OLTRE LE REGIONI

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OLTRE LE REGIONI: aree metropolitane, poli urbani, comunità territoriali contributo alla proposta della Società Geografica Italiana Gennaio 2014

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Aree metropolitane, poli urbani, comunità territoriali -- Contributo alla proposta della Società Geografica Italiana -- Dic 2014

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OLTRE LE REGIONI:

aree metropolitane, poli urbani, comunità territoriali

contributo alla proposta della Società Geografica Italiana

Gennaio 2014

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2 Oltre le regioni

aree metropolitane, poli urbani, comunità territoriali

Italia Augustea | da Atlante Touring “Storia antica e medievale”

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S O M M A R I O

Quali Regioni

I problemi di governance locale

Un disegno possibile della riorganizzazione comunale

Una ricomposizione generale

Appunti sulla analisi dei fattori che incidono sulla organizzazione locale e sul suo sviluppo

La riarticolazione dei sistemi locali

TABELLA A Aree Metropolitane, Poli Urbani e Comunità Territoriali nelle Piattaforme Regionali Italiane (proposta Società Geografica Italiana)

ELENCO DELLE TAVOLE

TAV.0 Gli ecosistemi urbani del progetto “Quadroter”

TAV.1 Livelli di polarizzazione e di autonomia dei sistemi locali del lavoro

TAV.2 I fondamenti: Aree metropolitane, poli urbani e comunità territoriali

TAV.3 Le nuove regioni

TAV.4A Aree metropolitane, poli urbani e comunità territoriali nelle piattaforme regionali della Società Geografica italiana

TAV.4B Aree metropolitane, poli urbani e comunità territoriali nelle regioni italiane

TAV.5 Centralità territoriale e dinamica economica dei sistemi locali

TAV.6 Aree di valorizzazione paesaggistica e patrimoniale

TAV.7 Il patrimonio culturale e paesaggistico

TAV.8 L’intercomunalità attuale e il ritaglio delle piattaforme regionali

TAV.9 Dotazione di servizi nelle Comunità Territoriali

ALLEGATO STATISTICO

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aree metropolitane, poli urbani, comunità territoriali

Il presente documento è stato prodotto come contributo alla formazione della ricerca

“Proposta di riordino territoriale” della Società Geografica Italiana” e si è avvalso della collaborazione del prof. Sergio Conti Presidente della S.G.I

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OLTRE LE REGIONI: AREE METROPOLITANE, POLI URBANI,

COMUNITA’ TERRITORIALI

Quali Regioni?

L’attenzione che nella scorsa estate i media - ma anche le istituzioni - hanno

riservato alla proposta di rescaling della ripartizione amministrativa avanzata

dalla Società Geografica Italiana1 è stata per molti versi sorprendente.

La proposta avanzata dai geografi è stata quella di ri-articolare

l’organizzazione territoriale del Paese portando le province ad assumere una

dimensione “regionale” affinché possano contenere le risorse necessarie a

garantire la presenza di connessioni adeguate alla reteurbana europea, dando

così vita a 36 piattaforme regionali.

Sorprendentemente, a questa proposta è stato concesso di non doversi

misurare preventivamente con interrogativi riguardanti la ri-scrittura

costituzionale necessaria, l’impatto nei confronti dei livelli di autonomia

1 Proposta avanzata nel 1997 sulla scorta dei risultati del progetto “Quadroter” del CNR

(Variante A) e basata sugli studi di Franco Archibugi che riecheggiano le proposte di “regionalizzazione metropolitana” a suo tempo (1968) avanzate nelle “Proiezioni Territoriali del Progetto ‘80”. Si veda la Tavola 0 “Gli Ecosistemi Urbani del Progetto Quadroter”.

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aree metropolitane, poli urbani, comunità territoriali

“speciale” di alcune regioni alpine2 ed insulari, l’attribuzione alle nuove entità

dei poteri, in particolare di quelli legislativi3.

Si aggiungano gli effetti di questa attribuzione sul contenimento della spesa4,

la maggiore complessità dei rapporti con la programmazione comunitaria (e

l’andare in “controtendenza” rispetto ad una Germania che pensa di ridurre da

16 a 12 o forse anche a 10 i propri Lander), il contributo a una più efficiente e

dinamica autonomia.

Tutte questioni che dovranno trovare risposte nella maturazione della

proposta che assuma compiutamente i profili delle sue fattibilità (economica,

sociale, istituzionale e non ultima culturale) che ragioni sul miglioramento

progressivo per rappresentare un territorio più coeso e orientarne bene il

progetto di futuro.

Nel mese di Dicembre le proposte della Società Geografica Italiana - a cui

anche le considerazioni presentate in questo documento note hanno cercato di

portare il loro contributo - è infine approdata ad una proposta ufficiale che, se

pure non ha potuto dare compiutamente risposta a tutte le questioni che

richiedono approfondimento, consente alle Istituzioni di aprire un confronto

organico sulla articolazione territoriale del Paese.

Alla nuova geografia delle trentasei regioni sembra conseguire in prospettiva

una evoluzione dello scenario politico-istituzionale nel quale si rafforzerebbero

i poteri dello Stato centrale, ma ancora di più i ruoli delle città e dei loro

sindaci, attori decisivi della partita per la formazione (e poi anche per il

funzionamento) delle nuove Regioni.

Una prospettiva che rimanda quindi all’avvio contestuale di un sistema locale

rinnovato e più coerente con la natura e la struttura – così differenziata,

connotata, varia - del sistema insediativo italiano.

2 Spicca tra questi il tema della Provincia Autonoma di Bolzano, per la peculiare intensità delle

ragioni etnico linguistiche che ne giustificano la speciale configurazione dei poteri e dei livelli di autonomia ma anche per le origini di questi in rapporti di diritto internazionale, la nuova regione dolomitica che si delinea con l’ingresso di Belluno giustificherebbe una distinzione speciale per l’Alto Adige.

3 Nella sociologia del potere le funzioni legislative hanno simbolicamente incarnato la missione dell’istituto regionale, pur intervenendo assai poco nella costruzione del senso di appartenenza delle comunità

4 Si richiama l'attenzione sul fatto che l'obiettivo principale di una azione di riordino territoriale è quello di produrre maggiore efficienza della Pubblica Amministrazione per determinare un impatto positivo sulla economia reale del Paese, ancora più importante del risparmio di risorse che pure dell'azione di riordino dovrà conseguire ma che non può essere l'obiettivo principale.

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I problemi di governance locale

La ri-progettazione della dimensione regionale (espressa nella rielaborazione

suggerita alla Società Geografica Italiana; si veda la Tavola 3 “Le nuove

Regioni”) non può che andare di pari passo con una riconfigurazione dal

modello di governance locale che metta al centro il tema della cooperazione

comunale con soluzioni convincenti e vigorose e rinnovi, volendo, l'esperienza

pioniera che, nella prima e più fertile stagione della vicenda regionale aveva

portato alla formazione - troppo repentinamente abbandonata - dei

comprensori.

L’operazione condotta sinora per il perfezionamento dell’originaria proposta

della Società Geografica Italiana (1999), si fonda sull’analisi dei livelli di

polarizzazione e di autonomia dei Sistemi Locali del Lavoro5.

Progettare possibili aggregazioni tra sistemi locali che presentano livelli di

autonomia più modesta6 verso sistemi che presentano invece condizioni di

polarizzazione accentuata, operando sulla base delle linee di integrazione

esistenti7 (si veda al riguardo la Tavola 1 "Livelli di polarizzazione e di 5 Il ricorso in prima approssimazione al disegno dei Sistemi Locali del Lavoro (che risale al

censimento 1981 presentando una serie storica interessante) consente di esplorare i rapporti concreti locali (residenza/lavoro, cogliendo lo spazio della vita quotidiana nelle sue attuali dimensioni), valutare le polarizzazioni (e selezionarle) e il livello di scambio e di autonomia tra i luoghi urbani.

6 Tra i Sistemi Locali del Lavoro, pure individuati tutti in funzione di un’uniforme criterio di autocontenimento dei flussi pendolari e seguendo un identico algoritmo di calcolo, sono presenti livelli molto differenziati di autonomia e di consistenza in ragione delle diverse condizioni strutturali di funzionamento dei mercati del lavoro, sensibili alle condizioni di integrazione territoriale e ai livelli di sviluppo economico, differenziati tra Nord e Sud e tra aree interne e aree urbane del Paese. La situazione è ben messa in evidenza dalla rappresentazione delle condizioni di “Centralità territoriale e dinamica economica dei Sistemi Locali” messa in evidenza dalla Tavola 5. Nella rappresentazione di questa tavola i cui contenuti originali sono ripresi da una ricerca condotta per la Fondazione con il Sud, la fondamentale distinzione tra “SLL centrali e dinamici” e “SLL con diverse esigenze di innovazione” è stata valutato attraverso l’indicatore relativo alla popolazione accessibile in 30’ (misurata attraverso l’impiego di un modello di simulazione della mobilità veicolare privata sulla rete infrastrutturale esistente, fonte Atlante stradale TCI 1:200.000) con soglia critica fissata a 100.000 abitanti; anche le dinamiche demografiche sono state registrate attraverso l’indicatore di accessibilità della popolazione a 30’ prendendo in esame la dinamica del periodo 2001-2010; una variazione del 4% è stata scelta come soglia discriminante per i territori ad alto potenziale; per i sistemi locali a media-bassa accessibilità si è poi individuata la soglia di una variazione negativa per discriminare un sottogruppo caratterizzato in termini di declino demografico; all’interno delle aree in declino, la presenza di valori di valore aggiunto pro capite inferiori all’80% della media nazionale è stata individuata come fattore caratterizzante di un ultimo gruppo di Sistemi Locali che presenta le penalizzazioni più accentuate.

7 L’aggregazione dei SLL operata nell’occasione è partita dal riconoscimento dei SLL caratterizzati da un elevato livello di polarizzazione (netta prevalenza dei flussi pendolari in ingresso rispetto a quelli in uscita) e di quelli che invece presentano livelli di dipendenza elevati (flussi in uscita superiori a tre volte quelli in ingresso) o comunque da modesti livelli di autonomia (flussi interni al SLL inferiori a 2/3 di quelli totali). La struttura delle gravitazioni in

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aree metropolitane, poli urbani, comunità territoriali

autonomia dei sistemi locali del lavoro"), potrebbe infatti consentire di

proporre una immagine di questa nuova geografia, presumibilmente di un

certo interesse.

Le circa 300 riaggregazioni di S.L.L. proposte in questa sede potrebbero

trovare una significativa contestualizzazione in un modello “distrettuale” che

riecheggi quello tedesco8.

In particolare, tutte le aggregazioni proposte potrebbero corrispondere ai

Landkreise, a condizione di individuare quali di questi distretti/comunità sono

invece aree metropolitane9 e di “estrarre” quelli in cui le agglomerazioni

urbane assumono autonomamente anche i poteri da Stadtkreise10.

In alcuni casi l’esiguità dei comuni che verrebbero in tal modo a costituire una

comunità territoriale, una volta “estratto” lo Stadtkreis, potrebbe suggerire

l’opportunità di una preventiva fusione dei comuni “esterni” al polo urbano

principale o l’attribuzione ad altra comunità11.

Un disegno possibile della riorganizzazione comunale

In riferimento alle città metropolitane l’alternativa è quella di riconoscere uno

status eccezionale – a partire dallo statuto già ora speciale di Roma-capitale –

con solo Roma, Milano, Napoli e Torino metropolitane, oppure confermare

“per eccesso” le 15 città individuate ormai 25 anni addietro (con la Legge

142) senza poi generare alcun costrutto.

essere ha guidato un processo di aggregazione dei SLL più dipendenti e meno autonomi verso quelli più fortemente polarizzati, di norma generati da città di maggiori e medie dimensioni. La riconsiderazione delle aggregazioni così prodotte potrà naturalmente essere rivista alla luce di altre considerazioni, soprattutto laddove i livelli di integrazione locali sono più modesti, spesso in presenza di condizionamenti ambientali e sociali come quelli tipici di alcune aree interne del Paese (l’Amiata, per esempio).

8 Come proposto nel contributo formulato dall’UNCEM nell’ambito della iniziativa del Ministro Fabrizio Barca sulle aree interne, con la quale è adombrata una organizzazione del potere locale in forma duale tra città e distretti territoriali di comuni consorziati configurando una rete di comunità urbane e territoriali attorno a cui riorganizzare il sistema dei poteri locali.

9 Individuate in prima istanza con i loro sistemi locali e, in seconda, integrandole con le aree di gravitazione di sistemi non autonomi.

10 Ivi compreso quello di realizzare il proprio piano urbanistico seguendo la recente sollecitazione di Bruno Gabrielli, che prefigura una essenziale legge urbanistica nazionale che sostituisca la sempre più intricata produzione legislativa regionale. A questo riguardo si propone il modello di un unico piano urbanistico, articolato su tre livelli territoriali: quello di area metropolitana, quello di area comunale urbana (per comuni precisamente definiti) e quello di consorzi obbligatori di comuni (per il restante territorio entro le Comunità Territoriali).

11 E’ il caso di Cervia, per Ravenna e di Collesalvetti, per Livorno.

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Per individuare le polarità urbane (Città-distretto) un buon punto di partenza

può essere invece quello rappresentato dalle città da oltre 90mila abitanti12

che costituiscano altresì il riferimento di un Sistema Locale del Lavoro13.

Naturalmente questa classificazione delle città, pur decisamente significativa,

propone alcune esclusioni “di rilievo” che meritano di essere riconsiderate,

valutando anche aspetti diversi rispetto alla soglia demografica assunta14

Questa ipotesi di riorganizzazione delle istituzioni locali (rappresentata nella

Tavola 2 "I Fondamenti: Aree metropolitane, Poli urbani e Comunità

territoriali" porterebbe alla distribuzione di Aree Metropolitane (15, nella

versione più estesa), Poli urbani (50)15 e Comunità territoriali (282)16 come è

indicato nella tabella A, riportata in calce a questo documento.

La distribuzione della popolazione nazionale tra le diverse tipologie di ambiti

descrive il quadro di una struttura territoriale fortemente equilibrata nelle sue

diverse componenti, con un terzo circa della popolazione nazionale attribuito a

12 Sono state in realtà considerate anche Alessandria con 89.404 abitanti e Catanzaro con

89.011. 13 Sono per questo state escluse le città di Monza che ha 120.514 abitanti ma è nel SLL di

Milano, di Giugliano che ne ha 110.608 ed è nel SLL di Napoli mentre Andria con 100.453 e Barletta con 94.672 sono nello stesso SLL “intestato” a Barletta.

14 Tra le prime escluse sono da valutare le città della taglia immediatamente inferiore (80.000- 90.000 abitanti) che svolgano anche ruoli politico amministrativi riconosciuti (capoluoghi di Provincia). Rientrano in questa casistica Pistoia con 88.835 abitanti, Brindisi con 88.636, Lucca con 87.462, Pisa con 86.183, Como con 83.524, Treviso 82.563, mentre della stessa taglia demografica Torre del Greco (NA) con 85.310, Guidonia Montecelio (Roma) con 83.171, Pozzuoli (NA) con 80.789 e Marsala (TP) con 80.583 abitanti non ricoprono analoghi ruoli istituzionali. In una fascia di ampiezza immediatamente più ridotta (75.000 – 80.000 abitanti) rientrerebbero nel primo caso le città di Varese con 79.316 abitanti, Grosseto con 79.217, Caserta con 74.889 e Asti con 74.358 e invece nella seconda tipologia le città di Busto Arsizio (MI) con 79.976 abitanti, Casoria (NA) con 78.204, Sesto San Giovanni (MI) con 76.429 e Gela (CL) con 75.650 abitanti. Da considerare in questa prospettiva anche città che debordano anche fisicamente oltre i confini comunali, ad esempio Cosenza (69.376 abitanti) con il contiguo comune di Rende (33.636 abitanti, oltre ad essere sede dell’Ateneo), città che in questa condizione estesa possono raggiungere e superare le masse critiche necessarie al successo di politiche urbane più complesse, sino a suggerire operazioni di integrazione e fusione. Altri criteri potrebbero sostenere l’inclusione di città come Siena e Pavia che alla ridotta taglia demografica (rispettivamente con 52.744 abitanti a Siena 68.154 a Pavia abitanti) contrappongono ruoli storici e funzioni di eccellenza “incontestabili”; altre città che presentano in misura più ridotta ma comunque significativa caratteri analoghi, come nel caso di L’Aquila o Agrigento.

15 Una conferma indiretta viene dalla classificazione OCSE (2012) delle aree funzionali urbane (75 per l’Italia, rispetto alle 65 considerate in queste note) che, pur prendendo in considerazione aspetti diversi, legati alle gravitazioni pendolari piuttosto che alle eccellenze funzionali è coincidente con i livelli alti della gerarchia (sino al cinquantesimo posto) mentre qualche disallineamento dovuto proprio al diverso oggetto considerato, lo si ha nelle posizioni inferiori.

16 Tra questi compaiono 37 comunità territoriali contigue alle Aree Metropolitane che dovranno concertare con queste i propri assetti funzionali e i propri confini.

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aree metropolitane, poli urbani, comunità territoriali

ciascuna delle tipologie riconducibili rispettivamente alle aree metropolitane,

alle polarità urbane (unitamente alle comunità territoriali che ad esse fanno

riferimento) ed alle altre comunità territoriali (dove la polarizzazione urbana è

più debole).

In particolare il 31,5% della popolazione nazionale (18,7 milioni di abitanti) è

presente nelle Aree Metropolitane17, il 30,1% (17,9 milioni di abitanti) nelle

Polarità Urbane18 e nelle Comunità Territoriali su di esse direttamente

gravitanti (con 6,0 milioni di abitanti nelle prime e 11,9 milioni nelle seconde)

il 34,1% (20,2 milioni di abitanti) nelle altre Comunità Territoriali19.

Una ricomposizione generale

La qualificazione delle diverse tipologie territoriali di governo locale ha portato

in evidenza alcune possibili fragilità nel disegno delle nuove Regioni20,

suggerendo di conseguenza possibili alternative di scenario da considerare

con attenzione soprattutto laddove si debbano intendere queste nuove

articolazioni geografiche come piattaforme di integrazione del territorio

nazionale nella rete urbana europea.

Tra le alternative da prendere in considerazione per perfezionare il disegno

della nuova regionalizzazione, meritano di essere citate quelle che riguardano

il caso della Valle d’Aosta21 e della Basilicata22, nelle quali potrebbe essere

17 Questa dimensione potrebbe essere incrementata da una possibile ridefinizione dei confini

delle Aree Metropolitane stesse nei confronti delle aree “contigue” che presentano gravitazioni significative nei confronti di alcune delle 15 aree metropolitane e che interessano 34 Sistemi Locali con 2,5 milioni di abitanti pari al 4,3% della popolazione nazionale.

18 L’84,9 % nelle città individuate in prima battuta come poli urbani e il 15,1% nelle città ulteriormente candidabili.

19 198 Comunità territoriali che coprono quasi i 2/3 del territorio nazionale con una densità media (109,8 ab/kmq) pari a poco più della metà di quella media della nazione(197,2 ab/kmq)

20 Si veda al riguardo la Tavola 4A “Aree Metropolitane, Poli Urbani e Comunità Territoriali nelle Piattaforme Regionali della Società Geografica Italiana” che riposiziona le diverse tipologie insediative proposte entro il disegno delle “Nuove Regioni” segnalando le opzioni più evidenti nelle possibili attribuzioni. Una analoga rappresentazione è proposta dalla Tavola 4B “Aree Metropolitane, Poli Urbani e Comunità Territoriali nelle Regioni italiane. con riferimento alla attuale configurazione delle Regioni italiane, “senza nessun cambiamento” nella tavola sono indicati anche i disallineamenti tra l’attuale assetto dei confini regionali e le Comunità territoriali riaggregate, a suggerire possibili verifiche e rettifiche degli stessi confini regionali alla luce di esigenze e relazioni locali, come recentemente si è prodotto nell’esperienza dell’Alta Val Marecchia, tra Marche ed Emilia Romagna.

21 Anche per la Valle d’Aosta varrebbe la considerazione della specificità etno-linguistica, già citata con riferimento al contesto Alto Atesino (vedi nota 1), specificità che ha trovato sanzione nella “specialità” dello Statuto regionale.

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messa in discussione la stessa permanenza dell’identità regionale visto che

per entrambe non è riconoscibile all’interno della piattaforma un area

metropolitana oppure una città di rango superiore (da qualificare come

polarità)23 limitandosi a raggruppare degli insiemi da considerare

esclusivamente come Comunità territoriali.

Ancora, il Molise che si ricompone prevalente-mente nella Daunia secondo i

confini suggeriti dalla suddivisione Augustea, mentre in Campania la

delimitazione delle nuove Regioni potrebbe avere più opzioni24.

L’area metropolitana di Trieste – le sue economie urbane - potrebbe avere

(tentare) una possibile integrazione transnazionale, esito felice delle politiche

di coesione europee.

Ulteriori ri-definizioni delle delimitazioni regionali che abbiano come

riferimento una composizione nelle tre tipologie proposte (metropoli, città,

comunità), potrà giovarsi di una descrizione dei luoghi (e dei loro confini)

salda per quanto emendabile25.

Questa impostazione delle tre tipologie di organizzazione dei poteri locali, può

consentire loro di esercitarsi con lo Stato entro le nuove Regioni (ma anche

entro le attuali configurazioni regionali), per progettare e praticare livelli

crescenti di autonomia, in funzione della capacità di gestione dimostrata e

naturalmente sostenuta e monitorata nel tempo (autonomia dinamica).

22 Per la Basilicata una opzione da considerare è l’attribuzione delle sue componenti

rispettivamente ad una piattaforma campano-sannita e ad una o due piattaforme pugliesi. 23 Situazione che, nell’ambito delle nuove entità regionali considerate nella costruzione della

proposta dalla Società Geografica Italiana, si presenterebbe soltanto per la Sicilia Centrale dove peraltro le perplessità nascono anche da una debole integrazione interna, che da un lato evidenzia forti relazioni tra l’agrigentino e Palermo, mentre le relazioni del ragusano con Siracusa e dunque con la Piattaforma della Sicilia Jonica sono altrettanto significative.

24 Con Benevento nella piattaforma della Daunia una soluzione alternativa per la Campania sannita potrebbe più opportunamente considerare una integrazione salernitana con l’area potentina, ipotizzando nel contempo una integrazione del sistema locale di Matera nelle Regioni pugliesi. Il confine tra la nuova regione di Napoli (metropolitana) e Salerno (Irpino Lucana) richiede poi un'analisi più ambiziosa delle attribuzioni a livello del sistema locale (vedi il Nocerino Sarnese

25 Si dovrà anche per questo operare una azione di riduzione delle discrasie nelle informazioni territoriali consentendo una flessibilità e una affidabilità necessaria alla ridefinizione delle aree (valutazione nel tempo delle aree ottimali), potendo finalmente partire dall'uso di un unico data base cartografico nazionale: si pensi che le differenze cartografiche tra Toscana ed Emilia Romagna non consentono al Parco Nazionale Tosco – Emiliano di avere una cartografia così come le differenze tra la Lombardia e le Province Autonome non lo consentono al Parco dello Stelvio.

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aree metropolitane, poli urbani, comunità territoriali

Appunti sulla analisi ulteriore dei fattori che incidono sulla

organizzazione locale e sul suo sviluppo

L'adesione dei comuni alla riorganizzazione territoriale richiede un ampio

processo di verifica e confronto delle geografie proposte che rafforzi il

riconoscimento identitario delle Comunità locali e che potrà esercitarsi a

partire dalla considerazione dei processi di aggregazione intercomunale già

oggi operanti: si veda al riguardo la Tavola 8 “L’intercomunalità attuale e il

ritaglio delle piattaforme regionali”.

L’archivio ANCI registra infatti la presenza ad oggi di 369 Unioni di Comuni

che associano 1.882 comuni (il 23,2% del totale); di queste solo 3226

verrebbero interrotte nella loro continuità dalle nuove individuazioni regionali.

Un numero quindi decisamente limitato di Unioni che peraltro presentano

valori di consistenza e coesione interna assai diversi tra loro27.

Andrà altresì considerata, con un’attenzione ravvicinata e sensibile ai diversi

contesti regionali, la presenza e la pratica delle aggregazioni funzionali e

progettuali emerse nelle diverse realtà regionali; pratica che talvolta, come in

Toscana, prospetta una particolare estensione e profondità delle

sperimentazioni in atto.

Al dibattito pubblico che dovrà necessariamente accompagnare – in modo

approfondito e come esercizio non rituale – il percorso di ri-articolazione del

nostro sistema istituzionale e territoriale al livello della sua fondamentale

dimensione locale, l’esercizio qui condotto per sostenere la proposta delle

comunità territoriali consegna un primo rilevante risultato: quello di aver

raffigurato possibili aggregazioni territoriali generate dal sistema di relazioni

funzionali esistenti, quindi espressione del “paese reale”, verrebbe da dire,

piuttosto che della sua rappresentazione istituzionale.

26 Una verifica puntuale che ha analizzato la comunicazione sul web degli enti interessati (Unioni

e Comuni associati) ne riduce ulteriormente il numero a 30 poiché due delle Unioni registrate all’archivio ANCI risultano non più in vita.

27 Limitandoci alle 30 Unioni che “attraversano” i confini delle nuove piattaforme regionali e prendendo in considerazione le funzioni effettivamente svolte in forma associata si registra come nella metà circa dei casi l’unione proponga un livello di integrazione basso o medio-basso tra i comuni interessati (13 casi, nei quali le funzioni condivise sono di numero ridotto e di più modesto significato); in altri 9 casi il livello di integrazione è medio (le funzioni condivise sono più numerose e riguardano servizi più “pesanti” come quelli relativi a Catasto, Tributi, Anagrafe o SUAP) mentre solo in 4 casi si registra un forte livello di integrazione (in queste realtà oltre condividere funzioni numerose e importanti sono stati anche sviluppati processi di pianificazione urbanistica in forma associata); nei restanti 4 casi l’assenza di un sito web istituzionale non ha consentito la verifica ma rappresenta di per se un indicatore di scarsa vitalità della istituzione associativa.

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Aggregazioni territoriali capaci di migliorare il rapporto tra il “territorio

funzionale” della dislocazione dei servizi (e della accessibilità a questi stessi) e

il “territorio istituzionale” che si organizza per prendere decisioni sulla loro

organizzazione e sulle politiche per migliorarne l’efficacia e le condizioni di

fruibilità.

Un solo indicatore al riguardo: degli attuali 686 sistemi locali del lavoro ben

331 (il 48,3%) hanno una quota minima, inferiore al 30% del totale, di

popolazione in condizioni di buona accessibilità ad una soglia adeguata di

servizi28; questo valore si riduce a sole 92 unità (delle 297 totali) se si

prendono invece in considerazione le nuove articolazioni territoriali proposte29

cioè al 31% dei casi come è reso evidente dalla Tavola 9 “ La dotazione di

servizi delle Comunità Territoriali”30.

Un miglioramento che si riflette anche ai vertici della gerarchia: qui dai 220

sistemi locali dove la soglia di popolazione in buone condizioni di dotazione

accessibile supera il 90% del totale, 220 sistemi che rappresentano il 32,1%

del totale dei SLL, si passa a 105 Comunità territoriali in analoga condizione,

pari al 35,4% delle unità territoriali considerate31

Per una migliore territorializzazione delle Comunità territoriali, da ricercare

come esito del confronto e della applicazione da sviluppare in sede locale,

sarà sicuramente utile anche la considerazione delle UTRAS, Unità Territoriali

di Recupero Ambientale e Storico Culturale, prodotte dalla ricerca del CNR

nell’ambito del progetto strategico Quadroter32 e rappresentata nella Tavola

6 “Aree di valorizzazione paesaggistica e patrimoniale”.

28 La condizione è rappresentata dalla accessibilità entro l’intervallo spazio-temporale di 30 primi

ad una offerta di servizi territoriali (sanitari, scolastici, culturali e finanziari) di almeno 20 unità di servizi, dotazione sostanzialmente corrispondente a quella di una città di medie dimensioni e di buon livello di sviluppo: per una più dettagliata descrizione delle fonti e delle modalità di calcolo si rimanda al glossario allegato.

29 Considerando congiuntamente l’insieme di aree Metropolitane e Comunità territoriali di tutte le sorte, comprese quelle contigue a poli urbani o ad aree metropolitane ma considerando separatamente la popolazione dei poli urbani che in tutti i casi tranne uno (la città di Grosseto) presenta valori superiori alla soglia considerata.

30 Nei 331 SLL “sotto soglia” la popolazione residente è di 7.258.188 unità, pari al 12,2% del totale, nelle 92 comunità territoriali analogamente “sotto soglia” il valore si riduce a 5.372.126 unità, il 10,1% del totale.

31 Nei 220 SLL “ad alta dotazione soglia” la popolazione residente è di 44.159.111 unità, pari al 74,3% del totale, nelle 105 comunità territoriali analogamente “ad alta dotazione” il valore passa a 34.726.426 unità, a cui si aggiungono i 5.980.509 residenti nei poli urbani, il 76.2% del totale.

32 La già citata ricerca sugli Eco Sistemi Urbani in Italia (vedi nota 1), che avanza una proposta di riorganizzazione urbana e di riequilibrio territoriale e ambientale.

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aree metropolitane, poli urbani, comunità territoriali

La comprensione della qualità e dei caratteri distintivi dei paesaggi urbani e

rurali variamente distribuiti nella multiforme articolazione del territorio

nazionale, la loro assunzione come riferimento ambientale del riconoscimento

identitario delle comunità locali, può efficacemente sostenere il processo di

confronto pubblico necessario per metabolizzare e articolare nel locale la

proposta di ri-territorializzazione delle partizioni amministrative.

Un contributo a questa comprensione vuole fornirlo la Tavola 7 “Il patrimonio

culturale e paesaggistico”33, che propone la grande ripartizione tra paesaggi

dei coltivi e del bosco, a sostegno dei progetti di sviluppo locale futuro (Città,

Aree Interne, Mezzogiorno).

La riarticolazione dei sistemi locali

La ricomposizione generale prevede così le Nuove Regioni, e con queste le

Aree Metropolitane (con le loro eventuali ulteriori articolazioni), le Città (i Poli

urbani, con possibili ulteriori integrazioni nel loro numero), le Comunità

Territoriali nella loro articolata declinazione, da valutare localmente nelle

aggregazioni proposte anche mettendo in campo altri criteri e punti di vista34,

per migliorare la loro efficacia.

Le Aree Metropolitane, individuate a partire dalla più stretta configurazione

dei propri Sistemi Locali, ne potranno ridefinire i confini nel rapporto con le

aree più esterne, qualificate ora come Comunità Territoriali o come parte di di

queste, aggregate a comunità esistenti35.

I Poli Urbani (Città Regionali?) potranno integrarsi con nuove candidature

raccogliendo istanze ben qualificate e argomentate sul rilievo dell’eccellenza

funzionale e il significato del profilo storico.

I Poli urbani potrebbero anche “estendersi verso l’alto” per ricomprendere

città impropriamente riconosciute come metropolitane.

33 La carta propone come sfondo una rielaborazione dei paesaggi rurali di interesse storico

ambientali desumibili dalla cartografia dell’Uso del Suolo curata dal CNR e pubblicata dal TCI negli anni 1958 – 62 appositamente rielaborata e corredata da informazioni puntuali di fonte ISTAT, MIPAAF, UNESCO e FAI sulle dotazioni urbanistiche monumentali e storico testimoniali del territorio nazionale.

34 In particolare, oltre al tema della ri-organizzazione istituzionale del territorio, si pone il tema dei progetti di valorizzazione ambientale, alla base di qualsiasi sviluppo locale.

35 Vedi il caso di Chivasso e della sua possibile autonomia da Torino.

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15

Le Comunità territoriali36 potranno evolversi rivedendo i propri confini e anche

riarticolando le aggregazioni per tener conto di vincoli fisici o di tradizioni

locali da rispettare (Comunità Montane, aggregazioni intercomunali37) o di

aggregazioni funzionali (GAL, etc.).

Tullio Pericoli | Paesaggio italiano, 1981, matite e acquerello su cartone

36 La configurazione delle Comunità Territoriali potrebbe partire, in molti casi, dai confini delle

attuali province e delle esperienze di suddivisione comprensoriale. 37 vedi tavola 8, citata

“Il futuro dei luoghi sta nell’intreccio di azioni personali e civili ... Bisogna intrecciare in ogni scelta importante competenze locali e contributi esterni. Intrecciare politica e poesia, economia e cultura, scrupolo e utopia”. (Franco Arminio)

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aree metropolitane, poli urbani, comunità territoriali

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I sistemimetropolitani nella

cartografia delPROGETTO ’80

(1968)

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TABELLA A - AREE METROPOLITANE, POLARITÀ URBANE E COMUNITÀ

TERRITORIALI NELLE PIATTAFORME REGIONALI ITALIANE 1. Le città del Tanaro Polo Urbano (2): Alessandria, Asti Comunità Territoriali (8): Alessandria, Casale, Asti, Alba, Fossano, Saluzzo, Cuneo, Mondovì 2 Torino Metropoli Area Metropolitana (1): Torino Comunità Territoriali (5): Pinerolo, Ivrea, Bardonecchia, Ciriè, Rivarolo Canavese 2a. Valle d’Aosta Comunità Territoriali (3); Aosta, Saint Vincent, Courmayeur

3. Piemonte settentrionale Polo Urbano (1): Novara Comunità Territoriali (8): Novara, Vercelli, Biella, Borgosesia, Borgomanero, Verbania, Domodossola, Crescentino

4. Milano Metropoli Area Metropolitana (1): Milano Comunità Territoriali (5): Pavia, Vigevano, Tortona, Novi Ligure, Busto Arsizio, 5. Le città dei Laghi Poli Urbani (3): Bergamo, Como, Varese Comunità Territoriali (8): Bergamo, Como, Sesto Calende, , Lecco, Chiavenna, Sondrio, Bormio, Edolo, Varese

6 Liguria - Genova Area Metropolitana (1): Genova Comunità Territoriali (11): Ventimiglia, Sanremo, Imperia, Albenga, Finale, Cairo Montenotte, Savona, Chiavari, Rapallo, Ovada 7. Padania Occidentale Poli Urbani (2): Parma e Piacenza Comunità Territoriali (6): Parma, Piacenza, Lodi, Crema, Cremona, Fiorenzuola-Fidenza

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aree metropolitane, poli urbani, comunità territoriali

8. Le città del Garda Poli Urbani (2): Verona, Brescia Comunità Territoriali (4): Brescia, Mantova, Verona, Legnago 9 Le città del Delta Polo Urbano (1): Ferrara Comunità Territoriali (5): Ferrara, Rovigo, Adria, Comacchio, Argenta 10 Città delle Dolomiti Poli Urbani (1): Trento Comunità Territoriali (10): Trento Rovereto, Cles, Tione, Cavalese, Arco Feltre, Agordo, Belluno, Cortina

10a Alto Adige Poli Urbani (1):Bolzano Comunità Territoriali (4): Bolzano, Merano, Bressanone, Brunico,

11 Veneto Area Metropolitana (1): Venezia Poli Urbani (3): Padova, Vicenza, Treviso Comunità Territoriali (14): Padova, Vicenza, Schio, Bassano del Grappa, Castelfranco Veneto, Treviso, Montebelluna, Conegliano, Portogruaro, S.Donà del Piave

12 Friuli e Iulia Area Metropolitana (1): Trieste Polo Urbano (1): Udine Comunità Territoriali (4): Udine, Pordenone, Tolmezzo, Gorizia

13 Emilia Area Metropolitana (1): Bologna Poli Urbani (2): Reggio Emilia e Modena Comunità Territoriali (11): Reggio Emilia, Modena, Carpi, Sassuolo, Castelnuovo Monti, Pavullo, Mirandola, Cento, Gaggio Montano

14 Romagna Poli Urbani (4): Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini Comunità Territoriali (6): Imola, Faenza, Lugo, Forlì, Cesena e Rimini

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15 Tosco Tirrenico Poli Urbani (4): La Spezia, Livorno, Lucca, Pisa Comunità Territoriali (10): La Spezia, Massa,Carrara, Barga, Viareggio, Lucca, Pisa, Volterra, Cecina, Piombino, Porto Ferraio

16 Firenze Area Metropolitana (1): Firenze Poli Urbani (3): Prato, Arezzo, Pistoia Comunità Territoriali (7): Montecatini, Pistoia, Prato, Arezzo, Pieve Santo Stefano, Borgo San Lorenzo, Montevarchi

17 Etruria Poli Urbani (2): Grosseto, Siena Comunità Territoriali (13):, Grosseto, Siena, Viterbo, Poggibonsi, Follonica, Orbetello, Manciano, Pitigliano, San Quirico, Montepulciano, Castel del Piano, Viterbo, Civitavecchia

18 Umbro Sabino Poli Urbani (2): Perugia, Terni Comunità Territoriali (12): Perugia, Terni, Città di Castello, Gubbio, Assisi, Gualdo Tadino, Foligno, Norcia, Spoleto, Orvieto, Todi, Rieti

19 Le città delle Marche

Poli Urbani (2): Ancona, Pesaro Comunità Territoriali (15): Ancona, Pesaro, Urbino, Fano, Senigallia, Jesi, Fabriano, Macerata, San Severino, Recanati, Camerino, Civitanova, Fermo, San Benedetto, Ascoli Piceno

20 Roma Capitale Area Metropolitana (1): Roma Comunità Territoriali (5): Velletri, Colleferro, Subiaco, Fara Sabina, Civita Castellana

21 Basso Lazio Polo Urbano (1): Latina Comunità Territoriali (7): Latina, Frosinone, Terracina, Sora, Cassino, Formia, Isernia

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42 Oltre le regioni

aree metropolitane, poli urbani, comunità territoriali

22 Abruzzese Polo Urbano (1): Pescara Comunità Territoriali (9): Pescara, L’Aquila, Avezzano, Sulmona, Teramo, Giulianova, Atessa, Castel di Sangro, Vasto

23 Napoli Metropoli Area Metropolitana (1): Napoli Polo Urbano (1): Caserta Comunità Territoriali (4):, Caserta, Piedimonte Matese, Benevento, Sessa Aurunca 24 Campania Interna; le Città del Sannio Polo Urbano (1): Salerno Comunità Territoriali (7): Salerno, Amalfi, Sala Consilina, Sapri, Vallo della Lucania, Avellino, Sant’Angelo dei Lombardi

25 Le Città della Daunia Polo Urbano (1): Foggia Comunità Territoriali (11): Termoli, Campobasso, San Severo, Vieste, San Giovanni Rotondo, Manfredonia, Cerignola, Ariano Irpino, Circello, Foggia

26 La grande Bari Area Metropolitana (1): Bari Poli Urbani (2): Barletta, Andria Comunità Territoriali (6): Barletta, Altamura, Monopoli, Gioia del Colle, Corato, Bisceglie

27 Ionico Salentino Poli Urbani (3): Taranto e Lecce, Brindisi Comunità Territoriali (6): Taranto, Lecce, Fasano, Brindisi, Otranto, Casarano 28 Basilicata Comunità Territoriali (7): Melfi, Potenza, Moliterno, Matera, Pisticci, Policoro, Lauria

29 Calabria Silana

Poli Urbani (2): Catanzaro, Cosenza Comunità Territoriali (12): Catanzaro, Cosenza, Castrovillari, Praia a mare, Cassano allo Ionio, Paola, Rossano, Crotone, Petilia Policastro, Lametia, Soverato, Vibo Valentia

Page 43: OLTRE LE REGIONI

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30 Le città dello Stretto

Aree Metropolitane (2): Reggio Calabria, Messina Comunità Territoriali (8):Gioia Tauro, Locri, Patti-Capo d’Orlando, Bova Marina, Milazzo, Taormina

31 Sicilia Ionica

Area Metropolitana (1): Catania Polo Urbano (1): Siracusa Comunità Territoriali (8): Siracusa, Noto, Caltagirone, Lentini, Palagonia, Adrano, Randazzo, Giarre

32 Sicilia Centrale

Comunità Territoriali (7): Sciacca, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Nicosia, Gela, Ragusa

33. Sicilia Tirrenica, la Grande Palermo

Area Metropolitana (1): Palermo Comunità Territoriali (8): Trapani, Marsala, Castelvetrano, Corleone, Cefalù, Alcamo, Termini Imerese, Lercara Friddi

34. Sardegna settentrionale

Polo Urbano (1): Sassari Comunità Territoriali (7): Sassari, Tempio Pausania, Arzachena, Olbia, Siniscola, Nuoro, Macomer

35 Sardegna meridionale

Area Metropolitana (1): Cagliari Comunità Territoriali (9): Oristano, Carbonia, Lanusei, Muravera, Pula, Iglesias, Villacidro, Sanluri, Senorbi

Nota bene in grassetto sottolineato sono indicati le realtà urbane candidabili in prima battuta ad integrare l’individuazione dei Poli Urbani; in grassetto quelli in seconda e terza battuta…; in corsivo le Comunità Territoriali "a ciambella"; in corsivo sottolineato le Comunità Territoriali contigue alle Aree Metropolitane.

Segreteria/SOCGEOGRAFICA/CONSIDERAZIONI 21Cnt-Bld_gen2014FR.doc

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aree metropolitane, poli urbani, comunità territoriali

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ALLEGATO STATISTICO

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aree metropolitane, poli urbani, comunità territoriali

Aree metropolitane

AGGR1 NOME SLL n. di SLL Popolazione 2011 Superficie Densità

7 Torino 1 1.744.555 1.880.2 927.9

57 Milano 2 3.633.009 1.636.1 2.220.5

158 Venezia 1 621.099 1.212.1 512.4

174 Trieste 1 232.601 211.9 1.097.7

188 Genova 1 700.705 930.3 753.2

213 Bologna 1 768.093 2.046.7 375.3

249 Firenze 1 694.979 1.262.8 550.3

350 Roma 1 3.626.271 3.666.6 989.0

409 Napoli 10 3.396.202 1.496.5 2.269.4

457 Bari 2 659.154 988.9 666.6

550 Reggio di Calabria 2 234.864 558.4 420.6

581 Palermo 3 963.655 1.332.5 723.2

594 Messina 1 255.922 241.3 1.060.6

628 Catania 3 745.888 926.0 805.5

670 Cagliari 1 470.024 1.686.5 278.7

Totale 31 18.747.021 20.076.8 933.8

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Comunità territoriali contigue ad aree metropolitane

AGGR1 NOME SLL n. di SLL Popolazione 2011 Superficie Densità

2 Cirie' 1 108.208 926.8 116.8

5 Rivarolo Canavese 1 74.311 920.4 80.7

31 Ovada 1 33.061 383.4 86.2

157 San Dona' di Piave 1 119.589 438.7 272.6

189 Rapallo 1 47.385 63.5 746.2

214 Gaggio Montano 2 63.140 1.156.4 54.6

217 Cento 1 79.314 298.5 265.7

246 Borgo San Lorenzo 1 55.301 695.8 79.5

266 Montevarchi 1 127.264 717.6 177.3

338 Civita Castellana 1 66.609 465.8 143.0

345 Fara In Sabina 1 58.011 548.2 105.8

349 Colleferro 1 86.033 443.8 193.9

351 Subiaco 1 25.409 409.5 62.0

352 Velletri 1 114.783 410.7 279.5

393 Sessa Aurunca 1 100.635 510.5 197.1

459 Bisceglie 1 162.530 238.8 680.6

460 Corato 1 73.734 389.7 189.2

461 Gioia del Colle 1 96.682 604.2 160.0

547 Melito di Porto Salvo 2 39.934 536.3 74.5

565 Alcamo 2 139.013 637.5 218.1

580 Lercara Friddi 2 51.662 1.089.9 47.4

586 Termini Imerese 1 62.689 534.5 117.3

595 Milazzo 3 174.882 848.1 206.2

600 Taormina 1 69.673 363.7 191.6

625 Adrano 2 84.560 532.9 158.7

626 Bronte 2 45.865 868.7 52.8

629 Giarre 2 86.049 444.7 193.5

631 Palagonia 1 35.343 488.7 72.3

637 Lentini 1 80.357 534.2 150.4

660 Isili 2 47.915 1.456.0 32.9

673 Iglesias 1 49.282 808.4 61.0

675 Pula 1 17.310 557.5 31.0

676 Sanluri 1 39.811 498.9 79.8

680 Villacidro 2 51.672 875.8 59.0

Totale 45 2.568.016 20.698.1 124.1

Page 48: OLTRE LE REGIONI

48 Oltre le regioni

aree metropolitane, poli urbani, comunità territoriali

Polarità urbane

Cod_istat Nome Popolazione 2011 Superficie Densità

3106 Novara 101.952 103.0 989.6

5005 Asti 73.899 151.8 486.8

6003 Alessandria 89.411 204.0 438.4

12133 Varese 79.793 54.9 1.452.6

13075 Como 82.045 37.3 2.197.2

16024 Bergamo 115.349 39.6 2.912.9

17029 Brescia 189.902 90.7 2.094.2

18110 Pavia 68.280 62.9 1.086.2

21008 Bolzano - Bozen 102.575 52.3 1.960.2

22205 Trento 114.198 157.9 723.1

23091 Verona 252.520 206.6 1.222.0

24116 Vicenza 111.500 80.5 1.384.4

26086 Treviso 81.014 55.5 1.459.7

28060 Padova 206.192 92.9 2.220.7

30129 Udine 98.287 56.7 1.735.0

11015 La Spezia 92.659 51.4 1.803.1

33032 Piacenza 100.311 118.5 846.8

34027 Parma 175.895 260.8 674.5

35033 Reggio nell'Emilia 162.082 231.6 700.0

36023 Modena 179.149 182.7 980.3

38008 Ferrara 132.545 404.3 327.9

39014 Ravenna 153.740 652.9 235.5

40007 Cesena 95.990 249.5 384.8

40012 Forli' 116.434 228.2 510.3

99014 Rimini 139.601 134.5 1.037.8

46017 Lucca 87.200 185.5 470.0

47014 Pistoia 89.101 236.8 376.3

49009 Livorno 157.052 104.1 1.508.7

50026 Pisa 85.858 185.3 463.4

51002 Arezzo 98.144 386.3 254.1

52032 Siena 52.839 118.7 445.1

53011 Grosseto 78.630 474.5 165.7

100005 Prato 185.456 97.6 1.900.4

54039 Perugia 162.449 449.9 361.1

55032 Terni 109.193 211.9 515.3

41044 Pesaro 94.237 126.6 744.5

42002 Ancona 100.497 123.7 812.4

59011 Latina 117.892 277.8 424.4

68028 Pescara 117.166 33.6 3.485.0

61022 Caserta 75.640 53.9 1.403.1

65116 Salerno 132.608 59.0 2.249.1

71024 Foggia 147.036 507.8 289.6

72005 Andria 100.052 407.9 245.3

72007 Barletta 94.239 146.9 641.5

73027 Taranto 200.154 217.5 920.2

74001 Brindisi 88.812 328.5 270.4

75035 Lecce 89.916 238.4 377.2

78045 Cosenza 69.484 37.2 1.865.8

79023 Catanzaro 89.364 111.3 802.6

89017 Siracusa 118.385 204.1 580.1

90064 Sassari 123782 546.08 226.7

Totale 5.980.509 9.831.6 608.3

Page 49: OLTRE LE REGIONI

49

Comunità territoriali contigue a poli urbani AGGR1 NOME SLL n. di SLL Popolazione 2011 Superficie Densità

13 Novara 1 112.265 643.0 174.6

25 Asti 1 72.008 710.8 101.3

28 Alessandria 1 59.237 587.6 100.8

44 Varese 3 376.769 857.8 439.2

46 Como 4 409.147 962.4 425.1

60 Bergamo 6 906.497 2.403.4 377.2

66 Brescia 10 1.087.765 3.625.1 300.1

78 Pavia 4 254.579 1.699.2 149.8

100 Bolzano - Bozen 4 112.544 1.363.5 82.5

131 Trento 3 136.319 1.421.5 95.9

138 Verona 6 584.330 2.555.1 228.7

144 Vicenza 3 382.300 1.255.2 304.6

155 Treviso 1 256.449 642.4 399.2

161 Padova 2 551.711 1.437.2 383.9

172 Udine 4 391.328 2.900.6 134.9

191 La Spezia 3 121.116 832.9 145.4

195 Piacenza 2 117.440 1.770.9 66.3

200 Parma 5 240.525 3.148.1 76.4

203 Reggio nell'Emilia 1 165.452 637.7 259.4

208 Modena 2 166.943 699.0 238.8

220 Ferrara 2 82.282 740.3 111.1

224 Ravenna 1 40.979 128.3 319.4

226 Cesena 3 139.173 942.6 147.6

228 Forli' 3 51.747 811.6 63.8

233 Rimini 3 173.151 724.5 239.0

240 Lucca 1 76.673 289.2 265.1

244 Pistoia 2 50.126 309.8 161.8

254 Livorno 1 21.894 190.6 114.9

258 Pisa 1 93.711 263.0 356.3

263 Arezzo 2 78.693 958.9 82.1

276 Siena 3 111.888 2.440.0 45.9

280 Grosseto 1 23.486 929.2 25.3

286 Prato 1 87.934 311.3 282.5

297 Perugia 3 110.329 1.192.6 92.5

303 Terni 2 86.562 1.084.9 79.8

308 Pesaro 1 34.248 162.0 211.4

313 Ancona 2 126.905 368.5 344.4

355 Latina 1 277.817 1.049.1 264.8

375 Pescara 7 422.823 2.300.5 183.8

391 Caserta 3 408.883 1.128.7 362.3

438 Salerno 11 733.007 2.942.9 249.1

449 Foggia 4 110.098 2.110.5 52.2

458 Barletta 1 142.754 915.4 155.9

467 Taranto 4 413.662 2.376.0 174.1

468 Brindisi 4 231.595 1.163.1 199.1

479 Lecce 6 374.136 1.341.4 278.9

515 Cosenza 7 309.028 2.789.5 110.8

533 Catanzaro 7 163.285 1.833.4 89.1

641 Siracusa 4 226.183 1.457.0 155.2

654 Sassari 7 180.569 3.015.9 59.9

Totale 164 11.888.345 66.424.0 179.0

Page 50: OLTRE LE REGIONI

50 Oltre le regioni

aree metropolitane, poli urbani, comunità territoriali

Altre comunità territoriali

AGGR1 NOME SLL n. di SLL Popolazione 2011 Superficie Densità

1 Bardonecchia 2 61.792 1.155.2 53.5

3 Ivrea 1 112.326 656.0 171.2

4 Pinerolo 1 126.827 1.125.0 112.7

9 Crescentino 1 72.351 723.6 100.0

10 Varallo 2 82.448 1.141.6 72.2

11 Vercelli 1 75.455 601.1 125.5

12 Borgomanero 1 101.680 388.0 262.1

14 Alba 5 196.415 1.385.0 141.8

18 Cuneo 1 163.887 2.474.4 66.2

20 Fossano 1 84.256 603.2 139.7

21 Mondovi' 2 74.301 1.272.8 58.4

22 Saluzzo 2 89.813 1.289.7 69.6

26 Canelli 1 37.341 259.0 144.2

27 Acqui Terme 1 44.701 565.9 79.0

29 Casale Monferrato 1 78.641 699.1 112.5

30 Novi Ligure 1 77.697 831.8 93.4

32 Tortona 1 57.949 530.6 109.2

33 Biella 1 167.703 795.9 210.7

35 Domodossola 1 61.295 1.574.7 38.9

37 Verbania 3 103.396 701.3 147.4

38 Aosta 1 77.822 1.630.2 47.7

39 Courmayeur 1 8.743 496.5 17.6

40 Saint-Vincent 1 42.061 1.165.5 36.1

41 Busto Arsizio 1 612.663 521.5 1.174.8

50 Bormio 1 20.293 800.7 25.3

53 Morbegno 3 99.251 1.347.2 73.7

55 Sondrio 4 87.958 1.318.5 66.7

69 Darfo Boario Terme 3 91.055 1.399.9 65.0

83 Vigevano 3 300.490 1.382.8 217.3

86 Crema 2 172.591 644.8 267.7

87 Cremona 2 166.088 946.7 175.4

91 Mantova 3 292.256 1.565.7 186.7

95 Lecco 2 306.155 757.9 404.0

98 Lodi 2 294.832 935.8 315.1

101 Bressanone - Brixen 3 81.888 1.493.6 54.8

102 Brunico - Bruneck 4 77.789 2.060.0 37.8

107 Merano - Meran 5 129.838 2.469.7 52.6

116 Arco 2 57.676 522.7 110.3

120 Cles 4 49.772 1.167.2 42.6

125 Moena 2 29.723 733.2 40.5

128 Rovereto 2 93.689 755.3 124.0

130 Tione di Trento 4 43.491 1.331.6 32.7

134 Legnago 1 76.557 400.4 191.2

141 Bassano del Grappa 2 205.094 929.0 220.8

142 Schio 2 196.337 688.0 285.4

145 Agordo 1 18.877 561.6 33.6

147 Belluno 1 95.464 1.006.7 94.8

148 Cortina d'Ampezzo 3 37.235 1.389.8 26.8

149 Feltre 2 69.348 1.105.4 62.7

151 Castelfranco Veneto 1 230.777 588.7 392.0

152 Conegliano 2 232.660 788.1 295.2

153 Montebelluna 1 131.279 441.2 297.5

156 Portogruaro 1 124.460 751.2 165.7

Page 51: OLTRE LE REGIONI

51

AGGR1 NOME SLL n. di SLL Popolazione 2011 Superficie Densità

162 Adria 2 91.853 1.013.8 90.6

164 Rovigo 2 137.572 779.4 176.5

170 Tarvisio 3 49.718 2.098.0 23.7

173 Gorizia 1 148.268 428.2 346.3

176 Pordenone 2 301.947 2.156.5 140.0

178 Imperia 2 72.598 448.1 162.0

179 San Remo 2 83.201 339.8 244.9

181 Ventimiglia 1 57.097 301.0 189.7

182 Albenga 2 63.191 387.8 162.9

184 Cairo Montenotte 1 43.965 657.8 66.8

185 Finale Ligure 1 53.655 217.4 246.8

186 Savona 1 125.160 438.4 285.5

187 Chiavari 1 104.542 716.4 145.9

198 Fidenza 2 142.580 1.250.1 114.1

201 Castelnovo ne' Monti 1 25.556 560.2 45.6

205 Carpi 2 197.530 623.8 316.7

207 Mirandola 2 150.013 1.077.5 139.2

209 Pavullo nel Frignano 3 41.419 720.4 57.5

211 Sassuolo 2 173.742 881.7 197.1

215 Imola 1 93.173 479.6 194.3

216 Argenta 1 49.969 565.5 88.4

218 Comacchio 2 66.996 893.2 75.0

222 Faenza 3 98.351 1.024.3 96.0

223 Lugo 1 102.121 479.7 212.9

234 Aulla 2 50.908 925.9 55.0

236 Massa 2 152.176 196.0 776.4

238 Barga 2 58.089 905.6 64.1

242 Viareggio 2 164.665 356.0 462.5

243 Montecatini-Terme 1 120.498 302.5 398.3

248 Empoli 2 206.505 641.9 321.7

253 Cecina 2 82.232 638.3 128.8

255 Piombino 1 57.804 338.6 170.7

257 Portoferraio 2 31.342 243.2 128.9

260 Pontedera 1 116.558 635.8 183.3

262 Volterra 2 22.836 925.5 24.7

264 Bibbiena 2 36.044 700.9 51.4

269 Sansepolcro 2 29.399 593.1 49.6

272 Montepulciano 3 54.431 908.5 59.9

274 Poggibonsi 2 112.016 1.078.0 103.9

278 Castel Del Piano 3 27.274 710.4 38.4

279 Follonica 2 43.599 700.2 62.3

281 Manciano 1 8.403 453.4 18.5

283 Orbetello 2 43.844 1.026.9 42.7

287 Assisi 1 57.640 292.3 197.2

290 Città Di Castello 2 76.401 955.7 79.9

291 Foligno 2 93.870 663.0 141.6

293 Gualdo Tadino 1 32.962 516.9 63.8

294 Gubbio 1 33.874 589.1 57.5

296 Norcia 2 11.943 799.4 14.9

298 Spoleto 1 45.688 540.4 84.5

299 Todi 1 20.722 301.1 68.8

302 Orvieto 2 50.049 893.0 56.0

305 Fano 2 141.858 802.9 176.7

312 Urbino 5 85.789 1.553.7 55.2

Page 52: OLTRE LE REGIONI

52 Oltre le regioni

aree metropolitane, poli urbani, comunità territoriali

AGGR1 NOME SLL n. di SLL Popolazione 2011 Superficie Densità

315 Fabriano 1 56.719 622.6 91.1

317 Jesi 2 95.462 610.0 156.5

318 Senigallia 2 79.382 465.0 170.7

320 Civitanova Marche 2 120.938 229.9 526.0

321 Macerata 4 112.414 700.9 160.4

324 Recanati 1 94.717 312.3 303.3

325 San Severino Marche 2 35.962 1.150.5 31.3

327 Tolentino 1 26.178 214.1 122.3

329 Ascoli Piceno 3 140.464 1.464.6 95.9

331 Fermo 3 108.549 526.6 206.1

336 San Benedetto Del Tronto 1 118.428 300.8 393.7

344 Viterbo 6 215.578 2.682.5 80.4

347 Rieti 1 99.447 1.966.2 50.6

348 Civitavecchia 2 95.935 752.5 127.5

354 Formia 1 105.157 356.9 294.6

356 Terracina 2 104.393 479.1 217.9

358 Cassino 2 158.448 1.526.0 103.8

360 Frosinone 2 271.891 1.495.8 181.8

361 Sora 1 65.830 370.3 177.8

362 Avezzano 3 134.868 2.040.2 66.1

363 Castel Di Sangro 1 20.597 750.1 27.5

365 L'aquila 1 97.088 1.585.8 61.2

367 Sulmona 1 51.968 867.4 59.9

370 Giulianova 1 109.274 344.9 316.8

373 Teramo 3 108.404 1.014.0 106.9

377 Atessa 1 120.200 1.227.1 98.0

380 Vasto 2 102.845 849.8 121.0

381 Campobasso 4 135.888 1.820.4 74.6

385 Termoli 2 96.047 1.395.7 68.8

389 Isernia 2 80.260 1.297.5 61.9

392 Piedimonte Matese 3 104.923 1.035.8 101.3

396 Benevento 4 206.890 1.075.1 192.4

397 Circello 3 30.163 639.2 47.2

413 Ariano Irpino 2 35.494 418.2 84.9

414 Avellino 5 267.970 998.8 268.3

421 Sant'angelo Dei Lombardi 3 70.527 1.189.8 59.3

425 Amalfi 2 37.401 104.6 357.6

437 Sala Consilina 2 62.940 753.5 83.5

439 Sapri 2 27.915 375.7 74.3

443 Vallo Della Lucania 3 68.083 778.1 87.5

448 Cerignola 1 66.981 661.3 101.3

451 Manfredonia 2 79.496 710.8 111.8

453 San Giovanni Rotondo 1 43.747 581.3 75.3

454 San Severo 2 121.865 1.329.6 91.7

455 Vieste 2 45.064 668.8 67.4

456 Altamura 1 114.561 852.2 134.4

463 Putignano 2 181.159 772.7 234.4

470 Fasano 1 65.388 230.5 283.7

475 Casarano 6 241.175 746.7 323.0

480 Maglie 2 96.791 433.7 223.2

492 Lauria 4 54.361 1.055.8 51.5

494 Melfi 2 95.130 1.581.1 60.2

495 Moliterno 2 31.500 725.6 43.4

497 Potenza 5 176.924 2.749.6 64.3

Page 53: OLTRE LE REGIONI

53

AGGR1 NOME SLL n. di SLL Popolazione 2011 Superficie Densità

502 Matera 3 97.638 1.493.9 65.4

503 Pisticci 1 42.298 727.1 58.2

504 Policoro 3 83.320 1.735.8 48.0

512 Castrovillari 3 63.317 711.7 89.0

517 Francavilla Marittima 3 54.349 888.0 61.2

522 Paola 3 73.992 474.7 155.9

523 Praia A Mare 4 61.081 603.0 101.3

526 Rossano 4 72.432 908.5 79.7

540 Lamezia Terme 2 118.041 583.4 202.3

543 Gioia Tauro 4 152.264 813.7 187.1

545 Locri 6 122.640 1.227.7 99.9

556 Crotone 3 169.769 1.677.2 101.2

564 Vibo Valentia 7 159.036 1.157.0 137.5

566 Castelvetrano 3 66.872 543.3 123.1

568 Marsala 1 137.973 562.0 245.5

572 Trapani 3 158.217 943.7 167.7

577 Cefalu' 4 62.685 789.7 79.4

578 Corleone 2 24.301 533.2 45.6

598 Sant'Agata di Militello 7 121.568 1.030.0 118.0

602 Agrigento 7 344.117 2.149.9 160.1

611 Sciacca 3 106.508 939.2 113.4

612 Caltanissetta 2 130.804 975.3 134.1

613 Gela 3 145.091 1.139.6 127.3

618 Enna 4 124.860 1.613.8 77.4

620 Nicosia 5 63.362 1.507.1 42.0

627 Caltagirone 2 78.502 970.3 80.9

635 Ragusa 3 297.918 1.512.6 197.0

643 Arzachena 2 29.679 539.2 55.0

650 Olbia 3 90.435 1.973.5 45.8

655 Tempio Pausania 4 45.402 1.243.1 36.5

662 Lanusei 3 58.236 1.799.9 32.4

663 Macomer 3 40.311 1.003.2 40.2

664 Nuoro 5 128.666 3.409.4 37.7

667 Siniscola 1 16.100 354.2 45.5

671 Carbonia 2 82.487 902.2 91.4

674 Muravera 2 23.861 1.020.2 23.4

685 Oristano 5 143.820 2.403.0 59.9

Totale 446 20.249.853 184.345.1 109.8

Page 54: OLTRE LE REGIONI

54 Oltre le regioni

aree metropolitane, poli urbani, comunità territoriali

Page 55: OLTRE LE REGIONI

55

Tutto può cambiare, ma non la lingua che ci portiamo dentro… Italo Calvino

Mappa delle lingue e dei dialetti d’Italia http://www.google.it/Dialetti_parlati_in_Italia.png”

Page 56: OLTRE LE REGIONI

56 Oltre le regioni

aree metropolitane, poli urbani, comunità territoriali

OLTRE LE REGIONI