Omelia del papa Benedetto XVI in occasione della giornata ... · re almeno un poco, ... Sono sicuro...

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ANNO IV – N°9– OTTOBRE 2011 Parrocchia di Santa Maria alle Poggiola In questo numero… Omelia del papa Benedetto XVI in occasione della giornata mondiale della gioventù a Madrid Cari giovani, ho pensato molto a voi in queste ore in cui non ci siamo visti. Spero che abbiate potuto dormi- re almeno un poco, nonostante l’inclemenza del tempo. Sono sicuro che all’alba di oggi ave- te levato gli occhi al cielo più di una volta e non solo gli occhi, ma anche il cuore, e questo vi avrà permesso di pregare. Dio sa ricavare il bene da tutto. Con questa fiducia, e sapendo che il Signore non ci abbandona mai, iniziamo la nostra Celebrazione eucaristica pieni di en- tusiasmo e saldi nella fede. Cari giovani, con la celebrazione dell’Eucaristia giungiamo al momento culminante di questa Giornata Mondiale della Gioventù. Nel vedervi qui, ve- nuti in gran numero da ogni parte, il mio cuore si riempie di gioia pensando all’affetto speciale con il quale Gesù vi guarda. Sì, il Signore vi vuole bene e vi chiama suoi amici (cfr Gv 15,15). Egli vi viene incontro e desidera accom- pagnarvi nel vostro cammino, per aprirvi le porte di una vita piena e farvi partecipi della Periodico a diffusione interna - Composizione e stampa in proprio Attività editoriale a carattere non commerciale ai sensi previsti dall’art. 4 DPR 16/10/1972 n. 633 e successive modifiche Direttore responsabile: Don Gianluca Pellini - e-mail: [email protected] Redazione: Loc. Le Poggiola 1- 52100 Arezzo – 0575/363582

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A N N O I V – N ° 9 – O T T O B R E 2 0 1 1

Parrocchia di Santa Maria alle Poggiola

In questo numero…

Omelia del papa Benedetto XVI in occasione della giornata mondiale

della gioventù a Madrid Cari giovani, ho pensato molto a voi in queste ore in cui non ci siamo visti. Spero che abbiate potuto dormi-re almeno un poco, nonostante l’inclemenza del tempo. Sono sicuro che all’alba di oggi ave-te levato gli occhi al cielo più di una volta e non solo gli occhi, ma anche il cuore, e questo vi avrà permesso di pregare. Dio sa ricavare il bene da tutto. Con questa fiducia, e sapendo che il Signore non ci abbandona mai, iniziamo la nostra Celebrazione eucaristica pieni di en-tusiasmo e saldi nella fede. Cari giovani, con la celebrazione dell’Eucaristia giungiamo al momento culminante di questa Giornata Mondiale della Gioventù. Nel vedervi qui, ve-nuti in gran numero da ogni parte, il mio cuore si riempie di gioia pensando all’affetto speciale con il quale Gesù vi guarda. Sì, il Signore vi vuole bene e vi chiama suoi amici (cfr Gv 15,15). Egli vi viene incontro e desidera accom-pagnarvi nel vostro cammino, per aprirvi le porte di una vita piena e farvi partecipi della

Periodico a diffusione interna - Composizione e stampa in proprio

Attività editoriale a carattere non commerciale ai sensi previsti dall’art. 4 DPR 16/10/1972 n. 633 e successive modifiche

Direttore responsabile: Don Gianluca Pellini - e-mail: [email protected]

Redazione: Loc. Le Poggiola 1- 52100 Arezzo – 0575/363582

sua relazione intima con il Padre. Noi, da parte nostra, coscienti della grandezza del suo amore, desideriamo corrispondere con ogni ge-nerosità a questo segno di predilezione con il proposi-to di condividere anche con gli altri la gioia che abbiamo ricevuto. Certamente, sono molti attualmente coloro che si sentono attratti dalla figura di Cristo e desiderano conoscerlo meglio. Percepi-scono che Egli è la risposta a molte delle loro inquietu-dini personali. Ma chi è Lui veramente? Come è possibi-le che qualcuno che ha vis-suto sulla terra tanti anni fa abbia qualcosa a che fare con me, oggi? Nel Vangelo che abbiamo ascoltato (cfr Mt 16,13-20) vediamo descritti due modi distinti di conoscere Cristo. Il primo consisterebbe in una conoscenza esterna, ca-ratterizzata dall’opinione corrente. Alla domanda di Gesù: «La gente chi dice c h e s i a i l F i g l i o dell’Uomo?», i discepoli ri-spondono: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qual-cuno dei profeti». Vale a di-re, si considera Cristo come un personaggio religioso in più di quelli già conosciuti. Poi, rivolgendosi personal-mente ai discepoli, Gesù

chiede loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro ri-sponde con quella che è la prima confessione di fede: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». La fede va al di là dei semplici dati empi-rici o storici, ed è capace di cogliere il mistero della per-sona di Cristo nella sua pro-fondità.Però la fede non è frutto dello sforzo umano, della sua ragione, bensì è un

dono di Dio: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne, né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli». Ha la sua or ig ine nell’iniziativa di Dio, che ci rivela la sua intimità e ci in-vita a partecipare della sua stessa vita divina. La fede non dà solo alcune informa-zioni sull’identità di Cristo, bensì suppone una relazione p e r sona l e con Lu i , l’adesione di tutta la perso-na, con la propria intelligen-za, volontà e sentimenti alla manifestazione che Dio fa di se stesso. Così, la doman-da «Ma voi, chi dite che io sia?», in fondo sta provocan-do i discepoli a prendere u-na decisione personale in relazione a Lui. Fede e se-

quela di Cristo sono in stret-to rapporto. E, dato che suppone la sequela del Mae-stro, la fede deve consolidar-si e crescere, farsi più pro-fonda e matura, nella misu-ra in cui si intensifica e raf-forza la relazione con Gesù, la intimità con Lui. Anche Pietro e gli altri apostoli do-vettero avanzare per questo cammino, fino a che l’incontro con il Signore ri-

sorto aprì loro gli occhi a una fede piena. Cari giovani, anche oggi Cristo si rivolge a voi con la stessa domanda che fece a-gli apostoli: «Ma voi, chi dite che io sia?». Risponde-tegli con generosità e auda-cia, come corrisponde a un cuore giovane qual è il vo-stro. Ditegli: Gesù, io so che Tu sei il Figlio di Dio, che hai dato la tua vita per me. Voglio seguirti con fedeltà e lasciarmi guidare dalla tua parola. Tu mi conosci e mi ami. Io mi fido di te e metto la mia intera vita nelle tue mani. Voglio che Tu sia la forza che mi sostiene, la gio-ia che mai mi abbandona. Nella sua risposta alla con-fessione di Pietro, Gesù par-la della Chiesa: «E io a te

PAPA BENEDETTO XVI PARLA AI GIOVANI DI MADRID

La voce della parrocchia Pagina 2

“Cari giovani, anche oggi Cristo si rivolge a voi […]

rispondetegli con generosità e audacia, come corrisponde

ad un cuore giovane qual è il vostro.”

dico: tu sei Pietro, e su que-sta pietra edificherò la mia Chiesa». Che significa ciò? Gesù costruisce la Chiesa sopra la roccia della fede di Pietro, che confessa la divi-nità di Cristo. Sì, la Chiesa non è una sem-plice istituzione umana, co-me qualsiasi altra, ma è strettamente unita a Dio. Lo stesso Cristo si riferisce ad essa come alla «sua» Chiesa. Non è possibile separare Cristo dalla Chiesa, come non si può separare la testa dal corpo (cfr 1Cor 12,12). La Chiesa non vive di se stessa, bensì del Signore. Egli è presente in mezzo ad essa, e le dà vita, alimento e forza. Cari giovani, permettetemi che, come Successore di Pietro, vi inviti a rafforzare questa fede che ci è stata trasmessa dagli Apostoli, a porre Cristo, il Figlio di Di-o, al centro della vostra vita. Però permettetemi anche che vi ricordi che seguire Gesù nella fede è cammina-re con Lui nella comunione della Chiesa. Non si può seguire Gesù da soli. Chi cede alla tentazione di an-dare «per conto suo» o di vivere la fede secondo la mentalità individualista, che predomina nella società, corre il rischio di non incon-trare mai Gesù Cristo, o di f i n i r e s e g u e n d o

un’immagine falsa di Lui. Aver fede significa appog-giarsi sulla fede dei tuoi fra-telli, e che la tua fede serva allo stesso modo da appog-gio per quella degli altri. Vi chiedo, cari amici, di amare la Chiesa, che vi ha generati alla fede, che vi ha aiutato a conoscere meglio Cristo, che vi ha fatto scoprire la bellezza del suo amore. Per la crescita della vostra ami-cizia con Cristo è fonda-men t a l e r i c o no s c e r e l’importanza del vostro gio-ioso inserimento nelle par-rocchie, comunità e movi-menti, così come la parteci-pazione all’Eucarestia di o-gni domenica, il frequente accostarsi al sacramento della riconciliazione e il col-tivare la preghiera e la medi-tazione della Parola di Dio. Da questa amicizia con Ge-sù nascerà anche la spinta che conduce a dare testimo-nianza della fede negli am-bienti più diversi, incluso dove vi è rifiuto o indiffe-renza. Non è possibile in-contrare Cristo e non farlo conoscere agli altri. Quindi, non conservate Cristo per voi stessi! Comunicate agli altri la gioia della vostra fe-de. Il mondo ha bisogno della testimonianza della vostra fede, ha bisogno cer-tamente di Dio. Penso che la vostra presenza qui, gio-vani venuti dai cinque conti-

nenti, sia una meravigliosa prova della fecondità del mandato di Cristo alla Chie-sa: «Andate in tutto il mon-do e proclamate il Vangelo a ogni creatura» (Mc 16,15). Anche a voi spetta lo straor-dinario compito di essere discepoli e missionari di Cristo in altre terre e paesi dove vi è una moltitudine di giovani che aspirano a cose più grandi e, scorgendo nei propri cuori la possibilità di valori più autentici, non si lasciano sedurre dalle false promesse di uno stile di vita senza Dio. Cari giovani, prego per voi con tutto l’affetto del mio cuore. Vi raccomando alla Vergine Maria, perché vi accompagni sempre con la sua intercessione materna e vi insegni la fedeltà alla Pa-rola di Dio. Vi chiedo anche di pregare per il Papa, per-ché come Successore di Pie-tro, possa proseguire confer-mando i suoi fratelli nella fede. Che tutti nella Chiesa, pastori e fedeli, ci avvicinia-mo ogni giorno di più al Si-gnore, per crescere nella santità della vita e dare così testimonianza efficace che Gesù Cristo è veramente il Figlio di Dio, il Salvatore di tutti gli uomini e la fonte viva della loro speranza. Amen.

PAPA BENEDETTO XVI PARLA AI GIOVANI DI MADRID

Anno III—Numero 2 Pagina 3

Il “Ferragosto Puggiulino” archivia l’edizione 2011 mettendo a segno un altro straordinario successo. Die-ci giorni di lavoro intenso, per tutti i volontari coinvolti nella manifestazione, e un’affluenza altissima di pubblico che è stata il mi-glior premio alla fatica.

L’indice di gradimento è stato altissimo per o-gni settore della festa: spettacoli, stand, pesca di beneficenza… ma soprattutto la gastrono-mia, vero punto di for-z a d e l n o s t r o “Ferragosto”, che sotto l’insegna della genuini-tà da oltre cento anni mette a tavola turisti e aretini al-lietando il palato con squisi-te tipicità locali.

Il risultato dell’edizione 2011 sarà presto tangibile e sotto gli occhi di tutti: i pro-venti di quest’anno, come deciso fin dall’inizio, saran-no infatti utilizzati per la ristrutturazione del capan-none. La grande tensostrut-tura, cuore degli eventi “puggiulini”, con qualche modifica e abbellimento po-trà diventare un oratorio a disposizione di tutti, e in particolare dei nostri giova-

ni. Uno spazio dove condi-videre le attività organizzate lungo l ’ i n t e ro a r co dell’anno, per preservare quello spirito forte di comu-nità che ci contraddistingue ed è bene prezioso di questi tempi.

Il progetto dei lavori di ri-qualificazione prevede il tamponamento della struttu-ra, la messa in posa degli inf iss i, l ’ installazione dell’impianto di riscalda-mento e degli accessori. Ne risulterà un ambiente più funzionale e comodo, divisi-bile in più settori grazie alle pareti mobili per consentire lo svolgimento in contem-poranea di più attività an-che nei mesi invernali.

Un impegno ambizioso? Forse, ma è la sfida che ci piace lanciare e che renderà

concreto il nostro impegno durante le varie edizioni del “Ferragosto Puggiulino” e gli altri eventi che organiz-zeremo.

Grazie, dunque, a quanti finora hanno dato il loro

contributo per portare a termine le “nostre imprese”. Grazie ai collaboratori “nuovi”, che quest’estate hanno dato man forte alla s q u a d r a d e l “Ferragosto”. Grazie anche a quanti vorran-no darci una mano nel-le prossime occasioni: siete i benvenuti!

Permetteteci infine, un rin-graziamento speciale alle nostre donne, in particolare alle “ultraottantenni” sem-pre presenti e disponibili, che con semplicità ci inse-gnano quanto sia grande l’esperienza del “dono”. Quella voglia di fare e di da-re che cancella la stanchez-za e fa volare verso risultati strepitosi. Una lezione con-tagiosa, la loro, che voglia-mo fare nostra!

Il Comitato del Ferragosto

FERRAGOSTO PUGGIULINO 2011: UN IMPEGNO

STRAORDINARIO

La voce della parrocchia Pagina 4

Carissimi parrocchiani di S. Maria alle Poggiola e San Giuliano, Pace e Bene.

Siamo i MISSIONARI, i frati francescani : AMBRO-GIO, DAVIDE ed ENRI-CO, che vi scrivono per al-lacciare un contatto con voi.

Un contatto di AMICIZIA che si radica nel Signore Gesù.

Anche se non vi conoscia-mo ancora, vi AMIAMO in quel Signore che ha dato tutto per riconciliare i popo-li tra loro e fare di tutti un’unica famiglia.

Carissimi, la MISSIONE Parrocchiale si iscrive in un progetto d’amore di Dio che avvolge tutta la vostra e la nostra esistenza. È un mo-mento forte nel quale Dio farà sentire tutta la sua viva-ce potenza di AMORE e insieme il suo vivificante splendore.

Lo farà con la soavità e dol-cezza della sua Parola che, come faro, viene ad illumi-nare la nostra coscienza così

spesso bistrattata e abbaglia-ta da tanti messaggi non e-vangelici che il mondo ci offre.

La nostra coscienza rischia perciò di svuotarsi, diven-tando incapace di percepire il bene e il male, la verità e la menzogna, il senso della vita terrena.

Ecco allora la MISSIONE PARROCCHIALE, nella quale Dio stesso, attraverso il suo Figlio, nella potenza dello Spirito, passerà nelle nostre case, nei nostri cuori; ci convocherà nella sua ca-sa, nella chiesa parrocchia-le, che è la casa del popolo di Dio, dei Figli di Dio, e ci parlerà.

E l’incontro con Lui sarà determinante perché la Sua Parola è come la pioggia e la neve che non tornano al cielo, dopo essere discese, se prima non hanno fecondato la terra e fatta germogliare. Così sarà della nostra vita, così sarà della nostra anima, della nostra famiglia, della

nostra comunità.

Grande sarà il frutto della MISSIONE, a condizione però che ci prepariamo ade-guatamente.

In che modo?

Chiedendo al Signore Gesù un cuore disponibile, docile, che non dica “MA IO SO-NO GIÀ ADULTO nella fede, non ho bisogno della MISSIONE” , oppure “HO ALTRE COSE a cui pensa-re”.

Carissimi, il Signore vi ha scelto per la sua visita.

Verrà e rinnoverà la faccia della Terra.

Prepariamoci con la pre-ghiera, anche Familiare e Comunitaria, alla sua VISI-TA.

Vi portiamo tutti nel nostro cuore.

I FRATI MISSIONARI FRATELLI DI S. FRANCESCO

AMBROGIO, DAVIDE,

ENRICO

PACE E BENE

BATTEZZATI, UNITI IN MATRIMONIO, PASSATI ALL’ ETERNITA’

Hanno ricevuto il sacra-

mento del battesimo:

Peruzzi Samuele di Peruzzi Aurelio e Gialli Stefania

Sassoli Tommaso di Paolo e Giada

si sono uniti con il sacra-

mento del matrimonio:

Polchi Stefano con Bartolini Romy

Bracciali Enrico con Ettorre Simona

Angioli Simone con Inno-centi Laura

Passati all’eternità:

Grassi Giovanni di anni 92

Iscaro Concetta di anni 93

Suor Bruna Benucci di anni 90

Alfredo Scatragli di anni 85

Tavolucci Anna Maria di anni 95

DALLA VOCE DEI PADRI FRANCESCANI MISSIONARI

Anno III—Numero 2 Pagina 5

Dopo l’estate, che per la parrocchia è stata ricca di tante iniziative, dal GREST, al campeggio alla Cornia con i ragazzi, alla giornata mondiale della gio-ventù a Madrid con i giova-ni, alla festa puggiolina che ha visto tanti nuovi volti nell’aiutare, con il mese di ottobre ricominciano tutte le attività pastorali: in primo luogo il catechismo dei vari gruppi, a cominciare da quelli dei più piccoli di pri-ma elementare, fino al grup-po giovani.

Carissimi, non dobbiamo dimenticarci che ci stiamo preparando al grandissimo evento di grazia delle mis-sioni popolari nel mese di marzo, e chiedo a tutti una continua preghiera affinché lo Spirito Santo plasmi tutti i nostri cuori e ci renda do-cili e disponibili ad accoglie-re il Signore, che in modo straordinario non mancherà di far sentire la sua presenza

di Grazia.

Buon lavoro dunque a tutti quelli impegnati nei diversi settori della pastorale, a tutti quelli che prestano un servi-zio prezioso, molte volte con discrezione, per la vita della comunità.

La vita della parrocchia è densa di grandi opportunità e soddisfazioni, di grandi scoperte, di incontri signifi-cativi con Dio e con i fratelli di ogni genere che vivono nel paese. Che cosa c’è di più bello di questa condivi-sione in cui si riesce a sparti-re gioie e dolori, dubbi e speranze? Molto spesso, poi, in modo inaspettato si rivedono tante facce nuove che avevamo perso per stra-da, adulti che ritrovano la via della comunità cristiana, giovani che si prestano a fa-re dei servizi preziosi alla comunità… Basta avere oc-chi buoni, per riconoscere l’azione dello Spirito Santo nei cuori di tanta gente! Ba-

sta avere l’orecchio teso ad ascoltare la voce del Cristo che ancora oggi risuona per ognuno di noi e ci invita a lavorare per il suo regno. Dio non abbandona l’uomo in balia di se stesso o di for-ze malevole occulte.

Ci sono ancora oggi tante persone che hanno l’audacia di osare e portare avanti un percorso di vita e di speran-za. È tempo, carissimi, di rendersi conto che il regno di Dio viene donato a quelli che hanno il coraggio di so-gnare e di portare un po’ di gioia.

È tempo di rendersi conto che il regno di Dio viene do-nato a quelli che hanno il coraggio di credere che l’Amore è l’unica sfida che valga la pena di raccogliere veramente!

Buon lavoro a tutti,

vostro don Gianluca

DOMENICA 9 OTTOBRE FESTA DI INIZIO ANNO CATECHISMO

Programma:

ore 10,00: accoglienza in chiesa.

ore 11,15: celebrazione del-la Santa Messa con i geni-tori di tutti i bambini e ra-gazzi del catechismo.

Ore 13,00: pranzo presso il circolo parrocchiale,ognuno porta qualcosa da condivide-re coi presenti.

Nel pomeriggio il gruppo

giovani preparerà dei giochi

per divertirsi insieme.

Per contribuire alla costru-

zione dell’oratorio, saran-

no presenti, per chi si vuo-

le divertire, i gommoni

gonfiabili e quad.

SI RICOMINCIA

La voce della parrocchia Pagina 6

LA PROVA CHE IL SIGNORE OPERA IN CHI HA CHIAMATO A SEGUIRLO

Noi Figlie della Carità di San Giuliano vogliamo ricordare la nostra cara suor Bruna co-me una “ piccola”, umile ma Grande suora Figlia della Ca-rità. È andata tra le braccia del Padre nel giorno del Sabato Santo dopo aver fatto il Tri-duo Pasquale, e siamo sicure che è Risorta con e in Cristo a nuova luce. Al suo funerale ci sono state dimostrazioni di vicinanza e partecipazione, ecco una testimonianza pervenutaci :

Mi chiamo Moira Ciampichini e ho fatto parte per anni del

gruppo della Gioventù Mariana di Montegranaro nelle Marche. Suor Bruna Benucci si è spenta dopo aver sofferto per la sua ma-lattia a San Giuliano d’Arezzo. La sua forza nella sofferenza mi ha ricordato in questi giorni il beato Giovanni Paolo II, la sua umiltà, la sua voglia di fare, dalle più piccole cose alle cose più grandi: se non ci fosse stata lei non avrei mai cambiato la mia vita. Lei mi ha fatto conoscere la re-altà della sofferenza, la solitudi-ne degli anziani, ma Mai è sta-ta opprimente nelle mie scelte. Io l’ho sempre considerata come una nonna, mi sono sempre

confidata con lei e ho avuto un rapporto molto speciale: me la sento vicina in ogni momento, anche adesso che non c’è più, mi manca tanto la sua voce che mi rassicurava in ogni preoccupa-zione, so che dall’alto continue-rà a pregare per noi come ha sempre fatto, il ricordo delle sue parole resterà sempre impresso nel mio cuore. in ogni cosa diceva: OFFRIA-MO AL SIGNORE! Ciao cara suor Bruna resterai sempre nel mio cuore non ti dimenticherò mai.

Moira Ciampichini

Proprio così, è dal 1911 che una Fraternità di Francesca-ni, allora guidata e assistita dai Frati Minori di Sargiano e voluta dal Parroco di allora Don Lorenzo Campanacci, partecipa umilmente alla vita e al servizio della nostra Par-rocchia.

Dall’elenco degli iscritti di quei giorni molti forse ri-conosceranno loro antenati che hanno prestato il loro servizio, il loro tempo, la lo-ro disponibilità con dedizio-ne amorosa per la loro Par-rocchia: sì, perché una delle prime regole del francescano è quella di mettersi, con u-miltà e fervore, alla obbe-dienza e al servizio del parro-co e della comunità parroc-chiale in cui ha sede la frater-nità e operare per la sua edifi-

cazione, ognuno secondo il proprio carisma e la propria possibilità.

Oggi, gli attuali Fratelli Francescani della Parrocchia, che dal Novembre 1988 han-no voluto riaprire la Fraterni-tà con l’aiuto determinante dell’allora Parroco Padre Nunzio De Agostini, hanno voluto ricordare e onorare i loro predecessori pregando per loro e per le loro famiglie durante la SS. Eucarestia Do-menicale delle 11,15 del 25 settembre. Durante la cele-brazione, a onore e gloria di Dio Padre, gli attuali fratelli e sorelle Professi hanno ricor-dato le loro Promesse Batte-simali e di vita Evangelica al cospetto del Parroco Don Gianluca Pellini e alle autori-tà RegionaIi del Terzo Ordi-

ne Francescano e, non ulti-me, con la partecipazione at-tiva delle sorelle che da oltre un anno partecipano ai nostri incontri mensili e che, con l’aiuto di Dio e se lo vorran-no, presto potranno divenire membri professi della nostra fraternità.

Un saluto fraterno da Lui-sa, Pasquale, Carlo, Teresa, Lucia, Gina e Dina, che so-no attualmente i fratelli e le sorelle Professi, con l’augurio di Pace e Bene in Dio e nella Chiesa per tutti coloro che hanno partecipato, in comu-nione con noi, alla SS. Euca-restia e all’agape fraterna a conclusione di una bellissima rievocazione.

Terzo Ordine Francescano di Poggiola e S. Giuliano

SONO PASSATI 100 ANNI DA QUANDO IL TERZORDINE FRANCESCANO VIVE IN PARROCCHIA

Anno III—Numero 2 Pagina 7

Giovedì 28 luglio la nostra famiglia ha accolto con grande gioia la Madonnina nel suo pellegrinaggio attra-verso le case della parroc-chia. E’ stata un’occasione per pregare insieme a tutti coloro che sono venuti per la recita del Santo Rosario e a n c h e o gn i g i o r no nell’intimità della nostra fa-miglia, la sua presenza nella nostra casa ha donato un grande senso di pace e sere-nità a tutti noi.

Giovacchino e Adelia Li-

schi

I giorni che hanno precedu-to l’arrivo della Madonna Pellegrina sono stati di pia-cevole attesa e di ricerca nel trovare all’interno della casa un luogo accogliente e ben in vista per collocarla. Finalmente l’arrivo… La fatica nel vedere Don Gianluca salire la lunga rampa di scale, in un pome-riggio caldo, con la Madon-nina tra le braccia. I giorni di permanenza nella casa sono stati giorni di ri-trovata serenità. Sapere che nella tua abitazione “ospiti” la Madonna che, in qualsia-si momento e come ti muo-vi, vigila silenziosa, ci rende più pacati, tranquilli e di-sponibili verso gli altri. La commozione infinita, che si crea nei momenti di

preghiera comunitaria ed individuale, è qualcosa di indescrivibile. Quante cose da dirLe, da chiederLe non tanto per se stessi quanto verso coloro che amiamo o semplice-mente conosciamo. Lei in silenzio valuterà ciò che è bene, si renderà conto dei nostri timori, paure e incer-tezze. Siamo Suoi figli e co-me Madre ci ascolta e forse, nel silenzio con orecchio attento e cuore disponibile, dovremmo sentire i Suoi consigli. Grazie di essere arrivata, grazie tante. Poi la tristezza e il vuoto, al momento della partenza, sono facilmente immagina-bili.

Maria e Gaetano

Avere Maria in casa è stato sentire una presenza viva, qualcuno che abita con me. Non c’era più la stanza vuo-ta, ma avvertivo una perso-na che mi aspettava, che era sempre pronta ad accoglier-mi e mi faceva compagnia.

Anche Maria ha vissuto il “terribile quotidiano”, ha provato la fatica, le emozio-ni, i bisogni, i dolori, le pro-ve, il lavoro di tutti i mo-menti dell’esperienza uma-na.

Tutto questo mi ha dato co-raggio e la speranza di saper

attendere i momenti in cui Dio si fa sentire più vicino.

Perciò faccio mia la preghie-ra di Don Tonino Bello: “Maria, donna feriale, inse-gnaci a considerare la vita quotidiana come il cantiere dove si costruisce la storia della salvezza. E torna a camminare discretamente con noi, o creatura straordi-naria di normalità che, pri-ma di essere incoronata Re-gina del cielo, hai ingoiato la polvere di questa nostra povera terra.”

Suor Margherita Bertozzo

Abbiamo provato una gran-de gioia nell’accogliere la statua della Madonnina nel-la nostra casa. Che possa Maria stare vicino ai nostri cuori in tutti i momenti del-la nostra vita.

Roberto e Giuliana Lischi

MARIA APRE I CUORI E LE FAMIGLIE RACCONTANO

Titolo notiziario Pagina 8

Volume 1, Numero 1 Pagina 9

GLI ISCRITTI AL TERZO ORDINE FRANCESCANO DEL 1911