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Obblighi (e sanzioni) per il responsabile della comunicazione (stralcio da documenti Consob) Obblighi del Responsabile assicurarsi che la comunicazione al pubblico di Informazioni Rilevanti e Informazioni Privilegiate e il marketing delle attività della Società non siano combinati tra loro in maniera che potrebbe essere fuorviante; assicurare che la comunicazione al pubblico avvenga in maniera il più possibile sincronizzata presso tutte le categorie di investitori e in tutti gli eventuali Stati membri in cui la Società abbia richiesto o approvato l'ammissione alla negoziazione dei propri strumenti finanziari in un mercato regolamentato: Tutti i comunicati diffusi, devono essere pubblicati sul sito internet della Società entro l’apertura del mercato del giorno successivo a quello della diffusione e restare disponibili sul sito internet per almeno due anni dalla data di pubblicazione. I comunicati devono essere diffusi senza ingiustificato ritardo . In caso di diffusione involontaria, nel corso di assemblee, di Informazioni Rilevanti o di Informazioni Privilegiate, queste devono essere comunicate senza indugio al mercato, sospendendo brevemente la riunione ove necessario.

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Obblighi (e sanzioni) per il responsabile della comunicazione (stralcio da documenti Consob)

Obblighi del Responsabile

assicurarsi che la comunicazione al pubblico di Informazioni Rilevanti e Informazioni

Privilegiate e il marketing delle attività della Società non siano combinati tra loro in

maniera che potrebbe essere fuorviante;

assicurare che la comunicazione al pubblico avvenga in maniera il più possibile

sincronizzata presso tutte le categorie di investitori e in tutti gli eventuali Stati membri

in cui la Società abbia richiesto o approvato l'ammissione alla negoziazione dei propri

strumenti finanziari in un mercato regolamentato:

Tutti i comunicati diffusi, devono essere pubblicati sul sito internet della Società entro

l’apertura del mercato del giorno successivo a quello della diffusione e restare

disponibili sul sito internet per almeno due anni dalla data di pubblicazione. I

comunicati devono essere diffusi senza ingiustificato ritardo. In caso di diffusione

involontaria, nel corso di assemblee, di Informazioni Rilevanti o di Informazioni

Privilegiate, queste devono essere comunicate senza indugio al mercato, sospendendo

brevemente la riunione ove necessario.

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Obblighi del comunicato (stralcio da documenti Consob)

Obblighi del comunicato

a)… il comunicato deve contenere gli elementi idonei a consentire una

valutazione completa e corretta degli eventi e delle circostanze rappresentati,

nonché collegamenti e raffronti con il contenuto dei comunicati precedenti;

b) ogni modifica significativa delle informazioni privilegiate già rese note al

pubblico deve essere a questo comunicata senza indugio

c) la comunicazione al pubblico di informazioni privilegiate e il marketing delle

proprie attività non siano combinati tra loro in maniera che potrebbe essere

fuorviante;

d) la comunicazione al pubblico deve avvenire in maniera il più possibile

sincronizzata presso tutte le categorie di investitori e in tutti gli Stati membri in

cui gli emittenti hanno richiesto o approvato l'ammissione alla negoziazione dei

loro strumenti finanziari in un mercato regolamentato.

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Regole severe per il giornalismo economico

DALLA CARTA DEI DOVERI DELL'INFORMAZIONE ECONOMICA

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4) Il giornalista rifiuta pagamenti, rimborsi spese, elargizioni, vacanze gratuite, regali, facilitazioni o prebende da privati o enti pubblici che possano condizionare il suo lavoro e la sua autonomia o ledere la sua credibilità e dignità professionale.

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Segue: Regole per il giornalismo economico

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6) Il giornalista, tanto più se ha responsabilità direttive, deve assicurare un adeguato standard di trasparenza sulla proprietà editoriale del giornale e sull'identità e gli eventuali interessi di cui siano portatori i suoi analisti e commentatori esterni in relazione allo specifico argomento dell'articolo.

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8) La presentazione degli studi degli analisti deve avvenire assicurando una piena informazione sull'identità degli autori e deve rispettare nella sostanza il contenuto delle ricerche. In caso di una significativa difformità occorre farne oggetto di segnalazione ai lettori.

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Le relazioni con le associazioni portatrici di interessi diffusi

Ne fanno parte essenzialmente:

- Relazioni con le associazioni ambientaliste- Relazioni con le associazioni consumeriste.

Le une e le altre hanno in comune il ruolo di stakeholders, conuna forte pretesa/capacità di influenza sulle scelte dell’organizzazione.Con queste realtà, è necessario interagire con una altrettanto forte capacitàdi relazione continuativa, abbinata ad una reale capacità/volontà disoluzione dei problemi della relazione con il consumatore(applicando tecniche di CRM, Customer relationship management) epiù in generale rispettando le regole della Responsabilità sociale delproduttore.

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L’ambiente come opportunita’

Una ricerca Legambiente 2005 su un campione di 1000 imprese, ha accertato che il 20% delle imprese utilizza la comunicazione ambientale come strumento di comunicazione strategica (piu’ 50% rispetto al 2003).

Le attività più importanti: formazione del personale e riconversione ecologica dei prodotti.

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Come gestire l’effetto NIMBY

Nel solo campo energetico, nel 2006, sono stati contati 53 veti locali su altrettanti progetti.

L’effetto Nimby va gestito in modo proattivo. Una ricerca Tim a Piacenza sull’elettromagnetismo, ha

dimostrato che più della quantità di comunicazione contano le modalità di gestione del relativo processo relazionale:

- l’efficacia di un processo dipende dalla tendenziale simmetria che si sviluppa nei sistemi di relazione con i soggetti decisionali, e dalla visione dei processi e valori condivisi dai soggetti coinvolti.

- l’efficacia di un processo è influenzato più da una comunicazione con anzichè da una comunicazione a

- La mappatura del contesto è basata innanzitutto sull’identificazione delle minacce e delle opportunità da considerare, per poter intervenire con efficacia.

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La comunicazione sociale ed ambientale

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IL TIPO DI OFFERTA

Le relazioni sociali e ambientali o Marketing Sociale

Il marketing sociale è la progettazione, la realizzazione e il controllo dei programmi finalizzati ad aumentare l’accettabilità di una causa o di un’idea sociale presso uno o più gruppi obiettivo (Kotler)

Elementi distintivi del marketing sociale

UN’IDEA, non un prodotto (che tende viceversa a servirsi di un’idea per promuoversi)

IL CARATTERE DELL’ OFFERTA

TEMI SOCIALI di natura non controversa (cfr con marketing “politico”)

LA FINALITA’ DELL’ OFFERTA

IL CAMBIAMENTO, in quanto mira a risolvere problemi di interesse collettivo attraverso il cambiamento degli

atteggiamenti e dei comportamenti di individui (o gruppi sociali)

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Il rapporto tra idea e prodotto nella comunicazione sociale e ambientale

IL VANTAGGIO RELATIVO, cioè la misurazione del miglioramento che la nuova “idea”rappresenta rispetto a quella esistente

Per identificare la speciale natura del prodotto-idea che sta alla base del marketing sociale, è possibile utilizzare (criteri di Rogers e Shoemaker) gli stessi riferimenti che riguardano il concetto di innovazione: non si dimentichi che l’introduzione di un’idea rappresenta sempre un fatto che modifica lo status quo esistente, il che produce resistenze ed inerzie.

Occorre pertanto far percepire e garantire AL TARGET 5 risultati:

LA COMPATIBILITA’, cioè il grado di corrispondenza con i valori e le norme prevalenti

LA COMPLESSITA’, cioè il rapporto tra il peso dei costi e l’utilità dei benefici

LA TESTABILITA’, cioè la possibilità di adottare comportamenti presentati come sperimentali, e quindi in qualche modo reversibili

L’OSSERVABILITA’, cioè il grado di visibilità concreta dei risultati ottenibili

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Il cambiamento come obiettivo della comunicazione sociale e ambientale

Un piano di marketing sociale deve passare attraverso quattro fasi progressive, di difficoltà crescente, ognuna delle quali si aggiunge alla precedente

1) IL CAMBIAMENTO DELLE CONOSCENZE Sviluppare la conoscenza come premessa della consapevolezza

1

2) IL CAMBIAMENTO DELL’AZIONE

Indurre il massimo numero di persone a compiere una specifica AZIONE entro un determinato periodo di tempo

2

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Il cambiamento …. (segue)

3) IL CAMBIAMENTO DEI COMPORTAMENTI

Indurre un cambiamento permanente dei comportamenti degli individui o dei gruppi sociali

3

4) IL CAMBIAMENTO DEI VALORI DIRIFERIMENTO Indurre la modifica di valori e opinioni profondamente radicati

4

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La comunicazione nelle relazioni sindacali

Normalmente non comprese nell’ambito delle relazioni pubbliche (e spesso neppure gradito dalle funzioni d’impresa competenti), questo tipo di relazione va ricordato come esempio di affiancamento specialistico che le rp possono fornire alle direzioni aziendali dedicate, in termini di:

-- contributo alla configurazione dello scenario, -- rafforzamento delle conoscenze e delle interrelazioni utili-- utilizzo dello strumento relazione con i media.

Si tratta di una funzione importante in Italia per lo stato dei rapporti, spesso molto intrecciato, tra Sindacato-politica-media.

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L’associazionismo d’impresa: qui la comunicazione è core business

L’associazionismo e le sue 3 funzioni:- rappresentanza di interessi legittimi, - controparte sindacale in grado di decidere per tutti, - soggetto politico autonomo riconosciuto dalle istituzioni. Importanza dell’associazionismo per la piccola impresa che solo nella

dimensione allargata trova la possibilità di far valere le sue esigenze. Evoluzione storica del ruolo di Confindustria: da controllore

“esterno” (anni 50: pura lobby) e quindi influenzatore indiretto, a soggetto protagonista, disposto al confronto e ai suoi rischi;

Lo Statuto Pirelli di Confindustria e la nascita delle “relazioni esterne” (anni 70) e della funzione sociale dell’impresa;

oggi: soggetto produttore di accordi di interesse generale, non esclusivamente sindacale (1996/2006: concertazione, 2001: Patto per l’Italia) e quindi soggetto protagonista del dibattito politico-sociale, da consultare sui grandi temi economici.

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I numeri delle imprese in Italia (Istat 2002)

AGRICOLTURA 997.458 INDUSTRIA/ARTIGIANATO 753.701 COSTRUZIONI 715.373 COMMERCIO 1.549.119 TRASPORTI 109.344 SERVIZI VARI PROFESSIONALI 390.473

TOTALE COMPLESSIVO: 5.830.854Divario tra iscritte e cessate (2002 su 2001): meno 31.874

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Ruolo politico dell’associazionismo e rappresentatività

Confindustria: 111 mila imprese (meno del 50% del totale), 4,2 milioni di addetti, 98% piccola industria. Le recenti acquisizioni: Eni, Enel, Ferrovie, Poste…

Il ruolo Confapi come rappresentante dichiarato della pmi ANCE (costruttori): 20 mila imprese, 500 mila dipendenti, (settore:8%

del PIL, 1,6 milioni di addetti) Confcommercio: 850 mila imprese (500 nella distribuzione), 4 milioni di

addetti, 142 ass. di categoria. Una lobby fiscale? Il rapporto con la GDO. Coldiretti: 568 mila imprese, 800 mila pensionati, 9812 sedi locali Confagricoltura: 100 mila aziende col 60% della superficie agricola Confartigianato-CNA-CASA-CLAI. Confartigianato da sola dichiara

521.000 associati (70% nei servizi) con 1 milione di dipendenti,1200 sedi, 14 mila addetti.

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La comunicazione di crisi (°):

E’ la disciplina che indica come agire attraverso la comunicazione - nell’ambito di una più ampia azione di crisis management - per affrontare avvenimenti non attesi, ma prevedibili, che possono mettere a rischio identità-immagine-reputazione dell’organizzazione.

(°) Il tema sarà ampiamente trattato nel corso di “Comunicazione d’impresa” – prof. Guzzi – 2° anno

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Crisis management e comunicazione di crisi

Saper distinguere tra:

CRISIS MANAGEMENT: qualunque organizzazione deve prevedere, nel suo progetto di direzione, una funzione strutturale che analizza, predispone e coordina la gestione di crisi prevedibili, ovvero eventi interni o esterni non attesi che coinvolgono l’organizzazione stessa, in tutto o in parte, e che possono avere dirette e gravi ripercussioni sui sistemi di relazione con gli stakeholders-influenti in termini di immagine-identità-reputazione.

COMUNICAZIONE DI CRISI: l’insieme delle attività da svolgere nel momento in cui la crisi si manifesta.

E’ opportuno, come l’esperienza insegna, che la seconda sia comunque inserita-integrata nellaprima, nel senso che il comunicatore deve essere coinvolto direttamente fin da quando questeattività di prevenzione vengono avviate.

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La comunicazione di crisi (1)

La capacità di rispondere prontamente ad una situazione di crisi (ma, prima ancora, di saperla prevenire) è uno dei fattori-chiave della missione dell’organizzazione; in caso di crisi può essere a rischio la sua stessa sopravvivenza.

Per quest’ultimo aspetto, numerosi gli esempi (a due esiti) non solo in campo aziendale (caso Itavia e caso Flash Air o Bophal) ma anche nell’ambito politico-istituzionale (attentato Madrid ed elezioni spagnole; attentati Londra e ruolo Monarchia)

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La comunicazione di crisi (2)

Sapere che le prime 48 ore sono decisive

Elementi della crisi: - sorpresa, - perdita di controllo, - mancanza di informazioni, - sensazione di assedio.

L’importanza dell’analisi:- Saper pilotare i sistemi in emergenza- Tener conto della molteplicità degli attori e dei margini di

manovra possibili- Tener conto del limite di destabilizzazione da non superare.

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La comunicazione di crisi (3)

L’importanza della prevenzione:

- Analisi preventiva delle aree di vulnerabilità- Previsione di un Comitato di gestione della crisi- Elaborazione di un piano di preparazione per le emergenze- Formazione del management/utilizzo di consulenze specialistiche

ATTENZIONE: IL CRISIS MANAGEMENT E TANTO PIU’ LACOMUNICAZIONE DI CRISI NON E’ COPERTURADELLE RESPONSABILITA’ LEGALI E PENALI

IL CASO NESTLE’/TETRAPACK ha sottolineato chiaramente: - RELAZIONE TRA COMUNICAZIONE DI CRISI E LOBBY- RUOLO DELLA COMUNICAZIONE NEL RAPPORTO CON I VERTICI AZIENDALI

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La prevenzione facilita la gestione

Le soluzioni nel vivo della crisi:

- Stabilire con lucidità la diagnosi - Saper ricevere e trasmettere informazioni- Chiarezza dei messaggi- Evitare la confusione organizzativa- Trasmettere ai media dati precisi e tempestivi- Disponibilità a non negare & minimizzare- Essere consapevoli della velocità di diffusione dell’informazione

critica- Saper predisporre strumenti straordinari a disposizione dei media,

coinvolgendo in prima persona il top management.- Il caso Enel-black out

Vedi in appendice: case histories

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APPENDICE allacomunicazione di crisi

(casi)

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Vino al metanoloCrisi scoppiata nel 1986: 19 morti e crollo deiconsumiLa risposta di lungo termine: innalzamento dellaqualità a scapito della quantità.

Il burro Giglio e il butolino1996. 6 casi (un morto) di infezione botulinicaper mascarpone avvelenato nel “tiramisù”.Risposta: sospensione a tempo indeterminato dellaproduzione di questo tipo di formaggio.

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1998. Panettoni Motta e Alemagna al topicida per attentato dell’Animal Front Liberation.

Enorme danno per Nestè in periodo natalizio.

La risposta: distribuzione gratuita dei prodotti e campagna pubblicitaria

1990. Pneumatici Bridgetstone che si lacerano (20 morti)

Risposta: ritiro di 10 milioni di pezzi

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1999. Coca Cola tossica, in Belgio. La casa viene costretta dal governo a ritirare 15 milioni di pezzi. Scoperta la causa (vernice tossica nelle casse di imballaggio), il top management USA si presenta in Belgio per scusarsi con pubblico e istituzioni.

2000. Vapori tossici dai Jeans Levi’s se sottoposti ad alte temperature.

Risposta: ritiro immediato di tutti i pezzi sul commercio e tranquillizzazione del pubblico.

2003. I condom bucati della Ritex. Ritiro di 150 mila confezioni. Risposta: campagna pubblicitaria sulla qualità e successiva pubblicazione on line in continuo dei risultati dei test.

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1982. Il Tyenol della Johnson&Johnson: 7 vittime per avvelenamento da cianuro di potassio. Anziché proclamare estraneità, l’azienda in 48 ore ritira mezzo miliardo di scatole, istituisce una unità di crisi, mette in campo nuovi contenitori non manomissibili e parla chiaramente e in continuo con i consumatori.

Jamews Burke: “Le nostre responsabilità sono prima di tutto verso i consumatori, poi verso i nostri dipendenti, infine nei confronti della comunità che serviamo. Solo per ultimi vengono i nostri azionisti” (ai quali fa capire che il danno è limitato, rispetto al fatturato)

Il medicinale recupererà in 6 mesi il 96% della quota di mercato persa.

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1990. Perrier. Azienda in grande sviluppo negli USA (“3% del mercato). Vengono rilevate tracce di benzene. Perrier rifiuta dichiarazioni per una settimana, poi attribuisce il fatto ad un “errore umano”, generando diffidenza (quale controllo c’è?).

Crollano gli ordini e tardivamente Perrier ritira 280 milioni di bottiglie, Danno stimato dal Reputation Institute: 223 milioni di euro. Il gruppo sarà preda di un takeover Nestlè.

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1997. Caso Mercedes classe A. Un settimanale svedese fa notare che l’auto sbanda in curva sul test dell’alce. …(Dopo una campagna di comunicazione di un anno e grande attesa)…

Risposta: ritiro di 1500 vetture già vendute e installazione gratuita di un sistema Esp. Canali aperti con pubblico e giornalisti. Poi rilancio con una grande campagna autoironica e con uno spot di Niki Lauda (l’auto incollata al terreno). Problema risolto in 8 mesi.

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La comunicazione sull’aviaria(corso dell’istituto Superiore di Sanità, 2006)

• Non si dice“allarme ingiustificato”“state tranquilli”“tutto sotto controllo”“al vostro posto farei”“anch’io sono padre o madre”

• Così si può dire o fare“al momento la situazione è

sotto controllo”“Mi rendo conto della vostrapreoccupazione”Dare aggiornamentiSpiegare come stanno le cosetenendo conto che lapercezione di un esperto èdiversaConoscere l’interlocutore; èlui al centro dell’attenzione,non chi parla.

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La comunicazione on line

Ormai consolidato come tipico strumento delle RP (altre applicazioni importanti nel marketing e nella pubblicità), è diventata una vera e propria specializzazione, con l’apertura di nuove vaste prospettive di lavoro.

Il sito web, nato come “vetrina”, è oggi uno strumento sempre più essenziale per molteplici finalità di relazione con gli stakeholders, perché in grado di offrire a questi ultimi, in tempo reale e in qualunque momento, informazioni, conoscenze, servizi

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Utilizzi del sito web

Come strumento di informazione (essenziale: completezza & aggiornamento continuo: gestione dedicata) è agibile sotto ben 7 profili: commerciale, tecnico, finanziario, notizie&eventi, CRM, offerte di lavoro, istituzionale. Ciascuna categoria di stakeholders può attingervi esaustivamente

Come strumento di servizio (in genere interattivo) Come strumento di vendita (non riguarda le RP)

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Webranking 2007 Italia Top 80(classifica Halvarsson&Halvarsson)

Le prime 3 imprese italiane sono Telecom Italia, Unicredit e Edison. Seguono Eni, Pirelli, Hera, Snam Rete Gas, Autogrill, Parmalat (balzo di 62 posizioni), Seat Pagine Gialle.

Le migliori per informazioni stampa Benetton, Unicredit e Pirelli.

La classifica è basata su 125 criteri, in parte tecnologici in parte di contenuto.

Tra i requisiti richiesti, la trasparenza rispetto a notizie interne “scomode”, o le informazioni di risk management, o le best practices.

Interessante la presenza del whist blowing (denunce interne)

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Le marketing PR: una sinergia possibile tra RP e

advertising

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Cosa sono, come si attuano le MPR, il supporto che le RP possono dare alla pubblicità

Le MPR consistono nell’applicazione di strategie e tecniche di relazioni pubbliche per il raggiungimento di specifici obiettivi di marketing di un’impresa e di un’organizzazione; integrano il “vendersi” con il “vendere”. Imprescindibile il loro uso nel BtoB e se il prodotto è salute, information tecnology, servizi finanziari, spettacolo (vedi ad esempio il lancio del film “Codice da Vinci” provocando ad arte un dibattito tra i cattolici, o il caso simile di “Caos Calmo”).

Si attuano creando, sviluppando e mantenendo relazioni a due vie, tendenzialmente simmetriche con tutti i pubblici, compreso il consumatore finale, normalmente non considerato dalle RP.

In GB e USA le mpr assorbono fino al 70% degli investimenti. In Italia sono sotto il 30% (motivazioni storiche, sociologiche, politico-ideologiche, in genere anti-consumistiche, che hanno penalizzato lo stesso marketing e incrementato se mai le promozioni, solo nell’ultimo decennio è cresciuto il supporto al mkt e alla pubblicità).

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Le marketing public relation: quando la comunicazione si integra

Presupposto che spinge ad utilizzare le mpr:

PER CONVINCERE IL CONSUMATORE, NON BASTA PIU’ DARGLI

LA PERCEZIONE DI UN BISOGNO,

MA OCCORRE CHE SI CONQUISTI/RAFFORZI LA LEGITTIMITA’-CREDIBILITA’

DELLE SCELTE DI ACQUISTO CHE COMPIE

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Con il MPR, RP e Pubblicità offrono ciascuna il meglio di sè

Per il marketing diventa sempre più fondamentale mettere insieme due fattori diversi, ma indispensabili, a sostegno del prodotto:

CONOSCENZA + CREDIBILITA’

La prima sostenuta dall’advertising La seconda dalle RP (con utilizzo di testimonial, eventi,

relazioni con i media ecc.)

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Casi di utilizzo delle marketing public relation

1. Per creare interesse su nuovi prodotti prima del lancio pubblicitario (impiegando il metodo teaser, che consiste nel disvelare-illustrare in modo graduale l’annuncio, per suscitare attesa e curiosità)

2. Per creare interesse su prodotti non sostenuti, o poco sostenuti, dalla pubblicità

3. Per rivitalizzare l’interesse per prodotti esistenti e già noti

4. Per difendere la leaderdship di una marca

5. Per creare interesse per la pubblicità di una marca

6. Per creare interesse attorno alla promozione o al packaging di una marca

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RP e integrazione con altre attività below

ovvero quando in un piano di comunicazione imperniato sulle RP, possono essere utili altri strumenti below the line

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La sponsorizzazione1. COSA E’ : una forma di comunicazione al servizio della

comunicazione corporate dell’organizzazione, che consiste nel promuovere e sostenere materialmente un evento o un’attività sportiva, culturale, sociale ecc., o anche l’attività di un singolo personaggio.

2. A COSA SERVE: l’esito atteso è un ricavo positivo di visibilità e prestigio, da valutare appunto in termini di immagine corporate: il trasferimento sullo sponsor, dell’immagine positiva dell’oggetto della sponsorizzazione.

3. COSA E’ ESSENZIALE: un ritorno, un vantaggio anche economico (non è mecenatismo). Giuridicamente è un contratto a prestazioni corrispettive tra sponsor e sponsee.

N.B. l’attività di sponsorizzazione –oltre che essere “ripresa” dai media classici (consentendo quindi di utilizzarli indirettamente) - ha un valore in sé, e provoca una “interferenza di immagine”, nel senso che le valenze d’immagine (anche negative, pero’,…) agiscono sull’immagine dell’azienda o del prodotto, influenzandoli.

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Ad ogni settore la sua sponsorizzazione

A seconda delle finalità, le sponsorizzazioniappartengono a settori diversi della comunicazione:

Sponsorizzazioni sportive: pubblicità

Sponsorizzazioni radiotelevisive: promozione

Sponsorizzazioni culturali, sociali, ambientali, no-profit: relazioni pubbliche

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Le tipologie della sponsorizzazione - Tecnica- Di settore- Extrasettore- Radiotelevisiva

La sponsorizzazione legata a fini pubblicitari , come ad esempio quellaSportiva (Beckam: 7,2 milioni 2004 come calciatore, 22 come testimonial diASD, il calcio, il basket) richiede molta selettività perchè più rischiosa .Preferita quella dei grandi eventi (Olimpiadi) o quellaTecnica (anche qui con qualche rischio: vedi caso Totti in Portogallo,vedi crisi morale del calcio nel 2006).In grande crescita sono le sponsorizzazioni con finalita’ precipue diRP,come la culturale, (investimenti 2006: 111,3 mil euro) in diverseforme.

Dati 2007: previsti +1,77 miliardi di euro investiti (più 2%); nel 2006 grazie a Olimpiadi eMondiali di calcio + 4,4% sul 2005.

Il caso Telecom con Progetto Italia: investimento di 30 milioni di euro per un’aziendaAutonoma, incaricata di eventi culturali e sportivi “emanazione” di Telecom.

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Sponsorizzazione: il caso Olimpiadi e il caso calcio

Olimpiadi L’abbinamento con il logo delle Olimpiadi (sfruttabile da tre anni

prima, sia per adv che per rp), ma non dà visibilità tv (riservata agli sponsor tecnici delle Federazioni).

Investimento “storico”: Kodak già presente a Atene 1896! Coca Cola dal 1928 (e promotrice di Atlanta 1996…), Swatch, Mc Donalds, Panasonic. Attenzione: Tutte aziende “globali”…

Risultati derivanti dal trasferimento di “valori”: dopo Sidney, Coca Cola +30% nell’anno successivo; Visa + 30%, Lindemans +58% (con recupero totale costi già un anno prima dell’evento).

Calcio La Federcalcio incassa nel 2002-2006, circa 82 mil euro (primo

Telecom con 16, poi Puma con 9,7, Uliveto, Marmotte, Pasta Amato, Beretta, Peroni, DB Tel, Fujifilm, Ferrero, Valleverde con 3

Stima eliminazione squadra nazionale di calcio in Portogallo (Europei): -120 milioni introiti per gli sponsor, -50% di audience per le partite senza Italia. Casa Azzurri costata 150 mila euro a ciascuno degli Enti pubblici sponsorizzanti, non vale più...

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La pubblicità “istituzionale”(strumento utilizzabile dalle RP)

Segue solo in parte le regole dell’advertising: la grammatica, ma non la sintassi.

Il “prodotto” da vendere è l’azienda o l’organizzazione stessa. Usa tempi e strumenti diversi dall’advertising tradizionale di prodotto: Non “promette” (come la pubblicità), ma certifica Parte da lontano, guarda lontano Ha un “tono di voce” convinto e coinvolgente Punta alla sintesi evocativa, a stabilire relazioni

Può anche (vedi slide successive) affermare il ruolo dell’organizzazione in

concorrenza con altre o in contrapposizione con scelte pubbliche (in

appoggio alla lobby)

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Pubblicità commerciale o istituzionale?

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Impiego strategico e tatticodella pubblicità istituzionale

STRATEGICO:- Come attività preliminare “ad ombrello” per il

raggiungimento di nuovi obiettivi- In caso di modifiche strutturali dell’azienda- Per intervenire sulla corporate identity (ad esempio a

seguito di una fusione o vendita)

TATTICO:- In occasioni speciali (esempio: quotazione in Borsa)- In relazione ad un problema generale su cui l’azienda

vuole marcare la propria presenza- Come premessa per una presa di posizione

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Un caso molto importante: gli spot Telecom 2003-2004

NEL 2003 Da “Cosa sarebbe…” a “Comunicare è vivere” Perché dal 2003? Per l’assestamento dei cambiamenti societari e

l’affermazione-conferma di una leadership Quando e come: dopo 9 mesi di lavoro, per tre mesi, su tutti i

media Costo: 10 milioni di euro, 39 edizioni, finali diversi, molte prove

musicali, il metodo “teaser” La caratteristica saliente: non si parla dell’azienda, ma del settore

cui appartiene. Punta quindi a rappresentare tutta la comunicazione (e schiaccia

la concorrenza, pur facendo credere che la comprende) I target veri: busines community, piccoli azionisti, clienti

Telecom, istituzioni.NEL 2004: . “come sarebbe il mondo se”- 8 mil, due versioni (40” e 50”), 2 settimane di programmazione, sei

gg riprese + 2 mesi postproduzione, spot cinema da 60”, quotidiani, maxicartelloni a Milano e Roma

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Le telepromozioni Tecniche di tipo pubblicitario, che sono talvolta utilizzate

per finalità di RP, a sostegno/integrazione di una campagna o per dare visibilità a taluni aspetti o strumenti di RP, come ad esempio numeri verdi.

Strumenti che hanno in comune con lo spot il mezzo usato (la tv, e anche la radio), l’impianto complessivo, l’utilizzo dei testimonial, ma non ne rispettano alcune regole essenziali: brevità (3 minuti contro 30”) ed emozionalità innanzitutto. Prevale la razionalità.

Sono infatti utilizzate per spiegare l’utilizzo di un prodotto, le modalità di un servizio, le finalità di un’azione.

Il mercato italiano registra nel 2005 una contrazione, per aumento del 20% dei listini. Costo medio 2006: 250 mila euro.

A fine 2003 era per il 74,3% appannaggio di Mediaset (quasi 350 Ml euro), per il 23,6 di Rai. Nel 2004 investiti in MS 205 mil euro, in Rai 68. Settore che investe di più: telecomunicazioni.

Maggiori investitori singoli: non piu’ Eminflex ( 21 milioni di euro nel 2003), ma Tre, Mondial Casa, Chateau d’Ax, Prominter figurine, Sabe, Tele2, San Benedetto, Barilla, Unilever, Wind, Telecom.

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Il business to business o B2B o BtoB

Attività di comunicazione che si svolge esclusivamente tra aziende e/o tra operatori

economici.

Costituisce una declinazione particolare del direct marketing, con il quale ha in comune la selettività del messaggio, i metodi di individuazione del target, l’utilizzo di media specializzati, il controllo scientifico dei risultati, ma cambiano gli interlocutori, che sono sostanzialmente degli addetti ai lavori: negozianti, grossisti, uffici acquisti della grande distribuizione ecc.

Obiettivi e utilizzi delle tecniche di BtoB: miglior definizione dell’offerta, preparazione del terreno per la forza vendita, buone relazioni con gli intermediari, rafforzamento dell’immagine, lancio di nuovi prodotti, raccolta di informazioni, vendite per corrispondenza.

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Il product placementInserimento all’interno di un programma tv o in unfilm di prodotti e marchi chiaramente riconoscibili,

a fronte di un pagamento da parte degli inserzionisti.

Consentito in Italia dalla recente legge Urbani. In vista un riconoscimentoregolamentazione UE.Nel cinema mondiale vale 1,2 miliardi di dollari, con un 30% di copertura dispese di produzione (>50% in Minority Report di Spielberg), 10% in Italia.Primo esempio storico: barretta di cioccolato Reese in ET (+30% vendite).

JamesBond: 20 prodotti paganti presenti.In Italia sta affermandosi. Esempio recente, il film Manualed’amore, La Notte Prima degli esami, “Commediasexi”, dove Pasta Garofalo diventa protagonista (“Spaghettino?”) e uno degli attori nonperde occasione per bersi “nu Chinò” (coerenza tra il personaggio e i valori diitalianità e semplicità del prodotto).

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Il cause related marketing

Tecnica di relazioni pubbliche in cui l’organizzazione (di solito un’impresa di beni e servizi) invita i suoi consumatori ad acquistare un prodotto o utilizzare un servizio, destinando contestualmente una somma fissa o variabile ad una “buona causa”, normalmente promossa da un’associazione non profit.

Esempi: AMEX e Statua della Libertà, 1983 – In Italia: Golia Bianca/WWF Salviamo l’orso bianco; Dash/ABIO, Salmoiraghi-Viganò/Medici senza frontiere.

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Le RP a sostegno della responsabilità sociale dell’impresa e il ruolo della

CORPORATE SOCIAL RESPONSABILITY

(°) Il tema sarà più ampiamente trattato nel corso di “comunicazione d’impresa” – prof. Guzzi – 2° anno

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L’influenza della grande impresa

“Le imprese influiscono su moltissimi aspetti della nostra vita I nostri ruoli civici come elettori, contribuenti, lavoratori,

consumatori e risparmiatori sono tutti condizionati dalle (grandi) imprese

Esse producono e vendono il cibo che mangiamo, gli abiti che indossiamo, le case in cui viviamo, i veicoli in cui viaggiamo, e i divertimenti di cui godiamo. Le grandi imprese pesano sulla qualità dell’ambiente e conformano i valori della nostra società, influenzando le aree del diritto, dell’imposizione fiscale, dell’istruzione, delle comunicazioni, dello sport, della famiglia, delle organizzazioni religiose, impiegando allo scopo varie forme di lobby, pratiche ecologiche più o meno corrette, la pubblicità, e il sostegno finanziario di associazioni e partiti politici.”

Citato da Gallino nel volume “L’impresa irresponsabile” e tratto dal testo diun’associazione Usa per la “sorveglianza sulla democrazia”

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CSR. Una definizione U.E. (*)

Si intende per responsabilità sociale delle Imprese,

“l’integrazione volontaria da parte delle imprese, nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate, di finalità di tutela degli interessi sociali ed ecologici ” (*)

“Essere socialmente responsabili significa non solo far

fronte alle attese della legge, ma anche andare al di là

del soddisfacimento degli obblighi, e investire di più nel

capitale umano, nell’ambiente e nelle relazioni con i

portatori di interesse”(*) (Dal libro verde della Commissione Europea 2002, in applicazione degli

accordi stipulati nel vertice di Lisbona).

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Comunicare l’impresa significa valorizzare i suoi fini ultimi e non solo il suo successo

Non è possibile scindere l’azione economica dell’impresa dalleconseguenze sociali delle sue azioni: non basta il solo calcolo

economico a determinare il successo

La vocazionevocazione del vero imprenditore: ottenere profitti per sè e per gli azionisti, ma anche generare ricchezza per il sistema,

I limitilimiti del buon imprenditore: la correttezza nel conseguimento dei suoi fini e la valorizzazione della funzione sociale del suo lavoro, da cui deriva:

- farsi carico dei doveri complessivi dell’essere parte della classe dirigente- curare lo sviluppo ordinato della società.

LA COMUNICAZIONE DEVE: TRASMETTERE LA PERCEZIONE DI QUESTA SENSIBILITA’ EVIDENZIARE LA CAPACITA’ DI GARANTIRE UNA

CONVERGENZA TRA INTERESSE GENERALE E INTERESSE PARTICOLARE

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Natura della corporate social responsibility C.S.R.

Necessità di trovare un punto di equilibrio tra due esigenze che non devono essere vissute come contrapposte: creare valore per gli azionisti, farsi carico di interessi piu’ generali;

Entrambe le necessità devono convergere nel rafforzamento della missione complessiva dell’impresa, che resta la creazione permanente di valore, anche a scapito della massimizzazione immediata del profitto:

N.B.:Necessità di un duplice limite da non valicare: da un lato non essere indifferenti al ruolo sociale, dall’altro non caricare l’impresa di oneri impropri.

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L’evoluzione teorica della C.S.R.

Nasce negli anni ’30, quando ci si comincia ad interrogare sullo scopo stesso dell’impresa.

Milton Friedman: “c’è una sola responsabilità sociale dell’impresa: usare le sue risorse e dedicarsi ad attività volte ad aumentare i profitti, a patto che questo rimanga all’interno delle regole del gioco, il che equivale a sostenere che competa apertamente e liberamente, senza ricorrere all’inganno o alla frode”.

Freeman e Evan si richiamano invece al principio kantiano del rispetto delle persone come fine in sè e non come mezzo. Quindi, al limite, non sarebbe consentito di “usare” gli stakeholders come mezzi in vista dei fini aziendali.

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Cosa contiene la C.S.R.

E’ al tempo stesso: una dottrina, un codice generale di comportamento folto di richiami

all’etica, un insieme di principi specifici circa il modo di trattare

correttamente, oltre gli azionisti, tutti gli stakeholders interessati all’attività dell’impresa: dipendenti, fornitori, risparmiatori, consumatori, comunità locali.

(Gallino, opera citata)

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Principi base della cultura della C.S.R.

Responsabilità e coerenza: valutare le conseguenze prevedibili delle proprie azioni verso tutti gli stakeholder

Integrità ed equità: comportarsi in modo onesto ed equo Correttezza e trasparenza: rispettare l’esecuzione degli impegni

contrattuali Centralità della persona: rispettare la dignità ed i diritti dei lavoratori Sviluppo sostenibile: tutelare gli interessi delle generazioni future Cittadinanza sociale: contribuire concretamente al benessere della

comunità in cui si opera Protezione di consumatori/clienti: tutelare gli interessi di

consumatori/clienti

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La C.S.R. contribuisce “anche” al profitto

• La CSR non è più percepita come mera “filantropia”, ma è piuttosto una dimensione essenziale della stessa strategia di impresa.

• La gestione della C.S.R. fa parte del processo volto a posizionare l’azienda nei confronti dei propri fondamentali interlocutori (stakeholders, partners sociali ma anche competitori).

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Come giudicare la sensibilità all’ambiente

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La responsabilità dell'impresa e la piramide di Carroll

Le tendenze della comunicazione accompagnano e sepossibile anticipano la sempre più sensibile responsabilitàdell’impresa che – in applicazione della cosidetta piramidedelle responsabilità (Carroll , 1979) - è chiamata oggi ad

impegnarsi:- Verso gli shareholders:1. Responsabilità economica (rispetto dell’economicità complessiva della

conduzione e conseguimento del profitto: be profitable)2. Responsabilità legale (rispetto delle regole: obey the law)- Verso gli stakeholders:3. Responsabilità etica (obbligatoria) (attenzione alle conseguenze del

proprio comportamento verso la società: be ethical)4. Responsabilità filantropica (discrezionale) (presenza attiva a sostegno

di cause socialmente rilevanti, applicando ad esempio le tecniche del “cause related marketing”: be a good corporate citizen)

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Il C.S.R. manager

Cresce nelle aziende italiane, al ritmo del 30% anno, la presenza del CSR manager (inchiesta ISVI 2005).

E’ suo compito contribuire allo sviluppo della vision dell’impresa con un ruolo strategico-riflettivo; è una sorta di antenna sui trend in atto nel settore, con riferimento alle rilevanze sociali e ambientali.

E’ suo compito affiancare e sensibilizzare il top aziendale per il monitoraggio di queste finalità

E’ il soggetto della “stakeholder engagement”, cioè dell’ascolto e dell’interazione con gli stakeholders, e dialoga con le relazioni interne, con i fornitori, le associazioni dei consumatori, il mondo esterno influente.

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Contenuti del mestiere del CSR Manager

Introdurre obiettivi operativi di responsabilità sociale nel piano strategico dell’impresa

Introdurre policy e strumenti di responsabilità sociale finalizzati all’accrescimento del consenso

Facilitare il dialogo con gli stakeholders in merito alla sostenibilità, promuovendo con essi le occasioni di ascolto e di interazione

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Un esempio: la C.S.R. di Coca Cola Italia

Dalla pubblicazione sulla CSR Coca Cola Italia 2006:

Workplace Attività svolte per la creazione di un ambiente di lavoro di qualità, sicuro e stimolante. Nel 2006 sono state erogate 32.333 ore di formazione, che hanno interessato per il 43% il settore commerciale, per il 42% le operations e per il 15% lo staff. Coca-Cola HBC Italia ha promosso attività di vario tipo sul fronte della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro che hanno coinvolto complessivamente 1.859 dipendenti.

Environment, I consumi di acqua per litro di bevanda prodotta sono passati dai 2,12 litri del 2004 agli 1,94 del 2006, con una riduzione dell'8,5% nel triennio preso in esame, ottenuto grazie all'applicazione di un impianto per il riciclo dell'acqua delle macchine sciacquatrici. Il volume di acque scaricate dagli impianti di depurazione è in costante diminuzione. Si è passati dai circa 900mila metri cubi del 2004 agli 850mila del 2006.

MarketplaceNel corso del 2006 Coca-Cola HBC Italia ha implementato le linee guida redatte e condivise nel progetto "Sostenibilità e integrità nei rapporti con i fornitori" (Sirf), Positive le evidenze delle relazioni con i clienti: aziende della GDO, bar, ristoranti, pizzerie ecc.

Community Accogliendo le istanze provenienti dalle comunità che ospitano i suoi stabilimenti,Coca-Cola HBC Italia ha acquisito attrezzature destinate alla prima infanzia e alle palestre per le cittadine di Nogara (Vr) e Oricola (Aq); ha sostenuto le squadre di calcio, atletica leggera e pallavolo di Gaglianico (Bi); ha acquistato computer per il centro culturale comunale di Corfinio (Aq). Ha inoltre varato un piano di supporto alle onlus Arché (Hiv pediatrico), Abio (bambini ospedalizzati), Citta dei Ragazzi (accoglienza, assistenza e formazione per gli adolescenti) e San Patrignano (comunità per il recupero dei tossicodipendenti). Nel 2006, l'azienda ha effettuato donazioni di prodotto per 75.000 casse a 33 differenti associazioni umanitarie; in parallelo ha soddisfatto le richieste di fornitura gratuita provenienti da 250 tra scuole, oratori, parrocchie, amministrazioni comunali e associazioni no profit presenti nel centro-nord del Paese .

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Il bilancio sociale

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Il bilancio sociale consiste nell’

“utilizzo di un modello di rendicontazione sulle quantità e qualità della relazione tra l’impresa e i gruppi di riferimento rappresentativi”

(cfr. Global Reporting Initiative)

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Il bilancio sociale (da Marziantonio-Rimoldi)

Strumento sempre più diffuso e necessario, possiede 3 requisiti minimi:1. Rappresentazione sistematica dei costi/benefici di

perfezionamento della cultura d’impresa, in un’ottica di contributo al miglioramento sociale.

2. Incremento del livello di informazione dei soggetti interni all’impresa, in tema sia di costi per i progetti sociali, che di benefici derivanti dagli investimenti sociali effettuati.

3. Elaborazione di un sistema di reporting (il bilancio sociale vero e proprio, che si affianca a quello economico-finanziario) che consenta di rappresentare costi e benefici delle attività interne ed esterne

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Importanza della dimensione del capitale intellettuale dell’impresa

Oltre a profitto, rispetto delle regole, efficienza, responsabilità sociale, due ulteriori elementi carastterizzano l’impresa moderna:

1. La dimensione del bilancio dei valori immateriali che contiene (qualita’ del management, brevetti, ricerca, attitudine all’innovazione ecc.)

2. La qualita’ delle proprie relazioni, che si esprime nell’impegno sociale dell’impresa e si misura con il bilancio sociale (inteso come “utilizzo di un modello di rendicontazione sulle quantita’ e qualita’ di relazione tra l’impresa e i gruppi di riferimento rappresentativi” cfr. Global Reporting Initiative)

Ricordarsi che oggi il capitale immateriale è calcolato(indici IAS) nella valutazione dell’impresa.

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Il bilancio sociale nella Pubblica Amministrazione

OBIETTIVO: promuovere a tutti i livelli di Governo l’abitudine a “rendere accessibile, trasparente e valutabile” il proprio operato da parte dei cittadini, facendo in modo che siano rese note le scelte operate, le attività svolte e i servizi resi, dando conto delle risorse a tal fine utilizzate.

STRUMENTO: un documento redatto in aggiunta al bilancio tradizionale, pubblicato con cadenza periodica.

Si veda: direttiva sul bilancio sociale del Dip.

Funzione Pubblica, pubblicata sulla G.U. del 16.3.2006

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Linee guida per la P.A.cfr. documento citato 16.3.2006

Il bilancio sociale della P.A. deve contenere informazioni relative a: Valori di riferimento, visione e programma dell’amministrazione Politiche e servizi resi Risorse disponibili e utilizzate

Si raccomanda: L’uso di un linguaggio semplice, scorrevole, e non ridondante Non usare concetti, termini e riferimenti del linguaggio amministrativo,

tecnico, settoriale. Per le parole straniere e gli acronimi, spiegare il significato

Utilizzare tabelle, grafici, dati quantitativi Utilizzare internet

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Responsabilità professionali ed etica della comunicazione

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L’etica nella comunicazione

L’impresa ha una responsabilità etica (cfr. piramide di Carrol), che è tanto più importante per la sua comunicazione, in quanto (vedi primi capitoli) strumento forte di condizionamento e orientamento delle opinioni e dei comportamenti dei consumatori-cittadini.

E-Capital partners cataloga le prestazioni etiche delle imprese attraverso due screenings: il primo negativo, cioè con esclusione di quanti operano in settori dannosi per l’uomo (tabacco, armi, pornografia, azzardo), il secondo positivo, relativo alle performances sociali e ambientali di rilievo. Con un plus riconosciuto a quelle imprese che ottengono questi risultati in paesi a rischio.

Sia la pubblicità che le relazioni pubbliche applicano e rispettano codici di autodisciplina e di regolamentazione affidata alle categorie. Si vedano (nei siti) i codici Assocomunicazione, Assorel e Ferpi, e del giornalismo scritto e televisivo.

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I codici di autoregolamentazione professionale

Dal Codice Dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria: “la pubblicità deve essere onesta, veritiera e corretta. Essa deve evitare tutto ciò che possa screditarla”. 15 mila interventi del Giuri dal 1966 al 2005.

Dai Principi professionali e Codici di comportamento Assorel: “un’agenzia di RP non deve adottare mezzi illeciti o infrangere regole o accordi riconosciuti dalla società civile e che regolano l’attività del cliente, anche qualora fosse lo stesso cliente a richiederlo”

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Codici Etici. Il caso ENEL

L’Enel ha adottato al suo interno un codice di comportamento etico. Ne citiamo due stralci, che possono essere ben compresi alla luce degli insegnamenti del presente corso:

“Nella condotta degli affari i comportamenti non etici compromettono il rapporto di fiducia tra Enel e i suoi stakeholders…”

“La buona reputazione è una risorsa immateriale essenziale. La buona reputazione all’esterno favorisce gli investimenti degli azionisti, la fedeltà dei clienti, l’attrazione delle migliori risorse umane, la serenità dei fornitori, l’affidabilità verso i creditori”.

Cfr: http:www.enel.it/azienda/chi siamo/codice etico3/

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Codici Etici: Il caso Il Sole 24 Ore No ai conflitti di interesse (vietata qualsiasi altra attività che possa

“limitare l’accuratezza, la correttezza, l’indipendenza”) per sé, parenti ecc. No uffici stampa.

No omaggi di valore superiore a 100 euro No viaggi pagati Si detenere e compravendere azioni ma non di società di cui ci si

occupa No all’uso per se stessi di informazioni finanziarie No a scrivere su convegni cui si partecipa remunerati No ad informazioni sul giornale “in modo particolare ad uffici

stampa e agenzie di pubbliche relazioni” Segreto professionale ma trasparenza nell’uso fonti Si impegnano a non concedere il “privilegio di approvare gli

articoli da pubblicare” salvo al massimo virgolettati interviste.

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Il comunicatore è un libero professionista

Il comunicatore ha la cultura e la mentalità di un libero professionista, anche quando lavora in una struttura gerarchica:

Un libero professionista che rispetta le regole dell’impresa e contemporaneamente applica le regole del suo mestiere, nel rispetto delle norme deontologiche.

Un libero professionista consapevole di maneggiare

materie di altissima implicazione sul piano culturale,

politico e sociale.

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Evoluzione della professione di RPda Emanuele Invernizzi, WPRF Roma,2003

Tecnico Comunicatore

Manager

Gestore

Competenze Tecniche

Professionista “Certificatore”

Finalità

Etiche

Competenze Manageriali ++

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…Concludendo

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L’economia e la comunicazione nell’età postindustriale

Nell’età industriale

- Relazione ad una via e asimmetrica;

- Quantitativa- In serie- Orientamento deciso dal

produttore

Nell’età postindustriale:

- Relazioni “a rete”- Qualità dell’offerta

competitiva;- Personalizzazione- Orientamento al

cliente-cittadino

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Modelli comunicativi

Nell’età industriale: Da pochi a molti Modello push (attivato

dal produttore) Modello che seleziona i

media verso un target definito

Modello inizialmente universale, poi a segmenti

Nell’età postindustriale: Da molti a molti Modello pull (attivato

dal consumatore) Modello ad accesso

individuale verso tutte le destinazioni

Tendenzialmente one to one

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Comunicare e in particolare fare relazioni pubbliche è stare in relazione, è mettere in comune, è ascoltare e farsi ascoltare, sempre con grande attenzione alle ragioni, alla sensibilità, alla cultura, alla collocazione sociale dei propri interlocutori, e nel rispetto della loro libertà di scelta.

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INFORMAZIONI GENERALI

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I testi per l’esame (frequentanti)

• Le slides del corso

• Toni Muzi Falconi “Governare le relazioni” Editore “Il Sole 24 Ore” edizione 2005 (comprensiva di glossario, che va conosciuto)

N.B. Il testo potrebbe essere esaurito in libreria. Può

essere scaricato gratuitamente dal sito:

http//www.methodos.com/_methodos/_toni/governare/

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I testi per l’esame(non frequentanti)

Le slides del corso Toni Muzi Falconi “Governare le relazioni” - Editore “Il

Sole 24 Ore” edizione 2005 Il testo in questione va letto a supporto delle slides. La

parte relativa al glossario (per le voci indicate anche ai frequentanti) costituirà invece una parte dell’esame scritto.

- Vedi sopra per scaricare il libro. Gabriele Invernizzi“Manuale di Relazioni pubbliche”

vol. 1 e 2 : Le tecniche e I servizi di base (vol.1); Le competenze e i servizi specializzati(vol.2). Editore McGraw&Hill,2002/2006

(Solo nelle parti indicate nella slide successiva).

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Parti dei libri a cura di Invernizzi da portare all’esame (solo non frequentanti)

- Volume 1°

capitolo 6 (tutto) capitolo 7 (tutto)

- Volume 2°

Capitolo 3: paragrafi 3.3 e 3.5 Capitolo 4: paragrafi 4.1, 4.3, 4.5 Capitolo 6: paragrafi 6.1, 6.4, 6.6 Capitolo 8. paragrafi 8.1, 8.3, 8.4 Capitolo 9: paragrafi 9.1, 9.3, 9.5 Capitolo 10. paragrafi 10.1, 10.3, 10.5

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Bibliografia di approfondimento

“La comunicazione d’impresa” GianPaolo Fabris - Sperling&Kupfer Editori 2003

‘Relazioni Pubbliche e comunicazione” Giampietro Vecchiato – FrancoAngeli 2004 “Relazioni Pubbliche: l’etica e le nuove aree professionali” Giampiero Vecchiato – FrancoAngeli 2006 “Nuovo manuale di relazioni pubbliche” S.H. Cutlip, A.H. Center – FrancoAngeli 2003 Giancarlo Bosetti – “Spin” – Marsilio/I Grilli

SITI DA CONSULTARE: www.ferpi.it, www.assorel.it Tra le pubblicazioni, si consiglia la lettura di “Prima comunicazione” mensile

di informazioni e commenti sul mondo dei media e della comunicazione.

- PER SCRIVERE AL PROF. FACCHETTI- [email protected]

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APPENDICE:

Omaggio a MacLuan, l’inventore del villaggio globale

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M. McLuhan e la comunicazione di massa

McLuhan, sociologo canadese del secolo scorso, èil primo e più noto studioso della comunicazione di massa,famoso, tra l’altro per le definizioni di:

villaggio globale (il primo a teorizzare la globalizzazione, con riferimento appunto alla comunicazione);

medium caldo e freddo Il medium come agente di cambiamento: “ Il messaggio di un medium o di una tecnologia è il mutamento di

proporzioni, di ritmi e di schemi che introduce nei rapporti umani”

N.B. Per una conoscenza anche sommaria di Mc Luhan si consiglia la lettura dei capitoli 1 e 2 (pagg. 15-42) di “Gli strumenti del comunicare”, McLuhan. Ed. CDE su licenza Il Saggiatore.

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“Il medium è il messaggio” (Mc Luhan)

“il medium è il messaggio”: “le conseguenze individuali e sociali di ogni medium, cioè di ogni estensione di noi stessi, derivano dalle nuove proporzioni introdotte nelle nostre questioni personali da ognuna di tali estensioni o da ogni nuova tecnologia”

E’ sempre il medium che “controlla e plasma le proporzioni e la forma dell’associazione e dell’azione umana”, mentre i contenuti, cioè le utilizzazioni di questi media, possono essere diversi, ma non hanno alcuna influenza sulle forme dell’associazione umana, anzi talvolta il contenuto rende piu’ difficile comprendere le caratteristiche del medium stesso.

Tra i media, McLuhan colloca anche l’elettricità, i mezzi di trasporto, il denaro, l’abbigliamento, l’abitazione, che trasmettono informazioni, anche se questa non è la loro funzione primaria,

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Medium freddo e medium caldo “Medium freddo” è quel tipo di modello di comunicazione a bassa

definizione, cioè un po' rarefatto e che, per sua natura, invita l'ascoltatore a introdursi dentro l'informazione in modo da poterla metabolizzare come propria. Per esempio un medium senz'altro freddo, sia pure nell'ambito di un mezzo caldo quale è la stampa, è la poesia, che ha tutte quelle rarefazioni, quelle allusioni, quelle ambiguità che obbligano proprio il lettore a entrarvi dentro.

Medium freddo è anche la televisione, soprattutto quella televisione che invita in un certo modo a completare il circolo di coloro che vi sono presenti. Pensiamo per esempio al Talk Show, in cui noi siamo presenti come uno dei componenti del dibattito.

Il “medium caldo”, invece, è il mezzo che satura i nostri sensi e che quindi accettiamo come altro da noi; non facilita un nostro apporto percettivo con esso, lo contempliamo ma non ne fruiamo, attraverso il nostro sistema percettivo, in profondità.

Medium caldo è per esempio il cinema, medium caldo è la fotografia”.

Da: Giampiero Gamaleri