Ocse, dati e cifre sul fisco societario. Si alza il velo ...

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Dal mondo

Ocse, dati e cifre sul fisco societario. Si alza il velosu aliquote e gettito9 Luglio 2020

Pubblicata la seconda edizione del report Corporate tax statistics, che raccoglie lenotizie desunte dal Country by country reporting

L’economia è globale, le imposte no. In questa semplicefrase può essere tradotto uno dei risultati dell’analisicontenuta nell’ultimo report dell’Ocse (il secondo, almomento) sulle imposte sui redditi societari di tutto ilmondo. Il volume, dal titolo Corporate Tax Statistics,raccoglie dati e informazioni su imposte e attivitàeconomiche di circa 4mila gruppi multinazionali che hannola sede legale in 26 Stati e operano in più di 100giurisdizioni del pianeta. Tutte le statistiche presentate nelrapporto sono relative al 2017.

Il peso delle imposte societarie nel mondoL’analisi dei tecnici dell’Ocse mostra che, nonostante lacompetizione globale per attrarre le imprese e i loro

investimenti abbassando le aliquote Ires, l’imposta sul reddito delle società resta un’importantefonte di gettito per gli Stati. Nel 2017 le imposte societarie rappresentavano in media il 14.6% delleimposte riscosse in 93 giurisdizioni, mentre nel 2000 la quota dell’Ires sul totale delle imposte eradel 12,1%. Ancora più significativo il peso delle imposte sui redditi delle società nei Paesi in via disviluppo. Se negli Stati membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico lamedia è del 9,3%, la media della quota Ires è pari al 18,6% negli Stati africani e al 15,5% nei Paesi

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dell’America Latina.

Cosa dice il rapporto su imposte e profitti delle multinazionaliL’Ocse sottolinea che i dati aggregati vanno trattati con le pinze, ma allo stesso tempo ritiene dipoter trarre delle conclusioni generali da alcune evidenze. La prima è il disallineamento tra il luogodove i profitti sono dichiarati (e le imposte pagate) e quello dove sono realizzate le attivitàeconomiche. Insomma, le multinazionali hanno delle sedi che hanno una quota relativamente altadi profitti se comparata con la quota di dipendenti e di asset impiegati e posseduti dalla sedestessa. Altro elemento che l’Organizzazione di Parigi ci invita a valutare è quello relativo alleimposte pagate dai gruppi globali. Le imposte per dipendente tendono a essere versate negli Statidove le aliquote Ires sono dello 0% oppure nelle giurisdizioni che hanno delle normativeparticolarmente attrattive (i cosiddetti investiment hub). In media, altro punto dolente, la quota diimposte versate dalle controllate delle multinazionali è maggiore nelle giurisdizioni appena citateche in altre. Infine, la composizione delle attività di impresa vede prevalere l’attività di holdingnegli investiment hub. Gli Stati che meritano la definizione di “investiment hub” sono quelli dovel’importo degli investimenti esteri è pari ad almeno il 150% del loro Pil. Rientrano in questacategoria giurisdizioni come le Bahamas, i Paesi Bassi e Singapore (senza dimenticare la Svizzera).Va precisato che solo in alcune di queste giurisdizioni l’aliquota Ires è dello 0%. Le altregiurisdizioni del macro gruppo usano altri strumenti per attrarre gli investimenti dei gruppimultinazionali sul proprio territorio.

Per la prima volta arrivano i dati sulle regole CfcLa seconda edizione di Corporate Tax Statistics raccoglie per la prima volta importanti informazionisulle società controllate estere (Cfc). Il volume infatti elenca in quante giurisdizioni sono stateintrodotte normative che puntano a sottoporre a tassazione alcune categorie di reddito dellesocietà controllate nelle giurisdizioni delle società capogruppo, proprio al fine di contrastare ilricorso a strutture offshore elusive. L’informazione sulla presenza di questo tipo di norme è statafornita da 122 su 137 giurisdizioni che hanno aderito al Quadro inclusivo Ocse sul Beps. In 49 diqueste 122, l’introduzione delle regole Cfc è molto recente (del 2019). In generale, per determinarese una società è controllata o meno le giurisdizioni applicano differenti criteri. Non tutte legiurisdizioni, però, attuano un test per verificare la presenza di attività sostanziali d’impresa. Delle49 giurisdizioni che avevano introdotto le regole CFC nel 2019, sono 11 a non effettuare questotipo di verifica.

La fonte dei datiLe informazioni contenute nel volume hanno la loro origine nel Country by country reporting del

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Progetto Beps di Ocse e G20. Questo progetto coinvolge più di 100 giurisdizioni ed ha lo scopo dicontrastare le strategie elusive delle multinazionali. Al momento il Country by country reporting

obbliga i gruppi globali di imprese con sede in 90 Stati a rivelare importanti dati su profitti, asset,lavoratori e luogo dove versano le imposte. In questo modo il Cbc reporting fornisce alle autoritàfiscali dei Paesi dove le multinazionali operano una preziosa fonte di dati da utilizzare in analisi dirischio, attività di monitoraggio e tutoraggio fiscale.

diVito Rossi

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