni Paolo II (1994).

Dalle costituzioni del XIX Sinodo Tridentino«La famiglia di Dio sulle strade dell'uomo» (Trento 1986)

2/24. Altra occasione propizia alla catechesi degli adulti è il sacra-mento del Matrimonio. La comunità cristiana, riconoscendo nella voca-zione alla famiglia un dono dello Spirito, si premura di offrire a coloroche chiedono il sacramento un aiuto perché la loro vita diventi annunciodi fede e segno di vero amore.

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A questo fine sono da qualificare come esplicito itinerario di fede i corsiper fidanzati, nei quali viene proposto il significato cristiano del Matri-monio. Insieme ai valori umani dell’amore, della sessualità e della fami-glia, venga dato rilievo a ciò che costituisce il «proprio» del sacramento,venga illustrato il rito liturgico, e venga offerta l’occasione di affrontare inluce evangelica i problemi morali ed educativi, e di illuminare le prospet-tive di santificazione sia degli sposi sia della famiglia.

Anche i colloqui pastorali con le singole coppie di fidanzati vanno ispira-ti ai contenuti e al metodo di un preciso itinerario di fede. Non si manchidi suggerire agli sposi letture adatte, tra queste in primo luogo testi diScrittura e di Magistero, e appropriati sussidi di catechesi.

2/25. Forma efficace di catechesi matrimoniale è un progressivo cam-mino di fede realizzato insieme ad altri fidanzati e a qualche coppia diconiugi, con la guida di un sacerdote. Gli obiettivi sono la conoscenzadel mistero sponsale di Cristo e della Chiesa, la riflessione sugli ideali eresponsabilità del matrimonio cristiano, e una consapevole preparazionealla liturgia nuziale.

Non manchi in questi gruppi l’aiuto a migliorare i rapporti interpersonali,ad assimilare i criteri morali che devono guidare la vita di coppia, acomprendere il ministero coniugale in relazione ai figli e alla comunitàcristiana.

3/113. L’amore sponsale tra l’uomo e la donna è un valore fondamenta-le per l’umanità. A immagine della donazione di Cristo per la Chiesa (Ef5,25.32), gli sposi cristiani esprimono, nel segno sacramentale dellareciproca alleanza, la loro partecipazione al mistero d’amore Trinitario.L’amore umano ne risulta santificato nei valori originali di fedeltà efecondità.

Il Matrimonio pertanto è chiamata, dono e missione. Celebrarlo nellafede diviene segno efficace della comunione degli uomini con Dio e tradi loro; si presenta quindi, di sua natura, non come evento privato macome fatto ecclesiale (cfr 4,59-72).

3/114. La grazia sacramentale del Matrimonio, nel quale Dio stesso sifa garante dell’alleanza, aiuta gli sposi a realizzare le dimensioni tipichedell’amore: a rendersi cioè disponibili a vivere in reciproca fedeltà tuttele vicende del comune cammino, e a farsi aperti alla trasmissione dellavita.

Perseverando in questo amore gli sposi cristiani, quasi «sacerdoti nellafamiglia», si aiutano e sostengono nella strada verso la santità (LG 11).

3/115. Gli sposi cristiani, quali ministri del sacramento, vanno indotti afarsi in qualche modo protagonisti della celebrazione: non solo con il

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consenso, ma nella scelta e lettura dei testi biblici e dei canti, nellapreparazione della preghiera dei fedeli, nella presentazione delle offerte,nel disporsi a parteciparvi direttamente con la Comunione sacramenta-le.

Può essere pastoralmente opportuno che in questa preparazione sianoaiutati dal sacerdote che celebrerà il Matrimonio.

3/116. Negli incontri in preparazione al Matrimonio, i sacerdoti curinocon i fidanzati uno stile di accoglienza e di apertura «missionaria»,intesa cioè ad aiutarli nella fede e coscienza cristiana.

In particolare si tengano presente queste situazioni.

* Nel caso di richiesta di Matrimonio da parte di giovani minorenni, iparroci li aiutino a riconoscere l’opportunità di attendere fino a potersigarantire la necessaria maturità di scelta e di decisione. Se si ri-scontrano difficoltà, ricorrano all’Ordinario.

* I fidanzati che da tempo hanno perso i contatti con la Chiesa venga-no in un primo tempo aiutati a prendere coscienza che i sacramentisono espressione di fede, e suppongono perciò l’accoglienza delVangelo. Verranno così indotti a esprimere a ragion veduta la richie-sta del sacramento, e ad approfondire ulteriormente la loro prepara-zione in clima cristiano.

* Quando risulti dubbia la libertà o maturità psicologica in ordine alMatrimonio, i fidanzati vengano indirizzati all’Ordinario.

3/117. I sacerdoti si ritengano responsabili che il Matrimonio - normal-mente incluso nella Eucaristia - venga celebrato in modo tale da riusci-re vero annuncio e testimonianza di fede per tutti i partecipanti. Nonconsentano pertanto che il rito sia occasione di discriminazioni, sperpe-ri, distrazioni.

L’omelia, durante la celebrazione, non si riduca a una serie di esortazio-ni, ma illustri il significato del rito, e il mistero di grazia che vi sicompie.

3/118. Ad esprimere la partecipazione della famiglia parrocchiale almatrimonio cristiano, questo può qualche volta venire celebrato durantela Messa comunitaria, festiva o feriale. Quando lo si ritenga opportuno,se ne faccia proposta agli sposi, senza vincolare però la loro scelta.

3/119. Per la loro caratteristica di ecclesialità, il luogo proprio dellenozze cristiane è la parrocchia di appartenenza. Normalmente perciò ilMatrimonio va celebrato nella chiesa parrocchiale di uno degli sposi odella comunità ove sta per nascere la nuova famiglia. La celebrazionepuò essere consentita in altra chiesa non parrocchiale, se in questaabitualmente si ritrova per l’Eucaristia la comunità cui appartiene uno

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degli sposi.

Se questi richiedano per le nozze altra località, si chiariscano ad essile ragioni per cui - similmente a quanto avviene per gli altri sacramenti -anche il Matrimonio ha il suo ambiente proprio nella parrocchia. Solo incasi straordinari sia pertanto consentito di celebrarlo in altra chiesa ooratorio (can. 1115.1118).

Dal Direttorio di pastorale familiareper la Chiesa in Italia (CEI 1993)

39. A livello ecclesiale, le iniziative volte a a preparare i fidanzati alsacramento del matrimonio spesso arrivano troppo tardi e in momentipoco favorevoli, non sempre sfuggono al rischio della episodicità e dellagenericità, faticano ad essere attente al cammino dei giovani fidanzatiche molte volte appaiono come «lontani» dalla Chiesa e dalla vita difede, difficilmente riescono a trasmettere un’adeguata concezione del-l’amore e sono in grado di rispondere a quesiti che, se eventualmenteposti, sono già stati risolti...

40. Se questa è la situazione, non sono necessarie altre considerazioniper avvertire come la pastorale prematrimoniale, in ogni sua articolazio-ne, costituisca uno dei capitoli più urgenti, importanti e delicati di tuttala pastorale familiare. Tale pastorale si trova di fronte a una svoltastorica. Essa è chiamata ad un confronto chiaro e puntuale con larealtà e a una scelta: o rinnovarsi profondamente o rendersi sempre piùininfluente e marginale. Di qui, in particolare, la necessità di una curapastorale del fidanzamento che aiuti a riscoprirne e a viverne il sensoumano e cristiano e di una preparazione immediata o particolare almatrimonio più attenta, puntuale e articolata.

A. IL TEMPO DEL FIDANZAMENTO

Tempo di crescita, di responsabilità e di grazia

41. Il tempo del fidanzamento non è soltanto un momento di passaggioe di preparazione a un futuro: è un tempo in se stesso importante. E’tempo di crescita, di responsabilità e di grazia...

Cura pastorale dei fidanzati

44. Si rivela, perciò, urgente e necessaria una più attenta cura pastora-le dei fidanzati, vissuta attraverso la quotidianità di scelte, proposte,iniziative: non limitate al tempo che precede immediatamente la cele-brazione del matrimonio, ma capaci di valorizzare tutto il tempo del

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fidanzamento.Essa va attuata in stretta sintonia con la pastorale giovanile e vocazio-nale e deve essere preceduta da attenzioni e iniziative rivolte a quanti,pur senza essere ancora fidanzati, cominciano ad assumere atteggia-menti paragonabili a quelli dei fidanzati stessi.E’ compito che riguarda e interpella ogni comunità cristiana e, in parti-colare, ogni parrocchia... I fidanzati stessi, i presbiteri, gli animatori e icatechisti, i responsabili delle associazioni, dei gruppi e dei movimentidevono sentirsi impegnati a conoscere meglio caratteristiche, opportuni-tà e problemi propri del tempo del fidanzamento... Occorre soprattuttomantenere vivo il contatto e il dialogo con tutti questi giovani in coppiae, quando si fosse allentato, occorre ristabilirlo...In un adeguato progetto e cammino di pastorale giovanile, c’è da pro-porre, in modo organico e stabile, incontri, iniziative, esperienze perchéquesti giovani possano accostarsi con la calma e la serietà necessariealle problematiche della vita matrimoniale...

45. Una specifica attenzione va riservata alla dimensione vocazionaledel periodo del fidanzamento. Le realtà educative devono trovare occa-sioni e modi per annunciare che esso ha un carattere eminentementevocazionale, per aiutare i giovani fidanzati a interrogarsi sulle motivazio-ni vere e profonde che li orientano alla scelta matrimoniale, per verificareil cammino che stanno facendo...

46. Pur riservando loro una cura particolare e riconoscendo e rispettan-do nello stesso tempo il loro bisogno di momenti e di spazi di tranquil-lità e di riservatezza, la pastorale per il tempo del fidanzamento dovràaiutare questi giovani in coppia a superare il rischio di una concezioneprivatistica dei loro rapporti e, perciò, ad evitare ogni chiusura, ogniintimismo e ogni rinuncia non giustificata all’impegno nella comunitàecclesiale e in quella civile...

47. Un aspetto fondamentale di questa complessiva cura pastorale deifidanzati consiste in una «esatta visione dell’etica cristiana riguardantela sessualità»... In questa ottica è certamente necessaria una com-prensione e un’assunzione serena e gioiosa della sessualità, comepure, di fronte agli errori e ai peccati, non ci si deve mai stancare diaprire il cuore di ogni persona al pentimento e alla fiducia nella miseri-cordia e nel perdono di Dio...E’ pure necessario richiamare con fermezza e limpidità che non sonoammissibili comportamenti che suppongono già quella fusione delleesistenze che è propria solo dei coniugi, come i cosiddetti rapportiprematrimoniali. In particolare è necessario mostrare come sia propriouna positiva considerazione dell’unione sessuale e del suo significato apermettere di cogliere le motivazioni della illiceità dei rapporti prematri-

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moniali. Infatti, «essi si pongono come segno di una realtà che ancoranon esiste» poiché non sono capaci di «esprimere e di attuare unacomunione di amore totale, definitivo e pubblicamente riconosciuto» chesi può avere solo con il matrimonio e che va costruito attraverso unlungo e paziente tirocinio.

B. LA PREPARAZIONE PARTICOLARE E IMMEDIATA

Caratteristiche, scopi, forme

50. La preparazione particolare e immediata al sacramento del matrimo-nio, soprattutto oggi, si presenta come un momento importante di tuttala pastorale prematrimoniale. Essa domanda di essere collegata con lapreparazione generale e remota, di essere attuata all’interno di un’ade-guata pastorale giovanile e di una articolata e organica catechesi, diaprirsi e di orientare alla continuazione del cammino attraverso la suc-cessiva pastorale delle coppie-famiglie giovani.

51. Oggi più che mai, come l’intero tempo del fidanzamento, questapreparazione si presenta come una vera e propria occasione di evange-lizzazione degli adulti e, spesso, dei cosiddetti «lontani». Sono, infatti,numerosi gli adolescenti e i giovani per i quali l’approssimarsi dellenozze costituisce l’occasione per incontrare di nuovo una realtà damolto tempo relegata ai margini della loro vita; essi, peraltro, si trovanoin un momento particolare, caratterizzato spesso anche dalla disponibi-lità a rivedere e cambiare l’orientamento dell’esistenza...

52. Scopo della preparazione particolare e immediata è di aiutare ifidanzati a realizzare «un inserimento progressivo nel mistero di Cri-sto», nella Chiesa e con la Chiesa...

53. Molteplici possono essere i modi e le forme con cui proporre eattuare tale preparazione. Ma, come abbiamo avuto già modo di sottoli-neare da diversi anni, la forma più rispondente alla realtà del matrimonioe alle esigenze attuali è quella degli itinerari di fede. Tale forma non èsolo da privilegiare, ma deve diventare sempre più la «norma» nel cam-mino di preparazione al matrimonio, quale obiettivo concreto, anche segraduale, da prospettare per tutte le coppie che chiedono il sacramentodel matrimonio...

54. Proprio perché si tratta di uno specifico cammino educativo, anchequesta fase della preparazione richiede iniziative differenziate, in gradodi accompagnare le diverse coppie di fidanzati nel modo più appropriatoalla loro situazione e ai loro bisogni. Ogni coppia, infatti, quando do-manda il matrimonio, si presenta con un proprio profilo spirituale, conuna propria storia, o con un cammino o un non cammino di fede dopo ilbattesimo; alcune coppie non hanno neppure portato a termine con lacresima l’itinerario di iniziazione cristiana...

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55. Infine, per la finalità che la contraddistingue, questa preparazione«non può non avvenire se non nel contesto concreto di una comunitàcristiana che professa la fede, la celebra nel culto, la esprime nellavita». Essa chiama in causa la responsabilità dell’intera comunità, nellesue varie articolazioni ed espressioni: dai presbiteri ai laici, dai coniugiai fidanzati stessi.

Itinerari di preparazione al matrimonio

56. Per quanto riguarda i corsi o gli itinerari di preparazione al matrimo-nio, essi rientrino nel progetto educativo di ogni Chiesa particolare edassumano sempre più la caratteristica di itinerari educativi.

A tale scopo ci si preoccupi perché possibilmente ogni comunità par-rocchiale sia in grado di offrire questi itinerari di fede innanzitutto aipropri fidanzati. Questi per parte loro vi partecipino volentieri e respon-sabilmente.

58. I contenuti proposti, partendo dalla realtà umana vissuta dai fidanza-ti e illuminandola e interpretandola con l’annuncio del Vangelo, dovran-no permettere ai fidanzati di giungere a conoscere e a vivere il misterocristiano del matrimonio.In tale ottica, vanno tenuti presenti e approfonditi: la verità e il significatodel proprio essere persona e della propria sessualità; la riscoperta delSignore Gesù come senso della propria vita e della stessa esperienzadi coppia; il valore e le caratteristiche dell’amore e, in particolare, del-l’amore coniugale; il significato del matrimonio e il suo valore sociale eistituzionale, anche di fronte a tendenze, sempre più diffuse, a un suo«superamento» nelle convivenze di fatto; il bene della fedeltà e delladefinitività dell’impegno e dell’amore; il rapporto intrinseco del pattomatrimoniale con la trasmissione della vita e la riscoperta del valoredella procreazione; le responsabilità nei confronti della storia e dellasocietà che derivano dalla vita matrimoniale; la sacramentalità del ma-trimonio, che ne costituisce la novità cristiana; le dimensioni e le esi-genze propriamente ecclesiali della vita matrimoniale e familiare.Tali contenuti, la cui più puntuale e concreta determinazione è compitodi ogni Vescovo diocesano, vanno comunque proposti con un linguaggioe un’attenzione propriamente catechistici.

Stile, metodi, durata

59. Proprio perché itinerari educativi e di fede, gli incontri non si riduca-no a cicli di lezioni o di conferenze. Essi siano momenti di evangelizza-zione e di catechesi, aprano alla preghiera e alla vita liturgica, orientinoe spronino alla carità, sappiano anche coinvolgere e interessare i fidan-zati così da aiutarli e stimolarli a fare una significativa esperienza di

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fede e di vita ecclesiale. Non si tralasci neppure di valorizzare l’apportoche i fidanzati stessi possono offrire per una più adeguata azione pasto-rale...

Risultano decisive sia la disponibilità delle coppie a «farsi carico» diuna o due coppie di fidanzati lungo tutto il cammino di preparazione, siala presenza di una équipe educativa che agisca in modo unitario e siaveramente capace di accompagnare e di animare.

60. Lo stile sia quello dell’accoglienza e dell’animazione, vissuto anchecon gesti e momenti concreti di familiarità, di attenzione, di ascolto, diconfronto, di gioia...

61. Circa i tempi della preparazione immediata, pur riaffermando chenormalmente essa deve iniziare almeno tre mesi prima delle nozze epur rispettando la facoltà di ogni Vescovo diocesano a fissare modalitàe tempi diversi, riteniamo auspicabile che i fidanzati siano invitati apresentarsi al Parroco almeno un anno prima della data prevista per lenozze....

62. Quanto al numero degli incontri di preparazione e alla durata dell’in-tero itinerario, mentre suggeriamo che essi coprano un tempo abba-stanza prolungato, di circa due mesi, con frequenza settimanale, ricor-diamo che spetta al Vescovo diocesano precisare ulteriormente questiaspetti. In ogni caso sarebbe importante che, anche a tale riguardo, sututto il territorio della Diocesi si segua una prassi unitaria.

Se possibile, nell’approssimarsi della data delle nozze, venga propostoanche un momento più prolungato di preghiera o di «ritiro spirituale»,che aiuti i futuri sposi a riconoscere e a vivere il «mistero» del loroamore.

Obbligatorietà

63. La partecipazione ai corsi o itinerari di preparazione al matrimoniodeve essere considerata come moralmente obbligatoria, senza, peraltro, che la sua eventuale omissione costituisca un impedimento per lacelebrazione delle nozze...

Colloqui con il Parroco

64. Accanto agli itinerari comunitari appena descritti e in stretto colle-gamento con essi, restano sempre necessari e insostituibili i colloquicon il Parroco.Essi rappresentano un momento importante e privilegiato di personaliz-zazione del dialogo con la coppia, sia per l’impostazione del camminoda compiere, il suo accompagnamento e la sua verifica, sia per una più

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puntuale catechesi e spiegazione del rito della celebrazione del matri-monio, sia per affrontare specifici casi di coscienza o problemi partico-lari, sia per l’espletamento degli indispensabili adempimenti giuridici...

66. Particolare cura sia riservata all’esame dei nubendi, il quale, dinorma, conclude la preparazione immediata al matrimonio e suppone laconclusione dell’itinerario o corso per i fidanzati. Finalizzato a verificarela libertà e l’integrità del consenso, la volontà di sposarsi secondo lanatura, i fini e le proprietà essenziali del matrimonio, l’assenza di impe-dimenti e di condizioni, questo esame sia fatto dal Parroco «con dili-genza, interrogando separatamente i nubendi». Esso sia pure valorizza-to e vissuto da parte del presbitero insieme con ogni fidanzato comemomento significativo e singolare di discernimento sapienziale circal’autenticità della domanda religiosa del matrimonio e la maturazioneavvenuta soprattutto in ordine alla volontà di celebrare un patto coniuga-le come lo intende la Chiesa.

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INDICE

Presentazione dell'Arcivescovo 3

Premessa 5

Gli obiettivi 6

La situazione in diocesi 10

1. I destinatari 13

2. I contenuti 16

3. Il metodo 25

4. Gli operatori 33

Conclusione 37

Appendice:

- Elenco delle fonti di Magistero 39

- Dalle Costituzioni del XIX Sinodo Tridentino 39

- Dal Direttorio di pastorale familiare per la Chiesa in Italia 42