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1 Anno II - N 3 - NUVOLA ROSSA - Dicembre 2011 FISAC FISAC Novità dalla Fisac di Firenze Sommario L’equità secondo Mario Monti Libera interpretazione di una parola .............................. p. 1 Salari, il decennio perduto ..... p. 1 Bancomat Evoluti…. .................... 2 La CGIL di Firenze e provincia .“ 3 Gruppo Fondiaria Sai................... 3 Acqua in bocca? No, Grazie!!! ...“ 4 Se non ora quando...per fortuna che ci sono le donne... .............. 5 Notizie dell’ANPI ............................ 6 Reimpariamo la Costituzione ...“ 6 Servizi................................................ 8 NUVOLA ROSSA Reg. Trib. n. 5790 del 23 - 9 - 2010 www.fisac.firenze.cgil.it L’eqUità SecONdO MARiO MONti Libera interpretazione di una parola E quità: parola che deriva dal la- tino Aequus che significa piano, unito, uguale, ed in senso figurati- vo convenevole, giusto, ragionevole. Equità ha un significato parallelo anche nella lin- gua greca: da Eikòs che significa simile al vero, al giusto e, quindi, che è naturale, che conviene. L’etimologia della parola è ine- quivocabile e non necessita, pertanto, di interpretazioni più precise; equità significa trattare persone o cose alla stessa maniera sotto tutti i profili: giustizia, convenienza, ragionevolezza. Mi sono chiesta se Mario Monti ed i suoi collaboratori, considerati il top dell’esperienza, oltre che della cono- scenza, abbiano consultato, o meglio rispol- verato il vocabolario etimologico, prima di utilizzare la parola equità con disinvoltura in ogni dove e come, e trasformarla addi- rittura in “etichetta” della loro manovra fi- nanziaria. Rileggo attentamente i punti sa- lienti della riforma: ripristino dell’ICI sulla prima casa, che sarà calcolata sulla base di nuovi (pesanti) parametri, congelamen- to dell’indicizzazione per le pensioni medio basse, pensioni di anzianità in fase di rot- tamazione, innalzamento repentino dell’età pensionabile per le lavoratrici. Ed ancora: tassa una tantum dell’1,5% sui capitali scu- dati, tassa sugli elicotteri pari ad € 7,50 al chilo, tassa sugli stazionamenti dei natanti, tassa su autovetture oltre i 170 cavalli, tagli ai costi della politica. Apparentemente la lista darebbe il senso di equità, seppur mo- desta; peccato che, a conti fatti, e guardan- do i gettiti dei singoli interventi, si può par- lare di tutto fuorché di equità. Ok Mister Monti, abbiamo capito che la situazione è grave e che l’Europa non era più disposta a dare altre chances al nostro paese; che i “saldi”, a te tanto cari, non possono essere cambiati. Però prima di parlare di equità, fai un bel respiro, e usa altre espressioni per favore. Non offendere il tuo popolo; non tut- ti avranno studiato, ma tutti sanno “far di conto”, anche gli analfabeti. Fra l’altro mi corre l’obbligo di rammentarti che vige una regola in aritmetica; per ottenere il totale di una somma si possono usare addendi va- riabili, non c’è alcun vincolo di usare sol- tanto addendi fissi. Un pensiero cattivo at- traversa i miei neuroni: ma vuoi vedere che nei piani studi eccelsi della Bocconi non si parla di addendi, sottraendi, moltiplicandi, dividendi, ma soltanto di saldi e risultati? Anna Oreti M aladistribuzione. Non è il titolo di un film di Almodovar, ma il concetto che in buona parte sta alla base della crisi economica dei paesi oc- cidentali. Ed è un concetto che ritroviamo a molteplici livelli. Dal più evidente, quasi metà della ricchezza del paese è in mano a circa il dieci percento della popolazione, al più tecni- co che destina la maggior parte delle risorse economiche a prodotti finanziari, togliendole dagli investimenti nelle imprese. Questa è la situazione che emerge dai dati Istat, Bankita- lia, Ocse, Fmi. E da questa situazione si svi- luppano le analisi esposte nel libro “Salari, il decennio perduto” di Agostino Megale, Giu- seppe D’Aloia e Lorenzo Birindelli. I ragiona- menti evidenziati sono profondi, ma svilup- pati in maniera comprensibile ed affrontano il problema nella sua globalità arrivando an- che a fare delle giuste e costruttive critiche al sindacato. Perché all’analisi seguono proposte organiche e concrete per aiutare l’economia a ripartire su basi più solide. Senza cadere in facili nostalgie, ma con razionale lucidità, gli autori sostengono che il benessere econo- mico può essere duraturo solo se è diffuso. E come la salvaguardia dei privilegi dei “pochi”, non viene fatta soltanto a spese dei più, ma ostacola l’evoluzione di un sistema che deve cambiare inevitabilmente, se non vuole finire di appassire e riportare le organizzazioni civi- li sempre più indietro nel tempo. Recensione di Piero La Greca SALARI, IL DECENNIO PERDUTO

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Anno II - N 3 - Nuvola rossa - Dicembre 2011 FISAC

Nuvola Rossa

FISAC

Novità dalla Fisac di Firenze

Sommario

L’equità secondo Mario Monti Libera interpretazione di una parola .............................. p. 1Salari, il decennio perduto ..... p. 1Bancomat Evoluti…. ....................“ 2La CGIL di Firenze e provincia .“ 3Gruppo Fondiaria Sai ...................“ 3Acqua in bocca? No, Grazie!!! ...“ 4Se non ora quando...per fortuna che ci sono le donne... ..............“ 5Notizie dell’ANPI ............................“ 6Reimpariamo la Costituzione ...“ 6Servizi ................................................“ 8

NUVOLAROSSA

reg.

Trib

. n. 5

790

del 2

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- 20

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www.fisac.firenze.cgil.it

L’eqUità SecONdO MARiO MONtiLibera interpretazione di una parola

E quità: parola che deriva dal la-tino Aequus che significa piano, unito, uguale, ed in senso figurati-

vo convenevole, giusto, ragionevole. Equità ha un significato parallelo anche nella lin-gua greca: da Eikòs che significa simile al vero, al giusto e, quindi, che è naturale, che conviene. L’etimologia della parola è ine-quivocabile e non necessita, pertanto, di interpretazioni più precise; equità significa trattare persone o cose alla stessa maniera sotto tutti i profili: giustizia, convenienza, ragionevolezza. Mi sono chiesta se Mario Monti ed i suoi collaboratori, considerati il top dell’esperienza, oltre che della cono-scenza, abbiano consultato, o meglio rispol-verato il vocabolario etimologico, prima di utilizzare la parola equità con disinvoltura in ogni dove e come, e trasformarla addi-rittura in “etichetta” della loro manovra fi-nanziaria. Rileggo attentamente i punti sa-lienti della riforma: ripristino dell’ICI sulla prima casa, che sarà calcolata sulla base di nuovi (pesanti) parametri, congelamen-to dell’indicizzazione per le pensioni medio basse, pensioni di anzianità in fase di rot-tamazione, innalzamento repentino dell’età pensionabile per le lavoratrici. Ed ancora: tassa una tantum dell’1,5% sui capitali scu-dati, tassa sugli elicotteri pari ad € 7,50 al chilo, tassa sugli stazionamenti dei natanti, tassa su autovetture oltre i 170 cavalli, tagli ai costi della politica. Apparentemente la lista darebbe il senso di equità, seppur mo-desta; peccato che, a conti fatti, e guardan-do i gettiti dei singoli interventi, si può par-lare di tutto fuorché di equità. Ok Mister Monti, abbiamo capito che la situazione è grave e che l’Europa non era più disposta a dare altre chances al nostro paese; che i “saldi”, a te tanto cari, non possono essere cambiati. Però prima di parlare di equità, fai un bel respiro, e usa altre espressioni per favore. Non offendere il tuo popolo; non tut-ti avranno studiato, ma tutti sanno “far di conto”, anche gli analfabeti. Fra l’altro mi corre l’obbligo di rammentarti che vige una regola in aritmetica; per ottenere il totale di una somma si possono usare addendi va-riabili, non c’è alcun vincolo di usare sol-tanto addendi fissi. Un pensiero cattivo at-traversa i miei neuroni: ma vuoi vedere che nei piani studi eccelsi della Bocconi non si parla di addendi, sottraendi, moltiplicandi, dividendi, ma soltanto di saldi e risultati?

anna oreti

M aladistribuzione. Non è il titolo di un film di almodovar, ma il concetto che in buona parte sta

alla base della crisi economica dei paesi oc-cidentali. Ed è un concetto che ritroviamo a molteplici livelli. Dal più evidente, quasi metà della ricchezza del paese è in mano a circa il dieci percento della popolazione, al più tecni-co che destina la maggior parte delle risorse economiche a prodotti finanziari, togliendole dagli investimenti nelle imprese. Questa è la situazione che emerge dai dati Istat, Bankita-lia, ocse, Fmi. E da questa situazione si svi-luppano le analisi esposte nel libro “salari, il decennio perduto” di agostino Megale, Giu-seppe D’aloia e lorenzo Birindelli. I ragiona-menti evidenziati sono profondi, ma svilup-pati in maniera comprensibile ed affrontano il problema nella sua globalità arrivando an-che a fare delle giuste e costruttive critiche al sindacato. Perché all’analisi seguono proposte organiche e concrete per aiutare l’economia a ripartire su basi più solide. senza cadere in facili nostalgie, ma con razionale lucidità, gli autori sostengono che il benessere econo-mico può essere duraturo solo se è diffuso. E come la salvaguardia dei privilegi dei “pochi”,

non viene fatta soltanto a spese dei più, ma ostacola l’evoluzione di un sistema che deve cambiare inevitabilmente, se non vuole finire di appassire e riportare le organizzazioni civi-li sempre più indietro nel tempo.

recensione di Piero la Greca

SALARI, IL DECENNIO PERDUTO

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S ono un’ope-ratrice di s p o r t e l l o ,

e vorrei raccontare come si dipana la vita lavorativa di un cassiere. Chi lavora allo sportello cono-sce perfettamente quanto impegno e lavoro richieda la gestione di un aTM, ovvero di un Bancomat. Con l’avvento della mo-neta elettronica, i Bancomat sono di-ventati parte inte-grante dell’operati-vità dei clienti delle banche, ed un mo-stro di lavoro per i dipendenti bancari addetti all’operati-vità di cassa. Per non parlare dei cosiddetti Bancomat “evolu-ti”. Inizialmente tacciati come i salvatori delle sorti dei poveri cassieri, in realtà ne hanno preso il posto soltanto in apparen-za. Ma quale evoluto, la definizione corretta è “stregamat”. Mi spiego meglio: è sempre più frequente trovare agenzie, il cui servizio di sportello è affidato ad un unico cassiere (in carne ed ossa), un bancomat “normale” esterno ed un bancomat “evolu-to”. Ed è in queste realtà che assistiamo a scene surreali: corag-giosi clienti che si avvicinano impavidi al mostro di tecnologia con la loro carta bancomat, ma che sono costretti a chiedere aiuto quasi sempre al cassiere che passa buona parte del suo tempo ad alzarsi dalla postazione per far funzionare il bossolo di metallo stregato. Carte bancomat che vengono catturate ancor prima che venga digitato il Pin, oppure versamenti di assegni correttamente in-seriti ed il rilascio al cliente di un foglio con la scritta “operazio-ne non completata rivolgersi allo sportello”. Per par condicio va detto che non sempre è colpa dello “stregamat”; spesso si blocca per motivi a lui non imputabili, tipo versamenti di banconote effettuati con elastico compreso, che finisce fra gli ingranaggi in minuscoli pezzettini e poi servono ore di tecnico per ripulire il tutto. a tutto questo va aggiunto il fatto che i bancomat sono monitorati da attività remote, e non appena raggiungono la so-glia minima, sul computer del cassiere appare un avviso che gli ricorda che il bancomat deve essere ricaricato quanto pri-ma. Poi decine di e-mail intasano la casella di posta elettronica, sempre per ricordare che il bancomat va ricaricato. si lo so e me lo ricordo, e poi se me lo dimentico, provvederà qualche solerte collega a ricordarmelo con una telefonata dal tono va-gamente di rimprovero “ Hai il bancomat vuoto, va ricaricato!”. Ed è proprio in questa fase che bisogna organizzarsi al meglio per rispettare le normative della banca (i bancomat devono es-sere caricati a sportello chiuso), ed espletare al meglio tutti i vari passaggi previsti per il carico/scarico del bancomat e dello

BANcOMAt eVOLUti….OVVeRO L’AVVeNtO deGLi StReGAMAt“stregamat”. allora che si fa? l‘evoluto è pieno di soldi e bisogna far parti-re il temporizza-tore per effettuare lo scarico. Mentre lavora, il cassie-re guarda con ap-prensione l’orolo-gio, si mette da-vanti un cartello con l’ora precisa in cui avverrà l’aper-tura del mostro, o meglio la sveglia al cellulare. Perdere l’attimo significa perdere un’ora di attesa. Eccoci è ar-rivato il momento topico, lo strega-mat sta per aprir-si. Banca chiusa,

i colleghi intorno al bancomat evoluto come intorno ad un malato grave, un brivido lungo la schiena ….Quando si disfa il segreto, non lo prende, lo prende? l’apertura è andata a buon fine, possiamo tirare un sospiro di sollievo, procediamo con i passaggi successivi. l’apertura dei cassetti ci fa girare la testa…per non dire qualcos’altro. la confusione regna sovrana, aiuto c’è da farsi il mazzo, anzi da fare i mazzi azz…Mi viene in mente un collega che aveva attaccato dentro il bancomat un’immagine della Madonna sperando almeno in un aiuto Divino. roba da manicomio, per usare un eufemismo!!! ovviamente corriamo ma non finiamo mai in orario, quando iniziamo il giochino non possiamo interromperlo ed il povero cassiere deve trattenersi finché il giochino non è stato ultimato. E giù ore di straordina-rio!!! alcuni cassieri preferiscono sacrificare la pausa pranzo, piuttosto che trattenersi fino a tarda sera; in effetti non è piace-vole essere costretti ad uscire giusto per andare a cena o poco più, ma non va bene nemmeno rinunciare alla pausa pranzo. Per fortuna manca poco al termine dell’operazione “stregamat” e poi via! soldi sistemati? Il robot è chiuso correttamente? le chiavi, dove sono le chiavi della cassaforte? Che ore sono? E’ tardi, anche per oggi è andata, ma dopodomani ci risiamo, anzi domani ci sarà da caricare il bancomat esterno oppure da spedire i soldi? Che vita avventurosa! Indiana Jones non reg-ge il confronto alla vita lavorativa di un cassiere, ovvero alla mia vita. Mentre esco di corsa dall’agenzia, lancio un ultimo sguardo allo stregamat, collega di metallo, mostro di tecnolo-gia, anzi mostro e basta. E rimpiango i tempi in cui le agenzie erano piene di colleghi e di vita… Dicono che in diversi paesi, europei e non, la maggior parte delle filiali siano composte da un solo impiegato e da tutte macchine. sarà anche comodo ma a me sembra molto triste.

una dipendente bancaria

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E ravamo più di mille per-sone all’assemblea dei quadri e delegati della

Camera del lavoro di Firenze te-nutasi il 12 ottobre scorso pres-so il Palazzetto dello sport di scandicci. E’ stata un’occasione importante per confrontarsi sui temi caldi del mondo del lavoro, contrattazione, crescita, valoriz-zazione del territorio. ogni cate-goria ha potuto fare il punto sulle vicende lavorative più critiche della Provincia, e tutti insieme abbiamo tentato di interrogar-ci sul ruolo che ha il sindacato nelle trasformazioni sociali in corso. Dai vari interventi che si sono succeduti è emersa un’im-magine di un mondo del lavoro

LA cGiL di FiReNze e pROViNciA e Le iStitUziONi tOScANe A cONFRONtO SULLA cRiSi NeL MONdO deL LAVORO

in pericolo, con la quale si sono confrontate anche le istituzio-ni presenti: il Presidente della Provincia Barducci, il sindaco di scandicci Gheri ed il Presidente della regione rossi; quest’ultimo in particolare ha dichiarato di condividere le richieste della Cgil in merito alla necessità di tassare le rendite ed i grandi patrimoni e di attuare una lotta all’evasione fiscale più massiccia. Di grande spessore anche gli interventi del segretario della Camera del la-voro di Firenze Mauro Fuso, che ha criticato i tagli del governo che ricadranno su salute, istruzione e lavoro, e del segretario Genera-le della Cgil Toscana Gramolati che si dichiara favorevole ad una

sultato: l’accordo sulla non appli-cabilità dell’articolo 8 dell’ultima manovra finanziaria del governo Berlusconi, mostro giuridico che rende inefficace l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori e facilita i licenziamenti e la non applicabi-lità delle tutele basilari dei lavo-ratori e delle lavoratrici, laddove si realizzino specifiche intese tra aziende e sindacati. riteniamo, pertanto, che l’iniziativa, annun-ciata dal Presidente della regione Toscana rossi, di ricorrere alla Corte Costituzionale contro tale articolo della manovra, sia da so-stenere con forza a tutti i livelli.

sabrina Marricchi

GRUppO FONdiARiA SAi: UNA SFidA dA ViNceRe

S ono note a tutti le difficoltà economiche del Gruppo Fon-diaria-sai, che sta vivendo un periodo alquanto travagliato. I vertici aziendali stanno cercando di “mettere in sicurezza”

il margine di solvibilità entro fine anno con la creazione di una New Co., della quale la banca svizzera Credit suisse sarebbe socio per una quota di circa il 40%. In questa nuova società sarebbero veicolate le partecipazioni che il Gruppo vanta nel “salotto buono” del capitali-smo italiano. l’Isvap ha evidenziato, però, delle perplessità in merito a questa operazione, che reputa non strutturale; si profila, invece, la necessità di un nuovo aumento di capitale, verso il quale anche le banche spingono. In questo caso il peso della famiglia ligresti ver-rebbe ulteriormente ridimensionato. Nel prossimo Consiglio di am-ministrazione i nodi verranno sciolti.Per quanto riguarda i rapporti industriali all’interno del Gruppo, in data 1 dicembre 2011 si è tenuto a Milano un incontro tra le orga-nizzazioni sindacali e i vertici aziendali. l’incontro era stato richiesto dai sindacati, anche a seguito delle ampie partecipazioni dei lavora-tori alle assemblee tenutesi nelle principali piazze in cui il Gruppo Fondiaria sai opera. In quella sede i sindacati hanno ribadito con fer-mezza che le difficoltà economiche dell’azienda non sono imputabili

ai lavoratori e non devono ricadere su di loro. E’ stata riaffermata la necessità di recuperare immediatamente la negoziazione (venuta meno negli ultimi mesi, non per volontà sindacale) su alcune proble-matiche ancora irrisolte: premio variabile, procedura art. 15 CCNl bancari aperta su Banca sai, che prevede l’attivazione di mobilità territoriale per 11 lavoratori, contratti interinali al terzo rinnovo in scadenza, ad oggi non confermati. Da gennaio 2012 dovrebbe instau-rarsi, inoltre, un tavolo organico di confronto, anche in vista del fu-turo Piano Industriale, la cui presentazione ufficiale è stata prevista dai vertici aziendali per marzo-aprile 2012. Nonostante le rassicura-zioni avute dalla controparte sul fatto che il nuovo Piano Industriale non sarà soltanto di pura razionalizzazione, ma anche di rilancio e crescita, con una forte concentrazione dell’attività sul core-business assicurativo, le organizzazioni sindacali temono che il piano si pre-annuncerà comunque difficile. I sindacati vigileranno, pertanto, con attenzione su tutti i processi che la proprietà intenderà attuare, per scongiurare pesanti ricadute sui lavoratori, che non devono pagare il conto di scelte manageriali errate e imprudenti.

Tania Cità

contrattazione più ampia, per fa-vorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Come Fisac abbiamo posto l’ac-cento sul fatto che i lavoratori bancari svolgono un ruolo delica-to nella difficilissima situazione economica attuale, perché devo-no gestire le problematiche di accesso al credito delle piccole e medie imprese e subire costan-ti pressioni commerciali, a volte ai limiti dell’indecenza e della legalità, delle proprie aziende per vendere prodotti finanziari spesso (per non dire sempre) di natura discutibile. la nostra cate-goria, interessata dal rinnovo del contratto nazionale, ha comun-que raggiunto un importante ri-

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al la sig.ra Ministro per l’ambiente on.le stefania Prestigiacomoal sig.r Presidente della regione Enrico rossiai sig.ri Presidenti delle autorità di ambito Territoriale ottimale della regione Toscanaall’anci Toscana per i sindaci della regione

a oltre 2 mesi dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale dei risultati referendari, pur a fronte di un pronunciamento larghissimo ed inequi-vocabile in merito ai quesiti posti , oggi purtroppo dobbiamo registrare un intervento legislativo della maggioranza di governo che riscrivendo l’art. 23 bis relativo alle procedure di affidamento e di gara dei servizi pubblici locali disattende quasi completamente l’esito referendario e rischia di costringere gli Enti locali a svendere pur di far cassa, senza nemmeno comunque aver stabilito un quadro regolatorio coerente ed efficace.E’ testimonianza di questo atteggiamento il ritardo con cui si sta proce-dendo alla costituzione dell’agenzia nazionale di vigilanza sulle risorse idriche, varata nel maggio scorso senza alcuna seria discussione sulle competenze e i poteri, a cui comunque dovrebbe spettare il compito di ridefinire le componenti di costo della tariffa e predisporre il metodo di calcolo per la sua determinazione, nonché l’approvazione preventiva delle tariffe predisposte dalle autorità competenti e la vigilanza sull’ap-plicazione delle stesse.Così, mentre gli aTo si dichiarano incompetenti e continuano ad ap-plicare le vecchie tariffe, compreso il tasso di remunerazione del capi-tale investito cancellato dall’esito referendario, nulla fa il Governo per chiarire la situazione e rendere immediatamente operativi gli effetti

del risultato referendario, anche in virtù di quanto previsto dalla sen-tenza della Corte Costituzionale n. 26 del 2011 che ha dichiarato costi-tuzionalmente ammissibile il quesito referendario.Tutto ciò premesso, chiediamo al Ministro dell’ambiente che, nelle more della costituzione dell’agenzia, adotti un provvedimento che consenta agli aTo una ridefinizione della tariffa che coerentemente all’esito referendario, preveda l’eliminazione dalla tariffa della remune-razione del capitale investito sollecitiamo Gli ato perché diano indi-cazioni ai soggetti gestori che la fatturazione dei consumi in corso sia considerata come “provvisoria” in attesa della necessaria ridetermina-zione.I sindaci e la regione Toscana perché assumano concrete ed efficaci iniziative pubbliche anche nei confronti del governo nazionale per un provvedimento ministeriale che consenta una immediata attuazione del secondo quesito referendario nonché un quadro legislativo chiaro e coerente che consenta alle stesse regioni e agli enti locali di avviare un processo di riforma e di rafforzamento del ruolo dei servizi pubblici locali nello spirito dell’esito referendario.

AcqUA iN BOccA? NO, GRAzie!!!

A seguito degli esiti dei quattro referendum abrogativi del 12 e 13 giugno 2011, i primi due sull’acqua (privatizzazione e adeguata remu-

nerazione del servizio), il terzo sul nucleare ed il quarto sul legittimo impedimento, ho incontrato il Presiden-te di Federconsumatori Toscana, Giuseppe Minigrilli, per fare il punto della situazione rispetto alla tematica dell’acqua. Partiamo dai risultati: in Toscana è stata regi-strata una partecipazione degli aventi diritto al voto su-periore al 66% (55% dato nazionale) ed una percentuale di sI pari al 95% (stesso dato a livello nazionale). Tali risultati, pubblicati in Gazzetta ufficiale lo scorso mese di luglio, rischiano, tuttavia, di essere vanificati, dalle inadeguatezze della politica nel dar seguito alla volontà popolare. ai risultati del referendum hanno partecipato rappresentanti, a vari li-velli, di stato, regioni, Province e Comuni, che oggi sono tutti chiamati a rispondere con atti concreti e coerenti a quell’impegno. I principali atti da compiere riguardano: 1) la cancellazione della remunerazione garantita del capitale investito (7%) con una necessaria rimodulazione della tariffa; 2) l’assurdità dei recenti provvedimenti legislativi (mano-vra finanziaria del 15/09/2011 e maxi emendamento del 15/11/2011), che nei fatti spingono gli Enti locali a procedere con le privatizzazioni dei servizi pubblici locali, per supplire ai tagli finanziari. E’ l’esatto con-trario della volontà popolare. Per tali motivazioni la Federconsumatori Toscana ha recentemente promosso un petizione-appello, che pubbli-chiamo integralmente, che ha già raccolto l’attenzione ed il consen-so di autorevoli esponenti della società e delle Istituzioni (l’adesione all’appello è possibile recandosi ad uno sportello di Federconsumatori Toscana, il cui elenco è disponibile sul sito www.federconsumatorito-scana.it , oppure, inviando una e-mail a [email protected]). alcune considerazioni: i servizi pubblici locali (trasporto,

rifiuti, acqua, ecc.) devono essere sicuramente “riforma-ti” con modalità costruttive e nobili. Gli interventi go-vernativi hanno ridotto, invece, i servizi con tagli netti che determinano inevitabilmente un impoverimento ed un aumento dei costi per i cittadini. servono riforme con la “r” maiuscola. In tal senso la regione Toscana ha portato in Giunta regionale una proposta, alla quale la Federconsumatori Toscana ha partecipato, insieme ad altri alla fase preparatoria, sulla riforma degli a.T.o. (autorità di ambito Territoriale ottimale). Il giudizio è sostanzialmente positivo, si tratta del primo passo ver-so il superamento del conflitto di interessi, in quanto le Istituzioni locali, al momento, sono contemporane-

amente i controllori, in quanto soci degli a.T.o., ed i controllati, in quanto soci nelle società di gestione dei servizi. la Federconsumatori Toscana intende, comunque, proporre che nei prossimi progetti di ri-forma, la regione Toscana potrebbe fare da “apripista”, e sperimentare l’azionariato popolare. Tale impostazione consentirebbe di attuare dei nuovi modelli di partecipazione, garantendo la condivisione attiva del cittadino-utente alla gestione di un bene pubblico, in particolare di un bene comune come l’acqua; e riconoscendo, magari, a tale partecipa-zione un “peso specifico” diverso da quello pubblico e privato (golden share). anche in questo caso, come in tanti altri, per la riuscita delle iniziative credo siano necessari il lavoro, l’attenzione e la partecipazio-ne del maggior numero di persone possibile, affinché le informazioni e le notizie possano circolare e raggiungere tutti i cittadini, in particolare coloro che, a giugno 2011 hanno votato sI al referendum. Pertanto, niente acqua in bocca e continuiamo a parlare, scrivere, leggere, par-tecipare.

Paolo riga

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E siste un coordinamento donne Fisac? E perché le donne avrebbero bisogno di coordinarsi? For-se anche a voi sarà capitato di sentir pronun-

ciare, o di sentir passare per la testa, con una punta di ironia, questo interrogativo. la mia risposta è che basta concedersi un po’ di tempo e riflettere su quante e quali siano le problematiche che riguardano ancora oggi soltanto le donne, e non gli uomini, per capire quanto lavoro c’è da svolgere, quanta necessità esiste di riunirsi e coordinarsi, per raggiungere gli obiettivi fondamentali che una società civile dovrebbe neces-sariamente darsi.Non è un caso che molte donne del nostro sindacato si dedichino a portare avanti anche i lavori di se non ora quando?. Movimento nato dall’iniziativa di una ventina di donne, e diffusosi spontaneamente in tutta Italia, per fare da collante a quella parte di popolazione, numerosissi-ma, che il 13 febbraio scorso è scesa in piazza per gridare BasTa! ad un sistema di potere, che ha fra i suoi obiettivi primari lo svilimento dell’immagine della donna, relegata ormai all’importanza di un corpo fisico perfetto, ad un oggetto sfruttato. Gli appuntamenti sono prose-guiti a siena il 9 e 10 luglio con la riunione di tutti i comitati d’Italia per l’individuazione dei punti da fissare in un’agenda dei lavori, il 13 ottobre con le fiaccolate in ricordo dell’insopportabile tragica fine delle operaie di Barletta, ed a Firenze il 26 novembre con i tavoli di lavoro, ai quali le donne hanno portato ciascuna la propria risposta alla domanda: Cosa vorresti per il futuro dell’Italia?, portando proposte concrete su welfare, rappresentanza e lavoro femminile. l’impegno prosegue capillarmente e senza interruzioni negli incontri settimanali dei singoli comitati, nella determinazione e caparbietà delle partecipanti, che scelgono anche di sottrarre tempo alle proprie attività e famiglie, pur di posare un matton-cino per la costruzione di un futuro che deve essere diverso anche per le generazioni che verranno.E’ proprio di tutto questo che si parla nelle riunioni (ovviamente aperte anche agli uomini, ma non ci dovrebbe essere bisogno di specificarlo) del nostro coordinamento, così come in quelle di se Non ora Quando: lavoro per le donne italiane, che sono il 46% contro la media europea del 60; servizi di supporto alle lavoratrici madri; ripristino del decreto

Se NON ORA qUANdO...peR FORtUNA che ci SONO Le dONNe...188 del 2007 che impedisce il ricatto delle dimissio-ni in bianco; proposta di introduzione dei congedi di paternità obbligatori e di norme antidiscriminatorie (non quote rosa) in tutte le amministrazioni ed isti-tuzioni fino al Parlamento, per contenere la presenza degli uomini in tali contesti e garantire una congrua rappresentanza delle donne, che sono la maggioran-za della popolazione, ad ogni livello; assegnazione del tesoretto accantonato con il pensionamento ri-tardato delle dipendenti pubbliche a politiche utili per le donne; riflessione su alcuni dei risvolti negativi delle ultime manovre finanziarie, che hanno tagliato pesantemente le risorse agli enti locali, e conseguen-temente penalizzato l’assistenza agli anziani ed agli asili, dando per scontato che saranno, sempre e co-munque, le donne a farsene carico.

E’ evidente e triste constatare che c’è davvero ancora molto, anzi mol-tissimo da fare, e che tutti possono contribuire, trasformando la pro-pria ironia in curiosità e consapevolezza, ad attuare un cambiamento in primo luogo culturale: questa battaglia non può essere soltanto delle donne!

sabrina MarricchiChiara rossi

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Notizie dall’aNPiCome tutte le associazioni l’A.N.P.I. vive grazie al contributo ap-

portato dai propri iscritti, oltre che dai contributi statali, sempre più “snelli” in termini di consistenza. Per questo motivo, domenica 20 novembre 2011 in Piazza della Repubblica a Firenze si è tenuta la giornata del tesseramento. L’iniziativa ha avuto rilevanza nazionale e si è svolta in tantissime piazze d’Italia. Per l’anno 2011 L’A.N.P.I. di Firenze ha registrato 6200 iscritti, distribuiti in 39 sezioni provinciali. Facciamo appello alla sensibilità e senso di responsabilità degli iscrit-ti Fisac Cgil, affinché tutti insieme possiamo contribuire alla crescita del numero di adesioni all’ANPI.

Continuiamo la pubblicazione degli articoli della Costituzione della Repubblica Italiana, con breve commento a margine, ed una consapevolezza: più conosciamo la nostra Carta più sare-mo forti nel difenderla.

Articolo 7 Lo Stato e la Chiesa Cattolica sono, ciascuno nel proprio ordi-ne, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modifica-zioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono proce-dimento di revisione costituzionale.Lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica hanno le proprie leggi e la propria indipendenza. Lo Stato riconosce nel suo territorio la sovranità della Chiesa Cattolica, ovvero le riconosce un potere di comando, che viene esercitato soltanto nell’ambito spirituale. I Patti Lateranensi (dal nome del palazzo romano in cui furono siglati) comprendono un trattato ed un concordato fra la Santa Sede e lo Stato Italiano. Furono sottoscritti nel 1929, e modificati in parte nel 1984 con un accordo, ovviamente fra le parti.

Articolo 8 Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica han-no diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto

L’ANPI aderisce alla iniziativa, di cui la CGIL è promotrice, L’ITALIA SONO ANCH’IO (http://www.litaliasonoanchio.it/) per la presentazio-ne di due proposte di legge per la riforma del diritto di cittadinanza. Le due proposte prevedono che i bambini nati in Italia da genitori stranieri regolari possano essere cittadini italiani e una nuova norma che permetta il diritto elettorale amministrativo ai lavoratori rego-larmente presenti in Italia da cinque anni. Anche il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è a favore di questa modifica, gli Stati Uniti d’America, per citare uno dei paesi più avanzati ma non molto democratici, applicano questa regola già da tempo, e l’Italia?

non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro rap-porti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.L’ Italia accetta tutte le religioni, ma le leggi di quelle religioni non devono essere in contrasto con le leggi della Repubblica Italiana. Queste religioni hanno dei rapporti e dei patti. Insieme alla libertà di culto (art. 19), si afferma la libertà delle va-rie confessioni religiose (cioè delle diverse organizzazioni di fede-li) e si affida alla legge italiana la regolamentazione dei rapporti con lo Stato, sempre sulla base di intese. Dopo il concordato con la Chiesa Cattolica del 1929 sono state siglate intese con diversi culti (valdesi, comunità ebraiche), poi trasformate in legge, limitando la discriminazione a favore della Chiesa cattolica.

Articolo 9La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Na-zione. L’articolo impegna lo Stato Italiano a proteggere il paesaggio e le opere culturali, materiali e non; impone altresì allo Stato di essere parte attiva nello sviluppo della cultura e della ricerca scientifica, non soltanto come fatto culturale, ma soprattutto come fatto eco-nomico, legato alle tecnologie produttive.

ReimPaRiamo la CostituzioNe

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“Così giunsi ai giorni della Resistenza senza saperne nul-la se non lo stile: fu stile tutta luce, memorabile coscien-za di sole. Non poté mai sfiorire, neanche per un istante, neanche quando l’ Europa tremò nella più morta vigilia.Fuggimmo con le masserizie su un carro da Casarsa a un villaggio perduto tra rogge e viti: ed era pura luce. Mio fratello partì, in un mattino muto di marzo, su un treno, clandestino, la pistola in un libro: ed era pura luce. Visse a lungo sui monti, che albeggiavano quasi paradisiaci nel tetro azzurrino del piano friulano: ed era pura luce. Nella soffitta del casolare mia madre guardava sempre perdutamente quei monti, già conscia del destino: ed era pura luce.Coi pochi contadini intorno vivevo una

Un contributo sulla Resistenza, dalla penna di Pier Paolo Pasolini, uno dei maggiori artisti ed intellettuali del XX secolo

gloriosa vita di perseguitato dagli atroci editti: ed era pura luce. Venne il giorno della morte e della libertà, il mondo martoriato si riconobbe nuovo nella luce…Quella luce era speranza di giustizia: non sapevo quale: la Giustizia. La luce è sempre uguale ad altra luce. Poi va-riò: da luce diventò incerta alba, un’alba che cresceva, si allargava sopra i campi friulani, sulle rogge. Illuminava i braccianti che lottavano. Così l’alba nascente fu una luce fuori dall’eternità dello stile… Nella storia la giustizia fu coscienza d’una umana divisione di ricchezza, e la spe-ranza ebbe nuova luce”.

Pier Paolo Pasolini

Anno II - N 3 - Nuvola rossa - Dicembre 2011 FISAC

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Anno II - N 3 - Nuvola rossa - Dicembre 2011 FISAC

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Polizze assicurativeServizile organizzazioni sindacali Na-zionali hanno rinnovato per l’anno 2012 le convenzioni con rEla-BroKEr ed ITalBroKEr rela-tive alle polizze assicurative rC ammanchi di cassa, rC Patrimo-niale e rC capofamiglia. I dettagli di tutte le polizze sono disponibili sul sito della FIsaC CGIl di Firen-ze www.firenze.fisac.cgil.it.

UNIPOLla FIsaC CGIl ha rinnovato per l’anno 2012 le polizze assicurative con uNIPol. I dettagli delle polizze sono dispo-nibili sul sito della FIsaC CGIl di Firenze www.firenze.fisac.cgil.it.

UNIPOL Polizza TUTELA LEGALEla polizza è stata stipulata dalla FI-saC CGIl di Firenze a luglio 2011.la polizza prevede la copertura di spese sostenute per la tutela legale relativa ad azioni penali a carico del lavoratore, in merito a fatti avve-nuti nel corso della propria attività lavorativa. la copertura base ha un massimale di € 2.500,00 per anno e per ogni singolo sinistro; per tale copertura il lavoratore non deve sostenere alcun costo, in quanto il pagamento del premio è già stato sostenuto dalla Fisac Cgil di Firen-ze a favore di tutti i propri iscritti. l’accesso all’utilizzo della polizza

è, pertanto, immediato. Qualora il lavoratore voglia estendere il massi-male della copertura e le tipologie di eventi assicurati, può sottoscrivere singolarmente l’adesione facoltativa aggiuntiva, che prevede l’innalza-mento del massimale ad € 20.000,00 per anno e per ogni singolo evento, dietro il versamento a proprio cari-co di un premio annuo di € 50,00. la polizza prevede, inoltre, una re-troattività che, nel caso della coper-tura base è di 1 anno a partire dal 1 luglio 2011 (data stipula polizza globale), nel caso di adesione facol-tativa aggiuntiva del singolo lavora-tore è di 2 anni a partire dalla data di sottoscrizione della stessa.

copy 2011Nuvola rossa

Direttore Responsabile: Nazzareno BisogniRedazione: anna oreti, stefano lavacchini

Fotografie: CGIl Firenze, archivio CGIl, sabrina Marricchi, Chiara rossiSi ringrazia: Novaradio arCI Firenze

Si ringrazia per le vignette: alessio atrei www.alessioatrei.it.Stampa: C.G.E. Centro Grafico Editoriale - Firenze

✔ Assistenza Fiscale Mod. 730 (Compilazione gratuita) Altri documenti fiscali con garanzia di salvaguardia CAAF

✔ INCA Assistenza Previdenziale gratuita Controllo retribuzioni gratuito Assistenza lavoro domestico (colf e badanti) a tariffe agevolate

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Samuel Johnson:

Quando la speculazione avrà fatto del suo peggio, due più due farà ancora quattro.

12 novembre 2011