Organizzazione attività di prelievo e censimento - ATC PS2 · di prelievo e censimento Corso per...

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Organizzazione attività Organizzazione attività di prelievo e censimento di prelievo e censimento Corso per l’abilitazione della figura tecnica di: Responsabile di Distretto per la caccia agli Ungulati con metodi selettivi (R.R. 3/12 e ss. mm. ii., art. 2, comma 1, lett. b).

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Organizzazione attività Organizzazione attività

di prelievo e censimentodi prelievo e censimento

Corso per l’abilitazione della figura tecnica di:

“Responsabile di Distretto

per la caccia agli Ungulati con metodi selettivi”

(R.R. 3/12 e ss. mm. ii., art. 2, comma 1, lett. b).

Il Responsabile di

Distretto ha il compito di

certificare l’abbattimento

effettuato, ovverosia deve

registrare sulla scheda

d’abbattimento la specie,

la classe d’età ed il sesso

dell’animale abbattuto

che gli viene sottoposto

dal cacciatore autore

dell’abbattimento

Morfologia: Morfologia: sviluppo del palco del capriolosviluppo del palco del capriolo

Lo sviluppo del palco ha inizio a pochi mesi di età, quando nei giovani maschi si formano (sulle ossa frontali) 2 abbozzi ossei.

la crescita degli abbozzi stira la pelle sovrastante, diventando visibile a circa 4/5 mesi di età.

Morfologia: Morfologia: sviluppo del palco del capriolosviluppo del palco del capriolo

Dopo altri due-tre mesi l’accrescimento si arresta e la pelle che ricopre gli abbozzi si secca lasciando scoperte le 2 piccole protuberanze di pochi centimetri.

Poco tempo dopo (meno di un mese) la sommità degli abbozzi si stacca e cadesugli steli così formatisi

inizia la crescita dei primi veri e propri palchi.

Il primo trofeo sarà pronto dopo circa 3 mesi.

La sommità che si distacca è una sorta di piccola cupola cartilaginea di ridotte dimensioni (in pratica il “tappo” degli

steli)

Morfologia: Morfologia: sviluppo del palco del capriolosviluppo del palco del capriolo

Il primo trofeo è di solito formato da due piccole stanghe, senza diramazioni o al limite con un leggero accenno di punte.

Nei palchi di “seconda testa” si delineano, di norma ed in modo più o meno accentuato, le caratteristiche 3 punte

In seguito si assiste ad un costante incremento del volume del palco fino alla senilità, quando inizierà il “regresso”.

Morfologia: Morfologia: sviluppo del palco del capriolosviluppo del palco del capriolo

Nell’immagine di sinistra possiamo notare la crescita di un palco di prima testa (con stanghe notevolmente diverse l’una dall’altra) all’inizio della primavera; al centro un coetaneo decisamente più “vigoroso” col primo trofeo pulito, nella tarda estate ed una sua possibile condizione di crescita della “seconda testa” (immagine a destra) a fine inverno.

Morfologia: Morfologia: sviluppo del palco del capriolosviluppo del palco del capriolo

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Morfologia: Morfologia: sviluppo del palco del capriolosviluppo del palco del capriolo

Morfologia: Morfologia: sviluppo del palco del capriolosviluppo del palco del capriolo

A titolo puramente esemplificativo illustriamo di seguito, con una serie di immagini, alcune caratteristiche di diverso sviluppo dei palchi nelle differenti classi di età. Lo sviluppo dei palchi è (come ripetutamente detto) condizionato da molteplici fattori la cui importanza ed influenza (anche temporanea) risulta quasi sempre di difficile valutazione e quantificazione.

Tre esempi di trofei appartenuti a maschi di classe 1 che denotano uno sviluppo modesto del primo palco, anche se, nel caso dell’ultimo trofeo a destra è probabile una temporanea limitazione dello sviluppo dovuta ad eccessivo freddo durante la ricrescita, oppure alla rottura delle stanghe causata da un evento traumatico.

Morfologia: Morfologia: sviluppo del palco del capriolosviluppo del palco del capriolo

Altri tre esempi di trofei appartenuti a maschi di classe 1 che denotano invece un buon sviluppo del primo palco, ognuno dei quali con caratteristiche peculiari.

Morfologia: Morfologia: sviluppo del palco del capriolosviluppo del palco del capriolo

Situazione poco frequente che denota la predisposizione allo sviluppo di un trofeo di eccellente qualità: prima testa con stanghe robuste ed accenno di forca nella stanga sinistra. (In ambiti sottoposti a gestione venatoria questo è un classe uno da non prelevare)

Morfologia: Morfologia: sviluppo del palco del capriolosviluppo del palco del capriolo

In queste due immagini possiamo individuare uno sviluppo mediocre (a sinistra) ed un buon sviluppo (a destra) di un trofeo di terza testa.

Morfologia: Morfologia: sviluppo del palco del capriolosviluppo del palco del capriolo

Un altro esempio di discreto trofeo di quarta testa che presenta una escrescenza ossea alla base dello stelo destro (probabilmente un accenno di “terzo palco” mai sviluppatosi).

Per il trofeo raffigurato qui sopra più che di “terzo palco”, occorre parlare di “ulteriore punta” in quanto non si è sviluppata sugli steli ma sul bordo della rosa del palco sinistro.

Morfologia: Morfologia: sviluppo del palco nel dainosviluppo del palco nel daino

Il palco di prima testa è costituito dai “fusi” (stanghe piuttosto corte e non ramificate da cui il nome “fusoni”).

Nel palco di seconda testa possono comparire solo oculare, mediano, spina e vertice, oppure presentare già un accenno più o meno sviluppato di “pala”

Da questa fase in poi, di anno in anno i palchi e la larghezza della pala aumentano di dimensione e complessità strutturale ma ,fino a che la pala non supera i 10 cm. di larghezza, i maschi vengono ancora classificati “balestroni”.

Balestroni

Fusoni

Occorre ovviamente in tal caso valutare anche altre caratteristiche (la grossezza della stanga, il grado di apertura, le dimensioni e curvatura dell’oculare) che, pur essendo caratteri influenzabili da variabilità individuale, possono, oltre ovviamente alle dimensioni e struttura dell’animale, aiutarci nella determinazione della classe di età.

Si possono a volte osservare individui che, valutati solo in funzione della larghezza della pala, risultano di dubbia classificazione.

?

Balestroni: fino a 10 cm. di larghezza della pala; solitamente stanga ancora piuttosto sottile, oculare diritto o scarsamente ricurvo, apertura scarsa e punta posteriore poco sviluppata (occorre comunque valutare sempre anche la struttura corporea).

Palanconi: oltre 10 cm. di larghezza della pala; di norma stanga robusta, oculare con la parte terminale rivolta in alto, apertura notevole, punta posteriore ben sviluppata (è buona norma valutare sempre anche la struttura corporea, la grossezza del collo, la vistosità del pomo d’Adamo e le dimensioni).

Palanconi

Solchi lasciati dalle vene del velluto

Morfologia: Morfologia: sviluppo del palco nel dainosviluppo del palco nel daino

Morfologia: Morfologia: sviluppo del palco nel dainosviluppo del palco nel daino

Alcune possibili tipologie dei palchi di individui classificabili come balestroni.

A CB

A = Buon sviluppo del palco di seconda testa (tre anni) o scarso sviluppo di quello di terza testa (quattro anni)

B e C = Buon sviluppo del palco di terza testa o scarso sviluppo di quello di quarta testa; (da notare nel palco C la struttura già incurvata dell’oculare e le maggiori dimensioni della stanga e della rosa che indicano come più probabile l’ipotesi di scarso sviluppo della quarta testa).

Morfologia: Morfologia: sviluppo del palco nel dainosviluppo del palco nel daino

A CB

A e B = Scarso sviluppo del palco di quinta testa e successive o buon sviluppo di quello di quarta testa C e D = Buon sviluppo del palco di quinta testa e successive.

Alcune possibili tipologie dei palchi di individui classificabili come palanconi.

D

( ) = fase iniziale di eruzione del dente. In grassetto i denti definitivi.

Stima dell’età del Capriolo dalla dentatura: stato di eruzione ed usura

Incisivi Canini Premolari Molari

Alla nascita        

 

1 2 3   Emimascella

1 2 3 1 1 2 3   Emimandibola

A circa 4 mesi       

 

1 2 3 1 (2)   Emimascella

1 2 3 1 1 2 3 1 (2)   Emimandibola

A circa 6 mesi       

 

1 2 3 1 2   Emimascella

1 2 3 1 1 2 3 1 2   Emimandibola

A circa 8 mesi       

 

1 2 3 1 2   Emimascella

1 2 3 1 1 2 3 1 2   Emimandibola

A circa 9 mesi       

 

1 2 3 1 2   Emimascella

1 2 3 1 1 2 3 1 2   Emimandibola

A circa 10 mesi

       

 

1 2 3 1 2 (3) Emimascella

1 2 3 1 1 2 3 1 2 (3) Emimandibola

A circa 12-13 mesi

       

 

1 2 (3) 1 2 3 Emimascella

1 2 3 1 1 2 (3) 1 2 3 Emimandibola

A circa 14 mesi definitiva

       

 

1 2 3 1 2 3 Emimascella

1 2 3 1 1 2 3 1 2 3 Emimandibola

Emimandibola dx

Emimascella dx

La dentatura del capriolo adulto è costituita da 32 denti: 12 molari, 12 premolari, due canini “incisivizzati” e 6 incisivi (canini e incisivi sono presenti solo nelle mandibole).

Diastema

Caratteristiche di riconoscimento delle diverse classi di età: valutazione dell’età dall’arcata dentale (terminologia)

I denti del capriolo (come quelli di tutti i ruminanti) si consumano progressivamente durante il corso della vita evidenziando quindi una usura maggiore col progredire dell’età che si manifesta con una modificazione sostanziale della struttura del dente: le cuspidi si consumano mettendo in evidenza strisce di dentina sempre più spesse ed il dente si appiattisce sempre di più, la fessura che separa le cuspidi linguali dalle cuspidi guanciali si assottiglia restringendosi fino quasi a scomparire del tutto.

Cuspidi linguali

Cuspidi guanciali

Strisce di dentina

Fessure fra le cuspidi

Emimandibola destra di capriolo osservata capovolta (parte anteriore a sinistra)

Alla nascita i caprioletti presentano 6 incisivi, 2 canini e 12 premolari, tutti da latte. Attorno al III mese spunta il l° molare, verso il V-VI mese il 2° molare e poco prima dell’anno il 3° molare, tutti definitivi.

Due momenti dell’eruzione dei molari: spunta il primo molare attorno al terzo mese di vita (immagine A); a poco meno di un anno inizia a spuntare il terzo molare (immagine B). Da notare, in entrambi i casi, il terzo premolare tricuspidato (e quindi da latte).

A B

Caratteristiche di riconoscimento delle diverse classi di età: valutazione dell’età dall’arcata dentale

Caratteristiche di riconoscimento delle diverse classi di età: valutazione dell’età dall’arcata dentale

Gli incisivi da latte vengono mutati tra il V e il X mese, i premolari fra l’XI e il XIV mese; l’ultimo a mutare è il 3° premolare. Quest’ultimo si presenta trilobato quando è da latte e bilobato quando è definitivo e può essere quindi facilmente utilizzato per valutare se l’individuo ha un’età inferiore o superiore ai 13-14 mesi.

Nell’immagine a sinistra si può osservare il particolare della fase finale della sostituzione del terzo premolare da latte, tricuspidato e ormai molto usurato, con quello definitivo bicuspidato; a destra come si presenta l’emimandibola destra di un capriolo di circa 16 mesi con la dentatura definitiva.

Caratteristiche di riconoscimento delle diverse classi di età: valutazione dell’età dall’arcata dentale

Una volta terminata la sostituzione-eruzione di tutti i denti, l’unico elemento di valutazione è il grado di usura degli stessi. La valutazione del grado di usura consente una determinazione ancora precisa delle femmine di classe uno (per le quali non si può utilizzare il trofeo come per i maschi ) in quanto l’usura delle cuspidi linguali del terzo premolare e del terzo molare (gli ultimi denti definitivi a comparire) è ancora molto limitata e le cuspidi risultano ancora quasi totalmente coperte dallo smalto (non si vedono o sono appena percettibili le strisce di dentina).

Trascorso un anno (quindi ci riferiamo ad animali di tre anni) l’usura inizia a fare comparire le righe di dentina (più o meno spesse in funzione del tipo di alimentazione) anche nelle cuspidi linguali del terzo premolare e del terzo molare.

Caratteristiche di riconoscimento delle diverse classi di età: valutazione dell’età dall’arcata dentale

Dal terzo anno in poi la valutazione dell’età dal grado di usura dei denti diventa necessariamente meno precisa (si allarga la forbice della classe di età di possibile appartenenza) ed una corretta attribuzione è principalmente frutto di esperienza.

A puro titolo esemplificativo e di raffronto diretto, in questa immagine, che raffigura quattro emimandibole destre di capriolo (sempre osservate capovolte e con la parte anteriore a sinistra), sono rappresentate quattro diverse “categorie” (più che classi) di età. Nell’immagine A) é rappresentata la situazione riscontrabile in un animale di prima classe, cioè nel secondo anno di vita, mentre nella B) la condizione è relativa ad un animale di 3-4 anni. Le immagini C) e D) si riferiscono rispettivamente ad animali di 5-6 anni e ad animali anziani, probabilmente oltre il 7° anno di età.

A B

C D

Incisivi Canini Premolari Molari

Alla nascita        

 

1 2 3 Emimascella

1 2 3 1 1 2 3 Emimandibola

A circa 3-4 mesi

       

 

1 2 3 Emimascella

1 2 3 1 1 2 3 (1) Emimandibola

A circa 7 mesi 

1 2 3 1 (2) Emimascella

1 2 3 1 1 2 3 1 (2) Emimandibola

A circa 13 mesi  

1 2 3 1 2 Emimascella

1 2 3 1 1 2 3 1 2 Emimandibola

A circa 17 mesi  

1 2 3 1 2 Emimascella

1 2 3 1 1 2 3 1 2 (3) Emimandibola

A circa 21 mesi  

1 (2) 3 1 2 (3) Emimascella

1 2 3 1 1 (2) 3 1 2 (3) Emimandibola

A circa 26 mesi  

(1) 2 3 1 2 3 Emimascella

1 2 3 1 (1) 2 3 1 2 3 Emimandibola

Emimandibola dx

Emimascella dx

( ) = fase iniziale di eruzione del dente. In grassetto i denti definitivi.

La dentatura del daino adulto è costituita da 32 denti: 12 molari, 12 premolari, due canini “incisivizzati” e 6 incisivi (canini e incisivi sono presenti solo nelle mandibole).

I piccoli daini nascono con 20 denti da latte (6 incisivi, 2 canini, 12 premolari). I molari definitivi sono messi in sequenza in direzione anteroposteriore. I premolari definitivi erompono dopo i molari in sequenza invertita rispetto a questi ultimi.

Stima dell’età del Daino dalla dentatura: stato di eruzione ed usura

Stima dell’età dalla dentatura (ordine di eruzione)

Terzo premolare tricuspidato nella mandibola di un fusone di 19 mesi di età

Da notare l’inizio dell’eruzione del terzo molare e la comparsa del terzo premolare definitivo sotto al tricuspidato

Terzo premolare bicuspidato nella mandibola di una femmina di daino di età superiore ai 30 mesi (dentatura definitiva)

Una volta terminata la sostituzione-eruzione di tutti i denti, l’unico elemento di valutazione dell’età è il grado di usura degli stessi dal momento che si consumano progressivamente durante il corso della vita evidenziando quindi una usura maggiore col progredire dell’età che si manifesta con una modificazione della struttura del dente: le cuspidi si consumano mettendo in evidenza strisce di dentina sempre più spesse ed il dente si appiattisce sempre di più, la fessura che separa le cuspidi linguali dalle cuspidi guanciali si assottiglia restringendosi fino quasi a scomparire del tutto.

PRINCIPI DI ECOLOGIAPRINCIPI DI ECOLOGIA

DINAMICA DI POPOLAZIONE

Studio delle caratteristiche e dell’evoluzione di una popolazione

POPOLAZIONE

Insieme di individui di una stessa specie che occupano una determinata area e

che hanno tra loro possibilità di scambi genetici

PRINCIPI DI ECOLOGIAPRINCIPI DI ECOLOGIAConsistenza

numero di individui presenti in un’area definita in un momento determinato (N)

Densità

numero di individui rapportati allo spazio in cui si trovano. Quindi la densità si misura come N/superficie.

Per i grandi mammiferi si esprime generalmente come N/Km2 (100 ettari)

Tasso intrinseco di accrescimento annuoquantità percentuale di accrescimento annuale di una popolazione (r)

Incremento Utile Annuonumero di individui che incrementano numericamente la popolazione

in un anno (I.U.A.)

PRINCIPI DI ECOLOGIAPRINCIPI DI ECOLOGIA

Natalitànumero di individui che nascono in un dato tempo. Vi è una

natalità teorica ed una effettiva o ecologica

Mortalitànumero di individui che muoiono in un dato tempo. Vi è una

mortalità teorica ed una effettiva

Struttura della popolazione

Classi e piramidi di età

Proporzione tra i sessi

PRINCIPI DI GESTIONE FAUNISTICAPRINCIPI DI GESTIONE FAUNISTICA

Gli indirizzi per la pianificazione faunistico-venatoria prevedono:

• La conoscenza dei parametri ecologici: legati alla specie oggetto di gestione; alle altre specie in rapporto con essa; ai fattori ecologici legati all’ambiente in cui la specie vive

• La corretta elaborazione dei dati

• La definizione di interventi gestionali in rapporto agli obiettivi prefissati

• L’individuazione di personale competente atto a realizzare la gestione programmata

• Il monitoraggio degli interventi realizzati per la verifica dei risultati conseguiti

Sex ratio

1 : 2.3

(1:1.8 – 1:3.6)

Valori demografici medi per le popolazioni di Capriolo

Incremento utile annuo teorico (IUA)

30-38 % della popolazione

Tasso di fertilità

1.44 embrioni per femmina(1.00 – 1.80)

Tasso dinatalità

1,5 nati per femmina adulta

Età delle primipare

2 (3)

Età massima raggiungibile

femmine 16maschi 13

Mortalità naturale annua degli adulti

0.10 (0.16 – 0.07)

Mortalità naturale annua nel primo anno di vita

0.62 (0.30 – 0.83)

Struttura e consistenza delle popolazioni, mortalità, natalità Struttura e consistenza delle popolazioni, mortalità, natalità ed incremento utile annualeed incremento utile annuale

+di 776543210

Vecchie 1,2 %

Piccoli 18,8%

Giovani 6,8%

Adulti 20,6%

Vecchi 0,6%

Giovani e Adulte 25,6%

Sottili 7,5%

Piccole 18,8%

1 2

2 3

63

5 7

30

7

7

9

11

7

8

10

12

30

Classi di sesso ed età e %

relativeNumero di individui

Classi di sesso ed età e %

relativeNumero di individui

Età(anni)

Struttura tipo di una popolazione di capriolo in equilibrio, in fase di espansione ed in estate, considerando un rapporto sessi di 1: 1,12

Struttura e consistenza delle popolazioni, mortalità, natalità ed Struttura e consistenza delle popolazioni, mortalità, natalità ed incremento utile annualeincremento utile annuale

Proporzione naturale dei sessi

(SR)

1 : 1 (1,3)

Valori demografici medi per le popolazioni di daino

Incremento utile annuo (IUA) teorico massimo

30-35 % della popolazione

Tasso difertilità

0,9 embrioni per femmina

Tasso dinatalità

1,1 nati per femmina adulta

Età delle primipare

2 (3)

Età massima raggiungibile

femmine 17

maschi 15

Struttura e consistenza delle popolazioni, mortalità, natalità Struttura e consistenza delle popolazioni, mortalità, natalità ed incremento utile annualeed incremento utile annuale

+di 9

9

8

7

6

5

3-4

1-2

0

Vecchie 2,1 %

Piccoli 13,2%

Fusoni 7,5%

Palanconi 21,6%

Vecchi 1 %

Adulte 27,2 %

Sottili 7,5%

Piccole 13,2%

3 7

5 8

1112

19 19

49

21

23

25

28

19

22

23

28

49

Classi di età e % relative

Numero di individui Classi di età e % relative

Numero di individui

Età(anni)

Balestroni 6,7%

Struttura tipo di una popolazione di daino in equilibrio, in fase di leggero incremento ed in autunno, considerando i dati relativi alla precedente tabella (rapporto sessi 1:1, rapporto giovani-adulti 1: 1,4)

Struttura e consistenza delle popolazioni, mortalità, natalità ed incremento utile annuale

CHE COSA E’ IL CENSIMENTO FAUNISTICO?CHE COSA E’ IL CENSIMENTO FAUNISTICO?

Attività (o serie di attività) che - per un’area, in un Attività (o serie di attività) che - per un’area, in un

dato momento - portano a conoscere:dato momento - portano a conoscere:

• Se è presente una certa specie animale;

• Quanti individui sono presenti;

• Quali individui sono presenti.

LE PROBLEMATICHE DI BASELE PROBLEMATICHE DI BASE

- Gli animali selvatici non offrono alcuna collaborazione

- L’ambiente naturale ci è ostile

- Gli animali si spostano, muoiono, ne nascono di nuovi,

vivono distinte fasi biologiche e stagionali anche in

funzione delle caratteristiche ambientali, non rispettano

i nostri confini amministrativi

… … LE NECESSITA’ LE NECESSITA’

- Puntuale conoscenza della biologia, della ecologia e

della etologia della specie da censire

- Specifica conoscenza dell’ambiente ed acquisizione dei

parametri ambientali che influenzano i ritmi vitali della

specie

- Consapevolezza di un risultato “dinamico”: una

fotografia composta da una serie progressiva di “scatti”

METODI PER CONOSCERE LA POPOLAZIONE ANIMALEMETODI PER CONOSCERE LA POPOLAZIONE ANIMALE

valutazione criticavalutazione critica

stimastima

censimento vero e propriocensimento vero e proprio

valutazione empiricavalutazione empirica

I risultati del censimento devono poter essere

verificati e confrontati

TECNICHE DI INDAGINE

TESTATE E RICONOSCIUTE

DALLA COMUNITA’ SCIENTIFICA

PARAMETRI VALUTABILI:

- Presenza/assenza

- Consistenza

- Densità

- Incremento/decremento annuo

- Natalità/Mortalità

- Successo riproduttivo

- Distribuzione spaziale

- Selezione dell’habitat

- Abitudini e comportamenti

CATEGORIE DI CENSIMENTO FAUNISTICOCATEGORIE DI CENSIMENTO FAUNISTICO

CENSIMENTI COMPLETICENSIMENTI COMPLETICENSIMENTI COMPLETICENSIMENTI COMPLETI

CENSIMENTI RELATIVICENSIMENTI RELATIVICENSIMENTI RELATIVICENSIMENTI RELATIVI

Censimenti campioneCensimenti campioneCensimenti campioneCensimenti campione Censimenti per indiciCensimenti per indiciCensimenti per indiciCensimenti per indici

CENSIMENTI COMPLETICENSIMENTI COMPLETIConteggio di tutti gli individui che si trovano:

• in una superficie determinata in un dato momento

• in un dato intervallo di tempo, in un dato punto dello spazio o area

CENSIMENTI CAMPIONECENSIMENTI CAMPIONE

Conteggio di tutti gli individui che si trovano:• in un campione di una data superficie in

un dato momento• in un intervallo campione di tempo

relativo a un intervallo più vasto, in un dato punto dello spazio o area

INDICIINDICI

Conteggi o rapporti relativi al numero totale di

individui presenti in una determinata

popolazione

Non sono dei censimenti veri e propri, ma

danno indicazioni circa le variazioni della

popolazione nel tempo (se ripetuti in periodi

successivi) o permettono di confrontare

diverse popolazioni

Scelta del metodo - obiettivi -

La scelta della metodologia più opportuna per effettuare il censimento deve necessariamente considerare le finalità applicative (utilizzo dei dati raccolti) individuando i “settori” d’impiego:

Ricerca

Per effettuare comparazioni fra le diverse tipologie di censimento, studiare struttura e dinamica delle popolazioni, definire la vocazionalità ambientale, ecc.

Gestione conservativa

Per effettuare controlli sullo status e sull’evoluzione di: popolazioni reintrodotte (o introdotte), popolazioni che vivono in aree protette e/o di particolare interesse, ecc.

Gestione venatoria

Per valutare lo status la struttura ed evoluzione dei popolamenti sottoposti a prelievo e per pianificare e programmare il prelievo stesso (non necessariamente disgiunta o contraria alla gestione conservativa).

Scelta del metodo - requisiti -

I requisiti principali da valutare nella scelta della più opportuna metodologia di censimento sono:

Semplicità di

organizzazione

Efficacia e

standardizzazione

Semplicità ed

economicità di

esecuzione

Individuazione delle possibilità di collaborazione con enti, associazioni,

comunità locali sia a livello logistico che organizzativo e del grado di

preparazione degli operatori e collaboratori, in funzione del grado di

approfondimento che si vuole ottenere.

Valutazione delle caratteristiche ambientali dell’area di studio, di quelle

eco-etologiche della specie da censire, della possibile applicazione dei

metodi maggiormente utilizzati in ambiti analoghi o simili e della loro

replicabilità nel tempo

Valutazione dell’estensione dell’area di studio, dei fondi e tempi a

disposizione e della possibilità di utilizzare (a parità di risultati

ottenibili) il minor numero di operatori possibile

QUALE CATEGORIA DI CENSIMENTO PREFERIRE?

• Caratteristica della popolazione

• Caratteristiche ambientali

• Tipi di censimento

• Densità elevata e distribuzione omogenea o modeste estensioni dell’area di frequentazione

• Pianura e collina con vegetazione non schermante

• Per aree campione

• Caratteristica della popolazione

• Caratteristiche ambientali

• Tipi di censimento

• Densità variabile e distribuzione irregolare, indipendentemente dalle caratteristiche ambientali

• Qualunque situazione ambientale

• Completo

QUALE CATEGORIA DI CENSIMENTO PREFERIRE?

• Caratteristica della popolazione

• Caratteristiche ambientali

• Tipi di censimento

• Densità variabile e distribuzione irregolare, dipendente dalle caratteristiche ambientali

• Pianura e collina con vegetazione non schermante

• Per aree campione

QUALE CATEGORIA DI CENSIMENTO PREFERIRE?

• Caratteristica della popolazione

• Caratteristiche ambientali

• Tipi di censimento

• Densità molto basse anche se con distribuzione omogenea

• Qualunque situazione ambientale

• Completo

QUALE CATEGORIA DI CENSIMENTO PREFERIRE?

• Caratteristica della popolazione

• Caratteristiche ambientali

• Tipi di censimento

• Tutte le caratteristiche possibili

• Collina o montagna con morfologia accidentata o vegetazione schermante

• Completo

QUALE CATEGORIA DI CENSIMENTO PREFERIRE?

LE TECNICHE

Contatto diretto

sulla base dei ritmi e delle

esigenze della specie

Indagine indiretta

basata sui segni di presenza

Contatto forzato

tramite disturbo ed

interferenza diretta

LA REALTA’LA REALTA’

Il censimento va realizzato in specifici contesti

Le tecniche devono essere applicate

Obiettivi

SPECIE TERRITORIO

Tempi

Informazioni pregresse

Uomini e mezzi

Sensibilizzazione e coinvolgimento sociale Soldi

Definizione di un protocollo d’azioneDefinizione di un protocollo d’azione

Possibilità di correzioniPossibilità di correzioni

Esperienza professionaleEsperienza professionale

Contestualizzazione della tecnica adottata

Realizzazione delle azioniRealizzazione delle azioni

Nella pratica applicativa reale l’impiego di tecniche Nella pratica applicativa reale l’impiego di tecniche

di censimento alla stregua di censimento completo di censimento alla stregua di censimento completo

è un evento molto raroè un evento molto raro

Può verificarsi solo per specie a bassissime densità, Può verificarsi solo per specie a bassissime densità,

“facili” da contattare ed in territori ben definiti, “facili” da contattare ed in territori ben definiti,

non troppo vasti e/o impervinon troppo vasti e/o impervi

Più onesto campionare o confrontare!Più onesto campionare o confrontare!

Nel caso di censimenti campione Nel caso di censimenti campione

il “difetto” derivato dalla non completezza di rilevamento il “difetto” derivato dalla non completezza di rilevamento

è corretto dalla statistica è corretto dalla statistica

E’ NECESSARIO DETERMINARE DEGLI ASSUNTI E’ NECESSARIO DETERMINARE DEGLI ASSUNTI

E’ NECESSARIO INDIVIDUARE CAMPIONI (DI SPAZIO O DI TEMPO) E’ NECESSARIO INDIVIDUARE CAMPIONI (DI SPAZIO O DI TEMPO) CHE CHE

GARANTISCANO UNA RAPPRESENTATIVITA’ DEL TOTALEGARANTISCANO UNA RAPPRESENTATIVITA’ DEL TOTALE

E’ NECESSARIO INDIVIUARE LE VARIABILI CHE INTERAGISCONO SUL E’ NECESSARIO INDIVIUARE LE VARIABILI CHE INTERAGISCONO SUL

DATO E PONDERARLE SPECIFICAMENTEDATO E PONDERARLE SPECIFICAMENTE

E’ NECESSARIA UNA SCELTA CASUALE DEI CAMPIONI DA UTILIZZAREE’ NECESSARIA UNA SCELTA CASUALE DEI CAMPIONI DA UTILIZZARE

E’ NECESSARIA UNA ELABORAZIONE MATEMATICA DEI DATI E’ NECESSARIA UNA ELABORAZIONE MATEMATICA DEI DATI

ATTENZIONE !ATTENZIONE !

. . .. . .

E’ PIU’ CHE NECESSARIO FARE I CONTI CON LE CIRCOSTANZE REALI E’ PIU’ CHE NECESSARIO FARE I CONTI CON LE CIRCOSTANZE REALI

RISULTA SPESSO NECESSARIO RICORRERE AD UN RISULTA SPESSO NECESSARIO RICORRERE AD UN

CAMPIONAMENTO DI TIPO OPPORTUNISTICOCAMPIONAMENTO DI TIPO OPPORTUNISTICO

(meno corretto dal punto di vista matematico, ma concretamente reale)(meno corretto dal punto di vista matematico, ma concretamente reale)

LE TECNICHE

• Censimenti delle impronte

• Censimenti delle tane

• Censimenti dei nidi

• Pellet count

• Osservazione diretta e mappaggio

• Censimenti notturni con sorgente di luce

• Censimento al canto

• Censimenti in battuta

• Censimenti con richiami registrati

• Cattura, marcatura e ricattura (indice di Lincoln)

• Radio-tracking

• Altri metodi specie specifici

OSSERVAZIONE DIRETTA E MAPPAGGIO

• osservazioni degli animali presenti su una porzione delimitata di territorio

• registrazione degli avvistamenti su scheda di osservazione (ora, numero

animali, classi età e sesso)

• da realizzare in orario crepuscolare (alba e tramonto) da punti che

consentono buona visibilità delle aree aperte (radure, cespuglieti, ecc.) per

circa 2 ore/sessione

• necessità di un numero sufficiente di osservatori dislocati

contemporaneamente nei punti di osservazione per evitare i doppi conteggi

e per evitare la mancata “copertura” di zone utili

• necessità di utilizzare strumenti ottici (binocolo, cannocchiale)

Strumenti comuni

Schede di registrazione dati

Cartografia (meglio se affiancata da strumenti per

la georeferenziazione del dato)

Una CARTA è la proiezione ortogonale sul piano di riferimento di

una porzione della superficie terrestre considerata sferica, è la

rappresentazione figurativa, ridotta in scala, convenzionale e

generalmente piana di tutti i suoi punti.

Essa si ottiene trasformando, con sistemi particolari, le figure

sferiche in figure piane mediante segni opportuni che riescono a

riprodurre tutti i dati di forma e di misura degli elementi del

terreno o la rappresentazione in posizione relativa di tutti i punti

dello spazio.

REQUISITI DELLE CARTE

Equidistanza: permette di conservare le proporzioni tra le lunghezze reali e

quelle della carta. Si ottengono Carte equidistanti.

Equivalenza: permette di conservare la proporzione delle aree comprese in una

maglia del reticolo. Si ottengono Carte equivalenti. (Carte catastali)

Isogonia: permette di conservare l’uguaglianza degli angoli fra gli elementi

lineari omologhi della carta e della superficie terrestre. Si ottengono Carte

Conformi o isogone. (Carte nautiche)

La carta che soddisfi contemporaneamente Equidistanza, Equivalenza e Isogonia non esiste

SCALASCALA

Rapporto tra le dimensioni rilevabili sulla carta e quelle corrispondenti sul territorio

Esempio:

1) scala 1:10.000 = 1cm : 10.000cm

cm 100 = m 1

cm 10.000 = m 100

2) Scala 1:25.000 = 1cm : 25.000cm

cm 25.000 = m 250

3) Scala 1:100.000 = 1cm : 100.000cm

cm 1 = m 1.000 = km 1

Distanza AB misurata = 5 cm

Scala della carta1 : 5.000

Lunghezza reale 5 cm x 5.000 = 25.000 cm che corrispondono a 250 metri

Isoipse o curve di livello

•punti quotati (cime di montagne e colline, bivi di strade,

case, campanili, etc.) il cui valore è scritto accanto al punto

ed è espresso come numero intero in metri.

•isoipse direttrici riconoscibili perché stampate in grassetto

rispetto alle altre ed hanno quota intera di 100 metri in 100

metri.

•isoipse intermedie di 25 in 25 come ad esempio 125, 150,

175, 225 etc.

•isoipse ausiliarie a tratto definite come dimostrative.

• PROTOCOLLO OPERATIVO PER LA REALIZZAZIONE DEL CENSIMENTO PROTOCOLLO OPERATIVO PER LA REALIZZAZIONE DEL CENSIMENTO PRE-RIPRODUTTIVO DEI CERVIDI 2015PRE-RIPRODUTTIVO DEI CERVIDI 2015

• I selecacciatori, coordinati dal Responsabile del Distretto di Gestione dei Cervidi (DG) attualmente nominato, che intendono essere ammessi alla gestione ed al prelievo dei Cervidi nell’ATC PS2 devono svolgere i censimenti secondo le seguenti modalità

•  

• METODO: Osservazione diretta da punti di vantaggio con uso di ottiche

• DATE: In ogni Distretto i censimenti DEVONO essere realizzati nelle giornate del 21 – 22 – 28 – 29 marzo per un minimo di n. 6 sessioni.

• ORARI: Le sessioni possono svolgersi all’alba e/ al tramonto.

• Le sessioni mattutine si effettuano da appena prima del sorgere del sole a circa 2 ore dopo (indicativamente dalle ore 05,30 alle ore 07,30);

• le sessioni serali si effettuano da circa 2 ore prima del dissolvimento della luminosità fino allo svanire della luce utile (indicativamente dalle ore 17,30 alle ore 19,30).

• SI RICORDA CHE DA DOMENICA 29 MARZO ENTRA IN VIGORE L’ORA LEGALE

• AREA DI INDAGINE: Distretto di Gestione, comprendente gli istituti faunistici, quali Oasi, Demani Forestali, ZRC, Centri Pubblici ed Aree di Rispetto.

• ORGANIZZAZIONE: 1) Individuazione di Aree Campione • - almeno una ogni 1.000 ettari e comunque non meno di 5/DG• - il totale delle Aree Campione utilizzate deve contenere almeno il 20% delle

zone aperte del Distretto –• 2) Georeferenziazione delle Aree Campione• - Disegnare fedelmente su carta le Aree Campione indicandole con una

Lettera

• - Riportare su carta i punti di osservazione utilizzati per il rilevamento indicandoli con un Numero-

•  

• REALIZZAZIONE: Effettuare almeno n. 1 sessione (uscita) per ogni Area Campione.

• Nell’ambito dell’area campione devono essere osservate tutte le zone aperte

• MODALITA’ DI ESECUZIONE:

• Il Responsabile del DG concorda con i selecacciatori un punto di incontro.

• Al punto di incontro il Responsabile (o suo delegato) compila la scheda riepilogativa di censimento e fa firmare i presenti.

• Il Responsabile illustra le modalità di esecuzione distribuendo le schede di rilevamento.

• Sulla carta del DG deve essere perimetrata puntualmente l’area campione e quindi individuata con una Lettera. Ogni punto di osservazione deve essere riportato su carta e sulla corrispettiva scheda di censimento individuandolo con un Numero.

• Ogni sessione deve essere realizzata in modo tale che i rilevatori coprano a vista in contemporanea tutte le zone aperte (di estensioni maggiori di un ettaro) presenti nell’Area Campione.

• Le sessioni di censimento vanno eseguite nel corso delle 2 ore successive all’alba e delle 2 ore serali che precedono il tramonto.

• Sono valide ai fini tecnici sessioni di censimento eseguite con condizioni meteo favorevoli: assenza di precipitazioni violente, assenza di nebbia e vento di velocità inferiore a 20 km/h.

• Per ogni sessione i rilevatori compilano la scheda di rilevamento in cui registrano le osservazioni effettuate.

• Al termine della sessione di censimento, i rilevatori consegnano le schede al Responsabile il quale completa la scheda riepilogativa di censimento, indicando gli animali censiti al netto dei doppi conteggi.

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Come scegliere le Aree campione

1) Suddividere il Distretto in tante Aree campione ognuna delle quali abbia le sufficienti caratteristiche di rappresentatività ambientale rispetto alla totalità del territorio del Distretto

Come scegliere le Aree campione

2) Operare una scelta CASUALE delle Aree campione da utilizzare per l’esecuzione del censimento

Come scegliere le Aree campione

2) Operare una scelta CASUALE delle Aree campione da utilizzare per l’esecuzione del censimento

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Restituzione dati

20/03/2009 Sereno con vento forte 2 7

BIANCHI Franco

1 CI 7 1 6 Margine bosco 18.55

2 CI 2 2 Ginestreto 19.00

3 CP 1 1 Medicaio 19.05

9

1

1 2 6

1

Starna (n. 11)

Franco Bianchi

Restituzione dati

5Ferri Loris

15/03/2011 09/04/2011

19/03/2011 B05.00 08.30

Bianchi Luigi Adanti Luigi

Giada MarioSani AlfredoCorti FrancoDini Raniero

Mattioli UgoZini Pericle

8 11 1 6 15 41

1 1

Loris Ferri

Restituzione dati