Numero 35 - Informazioni dal Parlamento 5 Stelle

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informazioni dal PARLAMENTO 5 STELLE 1 Due notti in tenda, al freddo, con i sogni di un’Italia diversa puntati verso le stelle. Le stelle del cambiamento, un cambiamento fatto di piccoli ma significativi gesti concreti. Dopo quasi 3 giorni di lotta pacifica, il Movimento 5 Stelle è riuscito final- mente ad ottenere l’apertura dell’ IBAN per poter versare al Fondo di Ga- ranzia per il microcredito alle Piccole e Medie imprese gli stipendi tagliati e le diarie dei propri parlamentari. Nel conto aperto dal Ministro, metten- do finalmente in pratica quanto vota- to dal Senato lo scorso 5 agosto 2013 con l’emendamento a 5 stelle nel “decreto del Fare”, ora potrà essere versata la quota di oltre 2,5 milioni di euro che riguarda i risparmi sui costi della politica da giugno a ottobre. Mentre c’è chi parla e basta di “tagli alla politica” c’è chi li fa già concre- tamente. Un breve riassunto di quello che il Movimento 5 Stelle ha fatto da marzo. Da marzo a ottobre i parla- mentari del Movimento 5 Stelle hanno già risparmiato e restituito oltre 4 mi- lioni di euro in taglio stipendi e diarie. Il M5S ha lasciato allo Stato oltre 42 milioni di euro di finanziamento pub- blico ai partiti. A questi milioni di euro si aggiungono quelli dei rimborsi elet- torali rifiutati nelle Regioni Piemonte, Lombardia, Sicilia, Emilia Romagna, Lazio, Molise, Basilicata, Trentino-Alto Adige/Sud Tirol, Friuli-Venezia Giulia. I parlamentari a 5 stelle eletti in cari- che come Vice Presidente, Segretari, Questori, Presidenti e Vice Presidenti di Commissione hanno tutti rinunciato alle indennità aggiuntive di carica la- sciando anche qui centinaia di miglia- ia di euro in più allo Stato ogni anno. Come da accordi i parlamentari ri- nunceranno inoltre all’assegno di fine mandato. Ora cari partiti, dal “nuovo” Pd di Renzi, a Pdl, Forza Italia, Lega, Sel, Gal, Nuovo Centro Destra, Udc, Scelta Civica...#cacciatelagrana e restituite anche voi! Quando è troppo è troppo Signor Presidente, io ero in piedi con la mano alzata. Volevo fare una dichiarazione di voto, perché questo emendamento è una vergogna colos- #restituiamosolonoi! Mentre c’è chi produce solo parole (Renzi e il suo partito che intasca il finanziamento ai partiti e non si taglia lo stipendio), c’è un Movimento composto da cittadini incensurati, temporaneamente nelle istituzioni, che si occupa di FATTI. Il Movimento 5 Stelle, dopo tre giorni di lotta nonviolenta al freddo di fronte al Ministero dell’Economia e Finanze, è riuscito ad ottenere l’apertura del conto corrente che gli permet- terà di poter versare al Fondo di Garanzia per il microcredito alle piccole imprese, oltre 2,5 milioni di euro in tagli ai propri stipendi e diarie da giugno a ottobre. Il conto è aperto anche ai versamenti di parte degli stipendi di parlamen- tari dei partiti. Chi vuole si accomodi e versi alle piccole imprese. È grazie al Movimento 5 Stelle che è emerso l’emendamento vergogna votato dai partiti del Governo Letta contro i Comuni che lottano con- tro le slot-machines. Il PD vuole fare realmente dietrofront dopo la figuraccia? Visti i tempi ristretti (il “decreto Salva Roma” scade il 30 dicembre) il “nuovo” Pd non ha che una via: bocciare il provvedimento che contiene questo emendamento vergognoso. In alternativa passerà Natale e Santo Stefano alla Camera.... Gli emendamenti vergogna sono il frutto dello sporco lavoro di altrettanto vergognose lobby che infestano il Parlamento per promuovere interessi particolari a discapito del bene comu- ne. Il Movimento 5 Stelle ha aperto la scatoletta di tonno denunciando i lobbysti. In legge di Stabilità siamo riusciti ad ottenere alcune vittorie con emendamenti targati 5 stel- le: dai finanziamenti per i disabili, alla restitu- zione allo Stato dei contributi pubblici percepiti da aziende che delocalizzano all’estero, al tetto per gli stipendi d’oro per terminare con la possibilità di destinare l’8x1000 all’edilizia scolastica. È sempre grazie al Movimento 5 Stelle che sarà riaperta la sede della Direzione Investigativa Antimafia a Malpensa. 5 GIORNI A 5 STELLE #restituiamosolonoi! FATTI, NON GOSSIP. OGNI VENERDÌ IN DIRETTA ALLE 13.30 SU WWW.PARLAMENTARI5STELLE.IT www.beppegrillo.it/movimento/parlamento Vittoria M5S: dopo la battaglia arriva il conto e 2,5 milioni di euro per le imprese! Giovanni Endrizzi Senato Seduta n°155 del 18 Dicembre MO IMENTO 35 INFORMAZIONI DAL PARLAMENTO 5 STELLE Foglio di informazione non ufficiale in uscita come file PDF e stampato in proprio. Ideato, progettato e realizzato da Sara Bertilorenzi, via Palestro 36, Massa, 54100 - MS (art.2 comma 1 L.47/1948). Redazione in MoVimento lavora sul MeetUp Toscana 5 Stelle al seguente link http://bit.ly/12PXxwP Questo foglio è di libera diffusione e può essere liberamente stampato, copiato, pubblicato, ecc. Lo trovi anche sull’omonima pagina Facebook o su http://info5stelle.wordpress.com/

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Foglio di informazione politica

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Due notti in tenda, al freddo, con i sogni di un’Italia diversa puntati verso le stelle. Le stelle del cambiamento, un cambiamento fatto di piccoli ma significativi gesti concreti.Dopo quasi 3 giorni di lotta pacifica, il Movimento 5 Stelle è riuscito final-mente ad ottenere l’apertura dell’ IBAN per poter versare al Fondo di Ga-ranzia per il microcredito alle Piccole e Medie imprese gli stipendi tagliati e le diarie dei propri parlamentari.Nel conto aperto dal Ministro, metten-do finalmente in pratica quanto vota-to dal Senato lo scorso 5 agosto 2013 con l’emendamento a 5 stelle nel “decreto del Fare”, ora potrà essere versata la quota di oltre 2,5 milioni di euro che riguarda i risparmi sui costi della politica da giugno a ottobre.Mentre c’è chi parla e basta di “tagli alla politica” c’è chi li fa già concre-tamente. Un breve riassunto di quello che il Movimento 5 Stelle ha fatto da marzo. Da marzo a ottobre i parla-mentari del Movimento 5 Stelle hanno già risparmiato e restituito oltre 4 mi-lioni di euro in taglio stipendi e diarie.

Il M5S ha lasciato allo Stato oltre 42 milioni di euro di finanziamento pub-blico ai partiti. A questi milioni di euro si aggiungono quelli dei rimborsi elet-torali rifiutati nelle Regioni Piemonte, Lombardia, Sicilia, Emilia Romagna, Lazio, Molise, Basilicata, Trentino-Alto Adige/Sud Tirol, Friuli-Venezia Giulia.I parlamentari a 5 stelle eletti in cari-

che come Vice Presidente, Segretari, Questori, Presidenti e Vice Presidenti di Commissione hanno tutti rinunciato alle indennità aggiuntive di carica la-sciando anche qui centinaia di miglia-ia di euro in più allo Stato ogni anno.Come da accordi i parlamentari ri-nunceranno inoltre all’assegno di fine mandato. Ora cari partiti, dal “nuovo” Pd di Renzi, a Pdl, Forza Italia, Lega, Sel, Gal, Nuovo Centro Destra, Udc, Scelta Civica...#cacciatelagrana e restituite anche voi!

Quando è troppo è troppo

Signor Presidente, io ero in piedi con la mano alzata. Volevo fare una dichiarazione di voto, perché questo emendamento è una vergogna colos-

#restituiamosolonoi! Mentre c’è chi produce solo parole (Renzi e il suo partito che intasca il finanziamento ai partiti e non si taglia lo stipendio), c’è un Movimento composto da cittadini incensurati, temporaneamente nelle istituzioni, che si occupa di FATTI.Il Movimento 5 Stelle, dopo tre giorni di lotta nonviolenta al freddo di fronte al Ministero dell’Economia e Finanze, è riuscito ad ottenere l’apertura del conto corrente che gli permet-terà di poter versare al Fondo di Garanzia per il microcredito alle piccole imprese, oltre 2,5 milioni di euro in tagli ai propri stipendi e diarie da giugno a ottobre. Il conto è aperto anche ai versamenti di parte degli stipendi di parlamen-tari dei partiti. Chi vuole si accomodi e versi alle piccole imprese.È grazie al Movimento 5 Stelle che è emerso l’emendamento vergogna votato dai partiti del Governo Letta contro i Comuni che lottano con-tro le slot-machines. Il PD vuole fare realmente

dietrofront dopo la figuraccia? Visti i tempi ristretti (il “decreto Salva Roma” scade il 30 dicembre) il “nuovo” Pd non ha che una via: bocciare il provvedimento che contiene questo emendamento vergognoso. In alternativa passerà Natale e Santo Stefano alla Camera....Gli emendamenti vergogna sono il frutto dello sporco lavoro di altrettanto vergognose lobby che infestano il Parlamento per promuovere interessi particolari a discapito del bene comu-ne. Il Movimento 5 Stelle ha aperto la scatoletta di tonno denunciando i lobbysti.In legge di Stabilità siamo riusciti ad ottenere alcune vittorie con emendamenti targati 5 stel-le: dai finanziamenti per i disabili, alla restitu-zione allo Stato dei contributi pubblici percepiti da aziende che delocalizzano all’estero, al tetto per gli stipendi d’oro per terminare con la possibilità di destinare l’8x1000 all’edilizia scolastica. È sempre grazie al Movimento 5 Stelle che sarà riaperta la sede della Direzione Investigativa Antimafia a Malpensa.

5 GIORNI A 5 STELLE #restituiamosolonoi!FATTI, NON GOSSIP. OGNI VENERDÌ IN DIRETTA ALLE 13.30 SU WWW.PARLAMENTARI5STELLE.IT

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Vittoria M5S: dopo la battaglia arriva il conto e 2,5 milioni di euro per le imprese!

Giovanni EndrizziSenatoSeduta n°155del 18 Dicembre

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INFORMAZIONI DAL PARLAMENTO 5 STELLE Foglio di informazione non ufficiale in uscita come file PDF e stampato in proprio. Ideato, progettato e realizzato da Sara Bertilorenzi, via Palestro 36, Massa, 54100 - MS (art.2 comma 1 L.47/1948). Redazione in MoVimento lavora sul MeetUp Toscana 5 Stelle al seguente link http://bit.ly/12PXxwP Questo foglio è di libera diffusione e può essere liberamente stampato, copiato, pubblicato, ecc.Lo trovi anche sull’omonima pagina Facebook o su http://info5stelle.wordpress.com/

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il contenuto, poi, però, si sono piegati quando hanno ricevuto precise richie-ste dall’alto. C’era un rimedio, c’è ancora un rimedio per ridare dignità a questi sovrintendenti ed è molto semplice. È il nostro emendamento, basta votarlo. Prevede che il Mini-stero dell’interno sia autorizzato a procedere con scorrimento delle graduatorie valide. Tra l’altro, poiché il nostro emendamento – badate bene – non contempla un obbligo giuridi-co in capo al Ministero dell’interno, esso può costituire un valido appiglio proprio per la copertura dei posti vacanti. Ebbene, qui si è perduto il senso delle cose, si è perduta la responsabilità e la coscienza. Il voto a favore dell’emendamento avrebbe provato una svolta nei palazzi, final-mente liberi da rapporti di forza e contrapposizioni di bandiera. Ancora una volta, però, avete mantenuto i lussi del potere ignorando l’efficienza delle istituzioni e soprattutto il bene dei cittadini.

Fra il dire e il fare...

Signor Presidente, noi ascoltiamo molto spesso le critiche che ci ven-gono rivolte. Probabilmente siamo troppo duri, o vi scioccate o turbiamo la vostra sensibilità perché sentite la parola «vergogna» ed altro. Però sono ancora costretta a non potermi «scon-gelare», come chiedeva il presidente Letta, perché non possiamo ancora votare a favore di un decreto di que-sto tipo. Vorrei anche rispondere ai colleghi di SEL a proposito di cappel-li messi sull’acqua pubblica, sui ser-vizi pubblici. Il fatto è che in Puglia, ad esempio, il vostro leader ancora mantiene privata l’acqua, perché pare debba pagare altri debiti. Intanto il vostro leader non rispon-de a un referendum popolare, sul quale a questo punto tengo a dire che avete messo il cappello anche voi. Io in Puglia, a Lecce, non ho visto uno di voi venire a raccogliere le firme con noi. Quindi, il cappello qui l’abbiamo messo tutti. Mettiamo tutti buone parole, buone intenzioni:

non riescono a trovare posto, anche se vincono i concorsi. È successo, per esempio, agli allievi agenti della Polizia di Stato, anche con riferimen-to alle seconde aliquote. Si tratta di ragazzi che, terminati i 4 anni nell’Esercito previsti dalla normati-va, rischiano di tornare a casa, pur se vincitori di concorso. È una ver-gogna, Presidente. Una vergogna di cui sono responsabili il Governo e il Parlamento tutto. È un’ingiustizia che mortifica profondamente la dignità delle persone ed esclude dall’ammini-strazione pubblica le nuove generazio-ni, generazioni già compromesse dai pacchetti Treu e dalla sballata riforma delle pensioni targata Fornero. Ri-guardo a tali aliquote, siamo interve-nuti con un emendamento, al fine di assicurare la continuità di lavoro dei vincitori di concorso, eliminando la possibilità di cessazione del rapporto. Ancora, nel ruolo dei sovrintendenti della Polizia di Stato, c’è un vuoto di organico di circa 8.000 persone. Si tratta di ufficiali di polizia giudiziaria indispensabili per il contrasto dell’ille-galità e della criminalità. E per copri-re questi ottomila posti vacanti nel ruolo di sovrintendente, il Ministero dell’interno cosa fa? Ha predisposto un maxi concorso al quale parteci-peranno circa 50 mila candidati. E l’apposita commissione dovrà valu-tare più o meno 450 mila posizioni. Il Consiglio di Stato ha già espresso forti perplessità sulla speditezza della procedura. Ancora, l’ultima graduato-ria di 7.828 idonei ha richiesto ben 14 mesi per la valutazione dei soli titoli. Secondo un’agevole stima servireb-bero 5 anni per completare l’esame delle 450 mila posizioni del maxicon-corso. Capiamo subito, quindi, che questo concorsone non servirà a coprire velocemente i posti vacanti, anzi nel giro di qualche anno pro-durrà un nuovo buco di organico per anzianità dei collocati. Ancora, il concorso farà spendere allo Stato e, dunque, ai contribuenti, a noi citta-dini, circa 24 milioni di euro, cifra che il Ministero dell’interno non ha mai smentito, neppure in sede di in-terpellanza. (...) Il PD, come direbbe Gaber, ha mantenuto una schifosa am-biguità. Alla fine ha ceduto a pressioni del SIULP e del SAP, evidentemente interessati al concorsone. In partico-lare, i colleghi deputati del PD Fiano e Rosato hanno assicurato per giorni il sostegno all’emendamento sulle graduatorie perché ne condividevano

sale: non solo garantisce alle società concessionarie a cui venga ritirata la licenza per colpa grave di potere continuare ad esercitare per 90 gior-ni, ma garantisce anche alle società che già hanno concessioni di avere una specie di prelazione su quelle concessioni, anziché vedersele com-pletamente ritirate. E, soprattutto, una cosa vergognosa che qualifica un Governo e uno Stato come «cravat-tari», è che esso impone dei tagli ai trasferimenti agli enti locali, Comuni e Regioni che osino emettere rego-lamenti o leggi che vadano a distur-bare il gettito dell’erario. Si toglie la possibilità alle Regioni e ai sindaci di intervenire a tutela dei loro cittadini per la salute e come consumatori. Questo non è accettabile! Il fatto che poi si dica che queste sanzioni vengo-no ritirate nel momento in cui vengo-no ritirati gli emendamenti qualifica questo intervento come un ricatto immorale.

Concorsi e ricorsi

Signora Presidente, alla fine dello scorso novembre il prefetto Ales-sandro Pansa, capo della Polizia di Stato e delle forze dell’ordine – tra l’altro è fresca fresca la notizia di un suo rinvio a giudizio – ha dichia-rato al giornalista di la Repubblica Alberto Custodero: «Oggi non siamo in grado di accrescere la sicurezza in nessuna parte del territorio». Il riferimento era alla carenza d’organi-co dovuta ai tagli e a procedure che non hanno mai risolto il problema dei posti vacanti. Sotto l’ultimo profilo i tempi si sono dilatati e la copertura è avvenuta in piccoli blocchi.Oltretutto spesso non ci sono mezzi adeguati e neppure i soldi per la benzina delle volanti, specie a Roma e al sud. Per questo il gruppo del MoVimento 5 Stelle ha emendato la legge di stabilità per destinare i beni mobili sottratti alle mafie, con priorità, per le attività delle forze dell’ordine e della sicurezza.Le forze dell’ordine hanno soprattut-to problemi di personale. I giovani

Dalila Nesci CameraSeduta n°140 del 18 Dicembre

Barbara Lezzi SenatoSeduta n°155del 18 Dicembre

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sono destinati dai Gruppi esclusiva-mente agli scopi istituzionali riferiti all’attività parlamentare e alle atti-vità politiche ad essa connesse, alle funzioni di studio, editoria e comuni-cazione ad esse ricollegabili, nonché alle spese per il funzionamento dei loro organi e delle loro strutture, ivi comprese quelle relative ai tratta-menti economici del personale». Pare evidente che la sottoscrizione di po-lizze private a spese dei contribuen-ti ed a beneficio di moglie e figlia non rientrano né negli scopi istitu-zionali né nell’attività parlamentare né nelle spese di funzionamento degli organi. È per questo, signor Presidente, che il Gruppo M5S chiede le dimissioni immediate del senatore Gasparri dalla carica di Vice Presi-dente del Senato, per una questione concernente la dignità formale e so-stanziale dell’organo stesso. Chiedia-mo altresì alla Presidenza del Senato di avviare al più presto un’indagine interna volta all’accertamento delle modalità dei fatti esposti.

Vorrei, ma non posso

Signor Presidente, non accetto la riformulazione e vorrei spiegare bre-vemente perché. Questo ordine del giorno parla di una questione di cui abbiamo parlato molto in quest’Au-la, ma soprattutto in Commissione, anche in audizione con il Ministro. Si parla infatti del cofinanziamento dei fondi europei. Infatti come forse non tutti sanno, perché non tutti in quest’Aula e sicuramente anche tanti cittadini fuori dal Parlamento non sanno, i fondi europei per poter essere usati devono essere in parte anche cofinanziati dalle regioni che ne beneficiano. Per cui se, per esem-pio, una regione riceve, che ne so, 10 milioni di finanziamento dall’Europa, deve contribuire per altrettanti 10 milioni con propri fondi. Questo però è un grosso problema per le regioni perché in primis spesso non hanno la liquidità per cofinanziare questi fondi e, in secondo luogo, perché le regioni rischiano di sforare dal

alla schizofrenica decretazione d’ur-genza che - quella sì - depaupera il Parlamento e non lascia al cittadino spazio di esprimersi e di portare qui dentro le istanze che vengono da fuori.

Gasparri fuorilegge!

Signor Presidente, prima dell’inizio dei lavori vorremmo portare all’at-tenzione dell’Aula una richiesta del Gruppo M5S. La formale accusa per il reato di peculato connesso all’im-minente rinvio a giudizio è del tutto incompatibile, a nostro parere, con il ruolo e con le funzioni di Vice Presidente del Senato della Repub-blica. Il senatore Gasparri (sono felice che oggi è presente; ieri non lo era ed è per questo che l’intervento è stato rinviato), per sua stessa ammissio-ne, ha sottoscritto una polizza vita utilizzando i 600.000 euro di fondi destinati al Gruppo parlamentare Popolo della Libertà nell’anno 2012. Beneficiari della polizza in caso di morte dell’assicurato sarebbero stati i suoi eredi legittimi: moglie e figlia. In particolare, il 22 marzo 2012 sul conto corrente intestato al senato-re Gasparri sono stati «bonificati» 397.565 euro con 21 trasferimenti disposti da tre conti. Sulla base di specifiche richieste da parte dell’am-ministrazione del Gruppo il senatore Gasparri ha provveduto un anno dopo, ovvero il 23 febbraio 2013, alla resti-tuzione del denaro. Dunque, è fatto certo e incontrovertibile che per 11 mesi del patrimonio personale del senatore Gasparri hanno fatto parte 600.000 euro di denaro pubblico, impiegati per la sottoscrizione di una polizza privata. Al di là del rilevante aspetto penale della vicenda (stante un’appropriazione indebita, benché temporanea, di fondi pub-blici), assume particolare rilievo la questione politica ed istituzionale ad essa sottesa. L’art.16 del Regol. del Senato, al comma 2, dispone che: «I contributi a carico del bilancio del Senato complessivamente erogati in favore dei Gruppi parlamentari (...)

no, noi non siamo contro i Comuni; no, non si parla alludendo per dire che qui c’è sporcizia. Noi siamo qui apposta perché noi non alludiamo, ma lo dichiariamo, perché non si può fare un decreto «salva Roma», «salva Mari-no», ma anche «salviamoci la faccia»! E allora facciamo un emendamento con il quale ragionevolmente si va a chiedere un rapporto dal quale poi organizzare un bel piano di rientro. No, si fa tutto contestuale, perché forse ci sarà un Caltagirone o qualcun altro che preme perché si venda qualcosa, perché non si vada a favore dei cittadini! C’è qualcuno che tira per i capelli qualcun altro e dice: dobbiamo privatizzare, sven-dere. E sì, perché quando andiamo a chiedere queste dismissioni per andare a tappare un po’ di falle su questo debito pubblico, che ormai ci ha asfissiato, chiediamo almeno che possano passare per le Commissioni parlamentari competenti. Ma no, non si può fare, e le stesse persone che mi dicono che non si può fare mi dicono però che il M5S starebbe depauperan-do il Parlamento. Prendete le nostre parole, i nostri capisaldi, li andate a proclamare in giro e poi invece fate tutto il contrario. Così come noi cerchiamo di defiscalizzare, tanto è vero che per vostra demagogia, amici del centrodestra, non certo nostra a proposito dei giochi di cui ha parlato il senatore D’Alì, avete votato con noi, per fortuna, per non asfissiare ancora di più i cittadini romani. Poi però si va in televisione - si parlava del centro-sinistra - e si dice: finalmente faremo qualcosa sul cuneo fiscale. Invece, poi si scopre che prima dobbiamo andare a pagare le clausole di salva-guardia; prima dobbiamo tamponare il sixpack, il twopack e tutto il resto; andiamo con la coda tra le gambe a firmare altri accordi e patti europei e poi mettiamo le mani al collo ai Comuni, che sono quelli che sono in trincea, sono quelli che hanno a che fare con il cittadino e che quindi non possono dare case, asili nido, sostegno, sussidio. Siamo costretti, quindi. Siamo costretti ancora per quest’ultimo emendamento sul gioco, che è veramente una vergogna (...); per non parlare delle “marchetti-ne”, per cui si dà un pochino di là, un pochino di qua, per la TAV e per l’Expo: solo per queste voci ci sono tantissimi soldi. Per queste ragioni, siamo ancora costretti a dichiarare il nostro voto contrario, soprattutto

Paola CarinelliCameraSeduta n°142del 20 Dicembre

Paola Taverna Senato Seduta n°156 del 19 Dicembre

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Patto di stabilità. Per questo, con questo ordine del giorno chiediamo al Governo che i fondi che usano le regioni per cofinanziare questi fondi europei vengano svincolati, e quindi staccati, dal Patto di stabilità. Noi avevamo chiesto un impegno forte da parte del Governo: ci è, invece, stato risposto con una promessa da parte del Governo di agire in sede europea, affinché questo avvenga. Purtroppo, però, abbiamo visto, in questi mesi, che ciò non è avvenuto, perché noi molte volte abbiamo chie-sto al Governo, sia direttamente al Ministro Trigilia che anche al Ministro Moavero, e anche a Letta, nelle riso-luzioni prima del Consiglio europeo, di impegnarsi a tal fine, e non solo noi del M5S, visto che questa propo-sta viene un po’ da tutti i partiti, ma non abbiamo avuto alcun feedback al riguardo. Infatti, nei Consigli europei che vi sono stati in questi mesi l’ar-gomento è stato trattato in maniera molto marginale e non ci risulta che il Governo si sia impegnato attivamen-te. Non credo, quindi, che cominci a farlo da domani. Tra l’altro, la propo-sta di riformulazione del Governo, nel senso di promuovere in sede europea i principi volti al fine della questione del cofinanziamento, ci sembra un po’ un «vorrei, ma non posso». Sappiamo che in Consiglio europeo, quando un Governo vuole qualcosa, deve an-dare e, in un certo senso, battere i pugni sul tavolo. Questo il nostro Go-verno non lo fa. (...) Io credo che sia il momento (...) che un singolo Stato possa decidere e agire in autonomia, senza avere il placet dell’Europa e senza dover aspettare di avere il permesso dall’Europa. Chiediamo, quindi, un impegno forte da parte del Governo. Siccome sappiamo, tra l’altro, che lo svincolo della quota di cofinanziamento dal Patto di stabilità è una questione portata avanti anche da altri partiti, chiediamo a tutti di votare questo ordine del giorno, per un attimo, magari, mettendo da parte il pregiudizio sul fatto che lo abbiamo proposto noi.

Chi comanda la larga intesa?Signor Presidente, che Letta non ci sia e che quest’Aula sia vuota dà il senso di quanto sia importante la legge di stabilità. (...) Vi abbiamo scritto mol-te lettere che speriamo abbiano un seguito. (...) Una delle più importan-ti è quella che denuncia la completa

Noi vogliamo sapere cosa sono. Chi è e che cosa comanda la larga intesa? Qualcuno dice che questa legge di stabilità è timida. Non è vero, non è assolutamente vero. Avete avuto una faccia di bronzo come nessuno mai si era permesso. Presidente, lei lo sa che nelle famiglie italiane la stabilità non esiste, non esiste da anni? (...) La gente, quella normale, è costretta a subire qualsiasi sopruso, anche chi un lavoro ce l’ha. Subire orari indegni, mobbing, lavorare il 26 dicembre, lavorare a Natale, lavorare per riuscire solo a pagare le tasse, sapere che la pensione non arriverà mai, e non solo perché mancheranno i soldi, ma perché si morirà. Si morirà prima a causa delle malattie procura-te da industriali privi di scrupoli, che faranno soldi tra rifiuti, inceneritori, TAV, Ilva, e che tutto quello che voi pensate vi renderà ricchi, ricchi, mol-to ricchi, come già vi ha reso ricchi, e immortali; non siete immortali. (...) Presidente, il popolo non se ne va (...). Non se ne va neanche dopo aver capito che questo Parlamento non è più sovrano, dopo aver capito che questo Parlamento può decidere che cosa fare in questo Paese, ma questo Governo e questa Ragioneria di Stato non lo fanno, e non lo fanno per scelte politiche ben note. Conti-nuate a mettere in ginocchio anche i comuni, con effetti devastanti su noi cittadini, e neanche più i superpoli-tici riescono a contrastarvi. (...) Presidente Letta, mentre lei pensa già al panettone 2014, ci sono famiglie che non hanno da mangiare neanche la notte di Natale. Voi siete privi di coscienza, privi di coscienza sia politica che istituzionale. Fosse vivo Pertini vi avrebbe cacciato tutti fuori, in primis i finti econo-misti senza scrupoli minacciati dai vecchi banchieri! Presidente, noi glielo chiediamo con una citazione cinematografica: questo Governo è stato osservato, è stato pensato ed è stato trovato mancante, per cui non ha la nostra fiducia. (...) Duemila anni fa, Presidente, e questo lo senta e se lo tenga in mente, se lo tenga in mente davvero, duemila anni fa Gesù Cristo cacciò in malo modo i mercanti dal tempio, gli rovesciò i tavoli e allo stesso modo, Presidente, dovremo sbatterli fuori dalla Camera e non lasciargli fare i porci comodi. Presidente, facciamo come Gesù Cristo, che li buttò fuori, e li buttò fuori a calci!

violazione delle leggi di contabilità nazionale. Lei, giustamente, ha chiesto al presidente della Commis-sione bilancio di rispettare la legge, tuttavia, sia il Governo che il pre-sidente della Commissione bilancio e i suoi uffici, ritengono che non ci siano violazioni. Che dice, Presiden-te, glielo leggiamo insieme questo capitolo? Art.11: «La legge di stabi-lità contiene esclusivamente norme tese a realizzare effetti finanziari con decorrenza nel triennio conside-rato dal bilancio pluriennale. Essa non può contenere norme di delega o di carattere ordinamentale ovve-ro organizzatorio, né interventi di natura localistica o microsettoriale». Non so se avete sentito. Bene, questa legge di stabilità non rispetta questo articolo, non rispetta questa legge. Dunque noi, persone responsabili e oneste, abbiamo fatto al Governo e al Ministro Franceschini questa pro-posta: faccia tornare questa legge di stabilità legale e noi rinunciamo agli emendamenti. Non c’è stato nulla da fare. Pur di mantenere i soliti miliardi di regali agli amici, si mette la fiducia. Lei, Franceschini, mette la fiducia nel giorno in cui il suo segretario di partito, Renzi, riem-pie giornali e TV con il suo disgusto sulla vicenda che coinvolge un’altra volta le slot machine, la lobby delle lobby. Presidente, perché non ce lo spiega quali siano e quali saranno veramente i rapporti tra lei e le scelte politiche del suo segretario di parti-to? Infatti, questa legge di stabilità, a ridosso dell’elezione di Renzi, non ha nulla di quello che i nuovi piddi-ni renziani avevano promesso, anzi spesso si sono inginocchiati a lei, Presidente Letta (...). Ce lo dica, ma per essere chiari una volta per tutte su chi comanda la larga intesa. La comanda il Presidente Letta, suo zio, Renzi, le banche, la Compagnia delle Opere? La comanda Sorgenia? La comandano gli accordi commerciali che avete fatto con la Russia senza dire niente a nessuno? 19 contratti commerciali sui quali non ci avete coinvolto, siete rimasti in silenzio.

Laura CastelliCamera Seduta 142del 20 Dicembre