NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca...

28

Transcript of NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca...

Page 1: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna
Page 2: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

NUMERO 1 · ANNO X · DICEMBRE 2013

SOMMARIO

EditorialiAnniversario

4 La Voce compie 10 anni · flavia e stefano

Il sondaggio6 Tutto in fumo? · concetta faccio e francesca

7 I grafici del sondaggio · igor

Dai meandri dell’Einstein8 Einstein cogestito · chiara pesci

10 Un piccolo passo per lo studente · marco mazzoni

Oltre noi stessi12 L’intervista · federica e ludovica

14 Intervista in terRamo a Mario Lamberti · francesco

Forza Albert16 I frattali nella natura · francesca di marco

I colori della letteratura18 Vivere, vivere, vivere ancora · marco matani

19 Un eterno ragazzino · caterina trimarelli

20 Invasione in arrivo · anthea di salvatore

Recensioni e spettacoli21 Tadatoshi Fujimaki · pamela primula

22 Lou Reed: in memoriam · gianmarco paterna

TEXnologia23 Quando copiare diventa un diritto · gaia gulp

24 Dall’homo sapiens all’homo technologicus · daniel

Appendice enigmistica25 Sudoku per tutti! · alessia coruzzi

Fumetto26 Non dire una parola · pamela primula

Enigmistica28 Parole crociate e sudoku · ludovica corradi

28 Problema di scacchi · pietro tullii

REDAZIONE

CoordinatoreProf. Nando Cozzi

CaporedattriceGaia (Gaia Gulp) Babbicola

CopertinaGaia (Gaia Gulp) Babbicola

Codifica LATEX e graficiIgor ["aIgO:*]

Vignettisti e disegnatoriPamela Primula, Caterina Trimarelli, Gaia Babbicola, Gian-marco Paterna

Enigmistica e giochiLudovica Corradi, Pietro Tullii, Alessia Coruzzi

FotografaChiara Pesci (e un ringraziamento agli alunni ritratti a pag. 8e 9, ossia a Emanuele Pizzuti, Carla Maggetti, Marco Cap-pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci,Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna Sarto, Giulia Marini, Giampaolo Troiano, EdoardoDi Blasio, Marta Brizzi, Letizia Ettorre, Giuliana Perpetuini,Chiara Vanni e Mister “X”.)

RedattoriFrancesco Maria Cameli, Chiara Pesci, Daniel Di Febo, Ste-fano Ciaffoni, Martina Chiara Recchilungo, Marco Matani,Alessia Coruzzi, Federica De Iuliis, Ludovica Corradi, MartaBrizzi, Letizia Ettorre, Caterina Trimarelli, Pamela Primula,Marco Mazzoni, Francesca Di Marco, Gaia (Gaia Gulp) Bab-bicola, Francesca Angelozzi, Flavia Cantoro, Luigi Ranalli,Anthea Di Salvatore, Sharon Rubini, Filippo Leonzi, StefanoDi Gregorio

CollaboratoriProf.ssa Concetta FaccioProf.ssa Daniela Patriarca

ColophonRealizzato all’interno del Liceo Scientifico “Albert Einstein”, ViaLuigi Sturzo 5, 64100 Teramo. Composto in LATEX con le famigliedi font Palatino di Hermann Zapf e TEX Gyre Heros (basato suURW Nimbus Sans L e Helvetica) di Max Miedinger e EduardHoffmann.

Sito web del liceolse.te.it

c 2013− 2014 · Liceo Scientifico “Albert Einstein” · Teramohttp://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/legalcode

Page 3: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

una favoladi NANDO COZZI

fuit quondam ...— Rex quidam! — mei parvi subito fortasse dixerint

lectores.— Minime: pueri, erravistis. —Fuit vero quondam1 una rivista scolastica; anzi c’è

ancora! Ci credereste? Pian pianino, e tenendo ancheconto dello scorso anno scolastico “perduto”, siamogiunti al decimo anno de la voce. Per l’occasione,oltre a qualche miglioramento — si spera! — tipogra-fico, la caporedattrice, Gaia, ha apparecchiato alcunisucculenti bocconcini da assaporare nel corso di questofreddo inverno (speriamo non of our discontent) assiemeagli immancabili caggionetti.

Siore e siori, solo per i vostri occhi, offriamo unastrepitosa copertina (di Gaia, sempre lei), un primosondaggio sul tema del fumo (Francesca e la Prof.ssaConcetta Faccio), una maxi intervista di Flavia e Ste-fano agli ex docenti referenti de la voce (Prof. EnzoStirparo e Prof.ssa M. Gabriella Pompei), un fumettocompleto di Pamela, un’intervista alle rappresentantidell’associazione “Se non ora quando” (ex gratia Fede-rica e Ludovica), l’autovalutazione della co-gestione (acura di Marco Mazzoni) e un servizio fotografico sullostesso tema di Chiara et cetera. E questo è solo l’inizio!

Troppa grazie, direte. Ma, no, è Natale. God bless us,every one!

NOTE

1Pinoculus di Carlo Collodi, tradotto in latino da Enrico Maffacini(Marzocco, 1950). L’illustrazione sottostante è di Enrico Mazzanti.

10 e lode!di GAIA GULP

dopo una cosí scoppiettante presentazione — sen-tito che rullo di tamburi? — l’ansia da prestazione iniziaad arrovellarmi.

Ma d’altronde è naturale, ogni anno è un nuovodebutto per il nostro fidato giornalino e per la nostrafedele redazione e, come per ogni debutto, le aspettativee le ambizioni alzano la posta in gioco.

Questo, poi, è un anno particolare, che aggiunge unacifra all’età de la voce— non vi starete mica facendoi conti? — e responsabilità al nostro impegno.

Ma veniamo a noi. Questo giornalino conosceràforse a menadito i meandri dell’ Einstein, ma quelloche ci preme rimane sempre e comunque imparare aconoscere i nostri lettori, cioè a conoscere noi stessi.

Come? Innanzitutto saggiando la vostra attenzioneattraverso vivaci spunti di riflessione sulla vita studen-tesca e rapidi scorci sul mondo. A solleticare i vostrisensi, porteremo in tavola un materiale frizzante ed ete-rogeneo, che spazia dallo scritto al grafico, dal creativoall’analitico, e non mancheremo di certo di servirvi ildessert di sempre, giochi e vignette in salsa agrodolce!

Insomma, altro che minestrone: quest’anno non cisiamo fatti mancare nulla, ma a voi l’ardua sentenza!Noi possiamo solo congedarci cosí: THIS IS IT.

enri

com

azz

an

ti

Editoriali 3

Page 4: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

Per celebrare il 10° anniversario del nostro glorioso giornalino,

abbiamo intervistato i due insegnanti coordinatori che hanno visto

nascere e hanno accompagnato nella crescita la voce. La prima

intervista è al Prof. Vincenzo Stirparo; la seconda, alla Prof.ssa M.

Gabriella Pompei.

di Flavia Cantoro e Stefano Ciaffoni

ü Da quale idea è partito il progettodel giornalino scolastico?

Credo che l’idea del giornale sco-lastico non abbia bisogno di nascere odi essere spinta. Fare del giornalismoè un qualcosa di insito che abbiamopiú o meno tutti. Raccontare agli altrifatti, esperienze, opinioni ecc. è spon-taneo soprattutto nei ragazzi, dellevolte è quasi un’esigenza. Nella scuo-la italiana, dove i problemi non sonomai mancati, il giornalino scolasticoè sempre stato un progetto tra i piúinteressanti e piú riusciti. Mai banale,graficamente gradevole e molto vici-no (come impostazione) al giornaleprofessionale. L’entusiasmo e la granvoglia di partecipazione che c’è nel-la redazione di un giornale scolasticodifficilmente si ritrova in altri ambien-ti e aggiungo che è una gran bellaesperienza sia umana che culturale.Aiuta molto la crescita intellettualedel ragazzo.ü Nella prima fase quanto consensoraccoglieva il giornalino presso glistudenti?

Beh, di solito al primo numero col-laboravano i ragazzi che già erano aconoscenza del giornale. Poi una vol-

ta pubblicato creava entusiasmo ne-gli altri e si moltiplicavano le richie-ste di adesione. Ai ragazzi la vogliae le idee non mancano. Forse in al-cune occasioni, anzi, in alcuni atteg-giamenti, possono sembrare superfi-ciali, ma dentro hanno sempre unaforza esplosiva e una carica innovati-va che, se ben indirizzata e se aiuta-ta a manifestarsi, dà sempre risultatiimprevedibili ed inaspettati. Le ini-ziative extra-curriculari hanno questaprerogativa.

ü Si ricorda qualche aneddoto inte-ressante e simpatico riguardante ladirezione del giornalino?

La cosa che ricordo con piú affettoè il momento in cui sono venuti deglialunni a chiedermi di fare il referenteresponsabile del giornale scolastico.Mi sono commosso. Quasi piangevodalla gioia.

Non si sono posti il problema sene fossi capace oppure no. Hannopensato a me perché, avendo scrittoalcuni articoli negli anni precedenti,avevo dimostrato affetto, anzi amore,per il giornale.

Ero e sono orgoglioso di questoincarico. L’ho accettato cosí, d’istinto,senza pensarci su.

Ho dato a tutti la massima liber-tà di scrivere tutto ciò che ritenevanoopportuno, ispirandomi alla famosis-sima massima di Voltaire (“Non sonod’accordo con te su quello che dici,ma lotterò fino alla morte affinché tupossa dirlo”.ü Inizialmente su cosa verteva ilgiornalino?

Secondo me non sono cambiati gliargomenti del giornale. Siamo sem-pre all’interno di una scuola quindipossono cambiare eventualmente il

4 Anniversario

Page 5: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

costume, la moda e la cronaca, ma lediscipline scolastiche e la “vita tra icorridoi” restano invece i pilastri checostituiscono la struttura portante delgiornale.ü Quali erano le maggiori difficoltàcon cui si scontrava il giornalino?

La difficoltà economica era (e cre-do lo sia ancora!) il maggiore ostaco-lo. Forse oggi ci sono piú mezzi tec-nici che allora scarseggiavano. Peròvoglio ricordare che il giornale sco-lastico funzionava anche quando sistampava col ciclostile! L’ingredienteprincipale resta sempre l’entusiasmo.ü Era l’unico professore a gesti-re questo progetto? E cosa nepensavano i colleghi?

Quando l’ho gestito io sí. Ma devodire che avevo colleghi che dimostra-vano un grande affetto per il giornalee, oltre a scrivere qualche articolo, mihanno sempre dato un aiuto quandoè stato necessario. Li ringrazio anco-ra. L’ambiente scolastico ha sempre“accettato” con sincerità il giornalescolastico.ü Al decimo anniversario de La Vo-ce, nota molti cambiamenti rispettoall’inizio?

Come accennavo prima, la strut-tura generale, il senso del giornale,il significato che ha, l’ambito in cuisi muove non credo siano cambiati enon credo cambieranno. Il giornaleadesso è piú bello, piú vario, piú mo-derno, ma, a parte l’effetto che fa a mepersonalmente (una sorta di “tuffo alcuore” come leggere oggi una letterache mi aveva scritto una fidanzatinaquando avevo 15 anni), il valore diun giornale scolastico si misura dallatraccia che lascia nel lettore, dal di-battito culturale che riesce a creare edall’appagamento intellettuale degliarticolisti.ü Cosa le ha lasciato l’esperienza diprofessore dirigente del giornalinoscolastico?

Qualunque esperienza fatta all’in-terno della scuola arricchisce cultu-ralmente e contribuisce alla crescitamorale dei ragazzi nonché a migliora-re il rapporto alunno-insegnante, cheaiuta tanto per il prosieguo delle altreattività. L’esperienza del giornale èunica nel suo genere perché, oltre chedidatticamente educativa, è anche so-

cialmente educativa. Si diventa buonicittadini cominciando ad interessarsidei problemi (di tutti i tipi: culturali,sociali, intellettuali, . . . ) e discutendo-ne con gli altri. Con questo confrontosi acquisiscono i valori “sani e puli-ti” che migliorano una società. Allafine però consentitemi di ringraziarviper questa intervista. Prima di tuttovoi alunni, che da sempre siete stati ilmio punto di riferimento nella scuola;poi il mio amico, il prof. Cozzi. Fac-cio tanti auguri al giornale la voce.Spero che riesca sempre a migliorar-si ancora di piú. . . Infine auguro atutto il Liceo Scientifico “A. Einstein”un anno scolastico proficuo e ricco disoddisfazioni.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Intervista alla Prof.ssa M. GabriellaPompei

ü Cosa pensa del giornalino scola-stico?

Penso sia un’opportunità per alun-ni e docenti, per la redazione e per co-loro che lo leggono. Per chi lo costrui-sce infatti rappresenta un momentodi confronto e di autentica collabo-razione, un’occasione per far sentirela propria “voce”, per misurarsi conun’attività che richiede senso di re-sponsabilità e rispetto degli impegniassunti; per chi lo legge non è solouno strumento di informazione e diriflessione, ma anche la prova tangi-bile di quanto sia produttivo lavorareinsieme.

ü Cosa le ha lasciato questo proget-to?

Mi ha lasciato un bel ricordo edanche la certezza che collaborare adun progetto condiviso al di fuori del-l’orario curriculare può dare ottimirisultati e rivelarsi un’esperienza co-struttiva, dalla quale ricavare qualcheutile indicazione anche per il lavoroin classe.ü Nota che ci sia stato qualche cam-biamento all’interno del ProgettoGiornalino rispetto all’inizio?

Rispetto all’inizio, il giornalino ècambiato in modo rilevante pur man-tenendo alcuni caratteri costanti neltempo. Sicuramente è migliorata lagrafica, è piú agile e fruibile, è nuo-vamente spazio riservato solo aglialunni.ü Ricorda qualche aneddoto cir-ca la sua esperienza all’interno delgiornalino?

Ricordo la difficoltà iniziale a faraccettare ai ragazzi l’idea di un gior-nalino che non fosse solo degli stu-denti, ma che rappresentasse uno spa-zio di autentico confronto tra alunnie docenti. Ci sono stati momenti digrande fervore: nell’anno in cui mi so-no occupata del giornalino abbiamointrodotto l’uso del colore, l’impie-go della carta riciclata ed un paio dinumeri sono stati stampati a scuola,nella “stamperia”.

Il ricordo piú bello: certamente leriunioni di redazione (ma anche lenottate a correggere. . . ) talvolta dav-vero vivaci per una certa diffidenzadegli alunni, che all’inizio interpreta-vano a torto la correzione della formadei loro articoli come un interventodall’ “alto”, una limitazione alla lo-ro libertà di espressione. Superataquesta fase, il giornalino è diventatodavvero l’espressione di un gruppodi lavoro unito.ü Un augurio speciale per il gior-nalino?

L’augurio non può che essere admaiora! . . . per una collaborazione checoinvolga un numero sempre crescen-te di alunni, per un giornalino chesenza appesantirsi troppo contengasempre piú articoli d’interesse cultu-rale e spunti di riflessione sul nostrotempo.

Anniversario 5

Page 6: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

SONDAGGIO DE LA VOCE

TUTTO IN FUMO?

La libertà deve essere illimitata? O può essere limitata per il diritto alla salute?

BY CONCETTA FACCIO E FRANCESCA ANGELOZZI

Con questo lavoro la voce inaugura una serie di sondaggi per acquisire dati

su problemi e questioni di stretta attualità e che riguardino il mondo adolescen-

ziale. In questa nostra prima prova abbiamo scelto il tema del fumo. Spesso

i media parlano dei “giovani” facendo solo riferimento a statistiche nazionali,

ma noi vorremmo saggiare questi dati con le risposte specifiche degli studenti

dell’Einstein. Nei prossimi numeri del giornalino è nostra intenzione continuare

a proporre temi altrettanto controversi. Ad occuparsi di questo primo sforzo sono

state Francesca Angelozzi e la Prof.ssa Concetta Faccio. Buona lettura!

L’idea di inserire un sondaggio nel giornalino è nata dallavolontà di mettere in luce la coscienza del nostro liceo.

Cercavamo un argomento che, innanzitutto, fosse al-la portata di tutti e che fosse in grado di evidenziaretendenze discordanti, anche nelle opinioni dei singoli.

Per questo motivo, abbiamo scelto la question “fu-mo” in quanto l’inserimento di un nuovo regolamen-to scolastico è stato un tema molto sentito in questotrimestre.

Abbiamo diviso il questionario in due parti:

• la prima sezione relativa alla conoscenza della legge

e alla considerazione che si ha di essa;

• la seconda concentrata sulla percezione dellapropria libertà individuale in riferimento alle leggi.

Le sezioni sono strutturate in modo da far emergereeventuali incoerenze.

Il campione è stato prelevato dalle classi quinte. Qua-rantotto studenti sono stati scelti secondo una rego-la che garantisse la casualità: gli alunni maggiorennicorrispondenti a un numero pari sull’elenco di classe.

Tutti si sono sottoposti volentieri al test. Spero troviateinteressenti conclusioni da questo sondaggio!

il questionario sul fumo

Rispondi a queste domande dando una valutazione da 1 a 10.À Quanto sei informato sul D.L. n°104 del 12 settembre 2013?Á Quanto sei informato sul regolamento per il fumo della nostra scuola presente nel nostro

pof 2013/14 (delibera del Consiglio di Istituto del 24 settembre 2013)? Quanto ritieni importante la tutela della saluta nei luoghi pubblici (uffici, scuola, . . . )?à Quanto ritieni importante il valore della libertà personale?

Indica quanto sei d’accordo (da 1 a 10) con queste affermazioni.Ê Si può fumare se non si dà fastidio agli altri.Ë Non serve un regolamento sul fumo, basta avere senso civico.Ì La società è in grado di gestire il problema fumo senza divieti.Í Il regolamento sul fumo tutela la nostra salute.

6 Il sondaggio

Page 7: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

Sotto sono riportati i risultati del sondaggio. Le colonne numerate riportano i numeri grezzi, le altre riportano glistessi valori in termini percentuali. Le prime otto colonne fanno riferimento ai quesiti, mentre le ultime otto fannoriferimento alla valutazione delle affermazioni.

Domande Affermazioni

Vot

o

À % Á % Â % Ã % Ê % Ë % Ì % Í %

1 5 10,42% 2 4,17% 0 0,00% 0 0,00% 2 4,17% 7 14,58% 13 27,08% 3 6,25%2 2 4,17% 2 4,17% 0 0,00% 0 0,00% 2 4,17% 1 2,08% 6 12,50% 1 2,08%3 9 18,75% 6 12,50% 0 0,00% 0 0,00% 2 4,17% 4 8,33% 6 12,50% 0 0,00%4 4 8,33% 0 0,00% 0 0,00% 0 0,00% 0 0,00% 4 8,33% 10 20,83% 3 6,25%5 6 12,50% 0 0,00% 2 4,17% 1 2,08% 4 8,33% 9 18,75% 10 20,83% 3 6,25%6 7 14,58% 4 8,33% 0 0,00% 0 0,00% 4 8,33% 6 12,50% 1 2,08% 3 6,25%7 8 16,67% 3 6,25% 6 12,50% 4 8,33% 7 14,58% 4 8,33% 0 0,00% 10 20,83%8 5 10,42% 14 29,17% 6 12,50% 4 8,33% 9 18,75% 7 14,58% 1 2,08% 9 18,75%9 1 2,08% 11 22,92% 9 18,75% 12 25,00% 5 10,42% 1 2,08% 0 0,00% 6 12,50%10 1 2,08% 6 12,50% 25 52,08% 27 56,25% 13 27,08% 3 6,25% 1 2,08% 10 20,83%

48 100% 48 100% 48 100% 48 100% 48 100% 48 100% 48 100% 48 100%

Scarsa

42%

Mediocre13%

Sufficiente

15%

Buona

27%

Ottima4%

informazione sul d.l. n° 104 del 12 settembre 2013

Scarsa

21%

Sufficiente

8%

Buona

35%

Ottima

35%

informazione sul regolamento per il fumo della nostra scuolapresente nel pof 2013/14

2 4 6 8 10

2

4

6

8

10

Valore della tutela della salute pubblica

Val

ore

della

liber

tàpe

rson

ale

grafico: domande (3 e 4)

−9 −6 −3 0 3

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

Fiducia nelle leggi e nelle regole

Viv

iela

scia

vive

re

grafico: affermazioni

Il sondaggio 7

Page 8: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna
Page 9: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna
Page 10: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

di Marco Mazzoni

E bbene sí, anche noi studen-ti abbiamo conquistato lanostra Luna, dopo un viag-gio iniziato il 21 Novembre

2013.In un periodo in cui i giovani di

tutta Italia si stavano mobilitando perfar sentire la propria voce su tema-tiche sociali ed economiche, concen-trandosi in particolar modo sugli in-vestimenti finanziari dettati da prov-vedimenti quali il Decreto Scuola ela Legge di Stabilità, anche le scuo-le teramane hanno deciso di dare ilproprio contributo, procedendo conautogestioni in tutta la provincia. Maquella che era nata come una protestastudentesca, nel Liceo Scientifico Al-bert Einstein si è presto trasformata inuna “proposta studentesca”: noi rap-presentanti d’istituto abbiamo avanza-to al preside una richiesta per cinquegiorni di Autogestione, presentando-gli un dettagliato regolamento dellemodalità di svolgimento da noi stila-to, affinché risultasse un produttivomomento di attività scolastica alterna-tiva, in cui gli studenti avrebbero avu-to l’occasione di riflettere sulle proble-matiche che affliggono la nostra real-tà e di indagarne le cause. Dato chenon abbiamo voluto in alcun modoattuare una politica di scontro, abbia-mo accordato dapprima con il presidedue giorni consecutivi di Assembleaautogestita, sicuri del fatto che, se or-ganizzata strategicamente, avremmoottenuto anche il consenso dei docentie il nostro modello di scuola alterna-tiva sarebbe di certo stato prolungatoper altri tre giorni.

Dopo il colloquio con il preside,svoltosi il 20 Novembre, avevamo adisposizione poche ore per pianifica-re i corsi e le attività che si sareb-bero tenute durante l’Assemblea del

giorno dopo, ma per fortuna la tecno-logia, l’informatica, la matematica euna grande dose di fortuna ci hannoassistito: per far sí che tutto si svol-gesse in modo ordinato e per gestireun gran numero di studenti (divisitra l’altro in due edifici differenti: se-de e succursale) abbiamo dovuto stu-diare un modello logico-matematico,secondo il quale siamo riusciti a pro-grammare una tabella di orari con cuiregolare il flusso degli spostamentidei ragazzi tra un’ora e l’altra, e cer-care di tenere occupati quasi tutti glistudenti per tutta la giornata.

Quella che era na-ta come una prote-sta studentesca siè presto trasforma-ta in una “propostastudentesca”

Per questo abbiamo anche istituitoquelli che abbiamo chiamato “registridi assemblea”, sui quali i ragazzi (chefino alle 9:00 dovevano rimanere inclasse secondo regolamento) erano in-vitati a segnare quale corso avrebberofrequentato ora dopo ora, e i “registridi corso”, sui quali i responsabili delcorso avrebbero annotato le presenzeed espresso un giudizio sulla propriaclasse.

Dopo un pomeriggio di lavorodunque, alle 8:20 di mattina del 21Novembre 2013, tutto era pronto peril lancio della navicella. O quasi.

Nonostante fossimo in ritardo conla consegna degli orari e dei registrinelle classi infatti, alle 9:20 tutti i corsihanno avuto inizio e i corridoi dellascuola erano piú silenziosi che mai.

Quella era già la nostra vittoria. Gra-zie all’efficace attività del ComitatoOrganizzativo, composto da ragazzisoprattutto del quinto anno che si so-no proposti di aiutare noi rappresen-tanti, lo spostamento degli studentiè avvenuto velocemente e senza di-spersione, e gli stessi professori eranostupiti dell’ordine con cui il tutto hapreso forma. Non è stata la solita as-semblea caotica, è stato qualcosa dipiú.

Gli stessi docenti durante la mat-tinata hanno promosso e diretto del-le attività alle quali è stata un’ampiapartecipazione, contribuendo cosí alnostro progetto. Si respirava aria dicambiamento.

I l secondo giorno di Assembleaè stato organizzato allo stessomodo, e tutti sembravano en-tusiasti di ciò che tutti insie-

me stavamo creando. Anche i gior-nali locali cominciavano a elogiarela nostra scuola per le modalità diautogestione.

Ma il pomeriggio del 22 Novem-bre si sarebbe deciso se far compiereil tanto atteso allunaggio all’Apollo11 o se farlo tornare sulla Terra.

Il preside infatti ci aveva gentil-mente invitato a discutere del nostrooperato in una seduta informale delCollegio Docenti, per cercare di pro-lungare quelli che abbiamo presenta-to come giorni di “scuola alternativa”piú che di “autogestione”. E’ statobello avere l’opportunità di far valerele nostre idee davanti a tutto il corpodocenti del Liceo, sapevamo che qual-cosa si stava muovendo nella nostradirezione: studenti e docenti si sonomessi in discussione gli uni di fronteagli altri. Ciò che abbiamo chiesto aiprofessori si può riassumere in una

10 Dai meandri dell’Einstein

Page 11: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

sola parola: collaborazione. Abbiamochiesto loro di collaborare al nostroprogetto, di appoggiare la nostra ma-nifestazione di pensiero, di unirci tut-ti per far sentire la nostra voce e dinon permettere ancora una volta alsistema che ci governa di dividere leparti secondo il famoso “dividi et im-pera”; abbiamo dunque chiesto lorodi concederci altri tre giorni di attivi-tà alternativa, facendo uno “strappoalla regola” ed esulando dal formale eburocratico svolgimento delle lezioniscolastiche, consapevoli del fatto chela storia non si è mai fatta e mai sifarà con i formalismi. Dopo un’ora didiscussione la decisione era presa: ci

sarebbe stata collaborazione. Non sisarebbe piú parlato di “autogestione”:per la prima volta si poteva parlaredi una “co-gestione”. Il grande pas-so è stato fatto. Ci sentivamo un po’come Neil Armstrong, primo uomo amettere piede sulla Luna. La nostraLuna, la co-gestione, era conquistata.

N ei tre giorni successivi, perfacilitare il compito ai do-centi, abbiamo organizzatocorsi in cui abbiamo parte-

cipato non individualmente, ma pergruppi-classe: forse non tutti gli stu-denti in questo modo sono stati accon-tentati, ma di certo abbiamo avuto la

nostra vittoria. Studenti e Professorifianco a fianco.

Ci auguriamo che in futuro si con-tinui a portare avanti proteste in que-sto modo innovativo e aperto ad unacollaborazione con tutte le componen-ti della Scuola, e che siano gli stessidirigenti a proporre e programmareuna settimana di scuola alternativa,in cui organizzare lezioni e dibatti-ti su tematiche socio-economiche, te-matiche che riguardano la realtà incui viviamo. Anche questa è scuola,una scuola intesa come opportunitàdi crescita e come libero scambio diidee.

gaia

gulp

gaia

gulp

Soluzioni dei giochi

4.1...Qf12Qf1Ne2m-

Dai meandri dell’Einstein 11

Page 12: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

l’intervistaI ragazzi dell’“Einstein” si aprono al confronto col sociale. La conversazione

qui di seguito riportata è il risultato della risposta — appassionata ed interessa-

ta — alle sollecitazioni proposte dall’Amministrazione provinciale ed estese a

livello nazionale, sul tema della disparità/differenza di genere, con l’obiettivo di

rendere effettiva la parificazione dei diritti tra uomini e donne. L’occasione di

confronto è stata accostata alla data del 25 novembre, giornata dedicata alla lotta

internazionale contro la violenza — fisica, psicologica e verbale — perpetrata

sulle donne. Si ringraziano Monia Pecorale e Germana Goderecci.

di Federica De Iuliis e Ludovica Corradi

È evidente il vostro interes-se nel cercare di contrasta-re ogni forma di discrimi-nazione nei confronti del-

la donna. È stato un avvenimentoin particolare a determinare la na-scita dell’associazione “Se non oraquando”?

Monia: « L’associazione “Se nonora quando” non nasce rispetto alfemminicidio, di cui si è anche oc-cupato in seguito, bensí rispetto al-l’utilizzo dell’immagine della donnae del suo corpo ad opera di una po-litica nazionale (quella di Silvio Ber-lusconi). In politica, le donne eranoiscritte a delle liste elettorali esclusiva-mente grazie a delle loro prestazionisessuali. Di conseguenza, le persone,in particolare quelle donne che nonvolevano essere rappresentate da lo-

ro, in maniera del tutto inaspettata, sisono opposte e riunite in piú di centopiazze in Italia, volontariamente, il 13

} Noi donne abbia-mo pensato che senon ci fossimo ri-bellate, quando l’a-vremmo fatto? ~

febbraio del 2011 proprio per prote-stare contro l’immagine negativa del-la donna che emergeva dalla politicaitaliana. Da qui, noi donne abbiamopensato che se non ci fossimo ribel-late allora, quando l’avremmo fatto?Da ciò nasce l’associazione “Se nonora quando” in varie città d’Italia. »

ü Quando è nata quest’associazionea Teramo?

Monia: « Lo stesso 13 febbraio,noi donne del territorio ci siamo riu-nite a Pescara, organizzando pullmanda tutta la regione. Qui si sono in-contrate le donne piú giovani con lefemministe di un tempo spinte dallastessa voglia di cambiamento. A no-vembre 2011 alcune donne, io e Ger-mana in prima persona, abbiamo de-ciso di fondare il “Se non ora quando”di Teramo. »ü L’associazione ha organizzato unflash mob e piú volte ci avete fatto vi-sita a scuola. Come operate nel terri-torio? Quali sono le vostre iniziativeper sensibilizzare le persone?

Monia: « Sulla violenza di genereabbiamo organizzato molte iniziative,soprattutto lo scorso anno, e abbia-

12 L’intervista

Page 13: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

mo fatto un convegno, chiamato “Lastrada delle scarpe rosse”, sulla vio-lenza, cercando di avere un approcciopsicologico, legale e ginecologico. Ilnome deriva dal fatto che abbiamopreso come simbolo una scarpa conil tacco rosso, simbolo della femmi-nilità; abbiamo legato le scarpe rosseall’albero vicino al bar “Caffè dell’ol-mo”, a piazza Martiri della Libertà, eda qui abbiamo sfilato fino al luogodel convegno. Successivamente sonostate organizzate varie inziative, qua-li il flash mob, con la collaborazionedell’Università e della CommissionePari Opportunità; la partita di calcio,organizzata il 25 novembre 2012, perla ricorrenza della giornata mondialecontro la violenza sulle donne, conla presenza di giornalisti, politici eoperatori ospedalieri: abbiamo volutocoinvolgere anche gli uomini per farcapire che il femminicidio è un pro-blema che non riguarda solo le donne.Un’altra importante iniziativa è stata“L’orgoglio delle donne”. Abbiamorealizzato un libricino sui profili delledonne teramane che si sono distin-te nei vari campi della società, comequello della letteratura, quello dellearti, del sindacato e della politica. »

pam

ela

prim

ula

ü Si sente spesso parlare della pro-blematica riguardante la violenzasulle donne, che deriva da una bassaconsiderazione del genere femmini-le. Possiamo considerare che la con-dizione della donna sia miglioratanel tempo?

Monia: « Dire che la violenza sulledonne derivi da una bassa considera-zione del genere femminile è estrema-mente riduttivo. Il problema è il pos-sesso: l’uomo tenta di ribadire il suo

controllo sulla donna da ogni puntodi vista, come quello economico e af-fettivo, considerandola un oggetto disua proprietà. Possiamo considerareche la condizione della donna sia mi-gliorata? Io francamente non sono ingrado di poterlo dire, basti pensare aquello che sta accadendo con le babyprostitute. Le ragazze che vendonoil proprio corpo per una ricarica tele-fonica sono la prova del fatto che lacrisi economica abbia peggiorato lasituazione delle donne. »

} L’uomo tenta diribadire il suo con-trollo sulla donnada ogni punto divista, come quelloeconomico e affet-tivo, considerando-la un oggetto di suaproprietà. ~

ü Cosa potete dirci riguardo ilcentro antiviolenza teramano?

Germana: « Dal 2008, piú di 800donne si sono rivolte a questo centro,anche solo per delle informazioni e300 sono state prese in carico dal cen-tro. Sono a loro disposizione varieoperatrici, come avvocati, psicologhee assistenti sociali. Per quanto riguar-da i dati che si riferiscono al numerodi donne recatesi al centro, devo direche questi non sono del tutto veritieri,in quanto, per difficoltà economiche,il centro è stato chiuso per qualchetempo. Le donne vittime di violenza,in genere, sono donne sposate, dai26 ai 60 anni, per lo piú italiane odell’Europa dell’est, spesso con un la-voro extradomestico. Da ciò nasce daparte dell’uomo il desiderio di posses-so, in quanto la donna appare comesfuggente al marito.

Le persone che si rivolgono al cen-tro sono per la maggior parte del ca-poluogo, ma anche di Roseto degliAbruzzi, Giulianova, Montorio, Cam-pli, Castellalto, o di altre città. In que-st’ultima categoria, rientrano quelledonne che, allontanandosi dalla zo-na in cui sono conosciute, si sentono

piú sicure. L’uomo “carnefice”, soli-tamente, ha dai 35 ai 54 anni; al con-trario di come molti pensano, non sitratta quasi mai di uomini alcolizza-ti o drogati, bensí di gente priva didipendenze.ü Nel Nuovo Testamento / NelleEpistole di Paolo è presente l’espres-sione “le mogli siano sottomesseai mariti” (Ef. 5:22). Come pen-sate che questa affermazione ab-bia influenzato la mentalità dellepersone?

Monia: « L’uomo tende ad esse-re giustificato nell’esercitare un con-trollo sulla donna, poiché ha sem-pre avuto un’attenuante da parte del-la Chiesa. Quando un prete, chedecide del tuo destino ultraterreno,dice che puoi dominare la tua don-na, in quanto essere inferiore, originedel peccato e male assoluto, è chiaroche è impossibile liberarsi da questoinsegnamento. »

Germana: « Basti pensare alla San-ta Inquisizione, che considerava ledonne delle streghe, o la figura di Ipa-zia, che fu la prima vittima del Cri-stianesimo, fatta a pezzi perché erauna filosofa e scienziata: il vescovoCirillo non sopportava questa autono-mia di Ipazia per cui incitò la folla aducciderla. »ü In conclusione, rispetto alle vo-stre aspettative di partenza, sietesoddisfatte del sostegno ottenuto?

Germana: « Se dovessimo fare unbilancio, questo si chiuderebbe in po-sitivo. È stata dura: a volte ci hannovisto come delle femministe, altre vol-te hanno considerato il nostro impe-gno come qualcosa di inutile. In ognicaso, abbiamo avuto molte adesionie tanta partecipazione da parte dellegiovani ragazze. »

Monia: « Il riscontro piú soddi-sfacente è quello che arriva da voistudenti. Gli argomenti a volte so-no specifici, altre volte riescono adabbracciare piú problemi della socie-tà. Il messaggio che vogliamo lasciareè questo: quando i giovani pensanoche sia inutile organizzare iniziativeo sostenere un proprio ideale, perchénon confidano nel cambiamento, sba-gliano. Con l’impegno, la volontà, lapartecipazione e la sensibilità di tuttile cose possono cambiare. »

L’intervista 13

Page 14: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

Intervista in terRamo a Mario LambertiFrancesco Cameli

Dopo aver girovagato un po’ per Teramo nel cercare di farsi dare

da Mario un luogo dove svolgere questa intervista, abbiamo trovato

l’aldilista dentro un locale teramano con dei suoi amici. Inizialmen-

te c’è stato uno scambio di ruoli tra intervistatori e intervistato, in

quanto ci siamo trovati a dover appagare la curiosità della combric-

cola riguardo alla natura dell’intervista che si stava per svolgere.

Una volta definiti i ruoli di ognuno, ha avuto inizio l’intervista vera

e propria, inaugurata da una domanda atipica cosí come atipico è il

nostro intervistato.

chia

rape

sci

ü Chi sei? Chi pensi di essere?

Sono un aldilista, ovvero un arti-sta che segue una corrente nata 100anni dopo il movimento futurista,credo in un’altra realtà. Non cre-do di essere diverso da cio’ che pen-so e sono. Il mio essere è in conti-nuo cambiamento perché siamo inTe-Visione.

Ma se pensiamo a te come sogget-to che è appena stato arricchito dal-l’esperienza di un incontro, ora seidiverso da pochi minuti fa. Quelloche sono diviene e si trasforma nel-la realtà e in diretta, ed è per questomotivo che, avendo molteplici inte-ressi e stimoli da cui prendere ispi-

razione e trasformarmi in base allasituazione, ammiro come l’accumuloè abbondanza.

ü Che cos’è l’economia poetica?

L’economia poetica mira alla rige-nerazione del capitale umano, attra-verso il suo reimpiego in difesa dellanatura. Grazie al dialogos si affronta-no i bisogni reali scambiando risorsee conoscenze come sta accadendo ora.Il passaggio che avviene grazie all’E-conomia Poetica è quello da un’eco-nomia di oggetti a quella di soggetti:poniamo in evidenza l’essere degli in-dividui e non i suoi averi. ECOnomiae ECOlogia hanno l’eco, l’Oikos, chesignifica casa, in comune; la casa la si

14 L’intervista

Page 15: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

ha in custodia, si ha un impossesso diessa a discapito del possesso perché“Oikos No Mia”, e in quanto custo-dita, dev’essere trasmessa come gliaveri passano da padre in figlio. Tut-to questo è “armore” (uno dei tantineologismi coniati dal giovane poe-ta, che rappresenta l’unione tra armo-nia ed amore). L’uomo deve sentirsiparte attiva di un rivolgimento sto-rico, assumersi in prima persona laresponsabilità del cambiamento, per-ché la vera rivoluzione deve essereinnanzitutto interiore. Non dobbia-mo pensare come individui ma comeCollettività.ü Hai scritto il libro Lingotto, che èil primo libro di economia poetica.Cosa puoi dirci a riguardo?

Raccoglie i fondamenti dell’econo-mia poetica, che vengono ampliati nellibro dalla lettura del poemetto. Leg-gendo tre volte si entra in contattoirrazionale con i tre principi del libro:

• Ascolto

• Impossesso

• Irripetibile (la consapevolezzache tutto è un flusso temporaleimmediato, il qui e ora, dove sigioca la partita della vita)

Chiunque lo ha tra le mani puòmodificarlo, rinnovarlo, facendo síche l’arte non muoia ma nella per-sonalizzazione rimanga viva. Cosí illettore contribuisce alla creazione ediventa egli stesso artista. Rendendole idee fruibili a tutti si giunge ad unmiglioramento sociale.ü Cos’è il Nio?

Il Nio è in sé l’estraniazione dallarealtà. Il Nio è la soluzione al conflit-to tra Dio, Io, Mio, e Noi e Voi (questiultimi formano addirittura un dua-lismo che fa parte nell’idea di Nio).Visto che come parola è composta dal-le vocali I e O, comuni a tutte le pa-role che la formano, con l’aggiuntadi una consonante, il concetto di Niopotrebbe essere racchiuso in un altroneologismo: Odi. Io personalmenteho scelto di coniare il Nio perché silegge come si legge Neo, il protagoni-sta di Matrix, colui che estraniandosidalla quella che pensa realtà arriva aconoscere quella che è la realtà.

ü Cosa pensi del linguaggio?Perché crei neologismi?

Parlando si scambia energia, chein genere sprechiamo nel parlare delsuperfluo. Se affrontassimo le cosereali e non il superfluo, scambierem-mo energia utile, passando da un’e-conomia di oggetti a una di soggetti,sebbene gli oggetti conserverebberoun’importanza secondaria. Inventoneologismi perché cosí facendo modi-fico la coscienza collettiva cosí comehanno modificato la coscienza collet-tiva i primi che hanno disegnato graf-fiti. Il graffito da espressione di undisagio adolescenziale si è trasforma-to in una forma d’arte se fatto con lacura di un dipinto.ü Sappiamo che l’album Gommalac-ca di Franco Battiato ti ha ispirato:in che modo?

Quell’album mi ha fatto nota-re che noi siamo piú inconscioche coscienza, e se riuscissimoad essere consapevolmente incoscipotremmo vedere il mondo dalpunto di vista dell’istintività pri-mordiale profondamente collegataall’intuizione.

Direi ai ragazzi dinon essere compe-titivi. La competi-zione spinge a sva-lutare, ignorare oplagiare idee altrui.

ü Cosa pensi della scuola e dellasua situazione attuale?

Io comprendo la situazione di di-sagio dell’istruzine in generale: sonodell’idea che le classi sarebbero per-fette se formate da 12 studenti per do-cente. 12 come gli apostoli, 12 come icavalieri della tavola rotonda. Questonumero è perfetto perché dà ai ra-gazzi lo stimolo del confronto senzasfociare in una competitività che trau-matizzerebbe chi è timido. L’informa-zione non sarebbe dispersiva comeinvece è nelle classi con un elevatonumero di elementi e darebbe lavoroa piú giovani insegnanti attualmentein competizione nelle graduatorie.ü Cosa non diresti ai ragazzi?

Non direi ai ragazzi di essere com-petitivi, perché la competizione spin-ge a svalutare, ignorare o plagiareidee altrui. Il confronto è piú frut-tuoso perché incoraggia tutti indistin-tamente creando compathos; io stes-so ho deciso di non proteggere lemie opere apponendo loro un copy-right perché voglio che esse siano unmotivo di confronto con gli altri sen-za essere ossessionati dalla paura diaver plagiato qualcuno sviluppandoun’idea altrui.

chia

rape

sci

ü Sei stato recentemente nel nostroliceo e hai tenuto un corso di Econo-mia Poetica. Quali sono state le tueimpressioni?

Abbiamo cercato di portare al Li-ceo Scientifico l’esperienza del cer-chio e dei suoi principi. Poi abbiamocreato risonanza e armonia attraver-so la gregora. Abbiamo cominciato aparlare dell’immaginario Te-Visivo edel capitale inesplorato delle nostre ri-sorse, di quanto il nostro sguardo è li-mitato e di quanto ancora può espan-dersi e quindi dell’ammirazione delpaesaggio come ricchezza del nostropatrimonio culturale. Abbiamo intro-dotto terRamo e le potenzialità deibeni relazionali per poi passare a unesercizio pratico per l’espansione del-la mente, del cuore e del ventre. Con-clusione con una gregora come aveva-mo iniziato. Nonostante il numero dioltre 130 alunni, la mia impressione èche ci sia stata un buon ascolto e unaserena comunicazione.

Oltre noi stessi 15

Page 16: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

LA GEOMETRIA DELLA REALTÀ

I FRATTALI NELLA NATURA. . . E NON SOLO

Cosa sono i frattali? Perché dovrebbe interessarci?

BY FRANCESCA DI MARCO

« Si ritiene che in qualche modo i frattali abbiano delle corrisponden-ze con la struttura della mente umana, è per questo che la gente litrova cosí familiari. Questa familiarità è ancora un mistero e piú siapprofondisce l’argomento piú il mistero aumenta »— B. Mandelbrot

Frattale: Oggetto geometrico che si ripete nella sua struttura allo stesso modo su scale diverse (proprietà dell’autoso-miglianza) e ha dimensione non intera

N el 1975 Benoit Mandelbrotconia il termine frattale,che deriva dal latino “frac-tus” (da cui deriva anche

la parola frazione) e vuol dire rotto,frammentato. I frattali infatti sono fi-gure non regolari ma scomposte, fra-stagliate e spesso ramificate; questenuove figure geometriche sono adat-te a descrivere la complessità dellarealtà meglio di quanto sia possibilecon le figure della geometria euclideain quanto la Terra non è una sfera,le montagne non sono coni e il corsodei fiumi non segue un andamentorettilineo.

Osservando la struttura di un al-bero notiamo subito la sua autosomi-glianza in quanto ogni ramo è simileall’albero stesso, ogni rametto è simileal ramo e via dicendo. . . Questa strut-tura è presente in moltissimi elementinaturali come la forma di alcuni fio-ri, la conformazione di alcuni tipi dicavolfiore e dei cristalli di ghiaccio,la distribuzione degli alveoli polmo-nari e la struttura delle galassie. Laripetizione continua della medesimatrasformazione porta elementi sem-plici a divenire sempre piú complessie frazionati ed è detta processo iterati-vo: partendo da un tronco facciamo inmodo che ad un certo punto ci sia unabiforcazione, ripetiamo questa trasfor-mazione agli elementi derivati dallaprima e cosí via. Applicando ripetu-

tamente la medesima trasformazionepossiamo arrivare, attraverso un pro-cesso dinamico, ad avere una figurasempre piú ramificata mano a manoche si procede con le iterazioni.

Il frattale di Mandelbrot (vedi fi-gura a pag. 17), ad esempio, è de-finito da una famiglia di polinomiquadratici complessi nella forma:

fc(z) = z2 + c

ed è ottenuto mediante processi ite-rativi di fc(z) a partire dal puntoz = 0.

Quanti di noi di fron-te a videogiochi comeAssassin’s Creed resta-no affascinati dalla gra-fica, dalla complessitàdei paesaggi e dal lororealismo?

Nell’ambito della topologia si ri-scontrano conseguenze notevoli dovu-te all’irregolarità e al continuo mutaredella natura (le coste frastagliate, lavariazione instabile delle curve colli-nari e delle catene montuose) e allafine dell’Ottocento fu il matematicoe fisico Henri Poincaré, consideratouno dei fondatori della topologia, adanticipare e dare un contesto genera-le a quella che fu poi la scoperta el’applicazione dei frattali.

Egli si occupò della risoluzione dialcuni quesiti nell’ambito dei sistemidinamici e compí una vera e propriarivoluzione nel loro studio: la riso-luzione di un problema non andavaintesa come ricerca di soluzioni espli-cite e quantitative, ma come uno stu-dio qualitativo e a lungo termine dellesoluzioni. Bisogna capire se il siste-ma continua ad evolvere per sempre,se la sua trasformazione è casuale edovuta a catastrofi o infine se, parten-do da una configurazione iniziale, iprocessi che lo interessano non lo mo-dificano qualitativamente ma quanti-tativamente, creando una stabilità eun’autosomiglianza nel suo compor-tamento; proprio quest’ultima ipotesianticipa il campo dello studio frattale.

Quanti di noi di fronte a videogio-chi come Assassin’s Creed restano af-fascinati dalla grafica, dalla comples-sità dei paesaggi e dal loro realismo?E quanti di noi sanno che dietro ilprocesso che porta alla creazione ditali immagini spesso si nascondonoproprio i frattali?

Abbiamo visto che, attraversoi processi iterativi, i frattali

sono in grado di descrive-re accuratamente forme

anche abbastanza complesse, diffici-li da realizzare manualmente e chehanno bisogno anche di una certa ca-sualità: nella creazione di una forestao di un territorio non è possibile de-

16 Forza Albert

Page 17: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

scrivere manualmente tutti i singolielementi che li compongono e render-li anche diversi tra loro; per creareuna foresta si dovrebbero descriveretutti gli alberi, tutti i rami che la com-pongono, tutte le foglie e i piú picco-li particolari e per creare i paesaggiil procedimento sarebbe egualmenteimpossibile. Con l’utilizzo dei frattaliinvece si possono creare forme sem-pre diverse con formule matematicheben precise e non estremamente com-plesse ed è per questo che vengonoampiamente sfruttati nel campo dellacomputer grafica.

Ovviamente l’utilizzo pratico deifrattali e l’interesse nei loro confrontiè strettamente collegato al progres-so dell’informatica, alla capacità deicomputer di simulare numericamentee graficamente fenomeni che altrimen-ti sarebbero rimasti fuori dalle possi-

biltà umane di studio, rappresentan-doli con accuratezza e precisione inmodo da visualizzare con facilità iprocessi frattali; inoltre la diffusionedei primi personal computer con sche-de grafiche dedicate all’elaborazionee alla visualizzazione di immagini av-viene dalla seconda metà degli anni’80 e solo con la successiva diffusionedi schede grafiche sempre piú potentila computer grafica ha acquistato lasua importanza.

I frattali non vengono però ap-plicati solo in questo settore, co-me ad esempio nell’aereonauti-ca per la simulazone dei pae-

saggi di volo oppure nell’industriacinematografica, ma anche dove è ne-cessario codificare sistemi dinamicicaotici nei quali il caso ha un ruolofondamentale e solo la statistica può

fornire una soluzione. I grafici cherappresentano l’andamento della Bor-sa oppure le variazioni atmosferichecontengono dati che, sebbene diversi,si ripetono nei loro processi di base:da passaggi iterativi semplici hannoluogo strutture molto complesse.

Ora potremmo pensare che i frat-tali siano un qualcosa di puramenteesterno all’uomo, che appartenganoal mondo naturale, che vengano usatinell’informatica o addirittura per for-nire modelli matematici a settori pre-cedentemente non codificabili a causadei loro andamento imprevedibile ecaotico, come la Borsa o l’economia.Proviamo però a pensare al processomediante il quale la nostra mente fariaffiorare i ricordi: immancabilmenteun ricordo ne farà venire a galla unaltro e cosí via, attraverso processi deltutto similari.

frattale di mandelbrot

Forza Albert 17

Page 18: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

Vivere, vivere,vivere ancora

Marco Matani

S i trovò a vivere nel gorgheg-gio degli arzigogoli florealitracciati sulle pareti mosai-cate della Grande Moschea

Blu di Samarcanda, nel tenue sfavilliodei riflessi tra le nicchie dorate dellavasta volta. Fu stordito dal riverberouscendo dalla semiombra interna nelmare di luce che investiva il Registan,il grande polveroso arengo, immorta-le caravanserraglio dei maggiori trac-ciati della via della seta. I raggi ar-denti del sole si lasciavano ghermiredalle lisce mattonelle smaltate dellemonumentali ed altere scuole corani-che che si rinfacciavano sui tre latidello spiazzale, a chiuderlo in unamutevolezza solenne. Contemplò lelucenti maioliche blu della cupola im-mensa nel primo canto del muezzin,mentre il vento portava la voce lon-tana delle steppe immemori. Nellosrotolio delle setose pieghe del gran-de emiro Tamerlano giunse fin sullavetta dell’Everest. Il tetto del mon-do lo accolse con uno sferzante sen-so di grandiosità. E contemplò. Evisse. E fortissimamente volle vive-re, e fortissimamente visse. Vide ilgrande Mikado che guerreggiava coni suoi shogun nel sole Oriente, i cosac-chi dello Zar avanzare nelle desolatelande del grande Nord, le carovanedei visi pallidi assaltate dai pellirossanelle sconfinate pianure dell’Ovest, icannibali della Papuasia solcare sulleloro canoe le onde dei tiepidi mari delSud. Vide dipingersi nei loro occhi l’a-marezza di chi contempla la meta percui tanto aveva viaggiato, e disprez-zò qualsiasi limite, qualsiasi confine,qualsiasi traguardo, sapendolo illu-sione. Giurò allora di essere libero,mentre saltava il crinale nevoso dellosperone roccioso. Sentí il vuoto piúprofondo inghiottire la sua mole, epoi l’immacolato manto nevoso acco-glierla soave e gentile per continuarenelle voragini dei precipizii stermina-

ti la disperata discesa. La colossalemole rocciosa si tinse di cobalto spro-fondando nella lontananza trai vapo-ri gelidi dei ghiacci. La contemplòsfrecciando giú per le gole del Pamir.Di rimpetto solo il vento sempre piúprepotentemente pungente e il soleche col suo calore remoto non avvin-ceva il rigore del freddo di siffattecime. Nella folle discesa fu inebriatodai profumi preziosi delle donne del-le montagne afghane celate nei loroveli dorati, intravide il cupo orizzonterischiararsi dei cirri dei petardi piro-tecnici cinesi, fu raggiunto dalla fu-mea di Primavera che montava su peri valloni cosparsi di mandorli in fio-re. Estasiato s’assopí, per ridestarsi,alla fine della planata siderale, dura-ta l’eternità d’un momento, nell’im-patto con le salate acque dell’OceanoIndiano. Il Mare Oceano lo salutòcon un ginepraio d’odori d’incensi edi combustioni lontani di cui il deltadel Gange portava novella. S’abban-donò al capriccio dei flutti, vedendol’acqua mutare tonalità dall’amaran-to impallidito allo smeraldo smorza-to fino al buio dei meandri abissali,per ritrovarsi nel nulla piú radicale,a non poter guardare nient’altro cheimmense distese d’acqua piatta. Evolle ancor piú fortissimamente vive-re, e ancor piú fortissimamente visse.Prese allora a nuotare verso il sole ca-lante, seguendo la coda di fuoco cheaccendeva e abbagliava, nel riflesso,le onde oceaniche. D’un tratto notò lospecchio marino incresparsi al passag-gio d’una caravella sulla quale garrivabandiera nera, terrore dei Sette Mari.Fu appena una vita dopo che doppiòil Capo di Buona Speranza, e vide ileoni africani affacciarsi sulla marinanel tepore del tramonto, nel frattantoche dalle foreste dell’entroterra perve-niva il ritmo dei riti tribali. Districan-dosi tra le fauci di Scilla e Cariddi fucarpito e sprofondato da un mulinel-

lo, per riemergere nella luce limpida erasserenatrice d’un ameno ninfeo ro-mano. Nello scroscio dei freschi rivoliche l’esedra travertina stillava, si ral-legrò dell’armoniosa ed equilibrata li-nea statuaria dei simulacri votivi alleninfe e alle muse, tra i quali s’alzavasommessamente una voce intonanteun inno sacro ad Apollo. Errando trale fronde odorose gravi di dolci e suc-cosi frutti, inebrianti l’aria di mille epíú aromi, la scoprí proveniente dauna graziosa fanciulla assorta sottoun giunco, con lo sguardo fisso sudi un orizzonte che lei sola potevavedere, come fissa in una tavola diPiero Della Francesca. Le sue fattezzegentili erano rivestite da una candidatonaca, che la incastonava in una sta-tuarietà non dissimile da quella delleninfe marmoree. Le si fece vicino, ecol tono della persona da sempre ami-ca ella disse a lui: “Sai dunque chela vita è bella, e degna d’essere vis-suta sopra ogni cosa.” Egli risposecon sicurezza: “Si, ne ho la certezza”.Fu all’ombra di quel giunco, di fian-co a quella meravigliosa giovine cheaveva ripreso a innalzare la sua mestaquanto ferma melodia echeggiante trale nobili sculture lambite dalle pian-te piú profumate, in quel tripudio disensi, in quel trionfo di vita, ch’eglimorí. Morí nel ronzio della campa-na dell’Una e venti. Certo, questonon lo potevano sapere la professo-ressa cui augurò buon pranzo uscen-do dall’aula, tanto meno gli amici concui s’intrattenne nell’attesa della cor-riera. Come non lo potevano saperel’autista che salutò garbatamente, o isuoi genitori con i quali consumò unpiacevolissimo pasto. Dopo di che sisdraiò sul letto, chiuse gli occhi e di-stese i muscoli. E riprese a vivere, nelmentre salutava ancora una volta lelucenti maioliche celesti dell’immen-sa cupola della Grande Moschea Bludi Samarcanda.

18 I colori della letteratura

Page 19: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO1813-2013 Il bicentenario

Un eterno ragazzinodi Caterina Trimarelli

cate

rin

atr

ima

rell

i

N on si parla forse ancora og-gi di Darcy ed Elizabe-th, la coppia piú modernadell’1800?

Dopo duecento anni Jane Austenottiene ancora un gran numero di let-tori per il suo Orgoglio e Pregiudizio.Ancora oggi, infatti, si rimane folgo-rati di fronte all’acutezza delle discus-sioni e delle argomentazioni di Eli-zabeth e di Darcy e dal percorso edalla crescita morale, self education,che compiono i due durante l’interoromanzo.

L’incomprensione tra i due sorgeproprio al loro primo incontro, al bal-lo di Mr Bingley, quando Elizabeth,per errore, ascolta i commenti di Dar-cy sul suo conto: “È passabile manon abbastanza da tentarmi”. Si crea-no cosí una serie di pregiudizi e didiscussioni senza fine. Coincidenze,comportamenti ridicoli della famigliaBennett mettono spesso Elizabeth inimbarazzo davanti al Sig. Darcy tantoda inasprire sempre piú il loro rappor-to e i loro dialoghi. Le risposte, pe-

rò, decise, ferme, argomentate e con-vinte di Elizabeth affascinano Darcyche inconsciamente si innamora del-la donna, della sua intelligenza, delsuo coraggio nonostante la bassezzadel suo ceto e la ridicolezza della suafamiglia.

L’orgoglio da una parte e il pregiu-dizio dall’altra i quali continuamentesi scambiano, frenano il loro amoreche però troppo forte li strugge ed liobbliga ad abbandonarsi l’uno nell’al-tro e a tralasciare le stupide creden-ze e certezze del sistema delle buonemaniere, come per esempio prenderedeterminate decisioni per ottenere unmatrimonio vantaggioso. Il sentimen-to li porta a perdere la loro autodeter-minazione e i loro principi, non contapiú niente solo l’amore, quello puro,quello deciso e vigoroso il quale traenutrimento da ogni cosa dice Eliza-beth, quello che supera ogni ostacoloe si fonda sulla risoluzione di questie diviene cosí fermo e stabile. Eccoperché Darcy ed Elizabeth riesconoad essere cosí moderni: incompren-

sioni, pregiudizi non sono forse allabase dei litigi delle coppie moderne?Stupefacente è come Jane Austen siariuscita a percepire queste problema-tiche in un periodo, il 1813, in cui l’im-portante era accaparrarsi il pretenden-te piú conveniente e non lasciarseloscappare, una realtà che non rinnegae anzi rappresenta in molti personag-gi del romanzo. L’amore spirituale,puro e le incomprensioni legate ad es-so per le quali la stessa scrittrice nonsi è mai sposata, non contavano nulla.

I protagonisti di Orgoglio e Pregiu-dizio precedono, dunque, i passionaliPaolo e Francesca e i celebri Romeoe Giulietta perché riescono a supera-re i peggiori nemici dell’amore cioèl’orgoglio e il pregiudizio abbando-nando le loro piú ferme convinzioniper cedere ad esso.

Per concludere quali migliori fra-si che quelle della canzone “Love ofmy life” possono farci assaporare qua-le amore ha avvolto i due e li hacondotti fino a noi?

Love of my life - don’t leave meYou’ve stolen my love and now desert meLove of my life can’t you seeBring it back, bring it backDon’t take it away from meBecause you don’t know -What it means to me

I colori della letteratura 19

Page 20: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

I colori della letteratura

Invasione in arrivo: le fan fiction conquisteranno il mondo!di Anthea Di Salvatore

G uardando un film, una se-rie, un anime, o leggendoun libro, un manga, un fu-metto, a quanti è capitato

di sentirsi coinvolti? Quanti si sonochiesti “e se questo non fosse succes-so?”, “e se fosse accaduto quest’al-tro?”, oppure, dopo il finale, “checosa accadrà a questo personaggio?”?

Quando inventiamo una rispostaa queste domande, nasce una “fan fic-tion”. Una fan fiction è proprio que-sto: un’opera scritta dai fan che si ba-sa su un’opera originale, televisiva, ci-nematografica o letteraria, dalla qua-le riprende personaggi e storie, chepoi vengono fatte evolvere secondo latrama immaginata dal fan.

Il fenomeno delle fan fiction si èsviluppato con la nascita dei fandom,cioè l’insieme degli appassionati diuna determinata cosa; tuttavia devela sua crescita esponenziale alla na-scita di Internet, che ha permesso lapubblicazione gratuita delle fan fic-tion e quindi l’immediata condivisio-ne di una produzione di un fan conun’intera comunità.

Sono nati anche siti specializza-ti che raccolgono le fan fiction e lesuddividono per argomento. Il piúgrande sito italiano di fan fiction èefp (www.efpfanfic.net) che, con unasemplice registrazione gratuita, con-sente agli utenti di condividere le pro-prie storie e di recensire quelle altrui

per aprire un dialogo sulle creazionidel fandom e permettere agli autoridi crescere.

Gli utenti hanno anche la possibili-tà di indire dei contest, cioè delle gare,in cui agli autori partecipanti vengo-no date delle indicazioni da seguireper scrivere una fan fiction. I promo-tori del contest, poi, valutano le fanficprodotte e ne stilano una classifica.

I fandom costituiscono comunitàdi persone che condividono interessi,passioni creative e fantasie. Coltivaretutto questo attraverso la creazione ela condivisione di storie avvicina lesensibilità ed aiuta le persone a capiremeglio se stesse.

pam

ela

prim

ula

pam

ela

prim

ula

pam

ela

prim

ula

Page 21: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

Recensioni e spettacoli

Tadatoshi Fujimakidi Pamela Primula

I l club di basket della scuola me-dia Teikou conta piú di centoiscritti e la sua fortissima squa-dra vanta tre vittorie consecuti-

ve al campionato nazionale delle scuo-le medie. [. . . ] si è distinta una ge-nerazione in particolare, consideratala piú forte e rimasta tuttora imbat-tuta. In essa si erano trovati contem-poraneamente cinque talenti come sene vedono uno ogni dieci anni. . . lacosiddetta Generazione dei Miraco-li. Tuttavia [. . . ] circolavano stranevoci. . . ovvero che ci fosse un altrogiocatore [. . . ] il fantomatico sestouomo”.

È cosí che inizia lo spokon manga(fumetto sportivo) di Tadatoshi Fuji-maki edito dal dicembre del 2008 sul-la rivista giapponese “Weekly Shou-nen Jump” (portato in Italia recente-mente dalla “Star Comics”) che contaun anime (cartone animato giappone-se) di due stagioni, ancora inedito inItalia. L’opera ha il titolo di Kurokono Basuke (da noi “Kuroko’s Basket”)che significa il basket di Kuroko.

Tetsuya Kuroko, sesto giocatoredella Generazione dei Miracoli, ex-membro della Teikou, protagonistadella storia, è al suo primo anno nellascuola superiore Seirin. Ha un carat-tere particolare: tenero, serio, scher-zoso, ma sempre con un’espressioneindecifrabile. I membri della squadradi basket del Seirin contano molto su

di lui, infatti, viene anche descritto co-me un veterano per la sua conoscenzacompleta del gioco.

Taiga Kagami, co-protagonista, èappena tornato dall’America per fre-quentare il liceo giapponese Seirin. Èalto, robusto e con l’incredibile capa-cità di saltare piú in alto di chiunquealtro. L’unica pecca è il suo caratte-re problematico: viene paragonato aduna bestia selvatica, aggressiva e im-pulsiva. I due ragazzi uniranno leloro forze per diventare i numeri unodel Giappone dimostrando qual è ilvero basket, ossia quello di Kuroko,che stimola l’individuo ad essere so-lidale e unito agli altri compagni perraggiungere il comune obiettivo.

I temi principali sono, infatti, l’a-micizia, il gioco di squadra e il signifi-cato della parola vittoria, aspetti cen-trali di ogni incontro di questo fanta-basket un po’ surreale (alla Prince ofTennis) tanto che i personaggi princi-pali usano tecniche al limite umano.Kuroko, per esempio, è un ragazzobasso, magro, senza doti fisiche par-ticolari e una flebile presenza tantoche nessuno si accorge di lui, ma incampo utilizza una tecnica chiamata“misdirection” che lo rende invisibi-le, lo aiuta ad intercettare i passaggidegli avversari ed a crearne altri ver-so i suoi compagni, ad una velocitàincredibile. Tecniche ancora piú inve-rosimili vengono adottate dalla Gene-

razione dei Miracoli (Kiseki no Sedai),i cinque ex-compagni di squadra diKuroko, che si sono iscritti in diver-se scuole e costituiscono il principalenemico da battere.

I cinque geni vengono considerati“mostri” per le capacità sovrumane etemuti da tutti ma, in realtà, non so-no altro che ragazzi dal carattere ego-centrico, dotati di un grande talentosfruttato individualmente per portarea qualunque costo la propria squadraalla vittoria, considerata ormai sconta-ta. Ne deriva, quindi, un loro disprez-zo verso uno sport che invece dovreb-be essere amato e condiviso con gliamici, non odiato e sopravvalutato.

Ad una trama avvincente ricca digag divertenti, momenti drammatici eflashback abbastanza lunghi che crea-no suspense, si affiancano i disegnifantastici di Fujimaki: le linee dei mu-scoli dei giocatori sono chiare e puli-te, gli ambienti ricchi di particolari ei personaggi, ben proporzionati, con isoliti capelli in stile manga, dai colo-ri improponibili (azzurro, blu, viola,rosa, verde).

Il pregio maggiore di questo man-ga è il ritmo nelle partite che, ad ogniazione fuori dal normale, ti coinvol-ge e ti fa domandare “eh, sí, comeci è riuscito?” Il mio consiglio è:leggetelo, ma badate bene, potrestediventarne dipendenti!

Voto HHHHI

Page 22: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

“My God is rock’n’roll. It’san obscure power that canchange your life. The mo-st important part of my re-ligion is to play guitar.” —Lou Reed (1942–2013)

22 Recensioni e spettacoli

Page 23: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

Quando copiare diventa un dirittoGaia Gulp

© © c

N el 1827 Alessandro Manzo-ni tentava di promuovere aproprie spese una ristampadei Promessi sposi per porre

freno alla rapida diffusione di copiepirata. Oggi gli autori di bestsellerprogettano di commercializzare da so-li in Rete i loro libri, perché ormai nonhanno piú bisogno di un editore.

Cosa è cambiato da allora? Beh,di cose da raccontare ce ne sarebberotante, troppe. Ma proviamo a dipa-nare questo gomitolo partendo dalleorigini. Dalle origini del copyright,cosa pensavate?

Tanto per cominciare, le primenorme sul diritto di copia (“copy-right”) nacquero in Inghilterra, nelXVI secolo con l’avvento delle mac-chine automatiche per la stampa. Lalibera circolazione di scritti e volumidi ogni genere, infatti, imponeva allaCorona di operare, attraverso la cen-sura, un rigido controllo sulle operepubblicate nel territorio. Di qui la fon-dazione di una corporazione di cen-sori ai quali gli artisti dovevano racco-mandarsi per ottenere la pubblicazio-ne delle proprie opere, accordandoloro il pieno diritto sulle copie.

Il concetto odierno di copyrightnon è poi tanto lontano da quello ori-ginario. Di certo la trama di protocollie clausole che ruotano intorno ad es-so si è infittita con l’aumentare deimezzi di comunicazione e diffusionedi massa, tuttavia il suo significato èrimasto pressappoco lo stesso: essoè l’insieme delle normative che rico-noscono e tutelano il diritto dell’auto-re di gestire a suo piacimento il suoprodotto. Ciò si traduce in una con-creta limitazione per i consumatorinell’utilizzo di esso sulla base dellerestrizioni imposte dal suo creatore, acui evidentemente “tutti i diritti sonoriservati”.

La maggior parte dei prodotti concui quotidianamente abbiamo a che

fare è, dunque, protetta da un copy-right che ci vieta di usufruire libera-mente e gratuitamente di essi nellamisura in cui desideriamo copiarli,modificarli o condividerli. Eppure,proprio in questo momento, mi ritro-vo a copiare, modificare e condividerecon voi una miriade di informazionitratte da Internet. Nient’altro che unsemplice click per “sfogliare” le pa-gine di uno scrittore emergente, peraccedere ad una galleria “virtuale”oper scoprire come costruire un qual-siasi oggetto, direttamente dal suocreatore. . . Com’è possibile?

Open è la risposta. Sí, perché seoggi possiamo “spulciare” liberamen-te tra gli scaffali di casa web, lo dob-biamo unicamente ai software opensource e ai siti open content. I primi(letteralmente “codici sorgente aper-ta”) sono software i cui autori ne per-mettono e, anzi, favoriscono il liberostudio e l’apporto di modifiche daparte di utenti indipendenti. Il termi-ne open content allude, invece, allalibertà di accesso, non al codice sor-gente dell’opera, ma ai suoi contenutieditoriali, quali testi, immagini, mu-sica e video dove vige regola delle“quattro R”: riutilizzare, rielaborare,remixare e ridistribuire. Un esempio?Wikipedia.

Si può ben dire che il concetto dilibera condivisione nasca con la ReteInternet: una rete globale a cui cia-scun utente può contribuire aggiun-gendo contenuti nuovi o perfezionan-do quelli già esistenti, come in ungrande patchwork!

Questo continuo “taglia e cuci” de-ve, tuttavia, attenersi ad una rigorosaregolamentazione, capace di arginareil rischio di un’ “anarchia” di conte-nuti. La soluzione è esattamente lacontroimmagine del copyrigh: il co-pyleft. Il termine, coniato negli anniottanta, è un gioco di parole multiplo,che rovescia in tutti i sensi il signi-

ficato di copy right: left si opponea right non soltanto nel significatodi “sinistra”, ma anche nell’accezionepropria del participio passato di leave,cioè “concedere” (right si può tradur-re come “destra”, ma anche “diritto”,e in questo caso “rivendicazione deldiritto di copia”). Ad alcuni, inoltre,piace interpretare il termine left an-che in senso politico, considerandoil copyleft come una sorta di versio-ne “comunista” del copyright, ma laquestione è assai piú intricata e pocosi presta a letture arbitrarie. Ciò cheè evidente, invece, è che in una solaparola si condensa perfettamente ilprincipio per il quale io autore decidodi mettere a disposizione degli utentii contenuti del mio prodotto, renden-dolo di pubblico dominio, senza peròrinunciare ai miei diritti su di esso,anzi ribadendoli proprio attraversotale gesto di “generosità”.

A mediare fra le due tipologie dilicenza interviene la Creative Com-mons, un’organizzazione non profitche consente una condivisione delmateriale messo a disposizione in Re-te, adeguata alla tipologia di proto-collo applicato ad esso. Occhio pe-rò a non far confusione! Una © è ilsimbolo del copyright ( “All rights re-served”), una ©quello del copyleft(“No rights reserved”), una c, infine,quello di Creative Commons (“Somerights reserved”).

Insomma, “questo l’ho inventatoio” è una frase ormai passata di mo-da. Il futuro è la condivisione dellaconoscenza. Condividete?

Fonti consultate

http://goo.gl/kZsK6u

http://goo.gl/g3Ckp

http://goo.gl/xc8P1E

http://goo.gl/wl4d7D

http://goo.gl/XjR7b

http://goo.gl/oPeloz

TEXnologia 23

Page 24: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

Dall’homo sapiens all’homo technologicusDaniel Di Febo

S iamo passati dal fuoco allalampadina in due milioni dianni, da quest’ultima a in-ternet in neanche duecento

ed oggi, nel secondo millennio, vivia-mo e cooperiamo con decine di mi-gliaia di macchine, affermando dun-que che la tecnologia ci sta letteral-mente plasmando la vita senza accor-gercene. Creiamo artefatti per noia,per necessità, per il futuro, giungen-do dunque ad avere quasi un equili-brio naturale tra l’uomo, la natura ela macchina. Tutto si muove grazieall’elettricità: noi, il lavoro, la vita, ilmondo. Quel mondo che visto da lon-tano sembra una piccola sfera pienadi lucine di Natale. Ora anche i roboto i cyborg, come li si voglia chiama-re, moltiplicano la produttività dellefabbriche e vanno a fare le guerre; è

risaputo, infatti, di come i vari eserci-ti mondiali stiano mettendo a puntomoltissime “diavolerie” elettronicheaffinché si possano ispezionare luo-ghi pericolosi senza mettere a rischiola vita umana.

Ma cos’è un cyborg? Quest’ul-timo, oggi, è l’espressione massimadella simbiosi uomo-macchina, che inpoco piú di trent’anni è passata da es-sere una superba fantasia di creativiscienziati ad una realtà che rischia diessere un futuro certo, tanto da farprovare emozioni umane ad un indi-viduo fatto di chip e circuiti. Noi perora ci accontentiamo delle fantasie,meno forse Tim Cannon, un cosiddet-to bio-hacker, che con l’aiuto di unamico è diventato anche il primo “Cy-borg fai da te”. Egli, infatti, si è im-piantato un mini computer nel brac-

cio, sottopelle, per registrare i suoidati biometrici.

“Credo che il nostro ambiente do-vrebbe ascoltare piú accuratamentequello che succede al nostro corpo”,ha detto Cannon. “Quindi, se, peresempio, ho avuto una giornata stres-sante, il sistema lo rileva e invia unsegnale all’impianto di casa mia, cheprovvede a preparare un ambiente ri-lassante con musica d’atmosfera, lucisoffuse e un bagno caldo”. “Oppu-re — aggiunge — potrebbe mandamiun sms se pensa che mi sta salendola febbre e potrebbe aiutare a deter-minare quali fattori la stanno causan-do”. Queste le sue parole rilasciate inun’intervista.

E qui il dilemma sorge sponta-neo; queste macchine ci sostituirannoanche nella vita naturale?

pam

ela

prim

ula

pam

ela

prim

ula

24 TEXnologia

Page 25: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

Sudoku per tutti i gusti!Alessia Coruzzi

1 59 7 8 2

3 5 4 1 63 2 7 4

7 8 2 3 9 48 9 3 2

9 5 1 2 31 6 9 72 5

1. Sudoku (facile)

7 1 9 66 8 9

3 5 6 2 12 4 7 3 81 5

8 7 9 2 19 5 8 3 4

4 9 88 1 6 52. Sudoku (media difficoltà)

pam

ela

prim

ula

pam

ela

prim

ula

Appendice enigmistica 25

Page 26: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna
Page 27: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna
Page 28: NUMERO - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo · pelli, Giovanna Di Benedetto, Francesca Nori, Jacopo Rocci, Gabriele Di Pietro, Vincenzo Di Gennaro, Denise Fonti, Gio-vanna

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13

14 15 16 17 18 19 20

21 22 23 24 25 26 27

28 29 30 31 32 33 34

35 36 37 38 39 40

41 42 43 44 45 46 47 48

49 50 51

52 53 54 55 56 57 58 59

60 61 62 63 64 65 66

67 68 69

lud

ovic

aco

rra

di

ORIZZONTALI: 1. Porta sfortuna pronunciarlo in teatro - 6. Fu il fondatore di Siracusa - 11. Espressione tipica di Homer Simpson -14. Noto marchio di tortellini - 16. Medici in prima linea - 17. Gruppo di piú persone con un interesse in comune - 20. Dio Sole diEliopoli nell’antico Egitto - 21. Personale che lavora nelle scuole - 23. Mal di testa inglese - 27. Cromosomi sessuali negli uccelli -28. Punto in cui si trova un allele - 31. Diffuso cognome cinese - 32. Quando domando qualcosa. . . - 34. Intelligenza artificiale -35. Sigla del Nevada - 36. Istituto italiano di tecnologia - 38. Articolo determinativo maschile singolare - 39. Pseudonimo sotto cuisi celava l’identità dello scrittore George William Russell - 40. Lo dici salutando un amico - 41. È la domanda che si fa piú spessoa un professore (FRASE DA SCOPRIRE) - 49. Simbolo chimico del sodio - 50. Madre dei fondatori di Roma - 51. Sinonimo di“uguale” - 52. “Come” in latino - 54. È un codice usato in banca - 57. Ad ogni . . . e consumo - 58. Prefisso per indicare dieci -60. Festa celebrata in Baviera - 64. Sigla della pubblica amministrazione - 65. Fondazione che aiuta i bambini malati attraverso ilgioco - 67. Famoso gruppo musicale italiano - 68. Pianta diffusa in Italia, ma originaria del vicino Oriente - 69. Opposto di “no”.VERTICALI: 1. Pasto inglese - 2. Album degli Area pubblicato nel 1975 - 3. Sigla di Bari - 4. “Ecco” in latino - 5. Indica la presenzadi anticorpi nel sangue - 7. Consiglio che tutti dovrebbero ascoltare - 8. Società che fabbrica e vende accessori per moto - 9. Il piúgrande eroe acheo - 10. Se non è giú. . . - 12. Natante o veivolo che si dispone con la prua controvento - 13. Arcipelago situatonell’Oceano Indiano - 15. Comune che si trova in Lombardia - 18. Marchio che produce jeans - 19. Questioni morali collegate allaricerca biologica e alla medicina - 22. Unità di misura della pressione - 23. Nome del teorema di Heckscher-Ohlin - 24. Agenzianazionale del turismo - 25. Locuzione utilizzata per indicare un fatto avvenuto prima dell’anno 0 - 26. È utilizzato nel “fai da te” -29. In italiano vuol dire “mancanza di fede” - 30. Facoltà di scienze economiche e aziendali - 33. Il coniatore dell’espressione“dolce stil novo” - 37. Simbolo del tantalio - 41. Opposto di “meno” - 42. Se non è off. . . - 43. Tradotto in italiano vuol dire“granchi” - 44. Pasti serali - 45. Anno dell’Egira nel calendario islamico - 46. Servono ai turisti per viaggiare - 47. Si trova nelmare - 48. Sovrano d’Israele che si convertí al culto del Dio Baal - 53. Anche in inglese - 55. Lo dici quando non sai una risposta -56. Inizio di officina - 57. Oggi si chiama asl - 59. Io e te - 61. Acronimo che indica una delle cause di interruzione anticipata diun incontro di boxe - 62. Sigla di Rimini - 63. Unione Europea - 64. Inizio di Pisa - 66. “Egli” in latino.

1 3 8 68 2 4 5 94 5 6 1 2

7 8 39 1 5 4 62 7 53 26 4 8 7

6 1 2 4 lud

ovic

aco

rra

di

3. Sudoku

8rZ0Z0skZ7opZ0Zpop60ZbZ0Z0Z5Z0Z0Z0L040Z0Z0Z0Z3ZPZqZ0m02PA0Z0OPO1S0Z0S0JN

a b c d e f g h

piet

rotu

llii

4. Il nero muove e matta in 2 mosse.Le soluzioni dei giochi si trovano a pag. 11.

28 Enigmistica