Oltre i numeri, - BCC di Massafra · CriSPiAnO mArtinA FrAnCA mOttOlA PAlAGiAnellO PAlAGiAnO StAtte...

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Oltre i numeri,le persone.

BILANCIORELAZIONIal 31 dicembre 2016

e

2

DireZiOne GenerAle

mASSAFrA – Via mazzini, 65/A – Centralino 0998804840

FiliAle Di SeDe

mASSAFrA – Via mazzini, 65/A – Centralino 0998805055

Altre FiliAli

mASSAFrA AGenZiA n. 1 – Via Del Santuario , 54 – telefono 0998801607

PAlAGiAnO – Viale Stazione, 3 – telefono 0998885650

SPOrtelli BAnCOmAt

Area Self 24 ore mASSAFrA – Via nicotera, 26

Area Self 24 ore mASSAFrA – Via del Santuario, 54

mASSAFrA – Viale marconi, 248

Area Self 24 ore PAlAGiAnO – Viale Stazione, 3

COmPetenZA territOriAle

mASSAFrA

CAStellAnetA

CriSPiAnO

mArtinA FrAnCA

mOttOlA

PAlAGiAnellO

PAlAGiAnO

StAtte

tArAntO

Società Cooperativa

Sede legale e Direzione Generale

74016 massafra – Via mazzini n. 65/A

registro delle imprese di taranto n. 149718

Aderente al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo

Albo delle Banche n. 5586

Codice ABi 07094 – CAB 78950

Sito web: www.bccmassafra.it

e-mail: [email protected]

Pec: [email protected]

/ BCC massafra - Banca di Credito Cooperativo di massafra

/ BCC massafra

/ bcc_massafra

BILANCIO E RELAZIONI

Avviso di Convocazione di Assemblea Ordinaria

Organi Sociali

lettera del Presidente

relazione degli Amministratori

relazione del Collegio Sindacale

relazione della Società di revisione

Bilancio al 31 dicembre 2016

nota integrativa

Parte A – Politiche contabili

Parte B – informazioni sullo stato patrimoniale

Parte C – informazioni sul conto economico

Parte D – redditività complessiva

Parte e – informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura

Parte F – informazioni sul patrimonio

Parte G – Operazioni di aggregazione riguardante imprese o rami d’azienda

Parte H – Operazioni con parti correlate

Parte i – Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali

Parte l – informativa di Settore

OLTRE I NUMERIBCC massafra: oltre i numeri, le persone

lettera del Direttore

INDICE

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BILANCIO E RELAZIONI

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Presidente onorariomons. Cosimo Damiano FOnSeCA

COnSiGliO Di AmminiStrAZiOne (in carica)presidentePietro mAStrAnGelOVice presidenteemilio BAleStrAConsiglieriAlessandro Di BellOCarmelo michele De GiOrGiOAntonio lenOCiAntonio mAStrAnGelODonato mOntAnArO

COlleGiO SinDACAlepresidenteGianvito GiAnnellisindaci effettiviGennaro GiSOnnAFernando miCCOliSsindaci supplentiGiuseppe DiFinOluigi SeniSe

COlleGiO Dei PrOBiViripresidenteCosimo PAnetti († 07.03.2017)probiviri effettiviAntonio michele SPOrtelli († 25.11.2016)Vincenzo StellACCiOprobiviri supplentiClementina lOSAViOlaura iACOBinO

DireZiOneDirettore GeneraleGiandonato GiAnnOttA

COmPAGine SOCiAleSoci al 31 dicembre 2016 n. 1.181

SOCietà Di reViSiOnePricewaterhouseCoopers SpA

ORGANISOCIALI

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LETTERADELPRESIDENTE

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Carissimi amici,

il bilancio al 31/12/2016 si chiude in utile (di importo superiore ad € 250.000,00) nono-stante l’appiattimento dei tassi e le turbolenze del mercato finanziario, registrati nell’anno.A queste difficoltà, il C.d.A. e il D.G. hanno risposto seguendo due linee:1. offrendo alle famiglie e alle imprese nuovi prodotti a tassi competitivi (sicché gli impieghi

sono cresciuti passando da 31 a 35 milioni di euro circa);2. orientando la clientela verso nuove forme di risparmio; il che ha consentito un conside-

revole incremento delle commissioni.Lo stato di salute della nostra Banca è attestato non solo dalla redditività sopra evidenziata ma anche da altri due fattori che emergono da questo bilancio:a. dal rapporto tra i nostri mezzi (pari ad € 6.200.000,00 circa) e le attività ponderate per

il rischio; questo parametro (c.d. CET1) si è attestato quest’anno al 22,4% (contro una media del 12,5% dell’industria bancaria);

b. dalla qualità del credito deteriorato (sofferenze, inadempienze probabili e scaduti) ri-dottosi nel corso del 2016 di oltre il 20%; a ciò si aggiunga che, a seguito degli operati accantonamenti, l’intero credito deteriorato presenta un tasso di copertura del 45,6%.

Con gli attuali mezzi propri possiamo guardare al futuro con serenità (per il fatto che ci siamo staccati decisamente dalla soglia minima dei cinque milioni imposta dalla legge) e possiamo affrontare meglio le sfide che ci attendono.Queste nuove sfide sono legate alla riforma del credito cooperativo.Come è noto, la legge ha previsto la nascita di uno o di più gruppi bancari e ha stabilito che ciascun gruppo sarà governato da una società capogruppo che sarà costituita in forma di S.p.A. e che sarà partecipata per almeno il 51% dalle BCC aderenti e per la parte residua da capitali di mercato.A questo riguardo si vanno profilando due gruppi bancari guidati da due capogruppo.L’adesione all’uno o all’altro gruppo è obbligatoria.A fronte di una accresciuta garanzia patrimoniale che la riforma comporta (per il fatto che di ogni nostra obbligazione risponderanno anche la capogruppo e tutte le BCC aderenti al gruppo) si porrà una nostra situazione di soggezione ai poteri di indirizzo, coordinamento e controllo della capogruppo.Il C.d.A. ha deliberato di proporre all’Assemblea l’adesione al gruppo che si va raccoglien-do attorno a ICCREA per due motivi:1. perché l’adesione predetta non comporta alcun conferimento di capitale da parte della

nostra Banca (mentre richiederebbe un apporto di circa un milione di euro in caso di adesione al gruppo alternativo);

2. perché, data la latitudine dei poteri della capogruppo, è evidente la necessità di un clima di fiducia come quello esistente da sempre col gruppo dirigente di ICCREA.

Il Presidente Avv. Pietro Mastrangelo

RELAZIONEDEGLIAMMINISTRATORI

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PREMESSA

La normativa di riferimento per la redazione della relazione degli amministratori è costituita principalmente dall’art. 2428 del codice civile, dall’art. 3 del D.lgs. 87/1992, relativo ai Conti annuali e consolidati delle banche – come da ultimo modificati dal D. Lgs. 2 febbraio 2007, n. 32 – nonché dalla Circolare n. 262 della Banca d’Italia del 22 dicembre 2005 recante “Schemi e regole di compilazione dei bilanci bancari individuali e consolidati” e successivi aggiornamenti.

In particolare, nelle citate istruzioni della Banca d’Italia è prescritto che “Il bilancio dell’im-presa è corredato di una relazione degli amministratori sulla situazione dell’impresa, sull’an-damento economico della gestione nel suo complesso e nei vari settori in cui l’impresa stessa ha operato, nonché sui principali rischi e incertezze che l’impresa affronta. Sono illustrate le dinamiche fatte registrare, rispetto all’esercizio precedente, dei principali aggregati dello stato patrimoniale, del conto economico, del prospetto delle variazioni del patrimonio netto e del rendiconto finanziario. Dalla Relazione devono risultare (cfr. Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 4° aggiorna-mento del 15 dicembre 2015) anche le seguenti informazioni:

a) l’evoluzione prevedibile della gestione;b) le attività di ricerca e di sviluppo;c) il numero e il valore nominale sia delle azioni o quote proprie detenute in portafoglio

sia delle azioni o quote dell’impresa controllante, di quelle alienate nel corso dell’e-sercizio, le corrispondenti aliquote di capitale, i motivi degli acquisti e delle aliena-zioni e i corrispettivi; la presente disposizione si applica anche alle azioni o quote detenute, acquistate o alienate per il tramite di società fiduciaria o per interposta persona;

d) i rapporti verso le imprese del gruppo, distinguendo fra imprese controllate, imprese controllanti e imprese sottoposte al controllo di queste ultime, nonché i rapporti verso le imprese sottoposte a influenza notevole;

e) gli indicatori fondamentali dell’operatività dell’impresa nonché informazioni attinenti all’ambiente e al personale;

f) eventuali ulteriori informazioni rispetto a quelle fornite nella Nota integrativa (parte E “Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura”) sugli obiettivi e sulle politiche dell’impresa in materia di assunzione, gestione e copertura dei rischi finan-ziari (rischio di prezzo, rischio di credito, rischio di liquidità e rischio di variazione dei flussi finanziari);

g) i principali fattori e le condizioni che incidono sulla redditività, inclusi i cambiamenti del contesto ambientale nel quale l’impresa opera, le iniziative intraprese a fronte dei

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cambiamenti e i relativi risultati nonché le politiche d’investimento adottate dall’im-presa per mantenere e migliorare i risultati economici, inclusa la politica di distribu-zione degli utili.”

Devono inoltre essere riportate nella relazione sulla gestione informazioni sulle ragioni delle determinazioni assunte con riguardo all’ammissione dei nuovi soci ai sensi dell’art. 2528 del codice civile:• criteri seguiti nella gestione per il conseguimento dello scopo mutualistico della società

cooperativa ai sensi art. 2 L. 59/92 e art. 2545 cod. civ.;• informazioni sulla continuità aziendale, sui rischi finanziari, sulle verifiche per riduzione

di valore delle attività e sulle incertezze nell’utilizzo di stime (documenti Banca d’Italia, Consob e Isvap n. 2 del 6 febbraio 2009 e n. 4 del 3 marzo 2010);

• informazioni sulle operazioni con soggetti collegati di maggiore rilevanza sulle quali gli Amministratori indipendenti e/o il Collegio Sindacale abbiano reso parere negativo o formulato rilievi (come definite dallo IAS 24, sono riportate nella “parte H - operazioni con parti correlate” della nota integrativa).

Ai sensi dell’art. 90 della Direttiva 2013/36/UE, cd. CRD IV, infine, le banche sono tenute a pubblicare, nell’ambito della relazione sulla gestione, l’indicatore relativo al rendimento delle attività (c.d. Public Disclosure of Return on Assets), calcolato come rapporto tra gli utili netti e il totale di bilancio.

Relazione degli amm

inistratori

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Cari soci, care socie,il 2016 per il Credito Cooperativo è stato segnato da tre passaggi particolarmente signifi-cativi, tutto sommato “storici”: • l’approvazione del decreto legge di Riforma il 14 febbraio, • l’emanazione della legge di conversione l’8 aprile, • la pubblicazione delle disposizioni attuative della Banca d’Italia il 2 novembre, con l’ag-

giornamento della Circolare n. 285, del 17 dicembre 2013. La riforma del Testo Unico Bancario può essere considerata una buona legge e le Dispo-sizioni attuative un insieme complessivamente coerente con quanto definito dalla norma primaria, che non viene snaturata.Un atteggiamento responsabile e consapevole, un approccio coraggioso e allo stesso tempo equilibrato hanno avuto successo nell’ottenere l’obiettivo di comporre le istanze dei Regolatori con quelle del Credito Cooperativo. Il Consiglio Nazionale di Federcasse aveva individuato, a partire dalla primavera del 2015, undici grandi obiettivi strategici da raggiungere nel confronto con le Autorità. Dieci di essi sono stati conseguiti: 1. salvaguardare il protagonismo delle basi sociali e l’autonomia delle Assemblee dei Soci;2. rendere più stabili e competitive le BCC integrandole in un Gruppo Bancario di natura

e finalità cooperativa;3. prevedere un sistema di garanzie incrociate basato sull’efficacia della prevenzione di

gestioni incapaci e azzardate; 4. basare l’integrazione delle BCC nel Gruppo sul contratto di coesione, prevedendo re-

gole modulate in ragione del grado di rischiosità della singola BCC (una proporzionalità ancorata all’approccio risk based);

5. costruire un assetto della Capogruppo e una strategia di governance ispirati ad una logica di servizio alle BCC;

6. aprirsi a capitali esterni senza cedere il controllo della maggioranza delle azioni della Capogruppo che necessariamente doveva essere una società per azioni;

7. valorizzare la dimensione territoriale del Credito Cooperativo;8. stabilire requisiti qualitativi e dimensionali del Gruppo e della Capogruppo al fine di po-

ter contare su risorse adeguate per garantire stabilità e investimenti in competitività;9. puntare all’unità del Credito Cooperativo anche con una soglia di capitale della Capo-

gruppo sufficientemente elevata e di salvaguardare le specificità delle Casse Raiffeisen;10. prevedere uno strumento temporaneo finalizzato ad agevolare, nella fase transitoria, i

processi di consolidamento e aggregazione fra BCC.La “piattaforma” del Credito Cooperativo prevedeva anche due ulteriori obiettivi: evitare che venisse stabilita una soglia minima di capitale per le BCC e che la singola azienda perdesse la propria licenza bancaria. Entrambi pienamente raggiunti.

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Questo risultato complessivo si è ottenuto in due fasi. Dopo il decreto legge 18/2016 del 14 febbraio – che il Credito Cooperativo apprezzò per la sua intelaiatura di fondo e i suoi aspetti qualificanti che riprendevano la quasi totalità della proposta del nostro Sistema – è stato necessario intervenire incisivamente nella fase di conversione per modificare profon-damente regole, condizioni e tempi per esercitare l’opzione della way out; per introdurre una norma che valorizzasse le specificità delle Casse Raiffeisen; per dotare il sistema di un Fondo Temporaneo con la missione di supportare il consolidamento e le operazioni di concentrazione nel Credito Cooperativo, con una funzione anticipatoria, per diversi aspetti, di compiti e funzioni che saranno assolti, con la riforma a regime, dalle Capogruppo. Con la legge 49/2016 le norme primarie sono state definite.Il 2 novembre scorso la Banca d’Italia ha emanato le Disposizioni sul Gruppo Bancario Cooperativo, dopo la fase di consultazione conclusasi il 13 settembre. L’Autorità di Vigilanza ha accolto in diversi ambiti le indicazioni e proposte formulate da Federcasse a nome del Sistema, anche in termini di “chiarimenti”, avviando così la costru-zione di una importante base interpretativa delle Disposizioni. Su alcuni altri punti, invece, sono state confermate le previsioni già espresse nella bozza posta in consultazione.Il Resoconto della Consultazione consente di comprendere l’impostazione di carattere generale che la Banca d’Italia ha dato alle Disposizioni di Vigilanza e di individuarne il “pen-siero” relativamente ad alcuni temi ritenuti fondamentali dal Credito Cooperativo.Con riferimento alle caratteristiche proprie delle Banche di Credito Cooperativo e al loro scopo mutualistico, la Banca d’Italia osserva che “il rispetto delle finalità mutualistiche, che trova la fonte nella disciplina primaria e viene ribadito nelle Disposizioni, costituisce un obbligo in capo a tutti i membri del Gruppo bancario cooperativo, al pari dell’obbligo di rispettare la disciplina prudenziale”. La “vocazione territoriale delle BCC, […] rimarrà tale perché deriva dalla forma cooperativa e dal principio del localismo come delineati dal TUB. Le Istruzioni della Capogruppo non potranno andare contro i vincoli di legge della mutualità prevalente né snaturare la forma cooperativa, al contrario, rientra tra i doveri della Capogruppo previsti nel contratto di coesione quello di sostenere le BCC affinché realizzino le proprie finalità mutualistiche e vocazione territoriale”.Rispetto al paventato rischio di riduzione del ruolo dei Soci e dell’Assemblea della propria BCC, il chiarimento della Banca d’Italia precisa che “il criterio guida per la predisposizione delle norme è stato proprio quello di salvaguardare il più possibile l’autonomia assemble-are delle singole BCC, nel rispetto degli obiettivi posti dalla legge. Su tali basi, il potere di nomina previsto dalla legge è stato attuato secondo un meccanismo di intervento graduale della capogruppo, che può ridursi ad un mero parere sull’idoneità dei candidati scelti in autonomia dalle BCC. Soltanto nei casi problematici tale potere potrà esprimersi nella nomina o nella revoca e sostituzione di uno o più componenti degli organi”. Il chiarimento della Banca d’Italia è utile per ispirare la concreta stesura del contratto di coesione in ma-teria di nomina degli Organi delle banche aderenti.

Relazione degli amm

inistratori

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Di rilievo appare, inoltre, la sottolineatura della Banca d’Italia secondo la quale, al di fuori degli ambiti prudenziali richiamati dalle Disposizioni, proprio al fine di salvaguardare l’auto-nomia contrattuale e la libertà imprenditoriale dei soggetti vigilati, le parti hanno la piena fa-coltà “di definire i contenuti e le soluzioni organizzative del gruppo per perseguire legittime finalità d’impresa cooperativa”. Si tratta di una libertà da cogliere ed interpretare.Per la nostra cooperativa e per tutto il Credito Cooperativo, dunque, nel 2016 si è conclusa la definizione della cornice normativa della Riforma, che è pertanto passata alla sua fase attuativa. Ma il cambiamento non riguarda soltanto la categoria delle BCC. Esso è la chia-ve di lettura che da qualche anno va applicata a tutte le banche. L’industria bancaria europea, che appare ancora in una fase di trasformazione e ristruttu-razione, si sta consolidando e riduce il suo peso economico. Il numero di banche nell’eurozona a metà dello scorso anno risultava in calo del 20% ri-spetto a cinque anni prima; il numero di sportelli dell’11% e quello dei dipendenti di quasi il 7%. In netta diminuzione apparivano anche gli attivi.È cresciuto il livello di concentrazione del mercato bancario in tutti i maggiori Paesi, ad eccezione della Germania. Ed è cresciuto il settore finanziario non bancario, sia quello più tradizionale (assicurazioni e fondi pensione) sia il cosiddetto “settore bancario ombra”, che ha triplicato il proprio valore giungendo a rappresentare il 250 per cento del PIL europeo. Tre elementi caratterizzano il processo di ristrutturazione nell’industria bancaria, determi-nato dalla normativa e dal mercato: • la ripetuta richiesta di innalzamento (diretto o indiretto) dei requisiti patrimoniali; • l’eccesso di regolamentazione, peraltro quasi mai rispettosa dei principi di proporzio-

nalità e di adeguatezza; • la compressione della redditività, soprattutto nell’intermediazione tradizionale.Nell’arco di due anni (da dicembre 2013 a dicembre 2015), il CET1 delle banche coinvolte nell’esercizio degli stress test è aumentato circa di 180 miliardi di euro. Per Basilea IV, è stato stimato che l’ulteriore incremento dei requisiti patrimoniali potrebbe avere un costo di 5-600 miliardi da spesare nell’arco di 4-5 anni. Come soddisfare questa fame indotta di patrimonio in una fase di compressione della red-ditività? C’è il rischio di creare forti pressioni e dunque distorsioni sul mercato dei capitali, già di per sé molto volatile? E vi è la possibilità che, per assicurare una maggiore redditività, si assumano maggiori rischi, causando poi la fuga di potenziali investitori? Vi è, insomma, il serio rischio di produrre l’effetto opposto a quello dichiaratamente perseguito?Sul piano patrimoniale, per le BCC un passaggio di straordinaria rilevanza è rappresentato dall’approvazione, con la Legge 17 febbraio n. 15, dell’art. 26-ter, contenente una modi-fica normativa di natura fiscale – promossa, sostenuta e curata da Federcasse – volta a consentire alle Banche di Credito Cooperativo ed alle Casse Rurali il pieno utilizzo, sotto un profilo contabile e prudenziale, delle attività per imposte anticipate c.d. “qualificate” (le “DTA”) relative alle rettifiche di valore su crediti operate fino al 31 dicembre 2015.

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Relazione degli amm

inistratori

In assenza di tale modifica normativa, avrebbero assunto rilievo le prospettive reddituali della singola banca, con il rischio di dover stralciare, quota parte o interamente, le DTA dall’attivo di bilancio o assoggettarle ai fini prudenziali alle regole in materia di deduzioni dal Common Equity Tier 1 (CET1) applicabili alle attività fiscali differite derivanti da differenze temporanee che si basano sulla redditività futura della banca. L’impatto complessivo del “danno” subito dal sistema BCC in caso di mancata modifica normativa sarebbe stato – secondo stime attendibili – complessivamente pari a oltre 900 milioni di euro nel corso del periodo transitorio di applicazione delle nuove regole pruden-ziali e a 1,2 miliardi di euro sulla base delle regole prudenziali “a regime”.Un impatto di tale rilevanza, evidentemente, avrebbe potuto non soltanto avere pesanti riflessi in termini di patrimonializzazione, e dunque di stabilità, del network del Credito Co-operativo, ma anche sulla sua complessiva capacità di servizio alle economie dei territori.In termini generali, l’ipertrofia regolamentare non pare attenuarsi. Dal 1° gennaio 2016 sono stati emanati ben 630 provvedimenti che interessano tutte le banche italiane. An-che la nostra BCC. E nuove e rilevanti innovazioni sono ancora in via di definizione. Esse richiederanno ulteriori aggiustamenti, particolarmente impegnativi per le banche di minori dimensioni e con modelli di business tradizionali.In tale quadro si inserisce la sfida della redditività. Difficile da conseguire, secondo la Banca Centrale Europea, sia per elementi di natura ciclica e strutturale, come il basso livello dei tassi e della domanda di credito, sia per l’eccesso di capacità produttiva sviluppata e di crediti deteriorati accumulati. Su quest’ultimo punto, va segnalata la scelta delle Autorità di settore, che tendono, in questa fase ancora difficile per l’economia e la finanza del nostro Paese, a imporre a molte banche la cessione a basso prezzo di crediti non performing su un mercato fortemente oligopolistico e concentrato a livello internazionale, con il rischio di trasferire parte della ricchezza nazionale e di tante nostre comunità a grandi intermediari specializzati operanti a livello globale.Altri elementi, come lo sviluppo delle tecnologie digitali applicate alla finanza, costituiscono opportunità da gestire. Da un lato, implicano una profonda revisione del modello di busi-ness. Dall’altro, possono consentire la riduzione dei costi operativi, l’ottimizzazione nell’uso delle risorse e l’efficiente sfruttamento di grandi masse di dati.Certamente il modello di business tradizionale delle banche, fiaccato da tassi appiattiti, alto costo del rischio di credito, troppo elevati costi fissi e una debole redditività, è posto fortemente in discussione. Eppure, anche in questo scenario, anche nell’era della demate-rializzazione più spinta, resta uno spazio ed un ruolo per “banche di comunità” al servizio dei territori e del Paese, se si considera che permangono tre fondamentali esigenze che i clienti chiedono a tutti gli intermediari di soddisfare: 1. garantire e gestire la fiducia;2. dare valore alle persone, oltre che ai numeri; 3. fornire soluzioni (non solo prodotti).

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1il COnteStO GlOBAle e il CreDitO COOPerAtiVO

1.1 lo scenario macroeconomico di riferimento

1.1.1 Premessa

Nel 2016, l’andamento dell’economia mondiale ha proseguito il percorso di crescita mo-derata già evidenziato nel precedente anno. Se le economie avanzate sono tornate ad offrire un contributo positivo e talvolta migliore delle attese (si vedano la Zona Euro e gli Stati Uniti), i paesi emergenti, che hanno rappresentato il driver principale degli ultimi anni, hanno ulteriormente sofferto. Il rallentamento della congiuntura cinese si è stabilizzato su una dinamica annua del prodotto interno lordo di poco inferiore al 6,0%, la riduzione dei prezzi petroliferi registrata a partire dal 2014 (il prezzo al barile del Brent era sceso da oltre 100 a poco più di 20 dollari) ha invertito la tendenza riportandosi su un livello ancora basso in prospettiva storica (poco sopra i 50 dollari al barile). Questi cambiamenti congiunturali favorevoli non sono stati in grado di compensare gli effetti negativi della attesa restrizione di politica monetaria americana, solo avviata tra dicembre 2015 e dicembre 2016. In termini prospettici, nell’ultimo trimestre del 2016 l’indice mondiale complessivo dei responsabili degli acquisti relativo al prodotto ha toccato il punto di massimo da oltre un anno a que-sta parte a 53,3 punti. Il commercio mondiale, nonostante un leggero calo ad ottobre del 2016, è tornato a salire in modo significativo a novembre (+2,7% annuo, +2,8% mensile).Negli Stati Uniti, la crescita annualizzata del PIL in termini reali ha evidenziato un’acce-lerazione nella seconda metà del 2016 (rispettivamente +3,5% e +1,9% rispettivamente nel terzo e quarto trimestre) facendo registrare una crescita media dell’1,9% (in linea con quella del 2015). L’attività economica è stata persistentemente in calo su base annua lun-go tutto il 2016, ad eccezione proprio di dicembre (+0,5% annuo, -1,0% di media annua). D’altra parte, gli indicatori congiunturali e anticipatori come il leading indicator (+1,5% su base annua a dicembre) e l’indice dell’Institute for Supply Management (ISM) manifattu-riero (confermatosi al di sopra della soglia critica e in crescita continuativa da settembre a dicembre 2016) lasciano intravedere prospettive di espansione nella prima metà del 2017. In chiusura d’anno, l’inflazione al consumo annua è tornata ad attestarsi al di sopra del livello obiettivo fissato dalla Federal Reserve (+2,1% il tasso complessivo, +2,2% il tasso di inflazione principale, ovvero al netto delle componenti più volatili quali prodotti energetici ed alimentari), mentre i prezzi alla produzione a dicembre sono aumentati dell’1,6% annuo (-1,0% a dicembre 2015). Sul mercato del lavoro, la creazione di nuovi posti è rimasta robusta a dicembre e in leg-gera diminuzione rispetto all’anno precedente. Il tasso di disoccupazione si è consolidato su un livello di poco inferiore al 5,0%, mentre il tasso di sottoccupazione è sceso dal 4,9% al 4,5%.Nella Zona Euro il prodotto interno lordo ha segnato nel terzo e quarto trimestre del 2016 un rialzo rispetto alla prima metà dell’anno (+1,8% in entrambi, +1,7% a marzo, +1,6% a

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giugno). I consumi privati hanno continuato ad offrire un contributo positivo, come confer-mato anche dalla dinamica favorevole delle vendite al dettaglio (+1,1% su base annua a dicembre, +1,9% di media annua). La produzione industriale si è intensificata da agosto del 2016 a novembre (+1,3% di crescita media nei primi undici mesi dell’anno, nel 2016 era cresciuta del 2,0%). L’indice sintetico Eurocoin, che fornisce una misura aggregata dell’attività economica, è stato positivo lungo tutto l’anno e ha toccato 0,6 punti a dicembre (aveva chiuso il 2015 a 0,45) con una media annua di 0,39 a fronte di 0,37 del 2015. Il Purchasing Managers’ Index relativo al settore manifatturiero si è confermato tutto l’anno in zona di espansione, come nel 2015, attestandosi su valore di chiusura più elevato dell’anno precedente (54,9 punti rispetto a 53,2; 52,5 punti di media annua rispetto a 52,2). L’inflazione dell’area, misurata come tasso di variazione annuo dell’indice dei prezzi al consumo, si è collocata allo 0,9 per cento in chiusura d’anno, come a dicembre 2015 ma dopo aver toccato il punto di minimo dello 0,7 per cento ad aprile del 2016. I prezzi alla produzione hanno chiuso il 2016 in aumento del 2,3 per cento annuo (-2,2 per cento nel 2015). In Italia, il prodotto interno lordo è tornato a crescere più delle attese, anche se in misura ancora moderata. Il dato reale di chiusura del 2016 è stato maggiore dell’1,1% rispetto a quello di dicembre 2015. Contestualmente si sono manifestati segnali coerenti di una certa intensificazione dell’attività economica. La produzione industriale a dicembre è aumentata addirittura del 6,6% annuo (+1,9% in media da +1,0% del 2015). Il raffreddamento del clima di fiducia delle imprese e dei consumatori (entrambi quasi continuativamente al di sopra della soglia di espansione di 100 punti nel corso del 2016, ma in calo rispetto all’an-no precedente) è condizionato dalla perdurante fragilità del mercato del lavoro. La disoc-cupazione, che frena l’espansione dei salari (-1,0% annuo i salari lordi a settembre 2016), del reddito disponibile (+1,3% annuo) e dei consumi (+0,8% annuo, ma -0,7% mensile, le vendite al dettaglio a novembre 2016) è tornata al 12,0%.L’inflazione, misurata dalla variazione annua dell’indice nazionale dei prezzi al consumo, ha gradualmente recuperato (+0,6% annuo a dicembre).

1.1.2 la politica monetaria della BCe e l’andamento dell’industria bancaria europea

Il Consiglio direttivo della BCE a marzo del 2016 ha ridotto i tassi ufficiali sui depositi, sulle operazioni di rifinanziamento principale e sulle operazioni di rifinanziamento marginale, por-tandoli rispettivamente al -0,40%, allo 0,00% e allo 0,25%. Nello stesso anno, a dicembre, è stato prolungato il piano di acquisto di titoli (Quantitative Easing) in scadenza a marzo fino a dicembre 2017 per un importo mensile ridotto di 60 miliardi di euro (dagli attuali 80). Il Federal Open Market Committee (FOMC) della Federal Reserve a dicembre del 2016 ha modificato i tassi di interesse ufficiali sui Federal Funds rialzandoli di 25 punti base dopo l’aumento della stessa dimensione di dicembre 2015. L’intervallo obiettivo sui Federal

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Funds è stato portato ad un livello compreso fra 0,50% e 0,75%.L’andamento del sistema bancario europeo nel 2016 è stato guidato da diverse tenden-ze. Da un lato, seppur con il fisiologico scarto temporale, la domanda e offerta di credito sembrano aver beneficiato della ripresa della congiuntura macroeconomica dell’Eurozona. Dall’altro lato, permangono alcuni fattori di criticità legati al rischio di credito ed alle opera-zioni di pulizia di bilancio, tuttora in essere, che hanno interessato i principali istituti bancari europei. Dal lato degli impieghi, nel 2016 si è invertito il trend negativo che aveva caratterizzato i prestiti alle società non finanziarie, con una contrazione che aveva interessato quasi tutti i paesi dell’Eurozona. A livello europeo, gli impieghi a società non finanziarie, dopo essere scesi dell’1,4% nel 2014, sono diminuiti dello 0,3% nel 2015, per poi risalire a partire dal primo trimestre del 2016 (0,8%). La crescita si è poi consolidata nei due trimestri suc-cessivi (+1,3% nel secondo e +1,5% nel terzo), per poi arrivare, nell’ultima rilevazione disponibile (novembre 2016) a 4.322 miliardi. L’incremento ha interessato maggiormente gli impieghi con durata compresa tra 1 e 5 anni (+6,7% la variazione su base annuale nel terzo trimestre del 2016) e superiore ai 5 anni (+1,8%), a fronte di una contrazione di circa 3 punti percentuali della componente con durata inferiore ad 1 anno. Dopo la modesta riduzione sperimentata nel 2014 (-0,3%), nel corso del 2015 gli impieghi destinati alle famiglie hanno mostrato un’inversione di tendenza, registrando una crescita (su base annua) pari all’1,9%. Nel 2016 si è assistito ad un consolidamento ed irrobusti-mento di tale dinamica. Nel primo trimestre l’aggregato è aumentato sui 12 mesi del 2,2%, dell’1,9% nel secondo e del 2,1% nel terzo. La crescita è stata alimentata dalla ripresa delle componenti legate al credito al consumo e ai mutui per l’acquisto di abitazioni, che nel terzo trimestre sono salite rispettivamente del 3,4% e del 2,4%. A novembre 2016, il totale dei prestiti alle famiglie è stato pari a 5.407 miliardi di euro (5.723 miliardi se si tiene conto delle correzioni per cessioni e cartolarizzazioni), di cui 4.037 miliardi per mutui e 615 miliardi destinati al credito al consumo (rispetto ai 608 di fine 2015).Per quanto riguarda la raccolta, dopo aver registrato una sostanziale riduzione durante la crisi, i depositi delle istituzioni bancarie europee sono tornati ad aumentare ed hanno confermato il trend positivo del 2015. I depositi di società non finanziarie sono cresciuti su base annua del’8% nel II trimestre e del 7,4% nel terzo trimestre del 2016, dopo l’in-cremento di 4,4 punti percentuali sperimentato nel 2015, grazie al contributo dei depositi a vista (+9,9% rispetto al terzo trimestre 2015), nonostante la contrazione registrata dai depositi con durata prestabilita inferiore ai 2 anni (-1,3% nel terzo trimestre del 2016) e dai pronti contro termine (-8,5%, sempre su base annuale). Parallelamente, i depositi delle famiglie sono saliti del 4,2% nel primo trimestre e del 4,6% nel secondo trimestre, per poi crescere del 5,1% nei tre mesi successivi fino ad arrivare, nell’ultima rilevazione disponibile relativa a novembre 2016, a circa 6.029 miliardi di euro. Anche in questo caso, l’aumento è stato guidato dalla crescita dei depositi a vista (+10,4% su base annua nel secondo trimestre del 2016 e +10,6% nel trimestre successivo).

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Per quanto riguarda i principali tassi d’interesse, è ancora in atto una generale diminuzio-ne, meno marcata rispetto a quella evidenziata nel 2015. A novembre 2016, l’indicatore composito del costo del finanziamento alle società non finanziarie è sceso all’1,82% (a di-cembre 2015 l’indice era pari al 2,10%). Lo stesso indicatore, riferito al costo del finanzia-mento alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, è diminuito nell’ultima rilevazione al 1,79% (dal 2,22% di fine 2015).

1.2 l’evoluzione dell’intermediazione creditizia nell’industria bancaria italiana1

Nel corso del 2016 la qualità del credito delle banche italiane ha beneficiato del timido e ancora incerto miglioramento del quadro congiunturale. Il Governo ha autorizzato il finan-ziamento di eventuali interventi di concessione di garanzie o di rafforzamento patrimoniale a sostegno di banche o gruppi bancari italiani; procederà alla ricapitalizzazione precauzio-nale chiesta da Banca Monte dei Paschi di Siena, nel rispetto del quadro europeo in tema di risanamento e risoluzione delle crisi bancarie e di aiuti di Stato.Nel 2016 la dinamica del credito è stata complessivamente fiacca; negli ultimi mesi dell’an-no si è registrata una certa espansione del credito al settore privato non finanziario, con un aumento anche dei prestiti alle imprese; la crescita resta però modesta e limitata ad alcuni settori e comparti. Nel complesso del sistema bancario, gli impieghi a clientela risultano in calo a dicembre 2016 dello 0,8%. Tale risultato appare coerente con i risultati dei sondaggi condotti in dicembre dall’Istat e dalla Banca d’Italia in collaborazione con “Il Sole 24 Ore” presso le aziende che riportano condizioni di accesso al credito complessivamente stabili, pur con andamenti differenziati per imprese di diverse categorie.D’altro canto, il costo del credito si colloca su livelli minimi nel confronto storico.Entrando nel dettaglio delle singole componenti, i finanziamenti alle famiglie consumatrici hanno registrato una variazione annua positiva (+1,5%). Con riguardo alle forme tecni-che dei finanziamenti, è proseguita sia la crescita dei prestiti personali, dei prestiti contro cessione di stipendio e dei finanziamenti tramite carta di credito, sostenuti dalla positiva dinamica del reddito disponibile, sia quella dei mutui per l’acquisto di abitazioni, in linea con l’ulteriore rialzo delle compravendite.Nell’ultimo scorcio dell’anno il trend dei prestiti alle imprese è stato marginalmente positivo. Permangono differenze legate al settore di attività economica: il credito alle società dei servizi e al comparto del commercio ha fatto registrare una certa ripresa; i prestiti destinati alle aziende manifatturiere si sono lievemente ridotti; la contrazione dei finanziamenti alle imprese edili si è di nuovo accentuata. Il credito alle società con 20 e più addetti ha so-stanzialmente ristagnato, mentre si è attenuata la flessione dei finanziamenti alle imprese di minore dimensione.

1 Cfr. Banca d’Italia - Bollettino Economico n° 1/2017, Banca d’Italia - Banche e Moneta: serie nazionale, feb-braio 2017.

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Nel complesso del sistema bancario, la raccolta da clientela risulta in calo a dicembre 2016 dell’1,2%. Tra agosto e novembre la raccolta complessiva delle banche italiane è rimasta sostanzialmente stabile; l’aumento dei depositi dei residenti e il maggiore ricorso alle operazioni di rifinanziamento presso l’Eurosistema hanno compensato il calo delle ob-bligazioni detenute dalle famiglie. È proseguita la contrazione delle obbligazioni collocate presso intermediari e investitori istituzionali. A dicembre 2016 i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie, sono stati pari al 2,32%; quelli sulle nuo-ve erogazioni di credito al consumo sono scesi al 7,64%. I tassi di interesse sui nuovi pre-stiti alle società non finanziarie sono risultati pari all’1,54% (1,56% nel mese precedente); quelli su importi fino a 1 milione di euro sono stati pari al 2,27%, quelli su importi superiori a tale soglia all’1,12%. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono rimasti stabili.

Tassi di interesse bancari sui prestiti in europer settore: nuove operazioni(valori percentuali)

Il timido miglioramento delle prospettive dell’economia si è riflesso favorevolmente sulla qualità del credito delle banche italiane. A dicembre 2016 il rapporto tra i finanziamenti deteriorati e il totale degli impieghi si è attestato al 17,54% contro il 18,33% dell’anno precedente.Con riguardo agli aspetti reddituali dell’industria bancaria, nei primi nove mesi del 2016 la redditività dei gruppi significativi è diminuita rispetto allo stesso periodo dell’anno pre-cedente: il rendimento annualizzato del capitale e delle riserve (ROE) è sceso all’1,4%

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Relazione degli amm

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(dal 3,8% di fine 2015). Si sono ridotti sia il margine di interesse sia gli altri ricavi. I costi operativi sono aumentati, prevalentemente per gli oneri straordinari connessi con i piani di incentivazione all’esodo di parte del personale e con le contribuzioni ai fondi di garanzia dei depositi e di risoluzione. Il risultato di gestione è diminuito di circa un quinto. Le rettifiche di valore su crediti sono cresciute del 20,6%, a seguito del significativo incremento dei tassi di copertura delle esposizioni deteriorate da parte di alcuni intermediari.

1.3 l’andamento delle BCC-Cr nel contesto del sistema bancario2

Nel corso dell’anno è proseguito all’interno del Credito Cooperativo il significativo proces-so di aggregazione già rilevato nello scorso esercizio.Sul fronte del funding, nel corso del 2016 è proseguito il riassorbimento del trend di espan-sione della provvista complessiva già evidenziato nel corso del 2015, sia con riguardo alla componente di raccolta interbancaria che a quella da clientela.Con riguardo all’attività di finanziamento, nel corso del 2016 si è registrata una modesta riduzione su base d’anno degli impieghi a clientela.

1.3.1 Gli assetti strutturali

Nel corso dell’ultimo anno il numero delle BCC-CR è passato dalle 364 di dicembre 2015 alle 318 di dicembre 2016. Nello stesso periodo il numero degli sportelli è passato da 4.414 a 4.317 unità. Nonostante l’intenso processo di aggregazione, il sistema del Credito Cooperativo ha pre-servato la capillare copertura territoriale in accordo con il principio di vicinanza e prossimità alla clientela tipico del modello di servizio di una banca cooperativa a radicamento locale.Alla fine del III trimestre dell’anno le BCC-CR risultano presenti in 101 province e in 2.672 comuni. In 576 comuni le BCC-CR rappresentano l’unica presenza bancaria, mentre in 566 comuni operano in concorrenza con un solo intermediario. Nell’82 per cento dei co-muni bancati dalla categoria sono presenti sportelli di una sola BCC. Tra i canali distributivi, la quota delle BCC-CR è rilevante anche nei terminali POS e negli ATM (oltre il 12% del mercato).I dipendenti delle BCC-CR sono pari alla fine del terzo trimestre 2016 a 30.809 unità, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-2%); alla stessa data, nella media dell’industria bancaria, si registra una contrazione degli organici pari al -0,6%. I dipendenti complessivi del Credito Cooperativo, compresi quelli delle società del sistema, superano le 36.000 unità.Il numero totale dei soci è pari a settembre 2016 a 1.243.257 unità, con un incremento dello 0,8% su base d’anno. Tale dinamica è il risultato della crescita dello 0,3% del numero

2 Le informazioni sulle BCC sono di fonte B.I. (flusso di ritorno BASTRA B.I. e Albo sportelli) o frutto di elabora-zioni effettuate dal Servizio Studi, Ricerche e Statistiche di Federcasse sulla base delle segnalazioni di vigilanza disponibili.

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dei soci affidati, che ammontano a 482.933 unità e della crescita più sostenuta (+1,0%) del numero di soci non affidati, che ammontano a 760.324 unità.

1.3.2 lo sviluppo dell’intermediazione

In un quadro congiunturale ancora incerto, nel corso del 2016 si è assistito per le BCC-CR ad una modesta diminuzione dei finanziamenti lordi erogati, in linea con la dinamica del credito complessivamente fiacca rilevata nell’industria bancaria.Sul fronte della raccolta, si è rilevata la prosecuzione del trend di progressivo riassorbi-mento che aveva caratterizzato il precedente esercizio. La contrazione della raccolta da clientela è inferiore a quella registrata per l’industria bancaria nel suo complesso.In considerazione di tali dinamiche, la quota delle BCC-CR nel mercato degli impieghi si è mantenuta costante al 7,2%; la quota BCC nel mercato della raccolta diretta ha subito nel corso del 2016 una leggera crescita e si è attestata a novembre al 7,7% (7,6% a novembre 2015). Includendo i finanziamenti delle banche di secondo livello della categoria, la quota di mercato del Credito Cooperativo negli impieghi sale all’8%.

Attività di impiego

Gli impieghi lordi a clientela delle BCC-CR sono pari a dicembre 2016 a 132,8 miliardi di euro, con una diminuzione su base d’anno dello 0,8% in linea con il complesso della industria bancaria. A livello territoriale la situazione appare diversificata: nell’area Sud si riscontra a novembre 2016 una variazione annua positiva (+1,5%). Considerando anche i finanziamenti erogati dalle banche di secondo livello del Credito Cooperativo, gli impieghi della Categoria superano i 149 miliardi di euro, per una quota di mercato dell’8%.Con riguardo alle forme tecniche del credito, gli impieghi delle BCC-CR a novembre 2016 risultano costituiti per il 71% da mutui (53,6% nella media di sistema). I mutui delle BCC-CR superano a tale data i 94 miliardi di euro, in crescita significativa (+1,8%) rispetto a novembre 2015 (-0,1% mediamente nel sistema bancario); oltre il 40% sono mutui su immobili residenziali. La quota BCC-CR nel mercato dei mutui è pari al 9,7%.Nel contesto generale di modesta riduzione nell’erogazione di finanziamenti già descritta, con riferimento ai settori di destinazione del credito degli impieghi a residenti si registra a novembre 2016 una variazione positiva degli impieghi a famiglie consumatrici (+2,6% con-tro il +1,5% registrato nell’industria bancaria complessiva). Crescono anche gli impieghi a società finanziarie (+10,6% contro il -4,8% dell’industria bancaria), anche se l’importo di tali finanziamenti incide in misura ridotta sul totale dei finanziamenti delle BCC-CR. Gli impieghi a famiglie produttrici sono in sostanziale stazionarietà (-2,3%, inferiore al -3,1% rilevato nella media di sistema). Le quote di mercato delle BCC-CR nei settori d’elezione di destinazione del credito permangono molto elevate: 17,9% nel credito a famiglie pro-duttrici, 8,6% nel credito a famiglie consumatrici, 8,5% nei finanziamenti a società non finanziarie. La quota BCC nel mercato dei finanziamenti al settore non profit è pari, infine,

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al 13,2%. Con specifico riguardo al credito alle imprese, a novembre 2016 gli impieghi lordi erogati dalle BCC-CR e destinati al settore produttivo sono pari a 82,2 miliardi di euro, per una quota di mercato pari al 9,4%. Considerando anche gli impieghi alle imprese erogati dalle banche di secondo livello del credito cooperativo, l’ammontare di finanziamenti lordi sale a 93,2 miliardi di euro. La quota di mercato dell’intera categoria nei finanziamenti alle impre-se supera a novembre 2016 il 10,7%. Si conferma a fine anno il permanere di una concentrazione nel comparto “costruzioni e attività immobiliari” superiore per le BCC-CR rispetto alla media delle banche e di una significativa incidenza dei finanziamenti all’agricoltura.In relazione alla dinamica di crescita, le informazioni riferite a novembre segnalano, in un contesto di persistente rischiosità dei prenditori di fondi, la prosecuzione del trend negativo dei finanziamenti erogati al settore produttivo; i crediti alle imprese presentano una varia-zione annua pari a -3,6% per le BCC-CR e -2,4% per l’industria bancaria (rispettivamente -3% e -1,6% a fine 2015). Risultano, invece, in significativa contrazione su base d’anno i finanziamenti al comparto “costruzioni e attività immobiliari” (-6,3%) e al comparto “attività manifatturiere” (-4,2%). Permangono elevate - in crescita rispetto a fine 2015 - le quote di mercato delle BCC rela-tive al comparto agricolo (18,6%) e alle “attività di servizi di alloggio e ristorazione” (18,4%). Stazionaria la quota di mercato relativa al “commercio” (10,0%) e al comparto “costruzioni e attività immobiliari” (10,9%), in leggera diminuzione la quota relativa ai finanziamenti alle attività manifatturiere (7,3% dal 7,5% di fine 2015).

Qualità del credito

Con riferimento alla qualità del credito, le informazioni di dicembre rivelano una certa ripre-sa nella dinamica di crescita delle sofferenze: la variazione su base d’anno dell’aggregato è pari a +3,6% contro una riduzione seppur marginale dello 0,1% registrata nell’industria bancaria nel suo complesso. Il rapporto sofferenze/impieghi sale dal 10,81% del 2015 all’11,29% contro il 10,80% del sistema. La crescita delle sofferenze è controbilancia-ta dalla sensibile riduzione delle inadempienze probabili (-9,1% su base annua contro il 7,7% registrato nel complesso della industria bancaria). I crediti deteriorati si attestano al 19,25% degli impieghi totali (17,54% nel complesso dell’industria bancaria) con un miglio-ramento dello 0,40% rispetto al 2015. Il rapporto sofferenze/impieghi si mantiene inferiore alla media di sistema nei settori d’ele-zione della categoria: famiglie consumatrici e produttrici e nella forma tecnica dei mutui che rappresenta, come già richiamato, oltre il 70% degli impieghi complessivamente erogati dalle BCC-CR. Con specifico riguardo alla qualità del credito erogato alle imprese, si rileva una progressiva crescita del rapporto sofferenze/impieghi nel comparto costruzioni e attivi-tà immobiliari (il rapporto è pari a novembre al 24,6%). Da tale comparto provengono oltre la metà delle sofferenze su impieghi alle imprese delle banche della categoria.

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Il tasso di copertura dei crediti deteriorati è oramai non significativamente difforme da quello rilevato nell’industria bancaria: la semestrale 2016 evidenzia un coverage ratio com-plessivo (rapporto tra le rettifiche già approvate in bilancio e il totale delle esposizioni lorde) pari per le BCC-CR al 42,3%, contro il 43,6% del complesso delle banche meno signi-ficative (vigilate dalla Banca d’Italia) e il 46,6% del complesso delle banche significative (vigilate direttamente dalla BCE). Il tasso di copertura delle sofferenze è pari a giugno 2016 rispettivamente al 56,1% per le BCC-CR, al 57,6% per il complesso delle banche meno significative e al 58,8% per le banche significative. Per le BCC-CR e, più in generale, per tutte le banche meno significative, i tassi di copertura sono inferiori alla media dell’industria bancaria, in ragione della quota più ampia di prestiti assistiti da garanzie, come evidenziato anche da uno studio di Mediobanca del febbraio scorso. Il credito concesso dalle BCC-CR risulta, infatti, storicamente caratterizzato da una più ampia presenza di garanzie rispetto alla media dell’industria bancaria e, in partico-lare, di garanzie di natura reale. In particolare, la percentuale di crediti in sofferenza assistiti da garanzia reale per le BCC è del 60%; un altro 21,4% è assistito da garanzie personali. Per le esposizioni deteriorate le percentuali sono del 64,5% e del 18,6%. Per quanto concerne l’industria bancaria complessiva, la percentuale di crediti in sofferen-za assistiti da garanzia reale è del 47,3%; il 19,7% ha garanzie personali; per le esposizioni deteriorate le percentuali sono del 51,1% e 16,2%.Il citato studio di Mediobanca documenta che la quota dei crediti deteriorati garantita è in media del 72% per le Spa, 76% per le Popolari, ma la copertura sale per il Credito Coo-perativo fino all’87,8%.

Attività di raccolta

Sul fronte della raccolta, nel corso del 2016 si è registrata la prosecuzione del trend di progressivo riassorbimento che aveva caratterizzato il precedente esercizio. La provvista totale delle banche della categoria è pari a dicembre 2016 a 194,3 miliardi di euro e fa rilevare una diminuzione dello 0,7% su base d’anno a fronte di una riduzione più modesta rilevata nell’industria bancaria (-0,1%).Alla stessa data la raccolta da clientela delle BCC-CR ammonta a 160,1 miliardi, con una diminuzione su base d’anno dello 0,4% (-1,2% per il complesso delle banche). Le componenti della raccolta da clientela più liquide hanno mantenuto un trend positivo, mentre la raccolta a scadenza ha fatto registrare una decisa contrazione. In particolare, i conti correnti passivi sono cresciuti del 14,3% (11,2% nel complesso della industria ban-caria).I certificati di depositi e le obbligazioni emesse dalle BCC presentano, al contrario, una significativa contrazione (rispettivamente -5,3% e -24,8% contro un -22,2% e un -16,4 registrato per l’industria bancaria).La raccolta da banche delle BCC-CR è pari a dicembre 2016 a 34,2 miliardi di euro (-1,9%

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Relazione degli amm

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contro il +2,6% dell’industria bancaria complessiva).La provvista complessiva delle banche della categoria risulta composta per l’82% da rac-colta da clientela e obbligazioni e per il 18% da raccolta interbancaria. La composizione risulta significativamente diversa per la media dell’industria dove l’incidenza della raccolta da banche supera il 30% a dicembre 2016.

Posizione patrimoniale

La dotazione patrimoniale delle banche della categoria permane un asset strategico: l’ag-gregato “capitale e riserve” delle BCC-CR è pari a novembre (ultimo disponibile) a 20 miliardi di euro.Il Tier1 ratio ed il Total Capital ratio delle BCC sono pari a settembre 2016 rispettivamente al 16,8% ed al 17,2%, in crescita rispetto alla fine del 2015.

Distribuzione delle BCC sulla base del TIER1/CET1 ratio a 09/ 2016 (316 BCC-CR)

Il 63,9% delle BCC-CR ha un TIER1/CET1 ratio compreso tra il 12% e il 22%

Il confronto con il totale delle banche, evidenzia il permanere di un ampio divario a favore delle banche della Categoria.

Aspetti reddituali

La debole domanda di credito e i bassi tassi di interesse hanno concorso alla sensibile riduzione del contributo dell’intermediazione primaria alla redditività delle BCC. Allo stesso tempo si è registrato un contenimento dello straordinario contributo del trading su titoli che aveva trainato la redditività dell’esercizio precedente. L’apporto delle commissioni nette ha compensato solo parzialmente la riduzione di queste due componenti. Le risultanze della semestrale 2016 delle BCC-CR fanno registrare un utile netto aggregato negativo pari a -74 milioni di euro.

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Un’analisi di dettaglio condotta su di un campione di 348 BCC-CR sulle 355 complessi-vamente operanti a giugno 2016 evidenziano che 81 BCC-CR risultano in perdita (23,3% del campione analizzato, contro il 20,0% registrato a giugno 2015); tra queste 11 BCC presentano una perdita maggiore di 10 milioni di euro e altre 8 BCC presentano una perdi-ta compresa tra 5 e 10 milioni di euro. Alcune delle banche in forte perdita a giugno sono state coinvolte nei mesi successivi in operazioni di aggregazione/salvataggio interno alla Categoria. Complessivamente le perdite in capo alle BCC-CR ammontano a 375 milioni di euro (+51,2% su base d’anno). Le restanti BCC-CR registrano un utile aggregato pari complessivamente a 301 milioni di euro (-26,6% annuo).In particolare, il bilancio semestrale aggregato 2016 evidenzia:• Sensibile contrazione del margine di interesse (-5,1%, superiore al -4,6% rilevato a

giugno 2015). La contrazione del margine di interesse, comune a tutte le aree, è più rilevante nell’area Nord-Est (-6,8%) e nel Nord-Ovest (-6,1%).

• Buona crescita delle commissioni nette: +4,2 per cento, più rilevante nell’area Centro e Sud (rispettivamente +7,8% e +8,9%). Riduzione del contributo del trading su titoli: l’utile da cessione o riacquisto di attività e passività finanziarie (voce 100 CE) presenta un decremento pari a -60,5% (-1,1% a giugno 2015).

• Contrazione significativa del margine di intermediazione (-20,1% contro il -2,3% di giu-gno 2015). La contrazione del margine è particolarmente rilevante nell’area Nord-Ovest (-26,8%).

• Riduzione significativa delle rettifiche e riprese di valore (voce 130) -36,8%, a fronte della crescita rilevante registrata a metà 2015 (+23,7%). L’aggregato ammonta a 984,6 milioni di euro e incide per lo 0,8 per cento sui crediti da clientela (1,3% a giugno 2015).

• Crescita delle spese amministrative (+2,8% contro il +2,2% di dodici mesi prima), più accentuata per quanto concerne le spese diverse da quelle per il personale (+4,7). La crescita dell’aggregato è particolarmente elevata nell’area Centro (+5,7%).

• Crescita del cost income ratio: dal 51,6% al 66,5% per cento.Le informazioni andamentali riferite a settembre 2016 confermano le tendenze evidenziate dalla semestrale.

1.4 l’impatto dell’unione Bancaria

L’Unione Bancaria è oggi una realtà che ha ridisegnato completamente il sistema ban-cario europeo. Il suo progetto è stato scritto per completare l’Unione Economica e Monetaria e, dopo la crisi globale iniziata nel 2007, per assicurare al sistema bancario europeo qualità crescente del governo societario e comuni e più elevati requisiti prudenziali in materia di capitale e di liquidità, di modo da prevenire e gestire le situazioni di crisi con il contributo degli interme-diari e senza oneri per i contribuenti.Il “primo pilastro” dell’Unione Bancaria, il Meccanismo di Vigilanza Unico basato sul c.s. single rule book (Direttiva CRD IV e Regolamento CRR), è stato avviato dal novembre 2014.

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Dal 1° gennaio 2016 è divenuto pienamente operativo anche il “secondo pilastro” dell’U-nione, il Meccanismo di Risoluzione Unico delle crisi bancarie, figlio della BRRD (Banks Recovery and Resolution Directive), direttiva che determina una rivoluzione copernicana, riassumibile nel passaggio dal bail-out al bail-in, ovvero nel principio secondo il quale la cri-si di una banca deve essere risolta utilizzando in via prioritaria le risorse finanziarie interne alle Banche, non gravando sui bilanci degli Stati.La direttiva 2014/49/UE, relativa al sistema di garanzia dei depositi (c.d. DGS), è stata recepita in via definitiva con il Decreto Legislativo n. 30 del 15 febbraio 2016 le cui norme hanno introdotto alcune rilevanti previsioni riguardanti principalmente: • il finanziamento ex ante dei Fondi pari allo 0,80% dei depositi protetti, da costituire

entro il 2024; • la contribuzione basata anche sul rischio delle banche aderenti secondo le linee guida

dell’Autorità bancaria europea;• la possibilità di richiamare l’intervento di un DGS nell’ambito di una procedura di risolu-

zione;• il rimborso dei depositanti entro sette giorni lavorativi in caso di liquidazione atomistica

di una banca aderente, con possibilità di richiamare ulteriori fondi fino a un massimo dello 0,50% dei depositi protetti;

• l’eliminazione dell’autorizzazione della Banca d’Italia per l’effettuazione degli interventi;• la possibilità di istituire all’interno del DGS meccanismi di contribuzione aggiuntiva a

carattere volontario esenti dalla normativa sugli aiuti di Stato.Resta, tuttora, da completare il cosiddetto “terzo pilastro” dell’Unione Bancaria relativo alla costituzione del Meccanismo Unico di Assicurazione dei Depositi (EDIS-European Deposit Insurance Scheme).

1.5 il bilancio di coerenza

Le BCC da sempre interpretano il proprio fare banca nella logica, sancita nello Statuto, di offrire un vantaggio ai propri soci e al proprio territorio. In tal modo lasciano nei territori un’impronta non soltanto economica, ma anche sociale ed ambientale. In particolare, come misurato nel Bilancio di Coerenza del Credito Cooperativo - Rap-porto 2016, le BCC hanno continuato a sostenere l’economia reale, con un’attenzione particolare ai piccoli operatori economici e alle famiglie.

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1.6 le prospettive

Le BCC negli ultimi vent’anni hanno svolto una preziosa funzione di sostegno all’economia reale, anche durante il lungo periodo di crisi; hanno accresciuto le proprie quote di mercato in maniera significativa e la propria efficienza operativa; hanno costruito un’identità comu-ne; hanno organizzato una originale “rete di sicurezza” che ha garantito stabilità e preser-vato clienti e collettività da ogni onere relativo alla gestione delle difficoltà di alcune aziende del proprio Sistema; hanno prodotto forme efficaci di auto-organizzazione, a partire dalla nascita o dal rafforzamento di enti e società di Sistema “sussidiarie” alla loro operatività. Tutto ciò costituisce un patrimonio unico; unico in quanto originale e unico in quanto indi-visibile.Tuttavia il Credito Cooperativo è anche consapevole delle vulnerabilità del proprio attuale modello di business. La redditività è ancora fortemente dipendente dal margine di inte-resse e, per i ricavi da servizi, da attività aggredibili dalla concorrenza. I costi operativi hanno mostrato negli ultimi anni una forte rigidità, dovuta in parte anche alla scelta di salvaguardare i livelli occupazionali e le relazioni bancarie con il territorio. Il volume dei cre-diti deteriorati richiede un approccio a livello di “Sistema Paese” e di “Sistema BCC”, ma le percentuali di copertura migliorano e in media sono ormai in linea con quelle del resto dell’industria bancaria. La struttura organizzativa a network ha mostrato lentezze e farragi-nosità in alcuni processi decisionali. Il rapporto mutualistico con i Soci e i territori in alcune realtà va vitalizzato e sviluppato nel senso della modernità.Opportunità da cogliere derivano dalla Legge di Bilancio 2017, sia per le previsioni di na-tura giuslavoristica sia per quelle riferite al sostegno della crescita.La legge, infatti, da un lato contiene disposizioni che incentivano il ricorso alle prestazioni straordinarie di sostegno al reddito (c.d. assegno straordinario - prepensionamenti) ero-gate dal “Fondo di solidarietà” di diretto interesse per il Sistema del Credito Cooperativo e di detassazione dei premi di risultato connessi al welfare aziendale; dall’altro, prevede importanti misure di sostegno alla crescita (es. la conferma della maggiorazione del 40% degli ammortamenti, cd. superammortamento, e l’istituzione di una nuova maggiorazione, pari al 150%, per gli ammortamenti su beni ad alto contenuto tecnologico, cd. iperammor-tamento; l’estensione degli incentivi fiscali per le start-up innovative e per le PMI innovative; la proroga delle misure di detrazione per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici; l’introduzione del c.d. sismabonus).Le BCC sono consapevoli sia delle improrogabili esigenze di cambiamento sia del valore della loro identità industriale, anche in rapporto alla morfologia del sistema produttivo ita-liano e al tessuto sociale del nostro Paese. Per questo hanno voluto interpretare la Riforma del Credito Cooperativo come opportuni-tà, non soltanto come necessità, decidendo di non subirla, ma di collaborare a costruirla e a caratterizzarla.Se prospettive di unitarietà sul fronte dell’attuazione del nuovo assetto a Gruppo avrebbe-ro consentito il raggiungimento di maggiori economie di scala e di diversificazione, più forti

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capacità di investimento (in particolare nell’ambito cruciale della digitalizzazione), maggiore reputazione e standing sui mercati, maggiore diversificazione del rischio geo-settoriale con effetti positivi sul funzionamento del mercato del credito, comunque la prospettiva di un maggior coordinamento all’interno del Sistema favorirà il presidio della stabilità della cate-goria e della complessiva capacità di servizio alle esigenze di Soci e Clienti.In questa fase transitoria verso il passaggio al nuovo assetto “a Gruppo” il legislatore ha assegnato a Federcasse il delicato compito di promuovere e istituire – in un brevissimo lasso di tempo – il Fondo Temporaneo. Tale prezioso strumento è attivo dalla fine di giugno del 2016 e sta svolgendo un compito in parte nuovo, in quanto finalizzato non più alla soluzione di crisi di BCC, come è stato il Fondi di Garanzia dei Depositanti (FGD) per un lungo periodo, bensì destinato dal legisla-tore a favorire un processo di razionalizzazione del Credito Cooperativo, funzionale al con-seguimento di un nuovo assetto giuridico e organizzativo per le banche della Categoria. Si tratta di un mestiere “a tempo” e sfidante, che può avvalersi dell’esperienza dei Fondi di garanzia della Categoria ed i cui impegni verranno ereditati dai Gruppi Bancari Cooperativi che si costituiranno. Sul piano del modello di servizio ai nostri Soci e alle comunità locali, non possiamo non sentirci interrogati dal processo di costante digitalizzazione dell’operatività bancaria, che le analisi documentano crescere ad un ritmo di poco inferiore al 10% ogni anno.Ma, poiché il “fare banca” non può ridursi a semplice transazione, essendo anche consu-lenza, supporto, accompagnamento, possiamo affermare che restano spazi di servizio per la BCC da occupare e re-interpretare.Soci e Clienti chiedono soluzioni, non semplicemente prodotti. E l’offerta di soluzioni, ade-guate e convenienti, debbono essere sostenute da un tessuto solido di fiducia e relazione, elementi che tradizionalmente costituiscono “fattori della produzione” nel modello delle BCC. La minaccia per una BCC non deriva semplicemente dal contesto competitivo o dall’o-nerosità degli adempimenti regolamentari. La minaccia si nasconde anche nel pensare di doversi adattare alla modernità cambiando il DNA, nel ritenere che la mutualità sia poesia e la sostanza sia altra cosa, nell’imitare – in ritardo peraltro – quello che fanno altre banche. La mutualità è la ragione per la quale ogni BCC esiste. Ed è fattore distintivo che è già oggi fattore di successo. Fattore che assume sempre più una valenza strategica e distintiva, confermandosi nel contempo fonte di redditività. Se una BCC fosse semplicemente “una banca”, sarebbe soltanto una tra le più piccole esponenti di una specie. L’energia delle BCC sta nella parte distintiva, così come il DNA dell’uomo è omogeneo per il 98-99% a quello degli animali, ma è quel 1-2% che fa la differenza. La prospettiva, quindi, non è semplicemente quella di custodire l’identità riponendola in uno scaffale, ma di interpretarla estensivamente, valorizzarla e rappresentarla.

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Relazione degli amm

inistratori

1.7 il conseguimento degli scopi statutari: criteri seguiti nella gestione sociale per il conseguimento dello scopo mutualistico della società

cooperativa ai sensi dell’art. 2 l. 59/92 e dell’art. 2545 c. c.

Prima di illustrare l’andamento della gestione aziendale, vengono indicati, ai sensi dell’art. 2545 c.c. “i criteri seguiti nella gestione sociale per il conseguimento dello scopo mutuali-stico”, ripresi anche dall’art. 2 della Legge n. 59/92.L’art. 2 della legge 59/92 e l’art. 2545 c.c. dispongono che “nelle società cooperative e nei loro consorzi, la relazione degli amministratori ... deve indicare specificamente i criteri seguiti nella gestione sociale per il conseguimento dello scopo mutualistico”.La Banca di Credito Cooperativo di Massafra esprime la sua vocazione mutualistica lungo tre direttrici:Interna: rivolta ai soci; le agevolazioni e i benefici di cui i soci si avvantaggiano sono di natura bancaria ed extrabancaria. Non tutti sono per tale ragione monetizzabili, anche se hanno un indubbio valore sul piano economico; è proseguita l’offerta di prodotti e servizi bancari a favore dei soci a condizioni vantaggiose, confermando l’offerta esistente e ri-manendo sempre vicini alle esigenze dei soci e della clientela minore che notoriamente incontra maggiori difficoltà nell’ottenere ascolto.In particolare, rileva il vantaggio riservato ai soci in termini di tasso su tutti i finanziamenti offerti: tale vantaggio risulta oggi di 150 bps (1,50%) per i finanziamenti non ipotecari e di 50 bps (0,50%) per i finanziamenti ipotecari.Rileva, inoltre, il lancio del prodotto MASSAFRA MIA, finanziamento chirografario finalizzato all’acquisto e/o ristrutturazione di immobili siti nel centro storico di Massafra. In un’ottica di continuità con la campagna di comunicazione “CONTACI”, il Consiglio di Amministrazione della Banca ha deciso il lancio di un prodotto estremamente competitivo e con un brand dal forte contenuto emozionale, un semplicissimo finanziamento non ipotecario finalizzato alla più ampia valorizzazione del centro storico di Massafra; a tal fine è stato stanziato un rilevante plafond iniziale pari a 6 milioni di euro. È stato rispettato il requisito dell’operatività prevalente con i soci in osservanza di quanto stabilito dalla normativa di vigilanza.Esterna: diretta alla comunità locale e al territorio nel quale operiamo al fine di assicurare vantaggi ai soci e alla comunità sotto il profilo morale, culturale, economico ed accrescen-done l’educazione al risparmio ed alla coesione sociale. Anche nel 2016, la Banca non ha fatto mancare il suo sostegno al territorio con iniziative di solidarietà e di partecipazione alle iniziative locali ponendo una forte attenzione al territorio al fine di rafforzare la cultura dello “stare insieme”. A tale attività è dedicato uno specifico documento allegato al bilancio e denominato “Oltre i numeri”.Di sistema: espressa nelle relazioni “di rete” all’interno del movimento del Credito Coo-perativo. Sin dall’avvio, la Banca ha pienamente aderito alla strategia della “cooperazione di rete” con le altre società di gruppo appartenenti alle strutture di categoria del credito

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cooperativo. Il vantaggio di tale scelta è di beneficiare di economie di scala che richiedo-no competenze specialistiche; economie di scala che si auspica possano ulteriormente rafforzarsi nell’ambito del percorso di completamento del disegno di riforma del Credito Cooperativo.

2lA GeStiOne DellA BAnCA: AnDAmentO DellA GeStiOne e DinAmiCHe Dei PrinCiPAli AGGreGAti Di StAtO PAtrimOniAle e Di COntO eCOnOmiCO.

2.1 Premessa

Nel 2016 è proseguita la crescita della Banca attraverso il perseguimento di una globale ed attenta gestione delle necessità del socio e cliente, nel rispetto della sana e prudente gestione. I rapporti di deposito a fine 2016 sono n. 3.924 rispetto a n. 3.764 di fine 2015. Il dato ha registrato un incremento di n. 160 rapporti pari al 4,3%. La crescita si è avuta tanto nella forma tecnica dei conti correnti quanto in quella dei depositi a risparmio; i rendimenti decrescenti dei certificati di deposito hanno determinato, invece, un calo significativo del numero di tali rapporti in linea con le tendenze registrate nell’industria bancaria. La composizione dell’aggregato è la seguente:

Depositi 31/12/2016 31/12/2015 Variazione assoluta Variazione %

Conti correnti 2.791 2.645 146 5,5

Depositi a risparmio 1.024 973 51 5,2

Certificati di deposito 109 146 -37 -25,3

Totale 3.924 3.764 160 4,3

I rapporti di impiego verso clientela a fine 2016 sono n. 1.636, rispetto a n. 1.616 di fine 2015. Particolarmente rilevante appare la variazione positiva dei rapporti di mutuo che re-gistrano per il secondo anno consecutivo una variazione significativa (+8,3% dopo il 6,4% registrato nel 2015).

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Relazione degli amm

inistratori

La composizione dell’aggregato è la seguente:

Impieghi 31/12/2016 31/12/2015 Variazione assoluta Variazione %

Conti correnti 640 656 -16 -2,4

Mutui 663 612 51 8,3

Portafoglio sbf 81 89 -8 -9,0

Portafoglio effetti 70 77 -7 -9,1

Sofferenze 182 182 - -

Totale 1.636 1.616 20 1,2

2.2 Gli aggregati patrimoniali

Al 31 dicembre 2016, le masse complessivamente intermediate, costituite dalla raccolta totale della clientela e delle banche, nonché da tutti gli impieghi effettuati, ammontano a 188.403 migliaia di euro, evidenziando un decremento di 4.702 migliaia di euro rispetto al 31 dicembre 2015 (-2,4%).

la raccolta totale della clientela

La raccolta totale da clientela, costituita dalla raccolta diretta, amministrata e gestita per conto della clientela, si è attestata alla fine del 2016 a 82.222 migliaia di euro con un in-cremento del 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2015. La composizione dell’aggregato è la seguente:

VOCE (in migliaia di euro) 31/12/2016 31/12/2015 Variazione assoluta Variazione %

Raccolta diretta 72.069 70.982 1.087 1,5

Raccolta indiretta 10.153 6.766 3.387 50,1

di cui :

Risparmio amministrato 3.807 4.568 -761 -16,7

Risparmio gestito e assicurativo 6.346 2.198 4.148 188,7

Totale Raccolta 82.222 77.748 4.474 5,8

Analizzando nel dettaglio la dinamica della raccolta totale emerge un incremento di ogni sua componente:• la raccolta diretta ha registrato una performance positiva con una crescita dell1,5% che

si contrappone alla variazione negativa delle banche della categoria, in calo dello 0,4% su base annua a dicembre 2016.

In tale ambito la Banca ha registrato, pertanto, una performance in controtendenza rispet-to al sistema BCC-CR e all’industria bancaria nel suo complesso che ha registrato una contrazione dell’1,2%.

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• La raccolta indiretta ha registrato per il secondo anno consecutivo una performan-ce in doppia cifra e, peraltro, in ulteriore miglioramento rispetto al 2015; una crescita del 50,1%, favorita principalmente dall’incremento del risparmio gestito e assicurativo, quasi triplicato (+188,7%) rispetto all’esercizio precedente in linea con i nuovi indirizzi strategici delineati dal Consiglio di Amministrazione.

La variazione positiva della raccolta diretta è stata favorita, in linea con la dinamica rela-tiva alla numerosità dei rapporti, dalla crescita dei conti correnti come dimostra la tabella seguente:

VOCE (in migliaia di euro)

31/12/2016 31/12/2015 Variazione assoluta Variazione %

Valore % sul totale Valore % sul totale

Conti correnti 54.040 75,0 51.260 72,2 2.780 5,4

Depositi a risparmio 10.783 15,0 10.666 15,0 117 1,1

Certificati di deposito 7.055 9,8 8.724 12,3 -1.669 -19,1

Altri debiti 191 0,2 332 0,5 -141 -42,4

Totale Raccolta diretta 72.069 100,0 70.982 100,0 1.087 1,5

La tabella rileva una rilevante crescita della componente della raccolta più liquida e funzio-nale: i conti correnti sono cresciuti, infatti, del 5,4% mentre sono rimasti sostanzialmente stabili i depositi a risparmio (+1,1%); il dato relativo ai conti correnti ha determinato, quindi, un ulteriore incremento del rapporto di composizione relativo a tale forma tecnica (passato dal 72,2% al 75,0%) e ha ampiamente compensato il calo registrato nei certificati di de-posito (-19,1%). Calo questo in linea con le tendenze rilevate nell’industria bancaria, nelle forme tecniche di raccolta a scadenza e, specialmente, nelle obbligazioni.La bontà delle performance appaiono ancora più evidenti se si considera che nel corso del 2016 la Banca ha realizzato una energica azione di contenimento del costo della raccolta che ne ha favorito la riduzione del 50,7%: il costo medio della raccolta diretta è passato, infatti, dallo 0,832% di dicembre 2015 allo 0,410% di dicembre 2016. Considerando, peraltro, che tale azione è stata posta in essere nel corso del 2016 si può affermare che gli effetti economici di tale intervento, ampiamente evidenti nel Conto Eco-nomico del presente bilancio, esprimeranno la loro piena efficacia nel 2017.

Gli impieghi con la clientela

I crediti per cassa con clientela al netto delle rettifiche di valore (voce 70 dell’attivo) si at-testano al 31 dicembre 2016 a 35.065 migliaia di euro, segnando un robusto incremento dell’11,2% rispetto al 31 dicembre 2015. Tale dinamica appare evidente anche con riferi-mento ai dati lordi essendo passati i crediti per cassa con clientela al lordo delle rettifiche da 35.465 migliaia di euro a 38.892 migliaia di euro con un incremento del 9,7%. I risultati registrati si presentano in evidente controtendenza con le risultanze riscontrate a dicembre 2016 nel sistema BCC e nel complesso dell’intera industria bancaria che hanno registrato un calo di poco inferiore al punto percentuale.

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Relazione degli amm

inistratori

La composizione dell’aggregato netto è la seguente:

VOCE (in migliaia di euro)

31/12/2016 31/12/2015 Variazione assoluta Variazione %

Valore % sul totale Valore % sul totale

Conti correnti 3.711 10,6 4.299 13,7 -588 -13,7

Mutui 23.812 67,9 18.538 58,8 5.274 28,5

Altri finanziamenti 3.291 9,4 3.448 10,9 -157 -4,6

Attività deteriorate nette 4.148 11,8 5.237 16,6 -1.089 -20,8

Titoli di debito 103 0,3 - - 103 n/a

Totale Impieghi con clientela 35.065 100,0 31.522 100,0 3.543 11,2

La performance registrata è evidentemente imputabile alla crescita dei mutui che, anche grazie alla validità dei nuovi prodotti lanciati (CASA MIA, MUTUO IDEA, MASSAFRA MIA) e alla efficacia delle connesse politiche di marketing, hanno evidenziato una crescita soste-nuta (+28,5%) e in ulteriore rafforzamento rispetto al 2015 (+15,6%). In tale ambito il gap favorevole rispetto al resto del sistema BCC-CR e al complesso dell’industria bancaria è estremamente ampio.In linea con il trend del 2015, segnano il passo invece i conti correnti e gli altri finanziamenti, sostanzialmente rappresentati dal complesso degli affidamenti a revoca il cui peso relativo è ulteriormente diminuito rispetto al 2015. Al riguardo, giova tuttavia evidenziare che nel secondo semestre del 2016, in linea con il Piano Strategico 2016-2018, è stata attuata una complessa rivisitazione organizzativa basata sulla creazione di una unità denominata Centro Imprese la cui mission prevede, tra l’altro, di:• promuovere, in attuazione dei piani strategici e dei budget e nel rispetto delle politiche

di rischio aziendali, lo sviluppo degli impieghi creditizi con le imprese, oltre che le attività volte ad assicurare nei confronti di tale segmento di clientela il collocamento degli altri prodotti della Banca, nonché la qualità dei servizi.

• Curare le relazioni con le imprese clienti al fine di favorirne il continuo miglioramento e promuovere una sistematica attività di cross-selling su tale clientela. • Svolgere una attività sistematica di sviluppo nei confronti della clientela potenziale ap-

partenente al segmento imprese.L’energica correzione realizzata tra il 2014 e il 2015, mediante politiche creditizie parti-colarmente selettive nei confronti delle imprese, ha reso un contributo determinante al contenimento del credito deteriorato e alla riduzione dei livelli di concentrazione per con-troparte del rischio di credito. Una volta realizzati tali risultati e alla luce delle analisi condot-te nell’ambito delle attività funzionali alla elaborazione del Piano Strategico 2016-2018, il Consiglio di Amministrazione è giunto nelle determinazione di approcciare nuovamente e proattivamente il mondo delle imprese formulando, però, una proposta ben strutturata sia sul piano organizzativo, sia sul piano commerciale.

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In considerazione di tale intervento e dei programmi di qualificazione della offerta commer-ciale in corso di attuazione, è ragionevole ipotizzare che nel 2017 torneranno a crescere anche le forme tecniche dei conti correnti e degli altri finanziamenti che trovano nel seg-mento business il loro naturale collocamento.Rileva, infine, il dato delle attività deteriorate nette che confermano la tendenza al migliora-mento qualitativo del portafoglio crediti: emerge, infatti, un rilevante calo del 20,8% che fa seguito a quello, seppur più contenuto, già registrato nel 2015 (- 6,9%).

Qualità del credito

L’illustrazione delle informazioni relative alla qualità del credito richiede preliminarmente dei chiarimenti in relazione alle novità normative intervenute nel 2015; il 9 gennaio 2015 la Commissione Europea ha approvato, infatti, il Regolamento di esecuzione (UE) 2015/227, di modifica/integrazione del Regolamento (UE) n. 680/2014, con il quale sono state adot-tate le norme tecniche di attuazione (Implementing Technical Standards o ITS) relative alle esposizioni deteriorate o non-performing exposures e a quelle oggetto di concessioni o forborne exposures.Ai sensi delle citate disposizioni, per esposizione deteriorata o non-performing exposure si intende quella che soddisfa anche una sola delle seguenti condizioni: • il perdurare di uno scaduto rilevante per oltre 90 giorni, continuativo e non cumulabile

per periodi intermedi parziali; • indipendentemente dalla presenza di insoluti e dal numero di giorni di ritardo nel pa-

gamento, si ritiene che il debitore non sia in grado di fare fronte integralmente (nei termini previsti) alle obbligazioni assunte verso la Banca, senza che la stessa proceda a iniziative quali l’escussione e il realizzo delle garanzie prestate (c.d. unlikely to pay o inadempienze probabili).

La definizione di sofferenze è rimasta, invece, invariata rispetto alla disciplina precedente.Le attività finanziarie deteriorate risultano ripartite, quindi, nelle categorie delle sofferenze, delle inadempienze probabili, delle esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate; l’insie-me delle categorie richiamate corrisponde all’aggregato delle non-performing exposures. Le inadempienze probabili sono il risultato della valutazione della banca circa l’improbabi-lità che il debitore adempia integralmente alle proprie obbligazioni per capitale e interessi, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie. Tale valutazione prescinde dalla presenza di eventuali importi scaduti e non pagati.Le regole di classificazione tra le esposizioni scadute/sconfinanti deteriorate sono invariate rispetto alla disciplina previgente. I crediti deteriorati netti si sono attestati a fine 2016 a 4.148 migliaia di euro con un de-cremento di 1.089 migliaia di euro (-20,8%) rispetto al 2015. La tabella seguente fornisce evidenza della composizione, lorda e netta, dell’aggregato:

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Relazione degli amm

inistratori

VOCE (in migliaia di euro)

31/12/2016 31/12/2015 Variazione %

Lordo Netto Copertura Lordo Netto Copertura Lordo Netto

Sofferenze 5.000 2.238 55,2% 4.680 1.992 57,4% 6,8 12,3

Inadempienze probabili 2.590 1.892 27,0% 4.195 3.204 23,6% -38,3 -41,0

Esposizioni scadute deteriorate 37 18 50,1% 61 41 32,8% -39,2 -54,6

Totale crediti deteriorati 7.627 4.148 45,6% 8.936 5.237 41,4% -14,6 -20,8

La tabella seguente fornisce evidenza, invece, della composizione relativa dell’aggregato:

VOCE31/12/2016 31/12/2015

Lordo % Netto % Lordo % Netto %

Sofferenze 65,5 54,0 52,4 38,0

Inadempienze probabili 34,0 45,6 46,9 61,2

Esposizioni scadute deteriorate 0,5 0,4 0,7 0,8

Totale crediti deteriorati 100,0 100,0 100,0 100,0

Prima di analizzare le tabelle sopra riportate, è utile ricordare che il 2014 aveva registrato un rilevante incremento del credito deteriorato netto (87,1%), determinato principalmente dalla variazione dei crediti incagliati (confluiti nella transizione normativa nella categoria delle inadempiente probabili); tale variazione aveva portato il rapporto tra crediti deteriorati lordi e crediti lordi al 25,8% e il rapporto tra crediti deteriorati netti e crediti netti al 18,2%, ovvero su valori di attenzione.Nel 2014 la Banca era stata interessata da rilevanti modifiche nella composizione degli Organi di Supervisione Strategica e di Gestione che avevano condotto una rigorosa at-tività volta alla corretta classificazione del credito problematico; il lavoro operato aveva permesso di rilevare tutte le situazioni di temporanea difficoltà riscontrabili, per le quali si era doverosamente proceduto alla classificazione a incaglio.Il lavoro svolto nel corso del 2015 ha consentito, tuttavia, di conseguire dei primi importanti risultati che hanno permesso di arrestare il fenomeno di deterioramento del portafoglio cre-diti, come manifestatosi nel biennio 2013-2014; l’esercizio 2015 aveva evidenziato, infatti, un marginale incremento del deteriorato lordo (0,7%) e un apprezzabile decremento del deteriorato netto (-6,9%).Tale lavoro è proseguito nel corso del 2016, affinando l’assetto organizzativo e gli strumenti operativi da un lato e aumentando la pressione sui debitori dall’altro. I risultati di tale lavoro sono ampiamente riflessi nelle tabelle sopra riportate: credito deteriorato lordo in calo del 14,6% e credito deteriorato netto in calo del 20,8%.Il miglioramento qualitativo del portafoglio crediti appare ancora più evidente valutandone la dimensione relativa in rapporto ai fondi propri: il rapporto tra crediti deteriorati netti e i

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fondi propri, che si attestava al 31 dicembre 2015 al 91,4%, è diminuito sensibilmente attestandosi al 67,0%. Una variazione assoluta di 24,4 punti percentuali che fa seguito alla riduzione di 17,2 punti percentuali registrata nel 2015. Ulteriore elemento positivo emerge dal confronto con il sistema. I risultati registrati nel 2016 hanno favorito una rilevante riduzione della incidenza dei crediti deteriorati lordi sugli impieghi: dal 25,2% del 2015 si è passati al 19,6%; una variazione assoluta di 5,6 punti percentuali che ha quasi annullato il gap con il sistema del Credito Cooperativo (caratteriz-zato da una incidenza al 19,2%) e ha sensibilmente ridotto il gap con l’industria bancaria (il cui rapporto si è attestato al 17,5%). Entrando nel dettaglio delle singole categorie, emerge un incremento lordo delle sofferenze (+6,8%) superiore ai dati di sistema (+3,6% su base d’anno per le BCC-CR e -0,1% per l’industria bancaria nel suo complesso). Analogamen-te, a dicembre 2016, il rapporto sofferenze/impieghi (lorde) si è attestato al 12,9% contro una media per il sistema BCC-CR dell’11,3% (10,8% nella media dell’industria bancaria).Estremamente positive risultano, per altro verso, le performances registrate con riferimento alle altre categorie di crediti deteriorati: in particolare, rileva il calo lordo delle inadempienze probabili (-38,3%); dato questo estremamente positivo sia in senso assoluto che in rap-porto al sistema BCC che rileva un calo del 9,0% e al sistema bancario nel suo complesso il cui calo si attesta sul 7,8%. Con riguardo alla copertura dei crediti deteriorati, rileva il sensibile incremento del livello complessivo di copertura passato dal 41,4% del 2015 al 45,6% del 2016, con una cresci-ta assoluta di 4,2 punti percentuali. In relazione ai livelli di copertura delle singole categorie emergono valori superiori a quelli rilevati nel sistema BCC e di poco inferiori ai dati dell’in-dustria bancaria nel suo complesso; è opportuno ricordare, tuttavia, che i dati riportati, gli ultimi disponibili, si riferiscono alla semestrale 2016. Trova conferma, inoltre, il valore asso-lutamente marginale delle esposizioni scadute e sconfinate deteriorate; elemento questo di estrema ed ovvia importanza in un’ottica prospettica. L’attenuazione del fenomeno di deterioramento del portafoglio crediti è ulteriormente pro-vato dai seguenti indici di qualità del credito:

Indici di qualità del credito (%) 31/12/2016 31/12/2015

Crediti deteriorati lordi/crediti lordi 19,6 25,2

Sofferenze lorde/crediti lordi 12,9 13,2

Inadempienze probabili lorde/crediti lordi 6,7 11,8

Esposizioni scadute lorde/crediti lordi 0,1 0,2

Sofferenze nette/crediti netti 6,4 6,3

Inadempienze probabili nette/crediti netti 5,4 10,2

Esposizioni scadute nette/crediti netti 0,1 0,1

Crediti deteriorati netti/crediti netti 11,8 16,6

Crediti deteriorati lordi/fondi propri 123,2 156,0

Crediti deteriorati netti/fondi propri 67,0 91,4

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Per quanto concerne i crediti in bonis, il livello di copertura continua ad aumentare essen-do passato dallo 0,92% del 2015 all’1,11% del 2016 (0,80% nel 2014).Il miglioramento in atto trova espressione, infine, in termini di costo del credito, espresso dal rapporto tra le rettifiche nette su crediti verso la clientela (voce 130.a) e la relativa espo-sizione lorda. Il 2015 aveva già registrato un risultato in netto miglioramento, 1,6%, dopo il dato eccezionale, pari al 3,3%, conseguito nel 2014.Nel 2016 il costo del credito è ulteriormente diminuito portandosi di poco sotto la soglia dell’1,0%; valore questo senz’altro più compatibile con la redditività espressa dalla Banca in termini sia attuali che prospettici. La sostenibilità di un costo del credito su tali livelli appare più evidente dall’analisi anda-mentale del rapporto tra il costo del credito e il margine di intermediazione. Il grafico se-guente riporta la dinamica di tale rapporto dal 2009 al 2016 (gli anni precedenti sono stati esclusi in considerazione della scarsa rilevanza dei dati più vicini al momento costitutivo della Banca):

Costo del credito/Margine di intermediazione

Concentrazione dei rischi

Il tema della concentrazione degli impieghi a clientela ha rappresentato storicamente un elemento di debolezza della Banca che il nuovo vertice aziendale ha cercato immedia-tamente di superare; la bontà dei risultati conseguiti su tale piano sono comprovati dalla dinamica dei seguenti due indicatori (fonte report ALM di Cassa Centrale):• Tot. Esposizioni superiori al 5% del CET1/CET1;• Tot. Esposizioni superiori al 5% del CET1/Impieghi.Precisando che per “Tot. Esposizioni superiori al 5% del CET1” si intendono le esposizioni verso un singolo cliente superiore al 5% del Common Equity Tier 1 (CET1), l’analisi dei due

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indicatori evidenzia anche nel 2016 una rilevante contrazione del livello di concentrazione del rischio di credito:

Indici di concentrazione del rischio di credito (%) 31/12/2016 31/12/2015 31/12/2014 31/12/2013

Tot. Esposizioni superiori al 5% del Cet1 / Cet1 71 125 143 210

Tot. Esposizioni superiori al 5% del Cet1 / Impieghi 13 21 23 30

Ai sensi della disciplina prudenziale in materia di attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati, si evidenzia che al 31 dicembre 2016 non sono presenti posizioni di rischio verso soggetti collegati che eccedono i limiti prudenziali di riferimento. la posizione interbancaria e le attività finanziarie

La liquidità bancaria è impegnata, per la parte non detenuta in cassa, su conti reciproci con altre banche e nel portafoglio titoli di proprietà detenuto per investimenti e per la ne-goziazione. Il totale della liquidità bancaria netta al 31 dicembre 2016 si attesta a 41.791 migliaia di euro con un decremento di 3.610 migliaia di euro rispetto al precedente eserci-zio (-8,0%) quando si attestava a 45.401 migliaia di euro. La tabella seguente fornisce evidenzia della posizione interbancaria netta e delle varia-zioni intervenute nel portafoglio titoli della Banca, composto essenzialmente da attività finanziarie disponibili per la vendita e, marginalmente, da attività finanziarie detenute per la negoziazione:

VOCE (dati in migliaia di euro) 31/12/2016 31/12/2015 Variazione assoluta

Cassa 732 845 -113

Crediti verso banche 6.420 5.937 483

Debiti verso banche -20.105 -23.023 2.918

Totale posizione interbancaria netta -12.953 -16.241 3.288

Attività finanziarie (dati in migliaia di euro)

Attività finanziarie detenute per la negoziazione 241 514 -273

Attività finanziarie disponibili per la vendita 54.503 61.128 -6.625

Totale attività finanziarie 54.744 61.642 -6.898

Totale cassa, interbancario e finanziario 41.791 45.401 -3.610

Nel commentare tale tabella, è opportuno ricordare che la nuova Direzione Generale, sin dal 2014, ha introdotto significativi cambiamenti nella gestione della liquidità bancaria al fine di incrementare, nel rispetto dei limiti operativi tempo per tempo definiti dal Consiglio di Amministrazione, la redditività del portafoglio di proprietà e migliorare l’asset allocation strategica e tattica del portafoglio bancario.Nel biennio 2014-2015, la Banca ha posto in essere, quindi, un importante ampliamento dell’operatività del portafoglio facendo leva sullo strumento dei finanziamenti collateralizzati posti in essere con Iccrea Banca e Cassa Centrale Banca; utilizzando le linee di credito

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all’uopo concesso da tali banche sono state poste in essere operazioni di finanziamento aventi una durata superiore alla giornata lavorativa e fino alla scadenza di un anno, costi-tuendo in garanzia come collateral titoli di proprietà muniti dei requisiti di eleggibilità stabiliti dalla BCE. Nel 2015, l’entità di tali finanziamenti aveva raggiunto la punta massima di 23 milioni di euro.La liquidità bancaria derivante dalla tradizionale attività di amministrazione delle masse raccolte dalla clientela e dalle operazioni di rifinanziamento, è stata essenzialmente in-vestita in titoli dello Stato italiano a tasso fisso e a tasso variabile; questi ultimi sia della specie inflation linked sia della specie CCT; marginali risultano gli investimenti effettuati in strumenti diversi.Al fine di gestire al meglio il proprio portafoglio, la Direzione Generale si avvale del duplice supporto di Star Asset Management, società di consulenza che opera come ufficio studi di analisi e ricerche economico-finanziarie, e di Cassa Centrale Banca che offre ulteriore sup-porto informativo mediante report periodici e permette di effettuare analisi di benchmarking rispetto a un panel di 170 banche analizzato nell’ambito di tali report.Tale attività di gestione è proseguita secondo le linee precedentemente tracciate per buo-na parte del 2016; nella parte finale dell’anno, tuttavia, la Direzione Generale ha avviato una correzione progressiva dell’asset allocation del portafoglio bancario. Rileva, al riguar-do, che il 29 novembre 2016, con la pubblicazione nella GUCE del Regolamento (UE) 2016/2067 della Commissione, è stato completato il processo di adozione dell’IFRS 9; passaggio questo che implica lo sviluppo di importanti riflessi sul piano prudenziale rela-tivamente al trattamento delle riserve contabili che insistono sul portafoglio AFS e riferibili ai titoli governativi.Si rammenta infatti che l’art. 467 del Regolamento UE 575/2013 (cd. CRR) prevede, ai fini della determinazione degli aggregati dei Fondi Propri, la “neutralizzazione” delle plus e delle minus maturate e non realizzate sui titoli emessi da Stati Sovrani della UE; trattamen-to questo riconosciuto nelle more dell’omologazione del principio contabile internazionale sostitutivo dello IAS 39.La sostituzione dello IAS 39 con il nuovo IFRS 9 avrà importanti riflessi su una serie di elementi quali, volendo citare i più importanti:• la determinazione dei coefficienti di patrimonializzazione (CET 1, Tier 1 e Total Capital

Ratio) e il rispetto dei coefficienti vincolanti ed auspicati previsti dalla Banca d’Italia in sede di SREP;

• l’esposizione al rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, il cui indicatore determinato a seguito del cd. Supervisory Test è collegato al valore dei Fondi Propri;

• i riflessi in materia di concentrazione dei rischi e grandi esposizioni, laddove la riduzione di Fondi Propri può implicare il superamento dei limiti normativamente definiti dal CRR ovvero quelli previsti nelle policies aziendali;

• i riflessi sugli indicatori della leva finanziaria e del NSFR;

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• i riflessi in merito alla capacità di raggiungimento o di disallineamento degli obiettivi di rischio definiti nell’ambito del RAF, nonché i riflessi in merito al rispetto di ulteriori limiti operativi o degli indicatori di rischio definiti nel medesimo framework.

La pubblicazione del nuovo principio contabile si è accompagnata, tra l’altro, con una assoluta incertezza in relazione ai tempi di attuazione della suddetta novità normativa; sul tema è intervenuta Banca d’Italia che con la Nota N. 949938/17 ha chiarito che, nelle more che intervenga un chiarimento delle autorità europee sulla corretta interpretazione dell’art. 467, comma 2, secondo capoverso del Regolamento (EU) n. 575/2013 (CRR), continue-ranno ad applicarsi alle banche “less significant” (come la BCC di Massafra) il filtro di ste-rilizzazione all’intero ammontare di profitti e perdite non realizzati derivanti da esposizioni verso amministrazioni centrali. In considerazione della scelta discrezionale a suo tempo operata dalla BCC di Massafra, la determinazione dei Fondi Propri al 31 dicembre 2016 è avvenuta, pertanto, secondo i criteri sinora seguiti; tale impostazione si dovrebbe poter seguire, stante la nota della Autorità di Vigilanza, sino al 31 dicembre 2017.Nelle more di tali chiarimenti e tenuto comunque conto prospetticamente degli effetti ri-levanti di tali modifiche, la Direzione Generale ha inteso avviare una riduzione progressiva del portafoglio AFS, riducendo contestualmente l’entità complessiva delle operazioni di finanziamento collateralizzato dell’importo di 3 milioni di euro; una ulteriore riduzione di 2 milioni di euro è stata realizzata agli inizi del 2017.

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La tabella seguente fornisce evidenza della composizione del portafoglio della Banca alla data del 31 dicembre 2016:

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Tale tabella conferma quanto precedentemente affermato: • la liquidità è investita in minima parte in attività di trading come dimostra la consistenza

del portafoglio held for trading (HFT) pari allo 0,46%;• il portafoglio available for sale (AFS), che rappresenta il 99,54% del portafoglio totale è

costituito essenzialmente da titoli di stato italiani a tasso fisso (36,17% del portafoglio totale) e da titoli di stato italiani a tasso variabile e indicizzato (62,68% del portafoglio totale);

• la liquidità è impiegata in misura del tutto marginale in azioni (0,23% del portafoglio totale) e fondi (0,46% del portafoglio totale).

In base alla reportistica di Cassa Centrale Banca, si può affermare che esiste una forte correlazione tra il Value at Risk (VaR) della Banca, pari al 31 dicembre 2016 all’1,8%, e il VaR medio del sistema di banche monitorato da Cassa Centrale (si veda grafico seguente), pari alla stessa data all’1,2%.In relazione alla composizione del portafoglio titoli, si evidenzia che:• il portafoglio Banca presenta, rispetto alla media banche, una maggiore concentrazio-

ne delle scadenza nelle classi “5-7 anni” e “7-10 anni” e una minore concentrazione nelle classi “0-1 anni”, “1-3 anni”, “3-5 anni”, “10-15 anni” e “15+”;

• il portafoglio Banca presenta, però, una maggiore concentrazione nel comparto a tasso variabile, sia nella componente inflation, sia nella componente CCT;

• la Banca non presenta alcuna esposizione corporate a differenza del sistema che inve-ste il 9,3% del portafoglio in tale comparto;

• la Banca presenta una esposizione sul comparto azionario dello 0,2% contro lo 0,5% del sistema;

• la Banca presenta una esposizione in fondi obbligazionari dello 0,5% contro lo 0,7% del sistema.

Il seguente grafico fornisce evidenza delle valutazioni comparative sopra riportate relativa-mente al VaR.

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Segue un ulteriore grafico esplicativo delle valutazioni comparative sopra riportate.

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La politica di composizione del portafoglio AFS nei due comparti del fisso e del variabile si riflette sulla duration effettiva dello stesso che si colloca a 3,8 e, quindi, lievemente al di sopra del dato medio del sistema Cassa Centrale pari a 3,2. In relazione alla redditività, il report prodotto da Cassa Centrale evidenzia, con riferimento al 2016, una redditività annualizzata pari allo 0,79%, con un impatto a Conto Economico dell’1,68%.

le immobilizzazioni materiali e immateriali

Le immobilizzazioni continuano ad assumere un peso marginale nel bilancio della Banca come evidenzia la tabella seguente:

VOCE (in migliaia di euro) 31/12/2016 31/12/2015 Variazione assoluta Variazione %

Immobilizzazioni materiali 123 118 5 -4,2

Immobilizzazioni immateriali 8 12 -4 33,3

Totale Immobilizzazioni 131 130 1 0,8

i Fondi a destinazione specifica: fondi per rischi e oneri

In relazione ai Fondi per rischi e oneri emergono le variazioni di cui alla tabella sotto ripor-tata. In particolare si evidenzia che il Fondo beneficienza e mutualità ha registrato utilizzi per 29 mila euro; in relazione agli altri accantonamenti al Fondo per Rischi e Oneri, rileva in primo luogo l’utilizzo del Fondo costituito nel 2015 mediante un accantonamento di 20 mila euro in relazione alla stima degli oneri previsti a seguito della introduzione in Italia dello schema di garanzie dei depositi (c.d. DGS) di cui alla Direttiva 2014/49/UE. Rileva, inoltre, l’utilizzo del Fondo di 28 mila euro costituito nel 2015 in relazione ad altre passività potenziali per le quali si è manifestato l’esborso finanziario ipotizzato.

VOCE (in migliaia di euro) 31/12/2016 31/12/2015 Variazione assoluta Variazione %

Fondo beneficienza e mutualità 27 56 -29 -51,8

Fondi Rischi e Oneri: altri - 47 -47 -100,0

Totale Fondi rischi e oneri 27 103 -76 -73,8

Patrimonio netto, fondi propri e adeguatezza patrimoniale

L’adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica ha da sempre rappresentato un ele-mento fondamentale nell’ambito della pianificazione strategica aziendale. Ciò a maggior ragione nel contesto attuale, in virtù dell’importanza crescente che la dotazione di mezzi propri assume per la crescita dimensionale e il rispetto dei vincoli e requisiti prudenziali. Per tale motivo la Banca persegue da tempo politiche di incremento della base sociale e criteri di prudente accantonamento di significative aliquote degli utili prodotti, eccedenti il vincolo di destinazione normativamente stabilito. Nel corso del 2016, la Banca ha porta-to avanti il progetto di ampliamento della base sociale e di rafforzamento del patrimonio

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Relazione degli amm

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avviato nel 2014 e basato, tra l’altro, sulla campagna di comunicazione lanciata nel 2015 con il brand “Contaci”.Il Patrimonio netto al 31 dicembre 2016 ammonta a 6.187 migliaia di euro; dato questo che, confrontato con il dato al 31 dicembre 2015 pari a 6.212 migliaia di euro, rileva un lieve calo dello 0,4%.

Patrimonio netto (in migliaia di euro)

31/12/2016 31/12/2015 Variazione assoluta Variazione %

Capitale 3.419 3.323 96 2,9

Sovrapprezzi di emissione 131 107 24 22,4

Riserve anni precedenti 2.467 1.925 542 28,2

Riserve da valutazione -81 267 -348 -130,3

Utile di esercizio 252 589 -337 -57,2

Totale Patrimonio netto 6.187 6.212 -23 -0,4

Scomponendo tale risultato nelle sue componenti di dettaglio emerge una ulteriore crescita del capitale (2,9%) e della riserva (+22,4%) derivante dai sovraprezzi pagati per l’emissione di nuove quote sociali; risultati questi direttamente imputabili alla politica di ampliamento della base sociale perseguita dal Vertice aziendale. Emerge, inoltre, una rilevante crescita delle altre riserve (28,2%) favorita dalla politica di accantonamento degli utili che nel 2016 ha potuto contare sulla distribuzione dell’utile di esercizio 2015; il più alto mai registrato dalla Banca nella sua storia.Di contro rileva il significativo calo registrato nelle riserva da valutazione (-130,3%) determi-nato dalle variazioni registrate nei prezzi dei titoli detenuti nel portafoglio AFS.In relazione all’utile di esercizio, il calo registrato nella misura del 57,2% deve essere letto alla luce della straordinarietà dell’utile conseguito nel 2015 e, soprattutto, delle difficoltà espresse dall’intero sistema bancario sul piano della capacità reddituale come documen-tato nel precedente paragrafo “Aspetti reddituali”. In un contesto in cui tantissime banche di varie dimensione hanno espresso una redditività negativa, la Banca presenta, comun-que, con un return on equity (ROE) pari al 4,1%.Il grafico sotto riportato fornisce evidenza della dinamica del patrimonio sociale, dal 2004 al 2016, del risultato di esercizio e delle variazioni annuale del patrimonio stesso.

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Dinamica patrimoni e risultati

Le dinamiche registrate nelle voci di patrimonio hanno un impatto diretto sulla dinamica dei Fondi Propri e dei requisiti prudenziali della Banca.Al 31 dicembre 2016, il capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1) della Banca, determinato nell’ambito della c.d. segnalazione COREP in applicazione della vi-gente regolamentazione prudenziale, ammonta a 6.189 migliaia di euro. Stante le caratte-ristiche qualitative dei fondi propri della Banca il capitale di classe 1 (TIER1) coincide con il CET1; la Banca non ha capitale di classe 2 (TIER2).I Fondi propri totali si attestano, pertanto, a 6.189 migliaia di euro.

Fondi propri (in migliaia di euro) 31/12/2016* 31/12/2015 Variazione assoluta Variazione %

Capitale primario di classe 1 (CET1) 6.189 5.728 461 8,0

Capitale di classe 1 (TIER1) 6.189 5.728 461 8,0

Capitale di classe 2 (TIER2) - - - -

Totale Fondi Propri 6.189 5.728 461 8,0

* Il dato relativo al 31 dicembre 2016 tiene conto della sola quota parte dell’utile di esercizio maturata nel primo semestre come meglio specificato nell’apposita sezione della Nota Integrativa (cfr. “Parte F – Informazioni sul patrimonio”); analoga considerazione vale per il dato relativo al 31 dicembre 2015.

Ai sensi dell’articolo 26 del Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR), la Banca ha computato nel capitale primario di classe 1 la parte degli utili maturata nel primo semestre 2016, pari a € 198.017. Giova, tuttavia, precisare che in funzione dell’utile complessivamente con-seguito nell’esercizio 2016 e della proposta di destinazione dello stesso, ove, alla data di

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approvazione del progetto di bilancio da parte del Consiglio di Amministrazione, si fossero manifestate tutte le condizioni prescritte dal citato art. 26, il capitale primario di classe 1 sarebbe risultato identico.A fine periodo i coefficienti patrimoniali della Banca mostravano un CET 1 ratio, un TIER1 ratio e un Total capital ratio pari al 22,40%, a fronte del 21,34% registrato nel 2015.Anche in tal caso, il confronto con il sistema appare favorevole per la Banca atteso che il Tier1 ratio ed il Total Capital ratio delle BCC sono pari rispettivamente al 16,8% ed al 17,2% (ultimo dato disponibile settembre 2016).Il grafico seguente fornisce evidenza del sensibile miglioramento del profilo di solidità pa-trimoniale della Banca registrato dal 2012 al 2016.

Total Capital Ratio

Il valore dei requisiti prudenziali della Banca assume una estrema rilevanza; se da un lato la limitata consistenza patrimoniale della Banca rappresenta un punto di debolezza, dall’altro la dotazione patrimoniale raggiunta è assolutamente adeguata rispetto ai rischi assunti. Ne è prova la consistente eccedenza patrimoniale rispetto ai requisiti patrimoniali di vigi-lanza che costituisce oggetto di costanti analisi, in termini sia consuntivi, sia prospettici. Al riguardo si evidenzia che l’eccedenza patrimoniale complessiva al 31 dicembre 2016, tenuto conto del capitale interno assorbito a fronte dei rischi di primo e secondo pilastro, nonché della esigenza di mantenere una riserva di conservazione del capitale (buffer) pari al 2,5% dell’esposizione complessiva al rischio della Banca, si attesta a 2.812 migliaia di euro ossia al 45,4% dei Fondi Propri. Per ulteriori dettagli, si fa rinvio a quanto illustrato nell’apposita sezione della Nota Integra-tiva (cfr. “Parte F – Informazioni sul patrimonio”).

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2.3 i riSultAti eCOnOmiCi Dell’eSerCiZiO 2016

La gestione caratteristica della Banca è stata complessivamente positiva come provato dal risultato positivo conseguito, pari a 252 mila euro; tale dato richiede, tuttavia, alcune considerazioni di dettaglio.

il margine di interesse

Nel 2016, il margine di interesse è risultato pari a 1.522 migliaia di euro; la composizione dell’aggregato è la seguente:

Margine di interesse (in migliaia di euro) 31/12/2016 31/12/2015 Variazione assoluta Variazione %

10. Interessi attivi e proventi assimilati 1.952 2.223 -271 -12,2

20. Interessi passivi e oneri assimilati - 430 - 634 -204 -32,2

30. Margine di interesse 1.522 1.589 -67 -4,2

Il Margine di interesse è diminuito, pertanto, di 67 mila euro rispetto al 2015, registrando una flessione in termini relativi del 4,2%. Il calo degli interessi attivi è in buona parte imputabile alla contrazione degli interessi attivi su c/c, conti anticipi e rapporti di portafoglio, pari a 100 mila euro. Tale calo è la diretta conseguenza della rilevante riduzione registrata a/a in tale forma tecnica (-13,7%). La dinamica registrata sui mutui, caratterizzata da un incremento a/a del 28,5% e da un aumento del rapporto di composizione dal 58,8% al 67,9% del totale, non si è tradotta in una variazione rilevante degli interessi sui mutui, passati da 1.115 migliaia di euro del 2015 a 1.131 migliaia di euro (+1,4%). In tal caso, il marginale incremento dipende es-senzialmente da tre fattori: la riduzione dei tassi nominali applicati ai mutui a tassi variabili, l’elevato gap esistente tra i tassi dei mutui oggetto di rientro e i tassi dei mutui erogati e la maggiore concentrazione delle nuove erogazioni nel secondo semestre dell’anno.Il calo degli interessi attivi è imputabile, infine, alla riduzione degli interessi su titoli, pari a 146 mila euro; riduzione questa determinata, principalmente, dalla rilevante consistenza della componente a tasso variabile del portafoglio titoli e, in misura inferiore, da alcune scelte di ricomposizione del portafoglio che hanno comportato lo smobilizzo di titoli carat-terizzati da un buon flusso cedolare. Estremamente positivo risulta, d’altro lato, il dato relativo agli interessi passivi che sono diminuiti del 32,2% pur in presenza di una dinamica crescente della raccolta diretta; tale risultato è stato essenzialmente determinato da una modifica unilaterale delle condizioni economiche, e segnatamente dei tassi applicati a conti correnti e depositi a risparmio, decisa dalla Banca e attuata ai sensi dell’art. 118 del Testo Unico Bancario.Tale variazione è stata motivata dal rilevante cambiamento normativo determinato dal rece-pimento nell’ordinamento giuridico italiano della Direttiva 2014/59/UE (c.d. BRRD - Bank Recovery and Resolution Directive) e dalla conseguente introduzione nell’ordinamento ita-

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liano del “Bail-in” (recepimento avvenuto mediante i Decreti Legislativi n. 180/2015 e n. 181/2015); cambiamento questo che ha determinato in capo alla clientela nuovi elementi di rischiosità, ovvero il cosiddetto “rischio connesso al Bail-in”.Le analisi condotte dalla Banca hanno dimostrato la correlazione esistente tra il livello di concentrazione della raccolta a vista della Banca e le condizioni economiche offerte, pale-semente superiori ai valori di mercato in quel momento riscontrati; ritenendo che la nuova disciplina abbia introdotto un cambiamento rilevante del quadro normativo di riferimento per l’esercizio dell’attività di raccolta del risparmio, ponendo in capo agli enti creditizi l’ob-bligo di operare costantemente al fine di limitare il fenomeno della concentrazione della raccolta diretta, il Consiglio di Amministrazione ha deciso di adottare la suddetta modifica delle condizioni economiche al fine di ricondurre i tassi fuori mercato entro valori normali e mitigare, così, il rischio che la clientela potesse essere indotta a concentrare i propri depo-siti presso la Banca in virtù dei maggiori tassi offerti.Gli interessi passivi su conti correnti e depositi a risparmio sono diminuiti, pertanto, di 129 mila euro; l’effetto di tale azione è destinata, peraltro, ad amplificarsi nel 2017 atteso che la stessa è stata posta in essere tra la fine di maggio e gli inizi di giugno 2016.La riduzione degli interessi passivi è stata favorita, altresì, dai minori interessi corrisposti sui certificati di deposito per effetto sia della riduzione dei volumi, sia dei minori tassi applicativi in fase di roll over ai certificati scaduti; la riduzione è risultata pari a 68 mila euro. il margine di intermediazione

Nel 2016 il margine di intermediazione si è attestato al di sopra della soglia dei 3,0 milioni di euro, soglia superata per la prima volta nella storia della Banca nel 2014 come dimostra il grafico seguente:

Margine Intermediazione

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Il margine di intermediazione si è attestato con precisione a 3.004 migliaia di euro con un calo del 15,9% rispetto all’esercizio precedente; la composizione dell’aggregato è la seguente:

VOCE (in migliaia di euro) 31/12/2016 31/12/2015 Variazione assoluta Variazione %

30. Margine di interesse 1.522 1.589 -67 -4,2

40. Commissioni attive 939 873 66 7,6

50. Commissioni passive - 114 - 136 -22 -16,2

60. Commissioni nette 825 737 88 11,9

70. Dividendi e proventi simili 5 2 3 150,0

80. Risultato netto dell’attività di negoziazione 3 15 -12 -80,0

100. Utile da cessione attività finanziarie 648 1.230 -582 -47,3

120. Margine di intermediazione 3.004 3.573 -569 -15,9

Il margine di intermediazione è diminuito, pertanto, di 569 mila euro rispetto al 2015; scomponendo tale variazione, rileva immediatamente il peso determinante della voce 100 del Conto Economico che ha contribuito, infatti, con 582 mila euro in meno alla formazione del margine.In relazione al margine da servizi, dopo l’incremento registrato nel 2015 pari al 5,4%, si re-gistra una crescita ancora più importante pari all’11,9%. Tale dato, indubbiamente apprez-zabile, merita, una più approfondita disamina delle commissioni attive atta a individuarne le componenti analitiche distinguendo quelle caratterizzate da andamenti crescenti da quelle in calo. Nello specifico, avuto riguardo alle voci più significative, rileva quanto segue:• le commissioni su conti correnti di messa a disposizione fondi (o commissione onni-

comprensiva) sono diminuite di 14 mila euro (-10,4%) attestandosi a 121 mila euro;• le commissioni di tenuta conto su conti affidati sono rimaste sostanzialmente invariate

a 66 mila euro;• le commissioni per effetti e assegni insoluti sono diminuite di 9 mila euro (-33,0%) por-

tandosi a 27 mila euro.Rileva, pertanto, una riduzione di 23 mila euro relativa a quelle voci commissionali asso-ciate alla assunzione di rischio di credito e, in buona parte, alla componente più rischiosa del portafoglio crediti; nel 2015 tale componente aveva già registrato un imponente calo di 60 mila euro.D’altro canto rileva un incremento significativo di diverse voci commissionali non associate al rischio di credito e conseguenti all’attuazione di nuove politiche commerciali:• le commissioni per il collocamento di prestiti personali targati “BCC Creco” sono au-

mentate di circa mille euro (+2,3%) superando il dato record già registrato nel 2015 che si era contraddistinto per una crescita del 58,8%;

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• le commissioni per il collocamento di prodotti assicurativi sono aumentate di 30 mila euro (+232,6%) attestandosi a 43 mila euro;

• le commissioni di raccolta ordini e per il collocamento di prodotti di risparmio gestito sono aumentate di 4 mila euro (+47,3%);

• le commissioni per il collocamento di titoli sono aumentate di 42 mila euro (+112,8%).Si tratta di variazioni estremamente rilevanti che hanno ampiamente colmato la contra-zione di quelle voci commissionali che si sono ridotte per chiare e precise scelte aziendali volte alla mitigazione della rischiosità del portafoglio crediti. Si ritiene, pertanto, che tali risultati confermino la bontà delle nuove politiche commerciali adottate nel biennio 2015-2016, destinate anche negli anni a seguire a rendere un contri-buto crescente alla formazione dei ricavi.Nel contempo sono aumentate diverse voci commissionali legate allo svolgimento puro di servizi, per effetto dell’incremento della operatività bancaria (tenuta e gestione dei conti non affidati, bonifici, carte di debito e di credito, ecc.).Passando alla componente relativa alla gestione del portafoglio titoli della Banca, emerge un rilevante decremento del contributo alla formazione del margine di intermediazione prevalentemente determinato dalla voce 100. b) del Conto Economico “Utile (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie disponibili per la vendita”.È opportuno evidenziare, al riguardo, che tale decremento era stato ampiamente previsto in sede di pianificazione annuale alla luce delle mutande condizioni dei mercati finanziari; nel Budget 2016 si era ipotizzato, infatti, un risultato di 500 mila euro che alla fine è stato ampiamente superato. Con riferimento a tale voce di Conto Economico, il 2017 è stimato in ulteriore significativo decremento. In relazione a tale dato, si ritiene opportuno evidenziare che la Banca, da sempre conno-tata da un rapporto impieghi/raccolta con clientela relativamente contenuto, ha sempre realizzato una parte non marginale dei propri ricavi dalla gestione della tesoreria aziendale; in tal senso, si ritiene opportuno non cadere nel comune errore di concentrare l’attenzione unicamente sulla voce 100. b) del Conto Economico atteso che tale attività di gestione esprime anche altri ricavi sotto forma di interessi su titoli e di interessi su depositi interban-cari.Nel grafico seguente si fornisce evidenza della dinamica del margine di intermediazio-ne e dei ricavi complessivamente generati mediante la gestione integrata della tesoreria aziendale, nelle varie componenti degli interessi su titoli e depositi interbancari e degli utili derivanti dalla cessione o negoziazione di titoli:

Relazione degli amm

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Dinamica ricavi della tesoreria

L’ultimo grafico rileva una evidente correlazione tra i due aggregati.Il seguente grafico offre, invece, una visione relativa dello stesso fenomeno evidenziando in termini percentuali il contributo alla formazione del margine di intermediazione reso dalla gestione della tesoreria aziendale:

Contributo %

il risultato netto della gestione finanziaria

Il Risultato della gestione finanziaria è diminuito di 318 mila euro, registrando un decre-mento in termini relativi del 10,8%. Tale risultato è stato essenzialmente determinato dalla riduzione, appena illustrata, del contributo economico della voce 100. b), controbilanciata d’altro lato dalla minore incidenza delle rettifiche nette di valore per il deterioramento di crediti, passate da 566 a 366 mila euro; dato quest’ultimo coerente con le performances registrate con riferimento al portafoglio crediti deteriorati.

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Gli oneri operativi

Nel 2016 gli oneri operativi sono stati pari a 2.328 migliaia di euro; la composizione dell’ag-gregato è la seguente:

VOCE (in migliaia di euro) 31/12/2016 31/12/2015 Variazione assoluta Variazione %

150. Spese amministrative: - 2.517 - 2.355 -162 6,9

a) Spese per il personale - 1.347 - 1.276 -71 5,6

b) Altre spese amministrative - 1.170 - 1.079 -91 8,4

160. Accantonamenti netti ai per fondi rischi e oneri

- -47 47 -100,0

170. Rettifiche/riprese di valore su attività materiali

- 45 - 53 8 -15,1

180. Rettifiche/riprese di valore su attività immateriali

- 3 - 3 - -

190. Altri proventi di gestione 237 218 19 8,7

200. Costi operativi - 2.328 - 2.240 -88 3,9

Gli oneri operativi sono aumentati di 88 mila euro (+3,9%). Il costo del personale è aumentato del 5,6% per l’effetto prevalente dei seguenti fattori:• il riconoscimento, con decorrenza 1 aprile 2016, di un incremento retributivo per il Di-

rettore Generale; • l’erogazione di un premio di risultato di 27 mila euro in luogo dei 9 mila euro erogati nel

2015;• l’erogazione di compensi agli amministratori per 81 mila euro in luogo dei 67 erogati nel

precedente esercizio;• l’erogazione di compensi ai sindaci per 25 mila euro in luogo dei 22 erogati nel prece-

dente esercizio.La altre spese amministrative hanno registrato un incremento di 91 mila euro (+8,4%) ri-spetto all’esercizio precedente; tale incremento è spiegato per 48 mila euro dalle spese di contribuzione al Sistema di Garanzia dei Depositi (DGS) e al Fondo Unico di Risoluzione, nonché dagli ulteriori contributi associativi corrisposti nell’esercizio.Ulteriori dettagli relativi alle dinamiche delle altre spese amministrative sono fornite nella tabella 9.5 della Nota Integrativa.Proseguendo nell’analisi delle varie voci rileva che sono state operate rettifiche nette sulle attività materiali ed immateriali per 48 mila euro, in calo di 8 mila euro rispetto al 2015. Gli altri oneri e proventi di gestione hanno registrato, infine, un incremento di 19 mila euro essenzialmente spiegabile con la variazione positiva delle commissioni di istruttoria veloce, pari a 38 mila euro (16 mila euro nel 2015); commissioni queste previste dall’art. 6 bis del D.L. n. 201 del 6 dicembre 2011 (c.d. “Decreto Salva Italia”) a fronte degli utilizzi degli af-

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inistratori

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fidamenti oltre il limite accordato. Tale variazione non è stata determinata, tuttavia, da una intensificazione di tale attività, notoriamente contraddistinta da una maggiore rischiosità, bensì da una ulteriore modifica unilaterale delle condizioni economiche decisa dalla Banca e attuata ai sensi dell’art. 118 del Testo Unico Bancario al fine di presidiare maggiormente, mediante una opportuna revisione delle procedure operative all’uopo previste, i rischi con-nessi alla gestione dei c.d. “sconfinamenti”.

l’utile di periodo

Nel 2016 l’utile di esercizio è stato pari a 252 mila euro; la composizione dell’aggregato è la seguente:

VOCE (in migliaia di euro) 31/12/2016 31/12/2015 Variazione assoluta Variazione %

Utile della operatività corrente al lordo delle imposte

297 713 -416 -58,3

Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente

-45 -124 -79 -63,7

Utile d'esercizio 252 589 -337 -57,2

L’utile della operatività corrente al lordo delle imposte è stato di 297 mila euro con un de-cremento del 58,3% rispetto al 2015. Le imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente sono pari a 45 mila euro.L’utile netto di esercizio si è attestato, quindi, a 252 mila euro con una variazione negativa rispetto al 2015 del 57,2%; il grafico seguente fornisce evidenza della dinamica del risul-tato di esercizio:

Utile

i principali indicatori di performance

Al termine dell’esposizione dei principali aggregati di conto economico e di stato patri-moniale si riportano nella tabella sottostante i principali indicatori economici, finanziari e di produttività della Banca; la colonna a destra fornisce sinteticamente una valutazione della

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inistratori

variazione registrata dall’indicatore: (variazioni estremamente positive) (variazioni positive), (variazioni non significative), (variazioni negative) e (variazioni estrema-mente negative).

Indici economici, finanziari e di produttività 31/12/2016 31/12/2015 Valutazione

Indici di struttura (%)

Impieghi a clientela / raccolta diretta clientela 48,7 44,4

Raccolta indiretta / raccolta totale clientela 12,3 9,5

Risparmio gestito / raccolta indiretta 62,5 32,5

Impieghi verso clientela / totale attivo 34,4 30,7

Titoli di proprietà / totale attivo 53,8 60,0

Patrimonio netto / totale attivo 6,1 6,0

Indici di redditività (%)

Utile netto / Patrimonio netto iniziale (ROE) 4,1 10,8

Costi operativi / margine di intermediazione 77,5 62,7

Margine di interesse / margine di intermediazione 50,7 44,5

Commissioni nette / margine di intermediazione 27,5 20,6

Indici di rischiosità (%)

Sofferenze nette / impieghi verso clientela netti 6,4 6,3

Inadempienze probabili nette/impieghi verso clientela netti 5,4 10,2

Credito deteriorato netto / patrimonio netto 67,0 84,3

Sofferenze nette / patrimonio netto 36,2 32,1

Indici di efficienza

Spese amministrative/margine di intermediazione 83,8% 65,9%

Cost income ratio* 79,1% 63,5%

Indici di produttività (migliaia di Euro)**

Raccolta diretta per dipendente 3.432 3.380

Raccolta indiretta per dipendente 483 322

Raccolta gestita e assicurativa per dipendente 302 105

Impieghi a clientela per dipendente 1.670 1.501

Margine di intermediazione per dipendente 143 170

Costo medio del personale 64 61

Totale costi operativi per dipendente 111 107

*Il Cost income ratio è calcolato rapportando le spese amministrative (voce 150 CE) e le rettifiche/riprese di valore su attività materiali e immateriali (voce 170 e 180 CE) al margine di intermediazione (voce 120 CE) e agli altri oneri/proventi di gestione (voce 190 CE).** Gli indici di produttività sono calcolati in rapporto al numero medio di dipendenti pari a 21, sia nel 2016 che nel 2015.

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3 lA StrutturA OrGAniZZAtiVA

La Banca è attiva sul territorio con tre unità locali costituite da n. 3 filiali, due nella Città di Massafra in Via Mazzini e Via del Santuario e una nel Comune di Palagiano, in Viale Stazio-ne; tutte le unità locali sono dotate di sportello bancomat di cui quelli di Via Mazzini e Via Del Santuario in Massafra funzionanti al 31 dicembre 2016 anche come “AREA SELF 24 ORE”. Il territorio di competenza della Banca è ulteriormente presidiato mediante uno sta-bilimento bancomat non presidiato in Massafra, sito sul prolungamento di Viale Marconi.Nel 2017 anche l’unità locale di Palagiano sarà dotata di “AREA SELF 24 ORE” a com-pletamento del restyling della filiale, avviato alla fine del 2016 in seguito alla distruzione parziale causata da una rapina effettuata a opera di ignoti nella notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre 2016.Il personale dipendente alla data di chiusura di bilancio è composto da 21 unità, di cui 19 a tempo indeterminato; il personale è composto da 1 dirigente, 2 quadri direttivi e 18 impiegati.Nel 2016 la struttura aziendale è stata interessata da una importante revisione organiz-zativa decisa in coerenza con gli ambizioni obiettivi di sviluppo delle masse intermediate definiti nel Piano Strategico 2016-2018. In data 15 settembre 2016, il Consiglio di Amministrazione ha adottato il nuovo Regola-mento Interno recante tale revisione del modello organizzativo, graficamente rappresenta-to dal seguente organigramma aziendale:

Filiale di Palagiano

Controllo Crediti & Contenzioso

Risk Management

Sede di MassafraMassafra Agenzia 1

Direttore GeneraleCompliance

FederPBInternal Audit

Co.Se.Ba.

Affari Generali & Societari

Organizzazione & ICT Amministrazione & Servizi Accentrati

U.O. Operative U.O. di staff Direzione Funzioni esternalizzate

Crediti

Rete CommercialeCentro Imprese

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Relazione degli amm

inistratori

La principale modifica organizzativa ha riguardato la creazione di una nuova unità opera-tiva, denominata “Centro Imprese”, cui demandare le attività di sviluppo e gestione delle relazioni con le imprese; tale unità opera trasversalmente su tutte le filiali, raccordandosi ovviamente con i rispettivi Preposti di Filiale, ma sollevando questi da tutte le incomben-ze relative alle attività propulsive di sviluppo, alle attività preistruttorie e, infine, alle attività di formalizzazione delle richieste di concessione degli affidamenti e di collazione della relativa documentazione.A fronte di tale implementazione organizzativa e della conseguente redistribuzione di fun-zioni, è stato possibile ridurre l’organico dell’unità organizzativa Crediti da 3 a 2 risorse.Nell’ambito del c.d. processo di continuous improvement che coinvolge qualsiasi strut-tura organizzativa, nel corso del 2016 il Consiglio di Amministrazione ha adottato i se-guenti ulteriori interventi riguardanti policy, regolamenti interni e procedure:• revisione del “Regolamento del Risk Appetite Framework” in data 20 aprile;• revisione del “Regolamento del Processo Interno di Valutazione dell’Adeguatezza Pa-

trimoniale Attuale e Prospettica” in data 20 aprile;• approvazione del “Regolamento Compliance” in data 8 agosto;• approvazione della “Policy di Sicurezza Informatica” in data 15 settembre;• approvazione della “Policy sulla Sicurezza dei Pagamenti via Internet” in data 15 set-

tembre;• approvazione della “Policy per la Gestione dei Reclami” in data 29 novembre;• approvazione del “Regolamento per la Gestione dei Reclami” in data 29 novembre;• revisione del “Regolamento Interno” in data 5 dicembre; • approvazione del documento “Risk Appetite Statement” in data 13 dicembre;• approvazione del documento “Operazioni di Maggior Rilievo (OMR)” in data 13 di-

cembre.In data 23 gennaio 2017, prima dell’approvazione del bilancio, è stato completato un complesso processo riorganizzativo che ha portato, in coerenza con la revisione del mo-dello organizzativo appena illustrata, alla totale revisione del “Regolamento del Processo del Credito”; le rilevanti modifiche apportate al principale processo “core” della Banca ha richiesto contestualmente una ulteriore revisione del documento “Politiche gestionali in materia di Finanza, Liquidità e Credito”.

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4 ADeGuAmenti AllA nOrmAtiVA

Anche nel 2016, l’attività bancaria è stata interessata da rilevanti novità normative.

Politiche per la valutazione degli immobili posti a garanzia delle esposizioni

Agli inizi del 2017 sono stati aggiornati e integrati i riferimenti organizzativi e procedurali del processo del credito per tenere conto delle innovazioni intervenute nella regolamentazione rilevante o dare piena attuazione ai riferimenti a riguardo già adottati. Tra i nuovi riferimenti normativi introdotti nel corso del 2016 rilevano le disposizioni di vigilanza di attuazione degli artt. 120-undecies e 120-duodecies, capo I-bis, titolo VI del T.U.B. relativi, rispettivamente, alla valutazione del merito creditizio del consumatore e alla valutazione degli immobili posti a garanzia delle esposizioni. Tali articoli recepiscono nell’ordinamento italiano le disposizio-ni della direttiva 2014/17/UE “Mortgage Credit Directive - MCD” in materia di contratti di credito ai consumatori relativi a beni immobili residenziali.Con specifico riferimento alla valutazione degli immobili posti a garanzia delle esposizioni, le nuove disposizioni della Banca d’Italia stabiliscono che le banche devono dotarsi di politiche di valutazione volte ad assicurare una corretta determinazione - nel continuo - del valore degli stessi. Tali politiche, che sono state integrate nell’ambito della nuova versione del “Regolamento del Processo del Credito”, disciplinano:• gli standard di riferimento per la valutazione degli immobili;• i requisiti di professionalità e indipendenza dei periti, nonché i criteri di selezione degli

stessi;• la sorveglianza e la valutazione degli immobili;• i flussi informativi verso gli organi aziendali e le funzioni di controllo.

nuovo quadro regolamentare in materia di vigilanza prudenziale – evoluzione dei riferimenti prudenziali

Tenuto conto dei nuovi obblighi segnaletici finalizzati alla raccolta di dati di dettaglio sulle esposizioni in sofferenza, sulle garanzie che assistono tali esposizioni e sullo stato delle procedure di recupero in corso, sono stati posti in essere i presidi organizzativi e operativi per avviare la segnalazione entro i termini normativamente fissati e porre in essere il corre-lato impianto dei controlli. Con l’8° aggiornamento della Circolare Banca d’Italia 272/2008 è stato rivisto l’impianto della Sezione III al fine di dare applicazione al Regolamento (UE) 2015/534 della BCE che disciplina le informazioni finanziarie di vigilanza degli intermediari bancari nell’ambito del meccanismo di vigilanza unico (MVU). In parziale accoglimento delle istanze sottoposte dalla Categoria in occasione della consultazione, la Banca d’Italia ha rinviato la scadenza di prima applicazione dei nuovi schemi per le banche meno significative. In particolare, per

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Relazione degli amm

inistratori

gli intermediari diversi da quelli già in precedenza tenuti a inviare l’intero FINREP e dalle banche italiane facenti parte di un gruppo bancario significativo, i nuovi schemi sono entra-ti in vigore a partire dalle segnalazioni riferite al 31 dicembre 2016. E’ stata inoltre prevista una minore frequenza segnaletica, semestrale, per tutto il periodo che precede la data di obbligatoria applicazione disciplinata dal Regolamento BCE (1° luglio 2017) citato. Alla luce del nuovo quadro regolamentare si è proceduto alla definizione dei presidi orga-nizzativi, operativi e di controllo atti ad assicurare l’assolvimento dei nuovi obblighi segna-letici, in stretta aderenza ai riferimenti metodologici e operativi per la predisposizione delle segnalazioni FINREP su base individuale predisposti dall’Associazione di Categoria per supportare le banche nell’adeguamento al nuovo quadro normativo di riferimento.Nella predisposizione della base segnaletica sono stati definiti i presidi di controllo, pre-valentemente automatizzati, per accertare la corrispondenza e la coerenza dei contenuti segnaletici, ovvero:• controlli di corrispondenza e di coerenza logica interni tra le voci della base W1;• controlli di corrispondenza tra le voci della base W1 e gli aggregati del bilancio (inte-

si come voci riportate all’interno dei prospetti contabili, ovvero delle voci/sotto-voci delle tavole della nota integrativa, ovviamente sulla base delle regole da tempo note per l’alimentazione delle stesse, nelle more della predisposizione del complessivo pacchetto di bilancio);

• controlli di corrispondenza tra le voci della base W1 e le voci della base W2, nelle more della predisposizione del flusso segnaletico relativo a tale ultima base informa-tiva (i cui termini di invio, si ricorda, sono differiti temporalmente rispetto a quelli della base W1).

L’ICAAP e l’Informativa al Pubblico ex III Pilastro sono stati, negli scorsi esercizi, signifi-cativamente impattati dalle novità regolamentari connesse all’attuazione di Basilea 3 e dalle nuove disposizioni di vigilanza in materia di sistema dei controlli interni. Tenuto conto della rilevanza e complessità delle innovazioni in argomento e da ultimo anche delle novità intervenute nei criteri adottati dalle Autorità di Vigilanza per il processo di supervisione e valutazione prudenziale (c.d. SREP), nell’ambito delle consuete attività propedeutiche allo sviluppo dell’ICAAP e dell’Informativa al Pubblico, sono stati, anche nell’esercizio di riferi-mento, rivisti e adeguati:• i riferimenti metodologici sottostanti;• lo sviluppo e articolazione del processo ICAAP e della redazione della relativa

rendicontazione.Considerata la rilevanza che il tema degli stress test assume nell’ambito dei processi di governo e di gestione dei rischi, nel corso del 2016 la Banca ha inoltre sviluppato, in stretto raccordo con le iniziative progettuali di Categoria, attività volte ad irrobustire e rafforzare il modello metodologico per la realizzazione delle prove di stress.In relazione alle attività di adeguamento organizzativo e procedurale si richiamano inoltre: • l’adeguamento dei processi e presidi interni alle Linee Guida di Categoria in tema di

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prestazione del servizio di consulenza in materia di investimenti (ai fini MiFID) come aggiornate alla luce degli orientamenti tecnici rilasciati dalle Autorità regolamentari, comunitarie e nazionali, nonché delle collegate Linee Guida interbancarie. In parti-colare, sono stati aggiornati i riferimenti metodologici per la mappatura dei prodotti finanziari, per la valutazione di adeguatezza del rischio di concentrazione, per la valu-tazione di adeguatezza per gli enti e in caso di rappresentanza di persone fisiche;

• l’aggiornamento del questionario MiFID per le persone fisiche e per gli enti.Con riferimento alle quote sociali, la Banca, in linea con i riferimenti di Categoria, ha adotta-to una scheda informativa con la quale fornire in modo chiaro e sintetico un quadro esau-stivo delle informazioni rilevanti, utile al trasferimento al soggetto, potenziale sottoscrittore o acquirente di azioni della Banca, della necessaria conoscenza delle connotazioni di tali strumenti.

5 AttiVità Di riCerCA e Di SViluPPO

La Banca non ha effettuato attività di ricerca e sviluppo.

6il PreSiDiO Dei riSCHi e il SiStemA Dei COntrOlli interni

Coerentemente con il proprio modello di business e operativo, la Banca è esposta a diver-se tipologie di rischio che attengono principalmente alla tradizionale operatività di interme-diazione creditizia e finanziaria. La responsabilità primaria di assicurare la completezza, l’adeguatezza, la funzionalità e l’af-fidabilità del Sistema dei Controlli Interni è rimessa agli Organi Aziendali, ciascuno secondo le rispettive competenze. Il complesso dei rischi aziendali è, inoltre, presidiato nell’ambito di un preciso modello or-ganizzativo impostato sulla piena separazione delle funzioni di controllo da quelle produt-tive, che integra metodologie e presidi di controllo a diversi livelli, tutti convergenti con gli obiettivi di assicurare efficienza ed efficacia dei processi operativi, salvaguardare l’integrità del patrimonio aziendale, tutelare dalle perdite, garantire l’affidabilità e l’integrità delle in-formazioni, verificare il corretto svolgimento dell’attività nel rispetto della normativa interna ed esterna.In linea con le disposizioni in materia di Corporate Governance, il modello adottato delinea le principali responsabilità in capo agli Organi Aziendali al fine di garantire la complessiva

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Relazione degli amm

inistratori

efficacia ed efficienza del sistema dei controlli interni. Il Consiglio di Amministrazione è responsabile del sistema di controllo e gestione dei rischi e, nell’ambito della relativa governance, della definizione, approvazione e revisione degli orientamenti strategici e delle linee guida di gestione dei rischi, nonché degli indirizzi per la loro applicazione e supervisione. Anche sulla base dei riferimenti allo scopo prodotti dalla Direzione Generale, verifica nel continuo l’efficienza e l’efficacia complessiva del sistema di gestione e controllo dei rischi, provvedendo al suo adeguamento tempestivo in relazione alle carenze o anomalie riscontrate, ai cambiamenti del contesto di riferimento, esterno o interno, o derivanti dall’introduzione di nuovi prodotti, attività o processi rilevanti.Il Direttore Generale rappresenta il vertice della struttura interna e, come tale, partecipa alla funzione di gestione, nell’ambito della quale opera, in un sistema a “geometria variabile” con il Consiglio di Amministrazione.Il Direttore Generale dà esecuzione alle delibere degli organi sociali, persegue gli obiettivi gestionali e sovrintende allo svolgimento delle operazioni e al funzionamento dei servizi secondo le indicazioni del C.d.A., assicurando la conduzione unitaria della Società e l’effi-cacia del Sistema dei Controlli Interni. In tale ambito, predispone le misure necessarie ad assicurare l’istituzione, il mantenimento ed il corretto funzionamento di un efficace sistema di gestione e controllo dei rischi.L’Organo con funzioni di controllo, rappresentato dal Collegio Sindacale, ha la respon-sabilità di vigilare, oltre che sull’osservanza della legge e dello statuto e sul rispetto dei principi di corretta amministrazione, sulla funzionalità del complessivo sistema dei controlli interni, accertando l’efficacia delle strutture e funzioni coinvolte nel sistema dei controlli e l’adeguato coordinamento delle stesse, promuovendo gli interventi ritenuti necessari per rimuovere le carenze rilevate e correggere le irregolarità emerse, verificando e approfon-dendo cause e rimedi delle irregolarità gestionali, delle anomalie andamentali, delle lacune eventuali degli assetti organizzativi e contabili. Tale Organo è sempre preliminarmente e specificatamente interpellato con riguardo alla definizione degli elementi essenziali del complessivo sistema dei controlli interni, quali poteri, responsabilità, risorse, flussi informativi, conflitti di interesse. Il Collegio è sempre preliminarmente sentito con riferimento alle decisioni attinenti la nomina e la revoca dei responsabili delle Funzioni aziendali di controllo.La Banca ha istituito le seguenti funzioni aziendali di Controllo - permanenti e indipendenti - dedicate ad assicurare il corretto ed efficiente funzionamento del Sistema dei Controlli Interni:• Funzione di Revisione Interna (Internal Audit);• Funzione di Controllo dei rischi (Risk Management);• Funzione di Conformità alle norme (Compliance);• Funzione Antiriciclaggio.Il personale che partecipa alle funzioni aziendali di controllo non è coinvolto in attività che

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tali funzioni sono chiamate a controllare. A esso è assicurato l’inserimento in programmi di formazione nel continuo. I relativi criteri di remunerazione sono definiti in modo tale da non comprometterne l’obiettività e concorrere a creare un sistema di incentivi coerente con le finalità della funzione svolta.I responsabili delle funzioni aziendali di controllo:• non hanno responsabilità diretta di aree operative sottoposte a controllo né sono gerar-

chicamente subordinati ai responsabili di tali aree; • sono nominati e revocati (motivandone le ragioni) dal Consiglio di Amministrazione,

sentito il Collegio Sindacale;• fermo il raccordo funzionale con la Direzione Generale, hanno accesso diretto al Con-

siglio di Amministrazione e al Collegio Sindacale. Tale accesso si palesa attraverso l’invio di tutti i flussi informativi prodotti e partecipando alle adunanze di tali organi nelle circostanze in cui l’argomento trattato è di specifica competenza ovvero si manifesta un parere discordante con la Direzione Generale su tematiche critiche per il persegui-mento degli obiettivi definiti e la stabilità della Banca.

Conformemente a quanto previsto dalle disposizioni di vigilanza, le funzioni oltre ad adire direttamente agli organi di governo e controllo aziendali, hanno la possibilità di:• accedere senza restrizioni ai dati aziendali e a quelli esterni necessari per lo svolgimen-

to dei compiti assegnati;• ricorrere per quanto di competenza ai servizi offerti dalla Federazione locale.Le responsabilità attribuite alle funzioni aziendali di Controllo rispondono ai criteri dettati dalla normativa al fine di assicurare il corretto ed efficiente funzionamento del Sistema dei Controlli Interni.Il complessivo sistema dei controlli interni aziendali si incardina inoltre sui seguenti presidi di controllo: • Controlli di linea La Banca ha attivato i controlli di primo livello demandando alle strutture preposte ai

singoli processi aziendali la responsabilità di attivarsi affinché le attività operative di competenza vengano espletate con efficacia ed efficienza, nel rispetto dei limiti ope-rativi loro assegnati, coerentemente con gli obiettivi di rischio e con le procedure in cui si articola il processo di gestione dei rischi, nonché in maniera conforme al vigente sistema di deleghe.

I controlli di linea sono disciplinati nell’ambito delle disposizioni interne (politiche, rego-lamenti, procedure, manuali operativi, circolari, altre disposizioni, ecc.) dove sono decli-nati in termini di responsabilità, obiettivi, modalità operative, tempistiche di realizzazione e modalità di tracciamento.

• Controllo contabile Il soggetto incaricato della revisione legale dei conti, nell’ambito delle competenze e

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Relazione degli amm

inistratori

responsabilità previste dalla normativa vigente, ha il compito di controllare la regola-re tenuta della contabilità sociale e la corretta registrazione dei fatti di gestione nelle scritture contabili, nonché quello di verificare che il Bilancio d’esercizio corrisponda alle risultanze delle scritture contabili e sia conforme alle norme che lo disciplinano.

Qualora dagli accertamenti eseguiti emergano fatti ritenuti censurabili, la società incari-cata informa senza indugio il Collegio Sindacale e le autorità di vigilanza competenti.

Il soggetto incaricato della revisione legale dei conti nell’esercizio dei propri compiti interagisce con gli Organi Aziendali e le funzioni aziendali di controllo (compliance, risk management, internal audit); in particolare nei confronti del Collegio Sindacale, ottem-pera a quanto previsto dal D. Lgs. 39/2010.

• Responsabile delle Segnalazioni di Operazioni Sospette Ai sensi dell’art. 42 del D. Lgs. 231/2007, il legale rappresentante della Banca valuta

le segnalazioni di operazioni sospette pervenute che, in caso di esito positivo, sono trasmesse all’U.I.F. dal “Delegato alla trasmissione delle segnalazioni di operazioni so-spette”.

• Referente delle Funzioni Operative Importanti Laddove esternalizzate, la Banca ha mantenuto internamente la competenza richiesta

per controllare efficacemente le funzioni operative importanti (FOI) e per gestire i rischi connessi con l’esternalizzazione, inclusi quelli derivanti da potenziali conflitti di interessi del fornitore di servizi. In tale ambito, è stato individuato all’interno dell’organizzazione, un referente interno (referente interno per le attività esternalizzate) dotato di adeguati requisiti di professionalità.

La principale responsabilità attribuita al suddetto referente riguarda il controllo del livello dei servizi prestati dall’outsourcer e sanciti nei rispettivi contratti di esternalizzazione.

• La Funzione ICT La Funzione ICT esercita il ruolo di controllo sulle componenti del sistema informativo

esternalizzate, verificando l’adeguatezza dei livelli di servizio erogati dal fornitore e va-lutandone gli eventuali risvolti sul livello di soddisfazione dei clienti della Banca, nonché l’efficienza operativa e la disponibilità delle infrastrutture IT, in coerenza con il framework di rischio IT definito.

• La Funzione di Sicurezza Informatica La Funzione di Sicurezza Informatica è deputata allo svolgimento dei compiti in materia

di sicurezza delle risorse ICT della Banca, con il supporto del Centro Servizi di riferimen-to e degli eventuali fornitori terzi attivi in tale ambito. Principale finalità della Funzione è quella di assicurare che il livello di sicurezza offerto sulle risorse ICT sia allineato agli obiettivi di sicurezza che la Banca si è posta.

Il ricorso all’esternalizzazione di funzioni aziendali, anche importanti e di controllo, rappre-senta un elemento strutturale e imprescindibile del modello organizzativo della Banca in considerazione non solo delle dimensioni aziendali e della limitata complessità operativa

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che la caratterizza, ma anche della sua appartenenza al Sistema del Credito Cooperativo. La Banca si avvale infatti dei servizi offerti dagli organismi promossi dalla Categoria, come previsto dallo stesso statuto sociale, con riguardo all’esternalizzazione di parte delle fun-zioni di controllo e del proprio sistema informativo e altre funzioni aziendali importanti, quali servizi di back office e valutazione degli strumenti finanziari.Con particolare riguardo alle funzioni aziendali di controllo, la Banca ha deciso di avvalersi della possibilità, già consentita dalle disposizioni previgenti, di esternalizzare la Funzione di Internal Audit al CO.SE.BA. S.c.p.A. e la Funzione di Conformità alla Federazione delle Banche di Credito Cooperativo di Puglia e Basilicata.Questa scelta è stata indirizzata anche dalla circostanza che la struttura in argomento è costituita e opera in aderenza ai riferimenti organizzativi, metodologici e documentali relativi alla prestazione in outsourcing di funzioni di controllo definiti nell’ambito della Ca-tegoria, ritenuti atti ad assicurare l’adeguatezza ai modelli operativi e di controllo di una Banca di Credito Cooperativo nonché la conformità e aderenza alle migliori pratiche della professione e ai riferimenti regolamentari e principi applicabili. A tale riguardo, si evidenzia, in particolare, che il modello di governo della Federazione non consente alla singola banca associata di esercitare un ruolo dominante, anche qualora gli esponenti di questa ricopra-no ruoli di rilievo negli organi della stessa.Gli accordi di esternalizzazione della Funzione di Internal Audit e della Funzione di Con-formità prevedono che le attività in capo alle stesse siano svolte da strutture autonome, reciprocamente indipendenti, con responsabili e risorse umane dotate di adeguate capa-cità professionali, assegnate stabilmente. Specifici riferimenti dispositivi assicurano che responsabile e addetti non operino in conflitto di interessi con le attività della funzione né svolgano attività che sarebbero chiamati a controllare.La Funzione di Internal Audit della Banca ha ottenuto la certificazione di conformità rela-tivamente all’organizzazione e allo svolgimento delle proprie attività agli Standard per la pratica professionale dell’Internal Auditing e al Codice Etico della Professione; tale giudizio è stato elaborato da parte di un ente terzo indipendente al Sistema a fronte di un processo di analisi e verifiche condotte secondo la metodologia definita nel “Quality Assessment Manual” pubblicato dall’Institute of Internal Auditors (IIA). Per una più compiuta illustrazione dell’assetto organizzativo e delle procedure operative poste a presidio delle principali aree di rischio e delle metodologie utilizzate per la misura-zione e la prevenzione dei rischi medesimi si rinvia all’informativa qualitativa e quantitativa riportata nella parte E della Nota Integrativa – informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura.

6.1 informazioni sulla continuità aziendale, sui rischi finanziari, sulle verifiche

per riduzione di valore delle attività e sulle incertezze nell’utilizzo di stime

Con riferimento ai documenti Banca d’Italia e Consob n. 2 del 6 febbraio 2009 e n. 4 del 3 marzo 2010, relativi alle informazioni da fornire nelle relazioni finanziarie sulle prospettive

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Relazione degli amm

inistratori

aziendali, con particolare riferimento alla continuità aziendale, ai rischi finanziari, alle verifi-che per riduzione di valore delle attività (impairment test) e alle incertezze nell’utilizzo delle stime, il Consiglio di Amministrazione conferma di avere la ragionevole aspettativa che la Banca possa continuare la propria operatività in un futuro prevedibile e attesta pertanto che il bilancio dell’esercizio è stato predisposto in tale prospettiva di continuità.Nella struttura patrimoniale e finanziaria della Banca e nell’andamento operativo non sus-sistono elementi o segnali che possano indurre incertezze sul punto della continuità azien-dale.Per l’informativa relativa ai rischi finanziari, alle verifiche per riduzione di valore delle attività e alle incertezze nell’utilizzo di stime si rinvia alle informazioni fornite nella presente relazione, a commento degli andamenti gestionali, e/o nelle specifiche sezioni della Nota Integrativa.

7 le Altre inFOrmAZiOni

7.1 informazioni sulle ragioni delle determinazioni assunte con riguardo

all’ammissione dei nuovi soci ai sensi dell’art. 2528 del codice civile

Il Consiglio di Amministrazione ha operato per il conseguimento delle finalità mutualistiche nel rispetto sia dei principi ispiratori della mutualità a beneficio dei soci, sia dei principi di sana e prudente gestione. L’attività con i soci è proseguita sempre seguendo il criterio della ’’porta aperta’’. Il rapporto con i soci è sempre stato caratterizzato da una costante attenzione alle loro diverse esigenze ed alla qualificazione delle condizioni morali, culturali ed economiche mediante l’educazione al risparmio ed alla previdenza. L’ammissione dei soci è stata attuata dal Consiglio di Amministrazione a tutti, purché in possesso dei requi-siti richiesti per poter far parte del Credito Cooperativo. E’ continuato l’ingresso di nuovi soci in coerenza con le finalità mutualistiche della Banca. Nel corso del 2016, 55 nuovi soci sono entrati a far parte della compagine sociale; 21 soci sono usciti dalla compagine sociale. Il saldo è positivo per 34 unità; il numero dei soci è passato, pertanto, da 1.147 a 1.181.

7.2 indicatore relativo al rendimento delle attività

Ai sensi dell’art. 90 della Direttiva 2013/36/UE, cd. CRD IV, si riporta di seguito l’indicatore relativo al rendimento delle attività (c.d. Public Disclosure of Return on Assets), calcolato come rapporto tra gli utili netti e il totale di bilancio3 al 31 dicembre 2016 e pari allo 0,248%.

3 Ai sensi della Circolare n. 262/2005 della Banca d’Italia le voci da considerare sono, rispettivamente per il bi-lancio individuale e consolidato, la voce “Totale dell’attivo” e la voce 290 “Utile/(Perdita) di esercizio” del bilancio individuale e la voce “Totale dell’attivo” e la voce 320 “Utile (Perdita) d’esercizio del bilancio consolidato”.

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8FAtti Di rilieVO interVenuti DOPO lA CHiuSurA Dell’eSerCiZiO

Dopo la chiusura dell’esercizio non si sono verificati fatti di rilievo.

9inFOrmAtiVA Sulle OPerAZiOni COn PArti COrrelAte

Le informazioni sui rapporti con parti correlate, come definite dallo IAS 24, sono riportate nella “parte H - operazioni con parti correlate” della Nota Integrativa, cui si fa rinvio.Ai sensi della disciplina prudenziale in materia di attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati, si evidenzia che non sono state compiute operazioni con soggetti collegati, di maggiore rilevanza ai sensi della normativa di riferimento e dei criteri adottati nell’ambito delle politiche assunte, sulle quali l’Amministratore Indipendente e/o il Collegio Sindacale abbiano reso parere negativo o formulato rilievi.

10eVOluZiOne PreVeDiBile DellA GeStiOne

Nella seconda metà del 2016, la ripresa globale ha continuato al ritmo annualizzato del 3%, a fronte di una forte eterogeneità nella performance delle diverse aree economiche. La ripresa nelle economie avanzate ha accelerato più del previsto, sostenuta da una ripre-sa dell’attività manifatturiera. In Giappone alcune statistiche hanno portato a un cambia-mento al rialzo delle stime di crescita rispetto a quanto precedentemente stimato, mentre sia gli Stati Uniti che l’economia britannica hanno continuato la loro ripresa a un passo sostenuto, nonostante lo shock Brexit. Il piano fiscale di Trump potrebbe supportare l’eco-nomia americana durante il secondo semestre 2017 e nel 2018, mentre nel Regno Unito la performance economica sarà influenzata dagli effetti di fiducia generati dal dispiegarsi dei negoziati Brexit. Nei mercati emergenti il quadro di crescita è ancora più variegato. L’economia cinese, che ha continuato ad essere sostenuta da una politica fiscale espansiva e da una rapida crescita del credito, si è espansa a un ritmo di circa il 6,5%. La crescita del PIL rimane coerente con uno scenario di softlanding, ma l’eccessivo livello di indebitamento delle imprese rappresenta il principale rischio sistemico, se non adeguatamente affrontato. L’at-tività economica è stata invece più debole di quanto previsto in alcuni paesi dell’America Latina attualmente in recessione, come l’Argentina e il Brasile, così come in Turchia, che

73

Relazione degli amm

inistratori

ha lottato per riguadagnare la fiducia degli investitori a seguito del fallito colpo di stato della scorsa estate. In Russia la ripresa è stata leggermente più forte del previsto grazie ad un rimbalzo dei prezzi del petrolio.Nell’area euro la ripresa resta nel complesso moderata. Nonostante la Brexit e la perdu-rante debolezza del commercio mondiale, la fiducia di imprese e famiglie nella zona euro è rimasta stabile. Nella seconda metà del 2016, il PIL è cresciuto probabilmente intorno all’1,6% in termini annualizzati e gli indicatori più recenti indicano che sia la domanda in-terna che esterna hanno sostenuto la crescita alla fine dell’anno. Questo segna il secondo anno consecutivo di crescita superiore al tasso tendenziale. L’elemento non positivo è che questa fase di ripresa resta debole in una prospettiva storica.Questa moderata ripresa dovrebbe continuare nel 2017, senza forti scostamenti in termi-ni di crescita, supportata principalmente dai bassi tassi d’interesse e da una ripresa del commercio mondiale. In Italia la crescita economica dovrebbe attestarsi allo 0,9% nel 2016. Negli ultimi mesi del 2016 sono giunti segnali incoraggianti dalle principali indagini di fiducia presso le imprese e dai dati di produzione industriale, tutti orientati a possibili sviluppi positivi per l’attività dell’industria, trainati da una iniziale ripresa della domanda globale. La ripresa dell’attività economica è attesa continuare nel 2017 (con il PIL in crescita dello 0,8%), sebbene il passo di crescita si confermerà molto probabilmente modesto. I consumi privati e gli in-vestimenti, in particolare, continueranno a fornire un impulso alla crescita, con il recupero supportato da una accelerazione degli investimenti in macchine ed attrezzature. Questi ultimi dovrebbero beneficiare di un rafforzamento degli incentivi fiscali introdotti nel 2016 e di un taglio alle tasse sui redditi di impresa, oltre allo stimolo atteso da favorevoli condizioni di finanziamento per le imprese. I prestiti al settore privato hanno mostrato un trend di miglioramento verso la fine del 2016, principalmente grazie ad una crescente domanda di prestiti da parte di imprese e soprattutto famiglie.Le aspettative inflazionistiche iniziano ad aumentare. A dicembre, il tasso di inflazione dell’area euro è salito all’1,1%, principalmente guidato dall’aumento dei prezzi del petrolio innescato dall’accordo raggiunto dall’OPEC nel mese di novembre. L’andamento dell’in-flazione di fondo merita particolare attenzione, dato che non ci sono particolari segnali di miglioramento dai minimi ciclici toccati nei primi mesi del 2015. Nella sua riunione di dicembre, la BCE ha deciso di estendere i propri acquisti di asset da marzo 2017 fino a dicembre 2017, ma – e questa è la notizia principale - ad un ridotto ritmo di 60 miliardi di euro al mese.Nel 2016 la Banca è riuscita a traguardare i principali obiettivi definiti in sede di pianifica-zione annuale: • crescita dei fondi propri;• miglioramento dei requisiti patrimoniali;• crescita dell’operatività bancaria e dei volumi di impiego con clientela;

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• riduzione del costo della raccolta diretta con clientela;• riduzione delle attività deteriorate lorde e nette;• riduzione del costo del credito.D’altro canto la Banca ha completato importanti processi di riorganizzazione funzionali al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di crescita delle masse intermediate definiti nel Budget 2017; particolarmente sfidante risulta l’obiettivo di crescita degli impieghi creditizi verso clientela.Ma il 2017 sarà un anno cruciale per la Banca e l’intero movimento del Credito Coope-rativo. La riforma entrerà nel vivo della fase attuativa; il primo fondamentale passo sarà rappresentato dalla valutazione da parte della prossima Assemblea dei Soci della nostra Banca della proposta del Consiglio di Amministrazione di adesione non vincolante al Grup-po Bancario Cooperativo promosso da Iccrea Banca.

11 COnSiDerAZiOni COnCluSiVe

Cari soci,è questo un momento di cambiamento, lo abbiamo ribadito più volte. Un cambiamento non reversibile, che richiede di investire nel potenziamento delle nostre competenze, a tutti i livelli.Il lavoro della Riforma non è terminato con l’emanazione delle Disposizioni di Vigilanza. E’ anzi questa la fase viva e laboriosa nella quale deve esprimersi l’autonomia negoziale del Credito Cooperativo. Essa esigerà il meglio della nostra creatività imprenditoriale e mana-geriale.La Riforma deve servire a far crescere le BCC. Nella mutualità e nel territorio. Perché esse possano:• potenziare la loro capacità di accompagnare l’evolversi dei bisogni individuali e collettivi

e il progressivo arretramento dello Stato nell’ambito del welfare, attraverso l’esercizio di una serie di nuove mutualità: oltre a quella del credito, quelle della previdenza, dell’e-nergia, della protezione, della sanità integrativa e altre potranno aggiungersi;

• accrescere la loro capacità di essere di supporto alla nascita e crescita delle imprese e alla loro apertura anche ai mercati internazionali (le imprese esportatrici tengono, a prescindere dalla dimensione);

• assecondare ed accentuare l’attitudine ad intercettare e a sostenere l’innovazione, ad esempio nelle start up giovanili ma non solo.

Papa Francesco, rivolgendosi nel febbraio 2015 ai cooperatori in occasione della Udienza loro concessa affermava: “Dovete investire, e dovete investire bene! Mettete insieme con

75

determinazione i mezzi buoni per realizzare opere buone. Collaborate di più tra cooperative bancarie e imprese, organizzate le risorse per far vivere con dignità e serenità le famiglie; (…) investendo soprattutto per le iniziative che siano veramente necessarie”. Sentiamo fortemente questo compito.Siamo consapevoli che l’esercizio della banca mutualistica sul territorio, esercizio com-plesso e difficile, spetta comunque a noi e sarà nelle nostre mani anche nel tempo della Riforma del Credito Cooperativo. Ci vogliono quello che i latini chiamavano animus, coraggio, e anima, respiro. Non darsi per vinti e non perdere lo slancio dello sguardo più avanti. Come il Credito Cooperativo ha saputo fare nella sua storia. Come ci impegniamo a fare per i nostri Soci, per i nostri territori, per le nostre comunità locali.

PrOGettO Di DeStinAZiOne Dell’utile Di eSerCiZiO

L’utile di esercizio ammonta a € 252.338,23; si propone all’Assemblea di procedere alla seguente ripartizione:

1 Alla riserva legale:(pari almeno al 70% degli utili netti annuali) € 176.636,76

2 Ai fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione (pari al 3% degli utili netti annuali) € 7.570,15

3A riserva statutaria € 21.380,17

4 Al fondo di beneficienza e mutualità della Banca € 6.107,75

5 A distribuzione di dividendi ai soci, nella ragione di € 0,60 per azione € 40.643,40

Ciò premesso proponiamo al Vostro esame ed alla Vostra approvazione il bilancio dell’e-sercizio 2016 come esposto nella documentazione di stato patrimoniale e di conto econo-mico, nonché nella nota integrativa.

Massafra, 30 Marzo 2017

Il Consiglio di Amministrazione

Relazione degli amm

inistratori

RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE

78

Signori Soci della Banca di Credito Cooperativo di Massafra,il Consiglio di Amministrazione ha messo a nostra disposizione il bilancio d’esercizio chiu-so al 31 dicembre 2016 unitamente alla relazione sulla gestione nei termini di legge.Il progetto di bilancio, che è composto dagli schemi dello stato patrimoniale, del conto economico, del prospetto della redditività complessiva, del prospetto delle variazioni del patrimonio netto, del rendiconto finanziario e della nota integrativa e dalle relative infor-mazioni comparative, è stato sottoposto alla revisione legale dei conti dalla “Società Pri-cewaterhouseCoopers” (PWC) e può essere riassunto nelle seguenti risultanze:

StAtO PAtrimOniAle – AttiVO

Voci dell'Attivo 31.12.2016 31.12.2015

10. Cassa e disponibilità liquide 731.796 844.693

20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 240.942 513.878

40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 54.503.380 61.127.807

60. Crediti verso banche 6.420.097 5.936.606

70. Crediti verso clientela 35.065.394 31.521.792

110. Attività materiali 122.745 117.551

120. Attività immateriali 8.355 11.759

130. Attività fiscali 1.193.991 1.206.744

a) correnti 265.855 335.308

b) anticipate 928.136 871.436

di cui:

- alla L. 214/2011 789.723 817.854

150. Altre attività 3.499.847 1.460.968

Totale dell'attivo 101.786.547 102.741.798

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StAtO PAtrimOniAle – PASSiVO

Voci del Passivo e del Patrimonio Netto 31.12.2016 31.12.2015

10. Debiti verso banche 20.104.836 23.022.891

20. Debiti verso clientela 65.014.190 62.257.464

30. Titoli in circolazione 7.055.006 8.724.214

80. Passività fiscali 95.413 337.887

a) correnti 19.471 189.940

b) differite 75.942 147.947

100. Altre passività 3.259.339 2.043.528

110. Trattamento di fine rapporto del personale 43.406 40.824

120. Fondi per rischi e oneri: 27.139 103.159

b) altri fondi 27.139 103.159

130. Riserve da valutazione (81.412) 267.075

160. Riserve 2.466.592 1.924.913

170. Sovrapprezzi di emissione 131.050 107.160

180. Capitale 3.418.650 3.323.500

200. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 252.338 589.183

Totale del passivo e del patrimonio netto 101.786.547 102.741.798

Relazione del collegio sindacale

80

COntO eCOnOmiCO

Voci 31.12.2016 31.12.2015

10. Interessi attivi e proventi assimilati 1.952.195 2.222.804

20. Interessi passivi e oneri assimilati (429.722) (633.438)

30. Margine di interesse 1.522.473 1.589.366

40. Commissioni attive 939.045 873.011

50. Commissioni passive (113.705) (136.533)

60. Commissioni nette 825.340 736.478

70. Dividendi e proventi simili 4.827 1.827

80. Risultato netto dell'attività di negoziazione 2.716 15.317

100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: 648.406 1.230.219

b) attività finanziarie disponibili per la vendita 648.406 1.230.219

120. Margine di intermediazione 3.003.762 3.573.207

130. Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: (374.024) (625.242)

a) crediti (365.778) (565.556)

d) altre operazioni finanziarie (8.246) (59.686)

140. Risultato netto della gestione finanziaria 2.629.738 2.947.965

150. Spese amministrative: (2.517.077) (2.354.705)

a) spese per il personale (1.347.432) (1.275.668)

b) altre spese amministrative (1.169.645) (1.079.037)

160. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (47.500)

170. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (44.568) (52.763)

180. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali (3.404) (3.472)

190. Altri oneri/proventi di gestione 237.024 218.129

200. Costi operativi (2.328.025) (2.240.311)

240. Utili (Perdite) da cessione di investimenti (3.945) 5.800

250. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 297.768 713.454

260. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (45.430) (124.271)

270. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 252.338 589.183

290. Utile (Perdita) d'esercizio 252.338 589.183

La nota integrativa, poi, contiene le ulteriori informazioni ritenute utili per una rappresenta-zione più completa degli accadimenti aziendali e per una migliore comprensione dei dati di bilancio ed è altresì integrata con appositi dati ed informazioni, anche con riferimento a specifiche previsioni di legge. In tale ottica, la stessa fornisce le informazioni richieste da altre norme del codice civile e dalla regolamentazione secondaria cui la Vostra Banca è soggetta, nonché altre informazioni ritenute opportune dall’Organo Amministrativo per rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, economica e finan-ziaria della Banca.

81

Unitamente ai dati al 31 dicembre 2016, gli schemi del bilancio contengono, laddove ri-chiesto dalle istruzioni emanate dalla Banca d’Italia con la Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005, anche quelli al 31 dicembre 2015.Si evidenziano, di seguito, le variazioni intervenute nelle varie voci di bilancio rispetto all’e-sercizio 2015.

a. Variazioni nelle voci dell’Attivo dello Stato Patrimoniale.Le variazioni percentuali rispetto all’anno precedente delle voci dell’Attivo sono le seguenti.

Voci dell'Attivo 31.12.2016 31.12.2015 Variazioni €

Variazioni %

10. Cassa e disponibilità liquide 731.796 844.693 -112.897 -13,37 20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 240.942 513.878 -272936 -53,11

40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 54.503.380 61.127.807 -6.624.427 -10,84 60. Crediti verso banche 6.420.097 5.936.606 483.491 8,14 70. Crediti verso clientela 35.065.394 31.521.792 3.543.602 11,24110. Attività materiali 122.745 117.551 5.194 4,42120. Attività immateriali 8.355 11.759 -3.404 -28,95130. Attività fiscali 1.193.991 1.206.744 -12.753 -1,06 a) correnti 265.855 335.308 -69.453 -20,71 b) anticipate 928.136 871.436 56.700 6,51 di cui:

- alla L. 214/2011 789.723 817.854 -28.131 -3,44150. Altre attività 3.499.847 1.460.968 2.038.879 139,56Totale dell'attivo 101.786.547 102.741.798 -955.251 -0,93

Rispetto all’esercizio 2015, la variazione nella composizione dell’attivo evidenzia, per il portafoglio istituzionale, un dimezzamento delle attività finanziarie detenute per la negozia-zione (-53,11%) ed una sensibile riduzione delle attività finanziarie disponibili per la vendita (-10,84%). In relazione al portafoglio crediti, invece, si denota un aumento sia dei crediti verso banche (+8,14%) sia dei crediti verso clientela (11,24%). Sensibile aumento deno-ta anche la voce altre attività (+139,56%), rappresentativa dello sbilancio tra le rettifiche “dare” e le rettifiche “avere” del portafoglio salvo buon fine e al dopo incasso. Gli altri ele-menti mostrano variazioni poco significative.

Relazione del collegio sindacale

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b. Variazioni nelle voci del Passivo dello Stato Patrimoniale.Le variazioni percentuali rispetto all’anno precedente delle voci del Passivo sono le se-guenti.

Voci del Passivo e del Patrimonio Netto 31.12.2016 31.12.2015 Variazioni €

Variazioni %

10. Debiti verso banche 20.104.836 23.022.891 -2.918.055 -12,68

20. Debiti verso clientela 65.014.190 62.257.464 2.756.726 4,43

30. Titoli in circolazione 7.055.006 8.724.214 -1.669.208 -19,13

80. Passività fiscali 95.413 337.887 -242.474 -71,76

a) correnti 19.471 189.940 -170.469 -89,75

b) differite 75.942 147.947 -72.005 -48,67

100. Altre passività 3.259.339 2.043.528 1.215.811 59,50

110. Trattamento di fine rapporto del personale 43.406 40.824 2.582 6,32

120. Fondi per rischi e oneri: 27.139 103.159 -76.020 -73,69

b) altri fondi 27.139 103.159 -76.020 -73,69

130. Riserve da valutazione (81.412) 267.075 -348.487 -130,48

160. Riserve 2.466.592 1.924.913 541.679 28,14

170. Sovrapprezzi di emissione 131.050 107.160 23.890 22,29

180. Capitale 3.418.650 3.323.500 95.150 2,86

200. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 252.338 589.183 -336.845 -57,17

Totale del passivo e del patrimonio netto 101.786.547 102.741.798 -955.251 -0,93

Le variazioni più rilevanti, rispetto all’esercizio 2015, sono quelle inerenti la sensibile ridu-zione dei titoli in circolazione (-19,13%), i fondi per rischi e oneri (-73,69%), le passività fiscali (-71,76%) e le riserve da valutazione (-130,48%) (che, segnatamente alle attività fi-nanziarie disponibili per la vendita e, in particolare, ai titoli di debito, ha generato una riserva netta con valore negativo pari a 81.412 euro).Di contro, risultano sostanzialmente aumentate le altre passività (+59,50%), ed in partico-lare, la voce relativa alle partite in corso di lavorazione.Si segnala, infine, un lieve decremento del Patrimonio netto di euro 24.613

83

c. Variazioni nelle voci del Conto Economico.Le variazioni percentuali rispetto all’anno precedente delle voci di Conto Economico sono le seguenti.

Voci 31.12.2016 31.12.2015 Variazioni €

Variazioni %

10. Interessi attivi e proventi assimilati 1.952.195 2.222.804 -270.609 -12,17

20. Interessi passivi e oneri assimilati (429.722) (633.438) (-203.716) -32,16

30. Margine di interesse 1.522.473 1.589.366 -66.893 -4,21

40. Commissioni attive 939.045 873.011 66.034 7,56

50. Commissioni passive (113.705) (136.533) (-22.828) -16,72

60. Commissioni nette 825.340 736.478 88.862 12,07

70. Dividendi e proventi simili 4.827 1.827 3.000 164,20

80. Risultato netto dell'attività di negoziazione 2.716 15.317 -12.601 -82,27

100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: 648.406 1.230.219 -581.813 -47,29

b) attività finanziarie disponibili per la vendita 648.406 1.230.219 -581.813 -47,29

120. Margine di intermediazione 3.003.762 3.573.207 -569.445 -15,94

130. Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di:

(374.024) (625.242) (-251.218) -40,18

a) crediti (365.778) (565.556) (-199.778) -35,32

d) altre operazioni finanziarie (8.246) (59.686) (-51.440) -86,18

140. Risultato netto della gestione finanziaria 2.629.738 2.947.965 -318.227 -10,80

150. Spese amministrative: (2.517.077) (2.354.705) (162.372) 6,90

a) spese per il personale (1.347.432) (1.275.668) (71.764) 5,63

b) altre spese amministrative (1.169.645) (1.079.037) (90.608) 8,40

160. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (47.500) (-47.500) -100,00

170. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (44.568) (52.763) (-8.195) -15,53

180. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali

(3.404) (3.472) (-68) -1,96

190. Altri oneri/proventi di gestione 237.024 218.129 18.895 8,66

200. Costi operativi (2.328.025) (2.240.311) (87.714) 3,92

240. Utili (Perdite) da cessione di investimenti (3.945) 5.800 -9.745 -168,02

250. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte

297.768 713.454 -415.686 -58,26

260. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente

(45.430) (124.271) (-78.841) -63,44

270. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte

252.338 589.183 -336.845 -57,17

290. Utile (Perdita) d'esercizio 252.338 589.183 -336.845 -57,17

Relazione del collegio sindacale

84

Rispetto all’esercizio 2015, l’utile si è ridotto di euro 336.845. Detta variazione è così de-terminata.

Voci 31.12.2016 31.12.2015 Variazio-ni €

Variazioni %

140. Risultato netto della gestione finanziaria 2.629.738 2.947.965 -318.227 -10,80

200. Costi operativi (2.328.025) (2.240.311) (87.714) 3,92

240. Utili (Perdite) da cessione di investimenti (3.945) 5.800 -9.745 -168,02

250. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte

297.768 713.454 -415.686 -58,26

260. Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente

(45.430) (124.271) (-78.841) -63,44

290. Utile (Perdita) d'esercizio 252.338 589.183 -336.845 -57,17

In particolare si evidenzia che il risultato netto della gestione finanziaria (-318.227) è caratterizzato da un lieve peggioramento del margine di interesse (-66.893), da un mi-glioramento delle commissioni nette (+88.862), da un peggioramento del margine di intermediazione (-569.445) e da una riduzione delle rettifiche di valore per deterioramento di crediti e altre operazioni finanziarie (+251.218). A quest’ultimo proposito, giova precisare come la Banca abbia continuato a muoversi in modo adeguato nello scenario di crisi finan-ziaria che continua, in maniera incalzante, a caratterizzare il settore del credito e l’intero sistema economico generale. Le rettifiche dei crediti per euro 374.024, sebbene diminuite rispetto all’anno precedente, rappresentano un segnale di difficoltà in cui versa l’intero si-stema economico, senza aver tuttavia impedito alla Banca di conseguire comunque un di-screto risultato economico, positivo, pari ad euro 252.338. Risultato, questo, derivante da una gestione che, da un lato è stata ispirata alla prudenza e all’accortezza nella erogazione del credito ma capace di cogliere le opportunità fornite dal mercato, e, dall’altro lato, ha nel contempo permesso di svolgere una importante funzione sociale di servizio e sviluppo della base sociale, delle economie locali, delle famiglie, delle imprese, degli enti non-profit, delle Amministrazioni locali, tipica di una impresa cooperativa che lavora per una finanza responsabile, gestita ed orientata al bene comune della collettività.Tra i costi operativi si segnala, infine, un sensibile incremento delle spese amministrative, incluse quelle per il personale (-162.372), che in termini relativi è pari al +6,90%.

******Sul bilancio nel suo complesso è stato rilasciato un giudizio senza rilievi dalla Società di revisione legale dei conti “Società PricewaterhouseCoopers” (PWC), che ha emesso, ai sensi dell’art. 14 del D.Lgs. n. 39/2010. Detta relazione evidenzia che il bilancio d’esercizio è stato redatto in base ai principi contabili internazionali “International Financial Reporting Standards” (IFRS) adottati dall’Unione Europea ed è stato predisposto sulla base delle citate istruzioni di cui alla Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005; esso, pertanto, è redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finan-ziaria e il risultato economico della società.

85

Nel corso delle verifiche eseguite il Collegio Sindacale ha proceduto anche ad incontri periodici con la Società incaricata della revisione legale dei conti, prendendo così atto del lavoro svolto dalla medesima e procedendo allo scambio reciproco di informazioni nel rispetto dell’art. 2409-septies del cod. civ. Per quanto concerne le voci del bilancio presentato alla Vostra attenzione, il Collegio Sin-dacale ha effettuato i controlli necessari per poter formulare le conseguenti osservazioni, così come richiesto dalle “Norme di comportamento del Collegio Sindacale” emanate dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.Tali controlli hanno interessato, in particolare, i principi di redazione e i criteri di valutazio-ne, con attenzione specifica al tema degli accantonamenti, adottati dagli Amministratori e l’osservanza del principio di prudenza.Il nostro esame è stato svolto secondo le richiamate Norme di comportamento del Colle-gio Sindacale e, in conformità a tali Norme, abbiamo fatto riferimento alle disposizioni che disciplinano il bilancio di esercizio, con riferimento: ai principi contabili internazionali IAS/IFRS emanati dall’“International Accounting Standards Board” (IASB) ed ai relativi docu-menti interpretativi emanati dall’“International Financial Reporting Interpretations Commit-tee” (IFRIC), omologati dalla Commissione Europea ed in vigore alla data di riferimento del bilancio; al “Framework for the Preparation and Presentation of Financial Statements” (“Quadro Sistematico per la Preparazione e Presentazione del Bilancio”) emanato dallo IASB, con particolare riguardo al principio fondamentale della prevalenza della sostanza sulla forma, nonché al concetto della rilevanza e della significatività dell’informazione; alle istruzioni contenute nella Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005; ai documenti sull’applicazione degli IFRS in Italia predisposti dall’Organismo Italiano di Con-tabilità (O.I.C.), nonché alle precisazioni inviate dalla Banca d’Italia.Dai riscontri effettuati non sono emerse discordanze rispetto alle norme che regolano la redazione del bilancio e rispetto all’applicazione dei principi contabili internazionali.Il Collegio ha poi esaminato la Relazione aggiuntiva, di cui all’art. 19 del D.Lgs 39/2010 ed all’art. 11 del Regolamento (UE) n. 537/2014, rilasciata dalla Società di revisione “Società PricewaterhouseCoopers” (PWC), da cui si evince l’assenza di carenze significative del sistema di controllo interno inerente al processo di informativa finanziaria e contenente la dichiarazione, ai sensi dell’art. 6, paragrafo 2, lett. a) del Regolamento (UE) n. 537/2014, che la Società medesima e i partner, i membri dell’alta direzione e i dirigenti che hanno effettuato la revisione legale dei conti sono indipendenti dalla Banca.Nel corso dell’esercizio 2016 abbiamo partecipato alle riunioni del Consiglio di Ammini-strazione.Nello svolgimento e nell’indirizzo delle nostre verifiche ed accertamenti ci siamo avvalsi del-le strutture e delle funzioni di controllo interne alla Banca ed abbiamo ricevuto dalle stesse adeguati flussi informativi. Il nostro esame è stato svolto secondo le richiamate Norme di comportamento del Collegio Sindacale.In particolare, in ossequio all’art. 2403 cod. civ. ed alla regolamentazione secondaria cui la

Relazione del collegio sindacale

86

Vostra Banca è soggetta, il Collegio:1) ha ottenuto dagli Amministratori le informazioni sul generale andamento della gestione

e sulla sua prevedibile evoluzione, nonché sulle operazioni di maggior rilievo economico finanziario e patrimoniale e su quelle svolte con parti correlate;

2) in base alle informazioni ottenute, ha potuto verificare che le azioni deliberate e poste in essere sono conformi alla legge e allo Statuto Sociale e che non appaiono manifesta-tamene imprudenti, azzardate, in potenziale conflitto di interessi o in contrasto con le deliberazioni assunte dall’Assemblea o tali da compromettere l’integrità del patrimonio;

3) ha vigilato sull’osservanza della Legge e dello Statuto, nonché sul rispetto dei principi di corretta amministrazione;

4) ha acquisito conoscenza e vigilato, per quanto di sua competenza, sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo della Banca. A tal fine il Collegio ha operato, sia tramite la raccolta di informazioni dai responsabili delle diverse funzioni aziendali sia con incontri ricorrenti con i responsabili stessi. A tal riguardo, non ha osservazioni particolari da riferire;

5) ha vigilato sulla completezza, adeguatezza, funzionalità e affidabilità del sistema dei controlli interni e del quadro di riferimento per la determinazione della propensione al rischio della banca, affinché gli stessi risultino coerenti con lo sviluppo e le dimensioni dell’attività sociale, nonché ai particolari obblighi e vincoli ai quali la Vostra Banca è soggetta; in proposito è stata posta attenzione all’attività di analisi sulle diverse tipo-logie di rischio ed alle modalità adottate per la loro gestione e controllo, con specifica attenzione al processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICA-AP) ed al processo di gestione del rischio di liquidità. È stata inoltre verificata la corretta allocazione gerarchico-funzionale delle funzioni aziendali di controllo. Nello svolgimento e nell’indirizzo delle proprie verifiche ed accertamenti si è avvalso delle strutture e delle funzioni di controllo interne alla Banca ed ha ricevuto dalle stesse adeguati flussi infor-mativi;

6) ha verificato, alla luce di quanto disposto dalle Autorità di vigilanza in tema di sistemi di remunerazione e incentivazione, l’adeguatezza e la rispondenza al quadro normativo delle politiche e delle prassi di remunerazione adottate dalla Banca;

7) ha verificato, alla luce di quanto raccomandato dalle Autorità di vigilanza in tema di distribuzione dei dividendi, l’avvenuta adozione da parte della Banca di una politica di distribuzione dei dividendi incentrata su ipotesi conservative e prudenti, tali da consen-tire il pieno rispetto dei requisiti di capitale attuali e prospettici, anche tenuto conto degli effetti legati alla applicazione – a regime – delle regole di vigilanza prudenziale introdotto a seguito del recepimento di Basilea 3.

Dalla nostra attività di controllo e verifica non sono emersi fatti significativi tali da richiedere la segnalazione alla Banca d’Italia.Vi evidenziamo, infine, che non sono pervenute denunce ex art. 2408 cod. civ.

87

Relazione del collegio sindacale

Si sono ricevuti, invece, per il tramite della Banca d’Italia, n. 2 esposti da parte della clien-tela, per i quali, dopo opportune ed approfondite indagini interne, si è proceduto a fornire i necessari riscontri alla Autorità di Vigilanza predetta e che, alla data della presente Rela-zione, non risultano ulteriori richieste di informazioni.Vi evidenziamo, infine, che non sono pervenute denunce o esposti di altra natura.Il Collegio Sindacale, in ottemperanza alle disposizioni di cui all’art. 2 Legge n. 59/1992 e dell’art. 2545 cod. civ., comunica di condividere i criteri seguiti dal Consiglio di Ammini-strazione nella gestione sociale per il conseguimento degli scopi mutualistici in conformità col carattere cooperativo della Banca e dettagliati nella relazione sulla gestione presentata dagli stessi Amministratori.In considerazione di quanto sopra, il Collegio esprime parere favorevole all’approvazione del bilancio dell’esercizio e concorda con la proposta di destinazione del risultato di eser-cizio formulata dal Consiglio di Amministrazione.

Massafra, 14 aprile 2017

RELAZIONE DELLA SOCIETà DI REVISIONE

90

91

Relazione della società di revisione

BILANCIO DI ESERCIZIO AL 31 DICEMBRE 2016

94

StAtO PAtrimOniAle – AttiVO

Voci dell'Attivo 31.12.2016 31.12.2015

10. Cassa e disponibilità liquide 731.796 844.693

20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 240.942 513.878

40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 54.503.380 61.127.807

60. Crediti verso banche 6.420.097 5.936.606

70. Crediti verso clientela 35.065.394 31.521.792

110. Attività materiali 122.745 117.551

120. Attività immateriali 8.355 11.759

130. Attività fiscali 1.193.991 1.206.744

a) correnti 265.855 335.308

b) anticipate 928.136 871.436

di cui:

- alla L. 214/2011 789.723 817.854

150. Altre attività 3.499.847 1.460.968

Totale dell'attivo 101.786.547 102.741.798

StAtO PAtrimOniAle – PASSiVO

Voci del Passivo e del Patrimonio Netto 31.12.2016 31.12.2015

10. Debiti verso banche 20.104.836 23.022.891

20. Debiti verso clientela 65.014.190 62.257.464

30. Titoli in circolazione 7.055.006 8.724.214

80. Passività fiscali 95.413 337.887

a) correnti 19.471 189.940

b) differite 75.942 147.947

100. Altre passività 3.259.339 2.043.528

110. Trattamento di fine rapporto del personale 43.406 40.824

120. Fondi per rischi e oneri: 27.139 103.159

b) altri fondi 27.139 103.159

130. Riserve da valutazione (81.412) 267.075

160. Riserve 2.466.592 1.924.913

170. Sovrapprezzi di emissione 131.050 107.160

180. Capitale 3.418.650 3.323.500

200. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 252.338 589.183

Totale del passivo e del patrimonio netto 101.786.547 102.741.798

95

COntO eCOnOmiCO

Voci 31.12.2016 31.12.2015 10. Interessi attivi e proventi assimilati 1.952.195 2.222.804 20. Interessi passivi e oneri assimilati (429.722) (633.438) 30. Margine di interesse 1.522.473 1.589.366 40. Commissioni attive 939.045 873.011 50. Commissioni passive (113.705) (136.533) 60. Commissioni nette 825.340 736.478 70. Dividendi e proventi simili 4.827 1.827 80. Risultato netto dell'attività di negoziazione 2.716 15.317100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: 648.406 1.230.219 b) attività finanziarie disponibili per la vendita 648.406 1.230.219120. Margine di intermediazione 3.003.762 3.573.207130. Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: (374.024) (625.242) a) crediti (365.778) (565.556) d) altre operazioni finanziarie (8.246) (59.686)140. Risultato netto della gestione finanziaria 2.629.738 2.947.965150. Spese amministrative: (2.517.077) (2.354.705) a) spese per il personale (1.347.432) (1.275.668) b) altre spese amministrative (1.169.645) (1.079.037)160. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (47.500)170. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (44.568) (52.763)180. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali (3.404) (3.472)190. Altri oneri/proventi di gestione 237.024 218.129200. Costi operativi (2.328.025) (2.240.311)240. Utili (Perdite) da cessione di investimenti (3.945) 5.800250. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 297.768 713.454260. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (45.430) (124.271)270. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 252.338 589.183290. Utile (Perdita) d'esercizio 252.338 589.183

PrOSPettO DellA reDDitiVità COmPleSSiVA

Voci 31.12.2016 31.12.201510. Utile (Perdita) d'esercizio 252.338 589.183Altre componenti reddituali al netto delle imposte senza rigiro a conto economico

Altre componenti reddituali al netto delle imposte con rigiro a conto economico 100. Attività finanziarie disponibili per la vendita (348.487) (7.741)130. Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte (348.487) (7.741)140. Redditività complessiva (Voce 10+130) (96.149) 581.442

Nella voce “Utile (Perdita) d’esercizio” figura il medesimo importo indicato nella voce 290 del conto economico.Nelle voci relative alle “altre componenti reddituali al netto delle imposte” figurano le varia-zioni di valore delle attività registrate nell’esercizio in contropartita delle riserve da valuta-zione (al netto delle imposte).

Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2016

96

PrOSPettO Delle VAriAZiOni Del PAtrimOniO nettO - eSerCiZiO 2016

Esistenze al 31.12.2015

Modifica saldi

apertura

Esistenze allo

01.01.2016

Allocazione risultato esercizio precedente

RiserveDividendi

e altre destinazioni

Variazioni di riserve

Capitale: 3.323.500 3.323.500

a) azioni ordinarie 3.323.500 3.323.500

b) altre azioni

Sovrapprezzi di emissione 107.160 107.160

Riserve: 1.924.912 1.924.912 538.584 3.095

a) di utili 1.924.912 1.924.912 538.584 3.095

b) altre

Riserve da valutazione 267.075 267.075

Strumenti di capitale

Azioni proprie

Utile (Perdita) di esercizio 589.183 589.183 (538.584) (50.599)

Patrimonio netto 6.211.830 6.211.830 (50.599) 3.095

97

Variazioni dell’esercizio

Patrimonio Netto al

31.12.2016

Operazioni sul patrimonio netto Redditività complessiva

esercizio 31.12.2016

Emissione nuove azioni

Acquisto azioni

proprie

Distribuzione straordinaria

dividendi

Variazione strumenti di capitale

Derivati su proprie

azioni

Stock options

100.350 (5.200) 3.418.650

100.350 (5.200) 3.418.650

24.410 (520) 131.050

2.466.591

2.466.591

(348.487) (81.412)

252.338 252.338

124.760 (5.720) (96.149) 6.187.217

Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2016

98

Esistenze al 31.12.2014

Modifica saldi

apertura

Esistenze allo

01.01.2015

Allocazione risultato esercizio precedente

RiserveDividendi

e altre destinazioni

Variazioni di riserve

Capitale: 3.201.050 3.201.050

a) azioni ordinarie 3.201.050 3.201.050

b) altre azioni

Sovrapprezzi di emissione 67.220 67.220

Riserve: 1.763.525 1.763.525 158.211 3.176

a) di utili 1.763.525 1.763.525 158.211 3.176

b) altre

Riserve da valutazione 274.816 274.816

Strumenti di capitale

Azioni proprie

Utile (Perdita) di esercizio 163.104 163.104 (158.211) (4.893)

Patrimonio netto 5.469.715 5.469.715 (4.893) 3.176

PrOSPettO Delle VAriAZiOni Del PAtrimOniO nettO - eSerCiZiO 2015

99

Variazioni dell’esercizio

Patrimonio Netto al

31.12.2015

Operazioni sul patrimonio netto Redditività complessiva

esercizio 31.12.2015

Emissione nuove azioni

Acquisto azioni

proprie

Distribuzione straordinaria

dividendi

Variazione strumenti di capitale

Derivati su proprie

azioni

Stock options

178.000 (55.550) 3.323.500

178.000 (55.550) 3.323.500

40.980 (1.040) 107.160

1.924.912

1.924.912

(7.741) 267.075

589.183 589.183

218.980 (56.590) 581.442 6.211.830

Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2016

100

renDiCOntO FinAnZiAriO metodo indiretto

Importo

31.12.2016 31.12.2015

A. ATTIVITà OPERATIVA

1. Gestione 750.627 1.452.035

- risultato d'esercizio (+/-) 252.338 589.183

- plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione e su attività/passività finanziarie valutate al fair value (-/+)

19.140 8.560

- plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+)

- rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento (+/-) 374.024 625.242

- rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-)

47.972 56.235

- accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-) 47.500

- imposte, tasse e crediti d'imposta non liquidati (+/-) 45.430 124.271

- rettifiche/riprese di valore nette dei gruppi di attività in via di dismissione (+/-)

- altri aggiustamenti (+/-) 11.724 1.044

2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie 307.874 (19.362.122)

- attività finanziarie detenute per la negoziazione 253.796 (509.069)

- attività finanziarie valutate al fair value

- attività finanziarie disponibili per la vendita 6.624.427 (15.383.185)

- crediti verso banche: a vista (526.835) (1.895.117)

- crediti verso banche: altri crediti 43.344 (53.107)

- crediti verso clientela (3.909.380) (1.200.134)

- altre attività (2.177.478) (321.510)

3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie (1.238.103) 17.704.343

- debiti verso banche: a vista (2.918.056) 13.902.667

- debiti verso banche: altri debiti

- debiti verso clientela 2.756.726 7.645.211

- titoli in circolazione (1.669.208) (3.829.225)

- passività finanziarie di negoziazione

- passività finanziarie valutate al fair value

- altre passività 592.435 (14.310)

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa (179.602) (205.744)

101

Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2016

Importo

31.12.2016 31.12.2015

B. ATTIVITà DI INVESTIMENTO

1. Liquidità generata da 26.967 7.538

- vendite di partecipazioni

- dividendi incassati su partecipazioni 1.738

- vendite di attività finanziarie detenute sino alla scadenza

- vendite di attività materiali 26.967 5.800

- vendite di attività immateriali

- vendite di rami d'azienda

2. Liquidità assorbita da (79.302) (31.777)

- acquisti di partecipazioni

- acquisti di attività finanziarie detenute sino alla scadenza

- acquisti di attività materiali (79.302) (29.771)

- acquisti di attività immateriali (2.006)

- acquisti di rami d'azienda

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività d'investimento (52.335) (24.239)

C. ATTIVITà DI PROVVISTA

- emissioni/acquisti di azioni proprie 119.040 162.390

- emissioni/acquisti di strumenti di capitale

- distribuzione dividendi e altre finalità

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di provvista 119.040 162.390

LIQUIDITA' NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL'ESERCIZIO (112.897) (67.593)

LEGENDA: (+) generate; (-) assorbita

riCOnCiliAZiOne

Voci di bilancioImporto

31.12.2016 31.12.2015

Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio 844.693 912.286

Liquidità totale netta generata/assorbita nell'esercizio (112.897) (67.593)

Cassa e disponibilità liquide: effetto della variazione dei cambi

Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell'esercizio 731.796 844.693

NOTAINTEGRATIVA

104

nOtA inteGrAtiVA

PArte A - Politiche contabili

PArte B - informazioni sullo stato patrimoniale

PArte C - informazioni sul conto economico

PArte D - redditività complessiva

PArte e - informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura

PArte F - informazioni sul patrimonio

PArte G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda

PArte H - Operazioni con parti correlate

PArte i - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali

PArte l - informativa di settore

105

PArte A - POlitiCHe COntABili

A.1 – PArte GenerAle

Sezione 1 - Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali

Il presente Bilancio è redatto in conformità ai principi contabili internazionali - International Accounting Standards (IAS) e International Financial Reporting Standards (IFRS) - emanati dall’International Accounting Standards Board (IASB) e alle relative interpretazioni dell’In-ternational Financial Reporting Interpretations Committee (IFRIC), omologati dalla Com-missione Europea e in vigore alla data di riferimento del bilancio.L’applicazione degli IAS/IFRS è stata effettuata facendo anche riferimento al “quadro siste-matico per la preparazione e presentazione del bilancio” (c.d. framework), con particolare riguardo al principio fondamentale che riguarda la prevalenza della sostanza sulla forma, nonché al concetto della rilevanza e significatività dell’informazione.Oltre alle istruzioni contenute nella Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005 “Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione” 4° Aggiornamento del 15 di-cembre 2015, si è tenuto conto, sul piano interpretativo, dei documenti sull’applicazione degli IAS/IFRS in Italia predisposti dall’Organismo Italiano di Contabilità (O.I.C.).

Sezione 2 - Principi generali di redazione

Il Bilancio è costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal prospetto della redditività complessiva, dal prospetto delle variazioni di patrimonio netto, dal rendiconto finanziario, redatto secondo il metodo indiretto, e dalla presente nota integrativa; è corre-dato dalla relazione degli amministratori sull’andamento della gestione e sulla situazione della Banca.I conti in bilancio trovano corrispondenza nella contabilità aziendale.Il bilancio di esercizio è redatto nella prospettiva della continuità aziendale e facendo riferi-mento ai principi generali di redazione di seguito elencati:• Principio della verità e della correttezza e della completezza nella presentazione della

situazione patrimoniale, economica e finanziaria;• Principio della competenza economica;• Principio della coerenza di presentazione e classificazione da un esercizio all’altro;• Principio del divieto di compensazione di partite salvo quanto espressamente ammesso;• Principio della prevalenza della sostanza sulla forma;• Principio della prudenza nell’esercizio dei giudizi necessari per l’effettuazione delle sti-

me richieste in condizioni di incertezza, in modo che le attività o i ricavi non siano sovrastimati e le passività o i costi non siano sottostimati, senza che ciò comporti la creazione di riserve occulte o di accantonamenti eccessivi;

• Principio della neutralità dell’informazione;

Nota integrativa

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• Principio della continuità aziendale;• Principio della comprensibilità dell’informazione;• Principio della significatività dell’informazione (rilevanza);• Principio della comparabilità nel tempo.Nella predisposizione del bilancio di esercizio sono stati osservati gli schemi e le regole di compilazione di cui alla circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22/12/2005 e successive modifiche.Inoltre, sono state fornite le informazioni complementari ritenute opportune a integrare la rappresentazione dei dati di bilancio, ancorché non specificatamente prescritte dalla normativa.Gli schemi di stato patrimoniale e conto economico, il prospetto della redditività comples-siva, il prospetto delle variazioni del patrimonio netto e il rendiconto finanziario sono redatti in unità di euro, mentre la nota integrativa, quando non diversamente indicato, è espressa in migliaia di euro. A fini comparativi gli schemi di bilancio e, ove richiesto, le tabelle della nota integrativa riportano anche i dati relativi all’esercizio precedente.I criteri adottati per la predisposizione del bilancio di esercizio sono rimasti invariati rispetto a quelli utilizzati per il bilancio dell’esercizio precedente.

informazioni sulla continuità aziendale

Il Bilancio è stato predisposto nel presupposto della continuazione dell’attività aziendale. Pertanto le attività, le passività e le “operazioni fuori bilancio” sono state valutate secondo criteri di funzionamento. Al riguardo si specifica che gli organi di amministrazione e con-trollo valutano con estrema attenzione la prospettiva della continuità aziendale, che tale presupposto è ampiamente perseguito e che non sono necessarie dettagliate analisi a supporto di tale postulato oltre a quanto emerge dall’informativa contenuta nel bilancio e nella relazione sulla gestione. In considerazione della struttura della raccolta, basata es-senzialmente su conti correnti della clientela, e degli impieghi, prevalentemente indirizzati a clientela retail e piccole e medie imprese, su cui la Banca mantiene un costante moni-toraggio e della preminente presenza di titoli di stato nel portafoglio di proprietà, si ritiene non sussistano criticità che possano influire negativamente sulla solidità patrimoniale e sull’equilibrio reddituale della Banca, che sono i presupposti della continuità aziendale.Pertanto nel rispetto delle indicazioni fornite nell’ambito del Documento n. 4 del 3 marzo 2010 emanato congiuntamente da Banca d’Italia, Consob e Isvap, avente per oggetto “In-formazioni da fornire nelle relazioni finanziarie sulle verifiche per la riduzione di valore delle attività (impairment test) sulle clausole contrattuali dei debiti finanziari, sulle ristrutturazioni dei debiti e sulla gerarchia del fair value” che richiama il corrispondente documento n. 2 emanato sempre congiuntamente dalle tre Autorità in data 6 febbraio 2009, la Banca ha la ragionevole aspettativa di continuare con la sua esistenza operativa in un futuro prevedibile ed ha, pertanto, redatto il bilancio nel presupposto della continuità aziendale. Le incertezze conseguenti all’attuale contesto economico non generano dubbi sul citato presupposto

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Nota integrativa

della continuità aziendale. Un’informativa più dettagliata in merito alle principali problematiche e variabili esistenti sul mercato è pubblicata nell’ambito della Relazione sulla Gestione degli Amministratori.

Sezione 3 - eventi successivi alla data di riferimento del bilancio

Nel periodo di tempo intercorrente tra la data di riferimento del bilancio e la sua approva-zione da parte del Consiglio di Amministrazione non sono intervenuti fatti che comportino una modifica dei dati approvati in tale sede, né si sono verificati fatti di rilevanza tale da richiedere una integrazione all’informativa fornita.

Sezione 4 - Altri aspetti

revisione dei conti

Il presente Bilancio è sottoposto alla revisione legale dei conti da parte della società Pri-cewaterhouseCoopers SpA alla quale è stato conferito l’incarico per il novennio 2011/2019 in esecuzione della delibera assembleare del 21 Maggio 2011.

utilizzo di stime e assunzioni nella predisposizione del bilancio d’esercizio

La redazione del bilancio d’esercizio richiede anche il ricorso a stime e ad assunzioni che possono determinare significativi effetti sui valori iscritti nello stato patrimoniale e nel conto economico, nonché sull’informativa relativa alle attività e passività potenziali riportate in bilancio. L’elaborazione di tali stime implica l’utilizzo delle informazioni disponibili e l’adozione di valutazioni soggettive, fondate anche sull’esperienza storica, utilizzata ai fini della formula-zione di assunzioni ragionevoli per la rilevazione dei fatti di gestione.Per loro natura le stime e le assunzioni utilizzate possono variare di periodo in periodo; non può quindi escludersi che negli esercizi successivi gli attuali valori iscritti in bilancio potranno differire anche in maniera significativa a seguito del mutamento delle valutazioni soggettive utilizzate.Le principali fattispecie per le quali è maggiormente richiesto l’impiego di valutazioni sog-gettive da parte del Consiglio di Amministrazione sono:• la quantificazione delle perdite per riduzione di valore dei crediti e, in genere, delle altre

attività finanziarie;• la determinazione del fair value degli strumenti finanziari da utilizzare ai fini dell’informa-

tiva di bilancio;• l’utilizzo di modelli valutativi per la rilevazione del fair value degli strumenti finanziari non

quotati in mercati attivi;• la quantificazione dei fondi del personale e dei fondi per rischi e oneri;• le stime e le assunzioni sulla recuperabilità della fiscalità differita attiva.

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La descrizione delle politiche contabili applicate sui principali aggregati di bilancio fornisce i dettagli informativi necessari all’individuazione delle principali assunzioni e valutazioni sog-gettive utilizzate nella redazione del bilancio d’esercizio. Per le ulteriori informazioni di dettaglio inerenti la composizione e i relativi valori di iscrizione delle poste interessate dalle stime in argomento si fa, invece, rinvio alle specifiche sezioni di nota integrativa.

informativa sulla variazione di principio contabile

Per la predisposizione del bilancio d’esercizio sono stati adottati i medesimi principi e me-todi contabili utilizzati per la redazione del bilancio annuale al 31 dicembre 2015 integrati dalle novità, ove applicabili, che si riferiscono ai principi contabili internazionali IAS/IFRS e relative interpretazioni SIC/IFRIC omologati dalla Commissione Europea fino alla data del bilancio, la cui applicazione è obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2016.

Altre fonti normative

Riforma delle Banche di Credito Cooperativo (D.L. 18 del 14 febbraio 2016, conv. L. 49 del 08 aprile 2016)Per quanto attiene i contenuti e le previsioni del Provvedimento di riforma della Banche di Credito Cooperativo, disciplinata dal Decreto citato, si rimanda a quanto riportato nella Relazione sulla gestione degli Amministratori.In particolare, si segnala all’art. 2 bis la costituzione del Fondo Temporaneo delle Banche di Credito Cooperativo, nella previsione di una dotazione per un importo massimo fino allo 0,2% dell’Attivo Patrimoniale risultante dal bilancio precedente, da utilizzarsi per interventi di sostegno finalizzati al consolidamento e alla concentrazione delle Banche medesime.Le risorse da destinare agli interventi, nel limite complessivo indicato, sono messe a disposizione dalle Banche consorziate su chiamata del Fondo in relazione alle modalità e ai tempi dei singoli interventi.

IFRS 9 - Financial InstrumentsIl principio contabile IFRS 9 sostituirà, a partire dal 1° gennaio 2018, lo standard IAS 39 attualmente in vigore; il nuovo principio copre tre ambiti: • Classificazione e misurazione: Attività finanziarie. L’IFRS 9 richiede che le attività finanziarie siano classificate in tre

classi distinte, ovvero costo ammortizzato, fair value a conto economico complessivo (riserva di patrimonio netto) e fair value a conto economico, sulla base sia del modello di business applicato sia della natura contrattuale dei flussi di cassa dello strumento finanziario. I criteri di iscrizione e cancellazione rimangono sostanzialmente inalterati rispetto allo IAS 39.

Passività finanziarie. L’IFRS 9 mantiene immutate le previsioni dello IAS 39 ad ecce-zione delle passività finanziarie valutate al fair value, per le quali la variazione di fair va-

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Nota integrativa

lue attribuibile al proprio merito creditizio dovrà essere imputata al conto economico complessivo (a riserva di patrimonio netto) e non più a conto economico (il principio prevede la facoltà di adottare tale previsione in via anticipata a partire dalla data di omologazione del nuovo principio).

• Impairment: Al riguardo, viene introdotto un modello di impairment basato sulle perdite attese

(“expected losses”) in sostituzione dell’attuale modello previsto dallo IAS 39 di in-curred losses. Il principio prevede la classificazione dei crediti in tre classi (“stages”) in funzione della qualità creditizia della controparte, dove per la classe che include le controparti aventi il miglior standing creditizio sono previste perdite attese su un orizzonte di 12 mesi, mentre per le altre due classi l’orizzonte temporale per la deter-minazione della perdita attesa è pari alla durata residua del credito (“lifetime expected loss”).

• Hedge accounting: Per l’Hedge accounting si prevedono modelli di copertura tendenzialmente sempli-

ficati rispetto allo IAS 39, introducendo un legame più accentuato con le modalità di gestione del rischio previste dalla Banca.

Federcasse ha avviato nel corso del 2015 un progetto a livello di categoria, al fine di gestire la transizione alla prima applicazione dell’IFRS 9; il progetto ha l’obiettivo di determinare gli impatti a livello patrimoniale, economico e prudenziale dell’adozione del principio, nonché di identificare le opportune implementazioni organizzative e in-formatiche e gli adeguati presidi di controllo, che ne consentano un’effettiva applica-zione.

In ragione della complessità di quanto previsto dal principio nei vari ambiti trattati e delle interrelazioni presenti tra gli aspetti più significativi che concorrono a determina-re i criteri di classificazione, i modelli di impairment e le politiche di copertura, non è possibile, allo stato attuale, quantificare gli impatti previsti.

In particolare, per quanto riguarda il nuovo modello di impairment, gli impatti dipen-deranno, tra l’altro, sia dalla composizione dei portafogli crediti sia dalle condizioni economiche correnti e prospettiche (per gli stages in cui si applica l’approccio lifeti-me) al momento di first time adoption dell’IFRS 9.

Canone DTAIl D.L. 59/2016 convertito dalla Legge 30 giugno 2016 n. 119 contiene, tra le altre, norme in materia di imposte differite attive (DTA). Secondo le nuove disposizioni, per mantenere l’applicazione della normativa sulla trasformazione delle DTA di cui alla Leg-ge 214/2011 in crediti d’imposta e, conseguentemente, beneficiare della possibilità di includere le suddette DTA nella determinazione dei Fondi Propri ai fini prudenziali, è necessario esercitare espressamente un’opzione irrevocabile, che prevede il pagamento di un canone annuale fino al 2029 pari all’1,5% della differenza fra le DTA e le imposte effettivamente versate.La base di commisurazione del canone DTA è risultata negativa per la Banca per l’eserci-

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zio in corso al 31 dicembre 2016, in quanto le imposte versate sono superiori alle attività per imposte anticipate; pertanto nessun importo risulta dovuto a tale titolo. La Banca ha comunque deciso di avvalersi della facoltà prevista dal provvedimento per continuare a beneficiare anche nel futuro delle disposizioni previste dal regime pruden-ziale ed ha, pertanto, inviato l’apposita comunicazione prevista dal Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate n. 117661 del 22 luglio 2016 per l’esercizio dell’op-zione sopra indicata.

A.2 – PArte relAtiVA Alle PrinCiPAli VOCi Di BilAnCiO

Di seguito sono indicati i principi contabili adottati per la predisposizione del bilancio di esercizio. L’esposizione dei principi adottati è effettuata con riferimento alle fasi di classi-ficazione, iscrizione, valutazione, cancellazione delle poste dell’attivo e del passivo, così come per le modalità di riconoscimento dei ricavi e dei costi.

1 - Attività finanziarie detenute per la negoziazione

Criteri di classificazione

Si classificano tra le attività finanziarie detenute per la negoziazione gli strumenti finanziari che sono detenuti con l’intento di generare profitti nel breve termine derivanti dalle varia-zioni dei prezzi degli stessi. La Banca non possiede e non ha operato in derivati creditizi.

Criteri di iscrizione

L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento, se regolate con tempistiche previste dalla prassi di mercato (regular way), altrimenti alla data di sottoscri-zione. Nel caso di rilevazione delle attività finanziarie alla data di regolamento, gli utili e le perdite rilevati tra la data di sottoscrizione e quella di regolamento sono imputati a conto economico.All’atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie detenute per la negoziazione vengono rilevate al fair value; esso è rappresentato, generalmente, dal corrispettivo pagato per l’esecuzione della transazione, senza considerare i costi o proventi ad essa riferiti ed attri-buibili allo strumento stesso, che vengono rilevati direttamente nel conto economico.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie detenute per la negoziazione sono valorizzate al fair value con rilevazione delle variazioni in contropartita a conto eco-nomico. Se il fair value di un’attività finanziaria diventa negativo, tale posta è contabilizzata come una passività finanziaria di negoziazione.

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Nota integrativa

Il fair value è definito dal principio IFRS 13 come “Il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di misurazione”. Il fair value degli investimenti quotati in mercati attivi è determinato con riferimento alle quotazioni di mercato (prezzi “bid” o, in assenza, prezzi medi) rilevati alla data di riferimento del bilancio. Un mercato è definito attivo qualora le quotazioni riflettano normali operazioni di mercato, siano prontamente e regolarmente disponibili ed esprimano il prezzo di effettive e regolari operazioni di mercato. In assenza di un mercato attivo, sono utilizzati metodi di stima e modelli valutativi che ten-gono conto di tutti i fattori di rischio correlati agli strumenti e che sono fondati su dati rile-vabili sul mercato. Sono in particolare utilizzati: metodi basati sulla valutazione di strumenti quotati che presentano analoghe caratteristiche, calcoli di flussi di cassa scontati; modelli di determinazione del prezzo di opzioni; valori rilevati in recenti transazioni comparabili ed altre tecniche comunemente utilizzate dagli operatori di mercato.

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo so-stanzialmente tutti i rischi e i benefici ad essa connessi.I titoli consegnati nell’ambito di un’operazione che contrattualmente ne prevede il riacqui-sto non vengono stornati dal bilancio.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Le componenti positive di reddito rappresentate dagli interessi attivi sui titoli e relativi pro-venti assimilati sono iscritte per competenza nelle voci di conto economico relative agli interessi.Alle medesime voci sono iscritti anche i differenziali e i margini maturati sino alla data di rife-rimento del bilancio, relativi ai contratti derivati classificati come attività finanziarie detenute per la negoziazione, ma gestionalmente collegati ad attività o passività finanziarie valutate al fair value (cosiddetta fair value option).Gli utili e le perdite realizzati dalla cessione o dal rimborso e gli utili e le perdite non realizzati derivanti dalle variazioni del fair value del portafoglio di negoziazione sono classificati nel conto economico nel “Risultato netto dell’attività di negoziazione”, così come l’effetto delle valutazioni al cambio di fine periodo delle attività e passività monetarie in valuta.

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2 - Attività finanziarie disponibili per la vendita

Criteri di classificazione

Sono classificate nella presente voce le attività finanziarie non derivate non diversamente classificate tra le “Attività detenute per la negoziazione” o “Valutate al fair value”, ovvero tra le attività finanziarie “detenute fino a scadenza” o i “Crediti e finanziamenti”. Gli investimenti disponibili per la vendita sono attività finanziarie che si intende mantenere per un periodo di tempo indefinito e che possono essere vendute per esigenze di liquidità, variazioni nei tassi d’interesse, nei tassi di cambio e nei prezzi di mercato. Essa accoglie:• i titoli di debito quotati e non quotati;• i titoli azionari quotati e non quotati;• le quote di O.I.C.R. (fondi comuni di investimento e SICAV);• le partecipazioni azionarie non qualificabili di controllo, di collegamento o di controllo

congiunto.

Criteri di iscrizione

L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie disponibili per la vendita avviene alla data di sottoscrizione.All’atto della rilevazione iniziale, le attività finanziarie disponibili per la vendita vengono ri-levate al fair value; esso è rappresentato, generalmente, dal corrispettivo pagato per l’e-secuzione della transazione, comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili. L’iscrizione delle attività finanziarie disponibili per la vendita può derivare anche da riclas-sificazione dal comparto “Attività finanziarie detenute fino alla scadenza” oppure, solo e soltanto in rare circostanze e comunque solamente qualora l’attività non sia più posseduta al fine di venderla o riacquistarla a breve, dal comparto “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”; in tali circostanze il valore di iscrizione è pari al fair value dell’attività al momento del trasferimento.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività disponibili per la vendita continuano ad essere valutate al fair value.Gli investimenti in strumenti di capitale non quotati in mercati attivi ed il cui fair value non può essere determinato in modo attendibile sono mantenuti al costo e svalutati, con im-putazione a conto economico, nell’eventualità in cui siano riscontrate perdite di valore durevoli.Per i criteri di determinazione del fair value, si fa riferimento a quanto indicato nelle specifi-che note in merito di cui al successivo punto 17 - “Altre informazioni”.

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Nota integrativa

Le quote di partecipazione nel capitale di altre imprese, diverse da quelle di controllo e di collegamento, sono state valutate al costo e non al fair value, poiché per esse si ritiene possano ricorrere le condizioni previste dal par. AG80 dell’Appendice A allo IAS39.In sede di chiusura di bilancio le attività vengono sottoposte a verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore non temporanea (impairment test). L’importo della perdita viene misurato come differenza tra il valore contabile dell’attività finanziaria e il valo-re attuale dei flussi finanziari scontati al tasso di interesse effettivo originario.Se una attività finanziaria disponibile per la vendita subisce una diminuzione durevole di valore, la perdita cumulata non realizzata e precedentemente iscritta nel patrimonio netto è stornata dal patrimonio netto e contabilizzata nella voce di conto economico “rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento delle attività finanziarie disponibili per la vendita”. Per l’accertamento di situazioni che comportino una perdita per riduzione durevole di valo-re e la determinazione del relativo ammontare, la Banca utilizza tutte le informazioni a sua disposizione che si basano su fatti che si sono già verificati e su dati osservabili alla data di valutazione.In relazione ai titoli di debito, le informazioni che si considerano principalmente rilevanti ai fini dell’accertamento di eventuali perdite per riduzione di valore sono le seguenti:• esistenza di significative difficoltà finanziarie dell’emittente, derivanti da inadempimenti

o mancati pagamenti di interessi o capitale;• probabilità di apertura di procedure concorsuali;• scomparsa di un mercato attivo sugli strumenti finanziari;• peggioramento delle condizioni economiche che incidono sui flussi finanziari dell’emit-

tente;• declassamento del merito di credito dell’emittente, quando accompagnato da altre

notizie negative sulla situazione finanziaria di quest’ultimo.Con riferimento ai titoli di capitale, le informazioni che si ritengono rilevanti ai fini dell’evi-denziazione di perdite per riduzioni di valore includono la verifica dei cambiamenti inter-venuti nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico o legale in cui l’emittente opera. Una diminuzione significativa o prolungata del fair value di uno strumento rappresentativo di capitale al di sotto del suo costo è considerata evidenza obiettiva di una riduzione du-revole di valore.Qualora i motivi della perdita durevole vengano meno a seguito di un evento verificatosi successivamente alla sua rilevazione, vengono iscritte riprese di valore imputate al conto economico se si tratta di titoli di debito o al patrimonio netto se si tratta di titoli di capitale. L’ammontare della ripresa non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che lo strumento finanziario avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.La verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione durevole di valore viene effettua-ta a ogni chiusura di bilancio.

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Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo so-stanzialmente tutti i rischi e i benefici ad essa connessi.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Per le attività finanziarie disponibili per la vendita vengono rilevati:• a conto economico, gli interessi calcolati con il metodo del tasso di interesse effettivo,

che tiene conto sia dell’ammortamento dei costi di transazione sia del differenziale tra il costo e il valore di rimborso;

• a patrimonio netto in una specifica riserva, al netto dell’imposizione fiscale, i proventi e gli oneri derivanti dalla variazione del relativo fair value, sino a che l’attività finanziaria non viene cancellata o non viene rilevata una perdita durevole di valore.

Al momento della dismissione o dalla rilevazione di una perdita di valore, gli effetti derivanti dall’utile o dalla perdita cumulati nella riserva relativa alle attività finanziarie disponibili per la vendita, vengono rilevati a conto economico rispettivamente nella voce 100 “Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: b) attività finanziarie disponibili per la vendita” e nella voce 130 “Rettifiche/riprese di valore nette: b) per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita”.Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi, a seguito di un evento verificatosi suc-cessivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore.Tali riprese sono imputate a conto economico, nel caso di titoli di debito e a patrimonio netto in caso di titoli di capitale

3 - Attività finanziarie detenute sino alla scadenza

Alla data del bilancio la Banca non detiene “Attività finanziarie detenute sino alla scadenza”.

4 - Crediti

Criteri di classificazione

I Crediti e finanziamenti sono iscritti nelle voci “60 Crediti verso banche” e “70 Crediti verso clientela”.I crediti rientrano nella più ampia categoria delle attività finanziarie non derivate e non quotate in un mercato attivo (Livello 2 e 3), che prevedono pagamenti fissi o comunque determinabili. Essi includono gli impieghi con clientela e con banche, erogati direttamente e che non sono stati classificati all’origine tra le “Attività finanziarie valutate al fair value”.L’iscrizione in questa categoria può derivare anche da riclassificazione dal comparto “At-tività finanziarie disponibili per la vendita” oppure, solo e soltanto in rare circostanze, qua-lora l’attività non sia più posseduta al fine di venderla o riacquistarla a breve, dalle “Attività

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Nota integrativa

finanziarie detenute per la negoziazione”.Qualora l’iscrizione derivi da riclassificazione, il fair value dell’attività rilevato al momento del trasferimento è assunto quale nuova misura del costo ammortizzato dell’attività stessa.

Criteri di iscrizione

La prima iscrizione di un credito avviene alla data di sottoscrizione del contratto, che nor-malmente coincide con la data di erogazione, sulla base del fair value dello strumento finanziario. Esso è pari all’ammontare erogato, comprensivo dei proventi e degli oneri di-rettamente riconducibili al singolo credito e determinabili sin dall’origine dell’operazione, ancorché liquidati in un momento successivo. Sono esclusi i costi che, pur avendo le caratteristiche suddette, sono oggetto di rimborso da parte della controparte debitrice o sono inquadrabili tra i normali costi interni di carattere amministrativo.Nel caso di titoli di debito, l’iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento, se regolate con tempistiche previste dalla prassi di mercato (regular way), altrimenti alla data di sottoscrizione.Per le operazioni creditizie, eventualmente concluse a condizioni non di mercato, la rileva-zione iniziale è effettuata per un importo pari ai futuri flussi di cassa scontati ad un tasso di mercato. L’eventuale differenza tra la rilevazione iniziale e l’ammontare erogato è rilevata nel conto economico al momento dell’iscrizione iniziale.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, i crediti sono rilevati al costo ammortizzato, pari al valore di prima iscrizione, diminuito/aumentato dei rimborsi di capitale, delle rettifiche/riprese di valore e dell’ammortamento calcolato col metodo del tasso di interesse effettivo.Il costo ammortizzato è diminuito/aumentato anche per la differenza tra l’ammontare ero-gato e quello rimborsabile a scadenza, riconducibile tipicamente ai costi/proventi imputati direttamente al singolo credito.Il tasso di interesse effettivo è il tasso che eguaglia il valore attuale dei flussi futuri del credito, per capitale ed interessi, all’ammontare erogato comprensivo dei costi/proventi ricondotti al credito. L’effetto economico dei costi e dei proventi viene così distribuito lungo la vita residua attesa del credito.Il metodo del costo ammortizzato non è utilizzato per i crediti senza una scadenza definita o a revoca.Ad ogni data di bilancio viene accertata l’eventuale obiettiva evidenza che un’attività finan-ziaria o un gruppo di attività finanziarie abbia subito una riduzione di valore. Tale circostan-za ricorre quando è prevedibile che l’azienda non sia in grado di riscuotere l’ammontare dovuto, sulla base delle condizioni contrattuali originarie ossia, ad esempio, in presenza:a) di significative difficoltà finanziarie dell’emittente o debitore;b) di una violazione del contratto, quale un inadempimento o un mancato pagamento

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degli interessi o del capitale;c) del fatto che il finanziatore per ragioni economiche o legali relative alla difficoltà finan-

ziaria del beneficiario, estenda al beneficiario una concessione che il finanziatore non avrebbe altrimenti preso in considerazione;

d) della probabilità che il beneficiario dichiari procedure di ristrutturazione finanziaria;e) della scomparsa di un mercato attivo di quell’attività finanziaria dovuta a difficoltà finan-

ziarie;f) di dati rilevabili che indichino l’esistenza di una diminuzione sensibile nei futuri flussi

finanziari stimati per un gruppo di attività finanziarie similari sin dal momento della ri-levazione iniziale di quelle attività, sebbene la diminuzione non possa essere ancora identificata con le singole attività finanziarie nel gruppo.

Dapprima si valuta la necessità di rettificare individualmente le esposizioni deteriorate (cre-diti non performing) classificate nelle diverse categorie di rischio in base alla normativa emanata dalla Banca d’Italia, riportate al punto A1. Sezione 4. “Altri aspetti”. I crediti non performing sono oggetto di un processo di valutazione analitica; l’ammontare della rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti flussi di cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario.I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie, nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell’esposizione creditizia.Qualora il credito abbia un tasso d’interesse variabile, il tasso di attualizzazione utilizzato al fine di determinare la perdita è pari al tasso di rendimento effettivo corrente determinato in accordo con il contratto.La rettifica di valore è iscritta a conto economico. La componente della rettifica riconduci-bile all’attualizzazione dei flussi finanziari viene rilasciata per competenza secondo il mec-canismo del tasso di interesse effettivo ed imputata tra le riprese di valore.I flussi di cassa relativi a crediti il cui recupero è previsto entro breve termine non vengono attualizzati.Per talune tipologie di crediti deteriorati (quali inadempienze probabili e crediti scaduti), le rettifiche di valore sono comunque determinate nel rispetto di determinati parametri minimi previsti dalla Policy aziendale di gestione del credito problematico.La ripresa di valore è iscritta nel conto economico e non può, in ogni caso, superare il costo ammortizzato che il credito avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche. Tra le riprese di valore sono inoltre ricompresi gli effetti positivi connessi al rientro dell’effetto attualizzazione derivante dalla progressiva riduzione del tempo stimato di recupero del credito oggetto di svalutazione.Il valore originario dei crediti viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengono meno i motivi che ne hanno determinato la rettifica, purché tale valutazione sia

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Nota integrativa

oggettivamente collegabile ad un evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. I crediti in bonis, per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita, sono sottoposti alla valutazione di una perdita di valore collettiva. Tale valutazione avviene per categorie di crediti omogenee in termini di rischio di credito; le relative percen-tuali di perdita sono stimate tenendo conto di serie storiche, che consentono di apprezzare il valore della perdita in ciascuna categoria di crediti. La rettifica di valore è iscritta a conto economico.Ad ogni data di chiusura del bilancio, le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengono ricalcolate in modo differenziale rispetto alla consistenza delle svalutazioni collet-tive dell’esercizio precedente.

Criteri di cancellazione

I crediti vengono cancellati dalle attività in bilancio allorché il diritto a ricevere i flussi di cassa è estinto, quando la cessione ha comportato il trasferimento in maniera sostanziale di tutti i rischi e benefici connessi ai crediti stessi o nel caso in cui il credito è considerato definitivamente irrecuperabile, dopo che tutte le necessarie procedure di recupero sono state completate.Qualora invece siano stati mantenuti i rischi e benefici relativi ai crediti ceduti, questi con-tinuano ad essere iscritti tra le attività del bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità del credito sia stata effettivamente trasferita, registrando una passività a fronte del corrispetti-vo ricevuto dall’acquirente.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Gli interessi derivanti da “Crediti verso banche e clientela” sono iscritti tra gli “Interessi attivi e proventi assimilati” del conto economico in base al principio della competenza temporale sulla base del tasso di interesse effettivo.Le perdite di valore riscontrate sono iscritte a conto economico nella voce 130 “rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di a) crediti”, così come i recuperi di parte o tutti gli importi oggetto di precedenti svalutazioni. Le riprese di valore sono iscritte sia a fronte di una migliorata qualità del credito, tale da far insorgere la ragionevole certezza del recu-pero tempestivo del capitale secondo i termini contrattuali originari del credito, sia a fronte del progressivo venir meno dell’attualizzazione calcolata al momento dell’iscrizione della rettifica di valore. Nel caso di valutazione collettiva, le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengo-no ricalcolate in modo differenziale con riferimento all’intero portafoglio dei crediti. Gli utili e perdite risultanti dalla cessione di crediti sono iscritti alla voce 100 a) del conto economico “Utile (perdite) da cessione o riacquisto di crediti”.

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5 - Attività finanziarie valutate al fair value

Alla data del bilancio la Banca non detiene “Attività finanziarie valutate al fair value”.

6 - Operazioni di copertura

La Banca a fine esercizio non ha in corso operazioni con derivati classificabili fra i derivati di copertura.

7 - Partecipazioni

La Banca a fine esercizio non detiene partecipazioni di controllo, di collegamento o di con-trollo congiunto, così come definite e previste dai principi IAS27 e IAS28.

8 - Attività materiali

Criteri di classificazione

La voce include principalmente i terreni, gli immobili ad uso funzionale e quelli detenuti a scopo di investimento, gli impianti, i veicoli, i mobili, gli arredi e le attrezzature di qualsiasi tipo.Si definiscono “immobili ad uso funzionale” quelli posseduti per essere impiegati nella for-nitura di servizi oppure per scopi amministrativi. Rientrano invece tra gli immobili da investimento le proprietà possedute al fine di percepire canoni di locazione o per l’apprezzamento del capitale investito, o per entrambe le moti-vazioni.Tra le attività materiali sono inclusi anche i costi per migliorie su beni di terzi, purché relative ad attività materiali identificabili e separabili (es. ATM). Qualora i suddetti costi non presen-tino autonoma funzionalità ed utilizzabilità, ma dagli stessi si attendano benefici futuri, sono iscritti tra le “altre attività” e vengono ammortizzati nel più breve periodo tra quello di pre-vedibile capacità di utilizzo delle migliorie stesse e quello di durata residua della locazione.Al valore delle immobilizzazioni materiali concorrono anche gli acconti versati per l’acquisi-zione e la ristrutturazione di beni non ancora entrati nel processo produttivo, e quindi non ancora oggetto di ammortamento.

Criteri d’iscrizione

Le attività materiali sono inizialmente iscritte al costo di acquisto o di costruzione, com-prensivo di tutti gli eventuali oneri accessori direttamente imputabili all’acquisto e alla mes-sa in funzione del bene. Le spese di manutenzione straordinaria ed i costi aventi natura incrementativa che com-portano un incremento dei benefici futuri generati dal bene sono attribuiti ai cespiti cui si riferiscono ed ammortizzati in relazione alle residue possibilità di utilizzo degli stessi.Le spese per riparazioni, manutenzioni o altri interventi per garantire l’ordinario funzio-

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Nota integrativa

namento dei beni sono invece imputate al conto economico dell’esercizio in cui sono sostenute.

Criteri di valutazione

Dopo la rilevazione iniziale, le attività materiali, inclusi gli immobili non strumentali, salvo quanto di seguito precisato, sono iscritte in bilancio al costo al netto degli ammortamenti cumulati e di eventuali perdite di valore accumulate.Le attività materiali sono sistematicamente ammortizzate in ogni esercizio sulla base della loro vita utile, adottando come criterio di ammortamento il metodo a quote costanti. La vita utile delle attività materiali soggette ad ammortamento viene periodicamente sotto-posta a verifica; in caso di rettifica delle stime iniziali viene conseguentemente modificata anche la relativa quota di ammortamento.Il processo di ammortamento inizia quando il bene è disponibile per l’uso.Una svalutazione per perdita di valore è rilevata per un ammontare corrispondente all’ec-cedenza del valore contabile rispetto al valore recuperabile. Il valore recuperabile di un’at-tività è il maggior valore tra il fair value, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il relativo valore d’uso inteso come il valore attuale dei flussi futuri originati dal cespite. Le eventuali rettifiche sono imputate a conto economico alla voce 170 “Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali”.Qualora vengano meno i motivi che hanno portato alla rilevazione della perdita, viene ri-levata una ripresa di valore, che non può superare il valore che l’attività avrebbe avuto, al netto degli ammortamenti calcolati in assenza di precedenti perdite di valore.

Criteri di cancellazione

Le attività materiali sono eliminate dallo Stato Patrimoniale al momento della dismissione o quando sono ritirate permanentemente dall’uso e, di conseguenza, non sono attesi bene-fici economici futuri che derivino dalla loro cessione o dal loro utilizzo.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

L’ammortamento sistematico è contabilizzato al conto economico alla voce 170 “Rettifi-che/riprese di valore nette su attività materiali”.Nel primo esercizio l’ammortamento è rilevato proporzionalmente al periodo di effettiva disponibilità all’uso del bene. Per i beni ceduti e/o dismessi nel corso dell’esercizio, l’am-mortamento è calcolato su base giornaliera fino alla data di cessione e/o dismissione.Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione delle attività materiali sono determinate come differenza tra il corrispettivo netto di cessione e il valore contabile del bene; esse sono rilevate nel conto economico alla stessa data in cui sono eliminate dalla contabilità.Nella voce di conto economico “Utili (Perdite) da cessione di investimenti” sono oggetto

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di rilevazione il saldo, positivo o negativo, tra gli utili e le perdite da realizzo di investimenti materiali.

9 - Attività immateriali

Criteri di classificazione

La voce accoglie quelle attività non monetarie prive di consistenza fisica possedute per essere utilizzate in un periodo pluriennale o indefinito, che soddisfano le seguenti caratte-ristiche: • identificabilità;• l’azienda ne detiene il controllo;• è probabile che i benefici economici futuri attesi attribuibili all’attività affluiranno all’a-

zienda;• il costo dell’attività può essere valutato attendibilmente.In assenza di una delle suddette caratteristiche, la spesa per acquisire o generare la stessa internamente è rilevata come costo nell’esercizio in cui è stata sostenuta.Le attività immateriali includono, in particolare, il software applicativo ad utilizzazione plu-riennale e altre attività identificabili che trovano origine in diritti legali o contrattuali.

Criteri di iscrizione

Le attività immateriali sono iscritte al costo, rettificato per eventuali oneri accessori, soste-nuti per predisporre l’utilizzo dell’attività.

Criteri di valutazione

Dopo la rilevazione iniziale, le attività immateriali a vita “definita” sono iscritte al costo, al netto dell’ammontare complessivo degli ammortamenti e delle perdite di valore cumulate.Il processo di ammortamento inizia quando il bene è disponibile per l’uso, ovvero quando si trova nel luogo e nelle condizioni adatte per poter operare nel modo stabilito e cessa nel momento in cui l’attività è eliminata contabilmente. L’ammortamento è effettuato a quote costanti, di modo da riflettere l’utilizzo pluriennale dei beni in base alla vita utile stimata.Nel primo esercizio l’ammortamento è rilevato proporzionalmente al periodo di effettiva disponibilità del bene. Per le attività cedute e/o dismesse nel corso dell’esercizio, l’ammor-tamento è calcolato su base giornaliera fino alla data di cessione e/o dismissione.Ad ogni chiusura di bilancio, in presenza di evidenze di perdite di valore, si procede alla stima del valore di recupero dell’attività.L’ammontare della perdita, rilevato a conto economico, è pari alla differenza tra il valore contabile dell’attività ed il suo valore recuperabile.

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Nota integrativa

Criteri di cancellazione

Le attività immateriali sono eliminate dallo stato patrimoniale dal momento della dismissio-ne o quando non siano attesi benefici economici futuri.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Sia gli ammortamenti che eventuali rettifiche/riprese di valore per deterioramento di attività immateriali diverse dagli avviamenti vengono rilevati a conto economico nella voce 180 “Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali”. Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione di un’atti-vità immateriale sono determinate come differenza tra il corrispettivo netto di cessione e il valore contabile del bene ed iscritte al conto economico.

10 - Attività non correnti in via di dismissione

In tale voce sono classificate le attività non correnti destinate alla vendita ed i gruppi di attività e le passività associate in via di dismissione, secondo quanto previsto dall’IFRS5.La Banca, alla data di redazione del bilancio, non presenta attività che rientrano in tale categoria.

11 - Fiscalità corrente e differita

Criteri di classificazione, di iscrizione e di valutazione

Nella voce figurano le attività e passività fiscali (correnti e differite) rilevate in applicazione dello IAS 12.

Fiscalità correnteLe attività e passività fiscali per imposte correnti sono rilevate al valore dovuto o recupera-bile a fronte dell’utile (perdita) fiscale, applicando le aliquote e la normativa fiscale.Le imposte correnti non ancora pagate, in tutto o in parte alla data del bilancio, sono inseri-te alla voce 80. a) “Passività fiscali correnti” dello stato patrimoniale. Nel caso di pagamenti eccedenti, che hanno dato luogo ad un credito recuperabile, questo è contabilizzato alla voce 130. a) “Attività fiscali correnti” dello stato patrimoniale.

Fiscalità differitaLe attività e le passività fiscali differite sono contabilizzate utilizzando il c.d. balance sheet liability method tenendo conto delle differenze temporanee tra il valore contabile di una attività o di una passività e il suo valore riconosciuto ai fini fiscali. Esse sono calcolate uti-lizzando le aliquote fiscali applicabili, in ragione della legge vigente, nell’esercizio in cui le attività fiscale anticipata sarà realizzata o la passività fiscale differita sarà estinta.In particolare la normativa fiscale può comportare delle differenze tra reddito imponibile e reddito civilistico, che, se temporanee provocano, invece, unicamente uno sfasamento

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temporale che comporta l’anticipo o il differimento del momento impositivo rispetto al pe-riodo di competenza, determinando una differenza tra il valore contabile di un’attività o di una passività nello stato patrimoniale e il suo valore riconosciuto ai fini fiscali.Tali differenze si distinguono in “differenze temporanee deducibili” e in “differenze tempo-ranee imponibili”.

Attività per imposte anticipateLe “differenze temporanee deducibili” indicano una futura riduzione dell’imponibile fiscale, a fronte di un’anticipazione della tassazione rispetto alla competenza economico-civilisti-ca. Esse generano imposte anticipate attive in quanto esse determineranno un minor cari-co fiscale in futuro, a condizione che negli esercizi successivi siano realizzati utili tassabili in misura sufficiente a coprire la realizzazione delle imposte pagate in via anticipata.Le “attività per imposte anticipate” sono rilevate per tutte le differenze temporanee dedu-cibili se è probabile che sarà realizzato un reddito imponibile a fronte del quale potranno essere utilizzate le differenze temporanee deducibili.L’origine della differenza tra il maggior reddito fiscale rispetto a quello civilistico è principal-mente dovuta a componenti negativi di reddito fiscalmente deducibili in esercizi successivi a quelli di iscrizione in bilancio.

Passività per imposte differiteLe “differenze temporanee imponibili” indicano un futuro incremento dell’imponibile fiscale e conseguentemente generano “passività per imposte differite”, in quanto queste differen-ze danno luogo ad ammontari imponibili negli esercizi successivi a quelli in cui vengono imputati al conto economico civilistico, determinando un differimento della tassazione ri-spetto alla competenza economico-civilistica.Le “passività per imposte differite” sono rilevate per tutte le differenze temporanee impo-nibili con eccezione delle riserve in sospensione d’imposta in quanto non è previsto che siano effettuate operazioni che ne determinano la tassazione.L’origine della differenza tra il minor reddito fiscale rispetto a quello civilistico è dovuta a:• componenti positivi di reddito tassabili in esercizi successivi a quelli in cui sono stati

iscritti in bilancio;• componenti negativi di reddito deducibili in esercizi antecedenti a quello in cui saranno

iscritti in bilancio secondo criteri civilistici.Le attività e le passività iscritte per imposte anticipate e differite vengono sistematicamen-te valutate per tener conto sia di eventuali modifiche intervenute nella normativa o nelle aliquote.Le imposte anticipate e quelle differite sono contabilizzate a livello patrimoniale a saldi aperti e senza compensazioni e sono contabilizzate nella voce 130. b) “Attività fiscali anti-cipate” e nella voce 80. b) “Passività fiscali differite”.

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Nota integrativa

Criteri di rilevazione delle componenti economiche

Qualora le attività e le passività fiscali differite si riferiscono a componenti che hanno in-teressato il conto economico, la contropartita è rappresentata dalle imposte sul reddito. Nei casi in cui le imposte anticipate e differite riguardino transazioni che hanno interessato direttamente il patrimonio netto senza influenzare il conto economico (quali le valutazioni degli strumenti finanziari disponibili per la vendita) le stesse vengono iscritte in contropartita al patrimonio netto, interessando la specifica riserva quando previsto.

Criteri di cancellazione

Le attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite sono cancellate nell’esercizio in cui:• la differenza temporanea che le ha originate diventa imponibile con riferimento alle pas-

sività fiscali differite o deducibile con riferimento alle attività fiscali anticipate;• la differenza temporanea che le ha originate perde rilevanza fiscale.

12 - Fondi per rischi ed oneri

Criteri di classificazione

I fondi per rischi ed oneri accolgono gli accantonamenti relativi ad obbligazioni attuali (legali o implicite) originate da un evento passato, per le quali sia probabile l’esborso di risorse economiche per l’adempimento dell’obbligazione stessa, sempreché possa essere effet-tuata una stima attendibile del relativo ammontare.A fronte di passività solo potenziali e non probabili non viene rilevato alcun accantona-mento, ma viene fornita informativa in nota integrativa, salvo i casi in cui la probabilità di impiegare risorse sia remota oppure il fenomeno non risulti rilevante.

Criteri di iscrizione

Nella sottovoce “altri fondi” del Passivo dello Stato Patrimoniale figurano i fondi per rischi e oneri costituiti in ossequio a quanto previsto dai principi contabili internazionali, ad ec-cezione delle svalutazioni dovute al deterioramento delle garanzie rilasciate, da ricondurre alle “Altre passività”.

Criteri di valutazione

L’importo rilevato come accantonamento rappresenta la migliore stima della spesa richie-sta per adempiere all’obbligazione esistente alla data di riferimento del bilancio.Laddove l’elemento temporale sia significativo, gli accantonamenti vengono attualizzati utilizzando i tassi correnti di mercato.I fondi accantonati sono periodicamente riesaminati ed eventualmente rettificati per riflet-tere la miglior stima corrente. Quando a seguito del riesame, il sostenimento dell’onere diviene improbabile, l’accantonamento viene stornato.

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Criteri di cancellazione

Se non è più probabile che sarà necessario l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici per adempiere all’obbligazione, l’accantonamento deve essere stornato. Un accantonamento deve essere utilizzato unicamente a fronte di quegli oneri per i quali esso è stato iscritto.

Criteri di rilevazione delle componenti economiche

L’accantonamento è rilevato a conto economico alla voce 160 “Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri”. Nella voce figura il saldo, positivo o negativo, tra gli accantona-menti e le eventuali riattribuzioni a conto economico di fondi ritenuti esuberanti.

13 - Debiti e titoli in circolazione

Criteri di classificazione

Le voci “Debiti verso banche”, “Debiti verso clientela” e “Titoli in circolazione” comprendo-no le varie forme di provvista interbancaria e con clientela e la raccolta effettuata attraverso certificati di deposito in circolazione, non classificate tra le “Passività finanziarie valutate al fair value”. Sono inclusi i titoli che alla data di riferimento del bilancio risultano scaduti ma non ancora rimborsati.Sono inclusi i debiti di funzionamento connessi con la prestazione di servizi finanziari.

Criteri di iscrizione

La prima iscrizione di tali passività finanziarie avviene all’atto della ricezione delle somme raccolte o dell’emissione dei titoli di debito. Il valore a cui sono iscritte corrisponde al relativo fair value, normalmente pari all’ammonta-re incassato od al prezzo di emissione, aumentato degli eventuali costi/proventi aggiuntivi direttamente attribuibili alla singola operazione di provvista o di emissione e non rimborsati dalla controparte creditrice. Non sono inclusi nel valore di iscrizione iniziale tutti gli oneri che sono oggetto di rimborso da parte della controparte creditrice o che sono riconducibili a costi di carattere amministrativo.Il fair value delle passività finanziarie, eventualmente emesse a condizioni diverse da quelle di mercato, è oggetto di apposita stima e la differenza rispetto al corrispettivo incassato è imputata direttamente a conto economico.

Criteri di valutazione

Dopo la rilevazione iniziale, le passività finanziarie sono valutate al costo ammortizzato utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo.Fanno eccezione le passività a breve termine, ove il fattore temporale risulti trascurabile, che rimangono iscritte per il valore incassato, e i cui costi e proventi direttamente attribuibili all’operazione sono iscritti a conto economico nelle pertinenti voci.

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Nota integrativa

Criteri di cancellazione

Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio quando estinte o scadute. La cancella-zione avviene anche in presenza di riacquisto di titoli precedentemente emessi.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Le componenti negative di reddito rappresentate dagli interessi passivi sono iscritte, per competenza, nelle voci di conto economico relative agli interessi.

14 - Passività finanziarie di negoziazione

Alla data del bilancio la Banca non ha operazioni in derivati rientranti nell’ambito di applica-zione della fair value option con valore negativo.

15 - Passività finanziarie valutate al fair value

La Banca alla data del bilancio non ha in essere passività classificate in questa voce.

16 - Operazioni in valuta

Criteri di classificazione

Tra le attività e le passività in valuta figurano, oltre a quelle denominate esplicitamente in una valuta diversa dall’euro, anche quelle che prevedono clausole di indicizzazione finan-ziaria collegate al tasso di cambio dell’euro con una determinata valuta o con un determi-nato paniere di valute.Ai fini delle modalità di conversione da utilizzare, le attività e passività in valuta sono sud-divise tra poste monetarie (classificate tra le poste correnti) e non monetarie (classificate tra le poste non correnti). Gli elementi monetari consistono nel denaro posseduto e nelle attività e passività da ricevere o pagare, in un ammontare di denaro fisso o determinabili. Gli elementi non monetari si caratterizzano per l’assenza di un diritto a ricevere o di un’ob-bligazione a consegnare un ammontare di denaro fisso o determinabile.

Criteri di iscrizione

Le operazioni in valuta estera sono registrate, al momento della rilevazione iniziale, in euro, applicando all’importo in valuta estera il tasso di cambio in vigore alla data dell’operazione.

Criteri di valutazione

Ad ogni chiusura del bilancio, gli elementi originariamente denominati in valuta estera sono valorizzati in euro come segue:• le poste monetarie sono convertite al tasso di cambio alla data di chiusura del periodo;• le poste non monetarie valutate al costo storico sono convertite al tasso di cambio in

essere alla data della operazione;

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• le poste non monetarie valutate al fair value sono convertite al tasso di cambio a pronti alla data di chiusura del periodo.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Le differenze di cambio che si generano tra la data dell’operazione e la data del relativo pagamento, su elementi di natura monetaria, sono contabilizzate nel conto economico dell’esercizio in cui sorgono, alla voce “Risultato netto della attività di negoziazione”; alla medesima voce sono iscritte le differenze che derivano dalla conversione di elementi mo-netari a tassi diversi da quelli di conversione iniziali, o di conversione alla data di chiusura del bilancio precedente.Quando un utile o una perdita relativi ad un elemento non monetario sono rilevati a pa-trimonio netto, le differenze di cambio relative a tale elemento sono rilevata anch’esse a patrimonio netto.

17 - Altre informazioni

Stato Patrimoniale

Ratei e RiscontiI ratei e i risconti, che riguardano oneri e proventi di competenza dell’esercizio maturati su attività e passività, vengono ricondotti a rettifica delle attività e passività a cui si riferiscono. In assenza di rapporti cui ricondurli, saranno rappresentati tra le “Altre attività” o “Altre passività”.

Costi per migliorie e spese incrementative su beni di terziI costi della specie sono iscritti nella voce 150 “Altre attività” laddove non ricorrano i pre-supposti per essere iscritti tra le “attività materiali”, come previsto dalla normativa di Banca d’Italia (circolare n. 262/2005 come aggiornata in data 18 novembre 2009). I relativi am-mortamenti sono ricondotti alla voce 190 “Altri oneri/proventi di gestione” del conto eco-nomico. Essi sono ammortizzati secondo il periodo più breve tra quello in cui le migliorie e le spese possono essere utilizzate e quello di durata residua della locazione.

Benefici ai dipendentiClassificazioneI benefici per i dipendenti, oltre ai benefici a breve termine quali ad es. salari e stipendi, sono relativi a benefici successivi al rapporto di lavoro. I benefici per i dipendenti successivi al rapporto di lavoro sono a loro volta suddivisi tra quelli basati su programmi a contribuzione definita e quelli su programmi a benefici definiti, a seconda delle prestazioni previste:• i programmi a contribuzione definita sono piani di benefici successivi alla fine del rap-

porto di lavoro, in base ai quali sono versati dei contributi fissi, senza che vi sia un’ob-

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Nota integrativa

bligazione legale o implicita a pagare ulteriori contributi, se non sussistono attività suffi-cienti ad onorare tutti i benefici;

• i programmi a benefici definiti sono piani per benefici successivi alla fine del rapporto di lavoro diversi dai piani a contribuzione definita.

Il fondo trattamento di fine rapporto (TFR) è considerato un programma a benefici definiti.

Rilevazione iniziale e valutazioneIl valore di un’obbligazione a benefici definiti è pari al valore attuale dei pagamenti futuri, previsti come necessari per estinguere l’obbligazione derivante dall’attività lavorativa svolta dal dipendente nell’esercizio corrente ed in quelli precedenti.Considerata la scarsa significatività e rilevanza dell’informazione che verrebbe fornita a seguito dell’applicazione dello IAS 19, la Banca ha ritenuto opportuno, anche sulla base di quanto stabilito dallo IAS 8 par. 8, che la quantificazione dell’ammontare del TFR avvenga ancora seguendo le indicazioni dell’art. 2120 del codice civile.

Conto economicoI ricavi sono riconosciuti quando ricevuti i benefici futuri e tali benefici possono essere quantificabili in modo attendibile.I costi sono iscritti contabilmente nel momento in cui sono sostenuti.I costi che non possono essere associati ai ricavi sono rilevati immediatamente nel conto economico.In particolare:• i costi ed i ricavi, direttamente riconducibili agli strumenti finanziari valutati a costo

ammortizzato e determinabili sin dall’origine indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati, affluiscono a conto economico mediante applicazione del tasso di interesse effettivo;

• i dividendi sono rilevati a conto economico nel momento in cui ne viene deliberata la distribuzione;

• i ricavi derivanti dall’intermediazione di strumenti finanziari di negoziazione, determinati dalla differenza tra il prezzo della transazione e il fair value dello strumento, vengono riconosciuti al conto economico in sede di rilevazione dell’operazione se il fair value è determinabile con riferimento a parametri o transazioni recenti osservabili sullo stesso mercato nel quale lo strumento è negoziato;

• le altre commissioni sono rilevate secondo il principio della competenza economica.I costi direttamente riconducibili agli strumenti finanziari valutati a costo ammortizzato e determinabili sin dall’origine, indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati, affluiscono a conto economico mediante applicazione del tasso di interesse effettivo per la definizione del quale si rinvia al paragrafo “Crediti e Finanziamenti”.Le perdite di valore sono iscritte a conto economico nell’esercizio in cui sono rilevate.

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Gli interessi di mora, eventualmente previsti in via contrattuale, sono contabilizzati a conto economico solo al momento del loro effettivo incasso.Le perdite di valore sono iscritte a conto economico nell’esercizio in cui sono rilevate.

Classificazione dei crediti deteriorati e forbearanceA partire dal 1° gennaio 2015 sono state riviste le definizioni delle categorie di crediti dete-riorati da parte della Banca d’Italia. Tale revisione si è resa necessaria al fine di adeguare le classi di rischio precedentemente in vigore alla definizione di “Non Performing Exposure” (NPE), introdotta dall’Autorità Bancaria Europea (“EBA”) con l’emissione dell’Implementing Technical Standards (“ITS”), EBA/ITS /2013/03/rev1, del 24 luglio 2014.La Sezione “Qualità del credito” della Circolare n. 272 del 30 luglio 2008 (6° aggiornamen-to del 7 gennaio 2015) individua le seguenti categorie di crediti deteriorati:• Sofferenze: il complesso delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” nei confronti di

un soggetto in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla banca. Nelle sofferenze sono incluse anche le esposizioni nei confronti degli enti locali (comuni e province) in stato di dissesto finanziario per la quota parte assoggettata alla pertinente procedura di liquidazione.

• Inadempienze probabili (“unlikely to pay”): la classificazione in tale categoria è, innan-zitutto, il risultato del giudizio della banca circa l’improbabilità che, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente (in linea capi-tale e/o interessi) alle sue obbligazioni creditizie. Tale valutazione deve essere effettuata in maniera indipendente dalla presenza di eventuali importi o rate scaduti e non pagati.

Non è, pertanto, necessario attendere il sintomo esplicito di anomalia quale il mancato rimborso, laddove sussistano elementi che implicano una situazione di rischio di ina-dempimento del debitore (ad esempio, una crisi del settore industriale in cui opera il debitore).

Lo status di “inadempienza probabile” è individuato sul complesso delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” verso un medesimo debitore che versa nella suddetta situazione.

• Esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate: le esposizioni per cassa, diverse da quelle classificate tra le sofferenze o le inadempienze probabili, che, alla data di riferi-mento, presentano una posizione scaduta e/o sconfinante da più di 90 giorni.

Le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate sono determinate facendo riferimen-to alla posizione del singolo debitore.

Nell’ITS dell’EBA viene introdotto un ulteriore requisito informativo relativo alle “Esposizioni oggetto di concessioni” (forbearance).Con il termine forbearance l’EBA individua i debitori che sono o possono essere in difficoltà nel rispettare i termini di rimborso dei propri debiti e a cui sono state concesse delle rine-goziazioni delle condizioni contrattuali originarie. Quindi, condizione necessaria per identifi-care un’esposizione come forborne è la sussistenza all’atto della richiesta di rinegoziazione

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Nota integrativa

di una situazione di difficoltà finanziaria del debitore.L’aggiornamento da parte di Banca d’Italia della Circolare n. 272/2008 nel gennaio 2015 riporta, sulla scorta degli standard tecnici dell’EBA, le definizioni di “esposizione dete-riorata” ed “esposizioni oggetto di concessione (forborne)”. Quest’ultima accezione non rappresenta una nuova categoria di credito deteriorato, bensì si pone come strumento informativo addizionale, in quanto la categoria dei crediti forborne è trasversale alle classi di rischio esistenti e può includere crediti performing e crediti non performing sulla base della motivazione che ha portato alla rinegoziazione.L’attribuzione dello status di forborne può cessare a seguito di un processo di revisione della situazione economica, finanziaria e patrimoniale del debitore. Tale processo di re-visione avviene in un periodo variabile a seconda che si tratti di crediti non deteriorati o deteriorati.

Criteri di determinazione del fair value degli strumenti finanziari La Commissione Europea ha omologato nel mese di dicembre 2012, con Regolamento (UE) n. 1255/2012, il nuovo principio IFRS 13 “Fair Value Measurement”, in vigore dal 1° gennaio 2013.L’IFRS 13 definisce il fair value come: “il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione”. Si tratta di una definizione di fair value che per gli strumenti finanziari sostituisce la precedente versione nello IAS 39 Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione.Nel caso delle passività finanziarie la nuova definizione di fair value prevista dall’IFRS 13 richiede, quindi, di individuare come tale quel valore che si pagherebbe per il trasferimento della stessa passività (exit price), anziché come il valore necessario a estinguere la stessa (definizione contemplata dallo IAS 39). Ne discende un rafforzamento del tema della rile-vazione degli aggiustamenti al fair value delle passività finanziarie, rispetto a quanto già disciplinato in materia dallo IAS 39. In particolare, con riguardo alla determinazione del fair value dei derivati OTC dell’attivo dello Stato Patrimoniale, l’IFRS 13 ha confermato la re-gola di applicare l’aggiustamento relativo al rischio di controparte (Credit Valuation Adjust-ment - CVA). Relativamente alle passività finanziarie rappresentate da derivati OTC, l’IFRS 13 introduce il cd. Debit Valuation Adjustment (DVA), ossia un aggiustamento di fair value volto a riflettere il proprio rischio di default su tali strumenti, tematica non esplicitamente trattata dallo IAS 39.Il fair value degli investimenti quotati in mercati attivi è determinato con riferimento alle quotazioni di mercato (prezzi “bid” o, in assenza, prezzi medi) rilevate l’ultimo giorno di riferimento dell’esercizio.Nel caso di strumenti finanziari quotati su mercati attivi, la determinazione del fair value è basata sulle quotazioni del mercato attivo di riferimento (ossia quello su cui si verifica il maggior volume delle contrattazioni) desumibili anche da provider internazionali e rilevate l’ultimo giorno di riferimento dell’esercizio. Un mercato è definito attivo qualora le quota-

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zioni riflettano normali operazioni di mercato, siano prontamente e regolarmente disponibili ed esprimano il prezzo di effettive e regolari operazioni di mercato. Qualora il medesimo strumento finanziario risulti quotato su più mercati, la quotazione da considerare è quella presente nel mercato più vantaggioso a cui l’impresa ha accesso.Nel caso di strumenti finanziari non quotati il fair value è determinato applicando tecniche di valutazione finalizzate alla determinazione del prezzo che lo strumento avrebbe avuto sul mercato alla data di valutazione in un libero scambio motivato da normali considerazioni commerciali. La determinazione del fair value è ottenuta attraverso le seguenti tecniche: utilizzo di recenti transazioni di mercato; riferimento al prezzo di strumenti finanziari aventi le medesime caratteristiche di quello oggetto di valutazione; metodi quantitativi (modelli di pricing delle opzioni; tecniche di calcolo del valore attuale - discounted cash flow analysis; modelli di pricing generalmente accettati dal mercato e che sono in grado di fornire stime adeguate dei prezzi praticati in operazioni di mercato). In particolare, per le obbligazioni non quotate si applicano modelli di attualizzazione dei flussi di cassa futuri attesi – utilizzan-do strutture di tassi di interesse che tengono opportunamente in considerazione il settore di attività di appartenenza dell’emittente e della classe di rating, ove disponibile.In presenza di fondi comuni di investimento, non negoziati in mercati attivi, il fair value è determinato in ragione del Net Asset Value pubblicato, eventualmente corretto per tenere conto di possibili variazioni di valore intercorrenti fra la data di richiesta di rimborso e la data di rimborso effettiva.I titoli di capitale non scambiati in un mercato attivo, per i quali il fair value non sia deter-minabile in misura attendibile - secondo le metodologie più diffuse (in primo luogo la dis-counted cash flow analysis) sono valutati al costo, rettificato per tener conto delle eventuali diminuzioni significative di valore. Per gli impieghi e la raccolta a vista / a revoca si è assunta una scadenza immediata delle obbligazioni contrattuali e coincidente con la data di bilancio e pertanto il loro fair value è approssimato al valore di contabile. Analogamente per gli impieghi a breve si è assunto il valore contabile.Per gli impieghi a clientela a medio-lungo termine, il fair value è ottenuto attraverso tec-niche di valutazione attualizzando i residui flussi contrattuali ai tassi di interesse correnti, opportunamente adeguati per tener conto del merito creditizio dei singoli prenditori (rap-presentato dalla probabilità di default e dalla perdita stimata in caso di default).Per le attività deteriorate il valore di bilancio è ritenuto un’approssimazione del fair value.Per il debito a medio-lungo termine, rappresentato da titoli e per i quali si è optato per l’applicazione della fair value option, il fair value è determinato attualizzando i residui flussi contrattuali utilizzando la curva dei tassi “zero coupon” ricavata, attraverso il metodo del “bootstrapping”, dalla curva dei tassi di mercato.Per il debito a medio-lungo termine rappresentato da titoli valutati al costo ammortizzato ed oggetto di copertura per il rischio di tasso, il valore di bilancio è adeguato per effetto della copertura al fair value attribuibile al rischio coperto attualizzandone i relativi flussi.

131

Nota integrativa

Per i contratti derivati negoziati su mercati regolamentati si assume quale fair value il prez-zo di mercato dell’ultimo giorno di quotazione dell’esercizio.Per i contratti derivati over the counter si assume quale fair value il market value alla data di riferimento determinato secondo le seguenti modalità in relazione alla tipologia di contratto:• per i contratti su tassi di interesse: il market value è rappresentato dal cosiddetto “co-

sto di sostituzione”, determinato mediante l’attualizzazione delle differenze, alle date di regolamento previste, fra flussi calcolati ai tassi di contratto e flussi attesi calcolati ai tassi di mercato, oggettivamente determinati, correnti a fine esercizio per pari scadenza residua;

• per i contratti di opzione su titoli e altri valori: il market value è determinato facendo riferimento a modelli di pricing riconosciuti (p.es.: formula di Black & Scholes).

Il fair value utilizzato ai fini della valutazione degli strumenti finanziari, sulla base dei criteri sopra descritti, si articola sui seguenti livelli conformemente a quanto previsto dal principio IFRS 13 e in funzione delle caratteristiche e della significatività degli input utilizzati nel pro-cesso di valutazione.

Gerarchia del fair value

La gerarchia del fair value, in base a quanto stabilito dall’IFRS 13, deve essere applicata a tutti gli strumenti finanziari per i quali la valutazione al fair value è rilevata nello stato patri-moniale. A tal riguardo, per tali strumenti viene attribuita massima priorità ai prezzi ufficiali disponibili su mercati attivi e priorità più bassa all’utilizzo di input non osservabili, in quanto maggiormente discrezionali. Il fair value, conseguentemente, viene determinato attraverso l’utilizzo di prezzi acquisiti dai mercati finanziari, nel caso di strumenti quotati su mercati attivi, o mediante l’utilizzo, per gli altri strumenti finanziari, di tecniche di valutazione aventi l’obiettivo di stimare il fair value (exit price). I livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note illustrative sono i seguenti:• “Livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a prezzi di quo-

tazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) ai quali si può accedere alla data di valutazione;

• “Livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input quotati os-servabili direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando idonee tecniche di valutazione;

• “Livello 3”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input non osser-vabili per l’attività o per la passività, utilizzando idonee tecniche di valutazione.

Un prezzo quotato in un mercato attivo fornisce la prova più attendibile del fair value e, quando disponibile, deve essere utilizzato senza alcuna rettifica per valutare il fair value. In assenza di prezzi quotati in mercati attivi gli strumenti finanziari devono essere classificati nei livelli 2 o 3.La classificazione nel Livello 2 piuttosto che nel Livello 3 è determinata in base all’osser-vabilità sui mercati degli input significativi utilizzati ai fini della determinazione del fair value.

132

Gli input di Livello 2 comprendono:• prezzi quotati per attività o passività similari in mercati attivi;• prezzi quotati per attività o passività identiche o similari in mercati non attivi;• dati diversi dai prezzi quotati osservabili per l’attività o passività (per esempio tassi di

interesse e curve dei rendimenti osservabili a intervalli comunemente quotati, volatilità implicite e spread creditizi);

• input corroborati dal mercato.Non sono considerate osservabili tutte le altre variabili impiegate nelle tecniche valutative che non possono essere corroborate sulla base di dati osservabili di mercato.Qualora il fair value di uno strumento finanziario non sia determinato attraverso il prezzo rilevato in un mercato attivo (“Livello 1”), il complessivo fair value può presentare, al suo interno, livelli differenti in considerazione dell’impatto generato dagli input osservabili o non osservabili utilizzati nelle valutazioni (per impatto si intende il contributo, in termini di significatività, che ciascun input utilizzato per la valutazione ha rispetto al complessivo fair value dello strumento). Tuttavia il livello attribuito deve essere unico e per questo riferito al totale del fair value dello strumento nel suo complesso; il livello unico attribuito riflette così il livello più basso di input con un effetto significativo nella determinazione del fair value complessivo dello strumento.Affinché dati non osservabili di mercato abbiano un effetto significativo nella determinazio-ne complessiva del fair value dello strumento, il loro complessivo impatto è valutato tale da renderne incerta (ovvero non riscontrabile attraverso dati di mercato) la complessiva valutazione; nei casi in cui il peso dei dati non osservabili sia prevalente rispetto alla com-plessiva valutazione, il livello attribuito è “3”.Tra le principali regole applicate per la determinazione dei livelli di fair value si segnala che sono ritenuti di “Livello 1” i titoli di debito governativi, i titoli di debito corporate, i titoli di capitale, i fondi aperti, gli strumenti finanziari derivati e le passività finanziarie emesse il cui fair value corrisponde, alla data di valutazione, al prezzo quotato in un mercato attivo.Sono considerati di “Livello 2”:• i titoli di debito governativi, i titoli di debito corporate, i titoli di capitale e le passività

finanziarie emessi da emittenti di valenza nazionale e internazionale, non quotati su di un mercato attivo e valutati in via prevalente attraverso dati osservabili di mercato;

• i derivati finanziari OTC (Over the counter) conclusi con controparti istituzionali e valutati in via prevalente attraverso dati osservabili di mercato;

• fondi il cui fair value corrisponda al relativo NAV pubblicato con frequenza settimanale e/o mensile, in quanto considerato la stima più attendibile del fair value dello strumento trattandosi del “valore di uscita” (exit value) in caso di dismissione dell’investimento.

Infine, sono classificati di “Livello 3”:• i titoli di capitale e le passività finanziarie emesse per le quali non esistono, alla data di

valutazione, prezzi quotati sui mercati attivi e che sono valutati in via prevalente secon-

133

Nota integrativa

do una tecnica basata su dati non osservabili di mercato;• i derivati finanziari OTC (Over the counter) conclusi con controparti istituzionali, la cui

valutazione avviene sulla base di modelli di pricing del tutto analoghi a quelli utilizzati per le valutazioni di Livello 2 e dai quali si differenziano per il grado di osservabilità dei dati di input utilizzati nelle tecniche di pricing (si fa riferimento principalmente a correlazioni e volatilità implicite);

• gli strumenti finanziari derivati stipulati con la clientela per cui la quota di aggiustamento del fair value che tiene conto del rischio di inadempimento è significativa rispetto al valore complessivo dello strumento finanziario;

• fondi chiusi il cui fair value corrisponda al relativo NAV pubblicato i con frequenza supe-riore al mese;

• i titoli di capitale classificati nel portafoglio AFS valutati al costo.Il principio contabile IFRS 13 richiede inoltre, per le attività finanziarie classificate al Livello 3, di fornire un’informativa in merito alla sensitività dei risultati economici a seguito del cambiamento di uno o più parametri non osservabili utilizzati nelle tecniche di valutazione impiegate nella determinazione del fair value.

modalità di determinazione del costo ammortizzato

Il costo ammortizzato di una attività o passività finanziaria è il valore a cui è stata misurata alla iscrizione iniziale, al netto dei rimborsi di capitale, accresciuto o diminuito dell’ammor-tamento complessivo, determinato in applicazione del metodo dell’interesse effettivo, delle differenze tra valore iniziale e quello a scadenza ed al netto di qualsiasi perdita di valore.Il tasso di interesse effettivo è il tasso che eguaglia il valore attuale di una attività o passività finanziaria al flusso contrattuale dei pagamenti futuri o ricevuti sino alla scadenza o alla successiva data di rideterminazione del tasso.Per gli strumenti a tasso fisso o a tasso fisso per periodi temporali, i flussi di cassa futuri vengono determinati in base al tasso di interesse noto durante la vita dello strumento.Per le attività o passività finanziarie a tasso variabile, la determinazione dei flussi di cassa futuri è effettuata sulla base dell’ultimo tasso noto. Ad ogni data di revisione del prezzo, si procede al ricalcolo del piano di ammortamento e del tasso di rendimento effettivo su tutta la vita utile dello strumento finanziario, vale a dire sino alla data di scadenza. Il costo ammortizzato è applicato per i crediti, le attività finanziarie detenute sino a scaden-za, quelle disponibili per la vendita, per i debiti ed i titoli in circolazione.Le attività e passività finanziarie negoziate a condizioni di mercato sono inizialmente ri-levate al loro fair value, che normalmente corrisponde all’ammontare pagato od erogato comprensivo dei costi di transazione e delle commissioni direttamente imputabili. Sono considerati costi di transazione i costi ed i proventi marginali interni attribuibili al momento di rilevazione iniziale dello strumento e non recuperabili sulla clientela.Tali componenti accessorie, che devono essere riconducibili alla singola attività o passività,

134

incidono sul rendimento effettivo e rendono il tasso di interesse effettivo diverso dal tasso di interesse contrattuale.Sono esclusi pertanto i costi ed i proventi riferibili indistintamente a più operazioni e le com-ponenti correlate che possono essere oggetto di rilevazione durante la vita dello strumento finanziario.Inoltre, non sono considerati nel calcolo del costo ammortizzato i costi che la Banca do-vrebbe sostenere indipendentemente dalla operazione, quali i costi amministrativi, di can-celleria, di comunicazione.

Principi contabili internazionali in vigore dal 1° gennaio 2016

Nella tabella che segue sono riportati i principi contabili internazionali o le modifiche di prin-cipi adottati nel 2015 o nel 2016, con i relativi regolamenti di omologazione da parte della Commissione Europea la cui applicazione era prevista dal 1° gennaio 2016.

Regolamento di omologazione Titolo

(UE) 2015/211324 novembre 2015

Agricoltura: piante fruttifere (modifiche allo IAS 16 e allo IAS 41)

(UE) 2015/217325 novembre 2015

Contabilizzazione delle acquisizioni di interessenze in attività a controllo congiunto (modifiche all’IFRS 11)

(UE) 2015/22313 dicembre 2015

Chiarimento sui metodi di ammortamento accettabili (modifiche allo IAS 16 e allo IAS 38)

(UE) 2015/234316 dicembre 2015

Ciclo annuale di miglioramenti agli IFRS 2012-2014

(UE) 2015/240619 dicembre 2015

Iniziativa di informativa (modifiche allo IAS 1)

(UE) 2015/244123 dicembre 2015

Metodo del patrimonio netto nel bilancio separato (modifiche allo IAS 27)

(UE) 2016/170323 settembre 2016

Entità d’investimento: applicazione dell’eccezione di consolidamento (modifiche all’IFRS 10, IFRS 12 e IAS 28)

Si precisa che l’introduzione dei predetti principi contabili non ha comportato effetti signifi-cativi con riferimento al presente bilancio.Nel corso del 2016 la Commissione Europea ha emanato i seguenti ulteriori Regolamenti atti a modificare i principi contabili vigenti; le modifiche introdotte devono essere applica-te, al più tardi, a partire dalla data di inizio del primo esercizio finanziario che cominci il 1° gennaio 2018. Tali regolamenti non hanno comportato, pertanto, effetti con riferimento al presente bilancio.

Regolamento di omologazione Titolo

(UE) 2015/1905 29 ottobre 2015

Ricavi provenienti da contratti con clienti (IFRS 15)

(UE) 2015/2067 29 novembre 2015

Strumenti finanziari (IFRS 9)

135

Nota integrativa

A.3 – inFOrmAtiVA Sui trASFerimenti trA POrtAFOGli Di AttiVità FinAnZiArie

Nel corso dell’esercizio non sono stati effettuati trasferimenti tra portafogli di attività fi-nanziarie.

A.4 – inFOrmAtiVA Sul FAir VAlue

informativa di natura qualitativa

A.4.1 livelli di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzati

Per le attività e passività valutate al fair value su base ricorrente in bilancio, in assenza di quotazioni su mercati attivi, la Banca utilizza metodi di valutazione in linea con le metodo-logie accettate e utilizzate dal mercato. I modelli di valutazione includono tecniche basate sull’attualizzazione dei flussi di cassa futuri e sulla stima della volatilità. Si evidenzia che le uniche poste valutate al fair value in bilancio sono su base ricorrente e sono rappresentate da attività e passività finanziarie.Per maggiori dettagli sulle metodologie adottate si rimanda al paragrafo “Criteri di determi-nazione del fair value degli strumenti finanziari” della sezione “17. Altre informazioni” sopra riportata.

A.4.2 Processi e sensibilità delle valutazioni

La valutazione, anche ai fini contabili, di tutte le attività e passività finanziarie sono effet-tuate dalle funzioni interne specifiche della Banca. La Banca si è dotata di procedure e di manuali che descrivono le tecniche di valutazione e gli input utilizzati. Al 31 dicembre 2016 la Banca non detiene strumenti finanziari classificati nel livello 3 valutati mediante tecniche basate su input significativi non osservabili sul mercato. La “sensitivity analisysis”, richiesta dallo IFRS 13, non è applicabile in quanto per i titoli di capitale, non essendo disponibili input (osservabili e non) non è stato possibile stimare ragionevolmente il fair value, anche in base a quanto previsto dallo IAS 39 AG81, pertanto lo stesso è stato assunto pari al costo di acquisto.

A.4.3 Gerarchia del fair value

Nel corso dell’esercizio non si sono registrati mutamenti nei criteri di determinazione, sulla base dell’utilizzo di input c.d. osservabili o non osservabili, dei livelli gerarchici del fair value rispetto a quanto operato per il Bilancio 31 dicembre 2015. Pertanto si rinvia alla parte A del bilancio.

A.4.4 Altre informazioni

La Banca non gestisce gruppi di attività/passività finanziarie sulla base della propria espo-sizione netta ai rischi di mercato o al rischio di credito.

136

A.4.5 – Gerarchia del fair value

informativa di natura quantitativa

A.4.5.1 Attività e passività valutate al fair value su base ricorrente: ripartizione

per livelli di fair value

Attività/Passività misurate al fair value31.12.2016 31.12.2015

L 1 L 2 L 3 L 1 L 2 L 3

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 238 3 501 13

2. Attività finanziarie valutate al fair value

3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 54.167 251 85 61.093 35

4. Derivati di copertura

5. Attività materiali

6. Attività immateriali

Totale 54.405 254 85 61.594 13 35

1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione

2. Passività finanziarie valutate al fair value

3. Derivati di copertura

Totale

Legenda:L1 = Livello 1L2 = Livello 2L3 = Livello 3

Tra le attività finanziarie disponibili per la vendita sono compresi titoli di capitale “valutati al costo”, classificati convenzionalmente nel livello 3, riferibili ad interessenze azionarie in società promosse dal Movimento del Credito Cooperativo o strumentali, ovvero a titoli AT1 o di altra natura che la Banca ha acquisito nel corso dell’esercizio, nell’ambito di interventi promossi dai fondi istituzionali in favore di altre banche di credito cooperativo.

A.4.5.2 Variazioni annue delle attività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)

Nel corso dell’esercizio non sono state rilevate variazioni nelle attività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3).

137

Nota integrativa

A.4.5.3 Variazioni annue delle passività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)

Alla data non vi sono passività finanziarie valutate al fair value (livello 3).

A.4.5.4 Attività e passività non valutate al fair value o valutate al fair value su

base non ricorrente: ripartizione per livelli di fair value.

Attività e passività non misurate al fair value o misurate al fair value su base

non ricorrente

Totale 31.12.2016 Totale 31.12.2015

VB L 1 L 2 L 3 VB L 1 L 2 L 3

1. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza

2. Crediti verso banche 6.420 6.341 5.937 5.937

3. Crediti verso clientela 35.065 37.693 31.522 34.210

4. Attività materiali detenute a scopo di investimento

5. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione

Totale 41.485 44.034 37.459 40.147

1. Debiti verso banche 20.105 20.105 23.023 23.023

2. Debiti verso clientela 65.014 65.014 62.257 62.257

3. Titoli in circolazione 7.055 7.055 8.724 8.724

4. Passività associate ad attività in via di dismissione

Totale 92.174 92.174 94.004 94.004

Legenda:VB=Valore di bilancioL1=Livello 1L2=Livello 2L3=Livello 3

A.5 – inFOrmAtiVA Sul C.D. “DAY One PrOFit/lOSS”

Nel corso dell’esercizio, la Banca non ha posto in essere operazioni da cui è derivata la contabilizzazione del c.d. “day one profit/loss”.Conseguentemente, non viene fornita l’informativa prevista dal principio IFRS 7, par. 28.

138

PArte B - inFOrmAZiOni SullO StAtO PAtrimOniAle

AttiVO

Sezione 1 - Cassa e disponibilità liquide - Voce 10

Formano oggetto di rilevazione nella presente voce le valute aventi corso legale, comprese le banconote e le monete divisionali estere, e i depositi liberi verso la Banca d’Italia.

1.1 Cassa e disponibilità liquide: composizione

Totale 31.12.2016 Totale 31.12.2015

a) Cassa 732 845b) Depositi liberi presso Banche CentraliTotale 732 845

Sezione 2 - Attività finanziarie detenute per la negoziazione - Voce 20

Nella presente voce figurano tutte le attività finanziarie (titoli di debito, titoli di capitale, deri-vati ecc.) detenuti per la negoziazione al fine di generare profitti dalle fluttuazioni dei relativi prezzi nel breve termine.

2.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica

Voci/ValoriTotale 31.12.2016 Totale 31.12.2015

L 1 L 2 L 3 L 1 L 2 L 3 A Attività per cassa 1. Titoli di debito 238 501 1.1 Titoli strutturati 1.2 Altri titoli di debito 238 501 2. Titoli di capitale 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti 4.1 Pronti contro termine 4.2 Altri Totale A 238 501 B Strumenti derivati 1. Derivati finanziari 3 13 1.1 di negoziazione 1.2 connessi con la fair value option 1.3 altri 3 13 2. Derivati creditizi 2.1 di negoziazione 2.2 connessi con la fair value option 2.3 altri Totale B 3 13Totale (A+B) 238 3 501 13

139

2.2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti

Voci/Valori Totale 31.12.2016 Totale 31.12.2015

A Attività per cassa

1. Titoli di debito 238 501

a) Governi e Banche Centrali 238 501

b) Altri enti pubblici

c) Banche

d) Altri emittenti

2. Titoli di capitale

a) Banche

b) Altri emittenti:

- imprese di assicurazione

- società finanziarie

- imprese non finanziarie

- altri

3. Quote di O.I.C.R.

4. Finanziamenti

a) Governi e Banche Centrali

b) Altri enti pubblici

c) Banche

d) Altri soggetti

Totale A 238 501

B Strumenti derivati

a) Banche

b) Clientela 3 13

Totale B 3 13

Totale (A+B) 241 514

Sezione 3 - Attività finanziarie valutate al fair value - Voce 30

La Banca non ha esercitato la facoltà prevista dai principi contabili IAS/IFRS di designare al fair value attività finanziarie (fair value option).

Sezione 4 - Attività finanziarie disponibili per la vendita - Voce 40

Nella presente voce figurano le attività finanziarie (titoli di debito, titoli di capitale, ecc.) classificate nel portafoglio “disponibile per la vendita”.

Nota integrativa

140

4.1 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica

Voci/ValoriTotale 31.12.2016 Totale 31.12.2015

L 1 L 2 L 3 L 1 L 2 L 3 1. Titoli di debito 54.044 61.023 1.1 Titoli strutturati 1.2 Altri titoli di debito 54.044 61.023 2. Titoli di capitale 123 85 70 35 2.1 Valutati al fair value 123 70 2.2 Valutati al costo 85 35 3. Quote di O.I.C.R. 251 4. Finanziamenti Totale 54.167 251 85 61.093 35

I titoli di capitale “valutati al costo” classificati convenzionalmente nel livello 3, si riferiscono a interessenze azionarie in banche di credito cooperativo, società promosse dal movimen-to del Credito Cooperativo o strumentali, per le quale il fair value non risulta determinabile in modo attendibile o verificabile e che, pertanto, sono iscritti in bilancio al valore di costo, eventualmente rettificato a fronte dell’accertamento di perdite per riduzioni di valore.

4.2 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione per debitori/emittenti

Voci/Valori Totale 31.12.2016 Totale 31.12.2015

1. Titoli di debito 54.044 61.023

a) Governi e Banche Centrali 54.044 61.023

b) Altri enti pubblici

c) Banche

d) Altri emittenti

2. Titoli di capitale 209 105

a) Banche 73 31

b) Altri emittenti 136 74

- imprese di assicurazione assicurazione

- società finanziarie 26

- imprese non finanziarie 109 73

- altri 1 1

3. Quote di O.I.C.R. 251

4. Finanziamenti

a) Governi e Banche Centrali

b) Altri enti pubblici

c) Banche

d) Altri soggetti

Totale 54.504 61.128

141

La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei de-bitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d’Italia.Tra i titoli di debito sono compresi esclusivamente titoli emessi dallo Stato italiano.

4.3 Attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica.

Sezione 5 - Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - Voce 50

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene attività finanziarie classificate nella categoria in esame.

Sezione 6 - Crediti verso banche - Voce 60

Nella presente voce figurano le attività finanziarie non quotate verso banche classificate nel portafoglio “crediti” (inclusi i crediti verso Banca d’Italia, diversi dai depositi liberi, tra cui quelli per riserva obbligatoria).

6.1 Crediti verso banche: composizione merceologica

Tipologia operazioni/Valori

Totale 31.12.2016 Totale 31.12.2015

VBFV

VBFV

L 1 L 2 L 3 L 1 L 2 L 3

A. Crediti verso Banche Centrali 1. Depositi vincolati 2. Riserva obbligatoria 3. Pronti contro termine 4. Altri B. Crediti verso banche 6.420 5.937 1. Finanziamenti 6.420 5.937 1.1 Conti correnti e depositi liberi 5.844 5.311 1.2 Depositi vincolati 576 619 1.3 Altri finanziamenti: 7

- Pronti contro termine attivi - Leasing finanziario - Altri 7 2 Titoli di debito 2.1 Titoli strutturati 2.2 Altri titoli di debito

Totale 6.420 6.341 5.937 5.937

Legenda FV= Fair value VB= valore di bilancio

Nota integrativa

142

I crediti verso banche non sono stati svalutati in quanto ritenuti interamente recuperabili; non sono presenti crediti verso banche con vincolo di subordinazione.I depositi vincolati di cui al punto B. comprendono la riserva obbligatoria, assolta in via indiretta, pari a 576 mila euro, detenuta presso ICCREA Banca Spa.

6.2 Crediti verso banche oggetto di copertura specifica

Alla data di riferimento del bilancio, non sono presenti crediti verso banche oggetto di copertura specifica.

6.3 leasing finanziario

Alla data di bilancio non vi sono crediti verso banche derivanti da operazioni di locazione finanziaria.

Sezione 7 - Crediti verso clientela - Voce 70

Nella presente voce figurano le attività finanziarie non quotate verso clientela allocate nel portafoglio “crediti”.

143

7.1 Crediti verso clientela: composizione merceologica

Tipo

logi

a op

eraz

ioni

/Val

ori

Tota

le 3

1.12

.201

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31.

12.2

015

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30.8

144.

148

26.2

855.

237

1. C

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3.71

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23.8

123.

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384.

077

4. C

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le30

.917

4.14

837

.693

26.2

855.

237

34.2

10

I crediti verso clientela sono esposti in bilancio al costo ammortizzato, al netto delle rettifiche di valore derivanti da svalutazioni analitiche e collettive.

Nota integrativa

144

Sottovoce 7 “Altri finanziamenti”

Tipologia operazioni/Valori Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

Finanziamenti per anticipi SBF 1.066 944Rischio di portafoglio 271 384Altre sovvenzioni non regolate in conto corrente - sovvenzioni diverse 2.092 2.342Depositi presso Uffici Postali Depositi cauzionali fruttiferi Crediti verso la Cassa Depositi e Prestiti Contributi da riscuotere da enti locali per operazioni a tasso agevolato Margini di variazione presso organismi di compensazione a fronte di contratti derivati Crediti con fondi di terzi in amministrazione Crediti verso Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo 4 4 Altri 24 14Totale 3.457 3.688

Non sono presenti crediti verso clientela con vincolo di subordinazione.

7.2 Crediti verso clientela: composizione per debitori/emittenti

Tipologia operazioni/ValoriTotale 31.12.2016 Totale 31.12.2015

Non deteriorati

Deteriorati Non deteriorati

DeterioratiAcquistati Altri Acquistati Altri

1. Titoli di debito: 103 a) Governi b) Altri Enti pubblici c) Altri emittenti 103 - imprese non finanziarie - imprese finanziarie 103 - assicurazioni - altri2. Finanziamenti verso: 30.814 4.148 26.285 5.237 a) Governi 50 59 b) Altri Enti pubblici 4 4 c) Altri soggetti 30.760 4.148 26.222 5.237 - imprese non finanziarie 16.072 3.145 15.745 4.215 - imprese finanziarie 83 - assicurazioni - altri 14.605 1.003 10.477 1.022

Totale 30.917 4.148 26.285 5.237

La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei de-bitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d’Italia.

145

7.3 Crediti verso clientela: attività oggetto di copertura specifica

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene crediti verso clientela oggetto di copertura specifica.

7.4 leasing finanziario

Alla data di bilancio non vi sono crediti derivanti da operazioni di locazione finanziaria.

Sezione 8 - Derivati di copertura - Voce 80

La Banca non ha posto in essere derivati di copertura.

Sezione 9 - Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica - voce 90

Alla data di riferimento del bilancio non vi sono attività oggetto di copertura generica.

Sezione 10 - le partecipazioni - voce 100

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene partecipazioni in società control-late, controllate in modo congiunto o sottoposte ad influenza notevole, di cui al principio IAS27 e IAS28.

Sezione 11 - Attività materiali - Voce 110

Nella presente voce figurano le attività materiali (immobili, impianti, macchinari e altre atti-vità materiali ad uso funzionale disciplinate dallo IAS 16).

11.1 Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività valutate al costo

Attività/Valori Totale 31.12.2016 Totale 31.12.2015

1. Attività di proprietà 123 118a) terreni b) fabbricati c) mobili 49 12d) impianti elettronici 7 21e) altre 67 842. Attività acquisite in leasing finanziarioa) terreni b) fabbricati c) mobili d) impianti elettronici e) altre Totale 123 118

Tutte le attività materiali della Banca sono valutate al costo, come indicato nella Parte A della nota integrativa.

Nota integrativa

146

11.2 Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al costo

Non sono presenti attività materiali detenute a scopo di investimento.

11.3 Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività rivalutate

Non sono presenti attività materiali funzionali rivalutate; si omette pertanto la compilazione della relativa tabella.

11.4 Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al fair value

Non sono presenti attività materiali detenute a scopo di investimento valutate al fair value.

147

11.5 Attività materiali ad uso funzionale: variazioni annue

Terreni Fabbricati Mobili Impianti elettronici Altre Totale

A. Esistenze iniziali lorde 135 469 412 1.016

A.1 Riduzioni di valore totali nette 123 448 328 899A.2 Esistenze iniziali nette 12 21 84 118B. Aumenti: 48 34 82

B.1 Acquisti 45 25 70

B.2 Spese per migliorie capitalizzate 9 9 B.3 Riprese di valore 3 3 B.4 Variazioni positive di fair value imputate a

a) patrimonio netto b) conto economico B.5 Differenze positive di cambio B.6 Trasferimenti da immobili detenuti a scopo di investimento

B.7 Altre variazioni

C. Diminuzioni: 10 14 52 76C.1 Vendite 4 8 13 25C.2 Ammortamenti 6 6 32 44C.3 Rettifiche di valore da deterioramento imputate a

a) patrimonio netto b) conto economico C.4 Variazioni negative di fair value imputate a

a) patrimonio netto b) conto economico C.5 Differenze negative di cambio C.6 Trasferimenti a: a) attività materiali detenute a scopo di investimento

b) attività in via di dismissione C.7 Altre variazioni 7 7

D. Rimanenze finali nette 49 7 67 123

D.1 Riduzioni di valore totali nette 127 440 229 796D.2 Rimanenze finali lorde 176 447 296 919E. Valutazione al costo

Nota integrativa

148

Percentuali di ammortamento utilizzate

Classe di attività % ammortamento

Arredi 15%Mobili 12%Macchine ordinarie d'ufficio 12%Impianti di ripresa fotografica /allarme 30%Impianti di condizionamento e altri impianti 15%Impianti speciali di comunicazione 25%Macchine elettroniche ed elettromeccaniche 20%Telefoni cellulari 20%Automezzi 25%Impianti blindati 15%

11.6 Attività materiali detenute a scopo di investimento: variazioni annue

La Banca non detiene attività materiali a scopo di investimento.

11.7 impegni per acquisto di attività materiali (iAS 16/74.c)

La Banca non ha contratto impegni di acquisto su attività materiali.

Sezione 12 - Attività immateriali - Voce 120

Nella presente voce figurano le attività immateriali di cui allo IAS 38.

12.1 Attività immateriali: composizione per tipologia di attività

Attività/ValoriTotale 31.12.2016 Totale 31.12.2015

Durata definita

Durata indefinita

Durata definita

Durata indefinita

A.1 Avviamento A.2 Altre attività immateriali 8 12 A.2.1 Attività valutate al costo: 8 12 a) Attività immateriali generate internamente b) Altre attività 8 12 A.2.2 Attività valutate al fair value: a) Attività immateriali generate internamente b) Altre attività Totale 8 12

Tutte le attività immateriali della Banca sono valutate al costo.La altre attività immateriali di cui alla voce A.2, a durata limitata, sono costituite prevalen-temente da software aziendale in licenza d’uso e sono state ammortizzate, con il metodo delle quote costanti in ragione della loro vita utile, stimata in cinque anni.Non sono iscritte attività immateriali generate internamente.

149

12.2 Attività immateriali: variazioni annue

Avviamento

Altre attività immateriali:

generate internamente

Altre attività immateriali:

altre Totale

DEF INDEF DEF INDEF

A. Esistenze iniziali 50 50

A.1 Riduzioni di valore totali nette 38 38

A.2 Esistenze iniziali nette 12 12

B. Aumenti

B.1 Acquisti

B.2 Incrementi di attività immateriali interne

B.3 Riprese di valore

B.4 Variazioni positive di fair value:

- a patrimonio netto

- a conto economico

B.5 Differenze di cambio positive

B.6 Altre variazioni

C. Diminuzioni 3 3

C.1 Vendite

C.2 Rettifiche di valore 3 3

- Ammortamenti 3 3

- Svalutazioni:

+ patrimonio netto

+ conto economico

C.3 Variazioni negative di fair value:

- a patrimonio netto

- a conto economico

C.4 Trasferimenti alle attività non correnti in via di dismissione

C.5 Differenze di cambio negative

C.6 Altre variazioni

D. Rimanenze finali nette 8 8

D.1 Rettifiche di valore totali nette 34 34

E. Rimanenze finali lorde 42 42

F. Valutazione al costo

Legenda DEF: a durata definita INDEF: a durata indefinita

Nota integrativa

150

Le attività immateriali oggetto di descrizione sono state interamente acquistate all’esterno e sono valutate al costo.La sottovoce F. “Valutazione al costo” non è valorizzata in quanto la sua compilazione è prevista solo per le attività immateriali valutate in bilancio al fair value, non in possesso della Banca.

12.3 Altre informazioni

In base a quanto richiesto dallo IAS 38 paragrafi 122 e 124, si precisa che la Banca non ha:• costituito attività immateriali a garanzia di propri debiti;• assunto impegni alla data del bilancio per l’acquisto di attività immateriali;• acquisito attività immateriali per tramite di contratti di locazione finanziaria od operativa;• acquisito attività immateriali tramite concessione governativa;• attività immateriali rivalutate iscritte a fair value.

Sezione 13 - le attività fiscali e le passività fiscali - Voce 130 dell’attivo e Voce 80 del passivo

Nella presente voce figurano le attività fiscali (correnti e anticipate) e le passività fiscali (cor-renti e differite) rilevate, rispettivamente, nella voce 130 dell’attivo e 80 del passivo.Le tipologie di differenze temporanee che hanno portato all’iscrizione di “attività per impo-ste anticipate” riguardano:

13.1 Attività per imposte anticipate: composizione

Descrizione IRES IRAP Totale

1) Attività per imposte anticipate rilevate in contropartita del conto economico: 732 83 816

a) DTA di cui alla Legge 214/2011 709 81 790

Svalutazione crediti verso clientela 696 81 777

Svalutazione crediti verso clientela 13 13

b) Altre 23 3 26

Fondi per rischi e oneri 14 3 17

Costi di natura prevalentemente amministrativa 6 6

Altre voci 3 3

2) Attività per imposte anticipate rilevate in contropartita del patrimonio netto: 93 19 112

a) Riserve da valutazione: 93 19 112

Minusvalenze su attività finanziarie disponibili per la vendita 93 19 112

b) Altre

Totale sottovoce 130 b) attività fiscali anticipate 826 102 928

151

Altre attività per imposte anticipateNella precedente tabella sono dettagliate anche le altre attività per imposte anticipate di-verse da quelle di cui alla L.214/2011. Tali “attività” vengono iscritte in bilancio nella misura in cui esiste la probabilità del loro recupero sulla base della capacità di generare con conti-nuità redditi imponibili positivi. La valutazione della probabilità di recupero delle altre attività per imposte anticipate tradizionali è stata condotta sulla base delle informazioni disponibili rappresentate dalla stima dei redditi imponibili attesi. Per la valorizzazione delle imposte anticipate ai fini IRES e IRAP sono state applicate rispettivamente le aliquote del 27,50% e del 5,57%.Le attività per imposte anticipate si ritengono interamente recuperabili, tenuto conto delle previsioni di conseguimento di redditi imponibili tassabili nei successivi periodi.

13.2 Passività per imposte differite: composizione

Le tipologie di differenze temporanee che hanno portato all’iscrizione di “passività per imposte differite” riguardano:

Descrizione IRES IRAP Totale

1) Passività per imposte differite in contropartita del conto economico

2) Passività per imposte differite in contropartita del patrimonio netto 63 13 76

Riserve da valutazione:

- variazioni positive di FV su attività finanziarie disponibili per la vendita 63 13 76

Totale sottovoce 80 b) passività fiscali differite 63 13 76

Nota integrativa

152

13.3 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del conto economico)

Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

1. Importo iniziale 860 7942. Aumenti 21 772.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 21 77 a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) riprese di valore d) altre 21 772.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali2.3 Altri aumenti3. Diminuzioni 65 113.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio 65 11 a) rigiri 65 11 b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità c) mutamento di criteri contabili d) altre3.2 Riduzioni di aliquote fiscali3.3 Altre diminuzioni a) trasformazione in crediti d'imposta di cui alla legge n.214/2011 b) altre4. Importo finale 816 860

13.3.1 Variazioni delle imposte anticipate di cui alla l. 214/2011 (in contropartita del conto economico)

Totale 31.12.2016 Totale 31.12.2015

1. Importo iniziale 818 7712. Aumenti 47

3. Diminuzioni 283.1 Rigiri 41

3.2 Trasformazione in crediti d'imposta (13) a) derivante da perdite d'esercizio b) derivante da perdite fiscali (13)3.3 Altre diminuzioni

4. Importo finale 790 818

Nella Tabella sono indicate le imposte anticipate e le relative variazioni, computate a fronte delle rettifiche su crediti per svalutazione, per quanto derivante dalla eccedenza rispetto alla quota deducibile nei diversi esercizi di cui all’art. 106 comma 3 TUIR.

153

Nota integrativa

13.4 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del conto economico)

Alla data di bilancio, la Banca non detiene imposte differite in contropartita a conto eco-nomico.

13.5 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del patrimonio netto)

Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

1. Importo iniziale 12 13

2. Aumenti 111 15

2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 111 15

a) relative a precedenti esercizi

b) dovute al mutamento di criteri contabili

c) altre 111 15

2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali

2.3 Altri aumenti

3. Diminuzioni 11 16

3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio 11 16

a) rigiri 11 16

b) svalutazioni per sopravvenute irrecuperabilità

c) dovute al mutamento di criteri contabili

d) altre

3.2 Riduzioni di aliquote fiscali

3.3 Altre diminuzioni

4. Importo finale 112 12

154

13.6 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del patrimonio netto)

Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

1. Importo iniziale 148 1492. Aumenti 31 742.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio 31 74 a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 31 742.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali2.3 Altri aumenti3. Diminuzioni 103 753.1 Imposte differite annullate nell'esercizio 103 75 a) rigiri 103 75 b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali3.3 Altre diminuzioni4. Importo finale 76 148

Le imposte anticipate e differite si riferiscono, rispettivamente, a svalutazioni e rivalutazioni di titoli disponibili per la vendita. Dette movimentazioni hanno trovato come contropartita la rispettiva riserva di patrimonio netto. 13.7 Altre informazioni

Composizione della fiscalità corrente

IRES IRAP Altre TOTALEPassività fiscali correnti (-) (19) (19)Acconti versati (+) 123 63 186Altri crediti di imposta (+) 24 24Crediti d'imposta di cui alla L. 214/2011 (+) 51 51Ritenute d'acconto subite (+) 5 5Saldo a debito della voce 80 a) del passivoSaldo a credito 123 44 79 246Crediti di imposta non compensabili: quota capitaleCrediti di imposta non compensabili: quota interessiSaldo dei crediti di imposta non compensabiliSaldo a credito della voce 130 a) dell'attivo 123 44 79 246

In merito alla posizione fiscale della Banca, per gli esercizi non ancora prescritti, non è stato ad oggi notificato alcun avviso di accertamento.

155

Nota integrativa

Sezione 14 - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e passività associate - Voce 140 dell’attivo e voce 90 del passivo

Alla data di riferimento del bilancio non sono presenti attività non correnti o gruppi di attività in via di dismissione e relative passività associate e, pertanto, si omette la relativa tabella.

Sezione 15 - Altre attività - Voce 150

Nella presente voce sono iscritte le attività non riconducibili nelle altre voci dell’attivo dello stato patrimoniale.

15.1 Altre attività: composizione

Voci Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

Migliorie e spese incrementative su beni di terzi non separabili 18 27Altre attività 3.482 1.434Crediti verso Erario per acconti su imposte indirette e altre partite fiscali 510 527Partite in corso di lavorazione 775 187Partite Viaggianti 28 31Anticipi e crediti verso fornitori 2

Fatture da emettere e da incassare 14 12Rettifiche di portafoglio 821 79Altre partite attive 1.332 598Totale 3.500 1.461

156

PASSiVO

Sezione 1 - Debiti verso banche - Voce 10

Nella presente voce figurano i debiti verso banche, qualunque sia la loro forma tecnica diversi da quelli ricondotti nelle voci 30, 40 e 50. Sono inclusi i debiti di funzionamento con-nessi con la presentazione di attività e di servizi finanziari come definiti dal T.U.B. e dal T.U.F.

1.1 Debiti verso banche: composizione merceologica

Tipologia operazioni/Valori Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

1. Debiti verso banche centrali

2. Debiti verso banche 20.105 23.023 2.1 Conti correnti e depositi liberi 32 23.023 2.2 Depositi vincolati

2.3 Finanziamenti 20.000

2.3.1 Pronti contro termine passivi

2.3.2 Altri 20.000

2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali

2.5 Altri debiti 73

Totale 20.105 23.023Fair value – livello 1Fair value – livello 2Fair value – livello 3 20.105 23.023Totale fair value 20.105 23.023

In considerazione della prevalente durata a breve termine dei debiti verso banche il relativo fair value è stato assunto pari al valore di bilancio.

1.2 Dettaglio della voce 10 “Debiti verso banche”: debiti subordinati

Alla data di riferimento del bilancio, non sono presenti debiti subordinati verso banche.

1.3 Dettaglio della voce 10 “Debiti verso banche”: debiti strutturati

Alla data di riferimento del bilancio, non sono presenti debiti strutturati verso banche.

1.4 Debiti verso banche oggetto di copertura specifica

Alla data di riferimento del bilancio, non vi sono debiti verso banche oggetto di copertura specifica.

1.5 Debiti per leasing finanziario

La Banca non ha in essere operazioni di leasing finanziario.

157

Nota integrativa

Sezione 2 - Debiti verso clientela - Voce 20

Nella presente voce figurano i debiti verso clientela, qualunque sia la loro forma tecnica, diversi da quelli ricondotti nelle voci 30, 40 e 50. Sono inclusi i debiti di funzionamento con-nessi con la prestazione di attività e di servizi finanziari come definiti dal T.U.B. e dal T.U.F.

2.1 Debiti verso clientela: composizione merceologica

Tipologia operazioni/Valori Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

1. Conti correnti e depositi liberi 64.749 61.8402. Depositi vincolati 85 863. Finanziamenti 16 3.1 Pronti contro termine passivi 3.2 Altri 164. Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali5. Altri debiti 164 331Totale 65.014 62.257Fair value – livello 1Fair value – livello 2Fair value – livello 3 65.014 62.257Fair value 65.014 62.257

2.2 Dettaglio della voce 20 “Debiti verso clientela”: debiti subordinati

Alla data di riferimento del bilancio, non sono presenti debiti subordinati verso clientela.

2.3 Dettaglio della voce 20 “Debiti verso clientela”: debiti strutturati

Non sono presenti debiti strutturati verso clientela.

2.4 Debiti verso clientela oggetto di copertura specifica

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non ha in essere debiti verso clientela oggetto di copertura specifica.

2.5 Debiti per leasing finanziario

La Banca non ha in essere debiti per leasing finanziario verso la clientela. Sezione 3 - titoli in circolazione - Voce 30

Nella presente voce figurano i titoli emessi valutati al costo ammortizzato. Sono ricompresi i titoli che alla data di riferimento del bilancio risultano scaduti ma non ancora rimborsati. Nella voce sono rappresentati altresì i titoli oggetto di copertura specifica in applicazione della disciplina dell’hedge accounting.

158

3.1 titoli in circolazione: composizione merceologica

Tipologia operazioni/Valori

Totale 31.12.2016 Totale 31.12.2015

Valore bilancio

Fair value Valore bilancio

Fair value

L 1 L 2 L 3 L 1 L 2 L 3

A. Titoli 1. Obbligazioni 1.1 strutturate 1.2 altre 2. Altri titoli 7.055 7.055 8.724 8.724 2.1 strutturati

2.2 altri 7.055 7.055 8.724 8.724Totale 7.055 7.055 8.724 8.724

Per quanto riguarda i criteri di determinazione del fair value si rimanda alla Parte A - Poli-tiche contabili.La sottovoce A.2.2 “Titoli - altri titoli - altri” comprende certificati di deposito per 7.055 mila euro. Tali strumenti finanziari sono classificati a livello 3.

3.2 Dettaglio della voce 30 “titoli in circolazione”: titoli subordinati

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non ha emesso titoli subordinati.

3.3 titoli in circolazione oggetto di copertura specifica

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non ha in essere titoli in circolazione oggetto di copertura specifica.

Sezione 4 - Passività finanziarie di negoziazione - Voce 40

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene passività finanziarie di negozia-zione.

Sezione 5 - Passività finanziarie valutate al fair value - Voce 50

Alla data di riferimento del bilancio, non vi sono passività finanziarie valutate al fair value.

Sezione 6 - Derivati di copertura - Voce 60

La Banca non ha posto in essere derivati di copertura.

Sezione 7 - Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica - voce 70

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non ha posto in essere passività finanziarie oggetto di copertura generica.

159

Nota integrativa

Sezione 8 - Passività fiscali - Voce 80

Per quanto riguarda le informazioni relative alle passività fiscali, si rinvia a quanto esposto nella Sezione 13 dell’Attivo.

Sezione 9 - Passività associate ad attività in via di dismissione - Voce 90

Alla data di riferimento del bilancio, non vi sono passività associate ad attività in via di dismissione.

Sezione 10 - Altre passività - Voce 100

Nella presente voce sono iscritte le passività non riconducibili nelle altre voci del passivo dello stato patrimoniale.

10.1 Altre passività: composizione

Tipologia operazioni/Valori Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

Altre passività 3.259 2.044Debiti verso enti previdenziali e fondi pensione esterni 42 48Debiti verso fornitori per beni e servizi non finanziari 206 113Debiti verso dipendenti, amministratori e sindaci 89 73Debiti verso l'Erario e altri enti impositori per imposte indirette dell'azienda

229 267

Debiti verso l'Erario per l'attività di riscossione imposte e/o come sostituto d'imposta

169 167

Debiti verso il Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo

50 64

Partite in corso di lavorazione 2.360 1.140Dividendi da corrispondere a soci 29 25Altre partite passive 85 147Totale 3.259 2.044

Sezione 11 - trattamento di fine rapporto del personale - Voce 110

Nella presente voce figura il Fondo di Trattamento di fine rapporto lavoro.

160

11.1 trattamento di fine rapporto del personale: variazioni annue

Voci Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

A. Esistenze iniziali 41 40

B. Aumenti 2 2

B.1 Accantonamento dell'esercizio 2 2

B.2 Altre variazioni

C. Diminuzioni 1

C.1 Liquidazioni effettuate 1

C.2 Altre variazioni

D. Rimanenze finali 43 41

Considerata la scarsa significatività e rilevanza dell’informazione che verrebbe fornita a seguito dell’applicazione dello IAS 19, la Banca ha ritenuto opportuno, anche sulla base di quanto stabilito dallo IAS8 par. 8, che la quantificazione del TFR avvenga ancora seguendo le indicazioni fornite dall’all’art. 2120 del codice civile.

Sezione 12 - Fondi per rischi e oneri - Voce 120

Nelle presenti voci figurano le passività relative alle obbligazioni in essere, per le quali la Banca ritiene probabile un esborso futuro di risorse ai sensi dello IAS37.

12.1 Fondi per rischi e oneri: composizione

Voci/Valori Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

1 Fondi di quiescenza aziendali

2. Altri fondi per rischi ed oneri 27 103

2.1 controversie legali

2.2 oneri per il personale

2.3 altri 27 103

Totale 27 103

161

Nota integrativa

12.2 Fondi per rischi e oneri: variazioni annue

Voci Fondi di quiescenza Altri fondi Totale

A. Esistenze iniziali 103 103

B. Aumenti

B.1 Accantonamento dell'esercizio

B.2 Variazioni dovute al passare del tempo

B.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto

B.4 Altre variazioni

C. Diminuzioni 76 76

C.1 Utilizzo nell'esercizio 28 29

C.2 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto

C.3 Altre variazioni 48 48

D. Rimanenze finali 27 27

12.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti

La Banca non ha iscritto nel bilancio fondi della specie.

12.4 Fondi per rischi ed oneri - altri fondi

La voce “Altri fondi per rischi e oneri” è costituita dal Fondo Beneficienza e mutualità per 27 mila euro. Si tratta del fondo beneficienza e mutualità che trae origine dallo Statuto Sociale (art. 51). Lo stanziamento è determinato annualmente, in sede di destinazione degli utili, dall’Assemblea dei soci. Il relativo utilizzo viene deciso dal Consiglio di Amministrazione.Nel corso del 2016 è stato utilizzato il Fondo di 20 mila euro costituito nel 2015 in relazione alla stima degli oneri previsti a seguito della introduzione in Italia dello schema di garanzie dei depositi (c.d. DGS) di cui alla Direttiva 2014/49/UE. La voce accoglieva, peraltro, un accantonamento di 28 mila euro effettuato nel 2015 in relazione a un’altra passività potenziale per la quale, pur in assenza di un contenzioso, si era ritenuto probabile un esborso finanziario nei successivi mesi. Esborso questo che si è effettivamente manifestato nel 2016.Le valutazioni condotte hanno portato a ritenere che la definizione delle passività indicate possa realizzarsi nell’arco dei prossimi dodici/diciotto mesi; conseguentemente non si è proceduto all’attualizzazione dell’onere connesso a dette passività in quanto ritenuto non significativo.

Sezione 13 - Azioni rimborsabili - voce 140

La Banca non ha emesso azioni rimborsabili.

162

Sezione 14 - Patrimonio dell’impresa - Voci 130, 150, 160, 170, 180, 190 e 200

Nella Sezione è illustrata la composizione dei conti relativi al capitale e alle riserve della Banca.

14.1 “Capitale” e “Azioni proprie”: composizione

La Banca ha emesso esclusivamente azioni ordinarie in ragione del capitale sociale sotto-scritto pari a 3.410 migliaia di euro; rilevano, inoltre, azioni sospese in attesa di rimborso equivalenti a un capitale di 8 mila euro. Non vi sono azioni sottoscritte e non ancora libe-rate. Non vi sono azioni proprie riacquistate.

14.2 Capitale - numero azioni: variazioni annue

Voci/Tipologie Ordinarie Altre

A. Azioni esistenti all'inizio dell'esercizio 66.470

- interamente liberate 66.470

- non interamente liberate

A.1 Azioni proprie (-)

A.2 Azioni in circolazione: esistenze iniziali 66.470

B. Aumenti 2.007

B.1 Nuove emissioni 2.007

- a pagamento: 2.007

- operazioni di aggregazioni di imprese

- conversione di obbligazioni

- esercizio di warrant

- altre 2.007

- a titolo gratuito:

- a favore dei dipendenti

- a favore degli amministratori

- altre

B.2 Vendita di azioni proprie

B.3 Altre variazioni

C. Diminuzioni 104

C.1 Annullamento

C.2 Acquisto di azioni proprie

C.3 Operazioni di cessione di imprese

C.4 Altre variazioni 104

163

Nota integrativa

D. Azioni in circolazione: rimanenze finali 68.373

D.1 Azioni proprie (+)

D.2 Azioni esistenti alla fine dell'esercizio 68.373

- interamente liberate 68.373

- non interamente liberate

Le informazioni si riferiscono al numero di azioni movimentate nel corso dell’esercizio.Il valore nominale della singola azione espresso al centesimo di euro è pari a 50,00 euro.In relazione alle rimanenze finali, giova precisare che 165 azioni si riferiscono a capitale sospeso in attesa di essere rimborsato nel 2017.

14.3 Capitale: altre informazioni

Valori

Numero soci al 31.12.2015 1.147

Numero soci: ingressi 55

Numero soci: uscite 21

Numero soci al 31.12.2016 1.181

14.4 riserve di utili: altre informazioni

La normativa di settore di cui all’art. 37 del D. Lgs. 385/93 e l’art.49 dello Statuto preve-dono la costituzione obbligatoria della riserva legale; essa risulta destinataria di almeno il 70% degli utili netti annuali.La riserva legale risulta indivisibile e indisponibile per la Banca, ad eccezione dell’utilizzo per la copertura di perdite di esercizio, al pari delle altre riserve di utili iscritte nel Patrimo-nio, in ragione dei vincoli di legge e di Statuto. Per un maggiore dettaglio delle Riserve di Utili della Banca, si rinvia alle informazioni con-tenute della Parte F “Informazioni sul Patrimonio”, sezione 1 “Il patrimonio dell’impresa” tabella B.1 “Patrimonio dell’impresa: composizione”.

164

Art. 2427 - n. 7 bis cod. civ.

Voce del patrimonio Importo Possibilità di utilizzazione

Utilizzi effettuati nei tre precedenti esercizi

Importo per copertura perdite

Importo per altre ragioni

Capitale sociale: 3.419per copertura perdite e per rimborso del valore nominale delle azioni

Riserve di capitale:

Riserva da sovrapprezzo azioni 131per copertura perdite e per rimborso del sovrapprezzo versato

Altre riserve:

Riserva legale 2.098 per copertura perdite non ammessi in quanto indivisibile

Altre riserve 368 per copertura perdite non ammessi in quanto indivisibile

Riserva da valutazione: attività finanziarie disponibili per la vendita

(81) per quanto previsto dallo IAS 39

Totale 5.935

La “Riserva da valutazione: attività finanziarie disponibili per la vendita” può essere movi-mentata esclusivamente secondo le prescrizioni dello IAS 39. Essa trae origine dalla valu-tazione di strumenti finanziari e non può essere utilizzata né per aumenti di capitale sociale, né per distribuzione ai soci, né per coperture di perdite. Le eventuali variazioni negative di tale riserva possono avvenire solo per riduzioni di fair value, per rigiri a conto economico o per l’applicazione di imposte correnti o differite.

Analisi della distribuzione dell’utile di esercizio/copertura della perdita di

esercizio (ai sensi dell’articolo 2427 comma 22-septies del Codice Civile)

Si riporta di seguito la proposta di destinazione dell’utile (o proposta di copertura della perdita) ai sensi dell’art 2427 comma 22-septies.

Voce del patrimonio Importo

Utile d'esercizio 252.338,23- Alla Riserva Legale (pari almeno al 70% degli utili netti annuali) 176.636,76- Ai fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione (pari al 3% degli

utili netti annuali) 7.570,15

- Ai fini di beneficenza e mutualità 6.107,75- Alla riserva acquisto azioni proprie- A distribuzione di dividendi ai soci, in ragione del 0,60 (misura non superiore all’interesse

massimo dei buoni postali fruttiferi aumentato di 2,5 punti ragguagliata al capitale effettivamente versato)

40.643,40

- A riserva statutaria 21.380,17Utili portati a nuovo

165

Nota integrativa

14.5 Strumenti di capitale: composizione e variazioni annue

Non sussistono strumenti rappresentativi di patrimonio netto diversi dal capitale e dalle riserve.

14.6 Altre informazioni

Non sussistono altre informazioni su strumenti rappresentativi di patrimonio netto diversi dal capitale e dalle riserve.

Altre informazioni

1. Garanzie rilasciate e impegni

Operazioni Importo 31.12.2016

Importo 31.12.2015

1) Garanzie rilasciate di natura finanziaria 447 683 a) Banche 295 541 b) Clientela 152 142 2) Garanzie rilasciate di natura commerciale 504 657 a) Banche

b) Clientela 504 657 3) Impegni irrevocabili a erogare fondi 104 a) Banche 104 i) a utilizzo certo 99 ii) a utilizzo incerto 5 b) Clientela i) a utilizzo certo

ii) a utilizzo incerto 4) Impegni sottostanti ai derivati su crediti: vendite di protezione 5) Attività costituite in garanzia di obbligazioni di terzi 6) Altri impegni Totale 1.055 1.340

Tra quelle di natura finanziaria sono comprese le garanzie personali che assistono il rego-lare assolvimento del servizio del debito da parte del soggetto ordinante.Il punto 1.a) “Garanzie rilasciate di natura finanziaria - Banche” comprende gli impegni verso il Fondo di garanzia dei depositanti del Credito Cooperativo per 295 mila euro.Tra le garanzie rilasciate di natura commerciale sono compresi i crediti di firma per garan-zie personali che assistono specifiche transazioni commerciali o la buona esecuzione di contratti.Il punto 3 “Impegni irrevocabili a erogare fondi” riguarda gli impegni iscritti in relazione agli interventi promossi dal Fondo Temporaneo con riferimento a cinque banche di credito cooperativo.

166

2. Attività costituite a garanzia di proprie passività e impegni

Portafogli Importo 31.12.2016

Importo 31.12.2015

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione

2. Attività finanziarie valutate al fair value 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 23.150 26.150 4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 5. Crediti verso banche 6. Crediti verso clientela 7. Attività materiali

In particolare, nelle voce 3. è stato evidenziato il valore dei titoli costituiti a fronte delle operazioni di rifinanziamento trimestrale con Iccrea Banca e Cassa Centrale Banca.

4. Gestione e intermediazione per conto terzi

Tipologia servizi Importo

1. Esecuzione di ordini per conto della clientela

a) Acquisti

b) Vendite

2. Gestioni di portafogli

a) individuali

b) collettive

3. Custodia e amministrazione di titoli

a) titoli di terzi in deposito: connessi con lo svolgimento di banca depositaria

1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio 2. altri titoli b) titoli di terzi in deposito (escluse gestioni di portafogli): altri 1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio

2. altri titoli c) titoli di terzi depositati presso terzi 3807 d) titoli di proprietà depositati presso terzi 51.7054. Altre operazioni 6.346

167

Nota integrativa

Gli importi del punto 3. si riferiscono al valore nominale dei titoli. Le altre operazioni di cui al punto 4. sono dettagliate nella tabella seguente:

Importo

1. Attività di ricezione e trasmissione di ordini: 2. Attività di collocamento e offerta di servizi di terzi: 6.346 a) gestioni patrimoniali b) prodotti assicurativi a contenuto finanziario 4.945 c) prodotti assicurativi a contenuto previdenziale d) altre quote di Oicr 1.401 3. Altre operazioni Totale 6.346

Gli importi di cui al punto 2, si riferiscono alle consistenze di fine esercizio dei prodotti collocati. Le gestioni patrimoniali e gli OICR sono esposti al valore corrente; i prodotti assi-curativi sono invece esposti al valore di sottoscrizione.

9. incasso di crediti per conto di terzi: rettifiche dare e avere

Totale 31.12.2016 Totale 31.12.2015

a) Rettifiche "dare": 3.421 2.457 1. conti correnti 2. portafoglio centrale 3.349 2.389 3. cassa 72 68 4. altri contib) Rettifiche "avere" 2.600 2.378 1. conti correnti 2. cedenti effetti e documenti 2.600 2.378 3. altri conti

La Tabella fornisce il dettaglio delle differenze, derivanti dagli scarti fra le valute economiche applicate nei diversi conti, generate in sede di eliminazione contabile delle partite relative all’accredito e all’addebito dei portafogli salvo buon fine e al dopo incasso, la cui data di regolamento è successiva alla chiusura del bilancio.La differenza tra le rettifiche “dare” e le rettifiche “avere”, pari a 821 mila euro, trova eviden-za tra le “Altre attività” - voce 150 dell’Attivo.

168

PArte C - inFOrmAZiOni Sul COntO eCOnOmiCO

Sezione 1 - Gli interessi - Voci 10 e 20

Nelle presenti voci sono iscritti gli interessi attivi e passivi, i proventi e gli oneri assimila-ti relativi, rispettivamente, a disponibilità liquide, attività finanziarie detenute per la nego-ziazione, attività finanziarie disponibili per la vendita, attività finanziarie detenute sino alla scadenza, crediti, attività finanziarie valutate al fair value (voci 10, 20, 30, 40, 50, 60 e 70 dell’attivo) e a debiti, titoli in circolazione, passività finanziarie di negoziazione, passività finanziarie valutate al fair value (voci 10, 20, 30, 40, 50 del passivo) nonché eventuali altri interessi maturati nell’esercizio.

1.1 interessi attivi e proventi assimilati: composizione

Voci/Forme tecniche Titoli di debito Finanziamenti Altre

operazioniTotale

31.12.2016Totale

31.12.2015

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione

1 1 12

2. Attività finanziarie disponibili per la vendita

314 314 460

3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza

4. Crediti verso banche 23 23 165. Crediti verso clientela 1.614 1.614 1.7356. Attività finanziarie valutate al fair value7. Derivati di copertura8. Altre attivitàTotale 315 1.637 1.952 2.223

Dettaglio sottovoce 4 “Crediti verso Banche”, colonna “Finanziamenti”:• conti correnti e depositi per 23 mila euroDettaglio sottovoce 5 “Crediti verso Clientela”, colonna “Finanziamenti”:• conti correnti per 392 mila euro• mutui per 1.115 mila euro• anticipi Sbf per 59 mila euro• portafoglio di proprietà per 18 mila euro• altri finanziamenti per 30 mila euroNella colonna “finanziamenti” in corrispondenza della sottovoce 5 “crediti verso la clientela” sono stati ricondotti anche gli interessi attivi e proventi assimilati maturati e contabilizzati nell’esercizio riferiti alle esposizioni deteriorate alla data di riferimento del bilancio per 13 mila euro.

169

Nota integrativa

1.2 interessi attivi e proventi assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura

La Banca non ha posto in essere derivati di copertura.

1.3 interessi attivi e proventi assimilati: altre informazioni

La Banca non ha percepito interessi passivi in valuta, né ha posto in essere operazioni di leasing finanziario.

1.4 interessi passivi e oneri assimilati: composizione

Voci/Forme tecniche Debiti Titoli Altre operazioni

Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

1.Debiti verso banche centrali2.Debiti verso banche (7) (7) (12)3.Debiti verso clientela (313) (313) (443)4.Titoli in circolazione (110) (110) (178)5.Passività finanziarie di negoziazione6.Passività finanziarie valutate al fair value7.Altre passività e fondi8.Derivati di coperturaTotale (320) (110) (430) (633)

1.5 interessi passivi e oneri assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura

La Banca non ha posto in essere derivati di copertura.

1.6 interessi passivi e oneri assimilati: altre informazioni

La Banca non ha corrisposto interessi passivi in valuta, né ha posto in essere operazioni di leasing finanziario.

Sezione 2 - le commissioni - Voci 40 e 50

Nelle presenti voci figurano i proventi e gli oneri relativi, rispettivamente, ai servizi prestati e a quelli ricevuti dalla Banca sulla base di specifiche previsioni contrattuali (garanzie, incassi e pagamenti, gestione e intermediazione ecc).Sono esclusi i proventi e gli oneri considerati nella determinazione del tasso effettivo di inte-resse (in quanto ricondotti nelle voci 10 “interessi attivi e proventi assimilati” e 20 “interessi passivi e oneri assimilati” del conto economico) delle attività e passività finanziarie.

170

2.1 Commissioni attive: composizione

Tipologia servizi/Valori Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

a) garanzie rilasciate 15 13 b) derivati su crediti c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza: 148 71 1. negoziazione di strumenti finanziari 2. negoziazione di valute

3. gestioni di portafogli 4. custodia e amministrazione di titoli 3 2 5. banca depositaria 6. collocamento di titoli 100 55 7. attività di ricezione e trasmissione di ordini 2 1 8. attività di consulenza 9. distribuzione di servizi di terzi 43 13 9.1. gestioni di portafogli 9.2. prodotti assicurativi 43 13 9.3. altri prodotti d) servizi di incasso e pagamento 362 362 e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione f) servizi per operazioni di factoring g) esercizio di esattorie e ricevitorie h) attività di gestione di sistemi multilaterali di scambio i) tenuta e gestione dei conti correnti 364 372 j) altri servizi 50 55Totale 939 873

2.2 Commissioni attive: canali distributivi dei prodotti e servizi

Canali/Valori Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

a) presso propri sportelli: 46 20 1. gestioni di portafogli

2. collocamento di titoli 3 7 3. servizi e prodotti di terzi 43 13b) offerta fuori sede:c) altri canali distributivi 100 47 1. gestioni di portafogli 2. collocamento di titoli 100 47 3. servizi e prodotti di terzi

171

Nota integrativa

2.3 Commissioni passive: composizione

Servizi/Valori Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

a) garanzie ricevuteb) derivati su creditic) servizi di gestione e intermediazione: (6) (5) 1. negoziazione di strumenti finanziari (1) 2. negoziazione di valute 3. gestioni di portafogli 4. custodia e amministrazione di titoli (5) (5) 5. collocamento di strumenti finanziari 6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizid) servizi di incasso e pagamento (108) (131)e) altri servizi (1)Totale (114) (137)

Sezione 3 - Dividendi e proventi simili - Voce 70

Nella presente voce figurano i dividendi relativi ad azioni o quote detenute in portafoglio diverse da quelle valutate in base al metodo del patrimonio netto. Sono esclusi i dividendi relativi a partecipazioni che rientrano in (o costituiscono) gruppi di attività in via di dismis-sione, da ricondurre nella voce 280 “utile (perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte”.

3.1 Dividendi e proventi simili: composizione

Voci/Proventi

Totale 31.12.2016 Totale 31.12.2015

DividendiProventi da quote

di O.I.C.R.Dividendi

Proventi da quote

di O.I.C.R.

A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione B. Attività finanziarie disponibili per la vendita 5 2C. Attività finanziarie valutate al fair valueD. Partecipazioni Totale 5 2

Sezione 4 - il risultato netto dell’attività di negoziazione - Voce 80

Nella voce figurano per “sbilancio” complessivo (somma algebrica dei saldi di cui alle suc-cessive lettere a) e b)):a) il saldo tra i profitti e le perdite delle operazioni classificate nelle “attività finanziarie de-tenute per la negoziazione” e nelle “passività finanziarie di negoziazione”, inclusi i risultati delle valutazioni di tali operazioni.Sono esclusi i profitti e le perdite relativi a contratti derivati connessi con la fair value option,

172

da ricondurre in parte fra gli interessi di cui alle voci 10. e 20., e in parte nel “risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value“, di cui alla voce 110. del Conto Economico.b) il saldo tra i profitti e le perdite delle operazioni finanziarie, diverse da quelle designate al fair value e da quelle di copertura, denominate in valuta, inclusi i risultati delle valutazioni di tali operazioni.I risultati della negoziazione e della valutazione delle attività e delle passività finanziarie per cassa in valuta sono separati da quelli relativi all’attività in cambi.

4.1 risultato netto dell’attività di negoziazione: composizione

Operazioni / Componenti reddituali (A) (B) (C) (D) Risultato netto [(A+B) - (C+D)]

1. Attività finanziarie di negoziazione 31 (9) 22 1.1 Titoli di debito 22 (9) 13 1.2 Titoli di capitale 1.3 Quote di O.I.C.R. 1.4 Finanziamenti 1.5 Altre 9 92. Passività finanziarie di negoziazione (9) (9) 1.1 Titoli di debito 1.2 Debiti 1.3 Altre (9) (9)3. Attività e passività finanziarie: differenze di cambio4. Strumenti derivati 8 (19) (11) 4.1 Derivati finanziari: 8 (19) (11) - Su titoli di debito e tassi di interesse 8 (19) (11) - Su titoli di capitale e indici azionari - Su valute e oro - Altri 4.2 Derivati su creditiTotale 8 31 (28) (9) 2

Legenda:A = PlusvalenzeB = Utili da negoziazioneC = MinusvalenzeD = Perdite da negoziazione

Gli utili (perdite) da negoziazione e le plusvalenze (minusvalenze) da valutazione sono esposti a saldi aperti per tipologie di strumenti finanziari.Nel “risultato netto” delle “Attività e passività finanziarie: differenze di cambio” è riportato il saldo, positivo o negativo, delle variazioni di valore delle attività e delle passività finanziarie denominate in valuta; in esso sono compresi gli utili e le perdite derivanti dalla negoziazione

173

Nota integrativa

di valute. La Banca non detiene attività e passività finanziarie in valuta designate al fair value, ovvero oggetto di copertura del fair value (rischio di cambio o fair value) o dei flussi finanziari (ri-schio di cambio).

Sezione 5 - il risultato netto dell’attività di copertura - Voce 90

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene derivati con finalità di copertura. Sezione 6 - utili (Perdite) da cessione / riacquisto - Voce 100

Figurano i saldi positivi o negativi tra gli utili e le perdite realizzati con la vendita della attività o passività finanziare diverse da quelle di negoziazione e da quelle designate al fair value.

6.1 utili (Perdite) da cessione/riacquisto: composizione

Voci/Componenti redditualiTotale 31.12.2016 Totale 31.12.2015

Utili Perdite Risultato netto Utili Perdite Risultato

netto

Attività finanziarie1.Crediti verso banche2.Crediti verso clientela3.Attività finanziarie disponibili per la vendita 656 (8) 648 1.260 (30) 1.230 3.1 Titoli di debito 645 (8) 637 1.258 (30) 1.228 3.2 Titoli di capitale 11 11 2 2 3.3 Quote di O.I.C.R. 3.4 Finanziamenti4.Attività finanziarie detenute sino alla scadenzaTotale attività 656 (8) 648 1.260 (30) 1.230Passività finanziarie1.Debiti verso banche2.Debiti verso clientela3.Titoli in circolazioneTotale passività

Sezione 7 - il risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value - Voce 110

Alla data di riferimento del bilancio, non vi sono attività o passività finanziarie valutate al fair value.

174

Sezione 8 - le rettifiche / riprese di valore nette per deterioramento - Voce 130

Nella presente Sezione figurano i saldi, positivi o negativi, delle rettifiche di valore e delle riprese di valore connesse con il deterioramento dei crediti verso clientela e verso banche, delle attività finanziarie disponibili per la vendita, delle attività finanziarie detenute sino a scadenza e delle altre operazioni finanziarie.

8.1 rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti: composizione

Operazioni/ Componenti reddituali

Rettifiche di valore Riprese di valore

Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

SpecificheD

i por

tafo

glio

Specifiche Di portafo-glio

Can

cella

zion

i

Altre

A B A B

A. Crediti verso banche - Finanziamenti - Titoli di debitoB. Crediti verso clientela (18) (1.029) (160) 241 543 57 (366) (566) Crediti deteriorati acquistati - Finanziamenti - Titoli di debito Altri Crediti (18) (1.029) (160) 241 543 57 (366) (566) - Finanziamenti (18) (1.029) (160) 241 543 57 (366) (566) - Titoli di debitoC. Totale (18) (1.029) (160) 241 543 57 (366) (566)

LegendaA = da interessiB = altre riprese

Le rettifiche di valore, in corrispondenza della colonna “Specifiche – Altre”, si riferiscono alle svalutazioni analitiche dei crediti, mentre quelle riportate nella colonna “Specifiche – Cancellazioni”, derivano da eventi estintivi.Le rettifiche di valore, in corrispondenza della colonna “Di portafoglio” corrispondono alle svalutazioni collettive.Le riprese di valore, in corrispondenza della colonna “Specifiche – A”, si riferiscono ai ri-pristini di valore sulle posizioni deteriorate corrispondenti al rilascio degli interessi maturati nell’esercizio sulla base dell’originario tasso di interesse effettivo precedentemente utilizza-to per calcolare le rettifiche di valore.

175

Nota integrativa

8.2 rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non ha rilevato alcuna rettifica o ripresa di valore su attività finanziarie disponibili per la vendita.

8.3 rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie detenute sino alla scadenza: composizione

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non ha classificato alcuno strumento finanzia-rio tra le attività finanziarie detenute sino a scadenza.

8.4 rettifiche di valore nette per deterioramento di altre operazioni finanziarie: composizione

Operazioni/ Componenti reddituali

Rettifiche di valore Riprese di valore

Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

Specifiche

Di p

orta

fogl

io

Specifiche Di portafo-glio

Can

cella

zion

i

Altre

A B A B

A. Garanzie rilasciate (1) (8) 1 (8) (60)

B. Derivati su crediti

C. Impegni ad erogare fondi

D. Altre operazioni

C. Totale (1) (8) 1 (8) (60)

LegendaA = da interessiB = altre riprese

Sezione 9 - le spese amministrative - Voce 150

Nella presente sezione sono dettagliate le “spese per il personale” e le “altre spese ammi-nistrative” registrate nell’esercizio.

176

9.1 Spese per il personale: composizione

Tipologia servizi/Valori Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

1) Personale dipendente (1.236) (1.179) a) salari e stipendi (830) (787) b) oneri sociali (196) (195) c) indennità di fine rapporto d) spese previdenziali (47) (45) e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale (3) (4) f) accantonamento al fondo trattamento di quiescenza e obblighi simili: - a contribuzione definita - a benefici definiti g) versamenti ai fondi di previdenza complementare esterni: (67) (64) - a contribuzione definita (67) (64) - a benefici definiti h) costi derivanti da accordi di pagamento basati su propri strumenti

patrimoniali i) altri benefici a favore dei dipendenti (93) (84) 2) Altro personale in attività (5) (8) 3) Amministratori e sindaci (106) (89) 4) Personale collocato a riposo 5) Recuperi di spese per dipendenti distaccati presso altre aziende 6) Rimborsi di spese per dipendenti di terzi distaccati presso la societàTotale (1.347) (1.276)

Nella voce 3) “Amministratori e sindaci” sono compresi i compensi degli amministratori, ivi inclusi gli oneri previdenziali a carico dell’azienda e gli oneri sostenuti per la stipula di polizze assicurative per responsabilità civile, per 81 mila euro e del Collegio Sindacale per 25 mila euro.

9.2 numero medio dei dipendenti per categoria

Totale 31.12.2016 Totale 31.12.2015

Personale dipendente 21 21 a) dirigenti 1 1 b) quadri direttivi 2 2 c) restante personale dipendente 18 18Altro personale 1 1

Il numero medio è calcolato come media ponderata dei dipendenti dove il peso è dato dal numero di mesi lavorati sull’anno.

9.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti: costi e ricavi

In Banca non sono previsti fondi di quiescenza aziendale a benefici definiti.

177

Nota integrativa

9.4 Altri benefici a favore dei dipendenti

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non ha iscritto fondi per benefici a favore dei dipendenti. 9.5 Altre spese amministrative: composizione

Tipologia Totale 31.12.2016 Totale 31.12.2015

(1) Spese di amministrazione (972) (884)Spese informatiche (337) (324) - elaborazione e trasmissione dati (318) (285) - manutenzione ed assistenza EAD (19) (39)Spese per beni immobili e mobili (144) (112) - fitti e canoni passivi (93) (91) - spese di manutenzione (51) (21)Spese per l'acquisto di beni e servizi non professionali (182) (182) - rimborsi analitici e documentati (6) - pulizia (17) (19) - vigilanza e trasporto (28) (30) - stampati, cancelleria, materiale EDP (33) (30) - giornali, riviste e pubblicazioni (3) (3) - telefoniche (7) (7) - postali (37) (28) - energia elettrica, acqua, gas (24) (27) - informazioni e visure (senza accesso a banche dati) (18) (14) - altre (9) (24)Prestazioni professionali (96) (77) - legali e notarili (3) (9) - consulenze (20) (11) - certificazione e revisione di bilancio (33) (31) - altre (40) (26)Premi assicurativi (12) (13)Spese pubblicitarie (38) (39)Altre spese (163) (137) - contributi associativi/altri (91) (70) - contributi ai sistemi di garanzia dei depositi (DGS) (23) - contributi ai fondi di risoluzione (4) - rappresentanza (30) (28) - altre (15) (39)(2) Imposte indirette e tasse (198) (195)Imposta di bollo (153) (156)Imposta sostitutiva (27) (21)Altre imposte (18) (18)TOTALE (1.170) (1.079)

178

Sezione 10 - Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri - Voce 160

Nella presente voce figura il saldo, positivo o negativo, tra gli accantonamenti e le eventuali riattribuzioni a conto economico di fondi ritenuti esuberanti, relativamente ai fondi di cui alla sottovoce b) (“altri fondi”) della voce 120 (“fondi per rischi e oneri”) del passivo dello stato patrimoniale; nell’esercizio 2016 non sono stati effettuati accantonamenti.

Sezione 11 - rettifiche / riprese di valore nette su attività materiali - Voce 170

Nella Sezione è riportato il saldo fra le rettifiche di valore e le riprese di valore relative alle attività materiali detenute ad uso funzionale o a scopo di investimento, incluse quelle rela-tive ad attività acquisite in locazione finanziaria e ad attività concesse in leasing operativo.

11.1 rettifiche di valore nette su attività materiali: composizione

Attività/Componente reddituale Ammortamento(a)

Rettifiche di valore per deterioramento

(b)

Riprese di valore

(c)

Risultato netto

(a + b - c)

A. Attività materiali A.1 Di proprietà (45) (45) - Ad uso funzionale (45) (45) - Per investimento A.2 Acquisite in leasing finanziario - Ad uso funzionale - Per investimento Totale (45) (45)

La colonna “Ammortamento” evidenzia gli importi degli ammortamenti di competenza dell’esercizio.

Sezione 12 - rettifiche / riprese di valore nette su attività immateriali - Voce 180

Nella Sezione è riportato il saldo fra le rettifiche di valore e le riprese di valore relative alle attività immateriali, diverse dall’avviamento, incluse quelle relative ad attività acquisite in locazione finanziaria e ad attività concesse in leasing operativo.

12.1 rettifiche di valore nette su attività immateriali: composizione

Attività/Componente reddituale Ammortamento(a)

Rettifiche di valore per deterioramento

(b)

Riprese di valore

(c)

Risultato netto

(a + b - c)

A. Attività immateriali A.1 Di proprietà (3) (3) - Generate internamente

dall'azienda - Altre (3) (3) A.2 Acquisite in leasing finanziarioTotale (3) (3)

179

Nota integrativa

Le rettifiche di valore, interamente riferibili ad ammortamenti, riguardano attività immateriali con vita utile definita ed acquisite all’esterno.

Sezione 13 - Gli altri oneri e proventi di gestione - Voce 190

Nella Sezione sono illustrati i costi e i ricavi non imputabili alle altre voci, che concorrono alla determinazione della voce 270 “Utili (Perdita) dell’operatività corrente al netto delle imposte”.

13.1 Altri oneri di gestione: composizione

Voci Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

Insussistenze e sopravvenienze non riconducibili a voce propria (17) (11)Oneri per malversazioni e rapine (32)

Ammortamento delle spese per migliorie su beni di terzi non separabili (12) (13)Totale (61) (24)

13.2 Altri proventi di gestione: composizione

Voci Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

Recupero imposte e tasse 179 175Addebiti a carico di terzi su depositi e c/c 72 65Recuperi spese per servizi bancari resi alla clientela 5

Risarcimenti assicurativi 37Insussistenze e sopravvenienze non riconducibili a voce propria 5 2Totale 298 242

I recuperi di imposte sono riconducibili prevalentemente all’imposta di bollo sui conti cor-renti, sui libretti di risparmio e sui prodotti finanziari per 113 mila euro ed all’imposta sosti-tutiva sui finanziamenti a medio/lungo termine per 27 mila euro.Tra gli addebiti a carico di terzi sono ricomprese inoltre le commissioni di istruttoria veloce, pari a 38 mila euro (16 mila euro nel 2015), previste dall’art. 6 bis del D. L. n. 201 del 6 dicembre 2011 (c.d. “Decreto Salva Italia”). Tali commissioni, sulla scorta delle istruzioni impartite dall’Organo di Vigilanza, sono state imputate alla presente voce.

Sezione 14 - utili (Perdite) delle partecipazioni - Voce 210

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene partecipazioni in società control-late, controllate congiuntamente e sottoposte a influenza notevole.

180

Sezione 15 - risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali - Voce 220

Nel corso dell’esercizio non sono state effettuate valutazioni al fair value su attività materiali o immateriali.

Sezione 16 - rettifiche di valore dell’avviamento - Voce 230

La Banca non ha iscritto tra le sue attività alcuna voce a titolo di avviamento.

Sezione 17 - utili (Perdite) da cessione di investimenti - Voce 240

Nel 2016, la Banca ha ceduto vari cespiti in relazione alla dismissione del punto di rap-presentanza di Crispiano; sono stati dismessi, inoltre, diversi beni non più utilizzati. Nel complesso sono stati realizzati perdite da realizzo per 7 mila euro e utili da realizzo per 3 mila euro. Nel 2015 la cessione di un cespite aveva favorito la realizzazione di un utile di 6 mila euro.

Sezione 18 - le imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente - Voce 260

Nella presente voce figura l’onere fiscale – pari al saldo fra la fiscalità corrente e quella differita – relativo al reddito dell’esercizio.

18.1 imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente: composizione

Componenti reddituali/Valori Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

1. Imposte correnti (-) (19) (190)2. Variazioni delle imposte correnti dei precedenti esercizi (+/-) 183. Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio (+)3.bis Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio per crediti d'imposta L. n. 214/114. Variazione delle imposte anticipate (+/-) (44) 665. Variazione delle imposte differite (+/-)6. Imposte di competenza dell'esercizio (-) (-1+/-2+3+3 bis+/-4+/-5) (45) (124)

Le imposte correnti sono state rilevate in base alla legislazione fiscale vigente. Ai fini IRES, le imposte correnti sono determinate tenendo conto delle disposizioni previste per le società cooperative a mutualità prevalente, introdotte dalla L. 311/2004.

181

Nota integrativa

riepilogo delle imposte sul reddito di competenza dell’esercizio, per tipologia di imposta

Componenti reddituali/Valori Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

IRES (37) (74)IRAP (8) (51)Altre imposte

Totale (45) (125)

18.2 (ireS) riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio

IRES Imponibile Imposta

Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte (Voce 250 del conto economico)

298

Onere fiscale teorico (27,50%) (82)Maggiore onere fiscale per variazioni in aumento 83 (23) Temporanee - Variazioni manifestatesi nell'esercizio 23 Definitive - Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti - Variazioni manifestatesi nell'esercizio 60Minore onere fiscale per variazioni in diminuzione 427 117 Temporanee - Variazioni manifestatesi nell'esercizio Definitive - Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti 141 - Variazioni manifestatesi nell'esercizio 286 - Deduzioni fino a concorrenza dell'imponibile fiscaleImponibile (Perdita) fiscale (46)Imposta corrente lorda -DetrazioniImposta corrente netta a C.E. -Variazioni delle imposte anticipate / differite / correnti +/- (37)Imposta di competenza dell'esercizio (37)

182

18.2 (irAP) riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio

IRAP Imponibile Imposta

Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte (Voce 250 del conto economico)

298

Onere fiscale teorico (aliquota ordinaria 4,65%) (14)Voci non rilevanti nella determinazione dell'imponibile: 1.596 (74) - Ricavi e proventi (-) (1.353) - Costi e oneri (+) 2.949Maggiore onere fiscale per variazioni in aumento 272 (13) Temporanee - Variazioni manifestatesi nell'esercizio Definitive - Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti - Variazioni manifestatesi nell'esercizio 272Minore onere fiscale per variazioni in diminuzione 1.736 81 Temporanee - Variazioni manifestatesi nell'esercizio Definitive - Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti - Variazioni manifestatesi nell'esercizio 1.736Valore della produzione 1.135Imposta corrente (20)Effetto di maggiorazioni / agevolazioni regionali di aliquota +/- (4)Credito ACE 4Imposta corrente effettiva a C.E. (20)Variazioni delle imposte anticipate / differite / correnti +/- 12Imposta di competenza dell'esercizio (8)

Sezione 19 - utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte - Voce 280

Nel corso dell’esercizio, la Banca non ha proceduto a cessioni di gruppi di attività.

Sezione 20 - Altre informazioni

Mutualità prevalenteSi attesta che sussistono e permangono le condizioni di mutualità prevalente. A tal fine, ai sensi del disposto dell’art. 2512 del Codice Civile e dell’art. 35 del D.Lgs. n. 385 del 1993 e delle correlate Istruzioni di Vigilanza, nel corso dell’esercizio la Banca ha rispettato i requisiti previsti in tema di operatività prevalente con i Soci.In particolare, per quanto richiesto dall’art. 35 citato, e così come risultante dalle segna-lazioni periodiche inviate all’Organo di Vigilanza, si documenta che le attività di rischio

183

Nota integrativa

destinate ai Soci o ad attività a ponderazione zero sono state superiori al 50 % del totale delle stesse nel corso dell’anno. Tale percentuale è pari all’ 81,5% ed è calcolata come media degli indici di operatività prevalente rilevati alla fine di ciascun trimestre solare. L’in-dice di ciascun trimestre è calcolato come rapporto tra le attività di rischio a favore dei soci e a ponderazione zero sul totale delle attività di rischio. Tale criterio è in linea con quanto chiarito dall’Agenzia delle Entrate con la consulenza giuridica del 6 dicembre 2011, resa pubblica con l’emanazione della risoluzione n. 45/E del 7 maggio 2012.Si attesta, inoltre, che lo Statuto della Banca contiene le clausole richieste dall’art. 2514 Codice Civile e che tali clausole sono state rispettate nell’esercizio.

Sezione 21 - utile per azione

La Banca è una società cooperativa a mutualità prevalente. Si ritengono di conseguenza non significative dette informazioni.

184

PArte D - reDDitiVità COmPleSSiVA

PrOSPettO AnAlitiCO DellA reDDitiVità COmPleSSiVA

Voci Importo Lordo

Imposte sul reddito

Importo Netto

10.Utile (Perdita) d'esercizio 252Altre componenti reddituali senza rigiro a conto economico20. Attività materiali30. Attività immateriali40 . Piani a benefici definiti50. Attività non correnti in via di dismissione60 . Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni

valutate a patrimonio nettoAltre componenti reddituali con rigiro a conto economico70. Copertura di investimenti esteri80. Differenze di cambio90. Copertura dei flussi finanziari100. Attività finanziare disponibili per la vendita: (520) 172 (348) a) variazioni di fair value (270) 89 (181) b) rigiro a conto economico (250) 83 (167) - rettifiche da deterioramento - utili/perdite da realizzo (250) 83 (167) c) altre variazioni110. Attività non correnti in via di dismissione120. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni

valutate a patrimonio netto130. Totale altre componenti reddituali (520) 172 (348)140. Redditività complessiva (Voce 10+130) (96)

185

Nota integrativa

PArte e – inFOrmAtiVA Sui riSCHi e Sulle relAtiVe POlitiCHe Di COPerturA

Premessa

La Banca dedica particolare attenzione al governo ed alla gestione dei rischi e nell’assicu-rare la costante evoluzione dei presidi di carattere organizzativo/procedurale e delle solu-zioni metodologiche e strumenti a supporto di un efficace ed efficiente governo e controllo degli stessi, anche in risposta alle modifiche del contesto operativo e regolamentare di riferimento. In linea con il quadro regolamentare vigente in tema di Corporate Governance il modello adottato dalla Banca delinea le principali responsabilità in capo agli organi di governo e controllo al fine di garantire la complessiva efficacia ed efficienza del sistema dei controlli interni. In particolare:• il Consiglio di Amministrazione è responsabile del sistema di controllo e gestione dei

rischi e, nell’ambito della relativa governance, della definizione, approvazione e revisio-ne degli orientamenti strategici e delle linee guida di gestione dei rischi, nonché degli indirizzi per la loro applicazione e supervisione. Anche sulla base dei riferimenti allo scopo prodotti dalla Direzione Generale, verifica nel continuo l’efficienza e l’efficacia complessiva del sistema di gestione e controllo dei rischi, provvedendo al suo adegua-mento tempestivo in relazione alle carenze o anomalie riscontrate, ai cambiamenti del contesto di riferimento, esterno o interno, o derivanti dall’introduzione di nuovi prodotti, attività o processi rilevanti.

• La Direzione Generale è responsabile dell’attuazione degli orientamenti strategici e delle linee guida definite dal C.d.A., al quale riporta direttamente in proposito. In tale ambito, predispone le misure necessarie ad assicurare l’istituzione, il mantenimento ed il corretto funzionamento di un efficace sistema di gestione e controllo dei rischi.

• Il Collegio Sindacale, nell’ambito delle proprie funzioni istituzionali di sorveglianza, vi-gila sull’adeguatezza del sistema di gestione e controllo dei rischi, sul suo concreto fun-zionamento e sulla rispondenza ai requisiti stabiliti dalla normativa. Il Collegio Sindacale viene sentito in merito alle decisioni riguardanti la nomina dei responsabili delle funzioni di controllo interno e la definizione degli elementi essenziali dell’architettura comples-siva del sistema dei controlli; segnala al Consiglio di Amministrazione le carenze e le irregolarità riscontrate, richiede l’adozione di idonee misure correttive e ne verifica nel tempo l’efficacia.

La Direzione Generale, nell’ambito delle deleghe alla stessa attribuite: • analizza le tematiche afferenti a tutti i rischi aziendali al fine di definire e mantenere ag-

186

giornate le politiche, di gestione, controllo e mitigazione dei rischi;• concorre alla definizione dei processi di gestione, controllo e mitigazione dei rischi,

individuando compiti e responsabilità delle strutture coinvolte per dare attuazione al modello organizzativo prescelto, assicurando il rispetto dei requisiti di segregazione funzionale e la conduzione delle attività rilevanti in materia di gestione dei rischi da parte di personale qualificato, con adeguato grado di autonomia di giudizio e in possesso di esperienze e conoscenze proporzionate ai compiti da svolgere;

• verifica nel continuo la funzionalità, l’efficienza e l’efficacia del sistema di gestione e controllo dei rischi informando in proposito il C.d.A.;

• propone i criteri del sistema di reporting direzionale e verso le funzioni di controllo inter-no, individuandone finalità, periodicità e funzioni responsabili;

• assicura che le unità organizzative competenti definiscano ed applichino metodologie e strumenti adeguati per l’analisi, la misurazione/valutazione ed il controllo/mitigazione dei rischi individuati;

• coordina le attività delle unità organizzative coinvolte nella gestione, misurazione/valu-tazione e il controllo dei singoli rischi.

Nell’attuale configurazione organizzativa del governo dei rischi della Banca, un ruolo chia-ve è svolto dalla U.O. Risk Management cui è attribuita la responsabilità della Funzione di controllo dei rischi. La collocazione organizzativa della Funzione si conforma al principio di separatezza tra funzioni di controllo e strutture produttive prescritto dalle vigenti dispo-sizioni di vigilanza prudenziale. La Funzione di Risk Management è preposta infatti ai c.d. “controlli di secondo livello”, controlli di ordine successivo e di grado superiore alle verifiche inerenti il corretto svolgimento delle operazioni aziendali (c.d. controlli di linea o di primo li-vello), direttamente assegnate alle funzioni operative risk taking, ovvero alle Funzioni azien-dali responsabili dei processi produttivi. La Funzione Risk Management, pertanto, è distin-ta ed indipendente – da un punto di vista sia organizzativo, sia operativo - dalle funzioni e dalle varie unità produttive coinvolte nella realizzazione dei processi oggetto di presidio. Conformemente a quanto previsto dalle disposizioni di vigilanza - la Funzione ha la possi-bilità di:• accedere senza restrizioni ai dati aziendali e a quelli esterni necessari per lo svolgimen-

to dei compiti assegnati;• adire direttamente agli organi di governo e controllo aziendali.La Funzione, inoltre, ricorre per lo svolgimento dei compiti di pertinenza ai servizi offerti dalla Federazione locale.Le attività della U.O. Risk Management sono disciplinate dal Regolamento della Funzione di Risk Management. La regolamentazione interna vigente attribuisce alla Funzione di Risk Management compiti coerenti con le citate disposizioni vigenti. Spetta, in particolare, alla Funzione di Risk Management, quale funzione di controllo di secondo livello, il presidio sulla gestione dei rischi di credito, con particolare riferimento

187

Nota integrativa

alle verifiche sul rispetto dei limiti e degli obiettivi di rischio del portafoglio crediti nella sua totalità o di suoi specifici segmenti di impiego (sotto-portafogli). Compete, invece, alla U.O. Controllo Crediti & Contenzioso il compito di monitorare le esposizioni creditizie - in parti-colare quelle deteriorate – valutandone la coerenza delle classificazioni e la congruità degli accantonamenti e dell’adeguatezza del processo di recupero.Per quanto riguarda la misurazione del rischio di credito e di controparte l’U.O. Risk Management monitora:• la quota di patrimonio assorbito a livello complessivo e di singolo portafoglio; • la corretta applicazione dello SMESF;• il rapporto tra RWA ed esposizione totale.Più in generale, riguardo la complessiva gestione dei rischi cui è esposta, la Banca ha definito la mappa dei rischi rilevanti, che costituisce la cornice entro cui si sviluppano tutte le altre attività di misurazione/valutazione, monitoraggio e mitigazione dei rischi. A tal fine ha provveduto all’individuazione di tutti i rischi relativamente ai quali è o potrebbe essere esposta, ossia dei rischi che potrebbero pregiudicare la sua operatività, il perseguimento delle proprie strategie e il conseguimento degli obiettivi aziendali. Per ciascuna tipologia di rischio identificata, sono individuate le relative fonti di generazione (anche ai fini della suc-cessiva definizione degli strumenti e delle metodologie a presidio della relativa misurazione e gestione) e le strutture responsabili della gestione. Nello svolgimento di tali attività sono stati presi in considerazione tutti i rischi contenuti nell’elenco di cui all’Allegato A – Parte Prima – Titolo III – Capitolo 1 della Circolare Banca d’Italia, n. 285 del 17 dicembre 2013 - valutandone l’eventuale ampliamento al fine di meglio comprendere e riflettere il business e l’operatività aziendale - e i riferimenti contenuti nell’Allegato A – Titolo V – Capitolo 7 del 15° aggiornamento della Circolare Banca d’Italia, n. 263 del 27 dicembre 2006 tenuto conto: • delle normative applicabili vigenti;• dell’operatività specifica in termini di prodotti e mercati di riferimento;• delle peculiarità dell’esercizio dell’attività bancaria nel Credito Cooperativo;• degli obiettivi definiti dal Consiglio di Amministrazione.Ai fini della determinazione del capitale interno a fronte dei rischi quantificabili, la Banca uti-lizza le metodologie di calcolo dei requisiti patrimoniali regolamentari per i rischi compresi nel I Pilastro e gli algoritmi semplificati indicati dalla Banca d’Italia per i rischi quantificabili rilevanti. Per quanto riguarda invece i rischi non quantificabili, come già detto, coerente-mente con le indicazioni fornite dalla Banca d’Italia, la Banca ha predisposto adeguati presidi interni di controllo e attenuazione. Nel processo di determinazione del capitale interno complessivo la Banca tiene conto, inoltre, dei rischi connessi con l’operatività verso soggetti collegati (di natura legale, repu-tazionale o di conflitto d’interesse), considerando, nei casi di superamento dei limiti pru-denziali, le relative eccedenze a integrazione della misura del capitale interno complessivo.

188

La determinazione del capitale interno complessivo – effettuato secondo l’approccio “bu-ilding block” - viene effettuata con riferimento tanto alla situazione attuale, quanto a quella prospettica. Nell’ambito delle attività di misurazione, sono altresì definite ed eseguite prove di stress in termini di analisi semplificate di sensibilità riguardo ai principali rischi assunti. Tenuto conto di quanto previsto dalla Circolare n. 285/2013 della Banca d’Italia per gli intermediari di Classe 3, la Banca effettua analisi semplificate di sensibilità relativamente al rischio di cre-dito, al rischio di concentrazione sul portafoglio crediti ed al rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, sulla base delle indicazioni fornite nella stessa normativa e mediante l’utilizzo delle suddette metodologie semplificate di misurazione dei rispettivi rischi. I relativi risultati, opportunamente analizzati, conducono ad una migliore valutazione dell’esposizio-ne ai rischi stessi e del grado di vulnerabilità dell’azienda al verificarsi di eventi eccezionali ma plausibili. Nel caso in cui l’analisi dei risultati degli stress test evidenzi l’inadeguatezza dei presidi interni posti in essere dalla Banca, viene valutata l’opportunità di adottare ap-propriate misure organizzative e/o di allocare specifici buffer di capitale interno.Il livello prospettico viene invece determinato con cadenza essenzialmente annuale - in sede di definizione/approvazione della propensione al rischio ed in sede di predisposizione del resoconto ICAAP - con riferimento alla fine dell’esercizio in corso, tenendo conto della prevedibile evoluzione dei rischi e dell’operatività, in stretto raccordo con i processi di pia-nificazione strategica ed operativa. Per la valutazione dell’adeguatezza patrimoniale, l’importo del fabbisogno di capitale ne-cessario alla copertura dei rischi (capitale interno complessivo) viene confrontato con le risorse patrimoniali disponibili (capitale complessivo), tanto in termini attuali quanto in chia-ve prospettica, tenendo conto anche degli obiettivi di rischio e (ove definite) delle soglie di tolleranza, sul profilo dell’adeguatezza patrimoniale. Tenuto anche conto delle proprie specificità normative ed operative, la Banca ha identificato il proprio capitale complessivo nel complessivo ammontare dei Fondi Propri, in quanto questi – oltre a rappresentare un archetipo dettato da prassi consolidate e condivise – agevola la dialettica con l’Organo di Vigilanza. In caso di scostamenti tra capitale interno complessivo e capitale complessivo, il C.d.A. della Banca provvede a deliberare le azioni correttive da intraprendere previa stima degli oneri connessi con il reperimento delle risorse patrimoniali aggiuntive.Come precedentemente indicato, al fine di conformarsi alle novità introdotte dalla norma-tiva, la Banca, in stretto raccordo con le attività finalizzate all’impostazione di riferimenti metodologici e organizzativi comuni, in corso a livello associativo, ha proseguito nel corso del 2016 le attività per raccordare, in una visione organica e in un’ottica di gestione integra-ta dei rischi, gli standard applicati nonché integrare il governo e la gestione dei rischi con i nuovi dettami normativi in argomento.Infatti, lo sviluppo di metodologie, prassi e soluzioni operative (in termini di obiettivi di rischio, definizione di soglie di tolleranza e limiti operativi, flussi informativi, ecc.) implica, nell’ottica dell’adozione di un quadro di riferimento per la determinazione della propen-

189

Nota integrativa

sione al rischio (Risk Appetite Framework - “RAF”), la conduzione di attività più puntuali, formalizzate ed ispirate ad una logica di maggiore organicità nella visione e valutazione dei vari rischi aziendali. La Banca continua a compiere gli sforzi necessari allo sviluppo delle attività di adegua-mento delle metodologie e degli strumenti di controllo in essere nell’ottica di renderli ul-teriormente atti a una gestione e un monitoraggio integrato dei rischi e di assicurarne la coerenza con le proprie strategie e operatività.In conformità alla regolamentazione prudenziale in materia, il sistema di gestione del rischio di liquidità della Banca - meglio dettagliato nella specifica informativa a riguardo portata nella Sezione 3. Rischio di Liquidità, informativa qualitativa - persegue gli obiettivi di:(i) disporre di liquidità in qualsiasi momento, mantenendo quindi la capacità di far fronte ai

propri impegni di pagamento in situazioni sia di normale corso degli affari, sia di crisi; (ii) finanziare le proprie attività alle migliori condizioni di mercato correnti e prospettiche.Tale sistema è caratterizzato dai seguenti principi fondamentali:• gestione del rischio di liquidità sul breve termine (liquidità operativa) il cui obiettivo pri-

mario è quello di assicurare alla Banca la capacità di far fronte agli impegni di paga-mento quotidiani, ordinari e straordinari, e di operare con una prudenziale posizione finanziaria netta a breve (fino a 12 mesi);

• gestione del rischio di liquidità a medio/lungo termine (liquidità strutturale), laddove l’obiettivo primario è quello di mantenere un adeguato rapporto tra passività a medio/lungo termine e attività a medio/lungo termine, finalizzato ad evitare pressioni sulle fonti di finanziamento, attuali e prospettiche, a breve termine;

• piano di emergenza per fronteggiare situazioni di crisi di liquidità.A tal fine, nella sua funzione di organo di supervisione strategia, il C.d.A. della Banca defi-nisce le strategie, politiche, responsabilità, processi, obiettivi di rischio, soglie di tolleranza e limiti all’esposizione al rischio di liquidità (operativa e strutturale), nonché gli strumenti per la gestione del rischio liquidità, in condizioni sia di normale corso degli affari, sia di crisi di liquidità.

SeZiOne 1 – riSCHiO Di CreDitO

inFOrmAZiOni Di nAturA QuAlitAtiVA

1. Aspetti generali

Le strategie e le politiche creditizie della Banca sono essenzialmente legate alle sue speci-ficità - “mutualità” e “localismo” - definite per legge e dallo statuto sociale e caratterizzate da una moderata propensione al rischio di credito che trova espressione:• nella prudente selezione delle singole controparti, attraverso una completa e accurata

analisi della capacità delle stesse di onorare gli impegni contrattualmente assunti, fina-lizzata a contenere l’esposizione al rischio di credito;

190

• nella diversificazione del rischio di credito, individuando nei crediti di importo limitato il naturale bacino operativo della Banca, nonché circoscrivendo la concentrazione delle esposizioni su gruppi di clienti connessi o su singoli rami di attività economica;

• nel controllo andamentale delle singole posizioni effettuato sia con procedura informati-ca, sia con un’attività di monitoraggio sistematica sui rapporti che presentano anomalie e/o irregolarità.

La politica commerciale che contraddistingue l’attività creditizia della Banca è, quindi, orientata al sostegno finanziario dell’economia locale e si caratterizza per un’elevata pro-pensione ad intrattenere rapporti di natura fiduciaria e personale con tutti gli operatori (famiglie, micro e piccole imprese, artigiani) del proprio territorio di riferimento verso i quali è erogata la quasi totalità degli impieghi, nonché per una particolare vocazione operativa a favore dei clienti-soci anche mediante scambi non prevalentemente di natura patrimoniale. In tale contesto, i settori delle famiglie, delle micro e piccole imprese e degli artigiani rap-presentano i segmenti di clientela tradizionalmente di elevato interesse per la Banca.L’operatività in titoli comporta una limitata esposizione della Banca al rischio di posizione specifico in quanto gli investimenti in strumenti finanziari sono concentrati verso lo Stato italiano.

2. Politiche di gestione del rischio di credito

2.1 Aspetti organizzativi

Il rischio di credito continua a rappresentare la componente preponderante dei rischi com-plessivi cui è esposta la Banca, considerato che gli impieghi creditizi costituiscono circa il 34,5% dell’attivo patrimoniale.Alla luce di tale circostanza e in ossequio alle vigenti disposizioni di vigilanza, la Banca si è dotata di una struttura organizzativa funzionale al raggiungimento di un efficiente ed effica-ce processo di gestione e controllo del rischio di credito. In questo ambito, la Banca ha intrapreso specifiche iniziative di carattere organizzativo ed operativo con riguardo al processo di gestione e controllo del rischio di credito.L’intero processo di gestione e controllo del credito è disciplinato dal “Regolamento inter-no”, dalle “Politiche gestionali in materia di finanza, liquidità e credito” e dal “Regolamento del Processo del Credito”; documenti che in particolare:• individuano le deleghe ed i poteri di firma in materia di erogazione del credito;• definiscono i criteri per la valutazione del merito creditizio;• definiscono le metodologie per il rinnovo degli affidamenti;• definiscono le metodologie di controllo andamentale e di misurazione del rischio di

credito, nonché le tipologie di interventi da adottare in caso di rilevazione di anomalie.Il documento “Politiche gestionali in materia di finanza, liquidità e credito” reca, in particola-re, la “Policy per la gestione del rischio di credito” a sua volta articolata nel modo seguente:

191

Nota integrativa

• “Policy di gestione del portafoglio credito”;• “Policy di gestione del credito problematico”;• “Policy di concessione delle misure di tolleranza”;• “Policy di valutazione degli immobili posti a garanzia delle esposizioni”.In tale ambito, con riferimento alle operazioni con soggetti collegati, la Banca si è dotata di apposite procedure deliberative volte a presidiare il rischio che la vicinanza di taluni sogget-ti ai centri decisionali della stessa possa compromettere l’imparzialità e l’oggettività delle decisioni relative alla concessione, tra l’altro, di finanziamenti. In tale prospettiva, la Banca si è dotata anche di strumenti ricognitivi e di una procedura informatica volti a supportare il corretto e completo censimento dei soggetti collegati. Tali riferimenti sono stati integrati, attraverso l’adozione di specifiche politiche, con assetti organizzativi e controlli interni volti a definire i ruoli e le responsabilità degli organi e delle funzioni aziendali in tema di preven-zione e gestione dei conflitti d’interesse, ad assicurare l’accurato censimento dei soggetti collegati, a monitorare l’andamento delle relative esposizioni e il costante rispetto dei limiti definiti, ad assicurare la tempestiva e corretta attivazione delle procedure deliberative di-sciplinate. La Banca ha altresì definito livelli di propensione al rischio e soglie di tolleranza coerenti con il proprio profilo strategico e le caratteristiche organizzative. La Banca ha inoltre adottato riferimenti per il corretto censimento dei soggetti collegati ex-ante – vale a dire prima ed indipendentemente dal fatto di aver instaurato relazioni creditizie o di altra natura con detti soggetti – oltre che ex-post – vale a dire al momento dell’instaurazione di rapporti.Attualmente la Banca è strutturata in tre filiali, ognuna diretta e controllata da un respon-sabile, nonché da una Unità Organizzativa denominata Centro Imprese la cui mission pre-vede, principalmente, di promuovere lo sviluppo delle relazione e degli impieghi creditizi con le imprese.L’Unità Organizzativa Crediti è l’organismo centrale delegato al governo delle fasi di con-cessione e revisione; le funzioni di monitoraggio del credito sono condivise dalla Direzione Generale, dai Responsabili di Filiale e dalla U.O. Controllo Crediti & Contenzioso. La ge-stione del contenzioso compete alla Direzione Generale che la svolge con il supporto della U.O. Controllo Crediti & Contenzioso.La ripartizione dei compiti e responsabilità tra tali funzioni è volta a realizzare la segregazio-ne di attività in conflitto di interesse. La Funzione Risk Management è previsto svolga controlli finalizzati ad accertare, su base periodica, che il monitoraggio sulle esposizioni creditizie, la classificazione delle esposizio-ni, gli accantonamenti e il processo di recupero, si svolgano nel rispetto delle procedure interne e che le stesse procedure risultino efficaci ed affidabili, con riferimento alla capacità di segnalare tempestivamente l’insorgere di anomalie nonché di assicurare l’adeguatezza delle rettifiche di valore e dei relativi passaggi a perdita.

192

2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo

A supporto delle attività di governo del processo del credito, la Banca ha attivato procedure specifiche per le fasi di istruttoria/delibera, di rinnovo delle linee di credito e di monitoraggio del rischio di credito. In tutte le citate fasi la Banca utilizza metodologie quali-quantitative di valutazione del merito creditizio della controparte, supportate da procedure informatiche sottoposte a periodica verifica e manutenzione.I momenti di istruttoria/delibera e di revisione delle linee di credito sono regolamentati da un iter deliberativo in cui intervengono le diverse unità operative competenti, appartenenti sia alle strutture centrali che a quelle di rete, in coerenza con i livelli di deleghe previsti. Tali fasi sono supportate, anche al fine di utilizzare i dati rivenienti da banche dati esterne, dalla procedura che consente la verifica (da parte di tutte le funzioni preposte alla gestione del credito) dello stato di ogni posizione già affidata o in fase di affidamento, nonché di ricostruire il processo che ha condotto alla definizione del merito creditizio dell’affidato (at-traverso la rilevazione e l’archiviazione del percorso deliberativo e delle tipologie di analisi effettuate). In sede di istruttoria, per le richieste di affidamenti di rilevante entità, la valutazione, anche prospettica, si struttura su più livelli e si basa prevalentemente su dati quantitativi e og-gettivi, oltre che - come abitualmente avviene - sulla conoscenza personale e sull’appro-fondimento della specifica situazione economico-patrimoniale della controparte e dei suoi garanti.La definizione da parte del Consiglio di Amministrazione dei criteri di classificazione, valu-tazione e gestione delle posizioni deteriorate e delle metodologie per il controllo andamen-tale del rischio di credito ha come obiettivo anche l’attivazione di una sistematica attività di controllo delle posizioni affidate da parte della Funzione di Monitoraggio del credito in stretta collaborazione con la struttura commerciale (Filiali e Direzione).La procedura informatica adottata dalla Banca, consente di estrapolare periodicamente tutti i rapporti che possono presentare sintomi di anomalia andamentale. Il costante moni-toraggio delle segnalazioni fornite dalla procedura consente, quindi, di intervenire tempe-stivamente all’insorgere di posizioni anomale e di prendere gli opportuni provvedimenti nei casi di crediti problematici.In base alla “Policy di gestione del portafoglio credito” le posizione caratterizzate da un particolare livello di anomalia, identificate come “posizioni anomale”, sono sottoposte a una periodica attività di osservazione da parte della U.O. preposta alle attività di moni-toraggio del credito. Tale attività di osservazione è funzionale a prevenire, se possibile, il deterioramento di tali esposizioni creditizie ovvero, a garantire la corretta e tempestiva classificazione tra le attività deteriorate ove ne ricorrano i presupposti.Le posizioni affidate, come già accennato, vengono controllate anche utilizzando le infor-mazioni fornite dalle Centrali dei Rischi e da CRIF mediante lo strumento noto come Full Monitor di Operational Risk Advisor.Le posizioni fiduciarie sono inoltre oggetto di riesame periodico, svolto per ogni singola

193

Nota integrativa

controparte/gruppo di clienti connessi da parte delle strutture competenti per limite di fido. L’intero processo di gestione del rischio di credito e di controparte (misurazione del rischio, istruttoria, erogazione, controllo andamentale e monitoraggio delle esposizioni, revisione delle linee di credito, classificazione delle posizioni di rischio, interventi in caso di anomalia, criteri di classificazione, valutazione e gestione delle esposizioni deteriorate), è formalizzato nella regolamentazione interna e periodicamente sottoposto a verifica da parte della Fun-zione di Internal Audit. La normativa interna sul processo di gestione e controllo del credito è oggetto di aggior-namento costante.Ai fini della determinazione del requisito patrimoniale minimo per il rischio di credito la Banca adotta la metodologia standardizzata e, in tale ambito, ha deciso di utilizzare le va-lutazioni del merito creditizio rilasciate dalla ECAI Moody’s, agenzia autorizzata dalla Banca d’Italia, per la determinazione dei fattori di ponderazione delle esposizioni ricomprese nel portafoglio “Amministrazioni centrali e banche centrali” e, indirettamente, “Intermediari vi-gilati”, “Enti del settore pubblico” e “Enti territoriali”.Con riferimento al processo interno di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP) la Banca utilizza l’algoritmo semplificato cd. Granularity Adjustment (Cfr. allegato B, Titolo III, Capitolo 1 Circ. n. 285/2013) per la quantificazione del capitale interno a fronte del rischio di concentrazione per singole controparti o gruppi di clienti connessi.La Banca esegue periodicamente prove di stress con riferimento ai rischi di credito e di concentrazione citati attraverso analisi di sensibilità che si estrinsecano nel valutare gli effetti sugli stessi rischi di eventi specifici. Anche se il programma delle prove di stress assume un ruolo fondamentale nella fase di autovalutazione dell’adeguatezza patrimoniale della Banca, tuttavia la finalità delle stesse non si esaurisce con la stima di un eventuale supplemento di capitale interno per le diverse tipologie di rischio interessate. La Banca può infatti individuare e adottare azioni di mitigazione ordinarie e straordinarie ulteriori in risposta a crescenti livelli di rischiosità sperimentati.Con riferimento al rischio di credito, la Banca effettua lo stress test annualmente determi-nando il capitale interno necessario a fronte di un nuovo livello di rischiosità del portafo-glio bancario calcolato in funzione della peggiore congiuntura sperimentata dalla Banca (espressa in termini di incidenza dell’ammontare delle esposizioni deteriorate sul totale degli impieghi verso clientela) nel corso degli ultimi due cicli economici. Nell’ambito di tale prova di stress viene altresì determinato l’impatto sul capitale complessivo derivante dalla riduzione dell’utile per effetto dell’incremento delle rettifiche di valore.

2.3 tecniche di mitigazione del rischio di credito

Conformemente agli obiettivi ed alle politiche creditizie definite dal C.d.A., le tecniche di mitigazione del rischio di credito utilizzate dalla Banca si sostanziano nell’acquisizione di differenti fattispecie di protezione del credito di tipo reale e personale, per l’operatività di impiego alla clientela ordinaria.

194

Relativamente all’operatività di impiego alla clientela ordinaria le citate forme di garanzia sono, ovviamente, richieste in funzione dei risultati della valutazione del merito di credito della clientela e della tipologia di affidamento domandata dalla stessa.A dicembre 2016, la quasi totalità delle esposizioni verso la clientela risultano assistite da forme di protezione del credito, di tipo reale o personale, come meglio specificato nella relativa tabella A.3.2. della sezione recante le informazioni di natura quantitativa relative al rischio di credito.Nel corso del 2016 sono state condotte specifiche attività finalizzate alla verifica dei requi-siti di ammissibilità stabiliti dalla normativa prudenziale in materia di Credit Risk Mitigation (CRM) e all’eventuale adeguamento delle forme di garanzia adottate. Con riferimento all’attività sui mercati mobiliari, considerato che la composizione del por-tafoglio é orientata verso primari emittenti con elevato merito creditizio, non sono richieste al momento particolari forme di mitigazione del rischio di credito.La principale concentrazione di garanzie reali (principalmente ipotecarie) è legata a finan-ziamenti a clientela retail (a medio e lungo termine).

Garanzie reali

Per quanto concerne le forme di garanzia reale, la Banca accetta diversi strumenti a pro-tezione del credito costituiti dalle seguenti categorie:• Garanzie ipotecarie• Garanzie finanziarie

o pegno di titoli di debito di propria emissione o emessi da soggetti sovrani;o pegno di denaro depositato presso la Banca;o pegno su titoli emessi dalla Banca;o pegno su altri strumenti finanziari quotati;o pegno su polizze assicurative.

Tutte le tipologie di garanzia acquisibili dalla Banca sono inserite nel processo strutturato di gestione delle garanzie reali condividendone quindi tutte le fasi in cui è composto.Con riferimento all’acquisizione, valutazione e gestione delle principali forme di garanzia reale, la Banca ha definito specifiche politiche e procedure, anche al fine di assicurare il soddisfacimento dei requisiti previsti dalla normativa per il loro riconoscimento ai fini pru-denziali al momento della costituzione della protezione e per tutta la durata della stessa.In particolare:• sono predisposte politiche e procedure documentate con riferimento alle tipologie di

strumenti di CRM utilizzati a fini prudenziali, al loro importo, all’interazione con la gestio-ne del profilo di rischio complessivo;

• sono adottate tecniche e procedure volte al realizzo tempestivo delle attività poste a protezione del credito;

195

Nota integrativa

• sono sviluppati e posti in uso standard della contrattualistica utilizzata;• le diverse tipologie di garanzie accettate e le connesse politiche creditizie sono chiara-

mente documentate e divulgate.È inoltre assicurata la presenza di un sistema informativo a supporto delle fasi del ciclo di vita della garanzia (acquisizione, valutazione, gestione, rivalutazione, realizzo).Le misure di controllo cui è soggetta la concessione del credito con acquisizione di garan-zie reali sono differenziate per tipologia di garanzia. Relativamente alle garanzie ipotecarie su immobili, le politiche e le procedure aziendali as-sicurano che siano sempre acquisite e gestite con modalità atte a garantirne l’opponibilità in tutte le giurisdizioni pertinenti e l’escutibilità in tempi ragionevoli.In tale ambito, la Banca ha definito specifiche politiche e procedure interne con riguardo:• alla non dipendenza del valore dell’immobile in misura rilevante dal merito di credito del

debitore;• alla indipendenza del soggetto incaricato dell’esecuzione della stima dell’immobile; • alla presenza di un’assicurazione contro il rischio danni sul bene oggetto di garanzia.

In particolare, la Banca si è dotata in tale ambito di tecniche e procedure che assicu-rino l’efficacia ed il buon esito del vincolo posto ex art. 2742 c.c. sulle somme dovute dall’assicuratore, anche attivando, se del caso, le iniziative, previste dalla medesima norma volte a consentire il pieno soddisfacimento delle proprie ragioni creditorie;

• alla messa in opera di un’adeguata sorveglianza sul valore dell’immobile, al fine di ve-rificare la sussistenza nel tempo dei requisiti che permettono di beneficiare di un minor assorbimento patrimoniale sulle esposizioni garantite;

• al rispetto del rapporto massimo tra fido richiesto e valore della garanzia (loan to value): 80% per gli immobili residenziali e 50% per quelli commerciali;

• alla destinazione d’uso dell’immobile e alla capacità di rimborso del debitore.Il processo di sorveglianza sul valore dell’immobile oggetto di garanzia è svolto attraverso l’utilizzo di metodi statistici. Al riguardo, l’attività di valutazione è effettuata:• almeno ogni 3 anni per gli immobili residenziali; • annualmente per gli immobili di natura non residenziale.Per le esposizioni rilevanti la valutazione è in ogni caso rivista da un perito indipendente almeno ogni 3 anni. Con riguardo alle garanzie reali finanziarie la Banca, sulla base delle politiche e processi per la gestione dei rischio di credito e dei limiti e deleghe operative definite, indirizza l’ac-quisizione delle stesse esclusivamente a quelle aventi ad oggetto attività finanziarie delle quali l’azienda è in grado di calcolare il fair value con cadenza almeno semestrale (ovvero ogni qualvolta esistano elementi che presuppongano che si sia verificata una diminuzione significativa del fair value stesso).La Banca ha, inoltre, posto in essere specifici presidi e procedure atte a garantire i seguenti

196

aspetti rilevanti per l’ammissibilità a fini prudenziali delle garanzie in argomento:• assenza di una rilevante correlazione positiva tra il valore della garanzia finanziaria e il

merito creditizio del debitore;• specifici presidi a garanzia della separatezza esterna (tra patrimonio del depositario e

bene oggetto di garanzia) e della separatezza interna (tra i beni appartenenti a soggetti diversi e depositati presso i terzi) qualora l’attività oggetto di garanzia sia detenuta pres-so terzi;

• durata residua della garanzia non inferiore a quella dell’esposizione.Nei casi in cui il valore del bene in garanzia sia soggetto a rischi di mercato o di cambio, la Banca utilizza il concetto di scarto di garanzia, misura espressa in percentuale sul valore della garanzia offerta, determinata in funzione della volatilità del valore del titolo. In fase di delibera viene considerata come garantita la sola parte del finanziamento coperta dal valore del bene al netto dello scarto.La sorveglianza delle garanzie reali finanziarie, nel caso di pegno su titoli, avviene attraver-so il monitoraggio del rating dell’emittente/emissione e la valutazione del fair value dello strumento finanziario a garanzia. Viene richiesto l’adeguamento delle garanzie per le quali il valore di mercato risulta inferiore al valore di delibera al netto dello scarto.

Garanzie personali

Con riferimento alle garanzie personali, le principali tipologie di garanti sono rappresentate da imprenditori e partner societari correlati al debitore nonché, nel caso di finanziamenti concessi a favore di imprese individuali e/o persone fisiche, anche da congiunti del debi-tore stesso. Meno frequentemente il rischio di insolvenza è coperto da garanzie personali fornite da altre società (generalmente società appartenenti allo stesso gruppo economico del debitore), oppure prestate da istituzioni finanziarie e compagnie assicurative.Nel caso di finanziamenti a soggetti appartenenti a determinate categorie economiche (ar-tigiani, commercianti, etc.) la Banca acquisisce specifiche garanzie (sussidiarie o a prima richiesta) prestate da parte dei consorzi fidi di appartenenza.Le suddette forme di garanzia, nella generalità dei casi, non consentono un’attenuazione del rischio di credito in quanto prestate da soggetti “non ammessi” ai fini della nuova nor-mativa prudenziale. Nel caso in cui una proposta di finanziamento preveda garanzie personali di terzi l’istrutto-ria si estende anche a questi ultimi.

2.4 Attività finanziarie deteriorate

La Banca è organizzata con strutture e procedure informatiche per la gestione, la classi-ficazione e il controllo dei crediti. Coerentemente con quanto dettato dai principi contabili IAS/IFRS, ad ogni data di bilancio viene verificata la presenza di elementi oggettivi di perdi-ta di valore (impairment) su ogni strumento finanziario ovvero gruppo di strumenti finanziari.

197

Nota integrativa

Le posizioni che presentano un andamento anomalo sono classificate nel presente bi-lancio in differenti categorie di rischio: sofferenze, inadempienze probabili, crediti scaduti deteriorati. La disciplina delle attività deteriorate è stata interessata, con decorrenza dal 1° gennaio 2015, da importanti novità recepite a livello italiano con il 7° aggiornamento (20 gennaio 2015) della circolare n. 272/2008 della Banca d’Italia, relativo alla “Matrice dei conti” e consistenti in: 1. una nuova classificazione del credito deteriorato, che ha sostituito quella precedente-

mente utilizzata; 2. l’introduzione della categoria delle “esposizioni oggetto di concessioni” (forbearance). In ragioni di tali novità i processi operativi relativi alla gestione del credito problematico sono stati complessivamente rivisti nel 2015 mediante la definizione di una nuova “Policy di gestione del credito problematico” e l’introduzione della “Policy di concessione delle misure di tolleranza”.

informazioni di natura quantitativa

A. QuAlità Del CreDitO

A.1 esposizioni creditizie deteriorate e non deteriorate: consistenze, rettifiche di valore, dinamica, distribuzione economica e territoriale.

A.1.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza

e per qualità creditizia (valori di bilancio)

Portafogli/qualità

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Altre

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Tota

le

1. Attività finanziarie disponibili per la vendita 54.504 54.5042. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza3. Crediti verso banche 6.420 6.4204. Crediti verso clientela 2.238 1.892 18 1.584 29.333 35.0655. Attività finanziarie valutate al fair value7. Attività finanziarie in corso di dismissioneTotale al 31.12.2016 2.238 1.892 18 1.584 90.257 95.989Totale al 31.12.2015 1.992 3.204 41 838 92.407 98.482

198

A.1.2 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza

e per qualità creditizia (valori lordi e netti)

Portafogli/qualità

Attività deteriorate Attività non deteriorate

Tota

le

(Esp

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lord

a

Retti

fiche

di

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Espo

sizi

one

netta

1. Attività finanziarie disponibili per la vendita 54.504 54.504 54.5042. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza3. Crediti verso banche 6.420 6.420 6.4204. Crediti verso clientela 7.627 3.479 4.148 31.265 348 30.917 35.0656. Attività finanziarie valutate al fair value7. Attività finanziarie in corso di dismissioneTotale al 31.12.2016 7.627 3.479 4.148 92.189 348 91.841 95.989Totale al 31.12.2015 8.936 3.699 5.237 93.490 245 93.245 98.482

Portafogli/qualità

Attività di evidente scarsa qualità creditizia Altre attività

Minusvalenze cumulate

Esposizione netta

Esposizione netta

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2412. Derivati di copertura Totale al 31.12.2016 241Totale al 31.12.2015 514

199

Nota integrativa

A.1.3 esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi, netti e fasce di scaduto

Tipologie esposizioni/valori

Esposizione lorda

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fiche

di v

alor

e sp

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Retti

fiche

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Attività deteriorate

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anno

Oltr

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anno

A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze- di cui: esposizioni oggetto di concessionib) Inadempienze probabili- di cui: esposizioni oggetto di concessionic) Esposizioni scadute deteriorate- di cui: esposizioni oggetto di concessionid) Esposizioni scadute non deteriorate- di cui: esposizioni oggetto di concessioni e) Altre esposizioni non deteriorate 6.420 6.420- di cui: esposizioni oggetto di concessioni TOTALE A 6.420 6.420B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate 95 95 b) Non deteriorate 399 399TOTALE B 95 399 494TOTALE A + B 95 6.819 6.914

200

A.1.6 esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi, netti e fasce di scaduto

Tipologie esposizioni/valori

Esposizione lorda

Retti

fiche

di v

alor

e sp

ecifi

che

Retti

fiche

di v

alor

e di

por

tafo

glio

Espo

sizi

one

netta

Attività deteriorate

Attiv

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on

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te

Fino

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mes

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3 m

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mes

i

Da

oltre

6 m

esi

fino

a 1

anno

Oltr

e 1

anno

A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze 5.000 2.762 2.238 - di cui: esposizioni oggetto di

concessioni

b) Inadempienze probabili 552 30 432 1.576 698 1.892 - di cui: esposizioni oggetto di

concessioni487 3 23 445 197 761

c) Esposizioni scadute deteriorate 12 15 8 2 19 18 - di cui: esposizioni oggetto di

concessioni 3 1 2

d) Esposizioni scadute non deteriorate 1.616 32 1.584 - di cui: esposizioni oggetto di

concessioni31 1 30

e) Altre esposizioni non deteriorate 83.931 316 83.615 - di cui: esposizioni oggetto di

concessioni384 2 382

TOTALE A 564 45 440 6.578 85.547 3.479 245 89.347B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate 95 95b) Non deteriorate 841 841TOTALE B 95 841 936TOTALE A + B 659 45 440 6.578 86.338 3.479 348 90.283

201

Nota integrativa

A.1.7 esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde

Causali/Categorie Sofferenze Inadempienze probabili

Esposizioni scadute

deteriorate

A. Esposizione lorda iniziale 4.680 4.195 61- di cui: esposizioni cedute non cancellateB. Variazioni in aumento 776 813 839B.1 ingressi da esposizioni creditizie in bonis 1 289 297B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 734 128 13B.3 altre variazioni in aumento 41 396 529C. Variazioni in diminuzione 456 2.418 863C.1 uscite verso esposizioni creditizie in bonis 855 199C.2 cancellazioni 384C.3 incassi 3 593 6C.4 realizzi per cessioniC.5 perdite da cessioneC.6 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate 745 129C.7 altre variazioni in diminuzione 69 225 529D. Esposizione lorda finale 5.000 2.590 37- di cui: esposizioni cedute non cancellate

202

A.1.8 esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive

Causali/Categorie

Sofferenze Inadempienze probabili

Esposizioni scadute

deteriorate

Tota

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sion

i

A. Rettifiche complessive iniziali 2.688 991 232 20- di cui: esposizioni cedute non cancellateB. Variazioni in aumento 1.020 690 100 111 5B.1 rettifiche di valore 603 325 22 18 1B.2 perdite da cessioneB.3 trasferimenti da altre categorie di

esposizioni deteriorate285 40 5

B.4 altre variazioni in aumento 132 325 78 88 4C. Variazioni in diminuzione 946 983 135 112 4C.1 riprese di valore da valutazione 145 373 41 15C.2 riprese di valore da incasso 4 1 3C.3.utili da cessioneC.4 cancellazioni 384C.5 trasferimenti ad altre categorie di

esposizioni deteriorate288 49 42 1

C.6 altre variazioni in diminuzione 417 318 44 52 3D. Rettifiche complessive finali 2.762 698 197 19 1- di cui: esposizioni cedute non cancellate

A.2 Classificazione delle esposizioni in base a rating esterni ed interni

Alla data di riferimento del bilancio, la Banca detiene esposizioni senza rating.

203

Nota integrativa

A.3 DiStriBuZiOne Delle eSPOSiZiOni GArAntite Per tiPOlOGiA Di GArAnZiA

A.3.2 esposizioni creditizie verso clientela garantite

Valore esposizione netta

Gar

anzi

e re

ali (

1)G

aran

zie

pers

onal

i (2)

Totale (1)+(2)

Immobili - Ipoteche

Immobili - Leasing Finanziario

Titoli

Altre garanzie reali

Der

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i su

cred

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Governi e banche centrali

Altri enti pubblici

Banche

Altri soggetti

Governi e banche centrali

Altri enti pubblici

Banche

Altri soggetti

1. E

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31.8

8322

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265

752

504

7.37

431

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1

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22.6

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iora

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204

B. DiStriBuZiOne e COnCentrAZiOne Delle eSPOSiZiOni CreDitiZie

B.1 Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio)

Esposizioni/ContropartiGoverni Altri enti pubblici

A B C A B C

A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni

A.2 Inadempienze probabili

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni

A.3 Esposizioni scadute deteriorate

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni

A.4 Esposizioni non deteriorate 54.364 4

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni

Totale A 54.364 4

B. Esposizioni "fuori bilancio"

B.1 Sofferenze

B.2 Inadempienze probabili

B.3 Altre attività deteriorate

B.4 Esposizioni non deteriorate

Totale B

Totale (A+B) al 31.12.2016 54.364 4

Totale (A+B) al 31.12.2015 61.583 4

Legenda:

A: Esposizione nettaB: Rettifiche di valore specifiche C: Rettifiche di valore di portafoglio

205

Società finanziarie Società di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti

A B C A B C A B C A B C

1.730 2.458 508 305

1.405 561 487 138

460 156 302 42

10 12 9 7

2 1

186 16.040 271 14.605 77

179 2 233 1

186 19.184 3.030 271 15.608 449 77

95

841

935

186 20.119 3.274 271 15.608 449 77

20.872 3.274 197 11.582 425 47

Nota integrativa

206

B.2 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori

bilancio” verso clientela (valore di bilancio)

Esposizioni/Aree geograficheItalia Altri Paesi

europei America Asia Resto del mondo

A B A B A B A B A B

A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze 2.238 2.762A.2 Inadempienze probabili 1.892 698A.3 Esposizioni scadute deteriorate 18 19A.4 Esposizioni non deteriorate 85.199 348Totale A 89.348 3.827B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze B.2 Inadempienze probabili 95 B.3 Altre attività deteriorate B.4 Esposizioni non deteriorate 749 Totale B 844 Totale (A+B) al 31.12.2016 90.191 3.827Totale (A+B) al 31.12.2015 94.041 3.944

Legenda:

A: Esposizione netta B: Rettifiche di valore specifiche

B.3 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori

bilancio” verso banche (valore di bilancio)

Esposizioni/Aree geograficheItalia Altri Paesi

europei America Asia Resto del mondo

A B A B A B A B A B

A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Inadempienze probabili A.3 Esposizioni scadute deteriorate A.4 Esposizioni non deteriorate 6.420Totale A 6.420B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze B.2 Inadempienze probabili B.3 Altre attività deteriorate 95 B.4 Esposizioni non deteriorate 399Totale B 493Totale (A+B) al 31.12.2016 6.913Totale (A+B) al 31.12.2015 6.478

207

Nota integrativa

B.4 Grandi esposizioni

Totale 31.12.2016 Totale 31.12.2015

a) Ammontare - Valore di Bilancio 61.980 68.746b) Ammontare - Valore Ponderato 6.903 6.383c) Numero 3 5

Nella presente tabella sono riportati l’importo e il numero delle “posizioni di rischio” che costituiscono un “grande rischio” secondo la vigente disciplina di vigilanza. Delle posizioni di rischio, n. 2 sono relative a rapporti con le seguenti banche:• Iccrea Banca SpA per 4.800 mila euro (importo nominale e ponderato);• Cassa Centrale Banca per 1.187 mila euro (importo nominale e ponderato).Si annovera, inoltre, una posizione relativa a Titoli di Stato italiani per 55.993 mila euro (importo ponderato pari a zero).

SeZiOne 2 – riSCHi Di merCAtO

2.1 rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo – Portafoglio di negoziazione di vigilanza

informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali

La Banca svolge, attualmente, attività di negoziazione in proprio di strumenti finanziari quotati esposti al rischio di tasso di interesse. La Banca non assume posizioni speculative in strumenti derivati come previsto dalle di-sposizioni di vigilanza della Banca d’Italia e dallo statuto della Banca stessa.

B. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo

rischio di tasso di interesse – Portafoglio di negoziazione di vigilanza

La Banca monitora il rischio tasso di interesse del portafoglio di negoziazione di Vigilanza in conformità alla normativa prudenziale disciplinata nel Regolamento (UE) n. 575/2013.

rischio di prezzo – Portafoglio di negoziazione di vigilanza

Il rischio di prezzo del portafoglio di negoziazione è monitorato tramite analisi delle espo-sizioni.Il rischio di prezzo del portafoglio di negoziazione è gestito sulla base di deleghe che

208

ne circoscrivono l’esposizione in termini di ammontare massimo investito, di mercati di quotazione, di paesi di residenza degli enti emittenti e di valore percentuale massimo di minusvalenze (soglia di attenzione).Come riportato con riferimento al rischio di tasso, esiste anche un limite in termini di VaR, sebbene non specifico per tale fattore di rischio, ma riferito al portafoglio nel suo comples-so. I modelli a supporto delle analisi di rischio sono gestiti da Cassa Centrale che genera in output report consultabili da ogni utente coinvolto nel processo di gestione e misurazione del rischio di tasso.I risultati di tali analisi sono riportati al Consiglio di Amministrazione.Il modello di misurazione del rischio di prezzo non è utilizzato per la determinazione dei requisiti patrimoniali ma rappresenta uno strumento a supporto della gestione e del con-trollo interni.

informazioni di natura quantitativa

1. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e

derivati finanziari (242 eurO)

Al 31 dicembre 2016 il bilancio della Banca presenta, quale unica posizione riconducibile al portafoglio di negoziazione di vigilanza, un’attività per cassa (voce 1.1 Titoli di debito – Altri) per un valore di 238 mila euro.

2.2 riSCHiO Di tASSO Di intereSSe e riSCHiO Di PreZZO - POrtAFOGliO BAnCAriO

informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo

rischio di tasso di interesse – Portafoglio Bancario

Principali fonti del rischio di tasso di interesseLe fonti del rischio di tasso di interesse a cui è esposta la Banca sono individuabili prin-cipalmente nei processi del credito, della raccolta e della finanza, essendo il portafoglio bancario costituito prevalentemente da crediti e dalle varie forme di raccolta dalla clientela.In particolare, il rischio di tasso di interesse da “fair value” trae origine dalle poste a tasso fisso, mentre il rischio di tasso di interesse da “flussi finanziari” trae origine dalle poste a tasso variabile.

209

Nota integrativa

Tuttavia, nell’ambito delle poste a vista sono normalmente ravvisabili comportamenti asim-metrici a seconda che si considerino le voci del passivo o quelle dell’attivo; mentre le prime, essendo caratterizzate da una maggiore vischiosità, afferiscono principalmente al rischio da “fair value”, le seconde, più sensibili ai mutamenti del mercato, sono riconducibili al rischio da “flussi finanziari”.

Processi interni di gestione e metodi di misurazione del rischio di tassoLa Banca ha posto in essere opportune misure di attenuazione e controllo finalizzate a evitare la possibilità che vengano assunte posizioni eccedenti un determinato livello di rischio obiettivo.Tali misure di attenuazione e controllo trovano codificazione nell’ambito delle normative aziendali volte a disegnare processi di monitoraggio fondati su limiti di posizione e sistemi di soglie di attenzione in termini di capitale interno al superamento delle quali scatta l’atti-vazione di opportune azioni correttive.A tale proposito sono state definite:• politiche e procedure di gestione del rischio di tasso d’interesse coerenti con l’attività

svolta;• metriche di misurazione coerenti con la metodologia di misurazione del rischio adottata

dalla Banca, sulla base delle quali è stato definito un sistema di early-warning che con-sente la tempestiva individuazione e attivazione delle idonee misure correttive;

• limiti operativi e disposizioni procedurali interne volti al mantenimento dell’esposizione entro livelli coerenti con la politica gestionale e con la soglia di attenzione prevista dalla normativa prudenziale.

Dal punto di vista organizzativo la Banca ha individuato nell’U.O. Risk Management la struttura deputata a presidiare tale processo di gestione del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario. Il monitoraggio all’esposizione al rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario av-viene su base mensile.Per quanto concerne la metodologia di misurazione del rischio e di quantificazione del cor-rispondente capitale interno, il C.d.A. della Banca ha deciso di utilizzare l’algoritmo sem-plificato descritto nell’Allegato C, Titolo III, Cap.1, Sezione III della Circolare n. 285/2013 della Banca d’Italia.L’applicazione della citata metodologia semplificata si basa sui seguenti passaggi logici:• Definizione del portafoglio bancario costituito dal complesso delle attività e passività

non rientranti nel portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza.• Determinazione delle “valute rilevanti”, le valute cioè il cui peso misurato come quota

sul totale attivo oppure sul passivo del portafoglio bancario risulta superiore al 5%. Ciascuna valuta rilevante definisce un aggregato di posizioni. Le valute il cui peso è inferiore al 5% sono aggregate fra loro.

210

• Classificazione delle attività e passività in fasce temporali: sono definite 14 fasce tem-porali. Le attività e passività a tasso fisso sono classificate in base alla loro vita residua, quelle a tasso variabile sulla base della data di rinegoziazione del tasso di interesse.

• Ponderazione delle esposizioni nette di ciascuna fascia: in ciascuna fascia le posizioni attive e passive sono compensate, ottenendo una posizione netta. La posizione netta per fascia è moltiplicata per il corrispondente fattore di ponderazione. I fattori di ponde-razione per fascia sono calcolati come prodotto tra una approssimazione della duration modificata relativa alla fascia e una variazione ipotetica dei tassi.

A tal fine la Banca, adottando il c.d. metodo dei percentili, fa riferimento a variazioni di interesse registrate in un periodo di osservazione di 6 anni, considerando alterna-tivamente il 1° percentile (ribasso) o il 99° (rialzo). In caso di scenari al ribasso viene garantito il vincolo di non negatività dei tassi ipotizzando un floor pari al valore del tasso alla data della rilevazione. I tassi di interesse osservati sono i tassi EURIBOR ed EURIRS secondo le seguenti scadenze: EURIBOR (1m, 3m e 6m); EURIRS (1y, 2y, 3y, 4y, 5y, 7y, 10y, 15y, 20y e 30y). In merito si precisa che si prendono a riferimento le ultime 240 rilevazioni di ciascun anno e con riferimento a ciascuna fascia di vita residua si applica la curva dei tassi corrispondente al limite superiore della medesima fascia (es. IRS 5y per la fascia 4-5 anni), ad eccezione della fascia di vita residua “oltre 20 anni” per la quale si assume di prendere a riferimento l’IRS 30y.

• Somma delle esposizioni nette ponderate delle diverse fasce: l’esposizione ponderata netta per aggregato in base alla valuta approssima la variazione di valore attuale delle poste denominate nella valuta dell’aggregato nell’eventualità dello shock.

• Aggregazione nelle diverse valute attraverso la somma dei valori assoluti delle esposi-zioni ponderate nette per aggregato. Il valore ottenuto rappresenta il capitale interno a fronte del rischio di tasso di interesse in condizioni ordinarie.

Le disposizioni della citata normativa prudenziale che disciplinano il processo di autova-lutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP – Internal Capital Adequacy Assessment Process) statuiscono che nel caso in cui si determini una riduzione del valore economico superiore al 20% dei Fondi Propri la Banca d’Italia approfondisce con la Banca i risultati e si riserva di adottare opportuni interventi.Accanto all’attività di monitoraggio del rischio tasso mediante la metodologia sopra espo-sta, la Banca effettua l’attività di gestione operativa avvalendosi del supporto offerto dal-le reportistiche ALM mensili disponibili nell’ambito del Servizio Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca. Il modello di misurazione del rischio di tasso interesse fornito dal Servizio Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca non è utilizzato per la determinazione dei requisiti pa-trimoniali, ma rappresenta uno strumento interno a supporto della gestione e del controllo interno del rischio.

211

Nota integrativa

Rischio di prezzo – Portafoglio BancarioIl portafoglio bancario accoglie particolari tipologie di investimenti in titoli di capitale aventi la finalità di perseguire determinati obiettivi strategici di medio/lungo periodo. In particolare, nel portafoglio bancario sono presenti per lo più partecipazioni che costituiscono cointe-ressenze in società appartenenti al sistema del Credito Cooperativo e/o in società e/o enti strumentali allo sviluppo dell’attività della Banca.Il rischio di prezzo bancario è gestito dalla Direzione Generale sulla base di deleghe che ne circoscrivono l’esposizione in termini di partecipazioni strumentali all’attività bancaria, di ammontare massimo investito e di valore percentuale massimo di minusvalenze (soglia di attenzione). Ad oggi non sono poste in essere operazioni di copertura del rischio di prezzo.

B. Attività di copertura del fair value

La Banca non pone in essere operazioni di copertura né contabili né gestionali da varia-zioni del fair value.

C. Attività di copertura dei flussi finanziari

La Banca non pone in essere operazioni di copertura di cash flow, ossia coperture dell’e-sposizione alla variabilità dei flussi finanziari associati a strumenti finanziari a tasso variabile.

D. Attività di copertura di investimenti esteri

La Banca non ha effettuato investimenti esteri.

212

informazioni di natura quantitativa

1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di

denominazione: (242 eurO)

Tipologia/Durata residua

a vi

sta

fino

a 3

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i

da o

ltre

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fino

a 6

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i

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ltre

6 m

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fino

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ltre

1 an

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fino

a 5

anni

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ltre

5 an

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fino

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ann

i

oltre

10

anni

dura

ta

inde

term

inat

a

1. Attività per cassa 10.690 31.716 20.794 1.789 15.326 14.062 1.120 261.1 Titoli di debito 14.572 20.022 8.097 10.983 473 26- con opzione di rimborso anticipato 26- altri 14.572 20.022 8.097 10.983 4731.2 Finanziamenti a banche 5.844 5761.3 Finanziamenti a clientela 4.845 16.568 772 1.789 7.229 3.079 647- c/c 3.693 59 27 259 279- altri finanziamenti 1.152 16.568 713 1.762 6.970 2.800 647 - con opzione di rimborso anticipato 17 1.428 356 780 4.215 2.719 647 - altri 1.135 15.140 358 982 2.755 812. Passività per cassa 65.258 20.962 1.817 1.340 2.7112.1 Debiti verso clientela 64.956 16- c/c 54.023- altri debiti 10.933 16 - con opzione di rimborso anticipato - altri 10.933 162.2 Debiti verso banche 32 20.073- c/c 32- altri debiti 20.0732.3 Titoli di debito 270 872 1.817 1.340 2.711- con opzione di rimborso anticipato- altri 270 872 1.817 1.340 2.7112.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato- altre3. Derivati finanziari (103) 6 11 63 223.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte3.2 Senza titolo sottostante (103) 6 11 63 22 - Opzioni (103) 6 11 63 22 + posizioni lunghe 7 6 11 63 22 + posizioni corte 110 - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte4. Altre operazioni fuori bilancio + posizioni lunghe + posizioni corte

213

Nota integrativa

2.3 - rischio di cambio

informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio

di cambio

Sulla base di quanto previsto dalle Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia, le BCC-CR nell’esercizio dell’attività in cambi non possono assumere posizioni speculative e devono contenere l’eventuale posizione netta aperta in cambi entro il 2% del patrimonio di vigilan-za (Cfr. Circ. 229/99 Titolo VII, Cap. 1). Inoltre, per effetto di tale ultimo vincolo normativo sono escluse - anche secondo la nuova regolamentazione prudenziale - dalla disciplina relativa al calcolo dei requisiti patrimoniali per tale tipologia di rischio. La Banca non presenta posizioni in divisa né ne ha assunto nel corso dell’esercizio.

informazioni di natura quantitativa

1. Distribuzione per valuta di denominazione delle attività, delle passività e

dei derivati

VociValute

Dollari USA Sterline Yen Dollari

canadesiFranchi svizzeri

Altre valute

A. Attività finanziarieB. Altre attività 4 6 3 1C. Passività finanziarie finanziarie

C.1 Debiti verso bancheC.2 Debiti verso clientelaC.3 Titoli di debitoC.4 Altre D. Altre passività 1 3E. Derivati finanziariTotale attività 4 6 3 1Totale passività 1 3Sbilancio (+/-) 3 6 - 1

214

2.4 Gli Strumenti DeriVAti

A.2.2 Altri derivati

Attività sottostanti/Tipologie derivatiTotale al 31.12.2016 Totale al 31.12.2015

Over the counter

Controparti centrali

Over the counter

Controparti centrali

1. Titoli di debito e tassi d'interesse 74 359 a) Opzioni 74 359 b) Swap

c) Forward

d) Futures e) Altri2. Titoli di capitale e indici azionari3. Valute e oro4. Merci5. Altri sottostantiTotale 74 359

A.3 Derivati finanziari: fair value lordo positivo - ripartizione per prodotti

Portafogli/Tipologie derivati

Fair Value positivo

Totale al 31.12.2016 Totale al 31.12.2015

Over the counter

Controparti centrali

Over the counter

Controparti centrali

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza

B. Portafoglio bancario - di copertura

C. Portafoglio bancario - altri derivati 3 13 a) Opzioni 3 13 b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swap e) Forward f) Futures g) AltriTotale 3 13

215

Nota integrativa

A.7 Derivati finanziari OtC - portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti non rientranti in accordi di

compensazione

Contratti non rientranti in accordi di compensazione

Gov

erni

e

banc

he c

entra

li

Altri

ent

i pub

blic

i

Banc

he

Soci

età

finan

ziar

ie

Soci

età

di

assi

cura

zion

e

Impr

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non

finan

ziar

ie

Altri

sog

getti

1) Titoli di debito e tassi d'interesse - valore nozionale 4 70 - fair value positivo 3 - fair value negativo - esposizione futura 12) Titoli di capitale e indici azionari3) Valute e oro4) Altri valori

A.9 Vita residua dei derivati finanziari OtC: valori nozionali

Sottostanti/Vita residua Fino a 1 anno

Oltre 1 anno e fino a 5 anni

Oltre 5 anni Totale

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza

A.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d'interesse

A.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari

A.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro

A.4 Derivati finanziari su altri valori

B. Portafoglio bancario 4 10 60 74

B.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d'interesse 4 10 60 74

B.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari

B.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro

B.4 Derivati finanziari su altri valori

Totale al 31.12.2016 4 10 60 74

Totale al 31.12.2015 38 321 359

216

SeZiOne 3 – riSCHiO Di liQuiDità

informazioni di natura qualitativa

Si definisce rischio di liquidità la possibilità che la Banca non riesca a mantenere i propri impegni di pagamento a causa dell’incapacità di reperire nuovi fondi (funding liquidity risk) e/o di vendere proprie attività sul mercato (asset liquidity risk), ovvero di essere costretta a sostenere costi molto alti per far fronte a tali impegni.Il Funding liquidity risk, a sua volta, può essere distinto tra: (i) Mismatching liquidity risk, consistente nel rischio connesso al differente profilo temporale delle entrate e delle uscite di cassa determinato dal disallineamento delle scadenze delle attività e delle passività fi-nanziarie di (e fuori) bilancio e (ii) Contingency liquidity risk, ossia il rischio che eventi inattesi possano richiedere un ammontare di disponibilità liquide maggiore di quello stimato come necessario e (iii) margin calls liquidity risk, ossia il rischio che la Banca, a fronte di variazioni avverse del fair value degli strumenti finanziari, sia contrattualmente chiamata a ripristinare i margini di riferimento mediante collateral/margini per cassa.A tale proposito si evidenzia che il Regolamento Delegato della Commissione europea (UE) n. 61/2015 ha introdotto il Requisito di Copertura della Liquidità (Liquidity Coverage Requirement - LCR) per gli enti creditizi (di seguito, RD-LCR). Il LCR è una regola di breve termine volta a garantire la disponibilità da parte delle singole banche di attività liquide che consentano la sopravvivenza delle stesse nel breve/brevissimo termine in caso di stress acuto, senza ricorrere al mercato. L’indicatore compara le attività liquide a disposizione della banca con i deflussi di cassa netti (differenza tra deflussi e afflussi lordi) attesi su un orizzonte temporale di 30 giorni, quest’ultimi sviluppati tenendo conto di uno scenario di stress predefinito. Il RD-LCR è entrato in vigore il 1° ottobre 2015; a partire da tale data gli enti creditizi sono tenuti al rispetto del nuovo requisito secondo il regime transitorio previsto dall’art. 460 del CRR e dell’art. 38 del RD-LCR. In particolare, nei periodi 1° gennaio 2016 - 31 dicembre 2016 e 1° gennaio 2017 - 31 dicembre 2017 il valore minimo dell’indicatore è posto pari, rispettivamente, al 70% e 80%. A partire dal 1° gennaio 2018 deve essere rispettato un requisito del 100%. Il RD-LCR integra e, in parte, modifica quanto previsto in materia dal Regolamento n. 575/2013 (CRR) che prevede esclusivamente obblighi di natura segnaletica. Gli standard tecnici di segnalazione (ITS), presenti nel Regolamento di esecuzione della Commissione relativamente al requisito di copertura della liquidità (UE) n. 322/2016, sono in vigore dalla segnalazione del 30 settembre 2016 e sostituiscono i precedenti schemi di segnalazione “Interim LCR Reporting”.Il rischio di liquidità può essere generato da diversi fattori sia interni, sia esterni alla Banca. Le fonti del rischio di liquidità possono, pertanto, essere distinte nelle seguenti macro-ca-tegorie:• endogene: rappresentate da eventi negativi specifici della Banca (ad es. deterioramen-

to del merito creditizio della Banca e perdita di fiducia da parte dei creditori);• esogene: quando l’origine del rischio è riconducibile ad eventi negativi non direttamen-

te controllabili da parte della Banca (crisi politiche, crisi finanziarie, eventi catastrofici, ecc.) che determinano situazioni di tensione di liquidità sui mercati;

217

Nota integrativa

• combinazioni delle precedenti.L’identificazione dei fattori da cui viene generato il rischio di liquidità si realizza attraverso:• l’analisi della distribuzione temporale dei flussi di cassa delle attività e delle passività

finanziarie nonché delle operazioni fuori bilancio;• l’individuazione:

o delle poste che non presentano una scadenza definita (poste “a vista” e “a revoca”);o degli strumenti finanziari che incorporano componenti opzionali (esplicite o implici-

te) che possono modificare l’entità e/o la distribuzione temporale dei flussi di cassa (ad esempio, opzioni di rimborso anticipato);

o degli strumenti finanziari che per natura determinano flussi di cassa variabili in fun-zione dell’andamento di specifici sottostanti (ad esempio, strumenti derivati);

• l’analisi del livello di seniority degli strumenti finanziari.I processi in cui il rischio di liquidità della Banca si origina sono rappresentate principalmen-te dai processi della Finanza/Tesoreria, della Raccolta e del Credito.La Banca adotta un sistema di governo e gestione del rischio di liquidità che, in conformità alla regolamentazione prudenziale in materia, persegue gli obiettivi di:• disporre di liquidità in qualsiasi momento e, quindi, di rimanere nella condizione di far

fronte ai propri impegni di pagamento in situazioni sia di normale corso degli affari, sia di crisi;

• finanziare le proprie attività alle migliori condizioni di mercato correnti e prospettiche.A tal fine, nella sua funzione di organo di supervisione strategica, il C.d.A. della Banca defi-nisce le strategie, politiche, responsabilità, processi, obiettivi di rischio, soglie di tolleranza e limiti all’esposizione al rischio di liquidità (operativa e strutturale), nonché strumenti per la gestione del rischio liquidità - in condizioni sia di normale corso degli affari, sia di crisi di liquidità. La liquidità della Banca è gestita dalla Direzione Generale in conformità agli indirizzi strate-gici stabiliti dal C.d.A.; a tal fine essa si avvale delle previsioni di impegno rilevati tramite la procedura di regolamento giornaliero e gli strumenti gestionali di Cassa Centrale. La Banca intende perseguire un duplice obiettivo:• la gestione della liquidità operativa finalizzata a garantire la capacità della Banca di far

fronte agli impegni di pagamento per cassa, previsti e imprevisti, di breve termine (fino a 12 mesi);

• la gestione della liquidità strutturale volta a mantenere un adeguato rapporto tra passi-vità complessive e attività a medio/lungo termine (oltre i 12 mesi).

La Banca ha strutturato il presidio della liquidità operativa di breve periodo su due livelli:• il primo livello prevede il presidio giornaliero/infra-mensile della posizione di tesoreria;• il secondo livello prevede il presidio mensile della complessiva posizione di liquidità

operativa.

218

Con riferimento al presidio mensile della complessiva posizione di liquidità operativa, la Banca utilizza la reportistica di analisi disponibile mensilmente nell’ambito del Servizio Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca. La misurazione e il monitoraggio della posizione di liquidità operativa avviene attraverso:• l’indicatore LCR, per la posizione di liquidità a 30 giorni, così come determinato sulla

base di quanto prescritto dal RD-LCR e trasmesso (secondo lo schema elaborato dall’EBA) su base mensile all’autorità di vigilanza;

• la propria posizione di liquidità mediante l’indicatore “Time To Survival”, volto a misu-rare la capacità di coprire lo sbilancio di liquidità generato dall’operatività inerziale delle poste di bilancio;

• un set di indicatori sintetici finalizzati ad evidenziare vulnerabilità nella posizione di liqui-dità della Banca in riferimento ai diversi fattori di rischio rilevanti, ad esempio la con-centrazione di rimborsi, la concentrazione della raccolta, la dipendenza dalla raccolta interbancaria;

• l’analisi del livello di asset encumbrance e quantificazione delle Attività Prontamente Monetizzabili.

In particolare, per quanto concerne la concentrazione delle fonti di provvista al 31 dicem-bre 2016: (i) l’incidenza della raccolta dalle prime 10 controparti non bancarie sul totale della raccolta della Banca da clientela ordinaria risulta pari al 14,4%; (ii) il rapporto tra l’ammontare dei certificati di deposito per ciascuno dei successivi 12 mesi e il totale dei medesimi strumenti in circolazione risulta contenuto; (iii) l’incidenza della somma delle ope-razioni di rifinanziamento del portafoglio titoli sul totale della raccolta diretta è pari al 28%.L’esposizione della Banca a flussi di cassa in uscita inattesi riguardano principalmente:• le poste che non presentano una scadenza definita (in primis conti correnti passivi e

depositi liberi);• le passività a scadenza (certificati di deposito);• i margini disponibili sulle linee di credito concesse.Con riferimento alla gestione della liquidità strutturale la Banca utilizza la reportistica di analisi disponibile mensilmente nell’ambito del Servizio Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca. Gli indicatori di Trasformazione delle Scadenze misurano la durata e la consistenza di im-pieghi a clientela, raccolta da clientela a scadenza e mezzi patrimoniali disponibili al fine di proporre degli indicatori sintetici utili per giudicare la coerenza e la sostenibilità nel tempo della struttura finanziaria della Banca. L’indicatore “Net Stable Funding Ratio”, costituito dal rapporto fra le fonti di provvista stabili e le attività a medio-lungo termine, è stato definito su una logica prevista dal nuovo framework prudenziale di Basilea 3.Per entrambi gli indicatori la Banca può verificare sia la propria posizione relativa nell’ambi-to di diversi sistemi di confronto aventi ad oggetto Banche di Credito Cooperativo aderenti al Servizio Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca, sia l’evoluzione temporale

219

Nota integrativa

mese per mese degli indicatori sintetici proposti. Ai fini di valutare la propria vulnerabilità alle situazioni di tensione di liquidità eccezionali ma plausibili, la Banca calcola e monitora l’indicatore LCR così come determinato sulla base di quanto prescritto dal RD-LCR e trasmesso (secondo lo schema elaborato dall’EBA) su base mensile all’autorità di vigilanza. Periodicamente sono inoltre condotte delle prove di stress in termini di analisi di sensitività o di “scenario”. Queste ultime, condotte secondo un approccio qualitativo basato sull’esperienza aziendale e sulle indicazioni fornite dalla normativa e dalle linee guida di vigilanza, contemplano due “scenari” di crisi di liquidità, di mercato/sistemica, e specifica della singola banca. In particolare, la Banca effettua l’analisi di stress estendendo lo scenario contemplato dalla regolamentazione del LCR, con l’obiet-tivo di valutare l’impatto di prove di carico aggiuntive. I relativi risultati forniscono altresì un supporto per la: (i) valutazione dell’adeguatezza dei limiti operativi, (ii) pianificazione e avvio di transazioni compensative di eventuali sbilanci; (iii) revisione periodica del Contingency Funding Recovery Plan.Le risultanze delle analisi effettuate ed il posizionamento della Banca relativamente alla liquidità operativa e strutturale vengono trimestralmente presentate al C.d.A.Attraverso l’adozione della sopracitata regolamentazione interna la Banca si è dotata an-che di un Contingency Funding Recovery Plan (CFRP), ossia di procedure organizzative e operative da attivare per fronteggiare situazioni di allerta o crisi di liquidità. Nel CFRP della Banca sono quindi definiti gli stati di non ordinaria operatività ed i processi e strumenti per la relativa attivazione/gestione (ruoli e responsabilità degli organi e delle unità organizza-tive aziendali coinvolti, indicatori di preallarme di crisi sistemica e specifica, procedure di monitoraggio e di attivazione degli stati di non ordinaria operatività, strategie e strumenti di gestione delle crisi).La Banca, tradizionalmente, ha registrato una forte disponibilità di risorse liquide in virtù sia della composizione dei propri asset, formato prevalentemente da strumenti finanziari di alta qualità ed eligibili per operazioni di rifinanziamento con l’Eurosistema, sia dell’adozione di politiche di funding volte a privilegiare la raccolta diretta di tipo retail.La composizione del portafoglio di proprietà della Banca, formato prevalentemente da strumenti finanziari con le sopraccitate caratteristiche rappresentano i principali strumenti di attenuazione del rischio di liquidità.

220

informazioni di natura quantitativa

1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e

passività finanziarie - Valuta di denominazione: (242 eurO)

Tipologia/Durata residua

a vi

sta

da o

ltre

1 gi

orno

a

7 gi

orni

da o

ltre

7 gi

orni

a

15 g

iorn

i

da o

ltre

15 g

iorn

i a

1 m

ese

da o

ltre

1 m

ese

fino

a 3

mes

i

da o

ltre

3 m

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fino

a 6

mes

i

da o

ltre

6 m

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fino

a 1

anno

da o

ltre

1 an

no

fino

a 5

anni

Oltr

e 5

anni

Dur

ata

inde

term

inat

a

Attività per cassa 9.714 85 143 558 1.479 1.579 3.216 25.563 54.606 602 A.1 Titoli di Stato 26 60 142 232 10.700 42.750 A.2 Altri titoli di debito 1 103 26 A.3 Quote O.I.C.R. 251 A.4 Finanziamenti 9.463 85 117 558 1.419 1.437 2.983 14.863 11.753 576 - banche 5.765 576 - clientela 3.698 85 117 558 1.419 1.437 2.983 14.863 11.753 Passività per cassa 65.369 183 8.038 7.184 7.344 1.361 2.700 B.1 Depositi e conti correnti 64.878 6.507 - banche 32 6.500 - clientela 64.846 7 B.2 Titoli di debito 327 183 22 677 1.844 1.361 2.700 B.3 Altre passività 165 8.016 5.500 Operazioni "fuori bilancio" C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale

- posizioni lunghe - posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale

- posizioni lunghe - posizioni corte C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere

- posizioni lunghe - posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi

- posizioni lunghe - posizioni corte C.5 Garanzie finanziarie rilasciate

C.6 Garanzie finanziarie ricevute

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale

- posizioni lunghe - posizioni corte C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale

- posizioni lunghe - posizioni corte

221

Nota integrativa

SeZiOne 4 – riSCHiO OPerAtiVO

informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio

operativo.

Natura del rischio operativoIl rischio operativo, così come definito dalla regolamentazione prudenziale, è il rischio di su-bire perdite derivanti dalla inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Tale definizione include il rischio legale, ma non considera quello reputazionale e strategico.Il rischio operativo, in quanto tale, è un rischio puro, essendo ad esso connesse solo mani-festazioni negative dell’evento. Tali manifestazioni sono direttamente riconducibili all’attività della Banca e riguardano l’intera struttura della stessa (governo, business e supporto).

Principali fonti di manifestazioneIl rischio operativo, connaturato nell’esercizio dell’attività bancaria, è generato trasversal-mente da tutti i processi aziendali. In generale, le principali fonti di manifestazione del ri-schio operativo sono riconducibili alle frodi interne, alle frodi esterne, ai rapporti di impiego e sicurezza sul lavoro, agli obblighi professionali verso i clienti ovvero alla natura o carat-teristiche dei prodotti, ai danni da eventi esterni, alla disfunzione dei sistemi informatici e all’esecuzione, consegna e gestione dei processi. Rilevano, in tale ambito, i rischi connessi alle funzioni aziendali importanti in outsourcing.

Struttura organizzativa preposta al controllo del rischioLa Banca ha provveduto alla definizione di responsabilità ed attribuzioni organizzative articolate sia sugli Organi di Vertice che sulle unità organizzative aziendali, finalizzate al presidio del rischio in esame. In particolare, il Consiglio di Amministrazione è responsa-bile dell’istituzione e del mantenimento di un efficace Sistema di Misurazione e Controllo del Rischio Operativo. La Direzione Generale, in coerenza con il modello di business ed il grado di esposizione ai rischi definito dal Consiglio di Amministrazione, predispone le misure necessarie ad assicurare l’attuazione ed il corretto funzionamento del sistema di monitoraggio e gestione del Rischio Operativo, assicurando che siano stati stabiliti canali di comunicazione efficaci, al fine di garantire che tutto il personale sia a conoscenza delle politiche e delle procedure rilevanti relative al sistema di gestione del Rischio Operativo. In tale ambito, gestisce le problematiche e le criticità relative agli aspetti organizzativi ed ope-rativi dell’attività di gestione del Rischio Operativo. Il Collegio Sindacale, nell’ambito delle proprie funzioni istituzionali di sorveglianza, vigila sul grado di adeguatezza del sistema di gestione e controllo del rischio adottato, sul suo concreto funzionamento e sulla rispon-denza ai requisiti stabiliti dalla normativa.Nella gestione e controllo dei Rischi Operativi sono poi coinvolte le unità organizzative,

222

ciascuna delle quali è destinataria dell’attribuzione di specifiche responsabilità coerenti con la titolarità delle attività dei processi nei quali il rischio in argomento si può manifestare. Tra queste, la Funzione di Risk Management è responsabile dell’analisi e valutazione dei Rischi Operativi, garantendo un’efficace e puntuale valutazione dei profili di manifestazione relativi, nel rispetto delle modalità operative di propria competenza.La revisione interna, altresì, nel più ampio ambito delle attività di controllo di propria com-petenza, effettua sui rischi operativi specifiche e mirate verifiche. Sempre con riferimento ai presidi organizzativi, assume rilevanza anche l’istituzione della funzione di Conformità, deputata al presidio ed al controllo del rispetto delle norme, che fornisce un supporto nella prevenzione e gestione del rischio di incorrere in sanzioni giudi-ziarie o amministrative, di riportare perdite rilevanti conseguenti alla violazione di normativa esterna (leggi o regolamenti) o interna (statuto, codici di condotta, codici di autodisciplina). La Banca ha esternalizzato la funzione di Conformità alla Federazione delle Banche di Credito Cooperativo di Puglia e Basilicata.

Sistemi interni di misurazione, gestione e controllo del rischio operativo e valutazione delle performance di gestioneCon riferimento alla misurazione regolamentare del requisito prudenziale a fronte dei rischi operativi, la Banca, non raggiungendo le specifiche soglie di accesso alle metodologie avanzate individuate dalla Vigilanza e in considerazione dei propri profili organizzativi e di-mensionali, ha deliberato l’applicazione del metodo base (Basic Indicator Approach – BIA).Sulla base di tale metodologia, il requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi viene mi-surato applicando il coefficiente regolamentare del 15% alla media delle ultime tre osserva-zioni su base annuale di un indicatore del volume di operatività aziendale (c.d. “indicatore rilevante”, riferite alla situazione di fine esercizio). Qualora da una delle osservazioni risulti che l’indicatore rilevante è negativo o nullo, non si tiene conto di questo dato nel calcolo della media triennale. Il sistema dei controlli interni costituisce il presidio principale per la prevenzione e il contenimento dei rischi operativi.Per la gestione ed il controllo del rischio operativo, la Banca monitora l’esposizione a de-terminati profili di insorgenza di tale rischio anche attraverso l’analisi ed il monitoraggio di un insieme di “indicatori di rilevanza”. Nell’ambito del complessivo assessment, con specifico riferimento alla componente di rischio legata all’esternalizzazione di processi/attività aziendali sono, inoltre, oggetto di analisi:• quantità e contenuti delle attività in outsourcing;• esiti delle valutazioni interne dei livelli di servizio degli outsourcer;• qualità creditizia degli outsourcer.Con riguardo al governo dei rischi operativi rilevano, anche, i presidi adottati nel contesto dell’adeguamento alla nuova disciplina in materia di esternalizzazione di funzionali aziendali al di fuori del gruppo bancario, introdotte con il 15° aggiornamento alla Circolare 263/06

223

Nota integrativa

(Titolo V, Capitolo 7, Sezione IV) che definiscono un quadro organico dei principi e delle regole cui attenersi per procedere all’esternalizzazione di funzioni aziendali e richiedono l’attivazione di specifici presidi a fronte dei rischi connessi, nonché il mantenimento della capacità di controllo dell’operato del fornitore e delle competenze necessarie all’eventuale re-internalizzazione, in caso di necessità, delle attività esternalizzate.È bene preliminarmente evidenziare, proprio a tale ultimo riguardo, come la Banca si avval-ga, in via prevalente, dei servizi offerti da società/enti appartenenti al Sistema del Credito Cooperativo, costituite e operanti nella logica di servizio prevalente - quando non esclu-sivo - alle BCC-CR, offrendo soluzioni mirate, coerenti con le caratteristiche delle stesse. Queste circostanze costituiscono, già in quanto tali, una mitigazione dei rischi assunti dalla Banca nell’esternalizzazione di funzioni di controllo od operative. Ciò posto, pur se alla luce delle considerazioni richiamate, considerata la rilevanza che il ricorso all’esternalizzazione assume per la Banca, è stata condotta un’attenta valutazione delle modalità, dei contenuti e dei tempi del complessivo percorso di adeguamento alle nuove disposizioni. Con riguardo a tutti i profili di esternalizzazione in essere, sono state attivate, in ottem-peranza e adesione ai riferimenti e alle linee guida prodotti a riguardo dalla Categoria, le modalità atte ad accertare il corretto svolgimento delle attività da parte del fornitore predi-sponendo, in funzione delle diverse tipologie, differenti livelli di protezione contrattuale e di controllo, nonché flussi informativi dedicati, con riguardo all’elenco delle esternalizzazione di funzioni operative importanti e di funzioni aziendali di controllo. Gli accordi di esternalizzazione formalizzati in un apposito contratto sono in corso di re-visione per assicurare che riportino le attività oggetto di esternalizzazione; il perimetro di applicazione con i rispettivi diritti / obblighi / responsabilità (nel rispetto delle leggi e dei regolamenti applicabili); le modalità di svolgimento del servizio; le condizioni al verificarsi delle quali possono essere apportate modifiche; la durata; le modalità di rinnovo e di in-terruzione; le condizioni economiche; le clausole di protezione dei dati personali, dei dati personali sensibili, delle informazioni riservate di proprietà della Banca.Più in generale, nell’ambito delle azioni intraprese nella prospettiva di garantire la piena conformità alla nuova regolamentazione introdotta da Banca d’Italia attraverso il già citato 15° aggiornamento della Circolare 263/06, rilevano le iniziative collegate al completamento delle attività di recepimento nei profili organizzativi e nelle disposizioni interne dei riferimenti di cui ai capitoli 8 (sistemi informativi) e 9 (continuità operativa) della citata nuova disciplina.

Pendenze legali rilevanti e indicazione delle possibili perditeNon esistono al momento pendenze legali rilevanti.

Pubblicazione dell’informativa al pubblico

La Banca svolge le necessarie attività per rispondere ai requisiti normativi in tema di “In-formativa al Pubblico” richiesti dal c.d. “Pillar III” di Basilea 2. Le previste tavole informative (risk report), ed i relativi aggiornamenti, sono pubblicate sul sito internet della Banca www.bccmassafra.it.

224

PArte F – inFOrmAZiOni Sul PAtrimOniO

Sezione 1 – il patrimonio dell’impresa

A. inFOrmAZiOni Di nAturA QuAlitAtiVA

Una delle priorità strategiche della Banca è rappresentata dalla consistenza e dalla dina-mica dei mezzi patrimoniali. Il patrimonio costituisce il primo presidio a fronte dei rischi connessi con la complessiva attività bancaria e il principale parametro di riferimento per le valutazioni dell’autorità di vigilanza sulla solidità delle banche. Esso contribuisce positiva-mente anche alla formazione del reddito di esercizio e fronteggia adeguatamente tutte le immobilizzazioni tecniche e finanziarie della Banca.L’evoluzione del patrimonio aziendale non solo accompagna puntualmente la crescita di-mensionale, ma rappresenta un elemento decisivo nelle fasi di sviluppo. Per assicurare una corretta dinamica patrimoniale in condizioni di ordinaria operatività, la Banca ricorre soprattutto all’autofinanziamento, ovvero al rafforzamento delle riserve attraverso la desti-nazione degli utili netti. La Banca destina infatti alla riserva indivisibile la quasi totalità degli utili netti di esercizio.Il patrimonio netto della Banca è determinato dalla somma del capitale sociale, della riser-va sovrapprezzo azioni, delle riserve di utili, delle riserve da valutazione e dall’utile di eser-cizio, per la quota da destinare a riserva, così come indicato nella Parte B della presente Sezione. La nozione di patrimonio che la Banca utilizza nelle sue valutazioni è sostanzialmente ri-conducibile alla nozione di “fondi propri” come stabilita dal Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR), nelle tre componenti del capitale primario di classe 1 (CET 1), del capitale di classe 1 (Tier 1) e del capitale di classe 2 (Tier 2). Il patrimonio così definito rappresenta infatti, a giudizio della Banca, il miglior riferimento per una efficace gestione in chiave sia strategica sia di operatività corrente. Esso costituisce il presidio principale dei rischi aziendali secon-do le disposizioni di vigilanza prudenziale, in quanto risorsa finanziaria in grado di assorbire le possibili perdite prodotte dall’esposizione della Banca ai rischi predetti, assumendo un ruolo di garanzia nei confronti dei depositanti e dei creditori in generale.Per i requisiti patrimoniali minimi si fa riferimento ai parametri obbligatori stabiliti dalle richia-mate disposizioni di vigilanza, in base alle quali il capitale primario di classe 1 della Banca deve ragguagliarsi almeno al 4,5% del totale delle attività di rischio ponderate (“CET1 ca-pital ratio”), il capitale di classe 1 deve rappresentare almeno il 6% del totale delle predette attività ponderate (“Tier 1 capital ratio”) e il complesso dei fondi propri della Banca deve attestarsi almeno all’8% del totale delle attività ponderate (“Total capital ratio”). Le menzio-nate attività di rischio ponderate vengono determinate in relazione ai profili di rischio del cosiddetto “primo pilastro” rappresentati dai rischi di credito e di controparte (misurati in base alla categoria delle controparti debitrici, alla durata e tipologia delle operazioni e alle

225

Nota integrativa

garanzie personali e reali ricevute), dai rischi di mercato sul portafoglio di negoziazione e dal rischio operativo.Le disposizioni di vigilanza richiedono inoltre che siano detenute risorse patrimoniali ag-giuntive di capitale primario di classe 1 rispetto ai citati requisiti minimi obbligatori, destina-te a essere utilizzate nelle fasi avverse di mercato per preservare il livello minimo di capitale regolamentare (“riserva di conservazione del capitale”, pari al 2,5% delle complessive atti-vità di rischio ponderate).Si fa inoltre presente che nel mese di febbraio 2017 la Banca ha ricevuto dalla Banca d’I-talia la notifica relativa all’esito del procedimento di revisione prudenziale (SREP) condotto ai sensi degli art. 97 e seguenti della Direttiva UE n. 36/2013 (CRD IV).Il citato articolo 97 della CRD IV stabilisce che la Banca d’Italia debba periodicamente ri-esaminare l’organizzazione, le strategie, i processi e le metodologie che le banche vigilate mettono in atto per fronteggiare il complesso dei rischi a cui sono esposte (processo di revisione e valutazione prudenziale - SREP). Con lo SREP, l’Autorità riesamina e valuta il processo di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale condotto internamente, analiz-za i profili di rischio della banca singolarmente e in un’ottica aggregata, anche in condizioni di stress e il relativo contributo al rischio sistemico; valuta il sistema di governo aziendale, la funzionalità degli organi, la struttura organizzativa e il sistema dei controlli interni; verifica l’osservanza del complesso delle regole prudenziali. Al termine di tale processo, la Banca d’Italia, ai sensi dell’art. 104 della CRD IV, ha il potere - tra l’altro - di richiedere un capitale aggiuntivo rispetto ai requisiti minimi normativi a fronte della rischiosità complessiva dell’in-termediario: i ratios patrimoniali quantificati tenendo conto dei requisiti aggiuntivi hanno quindi carattere vincolante (“target ratio”).Alla luce della valutazione condotta, la Banca d’Italia ha stabilito che, a far data dalle se-gnalazioni riferite al 31 marzo 2017 la Banca sia tenuta al rispetto nel continuo dei seguenti coefficienti minimi di capitale:• Coefficiente di capitale primario di classe 1 (Cet 1 ratio) pari al 6,15%, composto da

una misura vincolante del 4,90% (di cui 4,5% a fronte dei requisiti minimi regolamentari e 0,40% a fronte dei requisiti aggiuntivi determinati a esito dello SREP) e per la parte restante dalla componente di riserva di conservazione del capitale;

• Coefficiente di capitale di classe 1 (Tier 1 ratio) pari al 7,80%, composto da una misura vincolante del 6,55% (di cui 6% a fronte dei requisiti minimi regolamentari e 0,55% a fronte dei requisiti aggiuntivi determinati a esito dello SREP) e per la parte restante dalla componente di riserva di conservazione del capitale;

• Coefficiente di capitale totale (Total Capital ratio) pari al 10,00%, composto da una mi-sura vincolante dell’8,75% (di cui 8% a fronte dei requisiti minimi regolamentari e 0,75% a fronte dei requisiti aggiuntivi determinati a esito dello SREP) e per la parte restante dalla componente di riserva di conservazione del capitale.

Tali ratio patrimoniali corrispondono agli Overall Capital Requirement (OCR) ratio, così come definiti dalle Guidelines EBA/GL/2014/13, e sono la somma delle misure vincolanti

226

corrispondenti al Total SREP Capital Requirement (TSCR) ratio, così come definito nelle citate Guidelines EBA, e della riserva di conservazione di capitale.In caso di riduzione di uno dei ratio patrimoniali al di sotto dell’OCR ratio, ma al di sopra della misura vincolante (TSCR ratio), occorrerà procedere all’avvio delle misure di conser-vazione del capitale (Circ. 285, Parte Prima, Titolo II, Cap. 1, Sez. V).Con l’emanazione a ottobre 2016 del 4° aggiornamento alla Circ. 285/13, l’Autorità di Vigi-lanza ha ricondotto, a far data dal 1° gennaio 2017, la disciplina transitoria della riserva di capitale (capital conservation buffer – CCB) a quanto previsto, in via ordinaria, dalla CRD IV.Tale modifica è stata motivata dalle esigenze rivenienti dall’evoluzione del quadro istitu-zionale e normativo (caratterizzato da una sempre maggiore integrazione dei processi di supervisione all’interno dell’area Euro) e dalla volontà di minimizzare le differenze nella disciplina prudenziale in concreto applicabile alle banche italiane rispetto agli altri paesi. La misura del requisito di riserva del capitale, non più “assorbito” dal requisito aggiuntivo, verrà quindi ricondotta nel 2017 a quanto previsto dal regime transitorio adottato con il già citato 18° aggiornamento con riguardo al periodo di applicazione delle misure post SREP 2016, ovvero, l’1,25%.A luglio 2016, nell’ambito dell’informativa in merito alle modalità per tener conto dei risul-tati degli stress test condotti nella calibrazione dei requisiti di secondo pilastro, l’ABE, ha inoltre precisato che tra le misure adottabili da parte della competente Autorità di Vigilanza, rientra la possibilità di avanzare ulteriori richieste di capitale sotto forma di orientamenti di secondo pilastro (capital guidance). Come indicato nella comunicazione inerente all’avvio del procedimento di decisione sul capitale a esito dello SREP 2016 ricevuta lo scorso febbraio, il complessivo requisito patri-moniale basato sul profilo di rischio della Banca, determinato a esito dello SREP 2016, si comporrà dei requisiti di capitale vincolanti (costituiti dalla somma dei requisiti minimi e art. 92 del CRR e dei requisiti vincolanti aggiuntivi determinati a esito dello SREP), della misura piena (ovvero, non “assorbita” nei requisiti vincolanti aggiuntivi) del requisito di riserva di conservazione del capitale applicabile alla luce della disciplina transitoria, delle eventuali ulteriori richieste di capitale, sotto forma di capital guidance, a fronte della maggiore espo-sizione ai rischi in condizioni di stress. Tali ultime misure si posizionano nell’ordine di impat-to dopo i requisiti di primo e di secondo pilastro e i buffers di capitale. Il mancato rispetto della capital guidance, pertanto, non comporta l’applicazione delle misure obbligatorie di conservazione del capitale. Laddove almeno uno dei coefficienti di capitale della Banca scenda al di sotto dei livelli attesi (capital guidance) di capitale sopra indicati, la Banca dovrà senza indugio fornire un’informativa alla Banca d’Italia, accludendo dettagliati riferimenti sulle motivazioni per cui i livelli di capitale della Banca sono inferiori a quanto richiesto dall’Autorità di Vigilanza nonché sul piano di riallineamento che dovrà consentire di ritornare al livello atteso entro un periodo massimo di non oltre due anni.Sulla base di quanto riportato nella comunicazione già citata la Banca sarà tenuta al ri-

227

Nota integrativa

spetto dei seguenti requisiti di capitale (fermo il rispetto del requisito di capitale minimo e art. 92 del CRR):• Coefficiente di capitale primario di classe 1 (CET 1 ratio) pari al 6,30%, composto da

un OCR CET1 ratio pari a 6,15% e da una capital guidance, a fronte di una maggiore esposizione al rischio in condizioni di stress, pari a 0,15%;

• Coefficiente di capitale di classe 1 (Tier 1 ratio) pari al 7,95%, composto da un OCR T1 ratio pari a 7,80% e da una capital guidance, a fronte di una maggiore esposizione al rischio in condizioni di stress, pari a 0,15%;

• Coefficiente di capitale totale (Total Capital ratio) pari al 10,20%, composto da un OCR TC ratio pari a 10% e da una capital guidance, a fronte di una maggiore esposizione al rischio in condizioni di stress, pari a 0,20%.

Per le Banche di Credito Cooperativo sono inoltre previsti ulteriori limiti prudenziali all’ope-ratività aziendale quali:• il vincolo dell’attività prevalente nei confronti dei soci, secondo il quale più del 50% delle

attività di rischio deve essere destinato a soci o ad attività prive di rischio;• il vincolo del localismo, secondo il quale non è possibile destinare più del 5% delle pro-

prie attività al di fuori della zona di competenza territoriale, identificata generalmente nei comuni ove la Banca ha le proprie succursali ed in quelli limitrofi.

Accanto al rispetto dei richiamati coefficienti patrimoniali minimi obbligatori a fronte dei rischi di “primo pilastro”, la normativa di vigilanza richiede anche di misurare con l’utilizzo di metodologie interne la complessiva adeguatezza patrimoniale della Banca sia in via attuale sia in via prospettica e in ipotesi di “stress” l’insieme dei rischi aziendali che comprendono, oltre a quelli del “primo pilastro” (credito, controparte, mercato, operativo), ulteriori fattori di rischio che insistono sull’attività aziendale come, in particolare, i rischi di concentrazio-ne, di tasso di interesse, di liquidità, di leva finanziaria eccessiva ecc. (“secondo pilastro”). L’esistenza, accanto ai coefficienti minimi obbligatori, del “secondo pilastro” di fatto amplia il concetto di adeguatezza patrimoniale, che assume una connotazione più globale e tesa alla verifica complessiva dei fabbisogni patrimoniali e delle fonti effettivamente disponibili, in coerenza con gli obiettivi strategici e di sviluppo della Banca stessa. La Banca si è dotata di processi e strumenti (Internal Capital Adequacy Process, ICAAP) per determinare il livello di capitale interno adeguato a fronteggiare ogni tipologia di ri-schio, nell’ambito di una valutazione dell’esposizione, attuale, prospettica e in situazione di “stress”, che tenga conto delle strategie e dell’evoluzione del contesto di riferimento. Obiettivo della Banca è quindi quello di mantenere un’adeguata copertura patrimoniale a fronte dei requisiti richiesti dalle norme di vigilanza; nell’ambito del processo ICAAP la loro evoluzione viene pertanto stimata in sede di attività di pianificazione sulla base degli obiet-tivi stabiliti dal Consiglio di Amministrazione. La verifica del rispetto dei requisiti di vigilanza e della conseguente adeguatezza del patri-monio avviene trimestralmente. Gli aspetti oggetto di verifica sono principalmente i “ratios”

228

rispetto alla struttura finanziaria della Banca (impieghi, crediti anomali, immobilizzazioni, totale attivo) e il grado di copertura dei rischi.L’attuale consistenza patrimoniale consente il rispetto delle regole di vigilanza prudenziale previste per tutte le banche, nonché quelle specifiche dettate per le Banche di Credito Cooperativo. B. informazioni di natura quantitativa

Nella Sezione è illustrata la composizione dei conti relativi al patrimonio della Banca.

B.1 Patrimonio dell’impresa: composizione

Voci/Valori Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

1. Capitale 3.419 3.324

2. Sovrapprezzi di emissione 131 107

3. Riserve 2.467 1.925

- di utili 2.467 1.925

a) legale 2.098 1.683

b) statutaria 369 242

c) azioni proprie

d) altre

- altre

4. Strumenti di capitale

5. (Azioni proprie)

6. Riserve da valutazione (81) 267

- Attività finanziarie disponibili per la vendita (81) 267

- Attività materiali

- Attività immateriali

- Copertura di investimenti esteri

- Copertura dei flussi finanziari

- Differenze di cambio

- Attività non correnti in via di dismissione

- Utili (perdite) attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti

- Quote delle riserve da valutazione relative alle partecipate valutate al patrimonio netto

- Leggi speciali di rivalutazione

7. Utile (Perdita) d'esercizio 252 589

Totale 6.187 6.212

229

Nota integrativa

Il capitale della Banca è costituito da azioni ordinarie del valore nominale di 50 euro. Le riserve di cui al punto 3 includono le riserve di utili (riserva legale e statutaria); ulteriori informazioni sono fornite nella precedente Sezione 14 - Parte B del passivo del presente documento.

B.2 riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione

Attività/ValoriTotale 31.12.2016 Totale 31.12.2015

Riserva positiva

Riserva negativa

Riserva positiva

Riserva negativa

1. Titoli di debito 154 (224) 299 21

2. Titoli di capitale (11) 11

3. Quote di O.I.C.R.

4. Finanziamenti

Totale 154 (235) 299 32

Gli importi indicati sono riportati al netto del relativo effetto fiscale.

B.3 riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue

Titoli di debito

Titoli di capitale

Quote di O.I.C.R. Finanziamenti

1. Esistenze iniziali 278 (11)

2. Variazioni positive 343

2.1 Incrementi di fair value 98

2.2 Rigiro a conto economico di riserve negative

30

- da deterioramento

- da realizzo 30

2.3 Altre variazioni 215

3. Variazioni negative 692

3.1 Riduzioni di fair value 369

3.2 Rettifiche da deterioramento

3.3 Rigiro a conto economico di riserve positive: da realizzo

281

3.4 Altre variazioni 42

4. Rimanenze finali (71) (11)

230

La sottovoce 2.3 “Altre variazioni” include:• aumenti di imposte differite attive per 111 mila euro;• diminuzioni di imposte differite passive per 104 mila euro.La sottovoce 3.4 ‘’ Altre variazioni’’ include: • aumenti di imposte differite passive per 31 mila euro;• diminuzioni di imposte differite attive per 11 mila euro.

Sezione 2 – Fondi propri e coefficienti di vigilanza

2.1. Fondi propri

A. inFOrmAZiOni Di nAturA QuAlitAtiVA

I fondi propri e i coefficienti patrimoniali sono stati calcolati sulla base dei valori patrimoniali e del risultato economico determinati con l’applicazione della normativa di bilancio previ-sta dai principi contabili internazionali IAS/IFRS e tenendo conto della nuova disciplina sui fondi propri e sui coefficienti prudenziali introdotta con l’emanazione del Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR) e della Direttiva (UE) n. 36/2013 (CRD IV), nonché delle correlate dispo-sizioni di carattere tecnico-applicativo dell’EBA, oggetto di specifici regolamenti delegati della Commissione Europea.I fondi propri derivano dalla somma delle componenti positive e negative, in base alla loro qualità patrimoniale; le componenti positive devono essere nella piena disponibilità della Banca, al fine di poterle utilizzare per fronteggiare il complesso dei requisiti patrimoniali di vigilanza sui rischi.Il totale dei fondi propri, che costituisce il presidio di riferimento delle disposizioni di vi-gilanza prudenziale, è costituito dal capitale di classe 1 (Tier 1) e dal capitale di classe 2 (Tier 2 – T2); a sua volta, il capitale di classe 1 risulta dalla somma del capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET 1) e del capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1).I tre predetti aggregati (CET 1, AT 1 e T2) sono determinati sommando algebricamente gli elementi positivi e gli elementi negativi che li compongono, previa considerazione dei c.d. “filtri prudenziali”. Con tale espressione si intendono tutti quegli elementi rettificativi, positivi e negativi, del capitale primario di classe 1, introdotti dalle autorità di vigilanza con il fine esplicito di ridurre la potenziale volatilità del patrimonio. La Banca si è avvalsa della facoltà, prevista in sede di emanazione della Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 “Disposizioni di vigilanza per le banche”, di esclusione temporanea dal CET1 delle riserve da valutazione positive e negative a fronte dei titoli, detenuti dalle banche nel portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita, emessi dalle Am-ministrazioni centrali classificate nel portafoglio delle “Attività finanziarie disponibili per la vendita”. L’applicabilità di tale deroga era subordinata alla omologazione da parte della

231

Nota integrativa

Commissione Europea, conformemente al regolamento (UE) n. 1606/2002, del principio IFRS 9 (sostitutivo dello IAS 39).Il Regolamento di adozione dell’IFRS 9 è stato adottato dalla Commissione europea lo scorso novembre ed è entrato in vigore nel mese di dicembre 2016, stabilendo l’applica-zione del principio, al più tardi, a partire dalla data di inizio del primo esercizio finanziario che cominci il 1° gennaio 2018 o successivamente. Si è posta quindi una questione interpretativa inerente al momento dal quale cessano la discrezionalità esercitata dalla Banca d’Italia e, di conseguenza, l’applicazione del filtro (ovvero se dalla data dell’entrata in vigore del Regolamento di adozione del principio o da quella di effettiva applicazione dello stesso). Il 23 gennaio 2016 la Banca d’Italia ha pubblicato una comunicazione contenente alcuni chiarimenti sul trattamento prudenziale dei saldi netti cumulati delle plusvalenze e minusva-lenze su esposizioni verso amministrazioni centrali classificate nel portafoglio delle “Attività finanziarie disponibili per la vendita” (AFS).Nella citata comunicazione, la Banca d’Italia ha evidenziato che, nelle more di un chiari-mento formale da parte delle competenti autorità comunitarie, le banche diverse da quelle sottoposte alla supervisione diretta della Banca Centrale Europea (“banche meno signifi-cative”), le SIM e gli intermediari finanziari iscritti all’Albo di cui all’art. 106 TUB, continuano ad applicare l’attuale trattamento prudenziale (ovvero, sterilizzano l’intero ammontare di profitti e perdite non realizzati derivanti dalle suddette esposizioni).La nuova disciplina di vigilanza sui fondi propri e sui requisiti patrimoniali è anche oggetto di un regime transitorio, il quale prevede in particolare:• l’introduzione graduale (“phase-in”) di alcune di tali nuove regole lungo un periodo ge-

neralmente di 4 anni (2014-2017);• regole di “grandfathering” che consentono la computabilità parziale, con graduale

esclusione entro il 2021, dei pregressi strumenti di capitale del patrimonio di base e del patrimonio supplementare che non soddisfano tutti i requisiti prescritti dal citato Rego-lamento (UE) n. 575/2013 per gli strumenti patrimoniali del CET1, AT1 e T2.

Una parte delle disposizioni che regolano il predetto regime transitorio sono state dettate dalla Banca d’Italia, con la menzionata circolare n. 285/2013, nell’ambito delle opzioni na-zionali consentite dal Regolamento (UE) n. 575/2013 alle competenti autorità di vigilanza nazionali.Rileva, peraltro, che ai sensi dell’articolo 26 del Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR), gli utili intermedi o gli utili di fine esercizio per i quali non sia stata ancora adottata la delibera formale di conferma da parte dell’assemblea dei soci attraverso l’approvazione del bilancio dell’esercizio possono essere inclusi nel capitale primario di classe 1, previa autorizzazione dell’autorità competente, a condizione che:• i predetti utili siano stati approvati dal Consiglio di Amministrazione e controllati dal

soggetto incaricato della revisione legale dei conti della Banca;

232

• dagli stessi utili siano stati dedotti tutti gli oneri e i dividendi prevedibili.Con riferimento alla verifica degli utili di fine esercizio, la stessa può consistere o in una relazione di revisione o in una lettera di attestazione provvisoria (comfort letter) che attesti che la revisione non è stata completata ma che nulla si è posto all’attenzione dei revisori che possa indurli a ritenere che la relazione finale presenterà un giudizio con rilievi.Al momento della approvazione del progetto di bilancio da parte del Consiglio di Ammini-strazione il soggetto incaricato della revisione legale dei conti non aveva ancora completa-to tutte le attività richieste ai fini del rilascio della suddetta lettera di attestazione provvisoria; sicché, come precisato dall’ITS 680/2014, nell’ambito della segnalazione COREP, l’utile al 31 dicembre 2016 è stato computato nel capitale primario di classe 1 ma limitatamen-te alla parte di utili maturata nel primo semestre 2016, oggetto di controllo da parte del soggetto incaricato della revisione legale dei conti della Banca. Giova precisare, tuttavia, che in considerazione della proposta di destinazione dell’utile di esercizio formulata dal Consiglio di Amministrazione, quand’anche il soggetto incaricato della revisione legale dei conti avesse completato tutte le attività richieste ai fini del rilascio della suddetta lettera di attestazione provvisoria l’impatto sui fondi propri sarebbe stato nullo.Di seguito si illustrano gli elementi che compongono, rispettivamente, il capitale primario di classe 1, il capitale aggiuntivo di classe 1 ed il capitale di classe 2, in particolare:

Capitale primario di classe 1 (Cet 1)

Il capitale primario di classe 1, che rappresenta l’insieme delle componenti patrimoniali di qualità più pregiata, è costituito dai seguenti elementi: capitale sociale, sovrapprezzi di emissione, riserve di utili e di capitale, riserve da valutazione, “filtri prudenziali”, deduzioni (perdite infrannuali, avviamento ed altre attività immateriali, azioni proprie detenute anche indirettamente e/o sinteticamente e impegni al riacquisto delle stesse, partecipazioni signi-ficative e non nel capitale di altri soggetti del settore finanziario detenute anche indiretta-mente e/o sinteticamente, attività fiscali differite, esposizioni verso cartolarizzazioni e altre esposizioni ponderabili al 1250% e dedotte dal capitale primario). Nella quantificazione de-gli anzidetti elementi deve tenersi conto anche degli effetti derivanti dal “regime transitorio”.

Capitale aggiuntivo di classe 1 (At 1)

Gli strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 e i relativi eventuali sovrapprezzi costituisco-no gli elementi patrimoniali del capitale aggiuntivo di classe 1. Tale aggregato non rileva per la Banca, in quanto la stessa non ha emesso strumenti di capitale riconducibili tra gli strumenti di AT 1.

Capitale di classe 2 (t 2)

Le passività subordinate, inclusi i relativi eventuali sovrapprezzi di emissione, costituiscono gli elementi patrimoniali del capitale di classe 2. Tale aggregato non rileva per la Banca.

233

Nota integrativa

B. informazioni di natura quantitativa

Totale 31.12.2016

Totale 31.12.2015

A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET 1) prima dell'applicazione dei filtri prudenziali

6.189 5.728

di cui: strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie

B. Filtri prudenziali del CET1 (+/-)

C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio (A+/-B)

6.189 5.728

D. Elementi da dedurre dal CET1

E. Regime transitorio – Impatto su CET1 (+/-)

F. Totale Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) (C–D+/-E)

6.189 5.728

G. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 - AT1) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio

di cui: strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie

H. Elementi da dedurre dall'AT1

I. Regime transitorio - Impatto su AT1 (+/-)

L. Totale Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 - AT1) (G-H+/-I)

M. Capitale di classe 2 (Tier 2 - T2) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio

di cui: strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie

N. Elementi da dedurre dal T2

O. Regime transitorio - Impatto su T2 (+/-)

P. Totale Capitale di classe 2 (Tier 2 - T2) (M-N+/-O)

Q. Totale fondi propri (F+L+P) 6.189 5.728

2.2. Adeguatezza patrimoniale

A. inFOrmAZiOni Di nAturA QuAlitAtiVA

A far data dal 1 gennaio 2014 è divenuta applicabile la nuova disciplina armonizzata per le banche e le imprese di investimento contenuta nel Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR) e nella direttiva (UE) n. 36/2013 (CRD IV) del 26 giugno 2013, che traspongono nell’U-nione europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (c.d. framework Basilea 3).Per dare attuazione e agevolare l’applicazione della nuova disciplina comunitaria e per realizzare una complessiva revisione e semplificazione della disciplina di vigilanza delle banche, la Banca d’Italia ha emanato la circolare n. 285/2013 “Disposizioni di vigilanza per le banche”, la quale recepisce le norme della CRD IV, indica le modalità con cui sono state

234

esercitate le discrezionalità nazionali attribuite dalla disciplina comunitaria del regolamento CRR alle autorità nazionali e delinea un quadro normativo completo, organico, razionale e integrato con le disposizioni comunitarie di diretta applicazione.La nuova normativa si basa, in linea con il passato, su tre Pilastri: • il primo pilastro attribuisce rilevanza alla misurazione dei rischi e del patrimonio, preve-

dendo il rispetto di requisiti patrimoniali per fronteggiare le principali tipologie di rischio dell’attività bancaria e finanziaria (di credito, di controparte, di mercato e operativo). Sono inoltre previsti:o l’obbligo di detenere riserve patrimoniali addizionali in funzione di conservazione del

capitale e in funzione anticiclica nonché per le istituzioni a rilevanza sistemica;o nuovi requisiti e sistemi di supervisione del rischio di liquidità, sia in termini di liquidità

a breve termine (Liquidity Coverage Ratio – LCR) sia di regola di equilibrio strutturale a più lungo termine (Net Stable Funding Ratio – NSFR);

o un coefficiente di “leva finanziaria” (“leverage ratio”), che consiste nel rapporto per-centuale tra il patrimonio costituito dal capitale di classe 1 e l’ammontare totale delle esposizioni non ponderate per cassa e fuori bilancio, senza peraltro che sia fissato per il momento un limite minimo obbligatorio da rispettare;

• il secondo pilastro richiede agli intermediari di dotarsi di una strategia e di un processo di controllo dell’adeguatezza patrimoniale (cosiddetto “Internal Capital Adequacy As-sessment Process” - ICAAP), in via attuale e prospettica e in ipotesi di “stress”, a fronte di tutti i rischi rilevanti per l’attività bancaria (credito, controparte, mercato, operativo, di concentrazione, di tasso di interesse, di liquidità ecc.) e di un robusto sistema orga-nizzativo, di governo societario e dei controlli interni; inoltre, nel quadro del secondo pilastro va tenuto sotto controllo anche il rischio di leva finanziaria. All’Organo di Vigi-lanza è rimessa la supervisione sulle condizioni di stabilità, efficienza, sana e prudente gestione delle banche e la verifica dell’affidabilità e della coerenza dei risultati delle loro valutazioni interne (cosiddetto “Supervisory Review and Evaluation Process” - SREP), al fine di adottare, ove la situazione lo richieda, le opportune misure correttive;

• il terzo pilastro prevede specifici obblighi di informativa al pubblico riguardanti l’adegua-tezza patrimoniale, l’esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei relativi sistemi di gestione, misurazione e controllo.

I coefficienti prudenziali obbligatori alla data di chiusura del presente bilancio sono deter-minati secondo le metodologie previste dal Regolamento (UE) n. 575/2013, adottando:• il metodo “standardizzato”, per il calcolo dei requisiti patrimoniali sul rischio di credito e

di controparte;• il metodo “standardizzato”, per il computo dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato;• il metodo “base”, per la misurazione del rischio operativo.In base alle citate disposizioni, le banche devono mantenere costantemente a fronte del complesso dei rischi del primo pilastro (credito, controparte, mercato, operativo):

235

Nota integrativa

• un ammontare di capitale primario di classe 1 (CET 1) pari ad almeno il 4,5% delle atti-vità di rischio ponderate (“CET1 capital ratio”);

• un ammontare di capitale di classe 1 (T1) pari ad almeno il 6% delle attività di rischio ponderate (“Tier 1 capital ratio”) ;

• un ammontare di fondi propri pari ad almeno l’8% delle attività di rischio ponderate (“Total capital ratio”).

È infine previsto un obbligo a carico delle banche di detenere un ulteriore “buffer” di capi-tale, nella forma di riserva aggiuntiva di capitale, atta a fronteggiare eventuali situazioni di tensione (riserva di conservazione del capitale), il cui ammontare si ragguaglia al 2,5% delle esposizioni ponderate per il rischio totale che deve essere alimentata esclusivamente con capitale primario di classe 1 non impiegato per la copertura dei requisiti patrimoniali obbli-gatori (ivi inclusi quelli specifici). Va tuttavia precisato, come più dettagliatamente illustrato nella “Parte F – Informazioni sul patrimonio Sezione 1 – Il patrimonio dell’impresa”, che con l’emanazione a ottobre 2016 del 4° aggiornamento alla Circ. 285/13, Banca d’Italia ha ricondotto, a far data dal 1° gennaio 2017, la disciplina transitoria della riserva di capitale (capital conservation buffer – CCB) a quanto previsto, in via ordinaria, dalla CRD IV. In ragione di ciò, la misura del requisito di riserva del capitale verrà quindi ricondotta nel 2017 a quanto previsto dal regime transitorio adottato con il già citato 18° aggiornamento con riguardo al periodo di applicazione delle misure post SREP 2016, ovvero, l’1,25%.

236

B. informazioni di natura quantitativa

Categorie/ValoriImporti

non ponderati

31.12.2016

Importi non

ponderati 31.12.2015

Importi ponderati/

requisiti 31.12.2016

Importi ponderati/

requisiti 31.12.2015

A. ATTIVITà DI RISCHIOA.1 Rischio di credito e di controparte 107.574 110.185 22.634 21.601 1. Metodologia standardizzata 107.574 110.185 22.634 21.601 2. Metodologia basata sui rating interni 2.1 Base 2.2 Avanzata 3. Cartolarizzazioni B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZAB.1 Rischio di credito e di controparte 1.811 1.728B.2 Rischio di aggiustamento della valutazione del credito 1 3B.3 Rischio di regolamentoB.4 Rischi di mercato 1. Metodologia standard 2. Modelli interni 3. Rischio di concentrazioneB.5 Rischio operativo 399 416 1. Modello base 399 416 2. Modello standardizzato 3. Modello avanzatoB.6 Altri elementi del calcoloB.7 Totale requisiti prudenziali 2.211 2.147C. ATTIVITà DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZAC.1 Attività di rischio ponderate 27.634 26.839C.2 Capitale primario di classe 1 /Attività di rischio ponderate (CET1 capital ratio) 22,40% 21,34%

C.3 Capitale di classe 1/Attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) 22,40% 21,34%

C.4 Totale fondi propri/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 22,40% 21,34%

237

Nota integrativa

PArte G - OPerAZiOni Di AGGreGAZiOne riGuArDAnti imPreSe O rAmi D’AZienDA

Sezione 1 - Operazioni realizzate durante l’esercizio

Nel corso dell’esercizio la Banca non ha effettuato operazioni di aggregazioni di imprese o rami d’azienda.

238

PArte H - OPerAZiOni COn PArti COrrelAte

1. informazioni sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategica

Compensi ai dirigenti con responsabilità strategiche

(compresi gli amministratori e i sindaci)

La tabella che segue, così come richiesto dallo IAS 24 par. 16, riporta l’ammontare dei compensi di competenza dell’esercizio ai Dirigenti con responsabilità strategica, inten-dendosi per tali coloro che hanno il potere e la responsabilità della pianificazione, della direzione e controllo delle attività della Banca, compresi gli Amministratori e i Sindaci della Banca stessa.

Voci Importi

- Stipendi e altri benefici a breve termine, compresi compensi e benefits agli amministratori e sindaci 252 - Benefici successivi al rapporto di lavoro 34 - Indennità per la cessazione del rapporto di lavoro - Altri benefici a lungo termine

2. informazioni sulle transazioni con parti correlate

rapporti con parti correlate

Parti correlate Attivo Passivo Garanzie rilasciate

Amministratori, Sindaci e altri dirigenti con responsabilità strategica 626 773Altre parti correlate 348 2.865Totale 974 3.638 -

Le altre parti correlate sono rappresentate da entità soggette al controllo o all’influenza notevole di Amministratori, Sindaci e Dirigenti, ovvero dai soggetti che possono avere in-fluenza o essere influenzati dai medesimi. Le altre parti correlate includono quindi gli stretti familiari e soggetti collegati degli Amministratori, Sindaci e Dirigenti, nonché le società controllate dai medesimi soggetti o dei loro stretti familiari. I rapporti e le operazioni intercorse con le parti correlate non presentano elementi di cri-ticità, in quanto sono riconducibili all’ordinaria attività di credito e di servizio e sono state poste in essere a normali condizioni di mercato. Durante l’esercizio non sono state poste in essere operazioni di natura atipica o inusuale con parti correlate che, per significatività o rilevanza di importo, possano aver dato luogo a dubbi in ordine alla salvaguardia del patrimonio aziendale.

239

Nota integrativa

L’iter istruttorio relativo alle richieste di affidamento avanzato dalle parti correlate segue il medesimo processo di concessione creditizia riservato ad altre controparti non correlate con analogo merito creditizio, integrato alla luce delle “Procedure Deliberative in tema di Attività di rischio e Conflitti di interesse nei confronti di Soggetti collegati”; l’assunzione di rischio nei confronti delle parti correlate è governata dalle “Politiche Interne in materia di Attività di rischio e Conflitti di interessi nei confronti di Soggetti Collegati”.Per quanto riguarda le operazioni con i soggetti che esercitano funzioni di amministrazio-ne, direzione e controllo della Banca trova applicazione l’art. 136 del D.Lgs. 385/1993 e l’art. 2391 del Codice Civile. Nel bilancio non risultano svalutazioni analitiche o perdite per crediti dubbi verso parti correlate. Sui crediti verso parti correlate viene pertanto applicata solo la svalutazione col-lettiva.

240

PArte i - ACCOrDi Di PAGAmentO BASAti Su PrOPri Strumenti PAtrimOniAli

La Banca non ha posto in essere accordi di pagamento basati su propri strumenti patri-moniali.

241

PArte l - inFOrmAtiVA Di SettOre

La Banca non è tenuta a compilare la parte in quanto intermediario non quotato.

242

AlleGAtO 1

Oneri per revisione legale - comma 1, n. 16-bis, Art. 2427 del C.C.

In ottemperanza a quanto previsto dall’art. 2427, 1° comma, n. 16-bis del codice civile si riepilogano di seguito i corrispettivi contrattualmente stabiliti per l’esercizio 2016 con la Società di Revisione per l’incarico di revisione legale dei conti alla Banca.Gli importi sono al netto dell’IVA e delle spese (Euro migliaia).

Tipologia di servizi Soggetto che ha prestato il servizio Corrispettivi

Revisione legale dei conti Pricewaterhousecoopers S.p.A. 21Totale corrispettivi 21

BCC MASSAFRA:OLTRE I NUMERI,LE PERSONE.

LETTERADELDIRETTORE

247

Carissimi soci,

il 2016 è stato un anno di importanti conferme. Il lavoro avviato nella seconda metà del 2014 e proseguito incessantemente nel biennio 2015-2016 ha favorito il conseguimento di importanti risultati al termine dell’esercizio appena concluso. La relazione degli Amministratori ha dettagliatamente illustrato i risultati di una gestione improntata al conseguimento di obiettivi ambiziosi: crescita degli impieghi e della raccol-ta diretta, sensibile riduzione del credito deteriorato, miglioramento del profilo di solidità patrimoniale, rilevante incremento della raccolta gestita e assicurativa, diversificazione dei ricavi. Il merito di tali risultati è equamente distribuibile tra tutti gli attori in campo; dal Vertice aziendale agli organi di controllo, dal personale di Direzione a quello operante nella Rete Commerciale. Tutti hanno profuso il massimo impegno, nella consapevolezza che “chi non dà tutto, non dà nulla!”. È questo grande impegno ad aver permesso la crescita descritta nella relazione degli Am-ministratori; una crescita quanto mai necessaria alla luce del particolare momento storico che sta vivendo il movimento cooperativo. In un momento in cui, considerando anche l’andamento generale del business bancario, tutto cambia o è destinato a cambiare, il mio auspicio è che i mutamenti imposti dalla Rifor-ma del Credito Cooperativo e dalla evoluzione del nostro business non travolgano quelle peculiarità su cui si fonda lo stretto legame tra ogni banca di credito cooperativo e il suo territorio; quel complesso di valori intangibili e difficilmente misurabili il cui apprezzamento richiede lo sforzo di andare “oltre i numeri”. Il 2016 è stato un anno di grande impegno anche su tale piano; mosso dai principi ispi-ratori sanciti dall’art. 2 del nostro Statuto e dall’art. 2, comma 1 e 2 della Carta dei Valori del Credito Cooperativo, il Vertice aziendale ha voluto lasciare segni evidenti sul nostro territorio; segni che questo allegato al Bilancio 2016 cerca di raccontare attraverso parole e immagini.

Il Direttore Generale Giandonato Giannotta

ECONOMIADEI PICCOLI

MATTEO PAGLIARI

FIATO ALL’ARTE

ALUNNO DELL’ANNO

LIBROCHIESE RUPESTRI

MASSAFRA MIA

CALENDARIO 2017

250

1 eCOnOmiA Dei PiCCOli

Il progetto didattico denominato “L’ECONOMIA DEI PICCOLI”, promosso dall’Istituto Istru-zione Superiore Mauro Perrone di Castellaneta e concluso il 28 maggio 2016, è un’iniziati-va, pensata e realizzata dai professori Giuseppe RUBINO (docente di economia aziendale) e Mariluci FRIGIOLA (docente di diritto ed economia), indirizzata alle scuole secondarie di primo grado dei Comuni di Massafra, Mottola, Palagianello, Palagiano, Castellaneta, Laterza, Ginosa e Ginosa Marina.Il progetto è stato patrocinato dalla BCC di Massafra e dalla BCC di Marina di Ginosa che, nell’intento di promuovere fattivamente l’educazione al risparmio tra i “piccoli”, si sono fatte interamente carico dei premi in danaro elargiti ai vincitori.La prima fase del progetto è stata caratterizzata da lezioni frontali tenute dai professori RUBINO e FRIGIOLA, finalizzate all’illustrazione dei contenuti mentre, invece, la seconda fase ha visto la partecipazione attiva degli studenti, che si sono resi protagonisti di un’at-tività di ricerca ed approfondimento avente come obiettivo quello di realizzare un prodotto multimediale sui temi trattati.Nel corso della cerimonia di premiazione, costituente la terza ed ultima fase del progetto, è stata rimarcata la necessità, soprattutto per i più giovani, di comprendere a pieno i con-cetti basilari in materia finanziaria, per far sì che, in futuro, abbiano la competenza tecnica necessaria per fare scelte economiche consapevoli e, al contempo, per evitare di “subire” decisioni prese da altri e di cui ne sconoscono la portata.Attraverso questo progetto, gli studenti hanno potuto approfondire le tematiche relative alle attività economiche e ai soggetti che le svolgono; particolare rilievo è stato dato al concetto di risparmio, carburante dell’economia, nel momento in cui transita nel circuito virtuoso dell’investimento e al ruolo che svolge la moneta, nonché all’uso della stessa (inflazione e deflazione).Al progetto hanno aderito i seguenti istituti: I.C. “G. MARCONI di Palagianello, I.C. “G. CALO’” di Ginosa, I.C. “A. MANZONI” di Mottola, I.C. “G.PASCOLI” di Massafra, I.C. “G. DELEDDA – S.G. BOSCO” di Ginosa e I.C. “R. LEONE” di Marina di Ginosa.Tra tutti i lavori realizzati, la Commissione giudicante ne ha selezionati 13 ed ha elaborato una graduatoria generale, tenendo conto di tre criteri fondamentali: qualità dei contenuti, originalità ed efficacia comunicativa.Ai primi 5 classificati, i cui elaborati sono stati proiettati su maxischermo nel corso della cerimonia conclusiva, sono stati assegnati dei premi in denaro, di importo diverso, a se-conda del punteggio ricevuto dalla Commissione, messi in palio dalle due banche che hanno patrocinato l’iniziativa; anche gli altri partecipanti hanno potuto beneficiare di un premio simbolico.

251

L’Economia dei Piccoli

1. Il Direttore della BCC di Massafra

premia uno dei vincitori del progetto

2. I “Piccoli” vincitori

3. Cerimonia di premiazione - platea

252

2COnCOrSO “AlunnO Dell’AnnO”COnCOrSO “mAtteO PAGliAri”

Sabato 5 novembre 2016, presso l’Auditorium Nicola Lazzaro dell’I.I.S.S. “C. Mondelli” di Massafra, in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale del Risparmio, la Banca di Credito Cooperativo di Massafra ha premiato gli alunni meritevoli segnalati dalle Scuo-le Secondarie di Primo grado e di Secondo Grado dei comuni di Massafra e Palagiano, nell’ambito della 6^ edizione del Concorso “Alunno dell’Anno”.Il Concorso “Alunno dell’Anno” è pensato per concorrere nell’opera di incentivazione delle nuove generazioni, nella convinzione che solo la ricerca, l’innovazione, il lavoro e la solida-rietà possono dare sviluppo al territorio.

Nella stessa giornata, è avvenuta la premiazione della 1^ edizione del Bando di Concorso “Matteo Pagliari”, rivolto ai giovani laureati o laureandi, under 35, che si sono cimentati nel-lo studio di tematiche attinenti lo sviluppo economico e sociale del territorio di competenza della Banca.La commissione giudicatrice del Concorso, composta dal Prof. Cosimo Damiano Fon-seca, dal Prof. Giuseppe Rubino e dall’Ing. Carmelo Di Roma, ha espresso un giudizio positivo su tutte le opere in concorso, compiacendosi del livello metodologico e contenu-tistico degli elaborati, afferenti ad aree tematiche quali l’economia, il diritto, i beni culturali, ambientali e paesaggistici, l’urbanistica e la pianificazione territoriale.Il primo premio è stato assegnato alla Dott.ssa Maristella Cacciapaglia, autrice della tesi intitolata “Enogastronomy and landscape management as levers for local development”.

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6^ edizione Concorso “Alunno dell’Anno”

1. Alunno premiato Antonio Capanna

2. Intervento del Direttore Generale

3. Alunno premiato Samuel Delprete

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1. Da sinistra: Ing. Emilio Balestra - Vice Presidente CdA, Prof. Francesco Raguso - Dirigente I.I.S.S. Mondelli, Avv. Pietro Mastrangelo - Presidente CdA, Dott. Giandonato Giannotta - Direttore Generale, Prof. Don Cosimo Fonseca - Presidente Onorario Bcc Massafra, Prof. Giuseppe Rubino - docente I.I.S.S. Perrone Castellaneta, Ing. Carmelo Di Roma

6^ edizione Concorso “Alunno dell’Anno”

2. Alunno premiato Niccolò Russo 3. Alunno premiato Giuseppe Santoro 4. Alunno premiato Noemy Salinari

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1^ edizione Concorso “Matteo Pagliari”

1. Dott.ssa Angela Laterza - terza classificata

2. Dott.ssa Maria Carmela Oliva - tesi segnalata

dalla Commissione giudicatrice

3. Dott.ssa Maria Gloria Campa - seconda classificata

4.Dott.ssa Maristella Cacciapaglia -

prima classificata - La mamma ritira il premio

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3 FiAtO All’Arte

Lunedì 19 dicembre, presso il Teatro Spadaro di Massafra, la Banca di Credito Cooperati-vo di Massafra ha presentato il concerto lirico sinfonico “Fiato all’Arte”, diretto dal Maestro Prof. Nicola Latorrata. Come nel 2015, l’evento dedicato in primis ai soci, ha avuto una importante finalità benefica. L’obiettivo è stato veramente ambizioso: risvegliare l’amore per la nostra terra!L’intero ricavato della vendita dei biglietti, oltre a una ulteriore donazione deliberata dal Consiglio di Amministrazione della Banca, è stato devoluto all’opera di restauro della me-ravigliosa Chiesa Rupestre di Sant’Antonio Abate, con l’auspicio che tale iniziativa di re-cupero della civiltà rupestre massafrese sia presto seguita da altri interventi orientati alla valorizzazione del nostro immenso patrimonio artistico.

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1. Momenti del Concerto lirico sinfonico “Fiato all’arte” -

Maestro Prof. Nicola Latorrata

2. Da sinistra: il tenore Roberto Cervellera,

il soprano Angela Lomurno e il giovanissimo tenore Leonardo Carucci

3. La platea

4. Da sinistra: Avv. Pietro Mastrangelo - Presidente CdA,

Rosalba De Giorgi, presentatrice dello spettacolo, Dott. Giandonato Giannotta - Direttore Generale,

Maestro Prof. Nicola Latorrata, Direttore Orchestra di Fiati “S. De Fiori”

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4BCC mASSAFrA Per il SuO territOriO

mASSAFrA miA

La BCC di Massafra nel 2016 ha lanciato un nuovo finanziamento finalizzato all’acquisto e/o ristrutturazione di immobili siti nel centro storico di Massafra. MASSAFRA MIA: mutuo non ipotecario a tasso variabile con uno spread estremamente contenuto e una durata massima di 10 anni.L’idea di investire nel centro storico di Massafra non è nuova per la Banca. Un primo ten-tativo era stato effettuato con “Recuperiamo il centro storico”; altro prodotto dalle caratte-ristiche simili ma che per varie motivazioni aveva uno sviluppo limitato.Nel mese di maggio la Banca aveva ritenuto che il periodo fosse propizio per una nuova azione; proprio nel momento in cui il Comune di Massafra era impegnato in elezioni ammi-nistrative che hanno visto tutti i candidati promettere un grande impegno nella valorizzazio-ne del centro storico di Massafra e nello sviluppo delle risorse storiche, culturali e naturali del nostro bellissimo paese. In un’ottica di continuità con la campagna di comunicazione “CONTACI”, il Consiglio di Amministrazione della Banca ha così deciso il lancio di “MASSAFRA MIA”, un prodotto estremamente competitivo e con un brand dal forte contenuto emozionale, un semplicis-simo finanziamento non ipotecario finalizzato all’acquisto e/o ristrutturazione di immobili siti nel centro storico di Massafra.Nel contempo è stato stanziato un plafond iniziale estremamente rilevante: ben 6 milioni di euro!

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1. Massafra Mia: il lancio della campagna sui social

2. 3. Distribuzione di materiale pubblicitario per le strade

del Centro Storico di Massafra

4. Materiale pubblicitario della campagna

commerciale “Massafra Mia”

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CHieSe ruPeStri in mASSAFrA

La BCC di Massafra, come tutte le altre banche di credito cooperativo, ha lo scopo statu-tario non solo di favorire i soci nei servizi bancari ma anche di perseguire il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi. Il C.d.A. della nostra Banca, per assolvere a questo compito, incoraggia e sostiene le iniziative che il territorio esprime. Nel 2016 abbiamo appuntato lo sguardo sulle chiese rupestri per la ragione che questi monumenti costituiscono il nostro più pregevole patrimonio culturale. Purtroppo esso, se non è del tutto ignorato, non è sempre, da chi lo conosce, adeguatamente apprezzato, anche se insigni studiosi di Massafra lo hanno fatto conoscere al mondo intero sia con le loro opere e sia con la organizzazione di eventi di rilevanza nazionale.La nostra “offensiva” si è sviluppata su tre direzioni.Anzitutto con la pubblicazione dell’opera “Chiese rupestri in Massafra” di Cosimo Motto-lese; con essa perseguiamo la finalità di rendere più consapevole la nostra comunità del fatto che siamo eredi di un patrimonio prezioso, che tutti dobbiamo conoscere, per poterlo meglio tutelare e valorizzare. In secondo luogo con protocollo d’intesa stipulato col Comune di Massafra per la esecu-zione delle opere necessarie per rendere fruibile la chiesa rupestre di Sant’Antonio Abate.Infine, il calendario del 2017, che come ogni anno pubblichiamo per i nostri soci, imprezio-sito in questa edizione con le foto degli affreschi più belli delle nostre chiese rupestri, ap-positamente realizzate per l’occasione dalla giovane fotografa amatoriale Maria Calderaro.

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1. L’opera “Chiese Rupestri in Massafra”

dell’Ing. Cosimo Mottolese - omaggio riservato ai soci della Bcc di Massafra

2. Il Calendario 2017 - “Chiese rupestri in Massafra”

3. Chiesta rupestre della Candelora

4. Chiesa rupestre di San Posidonio

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5 lA nOStrA imPrOntA

Il “Bilancio di coerenza del Credito Cooperativo – Rapporto 2016”, nel descrivere “l’impronta sociale” che il movimento ha lasciato nel 2015, riporta quanto segue:

“Negli anni della crisi, 2007-2015, l’occupazione nelle cooperative aderenti a Confcoope-rative è aumentata del 10% (del 2% negli ultimi due anni).Con riferimento alla parità di genere, cresce l’occupazione femminile nelle BCC (+ 2,2% rispetto al + 0,7% dell’industria bancaria).I prestiti di piccolo importo (fino a 25 mila euro) hanno raggiunto gli 800 milioni di euro e 8 milioni di euro è stato l’ammontare del microcredito produttivo (ai sensi del TUB) erogato dalle BCC nell’arco di diciotto mesi, soprattutto a favore di start up.Oltre 52 milioni di euro hanno sostenuto iniziative di housing sociale per offrire alloggi e servizi abitativi a prezzi “calmierati” e, con lo stesso obiettivo, è stata lanciata l’iniziativa dell’acquisto della casa in leasing rivolta soprattutto a facilitare i giovani under 35.Il valore aggiunto generato dalle BCC in quattro anni è stato pari a 12 miliardi di euro.Nell’impronta sono censite le numerose iniziative di solidarietà attuate dalle BCC negli anni per rispondere a diverse emergenze (da ultimo, quella dei terremoti in Centro Italia) ed i risultati delle originali esperienze di cooperazione internazionale.Grande attenzione è infine stata riservata ai giovani: più di 3 mila le borse di studio offerte ai più meritevoli per un valore di oltre 5 milioni di euro. In espansione anche la rete dei Giovani Soci, che conta 87 realtà diffuse in tutta Italia e 144 mila giovani soci con meno di 35 anni di età.”

Nel 2016 la Banca di Credito Cooperativo di Massafra ha intensificato la sua azione in tale ambito destinando quasi 30 mila euro al sostegno di iniziative sociali e culturali; si spera che la comunità riconosca l’impronta che la Banca ha inteso lasciare sul suo territorio.

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Richieste di contributo:Associazione Culturale “Valeria Martina”I.I.S.S. “Mauro Perrone” CastellanetaArcipretura Curata S. Lorenzo M. - MassafraParrocchia Sacro Cuore di Gesù - MassafraConfraternita Maria SS. del Monte Carmelo Comitato Festa San Nicola - PalagianoISDE - Medici per l’Ambiente – Sezione di Massafra Magna Grecia Awards 2016 A.S.D. “Marathon Massafra”Fondazione ANT Onlus – Delegazione di MassafraAssociazione Nazionale Carabinieri “V.B. Salvo D’Acquisto” – Sezione di MassafraUniversità “Orazio Bianco” “Koalizzati per Matteo” Associazione OnlusParrocchia San Francesco da Paola - MassafraTeresa Vacca – Associazione di Volontariato culturale “Il Corifeo Massafra”Teatro Le ForcheU.N.I.T.A.L.S.I. – Sezione Pugliese – Sott.ne CastellanetaAssociazione Religiosa Santuario Madonna della ScalaA.S.D. Team VolleyAVIS Comunale MassafraComitato Feste Patrono San Michele Arcangelo e SS Medici - MassafraA.S.D. Team Pianeta SportProf. Termite Giuseppe Associazione Terra per la dignità dei popoli - PalagianoComitato Feste Patronali San Rocco - PalagianoAssociazione Culturale Il Cantiere - PalagianoAssociazione Culturale “Il Serraglio”PME Factory srlA.S.D. Volley MassafraA.S.D. Circolo Tennis PalagianoParrocchia Maria SS del Carmine - MassafraComitato “Amici di Gesù Bambino” - Massafra Associazione di volontariato “Sorriso Francescano” OnlusFondazione Ricerca Fibrosi Cistica OnlusDott. Caragnano Stefano Associazione Onlus Caritas ChristiAssociazione Culturale “Ambiente H”A.C.D. Virtus MassafraA.S.D. Piccoli CalciAssociazione Culturale “Massafra Unica”A.T.O. Puglia OnlusAssociazione Giovani Consulenti del Lavoro TarantoA.S.D. Sporting Club Massafra “U. Vasti”A.S.D. Atletica Podistica PalagianoAsso Music Art GroupIl Centro Associazione CulturaleUnitalsi MassafraRES - Una presenza accanto - Associazione volontariato OnlusGruppo Volontariato Vincenziano MassafraGioventù Mariana Vincenziana MassafraAssociazione “Pro Loco Città di Massafra”La casa delle donne – Taranto Caritas Parrocchiale S. Lorenzo M. - Massafra

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1. Mercatini di Natale di Massafra - La casetta della Bcc di Massafra

2. “La Fabbrica dei Desideri” nella Via dei Presepi -

Massafra - lo stand della Bcc

3. Truccabimbi presso lo stand della Bcc di Massafra

a “La Fabbrica dei Desideri”

4.Il “Gioco dell’Oca” - ideato e realizzato dalla BCC di Massafra come dono per i bambini

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1. “Insieme per crescere nello sport e nella vita!” - A.S.D. Volley Massafra

2. Striscione pubblicitario presso Sporting Club U. Vasti di Massafra

3. Striscione pubblicitario presso Circolo Tennis Palagiano

4.Mandarin Bowl - Circolo Tennis Palagiano - Sporting Club “U. Vasti” Massafra

Isabella Lazzaro - Socio BCC Massafra

UN NUOVO ANNOCI ASPETTA...STAY TUNED!

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