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Oggi a scuola imparo
a donare PERCORSI DI EDUCAZIONE
ALLA DONAZIONE
La stampa è stata sostenutacon la quota del 5 per mille dell’Irpef
anno finanziario 2014
per gli studenti
Oggi a scuola imparo
a donare
Progetto educativo realizzato in collaborazione con:Vincenzo Passarelli - AIDOElisabetta Terradura - Assessorato alla salute - Regione ToscanaBarbara Bellandi, Eufrasio Girardi, Emanuele Ginori, Manuela Marchetti, Giampiero Montanelli, Alessandro Pacini, Monica Rosselli - Azienda Usl Toscana Centro
Testi di:Vincenzo Passarelli
© Copyright 2015 by Pacini Editore Srl
Sales ManagerBeatrice Cambi
Responsabile di redazioneFederica Fontini
Realizzazione editoriale e grafica
Via A. Gherardesca56121 Ospedaletto (Pisa)www.pacinieditore.it
Fotolito e StampaIndustrie Grafiche Pacini
Finito di stampare nel mese di Novembre 2017 presso le Industrie Grafiche della Pacini Editore Srl
L’editore resta a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare e per le eventuali omissioni.Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, Corso di Porta Romana n. 108, Milano 20122, e-mail [email protected] e sito web www.aidro.org.
Oggi a scuola imparo
a donareIn questo libretto dedicato ai trapianti parliamo di un regalo importante che possiamo fare a qualcuno che ne ha molto bisogno.Di un regalo prezioso che può servire ad un altro per vivere ancora e vivere meglio. A volte scegliere un regalo può essere difficile e donare qualcosa di noi stessi ancora di più. Ma è una freccia che ci spinge verso il futuro, il testimone di una corsa che ci porta un poco più avanti. Potremmo essere noi ad averne bisogno: e se tutti saremo pronti a quel dono, qualcuno potrà aiutare anche noi.
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DONAZIONE DI ORGANI E
TESSUTI
Perché donarePerché chi è in attesa di un organo può contare solo sulla donazione per
continuare a vivere. Spesso evitiamo di pensare a questi problemi, ma chi
ha bisogno ci pensa ogni giorno.
Donare significa
�� salvare la vita di una persona
�� migliorare le condizione di vita di chi è costretto a fare terapie lunghe
e dolorose come la dialisi
�� permettere di riacquistare la vista a chi l’ha perduta.
Senza donazione non c’è trapiantoIl numero delle persone in lista d’attesa per un trapianto d’organi è in au-
mento e spesso è l’unica terapia capace di salvare la vita di una persona. Il
trapianto è una risorsa straordinaria della medicina moderna e le persone
trapiantate ritornano a lavorare, ad avere figli, a viaggiare, a praticare sport
e a fare progetti per il futuro.
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COSA PUÒ ESSERE DONATO
Dopo la morte tutti gli organi e tessuti possono essere donati, ad eccezio-
ne dell’encefalo e delle gonadi, ovvero gli organi riproduttivi, maschili e
femminili, le ovaie per le donne e i testicoli per uomini, dove maturano le
cellule sessuali o gameti.
Inoltre ci sono organi e tessuti che possono essere donati quando il dona-
tore è ancora in vita: il rene, parte del fegato, del pancreas, del polmone e
dell’intestino, le cellule staminali emopoietiche (da midollo osseo, sangue
periferico e sangue cordonale), la cute, la placenta e i segmenti ossei.
fegato
cuorevalovola cardiaca
pancreas
intestino
cornea
polmone
rene
vena safena
polmone
rene
epidermide
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Trapianto di cuoreÈ un trapianto salva vita. Le malattie del cuore, che rendono indispensabile il
trapianto, sono quelle che portano ad una dilatazione e a uno sfiancamento
del muscolo cardiaco, con diminuzione della capacità di pompa, dapprima
durante uno sforzo fisico e, in seguito anche a riposo (miocardiopatie di varia
origine e malattie delle valvole cardiache).
La sopravvivenza a cinque anni è di oltre l’80%, con un pieno recupero delle
condizioni generali, al punto di poter eseguire, come è successo alcuni anni
fa, una maratona, per la precisione quella di New York.
Trapianto di fegatoAnche questo è un trapianto salva vita. Infatti molte malattie epatiche (epatiti
croniche aggressive, cirrosi biliari primarie, cirrosi alcoliche, tumori primitivi,
atresia delle vie biliari) che evolvono verso una grave insufficienza epatica e
che non si possono curare con le terapie mediche tradizionali, hanno come
unica alternativa il trapianto, per rimpiazzare il fegato seriamente danneggiato.
La sopravvivenza media, è di circa l’85%. Il reinserimento sociale e lavorativo
è di qualità eccellente.
Trapianto di pancreasDi questa terapia possono giovarsi pazienti affetti da diabete giovanile insulino
dipendente e che presentano spesso anche insufficienza renale cronica.
Questo tipo di trapianto è spesso associato al trapianto di rene.
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Trapianto di intestino
È indicato in tutti i pazienti che
abbiano subito la quasi totale re-
sezione dell’intestino tenue e che
sopravvivono solo grazie alla nutri-
zione artificiale totale.
Trapianto di rene
Ogni anno circa 5.000 perso-
ne vengono colpite da insuffi-
cienza renale cronica. Questa
malattia è contrassegnata da
una serie di alterazioni meta-
boliche che possono mettere
immediatamente in pericolo
la vita oppure produrre dan-
ni ad organi o disturbi al pa-
ziente, che sono comunque,
a lungo termine, potenzial-
mente fatali. La dialisi risolve
con buona approssimazione
il primo gruppo di problemi
mantenendo la vita a prezzo
di grossi disagi.
Il trapianto di rene è in gra-
do di guarire o tenere sotto
controllo anche il secondo
gruppo di problemi. In altre
parole, la dialisi permette la
sopravvivenza, il trapianto
restituisce la persona ad una
vita normale.
Circa il 95% dei trapianti ese-
guiti è funzionante a distanza
di 5 anni.
Trapianto di polmone
È possibile il trapianto di polmo-
ne singolo, dei due polmoni o del
blocco cuore - polmoni contem-
poraneamente. Di questa terapia
possono giovarsi i pazienti con
insufficienza polmonare irreversi-
bile o con malattie combinate del
polmone e del cuore.
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COME DIVENTARE DONATORE
Tutti coloro cha hanno raggiunto la maggiore età possono esprimere il con-
senso o il diniego alla donazione dei propri organi e tessuti e modificare in
qualunque momento la volontà espressa.
Esprimere in vita il consenso alla donazione degli organi è una scelta con-
sapevole.
La dichiarazione della volontà di donare gli organi è regolamentata dalla
Legge n. 91 del 1° aprile 1999 e dal decreto ministeriale 8 aprile 2000.
È possibile informarsi, parlarne in famiglia per condividere la decisione ed
essere sicuri che essa sarà rispettata.
In presenza di una dichiarazione di volontà (positiva o negativa) alla do-
nazione, i familiari non possono opporsi alla scelta fatta in vita dal loro
congiunto.
Nel caso di dichiarazione di volontà positiva, i sanitari procedono al pre-
lievo di organi e tessuti mentre in assenza di una dichiarazione di volontà
esplicita sulla donazione, i sanitari prelevano organi e tessuti se non c’è
opposizione da parte dei familiari.
La volontà di donare o non donare organi e tessuti può essere manifestata
attraverso le seguenti modalità:
�� presso gli appositi sportelli dell’Azienda sanitaria di appartenenza
�� presso l’ufficio anagrafe dei Comuni che hanno già attivato il servizio
di registrazione della dichiarazione di volontà
�� iscrivendosi all’Associazione italiana per la donazione di organi, tes-
suti e cellule (A.I.D.O.) per la sola volontà positiva
�� compilando il tesserino blu inviato dal Ministero della salute nel 2000
o le tessere predisposte dalle Associazioni di donatori e di pazienti
�� con una dichiarazione in carta libera completa di tutti i dati personali,
datata e firmata.
Le dichiarazioni di volontà, anche quelle raccolte da A.I.D.O., sono regi-
strate all’interno del Sistema informativo trapianti (SIT); fanno eccezione la
dichiarazione in carta libera, il tesserino blu e le DonorCard. Tutte le dichia-
razioni, anche quelle non registrate nel SIT, sono comunque considerate
valide ai sensi di Legge.
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QUANDO AVVIENE LA DONAZIONE
Il prelievo di organi e tessuti a scopo di trapianto avviene solo dopo che sia
stata accertata la morte di una persona.
I donatori di organi sono persone di qualunque età che muoiono in ospeda-
le nelle unità di rianimazione a causa di una lesione irreversibile del cervel-
lo (dovuta a emorragia, trauma cranico, aneurisma ecc.) o di un prolungato
arresto cardiaco, che abbiano prodotto la totale distruzione delle cellule
cerebrali. Quando la morte avviene per la cessazione di tutte le attività
cerebrali, è possibile mantenere artificialmente la circolazione del sangue
e la respirazione della persona deceduta conservando attivi, per un tempo
limitato, i suoi organi.
La certificazione di avvenuta morte viene effettuata, a termini di legge, da
una commissione formata da tre specialisti: un medico legale, un rianima-
tore e un neurologo che eseguono accertamenti clinici per stabilire, per
almeno sei ore consecutive, la contemporanea assenza di riflessi cerebrali
quali reazioni agli stimoli dolorifici, respiro spontaneo, stato di coscienza,
qualsiasi attività elettrica del cervello.
Gli organi prelevati vengono assegnati in base alle condizioni di urgenza
e alla compatibilità clinica e immunologica delle persone in attesa di tra-
pianto.
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DONAZIONE DA VIVENTE
DI ORGANI E TESSUTI
Il rene e parte del fegato, polmone, pancreas e intestino, le cellule stami-
nali emopoietiche (da midollo osseo, sangue periferico e sangue cordona-
le), la cute, la placenta e i segmenti ossei possono essere donati da una
persona in vita.
Tutti gli altri organi e tessuti possono essere donati solo dopo la morte.
ANONIMATO GRATUITÀ RISPETTO
Non è possibile conoscere il nome del donatore né quello del ricevente in
quanto la Legge garantisce l’anonimato di entrambi.
È illegale comprare o vendere organi umani: la donazione è sempre volon-
taria, gratuita e anonima.
I costi del trapianto sono a carico del Servizio sanitario nazionale.
Gli organi e i tessuti sono prelevati nel più grande rispetto del defunto.
Dopo il prelievo, il corpo del defunto è a disposizione della famiglia per le
procedure relative alla sepoltura.
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LE RELIGIONI
Le principali confessioni reli-
giose sono favorevoli alla dona-
zione degli organi. Tutte racco-
mandano che la donazione sia
frutto di una libera scelta e non
di una costrizione.
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Il trapianto di organi è ormai uscito dalla fase sperimentale,
per cui, come per ogni altra cura, è necessario valutarne
l’efficacia in termini di sopravvivenza.
Per sopravvivenza si intende la percentuale di trapianti fun-
zionanti a distanza di tempo dall’intervento operatorio di im-
pianto.
È bene chiarire che se l’organo trapiantato non è sostituibile,
come nel caso di fegato, cuore o polmone, la sopravvivenza
del trapianto coincide con la vita della persona, mentre per
il rene, la cui funzione può essere svolta dalla macchina di
dialisi, il paziente con il trapianto non più funzionante ha la
possibilità di rientrare in dialisi e, di conseguenza, di restare
in vita in attesa di un nuovo trapianto.
LA SOPRAVVIVENZA
DEI TRAPIANTI
RENE
Qualità del trapianto del rene - cuore - fegato100
80
60
40
20
00 10 20 30 40 50 60
FEGATOCUORE
Mesi
Per
cent
uale
di s
opra
vviv
enza
L’Associazione Italiana per la Donazione di
Organi, tessuti e cellule (A.I.D.O.) è una orga-
nizzazione di volontariato apartitica, aconfes-
sionale, interetnica, e non di autotutela.
È costituita tra cittadini favorevoli alla dona-
zione volontaria, anonima e gratuita, dopo la
morte, di organi e tessuti per trapianto terapeutico.
Da oltre 43 anni
�� promuovere la cultura della donazione di organi, tessuti e cellule;
�� incoraggia stili di vita atti a prevenire l’insorgenza di malattie che possano richiedere come terapia il tra-
pianto di organi;
�� provvede alla raccolta di dichiarazioni favorevoli alla donazione di organi, tessuti e cellule post mortem.
Fondata a Bergamo nel 1973, ha sede legale e nazionale a Roma.
Presente su tutto il territorio nazionale con 21 Sedi regionali, 104 Sezioni Provinciali e 1028 Gruppi Comunali.
Ad oggi conta oltre 1.400.000 Soci.
In considerazione dell’opera svolta per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul problema della donazione
degli organi, il Ministero della Sanità ha conferito all’A.I.D.O. la medaglia d’oro al merito della Sanità pubblica,
con decreto del Presidente della Repubblica in data 15 Gennaio 1986.
Poste Italiane l’8 ottobre 2005 ha emesso un francobollo per ricordare i trent’anni di attività dell’Associazione.
Cosa vuol dire essere iscritto all’A.I.D.O.?
L’iscrizione all’Associazione significa aver capito l’importanza che alcune parti del nostro corpo, quando non ci oc-
correranno più perché saremo morti, siano donate a chi non ha altra speranza per sopravvivere se non il trapianto.
Inoltre l’iscrizione all’Associazione è molto importante sul piano culturale: io segnalo a me stesso e agli altri che ho capito
il problema e che sono disposto ad impegnarmi anche per diffondere la cultura del prelievo e del trapianto degli organi.
Oltre all’attività di informazione, quale contributo A.I.D.O. offre alle Istituzioni?
A.I.D.O. ha rappresentato, sin dalla sua costituzione, un punto di riferimento e un esempio di dialogo e interlocu-
zione tra la società civile e le Istituzioni.
Ha partecipato al dibattito e alla scrittura di emendamenti da proporre a integrazione al disegno di legge sui tra-
pianti predisposto dalla Commissione Sanità della Camera. Una legge fortemente voluta nel nostro Paese e che
finalmente arriva il 1 aprile del 1999.
Oltre all’attività di informazione in occasione delle Campagne ministeriali, ha concretizzato nel 2008 l’integrazio-
ne tra SIA (Sistema Informativo A.I.D.O.) e SIT (Sistema Informativo Trapianti), rendendo disponibili al Centro
Nazionale Trapianti il patrimonio informativo di oltre un milione e quattrocentomila cittadini tesserati A.I.D.O.
L’integrazione con il SIA, ha rappresentato un passaggio fondamentale nel Sistema dei trapianti in Italia e un grande
esempio (il migliore a livello europeo) di integrazione fra mondo del Volontariato e Strutture Sanitarie pubbliche.
Il tesseramento A.I.D.O. infatti implica l’inserimento del nominativo dell’iscritto nella base dati del SIA e grazie
all’integrazione SIA - SIT, il tesserato A.I.D.O. nonché potenziale donatore è direttamente identificabile anche per
il Centro Nazionale Trapianti e per le strutture periferiche come le rianimazioni. Inoltre il processo di identificazio-
ne del potenziale donatore assicura anche l’esistenza di un’esplicita volontà testamentaria, rilasciata ad A.I.D.O.
e conservata presso la sede di pertinenza.
CHE COSA È A.I.D.O.?
Oggi a scuola imparo
a donare
per gli insegnanti
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ALLA DONAZIONE
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Oggi a scuola imparo
a donareIl presente volumetto è uno strumento prodotto nell’ambito della Campagna nazionale per la donazione e il trapianto di organi e tessuti promossa da A.I.D.O., per diffondere la cultura della donazione anche tra i giovanissimi.La proposta didattica segue un percorso obiettivo-strumento-verifica con una metodologia centrata sul concetto etico di dono, di dono solidale. La serietà dell’argomento non ci ha però allontanato dall’idea di proporre la questione razionale donazione/trapianto anche come l’incontro di due volontà eticamente e affettivamente sensibili. Abbiamo cercato di proporre una declinazione positiva di questo tema, puntando ad una sensibilizzazione di lungo periodo, di familiarità con l’argomento, evitando tabù e non detti. Riteniamo necessaria la collaborazione degli insegnanti per comunicare l’importanza e utilità di tale iniziativa.
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IL TRAPIANTO
Quando si parla di trapianto il primo grande problema che si pone è quello
della certezza della morte della persona cui si devono prelevare gli organi.
Quando è il momento di intervenire?
Definizione di morteLa morte, secondo la Legge n. 578 del 29.12.1993 - art. 1, viene così
definita: La morte si identifica con la cessazione irreversibile di tutte le
funzioni dell’encefalo.
La cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo e, quindi, la
morte si può determinare:
�� per arresto cardiaco
�� per lesione encefalica primitiva (infarto cerebrale totale).
La definizione contenuta nella normativa italiana trova la sua radice nella
Dichiarazione di Harvard del 5 agosto 1968 – condivisa dalla comunità
scientifica mondiale e accettata da tutti gli Stati scientificamente evoluti
– che individua l’encefalo come organo coordinatore dell’integrazione cor-
porea. La Commissione stabilì, nel suo rapporto conclusivo, che la morte
coincide con il “momento in cui il sistema fisiologico dell’organismo cessa
di costituire un tutto integrato”. In altre parole, venne ufficialmente ricono-
sciuto che la morte del tessuto encefalico, che dà origine a tutti i processi
vitali, coincide con la morte dell’individuo.
Morte “encefalica” - morte “cardiaca”Spesso aggiungiamo aggettivi alla parola “morte” quali “violenta”, “natu-
rale”, “accidentale” che danno informazioni in più sul modo in cui si è
arrivati all’evento morte.
Gli aggettivi “encefalica”, “cardiaca” ci forniscono le informazioni neces-
sarie alla individuazione dei criteri secondo i quali la morte deve essere
accertata.
La morte quindi è sempre la morte dell’encefalo e pertanto la morte non è
aggettivabile in quanto esiste una sola morte.
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Distinzione tra morte di un individuo e morte di un organismoÈ corretto distinguere la morte di un individuo dalla morte di un organismo.
Un organismo è un’entità complessa formata da cellule con funzioni e organiz-
zazione complesse. Le diverse cellule del corpo umano hanno perfino tempi
di sopravvivenza diversi tra loro: dalle cellule nervose che si deteriorano in
tempi brevissimi, a quelle epiteliali che possono sopravvivere per tempi molto
più lunghi. Sappiamo infatti che, per esempio, unghie e capelli continuano a
crescere anche dopo la morte. Per questo possiamo dire che la morte di un
organismo è un processo che si prolunga per tempi variabili in base a condizio-
ni diverse. L’unica parte del corpo che identifica una persona è il suo encefalo
perché nel cervello ci sono pensieri, idee, memoria, affetti, emozioni. Quindi,
anche se si sostituissero tutte le parti del corpo di una persona, eccetto il cer-
vello, questa persona resterà sempre lo stesso individuo.
La morte di un individuo corrisponde quindi alla morte del suo encefalo. Ed ecco
perché possiamo affermare con sicurezza che la morte dell’individuo, al contra-
rio di quella di un organismo, è un evento che avviene nell’istante in cui tutte
le sue cellule cerebrali cessano irreversibilmente di funzionare, cioè muoiono.
Distinzione tra morte e comaÈ necessario distinguere con estrema chiarezza tra la morte encefalica che,
come abbiamo visto, è morte senza altre aggettivazioni, e altri eventi che non
hanno nulla a che vedere con essa: come il “coma” e lo “stato vegetativo”.
Il coma è una condizione clinica che deriva da un’alterazione del regolare
funzionamento del cervello. Lo stato di coscienza è compromesso.
Ma anche nei casi più gravi di coma parte delle cellule cerebrali sono vive come
può essere rilevato dall’elettroencefalogramma e da altre metodiche. Esistono di-
versi stadi di coma, che è un processo dinamico, infatti può regredire o progredire,
e dalla fase acuta può prolungarsi fino allo stato vegetativo. Siamo in presenza di
pazienti vivi che devono ricevere ogni cura. Dal coma infatti ci si risveglia in una
altissima percentuale di casi (oltre il 75/80%), e il personale dei reparti di rianima-
zione e delle unità di terapia intensiva (UTI) lavora proprio per questo.
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Anche nello stato vegetativo parte delle cellule cerebrali sono vive.
Il paziente può respirare in modo autonomo, mantiene vivacità circolatoria,
respiratoria e metabolica. Anche lo stato vegetativo non è mai irreversibile.
Perfino in questi casi, sebbene molto raramente, si può tornare a uno stato di
“parziale coscienza”, a volte dopo anni. Sono i cosiddetti “risvegli miracolosi”
di cui parlano i giornali. In realtà proprio questi stati di prolungata assenza di
coscienza, che durano anche moltissimi anni, dovrebbero fugare i dubbi di
quanti temono (nel pensare comune) che si “stacchi la spina” (cioè si sospen-
dano le terapie e la ventilazione assistita) a persone ancora in vita.
Nel coma e negli stati vegetativi la persona non è cosciente, ha perso la ca-
pacità di controllare alcune funzioni fondamentali, ha sicuramente una sof-
ferenza delle sue cellule cerebrali e, in molti casi, anche il danneggiamento
gravissimo o irreversibile di parte di queste, ma è viva.
Nella “morte encefalica” la persona invece è morta in quanto ha perso tutte
le funzioni dell’encefalo e non, come nei vari stadi del coma, singole funzioni
cerebrali. È per questo motivo che la legge definisce la morte come cessazione
irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo.
“Cadavere a cuore battente”Il cosiddetto “cadavere a cuore battente”, è una realtà che può verificarsi solo
all’interno di un reparto di rianimazione o unità di terapia intensiva. In questi
reparti, infatti, le funzioni vitali sono mantenute dalle apparecchiature di so-
stegno e dalle terapie mediche, anche quando il cervello dovesse, temporane-
amente, non essere in grado di garantirle.
Per questo, anche nel caso infausto in cui sopravviene la morte di tutte le
cellule cerebrali, il resto del corpo, supportato da un trattamento intensivo
massiccio, continua a mantenersi funzionante. Questa è ciò che si definisce
“morte encefalica” o come comunemente viene detta “morte cerebrale”. In
questo caso l’encefalo è morto ma gli organi del corpo sono ancora funzionan-
ti; è però una funzione meramente meccanica e artificiale, permessa solo dal-
le macchine. Per questo motivo, al di fuori dei reparti di rianimazione e unità
di terapia intensiva, alla morte delle cellule dell’encefalo, corrisponde sempre,
nell’arco di pochi minuti, anche la cessazione del battito cardiaco.
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Diagnosi di morte encefalicaI medici rianimatori affermano che la diagnosi di “morte encefalica” è molto
semplice; alla morte delle cellule dell’encefalo corrisponde infatti sempre in
modo simultaneo:
�� stato di incoscienza
�� assenza totale dei riflessi del tronco
�� assenza di respiro spontaneo
�� silenzio elettrico cerebrale.
In presenza di particolari condizioni cliniche, previste dal Decreto Ministeriale
11 aprile 2008, per la diagnosi di “morte encefalica” è necessario integrare
la rilevazione delle condizioni sopra riportate con accertamenti finalizzati a
dimostrare l’assenza di flusso ematico cerebrale. Le indagini utilizzabili sono
l’angiografia cerebrale, l’eco doppler transcranico, l’angio TAC, la scintigrafia
cerebrale.
Accertamento di morte encefalicaLa legge prevede che l’accertamento di morte sia fatto dal Collegio Medico,
nominato dalla Direzione Sanitaria dopo la segnalazione di diagnosi di morte
eseguita dal medico curante (rianimatore).
Il Collegio è composto da:
�� un medico legale (o un anatomo-patologo)
�� un medico specialista in anestesia e rianimazione (diverso dal medico
curante)
�� un medico neurofisiopatologo (o un neurologo esperto in elettroencefa-
lografia).
Il Collegio Medico procede, come previsto per legge, alla rilevazione simulta-
nea dell’assenza dello stato di coscienza, dell’assenza dei riflessi del tronco-
encefalico e del respiro spontaneo, e del silenzio elettrico cerebrale (EEG).
Detta rilevazione deve essere effettuata all’inizio e alla fine dell’osservazione
che non deve essere inferiore alle 6 ore. Al termine dell’accertamento il Colle-
gio Medico deve esprimere parere unanime sul momento della morte.
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Certificazione di morteAl termine dell’accertamento di morte encefalica il Collegio Medico verbalizza
quanto rilevato e stila il certificato necroscopico. L’orario della morte riportato
nel certificato necroscopico corrisponde a quello di inizio dell’accertamento.
Fase successiva alla certificazione di morteDal momento della certificazione del decesso tutte le terapie vengono sospe-
se, si procede al distacco dalle apparecchiature di ventilazione assistita e il
cadavere viene inviato in obitorio. Solo nel caso in cui non vi sia opposizione al
prelievo di organi la ventilazione assistita viene mantenuta fino alla fine dell’in-
tervento chirurgico di prelievo. Nessuno può opporsi alla sospensione delle
terapie e della ventilazione assistita, neppure la famiglia, poiché il soggetto è
ormai cadavere.
Verifica disponibilità alla donazioneTutti i soggetti sottoposti ad accertamento e certificazione di morte encefalica
sono valutati come potenziali donatori di organi e quindi segnalati al Centro Re-
gionale Trapianti (C.R.T.). La legge 1 aprile 1999 n.91 prevede che in tutti i casi
di certificazione di morte accertata con criterio neurologico (“morte encefalica”)
venga verificata la disponibilità alla donazione di organi e tessuti. Detta disponi-
bilità deve essere rilevata all’inizio dell’accertamento di morte attraverso la verifi-
ca della presenza o meno, della dichiarazione di volontà, nel sistema informativo
(SIT) del Centro Nazionale Trapianti e con un colloquio con i familiari. I familiari
sono informati sulle opportunità terapeutiche dei trapianti e sulle modalità dell’e-
ventuale prelievo. In presenza di espressione scritta in vita, da parte del defunto,
la legge impone il rispetto di quanto da quest’ultimo sottoscritto. In assenza di
espressione in vita, i familiari aventi diritto (coniuge, convivente more-uxorio,
figli, genitori) possono opporsi o meno al prelievo degli organi testimoniando
l’eventuale scelta che avrebbe fatto il loro congiunto. L’eventuale opposizione al
prelievo da parte dei familiari deve essere rilasciata per iscritto.
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STORIA DEI TRAPIANTI
La possibilità di prolungare la vita o di ridare salute o giovinezza attraverso
la sostituzione di organi o tessuti malati con organi e tessuti sani, prelevati
da soggetti appartenenti alla stessa specie o a specie differenti ha stimo-
lato la fantasia popolare da sempre. Se ne trova traccia nella mitologia, in
numerose leggende e in rappresentazioni artistiche.
La nascita dei trapianti viene fissata dalla tradizione nel III secolo d.C.,
quando i santi Cosma e Damiano compirono il miracolo di sostituire la
gamba del loro sacrestano, andata in cancrena, con quella di un uomo
deceduto poco prima.
La storia scientifica dei trapianti d’organo, invece, ha inizio nel 1902, quan-
do il chirurgo francese Alexis Carrel mise a punto la tecnica per congiun-
gere due vasi sanguigni. Utilizzando questa tecnica furono eseguiti i primi
trapianti di cuore e di rene su animali. Il primo ostacolo che questi pionieri
dovettero affrontare fu il rigetto: l’organismo ospite rifiutava i tessuti e gli
organi estranei. Duramente la II Guerra Mondiale, il dottor Peter Medawar,
eseguendo innesti cutanei in pazienti gravemente ustionati nei bombar-
damenti di Londra, dimostrò che l’incompatibilità era di origine genetica. I
risultati di questi studi portarono l’équipe del Prof. Murray il 23 dicembre
1954 ad eseguire il primo trapianto di rene fra gemelli identici. Negli anni
successivi furono eseguiti un gran numero di trapianti da donatore vivente,
soprattutto negli Stati Uniti, con risultati soddisfacenti. Nel frattempo si
erano compiuti esperimenti di trapianto di reni da soggetti appena morti: il
cosiddetto trapianto da donatore cadavere. Nel 1965 si raggiunse la cer-
tezza che questo tipo di intervento era possibile e centri di trapianto renale
si aprirono in tutto il mondo. Da allora questi interventi furono effettuati in
numero sempre maggiore e con sempre migliori risultati, fino a diventare
operazioni di routine. Nel 1963 furono eseguiti il primo trapianto di fegato
dal Prof. Starzl e il primo di polmone dal Prof. Hardy. Nel 1966 i Prof.
Kelly e Lillehei eseguirono il primo trapianto di pancreas e nel 1967 il Prof.
Barnard il primo cuore. I successi ottenuti in questi campi hanno generato
grande entusiasmo e grandi speranze sulle potenzialità del trapianto.
12
COSA PUÒ ESSERE DONATO
Dopo la morte tutti gli organi e tessuti possono essere donati, ad eccezio-
ne dell’encefalo e delle gonadi, ovvero gli organi riproduttivi, maschili e
femminili, le ovaie per le donne e i testicoli per uomini, dove maturano le
cellule sessuali o gameti.
Inoltre ci sono organi e tessuti che possono essere donati quando il dona-
tore è ancora in vita: il rene, parte del fegato, del pancreas, del polmone e
dell’intestino, le cellule staminali emopoietiche (da midollo osseo, sangue
periferico e sangue cordonale), la cute, la placenta e i segmenti ossei.
fegato
cuorevalovola cardiaca
pancreas
intestino
cornea
polmone
rene
vena safena
polmone
rene
epidermide
13
IL TRAPIANTO DI ORGANI
Per trapianto si intende il trasferimento in un soggetto “ricevente”
di un organo o tessuto prelevato da un soggetto “donatore”.
Gli organi che attualmente si trapiantano sono: il rene, il cuore, il
fegato, i polmoni, il pancreas, l’intestino.
Trapianto di cuoreÈ un trapianto salva vita. Le malattie del cuore, che rendono indispensabile il
trapianto, sono quelle che portano ad una dilatazione e a uno sfiancamento
del muscolo cardiaco, con diminuzione della capacità di pompa, dapprima
durante uno sforzo fisico e, in seguito anche a riposo (miocardiopatie di varia
origine e malattie delle valvole cardiache).
Trapianto di fegatoAnche questo è un trapianto salva vita. Infatti molte malattie epatiche (epatiti
croniche aggressive, cirrosi biliari primarie, cirrosi alcoliche, tumori primitivi,
atresia delle vie biliari) che evolvono verso una grave insufficienza epatica e
che non si possono curare con le terapie mediche tradizionali, hanno come
unica alternativa il trapianto, per rimpiazzare il fegato seriamente danneggiato.
Trapianto di pancreasDi questa terapia possono giovarsi pazienti affetti da diabete
giovanile insulino-dipendente e che presentano spesso anche
insufficienza renale cronica. Questo tipo di trapianto è spesso
associato al trapianto di rene.
14
Trapianto di intestinoÈ indicato in tutti i pazienti che abbiano su-
bito la quasi totale asportazione dell’intesti-
no tenue e che sopravvivono solo grazie alla
nutrizione artificiale totale.
Trapianto di reneOgni anno circa 5.000 persone vengono colpite da insufficienza renale cronica.
Questa malattia è contrassegnata da una serie di alterazioni metaboliche che
possono mettere immediatamente in pericolo la vita oppure produrre danni ad
organi o disturbi al paziente, che sono comunque, a lungo termine, potenzial-
mente fatali. La dialisi risolve con buona approssimazione il primo gruppo di
problemi mantenendo la vita a prezzo di grossi disagi.
Il trapianto di rene è in grado di guarire o tenere sotto controllo anche il secondo
gruppo di problemi. In altre parole, la dialisi permette la sopravvivenza, il trapian-
to, invece può guarire del tutto il paziente.
Trapianto di polmoneÈ possibile il trapianto di polmone singolo, dei due
polmoni o del blocco cuore - polmoni contemporane-
amente. Di questa terapia possono giovarsi i pazienti
con insufficienza polmonare irreversibile o con malat-
tie combinate del polmone e del cuore.
15
LA QUALITÀ DEI
TRAPIANTI
Il trapianto di organi è ormai uscito dalla fase sperimentale, per cui, come
per ogni altra cura, è necessario valutarne l’efficacia in termini di soprav-
vivenza.
Per sopravvivenza si intende la percentuale di trapianti funzionanti a di-
stanza di tempo dall’intervento operatorio di impianto.
In Italia, la qualità dei trapianti effettuati è migliorata notevolmente negli
ultimi anni ed ha raggiunto il primo posto in Europa. Questo traguardo
è frutto di un’analisi puntuale promossa dall’Istituto Superiore di Sanità,
che nel 2002 ha avviato un progetto di valutazione della qualità dell’as-
sistenza sanitaria con l’obiettivo di migliorare lo stato di salute, innalzare
il grado di soddisfazione dei cittadini e offrire strumenti di trasparenza.
L’attività di trapianto è stata la prima ad essere sottoposta a valutazione,
attraverso l’individuazione di criteri condivisi ed il coinvolgimento di tutti
i centri operativi e dei professionisti del settore. Per garantire la qua-
lità dei dati trasmessi e l’attendibilità dei risultati presentati sono state
avviate procedure di audit (verifiche ispettive) su ogni centro trapianto.
Sopravvivenza mediaCuore: 80%
Fegato: 85%
Rene: 95%
Reinserimento del paziente trapiantato nella
normale vita socialeTrapianto di cuore
Nel 89,7% dei casi i pazienti italiani sottoposti
a trapianto di cuore lavorano o sono nelle con-
dizioni di farlo.
Trapianto di fegato
Nel 76,1% dei casi i pazienti italiani sottoposti
a trapianto di fegato lavorano o sono nelle con-
dizioni di farlo.
Trapianto di rene
Nel 89,4% dei casi i pazienti italiani sottoposti
a trapianto di rene lavorano o sono nelle con-
dizioni di farlo.
16
TRAPIANTO DI TESSUTI
Il trapianto di tessuti ha sempre maggiore successo: le tecniche conti-
nuano a evolversi notevolmente come i settori a cui viene applicato.
Solitamente si ricorre a un trapianto o innesto di tessuto quando il pazien-
te ha perso la funzionalità di un organo o quando un tessuto si è danneg-
giato a causa di malattie degenerative o traumi. I tessuti da trapiantare
possono essere omologhi (homograft), ossia dello stesso tipo di quelli da
sostituire e possono provenire da un donatore o da una parte del corpo
dello stesso paziente.
Il trapianto di tessuti, inoltre, non presenta lo stesso stato di emergenza
riscontrabile nei pazienti che necessitano di un trapianto d’organo.
I prelievi di tessuti sono effettuati da medici chirurghi che operano sem-
pre nel pieno rispetto del defunto. Infatti i tessuti prelevati vengono so-
stituiti con protesi che hanno la medesima forma e consistenza della
porzione prelevata.
I tessuti che possono essere prelevati a scopo di trapianto sono:
�� elementi ossei (es. testa di femore) o muscolo-scheletrici (cartila-
gini, tendini)
�� tessuti cardiovascolari (arterie, vasi, valvole cardiache)
�� tessuto oculare (cornea)
�� tessuto cutaneo
�� membrana amniotica.
CorneaIl trapianto di cornea, tecnicamente detto cheratoplastica perforante, è un intervento che consiste nel
sostituire una porzione di cornea, ormai opaca, con del tessuto corneale trasparente.
Le due patologie che più frequentemente richiedono il ricorso al trapianto di cornea sono il cheratoco-
no, una malattia a carattere ereditario caratterizzata da una deformazione progressiva della cornea e
la cheratopatia bollosa.
Le cornee possono essere donate a qualsiasi età e la loro idoneità non dipende dall’età del donatore ma
dalla qualità del tessuto. L’intervento di trapianto dura da trenta minuti a un’ora e mezza, può essere
eseguito in anestesia generale o in anestesia locale, comporta una degenza di pochi giorni o viene
eseguito in day hospital, non richiede una terapia immunosoppressiva sistemica.
17
CuteA differenza dagli altri trapianti di tessuti, quello di cute a volte può letteralmente salvare la vita di un
paziente. Questo accade, per esempio, quando si subisce un’ustione sulla maggior parte del corpo. La
mancanza del rivestimento cutaneo, infatti, comporta una pericolosa e progressiva perdita di liquidi e
proteine che può portare al decesso. Ma accade anche quando viene utilizzato per curare alcune gravi
malattie dermatologiche che altrimenti porterebbero a morte certa.
Il tessuto cutaneo può essere prelevato (lo spessore è meno di mezzo millimetro) anche da soggetti anziani.
L’autotrapianto di cute, cioè il prelievo di cute da parti del corpo non ustionate dello stesso paziente
e innestata in seguito sulle zone ustionate, può avvenire sia quando le ustioni sono circoscritte che
quando sono particolarmente estese.
Valvole cardiacheAnche il trapianto di valvole cardiache può
in alcuni casi essere considerato un tra-
pianto “salvavita”, specialmente quando
insorge un’infezione del tessuto cardiaco.
Gran parte delle valvole donate vengono
trapiantate in bambini affetti da cardiopatie
congenite.
La sostituzione della valvola non funzionan-
te può essere effettuata con una valvola
artificiale (biologica o meccanica) oppure
mediante una valvola omologa umana.
La valvola cardiaca biologica può andare in-
contro a degenerazioni. La valvola cardiaca
meccanica ha bisogno invece di un tratta-
mento con anticoagulanti per tutta la vita
che comporta complicazioni e rischi (prin-
cipalmente gravi emorragie).
Il trapianto di valvole cardiache omologhe,
invece, non presenta questo tipo di proble-
mi e spesso risulta essere l’unica soluzione
possibile per salvare la vita del paziente.
Segmenti vascolariDa molti anni arterie e vene umane sono considerate
la fonte più sicura per innesti negli interventi di rico-
struzione vascolare.
Le arterie sono speciali condotti che portano il san-
gue spinto dal cuore in tutte le parti del corpo. Quan-
do una malattia porta alla chiusura dell’aorta addo-
minale, si preferisce usare un trapianto delle arterie,
perché queste resistono alle infezioni a differenza
delle protesi artificiali.
Le vene sono i condotti che portano il sangue di ritor-
no, dalla periferia al cuore. Le vene varicose (safene)
che ogni anno vengono tolte a centinaia di pazienti
possono essere eliminate oppure essere utilizzate a
scopo di innesto. Nei pazienti sottoposti ad emodialisi
per insufficienza renale, col passare del tempo può
chiudersi l’arteria che permette al paziente di utiliz-
zare l’apparecchio della dialisi. Di conseguenza non è
più possibile continuare la dialisi, vitale per il paziente.
In questi casi il flusso dalla macchina al paziente può
essere ripristinato trapiantando nell’avambraccio del
paziente un segmento della vena varicosa.
18
Sicurezza e QualitàLa qualità e la sicurezza nelle fasi di donazione, analisi, lavorazione, conservazione e distribuzione dei
tessuti e delle cellule umane a scopo di trapianto sono assicurate da leggi nazionali (Decreti Legislativi
191/2007 e 16/2010) e da una serie di linee guida e protocolli tecnici. Gli standard di qualità e sicurezza,
condivisi dai Paesi europei, sono garantiti ad esempio da un programma di ispezioni presso gli Istituti dei
Tessuti, da un sistema codificato di notifica di eventi e reazioni avverse gravi e dalla completa tracciabilità
dei tessuti dal momento della donazione sino a quello del trapianto.
Tessuto osseoIl trapianto di tessuto osseo è sicuramente il più frequente. Pur non essendo un trapianto “salvavita”,
permette di curare alcune gravi patologie ossee che altrimenti porterebbero a mutilazione. I soggetti
che ricorrono a questo tipo di trapianto sono solitamente giovani colpiti da tumori ossei oppure che
hanno subito gravi traumi che hanno distrutto parte di un osso. I tessuti osteo-tendinei possono essere
utilizzati per diverse applicazioni sia in ortopedia (per tumori o ricostruzioni nei traumi), sia in chirurgia
maxillo-facciale (per la ricostruzione di ossa del viso danneggiate). Il tessuto osseo può anche venire
utilizzato per riempire delle cavità che si possono formare a causa di malattie o durante alcuni inter-
venti di impianto di protesi. Nella maggior parte dei casi vengono trapiantati anche tendini e legamenti.
Membrana amnioticaLa membrana amniotica della placenta viene estratta dalla donatrice, quando è necessario il parto
cesareo, ma soli in casi non di urgenza e quindi programmati.
Il procedimento di separazione richiede sei ore e lavaggi continui. La membrana amniotica ha le se-
guenti proprietà:
� non ha rischi di rigetto
� resiste alle infezioni batteriche
� è antinfiammatorio
La membrana amniotica viene utilizzata per la riduzione di cicatrici, la formazione di nuovi tessuti e
per varie forme di chirurgia ricostruttiva. In particolare il trapianto di membrana amniotica viene utiliz-
zato per i pazienti con problemi dermatologici, oculistici, ginecologici, urologici e per il trattamento dei
grandi ustionati.
19
Banche dei tessutiEsiste la possibilità di conservare i tessuti in vere e proprie “banche”, da dove vengono poi distribuiti allo
scopo di trapianto. Questo prezioso “deposito” è possibile perché i tessuti possono essere mantenuti
intatti grazie a sistemi di conservazione che non ne alterano minimamente la struttura. Purtroppo, non
si può fare altrettanto con gli organi da trapiantare, perché questi si deteriorano in tempi brevissimi. Le
banche dei tessuti sono delle strutture sanitarie pubbliche che hanno il compito di conservare e distri-
buire i tessuti che verranno trapiantati, certificandone l’idoneità e la sicurezza secondo quanto stabilito
dall’art. 15 della legge 91/1999, che organizza il sistema dei trapianti in Italia. Le Banche sono una fonte
di garanzia in quanto assicurano la tracciabilità(cioè la possibilità di conoscere da dove, quando e come
è stato prelevato), la qualità, l’idoneità e la sicurezza dei tessuti.
Controlli Post-TrapiantoA differenza di quanto avviene per gli organi, il trapianto di tessuti non contempla alcun rischio di rigetto
poiché non è necessario che vi sia compatibilità tra donatore e ricevente.
20
TRAPIANTO DI CELLULE
Il trapianto di cellule è tra le materie di studio e sperimentazione più
all’avanguardia e in rapida crescita nel delicato mondo dei trapianti. Le
cellule che vengono trapiantate sono le staminali, cellule presenti in ogni
organismo con la funzione di rigenerare e produrre nuovi tessuti. Rispetto
alle altre cellule presenti nel nostro corpo le staminali sono cellule non
differenziate, o non specializzate, non hanno cioè ancora una funzione
ben precisa all’interno dell’organismo stesso.
Un’altra caratteristica fondamentale delle staminali è che possono ri-
prodursi in maniera pressoché illimitata (ogni giorno generano 200-400
miliardi di cellule nuove), dando vita contemporaneamente ad altre cel-
lule staminali e a cellule precursori di una progenie cellulare destinata
a differenziarsi e a dar vita a tessuti e organi come i muscoli, il cuore, il
fegato, le ossa ecc.
Le staminali possono essere:
�� totipotenti, quando danno luogo a tutti i tessuti,
�� pluripotenti (o multipotenti), quando possono generarne più di uno,
�� unipotenti, quando danno vita solo ad un tipo di tessuto.
Le cellule utilizzate per il trapianto sono le staminali (CSE) emopoietiche
o ematopoietiche (sono sinonimi) progenitrici di tutte le linee cellulari
del sangue, il che significa che sono in grado di generare globuli rossi,
bianchi e piastrine.
Le staminali vanno incontro a un processo di maturazione e differenzia-
mento che dà luogo a cellule sempre più specializzate.
Fondamentale è anche la loro capacità di replicarsi; il loro numero ri-
mane invariato durante tutta la nostra vita anche se dovessero in parte
venire prelevate, come avviene ad esempio quando si dona il sangue o
il midollo osseo.
21
Le fonti principali da cui possono essere prelevate le cellule staminali
adatte al trapianto sono:
�� Il midollo osseo (trapianto autologo di CSE e trapianto allogenico
di CSE)
�� Il sangue presente nel cordone ombelicale al momento del parto
(trapianto allogenico di CSE)
�� Il sangue periferico
A differenza della donazione di organi e tessuti, che avviene dopo la
morte, quella delle cellule staminali ematopoietiche avviene da vivente.
Il trapianto di cellule staminali sane (detto “infusione”) avviene con una
semplice trasfusione di sangue. È sufficiente infatti iniettare in endovena
le cellule staminali emopoietiche (CSE), visto che queste sono natural-
mente in grado di trovare da sole la strada per colonizzare la zona inte-
ressata e produrre i vari tipi di cellule del sangue.
22
RIGETTO
Quando il nostro organismo viene aggredito da batteri, virus, altri micror-
ganismi o da corpi estranei scatta un meccanismo di difesa: il sistema im-
munitario. Si attiva quando riconosce la particella o la sostanza introdotta
come estranea, non facente parte dell’organismo. Con particolari cellule, i
linfociti, e proteine prodotte in modo specifico per ciascun aggressore, gli
anticorpi, neutralizza le sostanze nocive ed elimina gli elementi dannosi.
Questa situazione può verificarsi anche quando trapiantiamo un organo: il
sistema immunitario non lo riconosce, lo aggredisce e si ha il rigetto. Que-
sto fenomeno si verifica anche con il sangue per cui da molti anni si sono
definiti i gruppi sanguigni secondo il sistema chiamato A B 0: si trasfonde
solamente a persone dello stesso gruppo del donatore.
Per poter realizzare con successo i trapianti di organo si è operato nella
stessa direzione e si sono identificati gli antigeni del sistema HLA, sigla che
deriva dalle iniziali inglesi delle parole “Antigeni Leucocitari Umani”. È un
sistema molto più complesso di quello precedente in quanto comprende
decine di elementi. Mentre per il sangue le combinazioni possibili sono 4
(gruppo A, B, AB, 0), per il sistema HLA sono parecchie decine per cui è
poco probabile avere un’identità immunogenetica tra donatore e ricevente
(1 su 1-2 milioni). Per realizzare un trapianto di organo è sufficiente una
buona compatibilità. È difficile percentualizzare, ma per avere un’idea ge-
nerale basta ricordare che su una lista d’attesa di 800 pazienti di gruppo 0
si trovano solo 50 – 60 persone compatibili con il donatore.
Tre sono i tipi principali di rigetto che si possono verificare:
Rigetto IperacutoSi istaura entro breve tempo dal trapianto, da alcuni minuti ad alcuni gior-
ni, ma può essere prevenuto attraverso la rilevazione degli anticorpi con
semplici esami prima del trapianto e oggi è raro.
23
Rigetto AcutoÈ la forma più comune di rigetto e si verifica più frequentemente nei primi 6
mesi dopo il trapianto. I farmaci più efficaci nella prevenzione di questo tipo di
rigetto sono gli immunosoppressori.
Rigetto cronicoTale forma di rigetto può istaurarsi tra 6/12 mesi dopo il trapianto e sfortuna-
tamente non esiste un trattamento standard per scongiurarlo in quanto la sua
eziologia non è chiara.
Indipendentemente dal tipo di rigetto, i segni d’allarme sono costituiti da feb-
bre, sintomi influenzali, ipertensione, edema o improvviso aumento di peso,
modificazione della frequenza cardiaca ed abbreviazione del respiro.
ConclusioniIl rigetto è l’unico rischio reale che ancora resta nonostante l’impegno costante
della ricerca medica nello sperimentare e mettere a punto tecniche per rende-
re il soggetto “tollerante” nei confronti del trapianto.
25
IL TRAPIANTO
IN ITALIA
Iter operativoLista d’attesa
Uno specialista, dopo aver accertato una grave patologia d’organo, indirizza
il paziente ad un Centro di Trapianto dove si provvede a valutare l’opportunità
del trapianto come terapia sottoponendolo a check-up standardizzati.
Se il paziente risulta idoneo e condivide tale terapia il suo nominativo, dopo aver
effettuato la tipizzazione, viene inserito nella lista di attesa di un Centro Trapianti,
ad eccezione del rene che prevede la possibilità di iscriversi in due liste diverse.
Prelievo
�� Diagnosi, da parte di un anestesista - rianimatore, dell’avvenuta mor-
te cerebrale.
�� Insediamento della commissione medico-legale di controllo per l’ac-
certamento (per il tempo previsto dalla legge - minimo 6 ore) e la
certificazione della morte.
�� Informazione ai familiari del defunto.
�� Colloquio con i familiari sulla donazione.
�� Segnalazione della disponibilità degli organi e dei tessuti ai Centri Regio-
nali di riferimento che provvederanno a ricercare i riceventi più idonei.
�� Controllo dell’assenza di malattie trasmissibili e tipizzazione degli or-
gani per verificare la compatibilità con chi riceverà il trapianto.
�� Certificazione della morte da parte della commissione.
�� Se il defunto aveva in vita espresso parere favorevole alla donazione
o se dagli aventi diritto non viene rilasciata opposizione scritta, si
procede al prelievo degli organi e\o dei tessuti, altrimenti il corpo del
defunto viene portato in obitorio.
�� L’equipe dei sanitari autorizzati al prelievo ed al trapianto, per legge,
devono essere diversi da quelli che accertano la morte. Questo per-
ché sia ben chiaro ed evidente ad ognuno che non c’è alcun colle-
gamento tra i medici che cercano di salvare la vita di un paziente e
quelli che utilizzeranno i suoi organi per guarire altri pazienti.
Coordinamento
�� Ricerca, nelle liste d’attesa, dei pazienti che, per compatibilità im-
munogenetica, urgenza o altro parametro previsto, possono ricevere
gli organi o i tessuti.
26
�� Scelta dei pazienti più idonei da trapiantare.
�� Qualora non ci fossero pazienti compatibili nei Centri di Trapianto collega-
ti, si ricercherà presso altri Centri di riferimento nazionali o internazionali.
Conservazione e trasporto
L’obiettivo primario di un Centro di Rianimazione è quello di mantenere gli orga-
ni nelle migliori condizioni possibili sino al momento in cui vengono prelevati. Gli
organi da trapiantare richiedono procedure particolari per la loro conservazione
extracorporea che varia da organo a organo in base al liquido di conservazione
e alla temperatura. Possono essere trasportati in un comune frigo portatile e
conservati in base ai relativi “tempi di ischemia fredda”, cioè il tempo massimo
di conservazione nel ghiaccio dopo il prelievo e prima del trapianto.
Cuore 4-6 ore
Polmone 4-6 ore
Cuore/Polmoni 4-6 ore
Fegato 12-18 ore
Rene 48-72 ore
Pancreas 12-24 ore
Oltre questo tempo massimo, gli organi, in assenza di sangue e quindi di os-
sigeno, vanno incontro a necrosi, cioè alla morte delle loro cellule. Il trasporto
in tempi ottimali è realizzato con mezzi idonei: ambulanza, elicottero, aereo o
un insieme di questi.
Trapianto
�� Avviso al paziente che dovrà essere trapiantato a presentarsi presso il
Centro di trapianto in cui si è iscritto nelle liste d’attesa.
�� Organizzazione dell’intervento e misure di prevenzione per eventuali com-
plicanze: riserva di sangue, disponibilità del servizio di Rianimazione, ecc.
�� Operazione di trapianto.
�� Ricovero in terapia intensiva.
�� Dopo il trapianto, i riceventi vengono sottoposti a terapia immunosop-
pressiva in un reparto attrezzato per un’assistenza intensiva e completa-
mente isolato dal resto dell’unità di rianimazione utilizzata per la chirur-
gia convenzionale. La condizione di isolamento stretto persiste per tutto
il tempo necessario al paziente affinché possa superare la fase critica
post-chirurgica (di 5-6 giorni).
27
�� Ricovero in struttura di degenza fino alla dimissione.
�� Controlli periodici delle condizioni del paziente e copertura farmacologia
per gli anni successivi.
Costi
In Italia il prelievo di organi e tessuti è totalmente gratuito per il paziente; il suo
costo è sostenuto dal SSN e viene eseguito in ospedali o strutture sanitarie
accreditate dalla regioni.
Organismi di coordinamentoIn Italia, il coordinamento è articolato su tre livelli:
�� nazionale (Centro Nazionale Trapianti)
�� regionale (Centro Regionale Trapianti)
�� locale (Coordinatore alla donazione)
Il Centro Nazionale Trapianti (CNT) è composto da:
�� Direttore Generale dell’Istituto Superiore di Sanità (con funzioni di presidente)
�� Direttore generale del CNT
�� Un rappresentante per ciascuno dei Centri Regionali
�� Una struttura organizzativa a supporto delle funzioni attribuite dalla leg-
ge al CNT
�� Una struttura operativa deputata all’allocazione degli organi per i pro-
grammi di trapianto nazionali, per le eccedenze, le restituzioni e lo
scambio degli organi con Paesi esteri
Il CNT svolge le seguenti funzioni:
a) conserva le liste delle persone in attesa di trapianto
b) fissa i criteri e procede all’assegnazione degli organi con particolare riferi-
mento alle urgenze ed alle liste pediatriche;
c) stabilisce il fabbisogno nazionale e le linee guida per i Centri Regionali.
La Consulta tecnica permanente per i trapianti, su nomina del Ministero della
Salute, è composta da:
�� Direttore Generale dell’Istituto Superiore di Sanità (o da un suo delegato)
�� Direttore generale del CNT
�� Coordinatori dei Centri Regionali per i Trapianti
�� Tre clinici esperti in materia di trapianti di organi e di tessuti (di cui al-
meno uno rianimatore)
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�� Tre esperti delle associazioni nazionali, tra cui l’A.I.D.O., che operano
nel settore dei trapianti e della promozione delle donazioni.
La Consulta sostiene il lavoro del CNT con il compito di predisporre gli indirizzi
tecnico-operativi per lo svolgimento delle attività di prelievo e di trapianto.
Il Centro Nazionale Trapianti Operativo (CNTO) si pone come principale inter-
locutore operativo a livello nazionale, interfacciandosi direttamente con i CRT
e garantendo H/24 il supporto necessario ai fini della gestione operativa dei
programmi nazionali. Istituito a seguito di una riorganizzazione del sistema
trapianti, il CNTO ha il compito di gestire:
�� il programma urgenze (cuore, fegato, rene, polmone)
�� il programma pediatrico (tutti gli organi)
�� il programma split (fegato)
�� i programmi restituzione ed eccedenze
�� IGE – Italian Gate of Europe (scambio di organi)
Il Centro Regionale trapianti svolge le seguenti funzioni relative al proprio territorio:
�� coordina le attività di raccolta e di trasmissione dei dati delle persone in
attesa di trapianto;
�� coordina l’attività di prelievo e i rapporti tra le rianimazioni ed i Centri di
Trapianto;
�� controlla l’esecuzione dei test immunologici per il trapianto;
�� procede all’assegnazione degli organi;
�� cura i rapporti con il CNTO, con le autorità sanitarie regionali e con le
associazioni di volontariato.
Ha sede presso una struttura pubblica e si avvale di uno o più laboratori di
immunologia per l’espletamento delle attività di tipizzazione tissutale.
Il Coordinatore locale alla donazione è un medico nominato dalle Aziende Sa-
nitarie Locali (ASL). È responsabile delle attività di donazione d’organi e tessuti
e ha il compito di:
�� comunicare i dati relativi al donatore al Centro Regionale Trapianti al fine
dell’assegnazione degli organi
�� curare i rapporti con i familiari dei donatori
�� coordinare gli atti amministrativi del prelievo
�� organizzare attività di informazione alla popolazione.
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L’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, tessuti e cellule
(A.I.D.O.) è una organizzazione di volontariato apartitica, aconfessionale,
interetnica, e non di autotutela.
È costituita tra cittadini favorevoli alla donazione volontaria, anonima e gra-
tuita, dopo la morte, di organi e tessuti per trapianto terapeutico.
Da oltre 43 anni
�� promuovere la cultura della donazione di organi, tessuti e cellule;
�� incoraggia stili di vita atti a prevenire l’insorgenza di malattie che possano richiedere come terapia il tra-
pianto di organi;
�� provvede alla raccolta di dichiarazioni favorevoli alla donazione di organi, tessuti e cellule post mortem.
Fondata a Bergamo nel 1973, ha sede legale e nazionale a Roma.
Presente su tutto il territorio nazionale con 21 Sedi regionali, 104 Sezioni Provinciali e 1028 Gruppi Comunali.
Ad oggi conta oltre 1.400.000 Soci.
In considerazione dell’opera svolta per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul problema della donazione
degli organi, il Ministero della Sanità ha conferito all’A.I.D.O. la medaglia d’oro al merito della Sanità pubblica,
con decreto del Presidente della Repubblica in data 15 Gennaio 1986.
Poste Italiane l’8 ottobre 2005 ha emesso un francobollo per ricordare i trent’anni di attività dell’Associazione.
Cosa vuol dire essere iscritto all’A.I.D.O.?
L’iscrizione all’Associazione significa aver capito l’importanza che alcune parti del nostro corpo, quando non ci oc-
correranno più perché saremo morti, siano donate a chi non ha altra speranza per sopravvivere se non il trapianto.
Inoltre l’iscrizione all’Associazione è molto importante sul piano culturale: io segnalo a me stesso e agli altri che ho capito
il problema e che sono disposto ad impegnarmi anche per diffondere la cultura del prelievo e del trapianto degli organi.
Oltre all’attività di informazione, quale contributo A.I.D.O. offre alle Istituzioni?
A.I.D.O. ha rappresentato, sin dalla sua costituzione, un punto di riferimento e un esempio di dialogo e interlocu-
zione tra la società civile e le Istituzioni.
Ha partecipato al dibattito e alla scrittura di emendamenti da proporre a integrazione al disegno di legge sui tra-
pianti predisposto dalla Commissione Sanità della Camera. Una legge fortemente voluta nel nostro Paese e che
finalmente arriva il 1 aprile del 1999.
Oltre all’attività di informazione in occasione delle Campagne ministeriali, ha concretizzato nel 2008 l’integrazio-
ne tra SIA (Sistema Informativo A.I.D.O.) e SIT (Sistema Informativo Trapianti), rendendo disponibili al Centro
Nazionale Trapianti il patrimonio informativo di oltre un milione e quattrocentomila cittadini tesserati A.I.D.O.
L’integrazione con il SIA, ha rappresentato un passaggio fondamentale nel Sistema dei trapianti in Italia e un grande
esempio (il migliore a livello europeo) di integrazione fra mondo del Volontariato e Strutture Sanitarie pubbliche.
Il tesseramento A.I.D.O. infatti implica l’inserimento del nominativo dell’iscritto nella base dati del SIA e grazie
all’integrazione SIA - SIT, il tesserato A.I.D.O. nonché potenziale donatore è direttamente identificabile anche per
il Centro Nazionale Trapianti e per le strutture periferiche come le rianimazioni. Inoltre il processo di identificazio-
ne del potenziale donatore assicura anche l’esistenza di un’esplicita volontà testamentaria, rilasciata ad A.I.D.O.
e conservata presso la sede di pertinenza.
CHE COSA È A.I.D.O.?
30
IL TRAPIANTO,
GLI ORGANISMI BIOETICI E
LE RELIGIONI
La posizione degli organismi bioetici sui prelievi e trapianti di organo si
riassume in tre principi:
�� Che il donatore sia morto. Solo in questa condizione ha senso ed è
lecito prelevare gli organi.
�� Che il donatore sia stato consenziente in vita al prelievo. È ovvio
che non si può prelevare se la persona defunta ha dichiarato in vita
di essere contraria alla donazione. Viceversa è un dovere giuridico
e sociale garantire chi in vita ha espresso parere favorevole alla
donazione di organi e tessuti.
�� Che non siano interessati al prelievo-trapianto il cervello o gli orga-
ni seminali (testicoli ed ovaia).
Se in altri settori le posizioni dei laici e dei religiosi sono spesso diverse,
questo non accade per il prelievo e il trapianto degli organi: i principi
sopra elencati valgono per entrambi.
Ne consegue che le principali religioni del mondo AMMETTONO, PER-
METTONO e INCORAGGIANO il trapianto e la donazione degli organi.
AMISH
Approva se vi è una chiara indicazione che la salute del trapiantato sarà
migliorata, ma è riluttante se il risultato non è certo.
AVVENTISTA 7° GIORNO
L’individuo e la famiglia hanno il diritto di ricevere e donare organi e
tessuti.
BATTISTA
Il trapianto è approvato solo se offre la possibilità di miglioramento fisico
e il prolungamento della vita.
BUDDISTA
La donazione è una questione di coscienza individuale.
CATTOLICA
I trapianti sono accettati dalla Chiesa Cattolica sia dal punto di vista etico
che morale. La donazione è incoraggiata in quanto atto di carità e di
amore fraterno.
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EBRAICA
Gli ebrei ritengono che se è possibile donare un organo per salvare una
vita, è obbligatorio farlo. Poiché ridonare la vista è considerato salvare la
vita, è incluso anche il trapianto della cornea.
GRECO ORTODOSSA
Non pone obiezioni alle procedure utili a migliorare lo stato di salute.
INDUISTA
La donazione degli organi per il trapianto è una decisione individuale.
ISLAM
I maomettani sono favorevoli alla donazione da parte di donatori che ab-
biano dato in anticipo il consenso per iscritto e gli organi non devono
essere conservati, ma trapiantati immediatamente.
LUTERANA
Approva la donazione di organi per i trapianti in quanto contribuisce allo
star bene dell’umanità e può essere un’espressione di sacrificio amore-
vole per un vicino bisognoso.
MORMONE
La donazione degli organi per i trapianti è una questione personale.
PRESBITERIANA
Incoraggia e appoggia la donazione di organi e tessuti. Rispetta la co-
scienza individuale e il diritto di una persona di decidere per quanto
riguarda il suo corpo.
PROTESTANTE
Incoraggia e sostiene la donazione e il trapianto degli organi, giudicato
uno strumento per aiutare il prossimo anche dopo la propria morte.
QUACCHERA
La donazione degli organi per i trapianti è una questione personale.
SCIENZA CRISTIANA
Non prende posizione, lasciando la decisione all’individuo.
TESTIMONI DI GEOVA
La donazione è questione di coscienza individuale fatto salvo che tutti gli
organi e tessuti devono essere completamente privi di sangue.
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PER APPROFONDIRE
SITOGRAFIA
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