“Ora lascia che il tuo servo vada in pace:” il dono di ... · “La fede può realizzarsi solo...

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Supplemento a “Il giornale della comunità” Reg. Trib. To n. 279 del’8.3.1978 Dir. resp. Marco Bonatti Anno XV, n. 8 – Ottobre 2005 Via Castello 6 – Tel. 011 984 67 20 Copia distributia gratuitamente. Sono gradite collaborazioni ed offerte. 1 PARROCCHIA SANTA MARIA DELLA STELLA DRUENTO >> “Ora lascia che il tuo servo vada in pace”: il dono di frère Roger >> La nostra estate >> Festa patronale GRAZIE! >> Catechismo 2005/06 Sommario “Santità, perché lei ha così tanta fiducia in noi?” “Caro frère Roger, mi fido di voi perché lei ha lo sguardo innocente di un bambino” Erano i primi anni di pontificato per Angelo Roncalli, già Patriarca di Venezia e da qualche mese eletto al soglio di Pietro con il nome di Giovanni XXIII, quando incontrò un gruppo di monaci, protestanti e cattolici, provenienti da Taizè, sperduto villaggio a pochi chilometri da Cluny, e subito riconobbe nella loro forma di vita, nel loro sogno di vivere una autentica e tangibile Riconciliazione, una “nuova primavera per la Chiesa”. Quasi come un ritorno alla Chiesa indi- visa del primo millennio, quando la ferita della divisione non aveva ancora frantumato l’unità dei cristiani nelle attuali confessioni ortodossa, catto- lica e protestante: tutti e semplicemente cristiani, come dai tempi di Antiochia (vd At 11,26). E frére Roger Schutz, fondatore e ispiratore della comu- nità ecumenica, rimase colpito dalla fiducia istin- tiva dell’anziano papa nei loro confronti. Il Concilio Ecumenico era ancora lontano nei fatti ma forse già presente nel cuore spirituale del pon- tefice e perciò quel giorno fu per lui sufficiente contemplare lo sguardo trasparente di quell’inso- lito monaco, svizzero di origine e francese d’ado- zione, per cogliere al volo che lo Spirito stava invisibilmente tessendo trame di unione là dove gli uomini (allora come oggi), incapaci di ricono- scersi, parevano attratti più dalle distinzioni e dai particolarismi, che dal desiderio potente di una comunione. A quel tempo i freres di Taizè erano poco più che una decina, anche se già centinaia di giovani europei frequentavano la loro comuni- tà, per partecipare ai momenti di preghiera e per sperimentare la comunione attraverso il confron- to e la condivisione della vita. E sempre lascian- dosi illuminare dalla luce che la trasparenza della vita e degli occhi di frère Roger lasciavano gene- rosamente filtrare. Quegli occhi si sono spenti tra- gicamente lo scorso sedici agosto durante la pre- ghiera della sera, nella grande e semplice chiesa della Riconciliazione. Accompagnato dai suoi monaci e da circa duemilacinquecento persone, il monaco ormai novantenne invocava, come tutte le sere da sessant’anni, la misericordia di Dio per sé e per tutti i fratelli e le sorelle in uma- nità sparsi sul globo terrestre. La mano armata di una giovane rumena con problemi psichiatrici, si è abbattuta con violenza su un corpo fragile e pie- gato dagli anni. “Nunc dimittis servum tuum in pace... Ora lascia che il tuo servo vada in pace” (Lc 2,29). Queste parole del Vangelo ripetute migliaia di volte sono state forse il suo ultimo pensiero, l’ul- timo desiderio, il compimento di una umile vita spesa per infondere fiducia e comunicare una pace profonda, quella che sgorga dalle sorgenti nascoste che abitano il cuore di ciascuno. La morte violenta ha chiuso quei deboli occhi ma non il chiarore da essi emanato su quella collina della Borgogna e che resta palpabile nella comu- nità di Taizè. C’ero anch’io tra le migliaia di per- sone che da ogni parte del mondo, pellegrini della fiducia, sono andate a rendere omaggio alla salma di frére Roger, e ho potuto sperimentare come anche una morte tragica può essere trasfi- gurata. C’ero anch’io, per un debito di ricono- “Ora lascia che il tuo servo vada in pace:” il dono di frère Roger scenza impossibile da saldare, per un legame invisibile e spirituale, che da anni mi lega a que- sto profeta della speranza. C’ero anch’io e sono tornato a casa edificato dalla testimonianza evan- gelica che ho ricevuto da parte di questi monaci. Uomini semplici, feriti per l’improvvisa e crudele scomparsa del fondatore, ma sereni nella consa- pevolezza di non essere stati abbandonati. Con queste parole, pronunciate poche ore dopo l’omi- cidio, essi hanno pregato : «Tu, il Cristo di compassione, tu ci doni di esse- re in comunione con coloro che ci hanno prece- duto e che possono restarci così vicini. Noi rimet- tiamo tra le tue mani il nostro fratello Roger. Egli contempla già l’invisibile. Al suo seguito, tu ci pre- pari ad accogliere un raggio della tua luce.» E per chi ha compiuto l’insano gesto solo il per- dono e la misericordia: “Dio di bontà, affidiamo al tuo perdono Luminita Solcan che, in un atto malato, ha messo fine alla vita del nostro fratello Roger. Con il Cristo sulla croce ti diciamo: Padre, perdonala, non sa ciò che ha fatto. Spirito santo, ti preghiamo per il popolo della Romania e per i giovani Rumeni così tanto amati a Taizé”. Nel 1940 Roger Schutz saliva per la prima volta a Taizè. Non sapeva, non poteva sapere, che questo suo ritirarsi a pregare, avrebbe dato vita ad una comunità così estesa. Certo non era consape- vole di dare corpo ad una forza di comunione tra le persone più diverse. Una comunione che non necessita di leggi, di eserciti o di moneta unica, per essere mantenuta. Una comunione spirituale, così necessaria al nostro vecchio mondo, malato di frantumazioni sempre più profonde. “Bravo, servo buono e fedele... entra nella gioia del tuo Signore” (Mt 25,23). Frère Roger ha rag- giunto la gioia, e con la sua vita ha tracciato una nuova via perché ognuno possa raggiungerla. don Giorgio SEGUIRE IL CRISTO con cuore deciso, non è accendere un fuoco d’artificio che lampeggia, poi si spegne. È entrare, poi rimanere, in un cammino di fiducia che può durare tutta la vita. La gioia del Vangelo, lo spirito della lode, supporrà sempre una decisione interiore. Osare cantare il Cristo fino alla gioia serena… non una gioia qualsiasi, ma quella che proviene direttamente dalle sorgenti del Vangelo. frère Roger

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Supplemento a “Il giornale della comunità” Reg. Trib. To n. 279 del’8.3.1978 Dir. resp. Marco Bonatti Anno XV, n. 8 – Ottobre 2005 Via Castello 6 – Tel. 011 984 67 20

Copia distributia gratuitamente. Sono gradite collaborazioni ed offerte.

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PARROCCHIA SANTA MARIA DELLA STELLA DRUENTO

>> “Ora lascia che il tuo servo

vada in pace”:

il dono di frère Roger

>> La nostra estate

>> Festa patronale

GRAZIE!

>> Catechismo 2005/06

Sommario

“Santità, perché lei ha così tanta fiducia innoi?”

“Caro frère Roger, mi fido di voi perché lei halo sguardo innocente di un bambino”

Erano i primi anni di pontificato per AngeloRoncalli, già Patriarca di Venezia e da qualchemese eletto al soglio di Pietro con il nome diGiovanni XXIII, quando incontrò un gruppo dimonaci, protestanti e cattolici, provenienti daTaizè, sperduto villaggio a pochi chilometri daCluny, e subito riconobbe nella loro forma di vita,nel loro sogno di vivere una autentica e tangibileRiconciliazione, una “nuova primavera per laChiesa”. Quasi come un ritorno alla Chiesa indi-visa del primo millennio, quando la ferita delladivisione non aveva ancora frantumato l’unità deicristiani nelle attuali confessioni ortodossa, catto-lica e protestante: tutti e semplicemente cristiani,come dai tempi di Antiochia (vd At 11,26). E fréreRoger Schutz, fondatore e ispiratore della comu-nità ecumenica, rimase colpito dalla fiducia istin-tiva dell’anziano papa nei loro confronti. IlConcilio Ecumenico era ancora lontano nei fattima forse già presente nel cuore spirituale del pon-tefice e perciò quel giorno fu per lui sufficientecontemplare lo sguardo trasparente di quell’inso-lito monaco, svizzero di origine e francese d’ado-zione, per cogliere al volo che lo Spirito stavainvisibilmente tessendo trame di unione là dovegli uomini (allora come oggi), incapaci di ricono-scersi, parevano attratti più dalle distinzioni e daiparticolarismi, che dal desiderio potente di unacomunione. A quel tempo i freres di Taizè eranopoco più che una decina, anche se già centinaiadi giovani europei frequentavano la loro comuni-tà, per partecipare ai momenti di preghiera e persperimentare la comunione attraverso il confron-

to e la condivisione della vita. E sempre lascian-dosi illuminare dalla luce che la trasparenza dellavita e degli occhi di frère Roger lasciavano gene-rosamente filtrare. Quegli occhi si sono spenti tra-gicamente lo scorso sedici agosto durante la pre-ghiera della sera, nella grande e semplice chiesadella Riconciliazione. Accompagnato dai suoimonaci e da circa duemilacinquecento persone,il monaco ormai novantenne invocava, cometutte le sere da sessant’anni, la misericordia diDio per sé e per tutti i fratelli e le sorelle in uma-nità sparsi sul globo terrestre. La mano armata diuna giovane rumena con problemi psichiatrici, siè abbattuta con violenza su un corpo fragile e pie-gato dagli anni.

“Nunc dimittis servum tuum in pace... Oralascia che il tuo servo vada in pace” (Lc 2,29).Queste parole del Vangelo ripetute migliaia divolte sono state forse il suo ultimo pensiero, l’ul-timo desiderio, il compimento di una umile vitaspesa per infondere fiducia e comunicare unapace profonda, quella che sgorga dalle sorgentinascoste che abitano il cuore di ciascuno. Lamorte violenta ha chiuso quei deboli occhi manon il chiarore da essi emanato su quella collinadella Borgogna e che resta palpabile nella comu-nità di Taizè. C’ero anch’io tra le migliaia di per-sone che da ogni parte del mondo, pellegrinidella fiducia, sono andate a rendere omaggio allasalma di frére Roger, e ho potuto sperimentarecome anche una morte tragica può essere trasfi-gurata. C’ero anch’io, per un debito di ricono-

“Ora lascia che il tuo servo vada in pace:” il dono di frère Rogerscenza impossibile da saldare, per un legameinvisibile e spirituale, che da anni mi lega a que-sto profeta della speranza. C’ero anch’io e sonotornato a casa edificato dalla testimonianza evan-gelica che ho ricevuto da parte di questi monaci.Uomini semplici, feriti per l’improvvisa e crudelescomparsa del fondatore, ma sereni nella consa-pevolezza di non essere stati abbandonati. Conqueste parole, pronunciate poche ore dopo l’omi-cidio, essi hanno pregato :

«Tu, il Cristo di compassione, tu ci doni di esse-re in comunione con coloro che ci hanno prece-duto e che possono restarci così vicini. Noi rimet-tiamo tra le tue mani il nostro fratello Roger. Eglicontempla già l’invisibile. Al suo seguito, tu ci pre-pari ad accogliere un raggio della tua luce.»

E per chi ha compiuto l’insano gesto solo il per-dono e la misericordia:

“Dio di bontà, affidiamo al tuo perdonoLuminita Solcan che, in un atto malato, ha messofine alla vita del nostro fratello Roger. Con il Cristosulla croce ti diciamo: Padre, perdonala, non saciò che ha fatto. Spirito santo, ti preghiamo per ilpopolo della Romania e per i giovani Rumeni cosìtanto amati a Taizé”.

Nel 1940 Roger Schutz saliva per la primavolta a Taizè. Non sapeva, non poteva sapere, chequesto suo ritirarsi a pregare, avrebbe dato vita aduna comunità così estesa. Certo non era consape-vole di dare corpo ad una forza di comunione trale persone più diverse. Una comunione che nonnecessita di leggi, di eserciti o di moneta unica,per essere mantenuta. Una comunione spirituale,così necessaria al nostro vecchio mondo, malatodi frantumazioni sempre più profonde.

“Bravo, servo buono e fedele... entra nella gioiadel tuo Signore” (Mt 25,23). Frère Roger ha rag-giunto la gioia, e con la sua vita ha tracciato unanuova via perché ognuno possa raggiungerla.

don Giorgio

SEGUIRE IL CRISTO con cuore deciso,non è accendere un fuoco d’artificio che lampeggia, poi si spegne.È entrare, poi rimanere, in un cammino di fiducia che può durare tutta la vita.La gioia del Vangelo, lo spirito della lode,supporrà sempre una decisione interiore.Osare cantare il Cristo fino alla gioia serena…non una gioia qualsiasi,ma quella che proviene direttamentedalle sorgenti del Vangelo.frère Roger

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“La fede può realizzarsi solo seha anche un corpoe ciò implica l’uomonelle sue modalità di vivere.Perciò in passato quando la fede era determinante per la vita comunepoteva anche essere sufficiente insegnare il catechismo…Ma dato che la vita sociale si è allontanata dalla fede,noi dobbiamo offrire modi di una socializzazione della fede,affinché la fede formi comunità, offra luoghi di vita e convinca in un insieme di pensiero, di affetto, di amicizia, di vita…In questo senso è una bella cosa poter vedere quiche tanti parroci si trovano con gruppi di giovaniper trascorrere le vacanze insieme.In questo modo i giovani condividono la gioia della vacanzala vivono insieme con Dio e con la Chiesa,nella persona del parroco o del viceparroco”

Benedetto XVI, discorso al clero della Valle d’Aosta,

25 luglio 2005VdB 2005D’Artagnan e i tre moschettieri sotto il forte di

Exilles? Incredibile ma vero!Dal 31 luglio al 7 agosto 2005, infatti, i lupetti

del Branco Seeonee del gruppo scout Druento Ihanno vissuto in compagnia dei fedeli servitori disua maestà, il Delfino di Francia, proprio a duepassi dal celeberrimo forte: tra intrighi e sotterfu-gi, viaggi in terre lontane e sensazionali colpi discena, i lupetti hanno dato vita ad un’epica batta-glia contro il perfido cardinale Richelieu, smanio-so di usurpare l’ambito trono di Francia.

Un luogo suggestivo e fortemente evocativo,un pizzico di magia, tanta voglia di mettersi ingioco con lealtà ed essenzialità, lo sguardo atten-to dei Vecchi Lupi, un mondo di divertimento e labenedizione del Signore, che ci ha conces-so una settimana di splendido sole e diserenità, sono stati gli ingredienti chehanno reso speciale la ricetta delleVacanze di Branco 2005. Provare per cre-dere!

Il Branco SeeoneePer informazioni sul gruppo, sull’attività

rivolgetevi a: Claudio 011 822 61 08,Marco 011 984 45 08 o uff. parrocchiale

Sotto questo cielo...Quest’anno, sotto l’indimenticabile cielo di

Santa Chiara i ragazzi delle medie e di primasuperiore hanno vissuto una settimana da veripellerossa: hanno abbandonato per un po’ le loroquotidiane abitudini da “uomini bianchi” e così sisono trovati in mezzo a tribù, teepee, archi, cibi,vestiti e usanze dei veri indiani d’America.Ovviamente non è mancata la voglia di stareinsieme e di divertirsi.. il tutto sempre sotto laguida del Grande Spirito!

LOURDESUna chiamata, un cammino, una fraternità

Quest’anno è toccata proprio anoi, druentini, quest’esperienza,che lascerà certamente una trac-cia nella nostra vita… Ci siamodunque messi in cammino perrispondere ad una chiamata:quella della Vergine. Non è unmodo di dire, credo che ciascunoabbia ascoltato un dolce richia-mo. Così in 64 sul pullman, pel-legrini allegri, tra rosari e battutescherzose siamo partiti… Pertutti, penso, è stato un camminonella Lourdes del cuore… a quel-la la Madonna chiama anche teche leggi.

La grotta… ed una Presenza silenziosa attira …quella della Madre, che invita alla conversione. Èil segno! Un segno così eloquente da popolare digiorno e di notte questo spazio in sè abbastanzaristretto e per nulla affascinante…. Eppure, spe-cialmente di notte, anche se piove, si trova, constupore, più di un giovane inginocchiato davantialla statua della Vergine, in profonda preghiera.

Altri segni richiamano il nostro Battesimo e lanostra vita cristiana: la luce e il calore dei ceri,l’acqua, la persona, il cuore, la fraternità: vera-mente il cuore di Lourdes è la fraternità che siesprime nell’Eucarestia. Le processioni eucaristi-che sono un preludio della Gerusalemme celeste.È tutto il popolo di Dio che loda il suo Signorenelle varie lingue.

Qui malati e sani, poveri e ricchi, giovani edanziani innalzano un unico canto di ringrazia-mento a Dio. Ora a noi!- Che cosa abbiamo portato a casa?- Quale il frutto buono nella nostra vita quotidiana.

Suor Mirella

G.M.G. a Colonia

“Siamo venuti per adorarlo”

Domenica 14 agosto: partenza all’alba perarrivare la sera in Olanda, dove si è svolto granparte del nostro pellegrinaggio prima di Colonia.Una delle tappe più toccanti è stata al conventodi Echt, da dove Edith Stein e sua sorella, mona-che cattoliche di origine ebrea, furono prelevatee deportate nei campi di sterminio: lì ci ha accol-to, dietro una grata, una delle suore di clausurache vi abitano, per raccontarci della sua voca-zione e della storia e della fede di Edith Stein.

Sabato 20 agosto siamo arrivati a Marienfeld,dove poi si sarebbero svolte la veglia e l’eucari-stia col Santo Padre. Nel suo discorso, ha invita-to a riscoprire il valore della domenica come“giorno del Signore”, e senza timore di diventareimpopolare o di sollevare dissenso ha ribadito :”non lasciatevi dissuadere dal partecipare all’eu-caristia” e ancora “la religione cercata allamaniera del fai-da-te alla fin fine non aiuta. E’comoda, ma nell’ora della crisi ci abbandona anoi stessi”.

Qualcuno mi ha chiesto quale, tra GiovanniPaolo II e Benedetto XVI, mi fosse piaciuto di più.La risposta è semplice: sono due persone diverse,l’uno carismatico e trascinatore, l’altro meno“eclatante”, ma profondo e comunicativo, infondo due modi diversi di trasmettere un’unicafede, ma con lo stesso zelo, con lo stesso corag-gio, con la stessa radicalità.

Non è tutto finito con la conclusione dellaGMG, ma il Papa ha inviato tutti i giovani, e ognicristiano, a “testimoniare la bellezza delVangelo”: “Io so che aspirate alle cose grandi,che volete impegnarvi per un mondo migliore.Dimostratelo agli uomini, dimostratelo al mondo,che aspetta proprio questo…”.

Noemi M.

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Campo famiglie: scommessa riuscita!Una decina di famiglie, molti bambini, don

Giorgio, validi animatori e cuoche: questi i prota-gonisti del weekend per famiglie (sposate daalmeno cinque anni) che si è tenuto dal 24 al 26giugno a Doues (Aosta) nello splendido scenariodella Valpelline.

È stata per le famiglie un’occasione di incontro,di confronto, di convivialità e preghiera. Grazie alsostegno dell’equipe di animatori (che con impe-gno ed entusiasmo hanno intrattenuto i piccoli),gli adulti hanno potuto vivere momenti significa-tivi di riflessione individuale e di confronto congli altri sui propri cammini di coppia e di fami-glia. I piccoli dal canto loro hanno sperimentatola scoperta e la compagnia di nuovi amici.L’esperienza è stata vissuta con partecipazione,entusiasmo e piacere e si è assaporata la bellezzae la “leggerezza” della convivialità e della condi-visione. E’ nata così la proposta di creare durantel’anno alcune altre occasioni di incontro in cui lefamiglie possano condividere i propri cammini,sperimentando momenti di riflessione, conviviali-tà e spiritualità, alla ricerca della “bellezza nasco-sta tra le fatiche del quotidiano” e della ricchezzadel sentirsi parte di una comunità.

Anna e Massimo

E... state sull’Isola

Sono trascorse veloci le 3 settimane di VacanzeInsieme per i bambini e ragazzi approdati que-st’anno sull’ Isola che c’è. Alcune importantinovità hanno caratterizzato l’Estate sull’Isola:estensione dell’orario anche al mattino, attività-sportive per le medie e animatori affiancati damaestre volontarie e istruttori per i momenti dicompiti e sport. I bambini delle elementari, tragiochi, laboratori e gite, hanno rivissuto le avven-ture di Robinson Crusoe. Per i ragazzi dellemedie, invece, Vacanze Insieme è stata occasioneper mettersi alla prova in diversi sport: dal tennisalla pallavolo, dal golf al nuoto, dall’orienteeringalla bicicletta. Dopo le giornate di avventure eimprese, i ragazzi e i bambini sono diventati cit-tadini onorari dell’Isola. Sono stati giorni di diver-timento, allegria e amicizia, grazie anche alla pre-ziosa presenza degli animatori, volontari e istrut-tori coinvolti nella gestione delle varie attività.Ora , per tutti, il compito di continuare a viverel’Isola, arricchendola con la propria preziosa pre-senza.

ASITREK in Valle Stretta

Sei clanisti, una capofuoco in dolce atte-sa, un capoclan con le stampelle, un AE unpo’ stranito, e…cinque bellissimi ciuchini,proprio in tutto somiglianti a Lucignolo ePinocchio nel paese dei balocchi! Questasgangherata compagnia ha affrontato laroute del Clan su e giù per la Valle Stretta,sotto la pioggia, nel vento gelido e consprazzi di sole infuocato: il Tabor,Nevache, la Guglia Rossa. Ad ogni tappaun prato verde lucido per sfamare gli asini,per piantare le tende, per ammirare ladolce bellezza del cielo stellato. E tra canti, pre-ghiere, confronti, fatica, e cresciuta l’amicizia, lospirito di gruppo, il comune riconoscersi in unacarta di clan, che ora, più di prima, invisibilmen-te ci lega gli uni agli altri.

Clan Jonhatan Livingstone

Campo, lavoro... e altro!Campo estivo diverso dalle precedenti espe-

rienze estive per i ragazzi di seconda e terzasuperiore. Hanno trascorso una settimana nelMonastero di San Biagio nei pressi di Mondovì,mettendosi al servizio della comunità, nellanuova e significativa esperienza del “campo-lavo-ro”. Durante il campo hanno espresso qualità ina-spettate: sentieri da ripulire, giardini da curare ,erba da tagliare e pranzi da preparare, un pro-gramma davvero insolito per un campo estivo diadolescenti. Ma non solo il lavoro ha caratteriz-zato le giornate. Non sono mancati momenti dipreghiera e di riflessione, in cui ciascuno haavuto modo di immedesimarsi con le persone chesecondo i Vangeli hanno incontrato il Signore:Zaccheo, Maria di Magdala, Lazzaro, sono alcunitra questi. E poi gli immancabili giochi, serate,scherzi e…alcune furtive visite al vicino fiume perammirare le virtù ittiche di qualcunoa scapito diqualche povera trota!

gli animatori

Avventura a Pierremenaud

Anche quest’anno il Reparto Pegaso, del grup-po scout Druento 1, ha trascorso dieci giorniall’insegna dell’avventura, dell’essenzialità e deldivertimento.

Abbiamo piantato le tende in un campo moltogrande... e un pò in pendenza in localitàPierremenaud, mettendoci alla prova in variecostruzioni, tornei ed attività.

La CEO va in… Sardegna!

In un clima di condivisione e preghiera, amici-zia e allegria la Comunità Educativa Oratorio havissuto presso Frutti d’Oro, paesino in provinciadi Cagliari, dal 30 luglio al 7 agosto.

Le mattinate erano dedicate all’elaborazionedei progetti educativi per fasce d’età (elementari,medie e superiori) dei cammini formativi di que-sto e dei prossimi anni di attività dell’oratorio. Inquesta creativa ed entusiasmante impresa la CEOera guidata e supportata dalla dott.sa SerenaScotta, educatrice e pedagogista clinica, e da donGiorgio.

I pomeriggi prevedevano relax e gioco sullespiagge di S.Margherita di Pula e Chia, bagni etuffi nel cristallino mare sardo, qui e là abitatoda..meduse!!! due gite, una da turisti nel centrostorico di Cagliari e l’altra alla scoperta dellemeraviglie che riservano le calette nei dintorni diVillasimìus a bordo di un barcone dal simpaticoequipaggio che ha permesso alla CEO di gustareun favoloso pranzo a base di pesce!

Fausto

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È l’unica parola che si può pronunciare al termine dellafesta patronale che ha visto coinvolta tutta la comunità par-rocchiale nel sostenere le grandi fatiche del tradizionale e col-laudato BANCO DI BENEFICEN-ZA e la vera e propria scom-messa che si ripete per ilsecondo anno: la LOCANDADEI PIRATI. Troppo lungosarebbe l’elenco delle perso-ne singole meritevoli di grati-tudine: i tanti che hannoofferto un generoso con-tributo in denaro o inoggetti per il Banco, icommercianti diDruento, la ditte e leaziende del territorio,le associazioni e leistituzioni, gli Alpini,

il Comune, il Centro di Ascolto, la Sezione D.S, laPro Loco e tutti coloro, famiglie, gruppi, singoli, chehanno dato il loro contributo con la loro partecipa-zione per questa grande attività di autofinanziamen-to che ha fruttato un utile netto di EURO……………, destinati come già ricordato, a coprirealmeno in parte i debiti contratti per la ristrutturazio-ne dell’oratorio.

Infine, una menzione tutta particolare meritanosenz’altro i circa sessanta volontari, ragazzi, giovani,adulti e anziani, che, a partire dai primi di settembrefino ai giorni della festa,hanno speso gratuitamentetempo, energie, fantasia etanta tanta dedizione. È statodavvero ammirevole il servi-zio prestato il più delle voltenel completo nascondimen-to, lontano dagli onori e daipubblici riconoscimenti:siamo certi che “Colui chevede nel segreto, li ricom-penserà”

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DA MAGGIO 2005Con il Battesimo sono entrati nella nostra

comunità:

Bona Michela – Manfrino Alessia –Mascena Alessandro - Rizzi Ilaria – AielloGiovanni - Atzei Francesco – Di Carlo Giulio– Gagnor Guido – Frola Stefano – MarovelliSofia- Rosso Elisa – Bergonzi Mattia - LoManto Alessandro – Tedesco Valentina –Carrisi Daniele, Peppino – Comberiati Silvia –Perna Fabio – Maratta Riccardo – TassoneGiulia - L’Episcopo Asia, Carla – L’EpiscopoAndrea, Chiara – Cietto Alessandro – RovereMirko - Bonaglia Sveva – Alcamo Martina –Alcamo Sara – Costa Alessandro – CoceroDenis - Nesci Gabriele – Nesci Giorgia –Marrese Gabriele – Piazza Riccardo – MossoFlaviana, Valentina – Mosso Viola, Caterina.

Riposano nella pace del Signore:

Serra Ubaldo (80) – Morello Luigi (81) –Regaldo Domenica (87) – Pozzato Renata ved.Berruto (79) - Remondino Domenico (89) –Guzzon Cornelio (74) - Bruno Lucia ved.Beltramo (101) – Toson Antonietta ved.Gabiloni (83) – Vigna-Medich Paolo (51) –Ferri Marino (61) - Brustia Gian Marco (69) -Fissore Francesca ved. Cassine (90) – GarroneTeresa ved. Manfrino (72) – Visconti Giancarlo(44) - Moretto Angiolino (78) - MuraroGiovanni (67) – Sollami Giuseppe (72) –Carnino Anna ved. Varetto (77) - GiacconePasqualino (83) – Del Piano Mario (92) –Bertolotti Giuseppe (76) – Ambrosino Agneseved. Remondino (79) – Remondino Rosa ved.Barge (94) - Di Piazza Caterina in Salamone(80).

Con il Sacramento del matrimonio hannoformato una nuova famiglia Cristiana:

Sollami Laura e Re Francesco – Celotto Tizianae Biagi Igor Raffaele - Pallottino Donatella eBozzo Gian Luca Angelo – Perri Mara eGrieco Nicola – Rubino Marcella e SantaluciaGaetano – Petrarchin Valentina e PecoraroMassimo – Montemezzo Maria e StillavatoCristiano – Ghione Egle e Viglione Fernando –Gibello Elisa e Minniti Massimiliano - ViettiSimona e Marocco Massimo – DeghenghiMonica e Toccalino Maurizio – MarchisoneSilvia e Candela Cristian – Genero Elisa eLosapio Damiano Andrea – CappitellaCarmela e Bossolini Fabio – Gentile Cristina eZanovello Mauro Alessandro – Sgroi NicolettaLuciana e Trudu Raffaele _ Vetere Lorena eRotunno Federico – Palazzolo Ivonne eBartone Marco - Aversano Anna e Di CarloFrancesco – Granata Sara e Franzoni Luca –Argint Minodora e Beinat Walter – MassaCristina e Molino Roberto – Pioli Stefania eMeneghetti Denis Vladimiro – Pistillo Valeria eNesci Davide - Morello Tiziana e Soldo LucaGiovanni – Rega Anna Laura e CattunarDavide – Billeri Erika e Leone Davide.

>> anagrafe parrocchiale

Redazione: Lorena Donadonibus, Bianca Fucci, don Giorgio Garrone, Flavio Giacosa, Rosario Sardisco, Carlo Solej, Bruno Spampinato, Monica ViettiProgetto grafico e impaginazione: Daniela Alberti – Stampa: Tipografia commerciale s.r.l. – Venaria Reale – tel. 011 455 38 88

Festa PatronaleGRAZIE!

Per l’iscrizione al catechi-smo rivolgersi in ufficio par-rocchiale, anche telefonica-mente, dal lunedi al venerdiore 9 – 12, 15 – 18.