ordinanza condemi.pdf

292
TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI _____________________________________________________________________________ 1 Proc. n. 458/2011 R. G. N. R. D. D. A. Proc. n. 4879/2011 R. G. G.I.P. N. 78/2011 O. C. C. TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA SEZIONE G.I.P. - G.U.P. ORDINANZA DI APPLICAZIONE DI MISURE CAUTELARI (Artt.272 e ss. C. p. p.) Il giudice per le indagini preliminari, dr. Domenico Santoro, esaminati gli atti del procedimento penale in epigrafe indicato nei confronti di: 1. CONDEMI Domenico, nato a Reggio Calabria in data 3.7.1976, ivi residente in viale Europa nr. 79; 2. CONDEMI Filippo, nato a Reggio Calabria in data 27.5.1974, ivi residente in viale Europa nr. 79; 3. PLUTINO Giuseppe, nato a Reggio Calabria in data 5.8.1964, ivi residente in viale Europa nr. 79; 4. ROTTA Vincenzo, nato a Reggio Calabria in data 11.2.1953, ivi residente in via Pio XI nr. 213; 5. LOMBARDO Vincenzo, nato a Reggio Calabria il 19.5.1973, residente a Sorbolo (PR) in via Piave nr. 2; 6. CALDERAZZO Rosario, nato a Palmi in data 13.7.1970, residente a Reggio Calabria in via SS 18, II Tratto, I traversa Scaccioti, nr. 24. INDAGATI CONDEMI Domenico, CONDEMI Filippo, ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo, CALDERAZZO Rosario [unitamente a BORGHETTO Eugenio (“Gino”), CARIDI Antonino, CARIDI Bruno, CARIDI Santo Giovanni, ZINDATO Francesco (“Checco”) e ZINDATO Andrea Gaetano, IANNI’ Natale, IDOTTA Antonino, LATELLA Paolo, MODAFFERI Giuseppe, PENNESTRI’ Fabio, PERLA Matteo (“Giorgio”), ZINDATO Giovanni, ZINDATO Giuseppe e CENTO Demetrio, BORGHETTO Tullio, QUARTUCCIO Vincenzo ed altri, nei cui confronti si procede separatamente nell’ambito del proc.n.259/06 RGNR DDA] Capo A) per il reato di cui agli art.416 bis, commi 1°, 2°, 3°, 4° e 5°, c.p., per aver fatto parte di un’associazione a delinquere di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta ed in particolare del sodalizio BORGHETTO CARIDI ZINDATO, operante nell’ambito della più ampia cosca LIBRI, finalizzata al controllo dei quartieri di Modena, Ciccarello e S.Giorgio extra di Reggio Calabria, previa spartizione tra gruppi criminali, sulla base di deliberati mafiosi, del territorio d’influenza e delle attività criminali da perpetrare sullo stesso; Ciò, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne deriva:

Transcript of ordinanza condemi.pdf

Page 1: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 1

Proc. n. 458/2011 R. G. N. R. – D. D. A.

Proc. n. 4879/2011 R. G. G.I.P.

N. 78/2011 O. C. C.

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA – SEZIONE G.I.P. - G.U.P. –

ORDINANZA DI APPLICAZIONE DI MISURE CAUTELARI

(Artt.272 e ss. C. p. p.)

Il giudice per le indagini preliminari, dr. Domenico Santoro,

esaminati gli atti del procedimento penale in epigrafe indicato nei confronti di:

1. CONDEMI Domenico, nato a Reggio Calabria in data 3.7.1976, ivi residente in viale

Europa nr. 79;

2. CONDEMI Filippo, nato a Reggio Calabria in data 27.5.1974, ivi residente in viale Europa

nr. 79;

3. PLUTINO Giuseppe, nato a Reggio Calabria in data 5.8.1964, ivi residente in viale Europa

nr. 79;

4. ROTTA Vincenzo, nato a Reggio Calabria in data 11.2.1953, ivi residente in via Pio XI nr.

213;

5. LOMBARDO Vincenzo, nato a Reggio Calabria il 19.5.1973, residente a Sorbolo (PR) in

via Piave nr. 2;

6. CALDERAZZO Rosario, nato a Palmi in data 13.7.1970, residente a Reggio Calabria in

via SS 18, II Tratto, I traversa Scaccioti, nr. 24.

INDAGATI

CONDEMI Domenico, CONDEMI Filippo, ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo,

CALDERAZZO Rosario

[unitamente a BORGHETTO Eugenio (“Gino”), CARIDI Antonino, CARIDI Bruno, CARIDI Santo Giovanni,

ZINDATO Francesco (“Checco”) e ZINDATO Andrea Gaetano, IANNI’ Natale, IDOTTA Antonino, LATELLA

Paolo, MODAFFERI Giuseppe, PENNESTRI’ Fabio, PERLA Matteo (“Giorgio”), ZINDATO Giovanni,

ZINDATO Giuseppe e CENTO Demetrio, BORGHETTO Tullio, QUARTUCCIO Vincenzo ed altri, nei cui

confronti si procede separatamente nell’ambito del proc.n.259/06 RGNR DDA]

Capo A) per il reato di cui

agli art.416 bis, commi 1°, 2°, 3°, 4° e 5°, c.p., per aver fatto parte di un’associazione a

delinquere di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta ed in particolare del sodalizio

BORGHETTO – CARIDI – ZINDATO, operante nell’ambito della più ampia cosca LIBRI, finalizzata al controllo dei quartieri di Modena, Ciccarello e S.Giorgio extra di Reggio Calabria,

previa spartizione tra gruppi criminali, sulla base di deliberati mafiosi, del territorio d’influenza e

delle attività criminali da perpetrare sullo stesso;

Ciò, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di

assoggettamento ed omertà che ne deriva:

Page 2: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 2

- per commettere delitti come omicidi, estorsioni, danneggiamenti, detenzione e porto illegale di

armi, anche da guerra ed esplosivi;

- per acquisire in modo diretto o indiretto il controllo e la gestione di attività economiche, di

concessioni di autorizzazioni, di appalti e servizi pubblici e comunque per realizzare per sé e per

altri profitti e vantaggi ingiusti.

- impedire o ostacolare il libero esercizio del voto e/o procurare voti a sé o ad altri in occasione di

consultazioni elettorali.

Con l’aggravante della disponibilità e dell’uso delle armi.

In Reggio Calabria, in corso di consumazione

PLUTINO Giuseppe

Capo A-bis) per il reato di cui

agli artt.110, 416 bis, commi 1°, 2°, 3°, 4° e 5°, c.p. perché, quale concorrente esterno

dell’associazione di cui al capo A) ed in particolare della cosca CARIDI, articolazione della più

ampia cosca Libri operante, in particolare, sul territorio di San Giorgio extra di Reggio Calabria,

forniva un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo alla stessa come referente

politico del sodalizio, destinatario delle preferenze elettorali ricevute sia dagli affiliati, sia da parte

di terzi ma raccolti in suo favore dagli esponenti della cosca nel corso di varie consultazioni

elettorali, con particolare riferimento a quelle per l’elezione del consiglio comunale di Reggio

Calabria del maggio ‘11, anche mediante sistemi di alterazione della libera competizione elettorale

e di controllo della libertà di voto.

Per ciò, incaricato, una volta eletto, di soddisfare le promesse fatte nel corso della campagna

elettorale adoperandosi, anche mediante la strumentalizzazione del ruolo istituzionale rivestito:

a) ai fini dell’assunzione presso uffici ed enti pubblici e/o privati di soggetti appartenenti, contigui

o comunque riconducibili al sodalizio criminale ed in particolare:

- l’assunzione di CUZZOLA Maria, nipote di BORGHETTO Cosimo e BORGHETTO

Eugenio, in qualità di collaboratore temporaneo della struttura del gruppo consiliare del

PDL presso il Consiglio Regionale, su richiesta di CONDEMI Domenico;

- l’assunzione di ROTTA Domenico, figlio di ROTTA Vincenzo e su richiesta di questi,

presso il C.A.R.A. di Rogliano, non avvenuta solo per il rifiuto opposto dall’interessato;

nonché:

b) per la risoluzione di varie problematiche riguardanti anche terze persone ma rappresentategli e

sollecitategli dagli appartenenti all’associazione criminale, con particolare riferimento:

- alla rimozione dei rifiuti presenti innanzi alle abitazioni site nei pressi del BRIKO di Reggio

Calabria;

- al pagamento delle mensilità arretrate a beneficio dei dipendenti della MULTISERVIZI;

su richiesta dello stesso CONDEMI Domenico.

Così, contribuendo alla conservazione ed al rafforzamento della stessa in termini di potere di

influenza e controllo del territorio ed alla realizzazione anche parziale del programma criminoso

della medesima.

Con l’aggravante della disponibilità e dell’uso delle armi da parte degli appartenenti al sodalizio.

In Reggio Calabria, in corso di consumazione

CONDEMI Domenico e PLUTINO Giuseppe

Page 3: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 3

Capo B) per il reato di cui:

Agli artt.81, 61 n.10), 629 c.p. e 7 della L. 203/01, perché, in concorso tra loro, mediante la

minaccia implicita derivante dall’appartenenza del CONDEMI all’associazione mafiosa denominata

‘ndrangheta ed in particolare al sodalizio denominato cosca Libri-Caridi di cui al capo che precede,

costringevano NUCERA Giovanni, consigliere della regionale Calabria, ad assumere in qualità di

collaboratore temporaneo della struttura del gruppo consiliare del PDL presso il Consiglio

Regionale, CUZZOLA Maria, nipote di BORGHETTO Eugenio.

Con le aggravanti del fatto commesso:

- da soggetti appartenenti alla cosca mafiosa BORGHETTO-CARIDI-ZINDATO;

- avvalendosi della capacità d’intimidazione della stessa ed al fine di favorire la cosca

d’appartenenza;

- ai danni di un pubblico ufficiale.

In Reggio Calabria, nel settembre ‘10

Capo B-bis) per il reato di cui:

Agli artt.81, 110, 61 n.10), 56-629 c.p. e 7 della L. 203/01, perché, in concorso tra loro, con più

azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, mediante la minaccia implicita derivante dalla

loro appartenenza alla associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta ed in particolare al sodalizio

denominato cosca Libri-Caridi di cui al capo che precede, nonchè atti intimidatori e minacce

esplicite, in particolare collocando una tanica di plastica contenente liquido infiammabile con

applicato un panno costituente la miccia di combustione sul cofano dell’autovettura tg

DM*714*VD, di proprietà di NUCERA Giovanni, compivano atti idonei diretti in modo non

equivoco a costringere quest’ultimo, alla scadenza del primo contratto di collaborazione a progetto

della CUZZOLA, a riassumere la stessa con l’incarico - più remunerativo e duraturo - di

componente della propria struttura speciale presso il Consiglio Regionale, non riuscendo nel proprio

intento per i rifiuto opposto dalla p.o..

Con le aggravanti del fatto commesso:

- da soggetti appartenenti alla cosca mafiosa BORGHETTO-CARIDI-ZINDATO;

- avvalendosi della capacità d’intimidazione della stessa ed al fine di favorire la cosca

d’appartenenza.

- ai danni di un pubblico ufficiale.

In Reggio Calabria, tra il dicembre ’10 ed il marzo ‘11

CONDEMI Domenico

C) per il reato di cui:

agli artt. 110, 635, 2° comma n.3, 61 n.1, c.p. e 7 L.203/91 perché, danneggiava mediante

l’esplosione di vari colpi d’arma da fuoco la saracinesca della gioielleria BASILE, intestata a

OLANDESE Marianna, gestita da BASILE Raffaele, per il rifiuto di corrispondere denaro al

CONDEMI Domenico per contribuire alle spese per l’organizzazione della festa di Gallicianò.

Con le aggravanti d’aver commesso il fatto:

- su di un bene esposto per necessità alla pubblica fede;

- per motivi futili;

Page 4: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 4

- avvalendosi della capacità intimidatoria derivante dalla sua appartenenza alla cosca LIBRI-

CARIDI.

C-bis) per il reato di cui:

agli artt. 110, 61 n.2, c.p., 10, 12 e 14 L.497/74, 7 l. n. 203/91, perché deteneva e portava in luogo

pubblico una pistola.

Con le aggravanti d’aver commesso il fatto:

- per eseguire quello di cui al capo che precede.

- avvalendosi della capacità intimidatoria derivante dalla sua appartenenza alla cosca LIBRI -

CARIDI.

In Reggio Calabria, il 3 settembre ‘11

Con la recidiva per PLUTINO Giuseppe

Con la recidiva per ROTTA Vincenzo

Vista la richiesta, presentata dal P. M. in data 3/11/2011, per l’applicazione della misura della

custodia cautelare in carcere nei confronti di:

1. CONDEMI Domenico, in relazione ai capi A), B), B-bis), C) e C-bis);

2. CONDEMI Filippo, in relazione al capo A);

3. PLUTINO Giuseppe, in relazione ai capi A-bis), B) e B-bis);

4. ROTTA Vincenzo, in relazione al capo A);

5. LOMBARDO Vincenzo, in relazione al capo A);

6. CALDERAZZO Rosario, in relazione al capo A);

Esaminati gli at ti trasmessi a fondamento della richiesta e quelli

successivamente allegati ad integrazione della stessa

OSSERVA

1) PREMESSA: IL QUADRO DELLE INDAGINI.

La richiesta all’esame del decidente costituisce la naturale prosecuzione dell’attività investigativa

svolta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria, sotto le direttive della D. D. A. in sede, che, in data

29/10/2010, è sfociata nell’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa nell’ambito

dell’operazione denominata “Alta tensione”. Come si avrà modo di evidenziare, sebbene per cenni,

questa prima parte dell’indagine aveva consentito di ricostruire gli equilibri criminali esistenti nella

zona sud di Reggio Calabria, specialmente nei quartieri di Ciccarello, Modena, San Giorgio, Pio XI,

Rione Marconi, che era risultata vessata dalla presenza della ‘ndrangheta e, in particolare, di una

pluralità di cosche ‘nemiche’ all’epoca della guerra di mafia degli anni ’90 e, successivamente, in

grado di raggiungere una condizione di sostanziale armonia, che ha consentito loro di conseguire il

controllo del territorio, suddividendo le attività criminali da esercitare su di esso: la cosca LIBRI,

Page 5: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 5

con le sue varie articolazioni, legate ai CARIDI nella zona di San Giorgio Extra, agli

ZINDATO in quella di Ciccarello ed ai BORGHETTO nel quartiere di Modena; la cosca

ROSMINI, operante nella zona del Rione Marconi; la cosca SERRAINO, dominante nella zona

verso San Sperato.

Eseguita l’ordinanza citata, le investigazioni procedevano, da un lato, con la rivisitazione dei

risultati dell’attività compiuta, specie quella d’intercettazione, al fine di identificare (ed individuare

la responsabilità) di altri soggetti già monitorati nel corso dell’indagine, dall’altro, mediante

investigazioni dirette a conseguire riscontri rispetto alle dichiarazioni rese dai nuovi collaboratori di

giustizia, sentiti in merito agli assetti criminali oggetto d’indagine (specie il MOIO Roberto).

L’attività veniva, tuttavia, ad innestarsi su quella conseguente ad un grave atto intimidatorio

consumato in danno del consigliere regionale Giovanni NUCERA, sulla cui autovettura veniva

fatta ritrovare una tanica di benzina: evento delittuoso che finiva con l’incastonarsi nel quadro

generale delle investigazioni, permettendo di avvalorare i risultati già raggiunti in relazione ad

alcuni dei personaggi indagati ed ampliando la sfera e la delicatezza delle indagini, che

consentivano di confermare, una volta di più, la capacità d’infiltrazione della ‘ndrangheta nelle

istituzioni pubbliche rappresentative: ciò, alla luce dell’accertata responsabilità di un importante

esponente politico locale, già assessore e tuttora consigliere comunale, Giuseppe PLUTINO, emerso

essere costante punto di riferimento della cosca CARIDI.

Come anticipato, uno dei versanti dell’attività investigativa era rappresentato dalle indagini delegate

al fine di rinvenire riscontri alle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia. E, infatti, nella

parte iniziale dell’informativa della Squadra Mobile del 26 luglio 2011, venivano riportate le

dichiarazioni rese nell’ambito del procedimento n.259/06 RGNR DDA dal collaboratore di giustizia

MOIO Roberto, nipote dei fratelli Pasquale e Giovanni TEGANO, capi storici dell’omonima cosca

di ‘ndrangheta, da sempre inserito ad alti livelli nel contesto criminale cittadino proprio in virtù

dell’illustre parentela vantata con i principali esponenti di uno dei più importanti sodalizi della città.

Sodalizio, questo, storicamente vicino alla cosca LIBRI, con la quale l’alleanza risale alle guerre

degli anni ’90, che videro i DE STEFANO – TEGANO ed i LIBRI – CARIDI opposti al

contrapposto schieramento CONDELLO – SERRAINO.

Nelle sue dichiarazioni, in particolare, il MOIO annoverava tra le fila dei CARIDI due fratelli, da

lui indicati come i gemelli, titolari di una società di noleggio di auto di grossa cilindrata: gli stessi

venivano agevolmente identificati dalla P. G. nei fratelli CONDEMI Filippo e CONDEMI

Domenico, odierni indagati.

A seguire le prime dichiarazioni del MOIO.

Page 6: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 6

…OMISSIS…

MR:- No, rapporti no. Ci vedevamo, ci salutavamo … però so che fanno parte … di … della

cosca insomma. PLUTINO parecchie volte mi ha mandato i saluti … parecchie volte. Ah!

Ritornando … vabbè … ci sono anche due, attualmente non ricordo il nome, li chiamano I

GEMELLI, che sono praticamente due appartenenti anche alla cosca di … la cosca sempre … di

cui stiamo parlando, di CARIDI. Praticamente, in particolare … che attualmente hanno … loro

affittano macchine per matrimoni, macchine tipo ROLL ROYS, MERCEDES, macchine

particolari per matrimoni.

PM:- Ma pure questi … scusi un attimo se l’interrompo, pure Errante e Plutino sono tutti cugini

di questi …?

MR:- Si, tutti parenti, son parenti … parenti sono, si.

PM:- Ci sono poi … gemelli sono?

MR:- Si, due gemelli … li chiamano I GEMELLI, li chiamano, ma sono due fratelli che …

penso che sono gemelli perché si assomigliano. Uno è ricciolino, ha i capelli ricci …

PM:- Allora, sono sicuramente fratelli …

MR:- Si. Però ricordo in modo particolare che NINO CARIDI, durante gli anni che ho

conosciuto erano sempre suoi accompagnatori … oppure quando andavo lì a SAN GIORGIO li

vedevo sempre … sempre con la cosca.

PM:- Sempre con?

MR:- Con la cosca.

PM:- Attualmente dice che hanno … noleggiano auto …

MR:- Si, hanno …. Si, hanno macchine … macchine d’epoca, fanno matrimoni … che affittano

per matrimoni. Poi c’è …

PM:- Senta, scusi se … stessa cosa, siccome parla di Nino Caridi quindi immagino parla sempre

di fatti … accompagnatori di Nino Caridi … parla sempre di fatti risalenti…

MR:- Prima della guerra, si…

PM:- Perfetto, stessa domanda. Successivamente al periodo della guerra, eccetera, eccetera, ne

ha più sentito parlare, li ha più visti, sa se questi hanno compiuto più specifici fatti riconducibili

all’interesse della cosca?

MR:- No. No, questo no … però so che sono … so che fanno parte della cosca insomma, và.

Ragazzi rispettati e … e pericolosi, và!

PM:- Ma questo dico, perché? E pericolosi perché? Sotto quale profilo? Cioè perché lei ritiene

pericolosi? Qualcuno le ha detto che praticamente questi sono pericolosi? Ci sono fatti specifici

per cui lei pensa che questi possano essere pericolosi?

MR:- No, parecchie volte … parecchie volte, in incontri che ho avuto … che avevo io, per dire …

cioè mi erano stati sempre presentati come personaggi … insomma … criminali!

Page 7: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 7

PM:- Ho capito. Ma questo anche recentemente? O sempre parliamo dell’epoca?

MR:- No, sempre dell’epoca, no?

…OMISSIS…

L’identificazione dei soggetti chiamati dal MOIO è contenuta nell’informativa redatta dalla Squadra

Mobile di Reggio Calabria in data 26.7.2011, che evidenzia:

“ Soggetti identificati da questo Ufficio per i fratelli CONDEMI Filippo nato a nato a Reggio Calabria in data 27.05.1974, ivi residente in viale Europa nr. 79 e CONDEMI Domenico, nato a Reggio Calabria in data 03.07.1976, ivi residente in viale Europa nr. 79, essendo utile precisare che CONDEMI Filippo, come indicato dal collaboratore di giustizia MOIO, è socio accomandatario della RHEGIUM REGAL CARS S.a.s. di Filippo CONDEMI & C., sedente a Reggio Calabria in viale Europa nr. 79, società che ha quale attività il noleggio di autovetture di lusso per cerimonie ed eventi.(Allegato nr. 01) “

L’assunto investigativo portava la P. G. a chiedere ed ottenere il monitoraggio delle utenze

radiomobili in uso ai sopra indicati soggetti, nonché all’attivazione di servizi di intercettazione

ambientale a bordo delle autovetture in uso a CONDEMI Domenico e MANDALARI Carmelo.

Cui, in esito alle prime risultanze investigative, si aggiungeva il monitoraggio delle utenze

radiomobili in uso a ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario.

Queste, dunque, le premesse, utili a comprendere l’evoluzione delle attività investigative e gli

approdi cui esse hanno portato.

2) GLI ELEMENTI INDIZIARI ED I CRITERI DI VALUTAZIONE.

Ciò detto, prima di procedere alla disamina delle emergenze investigative compendiate nella

richiesta, che efficacemente sintetizza il materiale indiziario a carico degli indagati, reputa il giudice

necessario effettuare alcune considerazioni in ordine ai criteri di valutazione degli elementi di

prova, nel caso di specie rappresentati, come poco sopra anticipato, da

1) esiti di intercettazioni telefoniche e ambientali

oltre che

2) dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia

e

3) da dichiarazioni delle persone offese e di altre persone informate sui fatti.

2. A) I criteri di valutazione delle intercettazioni.

Prima problematica da affrontare in proposito è quella relativa all’identificazione dei soggetti

conversanti.

Page 8: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 8

Se, per quanto concerne il contenuto delle conversazioni fra presenti non appaiono sussistere profili

di dubbio, atteso che trattasi, prevalentemente, di captazioni operate in occasione di colloqui

all’interno di ambienti pacificamente in uso agli indagati (si pensi, ad esempio, alle autovetture

nella disponibilità dei predetti), quanto agli individui che sono stati colti in conversazioni

telefoniche, appaiono affidabili le indicazioni della P. G. sull’identità di costoro, assicurate

dall’accertata titolarità e/o disponibilità del mezzo intercettato da parte dei conversanti e dalle

notizie fornite dai medesimi circa l’identità degli interlocutori (e/o dei soggetti cui essi fanno

riferimento) durante le conversazioni. La puntuale combinazione degli elementi sopra descritti, poi,

consente di conferire adeguato valore di affidabilità anche al riconoscimento vocale effettuato dagli

operanti che, adusi alla voce dei conversanti, sono stati evidentemente in grado di procedere alla

certa identificazione degli interlocutori.

Altro, fondamentale, profilo è rappresentato dalla disamina del contenuto delle conversazioni

oggetto di captazione: nel caso di specie, può certamente affermarsi che i dialoghi che si andrà ad

esporre sono caratterizzati – per la gran parte – da contenuto chiaro, intelligibile, tale da essere

compreso nel suo effettivo significato, senza necessità di dovere ricorrere ad operazioni

ermeneutiche dal tratto incerto o, peggio, oscuro. Trattasi, difatti, di conversazioni dal tessuto

dialogico facilmente intellegibile e, nei casi in cui, invece (specie nelle conversazioni telefoniche), i

conversanti hanno utilizzato toni criptici o altri accorgimenti diretti a celare il reale oggetto dei

dialoghi, il contenuto delle frasi che si sono potute carpire e quanto, conseguentemente e

successivamente, appurato dagli inquirenti a riscontro non lascia adito a dubbi sul fatto che anche

tali conversazioni, per quanto ammantate da tenore criptico, si riferissero ad attività illecite, la cui

essenza si disvela alla luce della complessiva attività di indagine e del contenuto stesso di altre

conversazioni captate (ci si riferisce, in particolare, a quelle tra gli indagati che, al di là di ogni

tentativo di celare il contenuto dei dialoghi, nelle parti decifrate, se lette alla luce dell’intero

compendio indiziario e degli imponenti dati di conferma al costrutto d’accusa, ben palesano quale

sia il rispettivo ruolo nella consorteria).

Ultimo profilo da approfondire è quello della “credibilità” delle affermazioni intercettate e,

quindi, della loro valenza probatoria, riguardo al quale occorre evidenziare come la

giurisprudenza di legittimità distingua quelle totalmente auto-accusatorie, quelle parzialmente

auto-accusatorie e quelle totalmente etero-accusatorie.

Le intercettazioni auto-accusatorie sono tali in quanto è lo stesso conversante che, esplicitamente

od implicitamente, accusa se stesso di aver commesso un dato reato, sicché le affermazioni

pronunciate dall’imputato o dall’indagato “contra se” equivalgono ad una sorta di confessione

Page 9: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 9

extragiudiziale e, pertanto, “hanno integrale valenza probatoria” (Sez. 6, n. 27656 del

09.07.2001, CORSO G. ed altri). La Suprema Corte, a proposito della valenza probatoria di tali

intercettazioni auto-accusatorie, ha, altresì, sottolineato che “in materia di intercettazioni telefoniche

non trovano applicazione gli artt. 62 e 63 c.p.p., in quanto le ammissioni di circostanze indizianti, fatte

spontaneamente dall’indagato nel corso di una conversazione telefonica, la cui intercettazione sia stata

ritualmente autorizzata, non sono assimilabili alle dichiarazioni da lui rese del corso

dell’interrogatorio dinanzi all’Autorità giudiziaria od a quello di polizia giudiziaria, né le registrazioni

ed i verbali delle conversazioni telefoniche sono riconducibili alle testimonianze de relato sulle

dichiarazioni dell’indagato, in quanto integrano la riproduzione fonica o scritta delle dichiarazioni

stesse di cui rendono in modo immediato e senza fraintendimenti il contenuto” (Sez. 6, n. 31739 del

28.07.2003, Corteggiano ed altri).

Le intercettazioni parzialmente auto-accusatorie sono, invece, quelle nel corso delle quali uno

dei conversanti accusa sé di avere commesso un dato reato, in concorso con un terzo del tutto

estraneo alla conversazione. Tali conversazioni possono, in linea di principio, costituire prova

diretta della responsabilità senza bisogno di ulteriori elementi di conferma, ma, essendo

coinvolto un terzo estraneo alla conversazione, la loro valutazione deve avvenire con particolare

rigore.

Infine, le intercettazioni totalmente etero-accusatorie sono quelle nel cui ambito uno od entrambi

i conversanti accusano un terzo di avere commesso un determinato reato. In relazione a tali

intercettazioni la Corte di Cassazione ha, in più occasioni, sottolineato che “… nel caso di generiche

affermazioni fatte da terze persone nel corso di conversazioni alle quali non è partecipe l’indagato, è

necessario che esse trovino riscontro in altri elementi di supporto che integrino con riferimenti

specifici la genericità dell’accusa …” (Sez. 1, n. 6234 del 02.11.2000, Zavettieri; n. 6232 del

02.11.2000, Primerano).

Per completezza, si reputa opportuno evidenziare, ancora, quanto segue:

- le c. d. dichiarazioni autoaccusatorie intercettate – rivelatesi, nella specie, intrinsecamente

attendibili e logicamente credibili – non necessiterebbero di alcun elemento di riscontro o di

conferma, che pure spesso in concreto è stato acquisito; rimandando al prosieguo le

valutazioni nel merito, basti qui osservare come, per gli indagati che sono stati direttamente

intercettati, le rispettive dichiarazioni costituiscano, nella quasi totalità dei casi, elementi di

sostanziale ammissione di responsabilità circa l’inserimento in contesti mafiosi (si pensi ai

dialoghi che vedono impegnato il CONDEMI Domenico e gli altri sodali nella campagna

elettorale del PLUTINO, ovvero a quelli che vedono il predetto e gli altri intenti a

conversare, all’interno delle autovetture, delle problematiche della consorteria e del ruolo

Page 10: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 10

del CARIDI, od a quelli che palesano il ruolo del CONDEMI di vero e proprio controllore

delle attività illecite poste in essere dalla comunità nomade); non é emersa, poi, ragione

alcuna per ritenere che le dichiarazioni auto-accusatorie registrate fossero oggetto di

invenzione o fantasia, tenuto anche conto dell’assoluta delicatezza ed importanza delle

questioni oggetto dei dialoghi;

- quanto alle dichiarazioni etero – accusatorie, poi, é evidente che queste abbiano una

maggiore e più pregnante valenza probatoria soprattutto quando la fonte conoscitiva del

soggetto conversante sia diretta e, nel procedimento in esame, le dichiarazioni etero –

accusatorie provengono da individui che non avrebbero avuto alcun motivo per accusare

persone ad essi vicine, con le quali esistono rapporti di parentela e/o di assoluta prossimità,

di fatti penalmente rilevanti ove questi non fossero stati veri [si pensi, ad esempio, alle

conversazioni che vedono gli esponenti della cosca far cenno ad altri sodali].

In ogni caso è opportuno evidenziare che gli elementi di responsabilità si fondano anche su

dichiarazioni auto-accusatorie captate e/o, comunque, su ulteriori elementi di indagine, quali le

dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e le attività svolte dalla P. G. a riscontro, e, in

particolare, le sommarie informazioni rese dalle persone offese di alcuni gravi reati – fine

contestati.

Andranno distinti, ovviamente, i casi in cui la dichiarazione etero-accusatoria si sia risolta in

una scarna ed isolata affermazione da quelli in cui sia stato possibile valutare compiutamente un

complesso di dichiarazioni – o di elementi di conferma – che si integrano, si raccordano e si

riscontrano tra loro, disvelando un compiuto quadro probatorio.

Il giudizio, pertanto, è di massima affidabilità e valenza indiziaria, non emergendo, ripetesi,

ragioni di calunnia o millanteria, di cui non vi è traccia in atti. Si tratta, perciò, di acquisizioni

probatorie particolarmente credibili, indicative e concludenti, generalmente suscettive di fornire una

ricostruzione degli eventi in maniera aderente ai reali accadimenti.

La necessità di valutare con la dovuta attenzione le dichiarazioni etero-accusatorie, poi, non deve

far ritenere indispensabile l’acquisizione di riscontri estrinseci ed intrinseci richiesti dal legislatore

nell’ipotesi di chiamata in correità, prevista dall’art. 192, terzo comma, C. p. p., come, del resto, ha

pacificamente chiarito e ribadito anche la più recente giurisprudenza di legittimità: “il contenuto di

una intercettazione, anche quando si risolva in una precisa accusa in danno di terza persona, indicata

come concorrente in un reato alla cui consumazione anche uno degli interlocutori dichiara di aver

partecipato, non è in alcun modo equiparabile alla chiamata in correità e pertanto, se va anch'esso

attentamente interpretato sul piano logico e valutato su quello probatorio, non è però soggetto, nella predetta

Page 11: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 11

valutazione, ai canoni di cui all'art. 192, comma terzo, cod. proc. pen.” (Sez. 4, sent. n. 35860 del

28.09.06, DELLA VENTURA; negli stessi termini Cass. Pen. Sez. V°, n. 13614 del 19.01.2001,

PRIMERANO; Cass. Pen. Sez. V°, n. 38413 del 9.10.2003, ALVARO ed altri; Cass. Pen. Sez. V°,

n. 603 del 13.01.2004, GRANDE ARACRI; Cass. Pen. Sez. I°, n. 1683 del 21.01.2004, BARILLA’

ed altri).

Particolarmente interessante risulta la parte della motivazione della sentenza nr. 603 del 14.10.03,

sopra citata, in cui la Corte spiega in maniera chiarissima le ragioni per le quali una dichiarazione

etero-accusatoria intercettata non è in alcun modo equiparabile alla chiamata in correità: “Non è

fondata la tesi - secondo motivo di impugnazione - secondo la quale le parole dei conversanti debbano essere

suffragate da altri elementi ai sensi dell'articolo 192 comma 3^ c.p.p.. La parificazione tra conversanti e

chiamanti in correità è, infatti, improponibile. Il chiamante in correità è persona che interrogata da

un giudice o da un ufficiale di polizia giudiziaria accusa altre persone di avere commesso reati. Si

tratta di una situazione di indubbia delicatezza, perché molte possono essere le motivazioni che

spingano una persona ad indicare altri come autori di un reato e non si può, quindi, escludere che ciò

venga fatto a scopo di calunnia. La situazione si è resa ancora più delicata da quando le norme tese a

favorire il c.d. fenomeno del pentitismo hanno previsto misure premiali anche consistenti per chi, pur autore

di gravi delitti, decida di collaborare con gli organi di giustizia. Queste sono senz'altro indicazioni assai

preziose che più volte hanno consentito di individuare gli autori di gravissimi delitti rimasti impuniti per

molti anni. È evidente, però, specialmente quando i collaboranti provengano da ambienti di criminalità

organizzata, la necessità di una valutazione attenta e prudente di tali prove. Ed è per tale ragione che il

legislatore, pur non mettendo in dubbio il principio del libero convincimento del giudice e pur non volendo

introdurre nel processo penale forme di prova legale, ha ritenuto di dettare precisi criteri di valutazione di

prove siffatte che sono quelli indicati dall'articolo 192 comma 3^ c.p.p.. La giurisprudenza di legittimità,

sensibile alla complessa problematica, ha poi, in applicazione della norma citata, ulteriormente precisato

detti criteri, che impongono ai giudici una prudente valutazione di tali prove.

Il discorso fatto non vale ovviamente per i c.d. conversanti. In questo caso, infatti, si tratta di persone

che non scelgono deliberatamente di accusare qualcuno all'Autorità Giudiziaria, ma di persone, che,

non sapendo che le loro conversazioni sono intercettate, parlano liberamente di vari argomenti, spesso

anche irrilevanti ai fini del processo per il quale è stata disposta la intercettazione. Tra le tante questioni

discusse capita, quando vengano intercettate conversazioni di persone appartenenti ad organizzazioni

criminali, che i soggetti intercettati discutano di problemi di lavoro, come del resto capita di fare a molte

donne c.d. uomini, ovvero di imprese criminali già realizzate o da porre in essere e dei soggetti che hanno

compiuto reati e con i quali loro siano in contatto. La differenza tra le due categorie di persone -

collaboratori di giustizia e conversanti - appare del tutto evidente, perché nel caso dei conversanti non

vi è alcuna consapevolezza di accusare qualcuno e l'intento di chi parla non è quello di accusare, ma

essenzialmente quello di scambiare libere opinioni con un sodale. È allora evidente che tutte le riserve e

Page 12: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 12

tutte le prudenze necessarie per valutare la genuinità delle dichiarazioni del collaboranti non sussistono

quando si tratta di conversazioni intercettate, perché in siffatte situazioni la spontaneità e la genuinità sono

più semplici da accertare.

Una volta accertato che i conversanti non sanno di essere intercettati, infatti, i criteri da utilizzare per la

valutazione della prova sono quelli ordinari e non può farsi riferimento ai criteri indicati dall'articolo 192

comma 3^ c.p.p...

Del resto la Suprema Corte ha già chiarito che il contenuto di una intercettazione, anche quando si risolva in

una precisa accusa in danno di una terza persona, indicata come concorrente in un reato alla cui

consumazione anche uno degli interlocutori dichiara di avere partecipato, non è in alcun modo equiparabile

alla chiamata in correità e pertanto, se va anche esso attentamente interpretato sul piano logico e valutato su

quello probatorio, non va però soggetto, nella predetta valutazione, ai canoni di cui all'articolo 192 comma

3^ c.p.p. (così Cass. Pen. 19 gennaio 1991, Primerano, CED 218392; Cass. Pen. 2 aprile 1992, Filice, in

Cass. Pen. 93, 2590; Cass. Pen. 3 maggio 2001, Corso, in CED 220227, che ha sostenuto che le

dichiarazioni, captate nel corso di attività di intercettazione regolarmente autorizzata, con le quali un

soggetto si accusa della commissione di reati, hanno integrale valenza probatoria)”.

2. B I criteri di valutazione delle dichiarazioni dei collaboratori

A tal riguardo, occorre osservare quanto segue.

Il legislatore indica la regola di giudizio relativa alla chiamata di correo ai commi 3 e 4 dell’art. 192

C. p. p., il cui tenore è il seguente: “3. Le dichiarazioni rese dal coimputato del medesimo reato o da

persona imputata in un procedimento connesso a norma dell’art. 12 sono valutate unitamente agli altri

elementi di prova che ne confermano l’attendibilità. 4. La disposizione del comma 3 si applica anche alle

dichiarazioni rese da persona imputata di un reato collegato a quello per cui si procede nel caso previsto

dall’art. 371 comma 2 lett. b).”

Come è noto, in ordine alla valutazione della “chiamata in correità” ai fini del giudizio di merito, la

giurisprudenza di legittimità (cfr., ad esempio, Cassazione, Sezione 5, 18.01.00, ORLANDO) ha

statuito, in modo costante, che la stessa assume valore di prova diretta contro l’accusato in presenza

di tre requisiti consistenti:

a) nella credibilità del dichiarante, valutata in base a dati e circostanze attinenti direttamente

alla sua persona, quali il carattere, il temperamento, la vita anteatta, i rapporti con

l’accusato, la genesi ed i motivi della chiamata di correo;

b) nell’attendibilità intrinseca della chiamata di correo, desunta da dati specifici interni ad

essa quali la spontaneità, l’immediatezza, la reiterazione senza contraddizioni, la costanza

nel tempo, la verosimiglianza, la logicità, la precisione, la completezza della narrazione,

l’univocità;

Page 13: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 13

c) nell’esistenza di riscontri esterni, che confermino l’attendibilità della chiamata di correo

già scrutinata come intrinsecamente attendibile (principio questo ricavabile dalla stessa

lettera del comma 3 dell’art. 192 C. p. p., che parla di “conferma dell’attendibilità delle

dichiarazioni” e non del dichiarante).

Quanto ai riscontri, la giurisprudenza ha richiesto che gli stessi

a. debbano essere certi,

b. non debbano necessariamente riguardare direttamente il “thema probandum”, ovvero

la prova in sé della colpevolezza dell’imputato, altrimenti costituirebbero prove autonome

della colpevolezza,

c. debbano avere carattere “individualizzante”, nel senso che non possono limitarsi a

confermare le modalità obiettive del fatto descritte dal chiamante, ma devono riguardare in

modo specifico la posizione soggettiva del chiamato in relazione ai singoli fatti delittuosi a

lui addebitati,

d. possano avere qualunque natura, sia rappresentativa sia logica, e possono essere costituiti

anche da altra chiamata di correo, purché le due chiamate siano: convergenti in ordine

al fatto materiale oggetto della narrazione; indipendenti, nel senso che non devono

derivare da pregresse intese fraudolente od anche solo da suggestioni o

condizionamenti che potrebbero inficiarne il valore della concordanza; specifiche, nel

senso che la c.d. convergenza del molteplice deve essere sufficientemente individualizzante,

ossia le varie dichiarazioni pur non necessariamente sovrapponibili devono confluire su fatti

che riguardano direttamente sia la persona dell’incolpato sia le imputazioni a lui attribuite

(Sez. 2, 30.04.99, CATALDO).

Tale regola, originariamente fissata solo per il giudizio di merito, opera, oggi, anche in sede

cautelare, per effetto della legge n. 63 dell’1.03.2001 il cui art. 11 ha inserito nell’art. 273 c. p. p. il

comma 1 bis, che evidenzia come: “Nella valutazione dei gravi indizi di colpevolezza si applicano le

disposizioni degli artt. 192 commi 3 e 4…”. Nell’interpretazione di questa norma si sono registrati

oscillanti orientamenti giurisprudenziali che hanno trovato soluzione nella decisione delle Sezioni

Unite, secondo cui “in tema di valutazione della chiamata in reità o correità in sede cautelare, le

dichiarazioni accusatorie rese dal coindagato o coimputato nel medesimo reato o da persona indagata

od imputata in un procedimento connesso o collegato, integrano i gravi indizi di colpevolezza di cui

all’art. 273 comma 1 cpp, in virtù dell’estensione applicativa dell’art. 192 commi 3 e 4 ad opera

dell’art. 273 comma 1-bis c.p.p. soltanto se esse, oltre ad essere intrinsecamente attendibili, risultino

corroborate da riscontri estrinseci individualizzanti, tali cioè da assumere idoneità dimostrativa in

Page 14: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 14

ordine all’attribuzione del fatto-reato al soggetto destinatario di esse, ferma restando la diversità

dell’oggetto della delibazione cautelare, preordinata ad un giudizio prognostico in termini di

ragionevole ed alta probabilità di colpevolezza del chiamato, rispetto a quella di merito, orientata

invece all’acquisizione della certezza processuale in ordine alla colpevolezza del chiamato, rispetto a

quella di merito, orientata invece all’acquisizione della certezza processuale in ordine alla colpevolezza

dell’imputato” (Sez. Un. n. 36267 del 30.05.2006, P.G. in proc. SPENNATO; in senso analogo

vedi Cass. Sez. 1, n. 22853 del 9.05.2006, LIANG; Cass. Sez. 1, n. 35710 del 20.09.2006, PM in

proc. ARANGIO MAZZA; Cass. Sez. 1, n. 19867 del 4.05.2005, LO CRICCHIO).

Tale ultimo orientamento appare senz’altro preferibile, essendo evidente che il legislatore,

nell’introdurre la modifica normativa ed avendo ben presenti i diversi criteri usati dalla

giurisprudenza in ordine alla valutazione della “chiamata in correità” a seconda che si trattasse del

piano cautelare o del giudizio di merito, ha perseguito lo scopo di omologare, per quanto possibile,

la valutazione della chiamata in correità in sede cautelare ed in sede di merito.

Si rammentano, ancora, ulteriori arresti che precisano il dettato giurisprudenziale. Cassazione, Sez.

5, Sentenza n. 18097 del 13/04/2010 Cc. (dep. 12/05/2010) Rv. 247147, ha affermato che, in tema

di misure cautelari personali, la chiamata di correo quale grave indizio di colpevolezza, oltre che

essere apprezzato nella sua attendibilità intrinseca, deve essere supportato da riscontri esterni

individualizzanti in grado di dimostrarne la compatibilità col "thema decidendum" proprio della

pronuncia "de libertate" e di giustificare, quindi, la razionalità della medesima, essendo l'esigenza

della "corroboration" – che inerisca non solo alle modalità oggettive del fatto descritto dal

chiamante ma anche soggettivamente indirizzata – imprescindibile nell'ambito di una valutazione

che è strumentale all'adozione di un provvedimento, quale quello restrittivo della libertà, dagli

effetti rigorosamente "ad personam". Cassazione, Sez. 1, Sentenza n. 16792 del 09/04/2010

Cc. (dep. 03/05/2010) Rv. 246948, poi, ha evidenziato come, nella fase delle indagini preliminari, i

gravi indizi di colpevolezza richiesti per l'applicazione di una misura cautelare, che devono essere

tali da lasciar desumere la qualificata probabilità di attribuzione all'indagato del reato per cui si

procede, possono fondarsi sulla dichiarazione di un collaborante, se precisa, coerente e

circostanziata, che abbia trovato riscontro in elementi esterni, anche di natura logica, tali da

rendere verosimile il contenuto della dichiarazione (Nella specie si è ritenuto sufficiente

riscontro la convergente e circostanziata chiamata di correo di un altro collaboratore). A tal

riguardo, Cassazione, Sez. 1, Sentenza n. 31695 del 23/06/2010 Ud. (dep. 11/08/2010) Rv. 248013,

evidenzia che: un collaboratore di giustizia, anche non coimputato o non indagato nello stesso

procedimento, può essere credibile quando ha acquisito le notizie propalate nell'ambito della

sfera di criminalità organizzata in cui sia inserito, purché venga accertata l'intrinseca

Page 15: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 15

attendibilità delle sue dichiarazioni, nonché la sussistenza di riscontri esterni, i quali, in caso di più

chiamate convergenti, possono anche consistere nella circostanza che le dichiarazioni

riconducano, anche se in modo non sovrapponibile, il fatto all'imputato, essendo sufficiente la

confluenza su comportamenti riferiti alla sua persona e alle imputazioni a lui attribuite, cioè

l'idoneità delle dichiarazioni a riscontrarsi reciprocamente nell'ambito della cosiddetta

"convergenza del molteplice". Cassazione, Sez. 1, Sentenza n. 15133 del 03/03/2009

Ud. (dep. 08/04/2009) Rv. 243789, ancora, sottolinea che in tema di chiamata di correo, non sono

assimilabili a pure e semplici dichiarazioni "de relato" quelle con le quali un intraneo

riferisca notizie assunte nell'ambito associativo, costituenti un patrimonio comune, in ordine

ad associati ed attività propri della cosca mafiosa.

Ciò posto, nel presente procedimento, il P. M. opera riferimento a diversi contributi venuti da

collaboratori di giustizia, quali MOIO Roberto e VILLANI Consolato, l’epoca assai recente

delle cui propalazioni non ha impedito che siano già intervenuti pronunciamenti che ne affermano

l’affidabilità del narrato.

Onde evitare inutili ripetizioni, pertanto, si reputa opportuno riportare quanto indicato nella richiesta

di misura cautelare, che, in maniera sintetica ma efficace, ha compendiato le valutazioni sinora

rassegnate in ordine all’apporto dei collaboratori le cui dichiarazioni sono state riversate in atti a

sostegno della richiesta di applicazione di misura cautelare. Così, quindi, il P. M. (ff. 232 e ss.):

§ - Premessa: l’attendibilità dei collaboratori

Ulteriori conferme della caratura criminale di alcuni degli indagati sono poi emerse dalle

dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia.

Si è accennato in premessa alle dichiarazioni rese da MOIO Roberto nell’ottobre ’10, nell’ambito

del proc.n.259/06 RGNR DDA.

Successivamente il MOIO veniva risentito, anche in relazione alle posizioni dei soggetti via via

emersi nel corso delle indagini ed aveva modo di confermare ed approfondire le dichiarazioni già

rese.

A quelle del MOIO si aggiungevano poi le dichiarazioni rese da VILLANI Consolato.

Al riguardo si impongono una serie di considerazioni sulla loro attendibilità

Va premesso che i predetti sono stati allo stato considerati entrambi attendibili, tanto da essere

sottoposti a programma provvisorio di protezione.

A ciò si aggiunga che il portato probatorio delle loro dichiarazioni è già stato valutato in ambito

processuale [e] è posto alla base di provvedimenti giudiziari.

Per quanto riguarda VILLANI Consolato, affiliato alla ‘ndrangheta, appartenente alla cosca LO

GIUDICE col grado di ‘vangelo’, manifestava la propria volontà di collaborare con la giustizia e nel

corso degli interrogatori resi rendeva dichiarazioni nel corso delle quali cominciava a riferire le sue

conoscenze sul contesto mafioso nel quale per anni è stato inserito ed ha operato.

Si premette che deve ritenersi positivo il giudizio sull’attendibilità intrinseca di tali

dichiarazioni, per le seguenti ragioni: 1) le dichiarazioni rese hanno il carattere della spontaneità,

della verosimiglianza, della logica interna; 2) nel corso degli interrogatori resi, il VILLANI si è

assunto la responsabilità, seria e consapevole, della commissione di gravi fatti criminosi (anche di

omicidio), che mai, dalle indagini espletate, erano stati ricondotti allo stesso; 3) le dichiarazioni rese

Page 16: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 16

sono provenienti da soggetto non motivato da astio nei confronti degli accusati, ma anzi inserito,

nella posizione di vertice nella cosca d’appartenenza ed entro il medesimo nucleo familiare e,

quindi, da sempre sia testimone, sia, soprattutto, autore, anche per averle deliberate ed autorizzate,

delle condotte criminose perpetrate dai membri della consorteria: la sua conoscenza dei fatti riferiti,

dunque, deriva o dall’aver direttamente deliberato, autorizzato, disposto e preso parte ai fatti, o

dall’aver direttamente appreso i fatti dai responsabili o dall’aver indirettamente ascoltato il racconto

di tali fatti da soggetti pienamente inseriti nel contesto criminale di riferimento.

Nutrito è l’elenco dei provvedimenti giudiziari già adottati anche sulla base delle dichiarazioni di

VILLANI Consolato:

1. decreto di fermo dei PP.MM. del 14/10/2010 nei confronti di CORTESE Antonio cl. 1962;

2. richiesta del 21/10/2010 dei PP.MM. --- competenti in relazione al luogo di esecuzione del

fermo --- di convalida del fermo e di applicazione di misura cautelare personale coercitiva

nei confronti di CORTESE Antonio per il reato di cui all’art. 416 bis c.p.;

3. ordinanza di convalida del fermo e di contestuale applicazione della misura della custodia

cautelare in carcere nei confronti del predetto indagato, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale

di Trieste in data 23/10/2010;

4. richiesta di rinnovazione della misura cautelare del P.M. del 26/10/2010;

5. ordinanza emessa l’08/11/2010 dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria ai sensi

dell’art. 27 c.p.p. applicativa della custodia cautelare in carcere nei confronti di CORTESE

Antonio;

Tutti i provvedimenti elencati sono fondati sugli elementi di prova rappresentati

dall’incrocio delle precise e dettagliate dichiarazioni accusatorie rese dal VILLANI

Consolato e da LO GIUDICE Antonino (nato a Reggio Calabria, l’01/09/1959; ivi residente

in via Zara Is. 32 n. 16), con i riscontri alle stesse acquisiti nel corso delle indagini.

Tali provvedimenti, hanno - tra l’altro - ricostruito l’attuale operatività della cosca LO GIUDICE in

seno alla ‘Ndrangheta, riconoscendo la bontà, la credibilità, la attendibilità delle dichiarazioni rese

dai collaboratori di giustizia VILLANI Consolato e LO GIUDICE Antonino.

A tal proposito, si riportano di seguito:

a) lo stralcio dell’ordinanza emessa in data 02/11/2010 dal Tribunale del Riesame di Reggio

Calabria (con riferimento alla posizione di LO GIUDICE Luciano cl. 1974 per il delitto di cui

all’art. 416 bis c.p.), nella parte relativa alla attendibilità di LO GIUDICE Antonino:

“… omissis …

Passando all’esame del contenuto del provvedimento impugnato, le odierne risultanze procedimentali si reggono sul contenuto accusatorio nei confronti dei fratelli LO GIUDICE delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia VILLANI Consolato, figlio di VILLANI Giuseppe e di LO GIUDICE Caterina, a sua volta figlia di LO GIUDICE Domenico, fratello del boss LO GIUDICE Giuseppe cl. 39, padre di LO GIUDICE Antonino e Luciano. … omissis … E di seguito si richiama il commento del G.I.P: … In ultimo, in data 13/10/2010, lo stesso LO GIUDICE Antonino iniziava il suo percorso collaborativo con l’A.G., tratto in arresto in quanto raggiunto da O.C.C. nell’ambito dell’odierna inchiesta unitamente a LO GIUDICE Luciano, in questa sede impugnata, che, dopo un atteggiamento iniziale non scevro da una certa reticenza, rendeva dichiarazioni speculari a quelle del VILLANI (cfr. pag. 10 del decreto di fermo a carico di CORTESE Antonio) in ordine alla propria partecipazione a gravi fatti di sangue, alla propria ascesa criminale nella ‘ndrangheta, alla carica raggiunta da ultimo del “Vangelo”, ai propri stretti rapporti intrattenuti con Pasquale CONDELLO, che aveva ospitato durante la sua latitanza in almeno un’occasione; di avere ricevuto dal CONDELLO la proposta di acquisire un peso maggiore nella gerarchia mafiosa con affidamento di compiti omicidiari e di controllo del territorio di particolare delicatezza; di essersi sottratto a tali

Page 17: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 17

proposte per la scelta meditata con il proprio gruppo di restare per conto loro, come cellula criminale del tutto autonoma; di avere dato incarico a CORTESE Antonio di collocare l’ordigno esploso il 3.1.2010 davanti l’edificio sede della Procura Generale di questa città e quello esploso davanti l’abitazione del Procuratore Generale dr. Salvatore DI LANDRO il 26.8.2010 ed il bazooka fatto rinvenire in prossimità degli uffici di questa Procura; di avergli ordinato in altre occasioni attentati dinamitardi (anche al Bar Arangea, citato dal Villani, ed alla pescheria in via Aschenez) e di averlo personalmente visto confezionare bombe; di essere il reale possessore delle armi sequestrate in occasione dell’arresto di CORTESE Paolo Sesto, detenute dal CORTESE Antonio per conto dei LO GIUDICE. In particolare, LO GIUDICE Luciano asseriva che CORTESE Antonio aveva eseguito attentati dinamitardi anche su incarico del primo e, unitamente a questi, e negli anni 2003-2004 CORTESE Antonio si era recato in Austria a prelevare un notevole quantitativo di armi pesanti, circa una trentina, tra cui kalashnikov a colpo singolo. Ancora negava di avere con il fratello un ruolo paritario all’interno della cosca (essendo egli effettivamente in una posizione sovraordinata al Luciano, per come già emerso), pur ammettendo che il LO GIUDICE Luciano lo aveva sempre aiutato nella gestione dei suoi affari criminali, attribuendogli, ove esplicitamente richiesto di farlo di collocarlo gerarchicamente, il grado di “picciotto” il primo nella gerarchia mafiosa. Orbene, i predetti dati non meritano particolare commento, trattandosi di una serie così imponente e granitica di riscontri al dichiarato del VILLANI da non lasciare più alcun dubbio sulla riconducibilità degli odierni addebiti al LO GIUDICE Luciano, tanto più che la fonte di interpretazione di quegli accadimenti è proprio quella autentica, rispetto ai fatti in commento, e cioè le propalazioni di LO GIUDICE Antonino, capo dell’omonima cosca in questa sede attribuita al di lui fratello Luciano. In relazione a tali dichiarazioni, le critiche difensive si sono appuntate quasi esclusivamente sulla diversa carica di ‘ndrangheta attribuita dal VILLANI al LO GIUDICE Luciano (la “santa”) rispetto a quella riconosciutagli dal fratello LO GIUDICE Antonino, che gli attribuiva al più la dote, senz’altro inferiore, di “picciotto”. Non si tratta di dato idoneo a svalutare le accuse del VILLANI, atteso che il percorso collaborativo del LO GIUDICE, ancora nella sua fase iniziale (si tratta di dichiarazioni rese l’indomani della maturazione della decisione di collaborare), pur fornendo uno spaccato potenzialmente dirompente dello scenario criminale di stampo mafioso degli ultimi anni, deve, come si è già visto, in questa fase embrionale, scontrarsi con le pur istintive umane resistenze volte a tentare di minimizzare il ruolo dei propri cari e familiari, con i quali sino a qualche giorno addietro si condividevano scelte di vita criminale e non, ancorché in termini tali da non negare il vero: la partecipazione del LO GIUDICE Luciano alla cosca in commento. In quest’ottica il giudizio sulle iniziali propalazione del LO GIUDICE, limitatamente a questi aspetti e con riferimento al ruolo che le sue dichiarazioni debbono avere in questa fase (al più di ulteriore riscontro a quanto già emerso in modo pacifico dal rimanente materiale indiziario), può considerarsi positivo”;

b) lo stralcio dell’ordinanza custodiale emessa in data 08/11/2010 dal G.I.P. presso il

Tribunale di Reggio Calabria (con riferimento alla posizione di CORTESE Antonio cl. 1962 per

il delitto di cui all’art. 416 bis c.p.), nella parte relativa alla attendibilità di LO GIUDICE Antonino:

“… omissis …

Quanto alla credibilità intrinseca ed estrinseca dei collaboratori di giustizia sopraindicati che hanno reso dichiarazioni etero accusatorie nei confronti del Cortese e prima ancora sulla esistenza ed operatività della cosca LO GIUDICE nel reggino la stessa è stata già vagliata e ritenuta dal G.I.P. in sede di emissione del titolo custodiale carico di LO GIUDICE Antonino e LO GIUDICE Luciano per gravissimi reati di appartenenza ad associazione mafiosa nonché da questo Decidente in sede di emissione dell’OCC in carcere a carico di MURINA Carmelo. … omissis… Alle figure già delineate dei collaboratori di giustizia i cui sintonici e convergenti dichiarati formano, insieme alle altre emergenze che di seguito si esamineranno, la grave piattaforma indiziaria a carico del CORTESE, si allinea la figura di un altro pentito nuovo di zecca LO GIUDICE Antonino, capo dell’omonimo clan operante nel quartiere reggino di Santa Caterina. L’elevatissimo spessore criminale del LO GIUDICE emerge prepotentemente da tutto il corredo di atti, richiamati testè.

Page 18: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 18

Le dichiarazioni, coerenti e precise, rese da VILLANI Consolato chiariscono il ruolo di vertice, in seno alla cosca omonima, il quale, a suo dire, attualmente ha il grado del Vangelo, che deve ritenersi ricoperto ben oltre la data del suo arresto avvenuto il 15/09/1991e perdurante sino ad oggi. … omissis… In data 13/10/2010, LOGIUDICE Antonino manifestava la propria volontà di collaborare con la giustizia e, nel corso degli interrogatori del 13 e, soprattutto, del 14/10/2010, rendeva dichiarazioni nel corso delle quali cominciava a riferire le sue conoscenze sul contesto mafioso nel quale per anni è stato inserito ed ha operato. Un primo vaglio delle sue dichiarazioni consente di ritenere le stesse munite del carattere della spontaneità, della verosimiglianza, della logica interna. Egli si è assunto la paternità di gravi fatti criminosi (anche di omicidio), che mai, dalle indagini espletate, erano stati a lui ricondotti. Le sue dichiarazioni risultano, peraltro, munite del crisma del privilegio per la fonte superprimaria dalla quale esse derivano ossia dal vertice assoluto della cosca omonima, all’interno del nucleo familiare, che rappresenta lo zoccolo duro del clan, e, quindi, da sempre sia testimone, sia, soprattutto, autore, anche per averle deliberate ed autorizzate, delle condotte criminose perpetrate dai membri della consorteria. La sua conoscenza dei fatti riferiti, dunque, deriva o dall’aver direttamente deliberato, autorizzato, disposto e preso parte ai fatti, o dall’aver direttamente appreso i fatti dai responsabili o dall’aver indirettamente ascoltato il racconto di tali fatti da soggetti pienamente inseriti nel contesto criminale di riferimento. … omissis … Le dichiarazioni del LO GIUDICE con riguardo a CORTESE Antonio risultano non solo confermate dal dichiarato di accusa del VILLANI ma anche da una poderosa mole di riscontri che verranno ripercorsi allorquando si tratterà specificatamente della posizione del CORTESE. Ma non basta, altre conferme ricevono le chiamate di accusa del LO GIUDICE con riguardo all’associato alla cosca TEGANO, Carmelo MURINA. Costui, raggiunto da OCC in carcere emessa da questo Decidente, in data 1 novembre 2010, è stato destinatario di plurime chiamate incrociate provenienti dai collaboratori MOIO, MUNAO’, VILLANI, tutte riscontranti LO GIUDICE Antonino. Inutile appare ogni valutazione sulla figura dei collaboranti MUNAO’ Umberto, IANNO’ Paolo e LO GIUDICE Maurizio, la elevatissima credibilità intrinseca ed estrinseca dei quali, vagliata e ritenuta in numerosissimi processi di criminalità organizzata cui hanno dato un contributo poderoso, fa parte ormai del notorio giudiziario. Le circostanze sopra evidenziate con riguardo a tutti i propalanti, i cui dichiarati consentono di tessere la tela indiziaria in ordine alla partecipazione del CORTESE alla cosca LO GIUDICE e, prima ancora, in ordine alla attuale esistenza ed operatività della cosca de qua, tranquillizzano circa la attendibilità soggettiva ed oggettiva di essi. Si tratta di soggetti tutti esponenti di spicco e di primo piano delle cosche di appartenenza. Costoro nel parlare dei TEGANO, o dei loro sottoposti, dei LO GIUDICE e dei loro sottoposti non parlano di un mondo inventato ma del loro mondo, del mondo da loro frequentato e frequentato anche ai più alti livelli. Ciascuno dei dichiarati, per la parte che è consentito conoscere, appare intrinsecamente armonica, coerente con il contesto di vita che hanno ricostruito e con la personalità emersa, e ne emerge la congruenza, nell’ambito degli interrogatori del PM, dei quali è possibile allo stato apprezzare solo alcuni stralci, e la logica espositiva. Sono tutti soggetti privi di precedenti condanne per calunnia né sono riversati in atti o allegati dall’indagato CORTESE e/o dagli altri chiamati (CORTESE, LO GIUDICE Antonino e Luciano), che si è limitato a sostenere di non sapersi spiegare il perché delle accuse mosse a suo carico dai collaboratori MOIO, VILLANI e MUNAO’, elementi dai quali inferire l’esistenza in capo a ciascuno di costoro di sentimenti di odio, di malanimo e di vendetta a carico dei chiamati. Anche con riguardo al LO GIUDICE Antonino, che pure durante il suo stato di libertà declamava la sua volontà di fare piazza pulita, con ogni mezzo, dei suoi compari ’ndranghetisti, si può agevolmente osservare che tanto sosteneva al fine di potere avere più ampi spazi di operatività criminale, a questo punto, invero, inutili avendo egli avviato la sua carriera di collaboratore di giustizia. Ciascuno dei collaboratori è quindi soggetto che ha conosciuto dall’interno la cosca di appartenenza e che ha lavorato per essa anche nei momenti più difficili e cruenti della

Page 19: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 19

guerra di mafia (LO GIUDICE, MOIO, MUNAO’, IANNO’), che si è reso responsabile in passato di gravissimi fatti delittuosi. Ed è proprio questa lunga militanza ora nelle fila teganiane e destefaniane ora nelle fila condelliane, ora nelle fila della cosca LO GIUDICE, che ha fruttato ai vari VILLANI, MOIO, LO GIUDICE Maurizio una succulenta ascesa nella scala gerarchica guadagnata sul campo, la quale ultima diventa fonte di notizie preziosa ed assai attendibile. Alle stesse conclusioni si perviene con riguardo al LO GIUDICE Antonino ed allo IANNO’ Paolo da sempre al vertice dei sodalizi di appartenenza. Le dichiarazioni di ciascuno di essi sono connotate, pertanto, dai requisiti della congruenza interna, logica, ed esterna, cioè della plausibilità e verosimiglianza obiettive e storiche, della spontaneità, autonomia e dal carattere diretto delle conoscenze esposte ed anche laddove alcune notizie fossero riferite de relato, tuttavia esse risultano, comunque, apprese in prima persona nell’ambito criminale di interesse, da parte di altri soggetti che vi appartenevano e che le comunicavano come fonte prima. Quanto ai riscontri esterni e al livello di essi si è già riferito delle numerose conferme esterne che i loro dichiarati hanno rinvenuto ma quel che in questa sede interessa è il dato che essi si confermano e si riscontrano reciprocamente. Parimenti affidabili soggettivamente ed altamente credibili sono i pentiti ormai storici LO GIUDICE Maurizio, MUNAO’ e IANNO’, che hanno fornito apporti preziosi in numerosi processi di criminalità organizzata del nostro distretto giudiziario e la cui attendibilità intrinseca ed estrinseca è stata già notoriamente vagliata e ritenuta da molte AAGG. Tutti si sono autoaccusati di fatti gravissimi e vantano un pedigree criminale di tutto rispetto che li ha resi teca preziosa ed inesauribile di conoscenze di innumerevoli fatti delittuosi, a moltissimi dei quali hanno personalmente preso parte. D’altro canto, la loro privilegiatissima posizione ed il loro non comune osservatorio (si rammenta che IANNO’, già capo del locale di Gallico è stato braccio destro durante la guerra di mafia del boss supremo CONDELLO Pasquale) tranquillizza sulla elevata attendibilità anche quando riferiscano di fatti conosciuti ed appresi de relato perché comunque appresi da fonti primarie privilegiatissime in contesti seri ed importanti in cui nessun ruolo può giocare lo scherzo, la

spavalderia, l’elaborazione fantasiosa o la millanteria“; Continua, così, il P. M., affrontando il tema della attendibilità dei collaboratori.

Il discorso fatto per VILLANI Consolato può essere ribadito anche per MOIO Roberto.

Quest’ultimo cominciava la sua collaborazione nel settembre ’10, a seguito dell’arresto subito in

esecuzione della cd.”Operazione Agathos”.

Anche per il MOIO positivo è il giudizio sull’attendibilità intrinseca delle sue dichiarazioni, per

le seguenti ragioni: 1) le dichiarazioni rese hanno il carattere della spontaneità, della

verosimiglianza, della logica interna; 2) nel corso degli interrogatori resi, il MOIO si è assunto la

responsabilità della commissione di gravi fatti criminosi (anche di omicidio), che mai, dalle

indagini espletate, erano stati ricondotti allo stesso; 3) le dichiarazioni rese sono provenienti da

soggetto non motivato da astio nei confronti degli accusati, ma anzi inserito in posizione di assoluto

rilievo entro la cosca TEGANO, dovuta al rapporto di parentela diretto con TEGANO Giovanni e

TEGANO Pasquale e, quindi, da sempre sia testimone che autore delle condotte criminose

perpetrate dai membri della consorteria: la sua conoscenza dei fatti riferiti, dunque, deriva o

dall’aver direttamente preso parte ai fatti o dall’aver direttamente appreso i fatti dai responsabili o

dall’aver indirettamente ascoltato il racconto di tali fatti da soggetti (i frateli TEGANO) posti al

vertice della propria organizzazione.

A ciò si aggiunga che anche le dichiarazioni del MOIO sono state utilizzate e positivamente

vagliate nell’ambito di una pluralità di provvedimenti giudiziari ed in particolare:

a) decreto di fermo dei PP.MM. del 07/10/2010 nei confronti di LO GIUDICE Antonino cl.

1959;

b) richiesta dei PP.MM. dell’08/10/2010 di convalida del fermo e di applicazione di misura

cautelare personale coercitiva nei confronti di LO GIUDICE Antonino cl. 1959 e di LO

GIUDICE Luciano cl. 1974 per il reato di cui all’art. 416 bis c.p.;

Page 20: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 20

c) ordinanza di non convalida del fermo e di contestuale applicazione della misura della

custodia cautelare in carcere nei confronti dei predetti indagati, emessa dal G.I.P. in data

09/10/2010;

d) ordinanza del Tribunale del Riesame del 02/11/2010 di conferma della ordinanza del G.I.P.

sub c).

Tutti provvedimenti fondati sugli elementi di prova rappresentati dall’incrocio delle precise e

dettagliate dichiarazioni accusatorie rese da VILLANI Consolato, MOIO Roberto e LO GIUDICE

Antonino con elementi di riscontro alle stesse acquisiti nel corso delle indagini (dichiarazioni di

altri collaboratori di giustizia, attività di intercettazione telefonica ed ambientale, documentazione,

ecc.).

Nonché:

a) decreto di fermo dei PP.MM. del 27 ottobre 2010 nei confronti di MURINA Carmelo, cl.

1964;

b) richiesta dei PP.MM. del 30/10/2010 di convalida del fermo e di applicazione di misura

cautelare personale coercitiva nei confronti di MURINA Carmelo, cl. ’64, per il reato di cui

all’art. 416 bis c.p.;

c) ordinanza di non convalida del fermo e di contestuale applicazione della misura della

custodia cautelare in carcere nei confronti dei predetti indagati, emessa dal G.I.P. in data 01

novembre 2010.

Anche tali provvedimenti sono fondati sugli elementi di prova rappresentati dall’incrocio delle

precise e dettagliate dichiarazioni accusatorie rese da MOIO Roberto, VILLANI Consolato e LO

GIUDICE Antonino.

A tal proposito, anche per il MOIO si riporta lo stralcio lo stralcio dell’ordinanza custodiale emessa

in data 08/11/2010 dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria (con riferimento alla posizione

di CORTESE Antonio cl. 1962 per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p.), nella parte relativa alla

attendibilità di VILLANI Consolato, MOIO Roberto e di LO GIUDICE Antonino:

“ Quanto alla credibilità intrinseca ed estrinseca dei collaboratori di giustizia sopraindicati che hanno reso dichiarazioni etero accusatorie nei confronti del Cortese e prima ancora sulla esistenza ed operatività della cosca LO GIUDICE nel reggino la stessa è stata già vagliata e ritenuta dal G.I.P. in sede di emissione del titolo custodiale carico di LO GIUDICE Antonino e LO GIUDICE Luciano per gravissimi reati di appartenenza ad associazione mafiosa nonché da questo Decidente in sede di emissione dell’OCC in carcere a carico di MURINA Carmelo. … … altre conferme ricevono le chiamate di accusa del LO GIUDICE con riguardo all’associato alla cosca TEGANO, Carmelo MURINA. Costui, raggiunto da OCC in carcere emessa da questo Decidente, in data 1 novembre 2010, è stato destinatario di plurime chiamate incrociate provenienti dai collaboratori MOIO, MUNAO’, VILLANI, tutte riscontranti LO GIUDICE Antonino. … Si tratta di soggetti tutti esponenti di spicco e di primo piano delle cosche di appartenenza. Costoro nel parlare dei TEGANO, o dei loro sottoposti, dei LO GIUDICE e dei loro sottoposti non parlano di un mondo inventato ma del loro mondo, del mondo da loro frequentato e frequentato anche ai più alti livelli. Ciascuno dei dichiaranti, per la parte che è consentito conoscere, appare intrinsecamente armonica, coerente con il contesto di vita che hanno ricostruito e con la personalità emersa, e ne emerge la congruenza, nell’ambito degli interrogatori del PM, dei quali è possibile allo stato apprezzare solo alcuni stralci, e la logica espositiva.

Sono tutti soggetti privi di precedenti condanne per calunnia né sono riversati in atti o allegati dall’indagato CORTESE e/o dagli altri chiamati (CORTESE, LO GIUDICE Antonino e Luciano), che si è limitato a sostenere di non sapersi spiegare il perché delle accuse mosse a suo carico dai

Page 21: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 21

collaboratori MOIO, VILLANI e MUNAO’, elementi dai quali inferire l’esistenza in capo a ciascuno di costoro di sentimenti di odio, di malanimo e di vendetta a carico dei chiamati. Anche con riguardo al LO GIUDICE Antonino, che pure durante il suo stato di libertà declamava la sua volontà di fare piazza pulita, con ogni mezzo, dei suoi compari ’ndranghetisti, si può agevolmente osservare che tanto sosteneva al fine di potere avere più ampi spazi di operatività criminale, a questo punto, invero, inutili avendo egli avviato la sua carriera di collaboratore di giustizia.

Ciascuno dei collaboratori è quindi soggetto che ha conosciuto dall’interno la cosca di appartenenza e che ha lavorato per essa anche nei momenti più difficili e cruenti della guerra di mafia (LO GIUDICE, MOIO, MUNAO’, IANNO’), che si è reso responsabile in passato di gravissimi fatti delittuosi. Ed è proprio questa lunga militanza ora nelle fila teganiane e destefaniane ora nelle fila condelliane, ora nelle fila della cosca LO GIUDICE, che ha fruttato ai vari VILLANI, MOIO, LO GIUDICE Maurizio una succulenta ascesa nella scala gerarchica guadagnata sul campo, la quale ultima diventa fonte di notizie preziosa ed assai attendibile. Alle stesse conclusioni si perviene con riguardo al LO GIUDICE Antonino ed allo IANNO’ Paolo da sempre al vertice dei sodalizi di appartenenza.

Le dichiarazioni di ciascuno di essi sono connotate, pertanto, dai requisiti della congruenza interna, logica, ed esterna, cioè della plausibilità e verosimiglianza obiettive e storiche, della spontaneità, autonomia e dal carattere diretto delle conoscenze esposte ed anche laddove alcune notizie fossero riferite de relato, tuttavia esse risultano, comunque, apprese in prima persona nell’ambito criminale di interesse, da parte di altri soggetti che vi appartenevano e che le comunicavano come fonte prima.

Quanto ai riscontri esterni e al livello di essi si è già riferito delle numerose conferme esterne che i loro dichiarati hanno rinvenuto ma quel che in questa sede interessa è il dato che essi si confermano e si riscontrano reciprocamente”.

Ciò posto, quanto – come sopra – evidenziato nella richiesta di applicazione di misure cautelari

non può che essere condiviso da questo Ufficio, che, d’altra parte (per come si coglie dalla lettura

degli stralci dei provvedimenti che sono stati emessi e vengono richiamati nella richiesta – ai quali

si aggiungono altri, successivi, che analoghe valutazioni hanno operato –), ha già affrontato la

questione dell’attendibilità dei nuovi collaboratori in diverse ordinanze (con conferma, peraltro, da

parte del Tribunale per il Riesame), nelle quali, in maniera sintonica, si è evidenziato come, sia con

riguardo al MOIO, sia con riferimento al VILLANI, possa ritenersi superato il vaglio relativo

alla credibilità dei dichiaranti ed all’attendibilità intrinseca della loro chiamata.

E, infatti, le dichiarazioni rese dal VILLANI e dal MOIO hanno il carattere della spontaneità,

della verosimiglianza e della logica interna. Nel corso degli interrogatori resi, poi, per quanto

emerge allo stato, si sono assunti la responsabilità in ordine a gravi fatti criminosi, che mai, dalle

indagini espletate, erano stati ricondotti agli stessi; dette dichiarazioni provengono da soggetti non

motivati da astio nei confronti degli accusati, ma, anzi, inseriti in posizione di evidente importanza

nella ‘ndrangheta reggina, l’uno in posizione di rilievo nella cosca TEGANO (dovuta al rapporto di

parentela diretto con TEGANO Giovanni e TEGANO Pasquale), l’altro espressione

dell’articolazione di essa che è la cosca LO GIUDICE, dotato del grado di Vangelo, e, quindi, da

sempre, sia testimoni sia autori delle condotte criminose perpetrate dai membri delle rispettive

consorterie facenti parte della ‘ndrangheta: la loro conoscenza dei fatti riferiti, dunque, deriva o

dall’avervi direttamente preso parte o dall’avere direttamente appreso i fatti stessi dai responsabili o

Page 22: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 22

dall’avere, indirettamente, ascoltato il racconto di tali fatti da soggetti posti al vertice

dell’organizzazione, con i quali costoro chiaramente interagivano.

Ciò posto, nella specie, occorre confermare il particolare rilievo delle propalazioni del MOIO, che

appare fonte qualificata in quanto, come detto, soggetto intraneo all’articolazione della ‘ndrangheta

che è la cosca TEGANO, pienamente a conoscenza non solo delle dinamiche della stessa ma anche

di quelle che la vedevano (e vedono) interagire, in maniera sinergica ed unitaria, con le altre

articolazioni territoriali. Sodalizio, questo, storicamente vicino alla cosca LIBRI, con la quale

l’alleanza risale alle guerre di mafia degli anni ’90, che videro i DE STEFANO – TEGANO ed i

LIBRI – CARIDI opposti, nel medesimo schieramento, a quello che vedeva riuniti i CONDELLO –

SERRAINO.

Parimenti rilevanti, poi, le dichiarazioni rese dal VILLANI, soggetto di rango della locale

criminalità organizzata, le cui affermazioni in merito all’organigramma delle consorterie cittadine

poggiano, evidentemente, sulla sua risalente affiliazione alla ‘ndrangheta, con ruolo peraltro di

spessore, e, pertanto, sulla conseguente compiuta conoscenza, da parte del predetto, delle dinamiche

e delle persone che in essa operano (e dei rispettivi ruoli). E che, nella specie, mostra buona

conoscenza della consorteria sulla quale rende dichiarazioni, anche per aver avuto occasione di

interagire con il CARIDI Antonino in relazione ad un’estorsione praticata nei confronti di un suo

conoscente, per il quale aveva richiesto l’intervento del capo cosca.

Né, per vero, allo stato degli atti, emerge dato da cui poter inferire che i due collaboratori siano

soggetti portatori di astio o malanimo nei confronti dei soggetti chiamati in causa.

Deve essere, dunque, confermata, in ragione della posizione dei dichiaranti all’interno delle

cosche di ‘ndrangheta di riferimento, la rilevanza probatoria delle dichiarazioni su fatti e

circostanze relative alla vita dell’associazione mafiosa di appartenenza, frutto di patrimonio

conoscitivo comune (in quanto inerente fatti che erano di interesse comune per gli associati di

‘ndrangheta).

2. C) Le dichiarazioni delle persone offese dei reati di cui ai capi B) e B) bis, C) e C) bis.

Al riguardo, occorre considerare che Cassazione, Sezione 2, Sentenza n. 770 del 28/11/2007,

dep. 9/1/2008, Rv. 239499, evidenzia che, in tema di misure cautelari personali, nella valutazione

delle dichiarazioni della persona offesa non si applica la regola della necessaria presenza di riscontri

esterni, dal momento che esse hanno natura indiziaria soltanto nel senso che concorrono alla

formazione di un giudizio di probabilità di colpevolezza, e non anche che si differenziano

concettualmente dalle prove. Ancora, Cassazione, Sezione 5^, sentenza n. 27774 del 26/4/2010,

dep.16/7/2010, Rv.247883, ribadisce che, in tema di misure cautelari personali, le dichiarazioni

Page 23: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 23

accusatorie della persona offesa, ancorché costituita parte civile, possono integrare i gravi indizi

necessari per l'applicazione della custodia cautelare in carcere, senza necessità di riscontri oggettivi

esterni ai fini della valutazione di attendibilità estrinseca (la Corte ha riaffermato che la valutazione

del giudice deve essere, in ogni caso, caratterizzata da rigore e prudenza). E, nel caso di specie, le

dichiarazioni rese dall’onorevole Giovanni NUCERA nel verbale di s. i. t. in atti appaiono

connotate da credibilità soggettiva ed oggettiva, caratterizzandosi per la precisione nella descrizione

delle condotte riferite come poste in essere dagli indagati PLUTINO e CONDEMI, per la coerenza

e per l’assenza di profili di illogicità e, ciò che più rileva, di ragioni di rancore o di astio.

L’esposizione del politico, che pur non cela forti stati emotivi, la seria preoccupazione per

l’incolumità propria e della famiglia, la paura vissuta per la tanica fattagli ritrovare sul cofano

dell’auto e per le successive condotte minatorie del CONDEMI, dirette a lui stesso o al figlio, sono

tutte circostanze descritte in maniera contenuta, senza enfasi, e non lasciano trasparire intenti

calunniatori, ciò anche considerato come non sia stato nascosto il rapporto di risalente legame

politico con il PLUTINO e di conoscenza con il CONDEMI, da subito indicato come soggetto di

rango criminale. Ma, in ogni caso, a confermare la credibilità della predetta persona offesa

concorrono le risultanze delle altre sommarie informazioni acquisite in atti e gli esiti dell’attività di

intercettazione svolta nel corso delle indagini.

Analoghe sono, a ben vedere, le considerazioni che possono essere svolte con riferimento alla

posizione del BASILE Raffaele, la cui narrazione degli eventi di cui al capo C) appare egualmente

connotata da misura nella descrizione, precisione e coerenza del narrato.

3) I PREGRESSI RISULTATI INVESTIGATIVI IN ORDINE ALLA COSCA BORGHETTO-CARIDI-ZINDATO

Esposti i criteri guida nella lettura del materiale indiziario può passarsi ad affrontare quanto

osservato dal P. M. nella richiesta di custodia cautelare, non prima di aver indicato le emergenze di

pregresse indagini che hanno visto, recentemente, affermata la sussistenza dell’articolazione di

ndrangheta oggetto dell’odierna contestazione sub A).

Pare, pertanto, necessario richiamare alcuni passaggi dell’ordinanza “Alta Tensione”, della

quale la presente, come detto in premessa, rappresenta la naturale evoluzione e prosecuzione.

Orbene, in quel provvedimento, al capo A), era contestato, tra gli altri, a CARIDI Antonino,

CARIDI Santo Giovanni, ZINDATO Giovanni il reato di cui all’art.416 bis, commi 1°, 2°, 3°,

4° e 5°, C. p., per aver fatto parte dell’associazione a delinquere di tipo mafioso denominata

‘ndrangheta e, in particolare, della cosca BORGHETTO-CARIDI-ZINDATO, operante

nell’ambito della più ampia cosca LIBRI, finalizzata, con la cosca ROSMINI e quella

SERRAINO, al controllo dei quartieri di Modena, Ciccarello e S. Giorgio Extra di Reggio

Page 24: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 24

Calabria, previa spartizione tra gli stessi, sulla base di deliberati mafiosi, del territorio

d’influenza e delle attività criminali da perpetrare sullo stesso; ciò, avvalendosi della forza di

intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne

deriva per commettere delitti come omicidi, estorsioni, danneggiamenti, detenzione e porto illegale

di armi, anche da guerra ed esplosivi; per acquisire in modo diretto o indiretto il controllo e la

gestione di attività economiche, di concessioni di autorizzazioni, di appalti e servizi pubblici e

comunque per realizzare per sé e per altri profitti e vantaggi ingiusti.

Nella cosca BORGHETTO-CARIDI-ZINDATO, a CARIDI Antonino, CARIDI Bruno,

CARIDI Santo Giovanni, ZINDATO Francesco e ZINDATO Andrea Gaetano era contestata la

qualifica di promotori e capi del sodalizio. ZINDATO Giovanni, invece, ne rispondeva quale

partecipe, essendo uomo di fiducia di CARIDI Santo Giovanni, col compito di accompagnare il

predetto agli incontri con esponenti mafiosi di altre zone territoriali, come OPPEDISANO

Domenico e PESCE Vincenzo, nonché di fare da elemento di collegamento tra CARIDI Santo

Giovanni ed il fratello CARIDI Bruno.

Era contestata anche l’aggravante della disponibilità e dell’uso delle armi, con epoca di

commissione del reato indicata dall’aprile 2000 per CARIDI Bruno, CARIDI Santo Giovanni e

QUARTUCCIO Vincenzo (cfr. Sentenza “Wood”) e dal luglio 2007 per CARIDI Antonino (cfr.

Sentenza “Testamento”).

Appare, dunque, opportuno richiamare alcuni stralci di quel provvedimento, efficaci nel delineare

l’attuale operatività del sodalizio oggetto della contestazione associativa sub A), che mutua la

sua descrizione da quella di cui al detto titolo coercitivo (convalidata, allo stato, anche

dall’intervenuta recentissima pronuncia di decreto dispositivo del giudizio, pure allegato in atti).

Si osservava, in particolare, nell’ordinanza (ff. 225 – 237), quanto segue:

Conclusioni sull’addebito associativo

Gli elementi raccolti, e sino al momento analiticamente esposti, quali emergenti

in primo luogo dall’imponente attività di captazione di conversazioni svolta nel presente procedimento o in questo comunque utilizzata e valorizzata, consentono di

giungere a conclusioni dotate del carattere della certezza in merito all’asse portante della costruzione accusatoria: l’esistenza di una compagine associativa connotata in senso mafioso imperante sul territorio in osservazione, riproducente nella sostanza i

caratteri descritti nella contestazione in fatto articolata dal PM. Gli elementi utili a convalidare tale conclusione, peraltro, non si limitano a quelli

esposti nel presente capitolo; ma comprendono (né potrebbe essere diversamente date le peculiari caratteristiche dei delitti-fine) tutti quelli raccolti e analiticamente commentati nelle parti del presente provvedimento relative alla ricostruzione di

episodi di estorsione e danneggiamento che, nel contesto osservato, si dimostrano più che ragionevolmente, per svolgimento, finalizzazione e modalità esecutive,

espressione effettiva e attuale del controllo sul territorio esercitato dal gruppo e del

Page 25: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 25

prelievo forzoso da questo effettuato delle risorse economiche del luogo, secondo modalità note alla sociologia e alla cronaca prima che al diritto.

Da tutti tali elementi si desume dunque l’esistenza di un gruppo soggettivo relativamente ampio, costituito da personaggi profondamente legati fra loro da vincoli talvolta di parentela e sempre di contiguità documentati in modo inequivoco dalle

conversazioni captate, e stretti da rapporti la cui solidità e il cui significato emerge dalla ricognizione delle vicende in cui, di volta in volta, essi appaiono coinvolti e

cointeressati. I rapporti fra tali soggetti sono certamente connotati, oltre che da una contiguità

che percepibilmente si nutre di interessi diversi da quelli della pura e semplice

amicizia, ma è per contro illuminata nei suoi reali caratteri dal riflesso delle attività, invero di qualificazione inequivocabile, ricostruibili sulla scorta dei dati di prova a

disposizione. Del resto, proprio quanto osservato qualche paragrafo fa in merito alla

circolazione di notizie, fra i soggetti coinvolti nell’inchiesta, circa l’attività della polizia giudiziaria e dei poteri pubblici in genere, come pure l’adozione delle cautele descritte e la condivisione della cura per il reimpiego dei proventi delle attività poste in essere

dai personaggi maggiormente inseriti nel sistema economico locale e per l’occultamento delle risorse, danno la misura di quanto sia diffuso e condiviso, nel

circuito personale osservato, un complesso d’interessi che trascende quello del singolo, come pure travalica la singola operazione, illecita o apparentemente lecita (se di copertura o reimpiego), per qualificarsi come pertinente a un’entità di maggiore

dimensione, connotata da requisiti di stabilità e continuità che ripetono tali caratteristiche da quella dell’attività svolta.

Il complesso di tali attività, poi (e il riferimento è sia a quelle per le quali gli elementi a disposizione hanno consentito l’elevazione di imputazioni specifiche, sia a quella parte maggiore di eventi cui il riferimento figura solo per indizio, per quanto

concludente), costituisce con evidenza lo “strumentario” tipico dei modi di agire dei gruppi associativi connotati in senso mafioso: l’inchiesta, invero, raffigura un numero

sufficiente di estorsioni, danneggiamenti ragionevolmente spiegabili soltanto con la proiezione verso finalità estorsive, operazioni di condizionamento degli operatori economici, di pressione sulle amministrazioni locali e d’infiltrazione nel tessuto

economico, attività volte al reimpiego di capitali e alla creazione di evidenze imprenditoriali fittizie e di fenomeni d’interposizione nella titolarità di beni, perché una

simile conclusione sia convalidata. E’ quindi chiara l’esistenza di un gruppo di soggetti legato al territorio e volto alla

perpetrazione di una serie di delitti di varia natura, ma tutti finalizzati alla sottrazione

di risorse al territorio, attraverso una filosofia a metà strada tra il fiscale e il parassitario, attuata con modalità violente: modalità il ricorso alle quali è solo talvolta

necessario, in generale essendo diffuso nel territorio il metus nei confronti di un gruppo così potente.

Con ciò resta confermata la ricorrenza di un altro dei requisiti della contestazione

associativa elevata dall’Accusa: la pratica, da parte di tale gruppo di soggetti, di un metodo mafioso, incentrato sulla capacità d’intimidazione scaturente dalla

consapevolezza, diffusa nel territorio signoreggiato, della pervasività di un potere occhiuto, spregiudicato e violento, l’acquiescenza al quale è percepita come ineluttabile al fine di evitare conseguenze anche di estrema gravità; che si pone come

alternativo al complesso di regole disciplinanti la comune convivenza e che ripete la sua forza dalle capacità “militari”, dalla predisposizione alla violenza dei sodali e dalla

capacità di resistere anche ai poteri pubblici e alla forza della legge, in ciò essendo agevolato dal clima di omertà costituente dato sociologico e costantemente osservato

del contesto territoriale e sociale in esame.

Page 26: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 26

I caratteri sopra osservati replicano pressoché scolasticamente la descrizione della fattispecie incriminatrice di cui all’art. 416 bis del codice penale.

Si vedrà appena oltre come il gruppo in argomento sia strettissimamente embricato a realtà mafiose di diversa origine e composizione, tanto da potersi dire che, sotto molteplici riguardi, esso agisca talvolta come un gruppo unico, tanto

contigui appaiono gli interessi delle diverse compagini. Per quello che riguarda la composizione personale del gruppo medesimo, nel

corso dell’esposizione sono indicati gli elementi scaturenti dall’attività d’indagine, e in particolare da quella d’intercettazione telefonica, utili a mostrare la riferibilità ai soggetti raggiunti dalla contestazione associativa elevata dal PM di condotte

particolarmente qualificanti in chiave associativa: cioè direttamente ricollegabili all’attuazione del programma dell’associazione e congruenti con i fini che questa si

propone. Come emerge dalla ricognizione di tali elementi, quali analizzati nelle parti del

presente provvedimento giudicate più congrue per la trattazione dei diversi argomenti (alle quali si rinvia in questa sede), per tutti i soggetti specificati nel capo d’imputazione sub A si registra il coinvolgimento, in alternativa, o in delitti costituenti

esplicazione del programma criminoso, o in attività che tali delitti presuppongono (quali la riscossione di somme), o nell’attività di reimpiego dei capitali,

d’intermediazione imprenditoriale o interposizione nella titolarità o disponibilità di beni, o in attività economiche comunque strategiche per membri dell’associazione, o nell’attività di controllo, di acquisizione d’informazioni, di sorveglianza, di tutela degli

interessi del gruppo, o in attività di disciplina e controllo dei livelli delinquenziali “inferiori”: in ogni caso attività attuative del programma anche in parti minute e

congruenti con gli interessi del gruppo, la cui effettuazione, atteso il carattere assolutamente non equivoco delle stesse, non poté ragionevolmente essere percepita dagli interessati se non come aderente al programma e agli scopi condivisi dal gruppo.

In più di un caso, poi, i passi intercettati consentono di cogliere i tratti di un’attività di programmazione e di definizione degli equilibri del gruppo, dello svolgersi delle attività

di questo, della composizione dei contrasti insorti nel contesto delle attività svolte, dei rapporti con altri gruppi delinquenziali, sullo sfondo del più completo panorama associativo reggino, che, lungi dal potersi considerare mere discussioni accademiche,

valgono immediatamente a rivelare l’adesione del loquente alle logiche decisionali e operative della consorteria; e in qualche caso a rivelare altresì, attraverso la

dimostrata prossimità alle istanze decisionali del sodalizio, il rango ricoperto dal soggetto di volta in volta coinvolto nell’addebito associativo, nei termini proposti dalle contestazioni in fatto.

Ne deriva, nei confronti di costoro, la ricorrenza di una situazione indiziaria largamente sufficiente all’applicazione della chiesta cautela, con l’eccezione della

posizione di FERRITO Mauro, in relazione alla quale l’impossibilità di pervenire alla sicura ricostruzione della vicenda in tema di armi dante materia alla contestazione di cui al capo L preclude la possibilità di attribuire all’indagato in questione il ruolo

assegnatogli dalla non convalidabile, quanto alla posizione in esame, impostazione accusatoria.

La collocazione della cosca nel panorama delinquenziale del territorio

A conclusione della rassegna degli elementi che hanno consentito di delineare i tratti della consorteria mafiosa per cui è causa, di definirne per profili importanti i suoi equilibri interni e di ricostruire segmenti rilevanti della sua attività, devono riportarsi e

brevemente valutarsi una serie di ulteriori dati che confluiscono in questo procedimento provenendo da diversi e recenti inchieste di vasto respiro.

Page 27: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 27

Tali inchieste, note con i nomi convenzionali di Meta e Crimine, appaiono portatrici di elementi di conoscenza di notevole rilievo proprio per l’ampiezza dei

procedimenti cui hanno dato origine: ampiezza dovuta non soltanto alla estensione della dimensione soggettiva (sono decine e decine, infatti, i soggetti colpiti dai due provvedimenti), ma sopra tutto dall’approccio, dalle finalità e dai risultati delle

indagini, che per la prima volta, in misura relativamente ridotta per la prima operazione (avente per oggetto la potente cosca CONDELLO, di primaria importanza

nel panorama mafioso reggino) ma notevolissima per la seconda, giungono a fornire una descrizione unitaria del fenomeno mafioso noto come ‘ndrangheta, del quale viene per la prima volta, con tale ultima operazione, proposta una lettura

complessiva, incentrata sul ravvivamento di un’aggregazione di una molteplicità di cosche, presenti sull’intero territorio nazionale e cono proiezioni estere, unificate sotto

il controllo di organismi di vertice fortemente strutturati e accomunate dal rispetto di comuni procedure, prassi operativi, riti, strategie, interessi, risorse.

Gli esiti di tali inchieste, che si nutrono di un’imponentissima messe di intercettazioni di conversazioni, corroborate da attività d’investigazione per così dire tradizionale, hanno una ricaduta anche nella presente inchiesta, nella misura in cui

permettono di cogliere almeno i tratti della collocazione della consorteria per cui è oggi procedimento nella vastissima e articolata galassia delinquenziale della provincia.

Per certi versi, gli elementi offerti da queste inchieste hanno una valenza descrittiva, molte delle conversazioni riguardando temi affatto generali e addirittura questioni “diplomatiche” riguardanti i rapporti fra i diversi, se pur in tesi collegati,

sodalizi; ma nell’ambito di questa massa di elementi si colgono dati estremamente precisi, in grado di proiettare una luce risolutiva anche sui snodi importanti dell’attività

della consorteria di cui al capo A dell’epigrafe e sull’attività e attuale posizione di soggetti di spicco all’interno della stessa.

Anche in questo caso si ritiene opportuno seguire la tecnica espositiva

consistente nel riportare i dati d’indagine quali proposti dalla procedente PG (generalmente come veicolati nella richiesta cautelare, che in questo caso è quella che

il PM deposita nell’agosto scorso), per poi evidenziare i profili e gli spunti suscettibili di acquisire rilevanza, e talvolta decisività, sul piano indiziario in rapporto agli addebiti sottoposti a verifica.

Come in altri passi del presente provvedimento, si noterà che nei brani riportati alcune delle conversazioni d’interesse sono omesse (rinviando tanto l’organo di PG

quanto il Requirente agli allegati alle informative, contenenti le trascrizioni estese), figurando però un sunto efficace del dialogo e la citazione di passaggi particolari.

Oltre a fornire una “localizzazione” della consorteria BORGHETTO-CARIDI-

ZINDATO nell’attuale panorama criminale del luogo, gli elementi consentono altresì di aver per certo come nella compagine associativa giochino un ruolo di rilievo CARIDI

Antonino e ZINDATO Giovanni. Quanto al primo, va subito specificato che al tempo della formulazione della

prima richiesta cautelare non era in dubbio che lo stesso fosse il punto di riferimento

primario del gruppo; soltanto, gli elementi sopraggiunti hanno mostrato, come si vedrà oltre, che egli mantiene fattivamente tale ruolo anche in costanza dello stato di

detenzione. Parte principale dei dati di cui si tratta si riferisce alle figure dei citato CARIDI

Antonino (che evidentemente resta sullo sfondo nelle conversazioni, essendo appunto

detenuto), CARIDI Santo Giovanni, che si è già notato rivestire un ruolo di assoluto rilievo nella consorteria e ZINDATO Giovanni: e il punto d’interesse è dato dai rapporti

con il c.d. capocrimine OPPEDISANO Domenico, la cui figura è delineata principalmente, e da ultimo, nell’ambito del proc. 1389/08 R.G.N.R. D.D.A..

Nelle informative riportate nella richiesta cautelare la PG incaricata delle indagini si esprime nei termini che seguono.

Page 28: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 28

Le indagini condotte nell’ambito del procedimento penale nr. 1389/08 RGRN

mod.21 DDA, cd “PATRIARCA”, hanno consentito di tratteggiare l’assetto strutturale della ‘ndrangheta, rivelando ruoli, compiti, mansioni e mandati ben precisi in relazione ad una molteplicità di soggetti, alcuni dei quali già coinvolti in pregresse attività

investigative, altri invece ritenuti estranei al detto contesto criminale. …

Ciò che emerge con forza è l’esistenza di una organizzazione unitaria, strutturata gerarchicamente,

che si basa sul controllo del territorio in maniera capillare, e che dispone di importanti articolazioni sia sul

territorio nazionale che a livello transnazionale.

Le acquisizioni investigative di seguito illustrate sono il risultato di una prolungata attività

d’intercettazione telefonica ed ambientale, supportata da servizi di osservazione, controllo e pedinamento,

che hanno permesso di raccogliere elementi utili a delineare l’esistenza di un’organizzazione malavitosa

di stampo ‘ndranghetista, avente base strategica in Calabria (segnatamente nella provincia di Reggio

Calabria) con attive ramificazioni sia nel Nord Italia (segnatamente in Piemonte, Liguria, ma soprattutto

in Lombardia nell’hinterland milanese) sia all’estero con propaggini in Svizzera (nella zona di Zurigo) e

in Germania (segnatamente nelle città di Francoforte, Singen ed in altre località), ma anche in altri stati.

In queste località, come si avrà modo di rilevare, è stato replicato il modello strutturale della ‘ndrangheta

calabrese. Le suddette ramificazioni criminali, seppur dotate di apparente autonomia, relativamente alle

classiche forme di manifestazione mafiosa, in realtà sono rigidamente dipendenti alla ‘ndrangheta della

provincia di Reggio Calabria.

Il complesso delle acquisizioni investigative offre uno spaccato inedito della ‘ndrangheta.

Dalle intercettazioni, per voce degli stessi esponenti, si apprende di organismi (provincia,

mandamento, società, locale), di gradi (sgarrista, santista, vangelo), nonché di ruoli (“cariche”) che

danno un’unica chiave di lettura del fenomeno ‘ndrangheta nella prospettiva di una struttura unitaria

gerarchicamente organizzata. Le decisioni vengono comunque prese nell’area geografica della provincia

di Reggio Calabria nel rispetto rigoroso di regole e procedure, lasciando tuttavia alle articolazioni esterne

ampi margini di autonomia nella gestione delle attività criminali sul territorio su cui insistono.

Tale struttura di ndrangheta, avvalendosi della forza di intimidazione e delle conseguenti condizioni di assoggettamento e di omertà che ne derivano è dedita alla commissione dei delitti, tra i quali traffico di sostanze stupefacenti i cui proventi

vengono successivamente investiti e riciclati attività commerciali e/o imprenditoriali specie nel Nord Italia, ove riesce a infiltrare il tessuto economico imponendosi nel

settore del movimento terra, finanche a insediarsi all’interno, e quindi gestire, imprese pulite in difficoltà economica.

In tale contesto di particolare pregio risultano le intercettazioni ambientali

captate sia nell’autovettura di OPPEDISANO Michele cl. 1969, nipote di OPPEDISANO Domenico, sia nell’appezzamento di terreno dello stesso OPPEDISANO Domenico, che

in occasione dei colloqui del detenuto OPPEDISANO Pasquale, fratello del suddetto Michele.

La strategia investigativa si è rivelata particolarmente fortunata poiché i controlli hanno interessato principalmente soggetti anche di altissimo spessore nel contesto criminale oggetto di osservazione, titolari di un pari bagaglio di conoscenze.

Le complessive risultanze di tali attività investigative consentono di ricostruire non solo alcuni dati salienti della storia della “ndrangheta” della provincia reggina, ma

anche di acquisire utili informazioni sulla attuale e più recente struttura della stessa e sull’intero organigramma.

In sintesi si può rilevare che l’organizzazione ndrangheta ricomprende un vertice,

denominato “provincia”, e ben tre mandamenti ( quello Tirrenico, quello del Centro, e quello Jonico), all’interno dei quali sono individuabili vari “locali” di ‘ndrangheta,

organizzati sempre su base territoriale. Per quanto riguarda i “locali” che si trovano

Page 29: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 29

fuori dall’ambito territoriale di Reggio Calabria, essi “rispondono” alla “provincia” direttamente o attraverso “locali” di uno dei tre “mandamenti” reggini.

… Punto di riferimento dell’intera organizzazione criminale, e per tutti i

mandamenti sopra descritti, è senza dubbio alcuno OPPEDISANO Domenico (prima

“caposocietà” e poi “capocrimine” della ‘ndrangheta). Nel contesto delineato OPPEDISANO Domenico1 mantiene un ruolo di vertice.

Egli, ancorché all’epoca non ancora identificato, figura agli atti del proc. nr. 14/98 cd. “Armonia”. In quel contesto tale “Mico OPPEDISANO” viene indicato, nel corso di una conversazione ambientale, quale destinatario di una “carica” di ‘ndrangheta.

La posizione baricentrica occupata dall’Oppedisano ha valorizzato notevolmente l’esito delle acquisizioni investigative. Infatti è stata ricostruita la fitta tratta di

rapporti tra gli esponenti delle cosche dell’intera provincia (e relative articolazioni nazionali e transnazionali), alla base della struttura organizzativa individuata: sono

emersi contatti tra gli OPPEDISANO con GATTUSO Nicola della cosca FICARA/LATELLA e con CARIDI Santo della cosca LIBRI/CARIDI, nonché contatti con altre famiglie di ‘ndrangheta della fascia jonica reggina.

E’ in questo quadro che si registrano, nelle conversazioni intercettate, riferimenti

estremamente significativi al ruolo ricoperto da CARIDI Antonino (che si noterà costituire ancora un punto di riferimento effettivo del gruppo anche nella considerazione del circuito delinquenziale “maggiore”), mentre si traggono elementi

ulteriori a carico della posizione di CARIDI Santo Giovanni, il cui ruolo nell’ambito della cosca risulta elevato in importanza e rilievo proprio in ragione dell’attuale carcerazione

del fratello CARIDI Antonino. Il rango e la collocazione della cosca, poi, sono rivelati dai contatti intrattenuti

appunto da CARIDI Santo Giovanni con OPPEDISANO Carmelo, il citato capocrimine,

le conversazioni intercorse col quale sono, come si noterà, prodighe di dati di assoluto rilievo.

Nello stesso contesto, si colgono i tratti dell’inserimento attivo nella consorteria di ZINDATO Giovanni, quale uomo di fiducia di CARIDI Santo, presente in occasione di incontri “al vertice” di elevatissimo rilievo e qualificazione (s’intende: tra il CARIDI e

l’OPPEDISANO), e incaricato di compiti di rilievo nell’ambito delle attività ancora del CARIDI.

Particolare rilievo è rivestito dal dialogo intercorso il 31 gennaio 2009 in occasione dell’incontro tra CARIDI Santo e OPPEDISANO Domenico: incontro al quale, assai significativamente, ha modo di assistere lo ZINDATO, e che è interamente

dedicato alla trattazione di temi, vicende e argomenti riferibili alla vita delle associazioni criminali di riferimento dei conversanti e della ‘ndrangheta in generale.

Che non si tratti di scambi di opinioni meramente colloquiali o di disquisizioni sociologiche è circostanza che, al di là della rispettosa familiarità dei toni, che si fonda sul mutuo riconoscimento di rango e rilevanza (s’intende anche da parte

dell’OPPEDISANO nei confronti del CARIDI) è conclusione legittimata dall’esame data dalla rassegna degli argomenti trattati, che spaziano dall’esame di principi generali

dell’ordinamento e degli assetti mafiosi alla considerazione e all’analisi di problemi specifici, quali quelli attinenti al conferimento delle cariche, agli equilibri interni, ai dissapori fra i gruppi e altro.

Questi gli stralci d’interesse.

Trascrizione integrale della registrazione ambientale linea 1204, progressivo 104, dalle ore 14:30:06 alle ore 15:30:10

1 Nato a Rosarno il 05.12.1930, ivi residente in via Palermo nr. 9

Page 30: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 30

… Don MICO: non mi ricorco chi me lo ha detto... se me lo ha detto... questo me

lo ha detto qualcuno di là... hanno detto che...(inc)...non gli manca nulla, io ho detto.. guardate, il problema a Reggio, sono in una maniera tale, che francacmente, eh... quelli che hanno il potere, praticamente, gli sembra che quando un giovanotto, si

estende un pò di più, e si fa un poco di amicizie, più largo, gli sembra a loro... (riferendosi ha quelli che hanno potere) "che il giovane possa avere amicizie più di

loro e più di altri", per questo ho detto io... è questo quà il motivo...cose sbagliate ! CARIDI: Io nemmeno...

CARIDI: che gli uomini non vanno neanche ...inc... neanche ...inc.... chi è uomo e ha un problema con uno di noi altri se la vede lui

OPPEDISANO: se la vede lui certo CARIDI: se poi non è buono o non è capace si siede in una parte "compare

vedete che non sono capace"

OPPEDISANO: ...inc.... CARIDI: vedete ...inc....

OPPEDISANO: ecco esatto si CARIDI:...inc.... OPPEDISANO: e all' .....inc........ loro due ...inc... (incomprensibile da 14:52:14

a 14:52:25) posso essere d'accordo con compare CICCIO e compare CICCIO la deve vedere che deve tornare indietro e "nmi nci fannu u ...inc..." un altra volta!? e non è

cosi! Ecco perchè vi dico io le cose si mettono male. Certamente quando dovete trovare un gruppo di uomini, di "riggitani" e che accettino che hanno ...inc.... questi due? Io non mi posso sedere li, per l'amore!

CARIDI: per me nemmeno, per me no, io già gliel'ho detto.... OPPEDISANO: eh eh eh eh

CARIDI:....io già gliel'ho detto.... OPPEDISANO: mi dispisce, mi dispiace CARIDI:io già gliel'ho detto.... se erano.... inc...ci sono gli uomini....

OPPEDISANO: abbiamo ...inc.... questi qua hanno uomini, mi ha fatto la mossa, ... hanno uomini....

CARIDI: che se li tengano OPPEDISANO: ma però , a questo punto qua, però questi qua non sono uomini

.... uomini attivi ...inc.... e lo sparano.... se lo devono sparare

CARIDI: ...inc.... OPPEDISANO: ...inc.... è offesa, non è una vergogna per loro stessi nel caso

portano avanti, mettono avanti a questo qua per farlo saltare nel fosso …

CARIDI: e poi....inc..... Il primo sbaglio già è cominciato alla madonna due anni fa quando c'era... quando eravamo la che dovevamo andare .... ha preso...inc...

quando si è aggiustato come avevate detto voi ... si è aggiustato...inc... OPPEDISANO: lo so, lo so [14:56:34] CARIDI: perchè siamo rimasti con una parola due ore prima con compare ROCCO

e per me era così, poi è arrivato lui e si è aggiustato OPPEDISANO: si si lo so

CARIDI: io, non sapendo tante cose gli ho detto io ...inc... [14:56:44] però lo sbaglio lo ha fatto lui

OPPEDISANO: si...inc... la sotto...inc.... guardate. Prima è venuto nel mio coso è passato da la ..... dal santolucoto .... non so.... inc... qua sotto ... inc... amici miei,

Page 31: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 31

sono paesani miei qua...inc... io non è che sono venuto... gli ho detto ... non è che sono venuto per parte della SOCIETA', io sono venuto per la madonna perchè vengo

tutti gli anni ... sono venuto pure..... inc... fatti...per i fatti miei [14:57:15]. Poi è arrivato compare CICCIO. Voi siete qua sotto io sono salito questa mattina, voi ve ne salivate la sopra e la CARICA ve la prendevate pure. Io non sono venuto per la

CARICA. .....inc.... io mi sono partito coi paesani miei, mi parto da qua per vedere la madonna che mi interessa a me la CARICA. Le CARICHE si fanno altrove prima

[14:57:36] CARIDI: prima OPPEDISANO:prima si fanno e poi si pensa ...inc...

CARIDI: io non sapevo io quelle cose le ho prese la OPPEDISANO: ...inc....

CARIDI: che io non le sapevo prima se no non partivo proprio ...inc.... …

CARIDI: secondo voi questo poteva stare alle regole [14:58:25] OPPEDISANO: ecco perchè vi dico io! CARIDI: io come....inc... non ne conosco .... ne a voi ne a quegli altri

OPPEDISANO: si si si CARIDI: io cammino per fatti miei ...inc... col mio nome....inc...

OPPEDISANO: estatto CARIDI: ...inc... se me lo fate vedere ...inc.... OPPEDISANO: io... qua da noi in un certo senso, in un certo senso....

CARIDI: e chi mi chiama vado gli ho detto io. Qualsiasi buon amico che io ritengo che hanno piacere e che io ritengo che merita io presenzio, dove è è .....

OPPEDISANO: si si si CARIDI: .... che mi chiamano OPPEDISANO: vedete non è .. a questo punto qua non è che noi .... guardate per

la società che ci litigiamo (fonetico "sciarriamo") CARIDI:no. ...ci raccogliamo che siamo un gruppo di amici ...inc....

OPPEDISANO: ...inc... ci raccogliamo per essere amici tutti quanti assieme per ripettarci l'un l'atro no che "jarmamu carretta" l'uno all'altro ....inc....

CARIDI: ....inc.....

GIOVANNI: se no dobbiamo cambiare i [14:59:10] ...inc.... quello che dice, quello che dice la SOCIETA' si deve fare

OPPEDISANO: si deve fare e basta è quello GIOVANNI: ....inc.... OPPEDISANO: guardate, non c'è padrone, non c'è padrone, assieme siamo una

famiglia CARIDI:...inc.....

OPPEDISANO: per ogni paese in una famiglia assieme CARIDI: una famiglia, dal nenato fino al padre sono sempre una famiglia OPPEDISANO: sempre una famiglia

CARIDI: ora se quello è neonato e quello è grande ..... OPPEDISANO:una famiglia. Una famiglia non è che ... c'è il padrone, no c'è il

ripetto CARIDI: bravo, bravo il rispetto OPPEDISANO: uno è più anziano, c'è il rispetto e mano a mano girando insomma

arriviamo tutti la, a girando a girando CARIDI: e la famiglia.....

… OPPEDISANO: ....inc..... [15:00:09] Praticamente non e che... Noi, guardate a

Rosarno siamo oltre 250 [15:00:13] ....inc..... CARIDI: ....inc.....

Page 32: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 32

OPPEDISANO: e quante ....inc..... famiglie qua e comandate CARIDI: cero, certo

OPPEDISANO: ....a FRANCESCO ...inc.... [15:00:22] ...oinc... CARIDI: ...inc... una persona giusta come a voi OPPEDISANO: ...inc.... che andiamo riscaldando la .....

CARIDI: ...inc.... OPPEDISANO: ..... che abbiamo famiglie... che ce ne sono da una parte e ce ne

sono dall'altra...... CARIDI:si OPPEDISANO:.....nel mezzo, guardate qua...inc... loro subito...inc... fare pace

CARIDI: ...inc.... OPPEDISANO: ....inc..... ecco per ciò vi dico io un paese come Rosarno

...inc...(s'è detto?) centro vero e proprio .... sempre a numero ..inc... poi buca "u santinu" pure qua ...inc...... arriva qua ....inc... arriva qua, è un paese pure di

commercio capite la nave arriva qua avete capito! [15:01:05] e quindi .... quindi o ci comportiamo bene, tutti ci dobbiamo comportare bene, non c'è che.... se meritate, se merita una cosa non è che gli diciamo no. Se lo merita un posto stai tranquillo che lo

ha...

CARIDI: certo, senza che cerca OPPEDISANO:eh eh dobbiamo sapere noi se può o non può CARIDI: uno quando è chiamato risponde ... sono presente sono ...inc...

OPPEDISANO:esatto, esatto, ..... ma non [15:01:39] (fonetico "mu trascura") perchè vedete ci sono tempi, il giovane è l'avvenire, diciamo praticamente noi, Io a

mano a mano ...inc... (si sovrappongono le voci) e mi devo coricare CARIDI:.è normale ....inc.... è storia (si sovrappongono le voci) GIOVANNI: .... quello che abbiamo parlato ora

OPPEDISANO: mi devo coricare... a mamo a mano devo dare strada al giovane CARIDI:certo

OPPEDISANO: se io ancora dopo anni di SGARRO .... devo prendere al giovane e lo devo prendere ...quello che ...inc.... come quello che ....inc..... come ...inc....

CARIDI: certo [15:02:06]

OPPEDISANO: è giusto? Non è che deve aspettere che me ne vada io e poi.... inc.... anticipatamente ..... deve essere avviato il giovane

CARIDI: e qui mi pare a me..... OPPEDISANO: ...inc... la vogliono sempre, sempre loro CARIDI: ...inc...

OPPEDISANO: senza di loro non..... non è vero GIOVANNI: purtroppo la natura è cosi [15:02:23] si è giovani e si è vecchi.

OPPEDISANO: E' si vecchi....non c'è niente da fare... è in quella maniera GIOVANNI: La colpa non è la nostra eh... OPPEDISANO:Si si... però ricordati...sapate il perchè ? perchè a mio avviso non

c'è l'unità... Io quando sono venuto a Reggio...Compare Ciccio ce l'ha con me pure per il fatto che sono venuto a Regggio, non invitando quell'altro Nicola, e sono venuto a

Reggio per la discussione sempre per il fatto...(inc)... no ? Noi siamo venuti là... ma se noi fossimo colpevoli, del fatto che siamo arrivati là quella giornata... e avvessimo fatto una decisione di qualcosa...nell'assessenza di ...(inc)... o di un'altro, allora è

giusto ...(inc)... noi non abbiamo fatto niente proprio, ci hanno invitato abbiamo mangiato e basta... senza nulla nei confronti di uno e nei confronti di un'altro...

[15:03:14] abbiamo dato quelle cariche e basta... abbiamo ristabilito soltanto... una ...(inc)... ai responsabili i Reggio... [15:03:23] volevano ristabilire..(inc)... che tutti si

sono prese le cariche, hanno le cariche a Reggio, non hanno chiesto nemmeno il

Page 33: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 33

permesso...nasoste (fonetico "ammucciati")...(inc).. la carica... però non se ne prendono nei paesi...

GIOVANNI: Ah... non se ne prendono dei paesi ? OPPEDISANO: Tutta la responsabilità... io l'ho detto sempre... se 150

assieme...sono uomini e sono responsabili a Reggio, si discute la facenda... si vede...

facendo insieme con questi uomini responsabili... in un certo senso si può ristabilire una cosa...ma invece in questo modo... non partecipande eh eh...

CARIDI: ...(inc)... OPPEDISANO : no no non è così... CARIDI: le cose non vanno avavnti...

… CARIDI: Però guardate, se sono stati lasciati un pochettino così, perchè

pensando, che dall'età che hanno... o perlomeno io li conoscevo...(inc)... però io non ho fatto casino, problemi con nessuno...(inc)...

OPPEDISANO: si si certo ognuno ha i problemi suoi... CARIDI: non è che se ho problemi vado a raccontarli a tutti... io sono in grado se

c'è qualcosa, ringraziando a Dio, di sbrigarmela da solo... io, per certi...(inc)... penso

che arriveranno a pensare e a capire, se sono chiacchere o non sono chiacchere... invece...(inc)...

OPPEDISANO: Continuado... continuando continuando...(inc)... CARIDI: Ora ringraziando Dio è uscito Carmelo... OPPEDISANO : E' uscito Carmelo ? (si sovrappongono le voci)...(inc)... se prende

una posizione, per me guardate... (Caridi parla sopra le parole di OPPEDISANO rendendo incompresibile il dialogo)...

CARIDI: con i LOCALI in questi giorni ci incontriamo, e discutiamo certe cose. OPPEDISANO eh...eh... CARIDI: Io con Voi... qundo volete...

OPPEDISANO: si... per me quando mi mandate l'ambasciata, per noi siamo pronti..

CARIDI: per quanto riguarda...(inc)... io gli ho detto che non li conosco, io sono...(inc)... con il mio nome, con il mio cognome, e con il mio lavoro, fate quello che volete... a me se viene un buon amico, che per me merita, la porta è sempre

aprta. OPPEDISANO: certo...!

CARIDI: fino a quando non sbaglia con me, se sbaglia con voi rispondete voi...(inc)...(si sovrappongono le voci di CARIDI e di OPPEDISANO).

OPPEDISANO: se l'errore c'è... guardate, uno è giusto deve punire, se l'errore è

al livello di...(inc)... ma se noi abbiamo un'affere tutti e due, e non l'abbiamo capito tutti e due...(inc)... niente, ma...(inc)...prima a livello di pidocchioso, se sbagliavi o

non sbagliavi praticamente, dicevi un'infamità, facevi tragedie...(inc)... CARIDI: è giusto !! OPPEDISANO: Queste cose, sono le cose pesanti... tragedie, infamità...e...

CARIDI: si... si... si... OPPEDISANO: capite... queste quà sono le cose pesanti,e allora se uno fa queste

cose quà...(inc)... CARIDI:..(inc)... quindi togliamolo del tutto ( fonetico "cacciamulu du tuttu"). OPPEDISANO: a casa uno se ne deve andare e basta... perchè con noi non può

stare, ma se io vi ho detto, e voi ve la site segnata la cosa, che magari... non sò l'affare...

CARIDI: ma se state facendo un'affare voi, che centra, voi siete diretto là, non devo mica dare conto a te...(inc)... o qunquo se li fanno loro mica qualcuno gli

domanda.

Page 34: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 34

OPPEDISANO: eh... qualcuno gli domanda ? Giusto.... e perciò vi dico io...sono cose che si devono ragionare però... ragionare alla perfezione...associazione per tutti

praticamente...(si sovrappongono le voci) CARIDI: ...(inc)... OPPEDISANO: soprattutto perchè la strada è unica, non è che tu sei in una strada

ed io in un'altra, devono seguire tutti la stessa strada...quelli che fanno parte...poi... se non la vedono, se non la vedono non è che... giusto ? può stare pure per gli affari

suoi... poi se non gli piacciono, praticamente quelle...(inc)... si sta per gli affari suoi, e nessuno lo tocca, il locale se lo tiene per gli affari suoi, avete capito com'è ?

OPPEDISANO: ma vedete... vedete quanto sono miserabili le persone ? se io vi devo dare una lira a voi no.., vi devo dare una lira...(inc)...tu a me devi dare una lira,

perchè siamo rimasti che tu mi devi dare una lira, ma io, che cerco, che io a voi una lira non ve la dò, ve ne dò mezza lira, mi rivolgo a voi, vedete che mi ha cercato una

lira quello, e voglio dargliene mezza...(inc)... CARIDI: quelli sono i più miserabili... OPPEDISANO: per una lira ci siamo messi d'accordo, e una mi devi dare... una

lira ci siamo messi d'accordo, e una mi devi dare, e basta non ne voglio più sapere...(inc)... a me deve dare una lira e una lira mi deve dare, voi avete

cercato..(inc)... voi siete morto, voi siete morto, poi la lira glielo data a lui..(inc)... perchè non gliel'ha data prima la lira... la lira... e quello non moriva...

CARIDI: quando già c'era il morto, prima deve scappare il morto...

OPPEDISANO: tu lo hai invocato per fare una cosa a loro praticamente, no... (Caridi parla in sottofondo ma è incomprensibile)... tu ci scrivi, perchè poi aspettavi

che si deve prendere la parcella pure lui, e cosa ha preso quel giorno...(inc)... peròlui 20 gli doveva dare e 20 gliene ha dovuto dare, 20 mila euro, sono 20 mila, e 20 mila gli ha dato... gli ho detto io non ammazzo te, a te non ti ammazzo, io ti faccio morire

di crepa cuore, ti ammazzo il figlio ti ammazzo, io ti ammazzo prima il figlio, e muori di crepa cuore tu...

CARIDI: certo... OPPEDISANO: sono 20, e 20 mi devi dare... (in sottofondo Caridi dice: 20 sono e

20 mi devi dare)... poi glieli ha dati...

GIOVANNI: ...e quest'altro dignità non ne aveva... OPPEDISANO: ...sei malandrino..? sei talmente "SBIRRAZZO"...(inc)... (la voce

di CARIDI in sottofondo vine coperta dalle parole di Don Mico e da rumori) …

TRASCRIZIONE INTEGRALE DELLA REGISTRAZIONE AMBIENTALE NR. 105 LINEA 1204 PROGRESSIVO 105 DALLE ORE 15:30:06 ALLE ORE 15:49:13

… CARIDI:purtroppo la vita ...inc.... per tutti e la cosa più brutta quando ...inc....

con gli anziani...... inc... (sovrapposizione di voci)

OPPEDISANO:... inc... (sovrapposizione di voci) CARIDI:....inc..... con tutto il rispetto per voi.... inc.... deve avere piacere di

vedervi e di discutere ...inc..... io poi per l'anzianità stravedo. per le persone anziane perchè mi piace parlare come stiamo parlando con voi che mi sto scialando

UOMO:..... però quando non c'è..... inc..... fare così

CARIDI: .... INC...... …

CARIDI: compare Mico il discorso è uno solo ....inc.... a Reggio non conviene, questo è poco ma sicuro (ride)

OPPEDISANO: ...inc... guardate noi facendo e ridendo ....inc.... facciamo ...inc.... a Nicola, una botta di sessanta eravamo non è che ci raccoglievamo nel ristorante

Page 35: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 35

...c'erano uomini nei tavoli la ...... lui prendeva e coglioneggiava ....inc... ...inc.... sessanta ci siamo raccolti ...... quando sono venuti, quando ...inc... dove dare le

cariche, chi deve andare, chi non deve andare ma tutti in accordo non è rimane ...inc... un altra cosa ...inc....

CARIDI: ....inc....

OPPEDISANO: .....inc...... CARIDI: è normale

OPPEDISANO: ...inc.... che sfantasia. Non c'era mai, mai.... questo rimane tra noi ...inc....

CARIDI: è bello così ....inc.........(sovrapposizione di voci)

OPPEDISANO: .....inc.........(sovrapposizione di voci) se avevate la carica...non avevate la carica! insomma con l'accordo facciamo tutte cose giusto?! e quindi perciò

noi, gli uomini che erano più liberi praticamente per potere camminare ......... CARIDI: ...inc.....

… CARIDI: ora vediamo ....inc..... OPPEDISANO:perchè si devono fare le cariche nuove pure ....inc.... mi dovete

fare tutte cose ...inc..... CARIDI:....inc.... si fanno le cariche nuove...inc.....

OPPEDISANO: ..... inc..... agli uomini che hanno la possibilità di camminare CARIDI: certo OPPEDISANO: non è che voi vi prendete una responsabilità e non potete uscire

fuori da ......inc.... CARIDI: ...... e vi nascondete dietro la porta... o quando c'è una cosa.....

OPPEDISANO:........dovete camminare CARIDI: bravo! OPPEDISANO: eh!

CARIDI: che ci sono persone che sanno quello che hanno e una decisione ancora non l'hanno presa

OPPEDISANO: ecco esatto, esatto. Non c'è niente di vergognare ...inc... figli giovani.... inc... bisogna parlare ...inc... tutto il mondo come abbiamo fatto ....inc....

CARIDI: e poi se esce un giovane che dice qua le cose devono cambiare ....

OPPEDISANO: ...inc... CARIDI: ...facciamo le ...inc... scavallare. Ma non è così! non è così

OPPEDISANO: ...inc... cambiare, a cambiare, le nuove generazioni devono cambiare

UOMO: siamo...inc....

CARIDI: non va bene perchè ...inc.... rischio ...inc... loro sai che ...inc.... OPPEDISANO: l'anziano, l'anziano..... inc.... c'è un accordo che è disponibile e

dove va va..... CARIDI: ma è giusto di testa pure OPPEDISANO: ecco giusto ...inc.... veramente che è disponibile ma se hai un

impegno o non puoi camminare allora che cazzo te la prendi a fare la responsabilità? CARIDI: bravo, bravo

Altamente significativo, poi, appare il fatto che l’incontro tra il CARIDI e l’OPPEDISANO, presente lo ZINDATO, abbia come epilogo la visita dei tre ad altro

esponente di spicco della ‘ndrangheta locale, il rosarnese PESCE Vincenzo, capo dell’omonima cosca, al quale il CARIDI viene presentato come “il fratello di NINO

CARIDI; genero di MICO LIBRI”. Che il ruolo di vertice di CARIDI Antonino sia costantemente riconosciuto è

circostanza rivelata per concludente indizio dal fatto che lo stesso è titolato a conferire cariche di ‘ndrangheta.

Page 36: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 36

Il dato emerge chiaramente dalla lettura di un dialogo intercettato sulla autovettura in uso a GATTUSO Nicola, soggetto coinvolto nelle inchieste di cui si è

detto in esordio, tra lo stesso GATTUSO e CARIDI Santo Giovanni. Questa la ricostruzione dell’episodio riportata nella richiesta cautelare.

In una conversazione avvenuta sulla Mercedes di Nicola Gattuso in data 29 Febbraio 2008 (prog.408 – RIT DDA 1205/07), si palesa sempre di più la stretta

collaborazione tra lo stesso Gattuso e Santo Caridi, nonché la comunione di intenti con la cosca Iamonte, tanto da stare realizzando una “faccenduccia a Melito”.

Dopo che Santo Caridi gli racconta che questa mattina stava andando a Sinopoli

per il fatto di tale Michele, Nicola Gattuso gli racconta che due giorni prima ha incontrato Nucera Antonio, nato a Condofuri il 16.11.1955 (“mi ha visto Totò….Vostro

compare”). Santo gli chiede di cosa abbiano parlato, e Nicola risponde che gli ha detto di sapere che a San Giorgio era tutto fermo, riferendosi al conferimento di nuove “doti

di ‘ndrangheta” (“gli ho detto io, so che è tutto fermo a San Giorgio”). Nicola aggiunge che Nucera gli ha detto che dovrebbero conferire delle cariche (“Eh dice...dobbiamo fare qualche operazione...“) e Nicola ha fatto finta di non sapere nulla. Nucera gli ha

poi risposto di esserne a conoscenza (“lo so pure io e allora“), ed allora Gattuso ipotizza che possa averglielo detto Santo (“si vede che glielo avete detto voi“). Caridi

allora ribatte che ne avevano parlato tempo addietro, e che comunque lui sa che non è il momento (“..inc.. l'altra volta. Lo sa pure lui che è tutto fermo.“) e che parla proprio per ottenere informazioni (“Lui cerca ..inc.. per scavare e vedere…Tipo che sa

no“)… .

La problematica delle “cariche”, del resto, è una costante di molte conversazioni; e proprio nel prosieguo di quella appena riassunta emerge la prospettiva della “promozione” in favore di CARIDI Santo, anticipata al GATTUSO da OPPEDISANO

Michele, nipote del capocrimine OPPEDISANO Domenico. Di seguito si riporta il sunto della parte di rilievo del dialogo.

Passando a raccontare quanto riferitogli dall’Oppedisano, Nicola dice che su

Reggio Calabria ad “essere in primo piano” saranno: lui (CARIDI Santo) ed altre due-tre persone appartenenti a “famiglie Buone” mentre resterà escluso Paolo. Il Paolo in

questione è MEDURI Paolo, in considerazione del fatto che i due interlocutori ne fanno riferimento, dicendo che ormai ha una certa età – n.d.r. è anziano - (“A voi ve l'ha detto Michele…Si, si, che sarete in primo piano, voi, due, tre persone a Reggio di

FAMIGLIE buone, perchè inutile…compare Paolo…”).

Appare quindi condivisibile la chiosa conclusiva del PM, per il quale “sembra quindi prospettarsi in capo al CARIDI Santo una posizione di maggiore rilievo in seno

alla famiglia di San Giorgio, seppure sempre e comunque subordinata a quella del fratello CARIDI Antonino, destinato a riprendere in mano le redini della cosca nel

momento stesso in cui verrà scarcerato, a testimonianza di come - nonostante la carcerazione - non sia venuta meno l’appartenenza al sodalizio criminale, il carisma e la capacità decisionale”.

Del resto, nel prosieguo della conversazione, GATTUSO Nicola ricorda al CARIDI Santo che quando uscirà suo fratello (CARIDI Antonino) si dovrà considerare soltanto

quest’ultimo come punto di riferimento (“Quando esce vostro fratello dobbiamo parlare solo con vostro fratello noi“).

E del resto, con particolare riferimento al problema del conferimento delle cariche

di mafia, è costantemente ribadito che sia proprio CARIDI Antonino il soggetto a ciò titolato. Significativo, in tal senso, è il passo del dialogo riassunto come segue.

Page 37: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 37

Nel prosieguo della conversazione emergono chiaramente quali siano “le cariche”

assunte da Nicola all’interno dell’organizzazione criminale. In particolare, Nicola commenta negativamente il fatto che MEDURI abbia riferito al padre di Nicola le “cariche di ‘ndrangheta” possedute dal figlio e cioè “IL PADRINO e LA CROCIATA”

(“Solo che poi gli ha detto " 'Ndria, te lo devo dire prima che lo sai da altri, tuo figlio ha questo e questo "….PADRINO, E COSO...... LA CROCIATA”).

GATTUSO Andrea si sarebbe lamentato di questo fatto con Nicola, il quale per giustificarsi gli avrebbe detto che a dargli la carica era stato CARIDI Antonino, ma il padre lo avrebbe corretto facendogli notare che le cariche conferitegli erano due e non

una (“Gli ha detto questo fatto. Mio padre, in prima l'ha presa a male con me, <<come mai, quando l'avete fatto!?>> "Papà", gli ho detto, mi ha fatto Nino Caridi

una sera. Ci siamo trovati un un posto e ha voluto fare questo FIORE." <<E come, UN FIORE, qua DUE FIORI, non è uno>>.)

Che il potere di CARIDI Antonino non sia meramente “onorifico”, o che il riferimento allo stesso non

sia una mera rievocazione o sia riferito al tempo in cui il CARIDI non era ristretto è dato rivelato da un

passaggio estremamente illuminante di una conversazione intercorsa ancora tra GATTUSO Nicola e

CARIDI Santo in tempi recenti (13 settembre 2008, prog. 2875 – RIT DDA 1205/07) e coincidenti con la

condizione di detenzione di CARIDI Antonino, allorché (sono le parole del PM) “lo stesso Gattuso invita

Caridi Santo (in auto con lui) a portare con loro anche Rotta Vincenzo (“E ROTTA dov'é?… Eh venite voi

due, se lo merita, o no voi sapete“). Ma Caridi risponde che prima ne parlerà con il fratello Antonino (“Io

voglio che parlo con mio fratello (CARIDI Antonino ndr.) prima“), evidenziando con tale comportamento il

fatto che sia proprio lui a dirigere l’associazione, anche se detenuto”.

Si tratta, in questo caso, di un dato decisivo, che mostra come un dettaglio anche relativamente minuto

(l’associare un soggetto, in questo caso tale ROTTA, a un’attività evidentemente di qualche rilievo sia

oggetto al previo assenso di CARIDI Antonino, evidentemente contattabile anche in costanza di detenzione

(può fondatamente presumersi attraverso colloqui e comunque con modalità in sé previste dalla legge):

assenso di tale rilievo da dover essere ricercato e ottenuto anche da un soggetto dotato di elevate

responsabilità, nell’ambito del gruppo, come CARIDI Santo.

Ciò che se ne desume è la conferma dell’attualità e dell’effettività dello svolgimento del ruolo apicale

all’interno del circuito associativo indagato da parte di CARIDI Antonino a onta dello stato di carcerazione.

Sul punto, è appena il caso di rilevare che per giurisprudenza costante sussiste compatibilità assoluta tra lo

stato di restrizione in carcere, imputabile a un addebito associativo, e la possibilità di perdurante e effettiva

appartenenza alla stessa famiglia mafiosa, a condizione che in punto di fatto risulti la partecipazione del

detenuto alla vita e all’attività dell’associazione e la prosecuzione della c.d. affectio societatis; e che tale

situazione di fatto può costituire legittimo presupposto per una nuova contestazione di associazione mafiosa,

posto che la partecipazione all’organismo associativo non è necessariamente interrotta dalla sopravvenuta

carcerazione (il principio è confortato, esemplificativamente, da Cass. I, 23 novembre 2000, n. 12907 – Rv.

218440, come anche da VI, 17 gennaio 2003, n. 6262, Rv. 227710 e da IV, 7 dicembre 2005, n. 2893, Rv.

232883).

Alla luce dei dati esposti, possono quindi condividersi le conclusioni del PM, che sintetizza

efficacemente i termini della posizione del CARIDI come segue.

Nei contenuti dei vari colloqui intercettati, in cui si parla del CARIDI Antonino,

appaiono manifestarsi tutti gli elementi variamenti richiamati dalle sentenze sopra emarginate: vi è prova della precedente affiliazione; vi è prova della permanente esistenza della cosca; manca, a contrariis, qualsiasi prova o mera notizia di

dissociazione da parte del soggetto in questione; permane evidente l’affectio societatis rispetto al sodalizio mafioso; sussistono contributi oggettivamente apprezzabili sia di

Page 38: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 38

tipo organizzativo che morale; vi è l’evidente disponibilità a riprendere in mano le redini della famiglia una volta terminato lo stato di carcerazione.

Sussiste quindi a carico del CARIDI una situazione di gravità indiziaria in ordine al delitto di cui al capo A.

Conclusioni di analogo segno devono formularsi quanto alla posizione di ZINDATO

Giovanni, in merito alla quale la richiesta in esame, oltre al dato, già registrato ed illustrato, della partecipazione dello stesso all’incontro tra l’OPPEDISANO e CARIDI Santo, espone quanto appresso si riporta, mutuando a sua volta estesi passi dalle

informative di reato in atti.

Si è già visto sopra come nel corso dell’indagine “Crimine” sia emerso il coinvolgimento di ZINDATO Giovanni, accompagnatore del CARIDI Santo Giovanni ad i

veri e propri summit mafiosi avvenuti tra quest’ultimo, il capo-crimine OPPEDISANO Domenico ed il principale esponente della cosca PESCE di Rosarno, PESCE Vincenzo: summit durante i quali si parlava in termini inequivocabili di ‘ndrangheta, affrontando

una serie di problematiche rilevanti (come l’organizzazione sul territorio, l’attribuzione di ‘gradi’, i rapporti tra le varie cosche) ed ai quali, come già evidenziato, lo ZINDATO,

lungi dal restare estraneo, partecipava personalmente, prendendo parte attiva alle conversazioni tra i presenti, testimoniando così la particolare affidabilità e considerazione goduta in seno al sodalizio ‘ndranghetistico.

A tali elementi, già ampiamente dimostrativi del pieno inserimento dello ZINDATO nell’ambito criminale oggetto del presente procedimento, si aggiungono i

rilievi ulteriori di cui all’inf.va della Sq.Mobile del 9.8.10 che testimoniano ulteriormente il ruolo dello ZINDATO Giovanni quale fiduciario di CARIDI Santo Giovanni ed intermediario tra quest’ultimo e CARIDI Bruno: un coinvolgimento tale da

fare temere allo stesso ZINDATO Giovanni di poter essere sottoposto a misura cautelare da un momento all’altro (verosimilmente proprio il provvedimento di fermo

poi emesso nell’ambito dell’operazione “Crimine”), inducendolo per questo anche a rendersi temporaneamente irreperibile a cavallo del periodo in cui sarebbe dovuta essere eseguita la stessa.

…/…

Le considerazioni rassegnate da questo Ufficio con l’ordinanza denominata “Alta Tensione”

denotano, quindi, con margini di certezza, la correttezza della contestazione cautelare di cui al

capo A), evidenziando, in maniera del tutto coerente alle emergenze indiziarie rappresentate

nel corpo di quel provvedimento, la sussistenza dell’articolazione della ‘ndrangheta definita

cosca BORGHETTO – CARIDI – ZINDATO, la quale opera nel contesto della più ampia

cosca LIBRI, imponendo la sua egemonia nella zona sud di questa città, specie nel quartiere di

San Giorgio, che rappresenta, per così dire, il teatro delle condotte delittuose che sono state

disvelate dall’ulteriore segmento investigativo curato dalla P. G. operante.

Prima di affrontare la parte della richiesta dedicata alle risultanze che non solo convalidano

l’assunto (cui già si era pervenuti con il citato provvedimento) dell’esistenza ed attuale operatività

della cosca BORGHETTO – CARIDI – ZINDATO, ma ne evidenziano ulteriori protagonisti ed

altre condotte delittuose che sono espressione del metodo mafioso pervicacemente esercitato per

conseguire il capillare controllo del territorio, occorre, tuttavia, aprire uno squarcio, per vero

Page 39: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 39

inquietante, sulla politica regionale e cittadina, che finisce col divenire momento quasi centrale

dell’indagine, siccome rivelerà l’intero dipanarsi delle emergenze investigative. Si avrà modo di

analizzare quella che, a ben vedere, della cosca appare una vera e propria proiezione nel settore

istituzionale, in particolare all’interno del Comune di Reggio Calabria. Con dati indiziari che

connotano tale presenza come certamente risalente nel tempo e non riconducibile esclusivamente

alla campagna elettorale della scorsa primavera. Il cui clima, per il segmento che è stato monitorato,

viene plasticamente rappresentato dapprima nel certosino lavoro della Squadra Mobile, condensato

nelle due informative del 26/7/2011 e del 23/9/2011, e, successivamente, nella richiesta di cautela

che, con indubbia efficacia ed evidente capacità di sintesi, quelle emergenze riassume e riconduce a

contestazioni gravissime, la cui fondatezza appare evidente, per come si avrà modo di cogliere

nell’analisi del materiale indiziario, che tinge di foschi colori il quadro dell’esercizio delle libertà

fondamentali in questa città.

Senza indugiare su valutazioni sociologiche (che, per quanto intimamente connesse all’addebito per

cui si procede, sarebbero affrettate, attesa la fase processuale), si passa ad esaminare un caso che

appare, almeno allo scrivente, singolare, pur nella sua gravità, atteso come protagonisti del reato

siano due politici, rispettivamente quali indagato l’uno e quale persona offesa l’altro. E non si tratta

certo di una lite tra uomini in vista dello stesso partito o di bieche questioni di alleanze all’interno di

fazioni di una compagine politica, ma di una duplice contestazione di estorsione (consumata e

tentata) …

Si passa, pertanto, ad esaminare le contestazioni ora indicate.

4. I FATTI ESTORSIVI IN DANNO DEL CONSIGLIERE REGIONALE GIOVANNI NUCERA.

A PLUTINO Giuseppe e CONDEMI Domenico sono contestate le seguenti provvisorie

imputazioni:

Capo B)

Agli artt.81, 61 n.10), 629 c.p. e 7 della L. 203/01, perché, in concorso tra loro, mediante la

minaccia implicita derivante dall’appartenenza del CONDEMI all’associazione mafiosa denominata

‘ndrangheta ed in particolare al sodalizio denominato cosca Libri-Caridi di cui al capo che precede,

costringevano NUCERA Giovanni, consigliere della regionale Calabria, ad assumere in qualità di

collaboratore temporaneo della struttura del gruppo consiliare del PDL presso il Consiglio

Regionale, CUZZOLA Maria, nipote di BORGHETTO Eugenio.

Con le aggravanti del fatto commesso:

- da soggetti appartenenti alla cosca mafiosa BORGHETTO-CARIDI-ZINDATO;

- avvalendosi della capacità d’intimidazione della stessa ed al fine di favorire la cosca

d’appartenenza;

- ai danni di un pubblico ufficiale.

Page 40: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 40

In Reggio Calabria, nel settembre ‘10

Capo B-bis)

Agli artt.81, 110, 61 n.10), 56-629 c.p. e 7 della L. 203/01, perché, in concorso tra loro, con più

azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, mediante la minaccia implicita derivante dalla

loro appartenenza alla associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta ed in particolare al sodalizio

denominato cosca Libri-Caridi di cui al capo che precede, nonchè atti intimidatori e minacce

esplicite, in particolare collocando una tanica di plastica contenente liquido infiammabile con

applicato un panno costituente la miccia di combustione sul cofano dell’autovettura tg

DM*714*VD, di proprietà di NUCERA Giovanni, compivano atti idonei diretti in modo non

equivoco a costringere quest’ultimo, alla scadenza del primo contratto di collaborazione a progetto

della CUZZOLA, a riassumere la stessa con l’incarico - più remunerativo e duraturo - di

componente della propria struttura speciale presso il Consiglio Regionale, non riuscendo nel proprio

intento per i rifiuto opposto dalla p.o..

Con le aggravanti del fatto commesso:

- da soggetti appartenenti alla cosca mafiosa BORGHETTO-CARIDI-ZINDATO;

- avvalendosi della capacità d’intimidazione della stessa ed al fine di favorire la cosca

d’appartenenza.

- ai danni di un pubblico ufficiale.

In Reggio Calabria, tra il dicembre ’10 ed il marzo ‘11

Come si sottolinea nella parte introduttiva della richiesta del P. M., le investigazioni sulla cosca

CARIDI, tratte dalle risultanze dell’operazione Alta Tensione e dall’apporto dei collaboratori di

giustizia affacciatisi nel panorama della ‘ndrangheta cittadina, finivano con l’incrociarsi con le

indagini avviate a seguito di una grave azione intimidatoria posta in essere ai danni del consigliere

regionale Giovanni NUCERA, cui veniva fatta ritrovare una tanica di benzina sul cofano

dell’autovettura, parcheggiata nei pressi dello stabile, ove avevano sede sia l’abitazione sia la

segreteria politica del predetto, sito in via Pio XI, nel quartiere San Giorgio. Quello in cui, cioè,

evidente è il capillare controllo del territorio da parte della cosca oggetto di interesse.

Grazie alla collaborazione della vittima, in questo caso con una certa rapidità, veniva individuata la

responsabilità dell’odierno indagato CONDEMI Domenico in relazione all’atto intimidatorio,

perpetrato nel contesto di una più ampia attività estorsiva che vedeva il coinvolgimento di un altro

esponente politico, Giuseppe PLUTINO, già assessore del Comune di Reggio Calabria ed oggi

consigliere comunale, rivelatosi costante punto di riferimento politico della cosca CARIDI sul

territorio, ed alla quale legava, sin dall’inizio, la sua ascesa.

Dato, questo, rappresentativo, ancora una volta, della speciale capacità della ‘ndrangheta cittadina

di infiltrarsi nelle istituzioni, individuando personaggi di riferimento da sostenere nel loro percorso

politico, in vista della successiva strumentalizzazione del ruolo pubblico da costoro assunto per

ottenere vantaggi a favore di soggetti direttamente appartenenti alla cosca o, comunque, ad essa

Page 41: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 41

contigui o, più semplicemente, a terzi ad essa estranei, la soddisfazione dei cui interessi (talora

bisogni) diventa un formidabile grimaldello in grado di piegare la società civile al rapporto con la

‘ndrangheta, finendo con il creare proselitismi e rispondendo ad una delle finalità dell’agire di

questa, incrementare il proprio prestigio e la propria potenza criminale.

Seguendo lo schema espositivo rappresentato nella richiesta, si riporta, al riguardo, quanto

inizialmente rappresentato nell’apposita informativa della Squadra Mobile. Osserva la P. G. quanto

segue:

Alle ore 10,30 del 09 marzo 2011 personale dell’Ufficio Volanti su disposizione della sala operativa si portava in via Pio XI nr. 146, dove era stato segnalato il compimento di un atto intimidatorio in pregiudizio dell’Onorevole NUCERA Giovanni in altri atti meglio generalizzato.

Sul posto il personale operante accertava la presenza di una tanica in plastica della capacità di litri 10 colma per la metà di liquido infiammabile posizionata vicino la parte anteriore dell’autovettura Alfa Romeo 159 targata DM*714VD, di proprietà del sopra menzionato NUCERA, che si trovava sul posto.

Nella circostanza lo stesso riferiva di ricoprire la carica di Consigliere Questore, segretario del Consiglio Regionale della Calabria e di essere membro della Commissione Antimafia del medesimo Consiglio Regionale e di non avere mai subito fino a quel momento alcun tipo di atto intimidatorio.

Ancora il medesimo dichiarava al personale intervenuto di risiedere proprio nello stabile sito alla via Pio XI nr. 146, dove al primo piano ha anche sede la sua segreteria politica.

Sul luogo del rinvenimento era altresì presente ONESTO Salvatore nato a Reggio Calabria in data 05.09.1970, ivi residente in via Pio XI diramazione Giuffrè nr. 5/5, collaboratore di NUCERA Giovanni con mansioni anche di autista, che riferiva di avere lasciato in sosta l’autovettura alle ore 23,30 circa della sera precedente e che poco prima nel riprenderla, si era accorto che sul cofano del vano motore era presente la tanica, che aveva prelevato e poggiato in terra, senza dare eccessivo peso a quel rinvenimento, credendo che si trattasse di un oggetto caduto da uno dei balconi soprastanti.

Solo successivamente dopo avere riferito della presenza della tanica all’onorevole NUCERA, entrambi avevano compreso trattarsi di un atto intimidatorio nei confronti dell’onorevole ed avevano richiesto l’intervento delle Forze dell’Ordine.

Sul posto gli operatori della volante facevano intervenire personale della DIGOS e del locale Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica per gli accertamenti di rito.

Nella stessa mattinata NUCERA Giovanni si portava presso gli Uffici della DIGOS per sporgere denuncia dell’accaduto e nel corso della verbalizzazione confermava di ricoprire le cariche istituzionali sopra indicate, aggiungendo di essere anche componente della II Commissione Bilancio, Programmazione ed Economica e che in quel momento si stava occupando della formazione delle liste elettorali per le imminenti consultazioni comunali e provinciali, essendo Coordinatore Regionale del movimento politico “Popolari e Liberali nel PDL”.

Nel prosieguo della verbalizzazione lo stesso escludeva di avere mai subito minacce o intimidazioni sia in relazione alla sua attività politica sia in relazione alla sua vita privata, concludendo di non avere sospetti su alcuno.

Primo dato di interesse è la circostanza che il consigliere regionale, al pari della stragrande

maggioranza delle vittime di reati di matrice mafiosa, nell’immediatezza dell’accaduto, non indica

Page 42: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 42

le possibili causali della grave azione intimidatoria. Anzi, conclude di non aver sospetti su alcuno.

Si omettono, ora, ulteriori riferimenti contenuti nell’informativa, in quanto connessi a non meglio

precisata attività investigativa (da non escludere, dunque, connessa ad acquisizioni informali) che

consentiva di individuare la possibile causale dell’azione minatoria.

Il seguito della vicenda è il seguente:

Il successivo 18 aprile 2011, l’onorevole NUCERA, contattava il Dirigente della DIGOS esternandogli tutta la sua preoccupazione in ordine ad un incontro avuto poco prima presso la sua segreteria politica, con un uomo che con atteggiamento minaccioso gli aveva formulato una richiesta di assunzione, richiesta alla quale aveva risposto negativamente suscitando le ire dell’uomo che gli aveva prospettato sgradite conseguenze.

Poiché l’interlocutore del politico era a lui noto per essere vicino alle famiglie mafiose che operavano nel quartiere (San Giorgio), non escludeva che allo stesso potesse ricondursi anche l’atto intimidatorio di cui era stato vittima poco tempo prima.

Il successivo 02 maggio il Dirigente della DIGOS ad integrazione di quanto riferito in precedenza aggiungeva di avere appreso dall’uomo politico che anche il proprio figlio era stato avvicinato dal medesimo soggetto che gli aveva prospettato violenti atti ritorsivi nel caso in cui il padre non avesse accolto le sue richieste, ed aveva fatto esplicito riferimento al rinvenimento della tanica di benzina.

NUCERA Giovanni sebbene in tutte le occasioni in cui aveva interloquito con il Dirigente della DIGOS, fosse stato da questi invitato a formalizzare i fatti narrati, aveva sempre rifiutato temendo gravi ritorsioni contro di lui ed i suoi familiari, ma aveva fornito utili elementi alla individuazione del soggetto che aveva posto in essere le minacce, ovvero CONDEMI Domenico (RC 03.07.1976), cognato dei già citati BORGHETTO Cosimo e BORGHETTO Eugenio, per avere sposato la sorella di questi BORGHETTO Anna (RC 04.10.1965).

La successiva verbalizzazione resa in data 31.05.2011 da NUCERA Giovanni presso gli uffici di Procura, chiariva ulteriormente gli episodi in narrativa… “

Insomma, anche dopo la minaccia portata all’importante esponente politico regionale (che segue

di poco l’atto gravemente intimidatorio che si è in premessa citato), questi continuava a mantenere

un atteggiamento altalenante, immediatamente comunicando ad un ufficiale di P. G. quanto

occorsogli (ed offrendo dati atti ad individuare l’autore delle condotte minatorie) e, per altro profilo,

rifiutando di formalizzare in un verbale quanto, così, riferito. Chiaro è che (o, per meglio dire,

chiaro non dovrebbe essere, ma così è stato) la ritrosia ha una sola possibile spiegazione, che si

coglierà nel prosieguo dell’esposizione del materiale indiziario: il timore di ritorsioni per sé ed i

propri familiari. Timore esistente – considerata la qualifica del NUCERA di uomo pubblico, di

uomo politico, di pubblico ufficiale – evidentemente perché assai qualificata (cioè estremamente

pericolosa) doveva essere la fonte della minaccia.

In ogni caso, dopo le iniziali titubanze, l’onorevole NUCERA veniva convocato per essere

escusso direttamente dal P. M..

Il quale, efficamente, annota nella richiesta:

Page 43: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 43

… e stavolta, superando i propri timori, raccontava nei minimi particolari quanto accaduto nel

corso del tempo, rivelando la vera e propria attività estorsiva subita dal CONDEMI Domenico, la

cui ‘insoddisfazione’ complessiva era poi evidentemente sfociata nell’atto intimidatorio

perpetrato ai suoi danni.

Inoltre, era proprio il NUCERA a rivelare il coinvolgimento nell’intera vicenda di Giuseppe

PLUTINO, raccontando l’evoluzione del loro rapporto politico e personale, il progresivo

degradarsi dello stesso, sino all’accondiscendenza manifestata dal PLUTINO innanzi alle

minacciose richieste di natura estorsiva manifestate dal CONDEMI nei confronti del NUCERA.

Si riporta il contenuto integrale del verbale di s.i.t. rese dall’on.NUCERA IL 31.5.11: …

A d.r.”Sono attualmente consigliere regionale e componente della Commissione parlamentare

antimafia della Regione Calabria”;

A d.r. ”Ho subito un atto intimidatorio nel mese di marzo scorso che ho regolarmente denunciato alla

P.S. in particolare ho trovato una tanica di benzina sull’autovettura di mia proprietà ed in mio uso

esclusivo; successivamente a tale fatto non ho subito ulteriori atti intimidatori, credo anche per la

pubblicità che ho scelto di dare immediatamente all’accaduto, proprio per dimostrare la mia assoluta

trasparenza rispetto al fatto”;

A d.r.”Nel mese di aprile scorso sono stato avvicinato da tale CONDEMI Domenico, figlio di

CONDEMI Giuseppe, il quale con tono minaccioso mi chiedeva di attribuire ad una terza persona,

tale CUZZOLA Maria un posto di lavoro; alla mia risposta negativa, dovuta all’impossibilità

oggettiva di assecondare quanto richiestomi, il CONDEMI si arrabbiava e si allontanava

repentinamente dalla stanza, manifestando tutta la sua contrarietà ed avvertendomi che dalla mia

risposta sarebbero potute discendere conseguenze negative per me, non meglio precisate ”;

A d.m.”Conoscevo da tempo il CONDEMI Domenico in quanto vissuto nel quartiere di mia residenza,

tuttavia per poter parlare del mio rapporto con lui devo necessariamente illustrare quello con

PLUTINO Giuseppe, attuale consigliere comunale ed ex assessore del comune di Reggio Calabria:

nel ’02, in occasione delle elezioni comunali dell’epoca, decisi di appoggiare la sua candidatura in

quanto, essendo un ragazzo del quartiere con una base elettorale di circa 400 voti, con aspirazioni a

crescere da un punto di vista politico, ritenni potesse essere meritevole del mio sostegno; il mio

apporto fu determinante ai fini della sua iniziale elezione, tuttavia accadde che a seguito della

competizione e della sua affermazione emerse una causa di ineleggibilità a me sconosciuta, per cui di

fatto il PLUTINO non fu eletto; nonostante questo, nella successiva competizione elettorale, rinnovai

il mio appoggio al predetto che questa volta riuscì ad essere eletto avendo superato nelle more i

motivi ostativi alla sua eleggibilità; successivamente, nel corso della preparazione alla campagna

elettorale delle regionali ’10, alle quali sarebbe dovuto essere il PLUTINO stavolta a sostenere la

mia candidatura, quest’ultimo mi rappresentò un problema circa la delusione da parte di alcuni suoi

parenti, i quali si sarebbero aspettati, per il tramite del mio aiuto, una collocazione lavorativa che

non era mai avvenuta, aggiungendomi in maniera chiara che avrei dovuto fare qualcosa per

aiutare suo zio CONDEMI Giuseppe ed i suoi cugini, tra cui lo stesso CONDEMI Domenico; successivamente alla ‘raccomandazione’ del PLUTINO, anche il CONDEMI Giuseppe mi aveva

personalmente incontrato, chiedendomi un’occupazione per i figli; successivamente alla mia

elezione, il PLUTINO, che nel frattempo era diventato assessore, rinnovò la sua richiesta; a quel

punto io cercai di soddisfarla, però dissi chiaramente al PLUTINO che in ogni caso non avrei

assunto in nessun caso CONDEMI Domenico, da me ritenuto un soggetto ‘particolare’ dai modi

prepotenti e violenti, almeno nel linguaggio”;

A d.r.”Le mie remore sul soggetto erano dovute anche al fatto che sò della parentela tra il predetto ed

i CARIDI ed io non avevo intenzione di istaurare un rapporto fiduciario con qualcuno che anche

lontanamente potesse ricondursi a certi ambienti”;

Page 44: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 44

A d.r.”A quel punto, sempre dal PLUTINO, mi fu fatto il nome di una terza persona, tale

CUZZOLA Maria”;

A d.r.”A questa richiesta mi dimostrai disponibile perchè dalle verifiche fatte, mi risultava essere

diplomata, infermiera e priva di pendenze giudiziarie di qualsiasi tipo, sulla base anche dei certificati

che mi preoccupai di acquisire”;

A d.r.”La CUZZOLA fu assunta con un contratto di collaborazione a progetto;

devo dire che tuttavia, inizialmente le pretese del PLUTINO erano ben diverse, perché il predetto mi

aveva specificamente richiesto l’ingresso di uno dei suoi parenti nella mia struttura speciale, cosa

che io avevo escluso, anche quando il PLUTINO si era addirittura offerto di lasciare il suo posto

nella stessa, a beneficio della persona da lui indicata”;

A d.r.”Tra i due ruoli vi è una differenza di tipo economico, essendo il posto di componente della

struttura speciale più remunerativo di quello di collaborazione a progetto di duecento euro circa al

mese”;

A d.r.”La CUZZOLA fu nominata con contratto temporaneo, con scadenza 31.12.10”;

A d.r.”Dopo l’assunzione della CUZZOLA non vi furono altre richieste”;

A d.r.”Successivamente alla scadenza del contratto, il PLUTINO tornò a sollecitare il mio

intervento, inizialmente reiterando la richiesta iniziale e cioè l’assunzione della CUZZOLA presso

la mia struttura; dopo una notevole insistenza del predetto, sembrava essersi convinto

dell’impossibilità della sua pretesa, tanto che il mio capo-struttura SURACI Giovanni, un giorno mi

disse che finalmente il PLUTINO si era convinto; così un giorno, il predetto, assieme alla CUZZOLA

ed al CONDEMI Domenico, si recarono presso il consiglio regionale per sottoscrivere nuovamente

il contratto di collaborazione; tuttavia, il SURACI mi disse che il giorno della sottoscrizione, al

momento della stessa, dopo la presa visione del contratto, quando la CUZZOLA si accingeva a

firmare, il PLUTINO la invitò a non farlo e ad allontanarsi, senza dare alcuna spiegazione”;

A d.r. “Questo accadeva sempre prima dell’atto intimidatorio subito, ritengo almeno un mese”;

A d.r.”Devo dire che tutto ciò accadeva nonostante il raffreddamento del mio rapporto politico col

PLUTINO che si era già sostanzialmente allontanato da me, rendendosi di fatto autonomo;

ciononostante, io cercavo ancora di assecondare le sue richieste anche perché non volevo che i suoi

parenti si convincessero che fossi io a voler rompere il rapporto con loro”;

A d.r.”Temevo che dalla rottura di tale rapporto potessero scaturire conseguenze negative per me o

per la mia famiglia che abita da sempre la stessa zona dei soggetti in questione”;

A d.r.”Sempre prima dell’atto intimidatorio incontrai anche il padre di CONDEMI Domenico, al

quale rappresentai le mie difficoltà ad andare oltre il contratto già proposto: devo dire che il

CONDEMI Giuseppe fu sempre garbato e comprensivo nei miei confronti”;

A d.r.”Ancora prima dell’atto intimidatorio, si rappresentarono presso la mia segreteria il

PLUTINO ed il CONDEMI Domenico, insistendo nuovamente sulla necessità da parte mia di

assumere nella struttura la CUZZOLA, sostenendo che ero tenuto a farlo per onorare un impegno

già preso ed anche come contropartita al loro presunto appoggio elettorale che, a loro dire,

addirittura era stato determinante per la mia elezione: mentre il PLUTINO, pur insistendo, aveva

un atteggiamento più ragionevole, il CONDEMI assunse posizioni ed atteggiamenti minacciosi”;

A d.r.”L’ultima volta che il CONDEMI venne presso la mia segreteria a chiedere per l’ennesima

volta la stessa cosa a beneficio della CUZZOLA, fu circa una settimana prima dell’evento

intimidatorio; in quella occasione, il CONDEMI era da solo ma gli atteggiamenti presuntuosi e

minacciosi nei miei confronti furono reiterati allo stesso modo”;

Page 45: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 45

A d.r.”Successivamente al fatto intimidatorio, nel mese di aprile, il CONDEMI Domenico, tornò

nuovamente a trovarmi: in un primo momento si recò preso la mia segreteria, coi soliti toni: poichè

non mi trovò, se ne andò dicendo che sarebbe tornato il giorno dopo; quando la segreteria mi

comunicò quanto accaduto, a quel punto, visto anche ciò che era successo qualche giorno prima, mi

preoccupai seriamente e chiamai il dott.GIAMBRA della Questura per rappresentagli tutto quanto era

accaduto, chiedendogli di valutare la possibilità di inviare qualcuno il giorno dopo per ascoltare le

richieste del CONDEMI ed i relativi toni; tuttavia, al momento si ritenne che la cosa non era

opportuna e soprassedemmo”;

A d.r.”Il giorno dopo il CONDEMI come promesso effettivamente venne in segreteria ad incontrami

ma in quella occasione, stranamente, si dimostrò molto più cauto”;

A d.r.”Devo dire che tale atteggiamento, improvvisamente e stranamente cauto mi insospettì

ulteriormente”;

A d.r.”Non ricordo in questo momento se ci fu un ulteriore incontro col padre del CONDEMI

Domenico”;

A d.r.”Ricordo che anche mio figlio Francesco NUCERA, nel mese di aprile, fu avvicinato e

gravemente minacciato dal CONDEMI Domenico sempre in relazione alla sua pretesa d’assumere

la CUZZOLA presso la mia struttura: quando mio figlio mi riferì l’accaduto, mi preoccupai

notevolmente e chiamai subito il dott.GIAMBRA per raccontargli quanto successo”;

A d.r. “Non ricordo se mio figlio mi disse che il CONDEMI aveva fatto specifico riferimento

all’episodio della tanica”;

A questo punto l’ufficio da lettura della nota informativa redatta dal dott.GIAMBRA in data 2.5.11 in

relazione alle espressioni minacciose utilizzate dal CONDEMI nei confronti di Francesco NUCERA:

A d.r.”Prendo atto di quanto mi viene rappresentato, pur non avendo in questo momento un ricordo

preciso delle parole usate, confermo quanto il GIAMBRA riferisce anche perché a lui raccontavo

sempre e nell’immediatezza quanto mi stava accadendo per la situazione di estremo timore che vivevo

in quel momento”;

A d.r.”Quando il dott.GIAMBRA mi sollecitava a riferire alla A.G. gli episodi a lui confidati, sono

stato sempre restio per il timore delle conseguenze che da ciò sarebbero potute accadere a scapito

mio e della mia famiglia”;

A d.r.”Di fatto, dall’ultimo episodio riferito al dott.GIAMBRA non è accaduto alcunché, anche perché

altrimenti l’avrei immediatamente riferito allo stesso”;

A d.r.”Durante la campagna elettorale e le successive votazioni per le ultime elezioni comunali, per

evitare di incrociare questi personaggi mi sono tenuto lontano dal quartiere e dai seggi elettorali,

recandomi in loco solo per votare; mi è stato tuttavia riferito che gli stessi erano presenti

continuativamente presso la sezione elettorale del quartiere”;

A d.r.”A seguito dell’atto intimidatorio ho ricevuto attestazioni di solidarietà da molitssimi amici e

colleghi, ma non da parte del PLUTINO”;

A d.r.”Il PLUTINO non avrebbe avuto alcuna possibilità di assumere nessuno perché presso il

comune non sono previste strutture a disposizione dei consiglieri e/o degli assessori comunali”;

A d.r. “Non ho altro da aggiungere”. …

Non può che convenirsi con il requirente allorquando definisce “importantissime” le dichiarazioni

Page 46: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 46

rese dal NUCERA. E, in effetti, nel descrivere l’appoggio fornito, sin dalle elezioni comunali del

2002, a Giuseppe PLUTINO, giovane emergente del suo quartiere, San Giorgio, con un bacino

elettorale di circa quattrocento voti, reputato meritevole del suo appoggio, il NUCERA evidenzia

come la collaborazione prestata in occasione delle elezioni comunali del 2002 avesse portato i

risultati sperati, anche se, essendo emersa una causa d’ineleggibilità, il PLUTINO aveva dovuto

rinunziare all’elezione. L’appoggio non era mancato in occasione delle successive elezioni

comunali del 2007, all’esito delle quali il PLUTINO era stato eletto. Ecco che, quando il NUCERA

si aspetta che il PLUTINO possa restituire l’aiuto, appoggiandolo nella campagna elettorale per le

elezioni regionali del 2010, alle quali era candidato, il PLUTINO fa cenno ad un problema circa la

delusione da parte di alcuni suoi parenti, i quali si sarebbero aspettati, per il tramite del suo aiuto, una

collocazione lavorativa che non era mai avvenuta, aggiungendo … in maniera chiara che avrebbe dovuto

fare qualcosa per aiutare suo zio CONDEMI Giuseppe ed i suoi cugini, tra cui lo stesso CONDEMI

Domenico. Richiesta, questa, ribadita direttamente dal CONDEMI Giuseppe, padre di Domenico.

E, dopo l’elezione al consiglio regionale del NUCERA, la richiesta viene reiterata da

PLUTINO, che, nel frattempo, è diventato assessore comunale. Il NUCERA aveva, pertanto,

cercato di soddisfare le ‘aspettative’ manifestate, rappresentando, tuttavia, da subito, al PLUTINO

la sua contrarietà ad assumere presso la propria struttura politica il CONDEMI Domenico, da lui

conosciuto per i modi prepotenti e violenti, quantomeno nel linguaggio, e legato da parentela con

componenti della cosca CARIDI, non avendo egli intenzione di istaurare un rapporto fiduciario

con qualcuno che anche lontanamente potesse ricondursi a certi ambienti.

Quali siano gli ambienti cui fa riferimento il NUCERA, al di là di quanto viene

espressamente verbalizzato, appare fin troppo evidente, siccome la citazione dei CARIDI come

un’entità unitaria, evidentemente poco raccomandabile, al pari del parente CONDEMI Domenico,

che l’assunzione, in sostanza, pretendeva, come è dato evincere non solo dall’interessamento del di

lui cugino PLUTINO Giuseppe ma anche da quello, diretto, del padre.

Ecco che, nell’ottica di garantire in ogni caso soddisfazione alla richiesta avanzata

nell’interesse della famiglia CONDEMI, è lo stesso PLUTINO Giuseppe a suggerire il nome di una

terza persona da assumere, ovvero CUZZOLA Maria. Richiesta che, questa volta, viene soddisfatta

dal NUCERA, sulla scorta di supposte verifiche compiute, da cui emergeva come la donna

risultasse priva di pendenze giudiziarie.

Dunque, la CUZZOLA veniva assunta con contratto di collaborazione a progetto, con

scadenza al 31/12/2010. Peraltro, a dire del NUCERA, anche tale assunzione non aveva soddisfatto

integralmente le pretese avanzate dal PLUTINO, il quale avrebbe auspicato – anzi aveva

Page 47: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 47

specificamente richiesto – l’ingresso di uno dei sui parenti nella struttura speciale del NUCERA,

ovviamente in ragione del migliore trattamento economico e, per altro verso, della maggior durata

del contratto di lavoro.

Scaduto l’iniziale contratto della CUZZOLA, il PLUTINO tornava alla carica, reiterando la

richiesta di assunzione della ragazza presso la struttura speciale. Ma, ancora una volta, il NUCERA

rappresentava l’impossibilità di aderire alla sua pretesa. Ciò che induceva, almeno in apparenza, il

PLUTINO ad accontentarsi del rinnovo dell’incarico precedente, tanto da prendere accordi con

SURACI Giovanni, capo struttura della segreteria dell’onorevole NUCERA, per recarsi presso gli

uffici del Consiglio Regionale al fine di far sottoscrivere il nuovo contratto alla CUZZOLA. Il

giorno stabilito per la firma, quindi, PLUTINO si recava presso la sede consiliare assieme alla

CUZZOLA Maria, accompagnato – tuttavia – dall’onnipresente CONDEMI Domenico. E, per come

riferito al NUCERA dal SURACI, al momento della sottoscrizione, dopo la presa visione del

contratto, quando la CUZZOLA già si accingeva a firmare, il PLUTINO la invitava a non farlo e ad

allontanarsi, senza dare alcuna spiegazione. Quanto riferito dal NUCERA accadeva prima dell’atto

intimidatorio subito (almeno un mese).

Un dato che va certamente messo in rilievo è che, a detta del NUCERA, il suo ‘impegno’ a

favore della CUZZOLA si era concretizzato nonostante i rapporti politici con il PLUTINO si

fossero raffreddati, essendosi costui reso autonomo. Ed il consigliere regionale certifica la ragione

della conclusione del contratto con la CUZZOLA quando afferma: ciononostante, io cercavo

ancora di assecondare le sue richieste anche perché non volevo che i suoi parenti si convincessero

che fossi io a voler rompere il rapporto con loro”, precisando, poco oltre, “Temevo che dalla

rottura di tale rapporto potessero scaturire conseguenze negative per me o per la mia famiglia che

abita da sempre la stessa zona dei soggetti in questione”.

Si conclama, in altri termini, che la rinnovazione dell’accordo altro non è che il frutto del

timore del NUCERA che i parenti del PLUTINO, i CONDEMI, si convincessero della sua

intenzione di rompere il rapporto con loro, circostanza, questa, da cui, sempre a dire del NUCERA,

sarebbero potute derivare conseguenze negative per lui o i suoi familiari.

E che rende manifesto, anche considerato l’evolversi della vicenda, come la prima

assunzione, quale collaboratore temporaneo della struttura del gruppo consiliare del P. D. L.

presso il Consiglio Regionale, della CUZZOLA Maria, nipote di BORGHETTO Eugenio, sia

stata, esattamente come indicato nell’imputazione provvisoria, frutto della costrizione

derivante dalla minaccia implicita portata al NUCERA dall’appartenenza del CONDEMI al

sodalizio Libri – Caridi. Di quel CONDEMI, cioè, che pretendeva – assieme al PLUTINO – di

Page 48: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 48

essere assunto presso il gruppo del NUCERA e la cui mancata assunzione era stata risarcita con

quella della CUZZOLA, peraltro non gradita per la qualifica che costei avrebbe rivestito e per il

salario che avrebbe percepito.

Tornando al momento successivo a quello in cui la CUZZOLA, su indicazione del

PLUTINO, non sottoscriveva il contratto, le pressioni verso il NUCERA divenivano più insistenti,

fino ad assumere inquietanti contorni. E, infatti, in un primo momento, il PLUTINO stesso ed il

CONDEMI Domenico si erano ripresentati presso la segreteria politica del NUCERA, insistendo

nuovamente sulla necessità … di assumere nella struttura la CUZZOLA, sostenendo che il

predetto era … tenuto a farlo per onorare un impegno già preso ed anche come contropartita al

loro presunto appoggio elettorale che, a loro dire, addirittura era stato determinante per la sua

elezione. Nell’occasione, peraltro, secondo uno schema evidentemente preordinato, mentre il

PLUTINO, pur insistente, aveva palesato un atteggiamento più ragionevole (in altri termini si era

presentato come il buono della situazione), il CONDEMI aveva mantenuto la solita posizione e

tenuto atteggiamenti minacciosi (insomma ribadendo il carico di intimidazione di cui era portatore

per la sua appartenenza alla cosca LIBRI – CARIDI). Atteggiamenti esplicitamente minacciosi che,

non a caso, CONDEMI avrebbe replicato una settimana prima del rinvenimento della tanica

sull’autovettura parcata sotto casa dell’onorevole, quando, questa volta da solo, si era ripresentato

presso la segreteria per reiterare la richiesta d’assunzione della CUZZOLA.

Dopo l’atto intimidatorio, nel mese di aprile, CONDEMI Domenico tornava ancora a trovare

il NUCERA. In un primo momento si recava presso la segreteria dell’onorevole con i soliti toni e,

non trovandolo, se ne andava, dicendo che sarebbe tornato il giorno dopo. Quando la segreteria

comunicava all’onorevole l’accaduto, visto anche quel che era successo qualche giorno prima,

quegli si preoccupava seriamente e chiamava un funzionario della Questura per rappresentagli

l’accaduto, chiedendogli di valutare la possibilità di inviare qualcuno il giorno dopo, per ascoltare le

richieste del CONDEMI. Il CONDEMI si presentava in segreteria ad incontrarlo, ma, in

quell’occasione, stranamente, si mostrava molto più cauto, circostanza che, paradossalmente, alla

luce del rinvenimento della tanica e della portata intimidatoria che aveva esercitato su di lui, aveva

preoccupato ulteriormente il consigliere regionale.

Non era, ancora, finita, in quanto anche il figlio del NUCERA, Francesco, sempre nel mese

di aprile, veniva, per quanto noto all’onorevole, avvicinato e gravemente minacciato dal CONDEMI

Domenico sempre in relazione alla sua pretesa che fosse assunta la CUZZOLA presso la struttura

del padre: episodio, questo, che, una volta appreso, preoccupava notevolmente il NUCERA, tanto

da chiamare subito il dott.GIAMBRA per raccontargli l’accaduto.

Page 49: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 49

Il NUCERA riferiva, infine, che, durante l’ultima campagna elettorale, per le elezioni

provinciali e comunali del maggio 2011, a testimonianza dello stato di timore nel quale versava per

quanto accaduto, si era, addirittura, premurato di evitare qualsiasi contatto o incontro con i vari

personaggi in questione, recandosi presso i seggi unicamente a votare il giorno delle consultazioni,

venendo, comunque, a conoscenza della loro costante presenza presso la sezione elettorale della

zona, quasi a presidiarla.

Per verificare le dichiarazioni rese dal NUCERA Giovanni e, in particolare, per ricevere

conferma degli episodi descritti, sia quelli vissuti in prima persona sia quelli di cui era stato

indiretto testimone (come il rifiuto di sottoscrivere il contratto da parte della CUZZOLA, su

sollecitazione del PLUTINO Giuseppe, e le minacce poste in essere anche nei confronti del figlio

Francesco, nel corso delle quali CONDEMI Domenico aveva fatto esplicito riferimento al

rinvenimento della tanica sul cofano dell’autovettura dell’onorevole), l’Ufficio di Procura in sede,

in data 10 giugno 2011, sentiva a S. I. T. SURACI Giovanni, responsabile della Struttura Speciale

del NUCERA, il quale confermava pienamente le circostanze riferire dall’onorevole.

Il predetto dichiarava, infatti,:

A d.r.”Sono responsabile della ‘struttura speciale’ dell’on.Giovanni NUCERA, sin dal ‘00 ed in tale

ruolo mi occupo dell’organizzazione del lavoro politico del consigliere; in questa funzione sono

anche responsabile del personale componente la struttura stessa”;

A d.r.”Conosco CONDEMI Domenico per averci avuto direttamente a che fare in tre occasioni: la

prima presso i locali della segreteria politica dell’on.NUCERA in via Pio XI, quando, assieme al

consigliere comunale PLUTINO Giuseppe, accompagnò una donna, CUZZOLA Maria, per

prendere un appuntamento con me al fine di far sottoscrivere alla predetta un collaborazione

temporanea con la struttura del gruppo consiliare del PDL cui appartiene il NUCERA, con sede

nel P.zo Campanella; la seconda occasione fu proprio la sottoscrizione del contratto da parte della

CUZZOLA negli uffici del Consiglio Regionale di Reggio Calabria: si trattava di un incarico di

durata quadrimestrale, con decorrenza dal 1 settembre ’10; anche in questa occasione la donna

era accompagnata dal CONDEMI e dal PLUTINO; la terza volta fu quando, successivamente alla

scadenza del primo contratto ed in occasione del suo rinnovo nel periodo di febbraio ’11, la

CUZZOLA avrebbe dovuto sottoscrivere il rinnovo dello stesso con scadenza 30 aprile ’11”;

A d.r.”In questa seconda occasione io contattai inizialmente la CUZZOLA, successivamente fui

contattato nel suo interesse dal PLUTINO col quale presi l’appuntamento nuovamente presso il

Consiglio Regionale”;

A d.r.”Stavolta la CUZZOLA, sempre in compagnia del PLUTINO e del CONDEMI, al momento

della sottoscrizione si rese conto che anche rinnovo del contratto era a breve scadenza e mi chiese

conferma di ciò: io confermai la durata quadrimestrale ed a quel punto fu il PLUTINO ad

invitare la signora a non sottoscrivere il contratto dicendole di non preoccuparsi perché ne

avrebbe parlato lui con il NUCERA”;

Page 50: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 50

A d.r.”La differenza tra l’essere membri della struttura del consigliere rispetto a quella del gruppo,

dal punto di vista funzionale, sta nel fatto che i primi hanno un rapporto continuativo e diretto, di

natura fiduciaria, col consigliere, mentre i secondi sono a disposizione di tutti i consiglieri del

gruppo; dal punto di vista della durata, la partecipazione alla struttura del consigliere non ha una

durata predeterminata, permanendo sin tanto che permane in carica il consigliere stesso, sempre

che rimanga inalterato il rapporto fiduciario, mentre l’altro è a tempo determinato; sotto il profilo

economico vi è una differenza di circa € 300 netti in più a beneficio del componente della struttura

del consigliere nel suo livello più basso”;

A d.r.”Nel periodo antecedente la prima sottoscrizione della CUZZOLA, il NUCERA mi aveva

raccontato dell’aspirazione da parte della stessa, del CONDEMI ed in particolare anche del

PLUTINO, di vedere la CUZZOLA nominata alla struttura del consigliere”;

A d.r.”Il NUCERA mi aveva parlato della particolare insistenza nel corso del tempo, soprattutto

da parte del PLUTINO, finalizzata all’assunzione della CUZZOLA”;

A d.r.”Ricordo che a seguito della mancata sottoscrizione del rinnovo, il CONDEMI prese un

appuntamento col NUCERA il quale era molto preoccupato di ciò in quanto temeva di poter essere

aggredito dallo stesso: tanto che disse a me ed agli altri soggetti lì presenti che qualora la

situazione fosse degenerata, avrebbe gridato per permetterci d’intervenire”;

A d.r.”Ciò accadde dopo che era stata ritrovata la tanica di benzina sulla sua auto”;

A d.r.”Il NUCERA temeva fortemente quell’incontro sia perché non vedeva altri motivi ai quali

legare l’episodio della tanica al di là della vicenda legata al mancato soddisfacimento delle

richiesta in favore della CUZZOLA; sia perché considerava il CONDEMI, di per sé, un soggetto

‘particolare’ in quanto poco equilibrato; sia ancora perché il legame di parentela tra il

CONDEMI ed il PLUTINO ed il loro inserimento storico nel quartiere di via Pio XI faceva temere

al NUCERA possibili ritorsioni da parte dell’ambiente criminale della zona”;

A d.r.”Non so dire cosa facesse la CUZZOLA sia perché non lavorava presso la mia struttura, sia

perché so che i componenti della struttura del gruppo non hanno né un orario di lavoro, né compiti

specifici predeterminati”;

Condivisibile, dunque, appare il commento del P. M. secondo cui, con le dichiarazioni sopra

riportate, il SURACI:

- confermava che ad impedire la firma del contratto di assunzione della CUZZOLA era

stato PLUTINO Giuseppe, che, nello specifico, aveva detto alla donna di non firmare quel

tipo di contratto, in quanto avrebbe parlato lui successivamente con il NUCERA;

- precisava la differenza di trattamento economico tra l’incarico preteso per la donna dal

PLUTINO Giuseppe e dal CONDEMI Domenico e quello concretamente attribuibile alla

predetta, ammontante a circa trecento euro mensili netti, nonché la durata indeterminata

dell’incarico auspicato a fronte della temporaneità di quello già in precedenza ottenuto;

- evidenziava il sentimento di grande timore che pervadeva l’onorevole NUCERA che

addirittura in occasione di una delle incursioni del CONDEMI presso la segreteria,

Page 51: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 51

avvenuta dopo il rinvenimento della tanica colma di liquido infiammabile, temendo gravi

ritorsioni fisiche, aveva pregato tutti i presenti di tenersi pronti ad intervenire in caso di una

sua richiesta di aiuto: timore che era dovuto al fatto che il NUCERA si era ormai convinto

che autore del gesto intimidatorio fosse proprio il CONDEMI, soggetto legato agli ambienti

criminali del quartiere e che le motivazioni erano da far risalire proprio alla mancata

attribuzione dell’impiego lavorativo, richiesto in favore della nipote CUZZOLA Maria.

Ma ulteriore conferma all’intuizione investigativa secondo cui, nella specie, si fosse in presenza di

atti di coercizione diretti a far conseguire alla CUZZOLA l’ingiustificato profitto della nomina

presso la struttura del NUCERA, in un primo tempo sedata con l’attribuzione di contratto presso il

gruppo consiliare, successivamente reiterata con minacce esplicite – tra cui l’aver fatto rinvenire,

quale sinistro avvertimento, sulla macchina di esso NUCERA una tanica di benzina –, si aveva dalle

dichiarazioni rese dal figlio, NUCERA Francesco, che confermava l’incontro avuto con CONDEMI

Domenico nei termini che seguono:

A d.r.”Ricordo che qualche tempo dopo il ritrovamento della tanica sull’auto di mio padre

NUCERA Giovanni, credo nel mese di aprile incontrai un pomeriggio presso la segreteria politica

dello stesso in via Pio XI: un uomo da me conosciuto di vista, notato qualche volta presso la stessa

segreteria sempre in compagnia di PLUTINO Giuseppe e che ho poi saputo chiamarsi CONDEMI

Domenico; costui prima chiese di mio padre, poi constatata la sua temporanea assenza, con fare

minaccioso si avvicinò a me e mi chiese di uscire dalla segreteria assieme a lui perché doveva

dirmi ‘una cosa’; io ne fui subito impressionato e gli dissi che qualsiasi cosa poteva anche dirmela

nei locali dove ci trovavamo; a quel punto il CONDEMI mi disse che se mio padre non risolveva

un problema che lui conosceva bene, il ritrovamento della tanica non sarebbe stato nulla rispetto

a quello che sarebbe potuto accadere; aggiunse di riferire tutto ciò a mio padre e che sarebbe

tornato la mattina dopo per incontrarlo; io sono rimasto come detto impressionato ed anche un po’

impaurito per quanto accaduto ed istintivamente chiamai subito mio padre per raccontare tutto;

quando poi ci incontrammo ricordo che lui chiamò le forze dell’ordine per riferire il fatto”.

È, quindi, evidente che le affermazioni del NUCERA Francesco confermano quanto in

precedenza dichiarato dal padre, evidenziano il grave comportamento intimidatorio posto in essere

da CONDEMI Domenico in suo pregiudizio e, ciò che più conta, danno una definitiva conferma in

ordine all’individuazione del predetto quale soggetto responsabile dell’episodio intimidatorio della

tanica di benzina lasciata sul cofano dell’autovettura dell’onorevole NUCERA.

Il CONDEMI, infatti, a dire del NUCERA Francesco, palesando inusitata spregiudicatezza,

al punto da essere incurante delle conseguenze che le frasi pronunciate avrebbero potuto causare nei

suoi stessi riguardi in caso di testimonianza di chi le riceveva, in ciò evidentemente facendo

affidamento sul timore che era in grado di incutere per la sua appartenenza alla famiglia mafiosa

CARIDI, si era esplicitamente attribuito la paternità del gesto, fornendone – seppur in maniera

sottintesa – anche le motivazioni. Chiarissimo il senso dell’esposizione del NUCERA Francesco

quando afferma: “a quel punto il CONDEMI mi disse che se mio padre non risolveva un

problema che lui conosceva bene, il ritrovamento della tanica non sarebbe stato nulla rispetto a

Page 52: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 52

quello che sarebbe potuto accadere; aggiunse di riferire tutto ciò a mio padre e che sarebbe

tornato la mattina dopo per incontrarlo”. Il problema che NUCERA Giovanni, a dire del

CONDEMI Domenico stesso, conosceva bene era quello (prima della mancata assunzione di esso

CONDEMI Domenico e, dopo, quello) della mancata attribuzione alla CUZZOLA (componente

della famiglia prescelta per incassare quanto si riteneva fosse dovuto dal NUCERA) del ben più

sicuro e lucrativo contratto presso la struttura speciale dell’onorevole.

4.1) VALUTAZIONI DEL G. I. P.

Prendendo conclusivamente in esame le due fattispecie di natura estorsiva contestate dal requirente,

occorre considerare quanto segue.

L’incipit della vicenda, per come emerge dalle dichiarazioni del NUCERA, nasce da una

comunicazione di PLUTINO. Costui, il cui legame politico con l’onorevole si è descritto in

precedenza, nel corso della preparazione della campagna elettorale delle Regionali 2010, in cui

avrebbe dovuto sostenere la sua candidatura, rappresenta al NUCERA il problema della delusione

dei suoi parenti, i quali si sarebbero aspettati, per il tramite del suo aiuto, una collocazione

lavorativa che non era mai avvenuta. PLUTINO aggiungeva, in maniera chiara, che NUCERA

avrebbe dovuto fare qualcosa per aiutare suo zio CONDEMI Giuseppe ed i suoi cugini, tra cui

CONDEMI Domenico. Quella che NUCERA definisce una raccomandazione del PLUTINO,

invero, è altro. E lo si comprende dal seguito, in quanto, dopo l’elezione del consigliere regionale,

PLUTINO, che, nel frattempo, era diventato assessore, rinnovava la sua richiesta. Che, per come si

comprende chiaramente dalle parole di NUCERA, era inerente l’assunzione di CONDEMI

Domenico. E che, per come comunicato dall’onorevole al PLUTINO, non poteva sortire effetti,

trattandosi di un soggetto ‘particolare’ dai modi prepotenti e violenti, almeno nel linguaggio. Al di

là del garbo adoperato in queste espressioni, esse si decodificano quando NUCERA precisa, poco

oltre, che le sue remore sul CONDEMI erano dovute anche al fatto che sapeva della parentela tra il

predetto ed i CARIDI e che non aveva intenzione di instaurare un rapporto fiduciario con qualcuno

che anche lontanamente potesse ricondursi a certi ambienti. Mafiosi, come tra le righe delle

dichiarazioni si comprende agevolmente seppur non viene esplicitato. Ecco che, a quel punto, il

PLUTINO, che all’inizio aveva manifestato la delusione dei suoi parenti e manifestato in maniera

chiara che NUCERA avrebbe dovuto fare qualcosa per aiutare suo zio CONDEMI Giuseppe ed i suoi

cugini, tra cui lo stesso CONDEMI Domenico, propone il nome di una terza persona, che non è una

quisque de populo, ma CUZZOLA Maria, nata a Reggio Calabria in data 10.10.1989, figlia di

BORGHETTO Silvana, nata a Reggio Calabria in data 7.7.1969, sorella dei noti BORGHETTO

Cosimo (S. Eufemia d’Aspromonte 11.02.1954) e BORGHETTO Eugenio (RC 20.01.1968),

Page 53: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 53

quest’ultimo tratto in arresto, unitamente ad altri soggetti, il 29.10.2010 in esecuzione

dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell’ambito della cd. “Operazione Alta

Tensione”, in quanto ritenuto responsabile dei delitti di associazione mafiosa (quale esponente della

cosca LIBRI – CARIDI), estorsione e fraudolenta intestazione di beni. La giovane viene assunta

con contratto a termine valevole dal 01.09.2010 al 31.12.2010 e così si concretizza la fattispecie di

cui al capo B). La stessa si fonda sulla minaccia implicita derivante dall’appartenenza del

CONDEMI alla cosca Libri – Caridi, determinante la costrizione del NUCERA Giovanni,

consigliere della Regione Calabria, ad assumere, in qualità di collaboratore temporaneo della

struttura del gruppo consiliare del PDL presso il Consiglio Regionale, la CUZZOLA Maria, nipote

di BORGHETTO Eugenio. E non v’è dubbio che, per come confermato, peraltro, dall’evoluzione

complessiva della vicenda, la pretesa di base viene avanzata dal PLUTINO per la sistemazione dei

suoi cugini, in particolare del CONDEMI Domenico. Soggetto che [al di là delle conclusioni cui si

giungerà, mediante la disamina del materiale indiziario che si passerà in rassegna nel prosieguo (e

qui da intendere richiamato per l’efficacia sintetica di quanto in esso rappresentato), circa la sua

appartenenza alla ‘ndrangheta] ha evidente capacità d’intimidazione, proprio per quei

comportamenti che di tale appartenenza alla consorteria mafiosa sono l’espressione, che è

chiaramente percepita dal NUCERA, che, politico navigato e soprattutto perfetto conoscitore della

zona, in cui da anni dimora, ben sa quale sia il suo legame con i CARIDI, sì da non volervi avere a

che fare. Venendo, però, in sostanza, costretto ad assumere – presso la struttura del gruppo del P.

D. L. del Consiglio Regionale della Calabria – una giovane donna che, al di là della sommaria

istruttoria che egli ha riferito di aver svolto sui suoi precedenti, oltre ad essere cugina proprio

di quel CONDEMI Domenico che egli temeva – avendone ben ragione, come a breve si dirà –, è

nipote di BORGHETTO Eugenio, esponente della stessa consorteria mafiosa. In sostanza, la

minaccia implicitamente portata dal CONDEMI per la sua appartenenza alla ‘ndrangheta e, ancor

prima, dal mentore di famiglia PLUTINO Giuseppe, che rappresenta in maniera chiara al

NUCERA che avrebbe dovuto fare qualcosa per la famiglia dello zio CONDEMI Giuseppe, il

quale pure non esita a contattare il NUCERA, determina la costrizione di costui all’assunzione della

giovane. I termini che NUCERA usa quando riferisce che l’assunzione era un tentativo di

accontentare il PLUTINO si collegano all’affermazione secondo cui tuttavia, inizialmente le pretese

del PLUTINO erano ben diverse, perché il predetto mi aveva specificamente richiesto l’ingresso di uno dei

suoi parenti nella mia struttura speciale, denotando, in maniera efficace, come egli sia stato, appunto,

costretto all’assunzione della giovane, che in luogo che proposta dal PLUTINO deve, per le ragioni

suesposte, ritenersi pretesa.

Va, d’altra parte, ricordato che Sez. 2, Sentenza n. 19724 del 20/05/2010

Page 54: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 54

Cc. (dep. 25/05/2010) Rv. 247117, evidenzia che la minaccia costitutiva del delitto di estorsione,

oltre ad essere palese ed esplicita, può essere manifestata anche in maniera implicita ed indiretta,

essendo solo necessario che sia idonea ad incutere timore ed a coartare la volontà del soggetto

passivo, in relazione alle circostanze concrete, alla personalità dell'agente, alle condizioni

soggettive della vittima e alle condizioni ambientali in cui questa opera. Condizioni dell’azione,

queste, che tutte, per i motivi sinora segnalati, è dato evincere nella fattispecie concreta, in cui al

soggetto passivo, pubblico ufficiale, è imposto di porsi in rapporto negoziale di natura patrimoniale

(o, peggio, di far porre la stessa struttura di un partito politico che egli rappresenta in un simile

rapporto) con soggetto che si avvantaggia della condotta degli agenti, laddove, dunque, l'elemento

dell'ingiusto profitto con altrui danno è implicito nel fatto stesso che la vittima venga costretta al

rapporto in violazione della propria autonomia (finanche nella scelta dei collaboratori propri e,

addirittura, del proprio gruppo consiliare, impedendogli di perseguire i propri interessi – la cui

rilevanza pubblica pare evidente – nel modo e nelle forme ritenuti più confacenti ed opportuni).

Peraltro, l’orientamento di legittimità sopra richiamato aderisce a tralaticio insegnamento della

Suprema Corte [Sez. 2, Sentenza n. 718 del 23/03/1970 Ud. (dep. 29/03/1971) Rv. 117345] che

aveva già chiarito come la minaccia, per integrare il delitto di estorsione, possa estrinsecarsi nelle

forme piu diverse ed anche in maniera del tutto larvata, come puo accadere specialmente in certe

manifestazioni ambientali caratteristiche di criminalità, quali la mafia e la camorra – la ndrangheta

all’epoca era forse poco nota … –, mediante i 'consigli da amico', la 'presenza' silenziosa, le

semplici 'avvertenze', ecc., purché il comportamento o l'atteggiamento dell'agente sia idoneo ad

esercitare una pressione psicologica e ad incidere nella sfera della libertà del soggetto passivo, onde

costringerlo a fare od omettere qualcosa.

E, se questa è la prima vicenda, la seconda ne è quasi filiazione naturale, con il CONDEMI

Domenico che non ha alcuna remora a proferire minacce ed a praticare gravissimi atti intimidatori

(l’episodio della tanica, tranquillamente confessato al figlio della persona offesa) per il

soddisfacimento delle pretese avanzate nei confronti di un rappresentante delle istituzioni, per di più

componente della commissione antimafia regionale, dirette a che la famiglia che egli rappresenta

tragga ingiusto profitto con l’assunzione della CUZZOLA (la sua, come detto, era fallita per

l’opposizione del NUCERA, piegatosi, tuttavia a quella della donna presso la struttura del partito)

all’interno dello staff del consigliere, con condizioni retributive e contrattuali che si caratterizzano

per un trattamento migliore di quello riconosciuto alla CUZZOLA con il primo contratto estorto.

Ma, sotto altro profilo, come evidenziato nei precedenti capoversi, nella vicenda emerge la

gravità del comportamento e la correità del PLUTINO, il quale non solo si fa portatore delle istanze

di un criminale violento quale il CONDEMI, ma interviene più volte in prima persona per pressare

Page 55: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 55

il NUCERA affinchè ceda alle richieste formulate, giungendo ad accompagnare il CONDEMI

dall’estorto e ad assistere inerte alle minacce perpetrate in sua presenza. Il che rappresenta, secondo

quanto condivisibilmente concluso dal P. M., un comportamento adesivo all’azione estorsiva

perpetrata che giungerà sino all’atto intimidatorio, tipica manifestazione del metus di matrice

‘ndranghetistica, marcando la sua distanza dal NUCERA rispetto al quale non faceva neppure

pervenire manifestazioni di solidarietà. Allorquando, appunto, questi pativa l’episodio della tanica,

alcuna parola gli veniva dal PLUTINO, che, pertanto, in tal modo segna definitivamente il suo

comportamento nella vicenda, chiaramente di adesione alle condotte poste in essere dal CONDEMI.

E – d’altra parte – recenti pronunciamenti della giurisprudenza di legittimità confortano

l’assunto d’accusa che si è condiviso da parte del decidente, ove appena si consideri che Sez. 1,

Sentenza n. 5783 del 22/01/2010 Cc. (dep. 12/02/2010) Rv. 246626, Imputato: Marino, conclude

nel senso che è configurabile il delitto di tentata estorsione, con l'aggravante del metodo mafioso,

nel caso (simile a quello che ne occupa) in cui si costringa la persona offesa a stipulare un contratto

per essa non vantaggioso, quanto al prezzo e alle modalità, con l'attivo intervento nella trattativa

di un pregiudicato ben noto per la sua caratura criminale.

Circa la sussistenza della contestata aggravante di cui all’art. 7 L. 203/91, è appena il caso di

evidenziare che essa appare ricorrere quando, come nel caso di specie, nel delitto di estorsione, si

riscontra che la condotta minacciosa, oltre ad essere obiettivamente idonea a coartare la volontà del

soggetto passivo, sia espressione di capacità persuasiva in ragione del vincolo dell'associazione

mafiosa e sia, pertanto, idonea a determinare una condizione d'assoggettamento e d'omertà [cf.

Cassazione, Sez. 5, Sentenza n. 28442 del 17/04/2009 Cc. (dep. 10/07/2009) Rv. 244333].

Parimenti è da dire che le concrete connotazioni della condotta palesano la sussistenza della

circostanza aggravante suddetta anche sotto il profilo dell’agevolazione, atteso come Cassazione,

Sez. 6, Sentenza n. 2696 del 13/11/2008 Cc. (dep. 21/01/2009), chiarisca che, in tema di reati di

criminalità organizzata, la circostanza aggravante di cui all'art. 7 D.L. 13 maggio 1991, n. 152,

convertito nella L. n. 203 del 1991, può qualificare anche la condotta di chi, senza essere

organicamente inserito in un'associazione mafiosa, offra un contributo al perseguimento dei suoi

fini, a condizione che tale comportamento risulti assistito, sulla base di idonei dati indiziari o

sintomatici, da una cosciente ed univoca finalizzazione agevolatrice del sodalizio criminale.

Sussistono, pertanto, gravi indizi di colpevolezza nei confronti di CONDEMI Domenico

e PLUTINO Giuseppe in ordine ai reati loro provvisoriamente ascritti in concorso ai capi B) e

B) – bis, per come aggravati (dovendosi, peraltro, considerare la qualità di pubblico ufficiale

della persona offesa NUCERA Giovanni).

Page 56: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 56

5. GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALL’ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO:

PREMESSA

Il P. M. dà inizio alla trattazione della parte della richiesta dedicata agli elementi indiziari conseguiti

in ordine ai soggetti indagati del reato di cui al capo A) nei termini che seguono:

Dopo avere evidenziato l’esito dell’attività di indagine svolta da cui chiare emergono le

responsabilità in capo a PLUTINO Giuseppe e CONDEMI Domenico in ordine alla pressioni

estorsive poste in essere in pregiudizio dell’onorevole Giovanni NUCERA, finalizzate alla

attribuzione di un incarico presso la struttura politica di quest’ultimo a beneficio di CUZZOLA

Maria, cugina del CONDEMI Domenico e nipote di BORGHETTO Cosimo e BORGHETTO Gino,

sfociate da ultimo nell’atto intimidatorio ampiamente descritto, si riporterà nel seguito l’esito

dell’attività in indagine svolta nell’ambito del presente procedimento penale, anche per mezzo di

servizi di intercettazione telefonica ed ambientale, avviata in periodo di tempo precedente alle

dichiarazioni testimoniali rese da NUCERA Giovanni, dal figlio Francesco e dal suo collaboratore

SURACI Giovanni, da cui risulterà chiaro l’inserimento di CONDEMI Domenico e di PLUTINO

Giuseppe unitamente ad altri soggetti, nel contesto mafioso denominato cosca CARIDI, attivo sul

territorio urbano del quartiere San Giorgio.

Prima di passare ad analizzare le citate risultanze investigative, appare tuttavia opportuno

evidenziare le relazioni di parentela che legano i protagonisti della presente richiesta così come

riportate nell’inf.va della Sq.Mobile in data 19.7.11 (in realtà 26.7.2011, n. d. e.):

… CONDEMI Domenico nato a Reggio Calabria in data 03.07.1976 ivi residente in viale Europa nr. 79, è figlio di CONDEMI Giuseppe nato a Condofuri in data 10.02.1948, ivi residente in viale Europa nr. 79 e fu PLUTINO Antonina (RC 15.02.1949), lo stesso è cugino di primo grado del consigliere comunale PLUTINO Giuseppe, nato a Reggio Calabria in data 05.08.1964, ivi residente in viale Europa nr. 79, fu Domenico e di NUCERA Antonia, infatti PLUTINO Antonina madre del CONDEMI e PLUTINO Domenico padre di PLUTINO Giuseppe sono fratelli. (Allegato nr. 02)

Da rimarcare in questa sede appaiono inoltre i vincoli di parentela che legano in maniera diretta CONDEMI Domenico (RC 03.07.1976) ai componenti della cosca CARIDI nonché ad altri appartenenti alla medesima consorteria mafiosa.

Infatti CONDEMI Filippo (Condofuri 27.10.1924), nonno dell’odierno indagato CONDEMI Domenico, è zio di CONDEMI Domenico (RC 04.06.1951) di Pietro e NAVELLA Fortunata, che è coniugato con CARIDI Antonina (RC 17.07.1956) (Allegato nr. 03) sorella dei germani CARIDI Antonino (RC 15.01.1960), CARIDI Bruno (Condofuri 08.06.1958), CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967) e CARIDI Leo (RC 18.11.1961) esponenti di vertice della omonima consorteria mafiosa, i primi tre tratti in arresto in data 29.10.2010 da questo Ufficio in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nr. 256/06 RGNR DDA, nr. 5702/09 R. GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC.

Il citato CONDEMI Domenico, inteso Micu Petrola (RC 04.06.1951) è stato tratto in arresto nell’anno 1999 in quanto destinatario di provvedimento di custodia cautelare in carcere nell’ambito della cd “Operazione WOOD” per il reato di associazione mafiosa (Cosca CARIDI) e successivamente condannato per tale reato.

Il medesimo è stato destinatario della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di dimora e della misura di sicurezza della libertà vigilata.

Inoltre CONDEMI Domenico (RC 03.07.1976) annovera legami di parentela ancor più diretti con altri esponenti di rilievo della cosca LIBRI CARIDI, infatti il medesimo è coniugato

Page 57: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 57

con BORGHETTO Anna (RC 04.10.1965) (Allegato nr. 04) e pertanto è cognato di BORGHETTO Cosimo (nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte in data 11.02.1954, esponente di vertice della cosca LIBRI, con precedenti penali e di polizia per associazione mafiosa, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, omicidio doloso, porto abusivo e detenzione armi, omicidio volontario tentato, fabbricazione o detenzione di materie esplodenti, ed altro, detenuto dal 08.01.1993 ed in atto ristretto presso la casa di reclusione di Bari, con fine pena prevista per l’anno 2018); BORGHETTO Eugenio (nato a Reggio Calabria in data 20.01.1968 tratto in arresto in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nr. 259/06 RGNR DDA, nr. 5702/09 R. GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC, da questo Ufficio in data 29.10.2010 per i reati di associazione mafiosa, estorsione e trasferimento fraudolento di beni, in atto ristretto presso la casa circondariale di Voghera) LATELLA Paolo (nato a Reggio Calabria in data 11.07.1970 tratto in arresto in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nr. 259/06 RGNR DDA, nr. 5702/09 R. GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC, da questo Ufficio in data 29.10.2010 per il reato di associazione mafiosa, mentre si trovava già ristretto, in esito ad altro p.p., per i reati di associazione mafiosa estorsione e rapina, reati questi consumati in Milano e per un’altra estorsione aggravata dall’art 7 legge 203/91 evento delittuoso questo consumato in Reggio Calabria) e zio di PENNESTRI’ Fabio (nato a Reggio Calabria in data 26.04.1982 tratto in arresto in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nr. 259/06 RGNR DDA, nr. 5702/09 R. GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC, da questo Ufficio in data 29.10.2010 per i reati di associazione mafiosa, danneggiamento aggravato e porto e detenzione abusiva di armi).

Giova infine segnalare che CUZZOLA Maria nata a Reggio Calabria in data 10.10.1989 ivi residente in via Boschicello nr. 19, di Natale e BORGHETTO Silvana (RC 07.07.1969) la cui assunzione presso la struttura politica era stata imposta all’Onorevole NUCERA Giovanni, è nipote di CONDEMI Domenico (RC 03.07.1976) e dei sopra citati germani BORGHETTO. (Allegato nr. 05)

5.1 GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALL’ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO:

I RAPPORTI CON IL CONSIGLIERE COMUNALE GIUSEPPE PLUTINO

Delineati i rapporti di parentela di CONDEMI Domenico, che appare il principale protagonista delle

esaminande investigazioni, il P. M. passa a descrivere il tessuto relazionale che ha visto costui

rapportarsi al cugino PLUTINO Giuseppe, all’atto della sua candidatura alle recenti elezioni per il

rinnovo del consiglio comunale cittadino. Il P. M. espone il materiale indiziario, evidenziando come

l’esito delle intercettazioni telefoniche ed ambientali abbia offerto la prova dell’impegno

profuso dal CONDEMI Domenico e dal fratello CONDEMI Filippo, oltre che da altri soggetti

riconducibili alla cosca CARIDI, in favore della candidatura di PLUTINO Giuseppe –

all’epoca Assessore alle Politiche Ambientali del Comune di Reggio Calabria – per l’elezione

(sarebbe meglio dire la conferma) al consiglio comunale. Opportuna avvertenza metodologica riguarda la

(condivisibile) scelta del P. M. di non riportare, in alcuni casi, il testo delle conversazioni oggetto di commento,

comunque trasfuso nelle informative stilate dalla Squadra Mobile, su cui, come detto, principalmente si fonda la

richiesta di cautela ed alle quali si rimanda per la lettura delle conversazioni omissate. Così nella richiesta:

§ - II.1 – IL RAPPORTO CON PLUTINO GIUSEPPE

§ - a) La campagna elettorale in favore del candidato PLUTINO Giuseppe

Page 58: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 58

Dopo avere evidenziato le relazioni di parentela intercorrenti tra i vari soggetti indagati, di seguito

verranno riportate le risultanze investigative emerse nel corso dell’attività di indagine esperita

mediante l’esecuzione dei servizi tecnici di intercettazione telefonica ed ambientale.

Un primo dato di assoluta rilevanza sotto il profilio investigativo, derivante dall’attività intercettiva

a carico dei fratelli CONDEMI compiuta nel corso dello svolgimento della campagna elettorale per

le elezioni comunali e provinciali del 15 e 16 maggio 2011, concerne la prova dell’impegno profuso

dai predetti fratelli, nonchè da altri soggetti tutti riconducibili alla cosca CARIDI, in favore della

candidatura di PLUTINO Giuseppe - all’epoca Assessore alle Politiche Ambientali del Comune di

Reggio Calabria - per l’elezione al consiglio comunale.

Si riporta l’in.va della Sq.Mobile:

… nel corso del servizio tecnico attivato sull’utenza radiomobile in uso a CONDEMI Domenico era registrata la seguente conversazione ritenuta di particolare interesse investigativo.

Conversazione del 07 Aprile 2011, ore 15:27 progressivo nr. 284 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata 334.6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Interlocutori: CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo

Omissis…

Nel corso del progressivo sopra riportato, CONDEMI Domenico dapprima chiedeva a LOMBARDO Vincenzo, che si trovava a Parma, se avesse fatto rientro in questo centro prima delle prossime elezioni amministrative ed a tale richiesta il LOMBARDO rispondeva di avere già preso accordi con tale Pino, al quale aveva confermato che avrebbe fatto rientro a Reggio Calabria circa dieci giorni prima delle consultazioni elettorali, CONDEMI: Ma per le votazioni scendi? LOMBARDO: Ma per le votazioni, gli ho detto a Pino di si… Per le votazioni ho già parlato con Pino… Una settimana, dieci giorni prima scendo… invitando altresì il CONDEMI, già in possesso di una determinata lista, ad iniziare a parlare con le persone a lui più vicine LOMBARDO:Ma tu in caso…(inc.)… la lista… CONDEMI: Eh. LOMBARDO:Dove hai confidenza, tipo Marcello e tutti questi qua, comincia ad avvicinarli e parlargli. CONDEMI: Uhm, no, andiamo insieme poi Enzo. LOMBARDO:Si lo so, però da Marcello… CONDEMI: Se lo incontro glielo dico.--\

LOMBARDO:Tu da Marcello, so che puoi andare da solo, perché so che puoi andare intanto, vai a dirglielo. CONDEMI: Uhm, va bene. LOMBARDO: Poi andiamo insieme, hai capito? Le persone che abbiamo… che conosciamo, intanto vai e glielo dici, se c’ero io andavamo insieme adesso, ma glielo dici ora, sai come si deve far, glielo devi dire prima, non all’ultimo… hai capito? Poi all’ultimo andiamo insieme, va bò?

Primo dato, dunque, ad emergere è il comune impegno di LOMBARDO Vincenzo, soggetto – come

a breve si dirà – già attenzionato nell’ambito dell’operazione CRIMINE, e del CONDEMI

Domenico in favore di un candidato alle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale di nome

Pino, prontamente identificato per l’odierno indagato PLUTINO Giuseppe, con cui essi avevano già

preso accordi.

Il contenuto del dialogo faceva comprendere come LOMBARDO Vincenzo nato a Reggio Calabria in data 19.05.1973 residente a Parma, soggetto indagato in stato di libertà nell’ambito della Operazione CRIMINE, in quanto ritenuto appartenente alla cosca CARIDI e CONDEMI Domenico fossero impegnati ad effettuare la compagna elettorale per un candidato di nome Pino, con il quale

Page 59: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 59

avevano già preso precisi accordi, candidato identificato in ragione dei contatti intrattenuti per PLUTINO Giuseppe.

Infatti esplicativa in ordine ai rapporti intercorrenti tra PLUTINO Giuseppe CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo appariva la seguente conversazione.

Conversazione del 05 Aprile 2011, ore 15:33 progressivo nr. 200 Utenza chiamante: 327.5798843 in uso a PLUTINO Giuseppe Utenza chiamata 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Interlocutori: CONDEMI Domenico e PLUTINO Giuseppe

Omissis…

Nel corso del dialogo intercettato CONDEMI Domenico informava l’Assessore PLUTINO Giuseppe (chiamato Pino) dell’avvenuto decesso del nonno di LOMBARDO Vincenzo, mentre ulteriori conversazioni registrate nel prosieguo del medesimo servizio di intercettazione telefonica nell’evidenziare come i due avessero partecipato insieme ai funerali del congiunto del LOMBARDO, avvenuti nel quartiere di Gallico, confermavano l’esistenza dei diretti rapporti intercorrenti tra i tre soggetti sopra menzionati, rapporti ulteriormente messi in risalto da un SMS registrato sull’utenza radiomobile in uso al LOMBARDO ed indirizzato a PLUTINO Giuseppe, con il quale il primo, che risiede e lavora a Parma, chiedeva al PLUTINO informazioni circa i giorni di permesso politico che gli spettavano..

SMS del 04 Maggio 2011, ore 17:02 progressivo nr. 5 Utenza chiamante: 334/6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata 328/5318632 intestata a PLUTINO Giuseppe

Testo del messaggio: Ciao pino fammi sapere se il permesso politico copre giorno 12 e 13.--\

Altrettanto utili a testimoniare il legame esistente tra CONDEMI Domenico, LOMBARDO Vincenzo e PLUTINO Domenico apparivano due conversazioni registrate il 9 e 10 maggio 2011.

Conversazione del 09 Maggio 2011, ore 14:16 progressivo nr. 1415 Utenza chiamante: 334.6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo

Utenza chiamata 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Interlocutori: CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo

CONDEMI: Si.--\

LOMBARDO: Buongiorno.--\

CONDEMI: Allora?--\

LOMBARDO: Che fai? Ascolta un attimo, ma… quel documento per me, per il lavoro, quando me lo manda Pino?--\

CONDEMI: …(voci di ragazzi in sottofondo)…chiama a lui.--\

LOMBARDO: E ho provato a chiamarlo ma ce l’ha spento, ricordagli tu, perché se non mi manda…--\

CONDEMI: Ma tutti e due i numeri?--\

LOMBARDO: No, uno ne ho io, e non mi… se lui non mi manda il documento, gli avevo mandato pure il messaggio la volta scorsa.--\

CONDEMI: Eh.--\

LOMBARDO: Se non i manda il documento la licenza non me la danno.--\

CONDEMI: Che numero hai tu?--\

LOMBARDO: E ora non lo so, aspetta, aspetta che te lo dico…

Page 60: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 60

CONDEMI intanto che LOMBARDO gli trovi il numero di Pino, parla con i figli che stanno giocando.

LOMBARDO: Tre due otto, cinquantatre…(inc.)…--\

CONDEMI: Come finisce?--\

LOMBARDO: …(inc.)…--\

CONDEMI: Sei sette?--\

LOMBARDO: Sei, tre due.--\

CONDEMI: Eh.--\

LOMBARDO: Questo qua ho io.--\

CONDEMI: Ma come finisce?--\

LOMBARDO: Sei, tre, due.--\

CONDEMI: E aspetta che ti do quell’altro.--\

LOMBARDO: Si dammelo.--\

CONDEMI: Enzo, non so adesso come si trova.--\

LOMBARDO: …(inc.)…Ascolta, ascoltami a me, mandami un messaggio oppure glielo dici tu, altrimenti, altrimenti non mi danno la licenza.--\

CONDEMI: Ma il tuo numero ce l’ha lui?--\

LOMBARDO: Certo che ce l’ha.--\

CONDEMI: E ti faccio chiamare da lui, dai.--\

LOMBARDO: Eh, va bene ciao, ci sentiamo dopo ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Questo primo progressivo aveva ad argomento la necessità da parte del LOMBARDO di ricevere da PLUTINO Giuseppe la documentazione necessaria per ottenere un permesso lavorativo per fare ritorno a Reggio in occasione della campagna elettorale.

Ricevuta la chiamata del LOMBARDO, CONDEMI Domenico telefonava immediatamente al PLUTINO per fargli contattare il primo.

Conversazione del 09 Maggio 2011, ore 14:19 progressivo nr. 1416 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico

Utenza chiamata: 327.5798843 in uso a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: CONDEMI Domenico e PLUTINO Giuseppe

CONDEMI: Pronto?--\

PLUTINO: Pronto.--\

CONDEMI: Ma dove sei ?--\

PLUTINO: A casa.--\

CONDEMI: Chiama a Enzo, a mio compare che da due ore ti sta chiamando, vuole parlarti.\

PLUTINO: Va bene ciao.--\

CONDEMI: Ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Page 61: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 61

Se LOMBARDO e CONDEMI si impegnano perché PLUTINO faccia avere al primo (che con lui

interagisce via sms) la documentazione necessaria affinché possa fruire del congedo per motivi

elettorali, dalla disamina delle intercettazioni nei riguardi del CONDEMI emerge come, nella

campagna elettorale in favore del PLUTINO, fosse impegnato anche tale CALDERAZZO Rosario,

al cui riguardo, nel seguito dell’informativa, vengono riportate le principali notizie di rilievo penale.

CALDERAZZO, peraltro, emerge essere collegato con lo stesso LOMBARDO Vincenzo, con il

quale interagisce sempre in relazione alla campagna elettorale del PLUTINO, per la quale anch’egli

era stato convocato dal CONDEMI (e, soprattutto, aveva già preso accordi con l’assessore).

Gli uomini più affidabili prossimi al CONDEMI, pertanto, emerge come si stiano preparando alla

competizione elettorale in favore del PLUTINO.

Nello stesso periodo sull’utenza radiomobile in uso al CONDEMI veniva registrata un’altra conversazione che nel confermare l’impegno di questi per le sorti elettorali del PLUTINO, evidenziava come anche CALDERAZZO Rosario nato a Palmi in data in data 13.07.1970, (soggetto con precedenti penali e di polizia per associazione a delinquere, ricettazione, riciclaggio ed estorsione, in passato sottoposto a controllo di polizia mentre si trovava in compagnia di CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967), CARIDI Antonino (RC 15.01.1960), ZINDATO Giuseppe (Condofuri 30.08.1957), tutti risultati essere esponenti di vertice della cosca LIBRI CARIDI nel corso della pregressa attività di indagine espletata nell’ambito del p.p.259/06 RGNR DDA, e pertanto destinatari della OCCC in precedenza richiamata), e di GATTUSO Nicola (RC 20.05.1965) (destinatario dell’ordinanza di fermo emessa nell’ambito della cd “Operazione Crimine”, quale esponente della omonima cosca attiva nel locale Oliveto Valanidi), si fosse impegnato in favore di Pino (PLUTINO) per la campagna elettorale in corso, in vista delle imminenti elezioni comunali.

Conversazione del 25 Aprile 2011, ore 19:17 progressivo nr. 827 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata 380.1915134 in uso a CALDERAZZO Rosario Interlocutori: CONDEMI Domenico e CALDERAZZO Rosario

Omissis…

Il progressivo sopra riportato si dimostrava chiaro nei suoi contenuti infatti CONDEMI Domenico, invitava CALDERAZZO Rosario, che in quel momento si trovava a Roma, a fare rientro a Reggio in quanto dovevano fare la campagna elettorale, Vedi che dobbiamo fare la campagna elettorale.

Circostanza questa di cui era ben a conoscenza il CALDERAZZO, Lo so, ce l’ho già il pensiero… che aveva già iniziato a darsi concretamente da fare, …già ho parlato con mia moglie e con tutti, in considerazione degli accordi già presi con PLUTINO Giuseppe, Si, con chi dovevo parlare della mia famiglia, i miei nipoti, tutti quanti a Pino votano, questo è fuor di dubbio, avevo già parlato con Pino io… Con Pino avevamo già parlato prima, avevo già parlato con mia moglie.

Nel prosieguo del dialogo il CONDEMI, invitava il suo interlocutore a prendere contatti con una serie di soggetti, attività questa già messa in atto dal CALDERAZZO, CONDEMI: Quei ragazzi che gli era morto lo zio, chi sono? CALDERAZZO: Chi sono Domenico… chi è?? CONDEMI: Maria SCARCELLA hai parlato? CALDERAZZO: Mia nipote è. CONDEMI:Diglielo voglio dire, ah. CALDERAZZO: Lo sanno tutti i miei nipoti, già ho parlato, ho parlato già, ho parlato con tutti i miei nipoti, pure quelli… allora, tutta la mia famiglia, nipoti, cognati e cosi votano tutti la, è fuori da ogni dubbio, gli dico pure dove votano. CONDEMI: Quando scendi poi parliamo dai.

Page 62: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 62

La parte finale del dialogo intercettato evidenziava inoltre come CALDERAZZO Rosario avesse preso accordi con il compare del CONDEMI, LOMABRDO Vincenzo, per fare rientro in città in occasione dello svolgimento della campagna elettorale, …avevamo già parlato con Vincenzo… Di scendere e fargli la campagna insieme… Con tuo compare Vincenzo siamo rimasti d’accordo, che scendiamo una settimana prima e gli facciamo campagna, già avevamo parlato con Vincenzo.

Ma il progressivo in esame faceva emergere i contatti esistenti tra i protagonisti del dialogo ed un altro soggetto ROTTA Vincenzo, che dal tenore della conversazione, risultava essere particolarmente vicino al CONDEMI, tanto che CALDERAZZO Rosario non ottenendo risposta al telefono da quest’ultimo, aveva chiamato proprio il citato ROTTA, Non penso, ci siamo sentiti ieri, gli ho detto che ti ho chiamato e non mi hai risposto al telefono, poi ho chiamato a Vincenzo ROTTA, che appena possibile aveva informato CONDEMI Domenico, Eh, me l’ha detto Vincenzo.

Come correttamente si osserva nella richiesta, la conversazione riportata dalla P. G. impone

all’attenzione investigativa ROTTA Vincenzo, legato a CONDEMI Domenico ed a CALDERAZZO

Rosario ed anch’egli sostenitore – a breve si vedrà il perché – della candidatura del PLUTINO. Il

dato riveste importanza, attesa la caratura criminale del ROTTA emersa nel corso delle indagini,

durante l’attività d’intercettazione condotta nei confronti di MANDALARI Carmelo, soggetto

ritenuto intraneo alla cosca ROSMINI, in considerazione delle conversazioni registrate nel corso dei

servizi di intercettazione ambientale allora attivati a bordo dell’autovettura FIAT PANDA targata

CS*811*EK in uso ad ALAMPI Natale [quest’ultimo tratto in arresto in esecuzione dell’ordinanza di

custodia cautelare in carcere nr. 259/06 RGNR DDA, nr. 5702/09 R. GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC, da

questo Ufficio in data 29.10.2010 per i reati di associazione mafiosa (Cosca ROSMINI) e trasferimento

fraudolento di beni].

Così la Squadra Mobile:

“ Conversazione del 24 Marzo 2011, ore 20:22 progressivo nr. 196

A bordo dell’auto Fiat 500 targata DS*451*RW di MANDALARI Carmelo Persone presenti MANDALARI Carmelo, MANDALARI Fortunato Antonino (padre,RC

29/05/56) PASSANITI Antonietta (madre, RC 18/11/64), ROTTA Vincenzo (RC 11/02/53) CILIONE Romilda (fidanzata, RC 07/12/85)

Veicolo in movimento, a bordo MANDALARI Carmelo in compagnia della madre e del padre, alle ore 20:23:18 si fermano, MANDALARI Carmelo scende a comprare i dolci da Diego, la madre e il padre rimangono a bordo, conversazione varia tra i due coniugi. Alle ore 20:24:28 Carmelo sale a bordo e riavvia la marcia, dopo poco si ferma nuovamente in quanto incontra a ROTTA Vincenzo al quale immediatamente presenta i propri genitori, poi conversazione varia amichevole tra MANDALARI Carmelo e Vincenzo ROTTA, quest’ultimo dice a Carmelo qualsiasi cosa ha bisogno di andare a trovarlo, poi dice ai suoi genitori che può essere per Carmelo come una fratello maggiore, quindi si salutano e MANDALARI Carmelo riavvia la marcia…--\

MADRE: …(Inc.)…--\

CARMELO: La migliore persona di San Giorgio è mamma, questo si è presentato davanti al Giudice con il camuffo, quando era imputato con Giovanni ROSMINI, gli ha detto ma lei…ma lei gli ha detto il Presidente…là il Giudice…il Presidente che

Page 63: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 63

ne so…lei si presenta con atti mafiosi, col camuffo, lui gli ha detto io non mi nascondo, sono malandrino e lo potete scrivere!!!…(ride)…Avrà fatto qualche dieci anni.--\

PADRE: Come si chiama?--\

CARMELO: Vincenzo ROTTA…--\

MADRE: Vincenzo ROTTA…(Inc. a causa di fruscii)…sai chi era suo padre Francesco, quello là che era sempre di fronte, e abitava di fronte al coso abitava…di fronte come cazzo si chiama…(Inc. a causa di fruscii)…sua nipote Concetta lavorava con me…--\

CARMELO: Questo è lo zio di Massimo IACONIS!--\

MADRE: Eh, la mamma…la mamma…Concetta la mamma di Massimo IACONIS lavorava con me.--\

CARMELO: Comunque è bravissimo! Gli ha detto in quella maniera al Presidente…(inc.)…--\

…Continua conversazione varia tra Carmelo MANDALARI e i genitori, alle ore 20:31:17, si fermano, a bordo assieme a loro sale anche CILIONE Romilda fidanzata di MANDALARI Carmelo, quindi nuovamente veicolo in movimento. Continua conversazione varia tra i presenti, inizialmente parlano di come cucinare il pollo, poi la madre di Carmelo chiede a Romilda come sta suo nonno, la ragazza le risponde che sabato lo dimettono dall’ospedale. Alle ore 20:37:25 si fermano, scendono e si allontanano.--\

Cade la linea.--\

Nel corso del progressivo riportato MANDALARI Carmelo che si trovava in compagnia dei genitori e della fidanzata CILIONE Romilda, incontrava compare Cecè soggetto che il prosieguo della conversazione permetteva di identificare per ROTTA Vincenzo, in oggetto generalizzato, con il quale intratteneva una breve conversazione nel corso della quale il ROTTA nel dirsi disponibile in caso di bisogno, lo invitava a considerarlo come un fratello maggiore, …poi conversazione varia amichevole tra MANDALARI Carmelo e Vincenzo ROTTA, quest’ultimo dice a Carmelo qualsiasi cosa ha bisogno di andare a trovarlo, poi dice ai suoi genitori che può essere per Carmelo come una fratello maggiore.

Ripresa la marcia, il giovane spiegava ai presenti che la persona appena incontrata, era, PADRE: Come si chiama? CARMELO:Vincenzo ROTTA… da egli considerato come uno dei “migliori cristiani” del quartiere San Giorgio, affermazione questa da intendere chiaramente nel senso “ndranghetistico”.

Infatti il MANDALARI per meglio rafforzare il concetto appena espresso raccontava al genitore di un episodio di cui era stato protagonista in passato il ROTTA, allorquando imputato insieme a Giovanni ROSMINI, identificato per ROSMINI Giovanni (RC 25.04.1962, inteso “Carrozza”, in atto detenuto, esponente della omonima consorteria), fratello di ROSMINI Diego (RC 25.06.1972 tratto in arresto da questo Ufficio nell’ambito del p.p. 259/06 RGNR DDA), si era presentato innanzi al giudice dichiarando esplicitamente la propria appartenenza agli ambienti criminali di questo centro, La migliore persona di San Giorgio è mamma, questo si è presentato davanti al Giudice con il camuffo, quando era imputato con Giovanni ROSMINI, gli ha detto ma lei…ma lei gli ha detto il Presidente…là il Giudice…il Presidente che ne so…lei si presenta con atti mafiosi, col camuffo, lui gli ha detto io non mi nascondo, sono malandrino e lo potete scrivere!!!…(ride)…Avrà fatto qualche dieci anni… Comunque è bravissimo! Gli ha detto in quella maniera al Presidente…(inc.)…

In ordine a ROTTA Vincenzo giova evidenziare che lo stesso annovera precedenti penali e di polizia per rapina porto e detenzione di armi, favoreggiamento e che risulta indagato per il reato di associazione mafiosa nell’ambito della Operazione Crimine.

Infatti le indagini svolte hanno evidenziato la contiguità del medesimo con esponenti della

Page 64: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 64

consorteria LIBRI CARIDI, tra cui CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967) e CONDEMI Domenico (RC 03.07.1976).

Indicativi circa l’inserimento di ROTTA Vincenzo nel contesto mafioso oggetto dell’attuale approfondimento investigativo, appaiono anche i controlli di polizia cui il medesimo è stato sottoposto, dai quali risultano rapporti di frequentazione con CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967), CONDEMI Domenico, ZINDATO Giovanni (Condofuri 06.05.1968 tratto in arresto quale esponente della cosca CARIDI nell’ambito della Operazione Alta Tensione).

ROTTA Vincenzo dal tenore delle conversazioni registrate in quei giorni appariva anch’egli impegnato nella campagna elettorale in corso, in favore dei PLUTINO Giuseppe.

Conversazione del 21 Aprile 2011, ore 22:42 progressivo nr. 191 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo

Utenza chiamata 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)

Omisis…

Infatti nel corso del progressivo sopra riportato ROTTA Vincenzo raccomandava al figlio di impegnarsi a recuperare voti in favore di PLUTINO Giuseppe, e sopratutto di fare saper in giro del loro concreto impegno in favore di questi, A te, a chiunque ti chiede, ti chiede… va bene, quando vai in giro Reggio, Reggio e ti chiede qualcuno gli devi dire che glielo fai a Pino… a PLUTINO va bene?... Uhm… gli devi dire mio padre ed io… io… mio padre ed io siamo impegnati con…va bene?

Motivo dell’impegno appariva in particolare la sistemazione lavorativa del figlio, promessa dal candidato PLUTINO, Che mi ha detto lui, che da qua ad un altro mese può essere che sia definitiva da Antonio, ha diciotto dipendenti Antonio ah… Va bene? Ha detto che da qua, massimo ad un altro mese, la cosa si deve definire, va bene, che è andato molte volte lui per il fatto dei contributi a Catanzaro… Va bene? E se va bene la situazione là non hai tanti… tanti problemi, al quale tale promessa veniva costantemente rammentata da CONDEMI Domenico (Mico), Lui mi ha detto che da qua ad un altro mese…che tutti i giorni Mico glielo glielo ricorda…

La ratio dell’impegno elettorale in favore del PLUTINO emerge con tutta evidenza dal

corrispettivo che ROTTA Vincenzo attende, ovvero un impiego per il figlio, che non solo deve

andare alla ricerca di voti ma deve mostrare pubblicamente che lui ed il padre appoggiano il

PLUTINO, frattanto continuamente sollecitato dal CONDEMI Domenico per la “sistemazione” del

giovane ROTTA Domenico.

Altro soggetto impegnato nella campagna elettorale è CONDEMI Filippo, al cui riguardo la P. G.

indica quanto segue:

Analogo impegno era concretamente manifestato anche da parte di CONDEMI Filippo, fratello del più volte citato Domenico, indicato anch’esso dal collaboratore di giustizia MOIO Roberto quale appartenente alla cosca CARIDI del cui esponente apicale CARIDI Antonino (RC 15.01.1961) al pari del fratello era da considerarsi uomo di fiducia.

A testimoniare l’impegno anche da parte di CONDEMI Filippo in favore di PLUTINO Giuseppe si riporta il contenuto di una conversazione registrata in data 29.04.1011.

Conversazione del 29 Aprile 2011, ore 16:36 progressivo nr. 1296 Utenza chiamante: 342/1655370 intestata ed in uso a RIGGIO Marta

Utenza chiamata: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo Interlocutori: CONDEMI Filippo e RIGGIO Marta

Page 65: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 65

Omissis… VD. FF. 36 – 37 INFORM.

Il sopra riportato dialogo intercorso tra CONDEMI Filippo e RIGGIO Marta nata a Reggio Calabria in data 15.12.1991, ivi residente in via Niccolò Tommaseo n. 23, offriva chiara conferma di quanto in premessa affermato, infatti alla ragazza che dal CONDEMI era stata cooptata per la raccolta di voti, Ma dico li avete raccolti una ventina di voti tu e il tuo ragazzo? e catechizzata su come impegnare gli elettori a dare il voto, …stategli di sopra alle persone, fatti dire, tipo, di darti la sezione, gli devi dire dove glieli hai trovati, tipo, tipo che al candidato gli devi portare le sezioni, hai capito? Così li metti in croce…se no…, che chiedeva come in concreto avrebbero dovuto votare, Ma tipo uh… si deve scrivere, si deve scrivere il nome?… Quando …(inc.)… deve mettere la croce sul partito?..., CONDEMI Filippo rispondeva, E il nome PLUTINO!, invitandola a passare dalla segreteria a ritirare i fac- simile, E passa e prenditi i fac-simile, tu sul partito metti la croce sul partito e scrivi PLUTINO!Accanto al simbolo del, tipo, del PDL.

Corretta appare la sottolineatura con cui la P. G. evidenzia il comune impegno di tutti gli indagati

nel reperimento di consensi in favore del PLUTINO. Dato che emergerà anche nella disamina del

traffico telefonico captato sulle singole utenze.

Dopo avere riportato i primi esiti dell’attività investigativa che evidenziavano come CONDEMI Domenico, CONDEMI Filippo, ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo, tutti per come riferito nel corso della presente nota, a vario titolo riconducibili all’alveo della cosca CARIDI, e CALDERAZZO Rosario, personaggio gravato da numerosi precedenti penali e di polizia, fossero tutti concretamente impegnati nel reperimento di consensi elettorali in favore del candidato PLUTINO Giuseppe, si ritiene opportuno riportare di seguito una serie di conversazioni registrate sulle singole utenze radiomobili in uso ai protagonisti della presente trattazione dal cui contenuto si otterrà ulteriore conferma di quanto fino ad ora riferito.

Conversazione del 13 Aprile 2011, ore 13:51 progressivo nr. 426 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 392.3838497 in uso a LOMBARDO Vincenzo Interlocutori: CONDEMI Lombardo e LOMBARDO Vincenzo

Omissis …

Il progressivo sopra riportato si rivelava di interesse in quanto ancora una volta dimostrava come i due interlocutori CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo, avessero in corso l’attività oggetto di approfondimento investigativo, in particolare metteva in luce che il LOMBARDO aveva preso contatti con tale Gaetano, che essendo libero da impegni elettorali, dal primo era stato mandato a parlare direttamente con il candidato PLUTINO Giuseppe, Ah vedi, vedi che avevo parlato con coso… Con… con Gaetano… Eh, che andava a trovare a Pino, eh, hai capito?... E forse andava a trovare a Pino, per il fatto delle elezioni, motivo per cui invitava il CONDEMI ad andare a trovarlo al fine di impegnarlo definitivamente, Che lui è libero e pure la sua famiglia, ha detto che andava a trovarlo, caso mai vai pure tu al Bart e trovalo tu a Gaetano, in pratica già lo sa, al Bart, al Bart lavora già gliel’ho detto, ha detto, guarda io sono disponibile anche perché, la sua famiglia… cose, vai, vai e parla pure tu che già lo sa, va bene?

In data 15 aprile 2011 era registrato il seguente dialogo, intrattenuto da CONDEMI Domenico con un uomo che gli si trovava accanto, mentre il telefono era in connessione in attesa che la persona chiamata, il cognato CUZZOLA Natale nato a Reggio Calabria in data 06.10.1963 (padre di CUZZOLA Maria la cui assunzione era stata imposta all’on. NUCERAp Giovanni, soggetto, risultato essere in costante contatto telefonico con CONDEMI Domenico, giova riferire che lo stesso, gravato de precedenti penali e di polizia per furto, ricettazione e falso, è cognato oltre che del citato CONDEMI, anche dei fratelli BORGHETTO Cosimo e BORGHETTO Eugenio. Ancora, al fine di delineare l’ambiente criminale in cui appare inserito il CUZZOLA giova riferire che in data 21 agosto 2001 l’attivazione di un servizio di video ripresa attivato nelle adiacenze dall’abitazione di

Page 66: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 66

FRANCO Michele e del genero MURINA Carmelo, entrambi di recente destinatari di provvedimento di fermo per il reato di associazione mafiosa, aveva permesso di notare il sopraggiungere dell’autovettura FIAT Punto di colore bianco targata AV *315* JP, alla guida della quale vi era proprio il CUZZOLA, (intestatario e proprietario dell’auto), assieme al medesimo per come accertato da un immediato riscontro sul territorio, viaggiava l’oggi defunto PERLA Domenico, nato a Reggio Calabria il 2.1.1966, con numerosi precedenti penali a carico per gravi reati tra cui associazione per delinquere di stampo mafioso, omicidio, armi, coinvolto, tra l’altro, in importanti procedimenti penali quali “Olimpia” e “Valanidi 3”, in quell’atto reggente del locale di Ciccarello. Inoltre in tempi più recenti lo stesso CUZZOLA Natale è stato sottoposto a controllo di polizia insieme a LATELLA Paolo (RC 11.07.1970) e IANNI’ Natale (RC 12.04.1967) entrambi tratti in arresto da questo Ufficio in esecuzione dell’Ordinanza d custodia cautelare in carcere nr. 259/06 RGNR DDA, 5702/09 RG GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC, per il reato di associazione mafiosa) rispondesse, dal cui tenore oltre al già evidenziato impegno in favore di PLUTINO Giuseppe emergeva la capacità del CONDEMI, nella raccolta di voti in vista delle prossime consultazioni elettorali.

Conversazione del 15 Aprile 2011, ore 18:53 progressivo nr. 507 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico

Utenza chiamata: 349.8431172 in uso a CUZZOLA Natale Interlocutori: CONDEMI Domenico, uomo non identificato e CUZZOLA Natale

Omissis…

Il contenuto della conversazione sopra riportata permetteva di comprendere come CONDEMI Domenico, fosse in grado di veicolare verso il PLUTNO un grande numero di preferenze, … già così ho un movimento di centocinquanta voti, con questi dieci che ho scritto qua.

Altrettanto significativo appariva un altro dialogo captato con le medesime modalità di quello sopra riportato in data 18.04.2011.

Conversazione del 18 Aprile 2011, ore 12:23 progressivo nr. 552 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico

Utenza chiamata: 320.3075297 in uso a LA ROSA Donatella Interlocutori: CONDEMI Domenico Uomo non identificato e LA ROSA Donatella

Omissis…

Nel corso della conversazione CONDEMI Domenico telefonava alla cognata LA ROSA Donatella (RC 17.08.1973) moglie di BORGHETTO Eugenio (RC 18.01.1968) e mentre era in attesa che la donna rispondesse, si aveva modo di ascoltare un uomo che affermava al CONDEMI la sua attendibilità in termini di raccolta di voti, affermando che se lui si fosse impegnato dicendo di avere la possibilità di portare alla causa un grande numero di voti, quel numero sarebbe poi risultato in sede di scrutinio, …(inc.)… guarda che io te li porto tutti, come mi manca un voto di tutti quelli che ti porto… quanti sono cinquemila che ti dico? Te li porto tutti e cinquemila…

Si coglie, dunque, come il CONDEMI fosse in grado di veicolare un rilevante numero di preferenze

in favore del PLUTINO, al quale, però, sottoponeva anche le richieste che provenivano dai possibili

elettori, analogamente a quanto si è visto per il ROTTA Vincenzo, il quale invitava il figlio alla

ricerca di consensi per l’assessore, considerato che il CONDEMI sarebbe stato suo sponsor.

L’impegno elettorale del CONDEMI, non si limitava solamente ad una raccolta di adesioni, ma si sostanziava anche nel sottoporre al candidato PLUTINO Giuseppe le esigenze dei possibili elettori.

Conversazione del 22 Aprile 2011, ore 18:58 progressivo nr. 668 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 327.5798843 in uso a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: CONDEMI Domenico e PLUTINO Giuseppe

Page 67: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 67

PLUTINO: Pronto.--\

CONDEMI: Ma dove sei?--\

PLUTINO: A Catona.--\

CONDEMI: A Catona, vedi che mi ha chiamato mio zio.--\

PLUTINO: Eh.--\

CONDEMI: Si sta lamentando…(inc.)… che davanti alla sua porta d’entrata, ha detto che tra un po’ non entra nemmeno, che è pieno di spazzatura, là, sotto del Brico.--\

PLUTINO: Eh.--\

CONDEMI: Che sono insieme ora, che vadano…(inc.)…--\

PLUTINO: Stasera glielo facciamo fare, dove, qua… dov’è?--\

CONDEMI: Sotto del Brico, dove c’è la sua casa, davanti al cancello della sua villa dice.--\

PLUTINO: Ah, e digli come si chiama la via.--\

CONDEMI: Ah?--\

PLUTINO: Va bene adesso me la vedo io, ciao, ciao.--\

CONDEMI: Proprio sotto del Briko è.--\

PLUTINO: Ciao, ciao.--\

CONDEMI: Ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Nel corso di questo progressivo infatti il PLUTINO che ancora ricopriva la carica di assessore

alla politiche ambientali veniva sollecitato da CONDEMI Domenico a fare effettuare un intervento nei pressi del BRICO, dove le strade erano invase dai rifiuti, si era infatti nel periodo di tempo in cui il Comune di Reggio Calabria per più giorni si era trovato nella impossibilità di smaltire l’immondizia a causa della momentanea chiusura delle discariche.

Analogamente CONDEMI Domenico in data 10.05.2011 contattava PLUTINO Giuseppe per sollecitare un intervento di questi presso il Governatore della Calabria SCOPELLITI, finalizzato al pagamento degli stipendi dei dipendenti della Multiservizi.

Conversazione del 10 Maggio 2011, ore 10:21 progressivo nr. 1448 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 327.5798843 in uso a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: CONDEMI Domenico e PLUTINO Giuseppe

PLUTINO: Pronto.--\

CONDEMI: Dove sei?--\

PLUTINO: A Catanzaro sono.--\

CONDEMI: A Catanzaro ?--\

PLUTINO: Eh a Catanzaro…(inc.)…--\

CONDEMI: Ma vedi… vedi che questi ragazzi della MULTISERVIZI si stanno lamentando che hanno due mesi di stipendio arretrati.--\

PLUTINO: Sto… sto provvedendo io, gli devi dire… chi è il tuo amico ALBANESE?--\

CONDEMI: Si, stai provvedendo?--\

Page 68: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 68

PLUTINO: Devi dirgli… devi dirgli che domani gli do notizie io, che stiamo lavorando.--\

CONDEMI: Domani sicuro gli darai notizie?--\

PLUTINO: Si diglielo, glielo avevo già detto.--\

CONDEMI: No, sono qua, ma passa da qua che stanno lavorando, non hanno...--\

PLUTINO: Se sono a Catanzaro, dove devo passare, ah?--\

CONDEMI: Nemmeno per la benz… non possono lavorare dicono.--\

PLUTINO: Perché?--\

CONDEMI: Perché non hanno i soldi nemmeno per la benzina delle motoseghe.--\

PLUTINO: Eh, va bene.--\

CONDEMI: Come lavorano?--\

PLUTINO: Domani, domani gli diciamo tutto, domani ho notizie, va bene?--\

CONDEMI: Parla con il Governatore, vedi la che devi fare, va bene?--\

PLUTINO: Ciao, ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Si apprezza, quindi, in questo frangente, un primo dato di assoluto rilievo: il PLUTINO, assessore

alle politiche ambientali, viene investito dal CONDEMI, che gli rappresenta che le strade innanzi al

BRICO sono colme di rifiuti, per un intervento diretto alla loro rimozione.

Ancora, il CONDEMI, facendo leva sulla comune appartenenza politica del PLUTINO con il

Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, rappresenta all’assessore la situazione dei

ragazzi della Multiservizi, i quali avevano il problema del mancato pagamento degli ultimi due mesi

di stipendio, sollecitandolo, pertanto, a parlare con il Governatore (vedi là che devi fare, va bene).

Ancora in data 29.04.2011 CONDEMI Domenico telefonava a LOMBARDO Vincenzo per conoscere l’andamento della campagna elettorale.

Conversazione del 29 Aprile 2011, ore 12:09 progressivo nr. 1050

Utenza chiamante: 334.6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Interlocutori: CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo

LOMBARDO telefona a CONDEMI, in attesa che questi risponda, si lamenta e impreca sul fatto che oggi probabilmente non mangerà.

CONDEMI: Pronto.--\

LOMBARDO: Allora?.--\

CONDEMI: Come siamo?--\

LOMBARDO: Eh, io sempre bene, di salute.--\

CONDEMI: La campagna elettorale come sta andando?--\

LOMBARDO: Tu non ti preoccupare di questo fatto.--\

CONDEMI: Eh.--\

Page 69: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 69

LOMBARDO: Senti una cosa, dove sei?--\

CONDEMI: Io adesso sono in ospedale.--\

Omissis …

Ma il compito di CONDEMI Domenico non si limitava alla raccolta di consensi per il cugino,

ma anche ad un diretto intervento in caso di terzi soggetti che facevano campagna elettorale per conto di altri candidati.

Conversazione del 30 Aprile 2011, ore 12:01 progressivo nr. 1084

Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 320.4794216 intestata ad Azienda Ospedaliera Bianchi Melacrino Morelli ed

in uso a Peppe, non identificato Interlocutori: CONDEMI Domenico e Peppe

Omissis…

Nel corso del dialogo sopra riportato CONDEMI Domenico che era stato informato del fatto che il suo interlocutore stava chiedendo voti per un altro candidato, Ti sapevo poco serio, che ti sapevo poco serio…Ma… ma vai in giro pure a toglierci i voti?, lo convocava immediatamente presso la segreteria politica del PLUTINO per un chiarimento, Dove sono? Vieni qua……che te lo dico di persona… Vieni qua alla segreteria.

Nei giorni a seguire erano registrate una serie di conversazioni che dimostravano la capillare

raccolta di preferenze elettorali di CONDEMI in favore del PLUTINO. Conversazione del 02 Maggio 2011, ore 10:50 progressivo nr. 1158 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico

Utenza chiamata: 347.8660269 in uso a NOCERA Antonio Interlocutori: CONDEMI Domenico e NOCERA Antonio

NOCERA: Pronto.--\

CONDEMI: Ohu.--\

NOCERA: Ah.--\

CONDEMI: Dove sei, vedi che oggi è lunedì.--\

NOCERA: Dal dentista sono, sto arrivando.--\

CONDEMI: Vedi, vedi che ho chiamato ad Andrea, e mi ha detto di parlare con te per i voti.--\

NOCERA: Per che cosa?--\

CONDEMI: Ah, per che cosa?--\

NOCERA: Per i voti?--\

CONDEMI: Si.--\

NOCERA: Ciao.--\

CONDEMI: Ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Ed ancora, Conversazione del 06 Maggio 2011, ore 14:52 progressivo nr. 1316

Utenza chiamante: 348.8064309 in uso a MIDURI Antonello Carmelo

Page 70: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 70

Utenza chiamata: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Interlocutori: CONDEMI Domenico e MIDURI Antonello Carmelo

CONDEMI: Mi hai abbandonato.--\

MIDURI: No compare, si, sono giornate frenetiche vedi.--\

CONDEMI: Compare mi avevi detto che mi chiamavi.--\

MIDURI: Eh, hai ragione ma io… tu devi capire che pure che …(inc.)… mi sposo, e sto scappando da una parte all’altra.--\

CONDEMI: Eh, ma …(inc.)… mi stai raccogliendo un po’ di voti?--\

MIDURI: Si certo, certo.--\

CONDEMI: Ah?--\

MIDURI: Di questo puoi stare tranquillo.--\

CONDEMI: Ma vieni…quando ci vediamo cos’ ti do un po’ di materiale?--\

MIDURI: Domani mattina ci… ti chiamo quando sono al bar e ti… e ci vediamo dai.--\

CONDEMI: Però compare impegnati.--\

MIDURI: No, se ti dico… io te l’ho detto, non è che ti prometto venti, o trenta voti, o cinquanta voti.--\

CONDEMI: No, quello che…--\

MIDURI: Quelli che posso te li raccolgo, stai tranquillo, come te li ho raccolti le altre volte.--\

CONDEMI: Va bene, allora ti aspetto…--\

MIDURI: Va bene?--\

CONDEMI: Allora chiamami domani.--\

MIDURI: Domani mattina ti chiamo, devo uscire con mia mamma, appena finisco con mia mamma, tanto a te pure che ti chiamo a …(inc.)… non è che ti interessa.--\

CONDEMI: Eh?--\

MIDURI: Dico, pure che ti chiamo a mezzogiorno, non è che ti interessa, no?--\

CONDEMI: No, no, domani è sabato, no.--\

MIDURI: Perfetto va bene.--\

CONDEMI: Aspetto la chiamata vedi eh.--\

MIDURI: Va bene.--\

CONDEMI: Ciao Compare.--\

MIDURI: Ci vediamo domani ciao Doddy.--\

Fine della conversazione.--\

Successivamente anche a bordo dell’autovettura in uso al CONDEMI era registrato un

progressivo di analogo tenore.

Conversazione del 11 Maggio 2011, ore 11:09 progressivo nr. 19 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico

Persone presenti CONDEMI Domenico,CUZZOLA Natale ed Angelo (non identificato)

Veicolo in sosta, a bordo CONDEMI Domenico che chiede a qualcuno dove sta lavorando, poi parla al cellulare con un

Page 71: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 71

tale Totò, gli chiede informazione su un pezzo di ricambio Fiat, chiude la conversazione e dopo poco scende dal mezzo, alle ore 11:15:20 sale a bordo assieme a Natale ed avviano la marcia, conversazione varia tra i due, CONDEMI risponde al cellulare e dice all’interlocutore che si vedranno in segreteria, alle ore 11:16:25 si ferma e conversa con un tale Angelo che incontra per strada…--\

DOMENICO: Angelo, ma i voti li stai raccogliendo?--\

ANGELO: …(Inc.)…certo, sono andato tutti i giorni per ricordargli.--\

DOMENICO: Ma gli ricordi…hai il materiale tu?--\

ANGELO: Ho, quelli piccoli ho!--\

DOMENICO: Non hai nemmeno quelli piccoli…--\

…A questo punto della conversazione interviene anche CUZZOLA Natale che dice ad Angelo, che se ha bisogno può andare può andare a parlare con suo compare Ciccio ALTOMONTE il proprietario del ristorante il FARO, che ha anche tre ville sul mare, glielo dice che l’ha mandato lui Natale CUZZOLA. Infine rientra nella conversazione CONDEMI Domenico e gli raccomanda di cercare voti. I presenti si salutano, CONDEMI riavvia la marcia in compagnia del cognato Natale CUZZOLA, conversazione varia, alle ore 11:20:28 si fermano, Natale CUZZOLA scende, alle ore 11:23:52 sale a bordo, nuovamente veicolo in movimento,la conversazione risulta parzialmente incomprensibile a causa di rumori e fruscii, CUZZOLA spiega a CONDEMI che deve andare all’infortunio a far vedere la risonanza magnetica. Successivamente veicolo in sosta, i due scendono e si allontanano.--\

Cade la linea.--\

Fine della conversazione.--\

Ed ancora lo stesso giorno,

Conversazione del 11 Maggio 2011, ore 12:05 progressivo nr. 1508 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico

Utenza chiamata: 328.5568982 in uso a NUCERA Giuseppe nato a CONDOFURI il 24.06.1951, residente in via Vico Petrillina nr. 8 (RC)

Interlocutori: CONDEMI Domenico e MIDURI Antonello Carmelo

NUCERA: Pronto.--\

CONDEMI: E Allora, ti ho chiamato prima.--\

NUCERA: Mi hai chiamato?--\

CONDEMI: Eh.--\

NUCERA: Ora l’ho visto ti stavo… ti chiamavo.--\

CONDEMI: Si.--\

NUCERA: Non prendeva, diceva Wind, dove sei?--\

CONDEMI: Ora sono sull’autostrada.--\

NUCERA: E dove stai andando.--\

CONDEMI: Sto andando per vedere se mi danno… da due miei compari, se ci danno qualche voto.--\

Continuando CONDEMI spiega dove si trova al momento, successivamente nomina degli antinfiammatori che un medico ha ordinato alla moglie per il tunnel carpale, NUCERA dice che quelle medicine non le ha, dovrebbero vedere di cambiare medicinale, CONDEMI parlerà con suo cugino e poi si risentiranno, dice che quando si libera passa a trovarlo.-

Fine della conversazione.--\

Page 72: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 72

Dunque, se continua la capillare richiesta di voti da parte del CONDEMI per conto del PLUTINO –

che si accompagna, peraltro, ad un diretto intervento nei confronti di un individuo che aveva fatto

propaganda per altro candidato e veniva chiamato a “rapporto” presso la segreteria dell’assessore –,

essa veda interagire il CONDEMI unitamente al ROTTA Vincenzo, che lo invita a recarsi da un

tale, dal quale avrebbero potuto ottenere cinque voti.

Comincia, invece, ad emergere il dato maggiormente preoccupante, quello inerente al controllo dei

potenziali elettori: infatti, rivolgendosi a tale Carmelo, CONDEMI lo invitava a comunicargli con

precisione quanti voti aveva raccolto e le sezioni dove questi sarebbero risultati.

Anche la stessa sera CONDEMI Domenico veniva informato da ROTTA Vincenzo che il

giorno dopo sarebbe stato opportuno andare insieme a trovare una persona in quanto avrebbero potuto ricavare almeno cinque voti.

Conversazione del 11 Maggio 2011, ore 22:32 progressivo nr. 27 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico

Persone presenti CONDEMI Domenico e ROTTA Vincenzo

…Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico che si ferma e conversa con ROTTA Vincenzo il quale inizialmente è distante dal veicolo, quindi le sue parole risultano incomprensibili, dopo si avvicina e la loro conversazione inizia ad essere comprensibile…--\

CONDEMI: …sbrogliagli il piede.--\

ROTTA: Ci vediamo domani gioia, se vuoi che andiamo me lo dici, perché dice che cinque voti ce li ha lui e quattro li ha…(inc.)…--\

CONDEMI: Chi?--\

ROTTA: Il vecchio…(inc.)…--\

CONDEMI: …(Inc.)…--\

ROTTA: Andiamo dice che…(inc.)…--\

…A questo punto della conversazione CONDEMI saluta ed avvia la marcia, rumori e fruscii in sottofondo. Si ferma e scende.--\

Cade la linea.--\

Fine della conversazione.--\

Anche il successivo 13 maggio CONDEMI Domenico invitava tale Carmelo in corso di

identificazione ad indicargli con precisione quanti voti aveva raccolto e le sezioni dove questi sarebbero risultati.

Conversazione del 13 Maggio 2011, ore 14:49 progressivo nr. 1575 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico

Utenza chiamata: 393.4838572 in uso a Carmelo in corso di identificazione Interlocutori: CONDEMI Domenico e Carmelo

Carmelo: Pronto.--\

Page 73: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 73

CONDEMI: Ma giocattolo che non sei altro.--\

Carmelo: Allora, che c’è?--\

CONDEMI: Ma un giocattolo sei.--\

Carmelo: Ma che vuoi, dimmi.--\

CONDEMI: Ma che vuoi, ti aspettavo in segreteria per venire a prenderti i fac-simile, sei venuto?--\

Carmelo: Ma vedi che sono venuto domenica, e tu eri in montagna bello.--\

CONDEMI: Eh, domenica dove sei venuto, in piazza?--\

Carmelo: Eh.--\

CONDEMI: Ah?--\

Carmelo: Si.--\

CONDEMI: Lo stupido che sei…(inc.)…--\

Carmelo: Non te l’ha detto Bruno?--\

CONDEMI: Non me l’ha detto.--\

Carmelo: Eh, se …(inc.)…--\

CONDEMI: Ma lo stai raccogliendo qualche voto Melo?--\

Carmelo: Certo che l’ho raccolto.--\

CONDEMI: Ah?--\

Carmelo: Vedi che io …(inc.)..--\

CONDEMI: Non è che ci fai la vacca con Massimo CANALE?--\

Carmelo: Ah guarda, come sindaco lo sai che voto a Massimo CANALE.--\

CONDEMI: Lo so, non mi interessa a me il sindaco, Massimo è un bravo ragazzo, che c’entra.--\

Carmelo: Eh, il sindaco…--\

CONDEMI: Per le comunali.--\

Carmelo: Al consiglio… al consiglio ti ho detto che voto a Pino, come non lo voto.--\

CONDEMI: Ma a tuo fratello l’hai contattato, ce lo da il voto?--\

Carmelo: E si, certo che te lo da, ma vedi che voto pure io la sopra Domenico.--\

CONDEMI: Alla centosessant…(inc.)…--\

Carmelo: Al Volta.--\

CONDEMI: No, tuo fratello vota la sopra alla scuola ha detto.--\

Carmelo: Eh, lui vota più sopra, però io voto qua sotto al Volta.--\

CONDEMI: Eh?--\

Carmelo: Perché siccome mi hanno messo rappresentante di lista.--\

CONDEMI: Vota… votate tre?--\

Carmelo: Si tre certo.--\

CONDEMI: Ma tua mamma la fai votare?--\

Carmelo: Certo, allora non va, a tutti faccio votare.--\

Page 74: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 74

CONDEMI: E sono quattro allora?--\

Carmelo: Quattro, cinque, aspetta un minuto… cinque…--\

CONDEMI: Tu quanti voti ci dai al comune, due?--\

Carmelo: Sei, sette…--\

CONDEMI: Ah.--\

Carmelo: Circa dodici.--\

CONDEMI: No, lascia stare dodici, quanti ce ne dai al comune?--\

Carmelo: Dodici.--\

CONDEMI: Dodici?--\

Carmelo: Eh.--\

CONDEMI: Va bene, segna le sezioni dove escono questi dodici voti.--\

Carmelo: Allora, Santa Caterina, metti…--\

CONDEMI: Devi segnare le sezioni dove escono.--\

Carmelo: Va bene.--\

CONDEMI: Va bene?--\

La conversazione tra i due prosegue con Carmelo che spiega dove sta lavorando, dice che è stato messo come rappresentante di lista per favorire la figlia di un amico suo candidata alla Provincia, parlano di Walter che è candidato a sindaco, concordano di vedersi in segreteria per prendersi il materiale per le elezioni. Carmelo dice che ha cani addestrati bene per la caccia, si salutano concordando di vedersi domani e CONDEMI gli raccomanda ancora una volta per i voti, seguono saluti finali.

Fine della conversazione.

Il reperimento di voti porta a porta proseguiva anche nei giorni seguenti ad opera dei soggetti

che avevano quale riferimento proprio il CONDEMI, che aveva anche il compito di contabilizzare le promesse di voto.

Conversazione del 14 Maggio 2011, ore 11:42 progressivo nr. 1617 Utenza chiamante: 328.5568982 in uso a NUCERA Giuseppe nato a Condofuri (RC) il

24.06.1961, residente RC in Vico Petrillina nr. 8 Utenza chiamata: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Interlocutori: CONDEMI Domenico e NUCERA Giuseppe

NUCERA: Domenico.--\

CONDEMI: Buongiorno.--\

NUCERA: Ma che stai… (inc.)… stai raccogliendo voti?--\

CONDEMI: Eh…(inc.)…--\

NUCERA: Vedi che io ti ho raccolto due voti adesso.--\

CONDEMI: Eh?--\

NUCERA: …(inc.)… non li ho messi in elenco.--\

CONDEMI: Perché?--\

NUCERA: …(inc.)…--\

CONDEMI: Dove sei?--\

NUCERA: Dove sei tu?--\

Page 75: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 75

CONDEMI: Io sto andando in segreteria.--\

NUCERA: In segreteria…(inc.)…--\

CONDEMI: No, qua a San Giorgio, ma non ti sento bene.--\

La conversazione si interrompe in quanto cade la linea.-

Fine della conversazione.--\

Altrettanto significativa appariva la seguente conversazione che costituiva un seguito a quella in precedenza riportata.

Conversazione del 14 Maggio 2011, ore 11:42 progressivo nr. 1617 Utenza chiamante: 328.5568982 in uso a NUCERA Giuseppe nato a Condofuri (RC) il

24.06.1961, residente RC in Vico Petrillina nr. 8 Utenza chiamata: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Interlocutori: CONDEMI Domenico e NUCERA Giuseppe

CONDEMI: Pronto.--\

NUCERA: …(inc.)… è caduta la linea.--\

CONDEMI: Eh, ma non ti prendeva bene.--\

NUCERA: No, ero dentro il corridoio, apposta, stavo andando… stavo scendendo dal bar dalla parte di dentro.--\

CONDEMI: Dove sei ora?--\

NUCERA: Perché oggi mi scogliono, non voglio fare un cazzo…(inc.)…--\

CONDEMI: Va bene, adesso vedo se passo, dai.--\

NUCERA: Ero qua con Peppe …(inc.)… con Peppe ROTTA.--\

CONDEMI: Eh.--\

NUCERA: E con un altro.--\

CONDEMI: Ora vedo se passo.--\

NUCERA: Ora, ora… poco fa, c’era una che mi ha detto.--\

CONDEMI: Eh.--\

NUCERA: Ha detto, forse i miei figli non so dove farli votare, qua e là, gli ho detto io, tieni qua ci sono i cosi di PLUTINO.--\

CONDEMI: Ah, tu se vuoi ne raccogli una ventina di voti la.--\

NUCERA: Aspetta, no, una ventina te li ho raccolti al Brico, Domenico, stai zitto.--\

CONDEMI: Eh?—\

NUCERA: Senti mi ha detto…gli ho detto qua questi sono i cosi di PLUTINO, dammi l’ufficialità che io li comunico, sei una dei nostri, hai capito?--\

CONDEMI: Eh.--\

NUCERA: Ha detto: ora parlo con loro ha detto, ma sicuramente si, va bene, glieli ho dati, me l’ha detto lei però.--\

CONDEMI: Certo se no tu… domani glielo dicevi.--\

NUCERA: No, ma io non glielo dicevo veramente...(inc.)…--\

CONDEMI: E non lo so che tu non glielo dicevi?--\

NUCERA: Dov’eri che non prendeva… non prendeva il telefono?--\

Page 76: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 76

CONDEMI: No ero… ora sono uscito, ero sotto la doccia.--\

NUCERA: Ah ti ho fatto il numero due volte, pure quell’altro, quell’altro diceva inesistente.--\

CONDEMI: Eh.—\

NUCERA: Va bene ma devi andare a scuola poi all’una?--\

CONDEMI: No, no oggi no.--\

NUCERA: Ah, perché se no che vieni a fare, già sono le dodici meno un quarto.--\

CONDEMI: Ora passo dai, devo andare che ho un appuntamento con mio compare alla segreteria e poi vengo la.--\

NUCERA: Dove sei ora?--\

CONDEMI: Ora qua…--\

NUCERA: A casa?--\

CONDEMI: Vicino a casa tua sono.--\

NUCERA: Sopra la macchina? E va bene, fai come vuoi, tanto no è…--\

CONDEMI: …(inc.)…--\

NUCERA: Va bene ciao.--\

CONDEMI: Ci vediamo dopo ciao.--\

NUCERA: Ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Il sopra riportato progressivo si dimostrava di interesse investigativo in quanto costituiva il

naturale seguito alla conversazione nr. 668 in cui CONDEMI Domenico chiedeva un diretto intervento all’allora assessore PLUTINO finalizzato alla rimozione di una grande quantità di rifiuti presenti nei pressi del BRICO, infatti nel corso del sopra riportato dialogo NUCERA Giuseppe informava il CONDEMI che proprio presso il BRICO aveva raccolto numerosi voti, Aspetta, no, una ventina te li ho raccolti al Brico, Domenico, stai zitto…

Il progressivo che precede, pertanto, si collega a quello che si era poco sopra commentato,

evidenziando, dunque, come NUCERA Giuseppe avesse comunicato a CONDEMI Domenico di

avere raccolto al BRICO, evidentemente presso coloro i quali in quei pressi risiedevano, una

ventina di voti. Ma CONDEMI palesa grande capacità di penetrazione all’interno della comunità

nomade stanziata nel quartiere Ciccarello, presso la quale pronostica di aver raccolto una quarantina

di voti. Ecco i dialoghi in proposito posti in risalto dalla P. G..

La ricerca di voti in favore del PLUTINO da parte di CONDEMI Domenico, si estrinsecava anche nella successiva conversazione che si dimostrava particolarmente utile ai fini per cui si procede in quanto dimostrava come CONDEMI Domenico avesse la capacità, in considerazione del carisma goduto all’interno degli ambienti criminali, di reperire un grande numero di preferenze anche presso la comunità ROM di questo centro residente nel quartiere Ciccarello.

Conversazione del 14 Maggio 2011, ore 21:49 progressivo nr. 1632 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico

Utenza chiamata: 347.7644107 in uso a ARCATI Angelo nato a Reggio Calabria il 02.05.1947, ivi residente in via Ciccarello nr. 16

Page 77: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 77

Interlocutori: CONDEMI Domenico e NUCERA Giuseppe

CONDEMI telefona ad ARCATI, in attesa che l’interlocutore chiamato risponde parlando con altra persona dice: Almeno dagli zingari dobbiamo prendere una quarantina di voti.

ARCATI: Pronto.--\

CONDEMI: Ehi.--\

ARCATI: E Mimmo.--\

CONDEMI: …(inc.)…--\

ARCATI: Ah?--\

CONDEMI: Hai organizzato per domani mattina?--\

ARCATI: Per domani mattina? Per andare dove?

CONDEMI: La, per portare tutti gli invalidi a votare.--\

ARCATI: E ma… gliel’ho detto a qualche due, a massi… oggi è passato Massimo per trovarti.--\

CONDEMI: Eh.--\

ARCATI: E’ venuto tre volte la alla sede.--\

CONDEMI: E co… e a Cosimo l’hai visto?--\

ARCATI: A Cosimo l’ho visto, allora non l’ho visto?--\

CONDEMI: E com’è?--\

ARCATI: …(inc.)…--\

CONDEMI: E ma, domani mattina alzati con il pensiero dico.--\

ARCATI: E si, ma io sono a lavoro Mico, glielo lascio detto a mio fratello.--\

CONDEMI: A Giovanni?--\

ARCATI: Certo.--\

CONDEMI: E devi dirgli di venire a trovare me.--\

ARCATI: Eh, va bene.--\

CONDEMI: va bene? Deve scendere a San Giorgio che poi glielo dico io.--\

ARCATI: Va bene, va bene.--\

CONDEMI: …(inc.)…--\

ARCATI: Rimaniamo cosi, va bene, ciao, ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Esplicativa in tale senso appariva l’affermazione fatta del CONDEMI che in attesa che il suo

interlocutore rispondesse alla sua chiamata, affermava di poter ottenere un buon numero di voti da parte dei ROM, Almeno dagli zingari dobbiamo prendere una quarantina di voti.

Immediatamente dopo la sopra riportata conversazione, a conferma dell’incessante opera di raccolta voti, a bordo dell’autovettura di CONDEMI Domenico era registrata la seguente conversazione.

Conversazione del 14 Maggio 2011, ore 21:52 progressivo nr. 86 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico

Page 78: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 78

Persone presenti CONDEMI Domenico Raffaele in corso di identificazione e Giovanna in corso di identificazione

…Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico e Raffaele, la loro conversazione risulta essere incomprensibile a causa di fruscii e rumori. Alle ore 21:54:30 si fermano CONDEMI da a Raffaele i volantini da consegnare a una donna che si avvicina all’auto…--\

RAFFAELE: …Vedi che non mi debba mangiare, per favore.--\

GIOVANNA: Non ti mangia.--\

RAFFAELE: …si no…senti, tieni quà.--\

GIOVANNA: …(Inc.)…--\

RAFFAELE: Uno…due…a Loredana glielo dai tu, tua figlia vota pure giusto?--\

GIOVANNA: Si.--\

RAFFAELE: Eh, daglielo pure a lei, e sono quattro, tieni, e questo qua alla Provincia, vota a questo alla Provincia.--\

GIOVANNA: Al Bevacqua vedi che ora voto, non voto più…--\

RAFFAELE: Al Bevacqua voti ora?--\

GIOVANNA: Si…(inc.)…--\

RAFFAELE: Perché vi hanno spostato qua?--\

GIOVANNA: Si.--\

RAFFAELE: Va bò dai, lo stesso è, vota lì, sempre lo puoi votare.--\

GIOVANNA: Chi è quest’altro?--\

RAFFAELE: Alla Provincia, ti raccomando PLUTINO, daglielo a tua figlia e a Loredana, ci vediamo….--\

GIOVANNA: …(Inc.)…mi ha detto uno, e poi tuo…tuo cognato me ne ha detto un altro e mio…(inc.)…--\

RAFFAELE: Quale cognato?--\

GIOVANNA: Tuo cognato, perché quanti cognati hai?--\

RAFFAELE: Massimo?--\

GIOVANNA: Una sorella sola hai...--\

…Poi continua conversazione varia tra i presenti, prima di andare via Raffele raccomanda a Giovanna di stare attenta a non sbagliare al Comune, di scrivere PLUTINO...poi scherzano con il cane della donna. CONDEMI e l’uomo salutano e riavviano la marcia, Raffaele afferma che è stato buono andare adesso da Giovanna perché poi a scuola non l’avrebbero vista in quanto l’hanno spostata e adesso vota al Bevacqua, conversazione varia tra i due, Raffele gli spiega che altri tre di quella famiglia votano al Trabocchetto...Si fermano e scendono.--\

Cade la linea.--\

Fine della conversazione.--\

Anche il giorno seguente si registrava un’altra conversazione nel corso della quale CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo, spiegavano ad una persona non in grado di scrivere come fare per votare PLUTINO fornendogli lo stampino e ripromettendosi di accompagnarlo al seggio ed eventualmente se ne avessero avuto la possibilità di entrare insieme ad esso all’interno della cabina elettorale.

Page 79: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 79

Conversazione del 15 Maggio 2011, ore 10:38 progressivo nr. 89 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico

Persone presenti CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo

…Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo, conversazione varia tra i due, parlano di donne. Alle ore 10:50:00 si fermano, fanno salire un uomo, CONDEMI gli controlla la scuola dove quest’uomo deve votare, ed afferma che è la 121 al Galluppi, poi siccome quest’uomo non sa scrivere, gli spiega come deve fare, LOMBARDO gli dice che adesso CONDEMI gli darà la scheda e il timbro dove lui deve mettere la penna dentro e passarla, gli uscirà il nome PLUTINO, l’uomo afferma che ha capito. PLUTINO gli spiega infine che vedranno chi c’è, al limite entra e vota con lui. Alle ore 10:54:54 si fermano, CONDEMI prende lo stampino un attimo e fa provare l’uomo a passarlo affinché lui possa controllare che non sbagli, gli spiega che la penna la deve passare una sola volta. Dopo aver fatto questa prova i tre scendono e si allontanano.--\

Cade la linea.--\

Fine della conversazione.--\

Altra conversazione di rilievo quella che precede, nella quale si colgono i due sodali CONDEMI

Domenico e LOMBARDO Vincenzo intenti alla ricerca di voti, che indicano ad un elettore non solo

la scuola dove deve votare, ma, non sapendo questi scrivere, si ripropongono anche di offirgli la

scheda ed il timbro dove mettere la penna (chiaramente un normografo), facendoglielo addirittura

provare, non senza avergli riferito che, se occorrerà, dopo aver visto chi c’è (evidentemente al

seggio), entreranno e voteranno con lui. Che, al netto del se una cosa del genere fosse possibile, è

espressione chiaramente indicativa del fatto che i due avevano un controllo scientifico

dell’elettorato, rassicurato per qualsiasi bisogno dovesse rappresentare in relazione al voto da

esprimere verso PLUTINO.

Conversazioni rilevanti, poi, sono quelle in cui, nei giorni dello spoglio delle schede, il CONDEMI

è colto nell’esame dei voti ottenuti nelle varie sezioni, anche in relazione agli altri candidati.

Ma nel corso del servizio di intercettazione avviato sull’utenza radiomobile in uso al più volte citato CONDEMI Domenico, nei giorni dello spoglio delle schede venivano registrate una serie di conversazioni dal cui contenuto emergeva l’impegno di questi nell’esame dei voti ottenuti nelle varie sezioni, nonché i contatti con il PLUTINO con il quale scambiavano i dati in loro possesso in ordine ai voti ottenuti, anche in rapporto agli altri canldidati.

Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 11:07 progressivo nr. 1730 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 327.5798843 in uso a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: CONDEMI Domenico e NUCERA Giuseppe

PLUTINO: Pronto.--\

CONDEMI: Ohu.--\

PLUTINO: Ehi dimmi.--\

Page 80: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 80

CONDEMI: Ma come siamo, niente, come siamo?--\

PLUTINO: Se sei la, se sei la tu mi chiedi a me ?--\

CONDEMI: Ah ?--\

PLUTINO: Tu non sei in segreteria ?--\

CONDEMI: Dove sei?--\

PLUTINO: A casa, sono venuto per farmi una doccia.--\

CONDEMI: Sono arrivati i dati del comune, mille e un voto abbiamo, siamo terzi.--\

PLUTINO: E lo so, lo so, speriamo, ci sentiamo dopo, ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Lo stesso pomeriggio era registrata la seguente conversazione.

Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 18:23 progressivo nr. 1742 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico

Utenza chiamata: 340.8890393 in uso a CAPONERO Paolo Antonio Interlocutori: CONDEMI Domenico e CAPONERO Paolo Antonio

CAPONERO: Dove sei, ancora dormi?--\

CONDEMI: Sto venendo, dove sei?--\

CAPONERO: Qua sono, a San Giorgio.--\

CONDEMI: Com’è, novità?--\

CAPONERO: No, anco… ora sto arrivando la, sono andato prima, ed era andato a prendere i dati ufficiali Pino.--\

CONDEMI: Eh.--\

CAPONERO: Si.--\

CONDEMI: Va bene dai, dieci minuti e sono la.--\

CAPONERO: Eh, ma il carrozziere lo troviamo aperto?--\

CONDEMI: Ma non ti preoccupare, ora lo chiamo io nel telefono.--\

CAPONERO: Eh, devi dirgli che stiamo andando un minuto, cosi mi… mi tolgo questo pensiero.--\

CONDEMI: va bene.--\

CAPONERO: Ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Uno dei dialoghi in questione era tra CONDEMI e CAPONERO Paolo Antonio, che appariva avere

egli stesso appoggiato il PLUTINO e che riferiva al CONDEMI di essere passato a trovare l’uomo

politico, che non era presente, essendo andato a prendere i dati ufficiali. Giova considerare che

CAPONERO è il nipote di CRUCITI Bruno Antonino, tratto in arresto per i fini del procedimento

TESTAMENTO, in quanto ritenuto organico alla cosca LIBRI. Evidente, dunque, appare come il

PLUTINO potesse vantare contatti di rilievo anche con soggetti contigui alla cosca anzi citata,

Page 81: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 81

riguardo ai rapporti della quale con la cosca CARIDI si è detto in Alta Tensione.

L’intensità dell’impegno del CONDEMI per l’elezione del PLUTINO si apprezza quando, al suo

interlocutore che evidenzia che terzi definiti talebani gli hanno fottuto i voti, replica affermando

che chi si è reso protagonista di tali condotte non merita neanche di essere preso a schiaffi, in

quanto se valeva qualche poco uno dice lo prendeva a schiaffoni… Palesando, pertanto, come

l’eventualità di ritorsioni nei confronti di chi simili condotte poneva in essere, nella specie i

responsabili dello scrutinio, fosse tutto tranne che lontana dal suo modo di agire.

La sopra riportata conversazione si rivelava di interesse ai fini per cui si procede in quanto CONDEMI Domenico intratteneva un dialogo con CAPONERO Paolo Antonio nato a Reggio Calabria il 24.05.1976, dal cui contenuto appariva che anche questi era impegnato in favore del PLUTINO, infatti riferiva al CONDEMI di essere andato a trovare l’uomo politico che però non era presente in quanto era andato a prendere i dati ufficiali, No, anco… ora sto arrivando la, sono andato prima, ed era andato a prendere i dati ufficiali Pino.

In ordine al CAPONERO, giova qui evidenziare che lo stesso è nipote di CRUCITTI Bruno Antonino (nato a Reggio Calabria in data 21.04.1959, tratto in arresto in esecuzione della ordinanza di custodia cautelare in carcere nr. 75/05 RGNR DDA, nr. 86/06 R. GIP DDA e nr. 28/07 ROCCC (Operazione Testamento), in quanto risultato organico alla cosca LIBRI. In particolare nel corso delle indagini era risultato che la ditta REAL Cementi s.r.l., di sua proprietà era da considerarsi come impresa di riferimento nel settore della fornitura di inerti per la sopra citata cosca mafiosa, che imponeva le sue forniture presso i cantieri che sorgevano all’interno della zona di influenza, motivo questo che aveva portato anche alla emissione di sequestro penale preventivo della stessa con conseguente sottoposizione della medesima ad amministrazione giudiziaria) e che all’interno della citata azienda ricopre la carica di Direttore Tecnico, (Allegato nr.06) circostanze queste sopra riferite che confermano ulteriormente la vicinanza di PLUTINO Giuseppe a soggetti contigui alla cosca LIBRI.

Il giorno seguente continuava l’esame delle preferenze ottenute ed in questa circostanza CONDEMI si confrontava con il cognato CUZZOLA Natale.

Conversazione del 18 Maggio 2011, ore 19:07 progressivo nr. 1772 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico

Utenza chiamata: 349.8431172 intestata a BORGHETTO Anna nata a Reggio Calabria il 04.10.1965 e in uso a CUZZOLA Natale

Interlocutori: CONDEMI Domenico e CUZZOLA Natale

CUZZOLA: Domenico.--\

CONDEMI: Ma in che sezione hai votato tu Natale?--\

CUZZOLA: Nella duecentonove (209).--\

CONDEMI: Ma pure Pippo il porco ha votato la, no? Nella tua?--\

CUZZOLA: Eh, penso di si, perché? Quanti ne sono usciti?--\

CONDEMI: No, non c’è ancora, stiamo controllando.--\

CUZZOLA: Uhm, va bene ciao.--\

CONDEMI: Ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Negli stessi giorni a bordo dell’autovettura in uso a CONDEMI Domenico era registrata la

Page 82: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 82

seguente conversazione.

Conversazione del 20 Maggio 2011, ore 15:42 progressivo nr. 151 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico

Persone presenti: CONDEMI Domenico ed Uomo (non identificato)

Veicolo in sosta, a bordo CONDEMI Domenico uomo.--\

UOMO: Te li hanno fottuti i voti i talebani compare Mimmo.--\

CONDEMI: Si ora…--\

UOMO: Ce li hanno fottuti.--\

CONDEMI: E quando ce li hanno fottuti?--\

UOMO: Ce li hanno fottuti, ce li hanno fottuti, ma la prossima volta li facciamo rappresentanti di lista fuori zona, e solo così ci possiamo affidare a loro.--\

CONDEMI: Il becchino ha fatto il gioco per farci saltare tutto.--\

UOMO: Va bè si sapeva, ma va bè, ma non serve niente quello, pure voi…non c’è bisogno nemmeno che lo chiamate il becchino!--\

CONDEMI: Non serve nemmeno per prenderlo a schiaffi!--\

UOMO: Ma che gli dovete menare a schiaffi…--\

CONDEMI: Perché se valeva…se valeva qualche poco uno dice lo prendeva a schiaffoni.--\

UOMO: E che fate, avete perso tempo.--\

…Alle ore 15:43:25 si sente sbattere uno sportello, l’uomo scende, CONDEMI avvia la marcia da solo, molti rumori e fruscii causati dai finestrini abbassati, alle ore 15:45:20 veicolo in sosta, CONDEMI chiede a tale Peppe dov’è, quindi gli dice che si vedono là. Alle ore 15:46:41 un uomo sale a bordo, nuovamente veicolo in movimento, l’uomo in questione parla al cellulare, a questo punto la registrazione risulta essere molto disturbata a causa di interferenze di linea, veicolo in sosta, CONDEMI scende dalla vettura l’uomo rimane a bordo e parla al cellulare, anche se la sua conversazione risulta essere incomprensibile.--\

Cade la linea.--\

Fine della conversazione.--\

Nel corso del progressivo riportato i due interlocutori criticavano l’operato in sede di scrutinio di alcuni soggetti, dagli stessi indicati con l’epiteto di “Talebani”, Te li hanno fottuti i voti i talebani compare Mimmo… Ce li hanno fottuti, e nel prosieguo della stessa CONDEMI Domenico criticava duramente un altro soggetto indicato come “il becchino”, reo di comportamenti finalizzati a far perdere loro preferenze elettorali, Il becchino ha fatto il gioco per farci saltare tutto, che avrebbe meritato una dura punizione, Non serve nemmeno per prenderlo a schiaffi!... Perché se valeva…se valeva qualche poco uno dice lo prendeva a schiaffoni.

Una conversazione registrata il successivo 21 maggio 2011, si rivelava di particolare valenza investigativa.

Conversazione del 21 Maggio 2011, ore 18:49 progressivo nr. 1905 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 334.6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo

Interlocutori: CONDEMI Domenico

CONDEMI telefona a LOMBARDO, nell’attesa che l’interlocutore chiamato risponda intrattiene un breve conversazione con altre persone a lui vicino, dice: ma a Sbarre quanto abbiamo preso? …hai preso mille

Page 83: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 83

voti da solo, con un consigliere Regionale hai preso nove e trenta, altro uomo dice: abbiamo preso contro tutti, CONDEMI risponde: senti una cosa, vedi che a mio cugino lo hanno infalloccato in tutti i posti, i suoi voti non gli sono tenuti, non i nostri… i cento, i duecento di Ravagnese, i trecento…-

Fine della conversazione.--\

Infatti il progressivo sopra riportato, registrato mentre il telefono era in connessione ed in attesa che LOMBARDO Vincenzo rispondesse alla chiamata, confermava la rottura dei rapporti tra PLUTINO Giuseppe ed il consigliere regionale NUCERA Giovanni, infatti CONDEMI Domenico nel commentare il risultato ottenuto, che era comunque al di sotto delle loro aspettative, si diceva soddisfatto in quanto i voti raccolti in questa circostanza erano in ogni caso superiori a quelli ottenuti nelle precedenti consultazioni elettorali in cui il PLUTINO aveva goduto dell’appoggio dell’influente uomo politico, ma a Sbarre quanto abbiamo preso? … hai preso mille voti da solo, con un consigliere Regionale hai preso nove e trenta, altro uomo dice: abbiamo preso contro tutti, lo stesso CONDEMI continuava la disamina giungendo alla conclusione che i voti da loro procurati erano risultati tutti, mentre erano mancati quelli promessi al PLUTINO in persona, senti una cosa, vedi che a mio cugino lo hanno infalloccato in tutti i posti, i suoi voti non gli sono tenuti, non i nostri… i cento, i duecento di Ravagnese, i trecento…

La conversazione è intercettata il 21 maggio 2011 e si trae come il primo commento al voto fosse

nei termini per cui, se con l’aiuto del NUCERA il PLUTINO aveva conseguito un certo numero di

voti, questi erano stati superiori senza il suo appoggio. Evidente elemento di conferma delle

dichiarazioni del consigliere regionale in ordine al fatto che i rapporti con il PLUTINO si erano

incrinati ed al suo dichiarato disimpegno nella recente campagna elettorale delle comunali.

Subito dopo quella ora anticipata una conversazione che rivela come, tra gli elettori del PLUTINO,

vi fosse tale Ninì Barà, pregiudicato tratto in arresto per l’operazione WOOD (che ha riguardato,

appunto, la cosca CARIDI).

Indicativa circa la provenienza di parte dei suffragi in favore del PLUTINO, era anche la seguente conversazione.

Conversazione del 23 Maggio 2011, ore 21:39 progressivo nr. 1950 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico

Utenza chiamata: 349.4544523 in uso a QUARTUCCIO Diego nato a Reggio Calabria il 27.03.1980, ivi residente in via Pio XI nr. 34

Interlocutori: CONDEMI Domenico e QUARTUCCIO Diego

CONDEMI: Ohu.--\

QUARTUCCIO: Ma tuo zio Ninì BARA’ dove vo… in quale sezione ha votato?--\

CONDEMI: In nessun posto, non vota lui.--\

QUARTUCCIO: Ma in quale votano Lellè…--\

CONDEMI: Mio zio Ninì?--\

QUARTUCCIO: Eh.--\

CONDEMI: …(inc.)… penso la cinquantatrè.--\

QUARTUCCIO: Eh, va bene.--\

Page 84: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 84

Fine della conversazione.--\

Il dialogo sopra riportato intercorreva tra il solito CONDEMI Domenico e QUARTUCCIO Diego nato a Reggio Calabria in data 27.03.1980, ivi residente in via Pio XI diramazione Gullì nr. 34, nipote di QUARTUCCIO Vincenzo (nato a Reggio Calabria in data 02.12.1965, condannato in passato per associazione mafiosa in qualità di esponente della consorteria CARIDI,(Operazione Wood) genero dello storico capo cosca di San Giorgio Pepè CARIDI e pertanto cugino acquisito dei fratelli CARIDI Antonino, Bruno, Santo e Leo, tratto in arresto in data 29.10.2010 in esecuzione dell’OCCC nr. 259/06, 5702/09 RG GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC, per il reati di associazione mafiosa (cosca LIBRI CARIDI), estorsione e fittizia intestazione di beni) ed aveva ad oggetto la sezione presso la quale avrebbe dovuto votare uno zio del QUARTUCCIO, indicato come “Ninì Barà”, Ma tuo zio Ninì BARA’ dove vo… in quale sezione ha votato?, soggetto quest’ultimo identificato da questo Ufficio per RODA’ Antonino nato a Condofuri in data 23.11.1951, residente a Reggio Calabria in via Boschicello Traversa Privata nr. 20, inteso “Ninì Barà”, pregiudicato per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti ed in passato tratto in arresto per il reato di associazione mafiosa, in esecuzione dell’OCCC emessa nell’ambito della cd “Operazione WOOD” che ha riguardato i componenti della cosca CARIDI.

In relazione alla verifica dei voti ottenuti nelle varie sezioni elettorali si riportano di seguito le seguenti conversazioni.

Conversazione del 03 Giugno 2011, ore 11:09 progressivo nr. 2281 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico

Utenza chiamata: 328.5568982 in uso a NUCERA Giuseppe nato a Condofuri, residente RC in Vico Petrillina nr.8

Interlocutori: CONDEMI Domenico e NUCERA Giuseppe

NUCERA: Pronto.--\

CONDEMI: Allora?--\

NUCERA: Sono uscito fuori, non prendeva, come sono uscito fuori, ho cercato di chiamare a te e ho chiamato Lorenzo, perché non mi sono messo gli occhiali, gli ho detto io va bene ci siamo sentiti.--\

CONDEMI: Che fa?--\

NUCERA: …(inc.)… Brico.--\

CONDEMI: Eh, allora è in stato confusionale per quanti soldi incassa, no?--\

NUCERA: Eh, veramente.--\

CONDEMI: Ma la crisi ce l’ha ancora? Digli se ci prende a quello per lavorare.--\

NUCERA: Senti una cosa, ma perché non è andato per dirgli grazie Pino?--\

CONDEMI: Chi te l’ha detto?--\

NUCERA: E come, quella la gli ha telefonato.--\

CONDEMI: Eh?..\

NUCERA: E come no, ma perché fa cosi, lui è furbo non è che è scemo.--\

CONDEMI: E no, gli è caduto di mente forse.--\

NUCERA: E infatti…--\

CONDEMI: Ora lo chiamo e glielo dico.--\

NUCERA: Ora non glielo dire, quando vi incontrate glielo dici, minchia Domenico.--\

CONDEMI: No, lo chiamo e glielo dico subito, che discorsi sono.--\

NUCERA: Ma ormai, minchia, a tipo che te l’ho detto e vai a dirglielo.--\

Page 85: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 85

CONDEMI: …(inc.)…--\

NUCERA: Io ieri… mentre parl… mentre parlavamo ieri, hai capito?

CONDEMI: Ma questo è far… è fare politica, se lui vuole fare la politica.--\

NUCERA: Si, ma glielo dici con… con il tempo, non è che ora, ora lui è pure impegnato, glielo dici, gli dici Pino, tu dovevi andare, non sua cugina.-\

CONDEMI: Certo, ora, ora lo chiamo.--\

NUCERA: Ora, dove sei ora?--\

CONDEMI: Ora qua sono, all’officina.--\

NUCERA: E do… dove… io ti ho chiamato per prenderci il caffè.--\

CONDEMI: Eh, e adesso, può darsi che passo, dai.--\

NUCERA: …(inc.)… la macchina e passo un minuto.--\

CONDEMI: Ma ti… ti cammina la macchina?--\

NUCERA: L’ho fatta nuova, non senti?--\

CONDEMI: E allora vieni e ci prendiamo il caffé, perché dopo alle dodici e mezza devo salire questa e mi scogliono pure, non se nemmeno se vado.--\

NUCERA: E ora vengo dai.--\

CONDEMI: Ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Nel corso di questo primo progressivo NUCERA Giuseppe invitava CONDEMI Domenico a

fare passare PLUTINO Domenico presso il BRICO per ringraziare dei voti ricevuti, …(inc.)… Brico…Senti una cosa, ma perché non è andato per dirgli grazie Pino?.

Subito dopo lo stesso, confermando il suo ruolo di fidato consigliere, chiamava il PLUTINO per sollecitare quella visita, rimproverando l’uomo politico di non averla ancora fatta.

Conversazione del 33 Giugno 2011, ore 11:09 progressivo nr. 2281 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 327.5798843 in uso a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: CONDEMI Domenico e PLUTINO Giuseppe

PLUTINO: Pronto.--\

CONDEMI: Ma dove sei?--\

PLUTINO: Fuori Reggio.--\

CONDEMI: Ma senti una cosa, lo sai che c’è il funerale della mamma di Angelino ?--\

PLUTINO: Eh si, gli ho già dato le condoglianze per telefono.--\

CONDEMI: Eh, e un altra cosa, mi ha chiamato mio zio.--\

PLUTINO: Eh.--\

CONDEMI: Ma… al …(inc.)… a Lorenzo non sei andato a ringraziarlo ?--\

PLUTINO: E c’è tempo, non scappiamo, qua siamo.--\

CONDEMI: Ah ?--\

PLUTINO: Non scappiamo.--\

Page 86: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 86

CONDEMI: Ma che discorsi sono, che discorsi sono ?--\

PLUTINO: Quando rientro andiamo, va bene?--\

CONDEMI: No, vai.--\

PLUTINO: Certo che vado, ciao, ciao.--\

CONDEMI: Ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Qualche giorno dopo, ottenuti i dati ufficiali, CONDEMI Domenico verificava i voti ricevuti da

“quelli del BRICO”.

Conversazione del 07 Giugno 2011, ore 18:39 progressivo nr. 2402 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico

Utenza chiamata: 096553012 in uso a PLUTINO Bruno nato RC 15.05.1966 Interlocutori: CONDEMI Domenico e PLUTINO Bruno

In attesa che l’interlocutore chiamato risponda CONDEMI dice: il nome che metti, esce, esce dove vota.-

CONDEMI: Bruno?--\

Bruno: Ohu.--\

CONDEMI: Qual è la scuola che ha votato la, la centoquarantasei, in quale scuola è?--\

Bruno: Un attimo Doddy, aspetta un attimo che sto parlando al telefono.--\

Rivolgendosi ad altre persone a lui vicino, Bruno chiede: dove ha votato… dove hanno votato quelli del Brico? Quelli del Brico dove hanno votato?.--\

Bruno: Alla centoquarantasei.--\

CONDEMI: E quale scuola è?--\

Bruno: Quale scuola è? Al Gebbione, non lo so.--\

CONDEMI: Guardatela un minuto.--\

Bruno: Al Corrado Alvaro.--\

CONDEMI: Corrado Alvaro, va bene ciao.--\

Bruno: Va bene? Ciao.--\

Fine della conversazione.--\

La breve sequenza di conversazioni evidenzia come, nella fase della verifica dei voti ottenuti, il

CONDEMI Domenico intrattenesse una conversazione con il NUCERA Giuseppe, al quale,

riferendosi a Lorenzo, chiedeva Ma la crisi ce l’ha ancora? Digli se ci prende a quello per

lavorare, sentendosi controbattere Senti una cosa, ma perché non è andato per dirgli grazie Pino?

Prontamente, CONDEMI, confermando il ruolo di uomo di fiducia e consigliere del PLUTINO,

chiamava il predetto, rimproverandogli di non aver fatto la visita di ringraziamento. Seguiva,

ovviamente, il controllo capillare di quanti voti fossero “entrati” da quelli del Brico.

Nel prosieguo, invece, la parte dell’informativa che fa emergere il medesimo impegno nella

Page 87: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 87

campagna elettorale del CONDEMI Filippo, del LOMBARDO Vincenzo e del ROTTA Vincenzo.

Da notare come, dopo le elezioni, anche il primo si impegnava per apprendere il risultato elettorale

del PLUTINO e veniva contattato dagli elettori per avere notizie sull’esito della consultazione.

Dopo avere esaminato parte delle conversazioni registrate nel corso dei servizi tecnici di

intercettazione telefonica ed ambientale attivati a carico di CONDEMI Domenico, di seguito si riporteranno i contenuti dei dialoghi ritenuti utili ai fini per cui si procede registrati sull’utenza radiomobile in uso a CONDEMI Filippo, LOMBARDO Vincenzo e ROTTA Vincenzo, dal cui contenuto emergerà anche l’impegno profuso da questi ultimi in favore del candidato PLUTINO Giuseppe.

Infatti sull’utenza radiomobile a CONDEMI Filippo erano registrate le seguenti conversazioni:

Conversazione del 27 aprile 2011, ore 17:56 progressivo nr. 1230 Utenza chiamante: 349/5053834 intestata a ESPOSITO Giuseppe Pasquale nato a Reggio

Calabria il 29.03.1959 ivi residente in via Argine destro Calopinace n.64 Utenza chiamata: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo

Interlocutori: CONDEMI Filippo e ESPOSITO Giuseppe Pasquale

Peppe chiama Filippo gli chiede dove si trovi, Filippo gli risponde di essere là sotto dove si trova il bus, là da Peppe, mentre poco prima si trovava da quell’amico suo che vende le automobili che lo aveva chiamato. Peppe gli chiede come mai sia scomparso per tutto il giorno senza fare una telefonata, FILIPPO gli risponde di essere appena salito da quelli del bus e gli hanno detto che oggi è andato l’architetto ed è tutto a posto domani inizieranno a stampare a patto che quella persona gli porti i soldi, almeno una parte del totale, senza soldi non iniziano le stampe. Peppe commenta le parole di Filippo dicendo che alla fine quello a loro non interessa; alle 17.56.59…--\

FILIPPO: …va bene ora mi sbrigo qua e salgo, raccolgo altri due voti e salgo!-\

PEPPE: E sali che poi ci facciamo una passeggiata per là!--\

FILIPPO: Va bene!--\

PEPPE: Ciao.--\ FILIPPO: Ciao.--\ Fine della conversazione.--\

Alla quale seguiva il giorno dopo il seguente progressivo da cui si apprendeva che CONDEMI

Filippo aveva coinvolto nella campagna elettorale una sua amica di nome Marta che stava dando ottimi risultati.

Conversazione del 28 aprile 2011, ore 21:27 progressivo nr. 1273

Utenza chiamante: 339/5070595 intestata a PIOLI Tatiana nata a Roma il 13.11.1971 ivi residente in via S. Cesano n. 482

Utenza chiamata: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo Interlocutori: CONDEMI Filippo e PIOLI Tatiana

Tatiana telefona a Filippo segue una conversazione di natura varia; alle ore 21.42.34…--\ FILIPPO: …stamattina sono andato…, sopra a chiedergli i voti, quello…uno che è un

amico…, mezzo amico mio … che avevo visto un mese fa, quello lì quando sono andato con la figlia di Giovanni a prenderti il motorino quello che aggiusta gli scooter…--\

TATIANA: Uh!--\

Page 88: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 88

FILIPPO: …ha detto si passa che lo voto, è una brava persona lo conosco di vista, e io ho detto lascia che passi gli porto queste agende , questi volantini e dice: ”no, sai… sono candida … c’è mio nipote candidato” …, ma come tuo nipote mi hai detto di passare… “e lo so si è candidato mio nipote”, Vabbò gli ho detto lasciamo perdere allora…--\ …FILIPPO cambia discorso dicendo che la persona predetta lo ha informato che a Messina stanno organizzando un grande motor show che si terra nella fiera; alle 21.43.50…--\ FILIPPO: …c’è questo suo nipote candidato! Dico io! Come si può fare? Io stamattina gli

volevo scrivere ad ILENIA, questa qui, tipo come se parlavo…, tipo per chiedergli i voti, ma ho detto ma poi faccio qualche impiccio! Tipo se ci …(inc.)… ci raccoglieva quattro voti.--\

TATIANA: No!--\

FILIPPO: No?--\ TATIANA: Una ragazzina di vent’anni, non è che sà…--\ FILIPPO: E ma questi qua ti raccolgono i voti , però, sai questi qua che hanno i … che

vanno all’università, alle scuole tra le amiche, c’è, amici le cose, che frequentano questi sono una comitiva sai, che non finiscono mai, in un niente ti possono girare dieci voti, vai a trovarli dieci…--\

TATIANA: E allora digli di passare dal negozio che gli devi parlare! Ah! Scusa eh!-\ FILIPPO: E ora parto che scrivo? Poi… se mai poi gli schiacciamo un messaggio tipo…, e

poi gli dico che sono fuori a Roma e poi dopo…se può passare se ci può dare una mano elettorale.--\

TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: No la figlia di GIOVANNI, MARTA! Dice che sta facendo un bel lavoro io l’ho

coinvolta e gli ho detto “ MARTA !”…”ma chi conosco?” come a chi conosci gli ho detto io “vai a scuola conosci cinquantamila persona hai più voti tu di me, io andavo a scuola quelli maggiorenni me li dovevano dare tutti!”…(inc.)… ora con il ragazzo passano ogni tanto, vanno si prendono i volantini e vanno a girare, quell’altra vota comunista… come si chiama…la seconda…--\

TATIANA: GIORGIA!--\

FILIPPO: E GIORGIA l’altra volta avevo detto che aveva scritto a quello lì che frequenta nel, nel…nel negozio del fidanzato di CARLA…--\

TATIANA: Uh!--\

FILIPPO: …è un amico del fidanzato di CARLA d’infanzia, comunista o chi è , non mi ricordo e dice : “ devo votare “ perché lei lavora lì con il cognato e quindi gli ha detto : “dai forza vai che ce la fai!” gli scritto tipo su facebook…--\

…TATIANA interrompe la conversazione dicendo che deve andare a cenare , i due si danno appuntamento per sentirsi dopo cena.--\

Alle 21.46.10 cade la linea.--\

Per come testimoniato dalla seguente conversazione.

Conversazione del 29 Aprile 2011, ore 16:36 progressivo nr. 1296

Utenza chiamante: 342/1655370 intestata ed in uso a RIGGIO Marta Utenza chiamata: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo

Interlocutori: CONDEMI Filippo e RIGGIO Marta

Page 89: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 89

MARTA chiama FILIPPO gli chiede se domani sia al negozio, FILIPPO dice che sta partendo, MARTA chiede se il padre abbia le chiavi FILIPPO dice di si, segue una conversazione di natura varia; alle 16.37.27…--\

FILIPPO: …ma senti ma come voti che state facendo? Marta!--\

MARTA: Qualcuno ad Arangea…--\

FILIPPO: Ma dico li avete raccolti una ventina di voti tu e il tuo ragazzo?--\

MARTA: Si!--\

FILIPPO: Ah?…--\

MARTA: …(inc.)…--\

FILIPPO: …stategli di sopra alle persone, fatti dire, tipo, di darti la sezione, gli devi dire dove glieli hai trovati , tipo, tipo che al candidato gli devi portare le sezioni, hai capito? Così li metti in croce… se no…--\

MARTA: Ma tipo uh… si deve scrivere, si deve scrivere il nome?…--\

FILIPPO: No! Tu, tu…--\

MARTA: …quando si va a votare?--\

FILIPPO: Tu a …(inc.)…--\

MARTA: Quando …(inc.)… deve mettere la croce sul partito?…--\

FILIPPO: E il nome PLUTINO!--\

MARTA: Eh! Ma lo devo scrivere io?--\

FILIPPO: No! Gli …gli dai il fac-simile, non li hai visti i fac-simile in segreteria?--\

MARTA: No!--\

FILIPPO: E passa e prenditi i fac-simile, tu sul partito metti la croce sul partito e scrivi PLUTINO!Accanto al simbolo del, tipo, del PDL.-\

MARTA: Ah!--\

FILIPPO: Prenditi, passa e prenditi i cosi e poi digli a tuo padre che quando ritorna andiamo due giorni là ad accompagnare le sue amiche, hai capito? …(inc.)…Va bene?--\

MARTA: Va bene!--\

FILIPPO: Ok! Grazie!--\

MARTA: Va bene! Ciao!--\

FILIPPO: Ciao grazie! Ciao!--\

Fine della conversazione.--\

Il sopra riportato dialogo intercorso tra CONDEMI Filippo e RIGGIO Marta nata a Reggio Calabria in data 15.12.1991, ivi residente in via Niccolò Tommaseo n. 23, offriva chiara conferma di quanto affermato nel corso della precedente conversazione, infatti alla ragazza che dal CONDEMI era stata cooptata per la raccolta di voti, Ma dico li avete raccolti una ventina di voti tu e il tuo ragazzo? e catechizzata su come impegnare gli elettori a dare il voto, …stategli di sopra alle persone, fatti dire, tipo, di darti la sezione, gli devi dire dove glieli hai trovati, tipo, tipo che al candidato gli devi portare le sezioni, hai capito? Così li metti in croce…se no…, che chiedeva come in concreto avrebbero dovuto votare, Ma tipo uh… si deve scrivere, si deve scrivere il nome?…

Page 90: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 90

Quando …(inc.)… deve mettere la croce sul partito?..., CONDEMI Filippo rispondeva, E il nome PLUTINO!, invitandola a passare dalla segreteria a ritirare i fac- simile, E passa e prenditi i fac-simile, tu sul partito metti la croce sul partito e scrivi PLUTINO!Accanto al simbolo del, tipo, del PDL.

Ancora in data 10 maggio era registrata una conversazione dalla quale si aveva ulteriore conferma dell’attività di raccolta di preferenze messa in atto da CONDEMI Filippo.

Conversazione del 10 Maggio 2011, ore 11:45 progressivo nr. 1995 Utenza chiamante: 338/6589035 intestata a BARBARO GIUSEPPE nato a Reggio Calabria il

23.01.1964 residente via Gagliazzona 10/C Conselice (RA) Utenza chiamata: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo

Interlocutori: CONDEMI Filippo e BARBARO Giuseppe

FILIPPO: Ehi compare!--\

GIUSEPPE: Compare avevi chiamato?--\

FILIPPO: Si perché mi diceva mio fratello che era passato tuo nipote, tuo cugino oggi a prendersi i bigliettini.--\

GIUSEPPE: Ah!--\

FILIPPO: Per dirtelo che è passato.--\

GIUSEPPE: Quale cugino?--\

FILIPPO: E non ho capito, perché non lo ho visto, non c’ero io sono arrivato dopo, forse era il figlio…, perché dice che siete figli di due fratelli, o non è il figlio di tuo zio Paolo?--\

GIUSEPPE: A può darsi, si, si! Il figlio…(inc.)…Gianni!--\

FILIPPO: …(inc.)… e perché il figlio di tuo zio Paolo penso che lo conosce a mio fratello a MIMMO?--\

GIUSEPPE: Si, si forse è passato il figlio di mio zio GIANNI perché io oggi…, l’altra volta ho chiamato a mio zio GIANNI e mi ha detto:

”guarda ho un impegno!”, mi ha detto!...--\ FILIPPO: Eh!--\ GIUSEPPE: …”con un’altra persona!”, però ha detto: “ la zia vota a uno e io voto a

PINUCCIO!” mi ha detto!--\ FILIPPO: Eh!…(inc.)…--\ GIUSEPPE: …(inc.)… no perché mi ha detto, no, no ti dico quello che mi ha detto mio zio , e se me lo dice

vuol dire che lo fa!--\ FILIPPO: Va bè certo se te lo dice a te che sei suo nipote, non è che lo sta dicendo…--\ GIUSEPPE: Perché poi oltre tutto c’è… la nipote di mio zio la conosce pure PINUCCIO è …Stefania

ARICO’.--\ FILIPPO: La conosce?--\ GIUSEPPE: Si! Che , che là nella segreteria di SCOPELLITI!--\ FILIPPO: …(inc.)…--\ GIUSEPPE: …(inc.)…--\ …FILIPPO interrompe GIUSEPPE e gli chiede quando se ne scenderà giù, GIUSEPPE gli risponde che per fin quando sua moglie non la faranno di ruolo lui non può muoversi, commentano la situazione lavorativa di Giuseppe e poi si salutano; alle 11.47.32 cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\

Page 91: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 91

Anche CONDEMI Filippo successivamente alle consultazioni elettorali dimostrava tutto il suo interesse verso il risultato ottenuto da PLUTINO Giuseppe.

Una prima conversazione intercorsa con PIOLI Tatiana registrata ad urne appena chiuse esplicitava le aspettative nutrite dal CONDEMI, che sperava addirittura che il suo candidato di riferimento arrivasse primo, pur temendo un risultato inferiore alle attese.

Conversazione del 10 Maggio 2011, ore 11:45 progressivo nr. 2302 Utenza chiamante: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo

Utenza chiamata: 339/5070595 intestata a PIOLI Tatiana Interlocutori: CONDEMI Filippo e PIOLI Tatiana

Tatiana telefona a Filippo segue una conversazione di natura varia; alle ore 22.33.55…--\ TATIANA: Ma tu stai andando a dormire?--\ FILIPPO: Io?--\ TATIANA: Eh!--\ FILIPPO: No!--\ TATIANA: Ah! E come mai non vai a dormire?--\ FILIPPO: E coma vado a dormire devo andare a raccogliere ste… sta botta che

prendiamo!--\ TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: Qualche dispiacere stasera!--\ TATIANA: …(inc.)…--\ FILIPPO: Sai perché?--\ TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: No! Almeno che non succede una eclisse problemi per entrare non ce ne stanno.--\ TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: Bene o male stiamo dentro sicuro, c’è la sicurezza, secondo me è sicuro!\

TATIANA: Uh!--\

FILIPPO: Però il problema qual è? Che noi aspiriamo, nessuno lo dice ma tutti lo pensano, di arrivare primi!--\

TATIANA: Eh?--\ FILIPPO: Tutti…tutti … nessuno lo dice, ma tutti tra di noi c’è quell’aria...-\ TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: …sentiamo l’odore che siamo i primi!--\ TATIANA: Uh!--\

FILIPPO: Poi dopo sai che succede, in politica, molte volte i conti non quadrano quasi mai, pensi di prendere dieci e ne prendi cinque, pensi di prendere…--\

TATIANA: Cinque e ne prendi dieci!--\ FILIPPO: Quindi con i conti che abbiamo dei voti che dobbiamo avere da qua, di là, quello, quell’altro, tutti quei

movimenti si presume che si arriva a… duemila, pure di più risultano i conti! Siccome poi si deve togliere un buon trenta per cento, vanno a mille e tre, mille e quattro! Ma poi può essere che succede una cosa strana …(inc.)…novecento! Hai capito com’è la politica?--\

TATIANA: …(inc.)…--\ FILIPPO: Non c’è una certezza! C’è ti può ri… ti può riu… ti può tenere tutti i movimenti come sono e…, e ti

prendi quelli che pensi possono tenere al trenta per cento e quindi da duemila ne prendi mille e cinque, possono salire al cinquanta e ne prendi mille! Hai capito? Quindi sono tre opzioni che….non se ne può scartare nessuna….c’è un movimento tra duemila voti! Duemila e cento pure! Un massimo oltre quello no! O quelli… possono uscire quelli, possono uscire mille sette , possono uscire mille e due, possono uscire ottocento! …Però nessuno parla, nessuno chiacchera!--\

Page 92: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 92

TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: C’è quell’aria, sai? Che …(inc.)…se siamo i primi è un botto!--\

TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: Un successo! E’ qualcosa di stratosferico! Se c’era SCOPELLITI non è facile …(inc.)…, uh?

SCOPELLITTI ha schierato tutto, con tutto a tutti dei suoi…, con questo ragazzo, con questo ROMEO! …(inc.)… a duemila e cinque, tremila!--\

TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: C’è, c’è la città intera che gli spinge hai capito? Dottori, avvocati, medici, coordinatori del partito,

deputati, consiglieri regionali …(ride)…assessori, c’è una macchia dietro a questo!--\ TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: Però nella vita sai, non si sa mai!…(colpo di tosse)…--\ TATIANA: Infatti!--\ FILIPPO: Comunque!--\ TATIANA: Mah!--\ FILIPPO: …(inc.)… quando sicuro sono al comune è meglio! Perché già unisci i voti e vai, alla provincia hanno

finito alle sette, sette e mezza otto, dice hanno iniziato da poco al comune …(inc.)…--\ TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: Uh! Quante persone hanno…(inc.)…--\ TATIANA: …(inc.)…tutti là!--\ FILIPPO: Dice che ci stanno più persone lì che in quelle di Arena! C’è un movimento bestiale a punto ti dico, sono

passato adesso mentre …(inc.)…qui, in alcune segreterie tre o quattro persone!…(colpo di tosse)…, certi stanno…(inc.)… a quelli della provincia …hanno preso duecento cinquanta voti--\

TATIANA: Uh!…--\

…FILIPPO parla di un tale don MIMMO gran parte delle sue parole sono incomprensibili, in seguito i due parlano di alcuni frasi scherzose pronunciate da Don Mimmo; Segue una conversazione di natura varia tra i due; alle 22.45.53 TATIANA dice a FILIPPO che alla provincia loro ormai ce l’hanno fatta, FILIPPO gli risponde che andranno al ballottaggio sicuramente almeno che non succeda qualcosa visto i risultati momentanei degli scrutini; alle 22.46.22… --\

TATIANA: …cinquantasette il comune! Però stanno a dodici scrutinate su duecentodiciassette!--\

FILIPPO: Uh! …(inc.)… la prima era scrutinata alle sei di pomeriggio!--\

TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: Ne votano ventiquattro votanti, PODARGONI, dove vota PEPPE, dove votava

PEPPE, abbiamo preso quattordici voti su ventisette, insomma, il quaranta per cento! Uh?…--\

…TATIANA legge a FILIPPO i risultati elettorali non ancora definitivi di Crotone, Cosenza e Catanzaro; FILIPPO racconta di quando SCOPELLITI vinse per la seconda volta l’elezioni da Sindaco evidenziando il numero elevato dei voti ricevuti; i due commentano la situazione elettorale a livello nazionale, parlano delle città di Torino e Bologna; segue una conversazione di natura varia.--\ Alle 23.05.25 cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\

A risultato ormai acquisito CONDEMI Filippo veniva contattato dai vari “elettori” che

chiedevano notizie sull’esito della consultazione. Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 18:52 progressivo nr. 2328 Utenza chiamante: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo

Utenza chiamata: 338/6589035 intestata a BARBARO Giuseppe Interlocutori: CONDEMI Filippo e BARBARO Giuseppe

PEPPE: Pronto!--\

Page 93: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 93

FILIPPO: Pronto, Peppe!--\ PEPPE: Allora le abbiamo vinte queste elezioni o no?--\ FILIPPO: Ma si! Diciamo di si!--\ PEPPE: Uh!--\ FILIPPO: …(inc.)…è entrato! Ah?--\ PEPPE: E’ entrato Pinuccio?--\ FILIPPO: Si certo!--\ PEPPE: Uh! Uh!…dimmi?--\ FILIPPO dice a PEPPE di essere in partenza per Roma dove resterà qualche giorno per poi ritornare a Reggio Calabria sabato per la festa di compleanno, i due parlano di come incontrarsi a Roma, infine visto il poco tempo a disposizione per fissare un incontro si accordano per risentirsi nei giorni seguenti.--\ Cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\

La stessa sera CONDEMI Filippo effettuava una prima analisi del risultato conseguito nel corso

della seguente conversazione.

Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 22:59 progressivo nr. 2346 Utenza chiamante: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo

Utenza chiamata: 349/5053834 intestata a ESPOSITO Giuseppe Pasquale Interlocutori: CONDEMI Filippo ed ESPOSITO Giuseppe Pasquale

FILIPPO chiama PEPPE gli dice di essere partito per Roma, seguono commenti vari in merito, FILIPPO dice di essere a Roma per prendere l’automobile e di non sapere se scenderà l’indomani, PEPPE gli risponde che lui l’indomani lo telefonerà che deve incontrarsi con quelle persone, FILIPPO giustifica la sua partenza improvvisa per il fatto di aver trovato un biglietto aereo conveniente; alle 23.02.26…--\

PEPPE: … ti sei visto con PINUCCIO? Ti sei visto? FILIPPO?--\

FILIPPO: Le ho visti un attimo, là così però non abbiamo parlato, forse sesto è ! C’erano differenze di tre, quattro voti!--\

PEPPE: No!…(inc.)… dieci voti!--\ FILIPPO: Per dieci voti ci hanno fregato?…(inc.)…il quinto!--\

PEPPE: Dieci voti! Perché o meno era …(inc.)… la MINASI, BERNA, tutti …questione di sette voti, otto voti, dieci voti, questi sono!--\

FILIPPO: …(inc.)…--\

PEPPE: Eh! FILIPPO però a volte si vince e volte si perde! Bello mio!-\

FILIPPO: Guarda meglio perdere per duecento almeno uno è tranquillo, ma per…--\ PEPPE: Si ma non è il fatto di perdere per duecento, lo sai che cos’è FILIPPO? Onestamente i voti là ci sono

perché mille e duecento preferenze, FILIPPO, non è che sono mille e duecento preferenze del medico del ginecologo o della “coppola del cazzo”, sono tutti sudore!--\

FILIPPO: Sudore sono!--\

PEPPE: E’ sono sudore a tre voti, a due voti, a quattro voti, a cinque voti a sei… sono sudore!…--\

FILIPPO: Noi ci siamo rimasti male!--\

PEPPE: …comunque ha fatto una bella affermazione non per …(inc.)…--\

FILIPPO: Ci siamo rimasti male, che ci siamo rimasti male, però se…se la vediamo con un altro occhio abbiamo fatto un botto! PEPPE!--\

Page 94: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 94

PEPPE: No, no tutti le persone… i personaggi che erano vicino a PINO PLUTINO erano tutti ragazzi, persone che hanno portato solo i voti della famiglia punto e basta!--\

FILIPPO: Noi siamo partiti…noi, noi rispetto a quelli…--\

PEPPE: Noi! Ti voglio dire ..(inc.)… poi, ognuno come la vede, ah! Perché non c’era non quel compare, ne quel, ne questo e ne quell’altro.--\

FILIPPO: …(inc.)…--\

PEPPE: …(inc.)…FILIPPO! C’è solo, sai chi? Il personaggio con i dieci voti, i cinque voti, i tre voti come a …(inc.)…per dire…--\

FILIPPO: Bravo!..(inc.)…--\

PEPPE: …(inc.)…dice ma chi l’ha votato a …(inc.)…, la mia ragazza, suo fratello e mia suocera! Ecco! Questi sono i personaggi!--\

FILIPPO: Ti voglio dire…--\

PEPPE: Comunque, FILIPPO, ci sentiamo domani! Va bene bello?--\

FILIPPO: …questi voti sono tutti voti, presi, che noi abbiamo contattato tutte le persone c’è gente che prende blocchi di cento voti e conosce una persona, noi li abbiamo presi tutti persona per persona.--\

PEPPE: No! Tutte famiglie, FILIPPO! Che ti devo dire! Ti ha votato per dire, mia moglie , ti ha votato l’amica mia, c’e l’amica mia la compare vicina a me, ti ha votato il compare proprio…le cose strette, va!--\

FILIPPO: Comunque va bene! Comunque…--\ …PEPPE cambia discorso dicendo che lo richiamerà domani mattina per risolvere quella situazione, in seguito parlano di accordi da concludere e di assegni da cambiare, parlano in particolare di un persona da contattare, PEPPE dice che oggi li hanno lasciati stare perché è giusto però se in nottata avessero vinto, stamattina li avrebbe bombardati, FILIPPO gli consiglia di andare a trovarli l’indomani, o di chiamarli e di dirgli se deve mettere in funzione il bus per i ballottaggi, si accordano per risentirsi il giorno dopo.--\

Alle 23.06.44 cade la linea.--\

Fine della conversazione.--\

In data 20 maggio veniva registrato un dialogo intercorso tra CONDEMI Filippo ed

ESPOSITO Giuseppe Pasquale nel corso del quale i due analizzavano i possibili assetti futuri della Giunta Comunale presagendo la nomina ad assessore del PLUTINO, ma soprattutto, come avvenuto nel corso del progressivo nr. 1905 registrato sull’utenza radiomobile in uso a CONDEMI Domenico, in precedenza riportato, certificavano ancora una volta l’insanabile frattura che si era verificata tra PLUTINO Giuseppe ed il consigliere regionale Giovanni NUCERA, PEPPE:E non hai capito?E non abbiamo avuto noi il consigliere regionale con noi! FILIPPO:…(inc.)…di dietro! … PEPPE: Si ma però una cosa …(inc.)… devi partire! Fino ad ieri tuo cugino PINO era sempre dietro a GIOVANNI NUCERA! FILIPPO: Ora siamo soli! PEPPE! Ora…(inc.)…dietro noi. PEPPE:Ora è solo! Eh ! Hai capito!

Oltre all’ulteriore certificazione dell’essersi incrinati i rapporti con il NUCERA, come ben si coglie

dalle frasi appena sopra riportate, appare utile osservare che i commenti dei due interlocuori

Page 95: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 95

riguardano i possibili assetti della futura giunta, con l’ESPOSITO che comunica al CONDEMI

Filippo che Peppe Scopelliti (il Presidente della Regione), in mattinata, aveva chiamato suo cugino,

ovvero il PLUTINO, prendendolo in giro e dicendo che BERNA gli voleva fregare l’assessorato.

ESPOSITO commentava la telefonata di SCOPELLITI come segno evidente che PINO oramai sia

dentro, provocando la reazione orgogliosa di CONDEMI Filippo, che ribatteva che le elezioni erano

riusciti a vincerle da sole, senza cioè l’appoggio di NUCERA, ciò che veniva conclamato

dall’ESPOSITO poco oltre, peraltro pronosticando la candidatura alla Regione del PLUTINO.

Conversazione del 18 Maggio 2011, ore 14:07 progressivo nr. 2382 Utenza chiamante: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo

Utenza chiamata: 349/5053834 intestata a ESPOSITO Giuseppe Pasquale Interlocutori: CONDEMI Filippo ed ESPOSITO Giuseppe Pasquale

FILIPPO chiama PEPPE i due si salutano e scherzano; alle 14.07.42…--\

PEPPE: Che c’è bello…FILIPPO…là abbiamo fatto i terzi! Penso!--\

FILIPPO: Che abbiamo fatto?--\ PEPPE: I terzi!--\ FILIPPO: I terzi siamo!--\ PEPPE: Uh!--\ FILIPPO: E come scusa con i risultati che abbiamo noi non siamo neanche…--\ PEPPE: Già siamo arrivati a mille e quarantadue!--\ FILIPPO: Eh! E quella…già c’era la MINASI che era a mille e cinquanta ieri!--\ PEPPE: E va bene! Ma la Minasi è più, ma la Minasi, nei cosi, se guardi sul computer siamo i quarti.--\ FILIPPO: Eh!--\ PEPPE: …ora Peppe SCOPELLITI lo ha chiamato a tuo cugino stamattina e gli ha detto…--\ FILIPPO: Eh!--\ PEPPE: …lo prendeva in giro, no! E gli ha detto: “vedi che BERNA ti vuole fregare

l’assessorato!”--\ FILIPPO: Gli ha detto?--\ PEPPE: Eh! E’ contento PINO dai! E’ “scialato!”--\ FILIPPO: E se siamo terzi noi come glielo prende scusa?--\ PEPPE: No, …perché si combatte tra terzi e quarti!Capisci tu? Gli ho detto…(inc.)…--\ FILIPPO: L’assessorato che aveva PINO o ne vuole un altro?--\

PEPPE: No glielo da un assessorato, poi si vede quale gli darà, non hai capito quello che voglio dire? Ma glielo da!--\

FILIPPO: Glielo da, no?--\ PEPPE: Eh! Come non glielo da! Pure tu! Ma PINO è contento! E’ contento FILIPPO prima di tutto che non

ha …che non c’è stato nessuno che…, diciamo per dire che …(inc.)…--\ …FILIPPO interrompe PEPPE e dice che loro ci sono rimasti male inizialmente ma già nella notte ha capito che alla fine loro hanno fato un botto, visto e considerato che erano soli, PEPPE è d’accordo con FILIPPO e aggiunge che anche il fratello di FILIPPO la notte prima non era in un primo momento contento dell’esito, ma poi hanno riflettuto e hanno capito che comunque era un buon risultato;alle 14.09.08…-\

Page 96: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 96

PEPPE: ma il discorso di PINO era…, il discorso di PINO è stato questo qua dice: “a me non ci ha aiutato nessuno! Sono voti nostri!”--\

FILIPPO: Noi siamo stati soli! Hai capito?--\

PEPPE: Ecco! Hai capito? Non siamo ne il consigliere facciamo…--\

FILIPPO: …(inc.)…MARINO…--\

PEPPE: …ma pensa tu, che BERNA , sono i voti di NICOLO’!--\

FILIPPO: Eh! Hai capito?--\ PEPPE: E non hai capito?E non abbiamo avuto noi il consigliere regionale con noi!--\ FILIPPO: …(inc.)…di dietro!--\ PEPPE: E allora hai capito, tu? FILIPPO: …(inc.)…SCOPELLITTI che l’ha aiutato!--\ PEPPE: Eh! Pure tu!--\ FILIPPO: Vecchio! Ha imbrogliato tutto il mondo e tutte le cose che ha fatto…c’è, noi eravamo soli!--\ PEPPE: Ma tuo cugino non imbroglia a nessuno, perché tuo cugino fa una politica pulita a…--\ FILIPPO: Perché secondo me, sotto, sotto, lo ha votato anche SARNA…SARRA, secondo me!--\ PEPPE: No, no, no, lascia stare il fatto di SARRA, SARRA ha portato a coso…-\ FILIPPO: …(inc.)…--\ PEPPE: …CHIZZONITI…il vice-presidente del consiglio!--\ FILIPPO: Ma senti ma…--\ PEPPE: FILIPPO vedi che sono rimasti persone grosse fuori!--\ FILIPPO: Eh…, uno come a SIDARI che era, che sono dieci anni che è assessore che ha dato soldi a cane e porci

per fare feste e festini, ed è rimasto a casa!--\ PEPPE: Si …(inc.)…è rimasto fuori, è rimasto SIDARI, è rimasto AGLIANO, è rimasto PEPPE

SERGI , sai quanti soldi ha speso PEPPE SERGI?--\ FILIPPO: Non è entrato PEPPE SERGI?--\ PEPPE: No! Non è entrato è il quinto!--\ FILIPPO: Per davvero non è entrato?--\ PEPPE: Ah per davvero?Si ! Per davvero FILIPPO!…--\ FILIPPO: E ragazzi noi ci lamentiamo…--\ PEPPE: Noi! Noi, FILIPPO che …(inc.)… ci sono stati quando ci siamo visti per mangiare quattro pizze?--

\ FILIPPO: Ma no! Va bene, hai capito? Cioè noi ieri eravamo scontenti perché volevamo fare sempre i primi! Però

…(bestemmia)…che c’è gente che è arrivata…(inc.)…--\ PEPPE: Tu pensa tu, che… dieci anni che sei dietro a tuo cugino FILIPPO, dieci, quindici anni, tuo cugino è

entrato…quando l’hanno fatto assessore è entrato lui! Stavolta è dentro!--\ FILIPPO: Hai capito siamo entrati in un partito dove sono rimasti fuori gli uscenti…--\ PEPPE: Eh…PDL, FILIPPO, noi vedi che qua sono cinque voti, quattro voti, dieci voti di un altro.--\ FILIPPO: Quello ha fatto otto mesi di assessorato bruciato, con la spazzatura in mezzo alla strada…--\ PEPPE: Otto mesi di assessorato con chi? Che BERNA non gli ha fatto fare niente! BERNA…RAFFA!--

\ FILIPPO: …(inc.)… ha avuto qualcosa da amministrare e quindi…(inc.)..--\ PEPPE: No! Niente FILIPPO lui ha fato i suoi voti! Sono tutti voti…due voti, tre voti…--\ …i due continuano commentando il risultato elettorale, FILIPPO dice che secondo lui loro sono stati gli unici in tutto il consiglio comunale a raddoppiare i voti, PEPPE sottolinea la sconfitta di SEBY ROMEO con novecentocinquanta voti, mentre è riuscito ad entrare FALCOMATA’, in seguito parlano dell’ esclusione di POLIMENI; PEPPE racconta che comunque in tanti non erano contenti del risultato avendo come obbiettivo il primo posto , porta l’esempio del padre di FILIPPO che la sera prima era arrabbiatissimo, PEPPE continuando dà importanza alla telefonati di SCOPELLITI come segno evidente che PINO orami sia dentro, FILIPPO ripete che da soli sono riusciti a vincere l’elezioni.--\

Page 97: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 97

Alle 14.14.23 PEPPE cambia discorso chiedendo a FILIPPO se abbia sistemato l’automobile, quest’ultimo spiega gli interventi da fare al veicolo; alle 14.14.58…--\

FILIPPO: …hai capito, quindi…quindi ha chiamato SCOPELLITI!--\ PEPPE: Si, si, erano contenti tutti, ma Pino dico…era, era felice!Era, era felicissimo!--\ FILIPPO: E BERNA vuole l’assessorato? Va bene è normale quello spinge, ora lo vuole…(inc.)…--\ PEPPE: Va bene ma FILIPPO, chi vuole e chi non vuole, lascia stare…--\ FILIPPO: Ce ne freghiamo di lui!--\ PEPPE: …renditi conto che quella persona di PEPPE SCOPELLITI non mette le persone a…a MARINO

che è uscito ieri, ha bisogno di gente competitiva che fanno gli assessori…assessori… e PINO ti ha dimost…, e …(inc.)…--\

FILIPPO: …(inc.)…è esperto! Poi gli metti questi cani malati in giro e gli creano …(inc.)…--\ PEPPE: Si ma ti voglio dire, tu devi pensare che PINO…--\ FILIPPO: …(inc.)… un mese!--\ PEPPE: Ma tu devi pensare che tuo cugino PINO in otto mesi ha dimostrato di saper fare l’assessore!--\ …FILIPPO commenta le parole di PEPPE dicendo che se al posto di PINO ci fosse stato ANTONIO CARIDI in quei quattro mesi con tutta quell’emergenze le cose come sarebbero andate a finire, PEPPE lo interrompe dicendo che erano tutti contro compreso RAFFA; alle 14.16.11 …--\

PEPPE: Si ma però una cosa …(inc.)… devi partire! Fino ad ieri tuo cugino PINO era sempre dietro a GIOVANNI NUCERA!--\

FILIPPO: Ora siamo soli! PEPPE! Ora…(inc.)…dietro noi .--\

PEPPE: Ora è solo! Eh ! Hai capito!--\

FILIPPO: Ora, sapendo che sei solo ti vengono, ti avvicinano e ti leccano tutti, e dicono: “ questo ci aiuta a noi , alla Regione!”--\

PEPPE: Eh… alla regione no…si candida lui …(inc.)…i coglioni!--\

FILIPPO: …(inc.)…noi ci portiamo mille voti, però non gliela portata mai nessuno la carretta, vogliono i voti? Vanno e se li trovano! Perché nelle campagne del comune non è mai venuto uno grosso a dirci vi giro trecento voti, hai capito?--\

…PEPPE e FILIPPO commentano l’esito elettorale; Alle 14.2116 FILIPPO chiede se abbia notizia di quello della Provincia, PEPPE dice di averlo telefonato e che si trova a Rizziconi, ma per la serata dovrebbero incontrarsi, FILIPPO dice di non scherzare che quella persona potrebbe aver dato l’assegno a qualcuno e poi non riusciranno a rintracciarlo, FILIPPO chiede a PEPPE di farsi dare i soldi, PEPPE gli risponde di aver chiamato anche MARIO e di avergli detto che loro vogliono chiudere il conto, FILIPPO replica dicendogli che se non vogliono, loro possono ritirare la grafica dall’autobus; Infine parlano di RAFFA e della sua affermazione elettorale.--\

Alle 14.23.29 cade la linea.-\

Infine il 06 giugno era registrata una nuova conversazione intrattenuta con PIOLI Tatiana nel

corso della quale CONDEMI Filippo asseriva di probabili irregolarità nelle operazioni di scrutinio per le quali a suo parere si sarebbe dovuti andare nuovamente alle urne.

Conversazione del 18 Maggio 2011, ore 14:07 progressivo nr. 2382

Utenza chiamante: 339/5070595 intestata a PIOLI Tatiana Utenza chiamata: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo

Interlocutori: CONDEMI Filippo e PIOLI Tatiana

Tatiana telefona a Filippo segue una conversazione di natura varia; alle ore 22.49.48…--\ TATIANA: …ma che hanno detto lì di tuo cugino? Che gli hanno dato?--\

Page 98: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 98

FILIPPO: Ah? Che cosa? No, no niente! Ancora niente! Non…, non è venuto, però ancora non si sa se…(inc.)…è sesto! Hai capito? E’ sesto!…Ventitre voti…dal terzo al sesto ci sono ventitre voti.--\

TATIANA: Pensa te!--\ FILIPPO: Ventitre voti! Un altro, il quinto lo passa per sette voti! La terza è la MINASI, quarta

MARINO, quinto BERNA e sesto lui, tra la MINASI e PINO ci sono trenta voti, ventisette voti! …Ma c’è stato un casino! Ci sono centosettanta sezioni che ci sono voti, più voti che votanti! Dice che hanno fatto un casino, però…--\

TATIANA: Uh!…--\ FILIPPO: …hanno proclamato così per non…. si doveva rivotare, che ne so! Hanno

fatto…, hai visto che la proclamazione è stato l’altro giorno dopo un mese hanno dovuto rifare tutto il controllo delle schede elettorali, al Comune, alla Prefettura, e lo stesso dice che ci sono settemila…voti strani, che ne so che dicono, Comunque! Poi alla fine l’hanno chiuso che nessuno ha fatto ricorso di quelli che hanno perso, …(inc.)…ricorso si deve andare un’altra volta a votare…mah! Ne avevamo mille e cinq…, mille e quarantotto voti di quella sera di notte, ora siamo arrivati a mille e cinquantotto, ci mancavano tre sezioni, tra cui ce ne era una che avevamo più di venti voti! Ci hanno tolto i voti! Hai capito com’è? Era da annullare! Non si capisce quando ci sono questi casini quello che succede perché poi non è che…, ma comunque ormai è andata così…se glielo da è buono per lui, altrimenti è mezzo così… per andare lì a fare il consigliere di destra e dire si o no! ..Che fai? Proposte poche se non c’è un assessorato non può fare niente di utile …uh?--\

TATIANA: Certo!--\

…FILIPPO invita TATIANA chiudere il telefono e di andare a dormire; segue tra i due una conversazione di natura varia.--\ Fine della conversazione.--\

Anche ROTTA era impegnato nella campagna elettorale, come detto in precedenza e come

confermato dalle indicazioni che si traggono dalle conversazioni esposte dalla P. G. in prosieguo.

Impegno che, dal suo punto di vista, aveva una finalità: quella di conseguire un posto di lavoro per

il figlio Domenico, come evidenzia a chiare lettere la conversazione di cui al progressivo n. 191 del

21 aprile 2011 (riportata a ff. 86 – 88 informativa), trovando ulteriore riscontro in quella n. 434 del

6/5/2011, nella quale Vincenzo spiega al figlio quale sia lo scopo dell’impegno, raccogliere quanti

più voti possibile al PLUTINO Perché come consigliere non c’è problema, ma se non sale nei

primi posti per prendere un assessorato, fatti il conto … Con sano realismo, ROTTA Vincenzo

spiega al figlio che deve racimolare quanti più voti possibile in favore del PLUTINO, perché il

problema è che questi deve arrivare tra i primi: in altri termini, deve divenire assessore, perché ciò

garantisce maggiori possibilità di soddisfazione della promessa – evidentemente fatta – di fargli

avere un posto di lavoro (procurabile, questo, ben più facilmente nel momento in cui egli riveste la

carica di assessore). E, infatti, padre e figlio si impegnano per Pino PLUTINO, concludendo con la

conversazione del 17/5/2011, progressivo 580: Il nostro contributo l’abbiamo dato noi, poi se sale

Page 99: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 99

sale…

Analogamente rilevanti ai fini per cui procede apparivano le conversazioni registrate sull’utenza radiomobile in uso a ROTTA Vincenzo, infatti a far data dal 18 aprile si iniziava a comprendere l’impegno dello stesso nella campagna elettorale in corso.

Conversazione del 18 Aprile 2011, ore 12:43 progressivo nr. 138 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo

Utenza chiamata: 328/8555758 intestata a ROTTA Cristina nata a Reggio Calabria il 18.12.1944 Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Cristina (sorella)

Inizialmente la conversazione è di carattere vario Cristina si lamenta delle proprie condizioni di salute del fatto che da alcuni giorni è senza voce, mentre Vincenzo si lamenta per alcuni episodi che si sono verificati del fatto che si è rotto il frigorifero e del fatto che qualcuno gli ha incidentato l’auto mentre era in sosta. Alle ore 12.44.45 la conversazione tra i due diventa utile alle indagini e viene di seguito trascritta in modo integrale…--\

VINCENZO: Questa campagna elettorale che mi rompe i ciglioni pure.--\

CRISTINA: E poi se ne sono andati e non ti hanno detto niente?.--\

VINCENZO: Che hanno detto…alle tre quattro di mattina non lo so.--\

CRISTINA: Sono scappati dico…ecco.--\

VINCENZO: Qualche…qualche vespa di questi della Leonia la notte non lo so,

che cazzo ne so.-\

CRISTINA: Ah… ho capito.--\

VINCENZO: Tutta la fiancata, lo sportello le cose.--\

CRISTINA: Ah…ho capito.--\

VINCENZO: Il frigorifero si è rotto, e lo cacciato fuori.--\

CRISTINA: Umh.--\

VINCENZO: Qua non abbiamo nemmeno occhi per piangere, va a finire che

non posso neanche salire io….--\

CRISTINA …Lo so, lo so.--\

VINCENZO: La campagna elettorale qua in mezzo ai coglioni , devo vedere se posso aiutare a qualcuno affinché mi dia una mano per sistemare Domenico, un bordello.--\

CRISTINA: Eh…ora qua sono sola Patrizia è a casa di Pirri, per mangiare là

VINCENZO: A casa?.--\

CRISTINA Aspetta un minuto.--\

Alle ore 12.45.24 Cristina dice a Enzo di aspettare, dopodiché Cristina si rivolge a persona che si trova con lei le passa il telefono, e gli dice di parlare con lo zio Enzo, successivamente vi è una conversazione di carattere vario tra Vincenzo e donna (nipote), Vincenzo dice che a Pasqua non potrà salire perché ha dei problemi la donna dice che lui non può mai; Alle ore 12.45.50 la conversazione tra i due diventa utile alle indagini e viene di seguito

trascritta in modo integrale…--\

VINCENZO: Mah gioia mia, mi hanno investito la macchina ferma, mi hanno

fatto qualche mille euro.--\

DONNA: Umh…umh.---\

Page 100: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 100

VINCENZO: La notte nel…nel marciapiede, il frigorifero si è rotto, la

campagna elettorale c’è, devo vedere se posso dare qualche cosa, mi…mi…è disoccupato un bordello c’è.--\

DONNA: Ho capito.--\

VINCENZO: Sta capitando tutto, tutto in questo momento un bordello c’è.--\

DONNA: Ho capito.--\

Poi continua la conversazione di carattere vario , la donna dice che lei non andrà mai a vivere a Reggio, perché a Reggio sfruttano le persone ognuno cerca di sfruttare le persone e poi tutti questi favori che si devono fare, Vincenzo dice che non tutti hanno il cuore nobile come lui che gli ha regalato 750 euro di computer, la donna gli dice che anche lui voleva che gli raccomandassero il figlio per lavorare, Vincenzo sorride poi continua la conversazione familiare. Alle ore 12.52.40, la donna saluta Vincenzo e passa il telefono a persona, la conversazione continua tra Vincenzo e Rocco (nipote) inizialmente di carattere vario poi alle ore 12.53.13. di interesse per le indagini

viene di seguito trascritta in modo integrale…--\

VINCENZO: Il frigorifero si è rotto, la campagna elettorale ci stanno rompendo i coglioni qua, per vedere se posso fare qualcosa per mio figlio, a

quando, a quando mi ero fissato di salire,tutte queste barzellette.-\

ROCCO: Quindi neanche per Pasqua sali zio?.--\

VINCENZO: Eh…ora vediamo come allento vediamo quando posso salire.--\

Poi continua la conversazione di carattere vario, alle ore 12.55.36 Vincenzo parla di nuovo con Cristina conversazione amichevole.--\

Fine della conversazione.--\

Infatti nel corso del progressivo ROTTA Vincenzo nel dialogare dapprima con la sorella e successivamente con i nipoti diceva loro, di avere intenzione di dare una mano a qualche candidato, in modo da ottenere in cambio una sistemazione lavorativa per il figlio, La campagna elettorale qua in mezzo ai coglioni , devo vedere se posso aiutare a qualcuno affinché mi dia una mano per sistemare Domenico, un bordello…La notte nel…nel marciapiede, il frigorifero si è rotto, la campagna elettorale c’è, devo vedere se posso dare qualche cosa, mi…mi…è disoccupato un bordello c’è…Il frigorifero si è rotto, la campagna elettorale ci stanno rompendo i coglioni qua, per vedere se posso fare qualcosa per mio figlio, a quando, a quando mi ero fissato di salire,tutte queste barzellette.

In favore di chi stesse effettuando la campagna elettorale lo si apprendeva da una successiva conversazione.

Conversazione del 21 Aprile 2011, ore 22:42 progressivo nr. 191 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo

Utenza chiamata 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)

Omissis…

Nel corso del progressivo sopra riportato ROTTA Vincenzo raccomandava al figlio di impegnarsi a recuperare voti in favore di PLUTINO Giuseppe, e sopratutto di fare saper in giro del loro concreto impegno in favore di questi, A te, a chiunque ti chiede, ti chiede… va bene, quando vai in giro Reggio, Reggio e ti chiede qualcuno gli devi dire che glielo fai a Pino… a PLUTINO va bene?... Uhm… gli devi dire mio padre ed io… io… mio padre ed io siamo impegnati con…va bene?

Motivo dell’impegno appariva in particolare la sistemazione lavorativa del figlio, promessa dal

Page 101: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 101

candidato PLUTINO, Che mi ha detto lui, che da qua ad un altro mese può essere che sia definitiva da Antonio, ha diciotto dipendenti Antonio ah… Va bene? Ha detto che da qua, massimo ad un altro mese, la cosa si deve definire, va bene, che è andato molte volte lui per il fatto dei contributi a Catanzaro… Va bene? E se va bene la situazione là non hai tanti…tanti problemi, al quale tale promessa veniva costantemente rammentata da CONDEMI Domenico (Mico), Lui mi ha detto che da qua ad un altro mese…che tutti i giorni Mico glielo glielo ricorda…

Il successivo 06 maggio a conferma dei reciproci impegni assunti con PLUTINO Giuseppe vi

era il seguente dialogo.

Conversazione del 06 Maggio 2011, ore 21:03 progressivo nr. 432 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo

Utenza chiamata 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)

Omissis…

Nel corso del progressivo ROTTA Vincenzo chiedeva al figlio di impegnarsi fattivamente a procurare voti per il PLUTINO, …Cerca di darti da fare per trovare un paio di voti per Pinuccio per là, va bene papà?, ed alle difficoltà palesate dal figlio, lo stesso ribadiva la necessità di favorire PLUTINO Giuseppe, Non me ne fotto il macello non macello, quei voti disponibili che ci sono, devono essere per Pino a me ah…ah mi interessano le nostre cose non mi interessano le cose degli altri, va bene?

La stessa sera era registrato un nuovo progressivo ancor più esplicito.

Conversazione del 06 Maggio 2011, ore 23:39 progressivo nr. 434 Utenza chiamante: 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni

Utenza chiamata327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)

Inizialmente la conversazione di carattere vario, i due parlano di calcio alle ore 23.40.44 la conversazione utile per le indagini viene di seguito integralmente trascritta…--\

VINCENZO: …Hai capito vedi di votare per Pino, che Pino deve arrivare nelle prime posizioni, sennò non prende il coso….

DOMENICO: …Eh…-\

VINCENZO: …A te interessa lui, non ti interessano gli altri che con gli altri non hai dove arrivare.--\

DOMENICO: Di quello che posso, io due voti ho.--\

VINCENZO: No è…è nel tuo interesse.--\

DOMENICO: Che devo fare due voti ho.--\

VINCENZO: Voglio dire io è nel tuo interesse.--\

DOMENICO: Dove glieli prendo…-\

VINCENZO: Perché come consigliere non c’è problema, ma se non sale nei primi posti per prendere un assessorato, fatti il conto.--\

DOMENICO: eh…--\

VINCENZO: …Di quelli che puoi.--\

DOMENICO: Eh…io due sicuri ne ho, il mio e quello di mia madre poi gli altri, si deve vedere se glielo danno se

Page 102: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 102

non glielo danno.--\

VINCENZO: Ma quello che puoi racimolare racimola Mico…, che qua il problema…che deve essere nelle prime posizioni.--\

DOMENICO: Ora vedo.--\

VINCENZO: Che vuoi che ti dica.--\

DOMENICO: Vediamo…quello che possiamo fare.--\

VINCENZO: Cosa fa la…la Catanese dorme?--\

DOMENICO: No ancora no.--\

VINCENZO: Cosa ha suo padre che si è sentito male?.--\

DOMENICO: No…un pò di febbre.--\

VINCENZO: Ah?.--\

DOMENICO: Un po’ di influenza.--\

VINCENZO: Ah…si sentiva male un po’ di influenza un altro poco, sembrava che dovevano ricoverarlo all’ospedale.--\

DOMENICO: No…(sorride)…--\

VINCENZO: Un poco influenzato è.--\

DOMENICO: Umh.--\

VINCENZO: Umh…ho capito e niente che dobbiamo fare, vediamo quello che esce.--\

DOMENICO: Eh…che devo fare eh…questo posso fare, di non darlo a Carmine.-\

VINCENZO: Vedi che mi esca qualcosa che vuoi che ti dica.--\

DOMENICO: Di non darlo a Carmine uno, e gliene do due a Pino più di questo.--\

VINCENZO: Non ha dove arrivare Carmine.--\

DOMENICO: Mi dispiace però è così, poi un voto da mio zio Peppino me lo danno, perché due c’è li hanno impegnati.--\

VINCENZO: Chi?.--\

DOMENICO: Qua da mio zio Peppino, da mia zia Rosetta non votano.--\

VINCENZO: Vabbè vedi tu gioia.--\

DOMENICO: Vediamo se posso, lo posso dire..--\

VINCENZO: …quello che puoi fare…quello che puoi fare fai, è il problema nostro e di arrivare nei primi, capisci o no?.--\

DOMENICO: Uno a Riccardo…Riccardo per me gliel’ho da, qualche voto c’è ma quello.--\

VINCENZO: Ma quello che puoi racimolare racimola, Pino….eh…Mi…Mico.--\

DOMENICO: Eh…--\

VINCENZO: Perché eh…è una cosa che arrivi nella prime posizioni a me interessa.--\

DOMENICO: Eh mah di quello che posso fare faccio, pure che gli posso trovare una decina di voti…sa…--\

VINCENZO: Oh li butti dieci voti?.--\

DOMENICO: Però sicuri sono il mio è quello di mia mamma, gli altri non è che so quello che.-\

Page 103: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 103

VINCENZO: Se dici che gli trovi dieci voti poi sicuro sono…se te lo danno te lo danno.--\

DOMENICO: Uno pensa che te l’ho danno, poi non sai mai quando vanno lì dentro quello che scrivono.--\

VINCENZO: Insomma Riccardo, se dice che te lo da, te lo da, altrimenti ti dice non te lo posso dare!--\

DOMENICO: Si voglio dire certo è normale.--\

VINCENZO: Va bene .--\

DOMENICO: Quello che posso fare faccio.--\

VINCENZO: Diglielo o me lo date o non me lo date senza prendermi in giro.--\

DOMENICO: Ah be…è normale.--\

VINCENZO: Va bene?.--\

DOMENICO: Certo.--\

VINCENZO: Okay.--\

DOMENICO: Ora domenica passo e mi prendo un po’ di cose perché io c’è l’ho quattro o cinque, però sono poche.--\

VINCENZO: Va bene quando sarà me lo dici a me non ci sono problemi , vanno e si prendono.--\

DOMENICO: Si o domani o domenica vediamo come capito per Reggio me li dai.--\

VINCENZO: Va bene.--\

DOMENICO: Io ne ho quattro - cinque, stasera l’ho detto pure a Mimma ma si candida il coso il principale di sua figlia, e giustamente lo deve dare a lui.--\

VINCENZO: Ho capito.--\

DOMENICO: Che devo fare? Qua non è facile trovare un voto sono.--\

VINCENZO: E lo dici a me…ma tu di quello che puoi racimolare racimola, e nel tuo interesse pure non so se ti rendi l’idea.--\

DOMENICO: Eh…lo so.--\

VINCENZO: Quello che puoi quello che riesci mi segui il discorso…non è che noi siamo come quelli che gli ha puntato la pistola in testa alle persone oppure gli facciamo abusi o violenza, se ci vogliono favorire a darci il voto c’è lo danno sempre con gentilezza, educazione e comportamento così funziona per me poi…--\

DOMENICO: Va bene.--\

VINCENZO: Dopodichè poi eh..eh…pare che noi poi gli togliamo l’amicizia, è cosi, uno cerca in qualche modo per grazia ricevuta di ottenere qualcosa, noi andiamo avanti sempre per grazia ricevuta, gli altri che facciano quello che vogliono.--\

DOMENICO: Eh…--\

VINCENZO: …I bastardi sono bastardi e i signori restano sempre signori, che dici tu gioia?.--\

DOMENICO: Certo è normale.--\

VINCENZO: E basta è chiuso, ora coricati e riposati con tua moglie…--\

…A questo punto la conversazione è di carattere vario, prosegue per qualche decina di secondi poi i due si salutano.--\

Page 104: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 104

Fine della conversazione.--\

Nel corso del progressivo ROTTA Vincenzo ribadiva l’assoluta necessità che PLUTINO

Giuseppe ottenesse un numero considerevole di preferenze che gli avrebbero consentito di ottenere un assessorato, …Hai capito vedi di votare per Pino, che Pino deve arrivare nelle prime posizioni, sennò non prende il coso… Perché come consigliere non c’è problema, ma se non sale nei primi posti per prendere un assessorato, fatti il conto… Ma quello che puoi racimolare racimola Mico…, che qua il problema…che deve essere nelle prime posizioni…Perché eh…è una cosa che arrivi nella prime posizioni a me interessa…Ma quello che puoi racimolare racimola, Pino….eh…Mi…Mico…quello che puoi fare…quello che puoi fare fai, è il problema nostro e di arrivare nei primi, capisci o no?...E lo dici a me…ma tu di quello che puoi racimolare racimola, e nel tuo interesse pure non so se ti rendi l’idea, carica che evidentemente gli avrebbe consentito più facilmente di fornire qualche vantaggio ai ROTTA, Voglio dire io è nel tuo interesse.

Ed a testimoniare il concreto interessamento dei due il giorno successivo,

Conversazione del 07 Maggio 2011, ore 15:16 progressivo nr. 437

Utenza chiamante: 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni Utenza chiamata327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo

Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)

Domenico chiama Enzo che dice che stamattina è stato ad un funerale e pomeriggio deve andare ad un altro funerale dello zio di Luana.

Vincenzo: …C’era anche Mimmo.--\

Domenico: Eh.--\

Vincenzo: Uhm… lo ho incontrato il paesano tuo, gli abbiamo dato un po’ di tagliandini, ha detto che una volta gli hai mandato i saluti con Mimmo, non c’era lui.--\

Domenico: Si, si.--\

Vincenzo: Che sei salito là sopra, si me lo ha detto.--\

Domenico: E’ bravo, è bravo.--\

Vincenzo: Uhm …è una persona…è una persona perbene.--\

Domenico: Veramente.--\

Vincenzo: Uhm.-\

Domenico: Ha detto vostro figlio un ragazzo d’oro è, ha detto che un giorno gli hai passato i saluti miei ma non c’era.--\

Vincenzo: …(inc.)…un paio di voti e ha detto che c’è li passa.--\

Domenico: Eh va bene.--\

Enzo dice al figlio Domenico di aver incontrato Giuseppe Rotta il quale gli ha detto che la sua ferita sta guarendo.

Fine della conversazione.--\

Impegno proseguito fino alla vigilia delle elezioni per come testimoniato dal seguente dialogo

intercorso tra ROTTA Domenico Giovanni e MARRA Vincenzo Massimiliano.

Page 105: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 105

Conversazione del 07 Maggio 2011, ore 15:16 progressivo nr. 621 Utenza chiamante: 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni

Utenza chiamata 349/1379239 intestata a MARRA Vincenzo Massimiliano nato RC il 09/12/1976 ivi residente in via COLLINA DEGLI ANGELI nr. 16 A Interlocutori: ROTTA Domenico Giovanni e MARRA Vincenzo M.

Inizialmente la conversazione è di carattere vario alle ore 21:16:47 inizia ad essere utile per le indagini e viene di seguito integralmente trascritta…--\

ROTTA: …Domani si vota, vedi che dobbiamo appoggiare un amico.--\

UOMO: Come?--\

ROTTA: Domani si vota.--\

UOMO: Eh…--\

ROTTA: Eh, vedi che ti devo dare un bigliettino, a mio cugino.--\

UOMO: Ma per che cosa, Provincia?--\

ROTTA: Al comune!--\

UOMO: Comune?--\

ROTTA: Umh..-\

UOMO: Comune sono carico, e chi è tuo cugino?--\

ROTTA: Pino PLUTINO, quello che era al matrimonio, assessore uscente.--\

UOMO: Eh…va bò, domani vediamo, sono carico però al comune io.--\

ROTTA: Ma al comune buttali al comune, alla Provincia vota a chi cazzo vuoi, a chi lo devi dare a questi “Bambaruni” voti persi, ci vediamo domani pomeriggio dai…verso le sei che fai?--\

UOMO: Io torno per le quattro e mezza cinque domani.--\

ROTTA: Eh…eh ci vediamo verso le sei che io sono a Reggio, alle sei che io sono a Reggio che accompagno a mia moglie dai.--\

UOMO: Va bene.--\

ROTTA: Ci prendiamo un caffè dai.--\

UOMO: Va bene.--\

ROTTA: Va bene, ti chiamo domani verso le sei, le cinque e mezza dai.--\

UOMO: Chiamami…--\

ROTTA: …Okay.--\

UOMO: Che io alle quattro e mezza, cinque, torno.--\

ROTTA: Va bene ciao compare.--\

UOMO: Ciao, ciao, ciao.--\

ROTTA: Ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Anche in data successiva alle consultazioni elettorali erano registrate ulteriori conversazioni che

dimostravano il mantenimento degli impegni assunti con PLUTINO Giuseppe, Il nostro contributo l’abbiamo dato noi , poi se sale sale.

Page 106: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 106

Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 18:34 progressivo nr. 580

Utenza chiamante: 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni Utenza chiamata:327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo

Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)

DOMENICO: Pronto.--\

VINCENZO: Pino è arrivato quarto.--\

DOMENICO: Eh….e quindi?.--\

VINCENZO: E’ arrivato prima Seby VECCHIO qualche mille e novecento voti.--\

DOMENICO: Ah…ah.--\

VINCENZO: Poi Daniele ROMEO mille e quattro mille e cinque, poi lui, poi MINASI e poi lui, e poi BERNA, ma penso che…che l’assessorato…--\

DOMENICO: …Forse lo prende…--\

VINCENZO: …Lo prendono quattro o cinque.--\

DOMENICO: Si forse…--\

VINCENZO: …Ma poi c’è Daniele ROMEO che è al consiglio Regionale, la Minasi forse non lo fa, non lo so, può essere che lo prendono.--\

DOMENICO: Eh…e va bò…dai.--\

VINCENZO: Il nostro contributo l’abbiamo dato noi , poi se sale sale.--\

DOMENICO: Eh quanti voti ha preso?.--\

VINCENZO: Mille e trentacinque voti.--\

DOMENICO: Ah…i voti li ha presi.--\

VINCENZO: Quanto a BERNA suppergiù là.--\

DOMENICO: Eh va bò.--\

VINCENZO: Un voto in più, un voto in meno.--\

DOMENICO: Va bò.--\

VINCENZO: Okay.--\

DOMENICO: Ci sentiamo più tardi, dai ciao.--\

VINCENZO: Ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Maggiormente significativa in ordine alle aspettative di ROTTA Vincenzo, era la successiva conversazione.

Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 19:19 progressivo nr. 581 Utenza chiamante: 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni

Utenza chiamata:327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)

Domenico: Pronto.-- Vincenzo: Come andiamo?-- Domenico: Tutto a posto.-- Vincenzo: Poco fa è venuto Angelo con Bruno, me l’ha presentato.--

Page 107: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 107

Domenico: Eh... non ho capito.-- Vincenzo: Poco fa è venuto Angelo con Bruno.-- Domenico: Ah, ho capito.-- Vincenzo: Me l’ha presentato, è venuto qua per dare gli auguri a Pino.-- Domenico: Ah, ho capito, ho capito.-- Vincenzo: Dice che... che hanno parlato con coso e si sono messi d’accordo, così mi diceva,

infatti gli ha detto ad Angelino che il primo sei tu... per il lavoro, hai capito o no? Me l’ha presentato, hai capito, ha detto sai... sai chi è sempre presente qua, Bruno.--

Domenico: Ah, ho capito.-- Vincenzo: Che gli... che pure ha aiutato a Pino gli ha detto.-- Domenico: Eh.-- Vincenzo: Gli ha portato un pò di voti.-- Domenico: Va bene.-- Vincenzo: E ci siamo incontrati qua, mi ha detto che è tutto a posto, d’accordo, e che gli ha

detto ad Angelo che il primo sei tu, hai capito?-- Domenico: Va bene.-- Vincenzo: Per questo ti ho chiamato io, adesso qua del tutto sesto è arrivato, non si capisce

niente con questi voti, le sezioni arrivano, non arrivano, un poco di più, un poco di meno, comunque come consigliere c’è, poi va bene, chi c’è Ciccio?--

Domenico: Si.-- Vincenzo: Salutamelo.-- Domenico: Okay.-- Vincenzo: Ciao.-- Domenico: Ci sentiamo dopo dai.-- Vincenzo: Ciao.-- Fine della conversazione.--

Nel corso del progressivo sopra riportato ROTTA Vincenzo informava il figlio Domenico che

poco prima era andato a fare gli auguri a Pino (PLUTINO) tale Angelo che era in compagnia di un altro uomo di nome Bruno, Poco fa è venuto Angelo con Bruno… Me l’ha presentato, è venuto qua per dare gli auguri a Pino

Nel corso di quell’incontro ROTTA Vincenzo aveva avuto ampie rassicurazioni circa la futura assunzione del figlio, in quanto il suo interlocutore aveva anche aiutato il PLUTINO procurandogli qualche voto, Dice che... che hanno parlato con coso e si sono messi d’accordo, così mi diceva, infatti gli ha detto ad Angelino che il primo sei tu... per il lavoro, hai capito o no? Me l’ha presentato, hai capito, ha detto sai... sai chi è sempre presente qua, Bruno… Che gli... che pure ha aiutato a Pino gli ha detto… Gli ha portato un pò di voti… E ci siamo incontrati qua, mi ha detto che è tutto a posto, d’accordo, e che gli ha detto ad Angelo che il primo sei tu, hai capito?

ROTTA Vincenzo – ultimate le fatiche elettorali – informa il figlio che, poco prima, era andato a

fare gli auguri al PLUTINO un tale Angelo, che era in compagnia di altro uomo, Bruno, e che,

nell’occasione, aveva avuto assicurazioni sulla sua futura assunzione, in quanto il suo interlocutore,

Angelino, che aveva anche aiutato il PLUTINO, procurandogli qualche voto, aveva rassicurato il

ROTTA: mi ha detto che è tutto a posto, d’accordo, e che gli ha detto ad Angelo che il primo sei

tu, hai capito? Insomma, ROTTA aveva ricevuto assicurazioni sul fatto che il figlio sarebbe stato

assunto e le aveva conseguite proprio mentre si trovava presso il PLUTINO (chiaro il riferimento

Page 108: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 108

Me l’ha presentato, è venuto qua per dare gli auguri a Pino). Di seguito, invece, la conversazione

captata sull’utenza in uso al LOMBARDO Vincenzo, che evidenzia lo stretto legame fra questi, il

CONDEMI ed il PLUTINO.

In maniera del tutto analoga anche nel corso del servizio di intercettazione telefonica attivato sull’utenza radiomobile in uso a LOMBARDO Vincenzo, erano registrate conversazioni utili ai fini per cui si procede, le stesse, avvenute nei giorni a cavallo tra le elezioni e le successive operazioni di scrutinio, dimostravano ancora una volta lo stretto legame esistente tra lo stesso, PLUTINO Giuseppe e CONDEMI Domenico.

In data 16 maggio erano registrate due conversazioni che testimoniavano un litigio avvenuto tra CONDEMI Domenico e DATTILO Giandomenico nato a Reggio Calabria in data 18.09.1975.

Conversazione del 16 Maggio 2011, ore 14:27 progressivo nr. 850

Utenza chiamante: 334/6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata: 377/2915622 intestata a DATTILO Filiberto Interlocutori: LOMBARDO Vincenzo e DATTILO Filiberto

LOMBARDO: Ei!--\

DATTILO: E nanetto--\

LOMBARDO: Senti una cosa, vedi che ci siamo incontrati, e…, si è incontrato Doddy con Giandomenico…--\

DATTILO: Eh!--\

LOMBARDO: Eh! Sto cazzo di fatto delle votazioni, hanno avuto un poco un battibecco…--\

DATTILO: Perché?--\

LOMBARDO: Perché, perché, Giandomenico gli ha detto…, io pensavo che Giandomenico e…, votava a coso no, poi Giandomenico gli ha detto che gli ha raccolto duecentosettanta (270) voti a PLUTINO, Doddy gli ha detto, come se eravamo all’ospedale che tu ti sei preso l’impegno per PLUTINO, con me, perché di… dice Domenico, gli ha detto all’ospedale e…, per le votazioni sei impegnato e lui gli ha detto no, e questo gliel’ha confermato tuo fratello, poi gli ha detto…--\

DATTILO: Eh!--\

LOMBARDO: … Per il fatto, per il fatto di PLUTINO, gli ha detto si ho parlato con Filiberto gli ha detto Giandomenico, no non ci sono problemi…--\

DATTILO: Eh!--\

LOMBARDO: …Come, gli ha detto, allora sei poco serio gli ha detto Doddy perché a me hai detto così e ora stai uscendo che gli hai raccolto i voti a PLATEROTI, e c’è stato… e hanno avuto un pochettino…, e tuo fratello gli ha detto, no non sbagliamo a parlare…, tipo queste cose qui no…--\

DATTILO: Eh!--\

LOMBARDO: …Te lo sto dicendo, poi gli ha Do…., poi la cosa si è chiusa così voglio dire, non è…, no te lo sto dicendo io, non lo so io come cazzo sono le cose…, perché, perché dice tuo fratello che…, che PLUTINO si era preso l’impegno che lo sistemava al Quiper, è vero questo fatto?--\

Page 109: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 109

DATTILO: Umh! Guarda che io mi ricordo sinceramente Quiper è la prima volta che lo sento questa parola.--\

LOMBARDO: E pure io, pure io, perché a prescindere del fatto che mi pare strano che si prendeva impegni PLUTINO che sistema a uno...--\

DATTILO: Umh!--\

LOMBARDO: …perché non se l’è preso nemmeno con me mai, comunque io…, il resto, abbiamo chiamato a PLUTINO, gli ha detto PLUTINO non è vero gli ha detto a Giandomenico, gli ha detto allora…, il fatto poi di… che lo sistemava con la cosa delle pulizie, che gliel’hai detto tu…--\

DATTILO: Si, si questo qua, si, si questo qua…--\

LOMBARDO: …Ma è vero questo fatto?

DATTILO: … Si, si, si è vero!--\

LOMBARDO: Ah! E ora glielo dico a Doddy, no per sapere la verità io parlo con te, ma c’eri tu…--\

DATTILO: …(Inc.)…

LOMBARDO: … Te l’ha detto a te PLUTINO?--\

DATTILO: Si, tanto che eravamo andati da un amico suo che praticamente e… ci aveva detto che aveva una ditta in Ospedale, non lo so.--\

LOMBARDO: Ah!--\

DATTILO: Questo diceva.--\

LOMBARDO: E comunque il discorso che gli faceva Doddy, a prescindere di questo discorso qua, tu a me all’ospedale mi hai detto che non ci sono problemi e ora mi dici che gli hai raccolto i voti a PLATEROTI, e hanno avuto un poco un battibecco, ora te lo sto dicendo perché è giusto che tu lo sappia no!

DATTILO: Umh!--\

LOMBARDO: Perché dici…--\

DATTILO: Ma perché, ma perché non ha preso voti Pi…, ne ha preso pochi?--\

LOMBARDO: No, no, perché è uscito tuo fratello e gli ha detto…, diciamo che tuo fratello poteva evitare di dire che gli ha raccolto duecentosettanta (270) voti a PLATEROTI, dice come… a me dici che non ci sono problemi e poi esci che gli fai i voti a PLATEROTI; no ma io sono onesto, lo dico in faccia, lo so però ha sbagliato secondo me tuo fratello a dirglielo, gli poteva fare pure la faccia lavata, non gli puoi dire…, prima gli ha detto non ci sono problemi gli raccolgo i voti e poi gli dici che gli hai raccolto duecentosettanta (270) voti a PLATEROLI.--\

DATTILO: Si, quando hanno un problema vanno da PLATEROTI!--\

LOMBARDO: E ma questo…, no perché poi tuo fratello ha detto a me non mi interessa niente di nessuno qua e la, onestamente io, io non sono entrato in merito perché a tuo fratello quando lo incontro gli dico scusa un attimo gli faccio Giandomenico, tu hai detto che non ti interessa niente di nessuno, se tu hai bisogno di me allora a questo punto a me non interessa, ti rispondo così, io non ho voluto incrementare la cosa perché lo sai, a me non…--\

DATTILO: …(Inc.)… Umh!--\

Page 110: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 110

LOMBARDO: …Perché tuo fratello a me mi ha detto, io non …--\

DATTILO: Scusa ma pure con me, ma pure con me doveva parlare mio fratello per PLUTINO.--\

LOMBARDO: Eh! E poi ha votato a coso…--\

DATTILO: A casa mia, a casa mia, mio padre, mia madre, mio fratello, avevamo parlato noi…--\

LOMBARDO: Infatti Doddy si è incazzato per questo fatto, dice tu sei libero di fare quello che vuoi però a me hai detto che non ci sono problemi all’ospedale, e sicuramente è vero, gli ha detto…, poi hanno votato cosa…--\

DATTILO: Certo, assolutamente…--\

LOMBARDO: …E…,poi hanno votato la cosa…--\

DATTILO: …E’ pure stupido, ma è pure stupido.--\

LOMBARDO: … No, è pure stupido…--\

DATTILO: …(Inc.)…--\

LOMBARDO: … Poi gli ha detto vuol dire che sei poco serio, gli ha detto Doddy, gli ha detto questo, prende tuo fratello tipo si è incazzato, no no non sbagliare a parlare…, no scusa un attimo gli ha detto Doddy, e… tu mi hai detto che non ci sono problemi che è venuto tuo fratello per le votazioni e tu hai detto che non ci sono problemi e ora mi stai dicendo che gli hai raccolto duecentosettanta (270) voti a PLUTINO! Dice…(Inc.)…--\

DATTILO: Ma che cazzo vuoi fare sempre brutta figura mi fanno fare, che cazzo!--\

LOMBARDO: …No io , io te lo sto dicendo a te perché…--\

DATTILO: Io non ho votato perché ero qua, è inutile che gli dico che ho votato perché…--\

LOMBARDO: …Ma tu, ma io infatti gli ho detto a Doddy, gli ho detto vedi che tuo fratello, che gliel’ha confermato pure…, perché sai che ha fatto tuo fratello, a parte gli ha detto che gli è andato a togliere i voti, lo scemo, che gli ha detto che è andato da Fortunato e gli ha detto uno glielo dai a Pino PLUTINO e uno lo dai a PLATEROTI, ed è andato dai tuoi familiari a togliergli voti, lo sce…, perché non è che si rende conto, e quello si è incazzato giustamente, “puttana pure ci cacci voti” gli ha detto, hai capito!--\

DATTILO: Vabbè questa qua è una ritorsione è questa!--\

LOMBARDO: E’ una?--\

DATTILO: E’ una ritorsione tipo nei miei confronti, perché io gli ho detto di votare a lui.--\

LOMBARDO: Si però voglio dire io…che cazzo glielo dici a…, gliel’ha detto proprio di proposito hai capito, Doddy si è incazzato e gli ho detto io a Doddy, guarda non voglio che arrivate a certe situazioni perché pure per rispetto di …(Inc.)…, si lo so però glielo devo dire che è poco serio mi ha detto.--\

DATTILO: Si ma ha fatto pure bene.--\

LOMBARDO: E…, minchia tuo fratello ha sbagliato a dirgli queste cose, a parte gli ha detto che andava dai tuoi parenti, dove sei andato tu per…per spartire i voti, “puttana ha detto Doddy ci hai tolto anche i voti di tuo fratello”…--\

Page 111: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 111

DATTILO: Eh! Eh! Eh!--\

LOMBARDO: Cioè…io no, ti ho voluto chiamare per dirti le cose come …, come sono.

DATTILO: Guarda io so…, i miei zii sicuramente hanno votato a Pino PLUTINO, sicuro.--\

LOMBARDO: Ma qualche voto, ma qualche voto, ma non è quello il fatto, però non puoi dire, non gli puoi dire in faccia ai cristiani a crudo così, dai! Pri…,oltre il fatto che gli hai detto prima che non ci sono problemi, e poi, e poi gli ha detto che glieli ha cacciati, e giustamente quello si è incazzato, hai capito!--\

DATTILO: Uh! Uh!--\

LOMBARDO: No, io te lo dico perché è giusto che tu sai prima le cose come sono, proprio la verità, poi se tuo fratello quello che ti dice non lo so…--\

DATTILO: Eh! Eh!--!

LOMBARDO: La verità, c’ero io presente, hai capito?--\

DATTILO: Ho capito, vabò dai!--\

LOMBARDO: Comunque…--\

DATTILO: Umh!--\

LOMBARDO: …Vabò dai ci sentiamo dopo.--\

DATTILO: Devo comb…, e che devo fare, devo combattere con tutti, che ci posso fare io

LOMBARDO: Vabò, ciao ciao.--\

DATTILO: Vabò, ciao.--\

LOMBARDO: Ciao, ciao.--\

…Enzo rivolgendosi a qualcuno che si trova accanto a lui dice: “ha capito tutto”…

Fine della conversazione.--\

Dal contenuto del progressivo sopra riportato si apprendeva di un litigio avvenuto tra

CONDEMI Domenico e DATTILO Giandomenico nato a Reggio Calabria in data 18.09.1975, ivi residente in via Villaggio Arghillà Nord nr. 7 sc 3, fratello dell’interlocutore del LOMBARDO, DATTILO Filiberto nato a Reggio Calabria in data 08.09.1972 ivi residente in contrada Ligoni Pellaro nr. 7.

Tale dissidio aveva avuto la sua genesi nel fatto che il DATTILO Giandomenico, che in origine aveva concordato con CONDEMI Domenico il suo appoggio elettorale per PLUTINO Giuseppe, per sua stessa ammissione non aveva mantenuto gli accordi presi, facendo addirittura campagna elettorale in favore del candidato PLATEROTI, al quale a suo dire era riuscito a procurare 270 voti.

Questo comportamento a dire dello stesso era dovuto ad una promessa fattagli dal PLUTINO che poi non era stata mantenuta, LOMBARDO: …Te lo sto dicendo, poi gli ha Do…., poi la cosa si è chiusa così voglio dire, non è…, no te lo sto dicendo io, non lo so io come cazzo sono le cose…, perché, perché dice tuo fratello che…, che PLUTINO si era preso l’impegno che lo sistemava al Quiper, è vero questo fatto? DATTILO: Umh! Guarda che io mi ricordo sinceramente Quiper è la prima volta che lo sento questa parola. LOMBARDO: E pure io, pure io, perché a prescindere del fatto che mi pare strano che si prendeva impegni PLUTINO che sistema a uno... DATTILO:Umh! LOMBARDO: …perché non se l’è preso nemmeno con me mai, comunque io…, il resto, abbiamo chiamato a PLUTINO, gli ha detto PLUTINO non è vero gli ha detto a Giandomenico, gli ha detto allora…, il fatto poi di… che lo sistemava con la cosa delle pulizie, che gliel’hai detto tu… DATTILO: Si, si questo qua, si, si questo

Page 112: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 112

qua…LOMBARDO:…Ma è vero questo fatto? DATTILO: … Si, si, si è vero! LOMBARDO:Ah! E ora glielo dico a Doddy, no per sapere la verità io parlo con te, ma c’eri tu… DATTILO: …(Inc.)… LOMBARDO:… Te l’ha detto a te PLUTINO? DATTILO: Si, tanto che eravamo andati da un amico suo che praticamente e… ci aveva detto che aveva una ditta in Ospedale, non lo so. LOMBARDO:Ah! DATTILO:Questo diceva.--\

Il comportamento di DATTILO Giandomenico aveva comunque contrariato sia il LOMBARDO che lo stesso fratello DATTILO Filiberto, che infatti ironicamente affermava che se il fratello avesse avuto qualche problema si sarebbe dovuto rivolgere a PLATEROTI, Si, quando hanno un problema vanno da PLATEROTI!.

Subito dopo LOMBARDO Vincenzo telefonava a CONDEMI Domenico chiedendogli di

recarsi al bar dei fratelli DATTILO.

Conversazione del 16 Maggio 2011, ore 14:37 progressivo nr. 852 Utenza chiamante: 334/6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata: 334/8769451 intestata a CONDEMI Domenico Interlocutori: LOMBARDO Vincenzo e CONDEMI Domenico

LOMBARDO telefona a CONDEMI, nell’attesa che questo risponda si sente dire:” Non volevo che arrivassero alle mani però …(Inc.)…”

LOMBARDO: Oh! Dove sei?--\

CONDEMI: Qua, dove sei tu?--\

LOMBARDO: Io al bar di Filiberto, puoi venire un attimo?--\

CONDEMI: No, non vengo che sono nervoso Enzo, chi c’è Giandomenico, gli devi dire di buttarsi a mare.--\

LOMBARDO: Ma minchia ma sei scemo, non c’è lui.--\

CONDEMI: Eh!--\

LOMBARDO: E…, e siccome ho chiamato a Filiberto e gli ho raccontato tutta la storia…--\

CONDEMI: Lascialo stare non mi interessa guarda, basta, chiudiamo il discorso, non me ne devo prendere di nessuno.--\

LOMBARDO: …Oh! Ma vedi che stai parlando con me, non mi fare girare le scatole.--\

CONDEMI: Ma che ne devo prendere io, che ne ho da prendere, è un cesso diglielo! Devo venire la ad alzargli le mani, meglio che non vengo.-\

LOMBARDO: Non c’è qua lui ah…, io con Domenico sono.--\

CONDEMI: E no, che vengo a fare che dobbiamo scendere qua sotto, ci vediamo qua sotto, un altro poco ci vediamo.--\

LOMBARDO: Ascoltami a me, ho parlato con Filiberto e ha detto che hai fatto bene che gli hai detto in quella maniera perché è giusto…--\

CONDEMI: E’ poco serio ma…--\

LOMBARDO: …(Inc.)…--\

CONDEMI: …Ma me lo deve dire lui, io quello che mi sento di dire al cristiano gli dico.--\

Page 113: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 113

LOMBARDO: …No…, perché, perché mi ha detto i fatti, come erano con suo fratello, che suo fratello gli ha detto che non c’erano problemi per PLUTINO…--\

CONDEMI: Me l’ha detto lui a me…--\

LOMBARDO: …Gliel’ha detto a lui.--\

CONDEMI: Me l’ha detto lui a me…--\

LOMBARDO: …Gliel’ha detto pure a lui. Ok, ok, questo va bene, ma glielo ha detto anche a lui--\

CONDEMI: Ma l’ha detto a me, non c’era bisogno che lo diceva a lui, scusa…, a me mi ….--\

LOMBARDO: Si ma ti sto dicendo un’altra cosa…--\

CONDEMI: …”Un poco è pesce, un poco è carne” un cristiano.--\

LOMBARDO: Ora te ne sto dicendo un’altra io…, non solo l’ha detto a te, con me, guarda quando ragioni con me o ragioni…, è inutile che…, che vieni prevenuto , allora non solo te l’ha detto a te, gliel’ha detto pure a Filiberto, ora sai che mi ha detto Filiberto, questo è giusto per farmi un dispetto a me tutti e due fratelli perché sono litigati tra loro…, hai capito, gli ho detto io che non c’è problema, quando hanno bisogno di qualcosa di andare a farsi… da PLATEROTI gli ho detto…, mi ha detto Filiberto…, non vedi mi stanno facendo fare sempre cattive figure i miei fratelli, ti sto dicendo come si è comportando lui, Filiberto, quello che ha detto, perché io subito ho chiamato a lui, vedi che tuo fratello ha sbagliato, ha sbagliato, poi…poi altre…altre cose, ha detto io non mi interesso di nessuno a me interessa solo di PLATEROTI, ha sbagliato pure nei miei riguardi perché io più di una volta l’ho favorito…, ha detto Enzo non vede mi stanno facendo a tipo dispetto a me, mi stanno facendo brutta figu…, mi stanno facendo fare brutta figura, e tu… e che tu hai fatto bene a dirgli in quel modo voglio dire…, mi ha detto, hai capito? Comunque ci vediamo tra poco dai, ciao.--\

CONDEMI: A me, a me, a me lui mi ha detto …(Inc.)…--\

LOMBARDO: No, no, no…--\

CONDEMI: …Lui viene e mi dice a me una cosa, che gli dico che è poco serio, attento… se lo merita.--\

LOMBARDO: No, no, me lo ha detto pure Filiberto, ha detto, ha fatto bene a dirgli in questa maniera perché è poco serio, mi ha fatto fare un'altra cattiva figura, perché pure a lui gli ha detto che…che gli raccoglieva i voti a PLUTINO, pure…(Inc.)…--\

CONDEMI: Ma io non ho capito io… a me ha detto non ci sono problemi, mi ha detto a me.--\

LOMBARDO: Ecco! Ma pure a Filiberto gli ha detto non ci sono problemi glieli raccolgo a PLUTINO, è anche vero il fatto mi diceva Filiberto…, il fatto del…, la…, di… quel coso delle pulizie, comunque ora…, dieci minuti e arrivo, ciao.--\

CONDEMI: Ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Il CONDEMI rifiutava di raggiungere il LOMBARDO, in quanto non aveva intenzione di

incontrare DATTILO Giandomenico.

Page 114: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 114

LOMBARDO Vincenzo raccontava il contenuto della discussione avuta con DATTILO Filiberto al quale aveva anche detto che se avessero avuto qualche necessità si sarebbero dovuti rivolgere a PLATEROTI e non a PLUTINO, affermazione questa che rendeva evidente come quest’ultimo uomo politico fosse considerato un sicuro punto di riferimento per i protagonisti della presente nota, … hai capito, gli ho detto io che non c’è problema, quando hanno bisogno di qualcosa di andare a farsi… da PLATEROTI gli ho detto…

Le due conversazioni passate in rassegna evidenziano la forte reazione del CONDEMI

rispetto a tale DATTILO Giandomenico, il quale si era impegnato con lui per garantire il suo

appoggio elettorale al PLUTINO ma aveva, invece, votato per PLATEROTI, vantandosi, peraltro,

di avergli raccolto 270 voti.

Ciò in quanto una promessa fatta dal PLUTINO non era stata mantenuta: par di capire che si

trattasse dell’assunzione – non al QUIPER, come in primo momento pareva agli interlocutori ma –

presso una qualche impresa di pulizie (che lo sistemava con la cosa delle pulizie). Il dialogo era,

quindi, riferito da LOMBARDO al CONDEMI, con un commento assai importante, in quanto

emergeva come PLUTINO fosse considerato importante punto di riferimento per i soggetti indagati.

E, infatti, non mancava il contatto diretto tra il LOMBARDO ed il PLUTINO nel corso dello

spoglio delle schede, evidentemente volto ad informarsi sull’ammontare dei voti avuti dal secondo,

che venivano immediatamente comunicati al CALDERAZZO Rosario.

Altro dialogo LOMBARDO – PLUTINO a risultati ufficiali e festeggiamenti in atto.

Il giorno successivo a conferma dello stretto legame esistente tra LOMBARDO Vincenzo e

PLUTINO Giuseppe vi erano i seguenti progressivi. Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 08:44 progressivo nr. 929

Utenza chiamante: 334/6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata: 328/5318632 intestata a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: LOMBARDO Vincenzo e PLUTINO Giuseppe

PLUTINO: Bello!--\

LOMBARDO: Pino.--\

PLUTINO: Allora.--\

LOMBARDO: Niente siamo qua, ma che sei secondo?--\

PLUTINO: No…, stiamo vedendo, secondo no, è Daniele, stiamo vedendo com’è la classifica, ora tra poco lo sappiamo..--\

LOMBARDO: Secondo chi è?--\

PLUTINO: Daniele ROMEO.--\

LOMBARDO: Ah!--\

PLUTINO: Umh! Si, ora vediamo.--\

LOMBARDO: Ma primo è Sebi?--\

PLUTINO: Primo è Sebi, secondo Daniele fino a poco fa e terzo io, ora vediamo come si

Page 115: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 115

defi…, come si chiude, tra poco lo sappiamo.--\

LOMBARDO: Quanti ne ha il secondo voti?--\

PLUTINO: Assai! Più di me…, ha duecento (200) voti di più.--\

LOMBARDO: Puttana!--\

PLUTINO: Vabbò!--\

LOMBARDO: Risulti tu?

PLUTINO: Io sono…, si, sono consigliere eletto, sicuro!--\

LOMBARDO: Ho capito!--\

PLUTINO: Vabbò!--\

LOMBARDO: Vabbò…, ve…, vedi quando io parlo, mille e otto, tre mila, quattro mila.--\

PLUTINO: Ma quale mille e otto…!--\

LOMBARDO: Eh! Eh!--\

PLUTINO: Mille e uno e…, e baciamo a terra.--\

LOMBARDO: Eh!--\

PLUTINO: Hai capito?--\

LOMBARDO: Già le so queste cose io…--\

PLUTINO: Ma figurati io.--\

LOMBARDO: …Non è che non le so.--\

PLUTINO: Vabbò!--\

LOMBARDO: Vabbò dai Pino.--\

PLUTINO: Ci sentiamo dopo, ciao bello.--\

LOMBARDO: Ci sentiamo dopo, ciao, ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Nel corso del progressivo i due commentavano gli esiti del voto e LOMBARDO rammentava al

PLUTINO le sue più prudenti previsioni rispetto a quelle fatte dal suo entourage, Vabbò…, ve…, vedi quando io parlo, mille e otto, tre mila, quattro mila, affermazione questa che era condivisa dal PLUTINO che si diceva comunque soddisfatto del risultato ottenuto, Ma quale mille e otto…!... Mille e uno e… e baciamo a terra.

Analogo contenuto aveva un successivo progressivo.

Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 08:44 progressivo nr. 929 Utenza chiamante: 334/6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata: 328/5318632 intestata a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: LOMBARDO Vincenzo e PLUTINO Giuseppe

PLUTINO: Enzo!--\

LOMBARDO: Pinuccio, allora!--\

PLUTINO: Bello! No, no io sono dentro, l’unico problema è…, è..., capire la posizione, perché qua siamo in due che oscilliamo tra…, tra terzo e quarto posto, hai capito.--\

Page 116: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 116

LOMBARDO: Ah! Ho capito. …(Inc.)….--\

PLUTINO: Io e BERNA.--\

LOMBARDO: Ho capito.--\

PLUTINO: E quindi…però…--\

LOMBARDO: Co…, cosa cambia?--\

PLUTINO: E beh di fatto può cambiare, non cambia nulla ma può cambiare, nell’assegnazione degli assessorati può cambiare...--\

LOMBARDO: Ho capito.--\

PLUTINO: … Va bene?--\

LOMBARDO: Ma ascolta, aspetta, ma voglio dire ti possono dare un assessorato a te..? no!

PLUTINO: Certo! …(Inc.)…--\

LOMBARDO: Come funzio…--\

PLUTINO: …(Inc.)…--\

LOMBARDO: …Come funziona ai primi tre glieli danno?--\

PLUTINO: Chi arriva prima prende l’assessorato, ma anche…, non è detto questo, no...--\

LOMBARDO: Ah!--\

PLUTINO: …Hai capito?--\

LOMBARDO: Ho capito. Sai che mi devi dire e…, che cosa ha fatto PLATEROTI, una curiosità! --\

PLUTINO: Non lo so, ti dico una bugia.--\

LOMBARDO: Ma si può sapere?

PLUTINO: Si lo possiamo sapere, ma ora non lo so.--\

LOMBARDO: Ah! Poi fammi sapere…--\

PLUTINO: …(Inc.)…--\

LOMBARDO: …Più tardi fammi sapere questa cosa e fammi sapere che hai fatto, mandami un messaggio, mi…, dimmi….--\

PLUTINO: Si…--\

LOMBARDO: … Va bene!--\

PLUTINO: …Certo bello…--\

LOMBARDO: Ciao Pino.--\

PLUTINO: Ciao.--\

LOMBARDO: Ciao, ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Appreso il seppur provvisorio esito degli scrutini, LOMABRDO Vincenzo chiamava subito CALDERAZZO Rosario per informarlo del risultato ottenuto da PLUTINO Giuseppe e dai più noti candidati.

Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 09:53 progressivo nr. 937 Utenza chiamante: 334/6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo

Page 117: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 117

Utenza chiamata: 392/0332446 intestata a CALDERAZZO Rosario Interlocutori: LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario

Enzo chiama Rosario per dirgli se è pronto. Rosario dice che sarà pronto per le dieci e mezza perché stava preparando la valigia e che gli sta sistemando la roba Graziella…--\

LOMBARDO: Comunque…, coso ha preso qualche mille (1000) voti, questi.--\

CALDERAZZO: Chi…, Pino?--\

LOMBARDO: Uh! Parlava, lui…, lo storto parlava, due mila, tre mila, ma smettila gli ho detto io, chiacchiere, ha preso primo Sebi VECCHIO intorno a mille e sei…--\

CALDERAZZO: Eh!--\

LOMBARDO: …Secondo Daniele ROMEO…--\

CALDERAZZO: Si!--\

LOMBARDO: … Mille e due e…, lui tra terzo e quarto che combatte con BERNA…--\

CALDERAZZO: Eh!--\

LOMBARDO: … Intorno ai mille…, questi, intorno ai mille…,mille voti. Però…--\

CALDERAZZO: Anzi li ha presi!--\

LOMBARDO: Ah!--\

CALDERAZZO: Li ha presi, ma sale?--\

LOMBARDO: Lui è…, al consiglio sale sicuro, però lui dice che…, ho parlato con Pino, dice è importante se faceva terzo perché è capace che gli danno l’assessorato no.--\

CALDERAZZO: Certo.--\

LOMBARDO: Hai capito!--\

CALDERAZZO: Ma se la…, se la stanno combattendo.--\

LOMBARDO: Stanno combattendo. Di consigliere comunale è consigliere comunale. Perché è successo questo, perché av…, aveva un assessorato che non ha avuto il potere, non avendo il potere…--\

CALDERAZZO: Si.--\

LOMBARDO: …Ci ha rimesso, perché è in perdita per me, e la volta scorsa, è stata una…, una campagna elettorale combattuta al massimo, secondo me è in perdita questa volta, e parlavano tre mila, cinque mila, sette mila, a chiacchiere si fanno i voti.--\

CALDERAZZO: Alla…, alla Melo, alla Melo, Melo così faceva.--\

LOMBARDO: E…, dice…, gli ho detto io, ci giochiamo una scommessa a base di pesce a Taormina, ho detto io, mi gioco che lui non prende nemmeno mille e duecento voti, ma che dici, mi dicevano, ma tu sei scemo, ne prende due mila voti, ha detto, allora ce la giochiamo io da mille e cinque in sopra e tu da mille e cinque in sotto, gli ho detto io te l’ho fottuta la scommessa e infatti gliel’ho fottuta. A me mi dispiace per Pino, però a me il fatto che parla assai (buccazzia) mi girano le scatole, con la sua stupidaggine e la presunzione…, comunque dai.--\

Page 118: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 118

CALDERAZZO: Ma erano la loro?--\

LOMBARDO: Ah! minchia! --\

…Successivamente Enzo dice che non è la coupè di Saro, ma il croupier quello che gira la roulette. Rosario dice che il fatto è vero allora, però non che era da lui perché era da venti giorni che non lavorava, poi continua e dice che è stato Totò, quel ragazzo che era con lui e l’hanno arrestato. Enzo rimane sorpreso ma poi dice che non gliene frega niente e lo saluta.--\

Fine della conversazione.--\

Lo stesso pomeriggio a dimostrazione del grande interesse del LOMBARDO vi era una

ennesima conversazione intercorsa tra questi e PLUTINO Giuseppe che gli confermava il numero di voti ottenuti e lo informava che stavano festeggiando la sua elezione.

Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 17:11 progressivo nr. 979 Utenza chiamante: 334/6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata: 328/5318632 intestata a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: LOMBARDO Vincenzo e PLUTINO Giuseppe

LOMBARDO telefona a PLUTINO Giuseppe, nell’attesa che questo risponda si sente dire:” …(Inc.)… ha preso…, è arrivato quarto.”

PLUTINO: Pronto!--\

LOMBARDO: Pino.--\

PLUTINO: Chi è?--\

LOMBARDO: Chi è…, Enzo sono.--\

PLUTINO: Enzo, bello! Tutto a posto.--\

LOMBARDO: Allora?--\

PLUTINO: Tutto a posto.--\

LOMBARDO: E che hai fatto? Apposta ti ho…--\

PLUTINO: Stiamo festeggiando noi!--\

LOMBARDO: … Ma che…, dimmi?--\

PLUTINO: Non sappiamo neanche noi se sono quarto, quinto o sesto, l’importante è che siamo saliti.--\

LOMBARDO: E…, ti danno il consiglio?--\

PLUTINO: Sempre…, tutti consiglieri siamo, poi si vede chi fa l’assessore.--\

LOMBARDO: A…, ho capito, qua.., quarto sei arrivato allora?--\

PLUTINO: Si. --\

LOMBARDO: Ho capito.--\

PLUTINO: Dove sei?--\

LOMBARDO: No, io sono quasi a Roma.--\

PLUTINO: Eh!

LOMBARDO: Aspetta che ti passo…--\

PLUTINO: Col treno sei?--\

LOMBARDO: No, con la macchina, ti passo, ti passo un amico un attimo, aspetta!--\

Page 119: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 119

PLUTINO: Si.--\

Uomo con Pino PLUTINO gli fa gli auguri e gli chiede se è tutto a posto. PLUTINO lo ringrazia e dice che va tutto bene, anzi benissimo. L’uomo chiede cosa ha fatto Paolo. PLUTINO dice che non lo sa e che ora si informa anche se non crede che sia salito. L’uomo chiede chi è il primo della lista. PLUTINO dice che il primo è stato Sebi VECCHIO. L’uomo chiede se è arrivato a prendere mille (1000) voti e PLUTINO dice di aver preso intorno a mille e cento (1100) voti. L’uomo dice che è un ottimo risultato se consideriamo lo “sfracello che c’è docu”. Pino dice certo e poi i due si salutano.--\

Fine della conversazione.--\

Dunque, convenendosi con i commenti del P. M. a f. 95 della richiesta, l’insieme di conversazioni

passate in rassegna, e brevemente commentate, consente di evidenziare una serie di dati che

possono ritenersi pacificamente accertati dal tenore assolutamente chiaro dei dialoghi: - gli odierni

indagati, in primis il CONDEMI Domenico, ma anche il di lui fratello Filippo, LOMBARDO

Vincenzo, ROTTA Vincenzo e CALDERAZZO Rosario, hanno certamente garantito il loro

appoggio alla candidatura del PLUTINO; - al di là della capillare ricerca del consenso, i quattro,

specie sotto la guida e direzione del CONDEMI Domenico, hanno creato un meccanismo di vero e

prorio controllo del voto, annotando le sezioni elettorali dei vari soggetti che hanno promesso

l’appoggio al fine di verificare poi se questo sia stato concretamente prestato, come, con efficacia,

evidenzia il P. M., che, a tal proposito, richiama le seguenti conversazioni:

Conversazione del 18 Maggio 2011, ore 19:07 progressivo nr. 1772 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 349.8431172 intestata a BORGHETTO Anna nata a Reggio Calabria il 04.10.1965 e in uso a CUZZOLA Natale Interlocutori: CONDEMI Domenico e CUZZOLA Natale

CUZZOLA: Domenico.--\

CONDEMI: Ma in che sezione hai votato tu Natale?--\

CUZZOLA: Nella duecentonove (209).--\

CONDEMI: Ma pure Pippo il porco ha votato la, no? Nella tua?--\

CUZZOLA: Eh, penso di si, perché? Quanti ne sono usciti?--\

CONDEMI: No, non c’è ancora, stiamo controllando.--\

CUZZOLA: Uhm, va bene ciao.--\

CONDEMI: Ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Conversazione del 23 Maggio 2011, ore 21:39 progressivo nr. 1950 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 349.4544523 in uso a QUARTUCCIO Diego nato a Reggio Calabria il 27.03.1980, ivi residente in via Pio XI nr. 34 Interlocutori: CONDEMI Domenico e QUARTUCCIO Diego

CONDEMI: Ohu.--\

QUARTUCCIO: Ma tuo zio Ninì BARA’ dove vo… in quale sezione ha votato?--\

CONDEMI: In nessun posto, non vota lui.--\

Page 120: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 120

QUARTUCCIO: Ma in quale votano Lellè…--\

CONDEMI: Mio zio Ninì?--\

QUARTUCCIO: Eh.--\

CONDEMI: …(inc.)… penso la cinquantatrè.--\

QUARTUCCIO: Eh, va bene.--\

Fine della conversazione.--\

Conversazione del 29 Aprile 2011, ore 16:36 progressivo nr. 1296 Utenza chiamante: 342/1655370 intestata ed in uso a RIGGIO Marta Utenza chiamata: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo Interlocutori: CONDEMI Filippo e RIGGIO Marta

MARTA chiama FILIPPO gli chiede se domani sia al negozio, FILIPPO dice che sta partendo, MARTA chiede se il padre abbia le chiavi FILIPPO dice di si, segue una conversazione di natura varia; alle 16.37.27…--\

FILIPPO: …ma senti ma come voti che state facendo? Marta!--\

MARTA: Qualcuno ad Arangea…--\

FILIPPO: Ma dico li avete raccolti una ventina di voti tu e il tuo ragazzo?--\

MARTA: Si!--\

FILIPPO: Ah?…--\

MARTA: …(inc.)…--\

FILIPPO: …stategli di sopra alle persone, fatti dire, tipo, di darti la sezione, gli devi dire dove glieli hai trovati , tipo, tipo che al candidato gli devi portare le sezioni, hai capito? Così li metti in croce… se no…--\

Quindi, il primo meccanismo di controllo della corrispondenza tra elettori che hanno garantito

l’appoggio e voti effettivi è affidato all’individuazione della sezione elettorale presso cui i vari

votanti si recheranno ad esprimere il loro suffragio. In guisa da poter disporre, all’atto dello spoglio,

di una vera e propria mappa del voto che consenta di computare, in relazione a coloro i quali hanno

promesso il voto e che in quella sezione è risaputo esercitino il loro diritto, quanti di essi abbiano

fatto seguito all’impegno: il che si rivela particolarmente utile specie quando si tratti di interi nuclei

familiari che hanno espresso la loro promessa in favore del candidato. E non appare casuale, ad

esempio, che sia richiesto, in una delle conversazioni, in quale sezione abbiano votato quelli del

BRICO, ovvero coloro i quali avevano invocato l’aiuto del PLUTINO, mediato sempre dal

CONDEMI, per liberarsi dalla presenza dei rifiuti che lì abbondavano.

E certamente non erra il requirente quando considera che gli odierni indagati non avevano alcun

ruolo politico formale, mentre potevano certamente ‘appoggiarsi’ direttamente presso la segreteria

del PLUTINO (cfr.progg.1296, 1084, 19, 1575, 1730, 1617, 1296, 54).

Costoro, poi, gravitano in ambienti di criminalità organizzata, alla luce degli elementi emersi sino a

questo punto della trattazione (ci si riferisce, a dichiarazioni di MOIO, vicenda NUCERA,

conversazioni già riportate) e da quelli risultanti a loro carico nell’ambito dell’indagine ‘Crimine’

(vd. oltre).

Page 121: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 121

Ma il dato saliente è rappresentato dalla circostanza che, dalle conversazioni, emerge con chiarezza

che l’appoggio prestato da costoro al PLUTINO poggia su un rapporto di mutuo scambio: da un

lato l’impegno di CONDEMI e compagni a reperire voti di preferenza, dall’altro l’impegno del

PLUTINO ad adoperarsi per favorire i loro interessi personali, con particolare riferimento al

reperimento di posti di lavoro.

Efficacissimo, poi, il riferimento, esemplificativo, del P. M. alle conversazioni tra ROTTA Vincenzo

e ROTTA Domenico, che conclamano l’oggetto della pattuizione e, che come brevemente annotato

in precedenza, significano come la finalità dell’appoggio prestato non sia quella della mera nomina

a consigliere comunale, ma, piuttosto, ad assessore. Carica, questa, che appare evidentemente di

maggiore interesse, in termini di successive prospettive a beneficio del gruppo di sostenitori.

Peraltro, dalle conversazioni emerge la consapevolezza da parte dello stesso gruppo

dell’importanza e della decisività dell’appoggio prestato, con conseguente necessità di un ritorno in

termini di impegno fattivo da parte del proprio candidato per rispettare le promesse fatte (CONDEMI:

senti una cosa, vedi che a mio cugino lo hanno infalloccato in tutti i posti, i suoi voti non gli sono tenuti, non i

nostri… i cento, i duecento di Ravagnese, i trecento…). Sicchè, ad esempio, si comprende perché

CONDEMI redarguisca il PLUTINO affinché passi da quelli del BRICO per ringraziare.

Che, nella specie, non si trattasse di una mera promessa, destinata a cadere nel dimenticatoio come

sovente accade nell’agone elettorale, è dato provato, con sconvolgente chiarezza dal

comportamento concreto tenuto dal PLUTINO nel corso dell’intera evoluzione della vicenda che

portava all’atto intimidatorio nei confronti dell’on.NUCERA, nonché nel fattivo impegno

dimostrato per l’assunzione di ROTTA Domenico, etc..

Verifica ex post, questa, che, successiva al patto, alla promessa, appare esperita in termini positivi.

Di seguito, secondo lo schema del P. M., si riprende l’esame dell’informativa della Squadra Mobile,

che conclama ulteriori aspetti di penale rilevanza, specie quando si evidenzia come la campagna

elettorale per il PLUTINO fosse stata contrassegnata da metodi evientemente intimidatori,

come l’impedire ad altri candidati l’affissione di manifesti nella zona di competenza del PLUTINO.

Oltremodo significativa, in proposito, la vicenda narrata dalla capolista del P. D., Antonia

LANUCARA, al MANDALARI Carmelo, cui ella confida che: questi del bar non gli hanno fatto

attaccare i manifesti! …gli hanno detto no, qua c’è PLUTINO! E che significa…

Dopo avere riportato le conversazioni dal cui tenore emergeva il coinvolgimento di CONDEMI Domenico, CONDEMI Filippo, ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario, nella campagna elettorale in favore del candidato PLUTINO Giuseppe, giova qui riferire che il concreto impegno degli stessi che gravitano, anche in considerazione dei pregressi giudiziari e dei

Page 122: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 122

rapporti di frequentazione intrattenuti, negli ambienti criminali che agiscono all’interno del territorio urbano dei quartieri Modena, San Giorgio e viale Europa e segnatamente nell’alveo della cosca CARIDI, appare utile evidenziare come dal tenore di alcune conversazioni registrate nel corso dei servizi di intercettazione ambientale esperiti da questo Ufficio fosse risultato evidente che l’attività di raccolta delle preferenze in favore del PLUTINO, era stata effettuata anche con metodi intimidatori finalizzati persino ad impedire l’affissione di manifesti elettorali di altri candidati, circostanza questa che emergeva dalle seguenti conversazioni.

Conversazione del 26 Aprile 2011, ore 15:10 progressivo nr. 685 A bordo dell’auto Fiat 500 targata DS*451*RW di MANDALARI Carmelo

Persone presenti MANDALARI Carmelo, LANUCARA Antonia

Veicolo in sosta, a bordo MANDALARI Carmelo, che parla con tale LANUCARA Atonia…--\

LANUCARA: …(Inc.)…--\

MANDALARI: Che si dice?--\

LANUCARA: Si dice che sono la capolista del PD al Comune!--\

MANDALARI: Eh.--\

LANUCARA: …(Inc.)…--\

MANDALARI: Ma vostro figlio forse è, ma vi portate voi?--\

LANUCARA: Si, si, io sono.--\

MANDALARI: Vi portate voi…--\

LANUCARA: Io non sapevo dove trovarvi.--\

MANDALARI: Là dietro abito!--\

LANUCARA: Comunque ora devo portare il bambino dal medico, se poi siete così gentile, se mi suonate e poi…(inc. a causa di voci accavallate)…--\

MANDALARI: Ma più tardi siete a casa?--\

LANUCARA: Verso le tre e mezzo.--\

MANDALARI: Va bene.--\

LANUCARA: Vostra mamma?--\

MANDALARI: Al lavoro.--\

LANUCARA: E lo so, allora guardate, l’unica cosa è questa, se siete impegnato…più amici di prima, se non siete impegnato e mi potete dare qualche voto…

MANDALARI: …abitiamo qua…--\

LANUCARA: Poi guardate c’è un’altra cosa, questi del bar…questi del bar non gli hanno fatto attaccare i manifesti!--\

MANDALARI: A chi?--\

LANUCARA: A quelli che attaccavano i manifesti che…--|

MANDALARI: Eh.--\

LANUCARA: …gli hanno detto no, qua c’è PLUTINO! E che significa…\

MANDALARI: E perché non siete venuta a dirmelo a me?--\

LANUCARA: Ma io vi cercavo, vi cercavo, ora c’è quello che sta attaccando i manifesti…erano due…uno è senza macchina, e, io sto cercando a qualcuno che lo aiuti, ed è Mimmo questo qua sotto che me li attaccava,

Page 123: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 123

avete capito, se venite poi ve lo dico.--\

MANDALARI: Va bò, poi parliamo meglio allora.--\

LANUCARA: Va bene?--\

MANDALARI: Vi saluto.--\

LANUCARA: Salutatemi la mamma.--\

MANDALARI: Grazie e arrivederci.--\

LANUCARA: Scusatemi se vi ho fermato.--\

MANDALARI: No, fi…figuratevi.--\

LANUCARA: No, no, no…--\

MANDALARI: Vedete che è là vostro figlio.--\

LANUCARA: …no, io vi dico scusate!--\

MANDALARI: Non vi preoccupate, salve...--\

…MANDALARI dopo aver salutato avvia la marcia da solo, rumori e fruscii di sottofondo, successivamente parla al cellulare riferendo all’interlocutore che si trova in Via Lia e sta andando a portargli una multa a tale Pietro NAPPA. Chiude la conversazione e dopo un po’ telefona a un tale Pietro, gli parla della multa che gli hanno fatto, si tratta di un limite di velocità a Brancaleone, l’importo e di quattrocento ottanta euro. Si ferma e scende.--\

Cade la linea.--\

Fine della conversazione.--\

Nel corso di questo progressivo MANDALARI Carmelo, incontrava nei pressi della propria

abitazione, …abitiamo qua…, LANUCARA Antonia nata a Reggio Calabria in data 04.10.1941, ivi residente in via Pio XI Diramazione De Domenico nr. 291, candidata (capo lista) al Consiglio Comunale di Reggio Calabria nelle liste del PD, che lo informava di tale circostanza, Si dice che sono la capolista del PD al Comune!, diceva al MANDALARI di averlo cercato, Io non sapevo dove trovarvi, e lo invitava ad andare a trovarla a casa, Comunque ora devo portare il bambino dal medico, se poi siete così gentile, se mi suonate e poi…(inc. a causa di voci accavallate)… Verso le tre e mezzo.

Motivo dell’incontro era sia la richiesta di procacciamento di voti, E lo so, allora guardate, l’unica cosa è questa, se siete impegnato…più amici di prima, se non siete impegnato e mi potete dare qualche voto…, ma soprattutto la necessita della donna di affiggere i suoi manifesti elettorali in quella zona, atteso che ai suoi sostenitori incaricati di svolgere quel compito, era stato impedito dai proprietari o frequentatori di un bar, Poi guardate c’è un’altra cosa, questi del bar…questi del bar non gli hanno fatto attaccare i manifesti! …, che avevano motivato il diniego imposto dicendo che in quella zona era possibile affiggere solamente quelli del candidato PLUTINO, …gli hanno detto no, qua c’è PLUTINO! E che significa…

MANDALARI pertanto chiedeva alla donna perché non si fosse rivolta a lui, E perché non siete venuta a dirmelo a me?, e di conseguenza la stessa gli diceva che lei era in cerca di qualcuno che potesse svolgere quel compito, Ma io vi cercavo, vi cercavo, ora c’è quello che sta attaccando i manifesti…erano due…uno è senza macchina, e, io sto cercando a qualcuno che lo aiuti, ed è Mimmo questo qua sotto che me li attaccava, avete capito, se venite poi ve lo dico.

Il tenore della conversazione non lasciava dubbi quindi sulle modalità mafiose con le quali era effettuata la campagna elettorale in favore del PLUTINO da parte dei suoi sostenitori, infatti significativi in tal senso apparivano gli esiti degli accertamenti esperiti in ordine alla individuazione dei soggetti che avevano impedito l’affissione dei manifesti della LANUCARA, che come si vedrà erano certamente legati a CONDEMI Domenico e di conseguenza al candidato PLUTINO.

Come accennato in premessa l’incontro tra MANDALARI Carmelo e LANUCARA Antonia

Page 124: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 124

era avvenuto nei pressi dell’abitazione dei due, infatti entrambi sono residenti in via Pio XI Diramazione De Domenico, era infatti il MANDALARI con la sua affermazione, …abitiamo qua…, a dare una prima indicazione del luogo dell’incontro, successivamente certificato anche dal sistema di localizzazione satellitare installato a bordo della sua autovettura oggetto di attenzione investigativa.

… OMISSIS … Un’altra affermazione captata nel corso del dialogo permetteva di comprendere che il bar cui la

donna aveva fatto riferimento era situato nelle vicinanze, questi del bar…questi del bar non gli hanno fatto attaccare i manifesti!, pertanto appariva evidente che l’esercizio pubblico in questione era necessariamente da individuare nell’unico bar esistente nei pressi della via Pio XI Diramazione De Domenico dove i due stavano intrattenendo la conversazione, ovvero il “Bar Settimo Cielo”, sito in via Pio XI nr. 184 (Allegato nr. 08) che dai successivi accertamenti esperiti è risultato essere di proprietà di STELLITANO Antonio nato a Melito Porto Salvo in data 06.02.1980, residente a Reggio Calabria in via Boschicello nr. 16, cognato, per averne spostato la sorella Santina, di quel QUARTUCCIO Diego (nato a Reggio Calabria in data 27.03.1980, ivi residente in via Pio XI diramazione Gullì nr. 34, nipote di QUARTUCCIO Vincenzo (nato a Reggio Calabria in data 02.12.1965, condannato in passato per associazione mafiosa in qualità di esponente della consorteria CARIDI,(Operazione Wood) genero dello storico capo cosca di San Giorgio Pepè CARIDI e pertanto cugino acquisito dei fratelli CARIDI Antonino, Bruno, Santo e Leo, tratto in arresto in data 29.10.2010 in esecuzione dell’OCCC nr. 259/06, 5702/09 RG GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC, per il reati di associazione mafiosa (cosca LIBRI CARIDI), estorsione e fittizia intestazione di beni), che nel corso del progressivo nr. 1950 in precedenza riportato, registrato sull’utenza radiomobile in uso a CONDEMI Domenico, veniva da questi contattato per sapere in quale sezione avrebbe votato suo zio RODA’ Antonino inteso “Ninì Barà”, circostanza questa che testimoniava come anche il QUARTUCCIO dovesse essere considerato persona vicina al CONDEMI, per conto del quale era impegnato in favore del PLUTINO.

Altrettanto significativa in ordine al legame esistente tra i “sostenitori” del candidato PLUTINO Giuseppe ed il titolare del Bar Settimo Cielo, STELLITANO Antonio, appariva il fatto che il medesimo, oltre ad essere stato sottoposto a numerosi controlli di polizia mentre si trovava in compagnia del citato QUARTUCCIO Diego, in data 25.01.2010 fosse stato sottoposto a controllo di polizia in questa via Pio XI, mentre si trovava in compagnia di RODA’ Giovanni (RC 01.06.1977), e di CONDEMI Giuseppe nato a Condofuri in data 10.02.1948, padre di CONDEMI Domenico.

I fatti oggetto della sopra riportata conversazione avevano una definitiva conferma in un successivo progressivo registrato a bordo della medesima autovettura.

Conversazione del 28 Aprile 2011, ore 19:30 progressivo nr. 709

A bordo dell’auto Fiat 500 targata DS*451*RW di MANDALARI Carmelo Persone presenti MANDALARI Carmelo e CILIONE Romilda (fidanzata)

Veicolo in movimento, a bordo MANDALARI Carmelo con la fidanzata CILIONE Romilda, musica, inizialmente Carmelo elenca alla ragazza le persone che vanno assieme a loro giorno primo Maggio, poi conversano del tipo di carne che devono farsi cucinare…--\

MANDALARI: …Domani mattina alle cinque vado e gli attacco questi manifesti…--\

CILIONE: …(Inc.)…--\

MANDALARI: …con mio fratello Roberto, e, gli regalo venti euro al ragazzo, certo che vado e glieli attacco ma non con tutti quelli!--\

CILIONE: Ma di chi sono?--\

MANDALARI: Della signora LANUCARA, quella che abita la dietro…quella sotto di Catia…--\

CILIONE: …(Inc.)…--\

MANDALARI: Cinquanta euro, ma cinquanta euro...per i prossimi gli chiede cento, gli ho detto io signora che mi dovete dare…no dice Carmelo che c’entra…--\

Page 125: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 125

CILIONE: …(Inc.)…--\

MANDALARI: …no, perché mi aveva chiesto se glieli attaccavo, siccome poi loro a San Giorgio non glieli facevano attaccare…--\

CILIONE: Me l’hai detto!--\

MANDALARI: …eh, gli ho detto datemeli a me che ve li attacco io, per attaccarglieli là, San Giorgio…San Giorgio mi prendevo soldi?…(inc. a causa di interferenze)…--\

CILIONE: Quando vai ora?--\

MANDALARI: Domani mattina presto, alle sei.--\

CILIONE: E la colla chi te la da?--\

MANDALARI: Ce l’ho, l’ho comprata già, le chiedo cinquanta euro, me li deve dare la signora.--\

CILIONE: Certo, pure per la colla, non è che ti sei preso altro.--\

MANDALARI: No, ho comprato la colla…Romi ho comprato la colla, ho comprato il secchio, ho comprato il pennello…--\

CILIONE: Ma non ti sono rimasti soldi puliti!--\

MANDALARI: No, ancora non me li ha dati i soldi, li ho anticipati tutti io, ho comprato tutte queste cose…(inc. a causa di interferenze di linea)…--\

CILIONE: …(Inc. a causa di interferenze di linea)…--\

Cade la linea.--\

Fine della conversazione.--\

Il progressivo sopra riportato permetteva quindi di accertare che vi era stato un successivo incontro con la candidata LANUCARA Antonia, nel corso del quale MANDALARI Carmelo aveva assunto l’impegno di affiggere i manifesti elettorali della stessa, il giovane raccontava infatti alla sua fidanzata …Domani mattina alle cinque vado e gli attacco questi manifesti……con mio fratello Roberto, e, gli regalo venti euro al ragazzo, certo che vado e glieli attacco ma non con tutti quelli!... Della signora LANUCARA, quella che abita la dietro…quella sotto di Catia…aggiungendo il motivo per cui era necessario che quel compito lo svolgesse lui, …no, perché mi aveva chiesto se glieli attaccavo, siccome poi loro a San Giorgio non glieli facevano attaccare… ovvero che terze persone, avevano impedito alla donna l’affissione.

Se, dunque, la LANUCARA riesce a fare propaganda in quanto il MANDALARI Carmelo si presta

a tal fine, non passa inosservato il commento del predetto, che chiosa la situazione del quartiere San

Giorgio, quello in cui dominano i CARIDI, come segue:

…no, perché mi aveva chiesto se glieli attaccavo, siccome poi loro a San Giorgio non glieli

facevano attaccare…

Che, ancora una volta, dietro questa manifestazione intimidatoria vi fosse CONDEMI Domenico, lo

si comprende dalla successiva conversazione, in cui il predetto intimava ai suoi uomini di non far

toccare i manifesti da alcuno, essendo quelli gli ultimi giorni di campagna elettorale, reputati

decisivi.

Che tale attività fosse posta in essere da CONDEMI Domenico per mezzo anche dei suoi

accoliti veniva dimostrato dal contenuto di una breve conversazione registrata a bordo dell’autovettura

Page 126: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 126

Fiat Panda in uso al medesimo. Conversazione del 13 Maggio 2011, ore 19:25 progressivo nr. 54

A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM*804*LN di CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico, Giandomenico e uomo non identificati

…Veicolo in movimento, fruscii e rumori dovuti ai finestrini aperti, a bordo CONDEMI Domenico, alle ore 19:31:30 si ferma e chiede a un gruppo di persone se si vedono in segreteria, quindi si avvicina un tale Giandomenico con il quale CONDEMI conversa…--\

DOMENICO: Giandomenico allora?--\

GIANDOMENICO: Tutto apposto.--\

DOMENICO: Vedi quei cosi…che non li tocchi nessuno, perché ora sono gli ultimi giorni, e questi due giorni…--\

…A questo punto della conversazione CONDEMI chiede ad un uomo che è in lontananza che fine ha fatto, quindi gli chiede per i voti e se passa dalla segreteria, poi avvia immediatamente la marcia. Dopo poco si ferma nuovamente e scende.--\

Cade la linea.--\

Fine della conversazione.--\

Chiaro appariva in questo caso che l’invito rivolto da CONDEMI Domenico ai suoi

interlocutori, di non far toccare nulla a nessuno avesse ad oggetto proprio i manifesti elettorali, in quanto essendo ormai nelle immediatezze dello svolgimento delle operazioni elettorali era opportuno che i manifesti rimanessero ben visibili e non fossero coperti o staccati da altri, Vedi quei cosi…che non li tocchi nessuno, perché ora sono gli ultimi giorni, e questi due giorni…

Che all’interno del quartiere San Giorgio PLUTINO Giuseppe vantasse “solide” basi elettorali era ulteriormente dimostrato da una successiva conversazione registrata a bordo dell’autovettura Fiat 500 di MANDALARI Carmelo.

Conversazione del 14 Maggio 2011, ore 17:44 progressivo nr. 970 A bordo dell’auto Fiat 500 targata DS*451*RW di MANDALARI Carmelo

Persone presenti MANDALARI Carmelo, CILIONE Romilda e Domenico (Mico) non identificato

Veicolo in movimento, a bordo MANDALARI Carmelo con la fidanzata CILIONE Romilda, alle ore 17:47:15 si fermano e scendono. Alle ore 17:52:52 MANDALARI sale a bordo da solo e riavvia la marcia, telefona a un tale compare Pietro al quale dice che è andato là e gliel’ha pagati, quindi gli chiede di fargliene mandare quindici. Autoradio in funzione, MANDALARI parla al cellulare con un tale Mico, conversazione varia. Alle ore 18:09:22 MANDALARI si ferma e chiede a un tale Giulio di andare con lui, poi chiede a un tale Mico come sono, Mico si avvicina, Carmelo gli chiede come sta andando per FALCOMATA’, Mico gi risponde che sembra sta andando bene e pensa che ce la faccia, quindi chiede a MANDALARI se a San Giorgio gli stanno dando una mano. Carmelo gli risponde che se non se lo giocano a San Giorgio non c’è niente per nessuno, solo per PLUTINO! Poi Carmelo gli chiede se Sebi VECCHIO sale secondo lui, Mico gli risponde che solo con i voti di San Sperato sale, prenderà solo là mille e cento voti, MANDALARI a tal proposito afferma che anche a San Salvatore portano a Sebi VECCHIO. A questo punto MANDALARI Carmelo avvia la marcia e immediatamente dopo si ferma e scende. --\

Cade la linea.--\

Fine della conversazione.--\

Nel corso del dialogo sopra riportato MANDALARI Carmelo incontrava un suo amico di nome Mico che gli chiedeva l’andamento della campagna elettorale in ordine alle allora imminenti consultazioni amministrative, quindi chiede a MANDALARI se a San Giorgio gli stanno dando

Page 127: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 127

una mano ed in tale circostanza lo stesso affermava lapidariamente che a San Giorgio non c’era possibilità alcuna per altri candidati ad eccezione del PLUTINO, Carmelo gli risponde che se non se lo giocano a San Giorgio non c’è niente per nessuno, solo per PLUTINO!

Che il controllo del territorio di competenza da parte della cosca fosse serrato in periodo elettorale

si coglie dalla conversazione che precede, in cui il solito MANDALARI Carmelo ad un tale Mico

che, interrogato dal primo sull’andamento della campagna elettorale del FALCOMATÀ, gli chiede

se a San Giorgio gli stanno dando una mano, risponde, inequivocabilmente, che se non se lo

giocano a San Giorgio non c’è niente per nessuno, solo per PLUTINO!

Espressione, questa, che non ammette lettura alternativa a quella secondo cui è asfissiante il

controllo dell’elettorato del quartiere San Giorgio da parte della cosca CARIDI, ovviamente in

favore del PLUTINO, al di là del quale non c’è niente per nessuno.

Il quartiere – insomma – “risponde”, “deve rispondere” alla chiamata elettorale solo per PLUTINO.

Il quale vanta pure significativi contatti telefonici con ROSMINI Diego, attinto dall’ordinanza

custodiale Alta Tensione, quale esponente della cosca ROSMINI, il cui legame con i CARIDI,

nella spartizione del controllo della parte meridionale della città, è stato sviscerato proprio nel citato

provvedimento custodiale.

Dopo avere riportato i progressivi dal cui tenore era facilmente desumibile con quali metodi

fosse stata effettuata la campagna elettorale in favore di PLUTINO Giuseppe, appare utile precisare che nell’ambito del procedimento penale nr. 259/06 RGNR DDA, ed in particolare nel corso del servizio di intercettazione telefonica dell’utenza radiomobile in uso a ROSMINI Diego nato a Reggio Calabria in data 25.06.1972, ivi residente in via Pio XI nr. 297, esponente di vertice della omonima consorteria attiva nei quartieri Modena San Giorgio Ciccarello, tratto in arresto da questo Ufficio in data 28.10.2010 in esecuzione dell’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere nr. 259/06 RGNR DDA, 5792/09 R.GIP. e nr. 119/09 ROCCC, per il reato di associazione mafiosa, erano stati registrati contatti telefonici intercorsi tra il prevenuto e PLUTINO Giuseppe, dei quali si riporta il contenuto riassuntivo, che facevano risaltare come l’uomo politico fosse in rapporti anche con l’esponente di vertice di quella consorteria mafiosa.

(338/6375896) P.P. 1685/07 RGNR DDA Nr. 528/09 RIT Server N°:00000217 MCR00217

Session N°:00000246 ROSMINI Diego

RegistrOra registrazione Durata Tipo Importa Direzion Interlocutore .

2624 01/04/09 15.03.29 00.01.39 Voce Entrante +393275798843

Impegno.-\

2626 01/04/09 15.05.33 00.00.00 SMS Entrante +393275798843

SMS Ho chiamato alle 15:03 del 01/04/09. Informazione gratuita del servizio CHIAMAMI di Vodafone.

2627 01/04/09 15.05.54 00.01.00 Voce Entrante +393275798843

Page 128: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 128

Sunto Pino PLUTINO chiama Diego ROSMINI si vedono al negozio più tardi.-\

5835 04/05/09 18.01.16 00.00.41 Voce Entrante +393275798843

Sunto Pino PLUTINO chiama Diego ROSMINI che dice che è in Sicilia si vedono tra poco in segreteria.-\

5845 04/05/09 19.23.54 00.00.32 Voce Uscente +393275798843

Sunto Diego ROSMINI chiama Pino PLUTINO per vedersi domani mattina al negozio.-\

Ancora a rafforzare ulteriormente il radicamento di PLUTINO Giuseppe all’interno del

territorio urbano del quartiere San Giorgio giova qui riferire che questi nel corso dell’ultima campagna elettorale ha stabilito una delle sue segreterie politiche in un edificio sito a Reggio Calabria alla via Pio XI Diramazione Gullì nr. 24, via che ricade all’interno del territorio di influenza delle cosche mafiose ROSMINI e LIBRI CARIDI.

Dopo avere riferito a codesta A.G. dei soggetti che nel corso della compagna elettorale hanno fornito il loro determinate contributo al candidato PLUTINO Giuseppe; delle aspettative palesate da alcuni di questi in ordine al posizionamento di quest’ultimo nella graduatoria degli eletti, interesse chiaramente dettato dalla conseguente possibile assegnazione di un assessorato e delle modalità di esecuzione della campagna elettorale, significativo appare evidenziare l’esito degli accertamenti esperiti da questo Ufficio, in ordine al numero di preferenze raccolte dal candidato PLUTINO Giuseppe nel corso delle ultime consultazioni politiche, accertamento esperito tramite acquisizione dei dati definitivi delle ultime elezioni politiche dal sito della RECASI, società mista appartenente al Comune di Reggio Calabria, che ha curato tale servizio per conto dell’Ente.

Le risultanze di tale approfondimento dimostreranno come il quartiere San Giorgio e zone limitrofe abbiano costituito una vera e propria roccaforte per il candidato PLUTINO Giuseppe.

Infatti l’esito di tale attività ha evidenziato che PLUTINO Giuseppe candidato alla carica di Consigliere Comunale del Comune di Reggio Calabria per la lista nr. 9 PDL ha ottenuto in totale nr. 1058 voti di preferenza.

Lo stesso nelle sezioni nr. 36 Borgata Giardini, nr. 38 Marconi, nr. 40 Rione Ceci, nr. 53 San Giorgio Extra I, nr. 122 Petrillina, nr. 125 Seminario Pontificio, nr. 141 Pio XI, nr. 145 Pio XI Calvario, nr. 186 San Giorgio Extra II e nr. 208 Europa, costituenti il seggio elettorale ubicato presso le Scuole Elementari Ceravolo di viale Europa che per come si evince dalla denominazione delle stesse copre tutta l’area ricadente all’interno dei quartieri comunemente indicati come San Giorgio Boschicello, Rione Marconi e viale Europa sui quali esprimono la loro opprimente egemonia mafiosa le cosche CARIDI e ROSMINI, ha ottenuto un totale di nr. 263 preferenze ovvero ben un quarto dei voti totali ottenuti.

Tale dato appare maggiormente indicativo se rapportato ai risultati ottenuti presso il medesimo seggio elettorale dagli altri consiglieri comunali eletti nella medesima lista (PDL) del PLUTINO e dai primi eletti della lista Scopelliti Presidente.

Al fine di meglio evidenziare quanto sopra espresso si riporta la tabella riassuntiva.

Se dalle conversazioni del MANDALARI Carmelo si era colto come il controllo del territorio di

competenza da parte della cosca fosse ferreo ed univocamente direzionato in favore del PLUTINO,

l’elemento emergente dalle conversazioni intercettate ha ricevuto un significativo momento di

convalida nei dati della competizione elettorale, che evidenziano come – guarda caso – il quartiere

di San Giorgio e le zone ad esso limitrofe abbiano costituito la vera e propria roccaforte del

PLUTINO. Parimenti significativo, nell’ottica investigativa, il numero di voti da costui raccolti

presso le sezioni del plesso scolastico TELESIO di Via Modena o al FERMI, nelle quali esercitano

Page 129: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 129

il diritto di voto gli appartenenti alla comunità Rom che risiede in Ciccarello e presso

l’accampamento della ex Polveriera. 64 sono le preferenze – in questo caso – raccolte dal

PLUTINO ed esse evidenziano come l’obiettivo prefissato da CONDEMI, quello di ottenere

almeno 40 voti dagli zingari (progressivo 1632), fosse stato ampiamente raggiunto.

Il dato si riverbera sui profili associativi emersi nell’indagine.

Di seguito la tabella stilata dalla P. G. esplicativa dell’assunto.

CANDIDATO LISTA NR. 9 PDL

SEZ 36

SEZ 38

SEZ 40

SEZ 53

SEZ 122

SEZ 125

SEZ 141

SEZ 145

SEZ 186

SEZ 208 TOT. VOTI SEZIONI CERAVOLO

TOT. VOTI

PLUTINO G. 8 15 3 44 42 20 18 44 52 17 263 1058 VECCHIO S. 17 9 2 13 16 9 7 7 9 3 92 1964 ERACLINI G. 1 43 28 9 13 12 10 0 8 15 139 853 FALCOMATA 1 6 8 5 0 5 2 4 13 6 40 917 PIZZIMENTI 0 1 2 3 9 20 8 4 5 2 54 1008 ROMEO D. 3 1 3 13 10 1 5 3 1 10 50 1453 SCARFONE B 3 2 2 1 17 9 7 7 13 8 69 910 MINASI C. 12 4 4 7 6 4 4 8 1 8 58 1095 BERNA D. 4 3 3 4 6 4 4 3 14 4 49 1077 CANDIDATO LISTA NR.8 SCOPELLITI PRESIDENTE

SEZ 36

SEZ 38

SEZ 40

SEZ 53

SEZ 122

SEZ 125

SEZ 141

SEZ 145

SEZ 186

SEZ 208 TOT. VOTI SEZIONI CERAVOLO

TOT. VOTI

MORISANI P. 3 7 2 4 11 2 2 2 4 6 43 1109 ANGHELONE 6 4 7 11 9 5 3 10 8 7 70 1042 RASO M. 5 3 0 2 9 3 1 0 3 2 28 994

Altrettanto significativo appare qui riferire in ordine alle preferenze ottenute dal PLUTINO alle sezioni nr. 54 Modena I, nr. 129 Modena Case Popolari, nr. 138 Modena II, nr. 142 Modena Case UNRRA, nr. 153 Modena Ciccarello e nr. 195 Ciccarello III, costituenti il seggio elettorale ubicato presso il Plesso Scolastico Telesio di via Modena, nonché quelle ottenute alle sezioni nr. 37 Ciccarello I, nr. 161 E. Fermi, nr. 185 Ciccarello II e nr. 217 Ferruccio, costituenti il seggio elettorale ubicato presso l’Istituto Professione Fermi di via Sbarre Superiori Diramazione Laboccetta, costituenti le sezioni dove sono rintracciabili i voti di preferenza espressi dagli appartenenti alla comunità ROM stabilitasi presso le case Popolari di via Ciccarello e presso l’accampamento della Polveriera di via Ciccarello, nelle quali PLUTINO Giuseppe ha ottenuto un totale di nr. 64 preferenze, quindi in linea con la previsione di CONDEMI Domenico circa il minimo di voti da ottenere dai ROM di cui al progressivo nr. 1632 in precedenza riportato. (Allegato nr. 09)

Infatti quest’ultimo nel fare una previsione in ordine alle preferenze da ottenere dai ROM preventivava di ottenerne almeno 40, Almeno dagli zingari dobbiamo prendere una quarantina di voti.

Tale ultima circostanza rappresenta una prima conferma del predominio esercitato dagli appartenenti alla cosca CARIDI, sui membri della criminalità comune che agisce nel quartiere Modena Ciccarello, costituita in larga parte da cittadini di etnia ROM, circostanza questa emersa nel corso dell’espletamento dei servizi di intercettazione telefonica ed ambientale attivati sull’utenza radiomobile ed a bordo dell’autovettura in uso proprio a CONDEMI Domenico, che verrà in dettaglio illustrata nel corso della trattazione dei profili associativi emersi nel corso dell’attività di indagine esperita.

5.2 GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALL’ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO: L’APPOGGIO DEL

CONSIGLIERE COMUNALE GIUSEPPE PLUTINO DOPO LA COMPETIZIONE ELETTORALE.

Se, sinora, si è avuto modo di cogliere i dati indiziari che consentono di ritenere acclarato il

contributo fattivo degli indagati di cui al capo A) in favore del PLUTINO, con la speciale posizione

assunta dal CONDEMI Domenico, la parte della richiesta che, di seguito, si riporta chiarisce, con

Page 130: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 130

pari efficacia, l’apporto del PLUTINO al fine di soddisfare le pretese dei suoi grandi elettori, primo

tra tutti il citato CONDEMI Domenico.

Così, quindi, il P. M.:

§ - b) L’appoggio del PLUTINO successivo alla competizione elettorale

Nella prima parte della trattazione si è evidenziato come il PLUTINO, a fronte dell’impegno

elettorale prestato in suo favore da parte del CONDEMI, si sia concretamente impegnato nel

soddisfacimento delle pretese di quest’ultimo, tanto da rendersi personalmente responsabile, in

concorso con lo stesso CONDEMI, di un’attività estorsiva ai danni del consigliere regionale

Giovanni NUCERA per garantire un impiego ritenuto soddisfacente a CUZZOLA Maria, nipote di

BORGHETTO Eugenio.

Nel prosieguo, si avrà modo di illustrare il fattivo impegno del PLUTINO a beneficio degli interessi

del gruppo d’appartenenza anche a seguito della competizione elettorale comunale che lo vedeva

eletto in virtù dell’appoggio decisivo dei suoi sodali per come ampiamente illustrato nel precedente

paragrafo.

Si riporta a tal proposito il contenuto di una seconda inf.va della Sq.Mobile del 23.9.11, nella parte

d’interesse:

“ Una prima serie di conversazioni che di seguito verranno riportate oltre ad evidenziare l’esistenza di quel forte vincolo che lega i personaggi oggetto dell’attuale approfondimento investigativo, dimostreranno ulteriormente come PLUTINO Giuseppe, anche in ragione del decisivo apporto ottenuto in occasione delle ultime consultazioni elettorali, costituisca per gli stessi valido punto di riferimento per le risoluzione di varie problematiche. Esplicative in tal senso si dimostrano infatti una serie di conversazioni registrate sull’utenza radiomobile in uso a ROTTA Vincenzo. Infatti questi in data 06 settembre u.s. veniva contattato telefonicamente da CALDERAZZO Rosario.

Conversazione del 06 Settembre 2011, ore 10:02 progressivo nr. 1986 Utenza chiamante: 3920332446 in uso a CALDERAZZO Rosario

Utenza chiamata 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Interlocutori: ROTTA Vincenzo e CALDERAZZO Rosario

ROTTA: Pronto.--\

CALDERAZZO: Compare Vincenzo buongiorno.--\

ROTTA: Ciao.--\

CALDERAZZO: Gliel’avete portate quelle cose?--\

ROTTA: Eh… ancora a casa ce l’ho, in giornata le porto, è urgente?--\

CALDERAZZO: E’ una cosa… siccome avevamo parlato, è una cosa che mi poteva favorire lui, avete capito?--\

ROTTA: E ora, ora …(inc.)… io sono a casa da me che sto aggiustando il pozzetto, come finisco…--\

CALDERAZZO: Va bene.--\

ROTTA: Va bene?--\

CALDERAZZO: Tutto a posto?--\

ROTTA: Tutto a posto si.--\

CALDERAZZO: Va bene dai.--\

ROTTA: Entro… entro mezzo… entro mezzogiorno, l’una glielo do.--\

Page 131: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 131

CALDERAZZO: Fatemi questo favore, va bene? Ciao compare Vincenzo.--\

ROTTA: Male che vada entro… pensi che faccio passare dieci giorni? Va bene?--\

CALDERAZZO: No, io vi ho chiamato, siccome lui mi aveva detto di fargliela avere entro lunedì, avete capito?--\

ROTTA: E va bene, ma entro io… male che vada all’ora di pranzo glielo porto, male che vada.--\

CALDERAZZO: Va bene dai. --\

ROTTA: Va bene?--\

CALDERAZZO: Ci sentiamo dopo, ciao compare Vincenzo vi saluto.--\

ROTTA: Ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Nel corso di questo primo progressivo CALDERAZZO Rosario chiedeva a ROTTA Vincenzo

di consegnare, in giornata qualcosa, Gliel’avete portate quelle cose? che era in suo possesso, Eh… ancora a casa ce l’ho, in giornata le porto, è urgente?, verosimilmente una non meglio indicata documentazione, che doveva essere consegnata ad una terza persona, con la quale il CALDERAZZO aveva già preso accordi e che gli aveva assicurato il proprio appoggio, E’ una cosa… siccome avevamo parlato, è una cosa che mi poteva favorire lui, avete capito?... No, io vi ho chiamato, siccome lui mi aveva detto di fargliela avere entro lunedì, avete capito?,il ROTTA tranquillizzava il suo interlocutore, dicendogli che nel corso della mattinata avrebbe provveduto effettuando la consegna al più tardi all’ora di pranzo, E va bene, ma entro io… male che vada all’ora di pranzo glielo porto, male che vada. Trascorse alcune ore era il ROTTA a chiamare CALDERAZZO Rosario.

Conversazione del 06 Settembre 2011, ore 12:06 progressivo nr. 1988 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo

Utenza chiamata: 3920332446 in uso a CALDERAZZO Rosario Interlocutori: ROTTA Vincenzo e CALDERAZZO Rosario

CALDERAZZO: Pronto.--\

ROTTA: Pronto.--\

CALDERAZZO: Compare Vincenzo, ditemi tutto.--\

ROTTA: Ah, vedi che stamattina lui è impegnato al Comune, va bene? Se riesce a venire a casa per… per l’una e mezza, io vado a casa, perché mi diceva… va bene?--\

CALDERAZZO: Va bene, vi saluto.--\

ROTTA: Io cerco, cerco di trovare il modo per consegnarglielo.--\

CALDERAZZO: Vi saluto, grazie compare Vincenzo.--\

ROTTA: Va bene?--\

CALDERAZZO: Vi saluto, Grazie.--\

ROTTA: Ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Nel corso del dialogo ROTTA Vincenzo informava CALDERAZZO Rosario che la persona che avrebbe dovuto ricevere il materiale quella mattina era impegnato al Comune e che pertanto avrebbe provveduto alla consegna per l’ora di pranzo, Ah, vedi che stamattina lui è

Page 132: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 132

impegnato al Comune, va bene? Se riesce a venire a casa per… per l’una e mezza, io vado a casa, perché mi diceva… va bene?... Io cerco, cerco di trovare il modo per consegnarglielo. Due successive conversazioni chiarivano chi fosse la persona che aveva promesso il suo appoggio a CALDERAZZO Rosario.

Conversazione del 06 Settembre 2011, ore 14:07 progressivo nr. 1990 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Utenza chiamata: 328.5318632 in uso a PLUTINO Giuseppe

Interlocutori: ROTTA Vincenzo e PLUTINO Giuseppe

PLUTINO: Pronto.--\

ROTTA: Pino, Enzo ROTTA sono.--\

PLUTINO: Quanti punti ti hanno dato?--\

ROTTA: Ah undici, a casa sei?--\

PLUTINO: Lo sapevo io, lo sapevo.--\

ROTTA: A casa sei?--\

PLUTINO: Si a casa sono.--\

ROTTA: E va bene, ora vengo.--\

PLUTINO: Ciao, ciao.--\

ROTTA: Ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Infatti nel corso del progressivo sopra riportato registrato alla ore 14,07 ROTTA Vincenzo telefonava a PLUTINO Giuseppe fissando un incontro presso l’abitazione di questi, A casa sei?... E va bene, ora vengo.

Dopo tale incontro lo stesso ROTTA alle 14,44 telefonava a CALDERAZZO Rosario. Conversazione del 06 Settembre 2011, ore 14:44 progressivo nr. 1992

Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Utenza chiamata: 3920332446 in uso a CALDERAZZO Rosario

Interlocutori: ROTTA Vincenzo e CALDERAZZO Rosario

CALDERAZZO: Pronto.--\

ROTTA: Pronto.--\

CALDERAZZO: Compare Vincenzo.--\

ROTTA Ora vengo da casa sua, gliel’ho dato, tutto a posto.--\

CALDERAZZO: Grazie di tutto compare Vincenzo, vi ringrazio.--\

ROTTA: Ma di che cosa, ciao.--\

CALDERAZZO: Vi saluto, grazie.--\

ROTTA: Ciao.--\

Fine della conversazione.--\

Il contenuto del progressivo sopra riportato chiariva con certezza che era PLUTINO Giuseppe

che aveva assicurato a CALDERAZZO Rosario il proprio intervento finalizzato a favorire la

Page 133: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 133

risoluzione della non meglio indicata problematica di suo interesse, circostanza questa che dimostra ulteriormente come l’uomo politico sia considerato un solido punto di riferimento dagli altri associati.

Il susseguirsi dei dialoghi evidenzia come CALDERAZZO Rosario debba far pervenire della

documentazione ad un terzo, testualmente in quanto “è una cosa che mi poteva favorire”. E, a tal

fine, egli si rivolge a Compare Vincenzo, ovvero il ROTTA, che si impegna a farla giungere al

destinatario, chiaramente identificabile per il PLUTINO. Che, alla fine, riceve il tutto dal ROTTA, il

quale ne dà comunicazione al CALDERAZZO: si conferma, dunque, in una fase successiva alla

competizione elettorale, come il PLUTINO Giuseppe rappresenti punto di riferimento per gli

associati e per le loro esigenze.

E, se si rammenta come le intercettazioni avessero palesato l’impegno del ROTTA e del figlio

Domenico per la ricerca di voti in favore del PLUTINO in quanto era loro aspettativa che questi

provvedesse ad individuare una sistemazione lavorativa per il ROTTA Domenico, le conversazioni

che si passeranno in rassegna fanno ben comprendere come l’uomo politico abbia portato a

compimento il suo impegno in favore dell’associato.

Da sottolineare, ove ancora dovesse reputarsi necessario, che il trait d’union è sempre il CONDEMI

Domenico, il quale passa dal ROTTA, che lo richiama all’osservanza del patto stretto con

PLUTINO: Gli ho detto io, digli a Pino “per quel fatto di mio figlio” gli ho detto io, si, non ti

preoccupare mi ha detto, anzi, l’altra sera mi ha detto che come vede che non mantiene

l’impegno lo prendo a schiaffi mi ha detto, eh, gli ho detto di fare le cose per bene non a schiaffi,

e poi di mandarmi a qualcuno della Leonia per aggiustare là.

Apprezzabile, per inciso, anche la richiesta di mandargli a qualcuno della Leonia per aggiustare là:

insomma l’impiego di personale della Leonia, municipalizzata del Comune di Reggio, per una

qualche esigenza del ROTTA…

Ma analogamente alla vicenda sopra riferita, dal contenuto di ulteriori conversazioni registrate

risulta che PLUTINO Giuseppe, proprio in ragione dell’esistenza del forte vincolo che lo lega agli altri associati e degli impegni assunti in occasione della sua candidatura, è impegnato in prima persona nella ricerca di una occupazione lavorativa per ROTTA Domenico Giovanni nato a Reggio Calabria in data 07.02.1979, figlio di ROTTA Vincenzo.

Già in data 30 luglio u.s. quest’ultimo conversava al telefono con il figlio Domenico in ordine a tale eventualità.

Conversazione del 30 Luglio 2011, ore 20:53 progressivo nr. 1507 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo

Utenza chiamata: 328.6638227 in uso a ROTTA Domenico Giovanni Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)

Vincenzo telefona al figlio Domenico, inizialmente la conversazione è di tipo familiare.

Vincenzo: …oggi è passato Doddy.--\

Domenico: Eh?--\

Page 134: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 134

Vincenzo: Da me,uhm.--\

Domenico: Ho capito.--\

Vincenzo: Mi ha detto, te la sei messa quella cosa, che mi ha portato un… quel coso benedetto di Padre Pio.--\

Domenico: Eh.--\

Vincenzo: …(inc.)… mi ha detto, non parlare con nessuno che sono andato la e che ti ho portato questa cosa a te, gli ho detto io che non me la sono messa ancora perché è tutta nodi, nodi, e la devo sciogliere gli ho detto, ieri sera me l’hai data.--\

Domenico: …(ride)…--\

Vincenzo: Gli ho detto io, digli a Pino “per quel fatto di mio figlio” gli ho detto io, si, non ti preoccupare mi ha detto, anzi, l’altra sera mi ha detto che come vede che non mantiene l’impegno lo prendo a schiaffi mi ha detto, eh, gli ho detto di fare le cose per bene non a schiaffi, e poi di mandarmi a qualcuno della Leonia per aggiustare là.--\

Domenico: Ho capito.--\

Vincenzo: Va bene mi ha detto, hai capito?--\

Domenico: Va bene, e dai ci sentiamo più tardi.--\

Vincenzo: Ma vediamo che facciamo con Pino, prima che io parlo con Mimmo, che facciamo poi brutte figure?--\

Domenico: Va bene.--\

Vincenzo: Che dici tu?--\

Domenico: Speriamo.--\

Vincenzo: Va bene? Vediamo cosa ci dice adesso.--\

Domenico: Eh, va bene aspettiamo un altro po’.--\

Vincenzo: Tanto, due o tre giorni che cazzo cambia.--\

Domenico: No, non cambia niente.--\

Enzo saluta il figlio, gli dice che adesso andrà da Angelo, quando torna darà un po’ di cioccolata al cane.

Fine della conversazione.--\

Nel corso del progressivo ROTTA Vincenzo informava il figlio di avere incontrato Doddy (CONDEMI Domenico) e di avergli raccomandato di ricordare a Pino (PLUTINO) “il fatto di suo figlio”, Gli ho detto io, digli a Pino “per quel fatto di mio figlio” gli ho detto io, sollecitazione che era stata recepita dal CONDEMI che lo aveva tranquillizzato, si, non ti preoccupare mi ha detto, anzi, l’altra sera mi ha detto che come vede che non mantiene l’impegno lo prendo a schiaffi mi ha detto.

A distanza di pochi giorni era registrata un’altra conversazione di particolare interesse il cui tenore dimostrava come il PLUTINO, anche su sollecitazione di CONDEMI Domenico, si stesse adoperando per la sistemazione lavorativa di ROTTA Domenico Giovanni.

Conversazione del 04 Agosto 2011, ore 14:55 progressivo nr. 1559 Utenza chiamante: 328.6638227 in uso a ROTTA Domenico Giovanni

Utenza chiamata: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)

Domenico: Pronto?--\

Page 135: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 135

Vincenzo: Dimmi bello.--\

Domenico: Mi ha telefonato Pino.--\

Vincenzo: Chi?--\

Domenico: Pinuccio… Pino PLUTINO.--\

Vincenzo: Eh, uhm.--\

Domenico: Mi ha detto che… se sono interessato a un posto di lavoro a Rogliano, vicino Cosenza.--\

Vincenzo: E per fare che?--\

Domenico: Che ne so, dove ci sono gli extracomunitari, boh.--\

Vincenzo: Ma per fare che cosa, scusa.--\

Domenico: Non lo so, nei centri di prima accoglienza, dove ci sono gli extracomunitari, dove sbarcano gli immigrati penso, no.--\

Vincenzo: Ma devi dirgli che non puoi andare, dove cazzo devi andare.--\

Domenico: Mi ha detto, fammi sapere entro stasera alla sei, ma io… come faccio ad andarmene a Cosenza, boh.--\

Vincenzo: Ma come che cosa, come fisioterapista?--\

Domenico: No, no, nei centri… tipo di prima accoglienza, non so che fanno però.--\

Vincenzo: Ma cammina, la con quei quattro pazzi, per prenderti qualche coltellata, ma questo è ammalato, questo non si rende conto, ma per favore, devi dirgli non… che non puoi, io ho già mia moglie lontano, me ne vado lontano io.--\

Domenico: Eh.--\

Vincenzo: Io solo per Reggio devi dirgli, se trovo un lavoro, chiedigli quando ti chiama, ma con Antonio non hai parlato? Diglielo, devi dirgli ma la da Antonio che… come mi avevi promesso, non hai parlato? Ma dove devi andare Domenico la…(inc.)…--\

Domenico: No, ma io non gli ho detto no, perché volevo telefonarti a te, hai capito?--\

Vincenzo: Ma per qualche sei, settecento euro, non crederti.--\

Domenico: No, ha detto che lo stipendio era buono, però è lontano.--\

Vincenzo: Ma per …(inc.)… a Rogliano tu?--\

Domenico: Come fai… che faccio, non posso…--\

Vincenzo: Rogliano è sopra… sopra Cosenza cosa la, ma per favore, ci vogliono due ore per arrivare, con la strada libera.--\

Domenico: No, non vado, no di andare non andavo, non gli ho detto no perché…(inc.)…--\

Vincenzo: Devi dirgli, guarda, io a Reggio lo… lo devo trovare il posto di lavoro, perché non mi posso muovere, perché ho troppi impegni, già ho mia moglie che è fuori casa, qua va a finire che io… dobbiamo dare un nipotino ai miei genitori, cosi in questo modo che mi sono sposato a fare, devi dirgli ma… poi parli, devi dirgli, ma… con Antonio non hai parlato, che mi avevi, mi avevi, mi avevi promesso che mi prendeva lui, digli in questo modo.--\

Domenico: Va bene.--\

Vincenzo: Va bene? Trovagli una scusa elegantemente, devi dirgli… devi digli, già ho mia moglie a Catania, eh… i miei genitori dov’è che non so… mio padre è ammalato, se lo perdo o non lo perdo, lo posso vedere per dargli un nipotino, mia madre ha una certa età e non sta bene con la salute, devi dirgli, devi dirgli che tua

Page 136: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 136

madre è sola e non la puoi lasciare, devi dirgli, mia mamma è sola non la posso lasciare.--\

Domenico: Va bene.--\

Vincenzo: Io devo trovare, io devo trovare urgente, urgente, urgente il lavoro a Reggio, mi segui?--\

Domenico: Va bene.--\

Vincenzo: …(inc.)… con Antonio non avevi parlato e mi avevi promesso che io andavo a lavorare la, digli cosi.--\

Domenico: Va bene.--\

Vincenzo: Risoluto, non ti preoccupare, il Doddy ha detto che come lo vede ha detto che lo prende a schiaffi che gli ha promesso il posto la da Antonio, digli la cosa per bene, no, nel senso…--\

Domenico: Si, si, no…(inc.)…--\

Vincenzo: …(inc.)… tutto elegantemente, che tua mamma è sola, già fai sacrifici che hai… che vedi una volta a settimana tua moglie, io ho urgente bisogno devi dirgli, di trovare il posto di lavoro a Reggio, io vivo con mia mamma che è da sola, e mia mamma non è di buona salute devi dirgli, soffre di ernia al disco, non si può muovere, eh, mi segui nel discorso?--\

La conversazione tra padre e figlio prosegue con Enzo che spiega al figlio i problemi della madre che dovrà dire a Pino quando lo rivedrà.

Vincenzo: … io speravo che tu mi facevi lavorare da Antonio devi dirgli, come mi avevi detto, come mi avevi promesso…--\

Enzo dice al figlio che deve spiegare bene a Pino la situazione familiare che ha.

Vincenzo: … ma dove devi andare, tu devi trovare il lavoro a un metro da casa, che vadano a cagare il primo di lui, cerca di nascondersi dietro il dito lui, perché si vede che Doddy l’ha cazziato e adesso cerca di darsi da fare, altrimenti come “nesciva e chiari”, mi segui il discorso?--\

Domenico: Eh.--\

Vincenzo: Devi dirgli, io speravo che tu mi sistemassi da Antonio, devi dirgli, come mi avevi detto, va bene?--\

Domenico: Va bene.--\

Vincenzo: Tutto riso… tutto risoluto devi dirgli, io speravo che tu mi sistemassi da Antonio come mi avevi detto.--\

Domenico: Ora gi chiamo dai.--\

Vincenzo: Va bene? Chiamalo, se ti ha detto alle sei, chiamalo alle sei.--\

Continuando concordano a che ora chiamare Pino, Vincenzo ripete che deve dire che la madre sta poco bene di salute e non è andato a Catania dalla moglie a lavorare per questi problemi, dopo che Domenico chiamerà Pino si risentiranno, seguono saluti finali.

Fine della conversazione.--\

Infatti ROTTA Domenico telefonava al padre informandolo che poco prima lo aveva chiamato

PLUTINO Giuseppe, Mi ha telefonato Pino… Pinuccio… Pino PLUTINO, che gli aveva offerto la possibilità di essere assunto in un centro di accoglienza per extracomunitari a Rogliano in provincia di Cosenza, Mi ha detto che… se sono interessato a un posto di lavoro a Rogliano, vicino Cosenza… Non lo so, nei centri di prima accoglienza, dove ci sono gli extracomunitari, dove sbarcano gli immigrati penso, no, offerta che però non era gradita ai due ed infatti ROTTA Vincenzo invitava il figlio a rifiutare quella offerta ed a ricordare al PLUTINO una promessa fatta in

Page 137: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 137

precedenza, in relazione ad una sua assunzione presso tale Antonio, suggerendogli inoltre quello che avrebbe dovuto riferire al PLUTINO, Io solo per Reggio devi dirgli, se trovo un lavoro, chiedigli quando ti chiama, ma con Antonio non hai parlato? Diglielo, devi dirgli ma la da Antonio che… come mi avevi promesso, non hai parlato? Ma dove devi andare Domenico la…(inc.)… Devi dirgli, guarda, io a Reggio lo… lo devo trovare il posto di lavoro, perché non mi posso muovere, perché ho troppi impegni, già ho mia moglie che è fuori casa, qua va a finire che io… dobbiamo dare un nipotino ai miei genitori, cosi in questo modo che mi sono sposato a fare, devi dirgli ma… poi parli, devi dirgli, ma… con Antonio non hai parlato, che mi avevi, mi avevi, mi avevi promesso che mi prendeva lui, digli in questo modo… Io devo trovare, io devo trovare urgente, urgente, urgente il lavoro a Reggio, mi segui?... …(inc.)… con Antonio non avevi parlato e mi avevi promesso che io andavo a lavorare la, digli cosi.

Nel prosieguo del dialogo ROTTA Vincenzo invitava il figlio a discutere con il PLUTINO con piglio deciso, in quanto godevano dell’appoggio di Doddy, (CONDEMI Domenico), Risoluto, non ti preoccupare, il Doddy ha detto che come lo vede ha detto che lo prende a schiaffi che gli ha promesso il posto la da Antonio, digli la cosa per bene, no, nel senso… io speravo che tu mi facevi lavorare da Antonio devi dirgli, come mi avevi detto, come mi avevi promesso…

Infine i due interlocutori immaginavano che quest’ultima offerta di lavoro potesse essere dettata anche dalle sollecitazioni del CONDEMI, … ma dove devi andare, tu devi trovare il lavoro a un metro da casa, che vadano a cagare il primo di lui, cerca di nascondersi dietro il dito lui, perché si vede che Doddy l’ha cazziato e adesso cerca di darsi da fare, altrimenti come “nesciva e chiani”, mi segui il discorso?

A distanza di pochi minuti ROTTA Domenico telefonava nuovamente al padre. Conversazione del 04 Agosto 2011, ore 15:06 progressivo nr. 1560

Utenza chiamante: 328.6638227 in uso a ROTTA Domenico Giovanni Utenza chiamata: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo

Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)

Vincenzo: Pronto.--\

Domenico: Ehi, eh gli ho telefonato.--\

Vincenzo: Che ha detto?--\

Domenico: No, niente ha detto, io ti avevo chiamato cosi, lo so come erano le tue situazioni, dice, eh… gli ho detto il fatto di Antonio, ha detto lui, si quella è una cosa sempre valida, appena si può si sblocca…(inc.)…--\

Vincenzo: Le chiacchiere sue, ma glielo hai detto tu il fatto di tua mamma che…--\

Domenico: Si, si gliel’ho detto, si mi ha detto, si lo so pure che tua mamma non sta bene, lo so, gli ho detto il fatto pure di Catania, gli ho detto tutto, va bene, comunque cosi è.--\

Vincenzo: E lui per quale motivo ti ha proposto una cosa di queste?--\

Domenico: Ma perché si vede che gli è capitata al momento no, perché sa magari che ho urgenza di lavorare, dice può darsi che uno si arrangi, no?--\

Vincenzo: Ho capito si voleva scaricare…il fatto di Antonio, aveva ragione il Pazzo …--\

Domenico: …(sorride)…--\

Vincenzo: …se gli ha promesso che lo sistema da Antonio, ogni schiaffone mi ha detto, gli ho detto io, parla per bene non ci… non fare bordello, io non ho capito questo fatto di Antonio, Antonio mi è debitore, Antonio mi… gli ho fatto tanti favori, Antonio qua, Antonio la e in fin dei conti, questo ha diciotto dipendenti, perché non lo prende? Non lo so, sedici, diciotto, diciassette quant’è, io non voglio che toglie nessuno, non è giusto che sono padri di famiglia, ma dove sono otto, sono nove, non ho capito questo fatto, non li paga…--\

Domenico: Boh.--\

Page 138: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 138

Vincenzo: E non li paga, secondo me non li paga, per questo non prende a nessuno, eh, tutto è possibile, forse non li pagano.--\

Domenico: Si, può essere.--\

Vincenzo: Mah.--\

Domenico: Però, prima o poi glieli deve dare i soldi.--\

Vincenzo: Ma… pure che lo stipendio era buono, che pensi che più di mille euro ti davano la?--\

Domenico: Va bene a me non interessa, sono… io, io paga…--\

Vincenzo: Ma per favore, meglio che prendi settecento, ottocento qua.--\

Domenico: Certo, è normale.--\

Vincenzo: Ma per fare cosa, che ti davano, l’alloggio ti davano?--\

Domenico: No, ma non… non è possibile una situazione del genere.--\

Vincenzo: Ma sei ammalato, andavi la per prendere mille euro, e poi ne pagavi trecento di alloggio, ma per favore.--\

Domenico: Ma pure che mi davano l’alloggio…(inc.)…--\

Vincenzo: Ma pure che ti davano l’albergo e tutto spesato, non ti puoi muovere tu.--\

Domenico: …(inc.)…--\

Vincenzo: Tu, come sei combinato con tua mamma a casa, devi trovare un posto a Reggio.--\

Domenico: E’ normale.--\

Vincenzo: Com’è facciamo per trovarti un posto a Reggio, pure da ragioniere ti arrangi, lavori, basta che guadagni qualche po’ di lire e basta è finito il film.--\

Domenico: Certo a me…(inc.)…--\

Vincenzo: No, è inutile che ne parliamo, ormai non c’è niente più, i lavori sono appiattiti papà, nel tuo ramo c’è uno schifo generale che non paga nessuno, non paga nessuno, l’unica cosa che trovi una sistemazione degna, dignitosa.--\

Domenico: Ma basta che porto lo stipendio a casa, qual è il problema.--\

Vincenzo: Va bene, una sistemazione dignitosa in fin dei conti, che si…(inc.)…--\

Domenico: Ma si, quello che è, quello che posso fare io.--\

Vincenzo: Ma che cazzo, in fin dei conti ora qua, pare che… che colpa hai tu se… se sono degenerati questi governi, che colpa ne avete voi altri, ora vediamo papà, vedendo facendo, va bene?--\

Domenico: Ora qua…(inc.)…--\

Vincenzo: Io batto su Doddy, per da Antonio, eh, è passato quasi un anno, più di un anno.--\

Domenico: Certo.--\

Vincenzo: A Natale fa un anno…(inc.)…--\

Domenico: …(inc.)… lui mi ha detto che è una cosa sempre valida, però intanto…--\

Vincenzo: E la cosa è sempre valida, ma a questo qua… ora, ora è arrivato un miliardo, ci sono i soldi Mico, nel giornale stamattina hanno firmato GENTILE, MISITI e SCOPELLITI, sono arrivati un miliardo in Calabria, di euro, duemila miliardi.--\

Domenico: Ma comunque, ora, poi vediamo a settembre se succede qualcosa, se…(inc.)… vediamo.--\

Vincenzo: Ora vediamo papà, che ne so io, ora vediamo se Enzo riesce… a fissarmi una cosa.--\

Domenico: Va bene.--\

Page 139: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 139

Vincenzo: Io quando parlo con le persone, a me mi devono dire si e no, non vediamo, non facciamo e non diciamo, e chiuso il discorso, ci mettiamo ceci, fave e fagioli, se no, non apriamo nemmeno il discorso.--\

Domenico: E’ normale.--\

Vincenzo: Mi segui nel discorso?--\

Domenico: Certo.--\

Vincenzo: Perché qua onestamente, sai qual è il discorso, che ognuno si spaventa di avvicinarsi da una parte e dall’altra capisci, e ti trova scuse hai capito qual è il discorso?

Domenico: Ho capito.--\

Vincenzo: Poi se ne parla, va bene?--\

Domenico: Va bene.--\

Vincenzo: Ciao, che io sopra a Doddy batto x Antonio sempre, perché a me piace che vai la a fare il tuo mestiere.--\

Domenico: Ma si basta… io ho bisogno di lavorare, il tempo è passato.--\

Vincenzo: Ma se… se fai il tuo mestiere è meglio però.--\

Domenico: Ma si, quello che è, è.--\

Vincenzo: E non lo so che hai bisogno di lavorare? In fin dei conti non è che puoi fare, a tua moglie lasciarla la una settimana, quanto prende Lucia?--\

Domenico: Ottocento euro.--\

Vincenzo: Voglio dire non è che puoi fare una settimana, insomma… ottocento, quattrocento te li do io e sono mille e due e campate, e tua mamma come dobbiamo fare?--\

Domenico: Certo.--\

La conversazione tra padre e figlio continua con Domenico che spiega i costi e i lavori che deve fare nella sua macchina, i lavori li stanno facendo i fratelli Nino e Domenico FOTI, Enzo dice al figlio di portare i suoi saluti ai fratelli FOTI, i lavori alla macchina dovrebbero finirli per fine settembre, Domenico ha concordato il prezzo per tutto il lavoro e quando si vedranno lo dirà anche al padre, continuando dice che ha parlato con Peppe per il fatto di Gianna, quando si libera il posto la ricovereranno un'altra volta, Enzo dice che se serve potrà andare a parlare lui dal dottor COSTARELLA. Il tredici Domenico e Lucia andranno tre giorni in ferie ad Ischia, con loro andranno anche Ugo e la moglie. Enzo dice al figlio che sarebbe ora che gli facessero un nipotino anche per far contenta la madre, nel caso in cui nascesse una femminuccia la dovrebbe chiamare Graziella come la madre. Parlano del cane che oltre a essere una compagnia per Enzo, gli permette di muoversi con lunghe passeggiate che gli fanno bene al fisico. Si salutano concordando di sentirsi ancora in serata.

Fine della conversazione.--\

Riletto, confermato e sottoscritto.--\

Nel corso del progressivo ROTTA Domenico riferiva al padre di avere chiamato il PLUTINO, rifiutando l’offerta e lo informava inoltre che quest’ultimo gli aveva detto di conoscere la sua situazione familiare e che la promessa fattagli per l’assunzione presso Antonio era sempre valida e che appena possibile sarebbe stata mantenuta, Ehi, eh gli ho telefonato…No, niente ha detto, io ti avevo chiamato cosi, lo so come erano le tue situazioni, dice, eh… gli ho detto il fatto di Antonio, ha detto lui, si quella è una cosa sempre valida, appena si può si sblocca…(inc.)…

Dalle parole del figlio, ROTTA Vincenzo si convinceva al contrario che il PLUTINO con quella offerta appena fatta, avrebbe voluto in qualche modo annullare l’originaria promessa di assunzione

Page 140: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 140

presso Antonio, Ho capito si voleva scaricare…il fatto di Antonio, aveva ragione il Pazzo…ipotesi questa che era stata fatta anche dal Pazzo da intendersi chiaramente CONDEMI Domenico, che infatti viene di frequente viene chiamato con tale appellativo2.

ROTTA Vincenzo concludeva la conversazione con il figlio dicendo di confidare comunque in Doddy per ottenere la sua assunzione presso Antonio, Ciao, che io sopra a Doddy batto x Antonio sempre, perché a me piace che vai la a fare il tuo mestiere.

La sequela di conversazioni, nella chiara intellegibilità del loro contenuto, non richiederebbe

ulteriori commenti, che, tuttavia, s’impongono per l’efficacia dimostrativa di un segmento

dell’addebito di cui al capo A) bis.

Se il 30 luglio 2011 ROTTA aveva – come detto – riferito al figlio di aver ricordato a DODDY,

rectius il CONDEMI Domenico, che PLUTINO doveva provvedere alla sua sistemazione, ed il

CONDEMI, con il suo solito stile, l’aveva invitato a non preoccuparsi, in quanto, se PLUTINO non

avesse mantenuto l’impegno, lo avrebbe preso a schiaffoni, il 4 agosto viene notificato al ROTTA

Domenico l’avvenuto “collocamento” presso una struttura per l’accoglienza di extracomunitari in

quel di Cosenza. Ciò emerge chiaramente dalla telefonata del ROTTA Domenico al padre, il quale,

tuttavia, non è soddisfatto. Il PLUTINO, infatti, a suo avviso, non sta mantenendo l’impegno in

tutto, poiché ROTTA vuole che il ragazzo sia sistemato a Reggio, presso l’attività di tale Antonio.

E, con ciò rendendo manifestazione della sua appartenenza alla consorteria mafiosa, invita il figlio a

comunicare al PLUTINO che il posto di lavoro così individuato non è certo quello atteso, cosa che

egli deve rappresentare al consigliere comunale in maniera risoluta, forte dell’appoggio del

CONDEMI Domenico, che, esattamente come riferito nella prima conversazione che si è

commentata, avrebbe preso a schiaffoni il PLUTINO se non avesse mantenuto l’impegno di farlo

lavorare da Antonio. D’altronde, la pretesa del ROTTA è quella di trovare lavoro per il figlio a un

metro da casa… Senza volere indugiare in considerazioni che potrebbero sembrare ultronee in un

provvedimento giudiziario, non può tacersi che appare francamente sconcertante l’atteggiamento

del ROTTA, che, in un periodo in cui si conclama la profonda crisi economica di questo Paese, con

manovre su manovre che vengono deliberate per far fronte al rischio di default, ottenuto, quale

corrispettivo del sostegno elettorale garantito da lui e dalla consorteria di appartenenza, un posto di

lavoro per il figlio, pretende che il posto venga trovato a un metro da casa….

E ciò che appare ancora più sconcertante è che, quando il ROTTA Domenico avvisa il PLUTINO

che – come intimatogli da papà – quella sistemazione non è la più gradita, l’uomo politico, così

manifestando il suo totale asservimento alle esigenze della cosca che favorisce, si giustifica: No,

2 Indicativo in tal senso appare il progressivo nr. 1329 allegato alla presente informativa, registrato sull’utenza

radiomobile in uso a ROTTA Vincenzo, in data 19.07.2011, nel corso del quale il ROTTA telefona a CONDEMI

Domenico e poiché questi non risponde, ad una persona che gli si trova accanto riferisce testualmente “al pazzo sto

chiamando…. No, ma gli squilla però”

Page 141: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 141

niente ha detto, io ti avevo chiamato cosi, lo so come erano le tue situazioni, dice, eh… gli ho

detto il fatto di Antonio, ha detto lui, si quella è una cosa sempre valida, appena si può si

sblocca… Evidenziando, quindi, che l’impegno per l’iniziale promessa restava perdurante.

Dato che viene comunicato dal ROTTA Domenico al padre, il quale ribadisce la pretesa

dell’assunzione presso il tale Antonio promessa dal PLUTINO, anche sulla scorta della

considerazione che ma a questo qua… ora, ora è arrivato un miliardo, ci sono i soldi Mico, nel

giornale stamattina hanno firmato GENTILE, MISITI e SCOPELLITI, sono arrivati un

miliardo in Calabria, di euro, duemila miliardi.

Semplice ma efficace, nella sua distorsione, il pensiero di ROTTA, che ci si permette di

interpretare: ci sono i soldi e, con quei soldi, chi ha fatto le promesse deve mantenerle…

5.3 GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALL’ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO:

LE EMERGENZE DELLE INDAGINI SVOLTE PER I FINI DEL PROCEDIMENTO CRIMINE.

Le considerazioni conclusive in ordine alla posizione del PLUTINO vanno rimandate alla parte

finale del presente provvedimento, atteso come sia, ora, necessario illustrare le emergenze che, a

carico degli indagati di cui al capo A), sono state conseguite nel corso delle investigazioni svolte dai

Carabinieri del R. O. N. I. per i fini dell’indagine definita PATRIARCA, uno dei pilastri

dell’operazione CRIMINE, conclusasi nel luglio del 2010 con centinaia di provvedimenti di fermo

eseguiti dalla Procura Distrettuale in sede (contemporaneamente a quella di Milano).

Indagine, questa, che, per come apprezzato nello stralcio dell’ordinanza Alta Tensione che in

premessa è stato riportato, evidenzia il ruolo di sicuro spessore nell’ambito della ‘ndrangheta

ricoperto dalla famiglia CARIDI.

Una cui costola, composta dal CONDEMI Domenico, dal LOMBARDO Vincenzo, dal

CALDERAZZO Rosario e dal ROTTA Vincenzo, proprio in ragione dei rapporti con CARIDI

Santo Giovanni, viene monitorata con indagini che, combinate a quelle che sinora si sono, in parte,

riassunte, danno prova della comune appartenenza di costoro alla suddetta articolazione della

‘ndrangheta.

Così, dunque, il P. M. espone, in premessa, le risultanze dell’indagine CRIMINE (ff. 119 e ss. della

richiesta):

§ - II.2) LE RISULTANZE DELL’INDAGINE ‘CRIMINE’

Le risultanze investigative sinora evidenziate hanno dimostrato come CONDEMI Domenico,

CONDEMI Filippo, ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario,

abbiano fornito il loro determinante contributo nel corso della campagna elettorale all’allora

candidato PLUTINO Giuseppe, il quale, sopratutto in virtù dell’impegno profuso dagli stessi sul

territorio controllato più che delle proprie capacità di acquisire preferenze in altre zone cittadine

riusciva ad ottenere l’elezione al consiglio comunale (cfr. conv.21.5.11, ore 18:49 progressivo nr. 1905: …ma a Sbarre

Page 142: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 142

quanto abbiamo preso? …hai preso mille voti da solo, con un consigliere Regionale hai preso nove e trenta, altro uomo dice: abbiamo preso

contro tutti, CONDEMI risponde: senti una cosa, vedi che a mio cugino lo hanno infalloccato in tutti i posti, i suoi voti non gli sono tenuti, non i

nostri… i cento, i duecento di Ravagnese, i trecento… ).

Tale reciproca consapevolezza era evidentemente alla base delle pretese avanzate dai membri del

gruppo successivamente all’elezione del PLUTINO a consigliere comunale ed alla corrispondente

disponibilità al soddisfacimento delle stesse da parte del predetto come ampiamente illustrato in

precedenza.

Tanto premesso, va detto che CONDEMI Domenico, CONDEMI Filippo, ROTTA Vincenzo,

LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario, sono già stati oggetto di attività investigativa

nell’ambito del procedimento penale nr. 1389/08 RGNR DDA, cd. ‘Operazione Crimine’ e dalla

verifica degli elementi emersi nel corso della citata attività investigativa sono risultati, da un lato,

l’organicità alla cosca CARIDI, in virtù del legame con CARIDI Santo Giovanni, reggente del

sodalizio durante la carcerazione del fratello CARIDI Antonino, nonché, dall’altro, gli stretti

rapporti intrattenuti con alcuni dei componenti della consorteria GATTUSO, operante sul territorio

urbano di Oliveto Croce Valanidi: entrambi soggetti successivamente tratti in arresto nell’ambito del

procedimento penale nr. 259/06 RGNR DDA il primo e nr. 1398/08 RGNR DDA il secondo.

Nel prosieguo della trattazione verranno quindi riportati alcun stralci dell’attività

investigativa dell’indagine ‘Crimine’ gli attuali nella parte i cui emergono elementi a carico

degli attuali indagati.

§ - a) CALDERAZZO Rosario

“Nell’ambito delle indagini esperite in relazione al procedimento penale nr. 1389/08 RGNR DDA, venivano avviate diverse attività tecniche d’intercettazione riguardanti, tra gli altri, CARIDI Santo e CALDERAZZO Rosario.

Durante le predette attività, i primi giorni del mese di Settembre 2007, venivano registrate alcune conversazioni concernenti una situazione degna di nota delineante, in maniera adamentina, la forza criminale della cosca Libri–Caridi e l’inserimento in tale contesto di CALDERAZZO Rosario.

In particolare, il giorno 06 Settembre 2007 alle ore 12.08 (prog.5087 – utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) CALDERAZZO Rosario viene contatto dalla moglie la quale lo invita a portarsi subito in ufficio da lei (“devi venire un attimo in ufficio qua da me!”) e senza aggiungere altro riferisce che si tratta di una cosa urgente. (vedasi allegato nr. 314 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Gabriella.

Donna Sa...

Rosario dimmi!

Donna devi venire un attimo in ufficio qua da me!

Rosario che è successo?

Donna è una cosa urgente

Page 143: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 143

Rosario sto arrivando

CALDERAZZO giunge presso l’ufficio della moglie alle successive ore 12.25 allorché la avvisa che sta salendo (progr. 5093 - utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07). (vedasi allegato nr. 315 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Gabriella.

Donna Saro!

Rosario sotto sono, sto salendo

Donna sali, sali...

Rosario ma al secondo piano sei?

Donna si nella mia stanza

Rosario ciao...

Alle successive ore 12.35 (prog.5095 - utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07), CALDERAZZO telefona a CARIDI Santo dicendo che deve parlare con lui urgentemente, poichè c'è un problema e vorrebbe evitare di parlarne al telefono (“ho bisogno di parlare con voi d'urgenza che è sorto un problema”). Tuttavia, il CALDERAZZO riferisce che la moglie di Franco”u siccu” sta creando qualche problema e dice che si è comportata malissimo (“eh... in poche parole la... la moglie del "SECCO" là.…di Franco…… sta creando qualche problema... io non... si è comportata malissimo, non male, malissimo...”). A dire del CALDERAZZO, tale donna avrebbe chiamato un ragazzo, assunto da CALDERAZZO con la qualifica di parrucchiere (“ha chiamato, ha chiamato quel ragazzo... il parrucchiere lì“), dicendogli di non andare a lavorare là (“e gli ha detto che LUI non deve andare a lavorare là, di andare a lavorare da tutte le parti, ma non là”), lo avrebbe minacciato e avrebbe aggiunto che altre persone non hanno piacere che lavori da lui (“ha detto lei che lui gli ha detto che altre persone non gli fa piacere che vedano che vada a lavorare là... altre persone”).

CARIDI domanda più volte a CALDERAZZO chi siano queste “altre persone” e quest’ultimo risponde che la donna lo avrebbe detto a “Sara” - cioè LIBRI Serafina (“glieli ha nominati, glieli ha nominati, gli ha nominato a SARA”), figlia di Pasquale.

CARIDI Santo invita allora CALDERAZZO ad andare direttamente a parlare, per rendersi conto di come sia la situazione (“salite, salite sopra li… al quinto piano… e vedete com'è il fatto).

CALDERAZZO dice che andrà alle ore 13-13.30 e parlerà atteso che per lui è una novità. Poi CARIDI Santo dice che lui sapeva per la ragazza ma che comunque per lui il parrucchiere poteva andare a lavorare dove voleva (“il fatto che all'inizio vi avevo detto io, per me può andare a lavorare dove vuole a me non da nessun fastidio nè lui e nè quell'altro... punto... dopo che ...inc...”). CALDERAZZO domanda a CARIDI con chi ne avesse parlato di questo fatto (“ma voi chi ve lo aveva raccontato.... la parente quella del quinto piano ve lo aveva detto questo fatto?…..e che ve lo aveva raccontato lei...ROSA?”). Santo risponde che lui ne aveva parlato direttamente con il fratello Caridi Antonino (“con mio fratello avevamo parlato”), il quale aveva detto che a lui

Page 144: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 144

non dava fastidio (a me non mi da fastidio... se gli da fastidio a qualcuno... che esca fuori e ne parli”). Santo dice a CALDERAZZO Rosario di andare là (“comunque andate la voi”), e lo stesso risponde che ora andrà.

Si riporta la trascrizione. (vedasi allegato nr. 316 - volume 2)

Interlocutori:

Caridi Santo; Calderazzo Rosario.

Santo Compare Saro, compare Saro ...inc...

Rosario Buongiorno

Santo buongiorno

Rosario ma voi dovete rientrare ancora?

Santo si!

Rosario eh...eh...ho bisogno di parlare con voi d'urgenza che è sorto un problema

Santo eh, che è successo?

Rosario eh... ve ne devo parlare ...

Santo io penso che stasera scendo

Rosario stasera?

Santo uh!

Rosario uh!

Santo può darsi che parto stasera

Rosario ...("sospira")..

Santo che è successo?

Rosario dovevo chiamare...

Santo ah?

Rosario compare Santo!

Santo ditemi

Rosario eh... in poche parole la... la moglie del "SECCO" là...

Santo eh!

Rosario di Franco

Santo eh!

Rosario sta creando qualche problema...io non...si è comportata malissimo, non male, malissimo...

Santo eh!

Page 145: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 145

Rosario io l'ho saputo in questo minuto

Santo ma perchè...che ha fatto ..inc...è venuta là?

Rosario no... che si permetteva a venire là!

Santo e allora?

Rosario ha chiamato, ha chiamato quel ragazzo...il parrucchiere lì

Santo eh!

Rosario e gli ha detto che LUI non deve andare a lavorare là, di andare a lavorare da tutte le parti ma non là

Santo ma lei può dire tutto quello che vuole...poi vediamo, quella è trafficosa (ndr.fa sempre casino) quindi...

Rosario si... lo ha minacciato

Santo eh!

Rosario il ragazzo...certo! questo ragazzo qui

Santo eh!

Rosario è spaventato perchè giustamente.. gli ho detto io tu non preoccuparti che non...

Santo Eh

Rosario no...dice perche ha detto lei che lui gli ha detto che altre persone non gli fa piacere che vedano che vada a lavorare là... altre persone

Santo e chi sono quest'altre persone?

Rosario quelli...!

Santo gli devo dire eh..."vai a farti il tuo lavoro gli devi dire!" (ndr. da riferire alla donna) queste cose non sono cose che...

Rosario non sono cose neanche... ma... lasciamo stare che parliamo per VOI...mi sono spiegato?

Santo uh

Rosario questo è un ragazzo che non c'entra niente, questo andava trovando lavoro.. lì è chiuso e giustamente è venuto e noi c'è lo siamo presi

Santo bravo!

Rosario ora che Tu chiami una persona e gli dice... vai a lavorare da tutte le parti... non viene e non viene... e no questa è una cosa che... non ti devi permettere a farlo neanche nel pensiero... mi sono spiegato... qua abbiamo preso persone che già erano staccate da te (ndr. cioè che non lavoravano più per nessuno) e non centravano niente con te...

Santo uh!

Rosario Mi sono spiegato

Santo Si

Rosario e tu non puoi chiamare una persona che viene a lavorare da me...

Page 146: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 146

Santo Eh

Rosario a casa MIA... e che me lo minaccia eh... ma qua siamo, siamo fuori dal binario, siamo usciti fuori dal binario eh,eh,eh...siamo un pochettino fuori dal binario... che dite voi?

Santo certo!

Rosario siccome gli ho detto che non gli fanno, che non gli fanno piacere anche ad altre persone

Santo Eh... e chi sono, gli dovete dire voi, chi sono queste persone

Rosario glieli ha nominati, glieli ha nominati, gli ha nominato a SARA

Santo Eh!

Rosario Gli ha fatto il nome

Santo Ho capito

Rosario capito... io non so neanche cosa c'entra questa SARA non so neanche chi...

Santo Uh

Rosario non ho capito non so neanche cosa c'entra

Santo ho capito

Rosario è successo qualcosa per loro, io non so

Santo a me non risulta niente

Rosario ma neanche a me

Santo e quindi gli dovete dire, VOI potete fare un'altra cosa

Rosario ah!

Santo potete fare un'altra cosa fino che non rientro io per stasera

Rosario eh!

Santo salite, salite sopra li

Rosario no!

Santo al quinto piano

Rosario eh!

Santo e vedete com'è il fatto

Rosario uh!

Santo va bene... e gli dite che la situazione è questa... e che questa viene e fa casino, vi volevo parlare lui... due minuti vediamo perchè gli fa casino...

Rosario va bene vado io, c'è un rapporto vi voglio dire quando ci sono problemi

Santo bravo...

Rosario all'una vado io, all'una e mezza vado io

Santo uh

Page 147: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 147

Rosario e per me è una novità questa qua... poi se ci sono discorsi che non so... per me è una novità

Santo certo

Rosario voi sapete qualche cosa

Santo io sapevo per una figliola... a me non mi da fastidio, quindi per me può andare a lavorare dove vuole

Rosario che cosa?

Santo il fatto che all'inizio vi avevo detto io, per me può andare a lavorare dove vuole a me non da nessun fastidio ne lui e ne quell'altro... punto... dopo che ...inc...

Rosario ma voi chi ve lo aveva raccontato....la parente quella del quinto piano ve lo aveva detto questo fatto?

Santo no io non ho parlato di niente con LEI

Rosario E che ve lo aveva raccontato lei...ROSA?

Santo con mio fratello

Rosario come si chiama...

Santo con mio fratello avevamo parlato

Rosario eh... e quindi?

Santo A me non mi da fastidio... se gli da fastidio a qualcuno... che esca fuori e ne parli

Rosario E non hanno parlato

Santo E da quella volta se ne escono ora?

Rosario uh!

Santo comunque andate la voi

Rosario ora vado la io... vi saluto

Santo ve bene ciao compare ... vi saluto...

Alle successive ore 13.13 (prog.5097 - utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) si ha contezza che CALDERAZZO si sia recato nel luogo indicato da CARIDI Santo, allorché lo stesso glielo comunica (“e qua sono io!”). Caridi gli dice allora che ne parleranno dopo (“va bene dopo parliamo dai..”).

Si riporta la trascrizione. (vedasi allegato nr. 317 - volume 2)

Interlocutori:

Caridi Santo; Calderazzo Rosario.

Rosario Pronto

Santo compare Saro!

Rosario ah!

Page 148: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 148

Santo fatemi una cortesia... dopo che andate là dove vi ho detto

Rosario e qua sono io!

Santo va bene dopo parliamo dai ..

Rosario vi saluto

Alle ore 13.24, all’esito del colloquio con LIBRI Sara, CALDERAZZO Rosario chiama CARIDI Santo (prog. 5099 – utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07), informandolo di essere andato a parlare con la stessa, la quale gli avrebbe detto che non ci sono problemi (“ho parlato..dice che...io mi ha detto, quello che so io mi ha detto... assolutamente...dice non…non esiste niente dice...“) e che comunque domani andrà la (“siccome dice che domani io vado là”), cioè al colloquio in carcere, e incontrerà sia uno che l'altro (“al coso mi ha detto...(ndr. al colloquio) e incontro sia a uno che all'altro”). (vedasi allegato nr. 318 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Caridi Santo; Calderazzo Rosario.

Santo Compare Saro

Rosario e compare Santo ditemi!

Santo siete uscito?

Rosario si!

Santo avete parlato?

Rosario ho parlato..dice che...io mi ha detto, quello che so io mi ha detto ... assolutamente...dice non...

Santo eh

Rosario non esiste niente dice...

Santo però se fa .. inc...

Rosario uh,uh

Santo però...

Rosario siccome dice che domani io vado là

Santo uh

Rosario al coso mi ha detto... e incontro sia a uno che all'altro

Nel prosieguo della conversazione, CARIDI inoltre suggerisce di andare a Gallina a casa della donna che gli sta creando problemi e dirle di pensare al marito (salite a Gallina a casa sua, gli suonate e gli dite << signora, pensate a vostro marito, per quello che dovete fare per vostro marito, e non pensare ad altre cose, poichè “altrimenti la paga la perdete” e di non interessarsi di altro>>. CALDERAZZO dice che vuole aspettare fino alle ore 13 del giorno dopo, fino a quando cioè Libri Serafina sarà uscita dal colloquio (“io voglio, voglio aspettare fino a domani che mi danno l'imbasciata”), ma CARIDI Santo dice di andare a Gallina adesso, e dire alla moglie di “Franco il

Page 149: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 149

secco” di non creare problemi, altrimenti perderà la pace <<ma voi andate là e gli dovete dire... "a me devi lasciarmi in pace, fatti i fatti tuoi, seguiti a tuo marito altrimenti la pace la perdi, e non armate (create n.d.r.) zizzanie, fatevi i fatti vostri e pensate a quello che dovete fare e non di quello che fanno gli altri o dove vanno a lavorare, va bene?>>).

Santo e fatemi una cortesia però...

Rosario ditemi, ditemi

Santo salite a Gallina a casa sua, gli suonate e gli dite signora "pensate a vostro marito per quello che dovete fare per vostro marito"

Rosario eh

Santo che è là... lasciate e pensate a seguirvi a vostro marito non pensate a queste cose perchè, perchè se no... gli dovete dire la paga la perdete... così gli dovete dire... lasciate stare le altre persone e compagnia bella non armate zizzanie e niente, guardate quello che dovete fare con vostro marito

Rosario no ma io ...

Santo eh..

Rosario io voglio, voglio aspettare fino a domani che mi danno l'imbasciata

Santo no... ma voi gli dovete portare questa imbasciata ora... subito!

Rosario uh

Santo avete capito! salite li e glielo dite... "Io non sono venuto ad insultare a nessuno e non voglio insultare a nessuno.. a me quando vengono e mi cercano il lavoro gli apro le porte, se a me mi piace la persona io gli apro le porte, siccome voi avete chiuso, è venuto a cercare lavoro e sono entrato per cercare lavoro, gli altri discorsi lasciateli stare ... non, e di non coprirvi con uno e con l'altro gli dovete dire"...

Rosario va bene ci sentiamo dopo

Santo ma diteglielo però

Rosario e voi sapete che deve mancare

Santo salite li sopra, VOI salite li sopra

Rosario eh... e sapete che manchi per me per dirglielo

Santo ma VOI andate là e gli dovete dire... "a me devi lasciarmi in pace, fatti i fatti tuoi, seguiti a tuo marito altrimenti la pace la perdi, e non {armate} create zizzanie, fatevi i fatti vostri e pensate a quello che dovete fare e non di quello che fanno gli altri o dove vanno a lavorare " va bene?

Rosario va bene, ci sentiamo dopo ciao

Santo vi saluto

La vicenda che emerge è quindi relativa all’assunzione di un parrucchiere presso il nuovo centro estetico di CALDERAZZO, denominato “LE MUSE”, inaugurato l’08 Settembre 2007.

Tuttavia, la moglie di tale “Franco u siccu” avrebbe creato dei problemi, osteggiando l’assunzione di un ragazzo.

Page 150: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 150

Questa situazione viene riferita da CALDERAZZO a CARIDI Santo il quale dà garanzia sul fatto che non dovrebbero esserci problemi, invitando contestualmente CALDERAZZO a recarsi a parlarne con “quella del 5° piano”. La donna, sulla scia di quanto affermato da CARIDI Santo, riferisce che domani, in occasione del colloquio, prospetterà la vicenda “all’uno e all’altro”; rimettendo così il problema al vaglio di LIBRI Pasquale e di Caridi Antonino, in occasione dei colloqui del successivo giorno 07 Settembre 2007.

In effetti, il giorno successivo LIBRI Serafina assieme a LIBRI Rosaria, TUSCANO Elisabetta, VIZZARI Francesca, VIZZARI Caterina si recano presso la casa circondariale di Reggio Calabria dove sono ammesse al colloquio con LIBRI Pasquale – colloquio intercettato al RIT DDA 1707/07 con esito purtroppo negativo, per ciò che concerne i contenuti, a causa della pessima qualità dell’audio - mentre LIBRI Rosa (insieme alla figlia Caridi Antonia ed al nipote Caridi Rocco) è ammessa al colloquio con il marito CARIDI Antonino, portando a compimento quanto già preannunciato a Calderazzo il giorno precedente (“al coso mi ha detto... e incontro sia a uno che all'altro”).

Si intuisce inoltre che “FRANCO ‘U SICCU” potrebbe essere detenuto a che la cosca passi alla moglie un vitalizio “altrimenti la paga la perdete”.

L’intromissione della moglie del predetto FRANCO suscita una reazione di CARIDI Santo il quale invita il CALDERAZZO a recarsi a Gallina presso la predetta invitandola a non impicciarsi “altrimenti la pace la perdete”.

Alle ore 10.54 (prog.5194 – utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) dello stesso giorno, CALDERAZZO Rosario telefona a CARIDI Santo.

CALDERAZZO, su richiesta di CARIDI che chiede novità (“novità?”), dice che all'una andrà a vedere com'è la situazione (“no all'una vado “), aggiungendo che il giorno prima “Sara” gli ha già detto di essere risentita con la donna, in quanto non si può permettere di mettere in mezzo altre persone (“come si è permessa di fare nomi... ditegli come si permette di fare il nome delle persone”). CALDERAZZO riferisce poi a CARIDI di aver detto a Serafina (“SARA” LIBRI) di essere andato da lei per una questione di correttezza e per sapere se fosse sorto qualche problema di cui non era a conoscenza (“io sono venuto qua per correttezza... gli ho detto io sono venuto qua per correttezza per sapere, io gli ho detto che ero all'oscuro di tutto e non sapevo niente, se c'è qualcosa che me lo dicano”). CARIDI Santo chiede cosa gli ha risposto (“e lei che ti ha detto”), CALDERAZZO risponde che gli ha detto che domani sarebbe andata al colloquio ed avrebbe parlato sia con uno che con l’altro, riferendosi quindi al padre ed all’uomo indicato come “Franco il secco”, facendogli poi sapere, ed anticipandogli comunque che non ci sarebbero stati problemi (“con uno e con l'altro e dice che poi vi faccio sapere, ma penso dice che ve lo dico a priori non.... assolutamente non... non c'è niente di,di,di,di....”).

CARIDI Santo continua dicendogli di non preoccuparsi, in quanto se qualcuno ha interesse dovrà parlarne (“se gli da fastidio che escano a parlarne fuori”), atteso che all’epoca in cui ne avevano discusso non si era fatto avanti nessuno (“e la non è uscito nessuno quindi... se n’è parlato qualche mese, un mese e mezzo fa, due mesi fa questo fatto...”). CALDERAZZO chiede come mai non l'hanno chiamato se c'era qualcosa che non funzionava (“non mi hanno chiamato a me, vi hanno chiamato a voi... non era giusto che chiamino me se c'era qualcosa che non funzionava”), ma Santo gli risponde di non curarsi di loro in quanto si tratta di persone esterne che possono dire ciò che vogliono senza mutare l’esito degli eventi (“ma le persone esterne possono dire quello che vogliono compare Saro”). (vedasi allegato nr. 320 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Page 151: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 151

Caridi Santo; Calderazzo Rosario.

Santo buongiorno compare Saro

Rosario e mi avete abbandonato completamente

Santo e cosa vi ho abbandonato ho la febbre da tre giorni

Rosario anche voi?

Santo dovevo partire ieri e non mi sentivo per niente

Rosario ve la siete contagiata con vostro fratello?

Santo perchè mio fratello ha la febbre

Rosario anche Bruno si è sentito male con il raffreddore

Santo eh qua con il VIVINC sto andando avanti

Rosario e come siamo?

Santo e qua siamo

Rosario Eh

Santo novità?

Rosario no all'una vado

Santo Eh

Rosario so com'è la situazione

Santo uh va bene

Rosario e com'è come ieri sera, a me viene da ridere

Santo mi viene da ridere per davvero

Rosario ma comunque non... non so io... siamo... siamo tutti mah... io... lei mi ha detto ieri a me

Santo Eh

Rosario come si è permessa di fare nomi...

Santo Eh

Rosario ditegli come si permette di fare il nome delle persone

Santo si bravo...

Rosario ma gli ho detto, dissi io sono venuto qua per correttezza... gli ho detto io sono venuto qua per correttezza per sapere, io gli ho detto che ero all'oscuro di tutto e non sapevo niente, se c'è qualcosa che me lo dicano, gli ho detto io che mi facciano sapere... se c'è qualcosa che non...

Santo e lei che ti ha detto

Rosario no dice domani andiamo là con... (ndr. al colloquio)

Santo eh!

Rosario con uno e con l'altro e dice che poi vi faccio sapere, ma penso dice che ve lo dico a

Page 152: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 152

priori non.... assolutamente non... non c'è niente di,di,di,di....

Santo quello che c'è stato ve l'ho detto io

Rosario Eh

Santo se gli da fastidio che escano a parlarne fuori

Rosario Eh

Santo e la non è uscito nessuno quindi...

Rosario allora...

Santo se ne parlato qualche mese, un mese e mezzo fa, due mesi fa questo fatto...

Rosario Eh

Santo quindi non è uscito nessuno

Rosario non c'è lo hanno detto

Santo evidentemente

Rosario non mi hanno chiamato a me, vi hanno chiamato a voi... non era giusto che chiamino me se c'era qualcosa che non funzionava non capisco io, scusate... se siamo tutti, se siamo tutti, non lo so io...

Santo ma le persone esterne possono dire quello che vogliono compare Saro

Rosario qua queste sono persone esterne e non interne

Santo uh!

Ancora CALDERAZZO dice che a volte non capisce come sono combinati sotto certi aspetti e dice che se c'è qualcosa che non funziona avrebbero dovuto chiamare lui (“voglio dire io se c'è qualcosa che non funziona devono chiamare a me...”), aggiungendo che per lui la faccenda era chiusa dato che ne aveva parlato proprio con Santo (“il problema.. io ho parlato con voi due parole giusto o no!). CARIDI Santo replica dicendo che a sua volta lui ne aveva parlato con altri, e non era sorto alcun problema (“e io ho parlato anche, ed io ho parlato altre due parole, poi altre parole non c'è ne sono state quindi il discorso è chiuso”).

CALDERAZZO ribatte che lui vuol capire perchè la moglie di Franco “u siccu” si permette di fare/dire determinate cose (“perche io, io, io non..lei che si permetta a fare...dire determinate cose, si vede che c'è qualche spunto per dirle”), ma CARIDI Santo risponde che questo è stato all'inizio quando è andato a parlare con lui (“questo è stato dall'inizio quando siete venuti VOI a parlare con me”).

Calderazzo prosegue dicendogli che quando è andato a parlare con lui, bastava che lo stesso gli dicesse di fermarsi e lui l’avrebbe fatto (“ma io quando sono venuto a parlare con VOI io ho parlato solo due parole con VOI e vi ho detto i fatti e VOI mi avete detto... ci sono i figlioli vedete quello che dovete fare... punto e basta, se VOI mi dicevate compare Saro fermatevi un minuto io mi fermavo un minuto”), ma Santo ribatte ancora una volta che non lo ha fatto perché non ce ne era motivo (“non c'è stato un motivo per dirvelo quindi...”), confermando inoltre che per lui non è cambiato nulla (“e basta il discorso per me è chiuso”).

Calderazzo ribatte, inoltre, che se lo avesse saputo, avrebbe sottolineato che Santo aveva parlato in suo favore e non erano sorti problemi (“se no glielo avrei anche detto, io ho detto che avrei parlato due parole a tizio e nessuno è uscito fuori quindi ora il problema qual'è! dov''è se

Page 153: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 153

c'era qualche problema prima venivano e parlavano“), e Santo ribadisce, per l’ennesima volta, che non deve preoccuparsi, esortandolo a fare come già programmato ed invitando all’inaugurazione chi volesse (“VOI fate quello che dovete fare, anzi se li volete invitare, invitate a chi dovete invitare e fate quello che dovete fare”).

Calderazzo lo esorta comunque a sistemare la faccenda al suo ritorno, per evitare che possano sorgere nuovi problemi (“come tornate VOI dovete andare a sistemare la cosa, nel senso di parlargli… e io lo so ma io con VOI possiamo parlare quanto vogliamo, ci sono persone che magari rimurginano sotto e poi”).

Rosario voglio capire... io non lo so... io certi momenti io non capisco come, come siamo combinati

Santo uh

Rosario sotto certi aspetti, io sono... voglio dire io se c'è qualcosa che non funziona devono chiamare a ME... a me, dici, senti questo fatto, questo fatto perchè io... tu magari in quel minuto la vedi che non c'è nessun problema perchè non vedi un problema

Santo ...inc...

Rosario il problema.. io ho parlato con voi due parole giusto o no!

Santo uh

Rosario e per me era chiusa la cosa

Santo e io ho parlato anche, ed io ho parlato altre due parole, poi altre parole non c'è ne sono state quindi il discorso è chiuso, basta voi fate quello che dovete fare fate poi andate ...inc...

Rosario eh,eh...

Santo e basta il discorso è chiuso è stato già chiuso prima, ..inc..., quindi non ho capito a questi da dove gli è uscito per davvero

Rosario non lo so, non lo so

Santo questo è il marciume che ha dentro questa

Rosario ah?

Santo questo è il marciume che ha dentro

Rosario si ho capito ma... io la cosa che voglio capire

Santo uh

Rosario perche io, io, io non.. lei che si permetta a fare... dire determinate cose, si vede che c'è qualche spunto per dirle, avete capito cosa vi voglio dire io?

Santo questo è stato dall'inizio quando siete venuti VOI a parlare con me

Rosario eh

Santo si vede che lo hanno portato avanti

Rosario ma io quando sono venuto a parlare con VOI io ho parlato solo due parole con VOI e vi ho detto i fatti e VOI mi avete detto... <<ci sono i figlioli vedete quello che dovete fare... punto e basta>>, se VOI mi dicevate <<compare Saro fermatevi un minuto >>io mi fermavo un minuto eh... mi sono spiegato o no

Page 154: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 154

Santo non c'è stato un motivo per dirvelo quindi...

Rosario e allora voglio dire, però non se ne può uscire dopo tre, quattro o cinque mesi questa situazione del genere fuori

Santo questa non la conoscete bene VOI

Rosario io ho capito però siccome camminano anche le tragedie, a me non piacciono le tragedie, poi c'è l'invidia c'è il treged... eh,eh... queste cose non funzionano

Santo VOI allora non dovete ...inc... e basta il discorso per me è chiuso

Rosario ma il discorso

Santo può dire quello che vuole

Rosario ma io, io, io... io non sapevo questo fatto qua vostro ieri...

Santo uh

Rosario se no glielo avrei anche detto, io ho detto che avrei parlato due parole a tizio e nessuno è uscito fuori quindi ora il problema qual'è! dov''è se c'era qualche problema prima venivano e parlavano

Santo il problema è lei che cerca di creare zizzania quindi è inutile che parliamo di altro.... quindi.... lo sappiamo come è lei, lo so come è lei

Rosario si ma "armando" (ndr. creando) tragedie con persone che non mi conoscono compare Santo, poi la situazione... mi seguite un attimo

Santo certo

Rosario le persone a me fino a quando

Santo VOI fate quello che dovete fare, anzi se li volete invitare, invitate a chi dovete invitare e fate quello che dovete fare

Rosario ...inc... io,io,io,io compare Santo ...inc... come tornate VOI dovete andare a sistemare la cosa, nel senso di parlargli!

Santo VOI allora andate là e vedete quello che vi dice basta! ci dobbiamo mettere a parlare sempre delle stesse cose, di che cosa voglio dire, cose che sono state chiuse

Rosario e io lo so ma io con VOI possiamo parlare quanto vogliamo, ci sono persone che magari rimurginano sotto e poi ...inc....

Santo ..inc...

Rosario è come dico io, e voi sapete che io

Santo VOI allora tornate là e poi ne parliamo

Rosario vi saluto, ciao compare

Santo ci sentiamo, ciao

Alle successive ore 13.03 (prog.5216 – utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) CALDERAZZO Rosario, che deve recarsi dai LIBRI per conoscere l’esito del colloquio, chiama un uomo di nome Nino al quale chiede se può accompagnarlo in un posto con la moto (“passa da qui

Page 155: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 155

sotto al magazzino e mi accompagni da una parte con la moto”). L'uomo dice che tra 5 minuti sarà là (“dammi cinque minuti e sono ...inc... ciao”). (vedasi allegato nr. 321 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Tonino.

Tonino si...

Rosario Tonino dove sei

Tonino eh... a piazza Carmine

Rosario ma stai, stai avendo da fare

Tonino cinque minuti perdo ancora

Rosario passa da qui sotto al magazzino e mi accompagni da una parte con la moto

Tonino mu... dammi cinque minuti e sono ...inc... ciao

Rosario ciao

Alle successive ore ore 14.56 (prog.5227 – utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07), CARIDI Santo chiama CALDERAZZO Rosario e chiede se è andato in quel luogo (“siete andato là?”). CALDERAZZO risponde che è andato, ma la bambina gli ha detto che non c'era (“si ma non, non l’ho trovata... non so se era a casa... la figliola mi ha detto che non c'è”).

Caridi Santo gli chiede allora se i mobili siano arrivati (“sono arrivati i mobili?”), e Calderazzo gli dice che è tutto pronto per l’apertura (“si sono arrivate tutte cose... siamo a posto ...inc... tutte cose...“).

Lo stesso CALDERAZZO gli chiede poi quando scenderà (“ma voi scendete?”), ma CARIDI risponde di non saperlo ancora (“poi mi regolo in base a come mi sento”), e in relazione a ciò Calderazzo manifesta incertezza per l’inaugurazione del giorno seguente (“ma vedete se ve ne scendete ora che domani non ci siete che fate.. che faccio io...”). (vedasi allegato nr. 322 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Caridi Santo; Calderazzo Rosario.

Rosario Si pronto!

Santo dove siete a casa?

Rosario ei... no siamo piedi, piedi con questo cav... di negozio stanno facendo alcune rifiniture

Santo siete andato là?

Page 156: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 156

Rosario si ma non, non lo ho trovata... non so se era a casa... la figliola mi ha detto che non c'è

Santo può darsi che ha mangiato lì sopra

Rosario no... ma la macchina era là

Santo Ah

Rosario la macchina era là... ma non so se... può darsi anche che era... risposava voglio dire no... erano l'una e mezza magari riposava comunque...

Santo sono arrivati i mobili?

Rosario si sono arrivate tutte cose... siamo a posto ...inc... tutte cose... ma voi scendete?

Santo ora vediamo ho un appuntamento alle cinque con uno per vedere una casa

Rosario eh!

Santo poi mi regolo

Rosario ah?

Santo poi mi regolo in base a come mi sento

Rosario vabbò... ma vedete se ve ne scendete ora che domani non ci siete che fate.. che faccio io...

Santo va bò ciao ..inc...

Rosario ..inc...

In serata alle ore 20.47 (prog.5257 – utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) ancora CARIDI Santo chiede a CALDERAZZO Rosario se è andato nel luogo concordato (“Siete andati là?”), e CALDERAZZO Rosario risponde affermativamente, aggiungendo che poi gli spiegherà (“si poi vi spiego”). CARIDI chiede allora se è tutto a posto (“dico tutto a posto?”), e CALDERAZZO lo rassicura dicendogli di si e che poi gli spiegherà di persona (“si a posto... si...!... ha mandato... poi vi spiego quando ci vediamo..”). (vedasi allegato nr. 323 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Caridi Santo; Calderazzo Rosario.

omissis fino alla ore 20.49,01

Santo Siete andati là?

Rosario si poi vi spiego

Santo avete parlato?

Rosario si,si

Santo dico tutto a posto?

Rosario si a posto... si...!

Page 157: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 157

Santo uh

Rosario ha mandato... poi vi spiego quando ci vediamo

Santo va bene dai...

Rosario vi devo dire le cose no...

Santo va bo...

Rosario eh.... e se avete bisogno mi chiamate a qualsiasi orario

Santo va bene grazie...

omissis dalle 20.49,19 fino alla fine

Il giorno successivo, alle ore 16.25 (prog.5305 – utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07), GATTUSO Nicola chiama CALDERAZZO Rosario cui chiede di Caridi Santo, appellandolo “compare Santo” (“sentite una cosa...compare Santo?”). CALDERAZZO risponde che non c'è. Nicola afferma di voler essere richiamato (“uh...e gli dite che mi chiama un attimo”). (vedasi allegato nr. 324 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Gattuso Nicola; Calderazzo Rosario.

Rosario Pronto...

Gattuso compare Saro...

Rosario eh!

Gattuso sentite una cosa... compare Santo?

Rosario non c'è!

Gattuso non è venuto?

Rosario no ha la febbre

Gattuso ah... ha la febbre

Rosario ah...ah..

Gattuso uh... e gli dite che mi chiama un attimo

Rosario e se lo rintraccio e da due giorni che lo vado cercando

Gattuso e va bene vedete...

Rosario so che è malato, e che è fuori e che è malato, apposta non è venuto

Gattuso va bene

Rosario e come lo rintraccio che mi chiama, gli mando un messaggio e come mi chiama vi faccio sapere

Gattuso va bene

Page 158: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 158

Rosario va bene... tante cose.. ci vediamo più tardi...

Gattuso si,si,si,si....

Rosario vi saluto

Gattuso ciao...

Alle ore 21.36 CARIDI Santo chiama CALDERAZZO Rosario (prog.5319 – utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) e fa gli auguri per l’inaugurazione del nuovo centro estetico (“auguri”). CALDERAZZO dice che si trova in compagnia di Mico e Vincenzo, aggiungendo che la sera precedente, all’inaugurazione, c’erano tutti (“si tutto a posto, diciamo tutto a posto siamo qui con Mico e con Vincenzo... e tutti c'erano questa sera”). CARIDI Santo chiede se è andato qualcuno della sua famiglia (“della mia famiglia è venuto qualcuno?”), CALDERAZZO risponde che della sua famiglia c'erano tutti (“tutti sono venuti quelli della vostra famiglia...non è mancato nessuno”), sancendo così definitivamente che tutti i problemi che erano sorti strada facendo sono stati infine superati. (vedasi allegato nr. 325 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Caridi Santo; Calderazzo Rosario.

Rosario ehi...

Santo auguri

Rosario avete sentito l'odore?

Santo si

Rosario di Voi parlavamo qua, siamo riuniti... tutto a posto?

Santo auguri... si

Rosario siete rientrato

Santo quasi

Rosario e grazie... grazie del pensiero compare Santo

Santo tutto a posto?

Rosario si tutto a posto, diciamo tutto a posto siamo qui con Mico e con Vincenzo... e tutti c'erano questa sera

Santo ah...

Rosario ci eravamo riuniti tutti... Tutto a posto?

Santo della mia famiglia è venuto qualcuno?

Rosario tutti sono venuti quelli della vostra famiglia... non è mancato nessuno

Santo va bene

Rosario va bene... tutto a posto?

Santo ci vediamo...

Page 159: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 159

Rosario ci vediamo al rientro, grazie di tutto compare Santo... vi saluto

Santo saluto

Rosario ciao

Dalla vicenda sopra descritta, relativa all’apertura del centro estetico “Le Muse” riconducibile a Calderazzo Rosario, emerge chiaramente che la cosca LIBRI-CARIDI è attiva e vitale sul territorio di Reggio Calabria. Proprio in virtù di ciò, CALDERAZZO Rosario, prima d’intraprendere la nuova attività, aveva parlato con CARIDI Santo ottenendo da questi l’assenso, dopo che lo stesso ne aveva parlato a sua volta con il fratello CARIDI Antonino. Oltre a lui, anche le donne della cosca sono a conoscenza degli affari e veicolano le informazioni da e verso i luoghi di detenzione.

Appare poi chiaro come la cosca fornisca assistenza economica alle donne degli affiliati che hanno perso il marito o che si trovano in regime di detenzione (“altrimenti la paga la perdete”).

Nonostante le rassicurazioni di Caridi Santo, per essere sicuro di non incorrere in ritorsioni, CALDERAZZO attende comunque notizie dal carcere (dove sono reclusi Libri Pasquale e Caridi Antonino), ed infatti dopo tale colloquio si affretta a dire a Santo Caridi che tutto è sistemato.

Dell’esercizio commerciale di Calderazzo, ne parlano anche Nicola Gattuso e suo cugino Francesco “Ciccillo”, all’interno della sua Fiat Panda (prog.1698 - RIT DDA 2235/07) in data 13 Febbraio 2008, allorché i due commentano il fatto che lo stesso sia stato incendiato. In particolare, parlando del fatto che Santo Caridi sarebbe tornato l’indomani da Roma (“Santo viene domani…Non c'è. A Roma è…”), Nicola Gattuso racconta al suo interlocutore che un incendio ha interessato il centro estetico “LE MUSE” di Calderazzo, alla cui inaugurazione verosimilmente avevano partecipato anche loro (“Gli hanno bruciato il chiosco a quel ragazzo, che ha inaugurato quella sera la profumeria”). Gattuso Francesco inizialmente non capisce (“Dove… Mi sono dimenticato io“), ma poi Nicola gli spiega chiaramente che si tratta dell’esercizio sito in Via Aschenez, alla cui inaugurazione erano presenti anche la madre di Santo e la moglie di Nino, di proprietà di Calderazzo Rosario (“Là in via Aschenez, c'era la mamma di Santo, la moglie di Nino…Saro, Saro, quel giovanotto“). Inteso di cosa stia parlando, Ciccillo si mostra incredulo (“Saro, a Saro gli hanno bruciato, vattene!“), e gli chiede cosa abbia fatto Santo a proposito (“Santo che fa?“), ipotizzando che Calderazzo non abbia chiesto l’autorizzazione per l’apertura del suo esercizio ed evidenziando, ancora una volta, come tutta la vita commerciale del sistema produttivo reggino sia sotto la morsa ed il controllo asfittico della criminalità organizzata (“Ma perchè non ha parlato con nessuno?”), dato che Nicola lo descrive come spaventato (“Si spaventa”).

Proprio Nicola risponde che ha parlato sicuramente, e Ciccillo ipotizza che possa avere parlato solo con Santo (“..inc..così, ha parlato con Santo e basta”). Nicola gli fa notare, chiedendo altresì conferma della sua affermazione, che non è possibile che si sia rivolto solo a Santo Caridi (“Eh, eh con Santo e basta non è possibile, o basta uno che gli dice...”), anche se è il fratello di Caridi Antonino (“Ah! Si va bè ma come fratello“). Ciccillo gli fa notare che solo perché è il fratello di Antonino non ha “poteri particolari” (“Ma Santo non entra non dalla finestra e non dalla porta”), ma poteva solo conoscere le persone cui rivolgersi per fare presente che Calderazzo stava aprendo un locale (“Ma Santo poteva sapere la strada per andare a trovare a chi deve trovare per dirgli "vedete che qua un amico ha aperto questo locale, cosi, così"). (vedasi allegato nr. 326 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Page 160: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 160

Interlocutori:

Gattuso Nicola; Gattuso Francesco.

Gattuso N. No, no di qua meglio. Santo viene domani.

Gattuso F. Mi sono messo in cuore quanto vedo, se vedo a Santo, che non ...

Gattuso N. Non c'è. A Roma è. Gli hanno bruciato il chiosco a quel ragazzo, che ha inaugurato quella sera la profumeria.

Gattuso F. Dove.

Gattuso N. Là in via Aschenez, c'era la mamma di Santo, la moglie di Nino.

Gattuso F. Mi sono dimenticato io.

Gattuso N. Saro, Saro, quel giovanotto.

Gattuso F. Saro, a Saro gli hanno bruciato, vattene.

Gattuso N. Si, si avantieri notte.

Gattuso F. No, non è vero!

Gattuso N. Come si spiega questa cosa?

Gattuso F. Santo che fa !?

Gattuso N. Non c'è vi dico.

Gattuso F. Ma di chi?

Gattuso N. Che so ..inc.. che fa, se ancora non l'ho visto che so.

Gattuso F. E la madonna. ...inc..

Gattuso N. Si spaventa.

Gattuso F. Ma perchè non ha parlato con nessuno.

Gattuso N. Eh! Non ha parlato con nessuno, come no.

Gattuso F. Eh! Cosi mi spavento.

Gattuso N. Penso di si.

Gattuso F. ..inc.. così, ha parlato con Santo e basta.

Gattuso N. Eh, eh con Santo e basta non è possibile, o basta uno che gli dice ...

Gattuso F. Ah?

Gattuso N. O basta.

Gattuso F. Basta, prende e parla con quegli altri...Santo che c'entra.

Gattuso N. A Reggio no.

Gattuso F. A Reggio.

Gattuso N. Loro dice che prendono per loro.

Page 161: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 161

Gattuso F. Si, si, prendono...inc...

Gattuso N. Suo fratello Nino così ha detto.

Gattuso F. A per la parte del suocero con loro no.

Gattuso N. Ah!

Gattuso F. Ma Santo non entra non dalla finestra e non dalla porta.

Gattuso N. Ah! Si va bè ma come fratello (ndr. di CARIDI Antonino).

Gattuso F. Ma Santo poteva sapere la strada per andare a trovare a chi deve trovare per dirgli "vedete che qua un amico ha aperto questo locale, cosi, così."

Gattuso N. So, che ..inc... tutti questi ..inc..

Gattuso F. Maria che sono bastardi, ma dove vai.

Nel prosieguo della conversazione emergono chiaramente quali siano “le cariche” assunte da Nicola all’interno dell’organizzazione criminale. In particolare, Nicola commenta negativamente il fatto che MEDURI abbia riferito al padre di Nicola le “cariche di ‘ndrangheta” possedute dal figlio e cioè “IL PADRINO e LA CROCIATA” (“Solo che poi gli ha detto " 'Ndria, te lo devo dire prima che lo sai da altri, tuo figlio ha questo e questo "….PADRINO, E COSO...... LA CROCIATA”).

In una conversazione avvenuta sulla Mercedes di Nicola Gattuso in data 29 Febbraio 2008 (prog.408 – RIT DDA 1205/07), si palesa sempre di più la stretta collaborazione tra lo stesso Gattuso e Santo Caridi, nonché la comunione di intenti con la cosca Iamonte, tanto da stare realizzando una “faccenduccia a Melito”.

Dopo che Santo Caridi gli racconta che questa mattina stava andando a Sinopoli per il fatto di tale Michele, …

. (vedasi allegato nr. 327 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Gattuso Nicola; Caridi Santo.

OMISSIS FINO ALLE ORE 09.56.08

CARIDI Santo Stavo andando per Sinopoli, ora questa mattina.

GATTUSO Nicola Con Saro.

CARIDI Santo No solo. Dovevo vedere questo fatto di Michele.

Omissis…

Page 162: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 162

La conversazione tra i due continua al successivo progressivo 411 delle ore 11.06 (RIT 1205/07 DDA) e Nicola racconta a CARIDI una situazione che gli è stata raccontata da Michele Oppedisano. (vedasi allegato nr. 329 - volume 2)

Poi, nel prosieguo della conversazione, GATTUSO Nicola ricorda a Santo che quando uscirà suo fratello (CARIDI Antonino) dovranno avere solo lui come interlocutore (“Quando esce vostro fratello dobbiamo parlare solo con vostro fratello noi“) ed aggiunge che, per ora, per Saro non si può fare niente, nel senso che non gli può essere data alcuna carica (“Un passaggio che dovete fare voi, ve lo devo fare io ora, mi dispiace per Saro ma non possiamo fare troppo traffico”).

CARIDI Santo ...inc..

GATTUSO Nicola ..inc.. ora vado dove vi devo lasciare,

CARIDI Santo Lasciatemi a casa che mi prendo la macchina.

GATTUSO Nicola ..inc.. a piedi va, questo discorso glielo dovevamo chiedere, me la vedo io, e voi ...

CARIDI Santo ...inc.. non tanto di noi, io non voglio portate a niente a nessuno, a me se mi richiamano lo sapete chi sono.

GATTUSO Nicola Quando esce vostro fratello (CARIDI Antonino) dobbiamo parlare solo con vostro fratello noi. Un passaggio che dovete fare voi, ve lo devo fare io ora, mi dispiace per Saro (CALDERAZZO Rosario ndr) ma non possiamo fare troppo traffico.

CARIDI Santo ..inc

Il SARO in questione, si identifica proprio nel citato CALDERAZZO Rosario, nato a Palmi il 13.07.1970. A tale conclusione si giunge agevolmente, in considerazione del fatto che GATTUSO Nicola (che si trova in compagnia di CARIDI Santo), poco prima, aveva conversato telefonicamente con il CALDERAZZO, stabilendo, al termine della chiamata, di incontrarsi.

Infatti, alle precedenti 10.08 (prog.26512 - utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07), Gattuso Nicola, che aveva già tentato (senza riuscirvi) di chiamare il CALDERAZZO, è contattato proprio dal medesimo e, nel rispondere al telefono lo apostrofa: “Compare Saro…”. In particolare, Nicola invita CALDERAZZO a raggiungerlo al bar Sant’Anna perché è in compagnia di un amico - CARIDI Santo n.d.r. - (“Sentite una cosa, venite qua al bar a Sant'Anna. Ci prendiamo il caffè che sono con....un amico.”). (vedasi allegato nr. 330 - volume 2)

Si riporta la trascrizione:

Interlocutori:

GATTUSO Nicola; CALDERAZZO Rosario.

GATTUSO Compare Saro, buongiorno.

Page 163: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 163

CALDERAZZO Compare Nicola, buongiorno, come andiamo?

GATTUSO Vi abbiamo disturbato.

CALDERAZZO Ma voi non disturbate mai, compare Nicola.

GATTUSO Sentite una cosa, venite qua al bar a Sant'Anna. Ci prendiamo il caffè che sono con....un amico.

CALDERAZZO ...inc...cinque minuti mi dovete dare....

GATTUSO Si, si, si.

CALDERAZZO ...inc...

Altrettanto utile a delineare la figura di CALDERAZZO Rosario appare quanto emerso in ordine ai rapporti intercorrenti tra gli esponenti delle consorteria mafiose LIBRI CARIDI e GATTUSO con appartenenti della cosca IAMONTE che opera sul territorio di Melito P.S., cui GATTUSO Nicola e CARIDI Santo avevano fatto riferimento nel corso dello stralcio in precedenza riportato.

Rapporti con la cosca IAMONTE

A riprova dello stretto legame esistente anche con la “cosca Iamonte”, si riportano, di seguito, gli elementi relativi ad alcuni contatti ed incontri intercorsi con gli stessi, con particolare riferimento alle occasioni in cui Caridi Santo si è recato a Melito Porto Salvo.

In data 15 Novembre 2007, a riscontro di specifiche risultanze investigative, veniva effettuato, a cura di questa P.G., un mirato servizio di osservazione. Il presupposto della predetta attività era rappresentato dalla telefonata delle ore 11.29 (progr.10099 - utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) intercorsa tra CALDERAZZO Rosario e CARIDI Santo. Durante la telefonata, CARIDI domanda a CALDERAZZO se vuole andare con lui in un luogo non meglio specificato per vedere un lavoro (“Buongiorno, volete venire con me?...eeh...no...vicino...sto andando a vedere un lavoro...”). Prima che Calderazzo risponda al telefono, in sottofondo, veniva intercettato un breve dialogo (di seguito riportato) tra CARIDI Santo e GATTUSO Nicola, a dimostrazione del fatto che i due fossero insieme.

Da tale dialogo si intuisce la necessità dei due di trovare una scusa per recarsi, assieme a CALDERAZZO, in un luogo, al fine di ricevere una notizia: in particolare, Caridi Santo fa rilevare che sia importante dare l’impressione di essersi recati in detto luogo, non per ricevere la risposta all’”ambasciata” inviata – cosa che sarebbe risultata alquanto inelegante e inopportuna (“Ecco, perchè altrimenti dicono, avete mandato ‘mbasciata e senza nessuna risposta siete venuti“), bensì per altri motivi, e concordano pertanto una versione di comodo e cioè che il motivo della visita era comprare della carne (“Per la carne andiamo?“).

(vedasi allegato nr. 361 - volume 2)

Si riporta la trascrizione:

Interlocutori:

Gattuso Nicola; Caridi Santo; Calderazzo Rosario.

Page 164: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 164

In sottofondo si sente CARIDI Santo parlare con GATTUSO Nicola:

CARIDI Si ma se gli abbiamo mandato ‘mbasciata non andiamo la per, andiamo, andiamo per ...inc... se ci arriva qualche ‘mbasciata mentre siamo la.

GATTUSO Per la carne andiamo?

CARIDI Ecco, perchè altrimenti dicono, avete mandato ‘mbasciata e senza nessuna risposta siete venuti.

GATTUSO No, no.

CARIDI Non è corretto.

GATTUSO Se non viene quello, compare, non possiamo sapere niente.

CARIDI Appunto

GATTUSO Questo qua dov'è, è nervoso.

Al telefono

CALDERAZZO Buongiorno.

CARIDI Buongiorno, volete venire con me?

CALDERAZZO io sono un pò...dov'è...dobbiamo andare fuori?

CARIDI eeh...no...vicino...sto andando a vedere un lavoro....

CALDERAZZO io qua al magazzino sono...se passate e mi prendete....inc voi dove siete?

CARIDI qua sono al Cedir io

CALDERAZZO al cedir...dieci minuti e arrivo...un quarto d'ora ci metto un quarto d'ora per arrivare....

CARIDI se volete passiamo noi....

CALDERAZZO e passate voi che è meglio

CARIDI va bò stiamo venendo...

CALDERAZZO mi fate la cortesia....dalla parte di sotto sono

CARIDI arrivo arrivo...vi saluto.

CALDERAZZO ciao.

Alle successive ore 12.06 (progr.17977 – utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07), attraverso l’intercettazione dell’utenza di GATTUSO Nicola (che si trova sotto la copertura della cella sita in Località S.Elia-89064-MONTEBELLO IONICO-Sett.2.) si intuiva che “la comitiva” era in viaggio in direzione di Melito di Porto Salvo.

Per quanto sopra, alle successive ore 12.10 personale di questo Comando si recava in via Sbarre di questo centro ove, alle ore 12.14, notava l’autovettura Fiat Panda di colore nero targata DB757KG in uso a GATTUSO Nicola, parcheggiata di fronte la macelleria di TOSCANO Giuseppe. All’interno del veicolo, parcheggiato col fronte in direzione sud, veniva riconosciuto, seduto sul sedile anteriore, riservato al passeggero, CARIDI Santo, mentre altra persona non chiaramente

Page 165: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 165

visibile – certamente CALDERAZZO Rosario – era seduta sul divano posteriore. Al posto guida non vi era nessuno.

L’attività tecnica d’intercettazione consentiva inoltre di verificare che, alle ore 12.27 (progr.6533); 12,28 (progr. 6534) e 12.30 (progr.6537), TOSCANO Giuseppe, dall’utenza 328/1020766 (RIT DDA 1203/07), prova a telefonare a FOTI Saverio sull’utenza 348/7431775 (RIT DDA 908/07), senza tuttavia riuscire a parlarvi.

Alle ore 12.33 (progr.17978 - utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07), viene riscontrato che l’utenza di GATTUSO Nicola si trova sotto la copertura della cella sita in Via Cimitero-località acquedotto-89063-MELITO DI PORTO SALVO - Sett.3.

Alle successive ore 12.35 militari operanti transitavano nuovamente di fronte la macelleria di TOSCANO Giuseppe e ancora si aveva modo di notare la Fiat Panda di colore nero, targata DB*757*KG, parcheggiata di fronte la suddetta macelleria. Diversamente da quanto notato alle precedenti ore 12.14, in questa occasione, a bordo della autovettura, non vi era nessuno e il veicolo era parcheggiato col muso in direzione nord.

Altro passaggio veniva effettuato alle successive ore 12.40, ma la suddetta autovettura non veniva più notata.

Durante tutto il suddetto arco temporale veniva comunque notata, ivi parcheggiata, l’autovettura Mitsubishi Pajero colore grigio chiaro targata ZA*900*KX in uso a TOSCANO Giuseppe.

(vedasi allegato nr. 362 - volume 2)

Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, 15 Novembre 2007, certamente in virtù degli accordi stabiliti nella mattinata precedente con TOSCANO Giuseppe - presso il quale si erano recati, come pattuito, con la scusa di acquistare della carne, ma col chiaro intento di ricevere le notizie che attendono con impazienza (“Si ma se gli abbiamo mandato ‘mbasciata non andiamo la per, andiamo, andiamo per ...inc... se ci arriva qualche ‘mbasciata mentre siamo la… Per la carne andiamo?……… ecco, perchè altrimenti dicono, avete mandato ‘mbasciata e senza nessuna risposta siete venuti…..se non viene quello compare non possiamo sapere niente”), CARIDI Santo, CALDERAZZO Rosario e GATTUSO Nicola si recano nuovamente a Melito Porto Salvo.

Difatti, alle ore 15.37, (prog.17985 – RIT DDA), CARIDI Santo telefona a GATTUSO il quale dice che tarderà ancora 10 minuti. (vedasi allegato nr. 363 - volume 2)

Si riporta la trascrizione:

Interlocutori:

Gattuso Nicola; Caridi Santo;

GATTUSO N. compare Santo.....

CARIDI S. Com’è?

GATTUSO N. altri dieci minuti....

CARIDI S. va bene

GATTUSO N. ciao.

Page 166: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 166

Alle successive ore 15.58 GATTUSO e CALDERAZZO si recano presso l’abitazione di CARIDI per prelevarlo. CALDERAZZO Rosario telefona (prog.4 – utenza 347/8172899 - RIT DDA 2220/07) a CARIDI dicendo di essere sotto la sua abitazione con GATTUSO Nicola (“qua con compare Cola sono…. siamo sotto”). CARIDI riferisce che li sta raggiungendo (“sto scendendo”). (vedasi allegato nr. 364 - volume 2)

Si riporta la trascrizione:

Interlocutori:

Caridi Santo; Calderazzo Rosario.

Santo Salite

Rosario qua con compare "Cola" sono... siamo sotto

Santo sto scendendo

Si da quindi per certo che, alle ore 15.58 del 15.11.2007, i tre fossero assieme.

Alle ore 16.00 (prog.17986 – utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07) GATTUSO che aveva già fissato un appuntamento con OPPEDISANO Michele (vds prog.17971 – utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07) e col quale si è gia incontrato alle precedenti ore 14.48 (“oh! Compare Nicola sono qua io” vds prog.17981) concorda con questi d’incontrarsi presso un distributore di carburante. A questo incontro con OPPEDISANO parteciperanno, quindi, anche CARIDI e CALDERAZZO che si trovano a assieme al GATTUSO. (vedasi allegato nr. 365 - volume 2)

Si riporta la trascrizione:

Interlocutori:

Gattuso Nicola; Oppedisano Michele.

Gattuso compare....

Oppedisano oh..compare Nicola....

Gattuso ei....

Oppedisano dove ci vediamo?

Gattuso là alla colonnina...ciao

Oppedisano vabbò ciao.

Che in questo incontro abbia un ruolo anche CARIDI emerge dalla conversazione delle precedenti ore 10.33 allorché, GATTUSO, trovandosi assieme a CARIDI Santo, chiede a OPPEDISANO (prog.17971 – utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07) se può andare a Reggio in quel momento. OPPEDISANO riferisce che ha un appuntamento “per andare là”. GATTUSO capisce e i due brevemente si salutano. (vedasi allegato nr. 366 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Page 167: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 167

Gattuso Nicola; Oppedisano Michele.

Oppedisano compare Nicola....

Gattuso Buongiorno

Oppedisano Buongiorno

Gattuso inc...qua siamo voi?......a che ora venite?

Oppedisano noo....tenete conto verso le tre e mezzo

Gattuso perchè non ve ne venite ora?

Oppedisano noo. e no perchè ho un appuntamento la con......là....

Gattuso si si....va bene

Oppedisano avete capito?

Gattuso si si....va bò

Oppedisano più tardi

Gattuso si si va bene

Oppedisano va bene? Ciao

Gattuso si ciao.

Dopo avere incontrato OPPEDISANO Michele, CARIDI, GATTUSO e CALDERAZZO si recano a Melito Porto Salvo, certamente al fine di ricevere la notizia per la quale i tre palesano urgenza.

Difatti:

alle ore 17.17 (prog.5 - utenza 347/8172899 - RIT DDA 2220/07) l’utenza 3478172899 di CARIDI Santo si trova sotto la copertura della cella sita in Melito Porto Salvo Via Cimitero - località acquedotto- Sett.3; (vedasi allegato nr. 367 - volume 2)

alle ore 16.53 (prog.811 – utenza 393/7131522 - RIT DDA 1436/07) l’utenza di GATTUSO Nicola si trova sotto la copertura della sella sita in Melito Porto Salvo, LOCALITA ACQUEDOTTO,S.N.C.; (vedasi allegato nr. 368 - volume 2)

alle ore 17.24, in sottofondo ad una chiamata in uscita dall’utenza 329/1765323 (RIT DDA 1203/07) di CALDERAZZO si senta la voce di GATTUSO Nicola.

E’, quindi, più che certo che, analogamente a quanto accaduto in mattinata, tra le ore 16.50 e le ore 17.30 circa del 15.11.2007, CALDERAZZO, GATTUSO e CARIDI si trovassero a Melito Porto Salvo.

Anche durante il pomeriggio del successivo 16 Novembre 2007, CALDERAZZO, GATTUSO e CARIDI col veicolo Peugeot 107 targato DB*867*KM si recano a Melito Porto Salvo, spegnendo in seguito tutti i cellulari in loro possesso rendendo difficoltosa l’individuazione alla p.g. scrivente.

Alle ore 16.20 circa, personale dipendente notava transitare sulla SS106, località Saline Joniche, con direzione di marcia SUD-NORD (da Melito P.S. verso Reggio Calabria) l’autovettura Peugeot 107 targato DB*867*KM, con tre persone a bordo.

Page 168: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 168

In effetti, le precauzioni adottate (uso di autovettura “pulita” e disattivazione delle utenze cellulari) non ne ha reso agevole l’individuazione. Si può tuttavia sostenere l’ipotesi che i predetti – alla stregua delle accorte modalità utilizzate e dei “contatti” prodromici intercorsi - si siano incontrati con IAMONTE Remingo in un luogo privato (atteso che l’ampia perlustrazione effettuata dalla p.g. durante l’intero arco temporale in cui i predetti si trovavano a Melito, non ha consentito di rintracciare nemmeno la predetta Peugeot 107). …

OMISSIS – N. D. E. –

§ - b) CONDEMI Domenico, LOMBARDO Vincenzo e ROTTA Vincenzo

L’appartenenza alla cosca CARIDI del più volte citato CALDERAZZO e degli altri soggetti

protagonisti della presente richiesta, quali CONDEMI Domenico, ROTTA Vincenzo e

LOMBARDO Vincenzo, tutti riconducibili al reggente del sodalizio CARIDI Santo, viene

ulteriormente dimostra dall’ulteriore stralcio, anch’esso tratto dalle indagini relative alla

“Operazione Crimine”.

Altri soggetti intranei all’organizzazione criminale

…in un’altra conversazione registrata, in data 08 Marzo 2008, all’interno della Fiat Panda di Gattuso Nicola (prog.2044 – RIT DDA 2235/07) - allorquando lo stesso si trova insieme a Russo Francesco - emerge la circostanza che Santo Caridi agisca solo dopo avere ricevuto direttive dal fratello Antonino. (vedasi allegato nr. 375 - volume 2)

In particolare, Gattuso riferisce al Russo che Santo Caridi gli ha detto di non entrare in contrasto con “questi vecchi” e cioè con Paolo Meduri e Francesco Gattuso, poiché altrimenti suo fratello Antonino se la sarebbe presa con lui (“Santo dice di non iarmare" bordello compare Cola, che mio fratello se la prende con me, se mi metto contro a questi qua, questi vecchi...”), aggiungendo che prima gliene avrebbe parlato proprio al fratello e solo in caso di parere favorevole, avrebbero potuto andare contro loro (“..che so se andare da mio fratello..inc.. io parlavo prima con mio fratello e mio fratello diceva, fate quello che cazzo volete io ero più sicuro, che poi "iarmamu" bordello vedete, pure voi”).

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Gattuso Nicola; Russo Francesco.

OMISSIS DALLE ORE 09.20.47 ALLE ORE 09.38.20

GATTUSO Nicola E come dite di fare domani compare Ciccio.

RUSSO Francesco ..inc..

GATTUSO Nicola Alle undici. No, no per fare il discorso compare Ciccio, Santo (CARIDI Santo) dice di non iarmare" bordello compare Cola, che mio fratello (CARIDI Antonino) se la prende con me, se mi metto contro a questi qua, questi vecchi ...

Page 169: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 169

RUSSO Francesco ..inc..

GATTUSO Nicola ...che so se andare da mio fratello (CARIDI Antonino) ..inc.. io parlavo prima con mio fratello e mio fratello diceva, fate quello che cazzo volete io ero più sicuro, che poi "iarmamu" bordello vedete, pure voi,

RUSSO Francesco Ma i vecchi, Ciccio (GATTUSO Ciccillo) la come cazzo si deve fare, gli toglie ...

GATTUSO Nicola Si allora, siete pazzo voi.

RUSSO Francesco Che è pieno di ..inc..

GATTUSO Nicola Chi, microspie.

RUSSO Francesco Vedete, telecamere.

OMISSIS FINO ALLA FINE

Ulteriore conferma del fatto che Santo Caridi agisce solo dopo avere ricevuto precise direttive impartite dal fratello Antonino, si ha anche con una conversazione registrata in data 13 Settembre 2008 - sempre all’interno dell’autovettura Mercedes di Gattuso Nicola (prog.2875 – RIT DDA 1205/07), allorché lo stesso Gattuso invita Caridi Santo (in auto con lui) a portare con loro anche Rotta Vincenzo (“E ROTTA dov'é?… Eh venite voi due, se lo merita, o no voi sapete“). Ma Caridi risponde che prima ne parlerà con il fratello Antonino (“Io voglio che parlo con mio fratello (CARIDI Antonino ndr.) prima“), evidenziando con tale comportamento il fatto che sia proprio lui a dirigere l’associazione, anche se detenuto. (vedasi allegato nr. 376 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Gattuso Nicola; Caridi Santo.

OMISSIS DALLE ORE 18.54.06 ALLE ORE 18.55.53

GATTUSO Nicola E ROTTA dov'é?

CARIDI Santo ROTTA? Vincenzo?

GATTUSO Nicola Eh! Eh venite voi due, se lo merita, o no voi sapete.

CARIDI Santo Io voglio che parlo con mio fratello (CARIDI Antonino ndr.) prima.

GATTUSO Nicola Vi sto dicendo, vi ho detto io come vi sembra a voi, come vi pare.

CARIDI Santo Domani ..inc..

OMISSIS DALLE ORE 18.56.50 SINO ALLA FINE

L’appartenenza al sodalizio criminale Libri-Caridi del sopraindicato Rotta, nonché di Calderazzo Rosario e di altri personaggi ancora quali Lombardo Vincenzo e Condemi Domenico, si evidenzia in una serie di contatti telefonici e di conversazioni ambientali captate all’interno dell’autovettura Opel Corsa del Rotta.

Page 170: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 170

In data 13 Novembre 2007, alle ore 17.44 (prog.9907 – utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07), CARIDI, dopo tanto tempo, telefona a CALDERAZZO. Dopo i primi convenevoli, i due stabiliscono d’incontrarsi di li a poco presso il banco per la rivendita di frutta e ortaggi sito sul viale Europa, in quell’atto di proprietà di CARIDI Antonia nata a Reggio Calabria in data 05.07.1963 (Allegato nr. 10), (sorella dei fratelli CARIDI e moglie di ZINDATO Giuseppe nato a Condofuri in data 30.08.1957destinatario dell’OCCC nr. 259/06 RGNR DDA “Operazione Alta Tensione) in quel momento ceduto in locazione alla nipote CONDEMI Fortunata 25.06.1977 (Allegato nr. 11) figlia di quel CONDEMI Domenico, inteso Micu Petrola cugino di CONDEMI Domenico (03.07.1976) e di CARIDI Antonina, anche quest’ultima sorella dei fratelli CARIDI. Nel corso della conversazione, CARIDI chiede a CALDERAZZO se può accompagnarlo da una persona (“ma se volete venire prima con me... voglio andare a fare visita a un amico”), prima di prendere parte ad una cena insieme (“che facciamo, ce la facciamo una mangiata stasera?”). (vedasi allegato nr. 377 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Caridi Santo; Calderazzo Rosario.

Rosario E buonasera

Santo buonasera

Rosario e che si dice?

Santo che facciamo, ce la facciamo una mangiata stasera?

Rosario e io stasera sono invitato

Santo io pure, capace che ci vediamo là allora

Rosario siamo invitati nella stessa parte allora

Santo eh... va bene

Rosario tutto a posto?

Santo tutto a posto

Rosario io ho bisogno di parlare un'ora con VOI

Santo si ho una trascuranza, una trascuranza con Voi

Rosario no,no

Santo più di una veramente...però

Rosario no non si tratta di trascuranza tra me e VOI..inc..

Santo ci vediamo stasera dai... ma se volete venire prima con me... voglio andare a fare visita a un amico

Rosario e passate da qua o volete che vengo là io, dove siete VOI?

Santo io ora sono qua al banco

Rosario e sto passando, ciao

Santo vi saluto

Page 171: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 171

Durante il loro incontro, i due hanno sicuramente discusso de visu, anche di una cena da effettuare la sera insieme ad altri personaggi a loro vicini. Infatti, alle ore 20.05 CALDERAZZO telefona a ROTTA Vincenzo (prog.9940 – utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07), che gli dice di essere in Piazza, invitandolo a raggiungerlo a casa di un personaggio che non indicano (“ci vediamo a casa sua direttamente vi ho detto!”).(vedasi allegato nr. 378 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Rotta Vincenzo; Calderazzo Rosario.

(Omissis…)

Con la telefonata delle successive ore 20.12 (prog.9943 - utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07), si ha conferma dell’identità del predetto personaggio e difatti CALDERAZZO telefona a CARIDI, che dice di trovarsi a casa, invitandolo a raggiungerlo in strada atteso che loro sono quasi arrivati. (vedasi allegato nr. 379 - volume 2)

Sicuramente CALDERAZZO si è recato da CARIDI insieme a qualcun’altro (“e potete scendere siamo quasi vicino NOI”).

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Caridi Santo; Calderazzo Rosario.

(Omissis…)

Alle ore 20.35 CALDERAZZO telefona a ROTTA (prog.9945 – utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07), il quale gli riferisce che si trova al bar e che sta aspettando tale Domenico (“sono al bar, aspetto a Mico”). (vedasi allegato nr. 380 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Rotta Vincenzo; Calderazzo Rosario.

(Omissis…)

Mentre sono a cena, CARIDI Santo, alle ore 21.31, telefona a GATTUSO Nicola (prog.17856 – utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07) al quale riferisce di essere passato sia da casa sua (“sono passato da casa e non c'eravate “) sia da casa di GATTUSO Ciccillo, ma di non averli trovati (“sono salito anche, salito anche da vostro cugino”).

GATTUSO Nicola dice che devono incontrarsi (“e ci dobbiamo vedere vedete!”) e CARIDI riferisce che più tardi passerà a trovarlo a casa (“vabbò... passo da voi”). (vedasi allegato nr. 381 - volume 2)

Page 172: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 172

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Gattuso Nicola; Caridi Santo.

(Omissis…)

Alle successive ore 23.29 (prog.17868 - utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07) CARIDI Santo riferisce a GATTUSO Nicola che tra 5 minuti passerà da lui (“cinque minuti”). (vedasi allegato nr. 382 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Gattuso Nicola; Caridi Santo.

(Omissis…)

Si può quindi affermare che nella serata del 13 Novembre 2007, CALDERAZZO Rosario, CARIDI Santo, ROTTA Vincenzo e tale “Mico”, identificabile, in virtù di incontri successivi, in Condemi Domenico, si siano incontrati e abbiano cenato assieme. Inoltre, immediatamente dopo, Santo decide di incontrare anche GATTUSO Nicola, dopo avere cercato di fare lo stesso, senza tuttavia riuscirci, con GATTUSO Ciccillo.

(…)

Nella stessa mattinata del 14 Novembre 2007 alle ore 08.39 (prog.9956 – utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07) CALDERAZZO, certamente a seguito dell’incontro della sera prima, telefona a ROTTA chiedendogli di andare subito a prendere un personaggio del quale non fanno il nome, ma del quale è chiara ad essi l’identità, e di ritrovarsi al loro solito luogo d’incontro (“eh.. se vedete a coso là, e ci vediamo li sotto… a chi! a chi dovete portare secondo voi?”).

CALDERAZZO evita di dire sia il nome di questo personaggio che il luogo dell’incontro (“là sotto, compare Vincenzo, dove ci vediamo sempre”). Per avere comunque conferma ROTTA chiede se devono vedersi “da DIEGO” e CALDERAZZO conferma. (vedasi allegato nr. 387 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Rotta Vincenzo.

Rotta Pronto

Rosario Buongiorno

Rotta buongiorno anche a voi

Rosario sentite!

Page 173: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 173

Rotta ditemi?

Rosario eh.. se vedete a coso là, e ci vediamo li sotto

Rotta a che ora?

Rosario ora?

Rotta e dove?

Rosario li sotto compare Vincenzo dove ci vediamo sempre

Rotta e va bene... da Diego?

Rosario eh!

Rotta sto partendo va bene!

Rosario chiamate a coso anche se lo trovate là...

Rotta a chi?

Rosario a chi! a chi dovete portare secondo voi

Rotta ho capito ma non so se lo trovo , se lo vedo va bene.

Luogo dell’incontro tra CALDERAZZO e ROTTA viene individuato nella Pizzeria ad insegna “L’ANCORA,” sita nel Piazzale antistante il Lido Comunale di Reggio Calabria e gestita da PALMA Diego, dove alle successive ore 09.50 personale dipendente nota ivi parcheggiata l’autovettura di ROTTA Vincenzo (vedasi allegato nr. 388 - volume 2)

Alle successive ore 10.29 (prog.194 – RIT DDA 1977/07) CALDERAZZO Rosario e ROTTA Vincenzo salgono a bordo della macchina di ROTTA Vincenzo (RIT 1977/07) con la quale si dirigono da CARIDI Santo. (vedasi allegato nr. 389 - volume 2)

CALDERAZZO Rosario dice che debbono parlare con qualcuno e ROTTA, con riferimento ad altri (forse a CARIDI Santo), sostiene che questi non ha intenzione di scusarsi e aggiunge che, con questi amici, non possono a prescindere e che non vuole fare brutte figure (“Altrimenti a quelle condizioni io, mi lavo le mani con questo, io sono, la parente sua non ne vuole sapere, ..inc.. chiuso, allora non avete capito Saro. Voglio ..inc.. da Santo”).

Nel contesto dei rapporti tra i personaggi sopra indicati, di rilevante importanza appare il successivo scambio di battute durante le quali CALDERAZZO e ROTTA concordano cosa dire a CARIDI per giustificare il fatto che si stiano recando insieme da lui. Dapprima CALDERAZZO dice che devono trovare il modo che nessuno li veda giungere assieme da CARIDI e che soprattutto non lo vedano scendere dal veicolo di ROTTA (“Però dobbiamo fare in modo che non mi vede nessuno che scendo dalla macchina vostra lo sapete voi.”). Mentre viaggiano CALDERAZZO telefona a CARIDI Santo (prog.9979 – utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07) al quale riferisce che lo sta raggiungendo con un amico.

CALDERAZZO e ROTTA concordano quindi di dire a CARIDI Santo che lo ha accompagnato ROTTA solo perché si sono incontrati al magazzino di CALDERAZZO dove ROTTA si è recato esclusivamente per aver il numero di telefono di CARIDI col quale voleva parlare (“Gli dico che mi avete accompagnato voi, che siete venuto al magazzino a trovarmi… No per rintracciare a voi. ..inc.. no è mi ha chiamato Vincenzo che non poteva ..inc.. con il mio telefono, il telefono vostro che voleva parlare con voi”).

Page 174: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 174

ROTTA ha, quindi, intenzione di dire a CARIDI di avere contattato CALDERAZZO perchè voleva parlare con lui (“Gli dico vi ho chiamato perchè volevo parlare con voi, perchè volevo sapere ..inc.. il coso”), e lo stesso gli avrebbe poi detto di accompagnarlo da Santo al banco per fissare un appuntamento (“poi mi avete detto questo, e così vi accompagno, che c'era lui e parlo con lui e ora veniamo al banco e chiudiamo glielo diciamo, in serata, gli facciamo ..inc...”).

CALDERAZZO consiglia di fissare un appuntamento in serata (…..dategli un appuntamento in serata …..quando vi posso trovare che voglio parlare dieci minuti che siamo soli), e lo stesso ROTTA ribatte che dirà a CARIDI che gli spiegherà in seguito il motivo per il quale era andato a trovarlo (“poi te lo racconto perchè sono andato a trovarlo gli dico, poi te lo racconto…..”).

Si riporta la trascrizione in parola.

Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Rotta Vincenzo; Caridi Santo.

CALDERAZZO Rosario Dobbiamo parlare.

ROTTA Vincenzo Chi è quello.

CALDERAZZO Rosario Dice che hanno visto a lui.

ROTTA Vincenzo Non aveva intenzione di scusarsi ..inc.

CALDERAZZO Rosario Glielo ha detto già.

ROTTA Vincenzo La madonna santissima, che non, non li possiamo, a prescindere, ..inc.. non posso fare brutta figure.

CALDERAZZO Rosario No...

ROTTA Vincenzo Altrimenti a quelle condizioni io, mi lavo le mani con questo, io sono, la parente sua non ne vuole sapere, ..inc.. chiuso, allora non avete capito Saro. Voglio ..inc.. da Santo.

CALDERAZZO Rosario Però dobbiamo fare in modo che non mi vede nessuno che scendo dalla macchina vostra lo sapete voi.

ROTTA Vincenzo No. anzi ma,

CALDERAZZO Rosario Vediamo dov'è Santo.

ROTTA Vincenzo Io ti posso lasciare a tipo che ..inc.. vedi dov'è lui.

CALDERAZZO Rosario Non parlate.

ROTTA Vincenzo Ti lascio al negozio

CALDERAZZO Rosario No, e chi mi accompagna non c'è nessuno da me.

OMISSIS DALLE ORE 10.30.55 ALLE ORE 10.31.29 CALDERAZZO ROSARIO parla al telefono con CARIDI Santo.

CALDERAZZO Rosario Gli dico che mi avete accompagnato voi, che siete venuto al magazzino a trovarmi, ..inc..

ROTTA Vincenzo Va bene.

Page 175: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 175

CALDERAZZO Rosario Ah? No gli dico che mi ha chiamato Vincenzo che doveva dirmi una cosa.

ROTTA Vincenzo E gli volevo dire che stasera viene, così sono venuto a chiamare a voi per essere certi.

CALDERAZZO Rosario No per rintracciare a voi. ..inc.. no è mi ha chiamato Vincenzo che non poteva ..inc.. con il mio telefono, il telefono vostro che voleva parlare con voi

ROTTA Vincenzo E la facciamo completa.

CALDERAZZO Rosario E ma voi, volete che lo troviamo?

ROTTA Vincenzo ..inc...

CALDERAZZO Rosario Al banco arriviamo insieme, non fa niente, meglio se arriviamo insieme, mi seguite.

ROTTA Vincenzo Ho capito

CALDERAZZO Rosario O no.

ROTTA Vincenzo Eh, una volta che gli hai detto che viene uno, a chiamarvi ...

CALDERAZZO Rosario Non gli dico, che ...

ROTTA Vincenzo Gli dico vi ho chiamato perchè volevo parlare con voi, perchè volevo sapere ..inc.. il coso, poi mi avete detto questo, e così vi accompagno, che c'era lui e parlo con lui e ora veniamo al banco e chiudiamo glielo diciamo, in serata, gli facciamo ..inc...

CALDERAZZO Rosario un appuntamento, in serata. quando lo posso trovare, voglio parlare dieci minuti, che siamo soli, ..inc.. che mi trovate se siamo, ha il numero telefono, voi avete il numero di telefono vecchio che non ti rintracciava più.

ROTTA Vincenzo Poi ti racconto perchè sono andato a trovarlo, poi te lo racconto.

CALDERAZZO Rosario Gli dite...

ROTTA Vincenzo Eh, poi te lo racconto ..inc.. racconto, tutte queste barzelette qua. Ma che ci possono fare a noi, ce la possono solo sucare, ..inc.. . Madonna ho il cervello quanto una casa, sull'anima di mia ..inc.. ce l'ho quanto una casa, volevo stare in un posto, ..inc.. per prendere aria .per staccare la spina... tutte queste barzelette, dove sono andato ad incastrarmi io di chi. ...

CALDERAZZO Rosario Siete pazzo netto.

ROTTA Vincenzo ... quattro cornuti qua.

CALDERAZZO Rosario Siete esaurito.

ROTTA Vincenzo Sono esaurito, perchè so che sono esaurito, quel cornuto ha portato a me, all'esaurimento, quello sbirro

Page 176: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 176

mi ha portato.Voi non sapete che fuoco ho dentro.

CALDERAZZO Rosario Ognuno ha il suo.

ROTTA Vincenzo Il tubercoloso dice che arriva qua e dice ce l'ho ..inc.. novantasei, mannaggia la madonna lasciami con la mia pace ..inc.. dalla mattina alla sera io sono esaurito. ...inc..

CALDERAZZO Rosario Eh!

ROTTA Vincenzo Perchè qua secondo me, una sera mi sembra che ho visto i sedili spostati, non per altro, per voi, perchè a me suocera me la possono, gliela metto nella fissa, nella fissa delle sue mamme gli possono mettere le cimice, ma mi vogliono fare a me, a me possono ..inc.. a numero uno, a me la possono sucare, tutte le barzellette sue, quando uno nasce, nasce e basta e chiuso, nasce e muore, forse non la capisce nasce e muore.

CALDERAZZO Rosario Si ho capito.

ROTTA Vincenzo E non, che nasce così, nasce e muore, ..inc.. mangiamoci una bella caramella qua, facciamoci la bocca.

Nel prosieguo della conversazione, Rotta Vincenzo riferisce a Calderazzo che tale Vincenzo è andato da lui per sfogarsi, a causa di qualcosa che gli viene difficile da sopportare (“Eventualmente, domani mattino e che sapete, è venuto Vincenzo a sfogarsi da me che è "patuto" avete capito”). Il Vincenzo in questione è verosimilmente Lombardo Vincenzo che, come verrà in seguito ampiamente spiegato, è in disaccordo con Santo Caridi, a causa probabilmente del fatto che teme di essere superato nella gerarchia dell’associazione da qualche “cristiano” di fiducia di quest’ultimo.

Subito dopo, Calderazzo torna a parlare della versione che dovranno dare a Caridi Santo: in particolare, invita Rotta a fargli un sorriso, e dirgli poi che aveva intenzione di andarlo a trovare e, allo scopo di contattarlo, aveva interessato lui, che a sua volta lo ha invitato ad andarlo a prendere al magazzino (“Santo volevo venire a trovarti, vi avevo chiamato ...inc.. come ho tempo stasera, vi dice a che ora ci vediamo, e sono andato da compare Saro che non avevo il numero per chiamarti, gli dovete dire, ho chiamato a Saro. poi ha chiamato e mi ha detto di andarlo a prendere, gli dite voi, di andare là al magazzino”.)

Rotta suggerisce allora di dirgli che era andato a chiamarlo due volte come previsto (“Digli a Santo che due volte sono andato a chiamarlo, perchè così funziona gli devi dire, hai capito“), e che ha da fare con “cristiani” di un certo spessore, tanto che pure chi non li conosce li invita, data la serietà e l’umiltà con cui parlano (“hai a che fare con "cristianuni" con cosi noi, con tutti quanti, vi porto su un palmo di mano e non ha che fare con ...inc.. ma chi ci conosce e non ci conosce già c'invitano a casa loro, il "cristianu" a noi senza offesa, che si rendono conto, basta che parli con l'umiltà, la serietà”).

È lo stesso Rotta, poi, che ripete la versione di comodo da riferire a Santo Caridi, specificando che gli dirà che aveva contattato Calderazzo (“Gli dite che vi ho chiamato io prima o no. Se gli dice che ti ho chiamato prima io, glielo dico io come, come gli hai detto prima”), e che ha urgente bisogno di parlare con lui, senza dargli ulteriori spiegazioni (“…con il sorrisetto, lo bacio

Page 177: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 177

<ciao, vedi che ho bisogno urgente di parlare con te, ci vediamo stasera? Si, me ne vado con tutte queste barzellette, barzellette, barzellette, ti saluto ci vediamo stasera e basta>…”).

OMISSIS DALLE ORE 10.35.10 ALLE ORE 10.35.59

ROTTA Vincenzo Ma voi vi rendete conto.

CALDERAZZO Rosario Io non mi rendo conto.

ROTTA Vincenzo Mamma che ..inc..

CALDERAZZO Rosario Se poteva ..inc.. se poteva scendere mio padre qua sotto, so cosa faceva.

ROTTA Vincenzo Mamma che ..inc.. quanto voglio bene a mio figlio, mi ha detto mio figlio" ... ma tu che cazzo c'entri lì .." ..inc..

CALDERAZZO Rosario Vedete c'è la macchina.

ROTTA Vincenzo Va dietro pure lei. Eventualmente, domani mattino e che sapete, è venuto Vincenzo (ndr.LOMBARDO Vincenzo) a sfogarsi da me che è "pattuto" (fuso) avete capito. Quando è venuto per quella via e domanda ma che voglion e che ..inc.. si vuole sfogare ed è venuto sfogarsi con me, ..inc..

CALDERAZZO Rosario ..inc.. per l'appuntamento di stasera, per...

ROTTA Vincenzo Uh! Uh!

CALDERAZZO Rosario Fategli un sorriso, ..inc.. a voi non vi manca, Santo (CARIDI Santo) volevo venire a trovarti, vi avevo chiamato ...inc.. come ho tempo stasera, vi dice a che ora ci vediamo, e sono andato da compare Saro che non avevo il numero per chiamarti, gli dovete dire, ho chiamato a Saro. poi ha chiamato e mi ha detto di andarlo a prendere, gli dite voi, di andare là al magazzino.

ROTTA Vincenzo L'ho chiamato, ...inc...a prenderlo

CALDERAZZO Rosario Per venire a prendersi la moto.

OMISSIS DALLE ORE 10.37.40 ALLE ORE 10.38.28

ROTTA Vincenzo Digli a Santo che due volte sono andato a chiamarlo, perchè così funziona gli devi dire, hai capito.

CALDERAZZO Rosario Glielo ho detto già.

ROTTA Vincenzo E che si risvegli un pò di sentimento, lo portavano pure ..inc.. là, mi sembra se fosse ..inc.. hai a che fare con "cristianuni" con cosi noi, con tutti quanti, vi porto su un palmo di mano e non ha che fare con ...inc.. ma chi ci conosce e non ci conosce già c'invitano a casa loro, il "cristianu" a noi senza offesa, che si rendono conto, basta che parli con l'umiltà, la serietà, ..inc.. e chi ha da fare con questi giocattoli là, alla festa della madonna, li mettono là, lo sai quel fucile a piombini la,

Page 178: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 178

di quei fucili a piombini che butti il bambolotto.

OMISSIS DALLE ORE 10.39.30 ALLE ORE 10.40.42

CALDERAZZO Rosario Glielo dico, ..inc.. che mi avete chiamato e siete venuto a prendermi, poi ci vedono lo stesso.

ROTTA Vincenzo Gli devi dire che mi hai chiamato tu

CALDERAZZO Rosario Eh! E siete venuto a prendermi.

ROTTA Vincenzo Uh! Gli dite che vi ho chiamato io prima o no. Se gli dice che ti ho chiamato prima io, glielo dico io come, come gli hai detto prima. Io ho preso ..inc.. con la moto qua, con il sorrisetto, lo bacio <ciao, vedi che ho bisogno urgente di parlare con te, ci vediamo stasera? Si, me ne vado con tutte queste barzelette, barzelette, barzellete, ti saluto ci vediamo stasera e basta>. La cornamusa c'è là. Ma lui al banco è?

CALDERAZZO Rosario Si.

ROTTA Vincenzo ..inc..

CALDERAZZO Rosario ..inc..

ROTTA Vincenzo "puliciato" O dio mio che mal di testa che ho, io pazzo esco qualche giorno, sicuro, ..inc..

CALDERAZZO Rosario Gli dico che mi avete telefonato voi che volevate parlare con lui

ROTTA Vincenzo Si, si, si.

OMISSIS DALLE ORE 10.42.02 ALLE ORE 10.42.17

Alle ore 10.42 circa, Rotta e Calderazzo giungono al banco di frutta sito sul viale Europa e si incontrano con CARIDI Santo. Difatti, alla suddetta ora, ROTTA dice “compare buongiorno” ed esce dal veicolo. In lontananza, si sente quindi la voce di CARIDI Santo. Mentre sono fuori dal veicolo, ROTTA parla con CARIDI Santo al quale chiede di organizzare un incontro, per dirimere una controversia tra accoliti (“Lui è il primo che deve dire mio zio Peppe, e ..inc.. voleva venire, non capisce allora ..inc.. la dovete chiudere ..inc..”)

In seguito alla incomprensibile risposta di Caridi, ROTTA sale in auto spiegando a Caridi che a lui non interessa nulla (“Interessa a me compare, sai cosa m'interessa ...”); per stemperare i toni, lo invitano a scendere di nuovo (“Mannaggia andiamo per favore, compare esci”), e Santo aggiunge di essere disponibile ad incontrarsi per chiarire l’oggetto della discordia (“Allora, te lo dico avanti, vieni, facciamo quello che vogliamo, mattinata, nottata, due parole di queste cose, due e non più ...”). Rotta conclude che ciò che doveva dirgli lo ha detto (“Io, io quello che ti dovevo dire te l'ho detto”), e che è andato da lui solo perché lo rispetta (“Eh, so solo che, se vengo, perchè ti voglio bene, altrimenti non, non venivo”).

Tale conversazione - pur non riuscendo a comprendere il reale motivo della controversia - è emblematica per rappresentare lo spessore in seno all’organizzazione di Caridi Santo: infatti, nonostante Calderazzo e Rotta concordino dichiarazioni di comodo, decidono di mentirgli per timore di una sua reazione. Stessa origine hanno evidentemente le riverenze che gli mostra Rotta, nonostante avesse chiaramente espresso il concetto che non gli interessasse niente di lui, arrivando addirittura a dire, al termine della discussione, di essere andato lì poiché mosso dal

Page 179: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 179

rispetto che nutre nei suoi confronti (“Eh, so solo che, se vengo, perchè ti voglio bene, altrimenti non, non venivo”).

ROTTA Vincenzo Compare buongiorno.

CARIDI Santo Salutiamo. ..inc..

CALDERAZZO Rosario (parla al telefono) Va bè, ok.

ROTTA Vincenzo Figuratevi compare quando ...

CALDERAZZO Rosario (parla al telefono) Ci sentiamo più tardi.

ROTTA Vincenzo ... il piacere è tutto mio ...

CALDERAZZO Rosario (parla al telefono: Turi sono incasinato questa mattina, sono preso con il lavoro, se è bisogno urgente ci vediamo, altrimenti mi sbrigo le mie cose, ci vediamo poi a Gioa ciao, cugino, ciao salutami a tutti, ciao.)

ESTERNO DELLA MACCHINA

ROTTA Vincenzo ..inc.. questo discorso. Non possiamo giocare, quando ci possiamo vedere soli, mi ha chiamato che vuole la cosa la ..inc.. se glielo diciamo a tutti, al circolo andiamo, ..inc.. senti quando ci vediamo.

CARIDI Santo Da voi?

ROTTA Vincenzo Il pazzo ieri sera è venuto, che dobbiamo fare ...

CARIDI Santo Voi mi parlate di Vincenzo.

ROTTA Vincenzo Un pò sgarrato. Che sia così, lui lo sa sul bene di mio figlio, mi faccio una partita a carte

CALDERAZZO Rosario Lasciate che prendo il casco.

CARIDI Santo ..inc..

ROTTA Vincenzo Lui è il primo che deve dire mio zio Peppe, e ..inc.. voleva venire, non capisce allora ..inc.. la dovete chiudere ..inc..

CALDERAZZO Rosario Compare Vincenzo.

ROTTA Vincenzo Ci vediamo dopo le otto,

SALE IN MACCHINA ROTTA Vincenzo

ROTTA Vincenzo Interessa a me compare, sai cosa m'interessa ...

CARIDI Santo Mannaggia andiamo per favore, compare esci.

ROTTA Vincenzo Per favore Saro.

CARIDI Santo Allora, te lo dico avanti, vieni, facciamo quello che vogliamo, mattinata, nottata, due parole di queste

Page 180: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 180

cose, due e non più ...

ROTTA Vincenzo No, no è così, io ti dico che ...

CARIDI Santo ...di queste cose, mattino domani, dopo domani

ROTTA Vincenzo Io, io quello che ti dovevo dire te l'ho detto.

CARIDI Santo Quattro parole.

ROTTA Vincenzo Eh, so solo che, se vengo, perchè ti voglio bene, altrimenti non, non venivo.

CARIDI Santo Ciao.

ROTTA Vincenzo Statti bene.

CARIDI Santo Ci vediamo dopo.

OMISSIS DALLE ORE 11.44.10 ALLA FINE

Le operazioni tecniche, hanno consentito di documentare altre riunioni tra i personaggi sopra indicati.

A tal proposito si riportano una serie di conversazioni finalizzate poi ad una cena cui hanno preso parte, in data 23 Novembre 2007, Calderazzo Rosario, Rotta Vincenzo, Lombardo Vincenzo e Condemi Domenico.

Alle ore 13.40 (prog.10856 – utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07), CALDERAZZO Rosario chiede a ROTTA Vincenzo se stasera fanno una rimpatriata (“che facciamo.. c'è la facciamo una rimpatriata stasera?”), ROTTA risponde di si (“e si,si...”). CALDERAZZO dice di chiamare lui a tutti e due (“e chiamate voi, chiamateli voi… e fatemi sapere, a tutti e due..”). Rotta chiede se si mangeranno una pizza (“ci mangiamo un pizza li sotto “) , ma Calderazzo gli dice che faranno “la rimpatriata”, quindi non mangeranno la pizza (“no la rimpatriata...non ce la mangiamo, non ce la facciamo la pizza li sotto “), sancendo così che con il termine “rimpatriata” indicano in realtà una riunione, e non un semplice momento di aggregazione tra amici. (vedasi allegato nr. 390 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Rotta Vincenzo.

Rosario E che si dice

Rotta come andiamo?

Rosario tutto a posto, che facciamo.. c'è la facciamo una rimpatriata stasera?

Rotta e si,si...

Rosario ah?

Rotta si,si

Page 181: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 181

Rosario e chiamate voi, chiamateli voi

Rotta Eh

Rosario e fatemi sapere, a tutti e due

Rotta va bene

Rosario va bò!

Rotta va bò

Rosario ci vediamo più tardi per là

Rotta ci mangiamo un pizza li sotto

Rosario no la rimpatriata...non ce la mangiamo, non ce la facciamo la pizza li sotto

Rotta va bene

Rosario fate la rimpatriata che poi vediamo, ciao

Rotta va bene, ciao

In virtù di quanto gli ha appena detto Calderazzo, Rotta contatta due soggetti, consentendo così di identificare coloro che prenderanno parte alla cena insieme a loro due, e cioè LOMBARDO Vincenzo (“Cecio”) e CONDEMI Domenico (“Mico”).

Infatti, alle ore 13.41 (prog.784 – utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07), ROTTA Vincenzo chiama Lombardo Vincenzo e dice che adesso l'ha chiamato Calderazzo Rosario (“e ora mi ha chiamato coso... Saro... “) per fare una “rimpatriata” in serata (“ho detto io che facciamo c'è la facciamo una rimpatriata e da tanto tempo che non ci vediamo, per stasera però a detto”). Lombardo chiede se avesse rintracciato a Domenico (“ma a Domenico lo hai rintracciato?”), ROTTA dice ancora no. I due si danno appuntamento al bar sotto la chiesa (“e ci vediamo al bar, li sotto alla chiesa”). Su richiesta di Rotta (“e dammi il numero“), Lombardo gli detta il numero di casa di Domenico che è “594510”.

(vedasi allegato nr. 391 - volume 2)

Va precisato, che l’intestatario dell’utenza 393-4942951, in uso a tale Vincenzo, è risultato essere proprio Lombardo Vincenzo, nato a Reggio Calabria il 19.05.1973.

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Rotta Vincenzo; Lombardo Vincenzo.

Lombardo Pronto

Rotta Ciao Enzuccio

Lombardo Enzo allora?

Rotta e ora mi ha chiamato coso... Saro...

Lombardo e...che ti ha detto?

Page 182: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 182

Rotta ho detto io che facciamo c'è la facciamo una rimpatriata e da tanto tempo che non ci vediamo, per stasera però a detto

Lombardo e a che ora?

Rotta non lo so, dopo delle otto penso io

Lombardo a che ora?

Rotta verso le otto

Lombardo ma a Domenico lo hai rintracciato?

Rotta ancora no...

Lombardo e va bò

Rotta ora, in questo minuto mi ha chiamato Enzo

Lombardo ah!

Rotta ha detto, li chiamate tutti e due per fare una rimpatriata

Lombardo e ci vediamo al bar, li sotto alla chiesa

Rotta non dopo delle otto però

Lombardo ah!

Rotta non dopo delle otto, lo chiami tu a Mico io non ho il numero

Lombardo no, no chiamalo tu eh...eh...

Rotta e dammi il numero

Lombardo e ti do il numero di casa, che a quest'ora penso che è a casa.. 594510

Rotta 594510

Lombardo Eh

Rotta va bene

Lombardo va bene

Rotta ciao gioia ci vediamo alle otto al bar

Lombardo va bene ciao

Rotta ciao.

Dopo essersi fatto dare il numero da Lombardo, Rotta telefona a Domenico (prog.786 - utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07), ma inizialmente risponde Margherita (“pronto Margherita, Vincenzo sono”). ROTTA Vincenzo dice a Domenico che l'hanno invitato da quell'amico e dice di vedersi alle otto al bar (“vedete che ci hanno invitato stasera… da quell'amico la, ci vediamo alle otto al bar?”). (vedasi allegato nr. 392 - volume 2)

Riguardo all’intestatario dell’utenza 0965-594510, va precisato che lo stesso risulta essere CONDEMI Giuseppe (Reggio Calabria, 10.02.1948), padre di CONDEMI DOMENICO, nato a Reggio Calabria il 03.07.1976.

Page 183: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 183

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Rotta Vincenzo; Margherita; Condemi Domenico.

Margherita Pronto

Rotta pronto Margherita, Vincenzo sono

Margherita ciao dimmi!

Rotta Domenico e là?

Margherita si aspetta che te lo passo

Rotta va bene

Domenico Pronto

Rotta pronto, buongiorno

Domenico ueh...

Rotta vedete che ci hanno invitato stasera

Domenico dove?

Rotta da quell'amico la, ci vediamo alle otto al bar?

Domenico e va bene

Rotta e ciao un bacio...

Domenico ciao, ciao.

Dopo avere contattato Lombardo e Condemi, ROTTA Vincenzo telefona a CALDERAZZO Rosario (prog.787 - utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07), dicendogli di averli chiamati e avere appuntamento al bar alle otto (“tutto a posto, alle otto gli ho detto, e che ci vediamo al bar“). CALDERAZZO dice che è meglio non incontrarsi tutti (“ma non partiamo da la insieme, facciamo come vi dico io“), e gli dice di chiamarlo dopo che loro si siano incontrati al bar (“vi vedete voi là e mi chiamate“). (vedasi allegato nr. 393 - volume 2)

Interlocutori:

Rotta Vincenzo; Calderazzo Rosario.

Rosario Compare Vincenzo

Rotta tutto a posto, alle otto gli ho detto, e che ci vediamo al bar

Rosario a quale bar?

Rotta stasera al bar qua e poi c'è ne veniamo

Rosario ma non partiamo da la insieme, facciamo come vi dico io

Rotta e ci vediamo al bar alle otto e poi se ne parla

Page 184: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 184

Rosario vi vedete voi là e mi chiamate

Rotta Eh

Rosario vi saluto

Rotta va bene?

Rosario ciao, ciao

Rotta Ciao

Alle ore 19.31 (prog.10888 – utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07), ROTTA riferisce a CALDERAZZO che sta andando al bar e ha preso appuntamento per le otto (“ora sto andando al bar, gli ho detto che ci vediamo alle otto”). Calderazzo gli dice di incontrarsi da lui al magazzino (“vi aspetto qua da me al magazzino“). (vedasi allegato nr. 394 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Rotta Vincenzo.

Rotta Pronto

Rosario ehi...

Rotta ora sto andando al bar, gli ho detto che ci vediamo alle otto

Rosario vi aspetto qua da me al magazzino

Rotta eh, sopra?

Rosario sopra si

Rotta va bene, ciao

Rosario ciao.

Alle ore 19.49 (prog.10891 – utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07), Calderazzo gli dice di essere in un locale vicino al suo negozio (“vedete che io sono qua... nel locale prima del negozio mio“), ma Rotta risponde che ancora sta aspettando poiché non è arrivato nessuno (“e ancora non è comparso nessuno qui“). (vedasi allegato nr. 395 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Rotta Vincenzo.

Rotta Pronto

Rosario vedete che io sono qua... nel locale prima del negozio mio

Rotta come?

Rosario sono nel locale prima del mio negozio

Page 185: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 185

Rotta e ancora non è comparso nessuno qui

Rosario ancora!

Rotta e alle otto gli ho detto io, sono ancora meno un quarto sono

Rosario va bene vi aspetto qua

Rotta va bene, ciao

Rosario Ciao

Alle ore 20.39 (progr.300 – RIT DDA 1977/07), la conversazione tra presenti che si svolge all’interno dell’autovettura di Rotta Vincenzo consente di confermare che alla cena parteciperanno anche Lombardo Vincenzo (“CECIO”) e Condemi Domenico (“Mico”). (vedasi allegato nr. 396 - volume 2)

Difatti, a seguito della telefonata con Calderazzo, Rotta si incontra con Lombardo al quale dice che devono andare da Calderazzo. Durante il tragitto per andare a prendere a Condemi, ROTTA dice a Lombardo che faranno un giro largo, in quanto teme che qualcuno possa vederli, (“Facciamo il giro largo, perchè non si può sapere mai, ci tengono sotto pressione i cristiani”).

Alle ore 20.43,29" i due arrivano a casa di Domenico e Rotta dice a Vincenzo di non scendere dalla macchina perchè ci sono i suoi parenti che si affacciano a curiosare: le coordinate GPS indicano che l’auto è in sosta nel Viale Europa di Reggio Calabria, luogo nelle cui vicinanze abita Mico, identificabile in Condemi Domenico.

Successivamente, dopo averne trovato il numero di telefono (“E come si fa. Eccolo qua che l'ho trovato”), Rotta telefona a Calderazzo Rosario al quale dice che tra 15 minuti saranno da lui (“Tra un quarto d'ora siamo là, ciao, ciao”).

Lombardo gli fa notare che secondo lui hanno sbagliato a decidere di incontrarsi in quel luogo (“Noi abbiamo sbagliato che abbiamo preso appuntamento la comunque, l'ho pensato io questo fatto”), ma Rotta gli risponde che il problema è che Calderazzo ancora non è tornato (“Questo ancora si deve ritirare dove cazzo è andato, ma, ma non ha un pò di cervello..”), e avrebbero potuto tranquillamente incontrarsi a casa sua, onde evitare di esporsi al rischio di essere visti da altri (“…ci vedevamo a casa mia, mi prendevate a casa, si potevano evitare tutte queste barzellette…”).

Rotta continua dicendo che non gli interessa se qualcuno li ha visti, e dubita pure che qualcuno li abbia visti: ipotizza piuttosto che Santo Caridi abbia visto lì Vincenzo, e poiché non lo vedeva da un po’, si sia insospettito (“Santo ha naso, capisci? ha visto a te là, era assai che non ti vedeva, con me”), ma Lombardo ribatte che lui è stato via da tempo e quindi non lo poteva sapere (“Era assai che non c'era lui. Che ne sa lui”).

Subito dopo sale in auto anche Condemi Domenico.

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Rotta Vincenzo; Lombardo Vincenzo; Condemi Domenico.

OMISSIS DALLE ORE 20.39.50 ALLE ORE 20.42.09

ROTTA Vincenzo Facciamo il giro largo, perchè non si può sapere mai, ci tengono sotto pressione i cristiani,

Page 186: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 186

LOMBARDO Vincenzo Ma ce ...

ROTTA Vincenzo Ma io me ne fotto di tutti figurati, che cazzo ...inc.. ce la possono solo sucare, ..inc. qua, loro fanno, fanno le loro barzellette.

LOMBARDO Vincenzo Storti.

ROTTA Vincenzo Ed io mi devo guardare a ..inc..

LOMBARDO Vincenzo Che non mi cacano il cazzo.

ROTTA Vincenzo Ma per favore.

LOMBARDO Vincenzo Devo andare a fargli la salame, mannaggia la madosca, ..inc.. a questo

ROTTA Vincenzo Lo vedo..lo vedo...non ti creare problemi Cecio

OMISSIS DALLE ORE 20.42.30 ALLE ORE 20.44.05

LOMBARDO Vincenzo Me lo dai a me lo trovo io,

ROTTA Vincenzo ..inc..

LOMBARDO Vincenzo Ma tu nella "S",va bene dai, invece di farli tutti

ROTTA Vincenzo E come si fa. Eccolo qua che l'ho trovato.

LOMBARDO Vincenzo Saro (CALDERAZZO Rosario).

ROTTA Vincenzo E Santo andava arrivando ..inc..

LOMBARDO Vincenzo Non parlare per telefono, ..inc..

ROTTA Vincenzo Tra un quarto d'ora siamo là, ciao, ciao (Al telefono). Si parlo con il cazzo, ..inc.. barzellette, gli ho detto alle otto ci vediamo là, questo va a caccia "coppula" del cazzo, ..inc.. ma lasciamo stare che è meglio. Io me lo immaginavo e infatti, ti stavo dicendo.

LOMBARDO Vincenzo Noi abbiamo sbagliato che abbiamo preso appuntamento la comunque, l'ho pensato io questo fatto.

ROTTA Vincenzo A chi?

LOMBARDO Vincenzo Abbiamo preso l'appuntamento là.

ROTTA Vincenzo Ma che cazzo ne so che questi qua sono comparsi tutti in una volta, mi segui il discorso, poi non è che dice, come arrivavate voi, voi andavate per i cazzi vostri, ed io ci vedevamo a casa mia, mi prendevate a casa, si potevano evitare tutte queste barzellette, che questo "maccaruni" non è venuto che cazzo vuoi, se veniva e te ne andavi con lui, ma figlioli miei. Questo ancora si deve ritirare dove cazzo è andato, ma , ma non ha un pò di cervello, ma.

LOMBARDO Vincenzo Hai rotto il parabrezza.

Page 187: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 187

ROTTA Vincenzo Che cosa. Non l'ho rotto con quel merda di coso, una volta sono andato a cacciare l'acqua, forse con quella punta, me fotto di lui che si rompe che cazzo vuole, me fotto di lui. ..inc.. pare che la gente sapevano che avevamo appuntamento noi...eh eh ...ci hanno visto la...perchè, non sei...oh oh, che cazzo ci devono fare, sucarcela? oh Vincenzo sai quanto me ne fotto io? Io fino a che posso, faccio il coatto, hai visto che non facevo il coatto...nel senso che mi, mi.....fino a che posso ..non vedi che facevo tutto...il coso io.....l'indiano? quanto che non pensino....hai capito? Santo ha naso, capisci? ha visto a te là, era assai che non ti vedeva, con me

LOMBARDO Vincenzo Era assai che non c'era lui. Che ne sa lui

ROTTA Vincenzo Apposta sto dicendo.

LOMBARDO Vincenzo eh eh ...lui..ci ha lui non c'era.

ROTTA Vincenzo Però ha naso hai capito?

LOMBARDO Vincenzo Ha naso, se aveva naso.

GIUNGE CONDEMI DOMENICO E SI UNISCE A ROTTA E A LOMBARDO

ROTTA Vincenzo E tu l'appuntamento.

LOMBARDO Vincenzo Siediti avanti, siediti avanti.

CONDEMI Domenico Cammina, muoviti storto, siediti avanti.

ROTTA Vincenzo Basta che vi sbrigate

LOMBARDO Vincenzo tu prima mi saluti e poi parli.

CONDEMI Domenico Io prima saluto?

LOMBARDO Vincenzo Si.

OMISSIS DALLE ORE 20.47.18 ALLA FINE.

Dalle conversazioni avvenute successivamente alla cena, appare subito chiaro che i commensali abbiano discusso di problemi con gli appartenenti “all’ala dei Caridi”, con a capo Santo.

Infatti, a conclusione della cena, Rotta, Calderazzo, Lombardo e Condemi, vanno via a bordo dell’auto del primo (prog.301 – RIT DDA 1977/07). (vedasi allegato nr. 397 - volume 2)

Durante il tragitto, la conversazione che nasce lascia intendere come i quattro mal sopportino Santo Caridi, non riconoscendo quest’ultimo come degno di essere al loro vertice.

In particolare Rotta dice di non riuscire a sopportare lui e i “cristiani” a lui vicini (“a me... inc... lo fa a me, con questi "mau-mau"... la testa sapete come ce l'ho io... con questi "mau-mau"), invitando gli altri presenti ad allontanarsi da loro poiché stanno rovinando la loro associazione (“...dobbiamo cercare di "svermicarci" invece, di questi, siamo "invermicati", ancora non avete capito, dobbiamo "svermicare"!... e se non ci "svermichiamo" siamo rovinati!”), ottenendo l’esplicita approvazione sia di Calderazzo (“Non ne posso più”) che di Condemi (“... e si si...“).

Page 188: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 188

L’argomento della conversazione si sposta poi su quanto gli stessi abbiano discusso durante la cena: infatti, Rotta chiede se per quel lavoro si trovi bene (“Dove c'è ..inc.. per quel lavoro. Vi "scialate" no, vi trovate nel vostro no”), e Calderazzo gli risponde che “per questo fatto” lui è d’accordo con Domenico (“No guardate, io sono con Mico (ndr.CONDEMI Domenico) per questo fatto, purtroppo per questo fatto, per altre cose, per questo fatto, la vedo come la vede lui, ne più, nè meno.”), aggiungendo che circa ciò di cui hanno parlato prima non glielo permette ed è pronto a creare problemi (“Per questo fatto qua di quello che abbiamo parlato prima, io non glielo permetto neanche questo fatto, io sono il primo che faccio il finimondo”).

Rotta aggiunge che tutti sono con lui (“Pure io, tutti siamo con te“), e in modo risoluto Calderazzo replica dicendo che per qualsiasi cosa sarà dalla sua parte (“Sopra a tutte cose, con te sino alla fine…”), ma in questo caso è dell’opinione che non gli diano niente (“ma per questo fatto, non te la evito, tipo ne parliamo dopo, no per questo fatto la facciamo subito...qua non gli devi dare niente”), anche perché, in caso contrario, otterrebbero il disappunto di altri associati (“che poi veramente ci sputano in faccia i cristiani”).

Rotta ribatte che interverranno al momento opportuno (“Ma questo sarà, quando ci sarà un momento, noi interveniamo subito ..inc.. all'atto”), e quando Calderazzo gli risponde che non c’è occasione per farlo (“Si, ma non c'è neanche movimento per intervenire“), ribatte che non devono pensare che sia contro di loro (“Pensate che io sono contro di voi, sono pure io con voi…”). Ciò che rileva, infatti, è che Rotta, nonostante sia della loro stessa opinione, cerchi di farli riflettere, invitandoli ad agire al momento opportuno, e non d’impeto (“... non mi... non mi hai... non mi hai capito, cercate di essere intelligenti e ogni tanto, lasciateli stare... "il mio sangue!"”), poiché se faranno le cose nel modo giusto eviteranno di avere problemi (“non voglio che vi bruciate... forse non avete capito... noi qui dobbiamo fare le cose... per bene!...”).

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Condemi Domenico; Lombardo Vincenzo; Rotta Vincenzo.

ROTTA Vincenzo ...vedete che io...sono...un uomo raffinato...non ti offendere...

CONDEMI Domenico va bene....

ROTTA Vincenzo non sono agricolo... agricolo

CONDEMI Domenico ... inc... inc...

CALDERAZZO Rosario ma quello la... scusate... inc...

CODNEMI Domenico una troia di quelle!

CALDERAZZO Rosario ... ma quello la... ma quando parla, lo capite voi?

ROTTA Vincenzo ah! dovete andare a casa voi?... chi è quello la?

CALDERAZZO Rosario Enzo...

ROTTA Vincenzo Ma per favore! lasciatemi in pace a me! che ho i "cereveddi" (la testa) mangiati con questi "mau-mau" qui io...

Page 189: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 189

CALERAZZO Rosario io lo so chi... inc... inc... inc... si va be! non mi passa nemmeno nell'anticamera... che la famiglia l'ho sistemata in qualche maniera

ROTTA Vincenzo a me... inc... lo fa a me, con questi "mau-mau"... la testa sapete come ce l'ho io... con questi "mau-mau"

CALDERAZZO Rosario Non ne posso più.

ROTTA Vincenzo ...dobbiamo cercare di "svermicarci" invece, di questi, siamo "invermicati", ancora non avete capito, dobbiamo "svermicare"!... e se non ci "svermichiamo" siamo rovinati!

CONDEMI Domenico ... e si si...

ROTTA Vincenzo dobbiamo cercare di "svermicarci"

OMISSIS DALLE ORE 01.16.25 ALLE ORE 01.21.27

ROTTA Vincenzo Dove c'è ..inc.. per quel lavoro. Vi "scialate" no, vi trovate nel vostro no.

CALDERAZZO Rosario No guardate, io sono con Mico (ndr.CONDEMI Domenico) per questo fatto, purtroppo per questo fatto, per altre cose, per questo fatto, la vedo come la vede lui, ne più, nè meno.

ROTTA Vincenzo Che vuol dire ..inc..

CALDERAZZO Rosario Per questo fatto qua di quello che abbiamo parlato prima, io non glielo permetto neanche questo fatto, io sono il primo che faccio il finimondo.

ROTTA Vincenzo E allora qual'è il problema?

CALDERAZZO Rosario Faccio che ..inc..

ROTTA Vincenzo A "gnammi" "gnammi".

CALDERAZZO Rosario Faccio che gli ritorna di nuovo la parola.

ROTTA Vincenzo Voi quando siete ...

CONDEMI Domenico Ma chi?

ROTTA Vincenzo .. voi dovete considerare una cosa, che l'uomo ..inc.. deve tutelare tante cose.

CONDEMI Domenico ..inc..

ROTTA Vincenzo Certo,

CONDEMI Domenico In tutti i posti siamo ...

ROTTA Vincenzo Eh, eh,

CONDEMI Domenico ..inc.. che hanno a che fare con ...

CALDERAZZO Rosario Io sono con te.

CONDEMI Domenico ...inc..

Page 190: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 190

CALDERAZZO Rosario Io sono con ..inc..., io sono con te, ah? Su questo io ...

ROTTA Vincenzo Pure io, tutti siamo con te.

CALDERAZZO Rosario Sono con te.

CONDEMI Domenico Vai piano Vincenzo.

LOMBARDO Vincenzo Ci sono buche neanche la macchina tieni.

CALDERAZZO Rosario Sino alla fine.

ROTTA Vincenzo Ma è giusto, ..inc.. una cosa con un'altra. Ma questi cosa sanno,

CALDERAZZO Rosario Sopra a tutte cose, con te sino alla fine, ma per questo fatto, non te la evito, tipo ne parliamo dopo, no per questo fatto la facciamo subito...qua non gli devi dare niente.

CONDEMI Domenico ..inc..

CALDERAZZO Rosario No...

CONDEMI Domenico ...ma penso...

CALDERAZZO Rosario No, ma, non possiamo scherzare per queste cose, Vincenzo, che poi veramente ci sputano in faccia i cristiani, non scherziamo.

CONDEMI Domenico Dopo...inc..

ROTTA Vincenzo Ma questo sarà, quando ci sarà un momento, noi interveniamo subito ..inc.. all'atto.

CALDERAZZO Rosario Poi quando andiamo a parlare ..inc.. ridere, ma che cazzo di "puppetuni" siete voi, non scherziamo figlioli, certe cose non le possiamo fare e questa non è una cosa che si può evitare.

ROTTA Vincenzo O si va e si parla ..inc.. anche se vogliamo essere noi, non poteva ..inc.. piccolo più, sono passate le barzelette, noi dobbiamo intervenire al momento giusto, ora non sono momenti.

CALDERAZZO Rosario Ora non c'è neanche ...

ROTTA Vincenzo Da qui dobbiamo andare giusto ...

CALDERAZZO Rosario Si, ma non c'è neanche movimento per intervenire.

ROTTA Vincenzo Apposta dico io.

CALDERAZZO Rosario Se ci sarà parlo io.

ROTTA Vincenzo Pensate che io sono contro di voi, sono pure io con voi, tanto ormai lo sappiamo o pensate che avete a che fare con "u zio cozzu" forse.

CONDEMI Domenico Vediamo.

LOMBARDO Vincenzo ..inc..

Page 191: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 191

ROTTA Vincenzo Dritto dobbiamo andare.

LOMBARDO Vincenzo Noi sempre.

ROTTA Vincenzo Di qua dobbiamo andare.

CALDERAZZO Rosario No, ..inc..

LOMBARDO Vincenzo Tu sei la nostra testa e ancora cadi.

ROTTA Vincenzo Eh...

OMISSIS DALLE ORE 01.24.14 ALLE ORE 01.32.50

ROTTA Vincenzo Avete tre picciotti voi... tre bambocci avete a casa, tre e tre... (pausa)... devo guardare pure io l'incol... i cristiani seri e onesti, devono guardare pure l'incol... quando, quando c'è un bene, c'è un affetto, devi guardare pure l'incolumità... di queste cose uno. Apposta io... voglio le cose che si fanno... ad opera d'arte... e no a muzzo! Andiamo di qua o andiamo di là,

LOMBARDO Vincenzo Dall'autostrada andiamo, devi accompagnarmi e a Domenico a casa.

ROTTA Vincenzo Ho capito, allora facciamo prima ..inc.

LOMBARDO Vincenzo Come vuoi.

ROTTA Vincenzo ..inc.. hai capito Vincenzo, apparte a "cuddiunella" (apparte lo scherzo)

LOMBARDO Vincenzo Ragazzi per me... come volete... come volete...

ROTTA Vincenzo ... non mi... non mi hai... non mi hai capito, cercate di essere intelligenti e ogni tanto, lasciateli stare... "il mio sangue!" ... perchè avete... tre e tre... (si riferisce ai figli dei presenti)... dobbiamo aver... fare delle cose ad opera d'arte e per bene... perchè io come uomo onesto, come persona per bene... e come, come, come... amico che vi vuole bene... non voglio che vi bruciate... forse non avete capito... noi qui dobbiamo fare le cose... per bene!... come i cristiani... oh quando ci troviamo! ... deve essere di qua ...inc... e allora prendiamo... e si prende provvedimento e basta... io la vedo cosi! o mi sbaglio?... Voi avete tre "scugnizzi" (bambini) e ve li dovete godere... e fino a che è possibile che ci da... il Signore, che ogni cosa è volontà del Signore... ricordatelo! Noi... non c'entriamo niente in queste cose...inc.....ha preso sonno almeno, ..inc..

OMISSIS DALLE ORE 01.34.43 ALLA FINE

La conversazione prosegue (prog.302 – RIT DDA 1977/07), e Condemi dice di aver preso una decisione (“ho preso decisione l'altro giorno...“); Rotta ribadisce allora che le cose debbono essere fatte per bene (“devono fare quelle cose belle pulite...“), ed aggiunge che stasera hanno

Page 192: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 192

solo perso tempo e hanno fatto solo chiacchiere (“abbiamo perso solo tempo hai capito”). (vedasi allegato nr. 398 - volume 2)

Rotta accompagna poi a casa nell’ordine Lombardo e Condemi, e prosegue da solo fino a casa.

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Condemi Domenico; Lombardo Vincenzo; Rotta Vincenzo.

Autovettura in movimento a bordo ROTTA - DOMENICO - VINCENZO

ROTTA ... inc... mi mettevo a 10 all'ora io...capito?... qua non passo...inc... se non mi avevi preso quell'iniziativa... ah "malanova" (maledizione) che devi avere! ... minchia oh!... inc... buono il vino ah!... io volevo che era... inc... inc... saltava in aria!... se... inc...

DOMENICO ...inc... ho preso decisione l'altro giorno...

ROTTA devono fare quelle cose belle pulite...

DOMENICO non so Vincenzo... inc... questa sera... inc...

ROTTA ma guarda... sto dicendo io... se uno... inc... stasera la da... inc... abbiamo perso solo tempo hai capito... inc...

DOMENICO ... inc... possibile... inc...

ROTTA siii!... inc... nel discorso noi...certo stiamo facendo chiacchiere... inc... inc... quando le vuoi... inc... e basta, ora... chiama tu... poi... inc... con tutti gli imbrogli e tutti... inc... ci sono imbrogli e barzellette!... inc... scendere di sopra... Maria che mi brucia lo stomaco... inc...

VINCENZO vuoi uscire di qua?

ROTTA nooo... inc... facciamo la via... inc... che facciamo, saliamo, scendiamo... almeno qua c'è il rischio che ci vedano... la è anche più pericoloso... ma no per me... che a me sucare me la può... inc...

UOMO ... inc...

ROTTA ...inc...inc...arriviamo da qua, che facciamo il giro del mondo?...inc...si, di muoversi...inc...non puoi metterti con lui, è fottuto!...quando...inc...quel vino ah!

VINCENZO ma io....

ROTTA no io non ho bevuto assai... a prescindere che mi fa pure male a me... ah a be apposto si e bloccata la scheda in questo porcheria... a me quel porcheria all'ultimo non male per me... ogni volta...inc... mi inguaia con lo stomaco... a me mi inguaia tutti i cazzi... inc...

Page 193: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 193

VINCENZO li facciamo gli sciacqui?

ROTTA ... che si sciacqui la pizza con il culo...

VINCENZO in... inc

DOMENICO mannaia la vita... inc...perchè fumo già mi sento male.. i sciacqui...

ROTTA con il culo degli altri!...io...inc...con il mio culo le cose!... inc...con il culo degli altri...inc... inc...così è la vita!... inc...

DOMENICO ... il cinghiale il cinghiale!... minchia il cinghiale!

ROTTA un porco e no il cinghiale...

VINCENZO a lui gli devi parlare di cinghiale... vedi come si impenna!

ROTTA si... inc... impenna!... non vedi che è partito...

DOMENICO Nooo

ROTTA si...

VINCENZO nooo, si è messo a ridere...

ROTTA eee sognava, la coppola del cazzo sognava...

Parlano e ridono tutti assieme, incomprensibile (01.44'.40'')

ROTTA aaahh... allora se la... inc... che... inc...

VINCENZO che moriate!... lo so...

ROTTA giriamo no!?

VINCENZO ... inc...gira la sotto!... ma vai la!... gira...

DOMENICO vedi che c'è il palo...

ROTTA un palo!... un palo di femmina ho bisogno (ridono)

VINCENZO gli ha fatto la finta a lui c'era... inc...gli ha fatto la finta! (ride)

ROTTA ... inc... Melo!...ti saluto Cecio ciao...baciami i bambini, ciao...

VINCENZO Buonanotte

Lasciano il mezzo... risalgono ROTTA e DOMENICO conversazione inerente la cena trascorsa ed indicazioni stradali, omissis sino a 01.50'.48'' dove DOMENICO scende dal mezzo e rientra a casa

ROTTA ti ho salutato Mico... ooohh non vedo l'ora di prendermi la citrosodina a casa... vuoi che ti guardo quando entri?

DOMENICO cosa mi devi guardare... pare che ci spaventiamo con un... inc... tuo figlio è? (squilli)

ROTTA Questo è mio figlio Mico... si...

DOMENICO ciao... inc...inc...

ROTTA ciao Mico... ora sto rientrando... eh... eh... va bene, ci sentiamo

Page 194: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 194

domani... ciao gioia, ciao

(ndr. Viaggia da solo sino a casa fa diverse esclamazioni inerenti al parcheggio

"... questo carnevale qui chi è? che ha messo quella macchina... questo grande sbirro cornuto... devo prendere i Cristiani ed ammazzarli... inc... questo cornuto... volevo sapere chi era che ha messo... questa macchina qui... questo cornuto qui...")

Gli stessi soggetti, effettuano un nuovo incontro la sera del 30 Novembre 2007, come si evince dai contatti telefonici e dalle conversazioni ambientali che di seguito si riportano.

Alle ore 16.49 (prog.870 – utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07), ROTTA chiede a Calderazzo a che ora si devono vedere (“come siamo, a che ora ci dobbiamo vedere!“). Rosario gli chiede se non lo abbiano già stabilito la sera prima (“non avete stabilito ieri sera?”) e ROTTA risponde che Enzo gli ha detto alle cinque (“e mi ha detto alle cinque Enzo, che so...”). Rosario gli risponde che quando sono tutti pronti di chiamarlo così andranno con la sua macchina (“eh quando siete insieme, mi chiamate ed andiamo con la macchina mia”). (vedasi allegato nr. 399 - volume 2)

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Rotta Vincenzo.

(Omissis…)

Il soggetto denominato “ENZO” di cui i due parlano, altri non è che Lombardo Vincenzo, dato che alle successive ore 16.53, Rotta contatta proprio lui (prog.872 – utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07). (vedasi allegato nr. 400 - volume 2)

ROTTA gli chiede a che punto sia (“eh come siamo? “) ed Enzo dice che è quasi pronto (“e sono quasi pronto”). ROTTA dice che è stato chiamato prima da CALDERAZZO (“e ora mi ha chiamato, quando siamo pronti...”). I due si vedranno fra 10-15 minuti al bar (“e al bar al circolo, ci vediamo al bar tra dieci minuti o un quarto d'ora”).

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Lombardo Vincenzo; Rotta Vincenzo.

(Omissis…)

Poco dopo, Rotta contatta nuovamente Calderazzo (prog.873 – utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07) ed i due stabiliscono di vedersi da compare Diego (“ci vediamo li sotto direttamente da compare Diego”) così lasceranno lì una macchina (“così lasciamo una macchina la”). (vedasi allegato nr. 401 - volume 3)

Si riporta la trascrizione.

Page 195: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 195

Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Rotta Vincenzo.

(Omissis…)

Rotta si reca insieme al Condemi ed al Lombardo al luogo di incontro stabilito con Calderazzo per lasciare la sua auto in sosta, e cioè “da Diego”, che altro luogo non è se non il ristorante “L’Ancora” gestito da Palma Diego, e vanno tutti via con l’auto del Calderazzo.

Intorno alle ore 01.33, di ritorno dalla cena, tre salgono sull’auto di Rotta, mentre Calderazzo si ferma a conversare nei pressi della stessa, e la conversazione registrata (prog.367 – RIT DDA 1977/07) è di particolare rilevanza, al fine di lumeggiare le problematiche all’interno della cosca Libri – Caridi. (vedasi allegato nr. 402 - volume 3)

I quattro, forse proseguendo un discorso cominciato in precedenza, discutono del fatto di potere guadagnare (“se volete che facciamo i miliardi... Reggio lasciatela stare...”): Calderazzo dice che non serve andare fuori (“vedi che i soldi... no i miliardi... puoi stare sicuro che sono diverse le cose... li puoi fare pure a casa tua”), ma Condemi non è d’accordo (“...e a casa nostra se noi ci mettiamo così, non ne facciamo soldi... sono invidiosi...”) mentre Rotta è dell’opinione che si può guadagnare facendo degli investimenti legali (“si possono fare, si possono fare, si investono legalmente”).

Una volta andati via, Rotta, Condemi e Lombardo si mettono a discutere dei problemi esistenti in seno alla consorteria mafiosa di cui fanno parte, ed in particolare dei problemi di coesistenza con Santo Caridi ed i “suoi uomini”.

Lombardo, in particolare, chiede ai presenti che ancora non ha capito come debbano agire (“che cazzo dobbiamo fare?...”), e che ha intenzione di continuare solo se non ci saranno più Santo Caridi e la sua frangia, altrimenti non potranno più tenere conto di lui (“io ho detto una cosa...allora io...continuo, solo se...non ci sono quelle persone, se ci sono quelle persone, di me non tenete conto…per discorsi di qua..”).

Rotta cerca di tranquillizzarlo dicendogli che non deve farlo disperare in quanto gli ha spiegato un sacco di volte che a contare sono loro quattro “cristiani”, e tutto il resto è come se non esistesse (“non te... per noi quattro ci interessa!… trent'anni che ti spiego le cose io... siamo quattro crist...è basta! e abbiamo finito...me lo segui il discorso?! Tutto il contorno, le barzellette, le chiacchiere... è tutto fu...fumata... tutto...tutto... tutto cosa è... mi segui o no!? e come te lo devo dire!? è tutto traffico e marea e non c'è niente”).

Che i due stiano parlando di Santo Caridi, si evince in maniera più chiara quando Lombardo afferma che l’altro giorno lo stesso lo ha chiamato chiedendogli il suo numero di telefono, ma lo stesso avrebbe risposto in maniera negativa (“l'altro giorno mi ha chiamato...inc... ...mi ha chiamato Santo...se gli do il numero di cellulare...ma non mi rompere i coglioni!...Santo...il numero di cellulare...ma!”), dato che non vuole avere niente a che fare con certa gente (“...io con i cessi non voglio avere a che fare...”).

Rotta gli fa notare che non sta avendo a che fare con loro (“ma tu!... stai avendo a che fare tu?...Vicè, stai avendo a che fare tu, non stai avendo a che fare...”) e che, poiché sono già compromessi e non possono tornare indietro (“tu ancora non hai capito niente...noi siamo già compromessi... forse ancora non lo hai capito...non c'è altra salvazione...noi ormai ci siamo, siamo compromessi..”), dovranno cercare di limitare i danni (“noi qua dobbiamo prendere le misure...dunque, dobbiamo...dobbiamo cercare il metodo per prendergliele noi”).

Page 196: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 196

Oggetto delle rimostranze di Lombardo, è quasi sicuramente da ricercare nel fatto che lo stesso tema che qualche affiliato portato da Santo possa ricevere “doti” che voleva per lui, dato che quando Rotta glielo domanda (“...e aspetto che vengono e fanno a lui... a... inc...e chi sei?”), lui risponde con certezza (“...per me... è quello che fanno...“), aggiungendo che non ha intenzione di farsi superare così facilmente nella gerarchia dell’associazione (“...eh!? te lo dico io che gli ammazzo pure i figli, se mi devono fare a me!...me ne fotto di loro...”).

Si riporta la trascrizione.

Interlocutori:

Calderazzo Rosario; Condemi Domenico; Lombardo Vincenzo; Rotta Vincenzo.

CONDEMI se volete che facciamo i miliardi...Reggio lasciatela stare...

CALDERAZZO Mico...

ROTTA (ride)

CALDERAZZO ...vedi che i soldi...no i miliardi...puoi stare sicuro che sono diverse le cose...li puoi fare pure a casa tua, non ce bisogno che vai... inc...

CONDEMI ...e a casa nostra se noi ci mettiamo così, non ne facciamo soldi...sono invidiosi...

ROTTA si possono fare, si possono fare, si investono legalmente e non si fanno...cia... (rivolto a CALDERAZZO)

CALDERAZZO ...quello del Grifò, quello del Grifò...sognava missili terra/aria...

ROTTA si...

CALDERAZZO ... inc...non parlava più di... inc...

ROTTA si, si...lo dici a me, non lo so io...

CALDERAZZO ... inc...

ROTTA voleva...voleva piantare le cattedrale nel deserto...

CALDERAZZO ...eh!

UOMO ...iih?

ROTTA ... le cattedrali...nel deserto...voleva spostare il Duomo...di Milano...nel deserto!...secondo te il Duomo, il Duomo di Milano nel deserto lo potevano mai fare...che se ne scendevano i fondamenti...se è deserto è deserto, non tiene...maaa si...si possono fare, come dice lui...per davvero....si comincia piano, comincia a guadagnare mille, poi duemila, poi tremila, poi cinquemila, poi seimila...poi si investono e si fa qualche soldo...ma chi è questa?

LOMBARDO ...guarda questa buttana...

ROTTA ...ma che cazzo ha...eh!...questa è un'altra...questa è un'altra

Page 197: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 197

forma dove...dove non dovrebbero esistere queste cose, vedi!...secondo te se ci sono uomini giusti, ci dovrebbero essere le buttane nella città? ma...

LOMBARDO se...inc...tua moglie...te ne vai...inc...

ROTTA ...che vuol dire?...ma te secondo me non ti funziona...inc...

LOMBARDO eeehh siii!...lo so cosa dici tu...

ROTTA eee...mannaia...perdono ah...non c'è niente da fare...

LOMBARDO ...l'ironia sai qual è Vincenzo tu...la sai l'ironia, ho fatto una battuta di ironia prima...io, si lo so che a ma...quella è meglio che...inc...e non va bene...

ROTTA quando, quando...ci sono i Cristiani giusti...non possono esistere le buttane nella città...inc...non ne parliamo...che se dobbiamo prendere pari...se dobbiamo prenderli pari per davvero non può più...uscire da casa... inc...

LOMBARDO guarda...guarda a quello...

ROTTA ...uno sopra a dieci può...

LOMBARDO ma quello che è ubriaco?...ma...ubriaco è!...guardatelo che non si butta di sopra questo bestia...

ROTTA lascialo che si butta...ci investe...puoi stare tranquillo...

LOMBARDO ...e non è il peggio il suo se poi lo investiamo noi...

ROTTA non ti preoccupare che il pronto soccorso è pronto...

LOMBARDO siii (ride)

ROTTA che stanno facendo, lavori pulizia qua?...che lavoro state facendo?

CONDEMI ...se non lo sai tu...

OMISSIS fino a 01.44'.38''

LOMBARDO a che...inc...questa bacinella?

ROTTA non gridare!

LOMBARDO cosa?

ROTTA non gridare...(impreca)...non gridare...cammina!

LOMBARDO ah?

ROTTA ... inc...certi momenti non ragioni...

LOMBARDO ma se mi fate...

ROTTA non gridare! (impreca)...a tutti e due di testa...

LOMBARDO hai visto come hai preso la...

ROTTA ma non gridare, non coglionare con le cose serie...perchè... sentono i Cristiani, queste barzellette e non si può sapere nulla di

Page 198: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 198

questo fatto, ha detto... inc...

LOMBARDO no ma...ancora io non ho capito una cosa...ancora non ho capito...mi fanno girare...e ascolta, non ho capito una cosa...

ROTTA (sbuffa)

LOMBARDO che cazzo dobbiamo fare?...io non ho capito ancora...ecco, chiaro chiaro e limpido limpido...io ti ho detto una cosa

ROTTA tuo compare si sta... inc...

LOMBARDO io...aspetta...io ti ho detto una cosa...no, non mi interessa che sento che lo ammazzano, pure con dignità, me ne fotto di lui...me ne fotto...io ho detto una cosa...allora io...continuo, solo se...non ci sono quelle persone, se ci sono quelle persone, di me non tenete conto...per discorsi di qua...per altri discorsi personali... sono sempre...inc...

ROTTA tu ancora non hai capito un cazzo! non te...per noi quattro ci interessa! forse non hai cap... tu hai...hai tre...trent'anni che ti spiego le cose io...mi devi fare "lattariare" (disperare), mi devi fare prendere un'altro infarto a me...tu ora...siamo quattro crist...è basta! e abbiamo finito...me lo segui il discorso?! Tutto il contorno, le barzellette, le chiacchiere...è tutto fu...fumata... tutto...tutto...tutto cosa è...mi segui o no!? e come te lo devo dire!? è tutto traffico e marea e non c'è niente

LOMBARDO l'altro giorno mi ha chiamato...inc...

ROTTA ne puoi avere trenta....minchia...

LOMBARDO ...mi ha chiamato Santo...se gli do il numero di cellulare...ma non mi rompere i coglioni!...Santo...il numero di cellulare...ma!

ROTTA ...tu ancora, io ti spiego le cose e tu mi devi fare salire i cazzi a me!...

LOMBARDO ... inc...

ROTTA ...poi non... inc...

LOMBARDO ... io con i cessi non voglio avere a che fare...

ROTTA ma tu!... stai avendo a che fare tu?...Vicè, stai avendo a che fare tu, non stai avendo a che fare...

LOMBARDO che s'impiccano, tutti...questi tragediatori...che abbiano maledizione nella pancia...le loro mamme le dovevano avere, così non li facevano...i tumori gli devono prendere... indegni!...io mi devo mettere nelle mani di quattro carrettisti di merda!... per imboccarmi così!... per il gusto di fare la carretta, vedete voi!... perchè... dove sono... dove sono finito!...storto di me!...questo è quello che mi si gonfiano i... le scatole...

ROTTA non hai capito niente ancora tu...

LOMBARDO ...ho capito...

ROTTA tu ancora non hai capito niente...noi siamo già compromessi...

Page 199: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 199

forse ancora non lo hai capito...non c'è altra salvazione...noi ormai ci siamo, siamo compromessi...noi qua dobbiamo prendere le misure...

LOMBARDO lascia stare...a quello...

ROTTA ...gli dobbiamo prendere noi le misure agli altri...

LOMBARDO ...fanno qua, fanno la... aaaahhh...

ROTTA dunque, dobbiamo...dobbiamo cercare il metodo per prendergliele noi, come dobb...come hai detto tu... hai detto una cosa giusta la...la fuori... "...e aspetto che vengono e fanno a lui... a... inc...e chi sei?"

LOMBARDO ...per me... è quello che fanno...

ROTTA se...così... va bene va!

LOMBARDO ... eh!? te lo dico io che gli ammazzo pure i figli, se mi devono fare a me!...me ne fotto di loro...

ROTTA (impreca)...a te e la testa di "baddiolu" (contenitore) che hai...quanto me ne vado a casa...

LOMBARDO ...inc...se tu no...non la parcheggiare qua se vuoi che parliamo due minuti...

ROTTA no, no, me ne vado...ce ne andiamo Enzo...

Poi fuori dal mezzo si ascolta

ROTTA ...eh! come fai...inc... quello che vuoi...dice che vuole dargli del tempo e non glielo danno...di tempo...

Possono, ora, operarsi alcune considerazioni in ordine alle risultanze dello stralcio dell’operazione

CRIMINE che interessa gli odierni indagati, facendo riferimento anche a quanto in proposito

evidenziato nell’informativa della Squadra Mobile.

Dal contenuto delle conversazioni riportate, emerge che costoro sono organici alla cosca CARIDI

ed intrattengono evidenti rapporti con alcuni componenti della consorteria GATTUSO, operante sul

territorio urbano di Oliveto-Croce Valanidi. Cosche, all’epoca, rette da CARIDI Santo Giovanni e

da GATTUSO Francesco, rispettivamente tratti in arresto nell’ambito del procedimento penale Alta

Tensione il primo e in quello Crimine il secondo.

Nel corso delle intercettazioni a carico del CALDERAZZO e del CARIDI, nel settembre 2007,

venivano registrate conversazioni che consentono di delineare l’inserimento nella cosca LIBRI-

CARIDI di CALDERAZZO Rosario.

Page 200: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 200

La vicenda del centro commerciale Le Muse ne è significativa. Si è visto come, dopo una telefonata

ricevuta dalla moglie, che lo avvertiva dell’essere insorto un problema urgente, CALDERAZZO

(prog. 5095 - utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07), telefonava al CARIDI Santo,

informandolo di avere necessità di conferire urgentemente con lui, in quanto doveva risolvere un

problema (…ho bisogno di parlare con voi d'urgenza che è sorto un problema…). Riferiva, in

particolare, al CARIDI che la moglie di tale Franco “u siccu” stava creando qualche problema

(“eh... in poche parole la... la moglie del "SECCO" là.…di Franco…… sta creando qualche

problema... io non... si è comportata malissimo, non male, malissimo....), avendo contattato un

ragazzo, che era stato assunto dal CALDERAZZO con la qualifica di parrucchiere, minacciandolo

perché non andasse a lavorare da lui (…e gli ha detto che LUI non deve andare a lavorare là, di

andare a lavorare da tutte le parti, ma non là…si... lo ha minacciato …il ragazzo...certo! questo

ragazzo qui è spaventato perchè giustamente.. gli ho detto io tu non preoccuparti che non...). La

donna non aveva mancato di precisare che altre persone non avevano piacere che lavorasse dal

CALDERAZZO (no...dice perchè ha detto lei che lui gli ha detto che altre persone non gli fa

piacere che vedano che vada a lavorare là... altre persone) e, tra queste, LIBRI Serafina, figlia del

noto LIBRI Pasquale. CARIDI Santo, quindi, invitava CALDERAZZO Rosario ad andare a parlare

direttamente con i LIBRI, per rendersi conto di come fosse la situazione (chiaro il senso

dell’espressione: …salite, salite sopra li… al quinto piano… e vedete com'è il fatto…).

CALDERAZZO confermava all’interlocutore che sarebbe andato nel posto indicato dal CARIDI,

che gli confermava di non essersi mai opposto alla assunzione del parrucchiere (…il fatto che

all'inizio vi avevo detto io, per me può andare a lavorare dove vuole a me non da nessun fastidio

né lui e né quell'altro... punto... dopo che ...inc...). CALDERAZZO, per avere maggiori dettagli e

sicurezza su come dovesse comportarsi, domandava al CARIDI se ne avesse discusso con la

cognata LIBRI Rosa, figlia del noto boss LIBRI Domenico (…ma voi chi ve lo aveva raccontato....

la parente quella del quinto piano ve lo aveva detto questo fatto?…..e che ve lo aveva raccontato

lei...ROSA?) ed il CARIDI precisava di averne parlato direttamente con il germano Antonino

(…con mio fratello avevamo parlato…), che aveva dato il suo benestare (a me non mi da

fastidio... se gli da fastidio a qualcuno... che esca fuori e ne parli.).

Orbene, è innegabile che, come correttamente sottolinea la P. G. nell’informativa del 26/7/2011, il

dialogo accennato in precedenza fa comprendere come, in assenza del CARIDI, CALDERAZZO

Rosario fosse in grado di confrontarsi, evidentemente in considerazione della sua appartenenza alla

cosca, direttamente con gli appartenenti alla famiglia LIBRI, che avevano dimostrato di non gradire

l’assunzione di quel dipendente (va bene vado io, c'è un rapporto vi voglio dire quando ci sono

problemi… all'una vado io, all'una e mezza vado io), nonché quanto l’avvenimento lo avesse

Page 201: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 201

contrariato (ora che Tu chiami una persona e gli dice... vai a lavorare da tutte le parti... non viene

e non viene... e no questa è una cosa che... non ti devi permettere a farlo neanche nel pensiero...

mi sono spiegato... qua abbiamo preso persone che già erano staccate da te (ndr. cioè che non

lavoravano più per nessuno) e non centravano niente con te... Mi sono spiegato… e tu non puoi

chiamare una persona che viene a lavorare da me... a casa MIA... e che me lo minaccia eh... ma

qua siamo, siamo fuori dal binario, siamo usciti fuori dal binario eh,eh,eh...siamo un pochettino

fuori dal binario... che dite voi?: espressioni, queste, obiettivamente corrispondenti all’esegesi che

ne viene operata dagli inquirenti. Il prosieguo della vicenda vede CALDERAZZO Rosario

comunicare a CARIDI Santo di essersi recato nel luogo da lui indicato, ovvero ad incontrare LIBRI

Sara. Dopo l’incontro, egli chiamava CARIDI Santo, informandolo del fatto che la donna aveva

negato che vi fosse qualche problema (…ho parlato..dice che...io mi ha detto, quello che so io mi

ha detto... assolutamente...dice non…non esiste niente dice...) e che, comunque, ne avrebbe

discusso, il giorno dopo, con i suoi congiunti detenuti (“siccome dice che domani io vado là”), al

colloquio in carcere (e incontrerà sia uno che l'altro …al coso mi ha detto... e incontro sia a uno

che all'altro). Nel prosieguo della conversazione, come condivisibilmente sottolinea la P. G., si

aveva nuova conferma della caratura criminale del CALDERAZZO, cui CARIDI Santo suggeriva

di andare personalmente a Gallina, a casa della donna (moglie di Franco u siccu), minacciando che,

se avesse continuato in quei comportamenti, avrebbe perso la pace, ovvero sarebbe andata incontro

a gravi ritorsioni da parte loro (ma voi andate là e gli dovete dire ... "a me devi lasciarmi in pace,

fatti i fatti tuoi, seguiti a tuo marito altrimenti la pace la perdi, e non armate (create n.d.r.)

zizzanie, fatevi i fatti vostri e pensate a quello che dovete fare e non di quello che fanno gli altri o

dove vanno a lavorare, va bene?). Indicazione, questa, che CARIDI non avrebbe impartito ad un

soggetto che non appartenesse alla sua stessa consorteria e dell’autorità della quale non potesse farsi

scudo per essere portatore di una simile affermazione.

CALDERAZZO Rosario, quindi, telefonava a CARIDI Santo, informandolo che, alle 13,00,

sarebbe andato da LIBRI Sara per sapere come si fossero espressi i suoi congiunti detenuti. Nel

prosieguo della conversazione, CALDERAZZO, affermando di non riuscire a comprendere quella

vicenda, confermava implicitamente la sua appartenenza alla cosca. Infatti, discutendo con il

CARIDI, si diceva convinto che, se vi fossero stati motivi tali da sconsigliare l’assunzione del

parrucchiere, i LIBRI lo avrebbero dovuto chiamare direttamente per farglielo presente (voglio dire

io se c'è qualcosa che non funziona devono chiamare a ME), evidentemente in ragione del suo

appartenere alla cosca CARIDI e del suo rapporto privilegiato con CARIDI Santo (non mi hanno

chiamato a me, vi hanno chiamato a voi... non era giusto che chiamino me se c'era qualcosa che

non funzionava non capisco io, scusate... se siamo tutti, se siamo tutti, non lo so io) aggiungendo

Page 202: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 202

che, per lui, la questione era chiusa atteso che ne aveva parlato con il suo diretto referente, ovvero

CARIDI Santo (il problema.. io ho parlato con voi due parole giusto o no!), il quale assentiva,

dicendo che, a sua volta, lui ne aveva parlato con altri, e non avevano palesato alcun elemento

ostativo (e io ho parlato anche, ed io ho parlato altre due parole, poi altre parole non c'è ne sono

state quindi il discorso è chiuso). In serata, alle ore 20.47 (prog.5257 – utenza 329/1765323 - RIT

DDA 1203/07), ancora, CARIDI Santo chiedeva a CALDERAZZO Rosario se fosse andato nel

luogo concordato, sentendosi rispondere affermativamente, con la precisazione che, in seguito, gli

avrebbe spiegato. CARIDI chiedeva, allora, se fosse tutto a posto …dico tutto a posto?, e

CALDERAZZO lo rassicurava: si a posto... si...!... ha mandato... poi vi spiego quando ci

vediamo... Il giorno seguente all’inaugurazione del centro estetico, alle ore 21.36, CARIDI Santo

chiamava CALDERAZZO Rosario per fargli gli auguri (prog. 5319 – utenza 329/1765323 - RIT

DDA 1203/07) e questi lo informava che, la sera prima, in occasione dell’inaugurazione, c’erano

tutti, con particolare riferimento agli appartenenti alla famiglia del CARIDI (…si tutto a posto,

diciamo tutto a posto siamo qui con Mico e con Vincenzo... e tutti c'erano questa sera…. tutti

sono venuti quelli della vostra famiglia...non è mancato nessuno…). Massiccia partecipazione,

questa, che dimostra, ad ulteriore conferma della stretta cointeressenza con la famiglia CARIDI,

come l’inaugurazione di un’attività commerciale riconducibile al CALDERAZZO fosse di

particolare interesse per la famiglia CARIDI.

Come si è anticipato, nei servizi d’intercettazione, emergevano rapporti di vicinanza tra

CALDERAZZO Rosario ed i componenti della cosca GATTUSO. Da alcuni dialoghi, infatti, si

coglie che alcuni di essi avevano partecipato all’inaugurazione dell’istituto di bellezza. La cosa

emerge dalla conversazione registrata in data 13 febbraio 2008 a bordo dell’autovettura Fiat Panda

(prog.1698 - RIT DDA 2235/07) di GATTUSO Francesco, intercorsa tra questi ed il cugino

GATTUSO Nicola, nel corso della quale i due commentavano, meravigliandosene, il

danneggiamento di quell’attività commerciale. In particolare, Nicola GATTUSO raccontava al suo

interlocutore che un incendio aveva interessato il centro estetico di Calderazzo, alla cui

inaugurazione avevano partecipato anche loro (Gli hanno bruciato il chiosco a quel ragazzo, che

ha inaugurato quella sera la profumeria.). GATTUSO Francesco, inizialmente, non comprendeva

e, quando Nicola gli spiegava trattarsi dell’esercizio sito in Via Aschenez di proprietà di

CALDERAZZO Rosario, alla cui inaugurazione avevano presenziato oltre a loro, anche la madre di

Santo CARIDI e la moglie di Nino CARIDI (Là in via Aschenez, c'era la mamma di Santo, la

moglie di Nino…Saro, Saro, quel giovanotto.), GATTUSO Francesco si mostrava incredulo (Saro,

a Saro gli hanno bruciato, vattene!,) evidentemente considerando impossibile una cosa del genere.

L’apicale esponente della ‘ndrangheta, infatti, reputava impossibile che una persona particolarmente

Page 203: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 203

vicina ai CARIDI avesse potuto subire l’incendio di un’attività commerciale, ipotizzando, pertanto,

che CALDERAZZO non avesse chiesto l’autorizzazione per l’apertura del suo esercizio (Ma

perchè non ha parlato con nessuno? ).

Ma a confermare l’organicità alla cosca del CALDERAZZO Rosario intervengono, come si

evidenzia da parte degli inquirenti, la serie di progressivi 410 e 411, registrati in data 29.02.2008

(RIT DDA 1205/07) a bordo dell’autovettura MERCEDES in uso a GATTUSO Nicola, ed

intercorsi tra questi e CARIDI Santo. Nell’occasione, i due discutevano dell’attribuzione di cariche

di ‘ndrangheta, con GATTUSO Nicola che raccontava al CARIDI quanto riferitogli da

OPPEDISANO Michele, ovvero che su Reggio Calabria ad “essere in primo piano” sarebbero

stati: lui (CARIDI Santo) ed altre due, tre persone appartenenti a “famiglie Buone”. In questo

contesto, indicativo dell’appartenenza di CALDERAZZO Rosario all’organizzazione

criminale era il prosieguo del medesimo dialogo, nella parte in cui GATTUSO Nicola, nel

ricordare a CARIDI Santo che quando sarebbe stato scarcerato suo fratello (CARIDI

Antonino) avrebbero dovuto avere solo lui come interlocutore (Quando esce vostro fratello

dobbiamo parlare solo con vostro fratello noi), affermava che, in quel momento, non era possibile

fare niente per Saro, ovvero non poteva essergli attribuita alcuna “carica” (Un passaggio che

dovete fare voi, ve lo devo fare io ora, mi dispiace per Saro ma non possiamo fare troppo

traffico).

GATTUSO Nicola Quando esce vostro fratello (CARIDI Antonino) dobbiamo

parlare solo con vostro fratello noi. Un passaggio che

dovete fare voi, ve lo devo fare io ora, mi dispiace per Saro

(CALDERAZZO Rosario ndr) ma non possiamo fare

troppo traffico.

CARIDI Santo ..inc

Che il Saro oggetto della discussione fosse proprio l’odierno indagato CALDERAZZO Rosario è

chiaramente evincibile dalla circostanza che GATTUSO Nicola (che si trovava in compagnia di

CARIDI Santo), poco prima, aveva conversato telefonicamente con questi, stabilendo, al termine

della chiamata, di incontrarsi. Infatti, alle precedenti 10.08 (prog. 26512 - utenza 348/6616283 -

RIT DDA 695/07), GATTUSO Nicola, che aveva già tentato (senza riuscirvi) di chiamare il

CALDERAZZO, veniva contattato proprio da costui e, nel rispondere al telefono, lo chiamava

“Compare Saro…”, invitandolo a raggiungerlo al bar Sant’Anna perché era in compagnia di un

amico, ovvero il CARIDI Santo.

Page 204: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 204

Ulteriori elementi a carico del CALDERAZZO Rosario si colgono quando, nel riferire dei rapporti

tra gli appartenenti alla cosche CARIDI e GATTUSO ed esponenti della cosca IAMONTE, la P. G.

evidenzia le occasioni in cui CALDERAZZO Rosario, CARIDI Santo e GATTUSO Nicola si erano

recati nel comune di Melito Porto Salvo per incontrare, dopo avere mandato una ambasciata in

relazione ad un non meglio precisato “lavoro”, alcuni esponenti di quella consorteria. Il 15

novembre 2007, infatti, veniva effettuato un servizio di osservazione, il cui presupposto era

rappresentato dal contenuto di una conversazione registrata alle ore 11.29 (progr. 10099 - utenza

329/1765323 - RIT DDA 1203/07) tra CALDERAZZO Rosario e CARIDI Santo, il quale ultimo

chiedeva al primo se volesse andare con lui in un luogo non meglio specificato per vedere un lavoro

(Buongiorno, volete venire con me?...eeh...no...vicino...sto andando a vedere un lavoro). Di

assoluto rilievo, peraltro, era il dato che, ancora prima che il suo interlocutore rispondesse alla

telefonata, in sottofondo, si percepiva un breve dialogo tra il CARIDI Santo ed il GATTUSO

Nicola, a dimostrazione del fatto che i due erano insieme. Dal contenuto del breve scambio si

intuiva la necessità dei due di trovare una scusa per recarsi, assieme al CALDERAZZO, in un luogo

al fine di ricevere una notizia: in particolare, CARIDI Santo faceva rilevare che era necessario dare

l’impressione di essersi recati in quel luogo non per ricevere la risposta alla imbasciata inviata (cosa

che sarebbe risultata inopportuna, in quanto ancora non gli era giunta quella di risposta …Ecco,

perchè altrimenti dicono, avete mandato ‘mbasciata e senza nessuna risposta siete venuti…) ma

per altri motivi, come acquistare della carne (Per la carne andiamo?). Alle successive ore 12.06

(progr. 17977 – utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07), attraverso il servizio di intercettazione

dell’utenza di GATTUSO Nicola (che permetteva di rilevare che quell’apparecchio radiomobile

agganciava la cella sita in Località S.Elia-89064-MONTEBELLO IONICO), si intuiva che CARIDI

Santo, CALDERAZZO Rosario e GATTUSO Nicola si stavano spostando verso Melito di Porto

Salvo. Veniva predisposto un idoneo sevizio di osservazione, che, alle ore 12.14, permetteva di

notare alla via Sbarre di Melito Porto Salvo l’autovettura Fiat Panda di colore nero targata DB 757

KG in uso a GATTUSO Nicola, che si trovava parcheggiata di fronte alla macelleria di TOSCANO

Giuseppe, nato a Melito P.S. in data 14.06.1968, soggetto vicino alla cosca IAMONTE. All’interno

del veicolo veniva riconosciuto, seduto sul sedile anteriore, riservato al passeggero, CARIDI Santo,

mentre un’altra persona non chiaramente visibile – certamente CALDERAZZO Rosario – era

seduta sul divano posteriore. Al posto guida non vi era nessuno. L’attività d’intercettazione

consentiva, inoltre, di verificare che, alle ore 12.27 (progr.6533); 12,28 (progr. 6534) e 12.30

(progr.6537), il TOSCANO Giuseppe, dall’utenza 3281020766 (RIT DDA 1203/07), aveva provato

a telefonare a FOTI Saverio (Melito P.S. 13.08.1960), esponente della cosca IAMONTE,

sull’utenza 3487431775 (RIT DDA 908/07), senza tuttavia riuscire a parlarvi. Alle ore 12.33

Page 205: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 205

(progr.17978 - utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07), ancora, si accertava che l’utenza di

GATTUSO Nicola si trovava sotto la copertura della cella sita in Via Cimitero-località acquedotto-

89063-MELITO DI PORTO SALVO - Sett. 3. Mentre, alle successive ore 12.35, risultava ancora

presente la Fiat Panda di colore nero, targata DB*757*KG, di fronte alla suddetta macelleria, senza

nessuno a bordo. Altro passaggio veniva effettuato alle successive ore 12.40, ma la suddetta

autovettura non era più presente. Durante tutto il suddetto arco temporale veniva comunque notata,

parcheggiata nelle vicinanze, l’autovettura Mitsubishi Pajero colore grigio chiaro targata

ZA*900*KX in uso a TOSCANO Giuseppe. Appariva, quindi, chiaro che CALDERAZZO,

CARIDI e GATTUSO stessero discutendo proprio con il TOSCANO. Nel tardo pomeriggio dello

stesso giorno, 15 Novembre 2007, certamente in virtù degli accordi presi la mattina con TOSCANO

Giuseppe, presso il quale si erano recati col chiaro intento di ricevere le notizie che attendevano con

impazienza, CARIDI Santo, CALDERAZZO Rosario e GATTUSO Nicola si recavano nuovamente

a Melito Porto Salvo. Difatti, alle ore 15.37 (prog.17985 – RIT DDA), CARIDI Santo telefonava a

GATTUSO, il quale diceva che avrebbe tardato ancora dieci minuti. Alle ore 15.58, GATTUSO e

CALDERAZZO si recavano presso l’abitazione di CARIDI per prelevarlo: infatti, CALDERAZZO

Rosario telefonava (prog.4 – utenza 347/8172899 - RIT DDA 2220/07) a CARIDI dicendo di essere

sotto la sua abitazione con GATTUSO Nicola (…qua con compare Cola sono…. siamo sotto…),

CARIDI riferiva che stava per raggiungerli (…sto scendendo...). Subito dopo, alle 16.00

(prog.17986 – utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07) GATTUSO, che aveva già fissato un

appuntamento con OPPEDISANO Michele (vds. prog.17971 – utenza 348/6616283 - RIT DDA

695/07), col quale si era incontrato alle precedenti ore 14.48 (…oh! Compare Nicola sono qua io

… -vds prog.17981-), concordava con questi un incontro cui avrebbero chiaramente partecipato

anche CARIDI e CALDERAZZO che, infatti, erano assieme al GATTUSO. Dopo avere incontrato

OPPEDISANO Michele (si veda anche il progr. 17971, nel corso del quale, alle 10.33, mentre era

con CARIDI, GATTUSO chiamava OPPEDISANO per chiedergli se poteva andare a Reggio e

quegli rispondeva che aveva appuntamento per andare là), CARIDI, GATTUSO e CALDERAZZO

si recavano nuovamente a Melito Porto Salvo, certamente al fine di ricevere la notizia per la quale i

tre palesavano urgenza. Osserva, al riguardo, la P. G. come il riscontro sia offerto dai dati di

localizzazione delle utenze in uso ai predetti, atteso che:

alle ore 17.17 (prog.5 - utenza 347/8172899 - RIT DDA 2220/07) l’utenza 3478172899 di

CARIDI Santo agganciava la cella sita in Melito Porto Salvo Via Cimitero - località

acquedotto- Sett.3;

alle ore 16.53 (prog.811 – utenza 393/7131522 - RIT DDA 1436/07) l’utenza di GATTUSO

Nicola agganciava la cella sita in Melito Porto Salvo, LOCALITA ACQUEDOTTO,S.N.C.;

Page 206: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 206

alle ore 17.24, in sottofondo ad una chiamata in uscita dall’utenza 329/1765323 (RIT DDA

1203/07) di CALDERAZZO si aveva modo di ascoltare la voce di GATTUSO Nicola.

Era quindi certo che, analogamente a quanto accaduto in mattinata, tra le 16.50 e le 17.30 circa del

15.11.2007, CALDERAZZO, GATTUSO e CARIDI si trovassero a Melito Porto Salvo.

Anche nel pomeriggio del 16 novembre 2007, CALDERAZZO, GATTUSO e CARIDI, col veicolo

Peugeot 107 targato DB*867*KM, si recavano a Melito Porto Salvo, ma, in questa circostanza, che

verosimilmente era quella in cui avrebbero dovuto ottenere risposta alla loro ‘mbasciata,

evidentemente nella consapevolezza di poter essere oggetto di attività di indagine da parte delle

forze dell’ordine, al fine di eludere possibili accertamenti, spegnevano tutti i cellulari in loro

possesso. Tuttavia, alle ore 16.20 circa, nell’ambito dei servizi di osservazione predisposti era

notata transitare sulla SS106, in località Saline Joniche, con direzione di marcia SUD-NORD (da

Melito P.S. verso Reggio Calabria) l’autovettura Peugeot 107 targata DB*867*KM, con tre persone

a bordo. Sicché appare da condividere l’assunto conclusivo degli inquirenti secondo cui appare

oltremodo plausibile che i tre avessero incontrato nella circostanza uno degli esponenti di vertice

della cosca IAMONTE, con il quale già nel corso della presente attività di indagine erano risultati

essere in contatto, ovvero IAMONTE Remingo.

Continua la P. G. ad osservare che l’appartenenza alla cosca CARIDI del CALDERAZZO e degli

altri soggetti monitorati, CONDEMI Domenico, ROTTA Vincenzo e LOMBARDO Vincenzo,

dipendenti gerarchicamente dall’allora reggente della cosca CARIDI, CARIDI Santo, trova ulteriore

conferma da altro stralcio tratto dall’esito delle indagini relative alla “Operazione Patriarca”.

Se dalla conversazione tra GATTUSO Nicola e RUSSO Francesco, progr. 2044 RIT

2235/2007DDA, emerge come CARIDI Santo agisca sotto le direttive del fratello Antonino, nel

corso di una conversazione registrata, in data 13 Settembre 2008, all’interno dell’autovettura

Mercedes di GATTUSO Nicola (prog. 2875 – RIT DDA 1205/07), se ne ha conferma. Il

GATTUSO, infatti, invitava CARIDI Santo (in auto con lui) a portare con loro anche ROTTA

Vincenzo, affermando: … E ROTTA dov'é?… Eh venite voi due, se lo merita, o no voi sapete….

Che ROTTA avrebbe dovuto partecipare insieme ai due interlocutori ad un non meglio precisato

incontro di natura certamente illecita, e comunque di interesse della cosca CARIDI, veniva

implicitamente confermato dalla risposta fornita da CARIDI Santo, che, infatti, affermava che,

prima di farlo partecipare, avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione al fratello CARIDI Antonino,

allora detenuto (…Io voglio che parlo con mio fratello prima…).

Page 207: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 207

L’appartenenza al sodalizio criminale LIBRI – CARIDI del ROTTA, nonché di CALDERAZZO

Rosario, LOMBARDO Vincenzo e CONDEMI Domenico, però, emerge anche da altre

conversazioni telefoniche ed ambientali (queste captate all’interno dell’autovettura Opel Corsa del

ROTTA), il cui contenuto fa emergere come i sopra indicati soggetti fossero in disaccordo verso il

vertice della cosca CARIDI, al momento rappresentata da CARIDI Santo. Il 13 novembre 2007, alle

ore 17.44 (prog. 9907 – utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07), CARIDI Santo telefonava a

CALDERAZZO Rosario e, dopo i primi convenevoli, stabilivano d’incontrarsi di lì a poco presso il

banco per la rivendita di frutta e ortaggi sito sul viale Europa, all’epoca di proprietà di CARIDI

Antonia, sorella dei fratelli CARIDI e moglie di ZINDATO Giuseppe, nato a Condofuri in data

30.08.1957 (destinatario dell’OCCC nr. 259/06 RGNR DDA “Operazione Alta Tensione), in quel

momento ceduto in locazione alla nipote CONDEMI Fortunata 25.06.1977, figlia di CONDEMI

Domenico, inteso Micu Petrola (cugino di CONDEMI Domenico RC 03.07.1976), e di CARIDI

Antonina, anche quest’ultima sorella dei fratelli CARIDI. Nella conversazione, CARIDI chiedeva a

CALDERAZZO se avesse potuto accompagnarlo da una persona (…ma se volete venire prima con

me... voglio andare a fare visita a un amico…), prima di prendere parte ad una cena insieme

(…che facciamo, ce la facciamo una mangiata stasera?...). Durante il successivo incontro, i due

avevano sicuramente discusso de visu di una cena da effettuare la stessa sera insieme ad altri

personaggi a loro vicini. Infatti, alle ore 20.05 CALDERAZZO telefonava a ROTTA Vincenzo

(prog. 9940 – utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07), chiedendo di incontrarsi a casa di un non

meglio indicato soggetto. Con la telefonata delle ore 20.12 (prog. 9943 - utenza 329/1765323 RIT

DDA 1203/07), si aveva conferma dell’identità del predetto personaggio e, difatti, CALDERAZZO

telefonava al CARIDI, invitandolo a raggiungerlo in strada atteso che loro erano quasi arrivati. Alle

ore 20.35, ancora, CALDERAZZO telefonava a ROTTA (prog. 9945 – utenza 329/1765323 RIT

DDA 1203/07), che gli riferiva di essere al bar dove stava aspettando tale Domenico (…sono al

bar, aspetto a Mico...). Mentre erano a cena, CARIDI Santo, alle 21.31, telefonava a GATTUSO

Nicola (prog.17856 – utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07), al quale riferiva di essere passato

sia da casa sua (…sono passato da casa e non c'eravate…) sia da casa del di lui cugino,

GATTUSO Ciccillo, ma di non averli trovati (sono salito anche, salito anche da vostro cugino). Si

può quindi affermare che nella serata del 13 Novembre 2007, CALDERAZZO Rosario,

CARIDI Santo, ROTTA Vincenzo e tale “Mico”, identificabile, in virtù di incontri e contatti

successivi, in CONDEMI Domenico, si fossero incontrati ed avessero cenato assieme. Inoltre,

immediatamente dopo la cena (progressivi 17856 e 17868 di quella sera), CARIDI Santo decideva

di incontrare anche GATTUSO Nicola (dopo avere cercato di fare lo stesso, senza tuttavia riuscirci,

Page 208: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 208

con GATTUSO Ciccillo). Appare verosimile che la decisione di incontrarsi col GATTUSO Nicola,

da lui chiamato, possa riconnettersi anche a quanto discusso con i prevenuti in occasione della cena.

La mattina successiva, alle ore 08.39 (prog.9956 – utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07)

CALDERAZZO, certamente a seguito dell’incontro della sera prima, telefonava a ROTTA,

chiedendogli di andare subito a prendere un personaggio del quale non facevano il nome, e di

ritrovarsi al loro solito luogo d’incontro (…eh.. se vedete a coso là, e ci vediamo li sotto… a chi! a

chi dovete portare secondo voi?..). CALDERAZZO evitava di fare il nome di questa persona e di

indicare il luogo dell’incontro (…là sotto, compare Vincenzo, dove ci vediamo sempre…),

comunque confermato dal ROTTA, che chiedeva se dovevano vedersi “da DIEGO”, ottenendo

conferma dal suo interlocutore. Luogo dell’incontro tra CALDERAZZO e ROTTA era individuato

nella Pizzeria “L’ANCORA,” sita nel Piazzale antistante il Lido Comunale di Reggio Calabria e

gestita da PALMA Diego, dove, alle successive ore 09.50, nel corso di un servizio di osservazione

appositamente predisposto dalla P. G., veniva notata parcheggiata l’autovettura di ROTTA

Vincenzo. Alle 10.29 (prog. 194 – RIT DDA 1977/07), quindi, CALDERAZZO Rosario e ROTTA

Vincenzo salivano a bordo dell’autovettura di ROTTA Vincenzo (RIT 1977/07) e si dirigevano da

CARIDI Santo. Nella circostanza, ROTTA Vincenzo, con riferimento ad altri (forse a CARIDI

Santo), sosteneva che questi non aveva intenzione di scusarsi, aggiungendo che, con quegli amici,

non potevano a prescindere e che non volevano fare brutte figure (…Altrimenti a quelle condizioni

io, mi lavo le mani con questo, io sono, la parente sua non ne vuole sapere, ..inc.. chiuso, allora

non avete capito Saro. Voglio ..inc.. da Santo…). Nel contesto dei rapporti tra i personaggi oggetto

d’indagine, corretta appare la considerazione degli inquirenti sulla rilevante importanza del

successivo scambio di battute con cui CALDERAZZO e ROTTA concordavano cosa dire a

CARIDI per giustificare il fatto che si stessero recando insieme da lui e, soprattutto, come ottenere

un successivo appuntamento con lui. In particolare, ROTTA aveva intenzione di dire a CARIDI di

aver contattato CALDERAZZO perché voleva parlare con lui (…Gli dico vi ho chiamato perchè

volevo parlare con voi, perchè volevo sapere ..inc.. il coso) e che lo stesso gli avrebbe detto di

accompagnarlo da Santo al banco (ovvero il chiosco di frutta di proprietà dei congiunti del CARIDI

di cui si è in precedenza riferito) per fissare un appuntamento per la stessa sera (poi mi avete detto

questo, e così vi accompagno, che c'era lui e parlo con lui e ora veniamo al banco e chiudiamo

glielo diciamo, in serata, gli facciamo ..inc...). CALDERAZZO consigliava di fissare un

appuntamento in serata per parlare de visu (…..dategli un appuntamento in serata …..quando vi

posso trovare che voglio parlare dieci minuti che siamo soli…) e lo stesso ROTTA ribatteva che

avrebbe detto in seguito a CARIDI Santo il motivo per il quale era andato a trovarlo (…poi te lo

racconto perchè sono andato a trovarlo gli dico, poi te lo racconto…). Alle ore 10.42 circa,

Page 209: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 209

ROTTA e CALDERAZZO giungevano al banco di frutta sito sul viale Europa e si incontravano con

CARIDI Santo. ROTTA salutava CARIDI Santo dicendo “compare buongiorno” e scendeva dal

veicolo. Mentre erano fuori dal veicolo, si coglieva che ROTTA parlava con il CARIDI Santo, al

quale chiedeva di organizzare un incontro, per dirimere una controversia tra accoliti (…Lui è il

primo che deve dire mio zio Peppe, e ..inc.. voleva venire, non capisce allora ..inc.. la dovete

chiudere...inc...). In seguito all’incomprensibile risposta di CARIDI, ROTTA saliva in auto

spiegando al primo che a lui non interessava nulla, ma questi, per stemperare i toni, lo invitava a

scendere di nuovo. Nella circostanza CARIDI Santo offriva la sua disponibilità ad incontrarsi per

chiarire l’oggetto della discordia (…Allora, te lo dico avanti, vieni, facciamo quello che vogliamo,

mattinata, nottata, due parole di queste cose, due e non più ...) ma ROTTA concludeva

affermando che ciò che doveva dirgli lo aveva detto (…Io, io quello che ti dovevo dire te l'ho

detto…) e che era andato da lui solo per il rispetto che gli doveva (…Eh, so solo che, se vengo,

perchè ti voglio bene, altrimenti non, non venivo…). La conversazione (da cui non risulta

chiaramente il reale motivo della controversia) correttamente viene considerata dagli inquirenti

emblematica del grado di subordinazione del CALDERAZZO e del ROTTA nei confronti di

CARIDI Santo (si richiamano i commenti espressi nella richiesta a pag. 165).

Il prosieguo delle operazioni di intercettazione consentiva, come sottolinea la P. G., di documentare

altre riunioni tra i personaggi sopra indicati. Il 23 novembre 2007, infatti, dopo una serie di contatti

telefonici, CALDERAZZO Rosario, ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo e CONDEMI

Domenico partecipavano ad una vera e propria riunione al cui termine si confermava il risentimento

verso CARIDI Santo, in quel momento esponente di vertice della cosca, nonché verso altri

appartenenti alla medesima organizzazione vicini al predetto. Significativo appariva il fatto che i

partecipanti alla riunione temessero di essere notati assieme in quanto si ritenevano sotto

osservazione da parte dei vertici della cosca (…Facciamo il giro largo, perchè non si può sapere

mai, ci tengono sotto pressione i cristiani...), tanto che ROTTA Vincenzo e LOMBARDO

Vincenzo, una volta giunti nei pressi dell’abitazione di CONDEMI Domenico, pensavano di non

scendere dall’autovettura proprio per non essere notati dai parenti del CONDEMI, essi stessi legati

– come si è visto all’inizio – da vincoli di parentela proprio con i CARIDI. E, infatti, nel prosieguo

della conversazione ROTTA palesava il timore che Santo CARIDI potesse avere notato

LOMBARDO Vincenzo e, poiché non lo vedeva da un po’, si fosse insospettito …Santo ha naso,

capisci? ha visto a te là, era assai che non ti vedeva, con me. Queste stesse battute lasciano

intendere, come in maniera pertinente osserva la P. G., che i quattro avevano organizzato una

riunione per discutere di problematiche interne alla cosca, della quale, per ovvie ragioni di cautela

(e salvaguardia personale) dovevano essere all’oscuro gli altri accoliti e, in particolare, CARIDI

Page 210: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 210

Santo. Dal tenore delle conversazioni avvenute dopo la cena, si aveva conferma dell’assunto che

CALDERAZZO Rosario, CONDEMI Domenico, ROTTA Vincenzo e LOMBARDO Vincenzo

avessero discusso di problemi con gli appartenenti “all’ala dei Caridi”, con a capo Santo. Infatti, a

conclusione della cena, gli stessi andavano via a bordo dell’auto del ROTTA (prog. 301 – RIT DDA

1977/07) e, durante il tragitto, la conversazione che nasceva lasciava intendere come i quattro mal

sopportassero Santo CARIDI, non riconoscendo quest’ultimo come degno di essere al loro vertice.

In particolare, ROTTA diceva di non sopportare lui (CARIDI Santo) e gli associati a lui vicini (…a

me... inc... lo fa a me, con questi "mau-mau"... la testa sapete come ce l'ho io... con questi "mau-

mau…) ed invitava gli altri ad allontanarsi da quei soggetti che, a suo dire, stavano rovinando

l’associazione (...dobbiamo cercare di "svermicarci" invece, di questi, siamo "invermicati",

ancora non avete capito, dobbiamo "svermicare"!... e se non ci "svermichiamo" siamo

rovinati!...), ottenendo l’esplicita approvazione sia di CALDERAZZO (…Non ne posso più…) che

dello stesso CONDEMI Domenico (...e si si... peraltro subito dopo l’espressione di cui sopra del

ROTTA). Nel prosieguo del dialogo, CALDERAZZO affermava di essere d’accordo con

CONDEMI Domenico (…No guardate, io sono con Mico per questo fatto, purtroppo per questo

fatto, per altre cose, per questo fatto, la vedo come la vede lui, ne più, nè meno…), aggiungendo

che, circa ciò di cui avevano discusso in precedenza, era pronto a creare problemi (Per questo fatto

qua di quello che abbiamo parlato prima, io non glielo permetto neanche questo fatto, io sono il

primo che faccio il finimondo), evidenziando ulteriormente le frizioni esistenti, in quel frangente,

tra gli associati della cosca CARIDI. Nel prosieguo della conversazione, ROTTA si dimostrava più

accorto nella gestione del dissidio, affermando che sarebbero dovuti intervenire al momento

opportuno (…Ma questo sarà, quando ci sarà un momento, noi interveniamo subito ..inc..

all'atto…) e, quando CALDERAZZO gli rispondeva che non c’era occasione per farlo (…Si, ma

non c'è neanche movimento per intervenire…), ribatteva che loro non dovevano pensare che fosse

contrario (…Pensate che io sono contro di voi, sono pure io con voi…). Si apprezza, come

correttamente si indica da parte della P. G., la circostanza che ROTTA, nonostante fosse della loro

stessa opinione, cercasse di tenere una posizione più prudente, invitando i suoi interlocutori ad agire

al momento opportuno e non d’impeto (...non mi... non mi hai... non mi hai capito, cercate di

essere intelligenti e ogni tanto, lasciateli stare... "il mio sangue!"…), poiché se avessero fatto le

cose nel modo giusto avrebbero evitato problemi (…non voglio che vi bruciate... forse non avete

capito... noi qui dobbiamo fare le cose... per bene!...).

Gli stessi soggetti avevano un nuovo incontro la sera del 30 novembre 2007, per come emergeva dai

contatti telefonici (prog. 870 ore 16.49– utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07), (prog.872 –

utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07), (prog.873 – utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07) e

Page 211: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 211

dalle conversazioni ambientali che venivano registrate. Infatti, alle ore 01.33 circa, di ritorno dalla

cena, CONDEMI, LOMBARDO e ROTTA salivano a bordo dell’auto di quest’ultimo, mentre

CALDERAZZO si fermava a conversare nei pressi della stessa. Il dialogo che veniva registrato

(prog.367 – RIT DDA 1977/07) risultava di particolare rilevanza, al fine di lumeggiare le

problematiche interne della cosca LIBRI – CARIDI. I quattro, proseguendo un discorso iniziato in

precedenza, discutevano della possibilità di realizzare cospicui introiti economici (…se volete che

facciamo i miliardi... Reggio lasciatela stare... …vedi che i soldi... no i miliardi... puoi stare

sicuro che sono diverse le cose... li puoi fare pure a casa tua…), ma CONDEMI Domenico non si

mostrava d’accordo in quanto immaginava che non avrebbero avuto l’autonomia necessaria a causa

dei sentimenti di invidia che pervadevano gli altri associati (...e a casa nostra se noi ci mettiamo

così, non ne facciamo soldi... sono invidiosi..). Una volta andati via, ROTTA, CONDEMI e

LOMBARDO discutevano dei problemi esistenti in seno alla consorteria mafiosa di cui erano parte,

e, in particolare, di quelli di coesistenza con Santo CARIDI ed i “suoi uomini”. LOMBARDO, in

particolare, diceva ai presenti di non avere ancora capito come avrebbero dovuto agire (…che cazzo

dobbiamo fare?...) e che aveva intenzione di continuare ad essere parte attiva dell’associazione solo

se non avesse avuto più rapporti con Santo CARIDI e dei componenti della sua frangia (…io ho

detto una cosa...allora io...continuo, solo se...non ci sono quelle persone, se ci sono quelle

persone, di me non tenete conto…per discorsi di qua...). ROTTA cercava di tranquillizzarlo,

ribadendogli che a contare erano loro quattro “cristiani” e tutto il resto era come se non esistesse

(…non te... per noi quattro ci interessa!… trent'anni che ti spiego le cose io... siamo quattro

crist...è basta! e abbiamo finito...me lo segui il discorso?! Tutto il contorno, le barzellette, le

chiacchiere... è tutto fu...fumata... tutto...tutto... tutto cosa è... mi segui o no!? e come te lo devo

dire!? è tutto traffico e marea e non c'è niente...). Che i due facessero riferimento a CARIDI Santo

si evinceva in maniera più chiara quando LOMBARDO affermava che, qualche giorno prima,

proprio il CARIDI lo aveva chiamato chiedendogli il suo numero di telefono, richiesta alla quale

egli aveva risposto negativamente (…l'altro giorno mi ha chiamato...inc... ...mi ha chiamato

Santo...se gli do il numero di cellulare...ma non mi rompere i coglioni!...Santo...il numero di

cellulare...ma!...). ROTTA gli faceva notare che la loro posizione era ormai compromessa e che

non avrebbero potuto tornare indietro (…tu ancora non hai capito niente...noi siamo già

compromessi... forse ancora non lo hai capito...non c'è altra salvazione...noi ormai ci siamo,

siamo compromessi…) e, pertanto, avrebbero dovuto cercare di limitare i danni ed adottare le

necessarie contromisure per evitare eventuali ritorsioni (…noi qua dobbiamo prendere le

misure...dunque, dobbiamo... dobbiamo cercare il metodo per prendergliele noi...). L’oggetto

delle rimostranze di LOMBARDO era quasi sicuramente da ricercare nel fatto che egli temeva che

Page 212: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 212

qualche affiliato vicino a CARIDI Santo potesse ricevere “doti” che egli voleva per sè, dato che,

quando ROTTA glielo domandava (...e aspetto che vengono e fanno a lui... a... inc...e chi sei?...),

LOMBARDO rispondeva di esserne certo (...per me...è quello che fanno...), aggiungendo che non

aveva intenzione di farsi superare così facilmente nella gerarchia dell’associazione (...eh!? te lo

dico io che gli ammazzo pure i figli, se mi devono fare a me!...me ne fotto di loro...), tanto da

elevare gravissime affermazioni di minaccia.

Il contenuto degli stralci dell’operazione PATRIARCA consente, dunque, di reputare sussistenti

gravi indizi dell’appartenenza di CONDEMI Domenico, ROTTA Vincenzo, LOMBARDO

Vincenzo e CALDERAZZO Rosario alla cosca LIBRI-CARIDI. Essi, nel periodo delle

investigazioni, infatti, dimostravano di non condividere i comportamenti dell’allora esponente

apicale CARIDI Santo e, pur essendo a lui subordinati e temendone la pericolosità, progettavano di

allontanarsene, principalmente perché altri soggetti vicini al CARIDI, a loro parere, stavano

danneggiando l’organizzazione. Partecipavano (CALDERAZZO Rosario) a veri e propri summit di

ndrangheta con esponenti di altre consorterie (IAMONTE) ed erano nelle condizioni di ottenere

cariche di maggior prestigio in seno alla stessa (LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO

Rosario). Anche LOMBARDO Vincenzo si dimostrava in palese disaccordo con CARIDI Santo,

giungendo a prospettare la sua fuoriuscita dal gruppo se a gestire l’organizzazione fosse rimasto lui.

Il risentimento di quest’ultimo appariva dettato dalla possibilità che fosse assegnata, a suo discapito,

una “dote” ad altro soggetto vicino a CARIDI Santo, circostanza che lo contrariava particolarmente

e gli faceva dichiarare di essere disposto anche ad uccidere se ciò fosse accaduto. “...e aspetto che

vengono e fanno a lui... a... inc...e chi sei?...” “...eh!? te lo dico io che gli ammazzo pure i figli, se

mi devono fare a me!...me ne fotto di loro...”.

5.4 GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALL’ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO:

LE RISULTANZE DELLE INTERCETTAZIONI AMBIENTALI E TELEFONICHE

Può, pertanto, passarsi all’esame delle ulteriori emergenze indiziarie rappresentate nella nota

informativa del 26/7/2011, nella quale la P. G. indica le risultanze in termini di attualità della cosca

LIBRI – CARIDI. Così il P. M. illustra gli ulteriori dati che si andranno a riportare:

§ - II.3 L’ATTIVITÀ D’INTERCETTAZIONE TELEFONICA E AMBIENTALE

§ - a) Il legame tra i membri del gruppo

L’attuale operatività e pericolosità della organizzazione mafiosa di cui sono parte i soggetti

individuati emerge chiaramente anche alla luce delle risultanze investigative emerse nel corso

Page 213: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 213

dell’attività di indagine svolta nell’ambito del presente procedimento penale.

Si è già illustrato in precedenza il contenuto del progressivo nr. 196 registrato a bordo

dell’autovettura Fiat 500 in uso a MANDALARI Carmelo, nel corso del quale il predetto che si

trovava in compagnia dei genitori e della fidanzata, incontrava ‘compare Cecè’ identificato in

ROTTA Vincenzo, col quale intratteneva una breve conversazione nel corso della quale il ROTTA,

nel dirsi disponibile in caso di bisogno, lo invitava a considerarlo come un fratello maggiore e

successivamente, nell’illustrare ai presenti la personalità della persona appena incontrata, ne tesseva

le lodi, definendolo come uno dei “migliori cristiani” del quartiere San Giorgio, raccontando un

episodio accaduto durante un processo nel quale il ROTTA era stato imputato insieme a Giovanni

ROSMINI, alias “Carrozza”, esponente della omonima consorteria, attualmente detenuto, fratello

di ROSMINI Diego tratto in arresto nell’ambito del p.p. 259/06 RGNR DDA), quando il ROTTA,

in maniera sfrontata, aveva dichiarato la sua appartenenza agli ambienti criminali di Reggio

Calabria (“La migliore persona di San Giorgio è mamma, questo si è presentato davanti al Giudice con il camuffo,

quando era imputato con Giovanni ROSMINI, gli ha detto ma lei…ma lei gli ha detto il Presidente…là il

Giudice…il Presidente che ne so…lei si presenta con atti mafiosi, col camuffo, lui gli ha detto io non mi nascondo,

sono malandrino e lo potete scrivere!!!…(ride)…Avrà fatto qualche dieci anni… Comunque è bravissimo! Gli ha

detto in quella maniera al Presidente…(inc.)…)

Altrettanto rilevante ai fini per cui si procede appare poi una ulteriore conversazione registrata

sull’utenza radiomobile in uso al ROTTA evidenziata nell’inf.va della Sq.Mobile n data 19.7.11 che

si riporta: “

Conversazione del 18 Aprile 2011, ore 15:12 progressivo nr. 142 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo

Utenza chiamata: 3288555758 intestata a ROTTA Cristina (RC 18.12.1944) residente a Massa Lombarda (RA)

Interlocutori: ROTTA Vincenzo e nipote (figlia della sorella Cristina)

Omissis…

Il progressivo sopra riportato si rivelava di particolare importanza in quanto nel corso della prima parte ROTTA Vincenzo conversava con una non meglio identificata nipote, figlia della sorella ROTTA Cristina e gli ribadiva quanto emerso nel corso della presente attività di indagine, ovvero del suo impegno nella campagna elettorale in corso, finalizzato ad ottenere in cambio una sistemazione lavorativa per il figlio Domenico, L’elezioni che ci sono qua, ora vediamo quello che devo fare per Domenico, perché sennò qua non si (inc.) con l’elezioni…Con queste elezioni stanno rompendo i coglioni, per vedere se posso sistemare Domenico in qualche parte, se qualcuno mi aiuta, non c’è niente, è un periodo…va a finire che a giugno vengo lì.

Nel prosieguo della conversazione la donna raccontava al ROTTA che nel corso di un suo recente soggiorno a Reggio Calabria aveva incontrato Domenico ed Anna, la donna dice che quando lei era a Reggio ha visto Domenico ed Anna, ovvero CONDEMI Domenico e la moglie BORGHETTO Anna, circostanza questa di cui ROTTA era già a conoscenza, per averne discusso con i due, Rotta le spiega che Anna non si ricordava che lei è sua nipote, figlia di sua sorella, il giorno dopo ha mangiato a casa sua e gliel’ha detto, poi continuano a discutere di Domenico…

Il corso del dialogo che ne seguiva si dimostrava di particolare interesse in quanto ROTTA Vincenzo definiva il CONDEMI come un fratello minore …Abbiamo un’amicizia io e lui…io sono un fratello maggiore e io sono un fratello minore per me…, mentre la nipote definiva lo stesso come persona tranquilla, ma di “rispetto”, No, ma è bravo, pare tranquillo, un ragazzo di rispetto… E’ un ragazzo di rispetto,

ROTTA Vincenzo aggiungeva che il CONDEMI, sotto la sua guida stava crescendo …no, no, no, dietro di me cresce!... Si, è bravo, è bravo…!, naturalmente l’affermazione della donna che lo indicava come persona di rispetto, termine che ne determinava chiaramente lo spessore criminale, unita

Page 214: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 214

al fatto che sotto la guida del più anziano ROTTA, CONDEMI Domenico stesse crescendo, non già fisicamente, ma nelle gerarchie mafiose, offrivano conferma dell’inserimento dei due in seno alla cosca attiva sul territorio di San Giorgio. Altrettanto rilevante di dimostrava il prosieguo del dialogo, in quanto la donna raccontava allo zio di avere anche incontrato Lillo, …Ho visto, ho visto pure a coso a Lillo, facilmente identificabile dal contenuto del dialogo che ne sarebbe seguito, per CARIDI Leo, inteso Lillo o anche Cinese, nato a Reggio Calabria in data 18.11.1961, domiciliato a Reggio Calabria in via Sbarre Superiori Diramazione Lombardo nr. 75, titolare della CAFER (Allegato nr. 12) azienda che si occupa tra l’altro della produzione di uova di Pasqua, fratello di CARIDI Antonino (RC 15.01.1960), CARIDI Bruno (Condofuri 08.06.1958) e CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967), tutti tratti in arresto da questo Ufficio in data 29.10.2010 nell’ambito della Operazione Alta Tensione, quali appartenenti alla cosca mafiosa LIBRI CARIDI. L’affermazione della nipote che diceva di essere andata a trovare Lillo che le aveva regalato due uova di Pasqua per i figli, No mi ha chiamato Peppe, per prendere due uova di Pasqua, per portarli…ai figli di…scatenava la rabbia di ROTTA Vincenzo, che dimostrava di nutrire grande risentimento nei confronti di questi, Per favore, ma…mamma mia antipatico… Mi è antipatico… ed avendo appreso che il marito della donna era andato a trovare CARIDI Leo, ROTTA: Eh…Eh…lui è andato lì sopra?. DONNA: Si dice che un pomeriggio intero gli è stato dietro, per stare con lui, lo criticava aspramente, Ah…”u sciacquinu”, come prima, prima parla male poi gli va a fare lo “sciacquino”, questo un servetto è… Tuo marito prima parla male di questi CARIDI, e poi va là e gli fa lo “sciacquino”… E si sta là, come prima parla male e poi sta là, ma questi, questi giocattoli sono.

Ancora ROTTA Vincenzo dopo avere inveito a lungo contro il marito della donna ed averla rimproverata per essere andata a prendere le uova dal CARIDI, ribadiva il suo scarso rispetto e considerazione verso i componenti di quella famiglia, e tu vai dietro, e tu vai dietro a lui per due uova di Pasqua marcie, questi…questi…questi “Nzivati”, io non sono mai andato da quando tuo padre li ha abbandonati, io non sono mai andato in vita mia là sopra, ed in particolare proprio verso CARIDI Leo indicato come uomo di scarso valore, A prendere le uova di Pasqua, non hai capito io non sono mai andato a dare confidenza specialmente a questo ”pisciaturi” del cinese mai a prendere un uovo di Pasqua…Il cinese, il più storto di tutti lui è. Aggiungendo per rafforzare il concetto che aveva del CARIDI, Non ti credere che quello, quello è il più “Pisciaturi” che c’è nel rione, è un esibizionista, storto, un pallone gonfiato, un cazzo pieno d’acqua questo è.

La donna cercava ancora di giustificarsi dicendo allo zio di non conoscere le persone, in ragione del fatto che faceva ritorno in questo centro solo una volta l’anno e di averlo salutato solamente per rispetto, Ma chi li conosce a queste persone che so io… Ho capito ma a me non è che interessa figurati…, io una volta l’anno vengo lì… Io l’ho salutato per rispetto e basta.

L’ultima parte del dialogo si dimostrava particolarmente importante in quanto ROTTA Vincenzo nel confermare la scarsa considerazione nutrita verso il CARIDI, affermava che nella zona, i soggetti di maggior peso erano lui e CONDEMI Domenico, Non mi hai capito, chi cazzo ti pensi che sono le persone…qua le persone che abbiamo i coglioni siamo due io e Mico gli altri non hanno neanche le cose neanche le noccioline, ancora non hai capito niente dalla vita tu… Qui quelli che abbiamo due coglioni grossi come quelli di un bue siamo io e Domenico, non c’è ne sono altri…Gli altri sai che hanno…le noccioline, ancora non hai capito niente dalla vita tu.

I contenuti del progressivo sopra esaminato contenevano più elementi di particolare rilevanza, infatti ROTTA Vincenzo nel corso della conversazione affermava di occuparsi della crescita criminale di CONDEMI Domenico, un ragazzo di rispetto……no, no, no, dietro di me cresce!, che lui ed il CONDEMI erano da considerare come soggetti di grande peso all’interno del quartiere San Giorgio chi cazzo ti pensi che sono le persone…qua le persone che abbiamo i coglioni siamo due io e Mico gli altri non hanno neanche le cose neanche le noccioline, ancora non hai capito niente dalla vita tu… Qui quelli che abbiamo due coglioni grossi come quelli di un bue siamo io e

Page 215: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 215

Domenico, non c’è ne sono altri…Gli altri sai che hanno…le noccioline, ancora non hai capito niente dalla vita tu;

La conversazione merita un commento sia per quanto concerne la prima parte, quella in cui, come si

era anticipato, ROTTA evidenzia alla nipote il senso del suo impegno in campagna elettorale a

favore del PLUTINO Giuseppe, ovvero conseguire, in cambio, una sistemazione lavorativa per il

figlio, sia per quanto riguarda la seconda, relativa alla minuziosa descrizione del rapporto tra

ROTTA e CONDEMI Domenico, del quale si dice un fratello maggiore, che viene definito come

un soggetto che stava crescendo sotto la sua guida, ovviamente nel senso delle gerarchie degli

uomini di rispetto del territorio di San Giorgio (e la stessa nipote, peraltro, definisce il CONDEMI

un ragazzo di rispetto). Così conclamandosi, per bocca dello stesso ROTTA, il peso criminale,

nella consorteria attiva in San Giorgio, suo e del CONDEMI. Di ben diverso tenore, invece, le

parole pronunciate dal ROTTA quando la nipote gli riferisce di aver incontrato Lillo, ovvero il

CARIDI Leo, nei confronti del quale inveisce.

Così prosegue il P. M., esponendo ulteriori dati indiziari inerenti una vicenda personale, comunque

esplicativa della comune appartenenza di entrambi gli indagati alla consorteria CARIDI, specie per

il ruolo che viene ritagliato in capo al ROTTA, da leggere unitamente alla ragione dell’intervento a

costui richiesto nella vicenda, la pacificazione necessaria ad evitare il possibile, altrimenti,

intervento dei maggiorenti della consorteria.

A riprova poi del particolare legame esistente tra i membri del gruppo, nel corso dell’attività

investigativa da ultimo compiuta, venivano intercetate una serie di conversazioni concernenti una

problematica di natura personale che però assumono rilevanza in quanto testimoniano una volta di

più la comune appartenenza degli indagati alla cosca CARIDI, nell’ambito della quale devono

trovare composizione anche vicissitudini attinenti la sfera sentimentale-affettiva dei componenti del

gruppo, allo scopo di evitare l’ “intervento” dei soggetti più rappresentativi del sodalizio.

Accade infatti che CONDEMI Domenico, sposato con BORGHETTO Anna, sorella di

BORGHETTO Cosimo e BORGHETTO Eugenio, intrattiene una relazione extra-coniugale con

ERRANTE Fortunata, figlia di Giovanni e CARIDI Elisabetta, nipote dello storico boss di San

Giorgio CARIDI Giuseppe, detto ‘Pepè’.

Ciò determinava, da un lato, il ‘fastidio’ dell’illustre zio che incarica il ‘saggio’ ROTTA Vincenzo

(‘Mastro di Misericordia’) di richiamare all’ordine il CONDEMI; dall’altro, comprensibilmente, le

ire della moglie che minacciava di riferire tutto al proprio fratello in carcere, BORGHETTO

Cosimo, affinchè fossero presi provvedimenti nei confronti del marito.

Si riportano le conversazioni in questione, tratte dall’inf.va della Sq.Mobile del 23.9.11:

Ancora di interesse investigativo si rivelavano una serie di progressivi registrati negli ultimi giorni del mese di luglio u.s. nel corso dei servizi di intercettazione attivati sull’utenza in uso a LOMBARDO Vincenzo ed a bordo dell’autovettura di CONDEMI Domenico.

Page 216: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 216

In data 27 luglio 2011 sull’utenza radiomobile in uso al LOMBARDO veniva registrata la seguente conversazione.

Conversazione del 09 Maggio 2011, ore 14:16 progressivo nr. 1415 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo

Utenza chiamata 334.6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Interlocutori: ROTTA Vincenzo e LOMBARDO Vincenzo

LOMBARDO: Pronto!--\ ROTTA: Enzuccio?--\ LOMBARDO: Chi è?--\ ROTTA: Vincenzo sono!--\ LOMBARDO: Ah Vincenzo!--\ ROTTA: Vedi che l’ho rintracciato al tuo compare!--\ LOMBARDO: Si, anche io l’ho visto stamattina!--\ ROTTA: Eh… però onestamente mi ha fatto capire …dice : << di che

dobbiamo parlare? Le cose personali…>> e io gli ho detto: << Va bene così vuoi ?>> e lui ha detto: << di quello che hai bisogno, che avete bisogno qualsiasi cosa! >>, e , ma , insomma, è inutile che ci ammazziamo!--\

LOMBARDO: No, no, no, no infatti, infatti!--\ ROTTA: E sparti me lo ha detto a me, fino ad ora a questo minuto.--\ LOMBARDO: Uh!--\ ROTTA: E gli ho detto: << va bene ! Ora chiamo ad Enzo e a Saro e li avviso!

>>--\ LOMBARDO: Va bene!--\ ROTTA: Mi ha detto che per qualsiasi cosa è a nostra disposizione ma sulle

cose sue personali non c’è niente da parlare e …(inc.)…--\ LOMBARDO: Uh!--\ ROTTA: …va bene?--\ LOMBARDO: Va bene!--\ ROTTA: Va bene! Se lo vedi, se lo vedi io ti ho riferito queste testuali parole…--\ LOMBARDO: Va bene!--\ ROTTA: …<< Vincenzo mi ha detto che per qualsiasi cosa sei a nostra

disposizione >> ma per le cose personali dice che sono cose sue e…--\ LOMBARDO: Eh! Va bene!--\ ROTTA: …e risponde lui, delle sue cose nel bene e nel male.-\ LOMBARDO: Ok! Va bene, va bene !.--\ ROTTA: Evitiamo e non andiamo oltre! Va bene Gioia?--\ LOMBARDO: Si, si, si ,si !--\ ROTTA: Sono tre giorni che lo andavo cercando io, c’era pure tuo cognato

Mimmo l’altra sera, oggi l’ho visto !--\ LOMBARDO: Va bene! Ok! Dai!--\ ROTTA: Va bene? Io lasciato…ho fatto le cose, non ho lasciato niente in sospeso, dopo di ché,

se ti incontra digli che :<< mi ha telefonato Vincenzo e mi ha detto così, così e così, noi ti ringraziamo che sei presente in tutto e per tutto tra noi…fatti le tue cose…>>.--\

LOMBARDO: Beh! Ma noi, poi …--\ ROTTA: …nelle sue cose personali non vuole che nessuno entri in merito…(inc.)…--\ LOMBARDO: Va bene! Va bene!--\ ROTTA: E’ inutile che ci buttiamo…su…(inc)….--\ LOMBARDO: Qualche sera di queste andiamo a mangiare, però non usciamo neanche il discorso!--\ ROTTA: Ah?--\

Page 217: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 217

LOMBARDO: Qualche sera di queste andiamo a mangiare però non usciamo neanche il discorso!--\ ROTTA: Si, si, ma io…--\ LOMBARDO: Uh!--\ ROTTA: …le parole, le testuali parole che lui mi ha detto io …--\ LOMBARDO: Va bene!--\ ROTTA: …ti sto dicendo! Evitiamo, evitiamo, poi le sue cose lui si assume le sue responsabilità

nel bene e nel male nelle cose… che ci devo fare!Ci possiamo spingere…basta è chiuso!--\

LOMBARDO: Va bene! Ok! Va bene , dai ci sentiamo dopo!--\ ROTTA: Va bene? Comunque queste sono le testuali parole che mi ha chiamato Vincenzo e mi

ha detto, gli devi dire: << noi ti ringraziamo che sei presente…>>--\ LOMBARDO: Non gli dico, non gli dico niente io, quando lo incontro, lo incontro!--\ ROTTA: No quello mi ha detto che è presente in tutto e per tutto con noi, in tutte le cose!--\ LOMBARDO: Uh!--\ ROTTA: Però non vuole…(inc.)…--\ LOMBARDO: Va bene, va bene !--\ ROTTA: …lui è responsabile di quello che fa e…--\ LOMBARDO: Ok! E se la vede lui!--\ ROTTA: Va bene? Ciao!--\ LOMBARDO: Va bene! Ciao!--\ ROTTA: Ciao, gioia ciao!--\ LOMBARDO: Ciao!--\

Fine della conversazione.--\

Nel corso del dialogo, intercorso tra LOMBARDO Vincenzo e ROTTA Vincenzo, quest’ultimo informava il suo interlocutore di avere incontrato una terza persona che nel confermargli la sua disponibilità verso di loro, Eh… però onestamente mi ha fatto capire …dice : << di che dobbiamo parlare? Le cose personali…>> e io gli ho detto: << Va bene così vuoi ?>> e lui ha detto: << di quello che hai bisogno, che avete bisogno qualsiasi cosa! >>, si era contrariato in ordine a delle osservazioni fatte dal ROTTA, in quanto si trattava di cose personali per le quali non ammetteva intromissioni da parte di alcuno, Mi ha detto che per qualsiasi cosa è a nostra disposizione ma sulle cose sue personali non c’è niente da parlare e …(inc.)…

Dal contenuto del prosieguo del dialogo si comprendeva che ROTTA Vincenzo, si era ripromesso di mettere al corrente della risposta ricevuta LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario, i qualu erano evidentemente interessati all’esito di quell’incontro, E gli ho detto: << va bene ! Ora chiamo ad Enzo e a Saro e li avviso! >>

Erano una serie di conversazioni registrate in sequenza a bordo dell’autovettura del CONDEMI, nella serata del 28 luglio a chiarire meglio i contorni della vicenda rivelando che il ROTTA ed il LOMBARDO, nel corso del progressivo sopra riportato stavano discutendo proprio del CONDEMI, con il quale proprio quella sera ROTTA Vincenzo aveva affrontato nuovamente la discussione.

Conversazione del 28 Luglio 2011, ore 19:35 progressivo nr. 1072 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico

Persone presenti CONDEMI Domenico, ROTTA Vincenzo

Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico, il quale inizialmente parla al telefono, dice all’interlocutore di passare a prendere suo padre, che lui sta per mettere la benzina alla macchina e poi andrà a prendere Vincenzo, quindi immediatamente dopo si ferma e fa rifornimento all’auto, parla nuovamente al cellulare, immediatamente dopo riavvia la marcia, alle ore 19:42:08 si ferma e scende. Alle ore 19:47:02 il CONDEMI sale a bordo e riparte, alle 19:48:25 si

Page 218: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 218

ferma ancora e scende, alle ore 19:51:07, nuovamente veicolo in movimento, CONDEMI conversa al cellulare con tale Pietro al quale spiega che si trova a Condofuri da Peppe e mangia là, se vuole lo può raggiungere. Quindi si ferma e fa salire a bordo ROTTA Vincenzo, quindi avviano la marcia, CONDEMI dice a ROTTA che deve fare uno scambio,deve dare quello che ha in mano e prendersene un altro, poi conversazione coperta da fruscii, si fermano e parlano anche con tale Mico, conversazione varia tra i presenti, dopo CONDEMI parla al cellulare con l’amante, alla quale chiede con tono alterato come mai non gli aveva risposto al telefono, ancora molti fruscii dovuti all’alta velocità e i finestrini abbassati…--\

ROTTA: …Gli ho chiamato a tuo compare Vincenzo, e il numero…(inc.)…gli ho detto guarda che non si vuole incontrare…(inc.)…ma lui…(inc. a causa di rumori e fruscii)…gli ho detto io: ha detto di quello che abbiamo bisogno non ci sono problemi, però le sue cose personali…solo queste tre parole Domenico, lui mi ha fatto capire gli ho detto io, che di quello che abbiamo bisogno…lo potevi capire in fin dei conti…io non è…la puoi pensare come vuoi…(inc.)…queste sono fissazioni.--\

CONDEMI: …(Inc.)…--\

ROTTA: Sai qual è…sai qual è il pensiero di quel…(inc.)…dice che non si metta in cose…(inc. a causa di fruscii e rumori)…più che altro…più che altro è stata la preoccupazione…(inc.)…quando siamo andati io, lui e Pascaleddu…(inc.)…in mala fede…(inc.)…ora te la posso dire una io di quello che penso?--\

CONDEMI: Dimmi.--\

ROTTA: …(Inc.)…lei se ne va di testa e parte, mi segui o non mi segui, questa è una cosa fraterna, nessuno ti dice niente, Gesù Cristo, hai capito? Io questo ti volevo dire, la Madonna Santissima, perché sei…tu sei permaloso, tu sei permaloso, tu sei orgoglioso e pensi che nessuno ti può dire niente, sbagli cazzo!--\

CONDEMI: Certo, io le…(inc.)…!--\

ROTTA: Mi devi fare strambare, tra ceci e fave, non come tu…alla pazzesca, alla pazzesca per te c’è, il paracadute con il kamikaze…forse non ci siamo capiti, io mi sbaglio…ma tu pensi che generali non ne hai nel complesso del mondo, tu pensi che non ne hai?--\

CONDEMI: Generali no!--\

ROTTA: Il Signore lo hanno inchiodato nella croce e ancora lo vanno criticando, se come dici tu…se tu hai questo cervello, fai che cazzo vuoi!--\

CONDEMI: A me non hanno cosa dirmi!--\

ROTTA: Tu devi sapere che…mannaia la Madonna mannaia…--\

CONDEMI: Fanno più brutta figura non si sa di chì…--\

ROTTA: Non sto parlando…sto parlando in generale…--\

CONDEMI: Mi possono invidiare…--\

ROTTA: …va bene và…--\

CONDEMI: …questo mi possono fare!--\

ROTTA: Ho capito, quando…quando ti vedono esagerato su certe cose, loro pensano che tu perdi punti, forse non hai capito come te lo devo dire? Vedi che senza offesa io sono un cristiano che ha due coglioni così…--\

CONDEMI: …ma perdo punti…--\

ROTTA: … e se ti dico una cosa, te la dico fraternamente…--\

CONDEMI: …pensano che cosa…io perdo punti per che cosa?--\

ROTTA: Certo!--\

Page 219: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 219

CONDEMI: Uhm.--\

ROTTA: Secondo me è così, io glielo leggo nel cervello delle persone, il novantanove per cento sono quattro cornuti “debulazzi” e non sono capaci di dirtelo in faccia, te lo dice Vincenzo ROTTA, perché Vincenzo ROTTA ha due coglioni così e…--\

CONDEMI: …ma che hanno da dirmi?--\

ROTTA: Perché secondo me nel pensiero delle persone, ma in tutto il mondo, pure quelli che ti sembrano i meglio amici tuoi, secondo me…dice questo qua…mi segui il discorso? E’ chiuso, è chiuso, una volta dicevano che…che…(inc.)…come cazzo te lo devo dire, io te lo sto dicendo gioia mia, e ricordati una cosa, e te lo ripeterò per tutta la vita, quello che viene al di sopra di tutto, vengono Matteo, Tullio e Peppe, ricordatelo sempre questo, che sono sangue del tuo sangue, vita della tua vita…--\

CONDEMI: Senti una cosa, ma c’è qualcuno che mi può ricordare questa cosa a me?--\

ROTTA: Ma io non è che te la voglio ricordare amore mio, io ti voglio dire di saperti gestire la tua vita mannaia la Madonna, perché la tua è una vita disordinata, e come cazzo te lo devo dire, io so quello che ti dico…--\

CONDEMI: Enzo ora mi fa male la testa, cambia discorso.--\

ROTTA: …ora…ora…perché non è una vita disordinata la tua?--\

CONDEMI: No, stai sbagliando di grosso pure.--\

ROTTA: Ah, ho capito dai, la vedi là, non sai fare un discorso che hai fatto…--\

CONDEMI: Che ti devo parlare scusa?--\

ROTTA: E’ disordinata la tua vita.--\

CONDEMI: Perché è disordinata?--\

ROTTA: Perché…--\

CONDEMI: Fammi capire perché?--\

ROTTA: …(Inc.)…--\

CONDEMI: Io che? Sto una giornata con la mia famiglia, poi mi vedo con la mia bella, gli devo dare conto a qualcuno?--\

ROTTA: Non mi hai capito…(inc.)…e vedi come le cose vanno avanti!--\

CONDEMI: Ma c’è bisogno, perché non sto facendo così? Hai visto che sbagli a parlare pure tu?--\

ROTTA: Perché mannaia la Madonna c’è da ammazzarti uno…un cristiano che ti dice come…come stanno le cose, sbaglia a parlare?--\

CONDEMI: Come stanno le cose?--\

ROTTA: Ecco…--\

CONDEMI: …e dimmi dove sto sbagliando…--\

ROTTA: …ma non ti può correggere nessuno!--\

CONDEMI: …e dimmi dove sbaglio io…(inc. a causa d voci accavallate)…che mi devi correggere forza!--\

ROTTA: Si, si, secondo me si.--\

CONDEMI: Ti hanno riempito la testa quei due stupidi?--\

ROTTA: Io non ho parlato proprio di questo discorso.--\

Page 220: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 220

CONDEMI: Poi dici che non vengo a trovarti.--\

ROTTA: Sopra il be…--\

CONDEMI: …(Inc.)…--\

ROTTA: Mannaia la Madonna, sopra il bene di mio figlio che quelli non hanno parlato proprio con me, quelli mi hanno detto, mi ha detto poi ci vediamo e ci incontriamo con te. Ma sei una cosa seria Mimmo, ma perché ti inventi le cose…(inc.)…dietro al cancello…(inc.)…mi ha detto per favore chiamalo tu ha detto, e fai che si dia una…non abbiamo ne di ceci, ne di fave e ne di fagioli, ma perché ti inventi le cose Domenico?--\

CONDEMI: Questa è la troppa confidenza che do alle persone, ve lo dico io, ha ragione compare Peppe.--\

ROTTA: Che nemmeno io…che nemmeno io per modo di dire…--\

CONDEMI: Ti dico io che ha ragione compare Peppe!--\

ROTTA: …ma se nemmeno io…sono…sono per modo di dire amico tuo fraterno…--\

CONDEMI: Ma se tu “svantasii” parli a vanvera pure tu!--\

ROTTA: …perché ti dico che per ora sei…--\

CONDEMI: Per ora io sono chi, fammi capire, che sono, che mi stai vedendo?--\

ROTTA: Ti sto dicendo che devi cercare di gestire la cosa bella e pulita…(inc. a causa di fruscii e interferenze)…--\

CONDEMI: Perché come è gestita la cosa? No, sono invidiosi loro, te lo dico io, perché mi hanno visto là a Rimini con la mia bella e chissà che hanno pensato…--\

Continua nel progressivo successivo.--\

Fine della conversazione.--\

Subito dopo il dialogo proseguiva,

Conversazione del 28 Luglio 2011, ore 20:10 progressivo nr. 1073 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico

Persone presenti: CONDEMI Domenico, ROTTA Vincenzo

Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico e ROTTA Vincenzo, quest’ultimo continuando la conversazione del progressivo precedente, contesta al CONDEMI che secondo lui sta gestendo la sua relazione extra coniugale in modo esagerato, anche se capisce che il suo sentimento è forte. Gli conferma che di questo non ha parlato con nessuno, quelle persone gli hanno solo chiesto di chiamarlo per cercare di farlo ragionare. CONDEMI gli dice che lui gli doveva rispondere che si tratta di cose personali sue e lui non si intromette, quindi gli ribadisce che anche lui parla a vanvera.--\

Cade la linea.--\

Fine della conversazione.--\

Ed aveva termine con il seguente progressivo che si rivelava di particolare importanza, Conversazione del 28 Luglio 2011, ore 20:18 progressivo nr. 1074

A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico, ROTTA Vincenzo

Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico e ROTTA Vincenzo, quest’ultimo continuando la conversazione del progressivo precedente, continua a cercare di farlo ragionare…--\

ROTTA: …E’ vero o no, o sto dicendo barzellette? Ora a me come hai detto tu, mi hanno coinvolto, però io non gli posso rispondere, fatevi i cazzi vostri, se prima hanno parlato con te che più tardi vi vedete, Domenico cerca di capire, o no? Anzi io gli ho detto perché scusa tu Enzo, che sei suo

Page 221: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 221

compare, perché non lo chiami tu? No, è più giusto che lo chiami tu, sia lui che Saro, voi siete il mastro della misericordia, queste parole, voi siete il più giusto anziano, voi siete il più saggio più assai…--\

CONDEMI: Va bene.--\

…ROTTA continua a ribadirgli e a ripetergli lo stesso discorso di prima, cioè che loro gli hanno detto che avevano gia parlato con lui. Al minuto 20:20:59 ROTTA Vincenzo spiega a CONDEMI che l’ha chiamato anche compare Peppe e gli ha detto che lo deve chiamare lui perché è il più anziano e il più saggio. Poi si arrabbia e gli dice di non rompergli più i coglioni, che lui non vuole sapere più nulla, poi saprà lui se un domani sapendolo davanti a un precipizio, se deciderà di salvarlo oppure no. Alle ore 20:24:05 si fermano e scendono parlano con delle persone fuori dalla vettura,, quindi 20:26:14 salgono a bordo e riavviano la marcia. Conversazione varia tra i due, ROTTA gli parla del suo cane, gli spiega che il giorno che gliel’ha regalato è stato il giorno più bello della sua vita.--\

Cade la linea.--\

Fine della conversazione.--\

Dal contenuto dei dialoghi sopra riportati si comprendeva come, in considerazione delle condotte di CONDEMI Domenico che, per come reso evidente dal tenore di numerose conversazioni telefoniche ed ambientali registrate, in quell’atto intratteneva una relazione extra coniugale, con ERRANTE Fortunata di Giovanni e CARIDI Elisabetta, nata a Reggio Calabria in data 22.07.2011, nipote dello storico boss di San Giorgio CARIDI Giuseppe, inteso Pepè, nato a Condofuri in data 07.03.1943, relazione sentimentale evidentemente scoperta da qualcuno che nei giorni precedenti aveva notato il CONDEMI a Rimini in compagnia della donna, Perché come è gestita la cosa? No, sono invidiosi loro, te lo dico io, perché mi hanno visto là a Rimini con la mia bella e, chissà che hanno pensato… ROTTA Vincenzo, affiliato più anziano e dotato di maggior carisma e saggezza, Mastro della Misericordia, era stato incaricato da alcuni componenti della consorteria quali LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario, affinché lo invitasse a tenere un atteggiamento consono, Anzi io gli ho detto perché scusa tu Enzo, che sei suo compare, perché non lo chiami tu? No, è più giusto che lo chiami tu, sia lui che Saro, voi siete il Mastro della Misericordia, queste parole, voi siete il più giusto anziano, voi siete il più saggio più assai….

Nel corso di tale dialogo infatti ROTTA Vincenzo, evidenziava al CONDEMI come quel tipo di comportamento gli facesse perdere prestigio nei confronti degli altri affiliati, Ho capito, quando…quando ti vedono esagerato su certe cose, loro pensano che tu perdi punti, forse non hai capito come te lo devo dire?

Lo stesso ROTTA ricordava al CONDEMI l’importanza della famiglia, nominando i figli di questi, Perché secondo me nel pensiero delle persone, ma in tutto il mondo, pure quelli che ti sembrano i meglio amici tuoi, secondo me…dice questo qua…mi segui il discorso? E’ chiuso, è chiuso, una volta dicevano che…che…(inc.)…come cazzo te lo devo dire, io te lo sto dicendo gioia mia, e ricordati una cosa, e te lo ripeterò per tutta la vita, quello che viene al di sopra di tutto, vengono Matteo, Tullio e Peppe, ricordatelo sempre questo, che sono sangue del tuo sangue, vita della tua vita…, ma soprattutto rammentava al medesimo che doveva comunque dare conto dei suoi comportamenti a chi era più in alto di lui nelle gerarchie della cosca, Mi devi fare strambare, tra ceci e fave, non come tu…alla pazzesca, alla pazzesca per te c’è, il paracadute con il kamikaze…forse non ci siamo capiti, io mi sbaglio…ma tu pensi che generali non ne hai nel complesso del mondo, tu pensi che non ne hai?

Affermazione questa che appariva dettata da quanto nel prosieguo del dialogo era affermato da ROTTA Vincenzo, che riferiva al CONDEMI che l’incarico di richiamarlo gli era stato conferito anche da “compare Peppe”, da intendere verosimilmente CARIDI Giuseppe, che evidentemente non

Page 222: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 222

gradiva che la relazione con la nipote fosse di pubblico dominio, Al minuto 20:20:59 ROTTA Vincenzo spiega a CONDEMI che l’ha chiamato anche compare Peppe e gli ha detto che lo deve chiamare lui perché è il più anziano e il più saggio.

Dal contenuto dei progressivi sopra riportati si comprendeva chiaramente come ROTTA Vincenzo in considerazione del carisma e del ruolo ricoperto all’interno della organizzazione, era stato incaricato sia dagli affiliati di minor rango CALDERAZZO Rosario e LOMBARDO Vincenzo, sia verosimilmente dal vecchio patriarca CARIDI Giuseppe, affinché richiamasse CONDEMI Domenico a tenere atteggiamenti più morigerati, in quanto il protrarsi di quella relazione avrebbe potuto portare una perdita di prestigio e di credibilità a lui stesso, al vecchio boss e di conseguenza alla organizzazione mafiosa di cui erano parte.

Come anticipato, la conversazione vede scorrere veri e propri rivoli di subcultura mafiosa.

Si coglie, anzitutto, come il problema sia connesso ad una relazione extraconiugale del CONDEMI

con ERRANTE Fortunata, nipote dello storico boss CARIDI Giuseppe. Il dato, chiaramente, si

riporta esclusivamente in relazione alla valenza che assume dal punto di vista indiziario. Infatti,

emerge chiaramente l’interazione di LOMBARDO e CALDERAZZO, che pressano per un

intervento del ROTTA sul CONDEMI, perché metta fine alla relazione, ciò in base alla sua

funzione di mastro della misericordia, conferitagli in ragione dell’essere, evidentemente, l’affiliato

più anziano, di maggior carisma e saggezza tra i tre. ROTTA, al solito efficace nella semplicità

delle sue proposizioni, pertanto comprensibilissime, richiama il CONDEMI sulla circostanza che le

sue condotte sono monitorate da chi è posto, nella scala gerarchica, in posizione apicale rispetto alla

sua, sicchè deve prestare attenzione ai generali. Tanto è vero che il ROTTA riferisce al sodale di

essere stato incaricato di richiamarlo da Compare Peppe, verosimilmente l’anziano boss Giuseppe

Caridi, che tale compito gli aveva affidato perché esso ROTTA era il più anziano e il più saggio

(esattamente come, per altro verso, avevano fatto CALDERAZZO e LOMBARDO). Onde

ricordargli, in sostanza, che quella relazione, oltre ad indebolire lo stesso CONDEMI dal punto di

vista del prestigio e della sua credibilità in seno all’associazione, aveva pesanti ricadute d’immagine

sul vecchio patriarca e sullo stesso sodalizio.

Per vero, seri problemi al CONDEMI potevano nascere anche dalla reazione dei BORGHETTO,

essendo la moglie di CONDEMI sorella del BORGHETTO Cosimo e del BORGHETTO Eugenio,

esponenti apicali del sodalizio cui i CARIDI sono appartenenti (vd. ordinanza ALTA TENSIONE).

Di ciò v’è testimonianza nelle conversazioni successivamente passate in rassegna dalla P. G. come

segue.

Ma dalla relazione sentimentale di cui si è sopra riferito, potevano inoltre derivare ulteriori problemi al CONDEMI, che proprio a causa della relazione sentimentale intrattenuta, trascurava la famiglia, infatti la moglie BORGHETTO Anna, sorella degli esponenti di vertice della cosca, BORGHETTO Cosimo ed Eugenio, in conseguenza dei comportamenti del marito, nel discutere

Page 223: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 223

telefonicamente con il cognato CUZZOLA Natale, gli chiedeva di rimproverarlo, altrimenti avrebbe provveduto a mettere a conoscenza degli accadimenti il fratello BORGHETTO Cosimo, nel corso di un colloquio in carcere che sarebbe avvenuto il giorno seguente, in quanto era stata da poco contattata telefonicamente dalla cognata SAPONE Lucia (RC 22.06.1957) che le aveva confermato la possibilità di parteciparvi, …Natale! Era ubriaco che puzzava quanto ad un porco, che è arrivato a casa e se ne è andato a dormire! Io non ne posso più! O me lo rimproveri o io domani vado a fare il colloquio, perché mi ha chiamato Lucia che c’è un posto! Io stasera non lo posso fare! Natale! Perché questo non sente niente!…(inc.)…

Conversazione del 07 Agosto 2011, ore 19:34 progressivo nr. 2264 Utenza chiamante: 3464225569 intestata ed in uso a BORGHETTO Anna nata

Utenza chiamata 349/8431172 in uso a CUZZOLA Natale Interlocutori: BORGHETTO Anna e CUZZOLA Natale

ANNA: Natale!--\ NATALE: Oh! Dimmi, Anna!--\ ANNA: Lo hai visto, poi, a mio marito?--\ NATALE: Si l’ho visto, si insieme eravamo--\ ANNA: …(inc.)…--\ NATALE: …ora se ne sono andati che dove andare là a Condofuri!--\ ANNA: Ora?--\ NATALE: …(inc.)…rientreranno tardi, Anna!--\ ANNA: Ora voleva andare…, è andato?--\ NATALE: Ora se ne sono andati, ritorneranno tardi!--\ ANNA: Che gli venga una…, Natale me lo fai sto cazzo di favore che io domani

vado al colloquio , vedi!…(inc.)…--\ NATALE: …(inc.)…l’altra sera…--\ ANNA: …Natale! Era ubriaco che puzzava quanto ad un porco , che è arrivato a

casa e se ne è andato a dormire! Io non ne posso più! Oh me lo rimproveri o io domani vado a fare il colloquio, perché mi ha chiamato Lucia che c’è un posto! Io stasera non lo posso fare! Natale! Perché questo non sente niente!…(inc.)…--\

NATALE: Pensa solo al divertimento! Lo so!--\ ANNA: Solo per il divertimento, io …. per favore…--\ NATALE: si…ritornatene a casa…(inc.)…--\ ANNA: …(inc.)…che io non posso andare a dormire da nessuna parte che ho paura, da Mecula, da

Donatella , ma là se vi mettete ed aprite questo divano … domani io gliela devo combinare! Me ne devo andare , Natale! Perché questa vita non la posso fare!--\

NATALE: …(inc.)…fretta , non vedi che abbiamo i bambini gli dive dire, sappilo prendere , che vuoi che ti dico!Io…--\

ANNA: …(inc.)…quello pensa solo a mandarmi …(inc.)….--\ NATALE: Ora ti do le gatte, metti le gatte sul balcone, come viene prendilo a botte di gatte a tutti e due!--

\ ANNA: No! Questo qua è, guarda sono due giorni che non c’è che la sera non so dove va che ha da fare

e lui se ne ritorna a casa, io questa vita non la posso fare più, io la notte devo dormire! Tu lo devi prendere! Non se ne rientrato lui dal mare ?--\

NATALE: No! Ora se ne ritornano a Lazzaro sono ancora!--\ ANNA: A va bene!--\ NATALE: …(inc.)…Lazzaro!--\ ANNA: Va bene! Ciao!--\ NATALE: Ciao! Ciao!--\

Fine della conversazione.--\

Page 224: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 224

5.5 GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALL’ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO:

IL CONTROLLO DELLA CRIMINALITÀ NOMADE

Altro profilo di emersione dell’attualità della cosca e della partecipazione ad essa da parte del

CONDEMI Domenico si coglie dal fatto che costui esercitava un vero e proprio controllo nei

confronti della criminalità riconducibile al gruppo nomade insediato nel territorio della cosca, i cui

esponenti erano costantemente raggiunti (a testimonianza di un pesante controllo del territorio,

addirittura nei confronti di altri criminali) dal CONDEMI, che pretendeva la restituzione di veicoli

oggetto di furto, specie quando questi si appartenevano a propri conoscenti. Ciò, peraltro, con

un’efficacia intimidatoria che traspare chiaramente dal tenore stesso dei dialoghi che lo vedono

interloquire con i vari nomadi responsabili dei furti in questione. Così, quindi, il P. M. evidenzia le

risultanze in proposito conseguite:

§ - b) Il controllo di CONDEMI Domenico sulla criminalità nomade

Un aspetto particolarmente rilevante emerso nel corso delle indagini che avevano portato

all’esecuzione della cd. Operazione ‘Alta tensione’ nell’ambito del proc.n.259/06 RGNR DDA di

cui, come detto in premessa, l’attuale procedimento costituisce una naturale prosecuzione, è stato

quello del controllo operato da parte dei soggetti appartenenti alla consorteria mafiosa in esame

sulla criminalità nomade di Reggio Calabria.

Ebbene, il dato è apparso assolutamente confermato anche dalle più recenti investigazioni da cui è

emerso, in quest’ambito, il ruolo esercitato da CONDEMI Domenico il quale, da un lato, come

visto in precedenza, attingeva dal bacino elettorale della comunità nomade di Ciccarello preferenze

da riversare a beneficio della candidatura del PLUTINO a consigliere comunale; dall’altro,

interveniva con ‘fermezza’ sugli appartenenti alla stessa, pretendendo con esplicite minacce

l’immediata restituzione di auto sottratte a suoi conoscenti, testimoniando l’assoluto dominio sulla

realtà micro-criminale della zona, a riprova ulteriore della propria notevole caratura criminale.

Si riporta l’inf.va della Sq.Mobile del 19.7.11 nella parte d’interesse: “

L’attività tecnica investigativa svolta, ha inoltre delineato anche un serrato controllo svolto dalla cosca sulle attività delittuose che si evolvono sul territorio e non strettamente emanazione della attività associativa.

Si fa qui riferimento al controllo di quella che può essere definita in certo senso una delinquenza più dozzinale, ma che ha comunque una rilevanza notevole nel contesto cittadino, e che vede primi attori gli appartenenti alla comunità rom stanziata nel quartiere di Ciccarello, controllo già evidenziatosi nel corso della campagna di raccolta di preferenze elettorali in favore di PLUTINO Giuseppe, allorquando CONDEMI Domenico, in ragione del proprio carisma criminale, prevedeva di ottenere dai componenti della comunità nomade almeno quaranta voti, Almeno dagli zingari dobbiamo prendere una quarantina di voti, circostanza questa puntualmente verificatasi per come accertato da questo Ufficio in sede di verifica dettagliata delle preferenze raccolte dal candidato PLUTINO Giuseppe.

Dall’esame delle conversazioni sotto riportate, si avrà modo di evidenziare, come attraverso gravi minacce, l’associazione mafiosa facente capo ai CARIDI, riesca ad esercitare uno stretto controllo, nei confronti della predetta comunità rom, riuscendo ad imporre la propria volontà, avvalendosi della forza intimidatrice classica delle più efferate associazioni mafiose.

Page 225: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 225

Le conversazioni che saranno di seguito esaminate costituiscono ennesima riprova di quella capacità di intimidazione facente capo alla associazione e che trova espressione non solo nei confronti delle componenti sane della società, ma attuazione anche nei confronti delle componenti delinquenziali operanti sul medesimo territorio, con conseguente conferma del più volte citato predominio assoluto detenuto dalla cosca LIBRI CARIDI.

Quanto sopra esposto trova infatti conferma nell’analisi delle conversazioni qui di seguito riportate che testimoniano come il predetto predominio sulla “criminalità comune” venga esercitato con determinazione.

Conversazione del 21 Maggio 2011, ore 18:25 progressivo nr. 1904

Utenza chiamante:392.1614511 in uso a NOCERA Domenico Utenza chiamata: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Interlocutori: CONDEMI Domenico e NOCERA Domenico

Omissis…

CONDEMI Domenico veniva contattato telefonicamente da NOCERA Domenico nato a Reggio Calabria in data 09.08.1970, ivi residente in via Boschicello nr. 20, che intendeva interessarlo del furto di un’autovettura operato dai nomadi, No, sai che volevo… però te lo volevo dire… No, per una macchina che gli hanno preso gli zingari qua.

La richiesta del NOCERA contrariava particolarmente il CONDEMI, che in virtù della massima cautela da adottare nel corso dei colloqui telefonici, nella consapevolezza di poter essere sottoposto ad attività investigativa da parte delle Forze dell’Ordine, apostrofava pesantemente il suo interlocutore troncando la comunicazione, Ancora, ma sei scemo?

Questo breve dialogo faceva comunque comprendere come il CONDEMI rappresentasse un punto di riferimento all’interno del quartiere, in occasione di eventi di tale genere, essendo considerato come soggetto in grado imporre ai nomadi la restituzione dell’auto rubata.

Quanto dal tenore del progressivo sopra riportato poteva apparire come una semplice supposizione, otteneva decisive conferme da una serie di dialoghi registrati nel corso del servizio di intercettazione ambientale attivato a bordo dell’autovettura di CONDEMI Domenico.

Conversazione del 07 Giugno 2011, ore 13:28 progressivo nr. 351

A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti CONDEMI Domenico, Felice ( nomade non identificato)

Omissis…

Infatti CONDEMI Domenico contattava un nomade di nome Felice, al quale chiedeva conto di un’autovettura Fiat Panda multijet di colore grigio, asportata nei pressi degli Ospedali Riuniti, Zio Felice ma per una Panda che hanno preso all’ospedale è possibile che non sappiano niente?... All’ospedale, una Panda grigia multijet, il nomade ribatteva che lui era stato interessato da terze persone di Modena per una PANDA 4x4 rubata in via Lia, per la quale si era rapportato con un altro nomade, del quale non era comprensibile l’identità, che gli aveva dato la disponibilità proprio per quella di cui il CONDEMI era alla ricerca, Eh, quello che mi hanno detto a me, mi hanno detto no può essere pure che è una grigia all’ospedale, no gli ho detto io, quella che mi hanno detto a me è in Via Lia è quattro per quattro…(inc.)…pure all’ospedale, ti rendi conto…(inc.)…?

Pertanto CONDEMI Domenico chiedeva conferma sulla identità del nomade che aveva la disponibilità della vettura, Lui è?... Sicuramente, hai capito?, e dopo averla ottenuta riavviava la marcia allontanandosi.

Il progressivo sopra riportato aveva un seguito il giorno seguente.

Conversazione del 08 Giugno 2011, ore 12:32 progressivo nr. 371

Page 226: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 226

A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti CONDEMI Domenico, nomadi non meglio identificati

Omissis…

Nel corso della conversazione sopra riportata CONDEMI Domenico rimproverava un nomade per il suo disinteressamento, CONDEMI: Te ne fotti. UOMO1:Che me ne fotto, per la Panda?. CONDEMI: Eh, ma questi si giustificava dicendo che una terza persona, aveva litigato per lui, interessando per il recupero dell’autovettura asportata anche i nomadi residenti negli accampamenti di Gioia Tauro e Rosarno, Per te stava litigando con…(inc.)…dice che sono andati fino a Rosarno o Gioia Tauro, non lo sai? Si è preso l’impegno…(inc.)…che sono arrivati……fino a Rosarno sono arrivati, nonostante ciò non era ancora stato possibile ritrovarla, E non si sa che fine ha fatto questa macchina?

A distanza di cinque giorni una nuova conversazione faceva comprendere come CONDEMI Domenico stesse effettuando una vera e propria di indagine che aveva come scopo il recupero dell’autovettura, ma anche l’individuazione dei responsabili del furto.

Conversazione del 13 Giugno 2011, ore 21:21 progressivo nr. 427 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti CONDEMI Domenico, Massimo (nomade non identificato)e nomade

non identificato

Omissis…

In questo caso CONDEMI Domenico incontrava un nomade di nome Massimo, con il quale concordava un appuntamento per i giorni successivi, E quando vuoi che ci vediamo, deciditi… Dopodomani

Successivamente anche a Massimo il CONDEMI chiedeva chi fosse a rubare le autovetture nei pressi dell’ospedale in quanto ne erano state rubate diverse che non erano state ritrovate, Massimo ma chi è che prende le macchine al coso…all’ospedale, sono mancate un po’ di macchine, oh, non è stato di Dio trovarle.

Il nomade rispondeva che autore di quei furti era certamente un nomade indicato con un soprannome, Il bastardo di Mario “u pumu”!…(inc.)…a tale risposta CONDEMI ribatteva di avere saputo da Felice lo zingaro, che poteva essere stato un altro nomade soprannominato Scialabà, Ma lo “scialabà” mi hanno detto pure… Lo “scialabà” pure…

Il nomade chiedeva quindi di che macchina si trattasse, Che Punto era?, ma il CONDEMI lo informava trattarsi di una Panda rubata circa una settimana prima, No, era una Panda che l’hanno presa lì al coso…una Panda grigia multijet… Qualche…una settimana e se avesse parlato con i nomadi di Ciccarello, cosa che era chiaramente avvenuta per stessa ammissione di CONDEMI Domenico che infatti aveva dato avviso a tutti del suo interesse per quella automobile, MASSIMO:A Ciccarello sei salito? CONDEMI:Si, lo sapevano tutti.

Quest’ultimo una volta ottenuta conferma che responsabili del furto erano Mario e Luigi, Mario “u pumu”...(ridono)…se era a benzina…se era a benzina…(inc.)… Quella Lancia Ypslon…quella Lancia Ypslon…quella Lancia Ypslon se l’è presa lui, hanno la centralina!... No, è Mario “u pumu” e Luigi “scialabà”, che si accoppiano insieme e fanno danni, si riprometteva di impartire una severa lezione all’autore del furto, Allora è bastardo, gli devo rompere le gambe a questo bastardo.

Infine CONDEMI Domenico invitava Massimo a prendere provvedimenti in merito e ribadiva il suo interesse per la vettura in questione, Eh, allora Felice mi ha detto la verità, si, ma Massimo dobbiamo prendere provvedimenti! MASSIMO:Facciamo così, ma ti interessa questa…CONDEMI: Certo che mi interessa.

A distanza di due settimane poiché la ricerca dell’autovettura rubata non aveva dato esito,

Page 227: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 227

CONDEMI Domenico continuava nella sua personale inchiesta riuscendo a rintracciare l’autore del furto.

Conversazione del 27 Giugno 2011, ore 16:14 progressivo nr. 540 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti CONDEMI Domenico, Mario (nomade non identificato)

Alle 16.14.41 l’auto è in movimento, vari rumori in sottofondo,alle 16.15.37 DOMENICO saluta qualcuno suonando il clacson, l’uomo ricambia il saluto;alle 16.17.18 DOMENICO parla dal finestrino con una persona chiamandola MARIO, quest’ultima con accento nomade…--\ DOMENICO: Ma tu non la finisci di rubare le macchine all’ospedale e di farle

scomparire?--\ MARIO: E che devo fare se è, se è il mio, mio settore!--\

…qualcuno ride in sottofondo…--\ DOMENICO: Io ti dico di finirla! Mario!--\ MARIO: Ma vedi dove devi andartene! Zingaro, bastardo! Non mi saluti?--\ DOMENICO: Mario vedi di finirla perché… non…non possiamo fare brutte figure!

Finiscila! Quando prendi una macchina tienila almeno due o tre giorni!--\ MARIO: Quale macchina?--\ DOMENICO: Ti sto dicendo che tu l’hai presa e mi hanno detto pure che te la sei

venduta!--\ MARIO: Che macchina?--\ DOMENICO: Una Panda! All’ospedale! Grigia! Vedi di finirla di prenderti le

macchine…--\ MARIO: sopra ai miei nipoti che no…(inc.)…--\ DOMENICO: … vedi di…vedi di finirla di prendere le macchine!…--\ …un'altra persona non identificata si intromette nella conversazione chiamando per nome

DOMENICO…--\

MARIO: …(inc.)…--\ DOMENICO: …vedi di finirla di prenderti le macchine e di venderle! Se no ti

ammazziamo! Ti dico…a…pure che ci sono le microspie!…--\ …DOMENICO riparte con l’automobile, vari rumori, alle 16.18.53 l’automobile arresta la marcia, si apre uno sportello.--\

Alle 16.25.57 Cade la linea.--\

Fine della conversazione.--\

Infatti CONDEMI Domenico riusciva a rintracciare il Mario che gli era stato indicato essere autore del furto e subito lo apostrofava, Ma tu non la finisci di rubare le macchine all’ospedale e di farle scomparire?, il nomade si giustificava affermando che quello era il suo settore, E che devo fare se è, se è il mio, mio settore!.

Quella risposta contrariava ulteriormente CONDEMI Domenico, Io ti dico di finirla! Mario!, che invitava il suo interlocutore a smetterla di comportarsi in quel modo ed a tenere le autovetture rubate almeno qualche giorno prima di disfarsene, perché altrimenti non dava loro la possibilità di ottenerne la restituzione, circostanza questa che causava una perdita di prestigio verso i soggetti che ad essi si rivolgevano, Mario vedi di finirla perché…non…non possiamo fare brutte figure! Finiscila! Quando prendi una macchina tienila almeno due o tre giorni!

Il nomade chiedeva quindi di quale autovettura si trattasse, Quale macchina?...Che

Page 228: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 228

macchina?, e CONDEMI Domenico specificava trattarsi della Panda di colore grigio che era stata da lui rubata e successivamente rivenduta, Ti sto dicendo che tu l’hai presa e mi hanno detto pure che te la sei venduta!...Una Panda! All’ospedale! Grigia! Vedi di finirla di prenderti le macchine…

Ancora Mario, evidentemente ben consapevole della pericolosità del suo interlocutore, cercava di negare di essere lui l’autore del furto, sopra ai miei nipoti che no…(inc.)…, ma CONDEMI Domenico essendo certo di trovarsi di fronte all’autore del furto, lo invitava nuovamente a comportarsi come in precedenza gli aveva consigliato, …vedi di finirla di prenderti le macchine e di venderle!, altrimenti lo avrebbero ucciso, Se no ti ammazziamo!, non importandogli che quello che gli stava dicendo potesse essere intercettato da microspie, Ti dico…a…pure che ci sono le microspie!…

La vicenda in esame si rivelava particolarmente chiara nei suoi contenuti in quanto confermava ulteriormente la pericolosità del CONDEMI, ma soprattutto come lo stesso fosse parte di una organizzazione mafiosa, che anche mediante il controllo esercitato sulla criminalità comune, manifestava all’esterno il proprio potere aumentando sempre di più il prestigio criminale, autorevolezza che in alcun modo poteva essere sminuita dai comportamenti dell’autore del furto, …non…non possiamo fare brutte figure!, che infatti, se avesse reiterato nelle sue condotte sarebbe stato ucciso, Se no ti ammazziamo!

Conversazione, quella che precede, che non ammette letture alternative: a Mario, infatti, il

CONDEMI esplicita di non parlare per conto proprio, ma quale esponente di un’organizzazione

mafiosa, che non può permettersi di fare brutte figure. La serietà della minaccia portata dal

CONDEMI si rivela per sua stessa bocca, quando pronuncia la frase Se no ti ammazziamo,

facendola seguire dal commento che non gli interessa se, a bordo della sua macchina, vi siano

microspie. Espressione, quanto precede, quasi da manuale del metodo mafioso.

Altri dati rappresentativi del fenomeno nell’informativa della Squadra Mobile del 23/9/2011, citata

dal P. M. come segue:

Sempre in relazione alla stessa tematica e cioè il controllo esercitato dalla cosca CARIDI ed in

particolare da CONDEMI Domenio sulla criminalità nomadi, ulteriori elementi venivano

individuati con la successiva inf.va della Sq.Mobile del 23.9.11:

Giova riferire inoltre che nel prosieguo dell’attività di indagine sono state registrate ulteriori conversazioni il cui tenore conferma come i componenti della cosca CARIDI continuino ad esercitare il loro capillare controllo sulle attività della criminalità comune con particolare riferimento ai componenti della comunità, nomade stanziatasi nel quartiere Ciccarello.

Infatti nel corso del servizio di intercettazione ambientale attivato a bordo dell’autovettura in uso a CONDEMI Domenico in data 17 agosto 2011 erano state registrate le seguenti conversazioni.

Conversazione del 17 Agosto 2011, ore 20:38 progressivo nr. 1353

A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico, Uomo (nomade non identificato)

Omissis…

Nel corso di questo progressivo CONDEMI Domenico contattava un nomade non meglio identificato chiedendogli conto del furto di un telefono cellulare, avvenuto nei pressi dei campi di calcio

Page 229: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 229

di questa via Messina, in atto gestiti da PELLICANO’ Francesco (Motta San Giovanni 03.11.1965), presidente della squadra di calcio dilettantistica Hinterreggio, O Ce…ma chi va a rubare nei campetti la sotto, di PELLICANO’?…eh, sono andati e gli hanno scassato una Punto, gli hanno rubato un telefono, ora il telefono che lo prendono a fare, che…che li arrestano pure, perché c’è fatta la denuncia, in una Punto ultimo tipo, gli hanno scassato il vetro di dietro e gli hanno preso un Samsung.

Nel corso del dialogo CONDEMI Domenico chiedeva al suo interlocutore di intervenire per impedire il protrarsi di quei furti, altrimenti avrebbero provveduto con le consuete violente modalità, …vanno a rubare là, gli devi dire di no, chiamateli, e gli devo far montare la telecamera, così poi li pizzichiamo e li mandiamo in ospedale?, ripromettendosi di estendere il suo diktat anche ad un altro nomade di nome Cosimo, che successivamente sarebbe andato a trovare, Vedi, io glielo dico a Cosimo pure…

Infatti poco dopo, Conversazione del 17 Agosto 2011, ore 21:13 progressivo nr. 1354

A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico, Mico, Massimo, Cosimo e Totò ( non identificati)

Omissis…

CONDEMI Domenico insieme ad un altro soggetto, di nome Mico, si recava a Ciccarello dove prendeva contatti con un nomade di nome Massimo al quale chiedeva la restituzione una moto ape che interessava al suo accompagnatore, motoveicolo che in realtà era di proprietà di una terza persona residente nella frazione di San Salvatore, CONDEMI: Compare Mico…Di chi è questa lambretta? MICO:Di uno del Salvatore, e non possiamo fare del meno, Domenico…

Per la restituzione del motoveicolo, il nomade chiedeva che agli autori del furto, fosse regalata comunque una somma di denaro, MASSIMO:Fai che gli regali qualcosa, richiesta alla quale CONDEMI Domenico non aveva alcuna intenzione di aderire ed infatti prometteva al nomade che in una successiva occasione gli avrebbe fatto recuperare la somma di denaro non incassata, La prossima gli devi dire che gli facciamo recuperare i soldi…(inc. a causa di disturbi di linea)…gli regalo io qualcosa...

Il nomade continuava a pretendere che fosse versato del denaro, circostanza questa che contrariava visibilmente il CONDEMI, che dall’iniziale tono conciliante passava al consueto atteggiamento intimidatorio ricordandogli che quando si presentavano loro, ovvero i componenti della cosca, non era ammessa alcun tipo di richiesta, ma era necessario restituire quanto era stato rubato, Io so che tu questo non c’è bisogno nemmeno che lo dici questo…quando veniamo noi…cerca di prendere l’Ape e di uscirla fuori!

Alla incomprensibile risposta del nomade, CONDEMI Domenico ancor più deciso minacciava di morte gli autori del furto, E quando sale il carro funebre che fanno? dicendo a Massimo di riferire a chi custodiva la moto ape, che non era più interessato alla restituzione della stessa, ribadendo ache vrebbero dovuto restituirla senza discussioni, …gli devi dire di prendere l’Ape e di restituirgliela punto, quando c’è…c’è il pensiero, gli esce solo, altrimenti della loro risposta negativa, ne avrebbero pagato le conseguenze, Ma quando sale il carro funebre che fanno? Tu gli devi dire così, la volete portare negativa…portatela negativa, gli devi dire che non la vogliamo l’Ape…

A testimoniare come i componenti della cosca abbiano il costante controllo sulle illecite attività dei ROM, vi era un’altra conversazione registrata sull’utenza radiomobile in uso a CONDEMI Filippo.

Conversazione del 03 Settembre 2011, ore 18:09 progressivo nr. 8413

Utenza chiamante: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo Utenza chiamata 339/5070595 in uso a PIOLI Tatiana

Interlocutori: CONDEMI Filippo, PIOLI Tatiana e Massimo (nomade non identificato

Omissis…

Page 230: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 230

Dal contenuto del dialogo sopra riportato, si aveva modo di apprendere come CONDEMI Filippo, chiaramente in virtù della sua appartenenza alla cosca CARIDI, avesse ottenuto la restituzione, da parte di un ROM di nome Massimo, di una pellicola che era stata asportata da un’autovettura.

Infatti mentre conversava con PIOLI Tatiana veniva raggiunto da un nomade di nome Massimo che gli restituiva una pellicola che era stata in precedenza rubata, circostanza questa di cui era a conoscenza anche la donna, CONDEMI:…Aspetta che mi hanno portato la pellicola forse, apposto, grazie… PIOLI: Ma quella che avevano rubato? E nel prosieguo, CONDEMI: La pellicola è ritornata… E’ ritornata la pellicola, PIOLI: Ma quella lì o un’altra? CONDEMI:No, quella! PIOLI: Quella?.

La conversazione si concludeva infine con CONDEMI Filippo, che allo stupore della donna per la restituzione, Pure le cinque euro vi hanno tornato?... E allora lo sai chi l’ha presa!, le rispondeva facendole intendere di non avere ben compreso, con chi avesse a che fare, Cipolla vai a partire la limousine và, ancora tu non hai capito niente della vita.

E si coglie, dunque, come, in questo caso, ad ottenere la restituzione di un bene sottratto da parte dei

nomadi fosse stato l’altro fratello CONDEMI, Filippo, evidentemente in forza della carica

intimidatrice determinata dalla sua appartenenza alla consorteria, che, come si è apprezzato, anche

nell’ulteriore squarcio temporale monitorato dagli investigatori, ha esercitato il proprio controllo

sulla criminalità nomade operante nel territorio sottoposto alla sua egida.

5.6 GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALL’ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO:

GLI ATTI INTIMIDATORI

La richiesta, poi, prosegue illustrando ulteriori dati indiziari dimostrativi dell’attualità della cosca

CARIDI, in particolare connessi agli atti intimidatori realizzati dagli accoliti. Così il P. M::

§ - c) Gli atti intimidatori

In relazione ordine alla pericolosità ed ai metodi intimidatori di matrice mafiosa posti in essere da CONDEMI Domenico e dai suoi accoliti giova qui riportare i contenuti di alcuni progressivi registrati a bordo dell’autovettura del sopra citato soggetto.

Conversazione del 10 Maggio 2011, ore 16:21 progressivo nr. 10 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico e PELLICANO’ Gregorio (RC 07/07/1983 ivi

residente in via Sbarre Superiori nr. 38/P)

Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico, il quale a un certo punto chiede ad un altro automobilista se gli ha suonato a lui, dopo di ché continua la marcia, alle ore 16:29:04 si ferma dal gommista e gli chiede se l’ha riparata, quindi gli chiede di metterla là. Poco dopo chiama a un Gregorio il quale si avvicina, i due iniziano a conversare…--\

DOMENICO: …Gregorio lo conosci tu a Pietro ROMEO?--\

GREGORIO: Pietro ROMEO…ma com’è…--\

DOMENICO: Questo che abita qua mi pare…--\

GREGORIO: Si, un avvocato è?--\

DOMENICO: Avvocato?--\

GREGORIO: No, suo figlio è avvocato, lo conosco, al Tribunale è!--\

DOMENICO: Pietro ROMEO, aveva una Micra prima.--\

Page 231: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 231

GREGORIO: Si, ho capito chi è.--\

DOMENICO: Ah, lo conosci a questo?--\

GREGORIO: Sai chi è, è il…come ti posso spiegare…è al Tribunale dei minori questo…--\

DOMENICO: Eh.--\

GREGORIO: …è…mannaia non so come ti devo spiegare, a Pippo lo conosci, a Filippo quello là robusto che ha…che suo padre abita sopra il lavaggio di…di Paolo, che frequenta sempre alla Chiesa? A Daniele SCARAMOZZINO…a Daniele il figlio di Pino?--\

DOMENICO: Eh.--\

GREGORIO: …eh, questo…il figlio di questo Pietro frequenta con questo Pino…con il figlio di Pino.--\

DOMENICO: Ci sai andare da lui?--\

GREGORIO: Va bò, e che hai bisogno qua?--\

DOMENICO: Ma che macchina ha ora?--\

GREGORIO: Ora ha una 156…ha la Micra e la 156 station wagon grigia, sai con chi sta, con la mamma di Catia, te la ricordi a Catia la bionda? A Catia la bionda te la ricordi?--\

…A questo punto della conversazione CONDEMI risponde al cellulare e conversa con un tale Pietro al quale chiede di passargli lo zio…--\

DOMENICO: …Gregorio vieni qua, con chi sta, sta convive?--\

GREGORIO: Si, no convive, sono…sono fidanzati è da tanto tempo, lei abita sopra e lui abita sotto dalla parte di qua, la mamma di Catia.--\

DOMENICO: Quale Catia?--\

GREGORIO: Catia la bionda, quella che era fidanzata con Mico il caino, quella era fidanzata con Massimo.--\

DOMENICO: Quello che ha la Panda?--\

GREGORIO: La Panda, no, non ha la Panda, ha una Tipo bianca, comunque abita qua, Domenico abita qua, non so come ti devo spiegare perché non che è qua, che frequenta qua in mezzo capito?--\

DOMENICO: Va bene.--\

GREGORIO: Ma è successo qualcosa?--\

DOMENICO: No, niente, lo voglio…per parlargli io!--\

GREGORIO: E qua abita, quando vuoi andiamo e gli suoniamo.--\

DOMENICO: Ha…ma la macchina la parcheggia da quella parte?--\

GREGORIO: …(Inc. a causa di rumori)…--\

A questo punto CONDEMI avvia la marcia, poco dopo si ferma e scende.--\

Cade la linea.--\

Fine della conversazione.--\

Nel corso di questo progressivo CONDEMI Domenico si fermava a dialogare con PELLICANO’ Gregorio, dipendente di una rivendita di gomme per auto ubicata in via Pio XI 128/C e gli chiedeva notizie di tale Pietro ROMEO, …Gregorio lo conosci tu a Pietro ROMEO?...Questo che abita qua mi pare…, un tempo proprietario di una Nissan Micra, Pietro ROMEO, aveva una Micra prima.

La persona da lui interpellata comprendeva di chi stesse chiedendo il CONDEMI e cercava di

Page 232: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 232

indicarglielo, Sai chi è, è il…come ti posso spiegare…è al Tribunale dei minori questo……è…mannaia non so come ti devo spiegare, a Pippo lo conosci, a Filippo quello là robusto che ha…che suo padre abita sopra il lavaggio di…di Paolo, che frequenta sempre alla Chiesa? A Daniele SCARAMOZZINO…a Daniele il figlio di Pino?... …eh, questo…il figlio di questo Pietro frequenta con questo Pino…con il figlio di Pino, ma il CONDEMI di rimando chiedeva al PELLICANO’ se fosse in grado di raggiungere l’abitazione di questi, Ci sai andare da lui?, mentre quest’ultimo chiedeva se avesse bisogno di qualcosa, Va bò, e che hai bisogno qua?.

Nella circostanza il CONDEMI chiedeva notizie sull’autovettura che il ROMEO utilizzava, Ma che macchina ha ora? apprendendo che era proprietario di un’Alfa Romeo 156 station wagon e di una Micra, Ora ha una 156…ha la Micra e la 156 station wagon grigia…

Naturalmente quella richiesta di informazioni da parte del CONDEMI aveva incuriosito il suo interlocutore che chiedeva quale fosse il motivo del suo interesse, Ma è successo qualcosa?, lo stesso diceva al PELLICANO’ che aveva solamente necessità di parlargli, No, niente, lo voglio…per parlargli io!, ma allo stesso tempo chiedeva notizie certe sul luogo dove il ROMEO parcheggiava l’autovettura, Ha…ma la macchina la parcheggia da quella parte?

A distanza di qualche giorno da questo incontro veniva registrata una nuova conversazione, avente i medesimi interlocutori, che meglio chiariva i contorni della vicenda in esame, ovvero perché CONDEMI Domenico intendesse incontrare il ROMEO.

Conversazione del 13 Maggio 2011, ore 11:14 progressivo nr. 43 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico

Persone presenti: CONDEMI Domenico e PELLICANO’ Gregorio (RC 07/07/1983 ivi residente in via Sbarre Superiori nr. 38/P)

Omissis…

Inizialmente CONDEMI Domenico, trovandosi nella imminenza delle consultazioni elettorali, raccomandava a PELLICANO’ Gregorio di mantenere gli impegni presi per i voti, DOMENICO: I voti? GREGORIO:Apposto. DOMENICO:Mantienili fermi, ma subito dopo il PELLICANO’ chiedeva cosa avesse fatto con quella persona di cui nei giorni precedenti aveva chiesto notizie, Senti…(inc.)…che hai fatto con quello poi?.

CONDEMI Domenico rispondeva di non averlo incontrato ed il suo interlocutore, dopo averlo informato che era possibile rintracciare il ROMEO dopo le ore 16,00 ed essersi detto disponibile ad accompagnarlo, chiedeva il permesso di dargli un suggerimento in considerazione del fatto che ben conosceva la personalità del soggetto in questione, Dico io, questo qua dopo delle quattro lo trovi… Se tu vuoi che…o pomeriggio o domani…se è una cosa…io non so, ti sto domandando, ti posso dire una cosa?... E’ mezzo scemo, ha detto qualche parola più di un’altra?

Richiesta questa alla quale CONDEMI Domenico rispondeva chiarendo il motivo del suo interesse per il ROMEO.

Si era reso responsabile di avere detto in giro che avrebbe malmenato duramente proprio il CONDEMI, …(Inc.)…gli ha detto che mi macina!

Il PELLCANO’ cercava di placare il risentimento del suo interlocutore, E’ vero, va bè, ma le persone sono combinate male Domenico, ma il CONDEMI si dimostrava irremovibile nel suo intento, Non mi interessa! ovvero porre in essere un’azione intimidatoria in pregiudizio del ROMEO, se non avesse avuto soddisfazione per l’offesa subita, chiaro appariva dal contenuto dei dialoghi sopra riportati, l’intendimento di CONDEMI Domenico di porre in essere un’azione intimidatoria nei confronti di ROMEO Pietro, Ma che macchina ha ora? … Ora ha una 156…ha la Micra e la 156 station wagon grigia…Ha…ma la macchina la parcheggia da quella parte?, soggetto reo di avere messo in giro la voce che lo avrebbe malmenato, episodio questo del tutto analogo seppur allo stato non consumato, a quello posto in essere per motivazioni diverse in pregiudizio dell’on. Regionale NUCERA Giovanni.

Ma la propensione del CONDEMI e dei soggetti appartenenti alla medesima consorteria, a

Page 233: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 233

porre in essere azioni intimidatorie anche mediante attentati incendiari veniva palesata in maniera altrettanto evidente nel corso di un’altra conversazione registrata a bordo della sua autovettura.

Conversazione del 08 Giugno 2011, ore 17:01 progressivo nr. 373 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico

Persone presenti: CONDEMI Domenico, Mimmo e Uomo non identificati Omissis…

Nel corso del progressivo in esame CONDEMI Domenico si fermava a discutere con una terza persona non meglio identificata, certamente un appartenente alla medesima consorteria mafiosa, al quale aveva dato incarico di mandare tramite un altro soggetto la classica “imbasciata” ad una terza persona, Ma il…gli ha mandato “l’imbasciata” a quello? compito che era stato assolto dall’interlocutore, Si.

I successivi stralci della conversazione risultavano scarsamente comprensibili a causa di numerose interferenze di linea, ma consentivano di comprendere che la risposta ottenuta non era stata quella attesa dal CONDEMI, CONDEMI:E che ha detto, che ha detto? UOMO: Ha detto…(Inc. a causa di interferenze di linea)…CONDEMI:…(Inc. a causa di interferenze di linea)…UOMO:..hai capito…(Inc. a causa di interferenze di linea)…CONDEMI: …(Inc. a causa di interferenze di linea)…, bensì quella preventivata dal suo interlocutore, Quando te lo dico io, quando te lo dico io…(Inc. a causa di interferenze di linea)…

CONDEMI Domenico continuava il dialogo spiegando perchè avrebbe voluto incontrare quella persona No, ma io lo volevo incontrare per il fatto che…(Inc. a causa di interferenze di linea)…io lo volevo incontrare per dirgli il fatto del…(Inc. a causa di interferenze di linea)… e particolarmente adirato concludeva ripromettendosi di porre in essere un attentato incendiario contro di questi, Eh, ma vado e gli brucio tutte cose io!

5.7. GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALL’ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO:

IL DANNEGGIAMENTO A MEZZO COLPI D’ARMA DA FUOCO DELLA GIOIELLERIA BASILE

Quello che segue, invece, è il paragrafo della richiesta dedicato al danneggiamento della gioielleria

BASILE, ascritto ai capi C) e C bis) al CONDEMI Domenico.

§ - d) Il danneggiamento della gioielleria BASILE di OLANDESE Marianna

Altro episodio su cui le indagini compiute hanno permesso di fare luce è il recentissimo

danneggiamento della oreficeria di BASILE Francesco, la cui saracinesca è stata attinta da circa

dieci colpi ‘arma da fuoco nella notte del 3 settembre u.s..

Anche quest’episodio, come si vedrà, è certamente ascrivibile agli ambienti criminali del territorio

di San Giorgio e vede protagonista il CONDEMI Domenico, detto ‘Doddi’.

Si riporta la nota inf.va redatta dalla Sq.Mobile in data 23.9.11 nella parte concernente l’ennesimo

grave atto intimidatorio: “

In data 03.09.2011 u.s. personale dell’Ufficio Volanti interveniva in questa via Pio XI nr. 126, presso la gioielleria BASILE, per segnalazione di danneggiamento di esercizio commerciale mediante esplosione di colpi di arma da fuoco.

Sul posto, personale di questa Squadra Mobile, unitamente a personale del locale Gabinetto di Polizia Scientifica, effettuavano le operazioni di rito, al termine delle quali rilevava sulla saracinesca di ingresso la presenza di nove fori causati dalla esplosione di colpi di arma da fuoco e provvedeva a porre in sequestro n. 8 bossoli marca GFL 380 AUTO e n. 2 proiettili camiciati.

Nel corso dell’intervento sul posto identificavano la proprietaria, OLANDESE Marianna nata a Reggio Calabria in data 06.01.1946, residente al medesimo indirizzo dell’attività commerciale, nonché

Page 234: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 234

il figlio della stessa BASILE Raffaele nato a Reggio Calabria in data 31.05.1976, ivi residente in via SS 106 II tratto nr. 119.

Negli uffici la persona offesa sporgeva regolare denuncia dell’accaduto, mentre il di lei figlio BASILE Raffaele, persona che collabora nella conduzione dell’esercizio commerciale, veniva sentito a SIT.

Entrambi, tuttavia, dicevano di non essere in grado di individuare la causa e gli autori del gesto criminoso dichiarando la signora OLANDESE Marianna quanto segue:

Sono titolare del negozio di oreficeria “GIOIELLERIA BASILE di Marianna OLANDESE”, ditta individuale gestita in ambito prettamente familiare.--// Premetto di domiciliare nel periodo estivo in località Marinella di Bruzzano. In data odierna, alle ore 07.10 circa, sono stata contattata sull’utenza cellulare da PALEALOCO Demetrio “vicino di casa”, il quale riferiva che ignoti avevano esploso diversi colpi di pistola alla serranda del negozio--// Immediatamente ho avvertito i miei figli BASILE Raffaele e BASILE Giuseppe, i quali al momento del fatto si trovavano rispettivamente a Melito di Porto Salvo e in Reggio Calabria.--// Giunta sul posto, unitamente a mio marito BASILE Domenico, constatavo che effettivamente ignoti avevano esploso colpi di arma da fuoco alla serranda del negozio danneggiando, oltre alla citata serranda, il vetro e la parete opposta all’ingresso.--// In merito a quanto da me constatato, non sono in grado di fornire alcuna indicazione utile alle indagini, in quanto al momento non si sono verificati contatti con soggetti interessati ed esercitare pressioni per eventuali richieste estorsive.--// In merito alla gestione dell’esercizio commerciale intendo precisare, per come già rappresentato, quanto segue.--// L’attività viene svolta in ambito familiare con la presenza in particolare di mio figlio BASILE Raffaele. Anzi preciso che per la decorsa stagione estiva è stato lui a sostituirmi per l’intero mese di agosto.--// L’altro mio figlio, BASILE Giuseppe, svolge la professione di avvocato civilista, è iscritto all’associazione “SOS IMPRESA” ed è responsabile legale della CONFESERCENTI.--// In riferimento alle dinamiche aziendali dell’esercizio commerciale, riferisco infine che l’attività è stata aperta sotto il mio nome nel 2008. Prima di tale data, sempre nello stesso luogo, insisteva il negozio di gioielleria di proprietà di mio figlio BASILE Raffaele, il quale aveva chiuso per problemi suoi personali.--//

A.D.R. Non ho altro da aggiungere, intendo sporgere denuncia dell’accaduto--//

Analogamente BASILE Raffaele riferiva a sit di non essere i grado di indicare le motivazioni che avevano portato al compimento del danneggiamento.

Premetto di collaborare nella conduzione del negozio di oreficeria “GIOIELLERIA BASILE di Marianna OLANDESE”, ditta individuale di proprietà di mia madre OLANDESE Marianna, con sede in questa via Pio XI n. 126/A.---// In data odierna, verso le ore 07.15 circa, sono stato contattato da mia madre OLANDESE Marianna, la quale mi rappresentava che ignoti avevano esploso diversi colpi di pistola alla serranda del negozio.------// Immediatamente mi sono precipitato sul posto, avvertendo le forze di polizia.--// Sul posto ho avuto modo di constatare che effettivamente ignoti avevano esploso colpi di arma da fuoco alla serranda del negozio danneggiando, oltre alla citata serranda, il vetro e la parete opposta all’ingresso.-------// In merito a quanto da me constatato, non sono in grado di fornire alcuna indicazione utile alle indagini, in quanto al momento non si sono verificati contatti con soggetti interessati ed esercitare pressioni per eventuali richieste estorsive. -----------// In merito alla gestione dell’esercizio commerciale intendo precisare quanto segue.-// L’attività in passato, precisamente fino al 2008, era di mia proprietà, poi per questioni l’ho chiusa e mia madre, solo dopo qualche anno, l’ha riaperta a nome suo.----// Dal 1999, anno di inizio dell’attività commerciale, a oggi riferisco di aver subito, credo nel 2001, l’incendio dell’autoveicolo di mia proprietà. Detto danneggiamento è stato posto in essere a opera di ignoti sotto l’abitazione familiare di via Pio XI.--// Oltre a tale fatto non vi è stato alcun episodio ulteriore.----// In merito alla clientela attuale del negozio, riferisco infine che l’esercizio commerciale ha un clientela variegata, con la quale, fino a oggi, non vi sono stati problemi di alcun tipo. Preciso soltanto che in alcuni casi si sono registrati episodi di

Page 235: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 235

pagamenti effettuati a mezzo di assegni privi di copertura finanziaria. Per detti insoluti il problema è stato sempre risolto o attraverso pagamenti successivi e in contanti, oppure, essendo importi di modesta entità, perdendo il prezzo della merce acquistata----// A.D.R. Non ho altro da aggiungere -----//

Giova però riferire che nei momenti precedenti alla verbalizzazione BASILE Raffaele, intratteneva un colloquio con il dirigente di questa sezione, al quale riferiva una circostanza verificatasi nei giorni precedenti al danneggiamento, a condizione che della medesima non venisse fatto cenno nel corso della verbalizzazione. In particolare nel corso del colloquio il BASILE riferiva dapprima che agli inizi del mese di agosto suo zio FICARA Rocco, ex imprenditore, trasferitosi a Roma, gli aveva chiesto se per caso CARIDI Giuseppe cl. 43 inteso Pepè, gli avesse avanzato richieste di natura estorsiva, visto che lo aveva notato girare liberamente per le vie del quartiere San Giorgio. Il BASILE proseguiva l’esposizione raccontando di un episodio di cui era stato protagonista il citato CARIDI. Infatti il commerciante aveva precisato che qualche giorno prima del danneggiamento proprio il CARIDI lo aveva avvicinato e dopo avergli offerto un caffè presso il bar ubicato nelle vicinanze della gioielleria, gli aveva rappresentato la necessità di sostituire il cinturino del proprio orologio, per la qual cosa il BASILE gli aveva rappresentato che nel giro di pochi giorni avrebbe provveduto, in quanto era in quel momento sprovvisto di quanto richiestogli. La sera precedente il danneggiamento lo stesso CARIDI, all’atto della chiusura della gioielleria, si era presentato nuovamente all’ingresso del negozio per lo stesso motivo, ma il BASILE aveva preso tempo. La mattina seguente, intorno alle ore 08,00 proprio nei momenti concitati per il danneggiamento patito, CARIDI Giuseppe lo aveva avvicinato e con tono sorridente aveva chiesto nuovamente del cinturino. Questa ultima circostanza, unitamente ai precedenti incontri, alla tempistica degli stessi ed alla caratura criminale dell’interlocutore lo aveva lasciato interdetto, facendogli pensare ad una prossima richiesta di natura estorsiva. Il successivo 05 settembre u.s. BASILE Raffaele si presentava nuovamente presso questi Uffici intrattenendo un nuovo colloquio con il medesimo funzionario di polizia, chiedendo come nella precedente occasione, che quanto avrebbe di lì a poco riferito non fosse verbalizzato temendo più gravi ritorsioni. In detta occasione aggiungeva un ulteriore episodio cui lo stesso dava un significato determinante in ordine al patito danneggiamento, infatti il BASILE riferiva che come negli anni precedenti, anche quest’anno, gli era stato richiesto, al pari degli altri commercianti della zona, un contributo per la festa che di lì a qualche giorno si sarebbe tenuta in località Gallicianò del Comune di Condofuri, luogo di origine di molti dei componenti della cosca CARIDI. Tale episodio si era verificato la settimana precedente al danneggiamento ed in particolare, al momento della chiusura serale si erano presentati per richiedere il contributo tale Doddi, identificabile chiaramente per il più volte citato CONDEMI Domenico ed un altro soggetto indicato come cognato di questi, chiamato Giannetto, in corso di identificazione da parte di questo Ufficio. Alla richiesta avanzata, lo stesso aveva opposto un secco rifiuto precisando al contempo che negli anni precedenti aveva sempre aderito alle richieste per la suddetta ricorrenza, versando la somma di euro 50,00. Le dichiarazioni informali del BASILE il cui contenuto era riferito dal Funzionario di Polizia con apposita relazione, (Allegato nr. 04) lasciavano intuire, come responsabile del danneggiamento potesse essere CONDEMI Domenico e che causa scatenante potesse essere il mancato contributo per la festa di Gallicianò, che da accertamenti esperiti si è tenuta in onore di San Giovanni Battista in data 29 agosto u.s.

Page 236: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 236

In data 05.09.2011 alle ore 09,13 giungeva sull’utenza 113 della sala operativa della Questura una telefonata di un uomo rimasto anonimo, che riferiva che gli autori dell’atto intimidatorio posto in essere in pregiudizio dell’esercizio commerciale denominato Arte Orafa di Basile, erano due soggetti di sesso maschile, dei quali in particolare uno era da identificare per CONDEMI Domenico, soggetto indicato come proprietario di una Fiat Panda di colore verde, imparentato con la famiglia BORGHETTO, (Allegato nr. 05) circostanze queste che permettevano di identificarlo anche in questo caso per CONDEMI Domenico che infatti utilizza l’autovettura Fiat Panda di colore verde targata BM 804 LN, a bordo della quale è stato attivato il servizio di intercettazione ambientale di cui al RIT 692/11, ed è cognato, per come più volte riferito, dei fratelli BORGHETTO Cosimo ed Eugenio essendo coniugato con BORGHETTO Anna, sorella dei prevenuti. In tale contesto a sostanziare le risultanze investigative sopra evidenziate, giova riferire che nel corso dei servizi di intercettazione ambientale attivati a bordo dell’autovettura Fiat Panda in uso a CONDEMI Domenico nei giorni precedenti la celebrazione della festa di Gallicianò, erano state registrate alcune conversazioni dal cui contenuto appariva chiaro come il predetto era impegnato unitamente ad altri soggetti nella raccolta di somme di denaro presso i commercianti del quartiere San Giorgio, gli imminenti festeggiamenti.

Conversazione del 29 Agosto 2011, ore 08:13 progressivo nr. 1469

A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico e Uomo ( non identificato)

Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico con uomo…--\

CONDEMI: Quanto hai trovato?--\

UOMO: Ti ho segnato tutti…(inc.)…Santo AMODEO…(inc.)…MODAFFERI…(inc.)…Michele dell’armeria, il bagnaroto, ah, vedi che mi ha dato trenta euro coso…il bar quello là il Mille Voglie…(inc.)…--\

CONDEMI: …(Inc.)…--\

UOMO: …l’anno scorso ti ricordi che ci ha dato quindici, quando è stato due anni fa che ci ha dato quindici euro, come si dice certe volte…--\

CONDEMI: …(Inc.)…--\

UOMO: …(Inc.)…dice, sai che facciamo, quando torniamo dalla festa del paese, lui gli chiama…(inc.)…per il fatto della festa…(inc. a causa di rumori e fruscii)…--\

CONDEMI: Gli diciamo ci serve per la festa, lo stesso, che cazzo ne sa…--\

UOMO: Proviamo a dirgli così…(inc.)…vedi che ora devo andare da quel cornuto di Cart Style, vediamo se mi ha lasciato la busta, cinquanta euro!--\

CONDEMI: …(Inc.)…--\

…Alle ore 08:19:50 si fermano, l’uomo chiede a un tale dov’è il principale, quindi i due scendono dalla vettura, voci in lontananza.--\

Cade la linea.--\

Fine della conversazione.--\

Nel corso di questo progressivo CONDEMI Domenico chiedeva al suo interlocutore il resoconto delle somme raccolte, ottenendo dal medesimo un elenco scritto dei soggetti che avevano contribuito, elenco che nel contempo provvedeva a leggergli, Ti ho segnato tutti…(inc.)…Santo

Page 237: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 237

AMODEO…(inc.)…MODAFFERI…(inc.)…Michele dell’armeria, il bagnaroto, ah, vedi che mi ha dato trenta euro coso…il bar quello là il Mille Voglie…(inc.)…

I due inoltre discutevano di un altro soggetto che negli anni precedenti aveva contribuito con una modesta somma, al quale si ripromettevano di chiedere l’elargizione del contributo al ritorno dalla celebrazione della festa che sarebbe avvenuta quella stessa sera, UOMO: …l’anno scorso ti ricordi che ci ha dato quindici, quando è stato due anni fa che ci ha dato quindici euro, come si dice certe volte…CONDEMI:…(Inc.)…UOMO:…(Inc.)…dice, sai che facciamo, quando torniamo dalla festa del paese, lui gli chiama…(inc.)…per il fatto della festa…(inc. a causa di rumori e fruscii)…CONDEMI:Gli diciamo ci serve per la festa, lo stesso, che cazzo ne sa… UOMO: Proviamo a dirgli così…(inc.)…

Infine l’uomo riferiva al CONDEMI che sarebbe dovuto passare presso la cartoleria Cart Style ubicata in via Pio XI Diramazione De Blasio, dove il titolare avrebbe dovuto lasciare una busta contenete il contributo di 50,00 euro, …vedi che ora devo andare da quel cornuto di Cart Style, vediamo se mi ha lasciato la busta, cinquanta euro!

E poco dopo, Conversazione del 29 Agosto 2011, ore 08:53 progressivo nr. 1470

A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico e Uomo e Uomo 1(non identificati)

Veicolo in sosta, rumori e fruscii, voci in lontananza, alle ore 08:56:52 a bordo sale CONDEMI Domenico con uomo, quindi veicolo in movimento…--\

UOMO: …(Inc.)…--\

CONDEMI: Quanto abbiamo raccolto?--\

UOMO: Allora, cento me li ha dati Carlo, mi ha domandato quanto te ne ha dati Santo…(inc.)…--\

CONDEMI: …(Inc.)…--\

UOMO: Aldo…Aldo cinquanta, e, altri cinquanta quello là, dove aveva il magazzino Pippo, eh, si…--\

CONDEMI: …(Inc.)…--\

UOMO: …centocinquanta, cinquanta e cinquanta e trecento.--\

CONDEMI: …(Inc. a causa di rumori e fruscii)…ma vai e buttati a mare.--\

Alle ore 08:58:45 si ferma, e parla con un altro uomo.--\

UOMO1: …(Inc.)…quando ci vediamo, fermati.--\

CONDEMI: No, me ne vado.--\

UOMO1: Il lupo me lo rintracci?--\

CONDEMI: Vieni e mangi con noi?--\

UOMO1: Dove?--\

CONDEMI: A Condofuri!--\

UOMO1: Là state andando?--\

CONDEMI: Si.--\

UOMO1: Stamattina?--\

CONDEMI: Alle undici, poi ce ne saliamo al paese.--\

UOMO1: Sentimi a me, ma ora come rimaniamo?--\

CONDEMI: Ma vieni?--\

Page 238: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 238

UOMO1: Ora altri dieci minuti passo dal bar, ma me lo rintracci a questo?--\

CONDEMI: Si.--\

UOMO1: E a che ora?--\

CONDEMI: Ah, se è venuto mi chiama lui...--\

…Alle ore 08:59:20 CONDEMI riavvia la marcia. Alle ore 09:01:29 si ferma, CONDEMI scende, l’uomo rimane a bordo e canta poi fruscii, alle ore 09:03:20 sale a bordo e riavvia la marcia, parla al cellulare e dice all’interlocutore di prendere due casse di birra. Fruscii e rumori che coprono la conversazione tra i due. Successivamente si fermano e scendono entrambi. Varie voci all’esterno del mezzo.--\

Cade la linea.--\

Fine della conversazione.--\

Condemi Domenico ed il suo accompagnatore risalivano a bordo dell’autovettura facendo un nuovo resoconto delle elargizioni ricevute permettendo di accertare che della raccolta si era occupato in prima persona anche il CONDEMI, CONDEMI: Quanto abbiamo raccolto? UOMO: Allora, cento me li ha dati Carlo, mi ha domandato quanto te ne ha dati Santo…(inc.)… UOMO: Aldo…Aldo cinquanta, e, altri cinquanta quello là, dove aveva il magazzino Pippo, eh, si… CONDEMI: …(Inc.)… UOMO:…centocinquanta, cinquanta e cinquanta e trecento. In seguito i due incontravano un terzo uomo che invitavano ad andare a pranzare con loro a Condofuri, da dove successivamente si sarebbero recati a Gallicianò per partecipare ai festeggiamenti, CONDEMI:Vieni e mangi con noi?... A Condofuri!... Alle undici, poi ce ne saliamo al paese. Le rivelazioni di BASILE Giuseppe che seppur informalmente ha riferito che l’autore del danneggiamento è da identificarsi in CONDEMI Domenico, al quale non aveva versato il contributo richiesto per la festa di Gallicianò; il contenuto della telefonata anonima che attribuisce in capo allo stesso la responsabilità del medesimo evento delittuoso ed il contenuto delle conversazioni registrate da cui chiaro emerge come lo stesso fosse realmente impegnato in una capillare raccolta di fondi per i festeggiamenti che si sarebbero tenuti in data 29.08.2011, lasciano ragionevolmente supporre che proprio il CONDEMI sia responsabile del danneggiamento oggetto della presente trattazione.

Il quadro appare sin da ora chiaro, atteso come le dichiarazioni informalmente rese dalla persona

offesa al funzionario di polizia – certamente di per sé utilizzabili in questa fase – mettano in luce il

coinvolgimento nella vicenda del CONDEMI Domenico, che era passato dal gioielliere a chiedere il

contributo per l’annuale festa di Gallicianò, paese di origine di molti esponenti dei CARIDI.

Questa volta, però, il BASILE aveva opposto un secco rifiuto. E se questo era avvenuto la settimana

prima del fatto, la sera prima, CARIDI Giuseppe si era presentato a chiedere se un cinturino di

orologio che aveva ordinato fosse arrivato. Domanda cui il BASILE aveva risposto di no. Ma

seguita da altra richiesta formulata la mattina stessa che la persona offesa aveva constatato il

danneggiamento a mezzo di colpi d’arma da fuoco, proprio nei concitati momenti di tale

rinvenimento. Ma il BASILE, vinta l’iniziale ritrosia, rendeva sommarie informazioni al P. M., che

così prosegue la narrazione della vicenda:

Le rivelazioni ‘informali’ del BASILE venivano confermate dal predetto il quale, sentito dal p.m.,

non si tirava indietro e ribadiva quanto riferito alla p.g. circa le richieste di contribuzione alle spese

per la festa di Gallicianò, ricevute (e rifiutate) pochi giorni prima dal CONDEMI Domenico il

quale, successivamente al danneggiamento patito dal BASILE, nonostante quanto accaduto ed il

Page 239: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 239

pregresso rapporto con quest’ultimo, non si recava dal BASILE neppure per sapere cosa fosse

successo:

“Sono BASILE Raffaele, nato a Reggio Calabria, il 31.5.76, ivi res.te alla via SS.106 III tratto San

Leo, n.119”;

A d.r.”Sono di fatto il titolare della gioielleria sita in via Pio XI solo formalmente intestata a mia

madre OLANDESE Marianna: l’attività è stata da me creata dodici anni fa e ceduta nella sua

titolarità per motivi personali”;

A d.r.”I miei genitori abitano al secondo piano del palazzo ove è sita la gioielleria, tuttavia la sera in

cui sono stati esplosi i colpi d’arma da fuoco non erano presenti in quanto ancora in vacanza in

località Brancaleone”;

A d.r.”L’attività è stata aperta per tutto il periodo estivo: sino a fine agosto era aperta una lista nozze

di un commerciante da me conosciuto da anni che ha una macelleria nei pressi della gioielleria, tale

Demetrio PALEALOGO”;

A d.r.”Sono venuto a conoscenza del danneggiamento dei locali della gioielleria solo la mattina del

sabato 3 settembre proprio dal PALEALOGO il quale ha avvisato mia madre; successivamente sono

stato contattato da mio suocero e subito ho fatto ritorno a Reggio Calabria in quanto anch’io nel

periodo estivo risiedevo in Melito P.Salvo”;

A d.r.”La gioielleria è sita al centro di una sorta di crocevia, circondata da palazzi: tuttavia, a quanto

pare, nessuno ha avvisato né noi, né la polizia d’aver sentito i colpi d’arma da fuoco”;

A d.r.”Sono giunto sul posto verso le 7.30 ed ho costatato quanto accaduto: ho incontrato un

poliziotto in pensione che ha raccolto i bossoli per evitare che si perdessero; dopo poco è accaduto un

fatto anomalo e cioè si è avvicinato tale CARIDI Giuseppe, detto ‘Pepè’, il quale, senza fare commenti

o osservazioni su quanto accaduto, si è limitato a chiedermi sorridente se per caso mi era arrivato un

cinturino dell’orologio che mi aveva commissionato credo una settimana prima; la cosa mi ha

sorpreso in quanto io in quel momento mi trovavo davanti alla saracinesca evidentemente

danneggiata da diversi colpi d’arma da fuoco; di fatto, non gli ho risposto nulla perché, attesa la

situazione, sono rimasto senza parole”;

A d.r.”Quest’anno, come ogni anno, ho ricevuto una richiesta di contribuzione per l’organizzazione di

una festa a Gallicianò che credo sia organizzata dalla pro-loco del territorio; non so nulla di questa

festa se non che è molto sentita dagli abitanti della zona San Giorgio, da lì provenienti, appartenenti a

quella che noi chiamiamo la stirpe dei ‘Paddechi’; questi ogni anno passano a chiedere un contributo

a tutti i commercianti della zona; devo dire che tutti gli anni ho sempre corrisposto qualcosa, mentre

quest’anno, quando mi fu fatta la richiesta, ho rifiutato perché non avevo disponibilità economica

considerato il periodo di crisi generale”;

A d.r.”A chiedermi i soldi sono venuti CONDEMI Domenico, detto ‘Doddi’’ e tale ‘Giannetto’ di

cui non so il nome di battesimo ma è il cognato del primo, marito della sorella CONDEMI Linda”;

A d.r.”Anche gli altri anni il CONDEMI è passato a chiedermi i soldi, sia col ‘Giannetto’ che con

altri soggetti del quartiere di cui ricordo, in questo momento, solo tale LOMBARDO Vincenzo, in

passato titolare di una macelleria a Ciccarello”;

A d.r.”Conosco Doddì dalla scuola elementare: non ho mai avuto particolari problemi con lui”;

A d.r.”Al mio rifiuto di corrispondere denaro per la festa di Gallicianò non ha fatto particolari

commenti”;

Page 240: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 240

A d.r.”Dopo la prima richiesta il CONDEMI non mi ha più chiesto niente: il danneggiamento è

avvenuto al massimo una quindicina di giorni dopo”;

A d.r.”Dopo l’episodio del danneggiamento il CONDEMI non è più passato nel negozio; si è

limitato un giorno a farmi un cenno da lontano chiedendomi cosa fosse successo: cosa a cui non ho

saputo rispondere”;

E’ evidente che l’unico motivo plausibile per il quale il BASILE - che ha riferito di non aver mai

patito altri danneggiamenti in passato - può aver invece subito da ultimo l’attentato descritto non

può che essere ricondotto all’inaspettato rifiuto di pagare la vera e propria ‘tangente’ ambientale del

contributo alla festa dei ‘Paddechi’, cui ha fatto seguito l’inevitabile reazione.

Ancora una volta, anche in realzione a tale vicenda, emerge il rapporto tra CONDEMI Domenico e

LOMBARDO Vincenzo, coinvolti in passato assieme nella richiesta di soldi nei confronti dei

commercianti di San Giorgio per la festa di Gallicianò.

5.8 VALUTAZIONI DEL G. I. P. IN ORDINE AI REATI DI CUI AI CAPI C) E C BIS).

Il quadro che precede, ad avviso di questo decidente, appare connotato dal requisito della gravità

richiesta ex art. 273 C. p. p. per l’applicazione di misura cautelare. Infatti, tutti i dati conoscitivi in

atto disponibili conducono ad evidenziare come il solo soggetto che possa essersi reso protagonista

del danneggiamento patito dal BASILE (che mai ha, in precedenza, patito atti criminosi) sia il

CONDEMI, evidentemente onde punire, secondo modalità chiaramente mafiose – sicchè sussiste

ovviamente anche la circostanza aggravante di cui all’art. 7 L. 203/91 –, il BASILE, che aveva

osato, questa volta, rifiutare il pagamento del contributo per la festa di Gallicianò. Che può

considerarsi, esattamente come indica il P. M., una vera e propria tangente ambientale, atteso come

le conversazioni captate abbiano denotato la sistematicità di questa richiesta a commercianti e

negozianti della zona. Ed in cui, in passato, ad ulteriore riprova dell’intenso legame tra di essi

sussistenti, quanto meno con riguardo al BASILE, assieme al CONDEMI protagonista era stato il

predetto LOMBARDO.

Sussistono, pertanto, gravi indizi di colpevolezza a carico del CONDEMI Domenico in ordine

ai reati provvisoriamente a lui ascritti al capo C) – il danneggiamento aggravato, attesa

l’esposizione del bene alla pubblica fede, della saracinesca dell’esercizio commerciale – e C Bis) –

il porto e la detenzione dell’arma adoperata per esplodere all’indirizzo della suddetta saracinesca i

colpi che l’hanno danneggiata –.

5.9 GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALL’ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO:

LE DICHIARAZIONI DEI COLLABORATORI DI GIUSTIZIA

Per completare la disamina delle risultanze indiziarie, si deve passare alle dichiarazioni rese sul

conto degli indagati dai collaboratori di giustizia riversate in atti dal Pubblico Ministero.

Si richiamano, anzitutto, quelle rese dal MOIO nell’ambito del procedimento n. 259/06 R. G. N. R.

D. D. A. e richiamate nella parte iniziale della richiesta:

Page 241: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 241

§ - Le dichiarazioni di MOIO Roberto: il coinvolgimento di CONDEMI Domenico e CONDEMI

Filippo

Nella parte iniziale dell’inf.va della Sq.Mobile in data 19 luglio ’11, venivano riportate le

dichiarazioni rese nell’ambito del proc.n.259/06 RGNR DDA dal collaboratore di giustizia MOIO

Roberto, nipote dei fratelli Pasquale e Giovanni TEGANO, capi-storici dell’omonima cosca di

‘ndrangheta, da sempre inserito ad alti livelli nel contesto criminale cittadino proprio in virtù

dell’illustre parentela vantata con i principali esponenti di uno dei più importanti sodalizi della città,

storicamente vicino alla cosca LIBRI con la quale l’alleanza risale sino alle successive guerre degli

anni ’90 che videro i DE STEFANO-TEGANO ed i LIBRI-CARIDI opposti al contrapposto

schieramento CONDELLO-SERRAINO (N.b.: sull’attendibilità delle dichiarazioni del MOIO

v.infra).

Nelle sue dichiarazioni, il MOIO annoverava tra le fila dei CARIDI due fratelli, soprannominati ‘i

gemelli’, titolari di una società di noleggio di auto di grossa cilindrata: gli stessi venivano

agevolmente identificati nei fratelli CONDEMI Filippo e CONDEMI Domenico.

…OMISSIS…

MR:- No, rapporti no. Ci vedevamo, ci salutavamo … però so che fanno parte … di … della

cosca insomma. PLUTINO parecchie volte mi ha mandato i saluti … parecchie volte. Ah!

Ritornando … vabbè … ci sono anche due, attualmente non ricordo il nome, li chiamano I

GEMELLI, che sono praticamente due appartenenti anche alla cosca di … la cosca sempre … di

cui stiamo parlando, di CARIDI. Praticamente, in particolare … che attualmente hanno … loro

affittano macchine per matrimoni, macchine tipo ROLL ROYS, MERCEDES, macchine

particolari per matrimoni.

PM:- Ma pure questi … scusi un attimo se l’interrompo, pure Errante e Plutino sono tutti cugini

di questi …?

MR:- Si, tutti parenti, son parenti … parenti sono, si.

PM:- Ci sono poi … gemelli sono?

MR:- Si, due gemelli … li chiamano I GEMELLI, li chiamano, ma sono due fratelli che …

penso che sono gemelli perché si assomigliano. Uno è ricciolino, ha i capelli ricci …

PM:- Allora, sono sicuramente fratelli …

MR:- Si. Però ricordo in modo particolare che NINO CARIDI, durante gli anni che ho

conosciuto erano sempre suoi accompagnatori … oppure quando andavo lì a SAN GIORGIO li

vedevo sempre … sempre con la cosca.

PM:- Sempre con?

MR:- Con la cosca.

PM:- Attualmente dice che hanno … noleggiano auto …

MR:- Si, hanno …. Si, hanno macchine … macchine d’epoca, fanno matrimoni … che affittano

per matrimoni. Poi c’è …

PM:- Senta, scusi se … stessa cosa, siccome parla di Nino Caridi quindi immagino parla sempre

di fatti … accompagnatori di Nino Caridi … parla sempre di fatti risalenti…

Page 242: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 242

MR:- Prima della guerra, si…

PM:- Perfetto, stessa domanda. Successivamente al periodo della guerra, eccetera, eccetera, ne

ha più sentito parlare, li ha più visti, sa se questi hanno compiuto più specifici fatti riconducibili

all’interesse della cosca?

MR:- No. No, questo no … però so che sono … so che fanno parte della cosca insomma, và.

Ragazzi rispettati e … e pericolosi, và!

PM:- Ma questo dico, perché? E pericolosi perché? Sotto quale profilo? Cioè perché lei ritiene

pericolosi? Qualcuno le ha detto che praticamente questi sono pericolosi? Ci sono fatti specifici

per cui lei pensa che questi possano essere pericolosi?

MR:- No, parecchie volte … parecchie volte, in incontri che ho avuto … che avevo io, per dire …

cioè mi erano stati sempre presentati come personaggi … insomma … criminali!

PM:- Ho capito. Ma questo anche recentemente? O sempre parliamo dell’epoca?

MR:- No, sempre dell’epoca, no?

…OMISSIS…

L’identificazione dei soggetti indicati dal MOIO è contenuta nell’inf.va redatta dalla Sq.Mobile di

Reggio Calabria in data 19.7.11 che premesse le dichiarazioni rese dal collaboratore chiarisce:

Soggetti identificati da questo Ufficio per i fratelli CONDEMI Filippo nato a nato a Reggio Calabria in data 27.05.1974, ivi residente in viale Europa nr. 79 e CONDEMI Domenico, nato a Reggio Calabria in data 03.07.1976, ivi residente in viale Europa nr. 79, essendo utile precisare che CONDEMI Filippo, come indicato dal collaboratore di giustizia MOIO, è socio accomandatario della RHEGIUM REGAL CARS S.a.s. di Filippo CONDEMI & C., sedente a Reggio Calabria in viale Europa nr. 79, società che ha quale attività il noleggio di autovetture di lusso per cerimonie ed eventi.(Allegato nr. 01)

Questo, invece, quanto indicato e commentato nella parte finale della richiesta:

§ - II.4 LE DICHIARAZIONI DEI COLLABORATORI DI GIUSTIZIA

§ - Premessa: l’attendibilità dei collaboratori

Ulteriori conferme della caratura criminale di alcuni degli indagati sono poi emerse dalle

dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia.

Si è accennato in premessa alle dichiarazioni rese da MOIO Roberto nell’ottobre ’10,

nell’ambito del proc.n.259/06 RGNR DDA.

Successivamente il MOIO veniva risentito, anche in relazione alle posizioni dei soggetti via via

emersi nel corso delle indagini ed aveva modo di confermare ed approfondire le dichiarazioni

già rese.

A quelle del MOIO si aggiungevano poi le dichiarazioni rese da VILLANI Consolato.

OMISSIS

Page 243: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 243

§ - Il contenuto delle dichiarazioni rese

Le dichiaraioni rese dai collaboratori al P.M. sono state successivamente compendiate nella prima

parte dell’inf.va della Sq.Mobile in data 23.9.11 che si riporta:

Nel corso della verbalizzazione del 26 luglio u.s. il collaboratore di giustizia MOIO Roberto confermava quanto in precedenza riferito in ordine all’appartenenza alla cosca CARIDI dei germani CONDEMI Domenico e CONDEMI Filippo, riferendo di conoscere i due soggetti da circa venti anni, ovvero dal periodo dell’ultima guerra di mafia, quando gli stessi accompagnavano CARIDI Antonino (RC 15.01.1961) agli incontri con i fratelli TEGANO, zii del dichiarante.

Il collaboratore nel corso della medesima verbalizzazione attribuiva a CONDEMI Domenico il ruolo di uomo di fiducia del sopra citato CARIDI Antonino, indicandolo tra l’altro come soggetto particolarmente pericoloso in ragione della sua aggressività, molto legato a BORGHETTO Eugenio (RC 20.01.1968) e LATELLA Paolo (RC 11.07.1970), insieme ai quali era solito frequentare il bar Mindo ubicato in questa via Pio XI, soggetti che, come riferito nel corso della nota del 26.07.2011, sono stati tratti in arresto in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell’ambito della operazione Alta Tensione, ai quali il medesimo CONDEMI è legato da vincoli di parentela essendone il cognato, avendo sposato BORGHETTO Anna.

…OMISSIS…

A d.r.”La foto n.6 è di un soggetto che conosco da circa vent’anni anche se non ricordo il nome:

appartiene ad un soggetto che assieme al fratello ha sempre fatto parte della cosca CARIDI; li

chiamavano ‘i gemelli’, e di loro ho pure già parlato in precedenti interrogatori; ho preso anche

degli appunti su di loro: ricordo che affittavano auto per matrimoni; anche durante la guerra di

mafia venivano a trovare i miei zii in compagnia di Nino CARIDI, talvolta a bordo di auto

blindate; lavoravano anche nel campo degli stupefacenti nella zona di San Giorgio; il fratello è

certamente molto più pericoloso di lui; se non mi sbaglio, sono anche parenti, credo cugini, di

Nino CARIDI”;

La foto n.6 è di CONDEMI Filippo

A d.r.”La foto n.7 è del fratello del precedente: ho detto che è più pericoloso perché era l’uomo di

fiducia di Nino CARIDI, mandato per suo conto a fare imbasciate anche presso i vertici degli

altri gruppi; è un soggetto molto aggressivo cui venivano attribuite maggiori responsabilità in

virtù del suo maggiore spessore criminale; ricordo che era molto amico di Gino BORGHETTO e

LATELLA Paolo, con i quali era sempre assieme al bar Mindo”;

A d.r.”Spesso gli incontri tra gli affiliati avvenivano presso un circolo sito in San Giorgio in una

strada stretta, in salita, nei pressi della Chiesa di San Giorgio; tale posto è storicamente

frequentato da tutti gli appartenenti alla famiglia CARIDI ”;

La foto n.7 è di CONDEMI Domenico.

Altrettanto utile ai fini per cui si procede appare anche quanto dichiarato dal MOIO in ordine a CALDERAZZO Rosario, indicato come soggetto che in passato aveva oprato nel settore del traffico di sostanze stupefacenti insieme ad altro soggetto inserito nella cosca DE STEFANO TEGANO, legato a suo dire a soggetti della criminalità organizzata di Gioia Tauro, proprietario di un centro estetico, che era stato oggetto di attentato incendiario, e di un casino ubicato nella zona del Mercato coperto di Reggio Calabria ubicato in via Filippini.

Page 244: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 244

A d.r.”La foto n. 10 è di un soggetto che se non mi sbaglio è originario di Gioia Tauro che abita

vicino casa di mia madre ad Archi; anni fa lavorava lo stupefacente con TIARA Eugenio del

clan TEGANO-DE STEFANO; poi ha aperto un centro estetico gestito con la sua compagna;

successivamente un casinò sito in zona mercato ed anche un ristorante all’ex Mr.Kiwi;

A d.r.”Ora non sono in grado di collocarlo in specifici ambienti di ‘ndrangheta ma ha molta

amicizia con personaggi di Gioia Tauro”;

A d.r.”Del centro estetico so che dopo qualche tempo fu bruciato dagli stessi titolari per

beneficiare dell’assicurazione ma poi dovrebbero averlo riaperto”;

La foto n.10 è di CALDERAZZO Rosario.

Maggiormente rilevante ai fini delle indagini in corso appare quanto dichiarato dello stesso collaboratore in merito alla figura di PLUTINO Giuseppe, infatti il collaboratore, al quale durante l’escussione veniva sottoposto in visione un album foto-segnaletico predisposto da quest’Ufficio, riconosceva alla foto nr.11 quella del menzionato politico, al riguardo dichiarando quanto di seguito riportato:

…OMISSIS…

A d.r.”La foto n.11 è di un politico molto vicino ai CARIDI coi quali credo abbia anche un

legame di parentela; da sempre gli stessi lo hanno appoggiato nella sua carriera politica; questo

so per quanto riferitomi dai numerosi miei colleghi della New Labor appartenenti al gruppo

CARIDI ed in particolare PANGALLO, PIZZI, CARIDI Pietro, fratellastro di CARIDI Pepè,

NUCERA Ciccio, ERRANTE Michele, PLUTINO Mimmo e NUCERA Mimmo oggi defunto; il

dato mi è stato tuttavia confermato anche da altri soggetti appartenenti ad ambienti criminali

diversi, quali soprattutto TRIMBOLI Ciccio che è sempre stato un esperto di politica”;

A d.r.”Si è sempre detto che il soggetto in questione fosse portato da ‘i paddechi’ ma non sono a

conoscenza di favori specifici fatti dallo stesso a loro beneficio”;

La foto n.11 è di PLUTINO Giuseppe.”

…OMISSIS…

Il MOIO, dopo avere riconosciuto l’effigie del PLUTINO lo indicava quale “politico molto

vicino ai CARIDI”, sottolineava che il medesimo ha anche un legame di parentela con gli stessi esponenti di quella famiglia mafiosa “politico molto vicino ai CARIDI coi quali credo abbia anche un legame di parentela” , dato anche quest’ultimo, che era già stato riferito da quest’Ufficio nel corso della precedente informativa, aggiungendo che l’intraneità del PLUTINO alla cosca CARIDI gli era stata confermata non solo da affiliati alla medesima cosca mafiosa, dipendenti come il MOIO della ditta “New Labor” “dai numerosi miei colleghi della New Labor appartenenti al gruppo CARIDI ed

in particolare PANGALLO3, PIZZI, CARIDI Pietro, fratellastro di CARIDI Pepè, NUCERA

3 In relazione al citato PANGALLO ed a conferma della bontà delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia MOIO,

giova qui precisare che il medesimo è stato identificato da questo Ufficio per PANGALLO Leo, nato a Reggio Calabria

in data 08.09.1957, ivi residente in via Pio XI diramazione Gullì nr. 20, con precedenti penali per associazione mafiosa,

estorsione e rapina, destinatario in passato dell’ OCCC “WOOD”, in quanto esponente della cosca CARIDI, condannato

in relazione ai sopra citati delitti alla pena di anni otto e mesi 2 di reclusione (Provvedimento per la carcerazione N.

234/02 RES N. 188/03 ROE). Lo stesso infatti, da accertamenti esperiti presso l’INPS, in atto risulta essere dipendente

della “NEW LABOR COOP. SOC.” Viale Lombardia nr. 29 Monza (MI), Partita Iva 05766050966. A carico del

medesimo in ragione delle dichiarazioni del MOIO è stato attivato, nell'ambito del presente procedimento penale,

Page 245: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 245

Ciccio, ERRANTE Michele, PLUTINO Mimmo e NUCERA Mimmo”, ma anche da esponenti

di altre consorterie criminali, quale Ciccio TRIMBOLI4, definito dal collaboratore un esperto di politica “il dato mi è stato tuttavia confermato anche da altri soggetti appartenenti ad ambienti criminali diversi, quali soprattutto TRIMBOLI Ciccio che è sempre stato un esperto di politica”.

Il MOIO concludeva asserendo che costituisce un dato oggettivamente acquisito degli ambienti criminali la circostanza che il PLUTINO sia un politico sostenuto dalla cosca CARIDI “Si è sempre detto che il soggetto in questione fosse portato da ‘i paddechi’”.

Anche il collaboratore di giustizia VILLANI Consolato nel corso della verbalizzazione

del 26.07.2011 ha confermato l’appartenenza dei fratelli CONDEMI alla cosca CARIDI, indicandoli preliminarmente come parenti del titolare del chiosco di frutta ubicato nei pressi del semaforo di viale Europa, (legame di parentela questo evidenziato da questo Ufficio nel corso della precedente nota informativa) riferendo in particolare di una estorsione di cui si era reso responsabile CONDEMI Domenico in pregiudizio di tale REPACI, venditore ambulante di frutta, legato al VILLANI, che in relazione alle richieste estorsive avanzate dal CONDEMI, tramite un terzo soggetto, aveva interessato CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967) allora reggente della omonima cosca, che era intervenuto componendo la situazione.

…OMISSIS…

A d.r.”Col soggetto di cui alla foto n.6 non ho avuto mai a che fare direttamente”;

La foto n.6 è di CONDEMI Filippo.

A d.r.”So che i CONDEMI sono particolarmente vicini ai CARIDI ed attivi con questi nella zona

Boschicello e San Giorgio Extra; il fratello dovrebbe avere un negozio di frutta nei pressi del

viale Europa, al semaforo”;

A d.r.”So che i fratelli CONDEMI sono dediti alle estorsioni per conto della famiglia CARIDI: in

proposito sono dovuto intervenire personalmente a tutela di un mio amico, REPACI Giorgio,

venditore ambulante di frutta che si era posizionato sulle bretelle vicino al CEDIR, cui il fratello

di quello ritratto in foto aveva richiesto una tangente di cinquanta euro al giorno; io sono

intervenuto, ho mandato l’imbasciata tramite un altro CONDEMI credo tale ‘Pippo’ che aveva

un ingrosso di ortofrutta al mercato generale, il quale a sua volta ne riferì a CARIDI Santo,

gestore della cosca durante la detenzione dei fratelli; CARIDI Santo mi fece arrivare la risposta,

dicendomi che era tutto a posto; lo stesso CONDEMI, autore dell’estorsione, volle incontrare il

REPACI all’appuntamento inizialmente fissato per il pagamento dei soldi presso l’area di

servizio sita sulle bretelle, dei fratelli SARTIANO, per scusarsi personalmente con lui di quanto

accaduto”;

servizio di intercettazione telefonica e nel corso di tale attività si è avuto modo di constatare l'esistenza di rapporti

diretti tra il PANGALLO e PLUTINO Giuseppe. Infatti a causa di una grave patologia da cui è affetto il PANGALLO,

in ragione della quale necessita di continue cure e visite specialistiche, la moglie di questi, NUCERA Domenica, in

data 26.07.2011 contattava telefonicamente PLUTINO Giuseppe affinché intercedesse presso il Dr. DEL MEDICO

Pietro Maria (RC 14.07.1962) specialista in Oncologia presso i locali OORR, che doveva sottoporre a visita domiciliare

il marito, al fine di ottenere un trattamento anche economico di favore, ottenendo la piena disponibilità dall’uomo

politico per come reso evidente dalla trascrizione del progressivo nr. 1895 del 26 luglio 2011 ore 13,37, allegata alla

presente informativa.

4 Identificato da questo Ufficio per TRIMBOLI Francesco Santo nato a Reggio Calabria in data 01.11.1963, soggetto

destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell'ambito della cd Operazione Aghatos che ha visto

coinvolti i vertici della cosca TEGANO, in relazione alle pressioni estorsive poste in essere dagli stessi in pregiudizio

della società New Labor.

Page 246: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 246

A d.r.”Tutto ciò accadeva perché si trattava di una zona limitrofa a San Giorgio territorio dei

CARIDI”;

A d.r.”Conosco di vista il soggetto di cui alla foto n.7: si tratta di un appartenente alla cosca

CARIDI;”;

La foto n.7 è di CONDEMI Domenico.

A d.r.”Tale soggetto è sempre stato vicino a Nino RODA’ ed a suoi figli, appartenenti alla cosca

CARIDI”;

…OMISSIS…

5.10: GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALL’ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO:

I PRECEDENTI PENALI E DI POLIZIA

Ultimo dato posto in risalto dal P. M. riguarda precedenti penali e di polizia dei soggetti indagati.

§ - II.5 – I PRECEDENTI PENALI E DI POLIZIA

Dopo avere riportato le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia MOIO e VILLANI, relative ad

alcuni dei componenti della organizzazione mafiosa oggetto di approfondimento investigativo, a

sostanziare ulteriormente l’inserimento nella cosca CARIDI di PLUTINO Giuseppe e ROTTA

Vincenzo e la particolare vicinanza di entrambi allo storico boss della stessa, CARIDI Giuseppe

(Condofuri 07.03.1943), appare opportuno riportare i riferimenti contenuti ancora nell’inf.va della

Sq.Mobile del 23.9.11 circa precedenti vicende penali che hanno interessato alcuni degli indagati, a

testimonianza della storica contiguità ad un ben determinato ambito criminale: “ … giova di seguito riferire che agli atti d’ufficio risulta che nell’anno 1987 il PLUTINO venne indagato per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe ai danni dell’INAIL di Reggio Calabria, nel procedimento penale istruito a carico di CARIDI Giuseppe cl’43 + altri soggetti tutti gravitanti nell’orbita della medesima famiglia mafiosa.

Il reato si era concretizzato in particolare mediante la presentazione di false denunzie di infortuni agricoli e la conseguente riscossione delle relative indennità, per come testimoniato dalla documentazione allora rinvenuta presso l’abitazione del citato CARIDI, fatti, accertati in Condofuri dall’anno 1983 al 1986, tutti verificatisi nella Contrada Gallicianò di quel centro, vera e propria roccaforte e centro di origine degli indagati. (Allegato nr. 01) A conclusione delle prime indagini il P.M. emetteva ordine di cattura per nr.11 soggetti, tra cui il menzionato PLUTINO, per i reati di associazione a delinquere, concorso in truffa aggravata e falso ideologico.

Lo stesso in occasione della esecuzione dei provvedimenti restrittivi si era sottratto alla cattura unitamente a CARIDI Leo (RC 18.11.1961), nipote del capo cosca CARIDI Giuseppe e fratello degli altrettanto noti CARIDI Antonino, CARIDI Bruno e CARIDI Santo Giovanni, costituendosi successivamente. (Allegato nr. 02) Al termine della fase istruttoria, il G.I. con provvedimento del 28 giugno ’88 aveva ordinato il rinvio a giudizio degli stessi dinanzi al Tribunale di Reggio Calabria che, in data 30.05.1990, riconosceva il reato associativo, in capo al CARIDI Giuseppe cl’43 unitamente ad altri 5 indagati, unificato sotto il vincolo della continuazione al reato di concorso in falso ideologico, reato quest’ultimo ascritto anche in capo al PLUTINO insieme ad altri nr.10 indagati, tra cui CARIDI Leo cl’61, CARIDI Santo Giovanni cl’67, CARIDI Domenico cl’45, CONDEMI Filippo cl’50, QUARTUCCIO Vincenzo cl’65 ed altri.

Page 247: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 247

Per tale ragione il PLUTINO era stato condannato alla pena di anni 1 e mesi 6 di reclusione, pena confermata nella misura di anni 1 e mesi 4 di reclusione dalla Corte d’Appello di RC con sentenza del 28.11.1991.

Analogamente nel corso della operazione “WOOD”, condotta nei confronti della cosca CARIDI operante in federazione con la cosca LIBRI, figurava tra gli indagati rinviati a giudizio ROTTA Vincenzo, che si era reso responsabile dei reati ex artt.110 e 378 c.p., per avere, in concorso con CARIDI Giuseppe (Condofuri 03.07.1943) CARIDI Bruno (RC 28.10.1966), QUARTUCCIO Vincenzo (RC 02.12.1965) e CARIDI Antonina (RC 15.12.1969), prestato assistenza e rifugio a FAMILIARI Giovanni, all’epoca latitante poiché raggiunto da provvedimenti restrittivi per i delitti di associazione mafiosa, omicidio ed altro e successivamente divenuto collaboratore di giustizia. (Allegato nr. 03)

Il ROTTA non è nuovo ad analoghe condotte criminose, infatti, già in data 15 maggio 1975 venne tratto in arresto, unitamente a ZINDATO Giuseppe cl’49, per il medesimo reato poiché trovato insieme con il latitante ROMEO Antonio cl’52, colpito da ordine di cattura nr. 24/75 R.O.C. e nr.1476 /75 RGNR. A testimoniare i rapporti intercorrenti tra il ROTTA ed i componenti della cosca CARIDI vi sono anche alcuni controlli di polizia cui il medesimo è stato sottoposto in passato:

- In data 08.09.95 è stato controllato nei pressi del chiosco di frutta sito su questo Viale Europa mentre si trovava in compagnia, tra gli altri, di CARIDI Antonino (RC 15.01.1961) e CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967);

- In data 30.11.’95 è stato controllato in questa Via Roma mentre si trovava in compagnia di CARIDI Antonino (RC 15.01.1961), RASCHI Ruggero cl’64 e FOTI Paolo cl’71.

6) LE CONCLUSIONI IN ORDINE ALL’ADDEBITO DI ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO DI CUI AL CAPO

A): L’OPERATIVITÀ E L’ATTUALITÀ DELLA COSCA.

Questo, dunque, il compendio indiziario in atti, efficacemente illustrato nel decreto di fermo del P.

M.. Prima di passare alle conclusioni, è necessario il riferimento alla fattispecie oggetto di

contestazione al Capo A) ed ai criteri giurisprudenziali che consentono di ritenere dimostrata la

partecipazione ad essa.

L’art. 416 bis C. p. reca la rubrica “Associazioni di tipo mafioso anche straniere” e dispone:

<<Chiunque fa parte di un’associazione di tipo mafioso, formata da tre o più persone, è punito con

la reclusione da sette a dodici anni.

Coloro che promuovono, dirigono od organizzano l’associazione sono puniti per ciò solo con la

reclusione da nove a quattordici anni.

L’associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza

d’intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne

deriva

- per commettere delitti,

- per acquisire in modo diretto od indiretto la gestione o, comunque, il controllo di attività

economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici

- o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri

Page 248: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 248

- ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé

o ad altri in occasione di consultazioni elettorali…>>.

Una prima questione da affrontare consiste nell’individuazione della condotta tipica di tale delitto.

In proposito alcune valutazioni contenute in giurisprudenza sembrano creare un certo dubbio circa

la natura, monosoggettiva o plurisoggettiva, del delitto di cui all’art. 416 bis c. p., laddove

- il delitto avrebbe natura monosoggettiva se la sua condotta viene intesa come condotta

individuale di entrare a far parte di un’associazione

- avrebbe natura plurisoggettiva se la sua condotta viene, invece, intesa come azione collettiva

di associarsi.

Si legge nella sentenza DIMITRY, emessa dalle Sezioni Unite nel 1994: <<…Non v’è dubbio che

l’elemento materiale del reato in esame sia costituito dalla condotta di partecipazione ad

associazione di tipo mafioso e che per partecipazione debba intendersi la stabile permanenza del

vincolo associativo tra gli autori. Non vi è dubbio in altri termini che la condotta tipica del

reato, di cui si discute, consista nel far parte dell’associazione…>>.

Si legge nella sentenza CARNEVALE, emessa dalle Sezioni Unite nel 2002: <<…La tipologia

della condotta di partecipazione è delineata dal legislatore sotto l’espressione “chiunque fa parte di

un’associazione di tipo mafioso” (art. 416-bis comma 1°). Tenuti presenti i connotati assegnati

all’associazione mafiosa dal comma 3° dell’art. 416-bis, deve intendersi che “fa parte” di questa

chi s’impegna a prestare un contributo alla vita del sodalizio, avvalendosi (o sapendo di

potersi avvalere) della forza d’intimidazione del vincolo associativo e delle condizioni di

assoggettamento e di omertà che ne derivano per realizzare i fini previsti. Al contempo,

l’individuazione di un’espressione come “fa parte” non può che alludere ad una condotta che può

assumere forme e contenuti diversi e variabili così da delineare una tipica figura di reato “a

forma libera”, consistendo in un contributo apprezzabile e concreto, sul piano causale,

all’esistenza od al rafforzamento dell’associazione e, quindi, alla realizzazione dell’offesa tipica

agli interessi tutelati dalla norma incriminatrice. Sicché a quel “far parte” dell’associazione, che

qualifica la condotta del partecipe, non può attribuirsi il solo significato di condivisione

meramente psicologica del programma criminoso e delle relative metodiche, bensì a quello più

pregnante di una concreta assunzione di un ruolo materiale all’interno della struttura

criminosa…>>.

In realtà, a parere di questo giudice, per individuare correttamente gli elementi costitutivi di tale

reato, non si può prescindere da una lettura combinata dell’articolo 416 bis c. p. e dell’art. 416 c. p.,

che disciplina l’associazione per delinquere c.d. semplice. L’art. 416 c. p. dispone, infatti: <<

Quando tre o più persone si associano allo scopo di commettere più delitti, coloro che promuovono

o costituiscono od organizzano l’associazione sono puniti per ciò solo con la reclusione da tre a

sette anni. Per il solo fatto di partecipare all’associazione, la pena è della reclusione da uno a cinque

anni…>>. Il legislatore, per raggiungere il medesimo scopo, avrebbe potuto seguire una diversa

Page 249: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 249

tecnica normativa, descrivendo il reato, di cui all’art. 416 bis c. p., sulla falsariga di quello, di cui

all’art. 416 c. p., relativo alla associazione per delinquere “semplice”.

A ben vedere, l’equivoco consiste nel configurare il reato di cui all’art. 416 bis c. p. come un reato

di partecipazione ad associazione di tipo mafioso e non come reato di associazione di tipo mafioso,

come recita testualmente il titolo. Si vuol dire, cioè, che la condotta tipica di tale delitto non è la

condotta individuale del “far parte”, quanto, piuttosto, la condotta collettiva dell’associarsi di tre

o più persone, che decidono di mettere insieme in modo stabile le proprie energie fisiche e

mentali ed un complesso di beni e risorse (soldi, armi, beni mobili ed immobili), così da creare

una struttura organizzativa permanente ed adeguata rispetto al perseguimento del

programma criminoso descritto nel 3° comma e costituito dalla commissione di delitti o di

specifiche attività, ivi dettagliatamente e tassativamente elencate, attraverso l’impiego del c.d.

metodo mafioso, che consiste appunto nell’avvalersi della forza d’intimidazione del vincolo

associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, laddove

- per “forza d’intimidazione” deve intendersi la capacità di incutere paura nei terzi che

l’associazione ha, in virtù della sua stabile e non occasionale predisposizione ad esercitare la

coazione;

- per “assoggettamento” deve intendersi lo stato di sottomissione e succubanza psicologica

nelle potenziali vittime dell’intimidazione, derivante dalla loro convinzione di essere esposte

ad un grave ed ineludibile pericolo di fronte alla forza dell’associazione;

- per “omertà” deve intendersi la presenza di un rifiuto generalizzato e non occasionale di

collaborare con la giustizia, che si manifesta comunemente nella forma di testimonianze

false e reticenti o di favoreggiamenti.

Ovviamente, basta la sola esistenza di tale associazione mafiosa a turbare l’ordine pubblico,

suscitando allarme nella popolazione, a prescindere dal fatto che venga attuato il programma

criminoso attraverso la commissione dei reati-fine.

Va, peraltro, rilevato che le stesse Sezioni Unite, nella sentenza CARNEVALE, pur parlando di

condotta di partecipazione all’associazione mafiosa, escludono che la condotta tipica del delitto

abbia natura monosoggettiva e che, conseguentemente, il concorso esterno in tale delitto sia una

sorta di concorso eventuale nella condotta individuale “di far parte” dell’associazione. Le Sezioni

Unite del 2002 affermano, infatti: <<…La tesi della natura monosoggettiva del delitto di

partecipazione è inaccettabile, perché l’inclusione di taluno in un’associazione non può dipendere

solo dalla volontà di colui che all’associazione intende aderire, ma richiede anche quella di tutti gli

altri associati o di coloro che li rappresentano. Si è giustamente osservato che è davvero difficile

vedere nella partecipazione una fattispecie monosoggettiva, come se la condotta sia costituita da un

atto unilaterale di adesione all’associazione, da un’iscrizione, e non sia invece, tanto nel momento

iniziale quanto in tutto il suo svolgimento, destinata a combinarsi con le condotte degli altri

associati, in un’unione di forze per imprese che generalmente trascendono le capacità individuali. In

Page 250: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 250

effetti, tanto la costituzione dell’associazione quanto l’inserimento di un soggetto in

un’organizzazione già formata postulano sempre e necessariamente la volontà e l’agire di una

pluralità di persone. Si deve, perciò, ritenere che tutti i reati associativi sono sempre reati a concorso

necessario, vale a dire, fattispecie plurisoggettive proprie…>>.

Appare evidente che le Sezioni Unite, nell’affermare, in buona sostanza, che la partecipazione non è

un atto unilaterale di adesione all’associazione, ma il risultato di un’azione collettiva di reciproca

adesione, non fanno che confermare indirettamente quanto prima si è detto e, cioè, che la condotta

tipica è costituita più propriamente dall’associarsi di più persone che si verifica sia al

momento della costituzione dell’associazione sia in occasione del successivo inserimento di

altro associato in un’organizzazione già esistente. Ed, infatti, anche in questo secondo caso vi è la

necessità di un incontro di volontà tra il nuovo associato ed i soggetti già associati.

Appare in linea con la presente ricostruzione la sentenza della Corte di Cassazione n. 9064 del

12.12.2003/2.03.2004, PG in proc. MARINARO ed altri, nella quale si sottolinea

- che <<la condotta tipica si esaurisce nel fatto in sé di associarsi ovvero di promuovere,

dirigere, organizzare un’associazione di questo tipo, apportando un certo contributo

all’esistenza dell’ente >>

- e che <<la tipicità del modello associativo delineato dall’art. 416 bis c. p. risiede nel c.d.

metodo mafioso (individuato nella forza intimidatrice del vincolo associativo, nella

condizione di assoggettamento ed in quella di omertà), piuttosto che negli scopi, indicati in

via alternativa dal terzo comma del citato articolo, che l’associazione stessa persegue o

voglia perseguire>>.

Si riportano, di seguito, alcuni brani della motivazione della sentenza citata, che chiariscono il

significato concreto della necessaria attitudine dell’associazione mafiosa ad operare con il metodo

mafioso, precisando anche i criteri da utilizzare per la prova di tale requisito. Osserva la Suprema

Corte:

<<Il 3° comma dell’art. 416 bis cp individua il metodo mafioso mediante la fissazione di tre

parametri caratterizzanti – forza intimidatrice del vincolo associativo, condizione di

assoggettamento e condizione di omertà – da considerare tutti e tre come elementi necessari ed

essenziali, perché possa configurarsi questo reato associativo, come del reato si desume senza

possibilità di dubbio dall’uso della condizione “e” impiegata nel testo normativo.

Il ricorso specifico da parte di ciascun membro del gruppo all’intimidazione, all’assoggettamento ed

all’omertà non costituisce una modalità della condotta tipica (la quale – come si è detto – si

esaurisce nel fatto in sé di associarsi ovvero di promuovere, dirigere, organizzare un’associazione di

questo tipo, apportando un certo contributo all’esistenza dell’ente), ma costituisce l’elemento

strumentale tipico, di cui gli associati si avvalgono in vista della realizzazione degli scopi propri

dell’associazione. In altri termini, quindi, ai fini della consumazione del reato associativo in

questione, non è necessario che i suddetti strumenti siano stati utilizzati in concreto dai singoli

Page 251: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 251

associati, sempre che costoro, però, siano effettivamente nelle condizioni e nella

consapevolezza di poterne disporre … E’, pertanto, necessario che l’associazione abbia

conseguito, in concreto, nell’ambiente circostante nel quale essa opera, un’effettiva capacità

d’intimidazione, sino ad estendere intorno a sé un alone permanente d’intimidazione diffusa,

tale che si mantenga vivo anche a prescindere da singoli atti d’intimidazione concreti posti in essere

da questo o quell’associato. E’ ovvio che, qualora emergano prove di concreti atti

d’intimidazione e di violenza, esse possono utilmente riflettersi anche sulla prova della forza

intimidatrice del vincolo associativo, ma vi si riflettono solo in via ausiliaria, poiché ciò che

conta è che, anche mancando la prova di tali atti, l’elemento della forza intimidatrice sia

desunto da circostanze atte a dimostrare la capacità d’incutere timore propria

dell’associazione e ricollegabile ad una generale percezione della sua terribile efficienza

nell’esercizio della coercizione fisica. Tale capacità deve essere, peraltro, attuale e non solo

potenziale e l’alone d’intimidazione diffusa deve essere effettivo ed obiettivamente riscontrabile,

essendo insufficiente la prova della sola intenzione di produrlo e di avvalersene… In mancanza di

un quadro indiziario emergente dal compimento di atti diretti ad intimidire, deve, comunque,

emergere aliunde e deve essere obiettivamente dimostrabile un clima di intimidazione diffusa

scaturente dall’associazione medesima, quale risultante di un’antica e, in ogni caso,

consolidata consuetudine di violenza, che venga chiaramente percepito come tale all’esterno e

del quale gli associati si avvantaggino per perseguire i loro fini. L’omertà, intesa come rifiuto

assoluto ed incondizionato di collaborare con gli organi dello Stato, che si correla in rapporto di

causa ad effetto alla forza d’intimidazione dell’associazione di stampo mafioso, deve essere

sufficientemente diffusa, anche se non generale, e può derivare non solo dalla paura di danni

alla propria persona, ma anche dall’attuazione di minacce che comunque possono realizzare

danni rilevanti, sicché sia diffusa la convinzione che la collaborazione con l’Autorità giudiziaria

non impedirà ritorsioni dannose per la persona del denunciante, in considerazione della

ramificazione dell’organizzazione, della sua efficienza, della sussistenza di altri soggetti non

identificabili, forniti del potere di danneggiare chi ha osato contrapporsi… La prova degli elementi

caratterizzanti l’ipotesi criminosa di cui all’art. 416-bis cp può essere desunta, con metodo

logico-induttivo, in base al rilievo che il sodalizio presenti tutti gli indici rivelatori del fenomeno

mafioso, quali la segretezza del vincolo, i vincoli di comparaggio tra gli adepti, il rispetto

assoluto del vincolo gerarchico, l’accollo delle spese di giustizia da parte della cosca, il diffuso

clima di omertà come conseguenza ed indice rivelatore dell’assoggettamento alla consorteria.

Gli indizi del reato associativo possono essere legittimamente tratti, altresì, dalla commissione

dei reati-fine, interpretati alla luce dei moventi che li hanno ispirati, quando questi valgano ad

inquadrarli nella finalità dell’associazione (Sez. 6, 10.2.2000 n. 1612, ric. FERONE ed altri; Sez. V,

20.4.2000 n. 4893, ric. PG in proc. FRASCA) … >>.

La successiva sentenza n. 31461 del 7.6.2004/16.7.2004, FORIGLIO ed altro ha ribadito alcuni di

questi concetti, precisando, in particolare, che << in tema di associazione di tipo mafioso, la forza

d’intimidazione che caratterizza il vincolo associativo non necessariamente deve desumersi da

Page 252: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 252

specifiche minacce avanzate da uno o più componenti della “famiglia”, ma può essere argomentato

con valutazioni di merito che, se congrue, non sono censurabili in sede di legittimità, sulla base di

elementi atti a dimostrare il diffuso clima di sopraffazione e conseguente assoggettamento delle

vittime (Nel caso di specie la Corte ha ritenuto congrua la motivazione di giudici di merito che

avevano valorizzato il “modo selvaggio con il quale gli imputati avevano esercitato la pastorizia”,

ponendo in essere condotte di pascolo abusivo e di danneggiamento, e l’atteggiamento remissivo

dei proprietari per timore di ritorsioni) >>.

Il delitto di associazione mafiosa è, dunque, un reato plurisoggettivo e, come tutti i reati aventi

questa natura, esige

1) sul piano oggettivo

- un numero minimo di soggetti agenti, che, nel caso di specie, è quello di tre;

- la commissione, da parte di ciascun soggetto agente, della condotta tipica prevista dalla

norma di parte speciale ed alla quale consegue il prodursi dell’evento (cioè, nel caso di

specie, la condotta di associarsi e l’evento dell’esistenza di una struttura associativa)

2) sul piano soggettivo, in capo a ciascun soggetto agente:

- la coscienza e volontà della condotta (c.d. suitas della condotta);

- la volontà dell’evento;

- il dolo specifico, se previsto, dalla norma di parte speciale, che, nel caso di specie, è

costituito dalla volontà di perseguire la finalità di realizzare il programma criminoso.

Ovviamente, qualunque soggetto, che concorra nella commissione del reato, di cui all’art. 416 bis c.

p., ponendo in essere la condotta tipica ed avendo il dolo sopra descritto, deve considerarsi a tutti gli

effetti un soggetto attivo del reato, cioè un partecipe dell’associazione di tipo mafioso.

Ciò premesso, la prova del fatto che un certo soggetto sia partecipe dell’associazione può essere

tratta:

1. sia da elementi che dimostrino direttamente l’avvenuta affiliazione del soggetto alla

consorteria mafiosa (si pensi, ad esempio, ad una chiamata di correo plurima, che indichi un

certo soggetto come affiliato –come nella fattispecie in esame–);

2. sia da elementi che dimostrino indirettamente tale intraneità nella consorteria (ad esempio

le Sezioni Unite, nella sentenza CINALLI del 2001, hanno ritenuto che tale prova possa trarsi

dall’accertata commissione, da parte del soggetto, di più reati –fine).

Sotto tale ultimo profilo, ad esempio, si rammenta Sez. 6, Sentenza n. 47048 del 10/11/2009

Cc. (dep. 10/12/2009) Rv. 245448, che precisa come, in tema di applicazione di misure coercitive

in relazione al delitto di cui all'art. 416 bis cod. pen., la partecipazione dell'indagato ad episodi di

estorsione compiuti nell'ambito di un contesto mafioso costituisce per sé solo elemento gravemente

Page 253: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 253

indiziante di partecipazione al gruppo criminale, senza che siano necessarie ulteriori

rappresentazioni di frequentazione con altri associati.

Utile, ancora, ricordare che il contributo rilevante ed effettivo del partecipe, per essere tale, può

essere costituito anche dalla dichiarata adesione all’associazione e dalla disponibilità ad agire come

«uomo d’onore», ai fini anzidetti (v. Cass., sez. 21 dicembre 2004, Papalia), disponibilità che deve

essere accertata in concreto alla stregua di quegli indicatori fattuali, che, in via alternativa,

connotano dal punto di vista probatorio il contenuto del “far parte” (v. Cass. 11 dicembre 2007

Cass. 2007, Addante).

Più in particolare, nel caso della ‘ndrangheta, può ritenersi che l’avere avuto conferita una dote

(o grado) è elemento particolarmente degno di rilievo indiziante (sotto un triplice punto di vista:

per chi dà la dote, per chi la riceve e per chi è presente al rituale).

Quanto, ancora, al principio secondo cui la mera affiliazione é sufficiente per ritenere un

soggetto partecipe all’associazione mafiosa, esso è stato più volte ribadito dalla giurisprudenza,

tanto che la stessa può ritenersi consolidata sul punto:

- “È partecipe ad associazione mafiosa chi, indipendentemente dal ricorso o meno a forme

rituali di affiliazione, si sia limitato a prestare la propria adesione, con impegno di messa a

disposizione, per quanto necessario, della propria opera, all’associazione anzidetta, giacchè

anche in tal modo il soggetto viene consapevolmente ad accrescere la potenziale

capacità operativa e la temibilità dell’organizzazione delinquenziale” (Cass. 16.6.92,

Altadonna);

- “L’assunzione della qualifica di uomo d’onore è significativa non già di una semplice

adesione morale, ma addirittura di una formale affiliazione alla cosca mercè apposito rito (la

c.d. legalizzazione)“ (Cass. 27.8.96, Brusca);

- “Nell’assunzione della qualifica di uomo d’onore va ravvisata non soltanto l’appartenenza -

tendenzialmente permanente e difficilmente revocabile - alla mafia, nel senso letterale del

personale inserimento in organismo collettivo con soggezione alle sue regole me comandi,

ma altresì la prova del contributo causale, che è immanente nell’obbligo di prestare ogni

propria disponibilità al servizio della cosca, accrescendone così la potenzialità operativa e

la capacità di inserimento nel tessuto sociale anche mercè l’aumento numerico dei suoi

membri. E invero, se la condotta di partecipazione ad una associazione per delinquere, per

essere punibile, non può esaurirsi una manifestazione positiva di volontà del singolo di

aderire al sodalizio che si sia già formato, occorrendo invece la prestazione da parte dello

stesso, di un effettivo contributo che può essere anche minimo e di qualsiasi forma e

contenuto, purché destinato a fornire efficacia al mantenimento in vita della struttura o al

perseguimento degli scopi di essa, nel caso dell’associazione di tipo mafioso - che si

differenzia dalla comune associazione per delinquere per la sua peculiare forza di

intimidazione scaturente dal legame che unisce gli associati ai quali si chiede di prestare,

Page 254: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 254

quando necessario, concreta attività diretta a piegare la volontà dei terzi - il detto

contributo può essere costituito anche dalla dichiarata adesione all’associazione da

parte del singolo, il quale presti la propria disponibilità ad agire, quale uomo d’onore,

ai fini anzidetti” (Cass. 28.1.2000, Oliveri);

- “Sul piano probatorio, la partecipazione ad una associazione di tipo mafioso può essere

desunta da indicatori fattuali dai quali, sulla base di attendibili regole di esperienza attinenti

propriamente al fenomeno della criminalità di stampo mafioso, possa logicamente inferirsi

la appartenenza del soggetto al sodalizio, purché si tratti di indizi gravi e precisi, come, ad

esempio, i comportamenti tenuti nelle pregresse fasi di "osservazione" e "prova",

l'affiliazione rituale, l'investitura della qualifica di "uomo d'onore", la commissione di

delitti-scopo, oltre a molteplici e significativi "facta concludentia", idonei senza alcun

automatismo probatorio a dare la sicura dimostrazione della costante permanenza del

vincolo, con puntuale riferimento, peraltro, allo specifico periodo temporale considerato

dall'imputazione.” (Cass. 1470/07; Cass. Sez. Un. 33748/05).

- Negli stessi termini, proprio in tema di ndrangheta, con la già citata sentenza nr. 2350/04 si è

affermato che “la condotta di partecipazione ad un'associazione per delinquere, per essere

punibile, non può esaurirsi in una manifestazione positiva di volontà del singolo di aderire

alla associazione che si sia già formata, occorrendo invece la prestazione, da parte dello

stesso, di un effettivo contributo, che può essere anche minimo e di qualsiasi forma e

contenuto, purché destinato a fornire efficacia al mantenimento in vita della struttura o al

perseguimento degli scopi di essa. Nel caso dell'associazione di tipo mafioso,

differenziandosi questa dalla comune associazione per delinquere per la sua peculiare

forza di intimidazione, derivante dai metodi usati e dalla capacità di sopraffazione, a

sua volta scaturente dal legame che unisce gli associati (ai quali si richiede di prestare,

quando necessario, concreta attività diretta a piegare la volontà dei terzi che vengano a

trovarsi in contatto con l'associazione e che ad essa eventualmente resistano), il detto

contributo può essere costituito anche dalla dichiarata adesione all'associazione da

parte del singolo, il quale presti la sua disponibilità ad agire come "uomo d'onore", ai

fini anzidetti.” (Cass. n. 2350/2004, imputato Papalia + altri).

- In termini sintetici: “La disponibilità a fare, insita nella scelta di aderire al sodalizio,

genera negli altri membri la certezza di poter contare, all’occorrenza, sul suo apporto,

e costituisce per ciò solo un valore per l’associazione stessa” (Cass. 2340/04)

In tema di associazione per delinquere di tipo mafioso, da ultimo, le relazioni di parentela e di

affinità dell’imputato assumono valore indiziante aggiuntivo circa la partecipazione al

sodalizio, nulla impedendo che una volta accertata, da un lato, l’esistenza di un’organizzazione

delinquenziale a base familiare e, d’altro canto, una non occasionale attività criminosa di singoli

esponenti della famiglia nel medesimo campo in cui questa opera, venga considerato non privo di

valore indiziante, in ordine alla partecipazione dei suindicati soggetti al sodalizio criminoso, anche

Page 255: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 255

il fatto che vi siano legami di parentela o di affinità tra essi e coloro che, nel sodalizio familiare

criminale, occupano posizioni di vertice o, comunque, di rilievo (cfr. Cassazione Penale, Sez. VI,

21 maggio 1998, n. 3089).

Orbene, gli esiti delle precedenti indagini svolte nei confronti della consorteria e condensate

nell’ordinanza di cui all’operazione Alta Tensione (di cui si è detto), le emergenze delle

intercettazioni telefoniche ed ambientali prima riassunte (tratte anche dall’indagine CRIMINE –

PATRIARCA) e le dichiarazioni rese da MOIO Roberto e VILLANI Consolato denotano come

sia giuridicamente fondata la contestazione agli odierni indagati del delitto di associazione di

tipo mafioso, apparendo innegabile che la cosca CARIDI - LIBRI, cui essi appartengono,

costituisca un’articolazione della più ampia associazione mafiosa denominata ’ndrangheta,

operante sul territorio della provincia di Reggio Calabria, in quello nazionale ed estero, con tutte

quelle caratteristiche necessarie per l’integrazione del delitto associativo contestato e, cioè,

- l’accordo criminoso tra i soggetti

- il perseguimento del programma criminoso con il metodo mafioso.

- un’organizzazione adeguata a tale perseguimento.

Numerosi, infatti, sono gli elementi indiziari dimostrativi, allo stato degli atti, dell’attuale

operatività della cosca, nonché della partecipazione ad essa, tra gli altri, degli odierni indagati.

1) Vengono, anzitutto, in evidenza, come detto, le considerazioni rassegnate da questo

Ufficio con l’ordinanza denominata “Alta Tensione”, che si sono riportate in sintesi

al paragrafo 3) e che denotano con margini di certezza, la correttezza della

contestazione cautelare di cui al capo A), evidenziando, in maniera del tutto coerente

alle emergenze indiziarie rappresentate nel corpo di quel provvedimento, la

sussistenza dell’articolazione della ‘ndrangheta definita cosca BORGHETTO –

CARIDI – ZINDATO, la quale opera nel contesto della più ampia cosca LIBRI,

imponendo la sua egemonia nella zona Sud di questa città, specie nel quartiere di

San Giorgio, che rappresenta il teatro delle condotte delittuose che sono state

disvelate dall’ulteriore segmento investigativo curato dalla P. G. operante;

2) Rilevano, poi, le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia (MESIANO, in

Alta Tensione) MOIO e VILLANI, che dell’esistenza della cosca suddetta hanno

riferito nel corso del tempo.

3) Oltre le sentenze citate nell’ordinanza Alta Tensione, poi, sono le emergenze

dell’attività di P. G. e delle intercettazioni ambientali e telefoniche sopra indicate

e le vicende che, grazie ad esse, sono state approfondite e ricostruite a consentire

di cogliere tutte le caratteristiche tipiche della fattispecie di reato.

Page 256: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 256

In particolare, occorre considerare quanto segue:

o le intercettazioni evidenziano l’assiduità della frequentazione del CONDEMI Domenico,

del CALDERAZZO Rosario, del LOMBARDO Vincenzo e del ROTTA Vincenzo (e

qualificano la figura del primo quale importante esecutore di diverse condotte criminali,

come quella del ROTTA quale soggetto di evidente carisma nell’ambito del sodalizio, tanto

da esser definito mastro di misericordia);

o i colloqui intercettati fanno emergere la condivisione di interessi ed il rapporto di intima

cointeressenza che esiste fra gli indagati in relazione a questioni e vicende che

riguardano il loro collocamento in ambito mafioso (si pensi ai dialoghi tratti da

PATRIARCA, in cui si evidenzia il momento di fibrillazione rispetto alla consorteria per la

reggenza del CARIDI Santo, non ben tollerata dagli indagati, ovvero al comune impegno nel

sostegno elettorale del PLUTINO Giuseppe);

o emblematica della capacità d’infiltrazione della cosca è proprio la vicenda dell’appoggio

fornito al PLUTINO, cui vengono rappresentate le istanze degli elettori e che provvede,

come si avrà modo di osservare in prosieguo, alla soddisfazione delle promesse operate;

o assolutamente esplicativa della capacità di intimidazione e della pervasività della cosca nella

vita economica dell’ambiente in cui opera, è la vicenda estorsiva di cui è vittima il

consigliere regionale NUCERA;

o ancora, sotto questo profilo, le diverse intercettazioni in cui CONDEMI Domenico palesa il

controllo della criminalità nomade, al pari del fratello Filippo, egli pure in grado di

ottenere la restituzione di refurtiva;

o ulteriore espressione del metodo mafioso gli atti intimidatori descritti dalle conversazioni

intercettate;

o così come il danneggiamento a mezzo di colpi d’arma da fuoco alla saracinesca della

gioielleria BASILE, classica espressione di quella che può definirsi una sorta di estorsione

ambientale imposta ai commercianti della zona d’influenza del sodalizio.

In conclusione, l’intero compendio indiziario offerto con la richiesta e con gli atti ad essa allegati e

trasmessi, dimostra non solo l’esistenza ma anche l’attuale operatività della consorteria

CARIDI in seno al territorio cittadino di San Giorgio e zone limitrofe, espressione, per come è dato

cogliere dalle interazioni stesse del suo apicale esponente CARIDI Santo Giovanni con importanti

esponenti del suo organigramma provinciale, dell’associazione di tipo mafioso denominata

‘ndrangheta, della quale le varie cosche – come quella in esame – costituiscono delle articolazioni.

Page 257: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 257

7. LE CONCLUSIONI IN ORDINE ALLE POSIZIONI PERSONALI DEGLI

INDAGATI DEL DELITTO DI CUI AL CAPO A).

CALDERAZZO Rosario

Riferisce di lui il collaboratore di giustizia MOIO Roberto:

A d. r.”La foto n.10 è di un soggetto che se non mi sbaglio è originario di Gioia Tauro che abita

vicino casa di mia madre ad Archi; anni fa lavorava lo stupefacente con TIARA Eugenio del clan

TEGANO-DE STEFANO; poi ha aperto un centro estetico gestito con la sua compagna;

successivamente un casinò sito in zona mercato ed anche un ristorante all’ex Mr.Kiwi;

A d. r.”Ora non sono in grado di collocarlo in specifici ambienti di ‘ndrangheta ma ha molta

amicizia con personaggi di Gioia Tauro”;

A d. r.”Del centro estetico so che dopo qualche tempo fu bruciato dagli stessi titolari per

beneficiare dell’assicurazione ma poi dovrebbero averlo riaperto”;

La foto n.10 è di CALDERAZZO Rosario.

Se il MOIO non indica espressamente come partecipe alla consorteria CARIDI l’odierno indagato,

le sue indicazioni si rivelano di evidente utilità, specie quando riferisce dell’incendio del centro

estetico, a suo dire (e si è osservato quanto possa essere reputato attendibile il suo narrato), bruciato

dagli stessi titolari per beneficiare dell’assicurazione e poi riaperto.

Ciò posto, l’analisi degli elementi indiziari desunti a carico del CALDERAZZO specie dalle

risultanze dell’operazione CRIMINE fanno, tuttavia, concludere come egli possa essere ritenuto

partecipe del sodalizio CARIDI – LIBRI sopra configurato (confermando, pertanto, quanto emerge

nelle recenti investigazioni della Squadra Mobile, su cui si tornerà brevemente oltre).

Correttamente, il P. M. evidenzia come, in quel momento storico, CARIDI Antonino si trovasse

ristretto in carcere, con la conseguenza, pacificamente emersa anche dal contenuto delle varie

conversazioni evidenziate, che CARIDI Santo era il reggente della cosca CARIDI. Ciò che ha,

come giustamente si segnala, immediata ricaduta da un punto di vista probatorio, in quanto è chiaro,

nel valutare il contributo offerto dagli indagati, che coloro i quali si muovono in quella fase storica

intorno alla figura di CARIDI Santo, si muovono intorno a quello che, in quel momento, è il punto

di riferimento della cosca. Considerazione, questa, che vale per tutti gli indagati del presente

procedimento emersi anche in seno a quello c.d. CRIMINE.

Orbene, si è visto come CALDERAZZO, davanti alle difficoltà sorte in occasione dell’apertura del

centro estetico ‘Le muse’, si sia rivolto, per la soluzione delle stesse, proprio al CARIDI Santo, in

Page 258: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 258

quel momento esponente di vertice dell’omonima consorteria, stante lo stato di detenzione del

fratello CARIDI Antonino. Si è anche visto come i componenti della famiglia CARIDI,

analogamente a quella dei LIBRI, siano stati presenti il giorno dell’inaugurazione del suddetto

centro. In relazione al cui incendio, circostanza che potrebbe far dubitare dell’intraneità del

CALDERAZZO al sodalizio criminale, si condivide quanto opinato dal P. M. quando osserva che: -

da un lato, il fatto lasciava stupiti anche GATTUSO Nicola e GATTUSO Francesco, ben

consapevoli della vicinanza del CALDERAZZO a CARIDI Santo (come vedremo a breve), aprendo

la strada a ricostruzione alternative; - dall’altro, una di queste opzioni, opposta a quella che

vedrebbe in CALDERAZZO una ‘vittima’, discende dalle dichiarazioni del collaboratore MOIO

Roberto in data 26.7.11, che, come si è appena apprezzato, pur non ricordando il nominativo e la

specifica collocazione criminale del CALDERAZZO, faceva riferimento proprio all’incendio del

centro estetico, affermando di avere saputo che era stato lo stesso titolare ad appiccare il fuoco per

recuperare i soldi dell’assicurazione. Ne consegue che questo elemento dubitativo passa del tutto in

secondo piano rispetto alla pluralità, convergenza e precisione dei dati indiziari che si ricavano dal

compendio intercettivo che verrà, ora, richiamato.

Riportandosi alle considerazioni rassegnate nell’esposizione del materiale indiziario, occorre

evidenziare che le conversazioni che vedono impegnato il CALDERAZZO Rosario unitamente al

CARIDI Santo nel contesto delle indagini di cui al procedimento CRIMINE rilevano sia in

riferimento alla vicenda del parrucchiere assunto presso il centro estetico Le Muse sia con riguardo

ai rapporti con esponenti della cosca IAMONTE. E, infatti, in occasione delle difficoltà incontrate

in relazione all’assunzione di un dipendente presso il suo centro estetico, il CALDERAZZO, come

si è detto, si era subito rivolto, quale suo punto di riferimento, a CARIDI Santo. E, in tale occasione,

egli palesa agevolmente la capacità di andare ad interfacciarsi direttamente con i componenti della

cosca LIBRI senza necessità di alcun filtro e di recarsi, su suggerimento del CARIDI stesso,

direttamente presso la donna che aveva creato quelle difficoltà al fine di intimidirla. Elementi,

questi, in sé significativi dell’appartenenza del CALDERAZZO al sodalizio. Sintomatico di quanto

si opina, in particolare, lo stupore del CALDERAZZO per non essere stato contattato direttamente

all’insorgere del problema, atteso il suo inserimento in quel contesto mafioso (non mi hanno

chiamato a me, vi hanno chiamato a voi... non era giusto che chiamino me se c'era qualcosa che

non funzionava non capisco io, scusate... se siamo tutti, se siamo tutti, non lo so io... ). Questione,

quella del parrucchiere, ovviamente risolta…

Ulteriore dato confermativo dell’inserimento dell’indagato nell’alveo della cosca CARIDI, poi, è il

dialogo intercorso tra GATTUSO Nicola e CARIDI Santo, nel corso del quale il GATTUSO diceva

al CARIDI che, in quel momento, non avrebbero potuto attribuire alcuna carica di ndrangheta

Page 259: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 259

proprio al CALDERAZZO Rosario (…Un passaggio che dovete fare voi, ve lo devo fare io ora, mi

dispiace per Saro (CALDERAZZO Rosario ndr) ma non possiamo fare troppo traffico).

Ancora, la partecipazione del CALDERAZZO a quello che deve essere considerato un vero e

proprio summit, avvenuto a Melito P. S., tra CARIDI Santo, GATTUSO Nicola e CALDERAZZO

Rosario ed esponenti della cosca IAMONTE, in ordine ad accordi da prendere in relazione ad un

non meglio specificato lavoro (anche considerato, a tale ultimo riguardo, l’uso di termini diretti a

criptare l’oggetto del dialogo e di evidenti cautele, in un caso consistite nel disattivare i telefoni

cellulari – dato, di per sé, sintomatico della delicatezza del viaggio e, quindi, della riunione –).

Per non tacere, poi, dell’evidente rilievo di un incontro con OPPEDISANO Michele, cui il

prevenuto prende parte, appunto, unitamente al CARIDI ed al GATTUSO Nicola. Con l’ovvia

considerazione che i due suddetti apicali esponenti della ‘ndrangheta non solo nutrivano fiducia nei

confronti del CALDERAZZO, al punto da farsi da lui accompagnare ad incontri del genere, ma lo

reputavano anche estremamente affidabile.

Occorre, a tal riguardo, rammentare che, per quanto concerne i partecipanti (a vario titolo) alle

riunioni, risulta di tutta evidenza che soggetti estranei al sodalizio non possono certo partecipare a

tali incontri, stante il carattere segreto della ’ndrangheta. La partecipazione al summit non può,

pertanto, essere accostata alla “frequentazione di mafiosi per ragioni di parentela, affetti, amicizia,

comune estrazione ambientale o sociale, per rapporti di affari, per occasionali o sporadici contatti,

soprattutto in occasione di eventi pubblici (cortei, feste, funerali, etc. in contesti territoriali

ristretti” (Cass. 24469/09), che di per sé sola non può costituire prova dell’appartenenza e ciò in

quanto, come appartiene al notorio giudiziario di questo distretto, i summit non sono mere riunioni

conviviali ma riunioni dell’associazione mafiosa. Il principio giurisprudenziale sopra richiamato,

secondo il quale solo gli affiliati hanno titolo per partecipare ai summit, ha trovato un riscontro

straordinario nell’attività di indagine compiuta, proprio ai fini del procedimento CRIMINE, dalla

Compagnia CC di Melito P. S., in particolare nella parte dell’informativa dedicata all’esistenza di

un organismo della ‘ndrangheta, denominato “il Tribunale”, deputato a giudicare i sodali

responsabili di determinate “mancanze” o “trascuratezze”, in cui l’addebito, peraltro mosso al

GATTUSO Ciccillo, ineriva l’aver consentito la presenza ad una riunione di un soggetto che non

aveva grado e, dunque, non poteva stare, cioè non poteva partecipare alla riunione, non essendo

affiliato.

Andando, ancora, a richiamare brevemente alcune risultanze indiziarie, dal progressivo 9907

13.11.08 h 17.44, emerge che CARIDI chiamava CALDERAZZO. Ciò, secondo corretta

ricostruzione del P. M., per due motivi: 1) incontrarsi personalmente presso il banco per la rivendita

Page 260: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 260

di frutta e ortaggi sito sul viale Europa, di proprietà di CARIDI Antonia sorella dei fratelli CARIDI

e moglie di ZINDATO Giuseppe (quest’ultimo destinatario dell’OCC nr. 259/06 RGNR DDA

“Operazione Alta Tensione), dunque in uno dei punti di riunione del gruppo, onde essere

accompagnato ‘a fare visita ad un amico’ n. m. i.; 2) organizzare una cena per la serata.

Dalla disamina dei progressivi 9940, 9943, 9945 del 13.11.07, tra le ore 20.05 e le ore 20.35, si

evince chiaramente che, alla cena con CARIDI e CALDERAZZO, di ritorno dalla visita all’‘amico’

sconosciuto di CARIDI, partecipavano pure ROTTA e CONDEMI Domenico. Dal

progressivo17856 13.11.08 h 21.35, ancora, emerge che, durante la cena, CARIDI Santo chiamava

GATTUSO Nicola, rappresentandogli di essere passato sia da lui che da GATTUSO Francesco nel

pomeriggio, non avendoli trovati: a quel punto, GATTUSO Nicola sottolineava la necessità di

incontrarsi comunque col CARIDI, il quale rispondeva che sarebbe passato dopo. Da ciò si ricava,

come efficacemente sintetizza il P. M., che l’amico da cui CALDERAZZO aveva accompagnato

CARIDI era da ritenere proprio GATTUSO Nicola; durante la cena, quindi, tra CARIDI,

CALDERAZZO, ROTTA e CONDEMI, il primo, alla presenza degli altri, aveva richiamato

GATTUSO e progettato il loro incontro per la stessa serata, dopo la cena collettiva. Ragion per cui

CALDERAZZO, ROTTA e CONDEMI erano legittimati quantomeno a sapere degli incontri

tra GATTUSO e CARIDI, soggetti al vertice dei diversi sodalizi. Anche se è ragionevole

pensare che tutti fossero a conoscenza dei motivi per cui CARIDI doveva incontrare GATTUSO,

considerato che già quest’ultimo aveva, due mesi prima, ipotizzato di incontrarsi alla presenza di

ROTTA (vd. oltre) e che, lo stesso giorno, il CALDERAZZO aveva accompagnato vanamente

CARIDI dal GATTUSO. A conferma di quanto sopra, nonché dell’importanza e dell’urgenza,

evidentemente, delle questioni da affrontare, dal progressivo 17868 13.11.08 h 23.29, emerge che,

effettivamente, dopo la cena, CARIDI in tarda serata incontrava il GATTUSO.

Dal progressivo 9956 14.11.07 h 8.39, ancora, si coglie che, il giorno dopo la cena,

CALDERAZZO, nelle prime ore della giornata, chiamava ROTTA, dicendogli di andare a prendere

un soggetto di cui evidentemente non era opportuno fare il nome (“eh.. se vedete a coso là, e ci

vediamo li sotto… a chi! a chi dovete portare secondo voi?”), per poi incontrarsi presso un locale

nelle vicinanze del porto. Alle 9.50, a conferma dell’avvenuto contatto, la macchina di ROTTA

veniva effettivamente notata sotto il ristorante indicato nella conversazione. Dal progressivo194

14.11.08 h 10.29, in occasione di conversazione ambientale sull’auto di ROTTA, si comprende che

i due si stavano recando da CARIDI Santo: il ROTTA, in particolare, stava fungendo da

intermediario nella controversia tra CARIDI ed un terzo, probabilmente quello che i due avevano

appena incontrato; l’incontro tra ROTTA e CARIDI, alla presenza del CALDERAZZO, era

finalizzato ad organizzare un incontro ulteriore tra ROTTA e CARIDI per discutere compiutamente

Page 261: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 261

della situazione venutasi a creare. Dal progressivo 194 in continuazione si evince che l’incontro con

CARIDI effettivamente avveniva e che: - il ROTTA non aveva un interesse personale nella vicenda

(“Interessa a me compare, sai cosa m'interessa ...”); - il vero interessato era tale ‘Vincenzo’

(ROTTA “il pazzo ieri sera è venuto che dobbiamo fare”… CARIDI”Voi mi parlate di

Vincenzo’”… ROTTA “E’ un po’ “sgarrato”…”); - il ROTTA era andato a parlare con CARIDI ‘in

conto terzi’ (“Io, io quello che ti dovevo dire te l'ho detto”) perché lo rispettava (“Eh, so solo che,

se vengo, perchè ti voglio bene, altrimenti non, non venivo”). Le caratteristiche del rendez vous,

come ben indica il requirente, sono quelle di un tipico incontro chiarificatore di matrice

‘ndranghetistica, attestato, per un verso, dalla caratura stessa del CARIDI e, per altro verso, dai

timori e dalle accortezze manifestate dal duo ROTTA/CALDERAZZO sulla versione da riferire al

CARIDI circa il loro preventivo incontro.

Dai progressivi 10856, 784, 786, 787, 10888, 10891, 300 del 23.11.07, ancora, si apprende

dell’organizzazione di un incontro tra CALDERAZZO, ROTTA, LOMBARDO e CONDEMI. La

finalità dichiarata era quella di fare una ‘rimpatriata’; i termini utilizzati sono talvolta criptici

(ROTTA a CONDEMI: “vedete che ci hanno invitato stasera… da quell'amico la, ci vediamo alle

otto al bar?”… LOMBARDO ”Non parlare per telefono”): appare, pertanto, come essi reputassero

opportuno non farsi notare tutti assieme (CALDERAZZO a ROTTA: “ma non partiamo da la

insieme, facciamo come vi dico io“ … “vi vedete voi là e mi chiamate“) e depistare eventuali

‘osservatori’ (ROTTA a LOMBARDO: “Facciamo il giro largo, perchè non si può sapere mai, ci

tengono sotto pressione i cristiani”); veniva ribadita l’inopportunità di essere notati tutti assieme

dai parenti del CONDEMI, ovvero i CARIDI (LOMBARDO a ROTTA:“Noi abbiamo sbagliato

che abbiamo preso appuntamento la comunque, l'ho pensato io questo fatto”; ROTTA a

LOMBARDO: ““…ci vedevamo a casa mia, mi prendevate a casa, si potevano evitare tutte queste

barzellette…”); si capisce che il timore è legato alla possibilità d’essere visti proprio da CARIDI

Santo (ROTTA a LOMBARDO: “Santo ha naso, capisci? ha visto a te là, era assai che non ti

vedeva, con me”.. LOMBARDO a ROTTA: ““Era assai che non c'era lui. Che ne sa lui”). I

termini criptici e le cautele utilizzate sono tutti elementi univocamente significativi del fatto che

dell’incontro tra i soggetti in questione era meglio che non venissero a conoscenza né le forze di

polizia che avessero in corso eventuali intercettazioni e/o pedinamenti, né i CARIDI, parenti di

CONDEMI, e, in particolare, il reggente della cosca CARIDI Santo. Dato, questo, chiaramente

sintomatico di un timore da parte degli indagati sia in relazione ai primi che al secondo.

Dai progressivi 301 e 302 del 23.11.07, relativi alla conversazione ambientale nell’auto di ROTTA,

successiva alla cena, si desumono, poi, le argomentazioni della stessa, unitamente alle motivazioni

del timore d’essere notati dai CARIDI. Infatti emerge: - l’insofferenza di tutti loro verso CARIDI

Page 262: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 262

Santo e le persone a lui più vicine (ROTTA: “con questi "mau-mau"… ““...dobbiamo cercare di

"svermicarci" invece, di questi, siamo "invermicati", ancora non avete capito, dobbiamo

"svermicare"!... e se non ci "svermichiamo" siamo rovinati!”; CALDERAZZO: “Non ne posso

più”; CONDEMI: “... e si si...“); - l’esistenza di un motivo specifico di contrasto (CALDERAZZO:

““No guardate, io sono con Mico (ndr. CONDEMI Domenico) per questo fatto, purtroppo per

questo fatto, per altre cose, per questo fatto, la vedo come la vede lui, ne più, nè meno”… ”Per

questo fatto qua di quello che abbiamo parlato prima, io non glielo permetto neanche questo fatto,

io sono il primo che faccio il finimondo”); - l’unità del loro gruppo (ROTTA riferito a

CALDERAZZO sul ‘fare il finimondo’: ““Pure io, tutti siamo con te“); - tra essi, il ROTTA

appare il più cauto, evidenziando la rischiosità della situazione venutasi a creare (ROTTA: “Avete

tre picciotti voi... tre bambocci avete a casa, tre e tre... (pausa)... devo guardare pure io l'incol... i

cristiani seri e onesti, devono guardare pure l'incol... quando, quando c'è un bene, c'è un affetto,

devi guardare pure l'incolumità... di queste cose uno”), suggerendo di fare le cose in maniera

accorta (ROTTA: “Apposta io... voglio le cose che si fanno... ad opera d'arte... e no a muzzo!), non

agendo d’impeto ma aspettando il momento opportuno (ROTTA: “Ma questo sarà, quando ci sarà

un momento, noi interveniamo subito ..inc.. all'atto”… “Pensate che io sono contro di voi, sono

pure io con voi…” … ““... non mi... non mi hai... non mi hai capito, cercate di essere intelligenti”

… “non voglio che vi bruciate... forse non avete capito... noi qui dobbiamo fare le cose... per

bene!...”). Ed appare condivisibile la lettura che se ne offre da parte del P. M., quando sottolinea

che la conversazione si spiega solo nel senso dell’esistenza di un contrasto in seno ad un sodalizio

che vede contrapporsi, da un lato, CARIDI Santo ed i soggetti a lui vicini e, dall’altro, il gruppo di

ROTTA e gli altri conversanti, che non sopportano il predetto.

Dai progressivi 870, 872, 873 del 30.11.07, poi, emerge l’organizzazione di un’altra cena tra i

quattro. Nel progressivo 367, captato di seguito alla cena all’interno dell’auto di ROTTA, i

conversanti ritornano sugli argomenti trattati e sui dissapori nei confronti di CARIDI Santo e dei

suoi uomini. LOMBARDO manifesta espressamente la sua intenzione di uscire dal gruppo qualora

continuassero a comandare certi personaggi (““io ho detto una cosa...allora io...continuo, solo

se...non ci sono quelle persone, se ci sono quelle persone, di me non tenete conto…per discorsi di

qua..”) e la sua insofferenza nei confronti di CARIDI Santo (“l'altro giorno mi ha chiamato...inc...

...mi ha chiamato Santo...se gli do il numero di cellulare...ma non mi rompere i coglioni!...Santo...il

numero di cellulare...ma!”… “...io con i cessi non voglio avere a che fare...”); ROTTA, ancora una

volta, manifesta maggiore cautela (““non te... per noi quattro ci interessa!… trent'anni che ti

spiego le cose io... siamo quattro crist...è basta! e abbiamo finito...me lo segui il discorso?! Tutto il

contorno, le barzellette, le chiacchiere... è tutto fu...fumata... tutto...tutto... tutto cosa è... mi segui o

Page 263: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 263

no!? e come te lo devo dire!? è tutto traffico e marea e non c'è niente”), sottolineando

l’impossibilità di tornare sui propri passi (““tu ancora non hai capito niente...noi siamo già

compromessi... forse ancora non lo hai capito...non c'è altra salvazione...noi ormai ci siamo, siamo

compromessi..”), potendo, al più, limitare i danni (““noi qua dobbiamo prendere le

misure...dunque, dobbiamo...dobbiamo cercare il metodo per prendergliele noi”); infine, si

percepisce che il motivo di tanto risentimento è il timore del LOMBARDO di essere scavalcato

da qualcun altro da un punto di vista mafioso (ROTTA: ““...e aspetto che vengono e fanno a

lui... a... inc...e chi sei?” LOMBARDO: ““...eh!? te lo dico io che gli ammazzo pure i figli, se mi

devono fare a me!...me ne fotto di loro...”). Anche in questo caso corretta inferenza appare quella

che la conversazione sia dello stesso tenore della precedente, palesando come esistesse un’evidente

fibrillazione, dovuta all’insofferenza nei confronti di CARIDI Santo, reggente del sodalizio, non

sopportato da alcuni dei suoi accoliti, come ROTTA e gli altri, particolarmente legati fra loro e che

temevano di essere messi in secondo piano nelle gerarchie criminali. D’altra parte, per

CALDERAZZO si è visto come un suo ‘avanzamento’ fosse stato considerato prematuro, mentre

LOMBARDO sembra temere esplicitamente la possibilità di essere scavalcato da qualcun altro.

Concludendo, dall’operazione ‘Crimine’ emerge, da un lato, il particolare legame tra CONDEMI

Domenico, ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario e,

dall’altro, la comune appartenenza alla cosca LIBRI – CARIDI, che, paradossalmente, si ricava

in particolar modo dal dialogo in cui gli interlocutori lamentano esplicitamente i comportamenti

tenuti da CARIDI Santo, dimostrando, tuttavia, di essere a quest’ultimo subordinati e di temerne la

pericolosità, pur progettando di allontanarsi a causa del comportamento di altri, vicini al CARIDI,

che, a loro parere, stavano danneggiando l’organizzazione.

Dal tenore dei dialoghi intercettati, in particolare, emerge che LOMBARDO Vincenzo e

CALDERAZZO Rosario apparivano concordare con le linee di condotta di CONDEMI Domenico,

manifestando l’intenzione di rimanergli accanto fino alle estreme conseguenze (‘fino alla fine’),

mentre ROTTA Vincenzo si dimostrava più riflessivo, consigliando i sodali a muoversi con

circospezione, in modo da non incorrere in ritorsioni da parte di altri associati. Il LOMBARDO

Vincenzo, invece, si dimostrava in palese contrasto con CARIDI Santo, giungendo a prospettare

esplicitamente la sua fuoriuscita dal gruppo, qualora a gestire l’organizzazione fosse rimasto lo

stesso CARIDI Santo. D’altra parte, come sottolineato, emergeva anche il particolare motivo di

risentimento da parte del LOMBARDO, dovuto alla possibilità dell’attribuzione di una ‘dote’

(carica di ndrangheta) ad altro soggetto vicino a CARIDI Santo a suo discapito: fatto da cui sarebbe

potuta derivare una sua reazione anche violenta (“...e aspetto che vengono e fanno a lui... a... inc...e

Page 264: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 264

chi sei?...” “...eh!? te lo dico io che gli ammazzo pure i figli, se mi devono fare a me!...me ne fotto

di loro...”).

In conclusione – corretto è l’argomentare del requirente che, condiviso, viene riportato – può

affermarsi che le conversazioni riportate fotografano un particolare momento di fibrillazione

nell’ambito del sodalizio di comune appartenenza, che non esclude affatto l’esistenza di un vincolo

associativo tra i soggetti monitorati ma, anzi, lo presuppone e lo conferma, anche nel momento in

cui gli stessi testimoniano in maniera evidente l’insofferenza del momento nei confronti del

soggetto, CARIDI Santo, cui rimanevano, tuttavia, inevitabilmente sottoposti in un momento in cui

il predetto era chiamato a svolgere funzioni di reggenza sul territorio della cosca a causa dello stato

di detenzione del più importante fratello CARIDI Antonio.

La comunione di interessi tuttora perdurante fra i quattro indagati ed il sodalizio, d’altra parte,

emerge pienamente dalle conversazioni captate nel corso di questo stesso anno 2011, che palesano

il comune operare dei quattro, ad esempio, per l’elezione del candidato di riferimento della cosca,

PLUTINO Giuseppe. Altra manifestazione del comune sentire ed operare del CALDERAZZO, del

LOMBARDO e del ROTTA, poi, si ha nella vicenda dell’intervento sul CONDEMI Domenico per i

problemi che sta arrecando a sé stesso, ed al sodalizio, con la sua relazione extraconiugale.

LOMBARDO Vincenzo

Valgono integralmente, per il LOMBARDO Vincenzo, le considerazioni poco sopra rassegnate.

Si aggiunge, per completezza, come egli, in base alle dichiarazioni rese dal BASILE, si

accompagnasse, almeno fino allo scorso anno, al CONDEMI Domenico, nella raccolta delle offerte

per la festa di Gallicianò, comune d’origine di gran parte dei CARIDI (quella che, in occasione del

commento ai capi C) e C) bis, si è definita una sorta di estorsione ambientale praticata dalla

consorteria).

Riguardo alla sua posizione, ma le considerazioni valgono anche per il CALDERAZZO (con

riferimento, in tal caso, alla conversazione tra GATTUSO e CARIDI in cui si discuteva della

temporanea impossibilità di conferirgli una carica di ndrangheta), occorre evidenziare e ribadire

come il particolare motivo di risentimento da parte sua verso CARIDI è dovuto alla possibilità

dell’attribuzione di una ‘dote’ (carica di ndrangheta) ad altro soggetto vicino a questi ed a suo

discapito: fatto da cui sarebbe potuta derivare, per sua stessa ammissione (che denota la eidente

carica intimidatoria di cui è portatore), una reazione anche violenta. Al riguardo, appare necessario

evidenziare che, per come già affermato da questo Ufficio (proprio per i fini del procedimento

CRIMINE), nel caso della ‘ndrangheta, il conferimento della dote (o grado) è particolarmente

degno di rilievo sotto un triplice punto di vista: per chi dà la dote, per chi la riceve e per chi è

Page 265: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 265

presente al rituale. E, nel caso di specie, si coglie come il LOMBARDO, al pari del

CALDERAZZO, sia soggetto destinatario di una specifica “dote”. La rilevanza di simile profilo è

stata più volte ribadita dalla giurisprudenza prima citata nelle conclusioni sull’addebito associativo.

Non si dimentichi, poi, di considerare il particolare legame che avvince il LOMBARDO a suo

compare CONDEMI Domenico, che si riverbera nel legame dello stesso con il PLUTINO, e trova

estrinsecazione nell’intervento tentato con ROTTA e CALDERAZZO nella questione inerente la

sua relazione extraconiugale.

ROTTA Vincenzo.

Qui richiamate le considerazioni rassegnate in ordine alla posizione del CALDERAZZO,

perfettamente atte a dimostrare la partecipazione anche del ROTTA al sodalizio, occorre operare

solo qualche altra considerazione.

ROTTA Vincenzo è oggetto della conversazione registrata, in data 13 Settembre 2008, all’interno

dell’autovettura Mercedes di GATTUSO Nicola (prog. 2875 – RIT DDA 1205/07). Il GATTUSO,

infatti, invitava CARIDI Santo (in auto con lui) a portare con loro anche ROTTA Vincenzo,

affermando: … E ROTTA dov'é?… Eh venite voi due, se lo merita, o no voi sapete….

Che ROTTA avrebbe dovuto partecipare insieme ai due interlocutori ad un non meglio precisato

incontro di natura certamente illecita, e comunque di interesse della cosca CARIDI, veniva

implicitamente confermato dalla risposta fornita da CARIDI Santo, che, infatti, affermava che,

prima di farlo partecipare, avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione al fratello CARIDI Antonino,

allora detenuto (…Io voglio che parlo con mio fratello prima…).

Nello stesso apprezzamento di uno degli indagati, MANDALARI Carmelo, poi, egli è,

nell’attualità, esplicitamente considerato uno dei ‘migliori cristiani di San Giorgio’ per i suoi

trascorsi giudiziari (e, infatti, si è detto dei legami palesati dai precedenti illustrati nell’apposito

paragrafo).

Dalla vicenda della relazione extraconiugale del CONDEMI Domenico si evince, poi la particolare

stima di cui gode presso gli accoliti, sia quelli cui solitamente si accompagna, il LOMBARDO, il

CALDERAZZO ed il CONDEMI (che accetta di parlare con lui della questione e viene posto

davanti a tutti i rischi che la sua credibilità di ndranghetista patisce a cagione della situazione, oltre

a quelli che corre per esporre la stessa cosca con le sue condotte), sia gli anziani. Egli, infatti, viene

– nell’occasione – definito ‘Mastro di misericordia’ e, ciò che più conta, viene incaricato da Pepè

CARIDI di richiamare all’ordine il CONDEMI, ‘stretto’ tra la nipote di Pepè (amante) e la sorella

di Gino e Cosimo BORGHETTO (moglie), che, non a caso, minaccia di dire tutto in sede di

colloquio ai congiunti.

Page 266: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 266

Sintomatica del suo stesso rango criminale, poi, la conversazione che egli intrattiene con la nipote,

in cui, oltre a vantare le sue qualità di uomo di rispetto, siccome quelle del suo pupillo CONDEMI

Domenico, evidenzia il suo impegno a prò del candidato PLUTINO, il quale, in cambio di detto

appoggio, farà avere al figlio del ROTTA una concreta possibilità di impiego, che tale rimane sol

perché è ROTTA a non volere che il figlio si sposti da Reggio, ove pretende che il PLUTINO lo

sistemi.

I fratelli CONDEMI Domenico e CONDEMI Filippo.

La posizione dei due fratelli va trattata contestualmente.

Nelle prime dichiarazioni rese per i fini del procedimento 250/06 RGNR DDA, il collaboratore di

giustizia MOIO evidenzia al loro riguardo quanto segue, nella descrizione che delle dinamiche della

zona di appartenenza della cosca CARIDI opera:

…OMISSIS…

MR:- No, rapporti no. Ci vedevamo, ci salutavamo … però so che fanno parte … di … della

cosca insomma. PLUTINO parecchie volte mi ha mandato i saluti … parecchie volte. Ah!

Ritornando … vabbè … ci sono anche due, attualmente non ricordo il nome, li chiamano I

GEMELLI, che sono praticamente due appartenenti anche alla cosca di … la cosca sempre … di

cui stiamo parlando, di CARIDI. Praticamente, in particolare … che attualmente hanno … loro

affittano macchine per matrimoni, macchine tipo ROLL ROYS, MERCEDES, macchine

particolari per matrimoni.

PM:- Ma pure questi … scusi un attimo se l’interrompo, pure Errante e Plutino sono tutti cugini

di questi …?

MR:- Si, tutti parenti, son parenti … parenti sono, si.

PM:- Ci sono poi … gemelli sono?

MR:- Si, due gemelli … li chiamano I GEMELLI, li chiamano, ma sono due fratelli che …

penso che sono gemelli perché si assomigliano. Uno è ricciolino, ha i capelli ricci …

PM:- Allora, sono sicuramente fratelli …

MR:- Si. Però ricordo in modo particolare che NINO CARIDI, durante gli anni che ho

conosciuto erano sempre suoi accompagnatori … oppure quando andavo lì a SAN GIORGIO li

vedevo sempre … sempre con la cosca.

PM:- Sempre con?

MR:- Con la cosca.

PM:- Attualmente dice che hanno … noleggiano auto …

MR:- Si, hanno …. Si, hanno macchine … macchine d’epoca, fanno matrimoni … che affittano

per matrimoni. Poi c’è …

Page 267: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 267

PM:- Senta, scusi se … stessa cosa, siccome parla di Nino Caridi quindi immagino parla sempre

di fatti … accompagnatori di Nino Caridi … parla sempre di fatti risalenti…

MR:- Prima della guerra, si…

PM:- Perfetto, stessa domanda. Successivamente al periodo della guerra, eccetera, eccetera, ne

ha più sentito parlare, li ha più visti, sa se questi hanno compiuto più specifici fatti riconducibili

all’interesse della cosca?

MR:- No. No, questo no … però so che sono … so che fanno parte della cosca insomma, và.

Ragazzi rispettati e … e pericolosi, và!

PM:- Ma questo dico, perché? E pericolosi perché? Sotto quale profilo? Cioè perché lei ritiene

pericolosi? Qualcuno le ha detto che praticamente questi sono pericolosi? Ci sono fatti specifici

per cui lei pensa che questi possano essere pericolosi?

MR:- No, parecchie volte … parecchie volte, in incontri che ho avuto … che avevo io, per dire …

cioè mi erano stati sempre presentati come personaggi … insomma … criminali!

PM:- Ho capito. Ma questo anche recentemente? O sempre parliamo dell’epoca?

MR:- No, sempre dell’epoca, no?

…OMISSIS…

L’identificazione dei due fratelli citati, come si è anticipato, è contenuta nell’informativa redatta

dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria in data 19.7.2011, che evidenzia:

“Soggetti identificati da questo Ufficio per i fratelli CONDEMI Filippo nato a nato a Reggio

Calabria in data 27.05.1974, ivi residente in viale Europa nr. 79 e CONDEMI Domenico, nato a

Reggio Calabria in data 03.07.1976, ivi residente in viale Europa nr. 79, essendo utile precisare che

CONDEMI Filippo, come indicato dal collaboratore di giustizia MOIO, è socio

accomandatario della RHEGIUM REGAL CARS S.a.s. di Filippo CONDEMI & C., sedente a Reggio

Calabria in viale Europa nr. 79, società che ha quale attività il noleggio di autovetture di lusso per

cerimonie ed eventi.(Allegato nr. 01)”

Le dichiarazioni rese dai collaboratori al P. M. nella fase successiva, invece, sono compendiate

nella prima parte dell’informativa della Squadra Mobile in data 23.9.11 che, per comodità

espositiva, nuovamente si riporta:

Nel corso della verbalizzazione del 26 luglio u.s. il collaboratore di giustizia MOIO Roberto confermava quanto in precedenza riferito in ordine all’appartenenza alla cosca CARIDI dei germani CONDEMI Domenico e CONDEMI Filippo, riferendo di conoscere i due soggetti da circa venti anni, ovvero dal periodo dell’ultima guerra di mafia, quando gli stessi accompagnavano CARIDI Antonino (RC 15.01.1961) agli incontri con i fratelli TEGANO, zii del dichiarante.

Il collaboratore nel corso della medesima verbalizzazione attribuiva a CONDEMI Domenico il ruolo di uomo di fiducia del sopra citato CARIDI Antonino, indicandolo tra l’altro come

Page 268: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 268

soggetto particolarmente pericoloso in ragione della sua aggressività, molto legato a BORGHETTO Eugenio (RC 20.01.1968) e LATELLA Paolo (RC 11.07.1970), insieme ai quali era solito frequentare il bar Mindo ubicato in questa via Pio XI, soggetti che, come riferito nel corso della nota del 26.07.2011, sono stati tratti in arresto in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell’ambito della operazione Alta Tensione, ai quali il medesimo CONDEMI è legato da vincoli di parentela essendone il cognato, avendo sposato BORGHETTO Anna.

…OMISSIS…

A d.r.”La foto n.6 è di un soggetto che conosco da circa vent’anni anche se non ricordo il nome:

appartiene ad un soggetto che assieme al fratello ha sempre fatto parte della cosca CARIDI; li

chiamavano ‘i gemelli’, e di loro ho pure già parlato in precedenti interrogatori; ho preso anche

degli appunti su di loro: ricordo che affittavano auto per matrimoni; anche durante la guerra di

mafia venivano a trovare i miei zii in compagnia di Nino CARIDI, talvolta a bordo di auto

blindate; lavoravano anche nel campo degli stupefacenti nella zona di San Giorgio; il fratello è

certamente molto più pericoloso di lui; se non mi sbaglio, sono anche parenti, credo cugini, di

Nino CARIDI”;

La foto n.6 è di CONDEMI Filippo

A d.r.”La foto n.7 è del fratello del precedente: ho detto che è più pericoloso perché era l’uomo di

fiducia di Nino CARIDI, mandato per suo conto a fare imbasciate anche presso i vertici degli

altri gruppi; è un soggetto molto aggressivo cui venivano attribuite maggiori responsabilità in

virtù del suo maggiore spessore criminale; ricordo che era molto amico di Gino BORGHETTO e

LATELLA Paolo, con i quali era sempre assieme al bar Mindo”;

A d.r.”Spesso gli incontri tra gli affiliati avvenivano presso un circolo sito in San Giorgio in una

strada stretta, in salita, nei pressi della Chiesa di San Giorgio; tale posto è storicamente

frequentato da tutti gli appartenenti alla famiglia CARIDI ”;

La foto n.7 è di CONDEMI Domenico.

omissis Anche il collaboratore di giustizia VILLANI Consolato nel corso della verbalizzazione

del 26.07.2011 ha confermato l’appartenenza dei fratelli CONDEMI alla cosca CARIDI, indicandoli preliminarmente come parenti del titolare del chiosco di frutta ubicato nei pressi del semaforo di viale Europa, (legame di parentela questo evidenziato da questo Ufficio nel corso della precedente nota informativa) riferendo in particolare di una estorsione di cui si era reso responsabile CONDEMI Domenico in pregiudizio di tale REPACI, venditore ambulante di frutta, legato al VILLANI, che in relazione alle richieste estorsive avanzate dal CONDEMI, tramite un terzo soggetto, aveva interessato CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967) allora reggente della omonima cosca, che era intervenuto componendo la situazione.

…OMISSIS…

A d.r.”Col soggetto di cui alla foto n.6 non ho avuto mai a che fare direttamente”;

La foto n.6 è di CONDEMI Filippo.

A d.r.”So che i CONDEMI sono particolarmente vicini ai CARIDI ed attivi con questi nella zona

Boschicello e San Giorgio Extra; il fratello dovrebbe avere un negozio di frutta nei pressi del

viale Europa, al semaforo”;

Page 269: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 269

A d.r.”So che i fratelli CONDEMI sono dediti alle estorsioni per conto della famiglia CARIDI: in

proposito sono dovuto intervenire personalmente a tutela di un mio amico, REPACI Giorgio,

venditore ambulante di frutta che si era posizionato sulle bretelle vicino al CEDIR, cui il fratello

di quello ritratto in foto aveva richiesto una tangente di cinquanta euro al giorno; io sono

intervenuto, ho mandato l’imbasciata tramite un altro CONDEMI credo tale ‘Pippo’ che aveva

un ingrosso di ortofrutta al mercato generale, il quale a sua volta ne riferì a CARIDI Santo,

gestore della cosca durante la detenzione dei fratelli; CARIDI Santo mi fece arrivare la risposta,

dicendomi che era tutto a posto; lo stesso CONDEMI, autore dell’estorsione, volle incontrare il

REPACI all’appuntamento inizialmente fissato per il pagamento dei soldi presso l’area di

servizio sita sulle bretelle, dei fratelli SARTIANO, per scusarsi personalmente con lui di quanto

accaduto”;

A d.r.”Tutto ciò accadeva perché si trattava di una zona limitrofa a San Giorgio territorio dei

CARIDI”;

A d.r.”Conosco di vista il soggetto di cui alla foto n.7: si tratta di un appartenente alla cosca

CARIDI;”;

La foto n.7 è di CONDEMI Domenico.

A d.r.”Tale soggetto è sempre stato vicino a Nino RODA’ ed a suoi figli, appartenenti alla cosca

CARIDI”;

…OMISSIS…

Il contenuto delle dichiarazioni dei collaboratori appare (una volta chiarito come essi debbano

essere considerati attendibili – si veda il paragrafo dedicato all’esposizione dei criteri di valutazione

del materiale indiziario –) dettagliato nell’esporre il ruolo dei due fratelli CONDEMI, Domenico e

Filippo, quali intranei alla cosca CARIDI. Sono, per usare le parole di MOIO, soggetti che hanno

sempre fatto parte della cosca CARIDI. Noti al MOIO perché, anche durante la guerra di mafia,

accompagnavano Nino CARIDI dallo zio del MOIO, TEGANO Giovanni, pure a bordo di auto

blindate.

In particolare, Domenico CONDEMI, definito dal collaboratore molto più pericoloso dell’altro, era

uomo di fiducia di Nino CARIDI, mandato per fare imbasciate anche presso i vertici di altri gruppi,

amico di Gino BORGHETTO e LATELLA Paolo.

Parimenti rilevanti a loro carico le collimanti dichiarazioni di VILLANI Consolato, che inscrive i

due germani nella cosca CARIDI, con cui li indica essere attivi nella zona di Boschicello e San

Giorgio Extra, che definisce essere dediti alle estorsioni, tanto da essere lui stesso dovuto

intervenire per un’estorsione praticata ad un suo amico, REPACI Giorgio, venditore ambulante di

frutta, che aveva avuto la (s)ventura di operare in zona limitrofa a quella di San Giorgio Extra.

Page 270: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 270

Le dichiarazioni, ancor prima di convergere nell’indicare l’appartenenza dei due germani alla cosca

CARIDI, appaiono spontanee, verosimili, caratterizzate da logica interna, dettagliate, precise, non

determinate da possibile motivo di astio (che si fa fatica, peraltro, ad immaginare, anche solo

considerando, per un verso, lo speciale legame tra la cosca di appartenenza del MOIO – i TEGANO

– e quella dei chiamati, con la prima federata in tempo di guerra, per altro verso come l’intervento

descritto dal VILLANI si sia risolto senza alcuno strascico, anzi con la richiesta di scuse, all’amico

per cui lui era intervenuto, da parte del CONDEMI Domenico, dopo l’intervento risolutore del capo

CARIDI Santo).

La convergenza delle chiamate – pertanto – sarebbe sufficiente, in applicazione dei principi in

premessa indicati, per ritenere sussistenti i gravi indizi di colpevolezza a loro carico.

Ma – a ben vedere – essa rappresenta solo uno degli elementi indiziari a carico dei due germani.

Filippo, infatti, per sua ammissione, mostra lo stesso potere intimidatorio del fratello nei confronti

della criminalità nomade, che parimenti controlla, atteso il segnalato recupero di una pellicola

sottratta. Come Domenico, poi, partecipa alle operazioni tutte dirette al positivo esito della

campagna elettorale del PLUTINO, che appoggia e di cui controlla le fasi.

Domenico, invece, è quello che più si distingue per la pericolosità e la carica criminale, esattamente

come descritto dal MOIO. Egli, assieme al PLUTINO, è il protagonista della gravissima estorsione

in danno del consigliere regionale Giovanni NUCERA, di molti altri atti intimidatori, del

danneggiamento a mezzo dell’esplosione di colpi di pistola a carico della gioielleria BASILE, del

pieno controllo della criminalità nomade operante nell’area di pertinenza della cosca, del controllo

del voto durante la campagna elettorale.

Insomma, senza dilungarsi oltre e richiamando ogni ulteriore considerazione rassegnata al suo

riguardo nella presente ordinanza, il personaggio di maggior rilievo criminale, per pericolosità ed

efferatezza delle condotte poste in essere nell’interesse della cosca cui appartiene.

Conclusivamente, sussistono, a carico degli indagati CONDEMI Domenico, CONDEMI

Filippo, CALDERAZZO Rosario, LOMBARDO Vincenzo e ROTTA Vincenzo, gravi indizi di

colpevolezza in ordine all’addebito loro elevato al capo A) della provvisoria rubrica.

Per il CONDEMI, come già segnalato nel corpo dell’ordinanza, gravi indizi di colpevolezza

sussistono anche in ordine ai reati di cui ai provvisori capi di imputazione sub B), B) bis, C) e

C) bis.

8) LE CONCLUSIONI IN ORDINE ALLA FATTISPECIE DI CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE

MAFIOSA E LA POSIZIONE DI PLUTINO GIUSEPPE.

Page 271: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 271

Al PLUTINO viene contestato, al capo A) Bis, l’addebito di concorso esterno nel reato di

associazione di tipo mafioso.

La contestazione richiama la necessità di alcune brevi riflessioni in ordine al concorso eventuale

di persone in un reato a struttura plurisoggettiva, quale è quello di cui all’art. 416bis C. p..

La tematica, sorta con l’introduzione stessa della fattispecie di cui all’art. 416bis c. p., oltre ad

avere stimolato ampio dibattito dottrinale, ha determinato il susseguirsi di pronunce di legittimità

che hanno via via dipanato i dubbi interpretativi sorti negli interpreti.

Un primo punto fermo è stato fissato dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione con la

sentenza n. 16 del 5/10/1994, dep. 28/12/1994, DEMITRY, che ha iniziato a delineare i requisiti

ed i presupposti in virtù dei quali è stato ritenuto giuridicamente ipotizzabile il concorso esterno.

Se, nella massima della decisione, si afferma che è configurabile il concorso eventuale nel

reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, in motivazione, la S. C. sottolinea la

diversità di ruoli tra il partecipe all'associazione ed il concorrente eventuale materiale, nel

senso che il primo è colui senza il cui apporto quotidiano, o comunque assiduo, l'associazione non

raggiunge i suoi scopi o non li raggiunge con la dovuta speditezza; è, insomma colui che agisce

nella "fisiologia", nella vita corrente quotidiana dell'associazione; il secondo è, per definizione,

colui che non vuol far parte dell'associazione e che l'associazione non chiama a "far parte", ma al

quale si rivolge sia per colmare vuoti temporanei in un determinato ruolo, sia, soprattutto, nel

momento in cui la "fisiologia" dell'associazione entra in fibrillazione, attraversando una fase

"patologica" che, per essere superata, richiede il contributo temporaneo, limitato anche ad un unico

intervento, di un esterno: insomma è il soggetto che occupa uno spazio proprio nei momenti di

emergenza della vita associativa.

Dopo pronunce di legittimità che hanno deciso le controversie conformemente all’insegnamento

di Sezioni Unite Demitry, con la sentenza Villecco del 2001, si è nuovamente messa in discussione

la problematica, sicché si è giunti a nuovo pronunciamento di legittimità, la nota sentenza

CARNEVALE. Cassazione, Sezioni Unite, Sentenza n. 22327 del 30/10/2002, dep. 21/05/2003,

CARNEVALE, infatti, evidenzia che: In tema di reati associativi (nella specie, associazione di tipo

mafioso) è configurabile il concorso cd. "esterno" nel reato in capo alla persona che, priva della

"affectio societatis" e non inserita nella struttura organizzativa del sodalizio, fornisce un contributo

concreto, specifico, consapevole e volontario, a carattere indifferentemente occasionale o continuativo,

purché detto contributo abbia un'effettiva rilevanza causale ai fini della conservazione o del

rafforzamento dell'associazione e l'agente se ne rappresenti, nella forma del dolo diretto, l'utilità per la

realizzazione, anche parziale, del programma criminoso (Nell'occasione la Corte ha precisato che la

prova del concorso esterno nel reato associativo deve avere ad oggetto gli elementi costitutivi della

Page 272: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 272

fattispecie delittuosa e che i riscontri relativi alle chiamate in reità o correità debbono avere carattere

individualizzante).

La sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione Carnevale, dunque, definisce con

precisione gli ambiti di operatività della fattispecie criminosa del concorso esterno di persone nel

delitto di associazione per delinquere di stampo mafioso. Il ragionamento posto a fondamento della

decisione della Suprema Corte origina dall’individuato discrimine esistente tra il concetto di

partecipazione organica ad una struttura associativa e comportamenti diversi che abbiano,

comunque, incidenza sulla sussistenza della struttura, assumendo rilievo penale in forza del

principio generale di cui all’art. 110 c.p., la cui applicazione alle singole ipotesi di reato non

risulta preclusa da alcuna previsione normativa.

Ma, sul tema del concorso esterno, ulteriore approdo giurisprudenziale è rappresentato dalla

Sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione n. 33748 del 12/7/2005, dep. 20/9/2005,

MANNINO. La massima ufficiale indica che: In tema di associazione di tipo mafioso, assume il

ruolo di "concorrente esterno" il soggetto che, non inserito stabilmente nella struttura organizzativa

dell'associazione e privo dell'"affectio societatis", fornisce un concreto, specifico, consapevole e

volontario contributo, sempre che questo esplichi un'effettiva rilevanza causale e quindi si configuri

come condizione necessaria per la conservazione o il rafforzamento delle capacità operative

dell'associazione (o, per quelle operanti su larga scala come "Cosa nostra", di un suo particolare settore e

ramo di attività o articolazione territoriale) e sia diretto alla realizzazione, anche parziale, del

programma criminoso della medesima. (In motivazione la Corte, rilevando come la efficienza causale in

merito alla concreta realizzazione del fatto criminoso collettivo costituisca elemento essenziale e tipizzante

della condotta concorsuale, di natura materiale o morale, ha specificato che non è sufficiente una valutazione

"ex ante" del contributo, risolta in termini di mera probabilità di lesione del bene giuridico protetto, ma è

necessario un apprezzamento "ex post", in esito al quale sia dimostrata, alla stregua dei comuni

canoni di "certezza processuale", l'elevata credibilità razionale dell'ipotesi formulata in ordine alla

reale efficacia condizionante della condotta atipica del concorrente).

Si è anche precisato, quanto all’elemento soggettivo, che: In tema di associazione di tipo mafioso,

ai fini della configurabilità del concorso esterno, occorre che il dolo investa sia il fatto tipico oggetto della

previsione incriminatrice, sia il contributo causale recato dalla condotta dell'agente alla conservazione

o al rafforzamento dell'associazione, agendo l'interessato nella consapevolezza e volontà di recare un

contributo alla realizzazione, anche parziale, del programma criminoso del sodalizio. (In motivazione la

Corte ha precisato che deve escludersi la sufficienza del dolo eventuale, inteso come mera accettazione da

parte del concorrente esterno del rischio di verificazione dell'evento, ritenuto solamente probabile o possibile

insieme ad altri risultati intenzionalmente perseguiti).

Orbene, la motivazione della sentenza esordisce evidenziando come il Supremo Collegio reputi

innanzi tutto di confermare il principio giurisprudenziale (Sez. Un., 5/10/1994, Demitry, Foro it.

Page 273: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 273

1995, 2^, 422; Sez. Un., 27/9/1995, Mannino, Cass. pen. 1996, 1087; Sez. Un., 30/10/2002,

Carnevale, Foro it. 2003, 2^, 453), secondo cui anche per il delitto di associazione di tipo

mafioso di cui all'art. 416 bis cod. pen. è configurabile il concorso esterno.

Osserva, in particolare, la Corte che, nel tracciare il criterio discretivo tra le rispettive categorie

concettuali della partecipazione interna e del concorso esterno, si definisce "partecipe" colui che,

risultando inserito stabilmente e organicamente nella struttura organizzativa dell'associazione

mafiosa, non solo "è" ma "fa parte" della (meglio ancora: "prende parte" alla) stessa:

locuzione questa da intendersi non in senso statico, come mera acquisizione di uno status,

bensì in senso dinamico e funzionalistico, con riferimento all'effettivo ruolo in cui si è immessi

e ai compiti che si è vincolati a svolgere perché l'associazione raggiunga i suoi scopi, restando

a disposizione per le attività organizzate della medesima. Di talché, sul piano della dimensione

probatoria della partecipazione rilevano tutti gli indicatori fattuali dai quali, sulla base di attendibili

regole di esperienza attinenti propriamente al fenomeno della criminalità di stampo mafioso, possa

logicamente inferirsi il nucleo essenziale della condotta partecipativa, e cioè la stabile

compenetrazione del soggetto nel tessuto organizzativo del sodalizio. Deve dunque trattarsi di indizi

gravi e precisi (tra i quali le prassi giurisprudenziali hanno individuato, ad esempio, i

comportamenti tenuti nelle pregresse fasi di "osservazione" e "prova", l'affiliazione rituale,

l'investitura della qualifica di "uomo d'onore", la commissione di delitti-scopo, oltre a molteplici,

variegati e però significativi "facta concludentia") dai quali sia lecito dedurre, senza alcun

automatismo probatorio, la sicura dimostrazione della costante permanenza del vincolo nonché

della duratura, e sempre utilizzabile, "messa a disposizione" della persona per ogni attività del

sodalizio criminoso, con puntuale riferimento, peraltro, allo specifico periodo temporale considerato

dall'imputazione.

Assume invece la veste di concorrente "esterno" il soggetto che, non inserito stabilmente

nella struttura organizzativa dell'associazione mafiosa e privo dell'affectio societatis (che

quindi non ne "fa parte"), fornisce tuttavia un concreto, specifico, consapevole e volontario

contributo, sempre che questo abbia un'effettiva rilevanza causale ai fini della conservazione

o del rafforzamento delle capacità operative dell'associazione (o, per quelle operanti su larga

scala come "Cosa nostra", di un suo particolare settore e ramo di attività o articolazione territoriale)

e sia comunque diretto alla realizzazione, anche parziale, del programma criminoso della

medesima.

Continuano le Sezioni Unite nel senso che può dunque dirsi ormai incontroversa in

giurisprudenza e pressoché unanimemente asseverata dalla dottrina l'astratta configurabilità della

fattispecie di concorso "eventuale" di persone, rispetto a soggetti diversi dai concorrenti necessari in

Page 274: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 274

senso stretto, in un reato necessariamente plurisoggettivo proprio, quale è quello di natura

associativa. Ed invero, anche in tal caso la funzione incriminatrice dell'art. 110 cod. pen. (mediante

la combinazione della clausola generale in essa contenuta con le disposizioni di parte speciale che

prevedono le ipotesi-base di reato) consente di dare rilevanza e di estendere l'area della tipicità e

della punibilità alle condotte, altrimenti atipiche, di soggetti "esterni" che rivestano le caratteristiche

suindicate. Ma siffatta opzione ermeneutica, favorevole in linea di principio alla configurabilità

dell'autonoma fattispecie di concorso "eventuale" o "esterno" nei reati associativi, postula

ovviamente che sussistano tutti i requisiti strutturali che caratterizzano il nucleo centrale

significativo del concorso di persone nel reato.

E cioè:

- da un lato, che siano realizzati, nella forma consumata o tentata, tutti gli elementi del fatto

tipico di reato descritto dalla norma incriminatrice di parte speciale e che la condotta di concorso sia

oggettivamente e soggettivamente collegata con quegli elementi (arg. ex art. 115 cod. pen., circa la

non punibilità del mero tentativo di concorso, nelle forme dell'accordo per commettere un reato e

dell'istigazione accolta a commettere un reato, non seguite però dalla commissione dello stesso);

- dall'altro, che il contributo atipico del concorrente esterno, di natura materiale o morale,

diverso ma operante in sinergia con quello dei partecipi interni, abbia avuto una reale efficienza

causale, sia stato condizione "necessaria" - secondo un modello unitario e indifferenziato, ispirato

allo schema della condicio sine qua non proprio delle fattispecie a forma libera e causalmente

orientate - per la concreta realizzazione del fatto criminoso collettivo e per la produzione dell'evento

lesivo del bene giuridico protetto, che nella specie è costituito dall'integrità dell'ordine pubblico,

violata dall'esistenza e dall'operatività del sodalizio e dal diffuso pericolo di attuazione dei delitti-

scopo del programma criminoso.

La particolare struttura della fattispecie concorsuale comporta infine, quale essenziale requisito,

che il dolo del concorrente esterno investa, nei momenti della rappresentazione e della volizione, sia

tutti gli elementi essenziali della figura criminosa tipica sia il contributo causale recato dal proprio

comportamento alla realizzazione del fatto concreto, con la consapevolezza e la volontà di

interagire, sinergicamente, con le condotte altrui nella produzione dell'evento lesivo del "medesimo

reato".

E, sotto questo profilo, nei delitti associativi si esige che il concorrente esterno, pur sprovvisto

dell'affectio societatis e cioè della volontà di far parte dell'associazione, sia altresì consapevole dei

metodi e dei fini della stessa (a prescindere dalla condivisione, avversione, disinteresse o

indifferenza per siffatti metodi e fini, che lo muovono nel foro interno) e si renda compiutamente

conto dell'efficacia causale della sua attività di sostegno, vantaggiosa per la conservazione o il

Page 275: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 275

rafforzamento dell'associazione: egli "sa" e "vuole" che il suo contributo sia diretto alla

realizzazione, anche parziale, del programma criminoso del sodalizio.

In merito allo statuto della causalità, le Sezioni Unite, richiamando la sentenza FRANZESE,

precisano come non sia affatto sufficiente che il contributo atipico - con prognosi di mera

pericolosità ex ante - sia considerato idoneo ad aumentare la probabilità o il rischio di realizzazione

del fatto di reato, qualora poi, con giudizio ex post, si riveli per contro ininfluente o addirittura

controproducente per la verificazione dell'evento lesivo. L'opposta tesi, che pretende di prescindere

dal paradigma eziologico, tende ad anticipare arbitrariamente la soglia di punibilità in contrasto con

il principio di tipicità e con l'affermata inammissibilità del mero tentativo di concorso. D'altra parte,

ferma restando l'astratta configurabilità dell'autonoma categoria del concorso eventuale "morale" in

associazione mafiosa, neppure sembra consentito accedere ad un'impostazione di tipo meramente

"soggettivistico" che, operando una sorta di conversione concettuale (e talora di sovvertimento

dell'imputazione fattuale contestata), autorizzi il surrettizio e indiretto impiego della causalità

psichica c.d. da "rafforzamento" dell'organizzazione criminale, per dissimulare in realtà l'assenza di

prova dell'effettiva incidenza causale del contributo materiale per la realizzazione del reato: nel

senso che la condotta atipica, se obiettivamente significativa, determinerebbe comunque nei membri

dell'associazione criminosa la fiduciosa consapevolezza di poter contare sul sicuro apporto del

concorrente esterno, e quindi un reale effetto vantaggioso per la struttura organizzativa della stessa.

Uno degli ambiti in cui più si avverte l’esigenza di una corretta differenziazione tra la figura del

partecipe e quella del concorrente esterno nel reato associativo mafioso è quello dei rapporti tra

l’organizzazione mafiosa e politico.

Sul punto, le Sezioni Unite, nella suddetta sentenza MANNINO, hanno evidenziato quanto

segue, in motivazione:

5. - … Il thema decidendum sotteso alla vicenda processuale, che sembra scontare fin dall'origine l'insufficiente

determinatezza nella descrizione fattuale dell'imputazione contestata, riguarda quella particolare forma di contiguità alla

mafia comunemente definita come "patto di scambio politico-mafioso". In forza dell'accordo, a fronte del richiesto

appoggio dell'associazione mafiosa nelle competizioni elettorali succedutesi nel corso della sua carriera locale o

nazionale, il personaggio politico, senza essere organicamente inserito come partecipe nelle logiche organizzatorie del

sodalizio criminoso, s'impegna a strumentalizzare i poteri e le funzioni collegati alla posizione pubblica conseguente

all'esito positivo dell'elezione a vantaggio dello stesso sodalizio, assicurandone così dall'esterno l'accesso ai circuiti

finanziari e al controllo delle risorse economiche, ovvero rendendo una serie di favori quale corrispettivo del richiesto

procacciamento di voti. Chiamate a rispondere al quesito interpretativo se sia configurabile il concorso esterno nel reato

di associazione di tipo mafioso, nel caso paradigmatico del patto di scambio tra l'appoggio elettorale da parte della

associazione e l'appoggio promesso a questa da parte del candidato, le Sezioni Unite ne condividono la soluzione

affermativa unanimemente offerta dalla giurisprudenza di legittimità (Sez. 1^, 8/6/1992, Battaglini, Foro it. 1993, 2^,

133, in una fattispecie nella quale è stata ravvisata, peraltro, l'ipotesi di partecipazione "interna" del politico; Sez. 5^,

16/3/2000, P.G. in proc. Frasca, Foro it. 2001, 2^, 80; Sez. 6^, 15/5/2000, P.M. in proc. Pangallo, rv. 216815; Sez. 5^,

Page 276: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 276

26/5/2001, Allegro, rv. 220266; Sez. 1^, 17/4/2002, Frasca, Foro it. 2003, 2^, 5; Sez. 5^, 13/11/2002, Gorgone, rv.

224274; Sez. 1^, 25/11/2003, Cito, rv. 229991-993; Sez. 1^, 4/2/2005, Micari), anche se necessitano di essere rivisitate

e puntualizzate le ragioni di ordine logico-giuridico che la giustificano. In linea di principio non può escludersi, infatti,

per questa particolare tipologia di relazioni collusive con la mafia che anche la promessa e l'impegno del politico

di attivarsi, una volta eletto, a favore della cosca mafiosa possano già integrare, di per sè, gli estremi del

contributo atipico del concorrente eventuale nel delitto associativo, a prescindere dalle successive condotte di

esecuzione dell'accordo valutabili sotto il profilo probatorio. D'altra parte, la scelta legislativa di incriminare con la

nuova fattispecie dell'art. 416 ter cod. pen. (introdotta dall'art. 11 ter d.l. n. 306/1992, conv. dalla l. n. 356/1992, in

funzione complementare rispetto al precetto dell'art. 416 bis, comma 3, ultima parte, al pari inserito dall'art. 11 bis del

medesimo decreto legge) l'accordo elettorale politico-mafioso in termini di scambio denaro/voti non può essere intesa

come espressiva dell'intento di limitare solo a questa fattispecie l'ambito di operatività dei variegati patti collusivi in

materia elettorale con un'associazione mafiosa, negandosi dunque rilievo penale ad ogni altro accordo diverso da quel

tipo di scambio. L'esegesi storico-sistematica della disposizione incriminatrice dell'art. 416 ter lascia invero intendere

che la soluzione legislativa - in vece dell'emendamento di largo respiro elaborato al comitato ristretto della

Commissione Giustizia della Camera dei deputati - sia stata dettata dalla volontà di costruire una specifica e tipica

figura, alternativa al modello concorsuale, sì che (come si è già ritenuto dalle Sezioni Unite, sent. 30/10/2002,

Carnevale, cit.) "la relativa introduzione deve leggersi come strumento di estensione della punibilità oltre il concorso

esterno, e cioè anche ai casi in cui il patto preso in considerazione, non risolvendosi in contributo al mantenimento o

rafforzamento dell'organizzazione, resterebbe irrilevante quanto al combinato disposto degli artt. 416 bis e 110 cod.

pen.". S'intende affermare che neppure un'ampia e diffusa frammentazione legislativa in autonome e tipiche fattispecie

criminose dei vari casi di contiguità mafiosa (com'è avvenuto, ad esempio, sul terreno del distinto fenomeno

terroristico, mediante l'introduzione delle nuove figure del "finanziamento" di associazioni con finalità di terrorismo -

art. 270 bis comma 1 cod. pen., ins. dall'art. 1.1 d.l. n. 374/2001 conv. in l. n. 438/2001 -, ovvero dell'"arruolamento" e

"addestramento" di persone per il compimento di attività con finalità di terrorismo anche internazionale - artt. 270

quater e 270 quinquies cod. pen., ins. dall'art. 15.1 d.l. n. 144/2005 conv. in l. n. 155/2005 -) sarebbe comunque in grado

di paralizzare l'espansione operativa della clausola generale di estensione della responsabilità per i contributi atipici ed

esterni diversi da quelli analiticamente elencati, secondo il modello dettato dall'art. 110 cod. pen. sul concorso di

persone nel reato, se non introducendosi una disposizione derogatoria escludente l'applicabilità della suddetta clausola

per i reati associativi. E però, ammessa l'astratta configurabilità delle regole del concorso eventuale anche per

l'ipotesi di accordo politico-mafioso diverso dallo scambio denaro/voti, occorre trame le conseguenze in punto di

rigorosa ricostruzione dei requisiti di fattispecie, con particolare riguardo, oltre che al dolo, anzitutto all'efficacia

causale del contributo atipico del concorrente esterno. Non basta certamente la mera "disponibilità" o "vicinanza",

ne' appare sufficiente che gli impegni presi dal politico a favore dell'associazione mafiosa, per l'affidabilità e la caratura

dei protagonisti dell'accordo, per i connotati strutturali del sodalizio criminoso, per il contesto storico di riferimento e

per la specificità dei contenuti del patto, abbiano il carattere della serietà e della concretezza. Ed invero, la promessa e

l'impegno del politico (ad esempio, nel campo - pure oggetto dell'imputazione - della programmazione,

regolamentazione e avvio di flussi di finanziamenti o dell'aggiudicazione di appalti di opere o servizi pubblici a favore

di particolari imprese) in tanto assumono veste di apporto dall'esterno alla conservazione o al rafforzamento

dell'associazione mafiosa, rilevanti come concorso eventuale nel reato, in quanto, all'esito della verifica

probatoria ex post della loro efficacia causale e non già mediante una mera valutazione prognostica di idoneità ex

ante (che pure sembra acriticamente recepita in talune decisioni di legittimità, fra quelle sopra citate), si possa

Page 277: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 277

sostenere che, di per sè, abbiano inciso immediatamente ed effettivamente sulle capacità operative

dell'organizzazione criminale, essendone derivati concreti vantaggi o utilità per la stessa o per le sue articolazioni

settoriali coinvolte dall'impegno assunto. Il politico, concorrente esterno, viene in tal modo ad interagire con i capi e i

partecipi nel funzionamento dell'organizzazione criminale, che si modula in conseguenza della promessa di sostegno e

di favori mediante le varie operazioni di predisposizione e allocazione di risorse umane, materiali, finanziarie e di

selezione strategica degli obiettivi, più in generale di equilibrio degli assetti strutturali e di comando, derivandone

l'immediato ed effettivo potenziamento dell'efficienza operativa dell'associazione mafiosa con riguardo allo

specifico settore di influenza. Una volta prospettata l'ipotesi di accusa in riferimento al patto elettorale politico-

mafioso, si rivela quindi necessaria la ricerca e l'acquisizione probatoria di concreti elementi di fatto, dai quali si

possa desumere con logica a posteriori che il patto ha prodotto risultati positivi, qualificabili in termini di reale

rafforzamento o consolidamento dell'associazione mafiosa, sulla base di generalizzazioni del senso comune o di

massime di esperienza dotate di empirica plausibilità. Con l'avvertenza peraltro che, laddove risulti indimostrata

l'efficienza causale dell'impegno e della promessa di aiuto del politico sul piano oggettivo del potenziamento della

struttura organizzativa dell'ente, non è consentito convertire surrettiziamente la fattispecie di concorso materiale oggetto

dell'imputazione in una sorta di -apodittico ed empiricamente inafferrabile- contributo al rafforzamento

dell'associazione mafiosa in chiave psicologica: nel senso che, in virtù del sostegno del politico, risulterebbero

comunque, quindi automaticamente, sia "all'esterno" aumentato il credito del sodalizio nel contesto ambientale di

riferimento (ove tuttavia non si accerti e si definisca "occulto" l'accordo) che "all'interno" rafforzati il senso di

superiorità e il prestigio dei capi e la fiducia di sicura impunità dei partecipi. In ordine al quesito interpretativo riportato

in premessa e sottoposto all'esame delle Sezioni Unite, dev'essere pertanto enunciato, a norma dell'art. 173.3 disp. att.

cod. proc. pen., il seguente principio di diritto: "È configurabile il concorso esterno nel reato di associazione di tipo

mafioso nell'ipotesi di scambio elettorale politico-mafioso, in forza del quale il personaggio politico, a fronte del

richiesto appoggio dell'associazione nella competizione elettorale, s'impegna ad attivarsi una volta eletto a favore

del sodalizio criminoso, pur senza essere organicamente inserito in esso, a condizione che: a) gli impegni assunti

dal politico, per l'affidabilità dei protagonisti dell'accordo, per i caratteri strutturali dell'associazione, per il

contesto di riferimento e per la specificità dei contenuti, abbiano il carattere della serietà e della concretezza; b)

all'esito della verifica probatoria ex post della loro efficacia causale risulti accertato, sulla base di massime di

esperienza dotate di empirica plausibilità, che gli impegni assunti dal politico abbiano inciso effettivamente e

significativamente, di per sè e a prescindere da successive ed eventuali condotte esecutive dell'accordo, sulla

conservazione o sul rafforzamento delle capacità operative dell'intera organizzazione criminale o di sue

articolazioni settoriali".

Orbene, ripercorrendo, alla luce dei suddetti pronunciamenti giurisprudenziali, seppur

sinteticamente, il materiale indiziario che si è già avuto modo di commentare, plurimi, precisi e

convergenti sono i dati che consentono di far ritenere sussistenti gravi indizi di colpevolezza del

PLUTINO in ordine al reato di concorso esterno al sodalizio criminale, sopra delineato, che è la

cosca CARIDI, articolazione dell’associazione di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta.

Una serie di elementi portano a ritenere sussistente in capo al PLUTINO la responsabilità per

concorso esterno al sodalizio criminale della cosca CARIDI. In primo luogo, rileva la risalenza nel

tempo dell’appoggio politico prestato da quest’ultima alla carriera politica del PLUTINO.

Page 278: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 278

Già le dichiarazioni del consigliere regionale NUCERA indicano come il PLUTINO, parente dei

CONDEMI, a loro volta legati ai CARIDI, vantasse una base elettorale di 400 voti circa all’inizio

della sua carriera politica, collocata nel 2002.

La verifica oggettiva dei risultati elettorali nella circoscrizione territoriale oggetto di interesse, in

quanto quella di pertinenza della consorteria, valutata in relazione a due successive competizioni

elettorali, evidenzia – come sottolinea il P. M. – l’elevatissimo numero di preferenze da costui

conseguite in area sottoposta al controllo dei CARIDI. Si riporta quanto osservato, al riguardo, dalla

P. G. nell’informativa del 26/7/2011:

…significativo appare evidenziare l’esito degli accertamenti esperiti da questo Ufficio, in ordine al numero di

preferenze raccolte dal candidato PLUTINO Giuseppe nel corso delle ultime consultazioni politiche, accertamento

esperito tramite acquisizione dei dati definitivi delle ultime elezioni politiche dal sito della RECASI, società mista

appartenente al Comune di Reggio Calabria, che ha curato tale servizio per conto dell’Ente.

Le risultanze di tale approfondimento dimostreranno come il quartiere San Giorgio e zone limitrofe

abbiano costituito una vera e propria roccaforte per il candidato PLUTINO Giuseppe.

Infatti l’esito di tale attività ha evidenziato che PLUTINO Giuseppe candidato alla carica di Consigliere

Comunale del Comune di Reggio Calabria per la lista nr. 9 PDL ha ottenuto in totale nr. 1058 voti di preferenza.

Lo stesso nelle sezioni nr. 36 Borgata Giardini, nr. 38 Marconi, nr. 40 Rione Ceci, nr. 53 San Giorgio Extra I,

nr. 122 Petrillina, nr. 125 Seminario Pontificio, nr. 141 Pio XI, nr. 145 Pio XI Calvario, nr. 186 San Giorgio Extra II e

nr. 208 Europa, costituenti il seggio elettorale ubicato presso le Scuole Elementari Ceravolo di viale Europa che per

come si evince dalla denominazione delle stesse copre tutta l’area ricadente all’interno dei quartieri

comunemente indicati come San Giorgio Boschicello, Rione Marconi e viale Europa sui quali esprimono la loro

opprimente egemonia mafiosa le cosche CARIDI e ROSMINI, ha ottenuto un totale di nr. 263 preferenze ovvero

ben un quarto dei voti totali ottenuti.

Tale dato appare maggiormente indicativo se rapportato ai risultati ottenuti presso il medesimo seggio

elettorale dagli altri consiglieri comunali eletti nella medesima lista (PDL) del PLUTINO e dai primi eletti della lista

Scopelliti Presidente. …

Sia le dichiarazioni del NUCERA (con l’ulteriore considerazione che questi, non a caso, si

decideva, inizialmente, ad appoggiare PLUTINO, potendo pensare di fruire del suo futuro aiuto in

virtù del grosso serbatoio di voti noverato in quella zona) sia l’accertamento della P. G. evidenziano

come, nella circoscrizione sottoposta all’influenza dei CARIDI, vi fosse lo zoccolo duro delle sue

preferenze elettorali.

Il collaboratore MOIO Roberto, poi, afferma quanto segue:

…OMISSIS…

A d.r.”La foto n.11 è di un politico molto vicino ai CARIDI coi quali credo abbia anche un

legame di parentela; da sempre gli stessi lo hanno appoggiato nella sua carriera politica; questo

so per quanto riferitomi dai numerosi miei colleghi della New Labor appartenenti al gruppo

CARIDI ed in particolare PANGALLO, PIZZI, CARIDI Pietro, fratellastro di CARIDI Pepè,

NUCERA Ciccio, ERRANTE Michele, PLUTINO Mimmo e NUCERA Mimmo oggi defunto; il

Page 279: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 279

dato mi è stato tuttavia confermato anche da altri soggetti appartenenti ad ambienti criminali

diversi, quali soprattutto TRIMBOLI Ciccio che è sempre stato un esperto di politica”;

A d.r.”Si è sempre detto che il soggetto in questione fosse portato da ‘i paddechi’ ma non sono a

conoscenza di favori specifici fatti dallo stesso a loro beneficio”;

La foto n.11 è di PLUTINO Giuseppe.”

…OMISSIS…

Il MOIO, dopo avere riconosciuto il PLUTINO nella fotografia mostratagli, lo indicava

quale “politico molto vicino ai CARIDI”, sottolineando che il predetto ha anche un legame di

parentela con gli esponenti di quella famiglia mafiosa (“politico molto vicino ai CARIDI coi quali

credo abbia anche un legame di parentela”), i quali, da sempre, lo hanno appoggiato nella sua

carriera politica.

Ma le conoscenze del MOIO si arricchiscono del contributo che viene da soggetti che egli

indica come affiliati alla medesima cosca mafiosa, dipendenti, come lui, della ditta “New Labor”

[“dai numerosi miei colleghi della New Labor appartenenti al gruppo CARIDI ed in particolare

PANGALLO5, PIZZI, CARIDI Pietro, fratellastro di CARIDI Pepè, NUCERA Ciccio,

ERRANTE Michele, PLUTINO Mimmo e NUCERA Mimmo”].

Il dato riferito dal collaboratore è a sua conoscenza, tuttavia, anche per quanto appreso da

esponenti di altre consorterie criminali, quale Ciccio TRIMBOLI6, definito dal MOIO un esperto di

5 La P. G. osserva: In relazione al citato PANGALLO ed a conferma della bontà delle dichiarazioni del

collaboratore di giustizia MOIO, giova qui precisare che il medesimo è stato identificato da questo

Ufficio per PANGALLO Leo, nato a Reggio Calabria in data 08.09.1957, ivi residente in via Pio XI

diramazione Gullì nr. 20, con precedenti penali per associazione mafiosa, estorsione e rapina,

destinatario in passato dell’ OCCC “WOOD”, in quanto esponente della cosca CARIDI, condannato

in relazione ai sopra citati delitti alla pena di anni otto e mesi 2 di reclusione (Provvedimento per la

carcerazione N. 234/02 RES N. 188/03 ROE). Lo stesso infatti, da accertamenti esperiti presso l’INPS,

in atto risulta essere dipendente della “NEW LABOR COOP. SOC.” Viale Lombardia nr. 29 Monza

(MI), Partita Iva 05766050966. A carico del medesimo in ragione delle dichiarazioni del MOIO è stato

attivato, nell'ambito del presente procedimento penale, servizio di intercettazione telefonica e nel

corso di tale attività si è avuto modo di constatare l'esistenza di rapporti diretti tra il PANGALLO e

PLUTINO Giuseppe. Infatti a causa di una grave patologia da cui è affetto il PANGALLO, in ragione

della quale necessita di continue cure e visite specialistiche, la moglie di questi, NUCERA Domenica,

in data 26.07.2011 contattava telefonicamente PLUTINO Giuseppe affinché intercedesse presso il Dr.

DEL MEDICO Pietro Maria (RC 14.07.1962) specialista in Oncologia presso i locali OORR, che

doveva sottoporre a visita domiciliare il marito, al fine di ottenere un trattamento anche economico di

favore, ottenendo la piena disponibilità dall’uomo politico per come reso evidente dalla trascrizione

del progressivo nr. 1895 del 26 luglio 2011 ore 13,37, allegata alla presente informativa.

6La P. G. osserva: Identificato da questo Ufficio per TRIMBOLI Francesco Santo nato a Reggio

Calabria in data 01.11.1963, soggetto destinatario di ordinanza di custodia cautelare in

carcere emessa nell'ambito della cd Operazione Aghatos che ha visto coinvolti i vertici della

cosca TEGANO, in relazione alle pressioni estorsive poste in essere dagli stessi in pregiudizio

della società New Labor.

Page 280: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 280

politica [“il dato mi è stato tuttavia confermato anche da altri soggetti appartenenti ad ambienti

criminali diversi, quali soprattutto TRIMBOLI Ciccio che è sempre stato un esperto di politica”].

Il MOIO concludeva sul punto, asserendo che costituisce dato oggettivamente acquisito

degli ambienti criminali la circostanza che il PLUTINO sia un politico sostenuto dalla cosca

CARIDI “Si è sempre detto che il soggetto in questione fosse portato da ‘i paddechi’”.

Ma elemento centrale, che conferma quanto si assume, proviene dal profluvio di

conversazioni, telefoniche e tra presenti, che sono state captate in ordine ai diversi soggetti intranei

o contigui alla consorteria CARIDI.

Si tratta, cioè, di CONDEMI Domenico, CONDEMI Filippo, ROTTA Vincenzo,

LOMBARDO Vincenzo, CALDERAZZO Rosario, i quali, reputati intranei al sodalizio di che

trattasi, sono stati monitorati nel continuo impegno nella campagna elettorale in favore del

PLUTINO.

E, a tal riguardo, si rimanda alle diverse conversazioni commentate nella parte

dell’ordinanza dedicata all’esposizione dei dati indiziari, in cui si è avuto modo di indicare, per un

verso, quanto capillare sia stata la raccolta di voti da parte degli indagati, per altro verso quale sia

stata la capacità di controllo dell’esercizio stesso del voto (tanto che, ad esempio, si acquisiva e/o

ricercava il riferimento alla sezione ove avrebbe votato il soggetto che prometteva il suffragio, onde

poter controllare, all’atto dello spoglio, se il voto fosse stato dato o meno).

Significativa una delle conversazioni commentate in cui gli indagati arrivano ad azzardare

che il loro sostenitore – a quanto pare analfabeta – già munito di normografo, potesse finanche

essere accompagnato all’interno della cabina elettorale…

Ma tutto questo (e sarebbe già troppo…) non basta al CONDEMI ed ai sodali, i quali si

spendono talmente con tenacia per l’elezione del PLUTINO da rendersi protagonisti di

comportamenti, anche intimidatori, che sono la più classica espressione dell’esercizio del metodo

mafioso.

Essi, infatti, sono colti, in totale spregio alla disciplina stessa della competizione elettorale,

nell’impedire che vengano affissi i manifesti elettorali di candidati diversi dal PLUTINO

(esemplificativo quanto accaduto al candidato del P. D. LANUCARA, che deve rivolgersi ad uno

del posto, il MANDALARI, per poterli affiggere), ciò che viene intimato dal CONDEMI ad un

interlocutore, quando precisa che si tratta degli ultimi giorni della campagna elettorale (e non si può

certo permettere che la presenza dei manifesti del PLUTINO, monito figurativo per la gente del

posto circa il corretto esercizio del voto, sia “sporcata” da quella di propaganda dei concorrenti).

Page 281: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 281

E se questo è il versante del sodalizio mafioso, dal canto suo, lo stesso PLUTINO, si

rammenti assessore uscente alle politiche ambientali, si rende protagonista, come correttamente

segnala il requirente, di comportamenti concreti finalizzati al soddisfacimento di interessi di

membri dell’organizzazione, dovendosi tenere conto che, tra le finalità dell’associazione mafiosa, vi

sono la commissione di delitti (come l’estorsione) e l’intenzione di realizzare profitti o vantaggi

ingiusti per sé o per altri. E certamente appare inoppugnabile che l’assunzione di parenti o amici

rientri in queste ultime categorie di finalità del programma criminoso del sodalizio mafioso.

Il tutto, ad avviso del decidente, ancora più pericoloso se si considera l’attuale condizione di

profonda crisi economica in cui versa il Paese. Riferimento all’attualità che non è casuale, ma

imposto dall’attualità delle condotte poste in risalto dalle recentissime conversazioni e che si

innesta, purtroppo, in quella che, invece, in Calabria, è crisi di per sé atavica, costante – e disperata

– ricerca del posto di lavoro, con la – facile – tentazione di rivolgersi a chi dell’economia ha la

sostanziale gestione illegale, la ‘ndrangheta.

E, infatti, tornando ai dati indiziari, emerge che il PLUTINO non è autore di mere e

generiche ‘promesse’, quelle, cioè, fatte da ogni candidato, nel periodo della campagna elettorale,

per ingraziarsi le preferenze degli elettori (di per sé, come correttamente puntualizza il P. M.,

sussumibile nel reato di corruzione elettorale di cui all’art.96 del DL n.361/57), ma, al contrario di

veri e propri comportamenti concreti, con cui si adopera per realizzare specifici interessi di soggetti

legati al sodalizio.

E non erra il P. M. quando evidenzia la molteplicità degli esempi di tali comportamenti.

Come correttamente sottolinea lo stesso requirente, il PLUTINO, da sempre appoggiato dai

paddechi, è clamorosamente coinvolto a favore del duo CONDEMI-CUZZOLA. Nel commentare

le emergenze indiziarie di cui ai capi B) e B) bis (al cui paragrafo dell’ordinanza si rimanda), si è

avuto modo di cogliere come il PLUTINO, in un primo momento, cerchi di imporre al NUCERA

l’assunzione di CONDEMI Domenico. Del quale, certamente, egli stesso conosceva la pericolosità

criminale, tant’è vero che, quando il consigliere regionale si opponeva, proprio perché non voleva

avere a che fare con i CARIDI, cui sapeva con certezza essere legato il CONDEMI, non aveva il

coraggio di eccepire alcunché.

Successivamente, il PLUTINO si faceva, però, portatore della richiesta dello stesso

CONDEMI relativa all’assunzione della CUZZOLA presso la struttura speciale dell’onorevole. E

costei si è detto essere cugina del CONDEMI, ma anche parente diretta dei BORGHETTO.

Il PLUTINO, ancora, sostiene con forza le ragioni del CONDEMI anche in relazione alla

posizione della CUZZOLA, così avallando l’idea di una sorta di debito di riconoscenza che il

NUCERA aveva nei confronti suoi e della sua famiglia, per il presunto sostegno ricevuto nelle varie

Page 282: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 282

elezioni, determinando l’assunzione della CUZZOLA presso la struttura consiliare del P. D. L. ed

innescando il meccanismo che avrebbe portato all’atto intimidatorio della tanica fatta rinvenire sulla

macchina del NUCERA nel momento in cui bloccava la CUZZOLA, che stava per sottoscrivere il

rinnovo dell’incarico, presso la struttura regionale.

Non pago, a quel punto, rinnova le pressioni, nonostante la consapevolezza della pericolosità

del CONDEMI, conclamata dalle esplicite minacce che questi fa al NUCERA davanti allo stesso

PLUTINO, senza assumere alla presenza del NUCERA alcun atteggiamento di riprovazione del

comportamento del CONDEMI: né durante, né dopo le esplicite minacce fatte.

E, allora, non può che convenirsi con il requirente quando sottolinea che, con tale

comportamento, il PLUTINO provoca e partecipa consapevolmente dell’imposizione del volere di

un soggetto pericoloso ed appartenente ad un sodalizio mafioso nei confronti di un rappresentante di

un organismo di primaria importanza, il Consiglio Regionale, finalizzata all’assunzione di un

soggetto privo di qualsiasi profilo professionale e/o competenza (la CUZZOLA), beneficiato solo

dal vincolo dell’appartenenza familiare, arrivando, in prima persona, a pretendere l’attribuzione di

un ruolo anche più significativo rispetto a quello pure (obtorto collo) offerto in un primo momento.

Ma se questo è il caso più eclatante, parimenti rilevante dell’assunto è il comportamento

tenuto dal PLUTINO a beneficio di ROTTA Domenico, figlio di ROTTA Vincenzo, al quale egli

trova un posto di lavoro presso un centro d’accoglienza: sarà solo l’opposizione dello stesso

ROTTA Vincenzo che, come avevano fatto PLUTINO stesso e CONDEMI nel caso della

CUZZOLA, ritiene il posto ‘non adeguato’ al ‘profilo professionale’ del figlio a far sì che il

rapporto lavorativo non si formalizzi. Pretendendo, ovviamente, dal PLUTINO (anche con

l’intermediazione del solito CONDEMI) che il posto venga trovato a Reggio Calabria…

Corretta appare, poi, l’ulteriore argomentazione dell’Ufficio di Procura secondo cui questi

due episodi consentono altre valutazioni, prima tra tutte, la dimostrazione che l’impegno del

PLUTINO a beneficio degli interessi dei suoi ‘sostenitori’ è continuativo, non limitandosi al

periodo della campagna elettorale ma proseguendo anche diverso tempo dopo le elezioni ed in vista

delle successive, come la vicenda dell’estorsione in danno del NUCERA, nella sua dimensione

temporale e nel susseguirsi degli eventi, rende palese.

Secondariamente, ma non in ordine di rilevanza ai fini che qui interessano, la circostanza

che l’aiuto concreto prestato dal PLUTINO è a beneficio dei due soggetti sicuramente più pericolosi

del gruppo: il CONDEMI ed il ROTTA (gravato quest’ultimo anche da un precedente per reati

gravi).

Una sintetica considerazione riguarda la circostanza che, come anticipato, i comportamenti

che si sono sopra enucleati rafforzano in concreto l’associazione, contribuendo alla realizzazione

Page 283: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 283

del suo programma criminoso, atteso come l’esercizio di attività estorsiva al fine dell’assunzione di

personaggio legato alla cosca o l’avere determinato condizioni per godere di ingiusti profitti in

favore di terzi che alla cosca si sono rivolti, non solo concorre alla realizzazione del programma

criminoso ma si riverbera in un rafforzamento della stessa, anche nella percezione che se ne ha

all’esterno.

Passando al versante del profilo psicologico, non vi è alcun dubbio che il dolo del

PLUTINO abbia abbracciato:

- l’esistenza del sodalizio criminoso;

- l’appartenenza dei predetti alla cosca;

- l’illiceità del proprio comportamento.

Sotto il primo profilo, deve considerarsi come l’esistenza della cosca CARIDI sia stata attestata

da numerosi provvedimenti giudiziari passati in giudicato ed anche recenti. Lo spessore criminale

del CONDEMI e del ROTTA, poi, non può certo essere ignorato da un soggetto che, come il

PLUTINO, da sempre vive e conosce l’ambiente di San Giorgio Extra, dove risiede la maggior

parte del suo bacino elettorale.

Per di più, egli ha una conoscenza diretta delle persone, derivante dalla parentela che lega esso

PLUTINO e CONDEMI (cugini, figli di fratelli) e, dall’altro, CONDEMI e CARIDI (attraverso il

legame tra il CONDEMI Domenico cl.51, cugino dell’omonimo indagato e cognato dei fratelli

CARIDI).

Da ultimo, sull’illiceità del proprio comportamento, appare fin troppo evidente che la

complessiva evoluzione della vicenda CONDEMI – CUZZOLA e la sua conclusione con la tanica

recapitata al NUCERA non lascino adito a dubbi di sorta circa la rappresentazione e volizione del

contributo del PLUTINO.

Ad ulteriore conferma di quanto si evidenzia, ancora, si aggiungono altri fattivi comportamenti

che contribuiscono ai complessivi interessi della cosca, tenuti dal PLUTINO in vista della

campagna elettorale e in, particolare, nel periodo in cui egli rivestiva la carica di Assessore alle

politiche ambientali del Comune di Reggio Calabria.

Sollecitato dall’onnipresente CONDEMI, infatti, il PLUTINO si attivava subito per far

rimuovere della spazzatura davanti all’ingresso di abitazioni site nei pressi del Brico

(Conversazione del 22 Aprile 2011, ore 18:58 progressivo nr. 668), ottenendone, poi, in cambio, il

sostegno elettorale (Conversazione del 03 Giugno 2011, ore 11:09 progressivo nr. 2281).

Inoltre, egli veniva sollecitato per far pagare i dipendenti della MULTISERVIZI in arretrato di

alcune mensilità di stipendio (cfr.Conversazione del 10 Maggio 2011, ore 10:21 progressivo nr.

Page 284: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 284

1448), dovendosi, pertanto, rivolgere al Governatore della Calabria, cui il suo consigliere

CONDEMI lo invitava a rapportarsi per la soluzione della problematica.

A conclusione dell’esposizione non può non richiamarsi il commento finale del P. M.:

Il dato da sottolineare, tanto importante quanto evidente ed inquietante è che il tramite tra la

collettività ed un suo pubblico rappresentante è costituito da un soggetto quale il CONDEMI,

appartenente ad uno specifico sodalizio criminale, di cui è nota la particolare pericolosità

personale, che pure dimostra di soddisfare le istanze della popolazione grazie a rapporto col

politico in questione che effettivamente si adopera poi per risolvere la singola problematica

proposta.

Con la conseguenza inevitabile dell’accreditamento ulteriore sul territorio dell’importanza e

della forza dello stesso sodalizio che dimostra di poter contare su uomini posti in settori strategici

dell’amministrazione e che per questo diviene punto di riferimento anche per il soddisfacimento

d istanze legittime, se non sacrosante, dei singoli individui che però non possono essere garantite

se non col ricorso al ‘piacere’ richiesto al ‘compare’ o ‘all’amico degli amici’.

Concludendo in ordine alla fattispecie oggetto di contestazione al capo A) bis, dunque, può

ritenersi la sussistenza di un grave quadro indiziario, dimostrativo, allo stato degli atti, del fatto che

il PLUTINO ha fornito un accertato ed inequivocabile contributo di rafforzamento del sodalizio

monitorato dalle indagini sotto duplice forma:

- per un verso adoperandosi concretamente per il soddisfacimento di interessi direttamente

riconducibili ai membri dello stesso;

- per altro verso contribuendo ad avvalorare sul territorio la capacità dei membri del sodalizio

di “contare”, tanto da riuscire a strumentalizzare, a proprio piacimento e richiesta, la

pubblica funzione.

Tanto premesso, è evidente che nei comportamenti descritti del PLUTINO si coglie la reale

efficienza causale rispetto alla concreta realizzazione del fatto criminoso collettivo e per la

produzione dell'evento lesivo del bene giuridico protetto, che nella specie è costituito

dall'integrità dell'ordine pubblico, violata dall'esistenza e dall'operatività del sodalizio: queste

ultime garantite ed accresciute (anche) dalla dimostrata capacità, sulla base di fatti concreti, di

incidenza diretta dei suoi appartenenti persino sulle aspettative legittime della collettività.

I comportamenti posti in essere dall’indagato, d’altronde, palesano non un mero pericolo di

attuazione dei delitti-scopo del programma criminoso, ma l’effettiva realizzazione degli stessi,

sotto il profilo della ‘commissione di delitti’ (come dimostrato dal caso dell’estorsione in danno

del NUCERA), della realizzazione di ‘profitti ingiusti per sé o per altri’ (le assunzioni

compiacenti conseguite o certamente conseguibili -come quella del ROTTA in quest’ultimo caso-)

e, infine, sotto il profilo dell’alterazione del ‘libero esercizio del voto’ (come dimostrato da

capillare controllo ed alterazione della libertà di voto che hanno palesato le condotte poste in essere

nel corso della competizione elettorale).

Page 285: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 285

D’altra parte, sotto il profilo soggettivo, alla luce di tutti gli elementi evidenziati, non può

negarsi come il PLUTINO, sulla base delle considerazioni già compiute, “sia altresì consapevole

dei metodi e dei fini” della cosca e dei suoi appartenenti “a prescindere dalla condivisione,

avversione, disinteresse o indifferenza per siffatti metodi e fini, che lo muovono nel foro interno” e

si renda compiutamente conto dell'efficacia causale della sua attività di sostegno, vantaggiosa per

la conservazione o il rafforzamento dell'associazione: egli "sa" e "vuole" che il suo contributo sia

diretto alla realizzazione, anche parziale, del programma criminoso del sodalizio”.

Sussistono, pertanto, i presupposti richiesti dall’art. 273 C. p. p., per l’irrogazione di

misura coercitiva nei confronti del PLUTINO Giuseppe (già attinto da gravità indiziaria per gli

addebiti sub B) e B) bis) anche in ordine all’addebito di cui al capo A) bis.

9) L’AGGRAVANTE DI CUI ALL’ART. 7 LEGGE 203/1991

L’aggravante in questione viene contestata a carico sia del CONDEMI, soggetto associato, sia del

PLUTINO, concorrente esterno nell’associazione, quanto all’estorsione in danno del NUCERA.

Essa viene, poi, contestata al CONDEMI in relazione all’addebito di danneggiamento aggravato di

cui al capo C) ed a quello di porto e detenzione dell’arma con cui esso è stato realizzato.

Prima di entrare nel merito delle contestazioni operate dalla pubblica accusa appare opportuna

qualche sintetica notazione circa le caratteristiche di tale aggravante.

Com’è noto l’art. 7 della legge n. 203 del 1991 prevede due distinte ipotesi aggravanti.

La prima ipotesi consiste nel porre in essere il delitto avvalendosi delle condizioni previste dall’art.

416 bis c. p. e, cioè, della forza d’intimidazione tipica delle associazioni di stampo mafioso. Ai fini

della sua applicazione non occorre, però, provare l’esistenza dell’associazione, essendo sufficiente

dimostrare l’utilizzazione concreta nella realizzazione del singolo delitto del c.d. metodo mafioso,

cioè l’attualità di un comportamento minaccioso che evochi il potenziale intimidativo di un

sodalizio mafioso.

La seconda ipotesi consiste nella finalità di agevolare l’attività di un’associazione di stampo

mafioso ed esige, a differenza della prima, la prova dell’esistenza reale e non la semplice

presunzione dell’associazione di tipo mafioso. Non occorre, però, che la finalità di agevolazione si

concretizzi in un effettivo rafforzamento dell’associazione. In proposito la Sezioni Unite della

Suprema Corte di Cassazione nella nota sentenza CARNEVALE del 2002 ha osservato che

l’aggravante, di cui all’art. 7 …è incentrata su di un dato esclusivamente soggettivo e, quindi, per

la sua integrazione non è quindi richiesto che lo scopo si sia concretizzato in un esito di effettivo

rafforzamento del sodalizio. Quando ciò avvenga, il delitto così aggravato potrà affiancarsi al

concorso eventuale, come già affermato dalla sentenza DEMITRY….

Nessun dubbio sussiste, poi, circa l’astratta configurabilità dell’aggravante in questione anche nei

confronti dei soggetti non associati e, infatti, le Sezioni Unite della Cassazione con la sentenza

Page 286: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 286

CINALLI del 28.03.2001 n. 10, hanno superato il preesistente contrasto giurisprudenziale,

affermando che: …l’aggravante prevista dall’art. 7 D.L. 152/91, in entrambe le forme in cui può

atteggiarsi, è applicabile a tutti coloro che, in concreto, ne realizzino gli estremi, siano essi

partecipi di un qualche sodalizio mafioso, siano essi estranei ed in particolare, per i soggetti

qualificati, la stessa è operante anche per i reati-fine….

L’unico reato rispetto al quale l’art. 7 non può operare è, ovviamente quello associativo (vedi in tal

senso CASS. PEN. Sez. V n. 6929 del 22.12.2000, CANGIALOSI G. ed altri), in quanto il

disvalore dell’aggravante è già assorbito nella relativa fattispecie criminosa.

Entrando nel merito della contestazione, l’esame della circostanza aggravante va operato

separatamente per le varie tipologie di reati.

Con riferimento al delitto di estorsione, richiamando le considerazioni già rassegnate nel

provvedimento in parte qua, va ritenuta sussistente l’aggravante contestata, nella sua prima forma,

in quanto i soggetti agenti si sono sicuramente avvalsi delle condizioni previste dall’art. 416 bis C.

p., tenendo un comportamento oggettivamente idoneo ad esercitare quella particolare coartazione

psicologica sulla persona offesa dotata dei caratteri propri dell'intimidazione derivante

dall’associazione di tipo mafioso presente ed operante in prevalenza sul territorio calabrese.

Essendo stato posto in essere il delitto da soggetti di cui è risultato accertato l’inserimento

nell’associazione criminale di stampo mafioso o il concorso esterno nell’associazione, l’aggravante

si configura anche sotto l’ulteriore profilo della finalità di agevolare l’attività della cosca CARIDI,

avendo procurando alla medesima ingiusti vantaggi.

Quanto, poi, alle contestazioni di danneggiamento aggravato e di porto e detenzione dell’arma a tal

fine adoperata, l’aggravante appare contestata (e comunque va ritenuta) sotto il secondo profilo,

ovvero quello della finalità di agevolare la cosca CARIDI. Non c’è dubbio, infatti, che la

disponibilità di armi sia da parte degli associati sia da parte di soggetti che supportano dall’esterno

gli associati nella realizzazione del programma criminoso, è essenziale per la vita dell’associazione

e per il mantenimento della sua attitudine ad incutere timore ed a generare assoggettamento nel

contesto territoriale in cui opera. E, nel caso di specie, il CONDEMI è risultato appartenere alla

consorteria ed avere utilizzato l’arma al fine di commettere il danneggiamento, che si include in

quel più generale fenomeno di estorsione ambientale che, per la capacità diffusiva di timore che

simili condotte impongono, non può che riverberarsi a favore della cosca, mantenendo, se non

accrescendo, la sua attitudine ad incutere timore ed a generare assoggettamento nel contesto in cui

opera.

10) LE ESIGENZE CAUTELARI

Premessi i gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei sopra indicati soggetti destinatari delle

richieste, quanto alla sussistenza di esigenze cautelari tali da giustificare l'emissione della misura

restrittiva più afflittiva richiesta dal P. M., si osserva quanto segue.

Page 287: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 287

Per quanto riguarda le esigenze cautelari di natura probatoria di cui all’art. 274, lett.A), C. p.

p., è necessario ricordare come gran parte del quadro indiziario si fondi su intercettazioni

telefoniche, ambientali, su servizi di osservazione, controllo integrati da ulteriori attività di

indagine prevalentemente finalizzate alla compiuta localizzazione degli obiettivi di interesse; tale

considerazione fa comprendere come di elevatissimo spessore sia, in questa delicata fase, la tutela

delle fonti di prova, non solo dichiarative (nella specie da individuare, in primo luogo, nelle

dichiarazioni delle persone offese dei reati in contestazione, già vittime di gravi episodi minatori).

Tale attività di inquinamento probatorio è suscettibile di raggiungere il massimo grado qualora

dovessero filtrare notizie in ordine al reale tenore delle indagini fin qui svolte.

Al riguardo, la Suprema Corte, in più occasioni, ha ritenuto che “le esigenze cautelari tutelate

dall'art. 274 lett. a) cod. proc. pen. non riguardano soltanto quelle investigative in senso stretto,

ma concernono anche l'acquisizione della prova e la conservazione della sua genuinita'.

Pertanto, ai fini della necessita' di prevenire, con la misura della custodia in carcere, il

persistente e concreto pericolo di inquinamento probatorio, a nulla rileva la circostanza che le

indagini preliminari si siano concluse” (Cass. Pen., sez. Unite, sent. n. 00019 del 25/10/1994 -

12/12/1994). Tale orientamento, correttamente rapportato alle vicende in esame, consente di

affermare che se ciò vale per indagini già concluse deve, a maggior ragione, valere per indagini

ancora in corso, in cui il concreto ed attuale pericolo per l’acquisizione o la genuinità della prova

deve essere ritenuto ancor più frequente ed attuale. Le indagini, infatti, se da una parte hanno

consentito di individuare condotte di rilievo penale da ascrivere, allo stato, a persone perfettamente

identificate, non possono essere ritenute concluse. Appare, infatti, necessario proseguire

nell’attività per giungere alla identificazione anche degli altri concorrenti che, seppur noti per le

proprie gesta, non sono forniti di chiara identità.

L’aver riscontrato in buona parte le fonti di prova fornite dall’attività di indagine preliminare,

inoltre, non vale a rendere meno attuali le esigenze appena evidenziate; anche in relazione a tale

argomentazione deve evidenziarsi che “la formula di cui all'art. 274 lett. a) cod. proc. pen.

(inderogabili esigenze attinenti alle indagini) non deve essere intesa nel senso che, una volta

acquisito il riscontro certo di una rilevante prova di accusa, cessa il riferimento ad ogni pericolo

per l'acquisizione della genuinita' della prova, ma deve essere interpretata come esigenza

assoluta di evitare i rischi attinenti alla completa e corretta salvaguardia del potenziale

probatorio, che le indagini possono fornire, onde la tutela da parte del legislatore dell'insieme

delle potenzialita' probatorie contro il rischio di interventi, da parte dell'indagato, soppressivi di

fonti probatorie reali gia' esistenti o impeditivi nei confronti di persone che sono fonti di prove,

il tutto con particolare riguardo alle imputazioni dell'indagato medesimo e ai riflessi che su di

essa possono proiettare fatti di terzi, dato che la prova e' quella riferita a tutta l'imputazione,

compresi i fatti relativi alla punibilita' e alla determinazione della pena” (Cass. Pen., sez. VI,

sent. n. 03415 del 17/11/1993 - 01/03/1994).

Page 288: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 288

Non ricorre, infine, neanche l’ipotesi tendente ad escludere la ricorrenza delle esigenze cautelari di

cui alla lett. a) dell’art. 274 c.p.p. in presenza di indagini già conosciute da tempo da parte

dell’indagato in quanto allo stato alcuna discovery è stata posta in essere. Il Supremo Collegio, con

riferimento a tale profilo, ha evidenziato che tale pericolo “non sussiste quando sia trascorso un

lungo periodo di tempo dal momento della conoscenza, da parte dell’indagato, dell’esistenza di

indagini a suo carico per alcuni reati, senza che sia stata posta in essere alcuna condotta che

pregiudichi l’integrità o la genuinità della prova stessa” (Cass. Pen., sent. n. 00786 del

20/02/1996 – 12/03/1996) vedi S.U.: 199396), ipotesi che, nel caso di specie, non può trovare

ingresso per la manifesta assenza di qualsivoglia elemento in grado di sostenerne la ricorrenza.

Passando alle esigenze di cui alla lettera C) dell’art. 274 C. p. p., sono emersi positivi elementi

in ordine all’attualità del concreto pericolo di reiterazione di condotte criminose.

Le specifiche modalità e circostanze dei fatti per i quali si procede rivelano l'esistenza di una

associazione di stampo mafioso armata rispetto alla quale gli indagati hanno dimostrato

partecipazione attiva (ovvero alla quale hanno prestato attività agevolatrice o del cui metodo si

sono avvalsi), o vi hanno concorso, in un contesto che vede elevato numero di soggetti relazionarsi

al fine di proseguire nell’attività illecita posta in essere in esecuzione del programma criminoso.

Quanto sopra, dunque, depone, di per sé, in senso del tutto negativo in ordine alla personalità degli

indagati in relazione alla fattispecie delittuosa di cui alla rubrica sub A). L’obiettiva gravità dei

fatti reato e l’elevata pericolosità sociale dei prevenuti, quali risultano dall’estremo allarme

riconnesso a condotte delittuose poste in essere in modo duraturo e programmato, sono suscettibili

di essere maggiormente poste in evidenza se si considera che la commissione del delitto in

contestazione è essenziale alla conservazione ed al rafforzamento della capacità di intimidazione

che deriva dal vincolo associativo della associazione di tipo mafioso di appartenenza. Tale giudizio

negativo, che si riflette inevitabilmente in termini di concretezza e specificità anche sulla

valutazione del pericolo di reiterazione di analoghe condotte delittuose, risulta rafforzato dalla

capacità delinquenziale degli indagati chiaramente palesata dalla determinazione, dalla

preordinazione e dalla complessa strutturazione che caratterizzano le condotte delittuose relative al

capo di incolpazione sub A).

Non pare, pertanto, necessario dilungarsi in considerazioni ulteriori per ciò che concerne la

permanente attualità della pericolosità sociale delle persone sottoposte ad indagini, da cui emerge

una innegabile propensione a proseguire nella consumazione di gravi fattispecie delittuose.

Analoghe sono le considerazioni da svolgere per chi è attinto da contestazioni non associative,

essendo comunque le stesse caratterizzate dall’aggravante prevista dall’art. 7 L. 203/91, nella

duplice forma del metodo mafioso o dell’agevolazione.

Ciò posto, va rammentato che, secondo la giurisprudenza, la presunzione di pericolosità,

prevista dall'art. 275, comma terzo, cod. proc. pen. per chi è raggiunto da gravi indizi di

colpevolezza in ordine a un reato di matrice mafiosa, può essere vinta solo attraverso l'acquisizione

di elementi dai quali emerga che in concreto non sussistono le dette esigenze. Ne consegue che non

Page 289: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 289

possono ritenersi idonei a superare tale presunzione elementi cui, ove non operi la predetta

presunzione di pericolosità, fa riferimento il legislatore ai sensi dell'art. 275 comma primo e

secondo cod. proc. pen. ai fini della adeguatezza e proporzionalità della misura (fattispecie in cui

la Corte ha escluso che la mancanza di esigenze cautelari potesse desumersi dall'incensuratezza

dell'imputato, dal periodo di custodia da lui sofferto o dalla concessione delle attenuanti generiche)

- Cass. Pen., sez. 6, sentenza n. 23788 del 27/03/2003 Cc. (dep. 29/05/2003) -.

Nel caso di specie non solo non si dispone di indicatori capaci di smentire la presunzione di

pericolosità, ma emerge indiscutibilmente la persistenza del contributo degli indagati in azioni

criminose poste in essere avvalendosi della natura mafiosa dell’associazione di cui all’art. 416 bis

C. p., vista tanto quale organismo unitario, che quale risultante dell’azione delinquenziale

esercitata, a livello territoriale, dall’articolazione d’appartenenza. Appare necessario sottolineare

che ogni possibile valutazione in ordine alla caducazione di esigenze cautelari rilevanti ai fini

dell’adozione della postulata ordinanza custodiale in ragione dall’avvenuta cattura di soggetti di

rango della consorteria è destituita di fondamento per la natura stessa del vincolo indissolubile che

lega i compartecipi ad un’associazione per delinquere di tipo mafioso, vincolo che non cessa ma si

trasforma in presenza di eventi traumatici certamente in grado di alterare la scala di priorità cui si

ispira l’azione criminosa dei singoli associati. E, se l’intervenuta cattura dei soggetti di vertice è

evento di gravità ove rapportato alla vita della cosca, ciò non lo rende comunque portatore di

effetti disgreganti sul legame che caratterizza la singola articolazione territoriale. In sostanza, la

cattura del soggetto in posizione apicale non mette in crisi la struttura associativa né pregiudica la

sua sopravvivenza, non scioglie l’accordo costitutivo nè muta il condiviso programma criminoso;

impone aggiustamenti nelle strategie conservative ed espansionistiche, prescrive nuovi

organigrammi in grado di garantire la fruttuosa gestione di una organizzazione complessa e

ramificata e, in particolare, può ricollocare all’interno di tale struttura i vari soggetti, che, proprio

per il ruolo già ricoperto, assumono, nel mutato assetto, un ruolo di sicuro rilievo, sicchè può

agevolmente concludersi il permanere della attualità delle esigenze cautelari anche considerato il

tempo trascorso rispetto ai fatti. Occorre evidenziare, a conferma della correttezza di tale assunto,

che tali parametri di valutazione vanno considerati validi sia per il compartecipe sia, secondo il

costante insegnamento della Suprema Corte (cfr., da ultimo, Sez. II, 18/11/2004 n. 48444), per le

posizioni qualificate di soggetti che interagiscono con l’associazione mafiosa e che costituiscono,

peraltro, l’insostituibile strumento di perfezionamento dei piani criminali di detti sodalizi.

Non è superfluo ricordare, comunque, come, in tema di misure cautelari, ai fini della valutazione

del pericolo specifico di commissione da parte degli imputati di ulteriori reati della stessa specie, il

requisito della concretezza di tale pericolo, cui si richiama l’art. 274, 1° comma, lett. C), C. p. p.,

non si identifica con quello di attualità del pericolo; al contrario, il predetto requisito deve essere

riconosciuto allorchè esistono elementi concreti sulla base dei quali è possibile affermare che

l’imputato, verificandosene l’occasione, potrà commettere reati tra quelli indicati dalla suddetta

norma (Cass. Pen., Sez. I, sent. n. 4534 del 1993). Conferma della solidità di tale orientamento

giurisprudenziale si ricava dal pronunciamento secondo cui, in tema di misure cautelari personali,

Page 290: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 290

ai fini della valutazione del pericolo che l'imputato commetta reati della stessa specie, il requisito

della "concretezza", cui si richiama l'art. 274, comma primo, lett.c) cod. proc. pen., non si

identifica con quello di "attualità" derivante dalla riconosciuta esistenza di occasioni prossime

favorevoli alla commissione di nuovi reati, dovendo, al contrario, il predetto requisito essere

riconosciuto allorchè esistono elementi concreti sulla base dei quali è possibile affermare che

l'imputato potrà commettere reati rientranti fra quelli contemplati nella suddetta norma processuale

(Cassazione, Sezione 3^, sentenza n. 26833, del 26/03/2004 Cc. (dep. 15/06/2004) Rv. 229911).

In concreto, dunque, il giudizio prognostico inerente il pericolo di reiterazione di reati della stessa

specie è sganciato dal requisito dell’attualità, anche perché “non può essere inteso nel senso di una

realizzazione delittuosa in itinere” (Cass. Pen., sez. III, sent .n. 2531 del 4 agosto 1995 e n. 1963

del 1993). Si tratta, infatti, di un giudizio prognostico, nel quale la concretezza va, pur sempre,

desunta coerentemente da fatti già accaduti e quindi appartenenti al passato. L’espressione pericolo

indica poi una proiezione verso il futuro ed implica in modo indispensabile un apprezzamento di

merito (Cass. Pen., sez. III, sent. n. 2531 appena citata). A conferma della correttezza di tale

assunto, occorre evidenziare che, di recente, la Suprema Corte ha chiarito che, ai fini della

configurabilità dell'esigenza cautelare di cui all'art. 274, comma primo, lett. c), cod. proc. pen., il

concreto pericolo di reiterazione dell'attività criminosa può essere desunto anche dalla molteplicità

dei fatti contestati, in quanto essa, considerata alla luce delle modalità della condotta

concretamente tenuta, può essere indice sintomatico di una personalità proclive al delitto,

indipendentemente dall'attualità di detta condotta e quindi anche nel caso in cui essa sia risalente

nel tempo (Cass. Pen., sez. V, sent. n. 45950, del 16/11/2005 Cc. (dep. 19/12/2005 ) Rv. 233222).

Tale apprezzamento deve tener conto sia delle caratteristiche oggettive e soggettive del fatto-reato,

cioè della condotta criminosa e delle conseguenze che ne sono derivate, sia della personalità

dell’agente, desunta dalla condotta complessiva, da tutti gli altri parametri enunciati dall’art. 133

c.p. (Cass. Pen., sent. n. 4875 del 1996, sent. n. 1703 del 1993, sent. n. 678 del 1991, sent. n. 919

del 1992, sent. n. 2828 del 1991) ivi comprese, oltre “le eventuali condanne irrevocabili”, anche

l’esistenza di altri procedimenti già instaurati e non ancora definiti (Cass. Pen., sent. n. 1518 del

1991), “la vita anteatta” (Cass. Pen., sent. n. 3561 del 1991) e “la condotta susseguente al fatto

criminoso” (Cass. Pen., sent. n. 4006 del 1996).

La valutazione complessiva della personalità degli indagati raggiunti dai gravi indizi di

colpevolezza secondo i parametri enunciati induce ugualmente per ognuno di essi a ritenere

sussistente l’esigenza di cautela sociale che, per l’accertata pericolosità, legittima l’applicazione

delle misure cautelari richieste.

Esiste, pertanto, il concreto ed attuale pericolo di reiterazione di gravi delitti della stessa

specie di quelli per cui si procede, ovvero con uso di armi o altri mezzi di violenza personale, di

cui alla lett. C) dell’art.274 C. p. p..

Conclusivamente, per i soggetti in dispositivo indicati, le cui condotte sono state ritenute assistite

da gravi indizi di colpevolezza per il delitto associativo di cui all’art. 416 bis c. p. o per quelli

Page 291: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 291

aggravati dall’art. 7 legge 203/91, non può che applicarsi la misura della custodia in carcere,

attesa l’assenza di elementi da cui possa ritenersi risultare l’insussistenza delle esigenze

cautelari presunte per legge ex art. 275 comma 3 C. p. p.. La Suprema Corte, infatti, ha avuto

modo di affermare che “la presunzione di pericolosità prevista dall’art. 275 comma 3 c.p.p. per

chi è raggiunto da gravi indizi di colpevolezza in ordine ad un reato di matrice mafiosa, può

essere vinta solo attraverso l’acquisizione di elementi dai quali emerga che in concreto non

sussistono le dette esigenze” (Cassazione, Sezione VI, 27 marzo 2003, n. 23788) e, più di recente,

che “in presenza di gravi indizi di colpevolezza per uno dei reati indicati dall'art. 275, comma

terzo, cod. proc. pen., deve applicarsi la misura della custodia cautelare in carcere senza la

necessità di accertare le esigenze cautelari, la cui sussistenza è presunta per legge, incombendo al

giudice di merito solo l'obbligo di constatare l'inesistenza di elementi che "ictu oculi" lascino

ritenere superata tale presunzione” (cfr. Cassazione, Sezione VI, 22.1.2008, n. 10318).

Si rammenta, ancora, che Sez. 6, Sentenza n. 42922 del 21/10/2010 Cc. (dep. 02/12/2010 ) Rv.

248801, evidenzia che La presunzione di pericolosità prevista dall'art. 275, comma terzo, cod.

proc. pen. opera anche con riferimento alla fattispecie di concorso esterno in associazione di

tipo mafioso.

Orbene, dall’esposizione che precede, non risultano acquisiti elementi idonei, nel senso sopra

lumeggiato, a superare la presunzione fissata dall’art. 275 comma 3 del codice di rito nei confronti

degli indagati, ma, al contrario, come si è ampiamente esposto in precedenza, sono emersi positivi

elementi in ordine al concreto pericolo di reiterazione delle condotte criminose. [Va, comunque,

osservato che le sopra descritte esigenze cautelari, in ragione della loro gravità, non potrebbero, in

ogni caso, essere assicurate che con l’applicazione della misura più rigorosa, proporzionata alla

gravità dei fatti contestati ed all’entità della pena che, in considerazione dei titoli di reato

ipotizzati, si ritiene possa essere irrogata in caso di condanna].

Non è dato, poi, rinvenire nella fattispecie alcuna delle ipotesi previste dall’art. 273, secondo

comma, C. p. p..

Non osta, infine, all’applicazione della disposta misura della custodia cautelare in carcere la

norma, di cui all’art. 275 comma 2-bis C. p. p., dovendosi ritenere che la pena in astratto irrogabile

nei confronti dei prevenuti, con elevata probabilità, non è certamente contenibile nei limiti della

sospensione condizionale.

Va, infine, rilevata la sussistenza di specifiche ed eccezionali ragioni di cautela rispetto a

possibilità di inquinamento delle prove, consistenti nella concreta possibilità per gli indagati di

concordare la versione dei fatti oggetto delle contestazioni inerenti i fatti di criminalità

organizzata), che consentono di dilazionare fino all’esito dell’interrogatorio innanzi al G. I. P.

l’esercizio del diritto degli indagati di conferire con il proprio difensore [cfr. Cassazione Penale,

Sez. VI, sentenza n. 2941 del 21 ottobre 2009 Cc. (dep. 22/01/2010), Rv. 245806, secondo la quale

“il provvedimento con il quale venga differito il diritto dell'indagato sottoposto a custodia

cautelare di conferire con il proprio difensore può correttamente basarsi anche sulla ritenuta

Page 292: ordinanza condemi.pdf

TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI

_____________________________________________________________________________ 292

gravità dei fatti riguardanti una pluralità di indagati, unitamente all'esigenza di evitare la

possibilità di preordinate e comuni tesi difensive di comodo (Fattispecie relativa a complesse

indagini su fatti di criminalità organizzata di stampo mafioso)”]. Parimenti, appaiono sussistere i

presupposti per disporre che gli indagati siano tenuti separati nello stato di detenzione.

P.Q.M.

Visti gli artt. 273, 274, 275, 280 e segg. C. p. p.,

Accoglie la richiesta del P. M. e, per l’effetto, APPLICA la misura della custodia cautelare in

carcere nei confronti di:

1. CONDEMI Domenico, nato a Reggio Calabria in data 3.7.1976, in relazione ai capi A),

B), B-bis), C) e C-bis);

2. CONDEMI Filippo, nato a Reggio Calabria in data 27.5.1974, in relazione al capo A);

3. PLUTINO Giuseppe, nato a Reggio Calabria in data 5.8.1964, in relazione ai capi A-bis),

B) e B-bis);

4. ROTTA Vincenzo, nato a Reggio Calabria in data 11.2.1953, in relazione al capo A);

5. LOMBARDO Vincenzo, nato a Reggio Calabria il 19.5.1973, in relazione al capo A);

6. CALDERAZZO Rosario, nato a Palmi in data 13.7.1970, in relazione al capo A);

Ordina agli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria che gli stessi siano catturati ed immediatamente

condotti in un istituto di custodia per ivi rimanere a disposizione dell’autorità giudiziaria.

- Visto l’art. 104 C. p. p., dispone che sia differito il diritto degli indagati a conferire con i

rispettivi difensori fino all’esito dell’interrogatorio innanzi al GIP, sussistendo obiettive ed

eccezionali esigenze di tutela delle prove da attività di inquinamento.

- Visto l’art. 96 disp. Att. c. p.p., dispone che gli indagati catturati siano tenuti separati tra

loro nello stato di detenzione.

- Visto l’art. 92 disp. Att. C. p. p., manda alla Cancelleria di trasmettere immediatamente la

presente ordinanza all'Ufficio della Procura della Repubblica presso il Tribunale in Sede,

Direzione Distrettuale Antimafia, che ha richiesto le misure, per l’esecuzione.

Gli ufficiali o gli agenti incaricati di eseguire l’ordinanza provvederanno a trasmettere immediatamente il

verbale di esecuzione al pubblico ministero ed al giudice che ha emesso l’ordinanza.

Reggio Calabria, 16/12/2011. Il Giudice per le indagini preliminari

Dr. Domenico Santoro

Il Cancelliere

Depositato in Cancelleria per la trasmissione al Pubblico Ministero per l’esecuzione il

Il Cancelliere