NUOVE ACQUISIZIONI PER LA CRONOLOGIA DI POUSSIN · Il '' 28 genu r638 , paga venticinque scudi ''...

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l -PARI GI, LOUVRE- N. POUSSTN: SALVATAGGIO DI P I RRO FANCIULLO (C/ichl dtS Musiu Nationawc) LILIANA BARROERO NUOVE ACQUISI Z IONI PER LA CRONOLOGIA DI POUSS IN N ELLA RECENTE mostra dedicata a Nicolas Poussin tl sono stati esposti, tra gU alLri, tre dipinti che in di- versa misura rappresentano ancora un problema nel corpu$ poussiniano, e per i quali è stata proposta una datazione suf{ragata da considerazioni di carattere stilistico, in assenza di inconfutabili elementi documentari. Si tratta del ' Salvataçgio eli Pirro fanciullo ', di ' San Matteo e l'angelo' e d1 ' San Giovanni a Patmos '. Nell'esaminare un fondo di documenti, finora mai tra- scritti e inrerpreraci, 3) sono emerse alcune notizie che riguardano direttamente i tre quadri citati, più un quarto, ' La continenza di Sc1pione '. 41 Il pruno possessore dei dtpinri fu l'abate Gian Maria Roscioli, di Foligno, rra- sferitosi giovanissimo a Roma dove fu coppiere di Urbano V UI e da l 1643 suo Prae/ectus cubiculi, secretarius, memorialium relator; una figura della cerchia barberiniana finora non nota Jgli studi poussinia11i. Morì giovane, a trentacinque anni, prima di poter conseguire la porpora cardinalizta; 51 ma l'importanza delle cariche da lut ri- coperte e la consistenza della sua collezione, di cui si conservano a Foligno un Inventario del 1641 e un regi- stro di spese (dal 1631 al 1643) redatti da lui stesso con scrupolosa diligenza, 61 rivelano un personaggio di rutto altro che scarsa levatura, sia culturale che politica. Nella 6g ©Ministero dei beni e delle attività culturali-Bollettino d'Arte

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l -PARIGI, LOUVRE- N. POUSSTN: SALVATAGGIO DI P IRRO FANCIULLO (C/ichl dtS Musiu Nationawc)

LILIANA BARROERO

NUOVE ACQUISIZIONI PER LA CRONOLOGIA DI POUSSIN

N ELLA RECENTE mostra dedicata a Nicolas Poussin tl

sono stati esposti, tra gU alLri, tre dipinti che in di­versa misura rappresentano ancora un problema nel corpu$ poussiniano, e per i quali è stata proposta una datazione suf{ragata da considerazioni di carattere stilistico, in assenza di inconfutabili elementi documentari. Si tratta del ' Salvataçgio eli Pirro fanciullo ', di ' San Matteo e l'angelo' e d1 ' San Giovanni a Patmos '. ~~

Nell' esaminare un fondo di documenti, finora mai tra­scritti e inrerpreraci, 3) sono emerse alcune notizie che riguardano direttamente i tre quadri citati, più un quarto, ' La continenza di Sc1pione '. 41 Il pruno possessore dei

dtpinri fu l'abate Gian Maria Roscioli, di Foligno, rra­sferitosi giovanissimo a Roma dove fu coppiere di Urbano VUI e dal 1643 suo Prae/ectus cubiculi, secretarius, memorialium relator; una figura della cerchia barberiniana finora non nota Jgli studi poussinia11i. Morì giovane, a trentacinque anni, prima di poter conseguire la porpora cardinalizta; 51 ma l'importanza delle cariche da lut ri­coperte e la consistenza della sua collezione, di cui si conservano a Foligno un Inventario del 1641 e un regi­stro di spese (dal 1631 al 1643) redatti da lui stesso con scrupolosa diligenza, 61 rivelano un personaggio di rutto altro che scarsa levatura, sia culturale che politica. Nella

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2 - MOSCA, MUSEO PUSKIN - N. POUSSIN: l.A CONTINENZA 01 SCIPJONE

sua collezione, di rilevante interesse, figuravano ben ci nque opere di Poussin (le quattro già citate più una ' Sacra Famiglia ' di cu i si dirà) che gr;uie all' es1stenza del regi­stro di spese in cui viene annotata la data precisa dello acquisto, vengono ad essere cosi ancorate ad un sicuro riferimento cronologico. Tralasciamo il racconto della escalation di Gian Maria Roscioli nella corte dei Barberini, per la quale già il padre Bartolomeo, cameriere segreto di Urbano VIII, aveva posto sicure premesse, e di cui i documenti giacenti nell'archivio capitolare di Fo ligno registrano con puntualità ogni tappa; l'aspetto che qui preme illustrare è la sua attività dj intelligente e colto collezionista, soprattutto in riferimento ai d ipinti che ci interessano maggiormente, e cioè quelli di Poussin. È soprattutto la nota delle Spese fatte da me G. Maria Roscioli di Foligno coppiere di N.S. Papa Urbano VIli in quadri, comici, et dorature dal anno 1631 a contenere le notizie più precise circa i cinque dipinti di Poussin posseduti dall'abate.

In dat.1 " 2 7bre 1634, il Roscioli annota l'acquisto di " un ~ uatro alto p.mi 4 1/2 lar~o p. mj 6 1 2 con l'Istoria del Ré P1rro mano di M onsù Pos10o , , costatogli settanta scudi ; e il to maggio 1635 ne spende altri dodici "per doratura al quatro di Posino et di quella al quatro di

~lau?io , ,(i!lSieme ~Ila tela di Poussin ~veva acqUistato du1 paes1 Ln tela d1 Imperatore mt~no d t Clt~udio e uno

hautolo con cornice dorata , per quaran tatré scudi). 71 Il '' 28 genu r638 , paga venticinque scudi '' per un

quatretto da testa con la Madonna Christo S. Giuseppe e S . Gio: Battista mano di Posino, .s>

11 13 l_uglio 1640, altri settanta scudi " per un quatro al to p.ml 4 1 '2 largo p.mi 6 112 con I'Istoria di Sc1pione l' A.fncano mano d_i Poswo,; 9) Ìnfi.n~, il • • 28 8bre r64o, , ottiene, pagandoh quaranta scud1 m tutto, " dui paesi 10 tela Imperatore mano di Posino , .-per i quali spende ancora due scudi e quaranta per la cornice, più sette per la doratura. 10> l soggetti di questi due d ipinti sono spe­cificati nell'Inventario: sono due paesaggi con ' San Gioyan.ni Ev_angelista • e. ' San, Mat~eo '. In margine al fogho 10 cu1 se ne registra l acquisto, un'annotazione posteriore, del fratello Dionisio, 11 1 reca un'importantis­sima indicazione di cui si cruarirà più o ltre il significato : · · Uno dato al Card.le Sant'Onofrio, .

Tutti questi quadri sono poi ancora elencati nell 'inven­tario compilato dallo stesso Gian Maria il 12 ottobre 1641, probabilmente in occasione di un trasloco, Il) e riutilizzato dopo la Slla morte, avvenuta il 26 settembre 1644, dal fratello Dionisio come base per l' inventario

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3 - BERLCNO, STAATLICRE MUSEEN, GEMAL.OEGALERIE- N. POUSSCN: PAESAGGIO CON SAN MATTEO E L' ANGELO (foto jorg P. Anders, Berlino)

post mortem. Sull'originale dovuto a Gian Maria sono infatti aggiunti con la rozza grafia di Dionisio vari quadri acquistati dall'abate dopo il 12 ottobre 1641, e cancellati altri che forse lo stesso prelato aveva già alienato o tra­sferito altrove.

Circa i quadri di Poussin troviamo, registrati per primi, nelle " Stanze à San Pietro ... nella seconda stanzia à basso, •3l dui quatri tela d'imperatore mano di Posino in w1o S. Mattheo nell'altro S. Giovanni Evangelista con cornici dorate , .

Sono poi ricordati " a Montecavallo , (residenza ro­mana della famiglia Roscioli) " ... nella seconda stanzia ... doi quatri di Monsù Posino lunghi l'uno p.mi 7 e alti p.mi 5 ,. Si tratta chiaramente, date le dimensioni, della ' l storia di Pirro ' e della ' I storia di Scipione l'Africano '. Dopo la morte dell'abate, Dionisio modifica il testo auto­grafo del fratello proprio su questo punto, correggendo " doi , in " w1o, , cosl che la frase risulta: " Un quatro di Monsù Posino lungho p.mi 7 e alro p.mi 5 11 • Tuuo questo significa che i due dipinti nel 1641 erano ancora nella residenza della famiglia 141 e che nel 1644 uno- non

è dato sapere quale dei due - era mancante, e non si trovava più in loco.

Sempre a Montecavallo, " nella stanza del letto , , il Roscioli elenca " un quatretto da testa con la Madonna Christo S. Giuseppe S. Gio: Battista mano del Posino,.

Sulla base dei documenti citati, ritengo possibile pro­cedere aiJ'identificazione dei quadri posseduti dal Roscioli con i dipinti poussiniani dello stesso soggetto, attualmente in importanti collezioni pubblkhe.

Mi sembra che il primo guadro che compare nella nora di spese, l' 1 !storia del Ré Ptrro • acq_uistata il 2 settembre 1634, non sia altro che il 1 Salvataggto di Pirro fanciullo' (fig. 1) ora al Louvre, già nella collezione del duca di Richel.ieu. 15l Le dimensioni, cm. n6,5 X r6o,5, coin­cidono con quelle del quadro Roscioli: quattro palmi e mezzo per sei e mezzo nella nota di spese (il palmo equi­vale a circa cm. 25), che diventano poi cinque e sette nell'inventario, per approssimazione, o per l'ag~iunta dì una cornice. Il dipinto del Louvre è l'unico che s1 conosca che abbia per soggetto una storia di Pirro; le incisionì da Poussio e le fonti non ci testimoniano nessun'al[ra opera

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di argomento affine e che, ora dispersa, possa essere iden­tificata con il quadro Roscioli. L'anno dell'acqtùsto, 1634, coincide inoltre con una delle datazioni proposte (tra 1633 e r€36) per la tela parigina, prima che prevalesse quella del 16371 avanzata più di recente. •6> Il dipinto fu dal Roscioli vincolato al fidecommisso già istituito da suo padre Bartolomeo; 17J tuttavia, in un manoscritto non datato ma forse di poco successivo alla morte di Gian Maria, il quadro era già indicato come mancante, perché sicuramente alienato dagli eredi, i fratelli minori Vincenzo e Dionisio, insieme alla ' Storia di Scipione '. IS)

Il secondo dipinto, la ' Sacra Famiglia con S~m Giovan­nino ' acquistata il :a8 gennaio r638, non mi sembra si possa riconoscere in qualcuna delle numerose opere dello stesso soggetto ascritte a Poussin, tutte d i dimensioni troppo grandi per potersi defi11ire un • • qua treno da testa,. ·

Ritengo invece sicura l'identificazione del terzo dipinto, la 1 !storia d i Scipione l'Africano ', a mio avviso la 1 Con ­tinenza di Scipione' oggi al Museo Puskin di Mosca (fig. 2). Anche in questo caso le misure coincidono: cm. r 14 x r63, corrispondenti ai quattro palmi e mezzo e ai sei e mezzo indicati nella nota di spese (cinque e sette nell'inventario); e anche per questa tela, le copie e le incisioni testimoniano una sola versione del soggetto, descritto dal Roscioli un po' sommariamente, ma forse perché la rappresentazione della virtù di Scipione ne costituiva l'" !storia" per eccellenza.

La non lieve anticipazione cronologica che la • Conti­nenza di Scipione' v1ene a subire qualora se ne accetti l'identificazione con il quadro acquistato dal Roscioli il 13 luglio r64o, l9) potrebbe legittimare qualche perples­sità circa la proposta qui avanzata. Tuttavia, gli altri due quadri d i Poussin della collezione Roscioli, identificabili senza ombra di dubbio con il l Paesaggio con San Matteo e l'angelo' di Berlino (fig. 3) e con il l Paesaggio con San G iovanni a Patmos ' di Chicago (fig. 4), subiscono un'anticipazione ancora più se.nsibile: dal 1644-4 5 circa al r64o. 20

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Si è finora ritenuto che i due ' Evan~elisti ' facessero parte d i una serie di quattro, non comp1uta, commissio­nata all'artista dal Cardinale Francesco Barberìni, e che la causa dell'interruzione fosse da attribuire alla morte di Urbano VIII nel 1644 e alla conseguente disgrazia dei Barberini. Qua lora invece si riconoscano i due di­pinti di Berlino e di Chicago in quelli acq uistati dal Roscioli nel 1640, è da pensare che Poussin non abbia più eseguito gli altri due evangelisti a causa della sua partenza per Parigi. I nfatti il giorno stesso in cui il Ro­scioli paga i due dipinti, e cioè il 28 ottobre r64o, egli parte da Roma con Chantelou ed altri per imbarcarsi a Civitavecchia. 21l

Che i due quadri siano quelli già Roscioli, appare chia ro seguendo le vicende del • San Matteo ' di cui era nota la provenienza barberiniana. Nell'inventario dei beni del Cardinale Antonio il giovane, del r671 , è de­scritto "Un paese sopraporta dove si rappresenta S. Mat­teo, e l'angelo quale mostra parlargli, con figurine piccole, mano di Niccolò Passino alto p.mi 4 inc. a con cornice dorata , . zzl È ad evidenza il quadro che Gian Maria Roscioli, nel suo testamento dettato un giorno prima di morire, il 25 settembre 1644, aveva lasciato all'altro Antonio Barberini, il Cardinale di Sant'Onofrio, cap­puccino, e del quale si trascrive per esteso la menzione, data l'importanza della notizia:

" All'Em.mo Col.mo Card.le di S.to Honofrio per mem.a di gratie ricevute, e per servitù devota ( ... ) lascio

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un quatro di tela de imperatore di Monsù Posino rapp.te S. Mattheo Evangelista , . 23l

Circa due anni dopo, il quadro passerà con altri beni, per disposizione testamentaria del Cardinale Cappuccino, ad Antonio il giovane. 24l Il Cardinale di Sant'Onofrio mori il ro settembre 1646; il giorno seguente fu aperto il testamento, ed il • San Matteo ', insieme a tuni gli altri 1

' mobili , , passò nelle collezioni del Cardinale nipote. l passaggi successivi, fino all'attuale ubicazione, sono noti; non così per il ' San Giovanni ', di cui si conosce soltanto l'incisione trattane alla fine del secolo XVII da Louis de Ch ati llon. Ma non è difficile immaginare che sia stato venduto, poco dopo la morte di Gian Maria, insieme a gran parte dell'importante quadreria che annoverava, tra le altre, opere del Sacchi, di Raffaello, del Romanelli, del Lanfranco, di Claude Lorrain, di Jean Lemaire, del Both e del Camassei; e all'eccellente biblioteca costi­tuita non soltanto di testi di diritto canonico, ma anche da un'ampia sezione di " Libri de musica, e di "belle lettere,.

Autori della d ispersione furono presumibilmente i fratelli Vincenzo e Dionisio, dai cui beni i dipinti, benché vincolati al fidecommisso, risultano mancanti. Essi non solo non rispettarono la volontà del fratello e del padre Bartolomeo alienandone la collezione, le argenterie e la biblioteca, ma intervennero anche sui dipinti lasciati in eredità da Gian Maria agli altri membri della famiglia Barberini, ai quali assegnarono og~etti diversi da 9.uelli loro destinati. Solo T addeo Barbenni, oltre al Cardmale di Sant' Onofrio, ebbe quanto gli era stato espressamente lasciato: " un quatro della prospettiva di Castello e della facciata di San Pietro di Monsù Both ,; 25) Antonio il giovane e Francesco, ai quali il testatore lasciava " li doi quadri che ho di mano d i Giov. F ran.co Romanello , , ossia la • Coronatione de Arianda ' e la ' Morte di Orfeo ' 26) ebbero un " quadro con cornice dorata figura in tela la Flora del Romanelli, che lasciò mons.re Roscioli a S. Em.za , (i l Cardinale Fra ncesco), il quale però la alienò nel 1649. 27)

1) Accademia di Frilllcia a Roma, Nicolas Poussin 1594 1665, Roma, Villa Medici, Novembre 1977 - Gennaio 1978; prefuione e schede di catalogo di P. Rosenberg, saggio di J. T huiUier, Roma t977·

2) Per il punto sulla bibliografia e sulle vicende dei tre dipmti, si rinvia prmcipalmente al catalogo della mostra citata. Circa il ' Salvataggio dì Pirro Fanciullo' (Parigi, Louvre), cfr.: P. ROSENDBRC, op. CÌI., pp. 174- 17.6 (datazione proposta: 1636 -37). Per i paesaggi con San Matteo (Berlino, Staatlid1e Museen, Gemaldegalerie, di cui ringrazio il Direttore per il cortese invio detta fotografia) e San Giovanni (Chicago, The Art lnstitute), IDEM, op. cit., pp. 185- 188 (datazione proposta: 1644- 45 circa).

3) Si lralla del Fondo Roscio/i - che raccoglie la quasi totalità d! i d:>eumenti di tale famiglia - appartenente all'Archivio Capi­tolare di Folign o, conservato nella locale Biblioteca ]acobllll. l docu­menti sono stati ordinati e classificati all'inizio d!l secolo da rnons. D.M. Faloci Puli~nani. che ne ha pubblicato un d~ttagliato elenco nell'Inventario dell'Archivio del duomo di Foligno, Perugia 1916. Sono grata a don Angelo Menichelli per la collaborazione e l'aiUtO offertimi nella consultazione del fondo, di cui ho intrapreso l'esame nell'ambito di una ricerca sulla pinura d~l Sekento e del Settecento in Umbria, condotta con un gruppo di lavoro d!ll'lstituto di Storia d! ti'Arte della Facolt.1 dj Magistero d!ll'Università di Roma, ed i cui risultati sono in corso di s tampa (un primo volume è già stato pubblicato da V. CASALE, G. FALCIDIA, F. PANSECCHI, B. TOSCANO, Pittura del Seicento t Settecento, Ricerche in Umbria 1, Treviso 1976). Una parziale trascrizione dj alcuni documenti, tra i quali l'inventario e la nota di spese (cfr. nota 6) è stata effettuata da Aida Tognoloni, che rin~razio per avermene consentita l'utilizzazione, nel C()rso d: lla sua tes1 di laurea su Esponenti minori della committenza artistica durante il ponti/icaro di Papa Urbano Vlll, Università degli Studi di Roma, Facolt.1 dj Magistero, anno accademico 1977-78, relatore prof. Bruno Toscano.

4) Mosca, Museo Puskin. La fotogr,lfìa del dipinro mi è stata cortesemente inviata dalla conservatrice per la sezione dei dipinti

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4- CHICAGO, THE ART JNSTJTUTE- N. POUSSJN: PAESAGGIO CON SAN GIOVANNI A PATMOS (courtes.v of the Art Inslllute of Chrcagu)

frances1 prof.ssa l . Kuznctzova, che qui ringrazio. L'uJuma biblio­grafia cuca la • Continenza dt Sc1pione ' è rndicata in J. THUILLJER, L'opera completa di Nrcolas Poussin, Milano 1974, n. 135 ; lll;'l cfr. anche A. BLUNT, The Parntmgs of Nrcolas Poussin, London 1966, ca t. 181, p. 129.

5) St ~;\ qua una rapada baografia del personag~io, così t:om.e ri­sulta dll documenu fohl!nntt, che vengono o~nt volta crtatt tra parentesi. .

Gian Maria Roscioli nasce a Foligno il 25 maggio a6og; avvaato dal padre Bartolomeo, camerie:e. segret<? di Urbano VI~l, ali~ .car­riera ecclesL'ISUC3, nceve gh ordant mrnon da mons. Perfino Felicunr, vescovo d1 Fohgno, il 18 dicembre 1621 (A.6.12 1). Nel 1627 !!li viene conferito da Urbano Vlll un anonicato in San Giovanni an Laterano (A.5.119) e nel 1629 un anonicato in San Pietro (A.5.123). Il 24 agosto 1630 si laurea in Legge canonica e civile presso I'Uni­versu;\ di Roma (A.6.1:a8). In data imprecisata (antt 1631) è nomi­nato coppiere da Urbano VIII e nel 1643 suo maestro di camera e segretario (A.7.153, A.7.156l. Muore il 26 seuembre 1644 a Roma. Il suo testamento, deuato i 25 seuembre di quello stesso anno, è all'Archivio di Stato m Roma (ASR, Notaa e Cancellteri dell'Archivio Capnohno, Testamenti, lasciti e donazlont, Notaio Dominicus FonthJa, 1643- 1646, vol. 29, ff. 29,3-297 e 3~8-310). Era Cl;l&ino in pnmo grado da Moos. An~elo Grora da Camerano, maestro da camera da Urbano Vlll prirnn di lui, alla cua carica successe quando questi ottenm: al cardinal:no, e :Il qu:~le lascib an eredità un considerevole numero di dapanti della sua colleztone.

Per la figura uì Angelo Gaora collezaonasta, cfr.: S. CORRADINI, La callt::1one ciel cardrna/e Angelo G1arr, in Anrologn, d1 Belle Arri, r,

1977, pp. b4-go. Anche il Card. Giori possedeva dipinti di Poussin: un quadro " Ji N:arciso di Posino con cornice intagliala indorata originale., (al dipinto del Louvrc?) e un "quadro bislargo Venere che piange Adone di Monsù Pusino con cornice oro e negra ., (pro­babilmente il diptnto di Caen, Musée cles Beaux-Arts, per al quale corrispondono le proporziona oltre che il tema: cm. 57 128). L'mventario fu compilato il 13 maggto r66g.

6) Si tratta dt due documenti interamente autografi: l'Inventario fatto in Roma del11 mob11i dello cosa in Roma, datato 12 ottobre 1641 (Fohgno, Archivio Capitolare, A.6.149), nel quale sono elenati, oltre i dipinti dì proprietà del Roscìoli, le argenterie, i mobili e la biancheria; e da un volumetto tntitolato Spese fatte da me G. Mario RomJJII di Fol1gno coppatro da N.S. Papa Urbano VIli rn quadn comici t dorature dal anno 1631 (1badem, B.tg.J). I foU. 1-L:I conten­gono la nota delle spese per la quadreraa, come andicato nel titolo; dal foJ. 58, con grafia daversa da quella dell'abate, un inventano d1 alcuna mobi/1 cht non sono ne/l'rnvenumo ordinario. Argenti con arme, Robbe per chaesa donare o/la ch1esa dei SS. Vincenzo e Anaswno, Parata; dal fol. ''4• il Catalogo de1 lrbra d1 bt'.llt lwere; ~al fo!. 125, il Catalogo de1 lrbrr legata: d1l fol. 130 v., a L1bn de mustche; antine, aa ff. 133 v. - 134, alcuna dtpLOII, di cui sea ricevuti m dono "d~l Sr. Cavalier Bernrno pru voltt.,. Tutta quest'ultima parte del rega­stro (ff. 1 14-134) è nuovamente di mano da Gian Maria.

7) Spese ... , fol 3 r.; fol. 3 v. 8) Ibidtm, fol. 6 v. 9) Ibidem , fol. 9 v.

to) Ibidem.

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11) La grafia è chiaramente dJversa da que lla di Gian Maria, ed è assegnabile al fratello Dionisio in base al confronto con altri document i da lui sottoscritti manu propria.

1:1) Nell'inventario si fa più volte riferimento a .. robbe ,. la­sciate in luoghi diversi.

13) La residenza presso San Pietro è da collegarsi al canonicato che gli era stato conferito da Urbano VIII (cfr. nota 5).

14) La casa a Montecavallo è la casa d'affitto presso la Fontana di Trevi in cui la famiglia Roscioli abitb per un certo periodo (A. T o­CNOLom, tesi ci t., p. 40); è possibile che l'inventario sia stato redatto da Gian Maria al momento del trasferimento nella casa che Barto­lomeo aveva fatto costruire li vicino e per la quale aveva ottenuto la concessione del terreno nd 1627 da Urbano VIII (Foligno, Archivio Capitolare, A.6.135).

15) Cfr. anche A. BuTNT, op. cii., cat. 178, p. 127. 16) A. BLUNT, /oc. cit. La datazione 1633- 36 è proposta dal

Grautoff; P. Rosenberg e J. Thuillier optano per il1636-37; A. Blunt e O . M ahon per il 1637-38.

17) Cfr. il testamento di Bartolomeo Roscioli , 17 settembre r6~4 (ASR, Notai e Cancellieri dell'A.C., ecc., Notaio Dominicus Fonthra, 163t- 1637, vol. 27, ff. 433- 436; c(_)dicillo in~~ 13 sene~~re. t 635, 1bidem, ff. 43o-43:1). Il fidecommtsso fu esphcuamente ISUtullo da Gian Maria il 27 aprile 1635 (ibidem, ff. 362-36~) per eseguire la volontà paterna, mediante un atto notarlle con rl quale cedeva ai fratelli La propria parte di eredità, a patto che non venisse dispersa o alienata la collezione. Nel testamento di Gian Maria viene poi ribadito e confermato il vincolo:

" Altri miei robbe et beni tanto mobili quanto stabili presenti et futuri in qualsivoglia luogo esistenti, raggioni, attioni et altro qualsivoglia et a me in qualsivoglla modo spettai)O et appa~te~gqno, et potesse.ro s~ttare, et appartenere per l'avvemre, facoo ts!Jtursco e nomino miet heredi universali li pres.ti Sig.ri Vincenzo e Dionisio miei fratelli et ciascuno d'essi per la metà, dand.oli facoltà di potersi pigliare il tutto, et q_uesta istitut.ne la faedo con espressa condit.ne, che tutte le singole mfr. robbe debbiano perpetuamente stare sotto al fid.sso et dispositione fatta da d0 mio Padre commune nel sud0

suo testamento et à tutti, et singoH prohibitioni et vincoli ap~ti in do fidecommisso, et dispositione ( ... ). Le quali robbe sono l'tnfr., cioè (a questo p unto elenca alcuni quadri: una ' Natività ' di Raf­faello, una ' Madonna col Christo in braccio con angeli ' del Ca­massei, e prosegue): et altri diversi quadri che si doveranno descri­vere nell'inventf• come lasso da farsi, (ASR, cit., vol. 29 fol. 309). Come si è visto, il nuovo inventano non fu redatto, percht Dionisio utilizzb quello steso in precedenza (12 ottobre 1641) da Gian Maria.

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t8) Foligno, Archivio Capitolare, A.10.245, Robbe che mancano lasciate dal Sig. Abate Gio: M aria Roscio/1 sottoposte al fedecommissio del Sig. Bartolomeo suo padre : ( ... ) " Un quadro con l' Istoria del re Pirro con cornice dorata , ( ... ) " Un quadro di p.mi 4 1 2 et 6 1 2 con l'istoria di Scipione l'Africano ., .

19) A. BLUNT, op. cit., cat. 181, data il dipinto 1643- 45 (in pre­cedenz:~ aveva proposto una datazi.one ancora più tarda, 1647-49); J. THUILLLER, op. cit., n. 135, "immediatamente dopo il ritorno di Poussin a Roma., (3 novembre r642), cioè al 1643 circa.

20) Cfr. nota 2 e A. BLUNT, op. cit., car. 86 e 87, pp. 59 e 6o. La dat.azione al 1644-45 è accettata anche da C. WHIITFU'.LD, Poussin's Ear/y Landscapes, in Tht Burlington M agazine, gennaio 1979, pp. IQ-19.

21) Cfr. la lettera di Elpidio Benedetti al Card.inal Mazzarino in J. TRUILLtER, Pour un "Corpus Poussinianum,, in Nicolas Poussin - Colloque internacional - Paris, 19- 21 sepc. 1958, Paris 1960, p. 63.

22) M. ARONBERC LAvtN, Seventeenth-Century Barberini Docu­ments and lnventories of Art, New York 197,5. p. 303.

23) Dal testamento di Gian Maria R.oscroli, fol. 296 v. 24) Dal testamento del Cardinale Antonio il vecchio (ASR.,

Notai ... ecc., Notaio Dorninicus Fonth ia, 1~3-1646, vol. 29, fol. 557 ss.). Il testamento non è datato; rna potché H Cardinale, nato il 18 novembre 1569, dichiara di trovarsi nel settantaseiesimo anno di età, pub ritenersi scrilto nel 1645. È interamente autografo. La parte che più ci interessa dice:

" Io frate Antonio del titolo di S.ta Maria in Trastevere Car­dinale S. Onofrio, trovandomi nel 76° anno della mia età ( ... ). In tutti li beni stabili, mobili concessimi dal S.r Dio si come ragioni, crediti et attioni, et d'ogni altra sorte e qualità istituisco erede uni­versale la S. Cong.ne de Propaganda Fide ( ... ). I miei mobili (tra' quali comprendo non solo le supellettili quadri sedie lelti et quanto si trovarà nelle camere, e stanze ch' io habito, ma anco la stalla carrozze cavalli e mule) si dieno dall' erede nl Sig.r Card.le Antonio mio nipote, il quale preeo io la sua mano liberale a pagare detti mobili al med.mo erede 10 termine di sei mesi dopo la mia morte scudi mille, e cinquecento di moneta , (fol. 558).

Il 19 gennaio t646 aveva emanato, sempre presso lo stesso notaio, una Donatio pro Sacra Congr.ne de Propaganda Fide (ff. 441 ss.); documento anch'esso di estremo interesse, con il quale il Cardinale istituisce erede universale la Congregazione da lui fondata e la chiesa costruita sumptibus suis d (sic~ fundamentis in honorem SS: M agorum.

25) 0~1 testamento di G1an Maria, fol. :196 v. 26) l b1dtm, fol. 296 r.; Spest ... , fol. 5 v. 27) M. ARONBERC L AVIN, op. cìt., p. 262.

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