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Numero 137 Marzo-Aprile 2014 SOMMARIO Il Grifo d’oro a Don Luigi, pag.1–3 Ricordo di Mario Pacelli, pag.4 Tutto lo stesso giorno, pag.4 Notizie dal catechismo, pag.5–6 Calendario della Settimana Santa, pag.6 Lettura dell’icona della resurrezione, pag.7 Resoconto di sabato 22 marzo, pag.8–9 Caro Don, pag.10–11 Nella Sacra Scrittura il messaggio di Dio ma pure la saggezza dei popoli, pag.12–13 La fattoria degli animali e altre storie, pag.14 Il passaporto di Tony, pag.15 Poesie, pag.16 Il “Grifo d’oro” – e non solo – a Don Luigi! Gioved` ı 27 marzo il nostro don Luigi Traverso ha ricevuto il Grifo d’oro, onorificenza che il Co- mune di Genova assegna ai personaggi che hanno reso lustro alla Citt` a. Riportiamo il comunicato presente sul sito della Diocesi (http://www.genova.chiesacattolica.it/ home page/notizie/00363672 Grifo d oro a don Luigi Traverso.html) Gioved` ı 27 marzo alle 18 a Palazzo Tursi il sindaco di Genova ha consegnato, in una sala di rappresentanza straboccante di un pub- blico commosso e di giornalisti e fotografi, l’onorificenza del Grifo del Comune di Genova a don Luigi Traverso, per 57 anni parroco di San Siro nel cuore del centro storico, sacerdote sem- pre vicino agli emarginati e ai bisognosi. ...continua a pagina 2... 1

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Numero 137Marzo-Aprile 2014

SOMMARIO

• Il Grifo d’oro a Don Luigi, pag.1–3• Ricordo di Mario Pacelli, pag.4• Tutto lo stesso giorno, pag.4• Notizie dal catechismo, pag.5–6• Calendario della Settimana Santa, pag.6• Lettura dell’icona della resurrezione, pag.7• Resoconto di sabato 22 marzo, pag.8–9• Caro Don, pag.10–11• Nella Sacra Scrittura il messaggio di Dio ma pure

la saggezza dei popoli, pag.12–13• La fattoria degli animali e altre storie, pag.14• Il passaporto di Tony, pag.15• Poesie, pag.16

Il “Grifo d’oro” – e non solo – a Don Luigi!

Giovedı 27 marzo il nostro don Luigi Traversoha ricevuto il Grifo d’oro, onorificenza che il Co-mune di Genova assegna ai personaggi che hannoreso lustro alla Citta.Riportiamo il comunicato presente sul sito dellaDiocesi (http://www.genova.chiesacattolica.it/home page/notizie/00363672 Grifo d oro adon Luigi Traverso.html)

Giovedı 27 marzo alle 18 a Palazzo Tursiil sindaco di Genova ha consegnato, in unasala di rappresentanza straboccante di un pub-blico commosso e di giornalisti e fotografi,l’onorificenza del Grifo del Comune di Genovaa don Luigi Traverso, per 57 anni parroco di SanSiro nel cuore del centro storico, sacerdote sem-pre vicino agli emarginati e ai bisognosi.

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Questa la motivazione letta dal Sindaco, visibil-mente emozionato: “Prete dei poveri, sacerdotedi frontiera, promotore di iniziative strutturateche hanno precorso i tempi e che sono oggi patri-monio di molti. Sessant’anni di sacerdozio vis-suti a contatto con la drammatica realta socialedel centro storico di Genova, un’esistenza votataalla generosita e all’accoglienza verso il prossimo,alla cura dei poveri che con umilta e dedizioneaffrontava ogni giorno per superare i drammi ele difficolta”.Piu che una cerimonia, una grande festa pienadi calore per don Traverso, che coerente conl’umilta e il rispetto verso gli altri che hannosempre caratterizzato il suo sacerdozio, ha asso-ciato nel ringraziamento al Sindaco, un elencoricchissimo di persone, iniziato con il ricordodella sua famiglia e dei suoi luoghi d’origine, atestimonanza della sua vicenda umana lineare esemplice ma pionieristica e straordinaria.A rendergli onore, oltre al Sindaco Marco Do-ria e all’ex assessore ai servizi sociali che peranni collaboro con lui, Mario Calbi, c’era an-che Mons. Marco Doldi, in rappresentanza delcardinale Bagnasco, Mons. Marino Poggi, diret-tore della Caritas diocesana, Mons. Luigi Moli-nari, delegato arcivescovile per la vita sociale e ilmondo del lavoro, il parroco, recentemente inse-diato a S. Siro p. Daniele Minetti e il suo vicariop. Andrea Decaroli.“Una vicenda semplice e straordinaria” quelladi don Luigi, come ha ricordato Mons. Doldiche ha voluto ringraziare il Sindaco per il ri-conoscimento dato al sacerdote che, in qualchemodo, “sintetizza” l’attivita di tanti preti e reli-giosi della nostra diocesi. E in effetti, nel corsodella cerimonia, sono stati ricordati altri sacer-doti genovesi attivi nella vita sociale della citta:da don Venturelli, a don Balletto, a don Tubino,questi ultimi insigniti del Grifo rispettivamentenel 2005 e nel 2001.A rappresentare lo spirito di collaborazione trala chiesa genovese e il Comune ci ha pensatoMario Calbi, che negli anni ’78-’85 era assessoreai servizi sociali del Comune. Erano gli anni incui iniziava la collaborazione, in campo sociale,

tra Palazzo Tursi e le associazioni di volontariatoe le parrocchie; anni in cui si avvi quel sistemadi sussidiarieta che vive – molto faticosamentea causa delle risorse sempre piu scarse – ancoraoggi.Il tutto nonostante l’amministrazione fosse di si-nistra e molte delle attivita sociali a favore dellacomunita bisognosa fossero svolte da sacerdotie religiosi: “con don Luigi – ha spiegato – ab-biamo costruito un sistema di servizi per le per-sone senza farci la guerra”. Sull’onda di questeesperienze, ormai pi che trentennali, Calbi ha ri-volto un appello all’attuale amministrazione: “ilComune non puo lasciare sulle spalle di una per-sona il peso di occuparsi di chi ha bisogno. DonLuigi e quelli come lui – ha proseguito – non pos-sono essere lasciati soli, il Comune deve tornarea fare la sua parte”.

Don Luigi nel suo intervento ha raccontatobrevemente la storia della sua vita. Dal discorsosono emerse con evidenza due parole: “grazie” e“perdono”.

(la vignetta e di Matteo)

Ma non e finita...

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La mattina di venerdı 4 aprile, a PalazzoDucale, sono stati assegnati due altri riconosci-menti alla memoria di Don Antonio Balletto, cheper tanti anni ha celebrato la S.Messa nella no-stra parrocchia, e a Don Luigi:

• a don Antonio Balletto e stato dedicato il cor-tile maggiore di Palazzo Ducale

• e don Luigi ha ricevuto la prima edizionedel “Premio Antonio Balletto”, assegnato dalCentro Studi Antonio Balletto.

Erano presenti alla cerimonia il Sindaco di Ge-nova Marco Doria, il Cardinale Arcivescovo An-gelo Bagnasco, il Presidente della Regione Ligu-ria Claudio Burlando.La Sala della Societa di Storia Patria (sul latosinistro del cortile minore di Palazzo Ducale perchi entra da piazza De Ferrari) era assoluta-mente insufficiente a contenere tutte le persone.Molti sono rimasti fuori, incluso padre Daniele,e parecchi parrocchiani ed amici.Poi, nel cortile maggiore, e stata scoperta latarga e l’immagine a ricordo di Don Balletto (chevedete nella foto).L’immagine, molto bella a mio parere, e costi-tuita da quattro piastrelle policrome applicatesu fondo d’ardesia. Rappresenta don Ballettoche studia nel suo ufficio, pieno di libri, affac-ciato sul vico San Matteo e sulla citta. In fondoalla scena, la Lanterna e il mare.

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Curiosita:Nella mostra “Gianni Berengo Gardini – Storie di un fotografo”, esposta a Palazzo Ducalefino all’8 giugno, si trova anche una foto di Don Luigi che con alcuni chierichetti... adessoun po’ cresciuti... sta facendo la benedizione delle case.

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Ricordo di Mario Pacellidi Matteo Previtera

Negli ultimi mesi e stata sospesa la pubbli-cazione dell’anagrafe parrocchiale, colgo alloral’occasione per pubblicare un breve ricordo dimio nonno, Mario Pacelli, mancato il 29 dicem-bre dello scorso anno, quando aveva da pococompiuto novantun anni.Per tutta la sua vita e stato un punto di riferi-mento per la sua famiglia, sia quella di origine(con i miei bisnonni cui era molto legato ed isuoi sei fratelli per i quali, assieme a mio prozioGerardo, costituiva elemento di aggregazione),sia quella che creo assieme a mia nonna Brunadopo la fine della guerra (i suoi tre figli e gli ottonipoti).Una guerra cui prese parte da giovane ufficiale,e di cui spesso ci ha raccontato non senza com-mozione, smitizzandone qualsiasi fascino e ri-marcandone l’idiozia delle azioni e l’assoluta ca-sualita degli eventi che si ritrovo a vivere.Poi c’e stato il lavoro, al secondo posto dopola famiglia, nella scala dei suoi valori. Quaran-t’anni in ferrovia e molti altri per il Totocalcio,cui dedicava le prime ore della domenica mat-tina. Negli anni non si e mai stancato di riba-dire l’importanza di conquistarsi un’onesta oc-cupazione.Ed infine, se devo cercare una sintesi, trovo nelrispetto per gli altri il terzo elemento fondantedel suo essere.Come tutte le persone, e com’e naturale, miononno ha avuto anche i suoi difetti che, fatal-mente, si affievoliscono in noi con la sua morte eperdono assolutamente di importanza.Da sempre i miei nonni hanno abitato in viaCairoli, da sempre quindi hanno fatto parte diquesta parrocchia vedendola crescere e trasfor-marsi, cosı come l’hanno frequentata i loro figlie poi noi nipoti. Qui si sono sposati i miei nonnie qui e stato celebrato il funerale di mio nonno.Mio nonno ha visto arrivare e poi partire il nostrodon Luigi, e solo la sfortunata dei tempi ha fattosı che queste due persone, cosı importanti per lenostre famiglie, non si siano potute incontrareper l’ultimo saluto, nel giorno dei suoi funerali.

Tutto lo stesso giorno...

Domenica 16 marzo nella S.Messa delle ore 11sono stati presentati alla Comunita parrocchialei bambini che riceveranno il Battesimo domenica11 maggio:Michael, Giorgio, Jimmy, Melissa, Daniel.Con il piu grande di loro, Giorgio, portavoceanche degli altri (che peraltro sono tutti in etada stare sulle loro gambe), padre Andrea ha in-tavolato un piccolo dialogo chiedendo che cosadesidera dalla Chiesa e perche... Giorgio harisposto bene (chissa noi?).

Domenica 16 marzo alle ore 16 il Cardinale hapresieduto la S.Messa con la quale padre Danielee entrato ufficialmente come parroco di S.Siro.Erano presenti anche dei parrocchiani di Mone-glia, dove padre Daniele era parroco prima, esoprattutto, in modo certamente vistoso, la con-fraternita con imponenti “Cristi” da processione.Nell’omelia, il Cardinale e partito proprio daquesti “Cristi” per una riflessione: colpisce ilcontrasto fra il realismo con cui e rappresentato,in scultura lignea colorata, il Cristo morto, e losplendore di fiori d’argento e oro che orna le e-stremita della croce: la brutalita e la bellezza.Con quest’immagine la pieta popolare ha volutoe saputo rappresentare la verita di fede che dallamorte del Signore per noi scaturisce la vita.Alla celebrazione e seguito un rinfresco in sacre-stia.

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Notizie dal catechismodi Carla

Da un po’ di anni cerchiamo di avvicinarele famiglie dei bambini e dei ragazzi del ca-techismo alla Parola di Dio nei momenti fortidell’anno liturgico in particolare il Natale e laPasqua. E una prima forma di evangelizzazioneper trasmettere quello che e l’annuncio fonda-mentale per i cristiani. Nel tempo i genitorihanno preso questa buona abitudine di parteci-pare sempre piu numerosi con la consapevolezzache e importante accompagnare i loro figli nellacrescita della loro fede.Nell’ultimo incontro, mercoledı 2 aprile, eranopresenti moltissimi genitori e nonni, siamo riu-sciti a colmare lo spazio del salone. L’incontroe terminato con una piccola celebrazione, bam-bini e genitori assieme, con la presenza di PadreAndrea che ha guidato la lettura e la preghiera.Come di consueto ogni partecipante ha portatocibi e bevande per concludere in un clima fami-liare la serata.

Celebrazione in preparazionealla Pasqua

Si e fatto povero per arricchircicon la sua poverta

La Pasqua e la festa che ci ricorda il “passaggio”di Dio che salva e libera, e la festa della vita sullamorte, e la festa che ci ricorda che siamo chia-mati ad essere liberi, liberi per amare e servirecome ha fatto Gesu.Per questo vogliamo, assieme, genitori, bambinie ragazzi, catechisti, prepararci con la preghierae la parola di Dio, a questo momento cosı impor-tante per la nostro fede.L’icona di Gesu ci indica la strada da seguire...il cero che consumandosi da luce ci ricorda Gesuche si offre e muore sulla croce ma che e risortoe ci dona la vita eterna.Col canto chiediamo al Signore di convertire ilnostro cuore, di farci poveri, umili, bisognosi del

Suo Amore e delle Sua Misericordia.Donaci Signore un cuore nuovo, metti in noi Si-gnore il tuo spirito nuovo...La vera liberta che la Pasqua ci propone e quellache nasce dal dono di noi stessi, di un po delnostro tempo per gli altri, di denaro risparmiatoper chi e nel bisogno, di una parola di conso-lazione e speranza, un sorriso per chi ha il cuoreferito....l’amore non abbia finzioni: fuggite il male, at-taccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri conaffetto fraterno, rallegratevi con quelli che sononella gioia, piangete con quelli che sono nelpianto. (Rm 12,9)Padre buono ,riempici del tuo amore, trasfor-maci in creature nuove, solidali verso i piu deboli.Spirito di Gesu donaci un cuore nuovo capace diamare.Donaci Signore un cuore nuovo, metti in noi Si-gnore il tuo spirito nuovo...Saper chiedere perdono a Dio Padre, saper per-donare chi ci ha offeso e la via che Gesu ci indicaper essere veramente liberi....quando era ancora lontano, suo padre lo vide,ebbe compassione, gli corse incontro , gli si gettoal collo e lo bacio. Il figlio gli disse: “padre, ho peccato verso il cielo e davanti a te, nonsono piu degno di essere chiamato tuo figlio”.Ma il padre disse ai suoi servi: “presto, portateil vestito piu bello e fateglielo indossare , met-tetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Pren-dete il vitello grasso ammazzatelo, mangiamoloe facciamo festa, perche questo mio figlio eramorto, ed e tornato in vita, era perduto ed e statoritrovato.” (Lc 15,20–24)Dio, Padre buono e grande nel perdono, accoglinell’abbraccio del tuo amore, tutti i figli che tor-nano a te. Aiuta ognuno di noi a chiedere per-dono e a perdonare, perche possiamo vivere inpienezza la gioia pasquale.Donaci Signore un cuore nuovo, metti in noi Si-gnore il tuo spirito nuovo...

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L’amore gratuito, amarsi gli uni gli altri, amareanche chi non ci piace... puo diventare il nostroimpegno per essere “uomini nuovi”!...da questo abbiamo conosciuto l’Amore: il Si-gnore ha dato la sua vita per noi, quindi anchenoi dobbiamo dare al vita per i fratelli - questoe il suo comandamento , che crediamo nel suonome e ci amiamo gli uni gli altri. (1Gv, 3)

Signore Gesu, donando la tua vita sulla croce,per amore, ci hai indicato la via della salvezza.Aiutaci a diventare creature nuove, capacidi amare con generosita, per essere segnodell’amore di Dio.Donaci Signore un cuore nuovo, metti in noi Si-gnore il tuo spirito nuovo...La festa di Pasqua sia la conclusione gioiosa delnostro cammino quaresimale, il Signore ci donila sua benedizione per essere testimoni della suaResurrezione!

Calendario della Settimana Santa 2014

Facciamo memoria e celebriamo un unico grande mistero:la morte e risurrezione del nostro Signore Gesu Cristo.

La Pasqua e per ogni credente in Cristo Risortoriferimento e meta del cammino della vita. Conquesta consapevolezza, la comunita parrocchialeoffre a tutti la possibilita di vivere in pienezzal’imminente Pasqua di Risurrezione.Nelle tre mattine del Triduo sacro rifletteremocome singoli e come famiglie sull’amore gratu-ito, sull’Eucaristia, la passione, la riconciliazionee sul silenzio di Dio, attraverso la preghiera el’ascolto della Parola di Dio.La sera, la comunita parrocchiale si incontra percelebrare, in comunione con tutta la Chiesa, ilMistero Pasquale.

• Domenica delle Palme 13 aprileLa Domenica delle Palme segna l’inizio dellaSettimana Santa. La Chiesa fa memoriadell’ingresso del Signore Gesu in Gerusalemmee della sua Passione.Ore 11 Benedizione delle Palme presso la scali-nata dell’ingresso laterale di S.Siro.Segue Celebrazione Eucaristica a San Siro.

• Giovedı Santo 17 aprileOre 8.15 preghiera e riflessione sul tema dellapoverta e solidarieta (dal messaggio di PapaFrancesco).Si finira in tempo per andare alle ore 9.30 allaS.Messa Crismale presieduta dall’Arcivescovoin Cattedrale.Ore 18 Santa Messa Vespertina nella Cena delSignore. In questa occasione saranno anchepresentati alla Comunita i bambini che riceve-ranno la prima Comunione.

• Venerdı Santo 18 aprileOre 9.15 preghiera e riflessione sul tema dellapoverta e solidarieta; possibilia di confessarsi.Ore 18 Celebrazione della Passione del Si-gnore.

• Sabato Santo 19 aprileOre 9.15 preghiera e riflessione sul tema delsilenzio di Dio.Ore 22 Veglia Pasquale – Solenne celebrazionedella Resurrezione del Signore Gesu Cristo.

• Pasqua di Resurresione Domenica 20aprileOre 11 Celebrazione Eucaristica.

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Lettura dell’icona della Resurrezione (discesa agli inferi)ridotto e adattato da: Gianluca Busi, “Il segno di Giona”, Dehoniana libri, p.113-ss.

Nella tradizione orientale l’icona della risur-rezione non rappresenta Cristo nell’atto di usciredalla tomba, ma in quello di sprofondarla. Cristonon esce dalla tomba come uno che si e libe-rato dalla morte e scappa via. Il Signore in-fatti non ha vinto la morte per se stesso comefosse un superuomo. La grandezza della risur-rezione di Cristo consiste nel fatto che Egli entranell’impero del principe delle tenebre (Mc 3,22-30) che tiene in schiavitu Adamo ed Eva e la suadiscendenza. Scende per liberare i prigionieri eridarli alla vita.Dopo la fuga di Caino, l’uomo si e rifugiato nellamorte per nascondersi davanti a Dio, per sfuggirealla sua luce che rivela le opere cattive, inquietae fa vergognare. La parte bassa dell’icona pre-senta grotta degli inferi, nera e piena di catene eserrature (ormai rotte e aperte).Al centro l’icona mostra Cristo che, abbattendole porte degli inferi, entra vivo nell’impero dellamorte. Scende la luce vera, il sole della giustiziache “illumina quelli che stanno nelle tenebre enell’ombra della morte” (Lc 1,79). Una grandeluce illumina chi e morto, chi e caduto, chi efuggito davanti a Dio e lo ha voluto dimenticare.Cristo arriva nel suo splendore, con la mano tesaverso i morti per rivelare che Dio non dimenticanessuno. I sepolcri si aprono e tutta la terra escossa. Sopra l’abisso nero, vediamo i sepolcridai quali fuoriescono Adamo ed Eva, stretti daCristo per il polso, e i giusti dell’Antico Testa-mento: il Battista, le schiere dei profeti, dei re ealtri personaggi biblici.Cristo sprofonda negli abissi della terra, affinchela terra possa ritrovare la sua verita e servire adAdamo, non per nasconderlo davanti a Dio, maper ridarlo a Dio. Sullo sfondo le montagne sonodipinte come creazione trasfigurata che “gemeper le doglie del parto” (Rm 8,19–25): le roccesi innalzano verso il cielo attirate dal movimentoascensionale della resurrezione gia inaugurato daCristo.Al centro la “mandorla” azzurra indica la pre-senza di Dio nelle sue azioni mirabili. All’interno

della mandorla il Cristo domina con la sua pre-senza luminosa. Il bianco della veste, lumeg-giato d’oro, rappresenta una diversita essenzialerispetto agli altri personaggi: e il Figlio di Dio,nel quale e racchiusa tutta la pienezza della di-vinita.Cristo e raffigurato nel doppio movimento didiscesa agli inferi e di salita verso il Padre: nelladebolezza della croce Egli opera la redenzionedell’umanita.

Le due figure di Adamo e di Eva sono strappatedai sepolcri e tenute per il polso da Cristo checon un gesto impetuoso li riporta all’esistenza.La scena di Adamo e di Cristo richiama il cap.5della lettera ai Romani: “dove abbondo il pec-cato, sovrabbondo la grazia”.

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Resoconto di sabato 22 marzodi Paola Magillo

Sabato 22 marzo a partire dalle ore 18,nella Sede della Casa sullAlbero, c’e stato unpomeriggio-serata di confronto organizzato dallaCaritas parrocchiale.

SI E FATTO POVEROPER ARRICCHIRCI CON LA SUA POVERTA

(cf 2Cor 8,9)

L’evento ha avuto quattro momenti:

1) Riflessione partecipata sul messaggiodel Papa per la Quaresima 2014.Dopo la breve introduzione di padre Andrea, ladiscussione ha toccato alcuni punti sollevati daPapa Francesco:“Ad imitazione del nostro Maestro, noi cristianisiamo chiamati a guardare le miserie dei fratelli,a toccarle, a farcene carico e a operare con-cretamente per alleviarle. La miseria noncoincide con la poverta; la miseria e lapoverta senza fiducia, senza solidarieta,senza speranza.”La nostra principale ricchezza, come emersochiaramente anche dalle testimonianze di padreAndrea e dei volontari impegnati in prima per-sona nelle strutture di aiuto sociale (ved. dopo),non sta tanto nella disponibilita di soldi, quantonella rete di relazioni. E grazie alla rete di re-lazioni che si riesce a risolvere un problema.“La Quaresima e un tempo adatto per la spoglia-zione; e ci fara bene domandarci di quali cosepossiamo privarci al fine di aiutare e arricchirealtri con la nostra poverta. Non dimentichiamoche la vera poverta duole: non sarebbe validauna spogliazione senza questa dimensione peni-tenziale. Diffido dell’elemosina che noncosta e che non duole.”Quanto noi pratichiamo questa “elemosina cheduole”? Sta di fatto che noi diamo sempre delnostro superfluo. Forse dovremmo metterci se-riamente a cambiare stile di vita.

La tradizionale elemosina e la forma di aiutopiu opportuna? Oppure altre forme piu rispet-tose della dignita della persona, che non lacostringano ad umiliarsi per impietosire e non lainducano ad atteggiamenti di dipendenza? Adesempio sono state citate le “borse lavoro” ero-gate dal nostro Centro d’Ascolto, e l’esperienzadi un prete in America Latina che a chi si presen-tava per chiedere aiuto rispondeva “tu che cosapuoi dare in cambio?”.Quanto anche la Chiesa istituzionale dovrebbedare esempio di questa spoliazione?Quando c’era Don Luigi con la sua sacrestia,ci lamentavamo per la continua e spesso in-vadente presenza dei poveri in fila davanti allasua porta. Adesso ci lamentiamo che i poverinon ci sono piu semplicemente perche non li ve-diamo. Stiamo attenti a non prendere in consi-derazione solo il bisognoso che ci sta sotto il nasoed essere ciechi verso i bisognosi che stanno unpo’ piu in la.

2) Testimonianza di Monica, nostraparrocchiana, sullo Sportello di Acco-glienza Caritas Diocesana in via Canneto,“evoluzione” della presenza dei poverinella sacrestia di don Luigi.Mentre i Centri d’Ascolto territoriali si occupanodelle persone residenti nel territorio di compe-tenza, lo sportello centrale della Caritas Dioce-sana si occupa di quelle persone che non hannoun territorio di riferimento. Queste sono dei tipipiu diversi. Includono i “poveri di Don Luigi”,ma anche, per esempio, rifugiati arrivati coni “barconi”, ragazzi scappati di casa (due gio-vani che da 3 notti dormivano sulla spiaggia),ecc. Praticamente ogni persona che si presentae un’emergenza a se.Monica ha affermato che chi opera nella Caritaavverte un senso di impotenza di fronte alle

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situazioni, spesso complicatissime ed in cadutalibera verso il basso, di queste persone. In que-sto e stata confermata da Giacomo (ved. dopo) eda altri parrocchiani impegnati nei centri d’aiutoa livello parrocchiale (Centro d’Ascolto, Mer-catino, La Zanzara).

E importante instaurare una relazione umanacon queste persone ed e importante la rete direlazioni che si hanno (per es. per sistemarei due giovani di cui sopra sono state sufficientiun po’ di telefonate). Questo e molto di piuche avere dei fondi a disposizione, perche rap-presenta un’intera comunita che si muove peraiutare. Sarebbe utile redigere una mappa dellerisorse, non solo come strutture (posti letto,mense ecc.) ma anche come persone (disponi-bilita di tempo, competenze). A volte vi sononecessita semplici da colmare, come andare aprendere un bambino a scuola e tenerlo per unpaio d’ore, dare lezioni per insegnare a leggere escrivere... Queste sono “le ricchezze della nostrapoverta” da mettere in rete.

3) Cena insieme condividendo i cibi por-tati da tutti.Questa parte di solito ci riesce molto bene, eanche sabato non ci siamo smentiti.

4) Proiezione del documentario “Losguardo mancato”, realizzato da alcunivolontari della Caritas sulle persone senzadimora a Genova, e discussione con uno diloro, Giacomo.Giacomo ha esordito dicendo che gia “personesenza dimora” e una parola sbagliata perche lequalifica come “senza”.Ha raccontato che tra queste persone oggi nonvi sono piu solo le situazioni “classiche”: sban-dati (matti, alcolisti...), stranieri (arrivati senzasoldi col miraggio dell’Europa, scappati dallaguerra...). Sempre piu vi sono persone che finoa ieri stavano bene: padri separati, chi ha persoil lavoro e quindi poi la casa, imprenditori la cuiazienda e fallita (ha citato un ex imprenditore diun certo livello che aveva crediti con lo Stato

e per l’insolvenza dello Stato ha prima fatto de-biti per pagare gli operai, poi ha dovuto chiu-dere; ora mangia alla mensa dei poveri).Il documentario cerca di dire che queste personerestano umane, con la loro dignita e la loro vitaculturale e relazionale: per esempio un uomodice che preferirebbe fare la fame piuttosto chenon avere libri da leggere, un altro dorme instazione ma ogni sera sente via cellulare le figlieragazzine, ecc.Il documentario non nasce dal niente comeun’inchiesta giornalistica, ma avviene dopo annidi lavoro con queste persone e dalle relazioniumane instaurate con loro.Un’ultima nota sull’opportunita, da parte dellaCaritas, di investire risorse per realizzare un do-cumentario, sottraendole quindi all’impiego perl’aiuto diretto ai poveri. Lo scopo non e essere glispecialisti della carita, che si occupano di questoproblema affinche la societa possa disinteressar-sene. Lo scopo e anche sensibilizzare le personesui problemi e favorire quella rete di disponibilita(non solo monetarie) e relazioni di cui si parlavaprima.

Il ricavo della

Polentata di beneficienza

svoltasi alla Commenda nei giorni disabato 8 e domenica 9 marzo, tolte lespese, e stato di 4272 euro.Questi sono stati divisi in parti ugualifra i tre Centri d’Ascolto del Vicariato el’Associazione Shalom (pari a 1068 europer ciascuno).Ringraziamo tutti i volontari chehanno contribuito alla buona riuscitadell’evento e tutti i mangiatori dipolenta che hanno ne determinato ilsuccesso.

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Caro Don Luigilettera di Pierino di Gregorio

Caro Don,ti confesso di aver faticato a prendere in mano ilcoraggio per scriverti a cuore aperto... di certo,non e perche non sapessi cosa scrivere, al con-trario... la mia mente, la mia memoria, i mieiocchi ed il mio cuore, sono pervasi di immaginied emozioni legate a te e altrettanti sono i donie gli insegnamenti che il Signore ha voluto darmiattraverso le tue parole, i tuoi sguardi ed i tuoigesti, che, ripeto, non mi sarebbe stato faciledarvi un ordine di priorita assoluto.Preso dai tormenti, ho lasciato che il mio cuoredettasse per me quello che forse la memoriaaveva deciso di relegare gelosamente lontano edho preferito ripercorrere assieme a te, a voi,quelli che sono stati gli episodi piu significativie fondamentali di questa nostra grande e bellis-sima avventura...Era il giorno del mio settimo compleanno, unfreddo 25 febbraio di qualche luna fa (1956)quando ti vidi per la prima volta... ignaro diquanto saresti stato per me, ti corsi incontro, at-traverso il piazzale di cemento accanto al teatroe rimasi subito affascinato dal tuo grande sorrisocarico di bonta e, a dirla tutta, un po’ perplessodai buffi scarponi che spuntavano da sotto la tuasgualcita sottana.Come dicevo, ti corsi incontro e decisi che misarei fidato di te... quel sorriso ebbe da subitoun potere magnetico sul mio cuore... mi feci co-raggio e ti chiesi di venire a giocare con me apallone sul terrazzo e... non passo molto primadi poter constatare che il calcio non era annover-ato tra le tue immense virtu :-) mi basto un se-condo, invece, per capire che saresti diventato ilmio mito...Un altro episodio mi lega a te in maniera in-dissolubile... un episodio triste, doloroso che di-mostra appieno quanto la grazia e le vie del Si-gnore siano imperscrutabilmentre misteriose ainostri occhi... un episodio che mi segna in primapersona, con un dolore quasi fisico ma che, a di-stanza di anni, ha creato in me una radicata

consapevolezza di fede e di speranza e che miha fatto capire quanto Dio si prodighi per i suoifigli che ama e di quanta bonta sia capace diinfondere nelle persone di cui ci circondiamo......era una notte come tante quella in cui, nel1958, mi addormentai nel lettone abbracciatoalla mia mamma, nella pace e nella sicurezza chesolo a nove anni si puo credere di avere quandoin realta la vita si rivela amara e piena di stenti......ricordo che mi svegliasti nel cuore della notte,sollevandomi con dolcezza per non turbare il miosonno e, avvicinandoti all’orecchio mi sussurrastidi stare tranquillo, che la mamma non si sentivabene e che bisognava lasciarla tranquilla...Furono venti giorni confusi, quelli che si suc-cedettero dopo quell’episodio... col naso all’insu,scrutavo i volti degli adulti alla ricerca di segnali,di notizie sulla salute della mia mamma ma, adirla tutta, il soggiorno da te, Don, si riveloun efficace placebo... mi sentivo circondatod’affetto, bonta, generosita (grandi cuoche :-))ed un terrazzo su cui giocare a pallone no-stop...fosti per me un padre a tutti gli effetti e in queigiorni cosı delicati, Dio ti ha conferito tutta laforza e la santita per affrontare un compito diresponsabilita nei miei confronti cosı alto ed im-pegnativo... mia madre morı quella stessa nottein cui mi prendesti tra le braccia per accogliermiin casa tua... e tu Don... tu sei riuscito a dare unsenso al mio dolore di bambino... cosı come Dioama i suoi figli, tu mi hai amato e ti sei presocura di me.In ultimo, conservo gelosamente dentro il miocuore il ricordo di una conversazione chefacemmo una volta compiuti dodici anni... miricordo che ti chiesi di sederti al tavolo per spie-garmi cosa fosse questo tranto nominato Para-diso e perche tutti dovessimo camminare bene inquesta vita per guadagnarcelo in quella eterna...a pensarci, sorrido ancora oggi... quante volte

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mi sono trovato con le spalle al muro di frontealle domande dei miei figli... cosı genuine... cosısemplici ma di una profondita inconsapevole...eppure alla mia richiesta, Don, senza battereciglio, prendesti le mie mani tra le tue e midicesti di chiudere gli occhi e di pensare al deside-rio piu nascosto che avrei voluto che si avver-sasse e alla cosa piu bella che avrei voluto averee che il Paradiso sarebbe stato poterne godereall’infinito un milione di volte tanto...Puo far sorridere ma non stupire il fatto chedesiderassi essere come Pele, ma sta di fatto che,alla mia risposta, tu mi consegnasti uno dei pre-cetti piu profondi e sostanziali della nostra fede...il senso dell’eternita...Tu con tutto questo sei stato dono per me... ehai fatto in modo che io lo fossi per gli altri cosıcome per i miei figli... qui c’e Dio... e tu sei riu-scito a donarmelo ogni giorno della mia vita... edora, Don, constatato che come Pele non lo saropiu oramai (anche se non e detta l’ultima :-)) iodesidero godere di tutto l’affetto che mi hai datoall’infinito, un milione di volte tanto... perchevorra dire che continuerai a camminare con meanche di la, dove so che ci sarai tu, assieme atutti quelli che mi hanno amato, con i tuoi buffiscarponi, la tua sottana sgualcita e il tuo sorrisocarico di bonta.A onor del vero, in tutti questi campi estivi, disei rivelato un fine ed esperto scalatore... un po’meno esperto, se si parla di calcio... e mi sonoquindi divertito ad improvvisare un’ipoteticaformazione mettendo in campo i doni che il Si-gnore ti ha dato e che, a mio modesto parere, mihanno affascinato nel tuo percorso pastorale.La tattica scelta e quella di un elastico3− 4− 2− 1:

-porta-

1“La Speranza”per difendere la gioia della vittoria

-difesa-

2“Coraggio” 5“Fede” 3“Perseveranza”a dare spessore e concretezza alla linea difensiva

-centrocampo-

4“Carita” (centrali) 6“Preghiera”credibilita e visione di gioco

8“Tenerezza” (fasce) 10“Misericoirdia”per creare dinamismo e fantasia

-punte arretrate-

7“Unilta” 11“Cuore”forza esplosiva e carisma

-punta-

9“La vita eterna”la punta di diamante

All. Gesu.

In panchina: la gioa, lo stupore, l’accoglienza, lapazienza, il perdono, la bonta, la semplicita, lacredibilita.

Motto della squadra: “Metti amore in tuttoquello che fai, e sii contagioso... la vita e l’artedell’incontro”.

Ho scherzato un po’, Don... ma tu lo sai quantodi voglio bene...

Pierino (Di Gregorio)

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Nella Sacra Scrittura il messaggio di Dio ma pure la saggezza dei popolidi Paola Magillo (prima puntata)

Siamo abbastanza d’accordo che cio chel’umanita ha tramandato nei secoli, dalle favoledi Esopo all’Odissea, lo ha fatto perche pensavache valesse la fatica di trascriverlo a mano. E chela valesse perche c’era dentro o della bellezza odella saggezza o entrambe. E, direi io, di solitoenbrambe, perche la saggezza brutta si accan-tona volentieri e la bellezza stupida alla lungastufa.Siamo d’accordo che la Sacra Scrittura e arrivatafino a noi, ovvero qualcuno ha fatto la faticadi trascriverla lungo i secoli, perche era consi-derata Parola di Dio. Qualcuno potrebbe diresolo perche era considerata Parola di Dio, ovveroe cosa talmente brutta e stupida, che, se nonavessero avuto questa considerazione sacra, nonavrebbero perso tempo e fatica a ricopiarla.Vorrei sostenere l’opinione opposta. Cioe che,anche senza tener conto che si tratta di Parola diDio, la Sacra Scrittura ha un valore di saggezzaumana che da se giustifica il suo tramandamento.Saggezza nonche bellezza, ma qui mi limito allaprima. Quindi, per esempio, avrebbe senso an-che studiarne un po’ nelle scuole, al pari di comesi studia l’Odissea o l’Orlando Furioso. C’e an-che un’associazione che sostiene questo. Ma,conoscendo i nostri polli, forse e piu realisticoche entrino nelle scuole, perche se ne riconosceil lavore di saggezza umana (che peraltro certa-mente hanno e varrebbe la pena di conoscerlo) ilibri dei Veda piuttosto che la Bibbia.Qui vorrei fare una lettura laica di alcuni passibiblici, ed evidenziarne l’umana saggezza, spessogeniale, che vi si trova. Non per sostenere chedovrebbero trovar posto nelle scuole (l’ho men-zionato solo per curiosita), ma perche mi sembrainteressante come prospettiva, ed anche un buonaggancio per il dialogo con il mondo.Nota bene: nella Sacra Scrittura c’e molto dipiu che la saggezza dei popoli, non la voglioridurre a questo! C’e il discorso che Dio ha fattoall’umanita da Abramo a Gesu Cristo, e che con-tinua a dire qualcosa per la vita a chi la legge

nello Spirito Santo. Ma per commentare que-sta parte divina bisognerebbe essere dei teologio dei mistici e io non sono ne l’uno ne l’altro.Pero sono certamente un esemplare del genereumano e come tale mi ritengo titolata a par-lare della parte umana. Che c’e anche quella.Come dicono i teologi, la Sacra Scrittura eun’opera divinumana, cioe contemporaneamenteopera (divina) di Dio e opera (umana) degliuomini che l’hanno scritta; in questa secondaveste la commentero io. La prima veste, quelladivina, sarebbe importantissimo commentarla,anzi sarebbe bello se qualcuno che ci acchiappascrivesse qualcosa in parallelo a me. Scrivete alNotiziario!Fine delle premesse. Oggi vorrei commentarei dieci comandamenti. La mia tesi e che questisono una dichiarazione dei diritti umani scrittamettendoli come doveri. E gia questa e una fur-bata!Mi spiego. Se scriviamo: “Ogni uomo ha di-ritto all’incolumita della sua persona”, questa el’enunciazione di un diritto, ma rischia di restarelettera morta. Se invece scriviamo: “Nessunuomo puo ammazzare un altro uomo”, questae l’enunciazione di un dovere; pero questo do-vere, se rispettato da tutti, ha buone probabilitadi riuscire a garantire quel diritto di cui sopra.Gia l’idea di mettere i diritti (di ciascuno) enun-ciati sotto forma di doveri (per tutti gli altri)mi sembra una gran saggezza, che gli estensoridella carta dei diritti umani dell’ONU (3000 annidopo) non hanno avuto. Pensate se al postodi “diritto all’istruzione” o “diritto alla salute”avessero scritto “dovere di garantire scuole e curemediche gratuite, o a basso costo, o a costo pro-porzionato al reddito, in modo tale che tutti pos-sano accedervi”. Sarebbe interessante riscriverela carta dei diritti umani dell’ONU in questomodo!Torniamo ai dieci comandamenti. Alcuni sonoabbastanza facili da tradurre.

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“Non uccidere” si traduce come: Hai dirittoalla vita e all’incolumita personale.“Non rubare” si traduce come: Hai diritto allaproprieta privata e ai mezzi di sostentamento.Alcuni meritano qualche spiegazione.“Non dire falsa testimonianza contro il tuoprossimo”. Non si tratta di non raccontare lebugie, ma della testimonianza resa in tribunaleper accusare qualcuno di un reato. Anticamentenon c’era la “scientifica”, non si potevano con-frontare le impronte digitali o il DNA. Si de-cideva se una persona era colpevole basandosisulla parola dei testimoni che l’avevano vistacompiere il delitto. Era importante che questinon dicessero il falso.Quindi si puo tradurre come: Hai diritto aun giusto processo. Nessuno ti puo toglieredi mezzo arbitrariamente, facendoti condannarecon un’accusa falsa. Per esempio un governo glioppositori politici. O anche, tirandola un po’:hai diritto alla liberta di opinione e di parola.Posso citare le cantanti che in Russia sono statemesse in galera per aver cantato una canzonesatirica contro il Presidente? Magari di cattivogusto, magari veramente fuori luogo (erano inCattedrale), ma una canzone, non un attentatodinamitardo! Eccetera...“Non commettere adulterio”. Questo sipresta a varie letture. La piu immediata misembra questa: Hai diritto a una famiglia se-rena e che non ti venga rovinata dal don Gio-vanni di turno. Quindi non fare tu il don Gio-vanni con le mogli e le figlie altrui. Ricordiamoche il destinatario tipo dei comandamenti era ilcapofamiglia maschio. Per esempio, tornando aprima, la testimonianza delle donne in tribunalenon valeva. Questo non impedı che il divietod’adulterio diventasse la patente per lapidarele “adultere”, comprendendo tra queste spessoanche le poveracce che erano state violentate.Tanto puo la capacita umana di voltare le frit-tate!Se intendiamo che “adulterio” siano tutti i casiin cui si pretende di farlo con una personanon consenziente, potremmo leggere: Hai diritto(tu donna) a non essere violentata e a non es-sere perseguitata da pretendenti, ex-mariti, ex-fidanzati. E diventa una cosa parecchio attuale.

Vorrei tirarla oltre. A una trasmissione per radiouna volta parlava un ebreo (non ricordo se fosseun rabbino) il quale diceva che una traduzionepiu appropriata dall’ebraico sarebbe: “Non pro-stituirti / non indurre alla prostituzione”. Ma-gari e vero. Allora: Hai diritto a non essere schi-avizzato/a e costretto/a a vendere il tuo corpo.Ma anche, aggiungerei, non essere costretto avendere le tue idee, le tue capacita, le tue con-vinzioni per uno scopo che non condividi. Fac-cio un esempio attuale. Una tarda mattinata mitrovavo stranamente in casa. Di solito a quell’oraa casa ci sono solo le persone anziane. Suonanodue giovanotti mandati da un’azienza elettrica.Con un discorso che era un capolavoro di am-biguita, cercano di farmi cambiare gestore, mafacendomi credere di sottoscrivere un contrattopiu vantaggioso con lo stesso gestore. Ora, questipoveracci sono certamente a contratto tempora-neo e pagati poco (magari pagati solo un tantoper ogni contratto che riescono a far firmare),non sono loro gli imbroglioni, imbrogliona e laditta che li manda, e questo e l’unico lavoro chesono riusciti a trovare. E, come diceva una no-stra ex-ministra, bisogna adattarsi, non si puomica fare sgli schizzinosi! Ecco: Hai diritto anon essere costretto a fare, per sopravvivere, ciodi cui ti vergogneresti. Hai diritto a vivere in unasocieta dove non accada che l’unico modo chehai per campare sia venderti. Perche questo di-ritto sia, bisogna che gli altri non pretendano dicomprarti, ma anche che gli altri non siano dis-posti a vendersi loro stessi. Altrimenti troveraiqualcuno che, se tu invece non vorrai vendertie ti lamenterai che non hai lavoro, ti accuseradi essere “schizzinoso” e di indichera questi altricome esempi da seguire. Abbastanza sottile, maimportante dettaglio.Forse ci si potrebbe far rientrare dentro an-che i divieto di corruzione / concussione. Chetradotto in diritti diventa: Hai diritto a viverein una societa dove non ti accada che il poterfare qualcosa dipenda dai favoritismi di questoo di quello, o dall’avergli pagato una mazzetta.L’ho sicuramente tirata troppo in la, ma era sug-gestivo.Per questa puntata basta. In ordine sparsoho commentato quattro comandamenti. Nonperdete il seguito! Naturalmente, sul notiziariodi San Siro.

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La fattoria degli animali e altre storie

da Mauro Armanino, Niamey, febbraio 2014

Porta il nome di un coniglio selvatico. Ci sonovoluti 45 anni per ammetterlo. Ma e solo unaquestione di tempo. Anche se la menzogna correveloce e raggiunta dalla verita. La Francia haeffettuato 17 esperimenti nucleari nel deserto al-gerino. Portano il nome di un coniglio selvaticoe solo cambia il colore. Gerboise bianco, rossoe verde. Una bandiera tenuta nascosta come lecontaminazioni radioattive. Malformazioni con-genite, aborti e malattie di diversa natura. Gliesprimenti atomici sotterranei hanno creato unamenzogna nucleare.Porta il nome di un otturatore di fucile a pietrafocaia. Flintlock in inglese. L’esercitazione mili-tare che si svolge in questi giorni nel Niger. Ne vadella sicurezza dei potenti. Circa mille militaridi una ventina di paesi. La Spagna, la Francia,la Gran Bretagna, l’Italia, i Paesi Bassi, gli StatiUniti, la Norvegia, la Danimarca, il Canada, laGermania e 8 paesi africani. La lotta contro ilterrorismo di matrice islamica giustifica questo ealtro. Gli Stati Uniti hanno fatto di questa zonadel Sahel una priorita. Si combatte da un latocio che si appoggia dall’altro. Non ci sono amicima solo interessi.Porta il nome di In Gall. Oasi a un centinaio dikilometri da Agadez nel nord del Niger. Famosaper i datteri che secondo la tradizione erano statiportati da un pellegrinaggio a Medina. Hannodenunciato la morte degli animali. Non lontanodalla citta c’e una fabbrica che tratta il mineraledi uranio. Il sindaco denuncia la morte sospettadi diverse decine di animali. Hanno utilizzato leacque che dalla fabbrica si disperdono nei campi.Anche i piccoli degli animali nascono prematu-ramente. Il sindaco teme che la stessa acqua,utilizzata dagli umani, possa portare gli stessisintomi.Porta il nome di Sahara e non e morto affatto.L’uranio 235 ha una mezza vita di circa 24 milaanni. La Francia ha eseguito anche esperimenticoi gas chimici per 15 anni. La Total vorrebbepoter trovare spazi per sfruttare il gas di scistodalle rocce. Nel deserto c’e la flora, la faunae gli umani che non contano. Non hanno mairicevuto indenizzazioni o riconoscimento alcuno.La sabbia seppellisce e conserva come il

sale. Ci sono eredita radioattive che la strategiaatomica ha giustificato. De Gaulle aveva gridatoal mondo la vittoria atomica. Una Francia piuforte e piu fiera.Porta il nome di Mohammed. Il sindaco di InGall e stato allertato dalla gente della zona diAzzelit. A 90 kilometri da In Gall dove in questiultimi giorni sono morti gli animali della fatto-ria. I cadaveri degli animali sono stati visti neidintorni della fabbrica. Gli animali dimagrisconoinnaturalmente in ogni stagione dell’anno. Il sin-daco chiede un’inchiesta sui fatti enunciati. Af-ferma di avere a questo contattato a questo pro-posito le autorita della fabbrica senza risultato.L’acqua si e fatta rara nella regione. Anche lepiante di datteri arrivate da Al Medina sembranosoffrire malattie sconosciute.Porta il nome di un otturatore di arma antica.Le guerre e le armi invecchiano in fretta. Eser-citazioni militari e incontri del G5 del Sahel.La sicurezza armata non ha prezzo. Come ilcommercio di droga di cui l’Africa Occidentalee diventata produttore e consumatore. Ormaitutto si fabbrica. Anche i bambini poi vendutiai commercianti e soprattutto i poveri. Il petro-lio e come la politica e si traffica coi migliori ac-quirenti sul mercato della dignita. I bidoni chearredano la citta di Niamey si trasformano ineleganti pilastrini in cemento. Anch’esso armatocome si conviene.Porta il nome di Ninfea e consiste in campi mili-tari. Si collezionano droni e altri sistemi di con-trollo militare. La sicurezza per chi detiene ilpotere e per chi vuole perpetuarlo. In Maroccoe in Tunisia secondo indiscrezioni pubblicate direcente. Piante acquatiche che evocano paesaggiesotici. Le primavere arabe profumano a dol-lari che danzano con le monete raccomandate.Traditori del popolo che dalle piazze rincorronola democrazia confiscata. Il futuro assomiglia alpassato e il Sahel organizza tornei militari senzalegittimita.Porta il nome di Adolphe e arriva con una borsada viaggio dal Centrafrica. Ha fame di un paesesenza guerre e mangia un piatto di riso prima didormire.

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Il passaporto di Tony da Mauro Armanino, Niamey, marzo 2014

La copertina blu scuro con le scritte sbiaditedella Repubblica del Kenia. Ma e solo unafinzione. Sotto la custodia c’e il passaporto verodella CEDEAO/ECOWAS. La Liberia e uno deglistati membri della comunita dell’Africa Occiden-tale. La Repubblica della Liberia e nata e si esviluppata sulle ceneri della schiavitu. Questa sie perpetuata fino al colpo di stato del sergenteDoe primo e unico presidente indigeno del paese.La guerra civile di Taylor e gli anni di distruzionedi massa rendono il passaporto di Tony ancorapiu importante. E nato a Monrovia nel ’69 e diprofessione fa il pittore. Imbianchino o surrea-lista la differenza sta nella parete o nell’oceanoche ha davanti. Il timbro della Costa d’Avorio elo stesso giorno del Ghana e il Kenia meno di duemesi dopo. Una puntata con espulsione inclusa aBangkok in Tainlandia malgrado il visto. Poi ladeportazione in Africa. Ancora il Ghana e poi ilTogo. L’approdo all’aeroporto Diori Hamani diNiamey e accaduto senza che lui lo sapesse. Dabuon pittore si e trovato dipinto in un hotel dellacapitale. Gli hanno vietato di riprendersi il pas-saporto finche non avesse saldato il conto. Finitii soldi del fratello solo la minaccia di denunciaalla polizia lo ha costretto a chiedere aiuto. Tele-fona all’altro fratello che si trova a Singapore perfarsi mandare i soldi del ritorno.David non ha neppure il biglietto del bus chelo trasportato fino a Niamey. E un altro libe-riano che non crede alla pace finta dei vinci-tori. Arriva in Spagna passando dal Maroccodove gioca qualche torneo di calcio. Senza do-cumenti non ha la possibilita di emergere comevorrebbe. Allora decide di tornare al mittenteper diventare normale. Gli euro con cui viag-gia fanno sospettare le autorita algerine che lodetengono per tre anni in carcere nei pressi diOran. Un lontano parente gli manda i soldi peril ritorno che inciampa a Niamey con le consueteruberie di frontiera. David cerca un posto perstare tranquillo prima di tornare al paese che halasciato da otto anni.Gisele ha una carta d’identita falsa. E partitacinque anni fa dal Congo Brazza per raggiungerel’Europa con alcuni amici. Non ha mai superato

la barriera spinata di Melilla in Marocco. Nelsoggiorno a Fez diventa madre di Shekina. Lagloria di Dio che si porta dietro ha un anno emezzo. La carta d’identita che le permette diviaggiare e di un’altra persona chiamata Kadia-tou. Nome autentico e solo cambia la foto for-mato tessera. Gisele si chiama adesso Kadiatouper passare le frontiere e tornare a casa quandopossibile. Dorme alla stazione e nessuno credeai dollari americani che esibisce per il cambio.Parte il giorno dopo con Shekina e il suo nomedi riserva.Daniel arrriva da Congo Town di Monrovia. ICongo sono i figli degli schiavi che hanno decisodi tornare in Africa. Come per la Sierra Leonecosı per la Liberia. Porzioni di terra d’Africacomprate dai padroni per fare pratica di liber-ta sugli altri. Neri che colonizzano neri primaschiavi dei bianchi. Il razzismo sostituisce laschiavitu perche non sia mai la societa di uguali.Daniel lavora per qualche anno come muratorea Bengasi in Libia. La guerra lo nasconde perqualche anno nei campi di detenzione. Si co-struisce una nuova identita come barbiere e conquesto mestiere si paga il viaggio da Agadez finoa Niamey. Viaggia con un certificato di smarri-mento dei suoi documenti.Prince non ha piu di vent’anni. E esportato inNigeria durante la guerra mondiale di Monrovia.Un paio d’anni con un pastore protestante sonosufficienti per spingerlo al viaggio. Deeper Life,la vita profonda si chiama la chiesa che lo ospita.Per cercarla passa varie frontiere senza passa-porto fino a Tamarrasset. In Algeria l’espulsionelo sorprende nel tentativo di raggiungere quelloche non trova. Da tre settimane a Niamey cercadi sorprendere la vita per tornare dopo dieci annial paese. Era un bambino quando partiva e quasiun uomo quando torna. Della sua famiglia ri-mangono le foto firmate dietro senza data e senzanome. Le guerre cancellano la vita e disegnanocimiteri.Tony torna il giorno dopo per annunciare chesuo fratello gli paga il viaggio per andare in Iran.Prima di partire dice che passera a ritirare il suopassaporto.

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Poesiedi Giorgio Canepa

“TRAMONTO”

Rossastre lingue,infuocati bagliori risplendono all’orizzonte!

Il Sole e al tramonto,il suo giorno al termine e giunto.

Il Cielo, palcoscenico infinito,fa da sfondo alle bellezze del Creato.

Immagini di nuvole si susseguono,si allungano, restano immobili.

Lo sguardo e fisso su questo scenario,cerca di strappare ogni attimo di luce.

Il chiarore scema, svanisce,sorge la luna pallida e rispettosa.

Trascina con se miriadi di stelleperche le danzino attorno ed insiemesopra i nostri pensieri,sopra le nostre pene.

Ed io, come viandante attonitosono lı racchiuso in me stesso.

Una preghiera sgorga dal mio cuore,“Grazie di tutto questo,

o mio Signore!”

Pavia, 12/1/95

“IL TEMPO”

Tempo, fuggi via veloce,scorri, non fermarTi,va’ avanti a me.

Non ho paura che la giornata si dilegui.Non temo l’accorciarsi delle ore.

Solo Ti chiedo: “vai! vai!”,non fermnarTi mai, fa’ presto.

Devo tornare e non mi importa come,non mi importa quando.

Ho lascialo la mia casae ad essa voglio tornareperche la ho chi mi aspetta,la ho chi mi ama,la ho quanto di piu caro al mondo

possa desiderare.Non mi fai paura perche te ne vai.Lo so, cosı la mia strada svanisce piu in fretta.

Che importa!Quello che conta e che io sia con loro,quello che conta e che siamo ancora

per sempre: ... INSIEME!!

Pavia 12/1/95

In Redazione: Anna Maria Massa, Paolo Rum,Matteo Previtera, Paola Magillo, Giuseppe Porcu,Alessandro Terrile, Cinzia Nuziato, Federica Ter-minielloPreparazione Testi: Paola Magillo, GiuseppePorcu, Alessandro Terrile, Paolo RumImpaginazione Elettronica: Paola Magillo

Parrocchia di S.SiroVia S.Siro 3

Circolare interna stampata in proprio

Il Notiziario e su internet all’indirizzohttp://www.sansiroshalom.genova.it/NotiziarioSanSiro/

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