Nuove Nozze Chimiche

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 All’inizio del 2016, quattro secoli dopo la pubblicazione delle Nozze chimiche di

Christian Rosenkreutz (1616), l’A.M.O.R.C. pubblica un nuovo manifesto, che si

aggiunge alla Positio Fraternitatis e all’ Appellatio Fraternitatis, pubblicate

rispettivamente nel 2001 e nel 2014. 

LE NUOVE NOZZE CHIMICHE DI CHRISTIANROSENKREUTZ

Cosmica lex successit!  

«IN QUANTO AUTORE DI QUESTO MANIFESTO, VORREI presentarmi prima

che ne prendiate conoscenza. In passato sono stato conosciuto con il nome di

Christian Rosenkreutz, mitico fondatore dell’Ordine della Rosa-Croce, società

segreta la cui origine è situata dagli storici dell’esoterismo all’inizio del XVII

secolo, ma la cui Tradizione è molto più antica poiché risale alle scuole diMisteri dell’antico Egitto. 

Nella Fama Fraternitatis pubblicata nel 1614 si spiega dettagliatamente perché

e come sono giunto a creare l’Ordine della Rosa-Croce, dopo aver percorso il

mondo alla ricerca dei più grandi eruditi dell’epoca. Formato originariamente da

alcuni membri versati nell’ermetismo, nell’alchimia e nella cabala, si è

sviluppato successivamente ed è pervenuto fino ai nostri giorni. Essendone il

fondatore ho continuato a vegliare sul suo destino, sia dal piano spirituale, sia

quaggiù quando mi sono incarnato.

Nell’anno successivo, nel 1615, è stato pubblicato un secondo Manifesto:

laConfessio Fraternitatis. Senza entrare nei dettagli, dirò che costituisce il

prolungamento della Fama completandola e dando delle precisazioni sulle

regole e sul funzionamento della Fraternità rosacrociana, così come li avevo

stabiliti. Vi si trovano anche delle rivelazioni sul Liber Mundi  (Libro del Mondo),

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sul vero scopo dell’alchimia e sulla Scienza che possiedono i Rosa-Croce per

portare a buon fine la rigenerazione spirituale dell’umanità. 

Un terzo Manifesto, pubblicato nel 1616, venne ad aggiungersi ai due

precedenti. Questo, con uno stile molto diverso, riferisce un sogno che feci

all’epoca in cui ho fondato l’Ordine della Rosa-Croce. Durante questo sogno mi

sono visto nel corso di un periplo iniziatico di sette giorni, alla cui conclusione

sono stato invitato al matrimonio di un Re e di una Regina, celebrato in un

misterioso castello. Questo sogno allegorico, costellato di riferimenti alchemici,

è stato oggetto di numerose interpretazioni, alcune eloquenti ed ispiranti, altre

fantasiose e perfino assurde.

Nella mia vita attuale, sono nato il 13 dicembre 1982 a Parigi, VilleLumière,

in cui i Rosa-Croce si sono fatti conoscere nel 1623 con dei manifesti affissi qua

e là nelle strade. Permettetemi di ricordarne i termini:

«Noi, deputati del Collegio supremo della Rosa-Croce, prendiamo dimora

visibile ed invisibile in questa città, per Grazia dell’Altissimo, verso il Quale si

volge il cuore dei Giusti. Noi mostriamo ed insegniamo a parlare la lingua di tutti

i paesi in cui vogliamo essere presenti, senza libri né segni, per salvare gli

uomini, nostri simili, da errore e da morte.

Se qualcuno desiderasse conoscerci per mera curiosità, non comunicherà mai

con noi, ma se la volontà lo porta realmente ad apporre il proprio nome nel

registro della nostra Confraternita, noi, che sappiamo leggere nell’umana

mente, gli proveremo la verità delle nostre promesse; per questo non riveliamola nostra dimora in questa Città, perché i pensieri, uniti alla reale volontà del

Lettore, saranno capaci di farci conoscere a lui, e lui a noi».

Poiché desidero mantenere l’anonimato, non vi dirò dove abito, quali sono le

mie attività, né qualsiasi altra cosa possa portarvi fino a me. Conformemente

alle regole che ci eravamo fissati un tempo i miei fratelli ed io stesso, mi sento

in dovere di restare invisibile. Forse un giorno ci incontreremo ma in tal caso

sarò io a venire da voi. Ciononostante, sappiate che il mio attaccamento alla

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Rosa-Croce rimane assoluto ed essa è e rimarrà la mia strada spirituale, fino

alla mia reintegrazione finale e definitiva nell’Anima universale. 

Non mi sarei mai preso né il tempo né la pena di scrivere queste pagine se

non avessi provato l’imperiosa necessità di farlo, in seguito ad un sogno fatto la

notte del 20 marzo 2015, giorno della primavera, sogno la cui natura e

contenuto mi hanno incitato a farne il racconto. Sta a voi giudicare. Dopo

essere andato a letto, non senza aver dedicato un po’ di tempo a meditare sulla

giornata che avevo appena trascorso e che mi sembrava fosse stata costruttiva,

mi sono addormentato. Nel più profondo del mio sonno, mi sono vistoimprovvisamente in un uovo di vetro alto circa 3 metri e con qualche centimetro

di spessore. Perfettamente traslucido e simmetrico, era di grande bellezza e

perfetta regolarità. Io stavo in piedi al suo centro, come in levitazione, e mi

sentivo particolarmente bene.

Passata la sorpresa ho osservato l’uovo con attenzione. Allora nella parte

superiore ho visto incisi nel vetro, a uguale distanza rispetto all’insieme del

perimetro, i simboli del sale, del mercurio e dello zolfo: . Dal modo in cui

erano disposti si sarebbero potuti collegare con un triangolo immaginario.

A metà altezza dell’uovo ho riconosciuto i simboli della terra, dell’aria,

dell’acqua e del fuoco:  . Così com’erano posti sulla sua circonferenza,

formavano un quadrato invisibile.

Nella parte inferiore dell’uovo, anche qui disposte a uguale distanza rispetto

all’insieme del perimetro, sono apparse alla mia vista le lettere ebraiche aleph,

mem e shin: . Anche loro potevano essere collegate da un triangolo

immaginario.

Ho notato anche che sulla parte arrotondata dell’uovo, in alto, troneggiava una

rappresentazione del Sole e che, su quella in basso, c’era una

rappresentazione della Luna.

 Andando dall’alto dell’uovo verso il basso, alla mia sinistra, potevo leggere: Ad

Rosam per Crucem; dal basso verso l’alto, alla mia destra:  Ad Crucem per

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Rosam. L’insieme corrispondeva ad una formula esoterica familiare a tutti i

Rosacrociani, sulla quale, qui, farò silenzio...

PRIMA TAPPA

Lu nae auspiciis ...

Improvvisamente, l’uovo cominciò ad elevarsi in senso ver ticale, prima di

fermarsi dolcemente. Non saprei dire quanto tempo durò quest’ascensione ma

mi sentii trasportato in un’altra dimensione. Questo sentimento trovò conferma

quando, guardando lo spazio circostante, potei contemplare la Terra. Di fronte a

questa visione, tanto bella quanto straordinaria, capii meglio perché viene

chiamata il pianeta blu e perché gli astronauti sono così turbati quando la

vedono dalle stazioni spaziali o dalle loro navicelle, al punto di non dubitare più

dell’esistenza di Dio. Mentre ero immerso in questa contemplazione, una voce

dolce proveniente dallo spazio si fece sentire:

«Ecco la grande opera della Luna: gli umani, di cui tu fai parte, hanno riscoperto

la natura e vivono in perfetta armonia con lei. Finalmente hanno capito che il

pianeta su cui hanno il privilegio di vivere è loro madre e che gli animali, che

amano e rispettano così tanto, sono i loro fratelli. Ancor meglio, sanno che tutti

gli esseri che la popolano sono altrettanti veicoli per l’Anima universale e che

ognuno, al suo livello ed a modo suo, partecipa all’Evoluzione cosmica.» 

Cercando di vedere da dove proveniva questa voce, percepii, non lontano da

me, una silhouette eterea con dei riflessi argentati che guardava nella mia

direzione. Intrigato e al contempo affascinato da questa visione, riflettevo sul

senso che potevo darle in relazione con il quadro idilliaco che si offriva alla mia

vista, quando l’uovo, nel quale mi trovavo sempre come in levitazione, si elevò

di nuovo.

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…cosmica lex successit!  

SECONDA TAPPA

Martis auspiciis ...

Anche qui, dopo un periodo di tempo che non saprei valutare, l’uovo si

fermò. La vista che mi si offrì allora era anch’essa affascinante e ispirante ma

avevo una visione ancora più ampia della Terra. Mentre la contemplavo felice,apparve un’altra silhouette eterea di un rosso particolarmente luminoso.

Guardandomi con dolcezza, ma anche con intensità, mi disse:

«Ecco la grande opera di Marte: l’economia è fiorente nel mondo intero e

contribuisce al benessere di tutti i cittadini, e questo fa sì che la società sia mite

ed armoniosa. Fondata su una moneta unica, favorisce anche gli scambi tra i

paesi e contribuisce a renderli solidali. Non ci sono più povertà né miseria,

poiché ognuno ha quello di cui ha bisogno per essere contento e vivere in

buone condizioni sul piano materiale.»

Mentre guardavo la Terra, sempre ascoltando l’entità spirituale che mi parlava,

constatai che il vetro dell’uovo era diventato leggermente rossastro, senza però

influenzare i colori di quello che potevo vedere al di là. Notai anche che il suo

spessore iniziale si era un pochino ridotto. Ma questo non provocò in me

nessun timore. Mi sentivo molto bene e provavo un grande sentimento dileggerezza.

…cosmica lex successit!  

TERZA TAPPA

Mercur i i auspic iis...

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Quando l’uovo s’immobilizzò per la terza volta, la vista che mi si offriva da

questo “piano cosmico”, al di là della sua bellezza sempre così trascendentale,

suscitò in me l’impressione di un mondo un po’ agitato ma tuttavia sereno.

Come dire: avevo il sentimento di un disordine ordinato. Fu allora che mi

apparve e mi aprì lo spirito una nuova silhouette eterea, dai riflessi aranciati:

«Ecco la grande opera di Mercurio: gli uomini e donne che popolano la Terra si

comportano come cittadini del mondo, con tutto ciò che di positivo ne deriva

nelle loro relazioni: cooperazione, condivisione, solidarietà, fraternità... Esisteun Governo mondiale; questo non si sostituisce in alcun modo ai governi

nazionali, ma garantisce la loro sovranità e favorisce gli scambi tra di loro. La

mondializzazione, per tanto tempo temuta e criticata, è ormai un vettore di

unione, di mutua comprensione e di progresso sociale per tutti.»

A questo punto del mio sogno, avevo il dubbio che questa strana ascensione

sarebbe proseguita e che avrebbe rallegrato ancora la mia anima con visioni

sublimi ma ignoravo fin dove mi avrebbe portato. Quindi, affrontai la tappa

successiva con curiosità e fiducia, senza abbandonare la Terra con lo sguardo:

non sapevo davvero se fosse reale o no.

…cosmica l ex successit !

QUARTA TAPPA

Jo vis auspic iis...

Prima di riprendere la sua elevazione, l’uovo, la cui parete continuava ad

assottigliarsi mentre contemporaneamente il suo aspetto rossastro si

intensificava, ruotò su se stesso, di modo che la sua parte superiore divenne la

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sua parte inferiore e viceversa. Curiosamente, non so per quale prodigio,

questo non inluenzò assolutamente il mio corpo. Restai nella stessa posizione,

in levitazione, in piedi con la testa in alto.

Ebbi il sentimento che questa tappa della mia ascensione fosse durata molto

meno a lungo delle precedenti, come se mi avesse teletrasportato piuttosto che

trasportato. Comunque, l’angolatura della mia visuale era cresciuta ancora e la

Terra mi appariva molto più distante e con una maggior prospettiva. Le parole

sono insufficienti per descrivere quello che la mia anima percepì allora. Come in

precedenza, si presentò a me una silhouette eterea. Le luci azzurrine che ne

emanavano quasi si confondevano con il blu stellare che mi circondava da ogniparte. Ecco che cosa mi disse:

«Ecco la grande opera di Giove: tutti paesi e il mondo in generale sono

governati con saggezza e questo fa sì che le relazioni umane siano fondate

sulla fiducia e sul rispetto reciproci. L’epoca in cui la politica era corporativa e di

parte è lontana. Come puoi constatare, questa è divenuta indissociabile dalla

filosofia ed ha l’unico scopo di rispondere ai bisogni e ai desideri più legittimi di

tutti i cittadini, senza distinzioni.»

…cosmica lex successit!  

QUINTA TAPPA

Veneriis auspic iis...

L’impressione di teletrasporto provata in precedenza fu confermata fino al

nuovo arresto. Lo spessore dell’uovo continuava a ridursi, al punto che avevo la

sensazione che il vetro stesse cristallizzandosi. Quanto alla colorazione

rossastra, continuava sempre ad accentuarsi. Non solo non influenzava

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minimamente quello che si offriva alla mia vista dall’esterno, ma addirittura lo

sublimava.

Improvvisamente, mi tornò in mente il momento in cui, nel quinto giorno

delle Nozze Chimiche, ebbi l’onore ed il privilegio di contemplare Venere,

profondamente addormentata in un gran letto a baldacchino. Scoprendo la

silhouette eterea venutami incontro, capii perché avevo avuto questa visione.

Da dove mi trovavo, il suo irradiamento verde smeraldo mi fece pensare alle

aurore boreali ed australi che danno ai poli della Terra quella luminescenza così

particolare. Guardandomi, mi disse :

«Ecco la grande opera di Venere: la pace regna infine su questo pianeta che tiha visto nascere ormai così tanto tempo fa. L’uso delle armi è proibito, anche

per gli Stati. L’idea stessa della guerra ripugna ai cittadini, sia tra i governanti

che tra coloro che sono governati. La fraternità tra gli individui ed i popoli non è

più un’utopia; corrisponde a un ideale che ognuno coltiva dentro di sé e che

esprime nel suo quotidiano. L’umanità vive finalmente al ritmo dell’Amore

universale.»

…cosmica lex successit!  

SESTA TAPPA

Saturni auspicii s...

Mi sarebbe piaciuto restare più a lungo a questo livello di contemplazione,

ma l’uovo riprese la sua elevazione. Emanava come una specie di volontà,

un’intenzione che avvertivo, senza però comprenderla. Lo spessore del vetro si

era ridotto al punto che avevo l’impressione di poterci passare attraverso con le

dita, cosa che non osavo fare per timore di romperlo. Cercai piuttosto

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d’indovinare chi, questa volta, avrebbe rallegrato il mio cuore, la mia mente e la

mia anima.

Quando l’uovo si fermò, provai di nuovo lo stesso stupore di fronte a tanta

bellezza e purezza. Più contemplavo la Terra, più avevo il sentimento di fare

tutt’uno con lei e con l’umanità stessa. Ancora una volta, una silhouette eterea

mi venne incontro. Benché in apparenza fosse molto ombrosa, emanava una

luminescenza che mi permetteva di distinguerla perfettamente. Allora mi disse:

«Ecco la grande opera di Saturno: la scienza agisce nell’interesse reale

dell’umanità e nel rispetto assoluto per la natura. La sua unica preoccupazione

è quella di contribuire al benessere di tutti gli esseri umani, migliorarne lecondizioni di vita ed estendere le loro conoscenze o, più esattamente, il loro

sapere. In altre parole, è diventata profondamente umanista e mira realmente

alla felicità di tutti.»

…cosmica lex su ccessit !

SETTIMA TAPPA

Solis auspic iis...

Sapevo per esperienza che un sogno mistico, e sicuramente era il caso di

quello che stavo facendo, si svolge generalmente seguendo una specie di

protocollo ieratico fondato sulla sincronicità, sulla scienza dei numeri e sullalegge delle corrispondenze. La ragione, più che l’intuizione, m’induceva quindi a

pensare che l’ascensione celeste che stavo vivendo con tanta curiosità e

felicità, si sarebbe conclusa con una settima ed ultima tappa. Così, quando

l’uovo riprese ad elevarsi, sentii quasi una sorta di tristezza all’idea che,

successivamente, avrei potuto solo ridiscendere e ritrovare il mondo che avevo

lasciato dietro di me. Questo sentimento di tristezza mi accompagnò fino a

quella che pensavo fosse l’ultima fermata. 

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Effettivamente, l’uovo, nel quale continuavo a trovarmi, si arrestò dolcemente. Il

vetro era divenuto così fine che potevo distinguerlo solo grazie alla sua

colorazione, diventata ora, rosso vivo. Continuavo a non riuscire a spiegarmi

come mai questa colorazione, che avevo visto intensificarsi gradualmente nel

corso della mia ascensione celeste, lasciasse filtrare quello che guardavo

all’esterno senza alcuna alterazione. Da quest’altezza, era impossibile

distinguere la Terra, tanto era luminosa l’aura che la circondava. 

Una silhouette eterea dai riflessi dorati venne allora verso di me, per dirmi,

sempre con quella dolcezza così caratteristica:

«Ecco la grande opera del Sole: la religiosità ha ceduto definitivamente il suospazio a una spiritualità fondata non sulla credenza, ma sulla conoscenza. La

stragrande maggioranza degli esseri umani ammette l’esistenza dell’anima

come un’evidenza e sa che, se vive sulla Terra, è allo scopo di renderla

migliore a contatto con gli altri. Piuttosto che venerare Dio Padre, Yaveh, Allah,

Brahma o Altro, si sforza di comprendere e rispettare le leggi divine, nel senso

di leggi naturali, universali e spirituali. L’umanità è sulla buona strada per la sua

rigenerazione ed anche per la sua reintegrazione.»

Le parole rigenerazione e reintegrazione risuonavano ancora dentro di me,

quando vidi venire, dalle sei direzioni dello spazio, le sei entità spirituali che mi

erano apparse ad ogni tappa della mia ascensione celeste. Si misero in cerchio

intorno a quella che si era appena rivolta a me, poi intonarono il suono OM

nove volte di seguito, su una nota che mi era sconosciuta. Alla nona

intonazione, sotto i miei occhi meravigliati, le sette entità si fusero dandonascita ad una stella bianca. Questa si diresse a velocità sostenuta verso la

Terra e si fuse nella luce che ne emanava.

Alcuni istanti dopo, vidi sorgere da questa luce una forma alata di grandi

dimensioni. Man mano che si avvicinava non era più possibile alcun dubbio: si

trattava di una fenice, quell’uccello mitico così caro agli alchimisti. Vedendola

venire verso di me, pensai per un istante a un’incisione che avevo visto qualche

giorno prima nel Libro dei simboli segreti dei Rosa-Croce, libro stampato per la

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prima volta nel XVIII secolo e che è sempre stato un supporto di meditazione

per i Rosacrociani. Vi si vedono due fenici a due teste: una che tiene il Sole nel

suo becco e l’altra la Luna. 

…cosmica lex successit!  

AL DI LÀ DEL SETTIMO CIELO

Phoen icis auspicii s...

Sempre ricordando quest’antica incisione, continuai a contemplare la fenice.

Maestosa, sfoggiava un magnifico piumaggio, esattamente dello stesso colore

dell’uovo nel quale stavo in levitazione. Mentre constatavo questo, mi resi conto

che l’uovo si era completamente dematerializzato o, piuttosto, spiritualizzato e

che io ero abbandonato a me stesso. La conseguenza fu immediata: caddi nel

vuoto a una velocità sempre più vertiginosa; con tutta evidenza, stavo per

cadere al suolo e morire...

Nel giro di alcuni secondi rividi i momenti più significativi di questa vita che

stava concludendosi, in particolare, quelli che erano legati al mio percorso

rosacrociano ma anche quelli vissuti a contatto con gli esseri che mi sono cari e

che mi avevano portato tanta felicità. Ciononostante, non provai né paura né

rimpianto. Sapevo che la morte non segna la fine definitiva della nostra

esistenza, ma è solo una transizione dell’anima verso il piano spirituale. Certo,

avevo il sentimento di avere ancora dei compiti da svolgere in questo mondo,ma sarebbe stato per più tardi: quando mi sarei reincarnato.

Stavo per toccare il suolo quando mi sentii afferrare. Alzando gli occhi, realizzai

che la fenice mi aveva appena preso delicatamente tra i suoi artigli, salvandomi

così la vita. Meglio ancora, riprese il suo volo e mi portò ben oltre il settimo

cielo. Da quest’altezza celeste potevo vedere non solo la Terra, sempre velata

dalla luce raggiante della sua aura, ma anche gli altri pianeti del nostro sistema

solare, da Mercurio, il più piccolo, fino a Giove, il più voluminoso. Ma la

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percezione che ne avevo non era per niente astronomica; sentivo, piuttosto,

l’energia occulta che ne emanava e capii meglio il senso e la portata di tutto

quello che avevo visto in precedenza.

La fenice si diresse, allora, verso il Sole lasciando dietro di sé la Terra che, in

modo sorprendentemente veloce, divenne solo un punto luminoso perduto nello

spazio. Benché ci avvicinassimo sempre più al Sole, potevo guardarlo senza

esserne abbagliato; nello stesso modo, non ero infastidito neanche dal calore

del suo irradiamento. Avevo piuttosto il sentimento di spiritualizzarmi, al punto

che non avevo più coscienza del mio corpo e mi sentivo anima allo stato puro.

Non avevo mai provato un tale sentimento di libertà, purezza e serenità.Mentre la fenice ed io stesso eravamo sul punto di fonderci nel Sole, mi

preparai a vivere questa fusione con tutta la lucidità e l’intensità possibili sul

piano interiore. Allora sentii una musica di una strana bellezza. In confronto le

nostre più belle sinfonie assomigliano alle opere dei bambini. Senza dubbio era

la «musica delle sfere», così cara a Pitagora, saggio tra i saggi. Allora mi tornò

in mente quella poesia musicale conosciuta dagli Iniziati :

«Ut  queant laxis 

Re sonare fibris 

Mi ra gestorum 

Fa muli tuorum 

So l ve polluti  

La bii reatum 

S ancte I oannes». 

Cullato da questa melopea cosmica, mi lasciai assorbire dal Sole con

fiducia, non senza guardare negli occhi la fenice un’ultima volta e ringraziarla,

non tanto per avermi salvato la vita, quanto piuttosto per quello che stavo

vivendo in sua compagnia. In quel preciso istante, ebbi il profondo sentimento

di essere tutt’uno con lei o, più esattamente, 

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di unire la mia anima alla sua e conoscere, così, le Nozze Chimiche a cui ogni

Rosacrociano aspira. Poi fu l’Illuminazione: risalendo in coscienza f ino alle

origini della Creazione, assistetti al big bang, quella straordinaria esplosione

cosmica da cui sgorgò l’universo che, in seguito, non cessò di estendersi fino ai

confini dell’infinito. 

Vidi anche come Dio, quest’Intelligenza, Coscienza, Energia assoluta ed

atemporale, insufflò nell’universo in formazione un’Anima pura e perfetta e

come quest’Anima universale arrivò ad animare tutte le creature che lo

popolano da eoni di tempo. Quello che intuivo come un’evidenza mi fu allora

confermato: esiste un’infinità di mondi nella Creazione, ed il nostro è uno tramolti altri. Certi sono più evoluti; altri lo sono meno.

Poi, come in un film accelerato, vidi svolgersi le grandi tappe che segnarono la

formazione della Terra: dallo stato igneo, che aveva in origine, fino alla

formazione dei continenti che conosciamo oggi. Assistetti anche all’apparizione

della vita: dalle prime creature che si svilupparono nei mari e negli oceani, fino

all’umanità stessa, passando attraverso il famoso regno dei dinosauri.

Sicuramente gli esseri umani non formano un regno a parte; sono il risultato di

un processo evolutivo che risale ai primissimi esseri che hanno popolato il

nostro pianeta.

Sullo schermo della mia coscienza sfilò poi la storia generale dell’umanità,

che comprendeva tutte le epoche e tutti i paesi. In alcuni istanti, rividi numerosi

avvenimenti decisivi; stranamente, tutti erano positivi e costruttivi, cosa che mifece ripensare alle meravigliose visioni che si erano offerte a me in precedenza.

Questo viaggio nel tempo mi rese particolarmente felice e non fece altro che

ravvivare la fiducia che da sempre ripongo nell’uomo, ben sapendo che è di

origine divina e che l’anima che gli dà la vita è fondamentalmente benevola.

Pensavo che questo viaggio si concludesse, quando vidi me stesso all’epoca in

cui mi feci conoscere per la prima volta con il nome di Christian Rosenkreutz.

Vissi nuovamente con molta emozione il periplo iniziatico che mi condusse a

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fondare l’Ordine della Rosa-Croce, ed anche i momenti passati a riunire le

conoscenze che i miei fratelli ed io stesso desideravamo trasmettere ai posteri.

Tra questi momenti ci fu, in particolare, quello in cui ricopiammo ilLiber Mundi ,

apportandovi i nostri commenti personali.

Già mi rallegravo all’idea di vedere dall’esterno come si fosse svolta la mia

morte o, più esattamente, la transizione della mia anima ed anche la tomba in

cui riposava il mio corpo, quando l’allarme di un’auto mi fece uscire

bruscamente dal mio sonno. Era ancora notte ma, invece di riaddormentarmi,

mi alzai per annotare il più precisamente possibile quello che avevo sognato.

Fatto questo, meditai fino al sorgere del giorno sul significato di tutto quello cheavevo visto, ascoltato e sentito durante quello strano viaggio fuori dal tempo e

dallo spazio, non senza ringraziare il Dio del mio cuore per avermelo ispirato.

Se ho desiderato condividere con voi questo sogno, è perché ho pensato che

potesse suscitare delle riflessioni utili a ognuno di noi. Sono ben consapevole

che, in questo inizio dell’anno 2016, il mondo è molto lontano dalle visioni

idilliache che ho percepito nel corso di quella che ho definito con il nome

diascensione celeste. In diversi ambiti la sua situazione è piuttosto

preoccupante. Allora, queste visioni hanno il valore di premonizione o sono solo

le proiezioni oniriche dell’avvenire che auguro ardentemente a tutta l’umanità?Sta ad ognuno trovare la sua risposta...

Chi non ha mai sognato un mondo, se non perfetto perlomeno migliore, dov’è

piacevole vivere per tutti, qualunque sia il Paese in cui si risiede? Se lo

vogliamo davvero, questo sogno può diventare realtà. Naturalmente, questo

presuppone che si agisca di conseguenza, sia sul piano individuale che su

quello collettivo. Dunque, quattro secoli dopo la pubblicazione delle Nozze

Chimiche di Christian Rosenkreutz , queste Nuove Nozze sono al contempo un

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messaggio di speranza ed un invito ad immaginare oggi quello che l’umanità di

domani può e deve diventare. È precisamente questo che mi ha incitato a

riferirvi il mio sogno.

Come certamente saprete, gli alchimisti di una volta, nella maggior parte dei

casi, erano impegnati a trasmutare i metalli vili in oro per mezzo della Pietra

filosofale, Sostanza subliminale ottenuta al termine di un procedimento

operativo che comportava sette tappe principali. Oltre a questi, alcuni di loro, di

cui io facevo parte, si dedicavano a un’alchimia che non era materiale ma

spirituale. Quello che interessava loro non era ottenere dell’oro ma acquisire la

saggezza. Questo è tuttora lo scopo dei Rosacrociani che vivono tra di voi, per-ché so quanto siano desiderosi di contribuire al miglioramento del mondo.

Nella Positio Fraternitatis Rosae Crucis, pubblicata nel 2001 dall’Antico e

Mistico Ordine della Rosa-Croce, a proposito dell’alchimia si può leggere:

«Saprete certamente che i Rosa-Croce del passato praticavano l’alchimia

materiale, che consisteva nel trasmutare in oro i metalli vili, in modo particolare

lo stagno e il piombo. Spesso si ignora però che si dedicavano anche

all’alchimia spirituale. Noi, Rosa-Croce dei tempi presenti, diamo la priorità a

questa forma di alchimia, perché il mondo ne ha bisogno più che mai. Questa

consiste, per ogni essere umano, nel trasmutare ciascuno dei propri difetti nella

sua qualità opposta, allo scopo, appunto, di acquisire le virtù a cui abbiamo

fatto poc’anzi riferimento. Pensiamo infatti che siano queste le virtù che fanno la

dignità umana, poiché l’Uomo è degno del suo stato solo se le esprimeattraverso ciò che pensa, dice e fa. Non c’è dubbio che se tutti gli individui, a

 prescindere dalle loro credenze religiose, dalle loro idee politiche o altro,

facessero lo sforzo di acquisirle, il mondo sarebbe migliore». 

Nel 2014, l’A.M.O.R.C. ha pubblicato un secondo Manifesto intitolato Appellatio

Fraternitatis Rosae Crucis. Questo completava la Positio nello stesso modo in

cui la Confessio completava la Fama; l’ Appellatio non è estranea al sogno che

vi ho riferito nel corso di queste pagine. Arriverò addirittura a dire che questo

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8/17/2019 Nuove Nozze Chimiche

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Manifesto ne contiene le chiavi e che mostra la via da seguire affinché questo

sogno, quest’utopia, divenga realtà. Dopo averlo letto e meditato, vi chiedo di

fare lo stesso per dare tutto il loro senso a questeNuove Nozze chimiche di

Christian Rosenkreutz . Per convincervene, lasciate che vi citi un breve estratto

dell’ Appellatio:

«Secondo gli antropologi, l’umanità “moderna” è apparsa circa duecentomila

anni fa. In proporzione alla durata di una vita umana può sembrare vecchia. Ma

in termini di cicli di evoluzione, essa è nell’adolescenza e ne ha tutte le

caratteristiche: è alla ricerca di una sua identità, cerca il suo scopo, dà prova di

negligenza e anche d’incoscienza, si sente immortale, indulge negli eccessi,sfida la ragione e si prende gioco del buon senso. Questa tappa evolutiva, con

tutte le sue difficoltà, prove e fallimenti, ma anche con le sue soddisfazioni,

successi e speranze, è un passaggio obbligato che le permetterà di crescere,

maturare, espandersi e alla ine affermarsi, cioè realizzarsi sui piani materiale e

spirituale. Ma per questo deve diventare adulta.» 

Fatte queste riflessioni, vi lascio ora alle vostre occupazioni ed io riprenderò le

mie. Come vi ho detto nell’introduzione, continuo a vegliare sui destini

dell’Ordine della Rosa-Croce. Ci incontreremo, forse, un giorno? Comunque

sia, permettetemi di esprimervi miei pensieri più fraterni e di farvi i miei migliori

auguri di Pace Profonda, con la speranza di un avvenire il più bello possibile

per il mondo intero...