Nuove divise?

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M odelle con tacco 12 dove una volta si sfornava il pane per i militari della Lombardia; abiti da sera (confe- zionati con il tessuto dei paracadute) dove si marciava; musica techno dove suonava lʼadunata. Strano con- nubio quello andato in scena nei forni della Caserma XXIV Maggio di via Vincenzo Monti a Milano. Con i vertici della Difesa e i personaggi dello spettacolo insieme ad ammirare una sfilata unica nel suo genere: quel- la dei marchi Esercito Italiano, Marina e Aeronautica. La divisa prestata al pret-à-porter. Il Ministero della Difesa che interpreta il mondo della moda. Con tre marchi cedu- ti (in cambio di royalties che serviranno per la sicurezza dei soldati) ad altrettanti produttori. Tutti pronti ad applaudire calzoncini mimetici, felpe con stemma, cia- battine tricolore. Il ministro Ignazio La Russa ha dichiarato: «Con lʼanno pros- simo contiamo di avere circa 3 milioni di euro e già un milione e 600 mila potremo averli solo dal primo utilizzo di questi marchi». Un risultato che piace anche al consigliere della Difesa, Giovanni Bozzetti: «Un modo per trasmettere i valori dellʼEsercito». Intanto il CNVVF resta lʼunico Corpo dello Stato a non avere in dotazione una vera e propria uniforme di rappresentanza. Fino agli anni ʼ80 una divisa da parata (o da libera uscita) si usava ed era quella tipica di “salia”. Negli anni ʼ90 venne consegnato, a tutto il personale per- manente (e soltanto a questʼultimo), uno spezzato, composto da pantalone grigio e giacca blu. Non fu mai dato ordine dʼindos- sarlo, neppure per cerimonie, pare facesse molto bocciofila. Nel 2005 Mariuccia Mandelli (in arte Krizia) – in occasione delle sfilate di Milano Moda Donna – presentò uniformi maschili e femmi- nili per i vigili del fuoco. Cappello, Giacca, pantalone o gonna con doppie pieghe, camicia bianca con lo stemma del corpo dietro al collet- to (molto carino ma invisibile). Poi la cravatta rosso rubino, con fiamma in bella vista, ed un cappotto doppio petto decisamente elegante. Per il prefetto Morcone allora Capo Dipartimento VVF – pare che le asole bor- deaux ed i bordi sul bavero facessero molto portiere dʼalbergo, nella versione definitiva detti inserti sparirono. Ma di che colore erano queste uniformi? «Possiamo definirlo un fango, la tinta più vicina alle attuali divise dʼin- tervento», spiegò Mariuccia Mandelli. «I Vigili del Fuoco sono venuti da me per chiedermi di realizzare unʼuniforme di ordinanza e rappre- sentanza, per recuperare la loro identità rispetto agli altri corpi. Spero di averli soddisfatti». Soddisfatti o no, quella divisa (tipo drop) è ora adottata dal Corpo VFV NOVEMBRE/ DICEMBRE 2011 18 LA DIVISA PRESTATA AL PRET -À-PORTER I marchi della “Difesa” ceduti in cambio di royalties per finanziare la sicurezza dei soldati. Chissà se, un domani, si vedranno felpe e canotte a marchio VF. Intanto il Corpo Nazionale non ha ancora unʼuniforme di rappresentanza (o forse si?) e potrebbe subire un restyling anche lʼabbigliamento da fatica.

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Intanto il CNVVF resta l’unico Corpo dello Stato a non avere in dotazione una vera e propria uniforme di rappresentanza. Fino agli anni ’80 una divisa da parata (o da libera uscita) si usava ed era quella tipica di “salia”. Negli anni ’90 venne consegnato, a tutto il personale permanente (e soltanto a quest’ultimo), uno spezzato, composto da pantalone grigio e giacca blu. Non fu mai dato ordine d’indossarlo, neppure per cerimonie, pare facesse molto bocciofila.

Transcript of Nuove divise?

Modelle con tacco 12 dove una volta si sfornava il pane per i militari della Lombardia; abiti da sera (confe-zionati con il tessuto dei paracadute) dove si marciava; musica techno dove suonava l!adunata. Strano con-nubio quello andato in scena nei forni della Caserma XXIV Maggio di via Vincenzo Monti a Milano.

Con i vertici della Difesa e i personaggi dello spettacolo insieme ad ammirare una sfilata unica nel suo genere: quel-la dei marchi Esercito Italiano, Marina e Aeronautica.La divisa prestata al pret-à-porter. Il Ministero della Difesa che interpreta il mondo della moda. Con tre marchi cedu-ti (in cambio di royalties che serviranno per la sicurezza dei soldati) ad altrettantiproduttori. Tutti pronti ad applaudire calzoncini mimetici, felpe con stemma, cia-battine tricolore. Il ministro Ignazio La Russa ha dichiarato: «Con l!anno pros-simo contiamo di avere circa 3 milioni di euro e già un milione e 600 milapotremo averli solo dal primo utilizzo di questi marchi». Un risultato chepiace anche al consigliere della Difesa, Giovanni Bozzetti: «Un modo pertrasmettere i valori dell!Esercito».Intanto il CNVVF resta l!unico Corpo dello Stato a non avere in dotazioneuna vera e propria uniforme di rappresentanza. Fino agli anni !80 unadivisa da parata (o da libera uscita) si usava ed era quella tipica di“salia”. Negli anni !90 venne consegnato, a tutto il personale per-manente (e soltanto a quest!ultimo), uno spezzato, composto dapantalone grigio e giacca blu. Non fu mai dato ordine d!indos-sarlo, neppure per cerimonie, pare facesse molto bocciofila.

Nel 2005 Mariuccia Mandelli (in arte Krizia) –in occasione delle sfilate di Milano ModaDonna – presentò uniformi maschili e femmi-nili per i vigili del fuoco. Cappello, Giacca,pantalone o gonna con doppie pieghe, camiciabianca con lo stemma del corpo dietro al collet-to (molto carino ma invisibile). Poi la cravattarosso rubino, con fiamma in bella vista, ed uncappotto doppio petto decisamente elegante.Per il prefetto Morcone – allora CapoDipartimento VVF – pare che le asole bor-deaux ed i bordi sul bavero facessero moltoportiere d!albergo, nella versione definitiva dettiinserti sparirono.Ma di che colore erano queste uniformi?«Possiamo definirlo un fango, la tinta più vicina alle attuali divise d!in-tervento», spiegò Mariuccia Mandelli. «I Vigili del Fuoco sono venutida me per chiedermi di realizzare un!uniforme di ordinanza e rappre-sentanza, per recuperare la loro identità rispetto agli altri corpi. Sperodi averli soddisfatti».

Soddisfatti o no, quella divisa (tipo drop) è ora adottata dal Corpo

VFV NOVEMBRE/ DICEMBRE 201118

LA DIVISA PRESTATA AL PRET-À-PORTERI marchi della “Difesa” ceduti in cambio di royalties per finanziare la sicurezzadei soldati. Chissà se, un domani, si vedranno felpe e canotte a marchio VF.Intanto il Corpo Nazionale non ha ancora un!uniforme di rappresentanza(o forse si?) e potrebbe subire un restyling anche l!abbigliamento da fatica.

ASKY

Nazionale ma soltanto per dirigenti(superiori e generali), oltre che perla banda musicale; tutto il personalecon altre qualifiche continua a parte-cipare alle cerimonie con addossol!uniforme da fatica (con tanto dibande ad alta visibilità).L!Amministrazione, a fine 2010,parve intenzionata a dotare tutto ilpersonale di un!uniforme ordinaria edi rappresentanza (un!altra?).E quella “pigiamata” grigio/blu?). Ilprototipo (presentato alle soleOO.SS.) è, a parte piccole modifi-

che di dettaglio,uguale alla

v e c c h i auniforme di“salia” già indotaz ioneal persona-le perma-

nente edausi l ia-

rio.

Il colore perfettamente uguale alla vecchia divisa, potrebbe subire dellevariazioni in base all!emanazione di norme comunitarie al riguardo.Su tale uniforme troveranno posto i nuovi gradi già decretati, e per i fun-zionari e dirigenti dovrebbero trovare posto i gradi tipo polizia di stato(stellette), invece di quelli attuali.Allo studio ci sarebbe anche una nuova uniforme da intervento comple-tamente diversa da quella finora in uso, e nella foggia molto simile allauniforme da ordine pubblico dell!Arma dei Carabinieri. Resta uguale ilcolore. E! realizzata con tessuto rip-stop al fine di limitare al massimo lelacerazioni ed è presente una doppia serie di strisce fluorescenti/retrori-flettenti, non più plastificate ma in tessuto, che dovrebbero garantire unamigliore vestibilità del capo. Sono scomparsi i distintivi di qualifica dabraccio (le mezzelune) e l!indicazione del nome e del comando di appar-tenenza sul petto. Al loro posto c!è lo stemma del Corpo Nazionale sul

braccio destro e lo scudetto dell!Italia sul sinistro. Tutte le tasche sonoprovviste di cerniera lampo ed automatici. Il giubbino è sostanzialmentediverso dall!attuale, molto più avvitato e con colletto a listino. La nuovauniforme da intervento è classificata come DPI di 3° categoria.

Vista la situazione in cui versa la Nazione, forse occorrerà attendere anco-ra molto, prima che detti progetti possano prendere forma.

19VFV NOVEMBRE/ DICEMBRE 2011

ASKY
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