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ISSN 1828-7646 n. 2 - ottobre 2011 Università e Europsy Bambini con disturbi specifici degli apprendimenti Associazione Psicologi Italiani nel Mondo Ordini professionali: cambiamenti in vista Poste Italiane s.p.a. - Sped.abb.post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46), art. 1 comma 2, DCB Po la PROFESSIONEdiPSICOLOGO Giornale dell’Ordine Nazionale degli Psicologi segue a pag. 23 Nuove liberalizzazioni e la tecnica del capro espiatorio Giuseppe Luigi Palma Presidente Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi L e vicende degli ultimi anni dimostrano che il tema delle liberalizzazioni sembra non essere né di destra né di sinistra, ma viene puntualmente ripreso in tutti i momenti di crisi. La situazione economica planetaria da un lato, la difficile congiuntura naziona- le e la “difficoltà” dell’attuale Governo hanno creato un contesto particolare per cui il brain storming fina- lizzato alla ricerca di soluzioni, ha portato alla indivi- duazione di interventi “magici” per rilanciare l’econo- mia (!). E così, immancabilmente, ancora una volta i Profes- sionisti, tutti i Professionisti sono stati additati fra i re- sponsabili della mancata crescita economica. Si è parlato di abolizione degli Ordini, di abolizione del- l’esame di Stato e di accesso libero alle professioni. Solerti giornalisti hanno commentato ed interpretato i risultati di ricerche per dimostrare il nesso tra legami familiari, accesso alla professione e scarsa traspa- renza degli Ordini. Ritengo che la maggior parte delle critiche rivolte ai pro- fessionisti ed al sistema ordinistico non sia applicabile alla professione di Psicologo e sono profondamente convinto che la nostra Professione è già abbondante- mente “liberalizzata”. L’Ordine degli Psicologi non eser- cita alcuna funzione restrittiva, né, stante la normativa attuale, potrebbe esercitarla. In Italia ci sono circa 80.000 (ottantamila) psicologi, a fronte dei circa 210.000 psicologi presenti sul territorio della Comunità europea”. Inoltre, la percentuale di candidati che supe- ra l’esame di stato è altissima, oltre l’80%. Sulla trasparenza: ricordo che il Consiglio Nazionale degli Psicologi ha promosso ed elaborato insieme alle Associazioni dei Consumatori “La carta dei diritti del consumatore-utente delle prestazioni psicologiche”, esempio virtuoso di trasparenza, apprezzato dal Dott. Catricalà, che ricordo essere il Presidente dell’AGCM (Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato). Giuseppe Luigi Palma - Presidente Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi Giuseppe Costantino - Tour College di New York

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ISSN 1828-7646 n. 2 - ottobre 2011

Università e Europsy

Bambini con disturbi specifici degli apprendimenti

Associazione Psicologi Italiani nel Mondo

Ordini professionali: cambiamenti in vista

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laPROFESSIONEdiPSICOLOGOGiornale dell’Ordine Nazionale degli Psicologi

segue a pag. 23

Nuove liberalizzazioni e la tecnica del capro espiatorio

Giuseppe Luigi PalmaPresidente Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi

Le vicende degli ultimi anni dimostrano che il temadelle liberalizzazioni sembra non essere né di

destra né di sinistra, ma viene puntualmente ripresoin tutti i momenti di crisi. La situazione economicaplanetaria da un lato, la difficile congiuntura naziona-le e la “difficoltà” dell’attuale Governo hanno creatoun contesto particolare per cui il brain storming fina-lizzato alla ricerca di soluzioni, ha portato alla indivi-duazione di interventi “magici” per rilanciare l’econo-mia (!).E così, immancabilmente, ancora una volta i Profes-sionisti, tutti i Professionisti sono stati additati fra i re-sponsabili della mancata crescita economica. Si èparlato di abolizione degli Ordini, di abolizione del-l’esame di Stato e di accesso libero alle professioni.Solerti giornalisti hanno commentato ed interpretato

i risultati di ricerche per dimostrare il nesso tra legamifamiliari, accesso alla professione e scarsa traspa-renza degli Ordini.

Ritengo che la maggior parte delle critiche rivolte ai pro-fessionisti ed al sistema ordinistico non sia applicabilealla professione di Psicologo e sono profondamenteconvinto che la nostra Professione è già abbondante-mente “liberalizzata”. L’Ordine degli Psicologi non eser-cita alcuna funzione restrittiva, né, stante la normativaattuale, potrebbe esercitarla. In Italia ci sono circa80.000 (ottantamila) psicologi, a fronte dei circa210.000 psicologi presenti sul territorio della Comunitàeuropea”. Inoltre, la percentuale di candidati che supe-ra l’esame di stato è altissima, oltre l’80%.

Sulla trasparenza: ricordo che il Consiglio Nazionaledegli Psicologi ha promosso ed elaborato insieme alleAssociazioni dei Consumatori “La carta dei diritti delconsumatore-utente delle prestazioni psicologiche”,esempio virtuoso di trasparenza, apprezzato dal Dott.Catricalà, che ricordo essere il Presidente dell’AGCM(Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato).

Giuseppe Luigi Palma - Presidente Consiglio Nazionale Ordine degli PsicologiGiuseppe Costantino - Tour College di New York

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Indice n. 2 - ottobre 2011

Nuove liberalizzazioni e la tecnica del capro espiatorio di Giuseppe Luigi Palma

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Ordini professionali: cambiamenti in vista di Giuseppe Luigi Palma

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Bambini con disturbi specifici degli apprendimenti: da una legge attesa da oltre 10 anni il ruolo degli Psicologinella Diagnosi e nei Trattamenti riabilitativi dei D.S.A. di Maurizio Micozzi

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Gruppo di lavoro Università di Marco Guicciardi

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Buone notizie per i liberi professionisti di Marco Nicolussi

Ufficio Comunicazione CNOP: Costituita a Istanbul l’Associazione Psicologi Italiani nel Mondo

Il decreto legislativo 30 dicembre 2010 n° 247 di F. Amore e C. Signoretti

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Sviluppo della Professione e nuove opportunità di Paolo Fusari

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Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi

Giuseppe Luigi Palma Presidente Presidente Ordine Puglia

Antonio Telesca Vicepresidente Presidente Ordine Basilicata

Paolo Fausto Barcucci Segretario Presidente Ordine Piemonte

Girolamo Baldassarre Tesoriere Presidente Ordine Molise

Giuseppe Bontempo Consigliere Presidente Ordine Abruzzo

Max Dorfer Consigliere Presidente Ordine Bolzano

Armodio Lombardo Consigliere Presidente Ordine Calabria

Raffaele Felaco Consigliere Presidente Ordine Campania

Manuela Colombari Consigliere Presidente Ordine Emilia Romagna

Paolo Fusari Consigliere Presidente Ordine Psicologi Friuli Venezia Giulia

Marialori Zaccaria Consigliere Presidente Ordine Lazio

Piero Cai Consigliere Presidente Ordine Liguria

Mauro Vittorio Grimoldi Consigliere Presidente Ordine Lombardia

Bernardo Gili Consigliere Presidente Ordine Marche

Marco Guicciardi Consigliere Presidente Ordine Sardegna

Paolo Bozzaro Consigliere Presidente Ordine Sicilia

Sandra Vannoni Consigliere Presidente Ordine Toscana

Luigi Ranzato Consigliere Presidente Ordine Trento

Immacolata Tomay Consigliere Presidente Ordine Umbria

Alfredo Mattioni Consigliere Presidente Ordine Valle d’Aosta

Marco Nicolussi Consigliere Presidente Ordine Veneto

Floriana Angelucci Consigliere Rappresentante Sezione B

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La Professione di Psicologo n. 02/2011

Ordini Professionali

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Le professioni ordinistiche in Italia sono organizzatein 27 organi di coordinamento nazionale, 118 sedi

regionali e 1759 sedi territoriali. Gli iscritti agli Albi sonooltre 2 milioni e producono una quota superiore al 15%del PIL nazionale. Il mondo delle professioni dunque èfondamentale anche nelle dinamiche di sviluppo del no-stro paese. Negli ultimi mesi si è ripreso a parlare di liberalizzazionidelle professioni, di abolizione dell’esame di Stato e ad-dirittura di abolizione degli Ordini professionali. Sonostate presentate diverse ipotesi, ma alla fine la mano-vra finanziaria di agosto ha sciolto ogni dubbio. I cam-biamenti ci saranno, alcuni condivisibili altri incompren-sibili.

La parte della manovra finanziaria che tratta le libera-lizzazioni, privatizzazioni ed altre misure per favorire losviluppo, contiene alcune norme che riguardano in par-ticolare le professioni.

Esame di Stato: Viene ribadito che per l’accesso aduna professione regolamentata è necessario soste-nere l’esame di Stato. D’altronde non sarebbe statopossibile abolire l’esame di stato in quanto è previstodalla Costituzione;

Accesso alle professioni: Viene previsto che gli ordi-namenti professionali dovranno essere riformati entro12 mesi dalla data di entrata in vigore del decreto perrecepire i seguenti principi: a) l’accesso alla professione è libero e vengono menoeventuali limitazioni, tranne alcune eccezioni) del nu-mero di persone che sono titolate ad esercitare una

certa professione in tutto il territorio dello Stato o in unacerta area geografica. Nel caso della professione di Psi-cologo non esiste alcuna limitazione di tale tipo e quindila norma non avrà alcuna implicazione;

Formazione continua permanente: Il decreto con-tiene la “previsione dellʼobbligo per il professionista diseguire percorsi di formazione continua permanentepredisposti sulla base di appositi regolamenti emanatidai consigli nazionali, fermo restando quanto previstodalla normativa vigente in materia di educazione con-tinua in medicina (ECM). La violazione dellʼobbligo diformazione continua determina un illecito disciplinare ecome tale è sanzionato sulla base di quanto stabilitodallʼordinamento professionale che dovrà integrare taleprevisione”. Tutti i codici deontologici prevedono che ilprofessionista debba essere aggiornato, in particolarel’art. 5 del nostro codice prevede che “Lo psicologo è te-nuto a mantenere un livello adeguato di preparazioneprofessionale e ad aggiornarsi nella propria disciplinaspecificatamente nel settore in cui opera. Riconosce ilimiti della propria competenza ed usa, pertanto, solostrumenti teorico-pratici per i quali ha acquisito ade-guata competenza e, ove necessario, formale autoriz-zazione. Lo psicologo impiega metodologie delle qualiè in grado di indicare le fonti ed i riferimenti scientifici,e non suscita, nelle attese del cliente e/o utente, aspet-tative infondate”. La novità è che la violazione dell’ob-bligo di formazione diventa un illecito disciplinare equindi sanzionabile. Ritengo che questa nuova normasia utile per una migliore tutela dell’utente. Non pocheperplessità invece derivano dal fatto che non servirà atutelare gli utenti dei tanti pseudo-professionisti che,

Ordini professionali:cambiamenti in vista

Giuseppe Luigi PalmaPresidente Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi

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spesso in maniera mascherata, esercitano abusiva-mente le professioni ordinistiche, tra cui anche la nostra.Infatti costoro non essendo iscritti ad alcun albo previ-sto da apposita legge dello Stato, non potranno esseresanzionati in nessun modo!

Tirocinio: Il decreto prevede che “la disciplina del tiro-cinio per lʼaccesso alla professione deve conformarsi acriteri che garantiscano lʼeffettivo svolgimento dellʼatti-vità formativa e il suo adeguamento costante allʼesi-genza di assicurare il miglior esercizio della profes-sione. Al tirocinante dovrà essere corrisposto un equocompenso di natura indennitaria, commisurato al suoconcreto apporto”.Vedremo in che modo questi principi saranno declinatioperativamente per la nostra professione.

Tariffe: Sulla spinosa questione viene previsto che “ilcompenso spettante al professionista è pattuito periscritto allʼatto del conferimento dellʼincarico professio-nale prendendo come riferimento le tariffe professionali.È ammessa la pattuizione dei compensi anche in de-roga alle tariffe. Il professionista è tenuto, nel rispetto delprincipio di trasparenza, a rendere noto al cliente il li-vello della complessità dellʼincarico, fornendo tutte le in-formazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momentodel conferimento alla conclusione dellʼincarico. In casodi mancata determinazione consensuale del compenso,quando il committente è un ente pubblico, in caso di li-quidazione giudiziale dei compensi, ovvero nei casi incui la prestazione professionale è resa nellʼinteresse deiterzi si applicano le tariffe professionali stabilite con de-creto dal Ministro della Giustizia”. Ricordo che siamoancora in attesa dell’emanazione del decreto sulle ta-riffe degli Psicologi, spero di poter finalmente dare labuona notizia a breve.

Assicurazione: Diventa obbligatoria l’assicurazione,infatti il decreto prevede che “a tutela del cliente, il pro-fessionista è tenuto a stipulare idonea assicurazione peri rischi derivanti dallʼesercizio dellʼattività professionale.Il professionista deve rendere noti al cliente, al mo-mento dellʼassunzione dellʼincarico, gli estremi dellapolizza stipulata per la responsabilità professionale e ilrelativo massimale. Le condizioni generali delle polizzeassicurative di cui al presente comma possono esserenegoziate, in convenzione con i propri iscritti, dai Con-sigli Nazionali e dagli enti previdenziali dei professioni-sti”.

Deontologia professionale: Importanti cambiamentisul fronte della deontologia. Da tempo gli stessi Ordiniprofessionali chiedono di affrontare una annosa que-

stione. In particolare attualmente sono i consigli degliOrdini a svolgere la funzione deontologica sugli iscritti,e non è più accettabile che gli eletti (consiglieri dell’Or-dine) giudichino (dal punto di vista deontologico) glistessi elettori. Finalmente questa nuova norma affrontala problematica e viene prevista “lʼistituzione di organia livello territoriale, diversi da quelli aventi funzioni am-ministrative, ai quali sono specificamente affidate lʼistru-zione e la decisione delle questioni disciplinari e di unorgano nazionale di disciplina. La carica di consiglieredellʼOrdine territoriale o di consigliere nazionale è in-compatibile con quella di membro dei consigli di disci-plina nazionali e territoriali”.Questa norma non si applica alle professioni sanitarie,ma anche per esse è in corso di approvazione unanorma analoga.

Pubblicità informativa: Viene ribadito che la pubblicitàinformativa dell’attività professionale, è libera. Ovvia-mente viene sottolineato anche che le informazioni de-vono essere trasparenti, veritiere, corrette e non devonoessere equivoche, ingannevoli, denigratorie.

Evasione fiscale: Il decreto prevede sanzioni accesso-rie a carico del professionista a seguito della reiterataviolazione all’obbligo di fatturazione. In particolare è pre-vista sospensione dell’iscrizione all’Albo e/o Ordine perun periodo minimo di tre giorni e massimo un mese. Incaso di recidiva, la sospensione si incrementa per unperiodo di quindici giorni fino a sei mesi. Vi sono non po-che criticità, gli ordini professionali, secondo la dispo-sizione del dl 138/2011 sono infatti dei meri esecutori diprovvedimenti sanzionatori emessi dall’amministrazionefinanziaria e poi siccome il provvedimento è immedia-tamente esecutivo il diritto alla difesa del professionistaviene fortemente limitato. Infine anche in questo casochi non è iscritto all’Albo e magari esercita abusiva-mente non sarà colpito da questa norma.

Certamente queste sono solo alcune delle novità in-trodotte dalla manovra finanziaria che interessano inmaniera più specifica il mondo delle professioni, re-stano comunque tutte le altre preoccupazioni con-nesse alla stessa manovra che interessano tutti inquanto cittadini.

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La Professione di Psicologo n. 02/2011

Ordini professionali

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Finalmente i Disturbi Specifici dell’Apprendimento,ovvero la Dislessia, il Disturbo di Scrittura e la Di-

scalculia (di seguito individuati con l’acronimo D.S.A.)sono riconosciuti e definiti dallo Stato Italiano con laLegge 8 Ottobre 2010 n. 170 “NUOVE NORME INMATERIA DI DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDI-MENTO IN AMBITO SCOLASTICO”; con la quale si ri-conoscono le difficoltà dei bambini affetti da D.S.A., sistabilisce chi e come diagnosticarli, si prevedono atti-vità di prevenzione e momenti di aiuto scolastico, si in-dica alla scuola il comportamento più adeguato da te-nere in sede didattica ed alla sanità quali sono gli ob-blighi istituzionali da seguire in questi casi.La legge riprende le determinazioni contenute nellaConsensus Conference

2che tra il 2006 ed il 2007 ha vi-

sto impegnate 10 Società Scientifiche italiane tra cuil’Ass.ne Italiana Dislessia (A.I.D.) e la Ass.ne Italianaper la Ricerca e lʼIntervento nella Psicopatologia dellʼAp-prendimento (A.I.R.I.P.A.). Il documento che ne è de-rivato è intitolato “DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI DIAPPRENDIMENTO - Raccomandazioni per la praticaclinica definite con il metodo della Consensus Confe-rence”. L’ Istituto Superiore di Sanità le ratificò ed il Con-

siglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi ne prese attocondividendone i contenuti e ritenendo che la materiadei DSA sia di interesse e competenza specifica degliPsicologi. Ciò di cui si parla sono: i processi di apprendimento,la psicopatologia cognitiva in Età Evolutiva collegataai processi neuropsicologici disturbati ed i riflessi sulcomportamento e sulla personalità dei bambini che nesono affetti.L’incidenza di tale disturbo in Italia viene stimata intor-no al 3-4% della popolazione scolastica, ovvero circa350.000 alunni delle scuole dell’obbligo; ma i disturbi dicontorno e le conseguenze sociali proiettano questinumeri ben al di là di questa soglia e del periodo del-l’apprendimento scolastico, ed appare verosimile sti-mare una notevole incidenza di queste pregresse diffi-coltà di apprendimento come concausa nel disagiosociale in adolescenza, nell’abbandono scolastico pre-coce ed anche di certe forme di delinquenza giovanile.In ogni caso il bambino che nonostante sia dotato diintelligenza nella norma, non riesce nel suo percorso diapprendimento a causa di D.S.A., svilupperà una quan-tità di sovrapposizioni psicopatologiche e di vissuti

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Disturbi specifici dell’apprendimento

La Professione di Psicologo n. 02/2011

Bambini con disturbi specifici degli apprendimenti: da unalegge attesa da oltre 10anni il ruolo degliPsicologi nella Diagnosie nei TrattamentiRiabilitativi dei D.S.A.di Maurizio Micozzi 1

1 Micozzi Maurizio, Psicologo e Psicoterapeuta, lavora nell’ASUR-Marche ed è Responsabile della U.O.S. Unità Multidisciplinare per l’EtàEvolutiva della Zona Territoriale n. 11 di Fermo.2 Il testo completo dei “DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO - Raccomandazioni per la pratica clinica definite con il meto-do della Consensus Conference” e di quanto definito in materia di D.S.A. è contenuto in una pubblicazione edita dalla casa editrice Erickson diTrento ricco di commenti e suggerimenti di carattere clinico, ma è rintracciabile anche nei siti dell’A.I.D. (www.aiditalia.org) e dell’A.I.R.I.P.A.(www.airipa.it).

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emotivo-relazionali problematici in proporzione a quan-to la società, la scuola e la famiglia saranno stati ingrado di aiutare, assistere e migliorare le sue difficoltà. Nel mese di luglio sono stati elaborati altri due attesis-simi documenti normativi: 1) Accordo dellaConferenza Stato-Regioni dal titolo “Indicazioni per lediagnosi e la certificazione diagnostica dei DisturbiSpecifici dell’ Apprendimento (DSA)”; 2) da parte delMIUR le “Linee Guida per il diritto allo studio deglialunni e degli studenti con Disturbo Specificodell’Apprendimento”.Mentre nel secondo caso si danno indicazioni moltoimportanti e dettagliate, ma essenzialmente di tipodidattico e pedagogico al corpo docente; nel primodocumento viene investito in pieno il sistema sanitarionazionale e psicologi liberi professionisti competenti inmateria di DSA, perché si danno indicazioni alleRegioni, oltre che sui compiti dei Servizi SanitariRegionali, anche sulle modalità di accreditamento daparte delle Regioni di specialisti ed equìpe private. Inquesto documento è esplicitamente detto che per for-mulare la diagnosi ed effettuare consulenza in materiadi DSA “è indicato lʼapproccio interdisciplinare” e che“gli specialisti coinvolti” sono “NeuropsichiatraInfantile, Psicologo, Logopedista”.Si vede dunque come in questo lavoro gli Psicologidevono essere in prima fila per specifica competenza,sia in sede diagnostica e consulenziale, che in ambitoriabilitativo; ma possono anche essere protagonisti ditrattamento cognitivo diretto ai bambini con DSA, danon confondersi con la tradizionale riabilitazione logo-pedica.Si tratta in questa sede di dettagliare qual è la compe-tenza degli Psicologi in fase di Diagnosi del D.S.A. edin fase di trattamento che nel nostro caso è megliodefinire “potenziamento cognitivo”.

La diagnosi del DSA: il ruolo e gli strumentidello Psicologo

Si diceva del fatto che le funzioni neuropsicologicheimplicate nell’apprendimento riguardano lo sviluppocognitivo del bambino e che questo è materia di stu-dio della psicologia. La stessa storia della Psicologia,da Piaget ai tempi nostri, ha visto un continuo lavorodi sperimentazione e studio alla ricerca di spiegazioniscientifiche sull’ evoluzione e le patologie dei processidi apprendimento; i quali naturalmente non si inter-rompono mai durante la vita, ma che in fase evolutivasi manifestano in tutta la loro forza e con complessitàtale da permeare e condizionare tutto il vissuto, pre-sente e futuro, sociale e personale del bambino.

Se questo è vero risulta evidente quanto sia importan-te per uno Psicologo che si occupa di età evolutiva(ma dovrebbe esserne interessato anche chi lavoracon gli adulti soprattutto se lo fa nel campo della neu-ropsicologia) saper descrivere lo sviluppo dell’appren-dimento in un bambino e riconoscerne gli eventualieventi disturbanti o psicopatogeni: è esperienzacostante che problemi nel percorso di apprendimentoscolastico possono compromettere in modo irreversi-bile la motivazione allo studio, la percezione del Sé ela dinamica relazionale presente e futura in cui il bam-bino vive e cresce.Nel caso dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento –che ricordo, sono la Dislessia, il Disturbo dellaScrittura (Disortografia e Disgrafia) e la Discalculia –deve essere sottolineato che riguardano le basi sucui poggia tutto il percorso di apprendimento sco-lastico. Essi quindi vanno esplorati dettagliatamentee singolarmente per scoprirne l’andamento funzionaleo disfunzionale che sia, innanzitutto rifacendosi alleprocedure ed agli strumenti descritti dalla pubblicisticain materia e raccomandati nella stessa ConsensusConference.Per capire il punto di partenza di una buona procedu-ra psicodiagnostica occorre innanzitutto ricordarequanto affermato alla Consensus Conference : “La principale caratteristica di definizione di questa“categoria nosografia” (i DSA), è quella della “specifi-cità”, intesa come un disturbo che interessa uno spe-cifico dominio di abilità in modo significativo ma circo-scritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivogenerale.In questo senso, il principale criterio necessario perstabilire la diagnosi di DSA è quello della “discrepan-za” tra abilità nel dominio specifico interessato (defici-taria in rapporto alle attese per lʼetà e/o la classe fre-quentata) e lʼintelligenza generale (adeguata per lʼetàcronologica).”

Ne deriva che, una volta esclusa una eventuale pato-genesi di tipo medico, il primo elemento da valutare èil funzionamento cognitivo del bambino: il suo profilodi intelligenza è nello stesso tempo, criterio diagnosti-co esclusivo/inclusivo ed punto di partenza di unaanalisi che successivamente deve approfondire i sin-goli aspetti dell’apprendimento alla luce delle capacitàcognitive generali e particolari del bambino.In questo primo atto si condensa la necessità che lavalutazione dei livelli cognitivi/intellettivi sia fatta dauno Psicologo. Infatti solo uno Psicologo sa fare una“misurazione” psicometrica dell’intelligenza rispettosadei canoni scientifici richiesti, ma in virtù del suo back-ground di studio ed esperienza, saprà anche inserire i

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Disturbi specifici dell’apprendimento

La Professione di Psicologo n. 02/2011

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valori evidenziati in un contesto più ampio di valutazio-ni che comprenderanno il particolare stato emotivo,relazionale e socio-culturale di quel bambino in quelmomento. Solo così si evita che il bambino, al qualedobbiamo dare soluzioni che migliorino la sua condi-zione, non che lo stigmatizzino e lo cristallizzino nellasua difficoltà, tragga vantaggio dal lavoro diagnostico.Quindi si usino gli strumenti testologici standardizzatitipici per valutare il profilo intellettivo, ma li si usi in“scienza e coscienza…psicologica”.Solo dopo si passa alla valutazione delle competenzedi base acquisite fino a quel momento in lettura, inscrittura ed in matematica.Anche in questo lavoro devono essere usati gli stru-menti standardizzati ormai da tempo a disposizionedegli Psicologi, che sono in grado di confrontare laprestazione del bambino oggetto dell’analisi diagnosti-ca, con la corrispondente capacità attesa per l’età, alloscopo di determinare le discrepanze esistenti e poterdescrivere l’eventuale presenza di D.S.A. in tutte lesue declinazioni ben descritte dalla ConsensusConference citata all’inizio.Il lavoro di diagnosi deve procedere con l’esplorazio-ne delle funzioni neuropsicologiche connesse al pro-cesso di apprendimento, in particolare sarà importan-te valutare il funzionamento della Memoria (soprattut-to la Memoria di Lavoro che è massicciamente coin-volta), le capacità attentive e di concentrazione, e leimportantissime funzioni che sottendono le abilitàvisuo-spaziali e le abilità di organizzazione temporaledelle cognizioni. Anche in questi casi sono necessa-rie conoscenze prettamente di tipo psicologico e neu-ropsicologico e l’uso di strumenti standardizzati,senza i quali l’osservazione rimane solo empirica epriva della capacità di valutare le eventuali discrepan-ze con il funzionamento atteso per l’età.L’analisi diagnostica si completa con la necessariaesplorazione dei coinvolgimenti emotivo-relazionali edelle dinamiche psicologiche che le esperienze fru-stranti connesse con il Disturbo Specifico dell’Ap-prendimento, hanno sedimentano nella personalitàdel bambino in crescita. Inutile dire che lo Psicologoha le competenze e gli strumenti per addentrarsi suquesto terreno, ma è anche necessario dire che i risul-tati di questa indagine saranno fondamentali sia per ilprogetto riabilitativo logopedico che per il trattamentoche ho definito di “potenziamento cognitivo”; ogniPsicologo infatti sa bene quanto sia importante il vis-suto dell’ IO per il raggiungimento di qualunque meta,e quanto sia fondamentale che qualunque tipo di trat-tamento sia accompagnato da idoneo supporto psico-logico.Appare a questo punto evidente come l’ insieme di

tutto il processo diagnostico appena descritto sia inte-ramente nel novero delle competenze degli Psicologie quanto sia importante che la competenza psicologi-ca, al pari della competenza neuropsichiatrica, contri-buisca alla progettazione della riabilitazione logope-dia. Questo impegno dello Psicologo è auspicabile per evi-tare che le altre professionalità di confine (Neuropsi-chiatri Infantili e Logopedisti) si sovrappongano aquello che è un nostro campo specifico approfittandodel terreno che noi lasciamo scoperto. Voglio qui pre-cisare, aggiungendo, che queste altre professionalità,anche se ognuna nel suo campo esprime competen-ze necessarie alla diagnosi ed al trattamento del DSA,sono complementari alla competenza psicologica, manon possono essere sostitutive a causa della loro spe-cificità di visione. Forse solo il NeuropsichiatraInfantile può svolgere un lavoro completo ma deveimpiegare grandi competenze psicologiche ulteriori alsuo background medico; mentre le competenze psico-logiche, una volta scartate eventuali cause medichedeterminanti il disturbo di apprendimento, sono insiteper definizione per studio ed esperienza nelloPsicologo.

Il potenziamento cognitivo dello Psicologo

Tutti gli studi sui D.S.A., soprattutto per la forma didisturbo di letto-scrittura, concordano che si generanoin parallelo ed in conseguenza ai disturbi del linguag-gio; in particolare è la componente fonologica sub-les-sicale del linguaggio che appare maggiormente coin-volta nella Dislessia e nelle forme di Disturbo dellaScrittura, nonché in alcuni aspetti della Discalculia. Da questa considerazione deriva la necessità di inizia-re il trattamento riabilitativo di tipo logopedico il piùpresto possibile per agganciare e potenziare lo svilup-po del linguaggio. Quindi nei primi anni di apprendi-mento della letto-scrittura è indicato il trattamentologopedico in quanto specifico in quella fase evolutivae coerente con le tipologie di insegnamento dellaletto-scrittura del primo ciclo della Primaria.Sappiamo però che i trattamenti logopedici hannopossibilità di esprimere la migliore potenzialità di riabi-litazione entro gli 8-9 anni del bambino, dopo di che lalogopedia perde efficacia man mano che la crescitadel bambino e il complessificarsi degli studi richiedonosempre più una conoscenza generale dello sviluppocognitivo ed un potenziamento che investa tutte le suecomponenti, anche emotivo-relazionali, e non soloquella del linguaggio.Anche se il potenziamento dello sviluppo del linguag-

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Disturbi specifici dell’apprendimento

La Professione di Psicologo n. 02/2011

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gio rimane un traino fondamentale alla crescita cogni-tiva generale, esso da un certo momento (normalmen-te dopo il secondo ciclo della primaria) deve essereingranato sull’insieme della personalità del bambino, ilquale nel percorso scolastico ha bisogno sempre piùdi investimento motivazionale e di strategie di appren-dimento. Questo vale tanto più per lo sviluppo dellacompetenze in matematica, la cui crescita è moltocondizionata delle abilità visuo-spaziali, dal potenzia-mento dei domini specifici e dalla metodologia didatti-ca impegnata; con la conseguenza che ogni difficoltàdi apprendimento della matematica richiede anch’es-sa un forte investimento motivazionale e le opportunestrategie di apprendimento.A partire da queste due parole chiave subentra lanecessità che il potenziamento cognitivo di un bambi-no sia condotto da uno Psicologo il quale può tenereconto sia della componente psicologica implicata negliapprendimenti (investimento motivazionale), che dellemetodologie e strategie di ottimizzazione degliapprendimenti necessarie al bambino con disturbodell’apprendimento.Quindi il potenziamento cognitivo si rivolge alla perso-nalità del bambino nella sua globalità cognitiva edemotivo-relazionale (anche il supporto familiare deveessere curato) e non soltanto alla componente lingui-stica.Sul livello tecnico esistono vari metodi di potenzia-mento cognitivo, alcuni esempi: il Programma diArricchimento Strumentale di Feuerstein, i metodi diPotenziamento Metacognitivi di Cornoldi e coll., iProgrammi di Potenziamento nella Matematica diLucangeli e coll. …ecc. Tutti metodi e tecniche chevanno apprese e che devono essere applicati daPsicologi, proprio perché la competenza psicologicariesce ad affrontare le problematiche del bambinonella sua globalità psicologica e cognitiva.

Conclusioni

È stata emanata una legge, a cui sono seguiti altriinterventi normativi, che richiama l’attenzione dellascuola e della comunità su un problema dai contornisociali prima che clinici e didattici; ma essa, come si èvisto per tutte le argomentazioni sopradette, deverichiamare l’attenzione e l’interesse degli Psicologicosì che possano esprimere la loro competenza in unsettore non saturo di applicazione della loro professio-nalità. Nel mondo dell’Età Evolutiva la domanda dicompetenza psicologica da parte di famiglie e bambi-ni spesso inizia a partire dagli apprendimenti e crescesempre di più non fermandosi di fronte a nulla. In particolare le aspettative di aiuto nei nostri confron-ti sono molto alte da parte di quanti, genitori e bambi-ni, affrontano per molti anni di seguito e con fatica, leconseguenze dei D.S.A., i quali possono essere deva-stanti se non capiti, diagnosticati per tempo e trattaticon professionalità. Occorre conoscere, sapere cosafare, per formulare una diagnosi; occorre parteciparealla progettazione ed al monitoraggio delle attività diriabilitazione logopedica fintanto che sono efficaci;bisogna impegnarsi in consulenze di supporto a scuo-la e famiglia e trattare i bambini con potenziamentiidonei ad aiutarli a superare il loro problema dal puntodi vista cognitivo ed emotivo. Lo Psicologo può faremolto, ma deve approfondire e dedicarsi a questaarea professionale secondo le direttive e le linee guidaoperative che provengono dalla ConsensusConference e dalle norme in materia. Un lavoro chedevono saper fare gli Psicologi del Servizio SanitarioNazionale che lavorano con l’Età Evolutiva, ma anche,e forse soprattutto, i liberi professionisti che troveran-no in questo campo abbondante lavoro.

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Disturbi specifici dell’apprendimento

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CONVENZIONI E ACCORDI CNOP

☞ si ricorda che è attivo il Protocollo di intesa con la Guardia di Finanza che consente agliPsicologi di entrare in una lista di consulenti da cui possono attingere i militare della Guardiadi Finanza.

☞ è attiva la convenzione con la Fondazione Consulenti per il Lavoro e il Consiglio Nazionaledell'Ordine dei Consulenti del Lavoro.

Tutti i dettagli sul sito www.psy.it nelle sezioni Accordo Guardia di Finanza e AccordoConsulenti del lavoro.

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Il gruppo di lavoro Università istituito dal ConsiglioNazionale dell’Ordine degli Psicologi, con lo scopo di

superare l’attuale divario tra formazione e professioneè coordinato da Marco Guicciardi (Presidente OrdinePsicologi Sardegna e Associato di Psicometria Univer-sità di Cagliari) ed è composto dai Professori Gian Vit-torio Caprara e Santo Di Nuovo in qualità di rappresen-tanti della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Psi-cologia, dalla Prof.ssa Emma Baumgartner in qualità dirappresentante della Consulta dei Direttori dei Diparti-menti di Psicologia, dal Prof. Roberto Cubelli rappre-sentate della Associazione Italiana di Psicologia e daiPresidenti dell’Ordine degli Psicologi Raffaele Felaco(Campania) e Maria Lori Zaccaria (Lazio). Partecipanoai lavori il Presidente del CNOP Giuseppe Luigi Palmae il vice-Presidente Antonio Telesca. Il gruppo intende contribuire con analisi, proposte, lineeguida e buone pratiche al perseguimento di alcuni obiet-tivi – stabiliti dal processo di Bologna e recepiti dallanormativa universitaria più recente – tesi a: a) realiz-zare un’offerta formativa di qualità; b) incrementareuna maggiore flessibilità lavorativa; c) garantire unamigliore occupabilità dei laureati. Le proiezioni al 2020 vedono l’Italia in una posizione digrave difficoltà, nel contesto internazionale e compa-rato, rispetto alle prospettive demografiche, occupazio-nali e di crescita. Si prevede, in particolare, una forte ca-renza di competenze elevate e intermedie legate ainuovi lavori e un disallineamento complessivo della of-ferta formativa rispetto alle richieste del mercato del la-voro (Gelmini e Sacconi, 2010).

La difficile transizione dal mondo della formazione aquello del lavoro è una delle principali criticità del nostroPaese, evidenziata in tutti i benchmark internazionali.Allo stato attuale il sistema universitario tende a formareuna grossa mole di laureati privi di una precisa colloca-zione lavorativa. Tale condizione ostacola lo sviluppo diun’identità professionale riconosciuta e certa, rallenta ilprocesso di inserimento lavorativo e mina la credibilitàdell’intero sistema (CUP 2010). Occorre integrare la tra-smissione del sapere inteso come complesso di cono-scenze culturali e tecniche per lo svolgimento di una de-terminata attività lavorativa, con una concreta applica-zione del sapere in un dato contesto organizzativo, alfine di non separare l’apprendimento e lo studio dal la-voro e la partecipazione alla vita attiva. Su questa lineasi stanno muovendo alcune aree scientifiche e profes-sionali come ad esempio quella medica (Schema d’In-tesa Regione-Università ai sensi dell’art. 6 COMMA 13della Legge 30 dicembre 2010, N. 240), tecnica (TestoUnico sull’apprendistato, maggio 2011) e della for-mazione (DM 10 settembre 2010, n. 249)

1.

Per quanto riguarda la psicologia occorre rimarcareche la nostra legge istitutiva stabilisce che per poteresercitare la nostra professione ed essere riconosciutiquali psicologi, la formazione accademica in psicologiaè necessaria ma non è sufficiente, se non è accompa-gnata e seguita da un training professionale. Trainingprofessionale o praticantato che risulta necessario perpoter sostenere l’Esame di Stato ai fini del consegui-mento della abilitazione all’esercizio della professione.Anche a livello europeo è stato ribadito che per otte-

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Gruppi di lavoro

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Gruppo di lavoro Università

di Marco Guicciardi Coordinatore Gruppo di Lavoro Università CNOPPresidente Ordine Psicologi della Sardegna

1 A titolo di esempio il DM 249: a) prevede corsi di Laurea Magistrale o curricola specifici riservati a chi abbia intenzione di intraprendere la pro-fessione di insegnante; tali corsi e curricola saranno a numero programmato, in ragione dell’assorbimento che si può prevedere da parte del mer-cato del lavoro negli anni successivi; b) introduce il TFA (Tirocinio Formativo Attivo), con attività didattiche presso le università e tirocinio pressole scuole, organizzato dalle università in accordo con le direzioni scolastiche regionali, anch’esso a numero chiuso, al termine del quale si acqui-sisce l’abilitazione all’insegnamento per una specifica classe.

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nere la qualifica professionale di psicologo, i laureati inpsicologia che hanno completato gli studi devono svol-gere un periodo di pratica supervisionata per esercitarein modo indipendente come psicologi (EuroPsy).Il training professionale (praticantato) appare oggil’anello più debole della filiera formativa, essendo per lopiù i corsi di laurea orientati allo sviluppo di conoscenzee abilità di base e specialistiche che non sempre si tra-ducono in acquisizione di competenze professionalitrasversali e abilitanti. In estrema sintesi, mentre le co-noscenze riguardano il sapere e le abilità il saper fare,le competenze concernono le capacità di usare consa-pevolmente ed efficacemente le conoscenze e le abilitàin rapporto a specifici contesti professionali. Tali com-petenze professionali abbozzate a partire dai corsi ma-gistrali potrebbero essere perfezionabili tramite suc-cessivi master o attività formative di terzo livello, qualile scuole di specializzazione o i dottorati di ricerca. Data l’estrema variabilità delle esperienze attualmenteesistenti a livello regionale il gruppo di lavoro Ordine-Università si è posto l’obiettivo di rappresentare unospazio di elaborazione e verifica condivisa e di propo-sta nei confronti dei Ministeri di riferimento, nella dire-zione di una maggiore trasparenza e accountability delprocesso formativo, secondo una logica di qualità cheprivilegia il radicamento territoriale e la crescita compe-titiva delle autonomie universitarie. Il gruppo di lavoro ha iniziato con il prendere in consi-derazione l’intero processo formativo che dall’accesso,tramite i percorsi di studio, conduce al tirocinio e all’abi-litazione, senza trascurare la formazione di terzo li-vello (dottorati, scuole di specializzazione e master) elo sviluppo professionale continuo, in modo tale dacoinvolgere e responsabilizzare tutti coloro che a li-vello accademico e professionale contribuiscono com-plessivamente alla formazione dei nostri futuri colleghi. A tal fine si è ritenuto opportuno individuare alcuni stan-dard minimi di riferimento per rendere i corsi di studiocomparabili, compatibili e trasparenti, salvaguardandola autonomia locale e stimolando la capacità di innova-zione di ciascuna sede. È apparso da tutto principio evi-dente che al di la delle comuni appartenenze alle classidi laurea i corsi di studio si diversificano da sede a sede,già a partire dai criteri utilizzati per l’ammissione, pro-seguendo con le offerte didattiche, sino a privilegiare dif-ferenti modalità di riconoscimento dei tirocini professio-nalizzanti e eterogenei criteri di valutazione delle proveper gli Esami di Stato. Allo stato attuale ciò non fa altroche alimentare frequenti “viaggi della speranza”, tesi adindividuare i luoghi di minore resistenza, che rappresen-tano il miglior lasciapassare per una più veloce immis-sione nel mondo del lavoro, senza alcuna garanzia diuna adeguata qualità formativa e professionale. Qua-

lità che non è detto risieda nei percorsi più duraturi, dalmomento che sempre più frequentemente si registranoagli Esami di Stato elevate percentuali di insuccessi, an-che da parte di chi si è laureato brillantemente con ilmassimo dei voti e/o ha portato a compimento il tiroci-nio annuale post-laurea con ottime valutazioni. La qualificazione del tirocinio formativo e professiona-lizzante (praticantato) rappresenta oggi la sfida più im-pellente, considerato che a partire dai corsi di studio leesperienze pratiche guidate dovrebbero essere nonsolo previste, ma anche supervisionate e certificate. Taliattività oltre ad essere coerenti con il percorso forma-tivo intrapreso devono essere declinabili in termini dicompetenze di base (comuni a tutti i percorsi) e speci-fiche (relative al percorso formativo scelto), anche al finedi differenziare l’offerta formativa e agevolare la mobi-lità degli studenti. I laboratori di ricerca e le cliniche a livello universitario,i servizi sociosanitari, gli ospedali, gli studi, le aziende,le scuole, le agenzie, i tribunali, i centri di accoglienza,le palestre, e quanto altro a livello professionale esistedove si esercita la professione psicologica, dovrebberodiventare dei contesti di apprendimento situato, percompiti specifici e ben documentati, secondo buoneprassi di qualità. Tali attività dovrebbero essere affidatea persone professionalmente esperte, appositamenteformate, che possano trasmettere e condividere cono-scenze, strumenti e pratiche, rappresentando al tempostesso per gli studenti utili punti di riferimento per la co-noscenza e la costruzione di un’identità professionale. Le attività di tirocinio dovrebbero favorire e svilupparela capacità di esercitare sotto supervisione, di rifletteresu e discutere di attività proprie e di altre persone, di ini-ziare a lavorare in un setting con altri colleghi e profes-sionisti. Ne sono un esempio le attività di laboratorio oinsegnamento, comunque denominate, fondate sulladeontologia e normativa professionale, che abituano glistudenti ad interrogarsi criticamente e a porsi corretta-mente nei confronti dei propri interlocutori, siano essiclienti, datori di lavoro o colleghi. Laboratori o insegna-menti di deontologia professionale, che, pur attivati inmolte sedi, non sono ancora inseriti a regime in tutti gliordinamenti didattici, nonostante sempre più frequente-mente si osservi l’incapacità dei professionisti di tra-durre in norme di comportamento quanto previsto dalcodice deontologico. Spesso la mancanza di riferimentiper l’azione professionale genera ingenuità e violazioniche potrebbero essere limitate se tali competenze fos-sero formate da tutto principio. Si tratta di stabilire come incentivare l’adozione di buonepratiche che possano virtuosamente innescare dei pro-cessi di cambiamento nel medio-lungo termine. Un’ipo-tesi potrebbe essere quella di legare tali pratiche ai ti-

Gruppi di lavoro

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Gruppi di lavoro

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rocini di formazione-orientamento, che – oltre a ricono-scere un contributo minimo al tirocinante – consen-tono di avvicinare l’esperienza formativa al mondo dellavoro. Al riguardo occorre tenere presente che ac-canto a buone prassi si registrano, tuttavia, fenomeni dipreoccupante degenerazione dei tirocini formativi e diorientamento che, non di rado, sono utilizzati come ca-nale di reclutamento di forza lavoro a basso costosenza alcuna valenza formativa o anche solo di vero eproprio orientamento. Per questi motivi uno sforzo con-diviso con periodiche valutazioni delle strutture acco-glienti e dei tutor aziendali disponibili potrebbe ridurreil pericolo di queste derive. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di affidare aprofessionisti accreditati (vedi oltre: supervisori) speci-fici incarichi di insegnamento, finalizzati allo sviluppodelle competenze deontologiche e professionali. Ulte-riore ipotesi potrebbe essere quella di adoperarsi per di-stinguere sul piano formativo oltre che organizzativo, leattività di tirocinio formativo da quelle professionaliz-zanti, che allo stato attuale impegnano il laureato per unanno dopo la laurea. Una volta stabilite le competenzeformabili tramite le due tipologie di attività e sulla basedi approfondite sperimentazioni verificatene il loro sod-disfacente conseguimento, si potrebbe pensare di mo-dulare diversamente la loro connessione, anche preve-dendo una maggiore integrazione del praticantato all’in-terno del percorso curriculare. Oltre ai risultati di apprendimento attesi (cd. Descrittoridi Dublino), occorre interrogarsi su quali competenze glipsicologi devono possedere per poter esercitare informa autonoma; se tali competenze devono essere lestesse per tutte le aree di pratica professionale; comequeste competenze devono essere formate, consoli-date e rendicontate così come previsto dal diplomasupplement e a livello europeo dalla certificazione Eu-roPsy e dal progetto Tuning. Il supplemento al diploma è la certificazione integrativadel titolo conseguito al termine di un corso di studi inuna università o in un istituto di istruzione superiore. Èun certificato che fornisce la descrizione, secondo unmodello condiviso, della natura, del livello, del contesto,del contenuto e dello status degli studi effettuati e com-pletati da ciascuno studente. Il Diploma Supplement èstato sviluppato per iniziativa della Commissione Euro-pea, del Consiglio d’Europa e dell’Unesco/Cepes emira a superare gli ostacoli che non permettono l’ade-guata spendibilità e il riconoscimento dei titoli di studio.Il Diploma Supplement facilita la valutazione dei per-corsi di studio e favorisce la mobilità internazionale distudenti e lavoratori. Contiene solo dati ufficiali sulla car-riera dello studente, con esclusione di valutazioni di-screzionali, dichiarazioni di equivalenza o suggerimenti

relativi al riconoscimento, e serve a rendere più traspa-rente lo stesso titolo perché lo integra con la descrizionedel curriculum di studi effettivamente seguito, rendendocosì più agevole il riconoscimento accademico e profes-sionale dei titoli italiani all’estero e la libera circola-zione internazionale dei nostri laureati(http://www.miur.it/0002Univer/0023Studen/0831Diplom/index_cf2.htm).

La Certificazione europea in psicologia, EuroPsy, pro-mossa dallʼEuropean Federation of Psychologists ̓As-sociations (EFPA), è finalizzata a sviluppare un quadrodi riferimento comune per la formazione accademica eprofessionale degli psicologi, secondo standard di qua-lificazione condivisi a livello europeo. La Certificazione europea in psicologia rende noto aclienti, datori di lavoro e colleghi che uno psicologo haacquisito le competenze necessarie per fornire presta-zioni psicologiche di qualità. Per questi motivi EuroPsypuò facilitare la mobilità e il mutuo riconoscimento dellecompetenze professionali degli psicologi in Europa. Allo stato attuale EuroPsy può essere considerata una“Professional Card” così com’è intesa dalla Direttiva2005/36/EC (art. 32 e 33), che può facilitare la mobilitàprofessionale, accelerando lo scambio di informazionitra i paesi membri. La certificazione di base EuroPsyprevede l’indicazione di un ambito specifico di compe-tenza (clinica e salute, educazione, lavoro e organizza-zioni, altro). Tale certificazione può essere seguita omeno da un’ulteriore certificazione specialistica. Attual-mente in fase di sperimentazione avanzata vi sonoquella in Psicoterapia e in Psicologia del lavoro e delleorganizzazioni. (http://www.inpa-europsy.it/).

Il progetto Tuning è teso ad armonizzare la formazioneaccademica e professionale, stabilendo dei punti di ri-ferimento, espressi in termini di risultati di apprendi-mento (learning outcomes) e competenze (competen-ces), per rendere i corsi di studio comparabili, compa-tibili e trasparenti e migliorare la qualità di tutto il per-corso didattico. I risultati di apprendimento consistonoin asserzioni di ciò che ci si aspetta che lo studentedebba conoscere, comprendere ed essere in grado didimostrare alla fine di un processo di apprendimento. Lecompetenze rappresentano una combinazione dina-mica di attributi cognitivi e meta cognitivi, relativi alle co-noscenze e sue applicazioni, alle attitudini e responsa-bilità personali e sociali. La metodologia Tuning con-sente di sintonizzare i curricula, salvaguardando la au-tonomia e stimolando la capacità di innovazione di cia-scuna sede. Il progetto Tuning distingue le competenzein specifiche (subject specific) e generali o trasferibili(generic). Queste ultime a loro volta distinte in compe-tenze strumentali (capacità cognitive, metodologiche,

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tecnologiche e linguistiche), competenze interperso-nali (capacità di interazione sociale e cooperazione) ecompetenze sistemiche (combinazione di compren-sione, sensibilità e conoscenza).(http://www.unideusto.org/tuningeu/images/stories/doc-uments/General_Brochure_Italian_version.pdf9)

Al di là delle differenze terminologiche e dell’enfasi ri-posta sui processi di formazione vs. professionalizza-zione, ciò che tali iniziative sottolineano è l’esigenza diaffiancare allo sviluppo delle conoscenze e delle abilità,la formazione e sviluppo di competenze, generali especifiche, tramite la valorizzazione delle attività di ti-rocinio formativo e professionalizzante. Ciò che caratterizza il tirocinio professionalizzate ri-spetto alle precedenti attività pratiche e di tirocinio for-mativo è il fatto che si tratti di un lavoro semi-indipen-dente svolto come psicologo, sotto supervisione in unsetting professionale. Non a caso più che di tirocinantesi parla nei documenti europei di professionista-in-trai-ning. Questo tipo di formazione è essenziale per otte-nere la qualifica professionale di psicologo, dal mo-mento che i laureati in psicologia che hanno completatogli studi senza un periodo di pratica supervisionata nonpossono in Europa essere considerati qualificati peresercitare in modo indipendente come psicologi e nellalegislazione italiana non possono accedere all’Esame diStato, al fine di conseguire l’abilitazione professionale.Gli Ordini professionali in accordo con le Universitàpossono contribuire a migliorare la qualità del tirocinioprofessionalizzante (“praticantato”), mettendo a dispo-sizione Supervisori, appositamente formati e struttureaccreditate, ove si possa svolgere il periodo di praticasupervisionata, all’interno di una particolare area dipsicologia professionale, al fine di prepararsi per l’eser-cizio indipendente della professione, sviluppando ruolilavorativi come psicologo professionista e consolidandol’integrazione di conoscenza teorica e pratica. L’Ordinedegli Psicologi, può contribuire a rendere l’esperienzadel tirocinio professionalizzante parte integrante delpercorso formativo istituendo protocolli e convenzionicon l’Università che possano offrire spazi pre-ordinatiper la professionalizzazione. In accordo anche con lesocietà scientifiche professionali si potrebbe creareuno schema di convenzione standard per ciascunaarea professionale nel quale sia specificato quali tipo-logie di attività sono previste per il tirocinio e qualepeso assumono nel praticantato, quali attività devesvolgere il supervisore, quante ore di supervisione oc-corrono al fine di rendere i percorsi formativi e profes-sionali più o meno confrontabili sul piano delle cono-scenze e delle competenze acquisite, oltre che sulla du-rata e modalità di accesso.

Il tirocinio, se professionalizzante, deve essere coerentecon il percorso di studi e nell’esame di Stato, che si au-spica riformato, sarebbe opportuno valutare da tuttoprincipio le competenze professionali acquisite tramiteil praticantato, piuttosto che le conoscenze valutatetramite la capacità di svolgere dei temi. L’Esame di Stato dovrebbe dedicare una maggiore at-tenzione agli aspetti deontologici e professionali, favo-rendo un maggiore coinvolgimento, diretto ed indiretto,di quanti hanno partecipato al processo formativo dellafutura psicologa, sia in qualità di accademici che diprofessionisti. A tal fine sarebbe opportuno introdurre –così come ha fatto il Friuli Venezia Giulia – quanto ri-chiesto da EuroPsy in merito alla specifica e analiticavalutazione da parte del supervisore delle competenzematurate dal professionista-in-training. Ciò al fine di for-nire indicazioni sulle eventuali aree di miglioramento.L’esame di Stato, purché riformato, semplificato e reso piùoperativo in termini procedurali, potrebbe rappresentareuna prima verifica della qualità del percorso formativo eprofessionale. Gli Ordini professionali in accordo con leUniversità, dovrebbero a livello territoriale tramite appositecommissioni paritetiche recepire ed adattare le linee guidache il gruppo di lavoro Ordine-Università potrebbe elabo-rare in termini di proposte, specificando ad esempio alcunicriteri minimi di riferimento e di valutazione per le prove de-gli Esami di Stato, da esplicitare e condividere con gli in-teressati così come auspicato attualmente da alcuni Or-dini territoriali (es. Piemonte e Toscana). Infine, il gruppo di lavoro Università ritiene opportuno ap-profondire la formazione dei supervisori, anche tramite ap-posite ricognizioni dell’esistente, al fine di predisporrespecifici corsi di aggiornamento da svolgersi con il contri-buto dei soggetti interessati allo sviluppo professionalecontinuo, che possano migliorare le competenze richie-ste, sensibilizzare alle tematiche deontologiche, incenti-vare le buone pratiche professionali e favorire una mag-giore integrazione con il percorso formativo e curriculare. Al fine di agevolare questa transizione risultano priori-tarie alcune indagini a campione in merito a: a) strut-ture accreditate; b) competenze formate anche al finedi valutare l’efficacia e l’efficienza del percorso forma-tivo; c) persistenza delle competenze dei supervisori.Una volta stabilite le competenze necessarie e i requi-siti professionali sarebbe auspicabile istituire un ElencoNazionale dei supervisori accreditati, secondo para-metri standard, ovvero una short list di docenti e super-visori che sia aperta, pubblica, rinnovabile al fine di agiresulla qualità della formazione e sulle competenze pro-fessionali di tutti gli psicologi.

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Psicologi e certificazioni dei macchinisti di locomotoriIl giorno 30 dicembre 2010 è stato emanato il DecretoLegislativo n. 247/2010 di “Attuazione della direttiva2007/59/CE relativa alla certificazione dei macchinistiaddetti alla guida di locomotori e treni sul sistema fer-roviario della Comunità Europea. Il Decreto Legislativocon la sua pubblicazione sulla GU n. 16 del 21.01.2011è entrato in vigore dal giorno successivo alla sua pub-blicazione. Questo testo che ha avuto un lungo e tra-vagliato percorso sia nel Parlamento e nel Consiglio Eu-ropeo, sia nella sua attuazione in Italia, è stato svilup-pato nell’ambito delle Direttive europee tese a rilanciareil traffico ferroviario in tutti in paesi della Comunità edin particolare ha lo scopo di agevolare la mobilità deimacchinisti fra gli Stati membri e da una impresa fer-roviaria all’altra (riconoscimento delle licenze e dei cer-tificati, ecc.). Con l’obiettivo di aumentare la libera cir-colazione ed il loro impiego si è puntato a preservareil livello di sicurezza nel sistema ferroviario comunita-rio e quindi sono stati anche definiti i requisiti minimidel personale di condotta dei locomotori, sia fisiciche psicologici. All’articolo 10, punto 1 C, e nell’art. 15è chiaramente indicato il ruolo dello psicologo nel rila-scio della certificazione di idoneità psicoattitudinale infase di assunzione e durante il periodo di attività deimacchinisti. Nell’Allegato 3° punto 2.2 sono inveceelencati requisiti psicologici, attitudini operative indivi-duate per questo tipo di attività di sicurezza (cognitive,di comunicazione, psicomotorie) e fattori di persona-lità. Pur considerando la attuale limitata ricaduta intermini occupazionali è importante far presente un

obiettivo essenziale che è stato raggiunto con l’au-silio del Consiglio Nazionale degli Psicologi: la pre-senza della figura dello psicologo che in modo auto-nomo definisce la parte psicoattitudinale dell’idoneitàmedico legale in ambito ferroviario. È quindi prevedi-bile che tale impostazione si estenda successivamenteall’intero personale coinvolto in attività di sicurezza inambito ferroviario.

Franco Amore e Claudio Signoretti(Fonte: sito Ordine Psicologi Nazionale)

Psicologi del traffico e sicurezza viariaDopo anni di interventi, audizioni e protocolli d’intesa fi-nalmente arriva un importante riconoscimento per la no-stra professione nell’ambito della psicologia del trafficoe della sicurezza viaria. Si tratta del DM n.17/2011 “Re-golamento recante la disciplina dei corsi di formazionee procedure per l’abilitazione di insegnanti ed istruttoridi autoscuole”il quale prevede che nei corsi di forma-zione per gli insegnanti e gli istruttori delle autoscuolesiano previste rispettivamente 15 ore e 10 ore di do-cenza riservate allo Psicologo.

Psicologi e stress lavoro correlatoCon il Dlgs. 81/2008 e successive modificazioni è statosancito l’obbligo della valutazione dello stress da lavorocorrelato nelle aziende. Pur non essendo definita la fi-gura professionale dello psicologo, quale professionistaesperto in questa materia, si possono ricercare diversiambiti di applicazione operativa e professionale. In sin-tesi la normativa prevede degli interventi di valutazionesuddivisi per fasi, la prima fase preliminare è orientataa rilevare gli indicatori aziendali oggettivi di rischio uni-

Sviluppodella Professione e nuove opportunità

di Paolo FusariCoordinatore Gruppo di lavoro sviluppo professionee nuove opportunità CNOPPresidente Ordine Psicologi del Friuli Venezia Giulia

Si riportano di seguito alcune prime recenti informazioni su alcuni spazi professionali per la profes-sione psicologica. Diverse notizie qui riportate sono state anche già diffuse attraverso il sito nazionaledel Consiglio nazionale degli Psicologi. Si riassumono qui per facilità di utilizzo e di visione.

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tamente agli aspetti relativi al contenuto ed al contestodel lavoro. La seconda fase invece, necessaria ed ob-bligatoria in caso di rilevazione di fattori di rischio dastress significativi emersi dalla prima fase, prevedeuna rilevazione più soggettiva sulla percezione dei la-voratori rispetto allo stress. È soprattutto in questa se-conda fase che lo psicologo può fornire utili e qualificaticontributi professionali. Non è comunque escluso l’in-tervento dello psicologo, esperto in psicologia del la-voro, anche nella fase precedente o in altri interventi dirilevazione del benessere organizzativo o del climaaziendale.Vi segnaliamo un interessante documento dell’Ordinedegli Psicologi dell’Emilia Romagna che indica in modochiare le direttrici e le buone prassi per gli psicologi cheintendono occuparsi di tali argomenti. Il documento, informa integrale è scaricabile dal nostro sito.

BUONE PRATICHE DI INTERVENTO SULLO STRESSLAVORO CORRELATO1

Orientamenti per gli Psicologi in merito allevalutazioni e agli interventiprevisti dal Dlgs. 81/2008

Tratto da: http://www.ordpsicologier.it/

1 Il gruppo di lavoro composto dal prof. Guido Sarchielli, dal Prof.Marco Depolo, dal Dott. Federico Ricci, nominato dal Consigliodell’Ordine degli Psicologi della Regione Emilia-Romagna, conDelibera del 12 dicembre 2008, ha elaborato il presente documentodi orientamento per le “Buona pratiche di intervento sullo stress lavo-ro-correlato”, in relazione al mandato ricevuto di fornire indicazionioperative per affrontare con adeguatezza le valutazioni e gli altriinterventi previsti dal D.Lgs 81/2008.

Psicologi e Farmacie un contributodell'Ordine dell'UmbriaNel corso della 2° edizione della “Settimana del be-nessere psicologico in Umbria: Lo psicologo al serviziodel cittadino” è stato sperimentato il “PROGETTO PSI-COLOGO IN FARMACIA” con l’erogazione servizio diconsulenza psicologica gratuita, promosso dall’Ordinedegli Psicologi dell’Umbria, in collaborazione con l’Or-dine dei Farmacisti della Provincia di Perugia.Le farmacie del territorio rappresentano il presidio di sa-lute pubblica di più facile accesso al cittadino con do-manda di salute, per la diffusione capillare sul territorioe la prossimità agli utenti. Il progetto ha avuto lo scopo di promuovere il benes-sere individuale e collettivo con il contributo delle com-petenze professionali dello psicologo in un’ottica mul-tidisciplinare, potenziando il servizio di accoglienza e di

ascolto che le farmacie già svolgono sistematicamenteed il servizio di partecipazione delle farmacie ai pro-grammi di educazione sanitaria e prevenzione introdottodalla recente normativa (L.69/09).Si tratta di uno spazio di ascolto e orientamento perchiunque si trovi in situazioni di difficoltà e disagio psi-chico, per intercettare i bisogni della gente e trovare ri-sposte scientifiche adeguate per recuperare l’equilibriointeriore. Il servizio si fa interprete del disagio dei citta-dini e media tra essi ed i servizi sanitari, laddove moltepersone non sanno a chi rivolgersi quando sono colpiti,personalmente o indirettamente, da un disagio psicolo-gico.Gli obiettivi del progetto “Lo psicologo in farmacia”sono:• contribuire alla promozione della rete delle farmacie

come punti di eccellenza sul territorio per la salute enei programmi di educazione sanitaria e preven-zione;

• contribuire alla realizzazione di azioni concrete disalutogenesi attraverso la prevenzione psicologica ela promozione del benessere, occupandosi dellamente come già si fa per il corpo;

• contribuire a rendere sempre più usufruibili i serviziindirizzati al miglioramento del benessere psicolo-gico;

• fornire una prima consulenza al disagio psicologicoper cui non viene richiesto aiuto, accogliendo l’utenza, per evitare che semplici disagi, a cui si pos-sono dare risposte immediate, rischino di psichiatriz-zarsi e di diventare più gravi;

• offrire supporto psicologico ai problemi famigliari (acoppie e famiglie) ed alla genitorialità;

• effettuare un corretto invio ai servizi sanitari di com-petenza del territorio;

• informare sugli interventi terapeutici di validità scien-tifica: farmaci, interventi psicosociali, individuali e digruppo, quali psicoterapia, psicoeducazione, riabili-tazione e insegnamento di abilità sociali ed anche lapartecipazione a gruppi di mutuoaiuto.

Sono state 52 le farmacie coinvolte nella sola provinciadi Perugia, 130 le consulenze effettuate in 6 giorni,prevalentemente per vissuti depressivi (24%), disturbid’ansia (20%). La richiesta di consulenza proviene perl’80% da donne, da persone coniugate per il 55%, diprofessione impiegato. La soddisfazione del servizio èstata del 96%, sia in riferimento alla locazione che al-l’utilità/opportunità.

Imma TomayPresidente Ordine degli Psicologi dellʼUmbria

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Gruppi di lavoro

La Professione di Psicologo n. 02/2011

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Lo Studio di Settore per gli Psicologi viene applicatoalla categoria di liberi professionisti per la prima

volta sui redditi conseguiti nel 2000. Successivamente,dopo vari monitoraggi, interventi e modifiche, si arrivaalla revisione triennale di quest’anno, il 2011. Agli incon-tri di revisione previsti, dove ho partecipato come refe-rente nazionale dell’Ordine per la categoria, ho presen-tato, insieme al consulente commercialista del consiglionazionale dell’Ordine, alcuni rilievi relativi alle problema-tiche che lo psicologo libero professionista si trova ad af-frontare quotidianamente nella propria attività. Una dellecriticità è stata l’elevato numero di fatture emesse da col-leghi, psicologi e psicoterapeuti, con la dicitura “psicote-rapia” nella descrizione delle attività, sebbene siano ef-fettuate “consulenze psicologiche” o “sostegno psicolo-gico”, o “colloqui di orientamento psicologico”. Tutte que-ste attività, come noto, sono pacificamente considerateesenti Iva in base all’articolo 10, comma 1 del D.P.R.633/72 in quanto prestazioni sanitarie, ma non sempree non da tutti vengono invece considerate oneri detrai-bili, ai sensi dell’art. 15 del Tuir, nella dichiarazione deiredditi personale dei clienti dei colleghi. Questi, infatti,condizionati da una sorta di “credenza collettiva”, soste-nuta da quasi tutti i loro commercialisti o dai Caf a cui sirivolgono, affermano che le prestazioni dello psicologonon possono essere considerate, nella propria dichiara-zione dei redditi, oneri detraibili quali prestazioni sanita-rie. La conseguenza di questa “credenza collettiva” ge-nera due fattispecie di problemi: psicologi che, non es-sendo psicoterapeuti, si vedono “depennati” dai poten-ziali utenti, e psicologi-psicoterapeuti che, fatturandocome psicoterapia la prestazione psicologica, vengonoautomaticamente inseriti, all’interno dello studio di settorerelativo all’attività svolta da psicologi, nei “clusters” deiprofessionisti che esercitano prevalentemente attivitàpsicoterapeutica, clusters abbinati ad un intervallo di

reddito di riferimento più elevato rispetto a quelli relativialle altre tipologie di prestazioni svolte dallo psicologo.Dunque, utilizzando a supporto anche le simulazioni delsoftware Gerico, in sede di revisione del nostro studio disettore, abbiamo ribadito che questa problematica con-figura presunzioni di reddito maggiori rispetto a quantoinvece frequentemente dichiarato, comportando così ri-petute situazioni di non coerenza e/o di non congruenza,con conseguente probabile accertamento da parte del-l’autorità fiscale.È pertanto con soddisfazione che, come Consiglio Na-zionale dell’Ordine, abbiamo accolto la circolare n. 20/Edel 13 maggio scorso dove, a pag. 36, punto 5.15 -Spese per sedute di psicoterapia, dove l’Agenzia Nazio-nale delle Entrate conferma la detraibilità come spesesanitarie per entrambe le prestazioni, sia psicologicheche psicoterapeutiche(http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/wcm/connect/09dab60046d6cf2789bfd965fb832624/Circolare+20e.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=09dab60046d6cf2789bfd965fb832624)Di seguito lo stralcio della circolare:5.15 Spese per sedute di psicoterapiaD: Nellʼelenco delle figure professionali e delle arti ausiliarericonosciute dal Ministero della Salute le figure del medicochirurgo, dellʼodontoiatra, del veterinario, dello psicologo- psicoterapeuta e del farmacista sono riportate in una ta-bella distinta rispetto a quelle indicanti le figure professio-nali di cui al DM 29 marzo 2001. Si chiede di sapere sesia corretto ritenere appartenenti alla stessa categoria pro-fessionale il medico chirurgo e lo psicologo, con la conse-guenza che anche per le prestazioni rese da questi ultiminon sia necessario richiedere la prescrizione medica.  R: Il Ministero della Salute ritiene equiparabili, ai finiche in questa sede interessano, le prestazioni professio-nali dello psicologo e dello psicoterapeuta alle presta-

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Studi di settore

La Professione di Psicologo n. 02/2011

Buone notizieper i liberi professionisti

di Marco NicolussiRappresentante CNOP Studi di settore Agenzia delle EntratePresidente Ordine Psicologi del Veneto

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zioni sanitarie rese da un medico, potendo i cittadini av-valersi di tali prestazioni anche senza prescrizione me-dica. È pertanto possibile ammettere alla detrazione dicui allʼart. 15, comma,1 lett. c), del TUIR le prestazionisanitarie rese da psicologi e psicoterapeuti per finalità te-rapeutiche senza prescrizione medica.

Insieme a questo chiarimento è precisato che, aspettoassai importante per l’autonomia professionale, en-trambe le prestazioni di psicologo e di psicoterapeuta,sono ammesse alla detrazione senza la necessità diavere la prescrizione medica.

Ritengo pertanto alquanto positivo quanto specificatodall’Agenzia delle Entrate anche per possibili e auspicatisviluppi come, per esempio, il dibattito in corso con lecompagnie assicurative che richiedono la prescrizionemedica per poter rimborsare la psicoterapia effettuata dapsicologi, insieme alle compagnie assicurative che nem-meno rimborsano la psicoterapia, se questa è effettuatada uno psicologo.In conclusione, suggerisco di consegnare ai vostriclienti – e ai loro commercialisti e ai Caf di riferimento –lo stralcio della circolare in parola.

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Studi di settore

La Professione di Psicologo n. 02/2011

Ufficio comunicazione CNOP

Responsabile: Raffaele Felaco

Costituita a Istanbul lʼAssociazione Psicologi Italiani nel Mondo

Il giorno 7 luglio 2011, presso l'IstitutoNazionale per il Commercio Estero, il

Presidente del Consiglio Nazionale Giu-seppe Luigi Palma con Philip G. Zimbar-do, Professore Emerito di Psicologia allaStanford University, con il Prof. BernardoJ. Carducci, Indiana University Southeaste con il Prof. Giuseppe Costantino, Pro-fessore al Tour College di New York, han-no costituito lʼAssociazione Psicologi Ita-liani nel Mondo che intende perseguire iseguenti scopi:

• costituzione, coordinamento di una retedi psicologi italiani e di origine italiana;

• promuovere la cultura psicologica e lapratica della psicologia italiana e degliitaliani all’estero;

• stimolare e mantenere alti gli standardprofessionali e scientifici degli psicologi appartenenti alla cultura italiana;

• promuovere, implementare e finalizzare il contatto fra le associazioni degli psicologi italiani nel mondo, e i loroassociati su comuni temi di interesse scientifico e culturale;

• divulgare le notizie riguardanti la ricerca psicologica degli italiani attraverso appropriati strumenti di comunica-zione;

• organizzare congressi scientifici sull’eccellenza degli psicologi italiani nel mondo.

Nella foto i firmatari dell'Atto di costituzione, da sinistra: Giuseppe Costantino Professore al Tour College di NewYork, Girolamo Baldassarre Tesoriere del Consiglio Nazionale, Pierangelo Sardi Componente del comitato pro-motore ECP Milano 2015 e della Taskforce attuativa del documento "Il futuro dell'EFPA", Philip G. ZimbardoProfessore Emerito di Psicologia alla Stanford University, Giuseppe Luigi Palma Presidente del ConsiglioNazionale, Paolo Barcucci Segretario del Consiglio Nazionale, Vito Tummino Presidente FISP, Bernardo J.Carducci Professore dell'Indiana University Southeast, Antonio Telesca Vicepresidente del Consiglio Nazionale.

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I l giorno 30 dicembre 2010 è stato emanato il DE-CRETO LEGISLATIVO n. 247 di “Attuazione della

direttiva 2007/59/CE relativa alla certificazione deimacchinisti addetti alla guida di locomotori e treni sulsistema ferroviario della Comunità Europea” che èentrato in vigore il 22.01.2011. In altri termini il pre-sente Decreto legislativo in Italia recepisce la norma-tiva comunitaria relativa ai macchinisti dei treni pas-seggeri e merci.L’attuazione della Direttiva 2007/59/CE è un passoavanti verso l’integrazione dei sistemi ferroviari. È l’ul-tima di una serie di iniziative volute in seno allaComunità europea per il raggiungimento, attraversol’apertura dei mercati nazionali del trasporto su ferro,di uno spazio integrato e di un autentico mercato com-petitivo all’interno dell’Unione europea. Per questo èstata necessaria una armonizzazione tecnica deisistemi ferroviari e lo sviluppo dei principali assi dicomunicazione Nord-Sud, Est-Ovest, con migliori col-legamenti tra l’Europa e i mercati vicini. I passaggifondamentali sono stati: l’apertura alla competizionedel mercato relativo ai trasporti su rotaia, il migliora-mento dell’interoperabilità e della sicurezza delle reti,lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto. Le primedirettive hanno gettato le basi per l’apertura alle impre-se private attraverso la separazione tra i Gestori delleinfrastrutture e le Imprese di trasporto. Le successiveDecisioni sulla interoperabilità e sulla sicurezza hannofatto in modo di creare dei sottosistemi normativi estrumentali compatibili in tutta Europa superando difatto le limitazioni tecnologiche che creavano dellebarriere ai confini. Infine la Direttiva 2007/59/CE, con-cernente la certificazione dei macchinisti addetti allaguida di locomotori e treni sul sistema ferroviario della

Comunità Europea, delinea un nuovo mercato doveanche il personale che li conduce potrà lavorare libe-ramente, spostandosi da un paese all’altro ed anche,volendo, cambiare Impresa Ferroviaria conservandola propria Licenza. Per completezza dobbiamo anchefar riferimento alla precedente emanazione dellaSpecifica Tecnica di Interoperabilità “Esercizio eGestione del traffico”, prevista da una delle Direttive diinteroperabilità, che fissa i requisiti di salute e sicurez-za del personale (vedi punto 4.7 della stessa). In que-st’ultima sono state infatti indicate le professionalitàdel personale che esegue gli esami fisici e psico-atti-tudinali richiesti per assicurare la sicurezza del tra-sporto ferroviario in Europa.Quindi come vediamo più norme concorrono alla defi-nizione delle condizioni di salute e sicurezza del per-sonale che contribuisce al funzionamento ed allamanutenzione del trasporto su rotaia.Tutta questa cornice, prima tecnico-scientifica e poinormativa, ha informato il Decreto Legislativo 30dicembre 2010, n. 247 di attuazione della Direttiva2007/59/CE ora presentato.Fra i requisiti minimi che il personale di condotta deilocomotori deve osservare per ottenere una Licenzasono riportati anche quelli fisici e psicologici; è impor-tante sottolineare come nell’articolo 10, punto 1 c), enell’articolo 15, è chiaramente indicato il ruolo dellopsicologo, che deve appartenere alle strutture autoriz-zate al rilascio della certificazione di idoneità psicoat-titudinale in fase di assunzione e durante il periodo diattività dei macchinisti; attualmente la DirezioneSanità del Gruppo FS e i servizi medico legali delleASL. Nell’Allegato III al punto 2.2 sono invece elenca-ti i requisiti psicologici individuati per questo tipo diattività di sicurezza: attitudini operative (cognitive, dicomunicazione, psicomotorie) e fattori di personalità.

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Nuove normative e certificazioni psicologiche

La Professione di Psicologo n. 02/2011

Il decreto Legislativo 30dicembre 2010 n° 247

di F. Amore* e C. Signoretti*

* Psicologi - Esperti in psicologia del traffico ferroviario.

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Pur considerando l’attuale limitata ricaduta in terminioccupazionali è importante far presente un obiettivoessenziale che è stato raggiunto dopo anni di lavoroed anche con l’ausilio del CNOP: la presenza dellafigura dello psicologo che in modo autonomo definiscela parte psico-attitudinale dell’idoneità medico legalein ambito ferroviario.

Lʼambito di intervento e gli strumenti previstiCome abbiamo anticipato sopra nel testo del D.Lgs.all’art. 10, punto 1 c), è indicato che il macchinista infase di assunzione, oltre i requisiti fisici indicati nelpunto b), deve:“dimostrare la propria capacità psico-attitudinaleall’esercizio della professione tramite una certifica-zione rilasciata da uno psicologo appartenente aduna delle strutture mediche di cui alla lettera b), abi-litato all’esercizio della professione ed iscritto all’al-bo professionale. L’esame per il rilascio di detta certificazione deveaccertare i requisiti indicati nell’allegato III, punto 2.2tramite adeguati test psicoattitudinali”; dove il succes-sivo punto 2.2 dell’allegato recita: “Nel determinare ilcontenuto della valutazione psicologica, l’esame deveaccertare che l’aspirante macchinista non abbia defi-cit psicologici individuati ai fini dell’esercizio della pro-fessione, specie a livello di attitudini operative (cogni-tive, di comunicazione e psicomotorie) o fattori impor-tanti di personalità, che potrebbero interferire con losvolgimento sicuro dei compiti.”Mentre nell’art.15, quello relativo alle Verifiche perio-diche, viene precisato che: “1. Affinché la licenza conservi la sua validità, il titola-re è sottoposto agli esami periodici per la verificadella persistenza delle condizioni di idoneità di cuiall’art. 10, comma 1, lettere b) e c). I controlli relativi airequisiti medici sono effettuati dai soggetti di cui alpredetto art. 10, comma 1, lettere b) e c), secon-do le periodicità specificatamente previste dall’Agen-zia.” (Dove il punto c’è quello che si riferisce all’inter-vento degli psicologi. Ndr)Quindi è facile osservare come, oltre il preciso richia-mo al coinvolgimento della nostra professionalità, incoerenza con la norma l’esame è espressamente fina-lizzato a saggiare attraverso delle “prove oggettive”quattro aree relative alla Psicologia: psicomotoria,cognitiva e di comunicazione, di personalità. Per ren-dere però operativa la valutazione e definire i suoicontenuti abbiamo bisogno di riferirci ad un maggiorlivello di dettaglio. Per questo ci soccorre in primo luogo quanto indica-to nelle Specifiche Tecniche di Interoperabilità prece-dentemente menzionate. Infatti al punto 4.7.4.1.2.

dal titolo “Psychological assessment”, nel testo origi-nale pubblicato il 18.12.2006 nell’ Official Journal ofthe European Union, vengono meglio indicati i conte-nuti riferibili alle “attitudini operative”. Quelle cogni-tive: Attention and concentration, Memory,Perceptive capability, Reasoning, Communication;quelle psicomotorie: Speed of reaction, Gestured co-ordination ed infine quelle di personalità: Emotionalself control, Behavioural reliability, Autonomy,Conscientiousness. Dobbiamo poi sottolineare comequesto paragrafo si concluda con l’indicazione dellaprecisa responsabilità dello psicologo nella definizio-ne della batteria di prove: “If the psychologist omitsany of the above, the respective decision must bejustified and documented.” Per costruire una buonabatteria di test possiamo poi avvalerci, per un mag-gior chiarimento di queste indicazioni normative,delle “Linee Guida per la Valutazione psicologica deimacchinisti dei treni e dell’altro personale di sicurez-za”, pubblicate sul sito dell’ European Federation ofPsychological Associations (EFPA) nella sezionePsicologia del Traffico e sul sito del ConsiglioNazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP) nellasezione Linee Guida. Queste trattano dello scopodell’esame, delle competenze necessarie agli esami-natori, del processo di valutazione, dei criteri da esa-minare e delle garanzie per gli esaminandi.Le Linee guida sono state redatte dal gruppo di psico-logi, delle diverse compagnie di trasporto ferroviario,che dal 1999 ha ufficialmente collaborato, per la defi-nizione dei requisiti comuni tra da valutare per la salu-te del personale, con l’associazione Europea delleCompagnie di trasporto ed Infrastruttura (Communityof European Railway and Infrastructures Companies –CER) che li ha poi proposti nelle sedi istituzionalicomunitarie; tali indicazioni professionali sono statepoi recepite nelle prima citate Direttiva e SpecificheTecniche. Nel documento, che dobbiamo precisare non ha valo-re normativo ma indica i criteri condivisi da seguire peruna buona prassi, i temi sono stati ulteriormenteapprofonditi e se pur in modo non esaustivo qui vienerappresentato il punto, in questo momento, massimodi convergenza tra le pratiche in uso nelle strutture,nei diversi stati della Comunità europea, deputate avalutare l’idoneità psico-attitudinale del personale fer-roviario.In questo lavoro, condiviso dai rispettivi responsabilidelle risorse umane delle Compagnie rappresentate,al punto 4.5 sono infatti anche indicati i criteri (aspettida valutare), la loro definizione e suggerite alcunetipologie di strumenti:

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Nuove normative e certificazioni psicologiche

La Professione di Psicologo n. 02/2011

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Nuove normative e certificazioni psicologiche

La Professione di Psicologo n. 02/2011

Ci sembra interessante osservare come in buonasostanza si tratti di saggiare le capacità (psicoattitudi-nali) di prontezza di riflessi e relativo coordinamento,le tre aree dell’attenzione (divisa, concentrata, seletti-va), le capacità nel ragionamento di integrare informa-zioni percettive e verbali, di memoria a breve termine,di precisione nella comunicazione dei contenuti edalcuni aspetti della personalità. Sin dal 1999 nel lavo-ro iniziato dai medici e dagli esperti di HR per la CER,

proseguito con il gruppo Psicologi sempre della CERe verificato attraverso un convegno (Parigi 2005), lapresenza di questi “criteri di valutazione” è stata con-siderata, attraverso l’analisi dei compiti ed i confrontitra esperti, necessaria per poter evitare alcuni marca-ti e stabili deficit soggettivi che potessero compromet-tere lo svolgimento di tali lavori. Questo sia in fase diprima visita all’entrata in servizio che nei successivicontrolli medici periodici, o quando vi siano fondati

Criteria Definition Suitable assessment tools / methods

Speed of reaction quick and adequate response to simple Computer-based motor tests.and complex visual and acoustic stimuli

Gestured coordination appropriate and controlled movements Computer-based motor test.in response to any complex stimuli situation

Attention active perception and acknowledgment Computer-based sensory test.of stimuli and information

Concentration ability to receive and manage selected Computer-based sensory test.stimuli under time pressure

Perceptive capability to be able to maintain in memory a Computer-based sensory test.speed presentation of visual complex stimuli

Reasoning ability to manage perceptive and verbal Computer-based or paper and pencil information in order to deduce or infer mental test.

Memory ability to mentally maintain, for a short Computer-based or paper and pencil time, numeric and verbal information mental test.after a distraction

Communication ability to produce a clear and precise Computer-based mental test,message turned to a well defined aim interview.

Self control capability to keep the same level of Interview,performance when exposed to stressful events Personality inventory.

Behavioral reliability enforcement of safety procedures and rules Interview,Personality inventory.

Conscientiousness care for own safety performance Interview,Personality inventory.

Autonomy ability to work in an independent manner Interview,Personality inventory.

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motivi per supporre una mancanza dei requisiti minimipsico-attitudinali necessari allo svolgimento in sicurez-za dei compiti ferroviari. In questa pur sintetica rappresentazione della materiasi deve anche far cenno ad alcune caratteristichedistintive dell’esame psicologico che non possonoessere disattese quando questo viene effettuato inforza delle norme e delle indicazioni di buona prassianzidette, caratteristiche che sono tra loro strettamen-te collegate e definiscono l’oggetto ed il metodo dellapresente indagine psicodiagnostica effettuata daglipsicologi. In primo luogo ricordiamo che l’esame in questione èparte di una complessiva valutazione medico legale diidoneità, pertanto deve avere alcune peculiarità pro-prie di questo tipo di valutazioni: corrispondenza traquanto effettuato ed il dettato normativo di riferimento,oggettività metodologicamente possibile nella proce-dura e nel giudizio, uniformità di trattamento e valuta-zione per ogni soggetto esaminato. In questa linea èquindi implicitamente richiesta la piena sostenibilità eresponsabilità di ogni atto professionale eseguito e deirelativi giudizi emessi, in quanto questi possono inci-dere direttamente sul diritto del lavoratore.In secondo luogo è necessario ben distinguere l’og-getto di questo esame da quello tipico nella pratica diselezione del personale. Mentre in quest’ultima sivalutano le competenze dei candidati (sapere, saperfare, saper essere) nell’accertamento dei “criteri” psi-coattitudinali e di personalità degli assumendi o delpersonale in servizio si deve valutare l’assenza di defi-cit psicologici che possano limitare (interferire) con ilsicuro svolgimento dei compiti. Quindi non si tratta discegliere i migliori ma bensì di escludere, attraversoprocedure diagnostiche adeguate, i soggetti nei qualinon siano presenti i requisiti minimi ritenuti sufficienti.Al contempo le variabili oggetto di interesse non sonoquelle tipiche delle Competenze (ad esempio capaci-tà di lavorare in gruppo) ma sono strettamente legateal funzionamento psichico di base (reattività, attenzio-ne, ragionamento, controllo delle emozioni) e sonoquindi squisitamente patrimonio della Psicologiagenerale.In terzo luogo bisogna menzionare la necessità diaccurata e mirata definizione dei livelli di cut-off.Sappiamo infatti, in epidemiologia, della parzialesovrapposizione delle distribuzioni di frequenza deisoggetti sani e malati; pertanto anche qui a secondadella scelta di privilegiare, nei test, la “sensibilità”(identificazione dei veri positivi) o la “specificità” (iden-tificazione dei veri negativi) ne discende la determina-zione dei valori di cut-off e quindi del numero probabi-le dei falsi positivi e negativi con le conseguenti rica-

dute sulla gestione stessa del personale, sulla sicu-rezza dell’esercizio ferroviario e dei viaggiatori.Dobbiamo anche tenere nel dovuto conto che taledeterminazione deve contemperare la tutela del dirittoal lavoro del soggetto esaminato, che ha già superatoun iter di selezione od è in servizio attivo, con la fun-zione di “screening” delle prove finalizzate ad identifi-care una compromissione delle funzioni psichiche chepermettono uno svolgimento in sicurezza dei compiti.In questo senso dobbiamo considerare le valutazioniin oggetto eseguite non per un’ immediato scopo di“diagnosi differenziale” ma bensì per una valutazionediagnostica, comunque psicologica, ma di filtro cheescluda preventivamente, o in revisione, i soggetticon un marcato deficit od una franca limitazione.Infine un cenno al problema della falsificabilità dellerisposte. Trattandosi di soggetti la cui motivazione allavalutazione è estrinseca (obbligo di visita medica perassunzione o mantenimento dei compiti) non possia-mo ignorare la possibilità che gli esaminandi mettanoin atto tentativi di manipolazione migliorativi o netta-mente peggiorativi delle loro performance a secondadello scopo della specifica visita. In tal senso unaserie di accorgimenti tecnici e relazionali debbonoessere considerati ed approntati al fine di limitarne glieffetti.In conclusione ci sembra importante sottolinearecome questa tipologia di valutazione psicologica sipresenti complessa su due versanti: nel primo inquanto integra aspetti relativi alla caratterizzazionemedico legale delle visite con i riferimenti a normativeitaliane ed europee; nel secondo perché deve contem-perare esigenze non immediatamente sovrapponibiliperché relative da un lato al diritto al lavoro del singo-lo e dall’altro alla necessità di sicurezza, per se stes-so e gli altri, nello svolgimento dei suoi compiti legatialla circolazione dei treni.Infine vogliamo sottolineare come in questa tipologiadi accertamento, come fin ora descritta, le problemati-che accennate presentano forti elementi di somiglian-za con quanto evidenziato negli obiettivi, nelle meto-dologie e nelle problematiche affrontate dalla“Psicologia del Traffico” in ambito europeo e pertantoè auspicabile, anche in Italia, un approfondimento eduna convergenza in questi due settori dove la nostraprofessione è necessaria.

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Nuove normative e certificazioni psicologiche

La Professione di Psicologo n. 02/2011

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Editoriale

Inoltre, ho già detto, scritto e ribadito che nel caso degliPsicologi sarebbe uno scempio la possibilità che l’Or-dine possa essere abolito e non svolgere più funzionidi controllo sull’esercizio abusivo e il rispetto delle nor-me deontologiche proprio nel momento in cui altre figu-re cosiddette professionali con dubbie competenze escarsa formazione vengono immesse sul mercato daenti formatori senza scrupoli con grave rischio per la sa-lute e il benessere dei cittadini, nonchè grave dannoanche ai Colleghi che questa nostra professione invecesvolgono con coscienza e responsabilità.

Legami familiari e accesso alla professione: proba-bilmente è vero che un certo numero di figli di psicolo-gi segue le orme del genitore nella scelta degli studiuniversitari, ma forse dovremmo contestualizzaremeglio il fenomeno. Basterebbe fermarsi a rifletteresul fatto che nel nostro Paese il motore della crescitae dello sviluppo dell’economia è il sistema famiglia: lapiccola-media impresa italiana è fondata sulla fami-glia. Non mi voglio addentrare in analisi socio-econo-miche che competono altri, ma ritengo di poter tran-quillamente affermare che il legame famiglia-lavorosia un fenomeno che non può sic et simpliciter esseredefinito negativo in assoluto nè diventare la prova chei professionisti sono una casta da combattere. E sicu-ramente questo non è il nostro caso! L’attuale situa-zione occupazionale degli Psicologi è tale per cui ungenitore Psicologo sarebbe poco saggio se dovesseattivamente orientare la scelta degli studi del propriofiglio o figlia verso la Psicologia in una prospettiva difacile, ed economicamente gratificante, collocazionelavorativa. Conosco più di un genitore che ha subìtopiuttosto che favorito la scelta dei propri figli di studia-re psicologia. Forse varrebbe la pena sottolinearecome la scelta del corso di laurea sia spesso piuttostoirrazionale e sganciata dalla reale potenzialità diimmissione nel mercato del lavoro. Personalmentesconsiglierei a chiunque in questo momento di iscri-versi ad una facoltà di psicologia se ha in mente, peril proprio progetto di vita, un soddisfacente posiziona-mento lavorativo. Direi che la nostra realtà è ben lontana anche solo dalsomigliare a sistemi di casta!

Comunque, dopo i primi fuochi d’artificio, la manovrafinanziaria di agosto ha corretto il tiro, il tema delle

liberalizzazioni è trattato nel titolo II e nei prossimimesi sarà necessario lavorare negli ambiti indicatidall’art. 3 della manovra stessa (tirocinio, formazionecontinua, funzione deontologica, assicurazione pro-fessionale, ecc.).

Infine, e come logica conseguenza del percorso dellapolitica professionale che in questi anni ho proposto epresentato sui tavoli istituzionali, credo si utile e dove-roso fare il punto sulla posizione dell’Ordine proprio intema di formazione, tema su cui sono chiamate ariflettere anche altre professioni. In particolare, mi rife-risco alla spinosa questione della durata del percor-so formativo; quello dello psicologo attualmente pre-vede la laurea specialistica (5 anni), il tirocinio (1anno) ed infine l’esame di Stato (durata variabile aseconda delle sedi). In questo caso la premessa è fon-dante qualsiasi cambiamento si voglia apportare: laformazione deve essere di qualità e il percorsoformativo deve essere professionalizzante.Ritengo che se una tale premessa si realizzerà, non visarà alcuna preclusione da parte dell’Ordine nel con-dividere un progetto di revisione della durata della for-mazione e della collocazione del tirocinio (fuori/dentroil percorso universitario), né sulle modalità di svolgi-mento dell’esame di Stato. Resta fermo che non saràpossibile transigere sulle premesse prima ricordate edin particolare sulla necessità di sviluppare adeguata-mente la dimensione della professionalizzazione. Perfare tutto ciò è necessaria una forte sinergia tra Ordinee Università, e per questo il Consiglio Nazionale hapromosso, in tempi non sospetti, la costituzione di unGruppo di lavoro Ordine-Università coordinato dal Prof.Marco Guicciardi (Presidente Ordine della Sardegna).

Nei prossimi mesi sarà necessario elaborare propostecondivise con il mondo accademico per facilitare l’in-troduzione di quei cambiamenti normativi e procedura-li in grado di rendere più coerente la formazione allanostra professione con le esigenze del mercato e dellasocietà attuale.E poi tornerò a consigliare gli studi in psicologia…

Giuseppe Luigi Palma

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