Opposizione Comunista giugno 2010

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Opposizione Comunista giugno 2010 "L'internazionale comunista è il partito dell'insurrezione del proletariato mondiale rivoluzionario. Essa rigetta tutte le organizzazioni e i partiti che, in forma aperta o velata, addormentano, demoralizzano, snervano il proletariato esortandolo a chinarsi di fronte ai feticci di cui si veste la dittatura della borghesia: la legalità, la democrazia, la difesa nazionale". Bollettino del Partito Comunista dei Lavoratori-CRQI a cura della sez. provinciale di Forlì-Cesena giugno 2010 OCCORRE UNA LOTTA VERA Governo e Confindustria passano ogni limite, grazie all’assenza di una opposizione vera. In un colpo solo, mentre la Fiat vuole contratti polacchi, il governo muove guerra frontale al pubblico impiego: con blocco dei contratti, licenziamento di massa dei precari, nuovi tagli a cascata su scuola e sanità, elevamento dell’età di pensione.. Perché tutto questo? Per garantire i banchieri, italiani ed europei, sulla tenuta di titoli di Stato che hanno comprato ( risparmiando sulle tasse). Cioè per garantire i principali rapinatori di salari, pensioni, servizi degli ultimi vent’anni, oltreché i principali responsabili del crack. Di fronte a questo scandalo, c’è il disarmo dell’”opposizione”. Prodi si congratula con..Tremonti. Il PD chiede meno tasse per i padroni, alla coda di De Benedetti. Di Pietro vota il Federalismo di Bossi ( più soldi a padroni e cliniche del Nord, più saccheggio di servizi pubblici al Sud). Tutti pendono dalle labbra di Marcegaglia. Mentre Cisl e Uil fanno scudo al governo, e la Cgil convoca uno sciopericchio ridicolo di 4 ore. Quanto alle cosiddette sinistre “radicali”- ex ministeriali- si limitano a “denunciare”, senza proporre alcuna azione reale: per non spaventare..il PD ed Epifani. Questo spettacolo deve finire. E’ l’ora di agire. E’ ora che tutte le sinistre politiche e sindacali promuovano unitariamente una mobilitazione vera, radicale, prolungata; che si combini con l’occupazione delle aziende che licenziano, il presidio dei pubblici uffici e delle scuole, l’assedio di massa di governo e Parlamento; che si unisca alle mobilitazioni in corso in altri paesi europei; che duri sino alla sconfitta di governo e padronato. Lo sciopero generale del 25 Giugno va prolungato in questa direzione. Paghi chi non ha mai pagato! Si tassino i grandi patrimoni, rendite, profitti. Si annulli il debito pubblico verso le banche, che vanno nazionalizzate senza indennizzo, sotto controllo sociale. Si www.pcl-fc.blogspot.com Editoriale C''è chi si oppone ai tagli prelevandosi il sangue per giorni, c'è chi sale sui tetti per opporsi ai licenziamenti, c'è chi fa scioperi della fame o s'incatena ai cancelli per denunciare la propria condizione sociale. Questi soggetti hanno sicuramente la compassione del padronato, ma hanno perso. Non sono questi i metodi di lotta, la classe dominante non deve compatirci, ma tremare di fronte alla nostra rabbia. Da comunisti ci opponiamo senza mezzi termini all'autolesionismo della nostra classe e la esortiamo alla sollevazione. L'unica possibilità che abbiamo di vittoria passa da uno sciopero generale prolungato (alla greca o alla francese), dai blocchi stradali (come insegnano le mobilitazioni argentine dei piqueteros) fino alla ribellione sociale. Solo il rafforzamento del partito rivoluzionario e internazionale dei lavoratori può invertire la tendenza e trasformare la crisi del capitalismo in una nuova aurora per il proletariato. E' finito il tempo dei tentennamenti è l'ora della risposta proletaria. Chi Siamo? Intransigenti sui principi, ci rivolgiamo a tutti coloro che vogliono ridare una prospettiva anticapitalista e rivoluzionaria alla classe operaia e ai movimenti di lotta di questo paese. A tutti diciamo una cosa molto semplice: il Partito Comunista dei Lavoratori è al servizio di questa prospettiva. Lotta con noi! Il Partito Comunista dei Lavoratori si è costituito per recuperare e attualizzare il patrimonio programmatico del marxismo rivoluzionario riscattandolo dalla lunga rimozione teorica e pratica di cui è stato oggetto da parte della socialdemocrazia e dello stalinismo. 1. L’opposizione alle classi dominanti e ai loro governi, siano essi di centrodestra o di centrosinistra; 2. La prospettiva di un governo dei lavoratori e delle lavoratrici che abolisca il modo di produzione capitalistico e riorganizzi la società su basi socialiste; 3. Il collegamento costante tra gli obbiettivi di lotta immediati e la prospettiva di fondo dell’alternativa anticapitalistica; 4. La prospettiva di un’alternativa socialista internazionale, e quindi di un’organizzazione rivoluzionaria internazionale dei lavoratori.

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Bellettino a cura del PCL di Forlì-Cesena www.pcl-fc.blogspot.com

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Opposizione Comunista giugno 2010

"L'internazionale comunista è il partito dell'insurrezione del

proletariato mondiale rivoluzionario. Essa rigetta tutte le organizzazioni e i

partiti che, in forma aperta o velata, addormentano,

demoralizzano, snervano il proletariato esortandolo a

chinarsi di fronte ai feticci di cui si veste la dittatura della

borghesia: la legalità, la democrazia, la difesa nazionale".

Bollettino del Partito Comunista dei Lavoratori-CRQI a cura della sez. provinciale di Forlì-Cesena giugno 2010

OCCORRE UNA LOTTA VERAGoverno e Confindustria passano ogni limite, grazie all’assenza di una opposizione vera. In un colpo solo, mentre la Fiat vuole contratti polacchi, il governo muove guerra frontale al pubblico impiego: con blocco dei contratti, licenziamento di massa dei precari, nuovi tagli a cascata su scuola e sanità, elevamento dell’età di pensione.. Perché tutto questo? Per garantire i banchieri, italiani ed europei, sulla tenuta di titoli di Stato che hanno comprato ( risparmiando sulle tasse). Cioè per garantire i principali rapinatori di salari, pensioni, servizi degli ultimi vent’anni, oltreché i principali responsabili del crack.

Di fronte a questo scandalo, c’è il disarmo dell’”opposizione”. Prodi si congratula con..Tremonti. Il PD chiede meno tasse per i padroni, alla coda di De Benedetti. Di Pietro vota il Federalismo di Bossi ( più soldi a padroni e cliniche del Nord, più saccheggio di servizi pubblici al Sud). Tutti pendono dalle labbra di Marcegaglia. Mentre Cisl e Uil fanno scudo al governo, e la Cgil convoca uno sciopericchio ridicolo di 4 ore. Quanto alle cosiddette sinistre “radicali”- ex ministeriali- si limitano a “denunciare”, senza proporre alcuna azione reale: per non spaventare..il PD ed Epifani. Questo spettacolo deve finire. E’ l’ora di agire. E’ ora che tutte le sinistre politiche e sindacali promuovano unitariamente una mobilitazione vera, radicale, prolungata; che si combini con l’occupazione delle aziende che licenziano, il presidio dei pubblici uffici e delle scuole, l’assedio di massa di governo e Parlamento; che si unisca alle mobilitazioni in corso in altri paesi europei; che duri sino alla sconfitta di governo e padronato. Lo sciopero generale del 25 Giugno va prolungato in questa direzione.

Paghi chi non ha mai pagato! Si tassino i grandi patrimoni, rendite, profitti. Si annulli il debito pubblico verso le banche, che vanno nazionalizzate senza indennizzo, sotto controllo sociale. Si

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EditorialeC''è chi si oppone ai tagli prelevandosi il sangue per giorni, c'è chi sale sui tetti per opporsi ai licenziamenti, c'è chi fa scioperi della fame o s'incatena ai cancelli per denunciare la propria condizione sociale. Questi soggetti hanno sicuramente la compassione del padronato, ma hanno perso. Non sono questi i metodi di lotta, la classe dominante non deve compatirci, ma tremare di fronte alla nostra rabbia. Da comunisti ci opponiamo senza mezzi termini all'autolesionismo della nostra classe e la esortiamo alla sollevazione. L'unica possibilità che abbiamo di vittoria passa da uno sciopero generale prolungato (alla greca o alla francese), dai blocchi stradali (come insegnano le mobilitazioni argentine dei piqueteros) fino alla ribellione sociale. Solo il rafforzamento del partito rivoluzionario e internazionale dei lavoratori può invertire la tendenza e trasformare la crisi del capitalismo in una nuova aurora per il proletariato. E' finito il tempo dei tentennamenti è l'ora della risposta proletaria.

Chi Siamo?Intransigenti sui principi, ci rivolgiamo a tutti coloro che vogliono ridare una prospettiva anticapitalista e rivoluzionaria alla classe operaia e ai movimenti di lotta di questo paese. A tutti diciamo una cosa molto semplice: il Partito Comunista dei Lavoratori è al servizio di questa prospettiva. Lotta con noi!

Il Partito Comunista dei Lavoratori si è costituito per recuperare e attualizzare il patrimonio programmatico del marxismo rivoluzionario riscattandolo dalla lunga rimozione teorica e pratica di cui è stato oggetto da parte della socialdemocrazia e dello stalinismo.

1. L’opposizione alle classi dominanti e ai loro governi, siano essi di centrodestra o di centrosinistra;

2. La prospettiva di un governo dei lavoratori e delle lavoratrici che abolisca il modo di produzione capitalistico e riorganizzi la società su basi socialiste;

3. Il collegamento costante tra gli obbiettivi di lotta immediati e la prospettiva di fondo dell’alternativa anticapitalistica;

4. La prospettiva di un’alternativa socialista internazionale, e quindi di un’organizzazione rivoluzionaria internazionale dei lavoratori.

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abbattano spese militari e privilegi clericali . Si investano le risorse così liberate per allargare le protezioni sociali e promuovere un grande piano per il lavoro. Si apra un vera prova di forza per cacciare assieme a Berlusconi le classi dirigenti del Paese, liberando la via per una vera alternativa.

Il Partito Comunista dei Lavoratori ( PCL) si batterà in ogni caso e ovunque per una vera ribellione sociale, contro lo spirito della rassegnazione e della resa.

Accordo Electrolux: un'altra truffa contro i lavoratoriE' una truffa; 280 posti in meno, più lavoro e meno salario fatta salva una piccola minoranza, a rimetterci saranno esclusivamente i lavoratori.

La cosa più grave è che i sindacati non si sono minimamente preoccupati di contestare gli esuberi ma solo di cogestirli con l'azienda contravvenendo all'esigenza primaria di questo momento di crisi: tutelare i salari e i livelli occupazionali sia nel territorio che nell'azienda stessa.Un'azienda che vuole continuare a fare profitto come prima sulla pelle dei lavoratori. Un profitto che aumenterà anche grazie ai nuovi incentivi sulla rottamazione varati dal governo e pagati indirettamente dai lavoratori stessi che sono gli unici a non evadere le tasse.

Anche la cassa integrazione che viene erogata dall'INPS saranno gli stessi lavoratori a pagarla e questo peserà sulle pensioni future. Inoltre essa non copre interamente il salario per cui i lavoratori guadagneranno meno. Non solo, il salario calerà ancora perché di fronte all'aumento di produttività rimarrà invariato e nessuna garanzia per i livelli futuri di occupazione.E' ridicolo affermare che questo accordo è il frutto della lotta dei lavoratori perché le ore di sciopero sono state pochissime e in effetti se ne vedono i risultati. Questo significa che l'azienda ha ottenuto tutto ciò che voleva.

Altro che unità nazionale fra sfruttati e sfruttatori di fronte alla "crisi comune" . Basta negoziare gli inevitabili sacrifici come fanno le burocrazie sindacali. Nessun lavoratore deve pagare la crisi del capitalismo. Solo la lotta paga altrimenti domani sarà peggio; all'avidità dei padroni non c'è limite. Questo accordo era l'unico possibile? Balle!

Bocciare l'accordo e costringere l'azienda ad una riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario è l'unica alternativa ad un'altra sconfitta della classe lavoratrice. E' da questa rivendicazione immediata che deve partire la controffensiva.

Electrolux: l'apoteosi del cerchiobottismoForlì -Lunedì 7 giugno E' stato distribuito un volantino (firmato dalla FIOM cgil nazionale) sull'accordo Electrolux, dove si invitano i lavoratori ad approvarlo senza indugio. Sul retro dello stesso volantino c'è un comunicato "critico" di alcuni delegati di Forlì, approvato da altri delegati dell'Electrolux di Susegana. Se l'opposizione è questa "stiamo freschi". Ne pubbichiamo una sintesi. "Dopo una lunga trattativa si è giunti ad un'ipotesi di accordo sulla gestione degli esuberi evitando i licenziamenti, migliorando gli incentivi alle dimissioni e la cassa integrazione. Si è inoltre ottenuto di confermare il part-time.Ci siamo riservati di firmare l'accordo dopo il referendum. Siamo critici sul peggioramento delle condizioni di lavoro e l'aumento dei pezzi in catena di montaggio.Siamo critici perchè non vogliamo peggiorare le già gravi condizioni di lavoro ( aumento esponenziale delle malattie professionali ) e perchè l'aumento dei pezzi crea riduzione dell'occupazione.Insomma non vogliamo darci la zappa nei piedi (n.d.r. che vuol dire ?) Invitiamo tutti i lavoratori a partecipare alle assemblee e al voto”.Domande: se ammettono il peggioramento delle condizioni di lavoro perchè non invitano a votare contro?Perchè non hanno distribuito un loro volantino accontentandosi del retro di quello ufficiale? Volevano risparmiare la carta?

Per la cronaca: la votazione all'Electrolux è stata una catastrofe annunciata: su 916 lavoratori presenti nei giorni del voto (sono 1076 i dipendenti dello stabilimento), 807 sono stati i votanti (pari all’88% degli aventi diritto). 650 i voti favorevoli (pari all’82% ), 147 i contrari (pari al 18%), 10 schede tra bianche e nulle. Non tutto è perso, generalizziamo l'opposizione di classe!

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Contro il sionismoPER UNA PALESTINA LIBERA, LAICA E SOCIALISTAA Gaza, in Cisgiordania, in tutto il Medio Oriente: rivoluzione permanente!L’aggressione militare israeliana contro le imbarcazioni filo palestinesi, con l’assassinio di decine di uomini e donne, conferma una volta di più la natura criminale dello Stato sionista: uno Stato nato dal terrore antipalestinese, che si perpetua coi metodi del terrore e della pirateria. Uno Stato estraneo a ogni legge, che offende ed umilia la tradizione migliore dello stesso popolo ebraico. I fatti dimostrano che non c’è nessuna possibilità di pacifica convivenza con lo Stato sionista. Solo l’abbattimento rivoluzionario dello Stato d’Israele, e la prospettiva di una Palestina unita, laica, socialista- rispettosa dei diritti della minoranza ebraica- possono assicurare il pieno diritto di autodeterminazione del popolo palestinese ed arabo, liberando il Medio Oriente e il mondo da un focolaio permanente di oppressione e di guerra.Solo una rivoluzione socialista dell’oriente arabo, dunque, e del medio oriente in generale può permettere la vittoria vera e definitiva della lotta di liberazione palestinese. Senza di essa il dominio dell’imperialismo con le sue conseguenze politiche e sociali renderà ogni indipendenza limitata politicamente e formale socialmente. Senza di essa di fronte al fallimento delle direzioni laiche borghesi e piccolo-borghesi il fondamentalismo islamico avrà buon gioco a trascinare le masse sotto la sua direzione reazionaria. Senza la prospettiva del socialismo sarà impossibile riuscire nel compito difficile ma necessario di strappare all’ideologia reazionaria del sionismo almeno una parte della classe operaia ebrea, che può e deve essere una forza d’aiuto nella lotta antimperialista. E del resto solo un Medio Oriente socialista è il quadro in cui, accanto ad una Palestina araba e socialista nell’ambito di un’unità araba socialista, potrà essere possibile riconoscere al popolo ebraico che vive in Palestina, una volta scacciati i coloni reazionari, i diritti democratici di minoranza nazionale.

•Per la sconfitta del sionismo e dell’imperialismo;•No ai compromessi-bidone, rivoluzione permanente;•Per la mobilitazione delle masse arabe contro Israele e l’imperialismo;•Nessuna fiducia nei fallimentari regimi borghesi, feudo-borghesi o piccolo-borghesi dei paesi arabi; per il loro rovesciamento rivoluzionario;•Per l’abbattimento dello Stato sionista d’Israele; per i pieni diritti democratici del popolo ebraico in Palestina come minoranza nazionale, nel quadro dell’unità del Medio Oriente; •Per una Palestina libera, laica e socialista nel quadro di una unità araba e socialista; •Per una federazione socialista del Medio Oriente

In breve: il Pd è una loggia massonica e mamma Ebe è come il Papa1- Il “gran maestro” del Grande Oriente d'Italia, Gustavo Raffi, al quotidiano Repubblica ha dichiarato che sono 4mila i massoni iscritti al Pd. Molti dei quali con cariche istituzionali.Del Pd sapevamo che erano un'accozzaglia di burocrati e ciarlatani dediti alla politica anti-operaia e alla giustificazione sciovinista delle guerre di rapina. Ora sappiamo anche che sono un retaggio clientelare dedito alla conservazione del privilegio. Fuori i massoni dalle nostre città!Pd e Pdl, un unico ideale sfamare i padroni al loro capezzale! 2- Gigliola Ebe Giorgini, detta “mamma Ebe”, ha fondato l’Opera di Gesù Misericordioso e prometteva guarigioni e miracoli. Nell’aprile 2008 era già stata condannata a Forlì a sette anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo della professione sanitaria, falso materiale e falso ideologico nell’emissione di ricette mediche e truffa ai danni dell’Asl di Cesena.Sfruttando la credulità popolare mamma Ebe ha costruito una carriera... A questo punto una domanda sorge spontanea: qual'è la differenza tra mamma Ebe e il Papa?Perchè solo il Papa può sfruttare la credulità e sfidare il pensiero razionale? Evidentemente, non tutti i truffatori son trattati allo stesso modo.

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La metafisica della democraziaUna critica serrata all'idealismo e al riformismo - estratto di Terrorismo e Comunismo (Lev Trotsky) Kautsky, sentendo che, nella questione della democrazia, gli viene a mancare sotto i piedi il terreno della storia, passa sul terreno della filosofia normativa. Invece di analizzare ciò che è, egli delibera ciò che dovrebbe essere.I princìpi della democrazia - la sovranità del popolo, il suffragio universale e uguale per tutti, le libertà personali - appaiono, come ce li presenta lui, circondati da un alone di dovere morale. Essi vengono privati del loro significato storico e presentati come una cosa-in-sé, inalterabile e sacra. Questo scivolone metafisico nella grazia non è accidentale. E' istruttivo che il vecchio Plechanov, nemico implacabile del kantismo durante il miglior periodo della sua attività, abbia tentato, alla fine della sua vita quando l'onda del patriottismo lo aveva travolto, di aggrapparsi all'imperativo categorico.

Kautsky confronta la reale democrazia, di cui il popolo tedesco sta attualmente facendo la conoscenza, con un tipo di democrazia ideale, così come confronterebbe un comune fenomeno con la cosa-in-sé. Kautsky non sa indicare con certezza un solo Paese in cui la democrazia sia realmente in grado di garantire un passaggio pacifico al socialismo. Ma egli sa con certezza che una tale democrazia deve esistere. L'attuale Assemblea Nazionale tedesca, questo organo di impotenza, di malizia reazionaria e di degenerati adescamenti, viene da Kautsky confrontata con una vera Assemblea Nazionale, che possiede tutte le virtù, tranne la piccola virtù di esistere.La dottrina della democrazia formale non è il socialismo scientifico, ma la teoria del cosiddetto diritto naturale. L'essenza di quest'ultimo consiste nel riconoscimento di modelli eterni e immutabili di legge che, fra popoli differenti e in differenti periodi, trovano una espressione diversa più o meno limitata e distorta. Il diritto naturale della storia moderna, e cioè quale essa è emersa dal Medioevo, comprendeva innanzitutto una protesta contro i privilegi di casta, contro l'abuso di leggi dispotiche e contro gli altri prodotti "artificiali" della legge feudale positiva. I teorici dell'allora debole Terzo Stato esprimevano i loro interessi di classe in pochi modelli ideali, che più tardi si svilupparono nell'insegnamento della democrazia, acquistando nello stesso tempo un carattere individualista. L'individuo è assoluto; tutte le persone hanno il diritto di esprimere i loro pensieri in discorsi e scritti; ogni uomo deve godere di uguali diritti elettorali. La parola d'ordine della democrazia, come grido di battaglia contro il feudalesimo, ebbe un carattere progressista. Ma col passar del tempo, la metafisica della legge naturale (la teoria della democrazia formale) cominciò a mostrare i suoi lati reazionari - la definizione di un modello ideale per controllare le reali richieste delle masse lavoratrici e dei partiti rivoluzionari.

Se esaminiamo le varie concezioni del mondo, troveremo che la teoria della legge naturale non è altro che una parafrasi dello spiritualismo cristiano liberatosi dal suo rozzo misticismo. I Vangeli proclamavano che lo schiavo aveva la stessa anima del padrone, e stabilivano così la eguaglianza di

tutti gli uomini di fronte al tribunale celeste. In realtà lo schiavo rimaneva uno schiavo, e l'obbedienza diveniva per lui un dovere religioso. Nell'insegnamento del cristianesimo, lo schiavo trovò però un'espressione della propria primitiva protesta contro la condizione degradata cui era sottoposto. Ma a fianco a fianco con la protesta c'era anche la consolazione. Il cristianesimo gli diceva: "Nonostante tu assomigli a una bestia da soma, hai un'anima immortale”. Qui risuonava la nota di indignazione. Ma lo stesso cristianesimo diceva: "Anche se sei una bestia da soma, la tua anima immortale avrà in sorte una ricompensa eterna." Qui è la voce della consolazione. Queste due note si ritrovano nella storia del cristianesimo in diverse proporzioni a seconda dei diversi periodi e delle diverse classi. Ma nel suo complesso, il cristianesimo, come ogni religione, divenne un metodo per addormentare la coscienza delle masse oppresse.Il diritto naturale, che si sviluppò nella teoria della democrazia, diceva al lavoratore: "Tutti gli uomini sono uguali di fronte alla legge, indipendentemente dalla loro origine, dallo loro proprietà, e dalla loro condizione; ogni uomo ha un eguale diritto di decidere la sorte del popolo attraverso il suffragio”. Questo criterio ideale, come condanna dell'assolutismo, dei privilegi aristocratici e del censo, rivoluzionò la coscienza delle masse. Ma poi, col passare del tempo, addormentò la coscienza delle masse, legalizzando la povertà, la schiavitù e la degradazione: infatti, come ci si poteva rivoltare contro l'asservimento quando ogni uomo aveva un eguale diritto di determinare i destini della nazione?Rothschild, che ha trasformato il sangue e le lacrime del mondo in napoleoni d'oro da intascare, ha nelle elezioni parlamentari un solo voto. Il minatore ignorante che non sa nemmeno firmare, che dorme tutta la vita senza togliersi gli abiti di dosso e che vaga nella società come una talpa sotterranea, svolge comunque la sua parte come depositario della sovranità della nazione e, di fronte ai tribunali e durante le elezioni, è uguale a Rothschild. Nelle reali condizioni storiche, nel processo economico, nelle relazioni sociali, nei loro modi di vita, gli uomini divengono sempre più ineguali; da una parte lusso sfrenato, dall'altra povertà e disperazione. Ma nella sfera della sovrastruttura giuridica dello Stato, queste stridenti contraddizioni scompaiono e vengono sostituite da incorporee ombre legali. Il proprietario terriero e l'operaio, il capitalista e il proletario, il ministro e il lustrascarpe: tutti sono uguali come "cittadini" e come "legislatori". L'eguaglianza mistica del cristianesimo è scesa dai cieli nella forma dell'eguaglianza "naturale" e "legale" della democrazia. Ma non ha ancora raggiunto la terra, dove si trova il fondamento economico della società. Per il povero lavoratore a giornata, che rimane per tutta la sua vita una bestia da soma al servizio della borghesia, il diritto ideale di influenzare la sorte delle nazioni per mezzo delle elezioni parlamentari non è gran che più reale del palazzo che gli viene promesso nel regno dei cieli. Nell'interesse pratico dello sviluppo della classe operaia, il partito socialista, in un certo periodo, si pose sulla strada del parlamentarismo. Ma questo non significava minimamente che esso accettasse di principio la teoria metafisica della democrazia, basata su diritti extra-storici e indipendenti dalle classi. La dottrina

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proletaria considerava la democrazia come uno strumento della società borghese completamente adattato ai problemi e alle esigenze delle classi dirigenti; ma dal momento che la società borghese viveva del lavoro del proletariato, non poteva negargli la legalizzazione di una certa parte della sua lotta di classe senza distruggere se stessa: questo offrì al partito socialista la possibilità di utilizzare, in un certo periodo ed entro certi limiti, il meccanismo della democrazia, senza per questo prestare giuramento di farlo sempre, per principio immutabile.Il problema di fondo del partito socialista, in ogni periodo della sua lotta, fu quello di creare le condizioni per una reale eguaglianza economica degli uomini come membri di una comunità umana fondata sulla solidarietà. E' proprio per questa ragione che i teorici del proletariato videro nella metafisica della democrazia una maschera filosofica che copriva la mistificazione politica.

Il partito democratico, nel periodo del suo entusiasmo rivoluzionario, quando smascherava le menzogne dei dogmi della Chiesa, che inebetiscono e rendono schiavi, così predicava alle masse: "Si cerca di addormentarvi con promesse di eterne benedizioni alla fine della vita; ma qui voi non avete nessun diritto e siete completamente prigionieri delle catene della tirannia."Il partito socialista, alcuni decenni più tardi, diceva alle stesse masse con lo stesso diritto: "Si cerca di addormentarvi con la finzione dell'eguaglianza civile e dei diritti politici, ma in realtà venite spogliati della possibilità di realizzare questi diritti. La condizionata e chimerica uguaglianza legale si è trasformata in ceppi con cui ciascuno di voi è legato al carro del capitalismo."

In nome dei suoi obiettivi fondamentali, il partito socialista mobilitò le masse anche sul piano parlamentare; ma nessun partito si impegnò mai a condurre le masse al socialismo solo attraverso le porte della democrazia. Adattandoci al regime parlamentare, ci siamo limitati ad una confutazione teorica della democrazia, dato che eravamo ancora troppo deboli per rovesciarla praticamente. Ma la strada del socialismo, ben chiara nonostante tutte le deviazioni e tutti i tradimenti, non ha altro sbocco che questo: rovesciare la democrazia e rimpiazzarla con il governo del proletariato, quando esso sia pronto a realizzare questo obiettivo.

Porteremo una testimonianza, abbastanza forte. Il "parlamentarismo", scriveva Paul Lafargue nella rivista russa So.Zialdemokrat, nel 1888, "è un sistema di

governo in cui il popolo si illude di controllare gli affari del Paese, mentre, in realtà, il potere effettivo è concentrato nelle mani della borghesia, e nemmeno di tutta la borghesia, ma solo di certe sezioni di questa classe. Nel primo periodo della sua supremazia, la borghesia non capisce o, più correttamente, non sente la necessità di imporre al popolo l'illusione dell'autogoverno. Per questo tutti i Paesi parlamentari dell'Europa cominciarono con concedere un diritto di voto limitato. Ovunque, il diritto di influenzare la politica del Paese per mezzo delle elezioni e dei deputati, appartenne dapprima solo a strati più o meno vasti di proprietari, e solo gradualmente venne esteso ai cittadini meno importanti, finché, in alcuni Paesi, esso, da privilegio che era, divenne diritto universale di tutti quanti. Nella società borghese, quanto più la ricchezza sociale aumenta, tanto più diminuisce il numero di persone che ne godono. Lo stesso accade per il potere: con l'aumento della massa dei cittadini che posseggono diritti politici e con l'aumento del numero dei governanti eletti, il potere effettivo si concentra sempre di più e diviene monopolio di un gruppo sempre più piccolo di individui." Questo è il segreto della maggioranza.Agli occhi del marxista Lafargue, il parlamentarismo sopravvive finché la borghesia riesce a conservare la propria supremazia. "Quando il proletariato d'Europa e d'America", scrive Lafargue "si impadronirà dello Stato, dovrà organizzare un governo rivoluzionario, e governare la società con una dittatura, finché la borghesia in quanto classe non sia scomparsa."

Kautsky, ai suoi tempi, conosceva questo giudizio marxista sul parlamentarismo, e più di una volta lo ripeté egli stesso, anche se non con questa acutezza e lucidità francese. L'apostasia teorica di Kautsky consiste proprio in questo: col riconoscere il principio della democrazia come assoluto ed eterno, è ritornato dal materialismo dialettico al diritto naturale. Il parlamentarismo, che veniva spiegato dal marxismo come il governo provvisorio della borghesia e di cui era prospettata solo un'utilizzazione temporanea in vista della preparazione della rivoluzione proletaria, è stato da Kautsky nuovamente santificato come il principio supremo al di sopra delle classi, cui devono incondizionatamente subordinarsi i metodi della lotta proletaria. La degenerazione controrivoluzionaria del parlamentarismo trova la sua più perfetta espressione nella deificazione della democrazia da parte dei teorici decadenti della Seconda Internazionale.

La perversione del potereRiportiamo un articolo apparso sul QN-Resto del Carlino di martedì 2 giugno dal titolo emblematico... «Uccidere? Una necessità degli Stati»: parola di Cossiga. Tra verità scomode e inquietanti il vecchio terrorista di Stato sta portando la borghesia italica a preparsi a passare dalle parole ai fatti?GLI STATI moderni nascono sul presupposto del «monopolio legittimo della violenza». Quella violenza che i governi non esitano spesso ad usare. E non solo in tempo di guerra. In `Fotti il Potere, gli arcana della politica e dell'umana natura', Francesco Cossiga fa una premessa emblematica. In questa materia, dice, «l'unico limite è segnato dalla moralità dello statista che deve decidere. Personalmente, sono sempre stato contrario alle uccisioni, ma solo perché ho avuto alte responsabilità politiche in un piccolo Paese. Le grandi potenze, infatti, queste cose le hanno sempre fatte e sempre le faranno: violenze, assassinii e colpi di Stato fanno a pieno titolo parte del gioco politico...». Nel libro appena uscito per Aliberti seguono esempi illuminanti. Il primo: «Molti l'hanno dimenticato, ma in Spagna il primo atto del governo Zapatero fu graziare l'ufficiale della Guardia Civil che, su mandato del mio amico il premier socialista Felipe Gonzales, organizzò i Gal: gruppi paramilitari che uccidevano, torturavano e violentavano le mogli e i figli dei latitanti dell'Eta. Non solo, quell'ufficiale così generosamente trattato dall'assai democratico Zapatero fu colui che

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Opposizione Comunista giugno 2010

mise a punto la campagna segreta per diffondere l'uso della droga, in particolare l'eroina, tra i giovani baschi!». Fu davvero pianificata una simile campagna? «Certo. Per questo fu anche arrestato e condannato il ministro socialista all'Interno...». (Il democratico Zapatero al quale si riferisce Cossiga è stato ed è uno dei punti di riferimento del centrosinistra italico che va dal Pd alla Federazione Prc/Pdci n.d.r)Servita la Spagna, si passa alla Francia. Domanda: come fece lo Stato francese a risolvere il problema dell'Oas, il gruppo paraterrorista che negli anni Sessanta si opponeva all'indipendenza dell'Algeria? Risposta di Cossiga: «Appena fui nominato al Viminale, me lo raccontò un grande ministro dell'Interno francese, il principe Poniatowski. Negli Anni Settanta, mi invitò nella sua tenuta in Provenza, dove ebbi modo di rivolgergli la fatidica domanda. Sorridendo, mi rispose che per loro, avendo una spiccata tradizione dizione in materia di terrorismo di Stato, fu facile: `Fu sufficiente qualche corpo fluttuante lungo la Senna; mi disse trattandomi come fossi un ragazzino. Insomma, li ammazzarono tutti». Stesso trattamento, ricorda il presidente emerito, i tedeschi lo riservarono ai terroristi della Raf («Il ministro dell'Interno federale mi raccontò di quell'anomala serie di impiccagioni in carcere...») e gli inglesi a quelli dell'Ira.Ci si imbatte a questo punto nel concetto di terrorismo. Concetto relativo. Che Cossiga definisce così: «Il terrorismo è sempre quello degli altri, il patriottismo è il `nostro». Applicato al caso mediorientale, appaiono dunque legittime tanto le ragioni dei palestinesi (e dei loro amici) quanto quelle degli israeliani. Che ben conoscono la materia.

Ricorda infatti il presidente che «c'è stato almeno un caso nella Storia in cui il terrorismo è servito allo scopo: la nascita dello Stato indipendente di Israele. Quello dell'Haganah, del Banda Stern e dell'Irgun Zvai Leumi era terrorismo puro, ed è servito eccome... Ancora ricordo lo sgomento di un importante diplomatico inglese quando, in mia presenza, un influente politico israeliano gli fece capire d'aver parte-cipato personalmente all'azione che nell'ottobre del 46 portò alla completa distruzione dell'ambasciata britannica di Roma: due esplosioni devastanti che costarono incidentalmente la vita anche a un paio di cittadini italiani...». Lo Stato di Israele nacque dunque grazie al terrorismo, si trovò presto a combattere il terrorismo, viene oggi accusato di terrorismo: la storia è fatta di nemesi.

Ciò che ha dichiarato Cossiga è la vera essenza della legalità e della democrazia borghese.Lavoratori, precari, disoccupati, studenti, combattiamo per sradicare la violenza dello Stato borghese e l'oppressione del regime capitalista, in Italia e nel mondo intero.

In questo numeroOccorre una lotta vera pag.1

Accordo Electrolux: truffa e cerchiobottismo pag.2

Contro il sionismo pag.3

In breve: attualità... pag.3

La metafisica della democrazia pag.4

La perversione del potere pag.5

Occupiamo le fabbriche che chiudono!Imponiamo la riduzione dell’orario di

lavoro a parità di salario nelle fabbriche che licenziano!

Se il presente è di lotta il futuro ci appartiene.

Lavoratori , disoccupati , studenti aderite ai comitati di lotta!

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