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1 FIGURE SENZA TEMPO, OMBRE SENZA VOLTO CHE, GOCCIA A GOCCIA, CON I MATTONI DELLA SOLIDARIETÀ RICOSTRUISCONO LE FONDAMENTA ED I MURI PORTANTI DELLA LORO VITA IL MENSILE DELL’OSTELLO “DON LUIGI DI LIEGRO” DI VIA MARSALA ora in Via Casilina 144 e-mail: [email protected] COPIA GRATUITA NUMERO UNICO Giugno 2014 Frammenti di vitaHo pensato a lungo a cosa scrivere per “Gocce di Marsala”, a come raccontare la mia esperienza (lavorativa ed umana) in Ostello, stimolata dal cortese incoraggiamento del Direttore di redazione che più di una volta credo abbia pensato che me ne fossi dimenticata ;) Ho scritto e cancellato tante volte, poi ho pensato che forse l’unico modo, per me, era raccontare alcuni frammenti di vita di persone che ho conosciuto, anche per poco, ma che in un modo o nell’altro mi hanno “toccata”, messa in crisi, aiutata a crescere. Io, che pensavo di avere la risposta a tutto, la soluzione giusta per tutti. Io, che con fatica ho capito che la condizione umana di ogni persona che incontro è anche la mia condizione. Io, che troppo spesso ancora ho bisogno di diagnosticare, controllare, giudicare. Aveva 70 anni quando è morto. Gli avevano detto che stava meglio, che non doveva più fare la chemioterapia, che il peggio era passato. E lui ci aveva creduto, gli occhi erano tornati azzurri. Lo ha chiesto a me, con un filo di voce, un giorno in cui sono andata a trovarlo in ospedale. “Che dici, quando esco da qui torno a fare il giornalino?Aveva riallacciato i rapporti con la figlia e la ex moglie, i tanti fratelli sparsi per il mondo. Erano mesi che non stava più in appartamento autogestito (e prima ancora in ostello), ma al giornalino lui non poteva mancare, anche per lui quello era più di un giornalino. “Come no??!!” gli avevo risposto, sperando che la voce non tradisse la mia paura. Sapevo che non sarebbe uscito di lì con le sue gambe. L’ultimo ricordo che ho di lui sono le parole dette al medico entrato in stanza per visitarlo: “Dottò, gliela presento io questa signorina. Questa …… è una de’ nostri”. E forse allora ho capito qualcosa in più, qualcosa mi è stato più chiaro. Ho capito perché mi ero cacciata in un ospedale per malati terminali una domenica mattina di sole e che no… non era per dispiacere, tristezza, carità. segue in seconda pagina 15° ANNO In questo numero: Prima pagina pag. 1 Seconda pagina pag. 2 Avvenimenti pag. 3, 4 L’angolo della poesia e dei pensieri pag. 5, 6 Ricordi pag. 7 Fotografie festa dei compleanni pag. 8, 9 Riflessioni pag. 10 Racconti pag. 11 Dediche pag. 12 Riflessioni pag. 13 Scritto da voi pag. 14, 15 Compleanni e appuntamenti pag. 16

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FIGURE SENZA TEMPO, OMBRE SENZA VOLTO CHE, GOCCIA A GOCCIA, CON I MATTONI DELLA SOLIDARIETÀ RICOSTRUISCONO LE FONDAMENTA ED I MURI PORTANTI DELLA LORO VITA

IL MENSILE DELL’OSTELLO “DON LUIGI DI LIEGRO” DI VIA MARSALA

ora in Via Casilina 144

e-mail: [email protected]

COPIA GRATUITA NUMERO UNICO Giugno 2014

“Frammenti di vita”

Ho pensato a lungo a cosa scrivere per “Gocce di Marsala”, a come raccontare la mia esperienza (lavorativa ed umana) in Ostello, stimolata dal cortese incoraggiamento del Direttore di redazione che più di una volta credo abbia pensato che me ne fossi dimenticata ;) … Ho scritto e cancellato tante volte, poi ho pensato che forse l’unico modo, per me, era raccontare alcuni frammenti di vita di persone che ho conosciuto, anche per poco, ma che in un modo o nell’altro mi hanno “toccata”, messa in crisi, aiutata a crescere. Io, che pensavo di avere la risposta a tutto, la soluzione giusta per tutti. Io, che con fatica ho capito che la condizione umana di ogni persona che incontro è anche la mia condizione. Io, che troppo spesso ancora ho bisogno di diagnosticare, controllare, giudicare. Aveva 70 anni quando è morto. Gli avevano detto che stava meglio, che non doveva più fare la chemioterapia, che il peggio era passato. E lui ci aveva creduto, gli occhi erano tornati azzurri. Lo ha chiesto a me, con un filo di voce, un giorno in cui sono andata a trovarlo in ospedale. “Che dici, quando esco da qui torno a fare il giornalino?” Aveva riallacciato i rapporti con la figlia e la ex moglie, i tanti fratelli sparsi per il mondo.

Erano mesi che non stava più in appartamento autogestito (e prima ancora in ostello), ma al giornalino lui non poteva mancare, anche per lui quello era più di un giornalino. “Come no??!!” gli avevo risposto, sperando che la voce non tradisse la mia paura.

Sapevo che non sarebbe uscito di lì con le sue gambe. L’ultimo ricordo che ho di lui sono le parole dette al medico entrato in stanza per visitarlo: “Dottò, gliela presento io questa signorina. Questa …… è una de’ nostri”. E forse allora ho capito qualcosa in più, qualcosa mi è stato più chiaro. Ho capito perché mi ero cacciata in un ospedale per malati terminali una domenica mattina di sole e che no… non era per

dispiacere, tristezza, carità.

segue in seconda pagina

15° ANNO

In questo numero: Prima pagina pag. 1 Seconda pagina pag. 2 Avvenimenti pag. 3, 4 L’angolo della poesia e dei pensieri pag. 5, 6 Ricordi pag. 7 Fotografie festa dei compleanni pag. 8, 9 Riflessioni pag. 10 Racconti pag. 11 Dediche pag. 12 Riflessioni pag. 13 Scritto da voi pag. 14, 15 Compleanni e appuntamenti pag. 16

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Mi sono ricordata, quella domenica mattina, come sono finita a lavorare in Caritas. E, soprattutto, perché ci sono rimasta. Forse dovrei scriverlo sul curriculum che per me lavorare in ostello vuol dire anche accompagnamento alla morte? O, per molti di loro, accompagnamento E BASTA? Sì, forse dovrei scriverlo. Forse dovrei dirlo a chi mi chiede con aria dubbiosa cosa fa un operatore Caritas in ostello, forse dovrei trovare altre parole per far capire che “no, non diamo solo da mangiare e da dormire”.

Lui mi ricorda il volto di mio nonno. O forse ho sempre voluto che me lo ricordasse, che non me lo facesse dimenticare. Un inverno intero a cercare di ricucire uno strappo. Due sere a settimana, lo stesso orario (mi piace pensare che mi aspetti), lo stesso marciapiede in cui con gentilezza mi permette di sedermi accanto a lui. Dopo un po’ mi dice di andare, perché fa freddo, perché è tardi e una ragazza non dovrebbe stare in giro a quell’ora, perché ancora non ho cenato e che “prima di far mangiare lui dovrei mangiare io, ricordatelo”. Ma resto, non voglio che mangi da solo quel panino che gli ho portato, e poi DEVO parlargli, convincerlo a tornare in ostello, dirgli di nuovo che no, non è importante se non vuole fare la doccia, lo accogliamo lo stesso. Ma ha deciso così, passerà l’inverno lì e lui non ha paura del freddo e della neve, lui ha vissuto vent’anni in Francia con trenta centimetri di neve, e “se io ho paura per lui è un problema mio”. La sera in cui ha deciso di non parlarmi più e di non permettermi di avvicinarmi ho pianto in macchina, tornando a casa. La borsa troppo pesante… dentro, un panino e il tabacco che mi aveva chiesto. È stato inaspettato, violento, più doloroso di quanto immaginassi. Ma poi passa, ti rialzi e ci riprovi. Nessun altro tentativo è riuscito, finora. Ma io ci credo ancora, che quello strappo si possa ricucire.

Ho deciso io di farle la doccia, un pomeriggio in cui avevo molte altre cose da fare, sempre urgenti.

Ho pregato che mi permettesse di fargliela, perché quel pomeriggio era urgente per me rimettere in fila le cose, pesarle una per una, dare ad ognuna la giusta importanza. Quel pomeriggio era urgente per me ricordarmi perché ho scelto questo lavoro. È stata una doccia silenziosa in cui ho letto timidezza e imbarazzo. Forse consapevolezza di una malattia che le ha divorato il corpo. Ci pensi dopo che non hai avuto il coraggio di chiederle, ancora una volta, di farsi ricoverare, di non rifiutare l’ennesima ambulanza. Perché forse non hai la forza di sentire un altro NO deciso, e che “se glielo chiediamo ancora se ne va”. E tu non vedi luce. Ci pensi dopo che forse avresti potuto pensarci prima che aveva bisogno di una doccia, che non voleva farsi fare da altri. Ci pensi dopo che spesso sembrano urgenti troppe altre cose.

Lei ha 70 anni, forse. Forse ha un altro nome. Dice di essere nata in una famiglia nobile, di essere stata sposata e di avere dei figli. Ma forse non è così, forse il suo passato è un altro, la sua storia è un’altra. Urla, parla a voce alta perché non ci sente, o forse vuole farsi sentire. Un giorno l’ho accompagnata a fare una visita medica. Per non impazzire dietro fiumi di parole apparentemente senza senso e racconti di vite magari vissute da altri, le ho chiesto se si ricordava un momento felice della sua vita. Immobile, ho letto nei suoi occhi la lucidità e la sofferenza per una domanda forse inopportuna. In fondo dovevo solo accompagnarla dal medico… “Forse quando mi sono sposata… O forse no, quando sono nati i figli… o forse quando andavo a scuola e giocavo con l’amica del cuore…”. Forse, ma non era convinta. È stata qualche minuto in silenzio, per lei un’eternità. Prima di scendere dalla macchina, un po’ risentita mi ha detto: “Ma perché mi hai fatto questa domanda? Io non me lo ricordo se sono stata felice”. Scusami.

Luana M. (operatrice)

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16-05-2014. Pranzo per gli ospiti della Caritas offerto dal Ministero della Difesa Aeronautica. 17-05-2014. Pellegrinaggio al Santuario del Divino Amore. Due giornate meravigliose da ricordare, ognuna con un significato diverso. Partiamo dalla prima. Il pranzo per noi ospiti dei centri Caritas, Ostello Don Luigi Di Liegro, Casa di Santa Giacinta, Villa Glori, Centro di Accoglienza di Ostia, è stato offerto dal Ministero della Difesa Aeronautica. Un pranzo già concordato da tempo con i vertici della Caritas, ma che non aveva mai trovato tempo e modo di potersi svolgere fino al 16 maggio, quando, con nostro grande piacere, i Bus dell'Aeronautica ci sono venuti a prendere a Piazza Lodi e via siamo andati insieme agli operatori dei vari centri. La curiosità di cosa ci aspettava era tanta. Appena arrivati, siamo scesi dai Bus e ad accoglierci c’erano i militari dell'Aeronautica. Siamo entrati nella loro mensa molto bella e da uno schermo è stato mostrato un video che raccontava cosa fa l'Aeronautica non solo in Italia, ma in tutto il mondo, soprattutto in quei paesi dove ancora oggi c’è

bisogno di portare ordine, aiuti alla gente in difficoltà e pace tra i popoli devastati dalla guerra. Davanti a queste immagini, le nostre difficoltà di persone aiutate dalla Caritas sono diventate piccole, anche se pur sempre rimangono difficoltà. Ecco che poi è arrivato lo Stato Maggiore al completo a darci il benvenuto e a dare il benvenuto al presidente della Caritas Mons. Enrico Feroci, che prendendo la parola, ha scherzato anche sul fatto che tanti di noi sono abituati a mangiare alle 12, mentre era già l'una passata. Poi ha detto che lui è il nostro portavoce verso le istituzioni e ci ha dato una bella notizia che abbiamo accolto con gioia e con un bell’applauso: tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015 si ritornerà a Via Marsala al nuovo e rinnovato Ostello. Quindi, in un certo senso, mi viene da dire: "amici si ritorna a casa", dove tutto, tanti anni fa, ha avuto inizio con Don Luigi Di Liegro e per tanti Via Marsala è "casa". Poi è incominciato il pranzo con un menù semplice, ben servito e direi buonissimo; tutti insieme abbiamo mangiato e commentato. Questo è stupendo: lo stare insieme con i nostri problemi quotidiani,

condividere con chi ci segue gioie e dolori, sconforto e felicità, ma sempre consapevoli dell'amore di Cristo per i suoi figli e allora ben vengano queste occasioni di incontro e condivisione con chi non conosce da vicino le problematiche di noi "ospiti della Caritas" . Loro ci hanno regalato una giornata diversa, ma credo che noi tutti abbiamo regalato loro una giornata che rimarrà nei loro cuori e allora.... grazie a tutti e a presto. Passiamo alla seconda: il Pellegrinaggio al Santuario del Divino Amore. Beh, entriamo nel vivo della fede della devozione Mariana. È stato organizzato dal gruppo che ogni venerdì nella chiesetta di Santa Giacinta, all'interno della Cittadella della Carità, svolge la preghiera e la recita del S.S. Rosario con Antonio, Aldo, Andrea, Gabriele, i volontari e gli operatori Caritas. Partenza alle 15 da Santa Giacinta con la gioia nel cuore di andare a pregare e visitare la Madonna del Divino Amore, Santuario amato e venerato da tutti i romani e fatto conoscere a tutta l'Italia, grazie alle visite e alla devozione di tanti Pontefici tra cui spicca San Giovanni Paolo II. Beh, quando arrivi al Santuario, la sensazione di pace e di fede comincia veramente a farsi sentire forte, quasi a poterla toccare realmente con mano ed è la sensazione che io, ma credo anche gli altri amici che erano con me, ho provato entrando nella chiesa vecchia. La storia che racconta questo luogo, come del resto tutti i santuari Mariani, La Madonna di Pompei, La Madonna dell'Arco sempre a Napoli, dove io da piccolo sono stato miracolato e a cui rimarrò devoto per sempre (ma questa è una storia privata e tale la lasciamo), è una storia semplice, popolare, fatta di preghiera, di sofferenza e di tanta fede verso la mamma di tutti noi, Maria madre di Gesù. Ti rendi conto che in questi luoghi ciò che accomuna tutti è la fede, la preghiera e la speranza, quella speranza che Gesù dalla croce ci ha lasciato: " Madre, ecco tuo figlio". La madre di tutta l'umanità, che ascolta le nostre preghiere e che intercede per noi verso il figlio Gesù e che realmente interviene di fronte alle nostre suppliche. È stata una giornata fatta di preghiera, di devozione, di supplica verso la Madonna, che sicuramente si è fatta carico del nostro dolore, portandolo al cospetto del figlio Gesù. È stata una giornata fantastica e un grazie va ad Antonio, Gabriele, Aldo ed Andrea, che hanno reso possibile questa condivisione di preghiera e di fede per noi tutti. Concludo invocando l'intercessione della Madonna del Divino Amore per tutti, per gli ospiti di tutti i centri Caritas, per gli operatori, per i volontari e per Mons. Feroci, affinché accolga le nostre suppliche e illumini i nostri cuori e il nostro cammino, portando quella pace e quella gioia che tutti noi cerchiamo nel nome di Cristo. Angelo Zurolo

PRANZO CON I GRADUATI 16 maggio, appuntamento a Piazza Lodi, dove ci aspettavano i pullman dell’Aeronautica. Era la prima volta che salivo su uno dei pullman militari, non ero emozionato, ma sentivo qualcosa di strano in me. Ad accompagnarci c’era Luana, che è una persona stupenda, Silvia che è dolcissima, Antonio che è un grande e poi c’era Gabriele, anche lui mitico. Il tragitto non è stato lungo, ma quando siamo arrivati, è stato davvero bello vedere tutte quelle divise che ci stavano aspettando. Per un attimo mi sono sentito importante. Siamo entrati nell’immensa sala, dove tutto era apparecchiato alla perfezione, ognuno ha preso il suo posto. Vicino a me c’era Roberta, lei è la professoressa di un corso di disegno che seguo; ci siamo seduti, alle mie spalle c’era una tavola dove sedevano tutti gli alti graduati. È arrivato anche Don Enrico, che ha ringraziato tutto il corpo dell’Aeronautica; dopo qualche minuto hanno cominciato a portare gli antipasti, poi i cannelloni con ricotta e spinaci, poi ancora spezzatino con patate, da bere c’era vino rosso Nero d’Avola, così dopo un po’ eravamo tutti ubriachi!! A parte gli scherzi, c’erano aranciata e Coca-cola. Da una parte c’era uno schermo gigante che faceva vedere tutte le cose meravigliose delle Frecce Tricolori, le navi e tante altre cose che appartengono all’Aeronautica. Dopo aver finito, c’era un’altra sala dove abbiamo preso il caffè. Sembra strano, ma sono stati loro che ci hanno ringraziato, poi siamo saliti sul pullman e ci hanno accompagnato di nuovo a Piazza Lodi. A nome mio e di chiunque abbia partecipato: grazie!! (Si poi volete che me sacrifico per er bene dell’Italia, io posso puro venì tutti li giorni a pranzo. Pe’ la patria se fa questo e altro!! P.S. Fateme sapè…). Gianfranco Bonelli

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1° e 2 GIUGNO

Er mese de giugno è er più bello, mica perché è er compleanno mio, ma perché annamo allo stadio Olimpico, dove ce staranno cinquantamila persone, viè Francesco, mica Totti… e chi c’annava? Nun me ne poteva fregà de meno. Io stò a parlà de Francesco er Papa, già l’ho fatta ‘na poesia su de te, tanto ormai sei romano e fra de noi se capimo, come er giorno che t’hanno eletto, te sei affacciato alla finestra e invece de dì: “Ve benedico a tutti”, hai detto: ”Buonasera”. Da quer giorno, sei diventato romano, però a vedette pure da lontano, me sento emozionato. Certo, nun te potrò strigne la mano, ma questo c’ha poca importanza, de te ce basta la presenza, e sicuramente riempirai il core a tutta quella bella gente. Comunque, saranno du’ giorni belli, importanti, pe’ me e pe’ chiunque ce starà. Ormai mancano du’ giorni soli e poi tutti insieme grideremo er nome tuo. Ciao Francesco, a domenica.

Gianfranco Bonelli

1° e 2 giugno

Rinnovamento nello Spirito Santo con Papa Francesco Stadio Olimpico - Roma La parola Rinnovamento significa: cambiamento con il quale si affermano idee, valori, istituti nuovi, trasformazione interiore e spirituale. Ecco, a noi interessa e ci soffermiamo sulla seconda definizione, cioè “trasformazione interiore e spirituale”. Abbiamo avuto la fortuna, grazie alla Caritas, a Monsignor Feroci , agli Operatori e ai Volontari, di partecipare a questo grande evento, unico nel suo genere, con cinquantaduemila partecipanti direi, essendo in uno stadio cinquantaduemila spettatori. Il Rinnovamento Carismatico o meglio, come si chiama ora, il Rinnovamento nello Spirito Santo, questo grande movimento presente in Italia e in tutto il mondo, ha voluto condividere queste due giornate a Roma, con i suoi fratelli, con Papa Francesco, ma soprattutto, credo, con tutte quelle persone, come me e come noi ospiti dei centri Caritas, che non conoscevano affatto questo movimento spirituale o lo conoscevano poco. Raccontare le due giornate stupende, intense e direi meravigliose sarebbe fare un articolo di cronaca che è già stato fatto dagli addetti ai lavori, io invece voglio solo con umiltà e con il cuore raccontare le sensazioni provate in questi due giorni. Logicamente la curiosità per chi non conosceva il movimento era grande, per via di questo modo molto diverso di pregare, di cantare, di invocare sopratutto lo Spirito Santo, un modo che la Chiesa, all'inizio dell'uscita del movimento Carismatico, molti anni fa, non vedeva proprio di buon occhio. Poi, con il tempo, si è ricreduta su queste persone, che sono legate tra loro da un unico grande obiettivo: pregare insieme con forza, con gioia e con fervore lo Spirito Santo, che a ognuno di loro e spero vivamente a ognuno di noi partecipanti ha donato il suo grande amore e i suoi carismi. Dicevo della curiosità di vedere e di sentire queste persone. È davvero stupendo vedere una folla così sterminata di persone diverse tra loro per cultura e nazionalità pregare, cantare, lodare e invocare tutti uniti lo Spirito Santo, è una sensazione che ti prende, che ti penetra nell'anima e non ti lascia indifferente, ma ti fa pensare che davvero la forza dello Spirito Santo è immensa. Sentire le testimonianze delle persone che sono state realmente toccate dalla discesa in loro dello Spirito Santo è stato davvero meraviglioso, la preghiera fatta dal presidente Martines per invocare su tutti la discesa e la protezione dello Spirito Santo è stato un momento davvero di grande unione spirituale, come la preghiera di guarigione fatta dalla suora irlandese. Sono stati due momenti che abbiamo vissuto davvero con intensità emotiva, uniti tutti insieme. Logicamente il clou si è avuto con l'arrivo allo Stadio Olimpico del Santo Padre, Papa Francesco, che come sempre e come ci ha abituati fin dal primo momento in cui si affacciato dalla Loggia di San Pietro, ha mantenuto la sua semplicità, il suo modo di parlare e di arrivare al cuore di tutti. Io credo veramente che su ognuno di noi, in quei momenti vissuti con tanta curiosità, ma sicuramente con tanta fede, lo Spirito Santo, in molti modi diversi, sia sceso e nel corso della nostra vita sicuramente ci renderemo conto dei doni e dei carismi che ha donato a ognuno di noi. La cosa bella e non voglio essere ripetitivo, ma è doveroso farlo, è stato vedere cinquantaduemila persone in uno stadio di calcio, accomunate da una sola cosa, unite da una sola cosa, dalla fede in Gesù Cristo, dalla fede nello Spirito Santo, ma io concludo e direi con convinzione certa, uniti da una sola parola: "credo". Sì, noi crediamo! E in conclusione, un ringraziamento va a tutte le persone che ci hanno regalato questi due giorni di unità nelle Fede e nello Spirito Santo.

Angelo Zurolo

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Nei tuoi occhi respiro profumo di buono

e mi sento guidare dentro te se mi guardi come se fosse il tuo sguardo il bastone dei miei passi.

Nei tuoi occhi scivolo in un’anima intera e mi immergo in acque non più mie ed è lì che ricerco ogni vera verità.

Nei tuoi occhi ritrovo il sole ed ogni singolo suo raggio

e tutte le albe e i tramonti di una vita scorrono lieti come medesime acque, come gemelli nel ventre della madre. Nei tuoi occhi vedo un futuro celeste

scritto tra i cieli della tua mente e già mi salutano i tuoi desideri

come vivaci cascate di luce. Ed è nei tuoi occhi che scopro

le tue cicatrici quando mi guardano muti e silenti e sembran rimproverarsi

di non poter mentire. Ed è nei tuoi occhi che trovo il calore

che mi fa vivere quando le piante son spoglie e la vita è aspra e amara,

quando la terra è dura e sterile dai ghiacci della notte ed ogni volta quel calore mi ristora e mi accudisce

se mi fermo nei tuoi occhi…… Perché è l’amore,

l’amore tuo per me … Ed è come se lo spazio immenso ed eterno

provasse senso in un solo suo punto… nei tuoi occhi…

Roberto

Ilaria Nella solita vita solitaria

in una sera anonima e ordinaria alla mia faccia grigia e funeraria

apparve lei, che aveva nome Ilaria. Chissà se era reale o immaginaria,

se solo di scherzare aveva l’aria: ogni opinione è sterile e arbitraria di fronte alla dolcezza di lei, Ilaria.

In un istante prolungò l’estate, di stelle nella notte lei manciate

gettò, e del grano maturò nel campo, e il cuore mio con lei non ebbe scampo.

Ilaria che ogni guerra hai cancellato non sparire nel rosso del tramonto,

fammi sentir le cose che ho scordato, ad una nuova vita sono pronto.

Federico

Luci e ombre Grida il mio silenzio

nella notte buia, il suo grido

a volte fa paura. Il mio sogno sta lì

ancora ad aspettare che diventi un sogno da ricordare.

I miei pensieri son fatti di misteri, di ombre, di luci, di falsi schemi. Anna Maria Lo Presti

Prima dell’apparir l’Estate

godiamoci questa dolce, bentornata Primavera, rassegnandoci poi ad affrontare

l’odioso clima del surriscaldamento globale

nonché quel rompiballe fenomeno dell’effetto serra. Gian Paolo Donà

Mi perdo tra la gente Cammino e mi perdo senza

trovare e senza sapere dove andare, quando ormai è giunta la

sera, vedo la mia solitudine, la delusione e l’amarezza della

vita. È come camminare nel deserto, c’è solo silenzio

attorno a me. Vorrei riprendere quel cammino

e quella strada che ho smarrito, perdendomi tra la gente,

vorrei andare dove tutto è luce e gridare che ci sono anch’io.

Lia

Un sogno – un viaggio Metto in cantiere un sogno

lo faccio con impegno, sogno di fare un viaggio lo faccio con coraggio. Che sogno posso fare

se non mi lasci sognare? Dove posso andare

se non mi vuoi accompagnare? Il sogno maledetto

rimane nel cassetto, ci vuole un bel coraggio a sognare di viaggiare! Anna Maria Lo Presti

Lavoro all’uncinetto realizzato da Rita T.

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Appunti di viaggio

Rocamboleschi viaggi in treno,

storie che non hanno storia giorno dopo giorno pendolari seguono il tempo,

come fossero tristemente in linea ai tic-tac degli orologi a pendolo.

Viaggiatori non viaggianti nell’esasperata monotonia dei solo-andata e ritorno.

Altri, forse, nell’incoscienza di facce allegre vanno, ma, che nel quotidiano

non fanno testo, non fanno storia.

E sulle rotaie ancora il treno stride e va, ricorda l’eco dei passati tempi andati

che si frammentano tra spensierate ridenti vacanze,

a scorribande, guerre, deportazioni, che hanno macchiato la geografia di luoghi

in più parti della terra. Crimini spenti a metà,

ma che riemergono come monito di pace e fratellanza.

E sulle rotaie il treno ancora stride e va; viene in mente la gloriosa, sferragliante,

chiassosa locomotiva; tutto quel fumo bianco e grigio, aveva impresso

sogni ed epoche in libertà, non prive di storie romantiche, appassionante;

eroi, grandi uomini, icone da leggenda.

Negli appunti di viaggio si sottolinea il giorno 9. Forse un compleanno, forse un bell’evento o, forse,

una piacevole data assolutamente da non dimenticare; o chi lo sa?!

E sulle rotaie il treno puntualmente va …

Fa sosta al bel paesino, capolinea la grande città.

Oggi è giorno di festa, di allegria. Ce ne stupiamo? No! Non ci frega un’acca di stupirci!! Una volta tanto vogliamo pensare al bello, al positivo;

tanto, si sa, mettila come ti pare: forse, domattina (anche se di poco conto),

c’è, quel noioso problemino in sospeso, ma incalzante (e ti pareva!),

che ci aspetta già.

Gian Paolo Donà

Scrivo sol per persone che conosco e che mi fanno vivere o soffrire,

perduto come un bimbo dentro il bosco qualcuno il mio richiamo vuol sentire? Questo mio cielo ch’è di color fosco con la mia penna cerco di schiarire:

provo, fallisco, a volte ci riesco, poi ricomincio a vivere e a morire.

Un altro verso e vuota è la mia borsa. Parole che non riesco a pronunciare

perduto sono stretto nella morsa seguitemi che andiamo a incominciare. Nemmeno tu puoi fermare la mia corsa

anche se hai gli occhi del color del mare. Federico

Non smarrirti

Se ti perdi e non trovi la strada, volgi lo sguardo dietro di te,

c’è sempre la mamma che ti segue, sotto il suo manto ti sentirai

sicuro, ti scalderà e ti proteggerà. Anche se arriverà la sera e

c’è buio, ti farà luce. Mi hai donato l’amore e mi hai insegnato

a donarlo agli altri. Mi hai dato gioia e mani per accarezzare, occhi che

sorridono ed un camminare per il mondo con fraternità,

per non smarrirsi più. Lia

Il giorno dell’abbandono

Quel giorno che sparita sei al crepuscolo

senza un perché, non so, non so spiegarmelo: forse l’amore ti sembrava ostacolo

al tuo imperioso e rapido procedere. Eppure tutto in te parla d’amore ripenso al suono del tuo riso lieto

riacquista il grigio giorno il suo colore quando mi sveli l’anima e il segreto. Per questo non capisco il tuo fuggire

così senza neanche una parola: il mio tormento tu non vuoi lenire

e congelato è il riso nella gola.

Federico

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Mamma Che bello chiamarti! Certo che la tua voce mi riempiva il cuore, quando ci chiamavi perché era pronto da mangiare; chiamavi sempre me per primo, perché sapevi che tanto stavano tutti insieme a me. Mi chiamavi il capobanda, perché dove stavo io facevo danni, come quella volta che ho rotto la testa a quel mio compagno. Ogni giorno facevo un danno. Quanto vorrei poterti sentire ancora, vederti ancora affacciata alla finestra, non voglio ricordarti morta, tu per me non potrai mai morire. Stai nel mio cuore e ci starai sempre.

Quanto era bello vederti indaffarata per casa, vederti ridere quando cantavi con papà e lui suonava la chitarra, intorno a te si faceva il cerchio. Voglio ricordarti così, rimarrai la mia cantante preferita e farai sempre parte della mia vita.

Gianfranco Bonelli

Il viaggio

Verso di te che se così lontana io lentamente inizio il mio viaggio salgo sul treno e mi lascio guidare

e cambia in fretta questo paesaggio.

Viaggiano gli altri solo per affari io invece viaggio per amore

la mia strada è tracciata e senza errore

vedo te che mi accogli a braccia aperte.

Un bel viaggio però io vorrei fare con te al mio fianco, insieme verso il mare:

il vento però spesso mi è contrario resti lontana, non ti fai afferrare.

Federico

IL GIORNALINO VA IN VACANZA

Dopo un anno di lavoro di scrittura, di molteplici risate, il Giornalino va in vacanza. Quanti fogli su quei tavoli sparsi qua e là scritti non con una penna ma col cuore. Pagine piene di emozioni che ci hanno accompagnato per tutto l'anno! Sono diversi anni che frequento il Giornalino, anche se quest'anno, a dire il vero, l’ho trascurato, ma

solo per la mancata presenza. Il Giornalino è e sarà sempre nel mio cuore e lo frequenterò di nuovo quando riaprirà i battenti. E come ogni cosa, una pausa corta o lunga non importa, l'importante è ricominciare. Auguro una buona vacanza a tutti i presenti, al nostro direttore Maurizio, sempre preso a preparare i suoi gustosi panini con la mortadella, dolci e bevande sempre presenti sui nostri tavoli, che vanno a ruba e che sono di una golosità unica. Buone vacanze a Francesca e Lorenzo, non vi ho

dimenticati, anzi non vedo l'ora di riabbracciarvi, a Floriana e suo marito Paolo, ad Alessandro auguro una buona vacanza, a Luana, Antonio, a tutti gli operatori, a Silvia, a Stefania e a Patrizia che rivedrò presto, un abbraccio circolare. Il Giornalino come si fa a dimenticarlo? È dal 2005 che lo frequento ed ogni volta mi emoziona come fosse il primo giorno!!!! Buona vacanza Giornalino, la tua meritata vacanza ti aspetta. E io aspetto che tu ricominci a farci emozionare, a farci sognare come sempre insieme a chi per anni sta al timone

di questa grande barca, il nostro direttore Maurizio. Senza di lui, la nostra barca affonderebbe. Quindi andremo avanti ancora per molti molti anni col vento in poppa e chi ci ferma a noi?

EVVIVA IL GIORNALINO!!!!! Serapiglia Marisa

Senza tempo

Non ho il tempo per pensare a domani,

non ho il tempo, per continuare a sognare.

Non ho il tempo per correre nei prati,

non ho il tempo, e tu lo sai.

Non ho il tempo

per dirti ti amo, questo tempo

non è più il mio tempo. Anna Maria Lo Presti

PENSIERINO

Quando il nostro tempo è finito e ogni cosa continua, la vita si

ferma nelle nostre mani e inesorabilmente diventa un tempo senza

tempo, una vita senza vita.

Anna Anna che scioglier sai i cuori di ghiaccio Anna, dimmi che è giunto il momento: è grande e vuoto il letto dove giaccio

e il ballo che era svelto adesso è lento. La mia corsa ti prego non fermare: ti stringerò da toglierti il respiro,

e i seni e la bocca da baciare, è un’aria nuova quella che respiro. Anna per me sei l’acqua che disseta e che travolge, il fuoco del vulcano,

sei il nuovo giorno, sei l’ultima meta, sei la mano che guida la mia mano.

Federico

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J. Heschel: "La Parola è Parola del Signore, ma la sua comprensione egli l’ha data all’uomo".

22.5.2014 È il momento di chiedere scusa. Quante volte abbiamo creduto di essere grandi e non capivamo di non essere niente. Non capivamo che i nostri amici (quelli veri) erano l’unica cosa importante. Ma pensavamo di poter insegnare qualcosa a loro, proprio a loro! Se penso a quante volte mi sono complicato la vita, cercando di capire chi era più disperato di me. Ma come ho fatto a non capire? Ci siamo solo appesantiti la vita.

Antonello Caggiari

L’ideologia non è altro che un pensiero seguito da un’azione subdola, la cui versione porta la persona al fatto compiuto, che poi col tempo si mescola con voci e parole di cui tutte hanno il tono baritonale e circoscritto nelle parti addette, dove poi riposa la memoria. Un grazie.

Consalvi Massimo

L’ANIMA E IL CUORE IN CAMMINO

Ogni cosa ha un inizio e una fine,

come l’estate e l’inverno, come un tratto di strada

o come il giorno e la notte. Tutto ha un inizio e una fine,

tranne la tua anima. Scegli il tuo cammino e mettici anche il cuore, perché se lo fai

con l’anima e il cuore…

…sei arrivato ancor… prima di partire……

Roberto

E perché no!

Vorrei dirti le cose che non ti ho mai detto, vorrei

sentire le cose che non ti ho mai detto. Vorrei tenerti così stretto da sentire il tuo profumo,

stringimi le mani e dimmi che mi ami. Sto sognando, lo so, sono matta, lo so, sono

stupida, lo so, ti amo, e perché no!

Anna Maria Lo Presti

I passi La vita di ognuno di noi inizia con i primi passi, cadi

e ti rialzi fino ad imparare. Il cammino della vita è un viaggio che ti porterà alla

scoperta della bellezza del mondo, si va veloci, felici, passo dopo passo senza fermarsi mai, ma poi

la stanchezza si fa sentire, ti siedi per riposare. Alzi lo sguardo al cielo pieno di stelle e scegli quella

più lucente che ti indicherà la tua strada. Incontrare gli amici e i compagni dà un senso alla vita. Fa’ che non siamo naufraghi del mare, ma

coloro che devono ancora fare tanta strada ricevano tutto ciò che desiderano.

Lia

Note di Notte 2 giugno 2014 alle ore 19.48. È notte. Il silenzio della notte si sovrappone a se stessa, ora dopo ora, e nella sua oscurità mi sembra udir il suo di silenzio, fatto di vento che viene da lontano e con esso il rimestio di rumori qua e là come note musicali con le quali nessun maestro aveva composto un simil spartito. Si odon dei passi in lontananza e lo sbattere di una finestra, lo stridio di una porta, il miagolio di un gatto e l'eterno riposo che ci circonda con la natura che

paia non dorma. Ivi questo tempo non vorria passar mai e il quietar di tanta speme che effimera sia, la speranza al nuovo giorno. Canta la notte, le note si appropinquano in un leggiadro scenario di leggiadria di luce naturale che essa porta con sé, la notte suoni e colori.... e calore. È notte.....!!!!.

Giuseppe Chemi

La soluzione Vorrei tirare fuori tutti i miei pensieri, vorrei poter fare progetti, vorrei avere le idee chiare, essere decisa sul da farsi. Tirare fuori tutti i miei pensieri? Non sono mica matta! Fare progetti? Che stupida, neanche avessi vent’anni! Avere le idee chiare? Figuriamoci! Essere decisa sul da farsi? Neanche a parlarne!

E allora? Sono proprio messa male! Credo che l’unica soluzione sia……… non ci crederete, ma ancora una soluzione non l’ho trovata, ho una mezza idea, ma le mezze idee lasciano le cose a metà ed io ho bisogno di certezze……………………… Che confusione!!! Anna Maria Lo Presti

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Che la forza sia con noi! Eravamo in migliaia al Colosseo alla presentazione dell’evento “May the 4th Be With You". Gli organizzatori hanno giocato sull’assonanza con la frase "May the force be with you" ossia “Che la forza sia con te”, motto dei cavalieri jedi. Il gioco di parole sembra sia nato all’indomani dell’elezione del Primo Ministro donna, Margaret Thatcher. Nei pressi dello storico monumento della capitale era presente una riproduzione del caccia imperiale Advanced TIE Fighter X1. E poi c’erano proprio tutti. Ian Solo, la principessa Leila, i soldati dell’Imperatore, i cavalieri jedi e l’unico. Il personaggio più fotografato: Dart Fener, in originale Lord Vater. L’assonanza con il cognome rimanda alla battuta più famosa di tutta la saga “I’m your father”. Forse gli organizzatori non avevano considerato che la

manifestazione potesse richiamare una tale moltitudine di partecipanti, tanto da bloccare il traffico delle vie limitrofe. In questo senso l’evento ha deluso per la scarsa attenzione alla logistica, così importante, dato che la stessa era inserita in una cornice storica così particolare ed unica. Una vera festa con migliaia di fan, ”grandi” e piccoli, accomunati dal fascino della saga. Genitori felici di scattarsi una foto con il loro personaggio preferito, più dei loro bambini impauriti dall’imponenza dell'armatura nera di Dart Fener.

Luciano (vol.)

Ballata Pronto? Ciao, pulcino mio! Che hai in pentola, oggi? Dimmi, c’è un po’ d’amore in te ancora per me? Se le donne ancora mi

circuiscono!! Lo sai com’è… Sono sempre stato irresistibile per le donne… La vita è sempre stata così per me… Il mio amore è la mia moto e quando lascio casa c’è sempre qualcuna… mi sventola il braccio; nei suoi “hot pants” e “cosce nude”; pronta a montare per scorrazzare lungo il corso. Poi mi ringrazia offrendomi “il drink! al “pub”. E ti pare che nel “pub” c’è quest’altra che mi invita a cenare e avere “un drink speciale” a casa sua. Ma tu sai, pollastrella mia, tu sei stata più che sufficiente nella vita mia. E quando la donna m’invita a casa, io ringrazio e me ne vado a casa. Perché? Pollastrella mia ho bisogno di calma e tentare di capire perché ti ho lasciata e concludo sempre che il mio amore, che si chiama ”Moto”, ti ha sfidata.

Anna Giovanna Contaldo “Estate” L’estate tarda ad arrivare, ma sento già il profumo del mare, le passeggiate sulla riva, il correre sulla sabbia bollente, il raccogliere conchiglie come facevo da bambina. La sera seduta ad aspettare il sole tramontare, le onde che ti fanno da culla, il silenzio della sera e il meditare. Estate arriva in fretta, non tardare, sono stanca di aspettare.

Lia Il Creativo (l’artista) Io sono un creativo, uno spirito libero. Sono un artista. Tutti sanno chi sono io. Un artista! Un simpaticone, lo sanno tutti. Se mi va di dare un pizzicotto alla mia bella lo faccio. Basta che lei me lo dice e io lo faccio. Tutti sanno chi sono io: un artista. Spirito libero, creativo. Tu dimmi quello che devo fare ed io lo faccio! Antonello Caggiari

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Carissima famiglia Caritas, vorrei ringraziare tutti gli operatori, i nostri professori, Simone, Lucia e Fabiola per tutto quello che ci hanno insegnato, un ringraziamento anche al sig. Maurizio del Giornalino, che ci ha fatto vedere tante belle cose e ringraziamo tanto la maestra di canto Gisella, che ci sta portando a livelli importanti. Un ringraziamento agli ospiti dell'ostello e ai volontari del Giornalino: a Francesca, a Floriana, a Lorenzo, ad Alessandro, a Maurizio, ad Anna e a Luana, l'operatrice, tanti tanti carissimi auguri speciali ad Adolfo, a Gabriele e Nicola, i principi dell'ostello e agli angeli donne, a Stefania a Luana grande e a Silvia. Che sia pubblicata sul Giornalino. A Maurizio grazie e un ringraziamento a Roberta, la responsabile dell'Ostello. Cordiali saluti dalla

famiglia Piga

Grazie Signore, per averci dato Dono Luigi

Di Liegro. Lo hai scelto, perché portasse la sua missione

e il suo amore tra gli ultimi, lottando giorno dopo giorno, affinché non

mancasse loro nulla. È stato un esempio per tutti e ci ha fatto capire che

questi sono nostri fratelli e vanno amati. La sua missione è finita, ma noi

possiamo mandarla avanti e far ritrovare ad essi ciò

che hanno perso: l’identità e la felicità.

Lia

AL GIORNALINO Mediante il tempo burbero io lo sono meno,

però grazie al Signor Maurizio Lisanti io sto superando le mie paranoie,

quindi ringrazio profondamente lui e tutto lo staff del Giornalino.

Un grazie di tutto. Consalvi Massimo

Antonella, ho capito subito che qualcosa ci avrebbe unito. I tuoi occhi erano pieni di dolore e di rabbia. I tuoi occhi erano pieni di voglia di farcela, di toccare il cielo con mano. Il tuo sguardo era così dolce, così pieno di amarezza per le ingiustizie subite. Hai sempre sognato che un giorno un principe sopra il cavallo bianco sarebbe venuto a prenderti e a portarti via. I tuoi occhi brillavano di gioia e di lacrime quando sognavi il tuo principe, il tuo

cuore malato e maltrattato batteva forte quando sognavi il tuo principe. Finalmente il tuo principe è arrivato, ti ha portata via, ti ha amata, sul tuo volto è comparso un sorriso eterno, nel tuo cuore una gioia immensa e il tuo principe finalmente ha visto i tuoi occhi lucidi, ti ha stretta in un abbraccio immortale. Finalmente Antonella è tornata alla vita, finalmente ho visto in te la mia vita. Il tuo principe.

Angelo Zurolo

Giorni bui

Ero preoccupato per la mia salute. Non potevo fare degli esami per mancanza di fondi. Ma ecco i miei amici del Giornalino. Ho potuto fare tutti gli esami e grazie allo Spirito Santo tutto è a posto. Che bello tornare a ridere con voi! Grazie, siete sempre nel mio cuore: che bello il profumo della mortadella…

Pinuccio

Innamorato Ecco, lo sapevo, me so’ n’artra vorta

innamorato, me so’ proprio rimbambito, eppure già ce so’ cascato dentro ‘sta buca, nun c’è verso,

co’ l’amore nun se scherza, è ‘na cosa che scotta, er core in petto batte sempre più forte, sembra che da un momento all’artro te scoppia tutto. L’urtima vorta che t’ho vista, stavamo ar mare

insieme, me sembrava d’esse tornato un regazzino, ridevo e giocavo co’ te, mo’ che ce

ripenso me sento un cretino. Certo, che è ‘na cosa bella esse innamorati,

anche si ormai te rendi conto d’esse diventato grande, l’amore nun c’ha età, chiunque se po’

innamorà, basta che nun te rimbambisci come ho fatto io, chissà se sto più male adesso

che è tutto finito, però è bello esse innamorato, specialmente

si ‘st’amore è contraccambiato, te cambia, te senti allegro, felice, contento, anche si te scoppia

er core in petto. Gianfranco Bonelli

Il soffio lieve dei ricordi Dedicato a mio padre e mia madre. Nel giugno del 1975 mio padre andò in cielo; mia madre nel giugno del 2005. C'è una fotografia dove io sono ritratto quando avevo meno di un anno, tenuto in piedi dai miei genitori in un parco; quella fotografia continua a vivere, ho sempre le loro mani che mi sostengono come per le mie sorelle. Ma mi sostengono perché desiderano che io abbia la possibilità di guadagnarci la vita; non mi hanno

generato per far lo spettatore della vita. C'è un tratto comune che ci lega tutti quanti (mio padre, mia madre, le mie sorelle ed io): il desiderio dell'uomo di espandersi e non

limitarsi all'abitudine ed aprir gli occhi al disinganno. Quindi quella fotografia continua a vivere…

Grazie per il sostegno d'ogni dì. Vostro figlio che desidera farvi felici; anche se lo vedete spesso triste, infelice e solo...sono gli effetti della più grande guerra esistente...quella contro l'intelligenza umana. I miei genitori dovettero affrontare la tirannide e la guerra per colpa di tale evento bellico; vostro figlio la continuazione di tale guerra che è una corruzione pedagogica in cui i buoni danno la possibilità ai cattivi di far danni perché lasciano fare e quindi la pigrizia è

più dannosa della cattiveria. Per questo che vostro figlio si sente solo; gli spasmi degli adulatori di teste creano la solitudine dell'uomo riflessivo.

Attilio Saletta

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Di quella “tizia”, al momento,

non oso pronunciarne il nome, in nessun modo:

poiché se poi, non si può dir affetto,

non mi dovrò rimangiare i miei preposti fantastici benintenzionati intenti,

e non dover dire poi - carissima mia: come non detto!

Gian Paolo Donà

AMIAMO QUESTO NOSTRO TEMPO,

perché è breve, va vissuto giorno dopo giorno. Il tempo è per amare, per sognare, per andare là dove sarà la strada che ci porterà a realizzare il

desiderio e il sogno; il tempo è nostro per dare un senso alla vita, chi poi desidera la felicità per sé e per gli altri, può facilmente smarrirsi, a volte si è affaticati a causa dei nostri sbagli e delle difficoltà che incrociamo nel cammino, ci ritroviamo poveri e soli. Ma il cuore è forte, vivo, pieno di speranze per

arrivare alla felicità. Bisogna fare in fretta, per questo il tempo bisogna

amarlo e viverlo meglio possibile, è breve ed a volte non ti aspetta.

Amiamo questo nostro tempo.

Lia

Non dico…. scrivo Non scrivo per scrivere ma per dire, pochi ascoltano: viviamo in un mondo distratto che non sa ascoltare, viviamo in un mondo malato d’indifferenza, malato di menefreghismo, confuso nel nulla, ma io non dico……scrivo! Scrivo quello che non dico, le parole sono tenebre, si confondono i pensieri nell’oscurità delle parole, viaggiano alla velocità di un atomo, poi rallentano e si fermano. Arrivo a chi non sa ascoltare, ribalto l’indifferenza, curo il menefreghismo, riporto il nulla al possibile, non dico…scrivo, trasformo le tenebre in parole e dico!

Anna Maria Lo Presti

Povero Pirlo Carissimi amici, vi ringrazio dell’invito.

Ora vi racconterò del buco nero in cui siamo finiti. In Brasile si svolgono i campionati del mondo di calcio. Ci sono delle sommosse popolari di varie categorie: dipendenti statali e comunali, senza-tetto, disoccupati, autisti e macchinisti, gente comune, ecc. Non so quanto guadagna il giocatore più povero. So che Pirlo passa 55 mila euro al mese alla sua ex moglie. Ora so perché le donne (quando sono ancora giovani e belle) vogliono sposare un calciatore!

Antonello Caggiari

Dolcemente.........tu! Sei entrata nella mia vita come una tempesta a primavera. Ti ho visto nascere e crescere anche se la natura con te è stata matrigna, ma ciò nonostante sei riuscita a trasformarla giorno dopo giorno in meglio, colmandola di attenzioni e amore che solo una cagnolina speciale come te, sapeva dare e la tua anima innocente si riempiva dello

stesso affetto che davi inconsapevolmente, senza chiedere troppo in cambio. Bastavano qualche carezza, un premietto e qualche attenzione per ripagarti di ciò che la natura ti aveva tolto. Dolcemente.... tu, sarebbe pure stato un titolo di un film a lieto fine, ma la tua storia deve ancora finire e quando arriverà quel momento, spero che nel paradiso di voi animali, ci sia un posticino per la mia Esme, nel ricordo di quanto l'abbiamo amata. Dolcemente.............tu..........Esme!!!!!!!!!!.

Giuseppe Chemi

Ci metterò

Ci metterò le mani ed il mio ingegno, ci metterò un dolore che so io,

ci metterò i miei sogni ed il mio impegno:

non è solo uno scritto sul leggio.

E con l’abilità di un suonatore farò uscire la musica da dentro:

la mira io avrò di un tiratore che scocca la sua freccia e poi fa centro.

Ci metterò una vela che s’innalza,

ci metterò il mio vento e ce ne andremo lontano, via dal tempo che ora incalza, ci metterò il mio cibo e mangeremo.

Ci metterò la chiave di un cancello,

ci metterò le tracce sulla neve: seguendole, entreremo in un castello,

vieni con me, la strada sarà breve.

E il sangue mio che scorre nelle vene ci metterò, e il ricordo e la carezza

di mia madre: vedrai che verrà bene, che questa volta il cuore non si spezza.

Ci metterò, chissà, una vita intera, (non è scritto il futuro nei tarocchi), per dirti tutto: comincio questa sera,

mentre ti guardo, amore mio, negli occhi.

Federico

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Donne C. Aurelia 03/6 K. Tatsuko 29/6 M. Krystyna 16/6 T. Gabriela 22/6 Anna Maria (vol.) 13/6 Alessandra (op.) 06/6

Uomini B. Gianfranco 15/6 C. Giovannino 24/6 C. Giulio 03/6 C. Romolo 10/6 D. P. Alberto 07/6 G. Gianvito 09/6 H. Abdeilhamid 21/6 S. Giuseppe 26/6 S. Carlo 19/6 S. Pietro 29/6 Roberto (vol.) 06/6 Antonio (vol.) 04/6

Festa di compleanno La festa si terrà il

19 giugno 2014

Già da ora AUGURI a tutti i festeggiati! Parteciperanno gli scatenatissimi amici Graziella, Stefano, Tonino, Francesco Maria Antonietta, Monia, Antonietta e Rosina, ed i

ragazzi dell’Azione Cattolica guidati da Don Simone di Resurrezione, con Roberto alla consolle, all’animazione insieme ai volontari del giornalino e gli insostituibili amici di Ognissanti per la pappatoria. Enza ci preparerà la famosa “torta all’ananas”, Loretta le “palline al cocco”, Fernanda le “rose del deserto”, Felicita le ”crostate” e Rita “un dolce a sorpresa”. Alle bibite provvederanno Rita, Maria Teresa e Roberta, Lina, Patrizia, Mario, Antonio, Edoardo, Fausto, Ada, Filippa e Francesco.

Lunedì ore 20:45, mensa S. Giacinta: lettura e commento dei quotidiani a cura di Massimo, Eleonora, Giulia, Oscar e Gabriele. Martedì ore 20, mensa S. Giacinta: laboratorio corale Filarmonico Casilino (…..e va bene così) diretto dalla maestra Gisella Rocca, con Stefania, Anna Maria, Augusto. Mercoledì: ore 20:30, mensa S. Giacinta: laboratorio teatrale a cura di Silvia, Stefania e Carlo. Giovedì ore 10 mensa S. Giacinta: laboratorio di sartoria a cura di Andrea e Patrizia. Giovedì ore 20:30, mensa S. Giacinta: redazione del giornalino a cura di Luana, Maurizio, Francesca, Alessandro, Anna, Floriana, Lorenzo, Luciano, Leonardo. Venerdì ore 21, Chiesa S. Giacinta: momento di preghiera a cura di Andrea, Antonio e Aldo. Sabato o Domenica ore 20:45 mensa Don Luigi di Liegro: cineforum a cura di Simone e Stefania.

A questo numero hanno collaborato :

Anna Giovanna, Gian Paolo D., Marisa, Fabrizio, Lia, Maura, Giuseppe P., Vittorio, Alberto, Anna Maria, Gino Luigi, Giuseppe C., Antonello C., Federico, Massimo, Pinuccio, Rita, Nicola, Roberto, Angelo Z., Gianfranco, Attilio, Sergio, Ivo, Francesca, Floriana, Maurizio, Alessandro, Anna, Lorenzo, Luciano, Leonardo, Antonello, Luana G., Luana M., Gabriele, Simone.

Ringraziamo la pasticceria “cinquestelle” per i dolci che ci dona per la nostra festa dei compleanni.