Numero 01 a.s. 2011/2012 - Scuola Secondaria 1° grado ... · Caro Iqbal, ho saputo della tua...
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Numero 01 - classe 1 sez. L a.s. 2011/2012
Sommario:
Iqbal Masih pag. 1
Iqbal Masih pag. 2
Iqbal Masih pag. 3
Bakhita pag. 4
The Invisible Children pag. 5
Bambini schiavi nel mondo pag. 6
English corner pag. 7
English corner pag. 8
English corner pag. 9
English corner pag.10
La speranza pag.11
Riflessioni pag.12
Era nato nel 1983 Iqbal
Masih e aveva quattro
anni quando suo padre
decise di venderlo come
schiavo a un fabbricante
di tappeti. Per 12 dolla-
ri. E' l'inizio di una
schiavitù senza fine: gli
interessi del "prestito"
ottenuto in cambio del
lavoro del bambino non
faranno che accrescere
il debito. Picchiato, sgri-
dato e incatenato al suo
telaio, Iqbal inizia a la-
vorare per più di dodici
ore al giorno.
Iqbal Masih
Ci ha ricordato molti
momenti tragici; però
eri un ragazzo con
tanta voglia di vivere
e per questo ti dedico
questa poesia.
Mani lavoratrici usano molta abilità,
non si fermano mai,
stessi movimenti, stesse speranze,
i loro corpi esausti sono costretti.
Altro che felicità ed emozioni:
disprezzo, rancore, odio,speranze senza vie,
neanche un minimo d’affetto,
solo attrezzi pesanti e sporchi.
Noi però ricordiamo:
on servono attrezzi pesanti ma
penne, matite, quaderni.
Per tutti i bambini del mondo!
Alessandro Alfieri
Ciao Iqbal
Come stai ? Tutto bene ?
Sai, provo molta ammirazione per il tuo coraggio:
hai fatto tanto per i tuoi coetanei schiavi. Se
fossi stato al tuo posto non avrei avuto la forza
per parlare; non ce l’avrei fatta senza i miei fra-
telli e soprattutto senza i miei genitori. Per me
non è stato giusto che tu sia diventato uno
schiavo, che ti abbiano sfruttato anche dopo
aver pagato il tuo debito.
Davide Pellegrino
Pagina 1
Caro IQBAL,
Purtroppo in tutto il
mondo ci sono ancora
parecchi bambini
schiavi. Noi non possia-
mo aiutarli tutti, ma se
uniamo le forze po-
tremmo almeno salvarne una parte. Spero che
tu sia d’ accordo con me e che voglia unirti a noi
per salvarli, perché essi soffrono la fame, la
sete, sono maltrattati fisicamente, non sanno
cos’ è l’ amore, la gioia e la felicità. Io prego
per loro ogni sera, affinché possono migliorare
la loro vita, ma loro possono migliorare noi stes-
si: sì, perché aiutandoli capiremo finalmente
cosa significa amare.
Sara Bruno
Giovedì 23 febbraio 2012 h. 16:24
Ciao Iqbal,
sono Miriam, ho 11 anni e vivo a Cava de Tirreni
in provincia di Salerno.
Io fino a qualche mesetto fa non ero a cono-
scenza dei bambini schiavi, ma con i nostri pro-
fessori abbiamo approfondito l’ argomento. Ed
ora eccomi qui che ti scrivo per saperne di più,
e per ringraziarti per tutto quello che hai fatto
per i bambini come te, per aver rivelato al Mon-
do l’esistenza dei bambini schiavi.
Perché a volte dire la verità è difficile, soprat-
tutto per noi bambini perché abbiamo paura che
qualcuno potrebbe rimproverarci.
Io vorrei aiutarti a far finire questo incubo.
Perché i bambini che sono schiavi di persone
crudeli a volte non riescono a diventare grandi
e, quando ci riescono, non possono mai dimenti-
care le torture subite.
Spero che queste persone si rendano conto di
ciò che stanno facendo a questi piccoli angeli
innocenti come TE. DA MIRIAM PER IQBAL
Caro Iqbal,
il mio professore di religione ci ha raccontato la
tua storia. Io sono rimasto molto colpito, perché
hai dimostrato molto coraggio, non ti sei fatto
comprare dalla mafia, ma hai deciso di lottare per
te e per tutti gli altri bambini. Hai dato la tua vita,
ma hai dato anche la speranza a tanti. Anche nel
mio paese ci sono bambini schiavi della camorra,
che hanno perso la loro infanzia.
Mi auguro che la tua storia possa essere un esem-
pio per tanti. Ti rispetto molto e ti auguro di esse-
re ora in un posto dove tu possa giocare ed essere
un bambino.
Alessio Adinolfi
Caro Iqbal,
dopo aver ascoltato la tua storia, sono rimasta col-
pita dal tuo grande coraggio perchè ti sei ribellato
alla mafia che ti teneva prigionero. Hai raccontato
la tua storia e quella di tanti altri bambini vittime
dello sfruttamento, sognando di poter cambiare il
tuo destino.
Auguro che il tuo sogno di diventare un avvocato
dei bambini possa essere realizzato da tanti tuoi
coetanei, vittime di persone crudeli.
Martina Diaferio
Ciao Iqbal
Sono un ragazzo di 12 anni, vivo a Cava de’Tirreni.
Io ho avuto il piacere di conoscerti e di conoscere
la tua storia. So che sei stato imprigionato dai
tuoi stessi genitori per un debito di poche monete.
Apprezzo moltissimo il tuo coraggio di rifiutare
denaro. Hai dato voce a quei milioni di bambini e
schiavizzati e tenuti in un posto oscuro, dove il
sole non arriva, mai puniti e picchiati. Per me tu
dovresti essere un vero idolo per i ragazzi. Che
tutti abbiano il tuo coraggio di sorridere!
Ciao Iqbal
Claudio Di Marino Pagina 2
Caro Iqbal,
ho saputo della tua storia attraverso un film.
Sinceramente a me è dispiaciuto molto vedere te
e i tuoi amici lavorare per quegli uomini.
Vedervi al telaio, addirittu-
ra incatenati, senza mangia-
re né bere.
Ciò mi ha fatto stare molto
male, mai patito tanta sof-
ferenza e spesso per cerca-
re aiuto sei scappato, senza
timore delle conseguenze.
Infatti per punizione venivi
rinchiuso in un buco o lega-
to con i piedi e con le mani.
Tu non hai mai avuto paura! Sei andato sempre
avanti sempre rischiando! Sei stato molto corag-
gioso a denunciare la mafia dei tappeti, a denun-
ciare tutto quello che ti hanno fatto.
Avevi un bel sogno da realizzare, ma purtroppo,
quando denunci queste brutte azioni, rischi gros-
so e si mettono tutti contro di te. Per questo è
pericoloso! Ti prometto che da grande farò qual-
cosa per aiutare questi bambini schiavi, come lo
sei stato tu!!
Ora posso solo pregare il Signore, affinchè aiuti
quelli che soffrono e subiscono violenze proprio
come è successo a te!!
Carmen Pisapia
Caro Iqbal,
ho visto un film a scuola che mi ha fatto capire la
condizione di schiavitù che tu hai passato quando
eri bambino, ed è veramente una cosa vergogno-
sa.
Oggi purtroppo esistono ancora casi di schiavitù
nel mondo, anche se il lavoro minorile è vietato.
È così che mi accorgo che sono un bambino fortu-
nato perché ho potuto studiare e giocare come
altri bambini.
Spero che tutte le persone che maltrattano i
bambini vengono punite perché non è giusto che a
un bambino venga tolta la possibilità di giocare e
studiare .
Andrea Trapanese
Caro Iqbal,
io sono Francesca, una bambina di 11 anni e fre-
quento la prima media. Il professore di religione
ci ha raccontato la tua storia che è molto triste.
Non so come hai trovato il coraggio di ribellarti
e di raccontare la tua storia al mondo intero. Io
al posto tuo non ce l’avrei fatta, solo perché non
avrei avuto il tuo stesso coraggio. Sei stato il
nostro piccolo eroe perché ancor oggi molta
gente crede che la vita è fatta solo di bei mo-
menti e non sa che esiste lo sfruttamento mino-
rile, non solo fisico ma anche mentale. È imper-
donabile pensare che esista ancora oggi questo
fenomeno, dove i diritti umani vengono comple-
tamente violati, io solo al pensiero di stare al
posto di altri bambini che sono stati schiavizza-
ti, mi sento male e nello stesso momento molto
fortunata.
Ciao EROE!!
Francesca Bisogno
Pagina 3
Secondo me il film di Ba-
khita che ho visto con la
mia classe e con la profes-
soressa Annaruma mi ha
fatto capire come tratta-
no i bambini schiavi. Que-
sto film è stato commovente e triste, commovente
perché quando era piccola ha visto con i suoi occhi
la morte della mamma ed inoltre lei era come un
giocattolo che veniva barattato. Bakhita veniva
frustata se il suo lavoro non era buono, lei ha sal-
vato molte persone ma è stata sempre trattata
male perché la consideravano un demonio. Ha sal-
vato Andrea quando si voleva suicidare, ha salvato
la piccola bambina e alla fine ha salvato Giovanna
che voleva uccidere il suo bambino che stava par-
torendo. La parte più bella per me è stato quando:
Bakhita era stata frustata dal suo padrone allora
la figlia le è andata vicino e le ha detto che era
tutta colpa sua, ma Bakhita le ha risposto che non
era così perché in fondo lei era una schiava, la fi-
glia del padron e le risponde che per lei era un’
amica. Alla fine ho visto che Giovanna ha partorito
una bella bambina ed è andata in Germania da An-
drea, il padre di Eleonora alla fine ha lasciato an-
dare via Bakhita e lei ha seguito la strada di Dio
ed è diventata suora .
Davide Pellegrino
Il film che abbiamo visto in classe parla di una
bambina africana, “comprata come schiava da una
ricca famiglia del suo villaggio, che la chiamò Ba-
khita “ cioè la fortunata . In seguito passò a servi-
zio di un’ altra famiglia italiana, il cui padrone ave-
va una bambina di nome Aurora. Bakhita veniva vi-
sta come creatura proveniente da un altro pianeta.
Un giorno venne frustata perché aveva lasciata
solo Aurora, ma la bambina le era molto affeziona-
ta e soffri molto. Bakhita si rifugiò da Padre An-
tonio che la accolse sotto la sua protezione nel
frattempo dilagò un’epidemia di vaiolo e il suo pa-
drone andò a Venezia. Qui si rese conto di aver
maltrattato Bakhita e decise di rimandarla nel suo
villaggio in Africa. Ma Bakhita volle restare in Ita-
lia perché aveva una forte vocazione religiosa .
Matteo Rispoli-Ontonio Orlando
Commento sul film
Bakhita
Bakhita è una bambina speciale, sempre giosa e
sorridente, che diventerà una schiava . è stato
un film bellissimo, ho imparato tante cose. Ba-
khita è andata in Italia e ha aiutato tanta gente
anche li. saprà sarà ridere e giocare, ha lottato
anche contro la malattia che ha colpito il paese,
il vaiolo. Quando andò a Venezia si battezzò e
volle diventare anche suora.
Claudio Di Marino
Io e la mia classe abbiamo visto il film di
“Bakhita” di “Iqbal” e “All the invisible children”.
Il film che mi è piaciuto di più e che mi ha col-
pito in particolare è stato il film di “Bakhita”.
Questo film parla di una bambina africana che
perse la madre e il padre, rimanendo sola e in-
difesa. Questa bambina viene fatta schiava. Da
adulta viene comprata da un signore, che la porta
con sé. La figlia di questo signore si affeziona a
Bakhita. E’ un film che all’ inizio mi ha rattrista-
to molto, ma per fortuna alla fine la ragazza non
è più schiava e diventa suora.
Giuseppe Siani
Io e la mia classe abbiamo
visto il film di “Bakhita” , il
quale mi è piaciuto molto.
Questo film raccontava che
Bakhita era molto felice con
la sua mamma la sua sorellina, finchè non attac-
carono il loro villaggio. Bakhita
venne fatta schiava sin da piccola.
Venne maltrattata, imprigionata e
schiavizzata. Da adulta venne
comprata da un signore ricco. La
figlia di quest’ultimo si affezionò
molto a Bakhita. Questo film mi
ha fatto molto emozionare e rat-
tristare, per fortuna alla fine non è più schiava e
diviene suora.
Lucio Gigantino
Pagina 4
In questo pe-
riodo scola-
stico abbiamo
visto una se-
rie di film,
“All the invi-
sible chil-
dren”, che
trattava vari problemi dei minori e ho notato che
ci sono molti bambini sfruttati.
I bambini-soldato vengono utilizzati per combat-
tere al posto degli adulti, spesso fumano, si dro-
gano per vincere la paura e così perdono la loro
infanzia in guerra.
Altri bambini per guadagnarsi il cibo vanno a ru-
bare, altri fanno fotografie alle scene di guerra,
mettendo a rischio la propria vita.
Molti ragazzi, invece di frequentare la scuola
vengono sfruttati per lavoro al posto degli adulti
e si accontentano anche di poche monete.
Alessandro Giordano
In quest’ ultimo periodo scolastico abbiamo visto
molti film che trattavano gravi problemi dell’ in-
fanzia.
Il film “All the invisible children” faceva vedere
le condizioni di vita dei bambini. In un secondo
film si parlava dei bambini che per vivere dove-
vano fare le fotografie alla guerra. Un film
aveva come protagonisti bambini malati con i
genitori che si drogavano, un altro ragazzi di Na-
poli che per vivere dovevano fare degli scippi a
persone vecchie. E’ molto triste pensare che que-
ste immagini non siano proprio tutta finzione, ma
rispecchiano realtà esistenti in molti Paesi. Vittorio D’ Amico
Un cortometraggio era sui bambini-soldato, che a
causa della
povertà e
della guerra
v e n g o n o
cacciati dal
proprio vil-
laggio e ad-
destrati a
combattere.
In un altro cortometraggio si vedevano scene di
droga, in cui le famiglie si drogavano e la figlia
ha una malattia chiamata A.I.D.S e per questo
viene isolata. In un film si vedono scene in cui i
bambini vivono per strada e raccolgono oggetti
per rivenderli e poter mangiare, scene in cui i
bambini rubano, mettendo a rischio la propria vi-
ta.
Davide Cicco
Questi film sono stati ab-
bastanza violenti, crudi,
ma credo che sia stato
necessario per far apri-
re gli occhi a tutti noi, su
come i bambini vengono
distrutti mentalmente e
anche fisicamente per colpa degli adulti.
Alessio Adinolfi
Pagina 5
Oggi i bambini schiavi sono tan-
tissimi al mondo. Alcuni non vengono registrati
alla nascita,altri invece sono vittime dello
sfruttamento “SESSUALE”. 110 milioni non van-
no a scuola, invece 5 milioni sotto i 5 anni so-
pravvivono con meno di un dollaro al giorno.
Molti sono costretti a: lavorare in mezzo a una
strada o a vendere rose.
Invece altre sono costrette a prostituirsi in
mezzo alle strade. Questa è l’orrenda storia di
molti bambini e adulti innocenti. Ma il destino
non è scritto su un pezzo di carta, succede e
basta non si decide. Noi potremmo aiutare que-
ste persone solo con un sorriso. Perché i soldi
non fanno la felicità. Perché i buoni vincono
sempre.
Miriam e Antonio
I BAMBINI SCHIAVI NEL MONDO
I BAMBINI SCHIAVI NEL MONDO SONO IN-
FINITI DI TUTTE LE NAZIONI.
PURTROPPO NON E’ POSSIBILE SALVARLI
TUTTI MA SE UNIAMO LE NOSTRE
FORZE POTREMMO SALVARNE ALMENO LA
META’. QUESTI BAMBINI
SONO SFRUTTATI SIA MATERIALMENTE,
SIA SPIRITUALMENTE.
SCHIAVI
S COME SOLE
C COME CANZONE
H COME HABITAT
I COME INCUBO
A COME AMORE
V COME VOLARE
I COME INDEGNITA'
Sara e Matteo
Pagina 6
Looking up at the clouds
A children’s poem
about slavery
Dreams are not enough I sogni non sono sufficienti
In the beginning All’inizio
Children ran free i bambini correvano liberi
Playing games giocando
Dancing with flowers ballando con i fiori
Looking up at the clauds guardando le nuvole
And making dreams. E sognando.
Alessandro Alfieri
In the beginning
Children ran free
Playing games
Dancing with flowers
And making dreams
Pagina 7
It is a land
not so very far away
a neighborhood
like yours
where the children
look just
like you and me.
E’ una terra
non molto lontana
un vicinato
come il vostro
dove I bambini
sono proprio
Come voi e me.
Martina Diaferio
The people Le persone
are kind sono gentili
but the village ma il villaggio
is sad è triste
caught up intrappolato
in an unfair world in un mondo ingiusto
full of greed pieno di avidità
and war. e guerra.
A world where Un mondo dove
evil still lives il male vive ancora
and men e gli uomini
make plans fanno progetti
to hurt the people per ferire le persone
And the village. e il villaggio.
Matteo Rispoli
They smile
and make funny faces
to each other
happy
Sorridono
e si fanno
delle smorfie divertenti
felici
sentendosi al sicuro
e amati.
Sara Bruno
And the worst E la cosa peggiore
of these plans di questi progetti
is slavery è la schiavitù
where men dove gli uomini
women le donne
and even children e perfino i bambini
are owned sono posseduti
like animals come animali
and have no rights e non hanno
of their own. propri diritti.
Davide Pellegrino
Alessandro Giordano
And so the slave traders
came capturing
the peoples
of the village
hurting the men
stealing mothers
and children
taking their lives
and chaining them
into slavery.
Davide Cicco
They are sent
to camps and facto-
ries
cities and countries
all over the world
children no longer
with their mothers
forced to work
and hunger
they no longer
run free
Carmen Pisapia
Vengono mandati
nei campi e nelle fabbri-
che
nelle città e nelle campa-
gne
di tutto il mondo
i bambini non più
con le loro madri
obbligati a lavorare
e a soffrire la fame
non corrono più liberi.
Pagina 8
E così I commercianti di
schiavi
Sono venuti a catturare
le persone
del villaggio
a ferire gli uomini
a rubare le madri
e i bambini
a prendere le loro vite
e a incatenarli
nella schiavitù.
Hi, I'm Alessio, what's your
Jamail: my name is Jamail I'm 12 and I'm from Senegal.
A.: what's your mobile phone number?
J.: I haven't got a mobile phone! A.:what's your e-mail address?
J.: I haven't got a
Computer!
A.: what's your favourite food?
J.: every food is OK for me! A.: I'm sorry for you Jamail.
Alessio Adinolfi IL
Pagina 9
The children are sad
and cry out – alone
as slavers
steal their lives
and destroy villages
but they cannot
steal dreams
and in their
dreams
the children
always run free.
But dreams
are not enough
for children
I bambini sono tristi
e piangono - soli
mentre gli schiavisti
rubano le loro vite
e distruggono i villaggi
ma non possono
rubare i loro sogni
e nei loro sogni
I bambini
corrono sempre liberi.
Ma i sogni
non sono sufficienti
per i bambini
piccoli o grandi.
Alessio Adinolfi
Through teary eyes
A chid remembers
what it was like
to run free
a shackled
moves out
the darkness
reaching for
freedom
voices echo
END SLAVERY NOW!
Claudio Di Marino
Con gli occhi
pieni di lacrime
un bambino
ricorda
come era
correre libero
una mano
incatenata
sposta
il buio
cercando di
afferrare
la libertà
voci riecheggiano
PONETE FINE ALLA
SCHIAVITU’ ORA!
THEY HAVE SUFFERING
THEY HAVE EXPLOITATION
THEY HAVE PAIN
THEY HAVE WAR
THEY HAVE HUNGER
EMANUEL DEL GATTO 1 L
WE HAVE WATER
WE HAVE FOOD EVERY DAY
WE HAVE DRESSES
WE HAVE ELECTRICITY
WE HAVE GAMES
WE HAVE A HOME
WE HAVE FREEDOM
WE HAVE A SCHOOL
WE HAVE MEDICINE
Pagina 10
Arcobaleno, segno di pace, ma
molti bambini non vedono la luce
ci sono alcuni che lavorano nelle
miniere e la loro vita è peggio che
nelle galere! Matteo Rispoli Antonio Orlando
L’arcobaleno è bello e gioioso ma ci
sono bambini con un futuro penoso
incatenati, che vedono solo il bianco e
il nero! Aiutiamo questi bambini
schiavizzati a vedere questi colori
freschi e colorasti! Mentre noi guardiamo gioiosi
questo arcobaleno nel cielo,
alcuni di loro lavorano e spera-
no di vederrne uno che illumi-
ni la loro vita.
Francesco Apostolico
Noi guardiamo l’arcobaleno
con stupore e i suoi colori ci
ricordano l’ amore ma più
lontano, in molti altrie regioni,
ci sono guerre, e son tra le peg-
giori!
Emanuel Del Gatto
L’arcobaleno esprime speranza,
gioia, ma non ci sarà mai felicità
finchè un solo bambino soffrirà. Davide Cicco
Noi, che sogniamo sempre e sappiamo
che dopo ogni pioggia ci sarà un arco-
baleno, pensiamo soprattutto ai bam-
bini rinchiusi nelle fabbriche, che non
vedono neanche la luce del sole!
Eppure, riescono
a sorridere
sempre!
Carmen Pisapia
Noi, che sogniamo sempre e sappiamo
che dopo ogni pioggia ci sarà un arcoba-
leno, pensiamo soprattutto ai bambini
rinchiusi nelle fabbriche, che non vedo-
no neanche la luce del sole!
Eppure, riescono a sorridere sempre!
Carmen Pisapia
Pagina 11
Thomas Lubanga, accusato di
aver costretto alla guerra ra-
gazzini sotto i 15 anni durante
il conflitto inter-etnico nella regione Ituri, nella
Repubblica Democratica del Congo .
Maggio 1944 soldato cinese
di solo 10 anni
Con questo progetto abbiamo conosciuto tutte
le cattiverie che l’uomo fa ricadere sugli esseri
più piccoli della sua specie e abbiamo cercato di
dare voce ai “bambini invisibili”che ancora oggi,
in ogni parte del mondo, subiscono ogni genere
di maltrattamenti e non vengono ascoltati da
nessuno. Forse, facendo conoscere i loro proble-
mi, abbiamo contribuito anche noi ad aiutarli.
Per questo non ci fermeremo qui e continueremo
ad occuparci di loro anche in futuro.
Ci sono bambini non amati
Sempre sfruttati
E maltrattati
Aiutiamo questi piccoli soldati.
Guardate questo mondo senza religione…
bambini venuti al mondo solo per una ragione
ai militari della guerra pagano il mese,
e i bambini di questo ne pagano le spese.
Dai dieci anni e meno diventano soldati,
resistono al dolore perché vengono drogati…
anche le bambine entrano nelle forze armate,
e poi dai militari vengono stuprate!
Esposti completamente ai pericoli della battaglia
vengono puniti severamente se uno sbaglia.
il kalasnikof è il loro mezzo di sostentamento,
vengono ricompensati se stendono un uomo al pavimento.
Non chiedono paghe questi piccoli soldati,
si controllano meglio quando sono arruolati,
affrontano il pericolo con molta incoscienza,
attraversano i campi minati senza alcuna prudenza.
Non hanno con loro carte d’identità,
così non possono definire la loro vera età,
per rimpiazzare le perdite vanno contro alla legge,
inseriscono queste nuove reclute nell’armato gregge.
Francesca Bisogno Alessio Adinolfi
Vorremmo chiudere il nostro giornalino con un mes-
saggio di speranza per i “bambini invisibili”, che ci
arriva dalle recenti cronache. E’ una notizia che ci
piacerebbe leggere ogni giorno e che potremmo
considerare come l’inizio di una serie di azioni che
non si esauriranno mai e che porteranno alla libera-
zione di tanti piccoli angeli schiavi degli adulti.
Congo, condannato un criminale
Reclutava bambini-soldato
La Corte Penale Internazionale dell'Aia ha emesso
la sentenza, la prima a 10 anni dalla sua nascita, che
si riferisce a questo genere di reati. Si tratta di Pagina 12
Adinolfi Alessio, Alfieri Alessandro,
Apostolico Francesco, Bertone Claudio
Bisogno Francesca, Bruno Sara, Cicco Davide
D'Amico Vittorio, Del Gatto Emanuel
Di Marino Claudio, Diaferio Martina
Gigantino Lucio, Giordano Alessandro
Leone Giovanni, Nigro Sofia, Orlando Antonio
Pellegrino Davide, Pisapia Carmen
Rispoli Matteo, Siani Giuseppe
Trapanese Andrea, Zolli Miriam.
In questo lavoro gli alunni sono stati guidati dai
seguenti docenti:
Prof.ssa C lara Annarumma
Prof.ssa Annamaria Maddalo
Prof. C laudio R ispo l i
Prof.ssa El iana Tarant ino