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  • Letteratura italiana Einaudi

    Orfeo

    di Angelo Poliziano

  • Letteratura italiana Einaudi

    Edizione di riferimento:Fabula di Orfeo, in Stanze, Orfeo, Rime, a cura diDavide Puccini, Garzanti, Milano 1992

  • 1Letteratura italiana Einaudi

    angelo poliziano a messer carlo canale suo salute

    Solevano i Lacedemonii, umanissimo messer Carlomio, quando alcuno loro figliuolo nasceva o di qualchemembro impedito o delle forze debile, quello esponeresubitamente, n permettere che in vita fussi riservato,giudicando tale stirpa indegna di Lacedemonia. Cos de-sideravo ancora io che la fabula di Orfeo, la quale a re-quisizione del nostro reverendissimo Cardinale Mantua-no, in tempo di dua giorni, intra continui tumulti, instilo vulgare perch dagli spettatori meglio fusse intesaavevo composta, fussi di subito, non altrimenti che essoOrfeo, lacerata: cognoscendo questa mia figliuola esseredi qualit da far pi tosto al suo padre vergogna cheonore, e pi tosto atta a dargli maninconia che allegrez-za. Ma vedendo che e voi e alcuni altri troppo di meamanti, contro alla mia volont in vita la ritenete, con-viene ancora a me avere pi rispetto allo amor paterno ealla volunt vostra che al mio ragionevole instituto. Ave-te per una giusta escusazione della volunt vostra, per-ch essendo cos nata sotto lo auspizio di s clemente Si-gnore, merita essere esenta da la comun legge. Vivaadunque, poi che a voi cos piace; ma bene vi protestoche tale piet una espressa crudelit, e di questo mioiudizio desidero ne sia questa epistola testimonio. E voiche sapete la necessit della mia obedienza e langustiadel tempo, vi priego che con la vostra autorit resistiatea qualunche volessi la imperfezione di tale figliuola alpadre attribuire. vale.

  • Angelo Poliziano - Fabula di Orfeo

    mercurio annunziatore della festa:

    Silenzio. Udite. E fu gi un pastorefigliuol dApollo, chiamato Aristeo.Costui am con s sfrenato ardoreEuridice, che moglie fu di Orfeo,che sequendola un giorno per amore 5fu cagion del suo caso acerbo e reo:perch, fuggendo lei vicina allacque,una biscia la punse; e morta giacque.

    Orfeo cantando allInferno la tolse,ma non pot servar la legge data, 10ch l poverel tra via drieto si volses che di nuovo ella gli fu rubata:per ma pi amar donna non volse,e dalle donne gli fu morte data.

    Sguita un pastore schiavone:

    State tenta, bragata! Bono argurio, 15ch di cievol in terra vien Marcurio.

    mopso pastor vecchio:

    Hai tu veduto un mio vitelin bianco,chha una macchia nera in sulla frontee duo pi rossi et un ginocchio e l fianco?

    aristeo pastor giovane:

    Caro mio Mopso, a pi di questo fonte 20non son venuti questa mane armenti,ma senti ben mugghiar l drieto al monte.

    Va, Tirsi, e guarda un poco se tu l senti.

    2Letteratura italiana Einaudi

  • Tu, Mopso, intanto ti starai qui meco,chi vo chascolti alquanto i mie lamenti. 25

    Ier vidi sotto quello ombroso specouna ninfa pi bella che Dana,chun giovane amatore avea seco.

    Comio vidi sua vista pi che umana,subito mi si scosse il cor nel petto 30e mie mente damor divenne insana:

    tal chio non sento, Mopso, pi dilettoma sempre piango, e l cibo non mi piace,e senza mai dormir son stato in letto.

    mopso:Aristeo mio, questa amorosa face 35

    se di spegnerla tosto non fai pruova,presto vedrai turbata ogni tua pace.

    Sappi chamor non m gi cosa nuova;so come mal, quand vecchio, si regge:rimedia tosto, or che l rimedio giova. 40

    Se tu pigli, Aristeo, suo dure legge,e tuscir del capo e sciami et ortie vite e biade e paschi e mandre e gregge.

    aristeo:Mopso, tu parli queste cose a morti:

    s che non spender meco tal parole, 45acci che l vento via non se le porti.

    Aristeo ama e disamar non vuole,n guarir cerca di s dolce doglie:quel loda Amor che di lui ben si duole.

    Ma se punto ti cal delle mie voglie, 50deh, tra fuor della tasca la zampogna,e canteren sotto lombrose foglie:

    chi so che la mia ninfa el canto agogna.

    Angelo Poliziano - Fabula di Orfeo

    3Letteratura italiana Einaudi

  • Angelo Poliziano - Fabula di Orfeo

    Canzona

    Udite, selve, mie dolce parole,poi che la ninfa mia udir non vuole. 55

    La bella ninfa sorda al mio lamentoe l suon di nostra fistula non cura:di ci si lagna el mio cornuto armento,n vuol bagnare il grifo in acqua pura;non vuol toccar la tenera verdura, 60tanto del suo pastor glincresce e dole.

    Udite, selve, mie dolce parole,poi che la ninfa mia udir non vuole.

    Ben si cura larmento del pastore:la ninfa non si cura dellamante, 65la bella ninfa che di sasso ha l core,anzi di ferro, anzi lha di diamante.Ella fugge da me sempre davantecomagnella dal lupo fuggir suole.

    Udite, selve, mie dolce parole, 70poi che la ninfa mia udir non vuole.

    Digli, zampogna mia, come via fuggecogli anni insieme suo bellezza snellae digli come l tempo ne distrugge,n let persa mai si rinnovella: 75digli che sappi usar suo forma bella,ch sempremai non son rose e vole.

    Udite, selve, mie dolce parole,poi che la ninfa mia udir non vuole.

    Portate, venti, questi dolci versi 80drento allorecchie della donna mia:dite quanto io per lei lacrime versi

    4Letteratura italiana Einaudi

  • e la pregate che crudel non sia;dite che la mie vita fugge viae si consuma come brina al sole. 85

    Udite, selve, mie dolce parole,poi che la ninfa mia udir non vuole.

    mopso:El non tanto el mormorio piacevole

    delle fresche acque che dun sasso piombano,n quando soffia un ventolino agevole 90fra le cime de pini e quelle trombano,quanto le rime tue son sollazzevole,le rime tue che per tutto rimbombano:sella lode, verr comuna cucciola.Ma ecco Tirsi che del monte sdrucciola. 95

    Ch del vitello? halo tu ritrovato?

    tirsi:S, cos gli avessi io el collo mozzo!ch poco men che non mha sbudellato,s corse per volermi dar di cozzo.Pur lho poi nella mandria ravato, 100ma ben so dirti che gli ha pieno il gozzo:i ti so dir che gli ha stivata lepain un campo di gran, tanto che crepa.

    Ma io ho vista una gentil donzellache va cogliendo fiori intorno al monte. 105I non credo che Vener sia pi bella,pi dolce in atto o pi superba in fronte:e parla e canta in s dolce favellache i fiumi isvolgerebbe inverso il fonte;di neve e rose ha l volto e dor la testa, 110tutta soletta e sotto bianca vesta.

    Angelo Poliziano - Fabula di Orfeo

    5Letteratura italiana Einaudi

  • Angelo Poliziano - Fabula di Orfeo

    aristeo:Rimanti, Mopso, chi la vo seguire,

    perch l quella di chi io tho parlato.

    mopso:Guarda, Aristeo, che l troppo grande ardirenon ti conduca in qualche tristo lato. 115

    aristeo:O mi convien questo giorno morire,o tentar quanta forza abbia l mie fato.Rimanti, Mopso, intorno a questo fonte,chi voglire a trovalla sopra l monte.

    mopsoO Tirsi, che ti par del tuo car sire? 120

    Vedi tu quanto dogni senso fore!Tu gli potresti pur tal volta direquanta vergogna gli fa questo amore.

    tirsi:O Mopso, al servo sta bene ubidire,e matto chi comanda al suo signore. 125Io so che gli pi saggio assai che noi:a me basta guardar le vacche e buoi.

    aristeo ad Euridice:

    Non mi fuggir, donzella,chi ti son tanto amicoe che pi tamo che la vita e l core. 130Ascolta, o ninfa bella,ascolta quel chi dico;non fuggir, nympha, chi ti porta amore.

    Non son qui lupo o orso,ma son tuo amatore: 135dunque rafrena il tuo volante corso.

    6Letteratura italiana Einaudi

  • Poi che el pregar non valee tu via ti dilegui,e convien chio ti segui.Porgimi, Amor, porgimi or le tue ale! 140

    Seguitando Aristeo Euridice, ella si fugge drento alla selva,dove punta dal serpente grida, e simile Aristeo

    Segue poi un pastore ad Orfeo cos:

    Crudel novella ti rapporto, Orfeo:che tuo ninfa bellissima defunta.Ella fuggiva lamante Aristeo,ma quando fu sovra la riva giunta,da un serpente venenoso e reo 145chera fra lerbe fior, nel pi fu punta:e fu tanto possente e crudo el morsochad un tratto fin la vita e l corso.

    orfeo:Dunque piangiamo, o sconsolata lira,

    ch pi non si convien lusato canto. 150Piangiam, mentre che l ciel ne poli agira,e Filomela ceda al nostro pianto.O cielo, o terra, o mare! o sorte dira!Come potr soffrir mai dolor tanto?Euridice mia bella, o vita mia, 155sanza te non convien che n vita stia.

    Andar convienmi alle tartaree portee provar se l gi merz sempetra.Forse che svolgeren la dura sorteco lacrimosi versi, o dolce cetra; 160forse ne diverr pietosa Morte,ch gi cantando abbiam mosso una pietra,la cervia e l tigre insieme avemo accoltie tirate le selve, e fiumi svolti.

    Angelo Poliziano - Fabula di Orfeo

    7Letteratura italiana Einaudi

  • Angelo Poliziano - Fabula di Orfeo

    Piet! Piet! del misero amatore 165piet vi prenda, o spiriti infernali.Qua gi mha scorto solamente Amore,volato son qua gi colle sue ali.Posa, Cerbero, posa il tuo furore,ch quando intenderai tutti e mie mali, 170non solamente tu piangerai meco,ma qualunque qua gi nel mondo cieco.

    Non bisogna per me, Furie, mugghiare,non bisogna arricciar tanti serpenti:se voi sapessi le mie doglie amare, 175faresti compagnia a mie lamenti.Lasciate questo miserel passarecha l ciel nimico e tutti gli elementi,che vien per impetrar merz da Morte:dunque gli aprite le ferrate porte. 180

    pluto:Chi costui che con suo dolce nota

    muove labisso, e con lornata cetra?l veggo fissa dIsson la rota,Sisifo assiso sopra la sua petrae le Belide star con lurna vota, 185n pi lacqua di Tantalo sarretra;e veggo Cerber con tre bocche intentoe le Furie aquietate al pio lamento.

    orfeo:O regnator di tutte quelle genti

    channo perduto la superna luce, 190al qual discende ci che gli elementi,ci che natura sotto l ciel produce,udite la cagion de mie lamenti.Pietoso Amor de nostri passi duc