ORCHESTRA DEL TEATRO REGIO · DEL TEATRO REGIO LUNEDÌ 30 DICEMBRE 2013 ORE 20.30 MARTEDÌ 31...

8
I C O N C E R T I 2 0 1 3 - 2 0 1 4 CHRISTIAN ARMING DIRETTORE ORCHESTRA DEL TEATRO REGIO LUNEDÌ 30 DICEMBRE 2013 ORE 20.30 MARTEDÌ 31 DICEMBRE 2013 ORE 17.30 TEATRO REGIO

Transcript of ORCHESTRA DEL TEATRO REGIO · DEL TEATRO REGIO LUNEDÌ 30 DICEMBRE 2013 ORE 20.30 MARTEDÌ 31...

I C O N C E R T I 2 0 1 3 - 2 0 1 4

CHRISTIAN ARMING DIRETTORE

ORCHESTRA DEL TEATRO REGIO

LUNEDÌ 30 DICEMBRE 2013 ORE 20.30 MARTEDÌ 31 DICEMBRE 2013 ORE 17.30

TEATRO REGIO

Christian Arming direttoreOrchestra del Teatro Regio

Josef Strauss (1827-1870)

Dynamiden-Walzer op. 173

Richard Strauss (1864-1949)

Der Rosenkavalier, suite op. 59Con moto agitato Un poco lento - Allegro molto Tempo di Valse. Assai comodo da primo Moderato molto sostenuto Schneller Walzer. Molto con moto

Johann Strauss (1825-1899)

Die Fledermaus, ouverture

Ägyptischer Marsch op. 335

Wiener Blut op. 354

Perpetuum mobile op. 257

Eduard Strauss (1835-1916)

Bahn frei! op. 45

Johann Strauss

Kaiser-Walzer op. 437

Restate in contatto con il Teatro Regio:

Re e principi del valzer

L’Ottocento è l’apoteosi del valzer, una danza che si identifica e si incarna per eccellenza nella famiglia Strauss; più in particolare, i massimi fastigi del valzer sono dovuti soprattutto al merito di Johann Strauss figlio – famosissimo il suo Auf der schönen blauen Donau (Sul bel Danubio blu) –, ma importanti restano anche l’apporto e l’attività dei suoi fratelli Josef e Eduard, oltre che del loro celebre genitore Johann Strauss padre (1804-1849), autore della ben nota Radetsky-Marsch.

Accanto agli Strauss fiorirono in aperta rivalità altre figure di concorrenti di diverso valore, a partire da Joseph Lanner (1801-1843), nonché numerosi più o meno fortunati epigoni, in primis Émile Waldteufel (1837-1915), autore del celebre valzer Les Patineurs, e soprattutto Franz Lehár (1870-1948), che nella sua più celebre operetta Die lustige Witwe (1905) genialmente impresse nuova vita al valzer creandone alcuni non meno celebri di quelli della più nota famiglia viennese.

Va precisato a questo punto che l’inclusione nel programma odierno di Richard Strauss, il quale non ha alcuna parentela con gli omonimi di cui sopra, è giustificata dalla presenza fondamentale dei valzer – peraltro di chiara ispirazione straussiana – nella sua più celebre opera, Der Rosenkavalier.

Il valzer, derivazione borghese del più popolare Ländler, tuttora presente in ambito folcloristico, si diffuse in Austria, in Baviera e praticamente in tutta la Germania meridionale già a partire dalla fine del Settecento per poi imporsi nell’Ottocento, e non solo nell’Impero austro-ungarico, quando conobbe la sua apoteosi come uno dei fenomeni musicali di più larga diffusione e d’impronta decisamente interclassista, diventando così la danza più diffusa almeno fino alla Prima guerra mondiale (allorché entrerà in concorrenza con altre danze, come il tango). Espressione dell’ambiente spensierato e gaudente viennese, il valzer assume un ritmo dirompente, intermezzato da frementi parentesi melodiche laddove la linea musicale si rallenta in sospiri romantici e nostalgici da finis Austriae.

Il concerto di stasera non inizia con lo Strauss universalmente noto, Johann figlio, bensì con il meno conosciuto fratello Josef: definito dalla critica più poeta che musicista, è autore del Dynamiden-Walzer (ma il suo titolo originario è Geheimnisse Anziehungskräfte, ossia Poteri segreti dell’attrazione) che fu presentato la prima volta il 30 gennaio 1865 nel Redoutensaal della Hofburg di Vienna nel corso del ballo degli industriali. Il primo valzer del brano, peraltro, ricomparirà proprio nel Der Rosenkavalier di Richard Strauss.

La suite tratta dal Cavaliere della rosa condensa alcuni dei momenti più felici dell’opera, che è un’irresistibile commedia dell’amore, delle galanterie, degli equivoci e dei languori segreti. L’uso del valzer non è da equivocare in veste di citazione storica (ché sarebbe anacronistica); incarna semmai l’idealizzazione della vitalità sociale della Vienna settecentesca, una grande capitale imperiale che aveva creduto di poter fare della vita una gioia quotidiana dello spirito e dei sensi.

Penultimo nella sequenza dei brani in programma, è una caratteristica polka-schnell dell’altro fratello di Johann, Eduard. Prodigioso direttore d’orchestra e organizzatore dei concerti-Strauss (ma forse il meno geniale dei fratelli), è noto soprattutto per le sue polka-schnell, un tipo di danza analoga al galop ma ancora più vivace, dal ritmo incalzante

e “senza fiato”. Bahn frei! (Binario libero!) è uno dei brani più eseguiti di Eduard, molto popolare soprattutto nei paesi di lingua tedesca.

Il “grande” Johann, universalmente considerato il “re del valzer”, non ebbe vita facile dapprincipio: dovette vincere l’iniziale riluttanza del suo celebre padre, che avrebbe voluto avviarlo a una carriera statale, per poter compiere, con la connivenza della madre, regolari studi musicali in composizione, direzione d’orchestra e violino. Agli inizi entrò in concorrenza con l’orchestra paterna alla guida di una propria compagine strumentale e, dopo la morte precoce del padre, iniziò una carriera costellata di incredibili successi e trionfi, prima in patria poi nel resto d’Europa, raggiungendo anche l’America. La sua produzione è rappresentata da quattro diversi generi musicali: l’ouverture (quella geniale dell’operetta Die Fledermaus), la marcia (l’esotico Ägyptischer Marsch), il valzer (Wiener Blut e Kaiser-Walzer) e infine lo scherzo musicale (con il vorticoso Perpetuum mobile).

Il valzer straussiano, nella sua forma più classica, è costituito da una sezione introduttiva più o meno lenta (sovente d’impronta beethoveniana), alla quale fa seguito tutta una serie di “numeri musicali”, per concludersi infine con una coda dal carattere solitamente vertiginoso. Il massimo livello artistico viene raggiunto nella sua operetta Die Fledermaus, un lavoro entusiasticamente ammirato e apprezzato da Johannes Brahms e in particolare da Gustav Mahler, il quale vanta il merito di averla introdotta nel repertorio stabile del teatro lirico mondiale. D’altra parte, questo ritmo nato per la danza è stato introdotto e declinato nelle composizioni di molti altri grandi autori, quali Chopin, Čajkovskij, Fauré, Ravel, Sibelius, Debussy, gli stessi Brahms e Mahler, poi Stravinskij, Satie…

Anche Giuseppe Verdi, che è ricorso proprio al valzer per sottolineare la dichiarazione d’amore di Alfredo a Violetta nella Traviata, è autore di un Valzer brillante per pianoforte, dedicato all’amica d’una vita, la contessa Clarina Maffei, e composto presumibilmente durante la sua presenza a Roma per l’allestimento della prima rappresentazione di Un ballo in maschera (al Teatro Apollo nel 1859); un valzer reso popolare dalla colonna sonora del celebre film di Luchino Visconti Il Gattopardo.

Richard Wagner e Richard Strauss si espressero con lodi entusiastiche sulle composizioni di Johann Strauss figlio: «Un solo valzer di Strauss supera in grazia, delicatezza e vero contenuto musicale la maggior parte dei prodotti di fabbrica stranieri, così come il campanile di Santo Stefano [a Vienna] supera le vuote colonne ai lati dei boulevards di Parigi» (Wagner); «… di tutti i dispensatori di gioia che Dio dotò di talento, Johann Strauss mi è il più caro […] per la sua ispirazione spontanea […] e per la sua melodia primordiale e originale, la sua protomelodia» (R. Strauss).

Olimpio Cescatti

Olimpio Cescatti, musicologo, collaboratore letterario del Teatro alla Scala nonché redattore di numerose case editrici milanesi, ha pubblicato in ambito musicale: Lettere di Mozart alle donne (con prefazione di Roman Vlad; Bompiani, Milano 1991), Tutti i libretti di Wagner (prima edizione integrale moderna con prefazione di Quirino Principe; Utet, Torino 1996) e Tutti i libretti di Bellini (Garzanti, 1994). La sua formazione eclettica è peraltro testimoniata da altre pubblicazioni: La natura di Lucrezio (traduzione italiana in prosa con note e testo originale a fronte; Garzanti, 1975), nonché l’edizione riveduta e “integrata” del romanzo cinese del XVI secolo Chin P’ing Mei (Feltrinelli, Milano 1970).

Christian Arming è nato a Vienna, dove ha studiato presso l’Università di Musica e delle Arti. È uno dei direttori maggiormente richiesti della nuova generazione e i suoi successi, ottenuti sia in ambito concertistico che operistico, sono ormai consolidati.

Dal 2011 ricopre la carica di Direttore prin-cipale dell’Orchestre Philharmonique Royal di Liegi. Fino al 2002 è stato Direttore principale della Filarmonica Janáček di Ostrava e, fino al 2004, dell’Orchestra Sinfonica e Teatro d’Opera di Lucerna, dove ha diretto Carmen, Die Zauber-flöte, La bohème, Un ballo in maschera e Der flie-gende Holländer.

La collaborazione con Seiji Ozawa lo ha por-tato a dirigere la Boston Symphony Orchestra a Tanglewood e la New Japan Philharmonic di Tokyo, di cui è tuttora Direttore principale. In tale veste ha diretto numerosissimi concerti, ma anche nuove produzioni operistiche tra cui: Fi-delio, Giovanna d’Arco, Salome, Lohengrin e Die Fledermaus.

Tra gli impegni passati più importanti si se-gnalano le presenze al Festival di Salisburgo, a Cincinnati per The Turn of the Screw di Britten, a Trieste per Der Rosenkavalier, a Strasburgo per Il principe Igor, a Verona per Salome ed Elektra e a Francoforte per Der fliegende Holländer, Don Gio-vanni e Jenůfa.

Nel maggio del 2003, quale direttore più giovane nella storia del Festival dopo Rafael Kubelik, ha inaugurato con la Filarmonica Ceca il Festival Primavera di Praga. Dal 2006 collabora con la Camerata Salzburg e con l’Orchestre Na-tional du Capitole de Toulouse. Dopo il primo in-carico nel 2005, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, lo invita regolarmente in ogni stagione; memorabili i concerti a Torino e nel Duomo di Orvieto con la Messa in mi bemolle maggiore di Schubert.

In Italia ha diretto nei teatri più importanti: Massimo di Palermo, Verdi di Trieste, Filarmo-nico di Verona, Carlo Felice di Genova, San Carlo di Napoli, La Fenice di Venezia e Regio di To-rino. All’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dopo la sostituzione di Georges Prêtre nella Sin-fonia n. 5 di Mahler, è tornato a dirigere nel 2010 la Terza e la Quarta di Mahler, oltre alla Jupiter di Mozart.

Dagli inizi della sua carriera, nel 1994, a oggi è stato ospite di più di cinquanta orchestre tra cui, oltre a quelle già menzionate, le orchestre radiofoniche di Vienna, Francoforte, Stoccarda e Lipsia, la Deutsches Symphonie Orchester di

Berlino, la Munich Philharmonic, la Sächsische Staatskapelle di Dresda, l ’Orquestra Sinfónica do Teatro Nacional de São Carlos a Lisbona e la Wiener Symphoniker.

Ha inciso musiche di Janáček e Schubert con la Filarmonica Janáček e di Brahms, Mahler e We-bern con la New Japan Philharmonic.

L’Orchestra del Teatro Regio è l’erede del com-plesso fondato alla fine dell’Ottocento da Arturo Toscanini, sotto la cui direzione vennero eseguiti numerosissimi concerti e molte storiche produzio-ni operistiche, quali la prima italiana del Crepuscolo degli dèi di Wagner e le prime assolute di Manon Lescaut e La bohème di Puccini.

Nel corso della sua lunga storia ha dimostrato una spiccata duttilità nell’affrontare il grande re-pertorio così come molti titoli del Novecento, an-che in prima assoluta, come Gargantua di Corghi e Leggenda di Solbiati. L’Orchestra si è esibita con i solisti più celebri e alla guida del complesso si so-no alternati direttori di fama internazionale come Roberto Abbado, Ahronovič, Bartoletti, Bychkov, Campanella, Gelmetti, Gergiev, Oren, Pidò, Sado, Steinberg, Tate e infine Gianandrea Noseda, che dal 2007 ricopre il ruolo di Direttore musicale del Teatro Regio. Ha inoltre accompagnato grandi compagnie di balletto come quelle del Bol’šoj di Mosca e del Mariinskij di San Pietroburgo.

Numerosi gli inviti in festival e teatri stranieri; negli ultimi cinque anni, in particolare, è stata ospi-te con il maestro Noseda in Germania (Wiesbaden, Dresda), Spagna (Madrid, Oviedo, Saragozza e al-tre città), Austria (Wiener Konzerthaus), Francia (due volte al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi). Nell’estate del 2010 ha tenuto una trion-fale tournée in Giappone e in Cina con Traviata e Bohème, un successo ampiamente bissato nel 2013 con il recentissimo “Regio Japan Tour”: nove date a Tokyo con Tosca, Messa da requiem, Un ballo in maschera e un Gala Rossini.

L’Orchestra e il Coro del Teatro figurano oggi nei video di alcune delle più interessanti produzioni delle ultime stagioni: Medea, Edgar, Thaïs, Adriana Lecouvreur, Boris Godunov, Un ballo in maschera e I Vespri siciliani. Tra le incisioni discografiche più recenti, tutte dirette da Gianandrea Noseda, figu-rano, per Deutsche Grammophon, due cd dedicati a Verdi con Rolando Villazón e Anna Netrebko e uno mozartiano con Ildebrando D’Arcangelo; per Chandos, Quattro pezzi sacri di Verdi e un disco dedicato a Petrassi.

Orchestra

Violini primi Stefano Vagnarelli • Monica Tasinato Marcello Iaconetti Elio Lercara Carmen Lupoli Enrico Luxardo Miriam Maltagliati Alessio Murgia Paola Pradotto Laura Quaglia Thomas Schrott Daniele Soncin Marta Tortia Giuseppe Tripodi Francesca Viscito Roberto Zoppi

Violini secondi Cecilia Bacci • Tomoka Osakabe Bartolomeo Angelillo Silvana Balocco Paola Bettella Maurizio Dore Anna Rita Ercolini Silvio Gasparella Lorenzo Gentili Tedeschi Ekaterina Gulyagina Fation Hoxholli Anselma Martellono Marco Mazzucco Valentina Rauseo

Viole Armando Barilli • Alessandro Cipolletta Gustavo Fioravanti Andrea Arcelli Tamara Bairo Maria Elena Eusebietti Alma Mandolesi Franco Mori Roberto Musso Alessandro Sacco Claudio Vignetta Giuseppe Zoppi

Violoncelli Relja Lukic • Davide Eusebietti Giulio Arpinati Augusto Gasbarri Alfredo Giarbella Francesca Gosio Armando Matacena Marco Mosca Paola Perardi Nasim Saad

Contrabbassi Davide Ghio • Atos Canestrelli Alessandro Belli Fulvio Caccialupi Vito Galante Michele Lipani Stefano Schiavolin Michele Valentini

Ottavino Elisa Parodi

Flauti Federico Giarbella •

Maria Siracusa

Oboi Luigi Finetto • Stefano Simondi

Corno inglese Alessandro Cammilli

Clarinetti Luigi Picatto • Diego Losero Luciano Meola (anche Clarinetto piccolo)

Clarinetto basso Edmondo Tedesco

Fagotti Carmen Maccarini • Orazio Lodin

Controfagotto Sergio Pochettino

Corni Natalino Ricciardo • Evandro Merisio Fabrizio Dindo Eros Tondella

• Prime parti

Teatro RegioWalter Vergnano, Sovrintendente

Gianandrea Noseda, Direttore musicale

Si ringrazia la Fondazione Pro Canale di Milano per aver messo i propri strumenti a disposizione dei professori Stefano Vagnarelli (violino Francesco Ruggeri, Cremona 1686) e Cecilia Bacci (violino Santo Serafino, Venezia 1725).

Il professor Luigi Picatto suona strumenti Patricola.

Trombe Sandro Angotti • Paolo Paravagna Marco Rigoletti

Tromboni Gianluca Scipioni • Enrico Avico Marco Tempesta

Tuba Rudy Colusso

Timpani Ranieri Paluselli •

Percussioni Lavinio Carminati Massimiliano Francese Alessandro Laganella Sergio Marangoni Sergio Meola Massimo Melillo

Arpa Elena Corni •

Celesta Luca Brancaleon

© Fondazione Teatro Regio di Torino Prezzo: € 1

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

©2013_paginaRigoletto.pdf 1 08/10/13 12:02

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

©2013_paginaRigoletto.pdf 1 08/10/13 12:02

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

©2013_paginaRigoletto.pdf 1 08/10/13 12:02

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

©2013_paginaRigoletto.pdf 1 08/10/13 12:02

Luca Salsi baritono

Der Fliegende Holländer