NUOVE NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI D.M. 17.01 · Costruzioni (NTC2018) che ha sostituito il...
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NUOVE NORME TECNICHE PER LE
COSTRUZIONI D.M. 17.01.2018
AGGIORNAMENTO DELLE FUNZIONALITA’ IN
3DMACRO 4.2
(Update number 1.0 – 20180330_01)
Copyright of Gruppo Sismica s.r.l.
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2
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INDICE GENERALE
1 INTRODUZIONE 5
1.1 NTC2018 e principali novità in 3DMacro ® 5
2 RIFERIMENTI NORMATIVI 5
3 IMPOSTAZIONI GENERALI MODELLO 5
3.1 Normativa di r iferimento 6 3.2 Vita nominale 7 3.3 Periodo di Riferimento 7 3.4 Definizione Stati L imite 8
4 CLASSIFICAZIONE DELLE AZIONI 9
4.1 Classificazione delle azioni secondo il modo di esplicarsi 9 4.2 Classificazione delle azioni secondo la risposta strutturale 9 4.3 Classificazione delle azioni secondo secondo la variazione della
loro intensità nel tempo 9 4.4 Caratterizzazione delle azioni elementari 10
5 DEFINIZIONE DELLE AZIONI 13
5.1 Pesi Propri dei materiali strutturali 13 5.2 Carichi permanenti non strutturali 13 5.3 Sovraccarichi 14 5.3.1 Sovraccarichi orizzontali l ineari 16 5.4 Azione sismica 16 5.4.1 Stati Limite e relative probabil ità di superamento 17 5.4.2 Categorie di sottosuolo e condizioni topografiche 17 5.4.3 Condizioni topografiche 19 5.4.4 Valutazione dell ’azione sismica 20 5.5 Azione del vento 21 5.5.1 Velocità base di riferimento 21 5.5.2 Velocità di riferimento 22 5.5.3 Pressione del vento 23 5.5.4 Azione tangenziale del vento 23
6 COMBINAZIONE DELLE AZIONI 24
7 AZIONI NELLE VERIFICHE AGLI STATI LIMITE 25
7.1 Stati Limite Ultimi 25 7.2 Stati Limite di esercizio 26
8 PROGETTAZIONE GEOTECNICA 27
8.1 VERIFICHE NEI CONFRONTI DEGLI STATI LIMITE ULTIMI 27 8.2 VERIFICHE NEI CONFRONTI DEGLI STATI LIMITE di ESERCIZIO 29
9 PROGETTAZIONE PER AZIONI SISMICHE 30
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 INDICE
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9.1 Metodi di analisi e criteri di verifica 30 9.1.1 Analisi non l ineare 31 9.1.2 Analisi staica non l ineare costruzioni in muratura 35
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 INTRODUZIONE
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1 INTRODUZIONE
Nel presente documento vengono illustrate le novità di cui al nuovo Decreto del Ministero delle
Infrastrutture, relativo alle Norme Tecniche per le Costruzioni, del 17.01.2018, entrato in vigore lo scorso 22
marzo. Parallelamente vengono approfondite le funzionalità di 3DMacro alla luce delle NTC2018.
1.1 NTC2018 E PRINCIPALI NOVITÀ IN 3DMACRO®
Di seguito vengono sinteticamente presentate le principali novità di cui alle NTC 2018 (D.M.
17.01.2018), con particolare riferimento a quelle implementate nel programma 3DMacro®.
Modificati i coefficienti γF (Coefficienti parziali per le azioni o per l’effetto delle azioni nelle
verifiche SLU) in relazione alla tabella 2.6.I;
Modificati i valori dei coefficienti di combinazione ψ in relazione alla tabella 2.5.I;
Modificate le categorie dei sovraccarichi come definiti nella tabella 3.1.II;
Modificato il calcolo del carico da vento;
Introdotte le analisi la cui distribuzione di forze è stata implementata in accordo al par. 7.3.5
(analisi direzionali);
Con riferimento al modulo geotecnico è stato eliminato l’Approccio progettuale noto come
Approccio 1 per le verifiche STR GEO1 e STR GEO2. Alla luce delle nuove NTC2018 è possibile
utilizzare solo l’Approccio 2.
Aggiornata la reportistica ed in particolare la Relazione Tecnica
Modificato il parametro limite per la verifica in termini di forza che passa da 3.0 a 4.0
Dette modifiche saranno trattate più specificatamente nei capitoli seguenti.
2 RIFERIMENTI NORMATIVI
In attesa della nuova Circolare ministeriale esplicativa, ed in ottemperanza a quanto espressamente
riportato nella attuale circolare del consiglio superiore dei lavori pubblici, si fa riferimento
alla Circolare del 02/02/2009, qualora essa non sia esplicitamente in contrasto con le NCT2018.
Sono state prese in considerazione le seguenti normative:
□ D.M. 17.01.2018 “Norme Tecniche per le Costruzioni”;
□ Circ. 2/02/2009 n.617, “Norme Tecniche per le Costruzioni”.
3 IMPOSTAZIONI GENERALI MODELLO
La caratterizzazione generale del progetto in 3DMacro (Ubicazione sito, Vita Utile della struttura, Stati
Limite) viene effettuata tenendo conto delle nuove istruzioni delle NTC2018, come di seguito
descritto.
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 IMPOSTAZIONI GENERALI MODELLO
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3.1 NORMATIVA DI RIFERIMENTO
La Normativa di riferimento cogente è il Decreto Ministeriale 17 Gennaio 2018, Norme Tecniche per le
Costruzioni (NTC2018) che ha sostituito il D.M. 14.01.2008 (NTC2008).
Dopo aver assegnato la normativa corrente, dai dati generali del modello, la stessa viene riportata
nell’ambiente principale del programma, sulla barra delle informazioni, in basso a destra (Normativa:
NTC2018).
Figura 1. Dati generali del modello.
Figura 2. Ambiente principale del programma – barra delle informazioni e dettagli normativa corrente.
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 IMPOSTAZIONI GENERALI MODELLO
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3.2 VITA NOMINALE
La vita nominale di progetto VN di un’opera è convenzionalmente definita come il numero di anni nel
quale è previsto che l’opera, purché soggetta alla necessaria manutenzione, mantenga specifici livelli
prestazionali. I valori minimi di VN (Vita Nominale) da adottare per i diversi tipi di costruzione sono
riportati nella Tab. 2.4.I. delle NTC2018. Tali valori possono essere anche impiegati per definire le
azioni dipendenti dal tempo. Si riporta la tabella da Normativa.
Tab. 2.4.I – Valori minimi della Vita nominale VN di progetto per i diversi tipi di costruzioni:
Tipi di costruzioni Valori minimi
di VN (anni)
1. Costruzioni temporanee e provvisorie 10
2. Costruzioni con livelli di prestazioni ordinari 50
3. Costruzioni con livelli di prestazioni elevati 100
Notiamo come, rispetto alle NTC 2008 sono cambiate le descrizioni del tipo di costruzioni. I valori
minimi della Vita nominale per ciascun tipo sono rimasti invariati. Le nuove NTC2018 ammettono
anche valori di VN inferiori a 35 anni.
Non sono da considerarsi temporanee le costruzioni o parti di esse che possono essere smantellate
con l’intento di essere riutilizzate.
Per un’opera di nuova realizzazione la cui fase di costruzione sia prevista in sede di progetto di durata
pari a VN, la vita nominale relativa a tale fase di costruzione, ai fini della valutazione delle azioni
sismiche, dovrà essere assunta non inferiore a VN e comunque non inferiore a 5 anni. Le verifiche
sismiche di opere di tipo 1 o in fase di costruzione possono omettersi quando il progetto preveda che
tale condizione permanga per meno di 2 anni.
3.3 PERIODO DI RIFERIMENTO
Il periodo di riferimento VR è definito come:
VR = VN ∙ CU
In cui VN è la vita nominale
CU è il coefficiente d’uso.
Il valore del coefficiente d’uso CU è definito, al variare della classe d’uso, come mostrato in Tab. 2.4.II.
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 IMPOSTAZIONI GENERALI MODELLO
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La definizione del Tipo di costruzione e del corrispondente Vita nominale è in linea con la tabella 2.4.I delle
NTC2018. La definizione delle Classi d’Uso è rimasta invariata, rispetto alle precedenti NTC2008, così come il
Coefficiente d’uso CU corrispondente.
Figura 3. Tipo di costruzione e Vita nominale della struttura
Le nuove NTC2018 precisano inoltre che, per le costruzioni a servizio di attività a rischio di incidente
rilevante, si adotteranno valori di CU (coefficiente d’uso) anche superiori a 2, in relazione alle
conseguenze sullʹambiente e sulla pubblica incolumità determinate dal raggiungimento degli stati
limite.
3.4 DEFINIZIONE STATI LIMITE
In presenza di azioni sismiche si definiscono i seguenti stati limite:
- Stati Limite Ultimi comprendono gli Stati Limite di salvaguardia della Vita (SLV) e gli Stati Limite
di prevenzione del Collasso (SLC), come precisato nel § 3.2.1 delle NTC 2018.
- Stati Limite di Esercizio comprendono gli Stati Limite di Operatività (SLO) e gli Stati Limite di
Danno (SLD), come precisato nel § 3.2.1 delle NTC 2018.
Figura 4. Stati limite in condizioni sismiche
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 CLASSIFICAZIONE DELLE AZIONI
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4 CLASSIFICAZIONE DELLE AZIONI
Si definisce azione ogni causa o insieme di cause capace di indurre stati limite in una
struttura.
Invariata è rimasta la classificazione delle azioni sulle costruzioni, di cui al Cap. 2 delle
NTC2018, secondo il modo di esplicarsi e secondo la risposta strutturale. Le nuove NTC2018
hanno invece apportato delle modifiche in seno alla classificazione delle azioni secondo la
variazione della loro intensità nel tempo (par. 2.5.1.3 delle NTC 2018) ed è stata modificata la
caratterizzazione delle azioni elementari (par. 2.5.2 delle NTC 2018).
4.1 CLASSIFICAZIONE DELLE AZIONI SECONDO IL MODO DI ESPLICARSI
Rimane invariata la seguente classificazione:
a) Dirette: forze concentrate, carichi distribuiti, fissi o mobili;
b) Indirette: spostamenti impressi, variazioni di temperatura e di umidità, ritiro,
precompressione, cedimenti di vincoli, ecc.
c) Degrado: ‐ endogeno: alterazione naturale del materiale di cui è composta l’opera
strutturale;
‐ esogeno: alterazione delle caratteristiche dei materiali costituenti l’opera
strutturale, a seguito di agenti esterni.
4.2 CLASSIFICAZIONE DELLE AZIONI SECONDO LA RISPOSTA STRUTTURALE
Rimane invariata la seguente classificazione:
a) Statiche: azioni applicate alla struttura che non provocano accelerazioni significative della stessa
o di alcune sue parti;
b) Pseudo statiche: azioni dinamiche rappresentabili mediante un’azione statica equivalente;
c) Dinamiche: azioni che causano significative accelerazioni della struttura o dei suoi componenti.
4.3 CLASSIFICAZIONE DELLE AZIONI SECONDO SECONDO LA VARIAZIONE DELLA LORO INTENSITÀ NEL TEMPO
Si distinguono le seguenti categorie di azioni:
a) Permanenti (P): azioni che agiscono durante tutta la vita nominale di progetto della
costruzione, la cui variazione di intensità nel tempo è molto lenta e di modesta entità.
In maniera del tutto analoga alle NTC2008, sono definiti come carichi permanenti:
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 CLASSIFICAZIONE DELLE AZIONI
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- Peso proprio di tutti gli elementi strutturali; peso proprio del terreno, quando
pertinente; forze indotte dal terreno (esclusi gli effetti di carichi variabili applicati al terreno);
forze risultanti dalla pressione dell’acqua (quando si configurino costanti nel tempo) (G1);
- Peso proprio di tutti gli elementi non strutturali (G2);
- Spostamenti e deformazioni impressi, ivi incluso il ritiro, che nelle NTC 2008 veniva
riportato a parte seppur comunque classificato come azione permanente;
- Presollecitazione (P).
b) Variabili (Q): azioni che agiscono con valori istantanei che possono risultare sensibilmente
diversi fra loro nel corso della vita nominale della struttura.
Le nuove NTC2018 definiscono esplicitamente come azioni Variabili:
- sovraccarichi
- azioni del vento
- azioni della neve
- azioni della temperatura
Ogni azione variabile può essere di “Lunga durata” o “Breve durata”, la cui definizione rimane
invariata rispetto alle NTC2008. In aggiunta, le NTC2018 precisano che “a seconda del sito ove
sorge la costruzione, una medesima azione climatica può essere di lunga o di breve durata.”
c) Eccezionali (A): azioni che si verificano solo eccezionalmente nel corso della vita nominale della
struttura:
- incendi.
- esplosioni.
- urti ed impatti.
d) Sismiche (E): azioni derivanti dai terremoti.
Le NTC2018 aggiungono, a proposito della classificazione delle azioni, che “quando rilevante, nella valutazione dell’effetto delle azioni è necessario tenere conto del comportamento dipendente dal tempo
dei materiali, come per la viscosità”.
4.4 CARATTERIZZAZIONE DELLE AZIONI ELEMENTARI
Il valore di progetto di ciascuna delle azioni agenti sulla struttura Fd è ottenuto, come già noto, dal
suo valore caratteristico Fk.
Le vecchie NTC2008 definivano valore caratteristico (e di calcolo) delle sole azioni variabili. Le nuove
NTC2018 definiscono il valore caratteristico (e di calcolo) anche delle azioni permanenti.
Il valore caratteristico Gk di azioni permanenti, caratterizzate da distribuzioni con coefficienti di variazione
minori di 0,10, si può assumere coincidente con il valore medio.
Nel caso di azioni variabili caratterizzate da distribuzioni dei valori estremi dipendenti dal tempo, si
assume come valore caratteristico quello caratterizzato da un assegnato periodo di ritorno.
Per le azioni ambientali (neve, vento, temperatura) il periodo di ritorno è posto uguale a 50 anni,
corrispondente ad una probabilità di eccedenza del 2% su base annua.
Per le azioni da traffico sui ponti stradali il periodo di ritorno è convenzionalmente assunto pari a 1000
anni.
Cambia inoltre da definizione di azioni variabili “dominante” e di “azioni che possono agire
contemporaneamente a quella dominante”, come definite nelle NTC2008. Le nuove NTC2018 difatti
definiscono, nella combinazione delle azioni variabili Qkj di diversa natura, che possono agire
contemporaneamente:
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 CLASSIFICAZIONE DELLE AZIONI
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Qk1 azione variabile di base;
Qk2, Qk3,… azioni variabili d’accompagnamento, (che possono agire contemporaneamente a
quella di base).
Con riferimento, invece, alla durata relativa ai livelli di intensità di un’azione variabile, invariata resta
la definizione di valore quasi permanente ψ2j ∙Qkj, valore frequente ψ1j∙Qkj e valore di
combinazione ψ0j ∙Qkj.
Sono stati aggiornati i coefficienti di combinazione, da adattarsi ad edifici civili e industriali, che di
seguito si riportano. In particolare sono state aggiunte le Categorie I e K, Coperture accessibili per
sola manutenzione e Coperture per usi speciali (impianti, eliporti, etc.) per i quali i corrispondenti
valori dei coefficienti di combinazione sono da valutarsi caso per caso. Ricordiamo che con le
precedenti Norme Tecniche, le Coperture (praticabili che non praticabili) erano incluse tutte nella
categloria H.
Nella definizione dei carichi (di area, di linea, di punto) sono stati aggiornate le tipologie dei carichi
variabili, coerentemente con la classificazione di cui alla precedente tabella e i corrispondenti coefficienti
di combinazione ψ.
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 CLASSIFICAZIONE DELLE AZIONI
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Nel caso in cui si selezioni come Destinazione d’uso “I.Coperture praticabili)” o “K.Coperture per usi
speciali”, viene rilasciato un messaggio che invita l’utente a personalizzare i coefficienti di combinazione.
Figura 5. Definisci carichi variabili
Figura 6. Personalizza coefficienti di combinazione manualmente
Per personalizzare i suddetti coefficienti manualmente, occorre selezionare la Destinazione d’uso
“Personalizzata”, quindi assegnare i valori personalizzati, valutati caso per caso.
Figura 7. Coefficienti di combinazione carichi variabili
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 COMBINAZIONE DELLE AZIONI
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5 DEFINIZIONE DELLE AZIONI
Al Capitolo 3 delle Norme Tecniche per le Costruzioni 2018 vengono definite le azioni sulle
costruzioni, ovvero i carichi, nominali e/o caratteristici, relativi a costruzioni per uso civile o
industriali, così come di seguito riportati.
5.1 PESI PROPRI DEI MATERIALI STRUTTURALI
Le NTC2018 definiscono esplicitamente come azioni permanenti gravitazionali quelle associate ai
pesi propri dei materiali strutturali, derivate dalle dimensioni geometriche e dai pesi dell’unità di
volume dei materiali con cui sono realizzate le parti strutturali della costruzione.
Così come già riportato nelle precedent NTC2008, le norme ribadiscono che per i materiali più comuni
possono essere assunti i valori dei pesi dell’unità di volume riportati nella Tab. 3.1.I. delle NTC2018. Ed
inoltre, le nuove NTC confermano quanto già assodato dale precedenti normative, affermando che per
materiali strutturali non compresi nella Tab. 3.1.I si potrà far riferimento a specifiche indagini
sperimentali o a normative o documenti di comprovata validità, trattando i valori nominali come valori
caratteristici.
5.2 CARICHI PERMANENTI NON STRUTTURALI
Pressoche’ invariata è nella nuova norma la definizione di carichi permanenti non strutturali, che
sono i carichi presenti sulla costruzione durante il suo normale esercizio, quali quelli relativi a
tamponature esterne, divisori interni, massetti, isolamenti, pavimenti e rivestimenti del piano di calpestio,
intonaci,controsoffitti, impianti ed altro, ancorché in qualche caso sia necessario considerare situazioni
transitorie in cui essi non siano presenti.
Più nello specifico le NTC 2018 aggiungono (in linea con quanto espresso per i carichi permanenti
strutturali) che “Le azioni permanenti gravitazionali associate ai pesi propri dei materiali non strutturali
sono derivate dalle dimensioni geometriche e dai pesi dell’unità di volume dei materiali con cui sono
realizzate le parti non strutturali della costruzione. I pesi dell’unità di volume dei materiali non strutturali
possono essere ricavati dalla Tab. 3.1.I, ovvero da specifiche indagini sperimentali o da normative o da
documenti di comprovata validità, trattando i valori nominali come valori caratteristici.”
Per quanto riguarda la distribuzione dei carichi, esattamente come già definito nelle NTC2008, le attuali
norme tecniche, in presenza di orizzontamenti anche con orditura unidirezionale ma con capacità di
ripartizione trasversale, consentono di assumere, per le verifiche di insieme, i carichi permanenti non
strutturali come uniformemente ripartiti. In caso contrario, occorre valutarne le effettive distribuzioni.
Inoltre, i tramezzi e gli impianti leggeri degli edifici per abitazioni e per uffici potranno
assumersi, in genere, come carichi equivalenti distribuiti, purché i solai abbiano adeguata capacità di
ripartizione trasversale.
In particolare, Per gli orizzontamenti degli edifici per abitazioni e per uffici, il peso proprio di elementi
divisori interni potrà essere ragguagliato ad un carico permanente uniformemente distribuito g2 (che le
NTC2008 chiamavano g2k), purché vengano adottate le misure costruttive atte ad assicurare una
adeguata ripartizione del carico. Il carico uniformemente distribuito g2 potrà essere correlato al peso
proprio per unità di lunghezza G2 (già G2k nelle vecchie NTC2008) nel modo appresso riportato, che
resta di fatto invariato.
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 COMBINAZIONE DELLE AZIONI
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- Per elementi divisori con G2 ≤ 1,00 kN/m : g2 = 0,40 kN/m²;
‐ Per elementi divisori con 1,00 < G2 ≤ 2,00 kN/m : g2 = 0,80 kN/m²;
‐ Per elementi divisori con 2,00 < G2 ≤ 3,00 kN/m : g2 = 1,20 kN/m²;
‐ Per elementi divisori con 3,00 < G2 ≤ 4,00 kN/m : g2 = 1,60 kN/m²;
‐ Per elementi divisori con 4,00 < G2 ≤ 5,00 kN/m : g2 = 2,00 kN/m².
Solo per quanto riguarda elementi divisori di peso maggiore, le NTC2018 precisano che superati per G2 i
5,00 KN/m, detti elementi divisori devono essere considerati in fase di progettazione, tenendo conto del
loro effettivo posizionamento sul solaio.
5.3 SOVRACCARICHI
Le NTC2018 definiscono i “sovraccarichi” – e non già i “carichi variabili” come definiti dalle NCT2008, che
per le attuali Norme includono tutti i possibili carichi variabili, oltre i sovraccarichi così come oggi definiti e
riportato al par. 4.3 di questo tutorial – o carichi imposti, comprendono i carichi legati alla destinazione
d’uso dell’opera.
i modelli di tali azioni possono essere costituiti da:
‐ carichi verticali uniformemente distribuiti qk
‐ carichi verticali concentrati Qk
‐ carichi orizzontali lineari Hk
I valori nominali e/o caratteristici di qk, Qk ed Hk sono riportati nella Tabella 3.1.II. Tali valori sono
comprensivi degli effetti dinamici ordinari, purché non vi sia rischio di rilevanti amplificazioni dinamiche
della risposta delle strutture.
Nulla cambia rispetto alla precedente normativa riguardo alla definizione dei sovraccarichi (prima definiti
più genericamente “carichi variabili”).
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 COMBINAZIONE DELLE AZIONI
15
In questa sede nulla viene specificato sui sovraccarichi verticali uniformemente distribuiti e concentrati,
giacchè non pertinenti con 3DMacro.
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 COMBINAZIONE DELLE AZIONI
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5.3.1 SOVRACCARICHI ORIZZONTALI LINEARI
I sovraccarichi orizzontali lineari Hk riportati nella Tab. 3.1.II devono essere utilizzati per verifiche locali e
non si combinano con i carichi utilizzati nelle verifiche dell’edificio nel suo insieme.
I sovraccarichi orizzontali lineari devono essere applicati alle pareti alla quota di 1,20 m dal rispettivo
piano di calpestio; devono essere applicati ai parapetti o ai mancorrenti alla quota del bordo superiore.
Le verifiche locali riguardano, in relazione alle condizioni d’uso, gli elementi verticali bidimensionali quali i
tramezzi, le pareti, i tamponamenti esterni, comunque realizzati, con l’esclusione dei divisori mobili (che
comunque devono garantire sufficiente stabilità in esercizio).
Il soddisfacimento di questa prescrizione può essere documentato anche per via sperimentale, e
comunque mettendo in conto i vincoli che il manufatto possiede e tutte le risorse che il tipo costruttivo
consente.
5.4 AZIONE SISMICA
Invariata rimane la definizione dell’azione sismica. Non sono variati i parametri base ag Fo e TC*
necessari per la costruzione degli spettri di progetto.
Le azioni sismiche di progetto, in base alle quali valutare il rispetto dei diversi stati limite considerati (stati
limite in presenza di sisma), si definiscono a partire dalla “pericolosità sismica di base” del sito di
costruzione. Le nuove NTC2018 precisano inoltre che le azioni sismiche “sono funzione delle
caratteristiche morfologiche e stratigrafiche che determinano la risposta sismica locale”.
Riguardo a quell ache viene definite “pericolosità sismica” le NTC2018 specificano “pericolosità sismica
locale dell’area della costruzione”. Essa è definita (in maniera del tutto analoga alle NTC2008) in termini
di accelerazione orizzontale massima attesa ag, in condizioni di campo libero su sito di riferimento rigido
con superficie topografica orizzontale (di categoria A come definita al § 3.2.2), nonché di ordinate dello
spettro di risposta elastico in accelerazione ad essa corrispondente Se(T), con riferimento a prefissate
probabilità di eccedenza PVR come definite nel § 3.2.1, nel periodo di riferimento VR , come definito nel §
2.4.
Ai fini della presente normativa le forme spettrali sono definite, per ciascuna delle probabilità di
superamento PVR nel periodo di riferimento VR, a partire dai valori dei seguenti parametri su sito di
riferimento rigido orizzontale (ag, F0, TC*):
ag accelerazione orizzontale massima al sito;
Fo valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale;
TC* valore di riferimento per la determinazione del periodo di inizio del tratto a velocità costante dello
spettro in accelerazione orizzontale.
Per i valori di ag, Fo e TC* , necessari per la determinazione delle azioni sismiche, si fa esplicito
riferimento agli Allegati A e B al Decreto del Ministro delle Infrastrutture 14 gennaio 2008,
pubblicato nel S.O. alla Gazzetta Ufficiale del 4 febbraio 2008, n.29, ed eventuali successivi
aggiornamenti. Restano pertanto invariati i valori suddetti.
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 COMBINAZIONE DELLE AZIONI
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5.4.1 STATI LIMITE E RELATIVE PROBABILITÀ DI SUPERAMENTO
Non cambia la definizione degli Stati Limite di Esercizio (SLE) ed ultimi (SLU) legati alla probabilità di
superamento PVR (definita anche “probabilità di eccedenza” nelle nuove NTC2018), ovvero alle
prestazioni della costruzione nel suo complesso (includendo elementi strutturali, non strutturali ed
impianti). Non si riportano in questo ambito le definizioni, per maggiore sintesi testuale.
Invariate sono le percentuali che esprimono la probabilità di superamento (o eccedenza) di un evento
sismico per ciascuno Stato Limite considerato, come riportate nella seguente tabella (Tab. 3.2.I)
Inoltre le NTC2018 precisano che, per ciascuno stato limite e relativa probabilità di eccedenza PVR nel
periodo di riferimento VR, si ricava il periodo di ritorno TR del sisma utilizzando la relazione:
5.4.2 CATEGORIE DI SOTTOSUOLO E CONDIZIONI TOPOGRAFICHE
Ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto, l’effetto della risposta sismica locale si valuta
mediante specifiche analisi, da eseguire con le modalità indicate nel § 7.11.3 delle NTC2018. In
alternativa, qualora le condizioni stratigrafiche e le proprietà dei terreni siano chiaramente riconducibili
alle categorie definite nella Tab. 3.2.II, le NTC 2018 consentono di fare riferimento ad un cosìddetto
“approccio semplificato”, che si basa sulla classificazione del sottosuolo in funzione dei valori della
velocità di propagazione delle onde di taglio, Vs.
Detto approccio, così come di seguito riportato è una novità sostanziale delle Nuove NTC2018, rispetto
alle precedenti. Inoltre viene modificata la definizione delle Categorie di Sottosuolo, come riportate nella
Tab. 3.2.II.
L’approccio semplificato si basa sulla classificazione del sottosuolo, in funzione dei valori della velocità
di propagazione delle onde di taglio, Vs. I valori dei parametri meccanici necessari per le analisi di
risposta sismica locale o delle velocità Vs per l’approccio semplificato costituiscono parte integrante della
caratterizzazione geotecnica dei terreni compresi nel volume significativo, di cui al § 6.2.2 delle NTC.
I valori di Vs sono ottenuti mediante specifiche prove, ovvero, con giustificata motivazione e
limitatamente all’approccio semplificato, sono valutati tramite relazioni empiriche di comprovata
affidabilità con i risultati di altre prove in sito, quali ad esempio le prove penetrometriche dinamiche per i
terreni a grana grossa e le prove penetrometriche statiche.
Sulla scorta di quanto previsto dale attuali NTC2018, la classificazione del sottosuolo si effettua in base
alle condizioni stratigrafiche ed ai valori della velocità equivalente di propagazione delle onde di
taglio, VS,eq (in m/s), definita dall’espressione:
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 COMBINAZIONE DELLE AZIONI
18
con:
hi spessore dell’i‐esimo strato;
VS,i velocità delle onde di taglio nell’i‐esimo strato;
N numero di strati;
H profondità del substrato, definito come quella formazione costituita da roccia o terreno molto rigido,
caratterizzata da VS non inferiore a 800 m/s.
Per le fondazioni superficiali, la profondità del substrato è riferita al piano di imposta delle stesse, mentre
per le fondazioni su pali è riferita alla testa dei pali. Nel caso di opere di sostegno di terreni naturali, la
profondità è riferita alla testa dell’opera. Per muri di sostegno di terrapieni, la profondità è riferita al piano
di imposta della fondazione.
Per depositi con profondità H del substrato superiore a 30 m, la velocità equivalente delle onde di taglio
VS,eq è definita dal parametron VS,30, ottenuto ponendo H=30 m nella precedente espressione e
considerando le proprietà degli strati di terreno fino a tale profondità.
Le categorie di sottosuolo, che permettono l’utilizzo dell’approccio semplificato sono definite nella Tab.
3.2.II delle NTC2018, di seguito riportata.
Per queste cinque categorie di sottosuolo, le azioni sismiche sono definibili come descritto al § 3.2.3 delle
suddette norme.
Per qualsiasi condizione di sottosuolo non classificabile nelle categorie precedenti, è necessario
predisporre specifiche analisi di risposta locale per la definizione delle azioni sismiche.
Detta Classificazione Geotecnica è stata oggetto di aggiornamento in 3DMacro.
Dalla finestra di definizione delle impostazioni generali del modello è possibile, accedendo alla finestra
Suolo, assegnare la Categoria del Suolo, selezionandola tra quelle definite dalle NTC2018.
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 COMBINAZIONE DELLE AZIONI
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Figura 8. Definizione categoria del suolo secondo la Classificazione Tab. 3.2.II delle NTC2018
5.4.3 CONDIZIONI TOPOGRAFICHE
Invariata rimane la definizione delle condizioni topografiche, ovvero delle Categorie Topografiche, come
definite nella Tabella 3.2.III la cui classificazione rimane invariata rispetto alle norme precedenti.
Figura 9. Definizione condizione topografica secondo la Classificazione Tab. 3.2.III delle NTC2018
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 COMBINAZIONE DELLE AZIONI
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5.4.4 VALUTAZIONE DELL’AZIONE SISMICA
Invariata è la definizione degli Spettri di risposta elastico, per la definizione delle componenti orizzontale
e verticale della azione sismica. Non varia dunque nelle nuove NTC2018 la caratterizzazione dei parametri
che consentono di definire lo spettro elastico.
Le nuove NTC 2018 hanno invece apportato delle modifiche in seno alla definizione delle categorie di
spettri di risposta agli stati limite. Infatti mentre le precedenti NTC2008 definivano due categorie di
spettri di risposta di progetto (e precisamente agli stati limite di esercizio e agli stati limite ultimi), oggi
invece le NTC2018 distinguono:
1. Spettri di risposta di progetto per lo stato limite di Operatività (SLO).
2. Spettri di risposta di progetto per gli stati limite di danno (SLD), di salvaguardia della vita (SLV) e
di prevenzione del collasso (SLC).
In ogni caso, gli spettri di risposta di progetto, numericamente vengono definiti rifacendosi all’ultima
circolare in vigore, pertanto rimangono invariati.
Figura 10. Parametri necessari per caratterizzare gli Spettri di risposta di progetto agli Stati limite
Figura 11. Spettri di risposta di progetto per Stati limite di Danno e di Salvaguardi della Vita.
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 COMBINAZIONE DELLE AZIONI
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5.5 AZIONE DEL VENTO
La definizione dei carichi da vento in 3DMacro è stata allineata alle nuove NTC2018, come di seguito
riportato.
5.5.1 VELOCITÀ BASE DI RIFERIMENTO
Le nuove NTC2018 propongono una nuova formulazione per la valutazione di quella che viene definita
Velocità base di riferimento vb. Essa è calcolata come:
vb = vb,0 · ca
Vb,0 è la velocità base di riferimento al livello del mare, assegnata nella Tab. 3.3.I in funzione della
zona in cui sorge la costruzione (Fig. 3.3.1);
ca è il coefficiente di altitudine, fornito dalla relazione:
dove:
a0, ks sono parametri forniti nella Tab. 3.3.I delle NTC2018 in funzione della zona in cui sorge la
costruzione (Fig. 3.3.1 delle NTC2018);
as è l’altitudine sul livello del mare del sito ove sorge la costruzione.
Tale zonazione non tiene conto di aspetti specifici e locali che, se necessario, dovranno essere definiti
singolarmente.
La zonazione a livello nazionale non ha subito modifiche rispetto alle precedent direttive normative.
Per altitudini superiori a 1500 m sul livello del mare, i valori della velocità base di riferimento possono
essere ricavati da opportuna documentazione o da indagini statistiche adeguatamente comprovate,
riferite alle condizioni locali di clima e di esposizione. Fatte salve tali valutazioni, comunque raccomandate
in prossimità di vette e crinali, i valori utilizzati non dovranno essere minori di quelli previsti per 1500 m di
altitudine.
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 COMBINAZIONE DELLE AZIONI
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5.5.2 VELOCITÀ DI RIFERIMENTO
La velocità di riferimento vr è il valore medio su 10 minuti, a 10 m di altezza dal suolo su un terreno
pianeggiante e omogeneo di categoria di esposizione II (vedi Tab. 3.3.II), riferito al periodo di ritorno di
progetto TR. Tale velocità è definita dalla relazione:
vr = vb · cr
dove:
vb è la velocità base di riferimento, di cui al § 3.3.1 delle NTC;
cr è il coefficiente di ritorno, funzione del periodo di ritorno di progetto TR.
In mancanza di specifiche e adeguate indagini statistiche, il coefficiente di ritorno è fornito dalla
relazione:
dove TR è il periodo di ritorno espresso in anni.
Ove non specificato diversamente, si assumerà TR = 50 anni, cui corrisponde cr = 1. Per un’opera di
nuova realizzazione in fase di costruzione o per le fasi transitorie relative ad interventi sulle costruzioni
esistenti, il periodo di ritorno dell’azione potrà essere ridotto come di seguito specificato:
‐ per fasi di costruzione o fasi transitorie con durata prevista in sede di progetto non superiore a tre mesi,
si assumerà TR 5 anni;
‐ per fasi di costruzione o fasi transitorie con durata prevista in sede di progetto compresa fra tre mesi ed
un anno, si assumerà TR 10 anni.
Figura 12. Definizione del Carico da Vento – Dati del sito di costruzione.
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 COMBINAZIONE DELLE AZIONI
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5.5.3 PRESSIONE DEL VENTO
La pressione del vento è data dall’espressione:
p = qr · ce · cp · cd
dove
qr è la pressione cinetica di riferimento di cui al § 3.3.6 delle NTC2018;
ce è il coefficiente di esposizione di cui al § 3.3.7 delle NTC2018;
cp è il coefficiente di pressione di cui al § 3.3.8 delle NTC2018;
cd è il coefficiente dinamico di cui al § 3.3.9 delle NTC2018.
5.5.4 AZIONE TANGENZIALE DEL VENTO
L’azione tangente per unità di superficie parallela alla direzione del vento è data dall’espressione:
pf = qr · ce · cf
dove
qr è la pressione cinetica di riferimento di cui al § 3.3.6 delle NTC2018;
ce è il coefficiente di esposizione di cui al § 3.3.7 delle NTC2018;
cf è il coefficiente d’attrito di cui al § 3.3.8 delle NTC2018.
Figura 13. Definizione del Carico da Vento – Dettagli parametri definizione pressione del vento
Nelle nuove NTC2018 restano invariate le espressioni che restituiscono i parametri sopra elencati, rispetto
alle precendenti NTC2008 .Pertanto, si rimanda alle NTC per ogni dettaglio.
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 COMBINAZIONE DELLE AZIONI
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Figura 14. Definizione del Carico da Vento –Pressione del vento
6 COMBINAZIONE DELLE AZIONI
Ai fini delle verifiche degli stati limite, rimane invariata la definizione delle combinazioni delle
azioni, che di seguito si riportano:
− Combinazione fondamentale, generalmente impiegata per gli stati limite ultimi (SLU):
γG1 ∙ G1 + γG2 ∙ G2 + γP ∙P + γQ1 ∙ Qk1 + γQ2 ∙ ψ02 ∙ Qk2 + γQ3∙ ψ03 ∙ Qk3 + … [2.5.1]
− Combinazione caratteristica, cosiddetta rara, generalmente impiegata per gli stati limite di esercizio
(SLE) irreversibili:
G1 + G2 + P + Qk1 + ψ02 ∙ Qk2 + ψ 03 ∙ Qk3+ … [2.5.2]
− Combinazione frequente, generalmente impiegata per gli stati limite di esercizio (SLE) reversibili:
G1 + G2 + P + ψ11 ∙ Qk1 + ψ22 ∙ Qk2 + ψ23 ∙ Qk3 + … [2.5.3]
− Combinazione quasi permanente (SLE), generalmente impiegata per gli effetti a lungo termine:
G1 + G2 + P + ψ21 ∙ Qk1 + ψ 22 ∙ Qk2 + ψ23 ∙ Qk3 + … [2.5.4]
− Combinazione sismica, impiegata per gli stati limite ultimi e di esercizio connessi all’azione sismica E:
E + G1 + G2 + P + ψ21 ∙ Qk1 + ψ22 ∙ Qk2 + … [2.5.5]
− Combinazione eccezionale, impiegata per gli stati limite ultimi connessi alle azioni eccezionali A:
G1 + G2 + P + Ad + ψ21 ∙ Qk1 + ψ22 ∙ Qk2 + … [2.5.6]
Inoltre, in aggiunta alle suddette combinazioni, le NTC2018 specificano che gli effetti dellʹazione
sismica saranno valutati tenendo conto delle masse associate ai seguenti carichi gravitazionali:
G1 + G2 + ∑ 𝜓2𝑖 ∙ 𝑄𝑘𝑖𝑖 [2.5.7]
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 COMBINAZIONE DELLE AZIONI
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Le nuove NTC2018, infine specificano (ma di fatto ciò non ha comportato alcuna modifica nel modo di
operare, già convalidato) che i valori dei coefficienti ψ0j, ψ1j e ψ2j sono dati nella Tab. 2.5.I ovvero nella
Tab. 5.1.VI per i ponti stradali e nella Tab. 5.2.VII per i ponti ferroviari.
7 AZIONI NELLE VERIFICHE AGLI STATI LIMITE
Le verifiche agli stati limite devono essere eseguite per tutte le più gravose condizioni di carico che
possono agire sulla struttura, valutando gli effetti delle combinazioni definite nel § 2.5.3. delle NTC2018.
7.1 STATI LIMITE ULTIMI
Nelle verifiche agli stati limite ultimi si distinguono, come nella definizione proposta dale precedenti
Norme Tecniche:
− lo stato limite di equilibrio come corpo rigido: EQU;
− lo stato limite di resistenza della struttura compresi gli elementi di fondazione: STR;
− lo stato limite di resistenza del terreno: GEO.
Fatte salve tutte le prescrizioni fornite nei capitoli successivi delle attuali norme, la Tab. 2.6.I riporta i
valori dei coefficienti parziali γF da assumersi per la determinazione degli effetti delle azioni nelle verifiche
agli stati limite ultimi.
Per le verifiche nei confronti dello stato limite ultimo di equilibrio come corpo rigido (EQU) si utilizzano i
coefficienti γF riportati nella colonna EQU della Tabella 2.6.I.
Per la progettazione di componenti strutturali che non coinvolgano azioni di tipo geotecnico, le verifiche
nei confronti degli stati limite ultimi strutturali (STR) si eseguono adottando i coefficienti γF riportati nella
colonna A1 della Tabella 2.6.I.
Per la progettazione di elementi strutturali che coinvolgano azioni di tipo geotecnico (plinti, platee, pali,
muri di sostegno, …) le verifiche nei confronti degli stati limite ultimi strutturali (STR) e geotecnici (GEO)
si eseguono adottando due possibili Approcci progettuali, fra loro alternativi.
Invariata resta nelle nuove NTC 2018 la definizione dei possibili Approcci progettuali, come di seguito
riportati:
Approccio 1: le verifiche si conducono con due diverse combinazioni di gruppi di coefficienti parziali,
rispettivamente definiti per le azioni (γF), per la resistenza dei materiali (γM) e, eventualmente, per la
resistenza globale del sistema (γR).
- Combinazione 1: per le azioni si impiegano i coefficienti γF riportati nella colonna A1 della Tab. 2.6.I;
- Combinazione 2: si impiegano invece i coefficienti γF riportati nella colonna A2 della Tab. 2.6.I.
Le nuove NTC2018 precisano che, in tutti i casi, sia nei confronti del dimensionamento strutturale, sia
per quello geotecnico, si deve utilizzare la combinazione più gravosa fra le due precedenti.
Approccio 2: si impiega un’unica combinazione dei gruppi di coefficienti parziali definiti per le Azioni
(γF), per la resistenza dei materiali (γM) e, eventualmente, per la resistenza globale (γR). In tale
approccio, per le azioni si impiegano i coefficienti γF riportati nella colonna A1 della Tab. 2.6.I.
I coefficienti γM e γR sono definiti nei capitoli di pertinenza.
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 COMBINAZIONE DELLE AZIONI
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NTC 2008
Tab. 2.6.I - Coefficienti parziali per le azioni o per
l’effetto delle azioni nelle verifiche SLU
NTC2018
Tab. 2.6.I - Coefficienti parziali per le azioni o per
l’effetto delle azioni nelle verifiche SLU
Resta invariato il significato dei simboli riportati in tabella 2.6.I, di seguito riportato:
γG1 coefficiente parziale dei carichi permanenti G1;
γG2 coefficiente parziale dei carichi permanenti non strutturali G2;
γQi coefficiente parziale delle azioni variabili Q.
Nell’ambito delle verifiche effettuate con l’utilizzo di 3DMacro®, detti coefficienti vengono applicati per le
Verifiche Statiche Tensionali, coerentemente con le prescrizioni delle Nuove NTC2018.
7.2 STATI LIMITE DI ESERCIZIO
Le verifiche agli stati limite di esercizio sono quelle di cui al Par. § 2.2.2 delle NTC2018.
In particolae, al Capitolo 4 per le condizioni non sismiche, e al Capitolo 7 per quelle sismiche, (delle
NTC2018) vengono date specifiche indicazioni sulle verifiche in questione, con riferimento ai diversi
materiali strutturali, ai quali si rimanda per sintesi di trattazione.
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 PROGETTAZIONE GEOTECNICA
Gruppo Sismica s.r.l. Viale Andrea Doria, 27 - 95125 Catania
Tel +39 095 50 47 49
[email protected] www.grupposismica.it
27
8 PROGETTAZIONE GEOTECNICA
Per tutti gli aspetti geotecnici della progettazione ed esecuzione di opere che interagiscono con il terreno,
si fa riferimento al cap. 6 delle NTC2018.
Le NTC 2018 ribadiscono che le verifiche di sicurezza relative agli stati limite ultimi (SLU) e le analisi
relative alle condizioni di esercizio (SLE) devono essere effettuate nel rispetto dei principi e delle
procedure indicate al § 2.6 delle NTC2018.
8.1 VERIFICHE NEI CONFRONTI DEGLI STATI LIMITE ULTIMI
Si omette, in questa sede lo stato limite per perdita di equilibrio (EQU), giacchè non pertinente con la
tipologia strutturale trattata in 3DMacro.
Con riferimento agli altri stati limite ultimi le NTC ribadiscono che gli stati limite ultimi delle fondazioni
superficiali si riferiscono allo sviluppo di meccanismi di collasso, determinati da:
1. mobilitazione della resistenza del terreno;
2. raggiungimento della resistenza degli elementi strutturali che compongono la Fondazione stessa.
Le verifiche devono essere effettuate almeno nei confronti dei seguenti stati limite, accertando che la
condizione [6.2.1] sia soddisfatta per ogni stato limite considerate e precisamente:
Ed ≤ Rd [6.2.1.]
con:
Ed = valore di progetto dell’azione o dell’effetto dell’azione
Rd = valore di progetto della resistenza del sistema geotecnico
Effetto delle azioni e resistenza di progetto sono espresse nelle [6.2.2a] e [6.2.3] delle NTC2018, qui non
riportate per economia di trattazione. Esse sono funzione, rispettivamente, delle azioni di progetto
(γF·Fk), dei parametri geotecnici di progetto Xk/γM e dei parametri geometrici di progetto ad. Il coefficiente
parziale di sicurezza γR opera direttamente sulla resistenza del sistema.
Si elencano di seguito gli stati limite ultimi di tipo Geotecnico e Strutturale:
▪ SLU di tipo geotecnico (GEO)
− collasso per carico limite dell’insieme fondazione‐terreno;
− collasso per scorrimento sul piano di posa;
− stabilità globale.
▪ SLU di tipo strutturale (STR)
− raggiungimento della resistenza negli elementi strutturali.
La verifica di stabilità globale deve essere effettuata, analogamente a quanto previsto nel § 6.8, secondo
la Combinazione 2 (A2+M2+R2) dell’Approccio 1, così come già noto dalle NTC2008.
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 PROGETTAZIONE GEOTECNICA
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Diversa è invece la prescrizione per le altre verifiche agli SLU, per le quali le NTC2018 precisano che
devono essere effettuate applicando la combinazione (A1+M1+R3) di coefficienti parziali prevista dal
solo Approccio 2, tenendo conto dei valori dei coefficienti parziali riportati nelle Tabelle 6.2.I, 6.2.II e
6.4.I. delle NTC.
Nelle verifiche nei confronti di SLU di tipo strutturale (STR), il coefficiente γR non deve essere portato in
conto.
Alla luce delle recenti disposizioni normative, in 3DMacro è disponibile il solo Approccio 2 per le verifiche agli stati limite ultimi (SLU) di tipo Geotecnico.
Figura 15. Opzioni di Calcolo Geotecniche - Verifiche agli Stati limite ultimi (SLU).
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 PROGETTAZIONE GEOTECNICA
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8.2 VERIFICHE NEI CONFRONTI DEGLI STATI LIMITE DI ESERCIZIO
Nessuna diversa indicazione è prevista dale nuove NTC2018, rispetto alle precedenti. Si riporta
testualmente il par. § 6.4.2.2 delle NTC2018.
Al fine di assicurare che le fondazioni risultino compatibili con i requisiti prestazionali della struttura in
elevazione (§§ 2.2.2 e 2.6.2), si deve verificare il rispetto della condizione
Ed ≤ Cd [6.2.7]
in cui Ed è il valore di progetto dell’effetto delle azioni nelle combinazioni di carico per gli SLE specificate
al §2.5.3 e Cd è il prescritto valore limite dell’effetto delle azioni. Quest’ultimo deve essere stabilito in
funzione del comportamento della struttura in elevazione e di tutte le costruzioni che interagiscono con le
opere geotecniche in progetto, tenendo conto della durata dei carichi applicati.
Forma, dimensioni e rigidezza della struttura di fondazione devono essere stabilite nel rispetto dei
summenzionati requisiti prestazionali, tenendo presente che le verifiche agli stati limite di esercizio
possono risultare più restrittive di quelle agli stati limite ultimi.
Figura 16. Opzioni di Calcolo Geotecniche - Verifiche agli Stati limite di esercizio (SLE)
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9 PROGETTAZIONE PER AZIONI SISMICHE
Gli aspetti relativi alla progettazione e costruzione di nuove opere in zona sismica sono disciplinati dal
Capitolo 7 delle NTC 2018. Le indicazioni ivi riportate sono da considerarsi aggiuntive e non sostitutive di
quelle riportate nei Capitoli 4, 5 e 6 delle stesse Norme. Si deve, inoltre, far sempre riferimento a quanto
indicato nel Capitolo 2, per la valutazione della sicurezza, e nel Capitolo 3, per la valutazione dell’azione
sismica.
E’ da sottolineare che le nuove NTC 2018 aboliscono completamente la vecchia “zonazione sismica”,
eliminando totalmente il concetto di “zona 4” (che era ancora rimasto – sebbene non perfettamente
chiarito - nelle precedenti NTC 2008). Per costruzioni ricadenti in zone a “bassa sismicità” (prima definite
in “zona 4”), ovvero (secondo la nuova NTC 2018) costruzioni caratterizzate, nei confronti dello SLV, da
agS ≤ 0,075g, le norme forniscono particolari prescrizioni progettuali.
Alla luce delle nuove NTC 2018, anche i criteri di Regolarità in pianta ed altezza sono stati rivisti. Questo
ultimo argomento non viene approfondito in questa sede, giacchè non pertinente con le analisi eseguite
in 3DMacro, e si rimanda pertanto alle nuove NTC2018.
9.1 METODI DI ANALISI E CRITERI DI VERIFICA
L’entità della domanda con la quale confrontare la capacità della struttura, secondo i criteri definiti al par.
7.3.6 (Criteri di Veirfica agli Stati Limite Ultimi) delle NTC2018, può essere valutata adottando uno fra i
metodi di analisi ivi illustrate.
I metodi di analisi si articolano fondamentalmente in due categorie: lineari e non lineari. La scelta
dell’uno o dell’altro metodo dipende dalle caratteristiche della struttura e dal modello di comportamento
adottato.
Occorre precisare che, nell’ambito della modellazione in 3DMacro viene posta l’attenzione sui metodi di
analisi non-lineare.
Più in generale, per ciascuno degli stati limite e dei metodi di analisi previsti dalle Norme, nella tabella
7.3.I delle NTC 2018 sono riportati i limiti del fattore di comportamento q (per analisi lineare – con
comportamento dissipativo e non dissipativo) e i riferimenti per la modalità di modellazione dell’azione
sismica (per analisi lineare e non lineare).
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 PROGETTAZIONE PER AZIONI SISMICHE
31
9.1.1 ANALISI NON LINEARE
In generale, l’analisi non lineare (dinamica o statica) si può utilizzare per gli scopi e nei casi seguenti:
‐ Valutare gli spostamenti relativi allo SL di interesse;
‐ Eseguire le verifiche di duttilità relative allo SLC;
‐ Individuare la distribuzione della domanda inelastica, nelle costruzioni progettate con il fattore di
comportamento q;
‐ Valutare i rapporti di sovraresistenza αu/α1, di cui ai §§ 7.4.3.2, 7.4.5.1, 7.5.2.2, 7.6.2.2, 7.7.3, 7.8.1.3 e
7.9.2.1 delle NTC2018;
‐ Come metodo di progetto per gli edifici di nuova costruzione, in alternativa ai metodi di analisi lineare;
‐ Come metodo per la valutazione della capacità di edifici esistenti.
Di seguito fissiamo l’attenzione sull’analisi Non Lineare Statica, che viene implementata in 3DMacro.
Analisi Non Lineare Statica
L’analisi non lineare statica richiede che al sistema strutturale reale sia associato un sistema strutturale
equivalente non lineare.
Nel caso in cui il sistema equivalente sia ad un grado di libertà, a detto sistema strutturale equivalente
si applicano i carichi gravitazionali e, per la direzione considerata dell’azione sismica, in corrispondenza
degli orizzontamenti della costruzione, forze orizzontali proporzionali alle forza d’inerzia aventi
risultante (taglio alla base) Fb. Tali forze sono scalate in modo da far crescere monotonamente, sia in
direzione positiva che negativa e fino al raggiungimento delle condizioni di collasso locale o globale, lo
spostamento orizzontale dc di un punto di controllo coincidente con il centro di massa dell’ultimo livello
della costruzione (sono esclusi eventuali torrini).
Il diagramma Fb‐dc rappresenta la curva di capacità della struttura.
Le NTC2018 ribadiscono come già le precedenti norme tecniche per le costruzioni che si devono
considerare almeno due distribuzioni di forze d’inerzia, ricadenti l’una nelle distribuzioni
principali (Gruppo 1) e l’altra nelle distribuzioni secondarie (Gruppo 2), appresso illustrate.
La definizione delle distribuzioni principali (Gruppo 1) e secondarie (Gruppo 2) è pressochè invariata. Pur
tuttavia le NTC2018 precisano per
Gruppo 1 ‐ Distribuzioni principali:
● se il modo di vibrare fondamentale nella direzione considerata ha una partecipazione di massa
non inferiore al 75% si applica una delle due distribuzioni seguenti:
○ distribuzione proporzionale alle forze statiche di cui al § 7.3.3.2, utilizzando come
seconda distribuzione la a) del Gruppo 2,
○ distribuzione corrispondente a un andamento di accelerazioni proporzionale alla forma
del modo fondamentale di vibrare nella direzione considerata;
La definizione delle distribuzioni principali (Gruppo 1) è pressochè invariata. Pur tuttavia le NTC2018
precisano anche che:
● in tutti i casi può essere utilizzata la distribuzione corrispondente all’andamento delle forze di
piano agenti su ciascun orizzontamento calcolate in un’analisi dinamica lineare, includendo nella
direzione considerata un numero di modi con partecipazione di massa complessiva non inferiore
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 PROGETTAZIONE PER AZIONI SISMICHE
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allo 85%. L’utilizzo di questa distribuzione è obbligatorio se il periodo fondamentale della
struttura è superiore a 1,3 TC.
Gruppo 2 ‐ Distribuzioni secondarie:
a) distribuzione di forze, desunta da un andamento uniforme di accelerazioni lungo l’altezza della
costruzione;
b) distribuzione adattiva, che cambia al crescere dello spostamento del punto di controllo in funzione
della plasticizzazione della struttura;
Inoltre, sempre per il Gruppo 2, le NTC2018 aggiungono:
c) distribuzione multimodale, considerando almeno sei modi significativi.
Le NTC2018 precisano, inoltre, che vanno considerati anche punti di controllo alternativi, come le
estremità della pianta dell’ultimo livello, quando sia significativo l’accoppiamento di traslazioni e rotazioni.
Ricordiamo, a tal proposito, che in 3DMacro® è possibile personalizzare la scelta del punto di controllo o,
comunque, aggiungere dei punti di controllo a quelli determinati automaticamente dal programma.
Vediamo come quanto sopra riportato viene implementato in 3DMacro:
Nell’ambiente principale di modellazione del software 3DMacro, è possibile definire un nuovo punto di
controllo personalizzato. Più precisamente, è sufficiente selezionare l’elemento computazionale a cui
appartiene il nodo che si vuole assumere come punto di controllo, accedere al menu contestuale
dell’elemento (cliccando con il tasto destro del mouse), scegliere il commando “imposta nodo di controllo”
e selezionare l’ID del nodo computazionale prescelto.
Figura 17. Imposta nodo di controllo personalizzato
NTC 2018 – D.M. 17.01.2018 | Aggiornamento in 3DMacro® 4.2 PROGETTAZIONE PER AZIONI SISMICHE
33
Figura 18. Curve Push-over e stima di vulnerabilità – Curva del punto di controllo
Per tenere conto della variabilità spaziale del moto, anche per le Analisi Statiche (o Dinamiche) Non
Lineari (come per quelle lineari), le NTC 2018 percisano al Par. 7.3.5 quanto segue.
La risposta è calcolata unitariamente per le tre componenti, applicando l‘espressione:
1,00 Ex+ 0,30 Ey+ 0,30 E z
Gli effetti più gravosi si ricavano dal confronto tra le tre combinazioni ottenute permutando circolarmente
i coefficienti moltiplicativi.
In ogni caso:
‒ la componente verticale deve essere tenuta in conto unicamente nei casi previsti al § 7.2.2.
‒ la risposta deve essere combinata con gli effetti pseudo‐statici indotti dagli spostamenti relativi prodotti
dalla variabilità spaziale del moto unicamente nei casi previsti al § 3.2.4.1, utilizzando, salvo per quanto
indicato al § 7.2.2 in merito agli appoggi mobili, la radice quadrata della somma dei quadrati (SRSS).
Vengono riportate le analisi biassiali, per i vari gruppi di distribuzione di forze. La direzione della azione
sismica viene definita per ciascuna analisi nella colonna Direzione, così come prescritto dalle NTC.
Figura 19. Pannello di definizione delle analisi da eseguire – Force distribution group di tipo “Mass”.
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3DMacro consente di eseguire le analisi statiche non-lineari biassiali, tenendo conto della variabilità
spaziale della azione sismica.
Dal pannello Esegui Analisi, nel groupbox Analisi è possibile selezionare Analisi Biassiali in cui al 100% di
Ex si aggiunge il 30% di Ey e Biassiali, in cui al 100% di Ey si aggiunge il 30% di Ex (queste sono sempre
selezionate di default – giacchè espressamente prescritto dalle NTC cogenti). Inoltre l’utente può
aggiungere le analisi monoassiali (in x o y).
L’eccentricità aggiuntiva non viene applicata alle analisi Biassiali, giacchè non espressamente richiesto
dalle NTC attuali.
Figura 20. Pannello di selezione delle analisi da eseguire
Figura 21. Pannello di esecuzione analisi – Esecuzione analisi bidirezionali in x e y con
distribuzione proporzionale alla massa.
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Figura 22. Visualizzazione della risposta– Analisi con variabilità spaziale della azione sismica.
9.1.2 ANALISI STAICA NON LINEARE COSTRUZIONI IN MURATURA
In linea con quanto già stabilito dale precedent NTC 2008, anche le nuove NTC2018 stabiliscono che, nel
caso di analisi statica non lineare, la verifica di sicurezza consiste nel confronto tra la capacità di
spostamento ultimo della costruzione e la domanda di spostamento ottenute applicando il procedimento
di cui al § 7.3.4.2.
La rigidezza elastica del sistema bilineare equivalente si individua tracciando la secante alla curva di
capacità nel punto corrispondente ad un taglio alla base pari a 0,7 volte il valore massimo (taglio
massimo alla base). Il tratto orizzontale della curva bilineare si individua tramite l’uguaglianza delle aree
sottese dalle curve tracciate fino allo spostamento ultimo del sistema.
Inoltre, sempre conformemente alle attuali NTC2018, sia per le costruzioni in muratura ordinaria sia per
le costruzioni in muratura armata senza progettazione in capacità, la verifica di sicurezza non è
soddisfatta qualora il rapporto tra taglio totale agente alla base del sistema equivalente a un grado di
libertà, calcolato con lo spettro di risposta elastico, e taglio alla base resistente del sistema equivalente a
un grado di libertà ottenuto dall’analisi non lineare, ecceda il valore 4,0. Si noti che le precendenti
NTC2008 ponevano detto limite pari a 3,0.
Il software 3DMacro esegue la stima di vulnerabilità dell’edificio in muratura, secondo le suddette
prescrizioni.
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Figura 23. Stime di vulnerabilità – Vista grafici ed esito verifiche
Figura 24. Stime di vulnerabilità – Vista Elenco - Esito verifiche in termini di spostamento e di forze.
Figura 25. Stime di vulnerabilità – Dettagli Stima di vulnerabilità e Verifica in termini di forze
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Gruppo Sismica s.r.l. Viale Andrea Doria, 27 - 95125 Catania
Tel +39 095 50 47 49
[email protected] www.grupposismica.it
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[1] Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Decreto 17 gennaio 2018 -
Aggiornamento delle «Norme tecniche per le costruzioni». (GU Serie Generale n.42
del 20-02-2018 - Suppl. Ordinario n. 8)