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Ora che anche i ponteggi all’interno e all’esterno della Basilica, il segno più visibile di un restauro in corso, sono stati smontati e quello che da auspicio era diventato col passare dei mesi e il procedere dei lavori prima speranza, poi ragionevole certezza, è ora puro e semplice conto alla rovescia, da qui al 28 Novembre prossimo, mi siano concesse alcune considerazioni più generali. Non certo sui risultati del restauro di cui si danno in questo Quaderno gli ultimi, definitivi avanzamen- ti, né su operazioni ritenute fino a pochi giorni fa impossibili o comunque lontane nel tempo quale la ricollocazione dei Santi Rufino e Vittorino restaurati nella volta da cui due anni fa erano caduti in fran- tumi: tocca ad altri darne una valutazione. Ma sulle modalità di organizzazione del lavoro, che ha saputo contemperare esigenze di rapidità deci- sionale con la osservanza sostanziale delle vigenti procedure tecnico-amministrative grazie ad una for- mula inedita di direzione gestionale il cui merito va al Ministro in carica al momento del terremoto, e che ha visto investiti della medesima responsabilità decisionale funzionari e tecnici del Ministero, pri- vati professionisti, l’Ente proprietario, mentre nel momento della realizzazione operativa ognuno dei componenti procedeva nell’ambito delle proprie competenze e responsabilità istituzionali: allo scriven- te nella veste di Commissario delegato e Direttore Generale la promozione ed il controllo degli atti, ai due uffici del Ministero coinvolti nell’operazione la ddl rispettivamente del restauro architettonico (SBAAAS) e dei dipinti murali, sia in situ che in frammenti (ICR). Non è questo il luogo per una valutazione approfondita di tale esperienza ma almeno due punti richie- dono di essere evidenziati: il lavoro di ricerca, sperimentazione, progettazione e messa in opera degli interventi è stato condotto in maniera realmente interdisciplinare (ciò che è stato reso possibile dalla presenza di veri specialisti all’interno e all’esterno della Commissione): ognuna delle componenti ha svolto correttamente il proprio ruolo, e soprattutto l’istanza pubblica ha dimostrato di sapere assolvere compiutamente al proprio compito di direzione e coordinamento, anche in relazione alla delimitazio- ne di campo fra l’ufficio periferico di tutela e il massimo organo nazionale specialistico nel corpo del restauro. Del resto quello contenuto in questo 8° Quaderno non vuole né potrebbe essere un commiato: un lavoro così imponente, complesso, e articolato, con in più significative innovazioni metodologiche e tecnologiche, non può certo essere ritenuto documentato dalle 200 paginette dei Quaderni né dalle pur numerosissime occasioni di informazione, spesso ad alto livello culturale. È pertanto impegno del Ministero quello di pubblicare entro il prossimo 2000 un resoconto scientifico di tutto il lavoro effettua- to non solo sulla Basilica ma sull’intero complesso conventuale. Inoltre, saranno pubblicati periodici resoconti dell’attività svolta nel cantiere dei dipinti in frammenti, a continuazione della serie iniziata lo scorso anno con l’allegato al Quaderno n° 4 “Il Cantiere dell’Utopia”: il prossimo, allegato al presente Quaderno, avrà per titolo “Dall’Utopia alla realtà”. Mario Serio Commissario delegato per i Beni Culturali nelle regioni Umbria e Marche 1

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Ora che anche i ponteggi all’interno e all’esterno della Basilica, il segno più visibile di un restauro incorso, sono stati smontati e quello che da auspicio era diventato col passare dei mesi e il procedere deilavori prima speranza, poi ragionevole certezza, è ora puro e semplice conto alla rovescia, da qui al 28Novembre prossimo, mi siano concesse alcune considerazioni più generali.Non certo sui risultati del restauro di cui si danno in questo Quaderno gli ultimi, definitivi avanzamen-ti, né su operazioni ritenute fino a pochi giorni fa impossibili o comunque lontane nel tempo quale laricollocazione dei Santi Rufino e Vittorino restaurati nella volta da cui due anni fa erano caduti in fran-tumi: tocca ad altri darne una valutazione.Ma sulle modalità di organizzazione del lavoro, che ha saputo contemperare esigenze di rapidità deci-sionale con la osservanza sostanziale delle vigenti procedure tecnico-amministrative grazie ad una for-mula inedita di direzione gestionale il cui merito va al Ministro in carica al momento del terremoto, eche ha visto investiti della medesima responsabilità decisionale funzionari e tecnici del Ministero, pri-vati professionisti, l’Ente proprietario, mentre nel momento della realizzazione operativa ognuno deicomponenti procedeva nell’ambito delle proprie competenze e responsabilità istituzionali: allo scriven-te nella veste di Commissario delegato e Direttore Generale la promozione ed il controllo degli atti, ai dueuffici del Ministero coinvolti nell’operazione la ddl rispettivamente del restauro architettonico (SBAAAS)e dei dipinti murali, sia in situ che in frammenti (ICR).Non è questo il luogo per una valutazione approfondita di tale esperienza ma almeno due punti richie-dono di essere evidenziati: il lavoro di ricerca, sperimentazione, progettazione e messa in opera degliinterventi è stato condotto in maniera realmente interdisciplinare (ciò che è stato reso possibile dallapresenza di veri specialisti all’interno e all’esterno della Commissione): ognuna delle componenti hasvolto correttamente il proprio ruolo, e soprattutto l’istanza pubblica ha dimostrato di sapere assolverecompiutamente al proprio compito di direzione e coordinamento, anche in relazione alla delimitazio-ne di campo fra l’ufficio periferico di tutela e il massimo organo nazionale specialistico nel corpo delrestauro. Del resto quello contenuto in questo 8° Quaderno non vuole né potrebbe essere un commiato:un lavoro così imponente, complesso, e articolato, con in più significative innovazioni metodologiche etecnologiche, non può certo essere ritenuto documentato dalle 200 paginette dei Quaderni né dalle purnumerosissime occasioni di informazione, spesso ad alto livello culturale. È pertanto impegno delMinistero quello di pubblicare entro il prossimo 2000 un resoconto scientifico di tutto il lavoro effettua-to non solo sulla Basilica ma sull’intero complesso conventuale.Inoltre, saranno pubblicati periodici resoconti dell’attività svolta nel cantiere dei dipinti in frammenti,a continuazione della serie iniziata lo scorso anno con l’allegato al Quaderno n° 4 “Il Cantieredell’Utopia”: il prossimo, allegato al presente Quaderno, avrà per titolo “Dall’Utopia alla realtà”.

Mario SerioCommissario delegato per i Beni Culturali

nelle regioni Umbria e Marche

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Questo libretto è l’ultimo di una serie che ha scandito il lavoro di due anni. È la prima volta- -credo -che un grande restauro viene documentato (ma meglio sarebbe dire testimoniato) nel suo farsi. Ottopubblicazioni per raccontare di una marcia difficile e tuttavia appassionante verso il risultato; che èquello di oggi, 28 novembre 1999.All’inizio c’era la percezione dell’immane disastro e c’era la scommessa temeraria: da qui a due anni labasilica superiore di Assisi verrà restituita alla devozione dei cristiani e all’affetto del mondo.Poi, via via che si assestavano i cantieri, che i progetti prendevano forma, che si raccoglievano le risorsenecessarie (quelle tecnico scientifiche e quelle finanziarie) i nostri quaderni di Assisi, hanno parlato diobiettivi raggiunti, di problemi risolti, di scadenze ancora da realizzare.Più che documentare un restauro, lo abbiamo raccontato in corso d’opera, di volta in volta orgogliosi delrisultato parziale messo a segno e al tempo stesso preoccupati del prossimo necessario raggiungimento.Chi vorrà considerare tutti insieme gli otto fascicoli, non potrà non accorgersi che essi sono il resocontodi una grande impresa che è costata oltre 28 miliardi ed ha coinvolto centinaia di specialisti ma sono,allo stesso tempo, la storia di una avventura bella ed emozionante come poche.Spero che presto verranno pubblicati i verbali che registrano le riunioni della Commissione responsabi-le del progetto di restauro e della direzione dei cantieri. Io che ho avuto il privilegio di coordinare laCommissione, considero quelle pagine (alcune centinaia per almeno 50 riunioni in due anni) un docu-mento straordinario. Straordinario dal punto di vista tecnico scientifico non meno che da quello umano.Da quei verbali si capisce come è stato difficile ma anche entusiasmante e fruttuoso lavorare insieme,mettendo a confronto saperi e specialismi ma anche caratteri e temperamenti diversi, fra inevitabilicontrasti, aggiustamenti progettuali e rettifiche in corso d’opera, momenti di scoraggiamento e recuperidi ottimismo. Sempre con la paura di sbagliare, di non arrivare in tempo, di non riuscire a piegare lelogiche della burocrazia amministrativa e contabile alle necessità e alle urgenze dei cantieri.Tutto quello che c’è dietro il risultato di oggi (scelte difficili ed assunzioni di responsabilità, decisioni tec-niche ed amministrative ardue ed insolite, ma anche umane paure ed umane emozioni) è presente neiverbali della nostra Commissione.Pubblicarli vorrà dire rendere testimonianza a una stagione della nostra vita di cui possiamo esserelegittimamente orgogliosi.

Antonio Paolucci

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LA RIAPERTURAC. Centroni

Con la riapertura al pubblico della chiesa superiore diSan Francesco, si ritiene far conoscere alcuni datisommari sui lavori, sullo svolgimento e problematichead essi legate.L’operazione di messa in sicurezza del grande com-plesso architettonico del Sacro Convento di S.Francesco di Assisi comprendente oltre la basilica l’in-sieme degli edifici dissestati, è durata dal settembre‘97, sino alla primavera inoltrata del 1998. Da quelperiodo è iniziata l’opera di ricostruzione che haimpegnato un arco di tempo di circa diciotto mesi sinoall’ottobre ‘99, secondo un cronoprogramma di lavoriconcordati nella Commissione appositamente costi-tuita a seguito del sisma che ha colpito l’Umbria e leMarche nel settembre del 1997. Dopo l’emergenza sisono sviluppati una serie di cantieri della ricostruzio-ne che hanno trovato una evoluzione autonoma aseconda dell’impegno finanziario di provenienza.Da una parte la Comunità religiosa sta portando acompimento, con fondi giubilari, il restauro e il conso-lidamento dei vari corpi di fabbrica del Sacro Convento,parallelamente al consolidamento e alla pavimentazio-ne della piazza inferiore di San Francesco. Dall’altra il Ministero per i Beni e le Attività Culturaliha finanziato altri importanti cantieri, quali: 1) Il cantiere generale costituito da una serie di sotto-cantieri per il restauro, consolidamento e migliora-mento sismico del campanile romanico, del Chiostrodei Morti, le coperture, i timpani nord e sud del tran-setto, il consolidamento delle volte rimaste e la rico-struzione di quelle crollate ed infine il sistema di ner-

vature di sicurezza sopra le volte; i lavori sono statidiretti dal sottoscritto; 2) Il cantiere di restauro del Chiostro di Sisto IV, finan-ziato con legge 8°/°°, diretto dall’arch. G. Aprato,dell’Ufficio Centrale del nostro Ministero; 3) Il cantiere di recupero dei frammenti di affrescodelle volte crollate e la revisione di tutto l’apparatodecorativo all’interno della basilica, coordinato dalProf. G. Basile, dell’Istituto Centrale per il Restauro.I primi due lavori sono stati condotti direttamentedalla Soprintendenza per i Beni A.A.A. e S. dell’Umbriacon la insostituibile collaborazione di Raoul Paggetta.Per dare una dimensione concreta al cantiere dellabasilica occorre fornire alcune indicazioni e misuredelle lavorazioni eseguite.La mano d’opera impiegata è risultata circa 80 perso-ne di media al giorno, per 16 mesi lavorativi pari acirca 40.000 giornate di lavoro di operai altamentespecializzati con poca manovalanza generica.

1) Ponteggi interno Basilica

Tubi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ml. 54.000

Giunti. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 39.000

Piani di calpestio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . mq. 4.000

2) Ponteggi esterni compreso chiesa, campanile e chiostro dei MortiTubi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ml. 48.000

Giunti. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 32.000

3) Laterizi occorrenti per la ricostruzione delle volte realizzati appositamente dalla fornace CLARICI . . . . . . . . . . . . . . . mq. 180

Mattoni rettangolari 28x12,5x5,5 per ricostruzione unghie delle volte . . . . . n. 25.250

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Pezzi speciali per arconi di forma trapezoidale 32,5x23x7 per arcone zona di ingresso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 150

Pezzi speciali per arcone sopra altare forma ottagonale da 32x21x7 . . . . . . . . . . . n. 200

Mattone rettangolare grande da 34x21,5x7 per ricostruzione arcone zona ingresso e altare. . . . . . . . . . . n. 370

Mattoni trapezoidali di cm 43x17,5x7per ricostruzione arcone econtroarcone sopra l’altare earcone ingresso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 1.020

4) Acciaio inox per cerchiature e controcerchiature alla base degli archi Quattrocenteschi . . . . . . . . . . kg. 23.000

5) Acciaio inox per trave reticolare. . . . . . . . kg. 47.000

6) Acciaio per irrigidimento copertura . . . . kg. 34.000

7) Manto di copertura della Basilica e zone adiacenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . mq. 2.800

8) Opere in piombo per mantelline . . . . . . . kg. 9.000

9) Opere in rame per converse, mantelline in lamiera da 8/10minimo spessore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . kg. 2.500

10)Perforazioni per rigenerazione muraria e per ancoraggio piastre, per inserimenti tiranti ecc. . . . . . . . . . . . ml. 18.000

11)Tiranti in acciaio inox vari diametri per controventamenti pareti, arconi, bloccaggio arconi e cerchiature campanile . . . . . . . . . . . . . . kg. 13.000

12)Pulitura, stuccatura e protezione finale del parametro murario della Basilica, campanile

e chiostro dei morti . . . . . . . . . . . . . . . . . mq. 8.000

13)Barra tonda in fibra aramidica diam. Mm. 5,5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ml. 5.000

14)Barra tonda in fibra aramidica diam. Mm. 7,5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ml. 2.200

15)Piatto in fibra aramidica mm 40x7 . . . . . ml. 4.250

16)Piatta in VTR da mm 40x9 . . . . . . . . . . . . ml. 7.500

17)Compensato marino di mogano da 4-8-12 cm di larghezza, spessore mm 10 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ml. 11.000

18)Tessuto multiassiale in fibra aramidica 230 grammi bilanciato, tagliato in strisce medie da 40 cm di larghezza . . . . . . . . . . . . . . . . ml. 3.960

19)Tessuto multiassiale in fibra aramidica 360 grammi differenziato in strisce di larghezza media 50 cm . . . . ml. 8.520

20)Flange in acciaio inox ogni testa per bloccaggio barra armidica. . . . . . . . . . n. 16.000

Pertanto al termine di così gravoso lavoro che ha vistoimpegnate molte unità del personale dellaSoprintendenza, soprattutto nella fase iniziale piùdelicata, sento il dovere di ringraziare vivamente per ilgrado di partecipazione e senso di responsabilitàFrancesca Cristoferi, Raoul Paggetta, Paola Passala-cqua, Massimo Achilli, Francesco Gervasi, GianluigiBatocchioni e inoltre Anna Paola Trilli in rappresen-tanza di tutto l’Ufficio Amministrativo per il delicatocompito di aver ottemperato agli atti formali necessa-ri per il regolare svolgimento dei lavori.Si ringrazia la Comunità religiosa dei frati nella perso-

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na di P. Giulio Berrettoni, Custode del Sacro Convento,per la disponibilità e per l’assistenza in ogni occasionedimostrata.Si ringraziano i Proff. Paolo Rocchi e Giorgio Croci,dell’Università “La Sapienza” di Roma, con la collabo-razione degli Ingg. G. Carluccio e A. Viskovic, per laredazione del progetto di intervento e per la collabora-zione alla D.L.; l’Ing. Roberto Vari per il coordinamen-to alla sicurezza dei vari cantieri; i Proff. G. Carbonarae C. Bozzoni, con la collaborazione di Simona Salvo eCarmelo Gulli, per la ricerca strutturale e stilistica, leanalisi delle murature e dei dati di archivio dellacostruzione delle due basiliche; la Dott.ssa AnnaSereni per l’assistenza agli scavi.

Ringrazio in maniera particolare tutte le maestranzeed i titolari delle principali imprese: Lunghi, Pelucca,Tecnireco e Gerso, riunite in A.T.I., la Ditta SACEN(nervature di rinforzo); la Soc. FO.A,RT. per i rilievi fo-togrammetrici, la ditta Dalmine per i ponteggi tubola-ri, la ditta Tecnocontrolli (monitoraggio), la ditta Um-bra Control (sicurezza cantiere) che tutte hannopartecipato alla realizzazione del grande cantiere conraro senso di responsabilità.Con la prossima riapertura della basilica superiore diSan Francesco, dopo più di due anni di lavoro e di sa-crifici, si ripensano a tutti i problemi che si sono dovu-ti affrontare. Si ripensa soprattutto al qual tragicoevento del 26 settembre 1997, quando in un attimovenne sconvolta la vita di quattro famiglie, con la per-dita di due amici, tecnici della Soprintendenza e di duefratelli della Comunità religiosa.In quella occasione un senso di risentimento colpì tuttinoi della Soprintendenza, per la scomparsa di ClaudioBugiantella e Bruno Brunacci, in maniera così repenti-

na, nell’espletamento del proprio dovere. Dopo il pri-mo momento di sgomento che ci lasciò impietriti, conla commozione che ci stringeva la gola ci ripromettem-mo di impegnarci con tutte le nostre forze e le nostrecapacità, per ricostruire le volte crollate e per restituirela basilica di San Francesco ai fedeli.Con il completamento dei lavori abbiamo onorato lamemoria dei nostri due amici ed abbiamo onorato lanostra promessa di riscattare in qualche maniera quel-lo che il tragico destino ci aveva tolto.

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Figg. 1 e 2 - Posa in opera della trave reticolare in ac-ciaio inox sul marcapiano interno della Basilica.

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GLI INTERVENTI STRUTTURALIC. Centroni, G. Croci, P. Rocchi, G. Carluccio, A.Viskovic,R. Paggetta

1. IntroduzioneQuesto Quaderno, l’ottavo ed ultimo di una serie che siè via via delineata durante l’esecuzione dei lavori, in-tende da un lato fornire gli ulteriori dati sul restaurostrutturale che si va completando, e dall’altro fornireuna sintesi assai sommaria delle principali tappe chehanno caratterizzato i lavori.Non possiamo fare a meno di rilevare come due annifa, quando la preoccupazione di ognuno era unica-mente quella di prevenire il crollo totale della Basilica,non si poteva neppure immaginare che tante opera-zioni difficili, alcune anche rischiose, potessero giun-gere a compimento in tempi così rapidi; se ciò è statopossibile, come del resto ribadito più volte ed in diver-se occasioni, è dovuto all’eccezionale “spirito dicorpo” che ha legato tra loro tutti i membri dellaCommissione, la Comunità Francescana, le Mae-stranze nel prendere le decisioni, nel definire le scelteprogettuali e nel realizzare i delicati interventi dirinforzo e restauro strutturale; il Ministero per i beni ele attività culturali ha sempre sostenuto tempestiva-mente ogni necessità.

2. Il completamento dei lavori strutturaliIl rinforzo strutturale del complesso basilicale puòconsiderarsi concluso con la messa in opera degliinterventi descritti nel precedente quaderno.In particolare sono state completate la posa in operadella trave reticolare in acciaio inox all’interno dellaBasilica Superiore e la posa in opera dei dispositivi inlega “a memoria di forma” per la connessione dei tim-

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Fig. 3 - Installazione di dispositivi in lega “a memo-ria di forma” per la connessione dei timpani del tran-setto alla muratura retrostante.

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Fig. 4 - Nervature di rinforzo in fibra aramidica ecompensato marino di mogano.

Fig. 5 - Elementi per l’ancoraggio del sistema di so-spensione delle volte al tetto.

FIg. 6 - Trasporto di elementi preas-semblati della trave reticolare.

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pani del transetto alla retrostante struttura dello stes-so transetto.Sono state completate anche le nervature di rinforzoin fibra aramidica e compensato marino di moganoposte all’estradosso delle volte della Basilica Superio-re; in queste nervature inoltre sono stati predisposti glielementi necessari all’ancoraggio del sistema disospensione delle volte al tetto realizzato con tiranti diacciaio inox e molle di compensazione.La posa in opera della trave reticolare in acciaio harichiesto una notevole perizia ed accuratezza da partedegli operatori; si trattava infatti di portare e posizio-nare, ad una quota di 7,8 m dal pavimento dellaBasilica, elementi preassemblati in officina moltoingombranti (fino a 11 m di lunghezza) e di notevolepeso (fino a 4 tonnellate ciascuno), rispettando tolle-ranze dimensionali e di posizionamento ridottissime.La messa in opera delle travi è stata preceduta da un at-tento posizionamento delle piastre di ancoraggio allamuratura sulle quali sono state poggiate le contropia-stre con i perni di aggancio e snodo delle travi. Tali con-tropiastre sono state poi definitivamente fissate allepiastre sottostanti, per mezzo di resina epossidica, so-lo dopo l’esatto posizionamento delle travi reticolari.Il collegamento della trave reticolare con la parete difacciata è stato realizzato in diversi campi utilizzandoopportuni elementi oleodinamici. Tali elementi sonodimensionati in modo tale da consentire le variazionitermiche giornaliere e stagionali ed allo stesso temporisultare rigidi in caso di azioni sismiche. Al fine di unabuona durabilità e di un ridotto onere di manutenzio-ne, il fluido interno è costituito da un opportuno gras-so siliconico molto viscoso.Come più volte accennato l’introduzione di dispositiviin lega “a memoria di forma” per il collegamento deitimpani del transetto al tetto della Basilica ha comple-

Fig. 8 - Contropiastre per la messa in opera della travereticolare.

Fig. 7 - Posizionamento delle piastre d’ancoraggio perla trave reticolare.

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tato l’intervento di rinforzo strutturale del complessoBasilicale.Nelle fasi provvisorie dell’intervento la connessione trail timpano ed il tetto era stata assicurata da barre inacciaio (reagenti a trazione) ancorate alla muratura deltimpano e ai puntoni della capriata di nuova realizza-zione sovrapposta all’estremità del tetto, nonché da ele-menti lignei (reagenti a compressione) interposti tra iltimpano ed i puntoni.Tali connessioni sono state ora sostituite dai dispositividefinitivi, consistenti in dispositivi in lega a memoria diforma Ni-Ti.I dispositivi sono stati dimensionati in modo tale daessere rigidi per azioni orizzontali di lieve intensità(vento, sismi di piccola entità); per azioni di entità supe-riore essi, sfruttando il particolare legame costitutivodelle leghe Ni-Ti, consentono di trasmettere forze dientità controllata, consentono alla muratura sposta-menti opportunamente contenuti, e assicurano comun-que un adeguato fine corsa.Questo intervento offre una durabilità superiore a quel-la di collegamenti tradizionali, e consente il controllodelle forze agenti all’interfaccia tetto-timpano, nonchéla riduzione della forze agenti in zone concentrate,creando quindi un comportamento strutturale assai piùfavorevole di quello che si aveva all’epoca del crollodella porzione del timpano del transetto Sud (settem-bre-ottobre 1999).

3. Sintesi di due anni di lavoroLe tappe più importanti del lungo percorso compiuto apartire dai danni prodotti dal sisma, ai pronti interven-ti, ai controlli, fino alle scelte progettuali, ed agli inter-venti definitivi vengono ora sintetizzate.

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Figg. 9 e 10 - Collegamento della trave reticolare con laparete di facciata mediante elementi oleodinamici.

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Danni prodotti dal terremotoA seguito del terremoto della mattina del 27 settembre1997 nel Complesso Basilicale si sono prodotti iseguenti danni:

Basilica Superiore- crollo della parte centrale dell’arco della controfac-

ciata su cui erano dipinte le figure dei Santi- crollo della vela contigua della volta della prima

campata, raffigurante S. Girolamo dottore dellaChiesa

- crollo della vela della volta d’incrocio tra navata etransetto, del Cimabue, raffigurante S.Matteo e dellacontigua vela della quarta campata della navata condipinto un cielo azzurro con stelle

- parziale crollo del timpano del transetto sinistro,nella zona immediatamente sovrastante la trifora

- distacco di porzioni della sommità del campanile

Sacro Convento- crollo locale della volta e della parete nord del

Salone Papale- gravi danni alle volte del Museo e del Refettorio- notevole deformazione della parete sud del Chiostro

di Sisto IV, sul lato del Chiostro dell’Immacolata- sensibili danni nelle strutture del Chiostro dei Morti,

dell’appartamento Papale, dei dormitori.

Pronti interventiImmediatamente dopo il terremoto si è dato l’avvioagli interventi di urgenza per la provvisoria messa insicurezza delle strutture gravemente danneggiate e arischio di crollo, interventi resi ancor più difficili per icondizionamenti (anche psicologici) dovuti alla gra-vità dell’evento, ed alla perdita di quattro vite umane.

Fig. 11 - Confronto tra i legami costitutivi di una lega Ni-Ti a memoria di forma ed un acciaio da costruzione

Ulteriori difficoltà derivavano dal fatto che i terremoti,sia pure di intensità minore, hanno perdurato nei gior-ni successivi con una notevole frequenza. Alcuni dis-sesti (come quello del timpano del transetto) si sonovia via aggravati per il susseguirsi delle scosse.Particolarmente delicato è stato l’intervento che hacondotto al salvataggio del timpano, la cui stabilità ri-sultava gravemente compromessa dal terremoto del 7ottobre; la caduta di parte della muratura sul tettodella cappella sottostante avrebbe potuto determina-re il crollo e quindi la perdita di preziosi affreschi. Co-sì, il giorno 8 di ottobre, scartate varie ipotesi di inter-vento, si decise di contrastare il timpano pericolantecon una struttura reticolare ancorata summitalmentealle pareti del transetto. Furono necessarie due gru, laprima per sollevare la seconda sopra le mura di cintadel convento; per poter portare a termine questa ope-razione a tempo di record: il 14 ottobre, con momentidi grande tensione, e sotto un forte vento, il “contro-timpano” venne posto in opera, appena poche oreprima della scossa delle ore 17,23 che ha causato gravi

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danni e crolli in Umbria.I pronti interventi hanno interessato anche altre situa-zioni di rischio presenti nell’intero Complesso, quali iltimpano del Salone Papale, la parete del Chiostro diSisto IV, la parete ovest del Refettorio, la sommità delCampanile, le volte del Museo e così via.

Gli interventi di urgenza per la salvaguardia delle voltedella Basilica SuperioreParticolare impegno ha richiesto la messa in tempora-nea sicurezza delle volte della Basilica Superiore, acausa delle difficoltà e dei tempi lunghi richiesti perintervenire dall’intradosso, per ovvi motivi di sicurez-za. Le volte si trovavano in una situazione assai preca-ria, con larghe fessure distribuite ovunque con la per-dita dell’originaria curvatura in molte zone.La realizzazione di una passerella di servizio, sospesaalle strutture della copertura ed in grado di ispeziona-re le volte dall’estradosso ha consentito in primo luogodi effettuare, in sicurezza, la lenta operazione di rimo-zione dei materiali di riempimento accumulati sullevolte nel corso dei secoli, causa principale dei crolli. Lapasserella ha consentito anche di risarcire le maggiorifratture con malta idraulica a stabilità volumetrica e,successivamente di incollare a cavallo delle lesioni piùgrandi, delle strisce di tessuto di fibra aramidica o difibra di carbonio, in modo da ricostituire il collega-mento strutturale che era stato perduto.Nelle zone in cui la curvatura originaria era maggior-mente compromessa sono stati applicati all’estrados-so delle volte dei tiranti ancorati al tetto, avendo inter-poste delle molle tarate in modo da mantenere lo sfor-zo ai livelli prefissati.Contemporaneamente è stata avviata la costruzionedel grande ponteggio d’intradosso delle volte, con fun-

Figg. 12 e 13 - Intervento di salvataggio e consolida-mento provvisorio del timpano del transetto sinistro.

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Fig. 14 - Lesioni e spostamento della struttura mura-ria nelle volte.

Fig. 15 - Passerella di servizio subito dopo l’installa-zione.

Fig. 16 - La passerella di servizio ha consentito di ef-fettuare tutte le operazioni di messa in sicurezza del-la volta.

Fig. 17 - Bendatura delle lesioni della volta median-te fasce in fibra di carbonio o in tessuto di fibra ara-midica.

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zione di servizio e di puntellamento in caso di possibi-li cedimenti. Il montaggio è stato effettuato nelle mas-sime condizioni di sicurezza per gli operatori, assem-blando via via dei moduli in una zona sicura (subito aridosso della facciata laddove era già avvenuto il crol-lo dell’arco di controfacciata e della vela della primavolta), e spostandoli quindi in avanti su appositi bina-ri man mano che venivano completati; il sollevamen-to, fino al raggiungimento della quota prevista e laregolazione degli elementi di presidio avveniva poicon un sistema di martinetti. Il ponteggio non è statomai messo a contatto diretto con la superficie dellavolta in quanto lo sfregamento in occasione delle scos-se sismiche e delle vibrazioni indotte dai lavori potevadeterminare un grave danneggiamento degli affreschi.

Le attività di monitoraggio e controlloFin dalla seconda decade di ottobre ha avuto inizio ilcontrollo strumentale delle deformazioni delle struttu-re mediante sistemi di acquisizione automatica ingrado di rilevare con continuità i movimenti nelle zonedi maggiore rischio; in particolare per le volte il sistemadi acquisizione era in grado di alimentare e rilevare incontinuo le deformazioni, di confrontare le misure conuna soglia di allarme predefinita e di registrare i datimisurati con la frequenza prestabilita (due ore); attra-verso un monitor collocato nel Sacro Convento, in zonafacilmente raggiungibile anche in caso di grave crisi, èstato così possibile sorvegliare eventuali processi ano-mali di deformazione delle volte man mano che si veri-ficavano gli eventi sismici e proseguivano i lavori.Il monitoraggio delle deformazioni ha consentito dioperare in maggiore sicurezza, con riscontro immedia-to, supportato da dati precisi e oggettivi, dei danni pro-dotti da tutte le scosse che si sono susseguite nel corso

Figg. 18 e 19 - Ancoraggio delle nervature della volta altetto attraverso tiranti a molla.

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dei mesi, e di verificare l'efficenza e la validità dei prov-vedimenti di urgenza via via adottati.

Parallelamente molti sono stati i controlli e gli accerta-menti effettuati:- indagini endoscopiche sono state eseguite sulle volte

e sui pilastri della Basilica inferiore (riaperta al pub-blico non appena accertato lo stato di buona conser-vazione delle strutture) e direttamente interessate dalcarico del grande ponteggio, che veniva man manomontato nella Basilica Superiore

- sulla muratura laterale della Basilica superiore, in cor-rispondenza della risega del camminamento, doveproprio per limitare il carico gravante sulle volte, èstato trasferito parte del peso del ponteggio

- controlli di tipo Georadar sono stati effettuati a titolosperimentale prima e dopo gli interventi, per accerta-re l'efficacia delle operazioni di rigenerazione mura-ria

- monitoraggio locale delle sollecitazioni e delle defor-mazioni in occasione della messa in carico delle voltericostruite, prima della solidarizzazione delle stessecon le volte adiacenti

- prove di carico a rottura in laboratori specializzati perla messa a punto degli elementi in materiale compo-sito costituenti gli elementi del rinforzo definitivo

- prove presso i laboratori ENEA per la valutazionedelle caratteristiche delle malte idrauliche utilizzateper la rigenerazione delle volte

- prove presso laboratori specializzati per lo studiodella composizione e delle caratteristiche fisico-mec-caniche dei mattoni originari e di quelli realizzati conle stesse caratteristiche per la ricostruzione delle voltecrollate.

Fig. 20 - Cerchiatura della base degli arconi rinasci-mentali per ancorarli alle torri e alle pareti retrostanti.

Fig. 21 - Ricostru-zione delle zonedi volta crollate.

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La ricostruzione delle volteUna ispezione dettagliata della situazione dopo il crol-lo ha messo in evidenza come gli arconi rinascimentalifossero appoggiati in falso rispetto ai pilastri di sostegnodelle volte. Tale circostanza, ha richiesto una cerchiatu-ra della base degli arconi stessi, ancorandoli quindi allestrutture retrostanti delle torri e delle pareti.Per la ricostruzione delle volte sono stati utilizzati mat-toni delle stesse dimensioni e forma di quelli originarimessi in opera con malta costituita da un prodotto pre-miscelato a base di calce idraulica, (che già aveva datoottimi risultati nella fase di riempimento delle lesioni),caratterizzato da notevole adesione, buone caratteri-stiche meccaniche e stabilità volumetrica.Per compensare la caduta di spinta nelle volte a segui-to del disarmo, si è applicato nella sezione di chiave,un sistema di martinetti, in modo da indurre le solle-citazioni necessarie per compensare le deformazioniindotte.

I timpani del transettoI timpani del transetto sono stati collegati alle struttu-re retrostanti mediante dei dispositivi costituiti daacciai con memoria di forma in grado di dissipare unaparte dell’energia fornita da un terremoto. Tale scelta èstata supportata da una serie di studi, ricerche1, provesperimentali condotte su tavola vibrante presso i labo-ratori dell’ENEA.

Gli interventi di rinforzo delle volteSulla superficie di estradosso delle volte sono staterealizzate delle costolature di irrigidimento e rinforzocostituite da sagome in multistrato di compensatomarino, realizzate sul posto e pertanto adattate alleirregolarità locali dovute alla deformazione delle strut-ture; tali costole sono “armate” alle estremità con barredi elevata resistenza, in fibra di vetro ed in fibra arami-dica e quindi sono state rivestite da un tessuto di fibraaramidica. La struttura di rinforzo, resistente e leggera, è stataincollata ed ancorata alle volte mediante alcune chio-dature poste ai bordi delle costole stesse.L’imposta delle costole, infine, è stata collegata allazona di imposta delle volte mediante opportuni ele-menti in acciaio inox, ben ancorati nella muratura. L’intero intervento consente di continuare a leggere lastruttura sottostante ed il suo magistero rispondendoal meglio all’istanza estetica e storica sottese dallaqualità estrema dell’Opera su cui si è agito.

1 Questa ricerca fa parte di un ampio programma distudio finanziato dalla Comunità Europea.

Fig. 22 - Applicazione di martinetti nella sezione di chiave percompensare le deformazioni indotte.

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Fig. 23 - Costolature di irrigidimento e rinforzo alle nervatu-re della volta.

Fig. 24 - Chiodatura ai bordi delle costolature.Fig. 25 - Collegamento delle volte alla zona di imposta me-diante elementi in acciaio inox.

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IL CANTIERE DELLE DECORAZIONI MURALIG. Basile

Ultimi avanzamenti sui frammentiRispetto alle informazioni date precedentemente lanotizia più importante riguarda il lavoro di ricomposi-zione, restauro e ricollocazione dei Santi Rufino eVittorino. Si tratta di due degli 8 Santi recuperati dalcrollo e poi a poco a poco riassemblati.Prima di procedere all’operazione di ricomposizionedei circa 3000 frammenti della coppia di Santi si èvalutato attentamente la fattibilità dell’operazione siasotto l’aspetto teorico e metodologico che sotto quellotecnico. La quantità (85% per S. Rufino, 80% per S.Vittorino) e soprattutto la significatività dei frammen-ti recuperati e assemblati (non risultano mancantizone delle figure particolarmente sensibili) ha consen-tito di scartare l’ipotesi di musealizzare i frammenti,che in caso contrario sarebbe stata l’unica soluzionecorretta. Quanto alla restituzione dell’unità potenziale dell’im-magine, si è scelta la soluzione apparentemente piùsemplice ed elementare, in realtà quella più comples-sa e “a rischio”: non ripristinare in alcun modo le zonemancanti, limitandosi ad “abbassare” otticamente ecromaticamente l’intonaco impiegato per riempire ivuoti in corrispondenza delle porzioni non recuperatedel dipinto originale. Tale soluzione è perfettamente coerente con la meto-dologia impiegata nel trattare le lacune dei dipintimurali della volta rimasti in situ e, contemporanea-mente, con le soluzioni adottate in precedenti inter-venti di restauro relativi agli altri 8 Santi dell’arconenon crollati. Ha inoltre il vantaggio di non precludere

Fig. 26 - Vedutadall’alto dellazona crollatacon il S. Girola-mo e gli 8 Santi.

Fig. 27 - Il materiale recuperato all’indomani del sisma

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eventuali diverse soluzioni che, dopo la ricollocazionesulla volta e quindi nelle sue “naturali” condizioni dileggibilità (distanza da terra, illuminazione,etc.)dovessero risultare più funzionali. Come per altri aspetti del lavoro sulla Basilica (ricordosoltanto il consolidamento della volta e dei suoi affre-schi, gli interventi di miglioramento antisismico sullavolta mediante ancoraggio della stessa al sottotetto esulle pareti con la messa in opera della trave reticola-re) anche in questo caso si tratta di una soluzione spe-rimentale, nel senso che è la prima volta che la simette in opera in condizioni così particolari (fram-mentazione più fitta, rilevanza parziale rispetto alladecorazione dell’intera Basilica, oggetto peraltro inpassato di vari e disparati interventi di restauro). Laricollocazione dei Santi Rufino e Vittorino costituisceil momento culminante di quella linea di valutazionepositiva delle possibilità di recupero dei dipinti mura-li crollati che è stata portata avanti dallo scriventeassieme ad uno sparutissimo gruppo di collaboratori,in particolare colleghi dell’ICR (Sacco, Rubino,Rissotto) e di altre Soprintendenze (Cristoferi ePassalacqua della SBAAAS dell’Umbria, Musatti dellaSoprintendenza archeologica di Roma), il gruppo dilaureandi e laureati della Facoltà di Conservazione diViterbo guidati da Maria Andaloro, infine alcune fra lemigliori ditte di restauratori che avevano lavorato alrestauro dei dipinti murali nella Basilica Superiore(CBC, Tecnireco, Giantomassi e Zari) coordinate dallaCTR di Paola Cinti, che, dopo avere completato atempo di record l’intervento di restauro su quei 5000mq di decorazione murale, si sono prestati generosa-mente a sostenere chi scrive in questa ultima (almenoper ora) sfida. Cadute in questo modo miseramente leprevisioni catastrofiche di tanti veri o presunti specia-

Fig. 28 - Setacciatura del materiale recuperato da par-te di volontari

Fig. 29 - Confronto e riconoscimento dei frammenti sul-la fotografia del S. Benedetto

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listi, secondo i quali si sarebbe potuto raccogliere sol-tanto polvere colorata, non si pone neppure più, seria-mente, il problema di che cosa mettere al posto delleraffigurazioni ridotte in frammenti e ritenute irrecupe-rabili o al massimo musealizzabili: tanto più che risul-ta possibile procedere allo stesso modo per i rimanen-ti 6 Santi e che i primi avanzamenti relativi alla vela diS. Girolamo lasciano bene sperare. Una conferma deltutto inattesa è venuta di recente dal Capitolo dei Fratidel Sacro Convento che ha deciso che le vele crollate ericostruite siano lasciate con l’intonaco in vista in atte-sa della ricollocazione dei frammenti originali.Ciò dovrebbe accadere presumibilmente entro il 2001:entro la primavera 2000 la ricollocazione dei rimanen-ti 6 Santi, alla fine di quell’anno la vela con S.Girolamo. E poi il resto.A meno che il computer non faccia prima il miracolodi un riassemblaggio a tempi ridottissimi. È quello chedovremmo sapere entro la metà del prossimo anno,quando sarà vicina alla fine la 2° fase del progetto diriassemblaggio dei frammenti assistito dal calcolatore,per la quale l’Unione Europea (DG X) ha deliberato unsecondo finanziamento riconoscendo in esso uno deipiù interessanti “Laboratori del Patrimonio Europeo”.Uno dei prodotti più interessanti e utili di questo pro-getto sarà la pubblicazione di una “Guida al recupero,riassemblaggio, ricomposizione e restauro di dipintimurali in frammenti” che si propone di evitare cheogni volta che ci si dovesse trovare di fronte a situazio-ni simili a quella del 26 settembre ‘97 si debba riparti-re da zero. Il prossimo anno peraltro, coincidendo conil Giubileo, e quindi con la oggettiva impossibilità dioperare in Basilica, sarà destinato - oltre che all’attivitàdi cui si è detto - a rendere di pubblico dominio i risul-tati delle attività svolte in questi 2 anni, sia in direzio-

ne della conservazione che della conoscenza.È prevista in particolare la pubblicazione degli inter-venti di restauro sull’intero complesso conventuale, acura del Ministero BAC; gli atti del Convegno interna-zionale “Il cantiere pittorico della Basilica Superiore diSan Francesco in Assisi (22-24.9 us)” ed un volume (Ilcantiere pittorico ...Materiali per un approccio materi-co) che Raccoglie le osservazioni sulle tecniche esecu-tive delle decorazioni murali della Basilica Superiore(a cura del Sacro Convento e dell’ICR).Saranno inoltre disponibili le documentazioni digitalidell’intera decorazione murale e delle vetrate dellaBasilica Superiore e continueranno - ad ogni buonconto - le notizie dal Cantiere dei dipinti in frammen-ti con un fascicolo di imminente pubblicazione“Dall’Utopia alla realtà”.

Uno sguardo all’indietro

Basilica Inferiore- intervento di riadesione dell’intonaco in corrispon-

denza della vela della Povertà, sopra l’altare, allenta-to in conseguenza dell’impatto del crollo delle veledi S. Matteo e di quella stellata in occasione dellescosse del 26.9.1997;

- interventi di pronta riadesione dell’intonaco e dellapellicola pittorica in prossimità della Cappella di S.Giovanni, sottostante alla zona del transetto sinistro

Basilica Superiore- interventi di pronta urgenza immediatamente dopo

il sisma, soprattutto in prossimità delle zone di voltacrollate o lesionate (per esempio in corrispondenzadei volti di Cristo e della Madonna di Jacopo Torriti);

- interventi di consolidamento della volta dal basso

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previa stuccatura di tutte le lesioni e microfratture,impiegando una malta speciale messa a punto dopodue mesi di prove e sperimentazioni in laboratorio:il lavoro, che ha impegnato 70 restauratori di opered’arte (selezionati tra coloro che avevano preceden-temente lavorato in Basilica), ed è durato 4 mesi, èstato completato dalla immissione di analoga maltada sopra (dall’estradosso) effettuata da maestranze

edili specializzate guidate da restauratori;- interventi di pulitura dei dipinti delle pareti, soprat-

tutto delle “Storie di San Francesco” di Giotto, rico-perti da uno spesso strato di polvere tenacissima inconseguenza del crollo della volta; l’operazione,delicatissima a causa della ben nota fragilità di queidipinti, ha avuto la durata di 6 mesi impegnando 50restauratori;

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Figg. 30 - 35 - I Santi Domenico, Pietro martireChiara, Francesco, Antonio di Padova e Benedetto riassemblati

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- interventi di reintegrazione delle lacune in corri-spondenza delle lesioni e delle fratture, presenti inparticolare sulla volta, ricorrendo al metodo dell’ab-bassamento ottico e cromatico dell’intonaco con cuisono state colmate le lacune di modo che esso nondisturbasse la leggibilità delle opere pur senzaaggiungere nulla alla materia originale (vi hannolavorato 60 restauratori per 8 mesi);

- rimozione della residua decorazione murale deglispezzoni delle vele crollate (tra cui il Cristo della veladi S. Girolamo) e di una coppia di Santi nell’arconedi ingresso per consentirne la ricostruzione, consuccessive operazioni di restauro in laboratorio,applicazione su nuovo supporto e ricollocazionesulla volta (10 restauratori per 2 mesi);

- recupero, consolidamento e ricollocazione di una

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quota parte (30% circa) dei mattoni originali conframmenti di affresco ancora adesi in corrisponden-za della parte bassa dei 2 archi trasversali crollati (10restauratori per 2 mesi)

Dipinti in frammenti- Recupero dei materiali crollati dalle volte e selezione

di circa 300.000 frammenti di affresco: il primo effet-tuato da Vigili del Fuoco guidati da restauratori estorici dell’arte (circa 10 per 2 mesi), l’altra da volon-tari (circa 20 per 6 mesi) guidati da restauratori econservatori;

- ricerca degli attacchi e posizionamento dei fram-menti relativi agli 8 Santi ed alla vela di S. Girolamo;

- riassemblaggio dei frammenti appartenenti agli 8

Santi e primi sviluppi di quello relativo al S.Girolamo; ricomposizione, applicazione su nuovosupporto, restauro e ricollocazione dei Santi Rufinoe Vittorino (recuperati rispettivamente all’85% edall’80%);

- acquisizione digitale dei 120.000 frammenti relativialla vela di Cimabue con conseguente costituzionedi un “archivio virtuale” corrispondente al magazzi-no dei frammenti reali, come primo momento di unprogetto di loro riassemblaggio informatizzato, par-zialmente finanziato dalla Unione Europea.

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Figg. 36 - 41 - I Santi Vittorino e Rufino prima, durante e dopoil restauro.

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Dati e informazioni essenziali

Alcune cifre- Restauro affreschi della

Basilica Superiore non crollati ............mq 5.000 - 100.000 ore di lavoro di restauratori: .....£ 3.500 ml- interventi sui dipinti in frammenti

180 mq - 300.000 frammenti45.000 ore di lavoro: .................................£ 1.000 ml

Fonti di finanziamentoGoverno Italiano .........................................£. 3.833 mlUnione Europea .........................................£. 200 mlDonazioni per borse di studio ...................£. 360 mlDonazione per restauro frammenti...........£. 107 ml

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Fig. 42 - Riassemblaggio della vela di S. Girolamo: primo stato di avanzamento

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Responsabilità del restauroIstituto centrale del restauro (Ministero Beni e attivitàculturali):Dr. Giuseppe Basile, storico d'arte presso l'ICR, pro-gettista e direttore lavori

Assistenza alla progettazione e ddl restauro Ufficio Direzione Lavori (ICR) :Carla D'Angelo restauratrice, responsabile tecniche diintervento - Ulderico Santamaria, chimico, responsa-bile idoneità materiali restauro - Francesco Sacco,architetto, responsabile documentazione grafica - RitaBatacchi, architetto, responsabile aspetto amministra-tivo - Rocco D'Urso, geometra, responsabile aspettoamministrativo

Collaborazione alla progettazione e ddl restauroGisella Capponi, architetto ICR, "interrelazione"muratura-dipinto murale - Sandro Massa, fisico CNRCentro studi di Roma, interazione manufatto-ambien-te - Sergio Omarini, Unità salvaguardia Patrimonioartistico ENEA, diagnostica - Angelo Rubino, fotografoICR, documentazione digitalizzata immagini

Collaborazione alla progettazione ed alla ddl per gliinterventi sui frammenti Gruppo studio e progettazione riassemblaggio fram-menti:Francesca Cristoferi, storica d'arte SBAAAS Umbria,funzionario di zona - Paola Passalacqua, restauratriceSBAAAS Umbria, responsabile tecniche intervento -Lidia Rissotto, restauratrice ICR, responsabile tecni-che intervento - Gianna Musatti, restauratrice SA diRoma, responsabile tecniche intervento - MariaAndaloro, ordinaria di Arte Bizantina, direttore

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Fig. 43 - Angelonella volta deiGrandi Intercesso-ri: particolare do-po l’intervento direintegrazione del-le lacune.

Fig. 44 - Morte di S. Francesco: particolare con saggi di ri-mozione dello strato di polvere tenacemente adesa.

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Laboratorio diagnostico Università di Viterbo - PaolaPogliani, specializzanda Facoltà ConservazioneUniversità di Viterbo

Gianni Iacovitti, Università di Roma "La Sapienza",INFOCOM, informatizzazione riassemblaggio -Gaetano Scarano, assistenza informatizzazione rias-semblaggio - Angelo Rubino, acquisizione digitaleframmenti ("archivio virtuale").

Responsabilità generale- Dr. Mario Serio, Commissario Delegato, Direttore

Generale Ufficio Centrale BAAAS del Ministero BAC- Ing. Luciano Marchetti, Vicecommissario, Ingegnere

presso Soprintendenza BAA di Firenze

Collaborazioni EntiCNR - Centro studi di Roma ( prof. Sandro Massa) ENEA- Unità Salvaguardia patrimonio artistico (dr.Sergio Omarini) Università La Sapienza, INFOCOM (prof. GianniIacovitti) Università La Sapienza, Scuola Specializzazione Storiadell’Arte (prof. Marisa Dalai Emiliani) Università di Viterbo, Facoltà Conservazione ( Prof.Maria Andaloro) Università di Perugia, Facoltà di Ingegneria (Prof.Mario Cotana) Ministero BAC (Soprintendenza Umbria, BAS Roma,BAA Roma, Archeologica Roma, BAS Liguria)

Operatori del restauro (e dei correlati interventi) sui dipinti della Basilica Superiore- ditte di restauratori di opere d'arte con precedente

attività nella Basilica (50 per 2 anni in media) sui

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Fig. 45 - Presepe di Greccio: particolare con saggi di pu-litura dalla polvere.

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frammenti:

- Vigili del fuoco (10 per 2 mesi, in media), guidati daspecialisti

- Volontari (20 per 6 mesi, in media), guidati da spe-cialisti restauratori del Ministero (coordinamentotecnico),

- borsisti dell'Università di Viterbo (8) e di Roma LaSapienza (4)

- ditte di restauratori di opere d'arte già operanti nellaSuperiore ( 10 per 8mesi)

- fotografi e grafici del Ministero (acquisizione digita-le frammenti)

Ditte operanti - Associazione Temporanea di imprese Tecnireco per

il restauro dei dipinti della Basilica Superiore (CRC,Sarmati, Zanardi, Erre C, Giantomassi e Zari,Officina, SEI, CBC, CTR di Paola Cinti, CB Art, COREST)

- Associazione Temporanea di imprese CTR di PaolaCinti per il restauro dei frammenti (CBC, TECNIRE-CO, CB.art, CRC, RE.AS, DART, RECO, Giantomassi eZari, Doneux, Siconolfi, De Monte, Cenci, Borghini,Martenson, Tommasetti, Mariani, Scioscia, White)

- Antonio Quattrone per la documentazione fotogra-fica di cantiere

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ATTIVITÀ DELL’ISTITUTO CENTRALEDEL RESTAURO IN BASILICA

Si dà qui un elenco schematico delle attività svolte ecoordinate dall’ICR in forza dell’incarico ministerialen. 284 del 22 gennaio 1998 (progettazione e direzionedi tutti gli interventi necessari al restauro del patrimo-nio figurativo della Basilica) e n. 2086 del 20 luglio1998 (“coordinamento indagini, analisi ed esamiscientifici relativi al restauro della Basilica, con parti-colare riguardo ai test su idoneità e compatibilità deiprodotti da impiegare”).

Principali attività svolte dall’ICR- Restauro completo dei dipinti murali della Basilica

Superiore;- recupero, selezione e classificazione di circa 300.000

frammenti;- acquisizione informatizzata dei 120.000 frammenti

della vela di Cimabue;- riassemblaggio, restauro e ricollocazione di parti

(30%) degli archi trasversali- riassemblaggio degli 8 Santi crollati dalla volta (28

mq);- restauro e ricollocazione dei Santi Rufino e Vittorino

(7 mq);- interventi conservativi d’urgenza sulle vetrate;- acquisizione informatizzata di tutti i dipinti murali

della Basilica Superiore;- acquisizione informatizzata di tutte le vetrate della

Basilica Superiore;- sistema fisico di deumidificazione della parete

bagnata;- studio per il ripristino del monitoraggio microclima-

tico antecedente al sisma;

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- studio per inibire fenomeni di condensa nell’estra-dosso della volta;

- modello di simulazione condizioni ambientali nelsottotetto;

- studio fattibilità ricostruzione virtuale vele crollate erelativo modello;

- studio fattibilità filtro microclimatico all’ingressodella Basilica;

- indagini e prove di laboratorio per la messa a puntodella malta per il consolidamento degli affreschidella volta e del loro supporto murario;

- indagini, modelli e prove di laboratorio sulla funzio-nalità delle strutture di supporto della volta in fun-zione di prevenzione antisismica;

- studi sperimentali per la messa a punto di metodidiagnostici sulla penetrazione delle malte di conso-lidamento delle murature.

Fig. 46 - Testa di figura muliebre allegorica proveniente conogni probabilità dalla decorazione murale originaria del-l’abside della Basilica Inferiore, cortesemente messa a di-sposizione dal Museo Nazionale di Budapest per studi e in-dagini finalizzate possibilmente a verificarne la provenienzae ad identificarne l’autore.

Il materiale contenuto nei Quaderni è consultabile presso la pagina Web http://www.beniculturali.it/icr

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Ricerche e sperimentazioni

I MATERIALI COMPOSITI FIBRORINFORZATI PER IL CONSOLIDAMENTO DELLE VOLTEDELLA BASILICA SUPERIORE DI SAN FRANCESCO.VERIFICA DELLE CARATTERISTICHECHIMICHE, CHIMICO-FISICHE,FISICO-MECCANICHE E DELLA DURABILITÀ.G. Capponi, C. D'Angelo, U. Santamaria (ICR), S. Massa(CNR Roma), S. Omarini, G. Filacchioni (ENEA)

Il compito affidato all'ICR dal Commissario delegato,di garantire il coordinamento delle indagini, analisi edesami scientifici relativi al restauro della Basilica diSan Francesco con particolare riguardo ai test su ido-neità e compatibilità dei prodotti da impiegare, si èrivelato particolarmente impegnativo in occasionedell'esame dei compositi fibrorinforzati utilizzati per ilconsolidamento strutturale.

Le scelte operate per il consolidamento strutturalehanno posto in campo materiali di tipo sperimentaleche nel restauro monumentale non hanno trovatoancora applicazioni controllate e verificate nel tempoe che anche nell'applicazione su strutture modernenon dispongono di una specifica normativa di con-trollo.

Si trattava quindi di acquisire, nei tempi brevi conces-si dall'andamento dei lavori, dati relativi alle caratteri-

stiche dei materiali base, verificarne il loro comporta-mento a sollecitazioni termoigrometriche per arrivaread accertare le possibili interferenze con la conserva-zione dei dipinti.

Per ottimizzare i tempi con la collaborazione dei tec-nici dell'ENEA e del CNR, è stato elaborato un pro-gramma delle diverse attività con il diretto coinvolgi-mento di tutti i soggetti interessati dai progettisti aiproduttori dei materiali, agli esecutori dell'interventostesso.

Sono stati verificati preliminarmente i materiali costi-tutivi dei compositi fibrorinforzati (resine epossidichee tessuti in fibra aramidica) prima singolarmente e poiassemblati secondo le modalità previste nel progetto.

La fibra costitutiva del tessuto multiassiale impiegatoè un'aramide di natura poliammidica e la specificatipologia scelta KQX è caratterizzata da fibre nonintrecciate ma semplicemente adagiate nelle varieorientazioni e consente un incollaggio con modestiquantitativi di resina. Anche i dati sul comportamentodel tessuto sono stati forniti dai produttori.

Le due resine adottate nell'intervento (MAPEI Epojet eAdesilex PG1), secondo i dati fornite dalla Società pro-duttrice, sono entrambe caratterizzate da una elevataresistenza a flessione e compressione con valori piùelevati per l'Epojet mentre l'Adesilex risulta più resi-stente a trazione e con un minor allungamento e riti-ro.

La verifica del comportamento fisico-meccanico deimateriali fibrorinforzati si è basata sulle prove proget-

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tate e definite nelle specifiche tecniche elaborate dalgruppo degli strutturisti ed eseguite presso il laborato-rio EDILTEST di Battipaglia individuato dagli stessistrutturisti e dalla società SACEN, esecutrice dei lavo-ri.

Presso i laboratori EDILTEST è stato verificato il com-portamento delle diverse tipologie degli elementicostitutivi i supporti strutturali da porre sull'estrados-so delle volte della Basilica:- piastra nervata ancorata su un supporto di muratura; - tessuti di fibra aramidica KQX230 e KQX360 incollaticon resina;- nervatura scatolare isolata con nucleo centrale constrati di compensato marino di mogano.

Compito dell'Istituto, coadiuvato dai tecnicidell'ENEA, è stato preliminarmente quello di verifica-re che i dati ottenuti fossero rappresentativi e caratte-rizzanti il comportamento dei compositi.

I dati forniti dalle prove sui campioni sopraindicatisono risultati buoni in quanto i valori registrati eranodi gran lunga maggiori di quelli previsti in fase di pro-getto.Per acquisire dati sulla durabilità dei singoli elementi

si è ritenuto necessario verificare il comportamento dialcuni elementi dopo alcuni cicli di invecchiamentoartificiale eseguiti direttamente presso i laboratoridell'Istituto. I campioni sono stati sottoposti a 23 ciclicon variazioni di temperatura da +45 a -15 per un tota-le di 506 ore. Al termine dell'invecchiamento i cam-pioni, che mostravano evidenti alterazioni cromati-che, sono stati trasferiti presso i laboratori EDILTEST esottoposti a prove di resistenza a trazione con le stesse

modalità impiegate per i campioni non invecchiati.

I valori ottenuti sono risultati confrontabili con quellidei campioni non invecchiati ed è apparso evidenteche l'effetto delle variazioni termoigrometriche nonaveva influito sull'interfaccia resina epossidica/mat-tone mantenendo buona l'adesione.

I1 ruolo determinante svolto nel sistema di consolida-mento dalla tenuta del giunto di adesione ha suggeri-to di approfondire, con la collaborazione della MAPEI,le verifiche predisponendo una nuova serie di campio-ni costituiti da mattoni originali delle volte dellaBasilica recuperati dal crollo su cui si è incollato ilfibrorinforzato. Allo scadere dei diversi cicli di invec-chiamento (7,14,21 e 31) i mattoni sono stati sottopo-sti a prove di pull-out verificando il comportamentodella resina con analisi FTIR, XRD e TMA. Le misure diresistenza allo strappo non hanno fatto 1ivellare varia-zioni dei valori medi mentre le analisi sulla resinahanno evidenziato come durante l'invecchiamentoaccelerato si verifichi un invecchiamento della retico-lazione della struttura del polimero.A completamento delle verifiche sull'efficacia delsistema di consolidamento, all'interno di ampi spazimessi a disposizione dalla SACEN sono stati allestitielementi strutturali in fibrorinforzati applicati sustrutture murarie in mattoni per simulare situazionianaloghe a quelle progettate per le volte della BasilicaSuperiore. Tali prove, di cui occorre sottolineare ilcarattere puramente orientativo, hanno tutte fornitoun esito positivo considerato anche che si sono appli-cati carichi maggiori di quelli previsti in fase di proget-to.

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Nella valutazione globale dei dati positivi acquisiti conle diverse prove si è ritenuto di non dover sottovaluta-re che la capacità adesiva della resina può esserecomunque fortemente condizionata dalle condizionidel supporto (disgregazione, strati di polvere, umidità,ecc.). Consapevole di ciò l'Istituto, in accordo con lasocietà fornitrice delle resine, ha redatto un appositocapitolato finalizzato ad assicurare un pieno rispettodelle procedure di messa in opera dei materiali stessial fine di garantire loro un comportamento analogo aquello dei test sperimentali.

A1 termine dei lavori sarà necessario attivare un pro-gramma di verifica di quanto messo in opera conside-rando in particolare che le conoscenze sulle resineepossidiche segnalano come la durabilità degli inter-venti eseguiti con tali materiali possa essere influenza-ta, oltre che dalle modalità di applicazione, da condi-zioni ambientali e dall'invecchiamento fisico tipicodelle stesse resine polimeriche.

Saranno quindi ancora puntuali controlli e assiduiinterventi di manutenzione a poter garantire la con-servazione della Basilica di San Francesco sia per assi-curare le prestazioni delle nuove strutture di sostegnoche per salvaguardare i preziosi affreschi.

Hanno partecipato inoltre alla sperimentazione:Esperti Società MAPEI, S.A.C.E.N. Laboratorio EDIL-TEST di Battipaglia, SPC Srl.

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Ricerche e sperimentazioni

VALUTAZIONE DELLA PROBABILITÀDI CONDENSAZIONE NELLA VOLTADELLA BASILICAS. Massa - CNR, Cause Deperimento e Metodi diConservazione Opere d’Arte

Nelle volte della Basilica è facile vedere la raffigurazio-ne del cielo originalmente azzurro, trasformato inalcune zone in macchie di colore verde. Questo feno-meno corrisponde alla trasformazione della azzurrite(azzurra) in malachite (verde) e si considera facilitatain presenza di umidità. Qualunque intervento sullevolte avrebbe dovuto tenere conto di questo problemae quindi evitare la formazione di fenomeni di conden-sa sia in superficie che all’interno delle murature affre-scate. Pertanto per valutare le conseguenze di unaimpermeabilizzazione, anche se assai parziale, dellavolta con resina epossidica, resasi necessaria per risol-vere problemi di stabilità strutturale, sono state impo-state due ricerche di natura teorica/numerica e speri-mentale.

a) Da un punto teorico è stato analizzato il campo ter-mico determinato dalla sovrapposizione di uno stratodi resina epossidica su tutta la superficie superioredella volta. Per questo è stato utilizzato il metodo diGlaser, imponendo condizioni limiti al contorno,compatibili con i dati ambientali già registrati neglianni passati, e facendo varie ipotesi sulle caratteristi-che termiche dei mattoni di cui è costituita la volta.È risultato che non era possibile impermeabilizzarecompletamente la volta a causa della caratteristica di

impermeabilizzazione della resina se non si volevacorrere il rischio di condensa all’interno della muratu-ra.Il metodo di Glaser usato, in quanto monodimensio-nale, non era in grado di valutare il problema di unacopertura limitata della volta stessa. Pertanto per valu-tare le situazioni che si venivano a creare al variaredello spessore e della larghezza dello strato imper-meabile, è stato necessario sviluppare dei modelli diparete bidimensionale a facce piane parallele facendouso del metodo degli elementi finiti. Analizzando ilcampo termico nelle condizioni suddette è risultatoche la muratura era abbastanza sicura dai rischi dicondensa qualora le strisce di resina impermeabilefossero contenute entro una larghezza di circa 20 cm.Naturalmente nella volta non si trovano sempre con-dizioni assimilabili a pareti con facce piane-parallele,per cui è stato necessario simulare anche il caso diattacco della volta sulla muratura portante e realizzareun modello (fig. 47) in grado di schematizzare alcunedi queste situazioni. I risultati raggiunti, rispettando lecondizioni suddette, sono stati rassicuranti anche inquesto caso.

b) Per quanto riguarda la parte sperimentale, sonostati realizzati due manufatti riproducenti una sezionedella stessa, con mattoni originali della Basilica cadutinel crollo della volta. Ciascun manufatto, su una facciaè stato intonacato e rivestito con azzurrite. Sull’altrafaccia del manufatto è stato poi applicato uno strato diresina larga circa 20 cm (fig. 48). Tali campioni sonostati isolati termicamente ai lati con poliuretano edimmessi in una camera climatica. Lo sportello dellacamera climatica è stato modificato utilizzando unalastra trasparente di policarbonato opportunamente

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sagomata in modo da consentire al manufatto di esse-re assoggettato nelle sue due facce a due condizioniambientali diverse, quella interna alla camera e quellaesterna della stanza, entrambe controllabili in tempe-ratura ed umidità. In tal modo si potevano simulare lecondizioni interne alla Basilica superiore e quelle delsottotetto.All’interno dei manufatti è stata inserita una stecca divetronite sulla quale sono stati allocati quattro sensoridi temperatura ed alcuni rilevatori di condensa oppor-tunamente distribuiti. Quest’ultimi funzionano valu-tando la variazione di resistenza elettrica tra due puntiche sigenera in presenza di acqua. Con le prove fatte eripetute, pur variando in maniera estrema le condizio-ni al contorno, non sono stati registrati fenomeni dicondensa, né tantomento le condizioni termiche rile-vate potevano lasciar pensare a situazioni di pericolo-sità.Successivamente la sperimentazione è stata spinta,imponendo sulla faccia rivestita di azzurrite, postaall’interno della camera climatica, condizioni prossi-me alla condensazione. Anche in questo caso non si èmanifestata la trasformazione temuta da azzurrite amalachite, tuttavia questo non significa che tale tra-sformazione non possa manifestarsi in tempi suffi-cientemente lunghi. Pertanto onde essere sicuri chequesto non avvenga è necessario predisporre tutti gliaccorgimenti necessari ad evitare situazioni critiche atempi lunghi. In particolare andrebbero stabilizzate econtrollate le condizioni del sottotetto durante tuttol’anno evitando situazioni di elevata temperatura edumidità dannose sia per la stabilità della resina sia perla conservazione degli affreschi. La chiusura del roso-ne, necessaria in parte, per stabilizzare le condizionidel sottotetto impedisce la funzione originaria di

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Fig. 47 - Il modello studiato in caso di attacco della voltasulla muratura portante

Fig. 48 - Il manufatto realizzato per la parte sperimentale

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smaltimento dell’umidità prodotta all’interno dellaBasilica Superiore. Pertanto si è reso necessario stabi-lire una comunicazione tra la Basilica Superiore e l’e-sterno al fine di evitare un indesiderato accumulo diumidità nel sottotetto. Questo comunque non risolvecompletamente il problema in quanto è necessariostabilizzare meglio termicamente ed igrometricamen-te la condizione del sottotetto al fine di evitare proble-mi futuri sia alle resine che agli affreschi.

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Fig. 49 - La camera climatica.

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IL RIPRISTINO DELL’ALTARE PAPALEA. Polli

Era difficile correlare le poche fotografie prese incampo lungo dell’Altare Papale della BasilicaSuperiore di Assisi dateci insieme a quei reperti, sca-glie, sfaldature e frammenti lapidei e dettagli musivisbriciolati di tessere in mosaico - accatastati o stivatiin una trentina di cassette e scatole di plastica e suuna diecina di pallets.Ma i nostri restauratori non si persero d’animo.Fu portato tutto a Firenze e nell’antico OpificioSollazzini fu iniziata l’opera di restauro.Si cominciò con il catalogare e fare una cernita deivari frammenti del paliotto individuando per lorouna collocazione di massima in base anche alle cro-mie ed ai motivi decorativi dei mosaici.Lo stesso fu fatto per le alzate della predella dove ledistonie decorative tra le varie sezioni comportavanogrande difficoltà reidentificativa.Si arrivò finalmente, dopo una lunga serie di tentati-vi, a poter definitivamente prendere una decisionequantitativa e qualitativa circa le tessere di mosaicovetroso, distinte per colore, toni di ori vari, dimensio-ne e forma, da ordinare alle vetrerie per poter inte-grare, senza neutri, quanto non era più possibilericomporre integralmente con il resto del disponibi-le.Ci si coinvolse allora, in attesa dell’approntamentodel materiale per il mosaico, nel restauro lapideo.

La mensaCome già premesso in fase di studio, non essendopossibile né conveniente dati i prevedibili risultati ecompatibilmente con la possibilità di reperimentoestrattivo, fu deciso di ricavare la Mensa da un nuovoblocco, dal momento che i 27 grandi settori di rottu-

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Fig. 50 - Si reidentificano i frammenti di mosaico

Fig. 51 - Un pannello del paliotto rimesso insieme

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ra conservati, insieme ai diversi numerosi ma insuffi-cienti piccoli e medi frammenti, non avrebbero per-messo la completa ricostruzione necessitando anchedi molti nuovi tasselli alla mosaica, che comunqueavrebbe dato come resultato un falso monolite certa-mente valido da un punto di vista strutturale, mavisivamente molto ragnatelato per l’adesivazionenon sempre irrilevante delle troppe e non perfettecommettiture sui giunti di rottura.Si sarebbe addivenuti quindi ad un lastrone nonall’altezza dell’importanza del manufatto.E qui dobbiamo ringraziare la collaborazione del Sig.Gorietti che, comprendendo l’importanza della que-stione, con il suo impegno e la sua tenacia,nell’Agosto del 1999 riuscì ad estrarre dalla sua cavadi Pietra Rosa del Subasio, un blocco dal quale poterricavare la nuova Mensa Monolitica nelle sue ecce-zionali misure tridimensionali.Il blocco grezzo fu così portato a Firenze, fresatoall’esatte misure, rettificato allo spessore, modanatoe corniciato perimetralmente.La finitura delle parti in vista fu fatta a pelle d’ovo,come d’altronde anche tutte le altri superfici lapidee(paliotto, predella, pedate ed alzate): questo per evi-tare effetti di riflessi in caso di finiture lucide e permaggiormente risaltare la brillantezza dei mosaici.

Il paliottoI sei lastroni costituenti i due frontali (anteriore eposteriore in due pezzi) ed i due fianchi del paliottodell’Altare erano in condizioni di minor degrado,rispetto alla Mensa, anche per la completezza deireperti, nonostante le gravi rotture e le numerosissi-me frammentazioni nella parte lapidea ed anchespecialmente nei decori in mosaico.Questo perché nel crollo della volta, la Mensa avevafatto per così dire da protezione.

Fig. 52 - Un pannello del paliotto rimesso insieme

Fig. 53 - I canali per le barre di acciaio di ancoraggio die-tro i pannelli del paliotto

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Furono quindi rimessi insieme con resine specialitutti i vari pezzi ed ogni elemento fu collocato a fac-cia giù su un piallaccio per potervi eseguire poste-riormente diversi canali in varie direzioni ortogonalialle rotture, nei quali si murarono a malta cementiziabarre di piatto in acciaio di grosso spessore.

I mosaici dell’altareNei pannelli in Pietra del paliotto furono ricollocatetutte le tessere originali integrandole con quellenuove fatte appositamente fabbricare a Venezia,ricomponendo in dettaglio tutte le decorazioni neivari disegni e cromie.Il lavoro dei ns. mosaicisti ha costituito la parte piùimpegnativa, lunga e difficile di tutta l’opera.

Il pavimento e le pedate della predellaRicalcando i disegni e gli spartiti originali sono statialtresì rifatti i campi del pavimento della predellausando i due toni di colore avorio e rosa della Pietradel Subasio. Anche un certo numero di nuovi ele-menti per l’ultima pedata, sono stati fatti nuovi e levarie zone degli scalini danneggiati dal crollo sonostate accuratamente tassellate.

Le alzate della predellaEssendo gli scalini originali di massello, non era pos-sibile ricreare le casse nelle alzate danneggiate odegradate. Sono stati quindi rifatti degli elementi atassello di pietra opportunamente scassettati, dove èstato rimodellato il mosaico per adeguarsi ed in talmodo ricompletare la continuità anche di questefantasiose decorazioni.

Le pilastrineSia le quattro pilastrine d’angolo in Marmo BiancoStatuario che quella posteriore centrale in Avorio del

Fig. 54 - Si inizia a ricomporre e montare il mosaico

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Subasio sono state rifatte nuove, conformi agli ori-ginali, con intervento scultoreo per i capitelli orna-ti a foglie e le formelline corniciate.Anche in questo caso, come per la Mensa, non eraopportuno e conveniente procedere al restauro diquelle originali date le loro condizioni di estremodegrado e la mancanza di troppi frammenti.È d’obbligo ringraziare le nostre restauratrici erestauratori che hanno portato a termine l’operacon motivato impegno e competente esperienza.Un plauso anche ai marmisti che hanno rimontatoin opera tutto l’Altare, con grande attenzione e pre-cisione, anche in considerazione delle dimensionied i pesi dei vari pezzi. Fig. 55 - La Mensa disegnata sulla bancata in cava prima di

estrarla

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L’ENEL PER LA BASILICA DI S. FRANCESCOM. Dal Co (Direttore Immagine e Comunicazione)

All’indomani del terremoto che ha colpito Umbria eMarche, Enel con le sue strutture tecnologiche havoluto realizzare una serie di iniziative in favoredelle popolazioni e della salvaguardia e il ripristinodei monumenti di inestimabile valore colpiti dalsisma.Tra queste, merita una particolare considerazionel’attivazione di un sistema di monitoraggio dinami-co presso il Sacro Convento e la Basilica di Assisi,per studiare l’entità degli effetti del terremoto sugliedifici e le loro modalità di risposta. Tale sistema,che rimarrà in funzione fino al 2001, consentirà divalutare l’efficacia degli interventi di consolida-mento che verranno eseguiti, permettendo cosi divariarne le modalità in tempo utile nel caso si rive-lassero inadeguati.Nell’aprile del 1998, Enel con la collaborazione deiFrati del Sacro Convento, dell’Istituto Centrale per ilRestauro e della Soprintendenza per i BeniAmbientali Architettonici Artistici e Storicidell’Umbria - Perugia, ha curato ed allestito unamostra permanente che attraverso le immaginifotografiche della Basilica ha cercato di tener vivo ilricordo di quelle opere divenute inaccessibili acausa del sisma. La mostra denominata “Aperta perrestauri”, è tuttora allestita nella città di Assisi.L’area del complesso basilicale, inoltre, è stataoggetto di un intervento illuminotecnico volto aripristinare il sofisticato impianto, realizzato daEnel già nel 1991 che aveva interessato gli interni

della Basilica Inferiore e Superiore di San France-sco, dando nuova vita agli splendidi affreschi. Unprogetto basato sulla opportuna valorizzazionedella chiesa sia come luogo religioso che comemonumento.L’impianto di illuminazione della Basilica Superioreha subito, infatti, gravi danni a seguito del terremo-to del 1997. Tutte le caratteristiche di alta tecnologiapreviste dal progetto originario sono state nuova-mente rispettate Per l’illuminazione delle pareti edelle volte, sono state utilizzate lampade ad alogenia bassissima tensione, particolarmente adatte a farrisaltare i colori degli affreschi. Il piano di calpestioe l’altare sono stati invece illuminati con lampadead alogenuri, per venire incontro all’esigenza diassicurare il livello di illuminamento prefissato perle funzioni liturgiche insieme alla necessità di limi-tare l’ingombro dei centri luminosi. Con questoimpianto, la luce immessa negli ambienti interni hale stesse tonalità della luce naturale diurna. È statopossibile realizzare, inoltre, cinque tipi di accensio-ne diversificando il livello di illuminazione anchetra le funzioni religiose normali e quelle solenni,ottenendo una migliore razionalizzazione dell’e-nergia elettrica. La potenza totale installata è dicirca 30 kW con 284 apparecchi di illuminazione. Ilavori, conclusi il 15 novembre 1999, sono stati rea-lizzati da So.l.e, la società del gruppo Enel nata perdare luce alle città e per migliorare la visibilità del-l’ambiente urbano valorizzando il patrimonio arti-stico monumentale attraverso l’utilizzo di innova-zioni tecnologiche per la tutela ambientale e lasicurezza.

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Cerco di immaginare che cosa potrà significare entrare, tra non molti giorni, nella Basilica Superiore di S.Francesco, liberata dalla selva dei ponteggi che ne faceva una sorta di strano enorme salone di metallo, ripulita neisuoi affreschi, ben illuminata, con l’altare ricostruito al centro del presbiterio. L’emozione, senza dubbio, sarà gran-de. Rimarrà, certo, il vuoto degli affreschi perduti (ma ci è stato detto, non definitivamente). Quei due “neutri” nellagrande volta consolidata e splendente saranno come due cicatrici che ci ricordano le grandi ferite subite dal tem-pio in quel tragico 26 settembre 1997.Sono sicuro che il mio pensiero andrà inevitabilmente alla desolante visione che ebbi quando, la mattina del gior-no seguente al terremoto, mi affacciai a guardare l’interno della Basilica Superiore: qualcosa che assomigliavaall’effetto di un bombardamento. E il pensiero andrà anche, commosso, a coloro che, in quel tragico giorno, in quelluogo hanno perduto la vita.La Basilica di San Francesco restaurata, resa nuovamente accessibile a tutti, sarà un grande dono. Un dono per tuttii francescani, i quali amano quel tempio nel quale la straordinaria bellezza spirituale di Francesco viene cantatadalla straordinaria bellezza artistica uscita dalle mani di sommi maestri. Un dono per tutti i devoti e gli ammira-tori di San Francesco, anche non cattolici e non cristiani, che in quel luogo incontrano il piccolo, povero e affasci-nante “fratello universale”. Un dono per i visitatori che giungono ad Assisi da tutto il mondo e che nella BasilicaSuperiore si trovano di fronte ad uno dei capitoli più suggestivi dell’arte italiana. Un dono anche agli assisani, aiquali, in un certo senso, come concittadini di Francesco, questo luogo santo e stupendo appartiene ed è particolar-mente caro (e ci auguriamo che tutti gli assisani e gli umbri che il terremoto ha strappato alle loro case possanoritornarvi quanto prima).Non è da dimenticare poi che questa restituzione della Basilica Superiore avviene alla vigilia dell’apertura delGrande Giubileo. Perciò essa è un dono anche per tutti quei pellegrini, presumiamo numerosi, che alla visita alletombe dei santi Pietro e Paolo vorranno aggiungere la visita alla tomba di colui che è stato definito il più perfettoimitatore di Cristo.Chi riceve un dono non può non esprimere la sua gratitudine al donatore. Il numero delle persone da ringraziare,in questo caso, è davvero grande, perché tantissimi sono coloro che, a livello diverso e con diverse competenze,hanno profuso energia, intelligenza e dedizione per giungere a questo traguardo e - fatto da sottolineare - in tempisingolarmente brevi. A tutti loro desidero esprimere, in particolare, il cordialissimo “grazie” di tutti i francescani.Ma il grazie sincero si eleva anche - per usare le parole di Francesco - all’ “Altissimo, onnipotente bon Signore”, Coluiche, con il Santo di Assisi, noi riconosciamo come “il bene, il sommo bene”, colui “che fa cose stupende”.

Fra Agostino GardinMinistro generale dei Frati minori conventuali