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NotizieLa vazza

N. 11-12

Novembre-Dicembre 1959

Pubblicazione mensile

riservata al personale

della Società Lavazza

SOMMARIO

pag . 3

Buon Natale!

pag . 4

Lavazza al Salone dell'Auto

pag . 6

L ' organizzazione per i bar

pag . 8

Vendite e venditori di ottobre

pag. 9

Notizie . . . Espresso

pag. 10

Visita alla torrefazione

pag . 13

Gruppo "Cimbali„

pag . 14

Commenti al secondo referendum

pag . 16

Vetrine

pag . 18

Il caffè in Italia

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Questo notiziario, cari Amici, vi giungerà in-torno a Natale (un po' prima, un po ' dopo,non sappiamo precisamente : dipende dai buo-ni portalettere le cui borse si fanno, nei gior-ni delle feste, pesantissime, strabocchevoli)ma ci auguriamo che arrivi in tempo per re-carVi i nostri migliori auguri di Buone Feste.

Notizie Lavazza chiede di partecipare alla vo-stra felicità di questi giorni lieti, bussando al-le vostre porte con l 'augurio più vivo : BuonNatale e buon Anno, Amici !

Fate entrare nella casa anche un ramo delGrande Albero attorno al quale brinda ideal-mente l ' intera Grande Famiglia Lavazza.

È il secondo Natale che trascorriamo dopo iltrasferimento della nostra società nello stabi-limento di Corso Novara.

Crediamo, senza peccare di presunzione, chequesti siano stati fra i Natali più felici per laLavazza e di conseguenza per tutti quanti tro-vano nella Lavazza il centro del loro quotidia-no lavoro.

Ci auguriamo soltanto che tutta la vostra atti-vità prosegua con la medesima progressionedi questi ultimi anni : sappiamo di poter con-tare su collaboratori di provata capacità epossiamo quindi affrontare il futuro senzapreoccuparci degli ostacoli che potranno frap-porsi sul nostro cammino.

Desideriamo solo che l'unità di intenti riescaa creare fra i 300 dipendenti Lavazza una col-laborazione sempre più viva ed efficace assicu-rando quindi una giovane forza realizzatricea tutti i compiti che ci siamo prefissati.

Buone Feste a tutti e grazie della serenità cheritroviamo in ognuna delle vostre case, comegrazie per i 360 giorni che l 'hanno precedutae che ad uno ad uno avete dedicato all'Azien-da operando con passione per il suo sviluppo.

Il profumo di caffè che concluderà il vostropranzo di festa sia anche un lieto auspicioper il lavoro futuro di ciascuno : l'obiettivo1960 è, sempre di più, che il profumo del buoncaffè Lavazza sia in ogni casa e in ogni fa-miglia.

Un buon Natale e un buon Anno Nuovo pertutti e, una volta ancora « pace in terra agliuomini di buona volontà » .

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Un folto gruppo di Produttori e Dipendenti

Lavazza di molte parti d ' Italia sono giunti a

Torino in occasione del recente Salone del-

l ' Automobile per ammirare l'Autobar Lavazza,

ivi esposto nello stand della Carrozzeria Bo-

neschi . L'Autobar è stato realizzato con una

piena rispondenza alle esigenze tecniche ed

estetiche e di esso si avvarrà la nostra orga-

nizzazione propagandistica ed assistenziale.

Giunti da Genova e Chiavari hanno posato

nella prima foto a sinistra i sigg . Formaggia,

Zappamiglio, Garlandi e, alla destra del sig.

Emilio Lavazza, il sig . Doria.

Nella immagine qui a fianco notiamo invece,

intorno al doti. Pericle Lavazza un altro folto

gruppo di amici provenienti dal deposito di

Torino-centro e dalle succursali piemontesi di

Asti, Alessandria, Biella, Novara e Voghera.

Nella prima fila da sinistra si possono ricono-

scere i sigg . Odasso, Ducato, Rolando, Castal-

do, il dott. Pericle Lavazza, la sig .na Colombo

ed ancora i sigg . Lilioni, Biella e Bergamini.

Dietro a loro i signori Ferro, Uicich con la

figlia Mirella, Trotto, Vialardi, Cupertino, Pre-

moli, Marcotti, Capello.

Davanti in basso, sono invece i signori Perac-

chio, Cantarella, Ottazzi e Vailati.

Alla finestra dell'Autobar scorgiamo il rag.

Franco Marchelli, il « mago » delle macchine

espresso e Giuseppe Naretto che con Michele

Cantarella hanno fatto gli onori di casa ai vi-

sitatori.

11 deposito di La Spezia al gran completo con

Tavernelli, Pietrini, Chiesa, Biscaldi e Cargioli

è invece riconoscibile nella seconda foto a si-

nistra . Infine, nell'ultimo « flash », sono ef-

figiati, a fianco del sig . Emilio, i signori Bar-

beris, Ferraris, Busacchi, Alberto, Costantini e

Marini dei depositi di Savona e Sanremo.

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attualità

AL SALONE DELL'AUTO

Il 31 ottobre si è aperto il Salone dell'Auto-mobile . Nello stand della Boneschi era statoesposto l'Auto-Bar Lavazza che ha avuto findai primi momenti della sua apparizione, iconsensi e gli . . . assalti degli esperti, dei visi-tatori e dei concorrenti.I1 Rag. Franco Marchelli, si è insediato inpianta stabile al Salone, praticamente viven-do a bordo dell'automezzo per poter meglioillustrare lo scopo, ricevere visite, offrire caf-fè. Il successo è stato enorme e le Miscele daBar ed il DEC in particolar modo hanno ri-scontrato il pieno favore del pubblico. I1Presidente della Repubblica si è vivamenteinteressato alla iniziativa, S . E . il Ministro deiTrasporti Angelini, si è intrattenuto a lungo

con il Dott . Pericle unitamente alle altre mag-giori autorità cittadine.Tutto il personale della Sede, ci ha fattouna gradita visita ; impeccabile è stato l'aiu-to di Cantarella e Naretto.Il giorno 4 si sono radunati a Torino i Pro-duttori dei Depositi di Asti, Alessandria, Ver-celli, Novara e Torino.Erano graditi ospiti Peracchio (Casale), Gad-da e Colombo (Busto Arsizio) Carta (Ca-gliari) Mulleri (Sassari) . Il giorno 8 dallecittà della Liguria giungevano a Torino tuttii Produttori liguri.L'entusiasmo che ha suscitato tale iniziativaci fà ben sperare per 1e sue prossime applica-zioni .

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I.'ORC ANIZZALIl )íV E

L 'enorme impulso che l 'apparizione del grup-po a idrocompressione ha dato al consumodel caffè in Italia (tanto che gli Esercizi Pub-blici assorbono circa la metà del vendutoitaliano) non poteva passare inosservato nellapolitica di vendita della Lavazza.

Se l'impostazione per un proficuo lavoro neibars poteva, nell'immediato dopo guerra, ba-sarsi su principi e mezzi molto semplici, oggitutto questo settore abbisogna di prodottiparticolari, di attrezzature speciali, di pro-duttori addestrati.

Nel 1958 la Lavazza creò il Tipo Fiera di Mi-lano, dimostrando d'interessarsi a fondo del-la vendita ai bar . La nostra Ditta, consape-vole degli obblighi derivanti dalla sua po-sizione di grande industria scelse la via delbasso prezzo accollandosi praticamente unafunzione calmieratrice contro il dilagare diprezzi varianti tra le 2.400 e le 2 .700, di siste-mi aggancio (dal regalo alle sovvenzioni) cheavevano praticamente distolto l'attenzionedell'esercente dal normale binomio prezzo-qualità.

Si scelse il prezzo di vendita di L . 2 .200 al kg.e a tale prezzo si poteva garantire una compo-sizione eccellente per una miscela da bar, uni-camente in virtù di vistosi ribassi all'origineed al nostro sistema di vendita non appesan-tito da forniture abbinate.

Con tale prezzo si cercava inoltre di togliereai concorrenti meno organizzati margini talida poter sopperire alle richieste degli eser-centi sempre più viziati o di addirittura pas-sare loro all'offerta.

La reazione dei concorrenti fu molto sem-plice : non potendo credere al nostro siste-ma, si sbizzarirono a cercare di dimostrareai clienti che anche loro potevano avere laqualità da 2 .200, non accorgendosi che la La-vazza non vendeva un prezzo, ma una qualità.

Tali dubbi ed incertezze furono anche rivela-te dagli esercenti che (increduli) stentaronoa credere a ciò e ad uscire dalle loro abitudi-ni . Mentre infatti un ribasso di prezzo ha nel-

la categoria dei droghieri una vasta risonan-za in quanto chi più chi meno ritengono diconoscere il caffè e di seguirne il mercato, neibars, la presunzione che al più alto prezzocorrisponda la migliore qualità, senza nullaconoscere del caffè, rende più arduo il compi-to di spiegare la realtà del mercato.

Coloro poi tra i concorrenti che accettaronoil ribasso, e non potendo più rinunciare allaloro politica degli interventi su prezzi cosìribassati, dovettero adeguare le qualità sem-pre per poter permettere il sovrautile a favo-re delle sovvenzioni.

Comunque, ad un anno di distanza, mentre illivello delle miscele da bar è sceso vertigino-samente quanto è salito lo zelo a procurarsiclienti con impegni, il Tipo Fiera di Milano— oggi a L . 2.100 ed avendo mantenuto inte-gre le caratteristiche di bontà — è pronto perpartire alla conquista del mercato italiano.

L 'Organizzazione Lavazza per il Bar, creatanel maggio 1959 dall'esperienza comune dellaDirezione Commerciale della Lavazza e delRag. Franco Marchelli, per lungo tempo allaDirezione della Victoria Arduino, ha per sco-po di svolgere e sviluppare l 'entratura Lavaz-za negli Esercizi Pubblici.

La necessità di scartare determinati tipi diclienti (i « grossi » e i « cittadini »), l'impos-sibiltà a seguire la via dei prestiti, la difficoltàa superare barriere create da pregiudizi, pi-grizie mentali, abitudini, l'intaccabilità allemanifestazioni pubblicitarie della categoriaesercizi pubblici, lo scarso peso che il pub-blico può avere nella scelta, nel bar, di unfornitore piuttostc che un altro, hanno por-tato di conseguenza alla creazione dell'Auto-Bar quale mezzo ideale per il contatto direttocon tutti gli esercenti delle province italiane.

Su tale autobar dove è contenuto un elegantebar-salotto, completo di ogni accessore per lagiusta dimostrazione ed erogazione di caffè,sarà possibile mettere a confronto la realtàLavazza e le incredulità degli esercenti : perquesto tutto quanto più appariscente e vali-

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do alla nostra tesi è stato profuso su questomagnifico veicolo pubblicitario.

Lasciamo al Rag . Marchelli il compito precisodi illustrare personalmente le varie finalitàche ci proponiamo di raggiungere con l ' Auto-bar e le varie modalità di impiego del mede-simo, vogliamo qui accennare al grande ser-vizio post-vendite che tale organizzazione hail compito di propagandare : il servizio di as-sistenza gratuita alla attrezzatura « caffè » dicoloro che si servono dei nostri prodotti.

Tale servizio, compiuto attraverso un auto-mezzo 600/M su giro prestabilto, mette ilcliente di provincia nella possibilità di gode-re di vantaggi che nè le case costruttrici dimacchine da caffè, nè il torrefattore locale,nè il meccanico volante sono in grado di for-nirgli a prezzi covenienti.

Iniziando dal Piemonte, l'Autobar compirà isuoi primi passi, insegnando in ogni Comuneagli esercenti avveduti, come conoscere ilmercato e come poter vantaggiosamente cu-rare i propri reali interessi.

Nello stesso tempo viene scatenata una offen-siva su tutti i bar con l'aiuto di una serie didepliant « esplosivi » che quindicinalmentevengono spediti per posta : tale serie oggicomposta di già ben 11 soggetti, ma destinataancora a crescere di numero, deve teneresempre aggiornata l'attenzione del bar suiprezzi, sui rischi dei premi e sovvenzioni, sul-le tristi conseguenze di chi richiede o accettaun fornitore con un impegno . Dai primi risul-tati sembra che i più irritati di ciò siano inostri concorrenti, ed i più stupiti siano gliesercenti (che non credevano di essere incosì brutte acque).

Quindi di queste iniziative presto o tarditutti voi beneficerete : oggi comunque restaaffidato a voi il compito di migliorare la vo-stra cultura professionale dapprima su tuttociò che concerne la macchina-espresso, nonper divenire voi dei meccanici, ma per imme-diatamente valutare il rendimento di unaqualunque macchina nel corso delle vostrequotidiane fatiche dimostratrici, perchè se

II veicolo Fiat 600/M costituisce, per le sue caratteristiche di ma-

neggevolezza e praticità, il vero e proprio « mezzo d'assalto ' per

la conquista dei pubblici esercizi.

è vero che il caffè medio può risultare buonoin una macchina efficiente, è altrettanto veroche un buon caffè risulterà pessimo in unamacchina di cattivo funzionamento . Il chenon è nè infrequente nè raro.

Ultima esortazione : siate costanti nell'assag-gio di tutti i nostri tipi ed in quelli più usatinella vostra zona . Solo il confronto può con-vincervi . Avvaletevi anche del giudizio delnostro laboratorio di analisi inviando cam-pioni !

Infine i depliants : essi devono essere da voistudiati, commentati con il nostro capo zona,capiti : contengono infatti una miniera di ar-gomentazioni valide ed efficaci per ribattere aqualunque contestazione.

E non abbiate timore : la ragione del più for-te è sempre la migliore .

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VENDITE E VENDITORI DI OTTOBRE

Non c'è miglior modo di dimostrare il pro-prio valore che superare i limiti che ci sipone.Ebbene, nel mese di ottobre, dobbiamo regi-strare due nuovi record nel campo delle ven-dite : la « Miscela Lavazza » ed il « Tipo Fieradi Milano » hanno infatti superato i limitimassimi sinora raggiunti nel 1959, preludioad una eccezionale campagna invernale.E quindi veramente consolante constatare co-me ogni giorno maggiormente ci si allontanidalla strada comune da tutti battuta per fa-cilmente incamminarci sulle vie del sicurosuccesso ; successo fatto di tutti i vostri mo-menti di lotta quotidiana, dei vostri sforzicontinui, del vostro mai venir meno ad unaprecisa disposizione.Permanendo la situazione generale in un sod-disfacente 50 « Blu », un altro dato deve ave-re una notevole considerazione : il numerodei clienti nuovi.Questi infatti hanno superato nel solo mesedi ottobre i mille nominativi : anche ciò devefar capire a voi tutti come il sistema di averein vita ogni mese, per ognuno di voi un certonumero di nuove trattavive, è il sistema mi-gliore per tradurre in vendite positive partedelle numerose visite che le Tabelle Giro viimpongono.La ricerca del Cliente di piccola e media ta-glia, facilita ovviamente questo sforzo e quasia dimostrare ciò segnaliamo come il Depositodi La Spezia abbia conquistato il 1" posto inquesta « caccia ».I nuovi 164 Clienti vengono ad arricchire ilpatrimonio di Biscaldi & C.Torino al secondo posto (96), Cremona alterzo (54), poi Asti e Milano a pari merito(51), Firenze (38) e Padova(36), sono nelleprime posizioni come complessivo di depo-sito.Tra queste cifre occorre dare particolare ri-salto a quelle dei singoli . Chiesa (66), Biscal-di (64), Passan (63), Tavernelli (35), Genga,(27), Landini (23), Castaldo (21).Tra i Rappresentanti con Deposito, meritasegnalazione l'apporto dei Clienti nuovi e vec-chi di Mezzalira, mentre il dottor Carta segna86 nuovi Clienti in Sardegna e Modenese 38 aBolzano.Sul « 61 », notizie lampo : Ducato (Torino) hail primato del mese (+ 1240), seguito da Bor-ra (Parma) (+ 1150), mentre al terzo postoè insediato Feneri (Mliano) (+ 1061) . Lospezzino Biscaldi (+ 855), il Bresciano Frit-toli Franco (+ 831), l 'Astigiano Bergamini

(+ 678) ed il Milanese Maruzzi (+ 601) sonoi protagonisti degli « oltre i 500 ».Gasparini (Rimini), Bernabei e Valentini (Mo-dena), Zucchini e Bettocchi (Bologna) Betti-nardi Ubaldo e Giuseppe (Piacenza), Barba-rini (Parma), Poli e Minoli (Bergamo), Ros-setti (Brescia), Rech (Como), Cremonesi,Murgolo, Monti, Cornaggia (Milano), Barbe-ris, Alberto, Marini (Savona), Ferraris (San-remo), Premoli (Novara), Rolando (Alessan-dria), Cameran, Ponteprimo, Odasso (Tori-no), hanno anche loro superato la rispettivaquota.Tori, Ruggeri, Polidoro, Gozzelino, Castella-no, torrione, Poggio, Rivera, Rolfo a Torino,Castaldo ad Asti, Cappello a Voghera, Trottoe Vialardi a Biella, Doria a Chiavari, Chiesa eTavernelli a La Spezia, Frittoli Fausto a Bre-scia, Bertolucci a Verona, Vitali a Ferrara,Genga a Pesaro, completano la lista dei vin-citori.

COMUNICAZIONI DALLA SEDEL ' amministrazione rammenta a tutto il perso-nale dei depositi di attenersi scrupolosamen-te alle disposizioni emanate per la chiusuradi fine anno . L'Ufficio Pubblicità (Sig . Rossi)comunica di aver distribuito il seguente ma-teriale:— vetrofanie Dec, cartelli Dec, bustine, nuo-vo sagomato da vetrina . Sono inoltre a di-sposizione dei produttori nuovi segnaprezziin plastica per silos.Rammenta inoltre le disposizioni date per leluminose, e comunica che è stata presa invisione la costruzione in serie di un nuovotipo di luminose a lettere inscatolate, per il1960.Una luminosa Lavazza Dec è stata installatain Torino, via Roma angolo piazza Castello.Tale luminosa, con giuochi di luce alterni,compone la scritta « Dec Caffè Lavazza decaf-feinato ».Sono stati inoltre allestiti i seguenti de-pliants:— presentazione autobar,

serie di sei soggetti sull 'organizzazione La-vazza per i Bar riguardanti macchinaespresso, filtro, macinatura, gruppi, val-vola di sicurezza,catalogo illustrato dei prodotti da droghe-ria,catalogo illustrato dei prodotti per bar.

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Itotitie ~dd4~

NAPOLIIl dato è tratto! Alla chetichella in provinciadi Napoli stanno apparendo i primi coffeboxLavazza.Artefice dell'entratura Lavazza in detta zonaè il Sig. Michele Gastaldi, già nostro Clientedi tanti anni fa a Racconigi (Torino) e poitrasferitosi a Napoli svolgendo attività dirappresentanza.I primi assaggi sono lusinghieri : un incorag-giamento ed un augurio.

CASALESi sono sposati il giorno 15 novembre PieroPeracchio e Mavina Mairo . Ai giovani sposigli auguri più sinceri.

RIMINIAnche Gasparini, in un colloquio a Torino,ha concordato le nuove direttive orientati-ve per la messa a punto di Ravenna e Rimini.

CA ERANOProsegue l'ottimo slancio di Mezzalira ora so-lo ad affrontare i . . . leoni locali, divenuti aquanto pare . . . piuttosto sdentati.Con la frusta di domatore nelle sue mani, ilMezzalira più non teme di essere abbandona-to ed aggredisce i clienti anche alle 11 di sera.Costretta la preda in un angolo segnava im-placabile un ordine di 135 Kg .!!

TORINOVallesi, Marengo, Mancia, Maggiora, Ceste eFerraris, sono entrati come allievi-produttori.Naretto e Volpi, sono i nuovi membri dellaorganizzazione Lavazza per il Bar. Ingrano èstato assunto in qualità di operaio.

BERGAMOPoli e Minoli + due « figli » ( Bresciani e Gra-ziani) anche qui è fatta . Alla SignorinaFranchini Maria il compito di registrare sulletabelle giri i nuovi successi.

BOLOGNABettocchi Franco è « figlio . . . » naturalmentedi Bettocchi.

CREMONA ED UNITIGente ha iniziato il giro statistico per le Pro-vince di Cremona e Mantova.Granata è impaziente di iniziare definitiva-mente ed invia ordini, soldi e relazioni .

VENEZIACi è stata gentilmente inviata dal Sig . Mellouna esauriente documentazione fotograficadella organizzazione vendite Lavazza da luicreata a Venezia.Se sul piano documentaristico tale organizza-zione pare come un complesso elegante ecomposto, vista su un piano di pratica effi-cienza, essa si è dimostrata vitale ed incisiva.Lavorare a Venezia, città che è quasi un mon-do a sè, non è facile, ma Mello ha risolto ilproblema da quel buon competente che è.

FORLI 'Carbonari passato Produttore diretto, hamosso sotto la guida di Perino, i primi passi.Da buon maestro, Perino saprà ben « pro-muovere » questo nuovo pupillo.

FERRARAIl Sig. Negrini è il nuovo Produttore che divi-derà con Vitali tale piazza . Anche in questezone, siamo quindi in assetto definitivo.

TREVISOA proposito di Preda! L 'uomo statistico —sfondatore — autista — barista ecc ., puntosul vivo nel suo onore, è tornato in provinciadi Treviso . Qui in aiuto al Sig . Gasparini diPiombino Dese, porterà l'ultima offensiva La-vazza sui già provati concorrenti locali che,felici, credevano di esserselo tolto dai piedi.

VERONAAnche Bertolucci è alle prese con i problemidi « training ». Il « poulain » Antonini lo se-gue con assiduità e promette bene.

PADOVA E DINTORNICarretta ed il suo primo . . . « figlio »! Auguri!Auguri anche al Bottin che generoso per con-to suo, obbliga invece i clienti a pagare tuttoe subito . Ottimo sistema!!!

BOLZANOAnche Modenese è entrato nel clima di riorga-nizzazione . Saremmo lieti di poter constatarei buoni frutti prima del previsto.

TRENTOPer Manfrin e Buratti i problemi sono piùardui, ma tutto viene affrontato con slancioed entusiasmo . Specie per Buratti che tendea far giungere Trento . . . sul mare .

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Russo controlla un campione prelevata dalla tostata mentre Curti

apporta le necessarie modifiche alla scala della temperatura per

regolare le fasi automatiche di accensione.

In tempo di guerra i generi di consumo eranotalmente razionati che tutti erano costretti, inun modo o in un altro, ad improvvisarsi pro-duttori, oltrechè consumatori, dei principa-li mezzi di sussistenza.

In casa perciò si faceva la pasta, si raffinavalo zucchero ed il sale, si riducevano a sigaret-te le foglie di tabacco nostrane e, natural-mente si tostava il caffè.

Di quei tempi mi è rimasta ancora impressala « cerimonia » della tostatura deI caffè . Ipochi etti di « crudo » che la famiglia era riu-scita a ottenere con chissà quali sacrifici ve-nivano prima accuratamente puliti allo sco-po di eliminare i corpi estranei, spesso ecces-sivamente abbondanti.

Entrava quindi in scena il tegame : nero, odo-roso di caffè era coperto di una cupola pro-tettrice che faceva tut t'uno col fondo e sullacima del quale era fissato il braccio del me-scolatore.

Il caffè veniva versato da uno sportellino at-traverso il quale si scorgeva il fondo dellapadella, ormai bruciato dall'uso, ed i braccidel mescolatore. L'operazione era eseguitacon cura ed estrema attenzione : la manovel-la doveva girare adagio, adagio ed il fuoconon doveva essere nè troppo alto nè troppobasso . In breve si spandeva in tutta la casail dolce aroma del caffè il quale a poco a pocodiveniva marrone per essere poi tolto dal fuo-co e steso a raffreddare.

Con questi ricordi nella mente e ignorandoquasi completamente tutti i nuovi procedi-menti industriali di torrefazione salivo neigiorni scorsi al 4° piano del nuovo Stabili-mento Lavazza per raggiungere il repartotorrefazione.

La prima cosa che colpisce il visitatore giun-gendo in questo reparto è l'imponenza dellesei torrefatrici che dominano, schierate in filaordinata, tutto l'ampio salone.

Alla sinistra di chi entra un 'intera parete avetri offre una invidiabile panoramica su To-rino e le colline circostanti . Sullo stesso latosono sistemati i due « pult » o quadri coman-

di, densi di levette, spie luminose e bottoniche controllano l'attività di carico e scaricodei silos dei crudi e dei tostati per tutte esei le torrefatrici.

Siamo ben lontani qui dai ricordi della torre-fazione casalinga : è tutto un mondo nuovoche mi si apre dinnanzi e che devo ancorascoprire.

Quando arrivai a questo reparto gli operatoridelle macchine erano intenti alla pulizia pe-riodica delle apparecchiature. Il profumoche esse emanavano e l'ambiente in cui sonosistemate mi fecero pensare per un momentoa degli enormi fiori di acciaio custoditi inuna serra di inusitate proporzioni.

Mi accoglie Francesco Curti, tarchiato, cor-diale è nella Lavazza dal 1946 : da allora haperso forse qualche capello ma non certo lavoglia di lavorare . -, ormai legato alla no-stra società da un vero e proprio sentimentodi affetto oltre che da un rapporto di lavoro.È operatore di uno dei due pult, l'altro è go-vernato da Giovanni Bonato mentre MarioRusso è assistente di entrambi.

Curti incomincia a indicarmi le macchine, midescrive la corsa che il caffè compie, prima edopo la tostatura, dai silos delle cantine allemiscelatrici del secondo piano . I suoi gestisono ampi e sicuri e si vede bene che la torre-fazione ha per lui ben pochi segreti. Nellecantine, egli mi spiega, sono sistemati duegrandi silos . Ciascuno di essi è diviso in ven-ti celle diverse da 15 q .li l'una così da poterconservare ben quaranta tipi differenti dicaffè crudo . I caffè tostati sono invece con-servati al terzo piano nei silos di maturazio-ne : la situazione dei quantitativi di tostati ecrudi disponibili si ottiene dalla semplice let-tura delle spie luminose poste sui due pianidi comando dei pult . Quando il tostato di«Santos », per esempio, comincia a scarseg-giare per effetto della confezionatura dei pro-dotti, l'operatore richiama dai silos delle can-tine il crudo di « Santos », immettendolo nel-la torrefazione.

Per fare ciò dispone del quadro comandi do-ve. essendo le celle contrassegnate da venti

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nostri reparti

VISITA ALLA TORREFAZIONE

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spie luminose e da altrettanti pulsanti, eglipuò scegliere il crudo di « Santos » dal silosove è conservato . Dopo che è stato impartitol'ordine, schiacciando i bottoni corrisponden-ti, il caffè viene estratto per mezzo di comandielettrici, dalla propria cella e pesato sino alquantitativo utile di 200-240 kg. (vale a direla capacità di ogni singola torrefatrice) Que-sta prima operazione avviene in dodici secon-di circa . Il crudo viene quindi aspirato e con-dotto attraverso una lunga tubazione sino alquarto piano, superando un dislivello di 30metri, dove cade nelle tramogge che sovra-stano i tamburi di torrefazione.

Le camere di torrefazione sono infatti costi-tuite da un tamburo rotante nel cui interno èfissato un gruppo di mescolatori elicoidali.

Sotto il tamburo brucia una fiamma di gasmisto ad aria a forte pressione che raggiun-ge in due minuti dall'accensione una forza di250-275" di caloria. Il caffè, che dalle tramog-ge cade nell'interno del tamburo, raggiungenel giro di 16-17 minuti il giusto grado ditostatura perdendo il 20% del suo peso.

Naturalmente questa fase è seguita con par-ticolare attenzione dall'operatore che può ri-levare dagli appositi indici posti negli arma-di di comando a fianco delle macchine, le di-verse fasi della tostatura . In essi la fiammadel gas viene ridotta mano a mano che l'ope-razione va compiendosi, fino allo spegnimen-to della fiamma a torrefazione avvenuta.

Il caffè si riversa allora nella griglia di raf-freddamento dove, mentre viene mescolatoda due pale rotanti, riceve una corrente diaria dal basso verso l'alto che lo libera dairesidui volatili della torrefazione e ne agevolail raffreddamento . Il tostato rimane sulla gri-glia per alcuni minuti (il tempo varia a secon-da della temperatura esterna) ; viene quindiaspirato dalla spietratrice che opera la sele-zione definitiva dei grani trattenendo tutte leultime scorie . Avviene quindi il passaggio al-le bilance che registrano automaticamente ilpeso del tostato fornendo una documentazio-ne esatta del lavoro compiuto giornalmente.

Da qui il caffè viene inviato al 3° piano depo-

sitandosi in appositi silos in attesa della mi-scelatura che avviene, attraverso appositisbocchi, al terzo piano . Lo scarico dal tam-buro di torrefazione, il raffreddamento, laspietratura, la registrazione del peso e lo sca-rico nei silos non richiedono più di cinque

Giovanni Bonato, dinnanzi ai piani di comando dei pult, preor-

dina Io scarico del caffè torrefatto nei silos di maturazione .

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minuti : l'intera fase di lavorazione vienequindi compiuta in circa mezz 'ora per ogni200-240 Kg. di crudo.

Dato però che l'automatismo dell'impiantopermette una produzione in stretta rotazione,ogni sedici minuti un nuovo carico di crudoviene immesso nella produzione . Di conse-guenza, mi precisa con soddisfazione Curtiscrutando la mia aria meravigliata, facendoagire le sei macchine 24 ore su 24 si possonoottenere mille quintali al giorno complessiva-mente.

Ciò che è più singolare nel reparto torrefa-zione è il fatto che il caffè, oggetto della lavo-razione, non si vede mai . Esso gira nei tubi,cade nella tramoggia, penetra nel tamburo,passa nella griglia e finisce nella bilancia sen-za farsi vedere (c'è infatti solo uno sportelloa vetri nell'imbuto di carico e una porticinaal di sopra della griglia) . Un fatto curioso : glioperatori mi dicono che hanno acquistatouna tale familiarità con i rumori particolariche accompagnano ogni fase di lavorazione,che possono immediatamente capire se qual-cosa non funziona bene . È chiaro però che gliindici di controllo elettronici ed i pult sono labase normale di osservazione. Ma le macchi-ne per quanto perfette devono essere sempregovernate da uomini il cui contributo rimanetuttora insostituibile.

Francesco Curti ad esempio incominciò a la-vorare nella Lavazza nel 1946 . Allora con luilavorava anche Emilio Garrone, primo torre-fatore della nostra società, deceduto questoanno, che lavorò per la Lavazza per così tantianni da meritarsi una medaglia d'oro per lafedeltà e l'attaccamento dimostrato ai nostricolori . 15 anni fa il complesso macchine delreparto torrefazione in Corso Giulio Cesareera costituito da alcune vecchie Probat acarbone. Erano buone macchine ma doveva-no essere alimentate a mano e non carica-vano più di 60 Kg. per volta. L 'operatorequindi doveva essere a un tempo facchino(per caricare le macchine) e fuochista (peraccendere il carbone e mantenere un fuococostante) . Vennero poi le Petroncini che to-stavano fino a 100 Kg. alla volta e avevanoil caricamento meccanico . Il 1° novembre

1957 ci fu il trasferimento nel nuovo stabili-mento e Curti ricorda ancora l'emozione chesuscitò in lui e nei suoi colleghi il potersi ap-plicare alle nuove macchine . All'inizio furonoaiutati dai tecnici tedeschi che avevano in-stallato i macchinari ma poi presero in breveconoscenza di tutte le nuove apparecchiaturecosì da assicurare a questo reparto la capa-cità produttiva che tutti desideravano . Curtiè ben lieto del suo lavoro : dice di dover mol-to alla Lavazza che gli ha dato un lavoro eduna casa . Essendo il custode dello stabili-mento è anche infatti l'unico inquilino stabiledi Corso Novara 59 . È sposato da 13 anni :ha una bambina che si chiama Maria Ritache è nata due anni fa, quasi contemporanea-mente alla inaugurazione del nuovo stabili-mento. Alla « torrefazione » con Curti c'è an-che Giovanni Bonato che è con noi dal 1948anch'egli è sposato e padre di due bimbe econdivide con Curti la passione per la pesca.

Nel reparto quindi quando non si parla dicaffè si può essere certi che sono i lucci ele trote ad animare la conversazione . MarioRusso è il « bocia » del reparto : assunto nelgennaio dell'anno scorso ci abbandonerà traqualche mese per adempiere agli obblighi dileva. Il tempo libero lo dedica in buona partealla poesia, il suo hobby preferito, dopo esser-si impegnato in passato allo studio dellatromba e alla pratica dello sport podistico.

È juventino, e, buon frequentatore delle salecinematografiche, confessa di avere una spic-cata preferenza per il volto dolce e affascinan-te dell'attrice inglese Jean Simmons . Curti,Bonato e Russo formano un trio ben affiatatoe nel quale la quotidiana collaborazione è ce-mentata in legami di stima e d'amicizia . Nonè quindi strano che da questo accordo nascauna fattiva applicazione alle necessità delreparto, assicurando al ciclo di lavoro unavigilanza attenta ed un'attività ben rispon-dente alle esigenze della produzione.

Tre uomini, sei torrefatrici, 1 .200 Kg. di to-stato ogni quarto d'ora questo è il risultatodell'automazione applicata all'industria delcaffè : un risultato di cui possiamo essere fierie che molti ci invidiano.

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bar

LE MACCHINE PER CAFFÈ

GRUPPO "CIP1BALl„

La « Cimbali » costruì le prime macchine percaffè espresso a Milano nel 1912 affermandosivia via per emergere dopo la seconda guerra,quando con una accorta pubblicità radiofo-nica aveva diffuso lo slogan : « al bar nonchiedete un caffè_ chiedete un cimbalino ».

Prerogativa di questo gruppo fu l'applicazio-ne di un compressore sottobanco che svilup-pava le atmosfere necessarie per creare lacrema caffè . In seguito abolì il compressore emise in commercio un gruppo a pistone azio-nato, anzichè da un mollone centrale, da duemolle laterali a lamina . Oggi queste due mol-le sono state sostituite da tre molle coassialimontate sul pistone . Questa soluzione consen-te una durata maggiore ed una elevata co-stante elastica, vale a dire una minima diffe-renza di compressione fra la posizione supe-riore ed inferiore del pistone . La manovra disollevamento del pistone è assai leggera eveloce e l'impugnatura orizzontale è scorrevo-le ed offre una certa comodità. A differenzadi quasi tutti gli altri, il gruppo Cimbali haun corpo assai ridotto e direttamente appli-cato sul cilindo di rame della caldaia . Inoltreil gruppo è completamente contenuto in uncarter che evita la dispersione del calore.

Le molle sono ispezionabili dall'esterno ondepermettere una periodica e facile ingrassatu-ra. La sostituzione delle tre guarnizioni delpistone è assai semplice, perchè togliendotre sole viti, leva, pistone e molle, sono sfila-bili verso l'alto.

La pressione d'esercizio è relativamente bas-sa in quanto è compresa fra 0,7 e 0,9 atmo-sfere.

I tipi di macchine « Cimbali » attualmente incommercio sono chiamate « Granluce » dauno fino a sei gruppi e « Rubino » fino a duegruppi . Particolare successo sta ottenendo inquesti tempi la macchina automatica idrauli-ca, di cui in seguito illustreremo le prero-gative.

Gruppo tipo VICTORIA ARDUINO

La Victoria Arduino, la Casa torinese che hail vanto con la Pavoni di Milano di aver crea-to e diffuso nel mondo le macchine per caffèespresso, (entrambi sono sorte nel 1905), fece

coincidere la nascita del suo gruppo a pisto-ne con la presentazione dei carrelli-bar allaFiera di Milano del 1951.

Il gruppo Victoria Arduino è assai massiccioe ricorda come struttura esterna quelli dellaGaggia e Faema. Due cose sostanzialmentelo differenziano : la pompetta per l'entrataacqua sistemata anteriormente e l'attaccogruppo incorporato alla caldaia, per cui l'ac-qua calda della caldaia tiene il corpo grupposempre caldo. Se questa caratteristica è par-ticolarmente apprezzata dagli utenti di mac-chine piccole (uno o due gruppi) richiede par-ticolari accorgimenti per i grandi esercizi,specie nelle ore di punta, per evitare il caffèbruciato . Per assicurare però una crema caffècostante sia nei momenti di pausa che dipunta, la « Victoria Arduino », in accordo conla « Condor » di Torino ha posto in commer-cio il gruppo Rota e lo scambiatore termico(pure brevetto Rota) . Il gruppo « Rota » ha

La sezione deI gruppo « Cimbali » per macchine espresso .

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COMMENTI

un vantaggio enorme : per fare un caffè èsufficiente abbassare la leva a metà . Per duetazze basta abbassare completamente la levauna volta sola . Particolarità non indifferenteperchè riduce praticamente a metà lo sforzofisico che il barista deve compiere per fareil caffè.

Lo « Scambiatore Termico » invece è un ri-trovato semplice che consiste in una serpen-tina immersa nell'acqua calda della caldaia.

Più caffè si fanno più acqua dell'acquedottopassa velocemente nella serpentina e nonpotendosi riscaldare eccessivamente non bru-cia il caffè . Meno caffè si fanno e più l'acquaresta nella serpentina riscaldandosi maggior-mente . Anche la Victoria Arduino ha costrui-to una macchina semiautomatica completa-mente elettrica ed inoltre ha realizzato unamacchina funzionante a gettone, macchinaperò non ancora commerciabile.

Fin qui abbiamo parlato dei gruppi Gaggia,Faema, Cimbali, Victoria Arduino e Condor.Meritano menzione anche i gruppi Pavoni,Carimali, Eterna, Antares, Universal, Ranci-lio, Record, Augusta, San Giorgio, Celemex,Eureka, ecc. ma prima di questi tratteremoinvece prossimamente dei principali gruppiautomatici, attualmente in commercio.

CHIUNQUE DESIDERI COLLABORARE A « NOTIZIE LAVAllA FOR-

NENDO ARTICOLI, RICHIESTE DI INFORMAZIONI, FOTOGRAFIE,

PROPOSTE OD ALTRO E' PREGATO DI INVIARE I PROPRI ELA-

BORATI A:

REDAZIONE « NOTIZIE LAVAllA

DAC - VIA CAPECELATRO, 14

MILANO

TUTTO IL MATERIALE PERVENUTOCI SARA' ACCURATAMENTE ESA-

MINATO E, SE DI COMUNE INTERESSE, PUBBLICATO SU QUESTE

PAGINE .

Con questo secondo articolo concludiamo l'e-same del secondo Referendum Notizie La-vazza.

Nell'ultimo numero abbiamo riassunto stati-sticamente le risposte precise che avete datoad ogni singola domanda . Questa è invece laoccasione di riportare e presentarvi le opinio-ni, i suggerimenti gli stati d'animo che cia-scuno di voi ha voluto sinteticamente espri-mere sull'opera e l'utilità di Notizie Lavazza.

Questa parte dell'inchiesta è certamente lapiù interessante per il nostro lavoro : essa cimette nelle condizioni di poter già dare unaprecisa fisionomia alle vostre richieste ; mac'è di più : senza fatica voi ci avete cor-dialmente offerto quella collaborazione checi piacerebbe avere in ogni momento : idee,parole, incitamenti per fare ogni giorno diNotizie Lavazza un vivo giornale, sempre piùutile alla grande Famiglia e ad ognuno di noi.

Molti, veramente molti, i suggerimenti che cisono arrivati ; e tutti appropriati : segno cheil referendum è stato considerato con atten-zione.

Alcuni di essi riguardavano anche problemitecnici e di produzione : è stata nostra pre-mura trasmettere queste parti agli Uffici com-petenti . Siamo certi che chi ci ha scritto inquesto senso troverà molto presto la rispostanel prodotto stesso.

Riportiamo invece gli argomenti di interesseimmediato per « Notizie Lavazza ».

Due amici ci hanno espresso le loro riservesulla presentazione del notiziario : pensiamodi averli accontentati già dal numero scorso.La nuova veste tipografica ne fa oggi una buo-na pubblicazione aziendale, all'altezza deitempi, come l ' intero complesso Lavazza.Il notiziario migliorerà ancora nei prossiminumeri, quanto più materiale, fotografie edarticoli voi ci farete pervenire.

Ci avete scritto : « Credo che sarebbe bellofotografare gli avvenimenti più importantiriguardanti il personale . . . ».Certo, a noi pare il sistema migliore per ap-profondire una cordiale conoscenza recipro-ca : mandateci allora fotografie, amici, maveramente importanti per voi.

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iniziative e studi

AL SECONDO REFERENDUM

Un altro lettore vorrebbe vedere immagini« dei nostri automezzi in vie impervie ed insituazioni difficili . . . » . Non lo auguriamo anessuno, ma . . . se vi capitasse di bucare sulloStelvio, prima di cambiare la gomma fate unabella fotografia ; ed accontenterete anchequesto esigente collega.

Sempre per rimanere nel campo, un altroamico (dopo aver premesso una dichiarazio-ne molto impegnativa alle sue risposte : « giu-ro di dire tutta la verità, nient'altro che laverità » . . .) ci ha specificato le sue ben precisepreferenze in fatto di fotografie . Egli vuoivedere « Naldini mentre tira giù la sbarra,Francone mentre impreca ed urla, Pasquali-no alla macchina espresso con il suo camiceimmacolato e Sappa mentre sgobba come unnegro ».

Il Nostro desidera anche l'Organizzazione diuna squadra sportiva interna maschile e« Femminile » si intende ! Bene, ragazzi, co-minciate a mettervi d'accordo tra di voi, acontarvi . Poi Notizie Lavazza vi aiuterà.

Altri amici ancora gradirebbero vedere fotodel personale o scattate dal personale : man-datele, vedremo di farle entrate tutte gra-dualmente nelle pagine del notiziario . Lostesso per gli articoli, che aspettiamo secon-do la vostra promessa.

« Certe relazioni di capi reparto e di pro-duttori dovrebbero essere materiale utile perla compilazione di questo notiziario » ci hasuggerito un altro lettore . Sarà presto ac-contentato, perchè questi scritti tecnici co-minceranno ad apparire nei prossimi numeri.

Dobbiamo rispondere la stessa cosa ad un al-tro amico che giustamente ci scrive : « Soloun problema mi interessa veramente : comevendere di più? » . Tra non molto apparirà suNotizie Lavazza una serie di articoli sulle mo-terne tecniche di vendita.

Da un 'altra parte ci è giunta una simpaticarichiesta : « Vorrei vedere le foto del perso-nale amministrativo della Sede, giacchè nonli potrò conoscere, se non venendo sino aTorino ».

Pensiamo che questa sia l 'opinione di un po 'tutti coloro che sono nelle Filiali e nei Depo-siti e che hanno occasione di trattare spessocon i colleghi della Sede . A poco a poco cer-

cheremo di dare un volto ad ogni firma, disostituire ad ogni nome un cordiale sorriso.Un lettore ci ha scritto : « È inutile dire atutti bravo di qui, bravo di là . . . qui siamotutti uguali » . Occorre forse ricordargli chec 'è una graduatoria . In ogni caso, caro amico,noi vorremmo riportare il nome di tutti, ilsuo per primo ; ci auguriamo di averne prestol'occasione.

Presto si farà la rubrica « Lettere al Diret-tore », che ci è stata richiesta di diverse par-ti . Voi capite, che condizione essenziale al suoinizio è la vostra buona volontà : scrivetecisubito ed allora la potrete vedere anche dalprossimo numero.

Ci è stato anche suggerito di « trattare piùspesso argomenti che interessino da vicinonon soltanto il personale viaggiante, ma an-che il personale interno . . . » . Possiamo assicu-rare il lettore che terremo conto anche diquesta sua proposta.

Non ci stanchiamo di ripetere però, che, perfare di Notizie Lavazza un periodico azienda-le completo, occorre una continua collabora-zione da tutti voi . Non ci vuoi molto a buttargiù una paginetta di opinioni, a dar lo spun-to — con una buona idea — per un serviziointeressante . Come quel collega che ha sugge-rito nel suo questionario di iniziare una ras-segna dei diversi tipi di caffè, con un raf-fronto dei « vari chicchi di caffè, per poter ri-levare le differenze di forma . . . » È certamen-te una buona idea, che vedremo più avantidi sviluppare.

Abbiamo scelto queste risposte per non trala-sciare l'accennare alle opinioni più diverse.Gli altri colleghi hanno preferito riaffermarei concetti da loro già espressi nella rispostaalle singole domande.

Voi tutti avete dunque assegnato già in parteun programma ai prossimi numeri di Noti-zie Lavazza : aiutateci ora a renderli più vivied interessanti, parlando direttamente dallesue pagine.

La nuova veste del nostro periodico è già ungran passo avanti : siamo certi di farne prestoun altro con il suo contenuto.Sarete orgogliosi, in futuro, di mostrare No-tizie Lavazza al Cliente, agli amici, ai cono-scenti .

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drogherie

VETRINE

Mettere in mostra i prodotti da vendere èstata una abitudine dei mercanti di tutti itempi . La tentazione visiva occupa un postosempre crescente negli acquisti, suscitandonel consumatore improvvisa curiosità o desi-derio.Una serie di inchieste ha infatti dimostrato (equesto vale anche per gli articoli abitudinari)che 1'87 % delle vendite è determinato dallavista dell'articolo e il 26% dei compratoribasano la scelta del negozio sul materialeesposto.Quante volte noi stessi abbiamo deciso unimprovviso acquisto esclusivamente attrattidalla vista di un oggetto ben esposto in unavetrina o attraente di per se stesso ; quantevolte noi stessi andiamo a fare due passi perguardare le vetrine, e già sappiamo quali so-no i negozi che attireranno le nostre atten-zioni e quali quelli che, per una mediocreesposizione, scarteremo senz'altro?Se voi volete un esempio valido del principio« la merce esposta si vende da se », non aveteche da osservare un mercato rionale, o inuna concezione moderna, i famosi « super-market ».Su ambedue i casi l'es posizione generale, lapossibilità di scelta, la libertà stessa che loacquirente gode, determinano un acquistoben motivato.

Negozio della sig .ra Teresa Gamalero in corso Tassoni 57 a

Torino . La vetrina è stata eseguita dal sig . Pier Giuseppe Rivera.Si tratta di un cliente nuovo e l'allestimento vetrinistico dovrebbe

incrementarne il consumo settimanale .

C'è anche chi si sperde dinnanzi ad una plu-ralità di marche dello stesso articolo ed allo-ra ricercherà la prima marca che gli vienein mente.C'è chi invece decide l'acquisto esclusivamen-te attratto dalla novità delle marche esposte.Orbene, la vetrina di un droghiere, deve svol-gere la stessa funzione ; presentare diretta-mente al pubblico un prodotto, una confezio-ne, un prezzo e suscitare proprio per l ' innatacuriosità di ognuno di noi, un differente mo-tivo di acquisto.Molte volte il pubblico non acquista perchènon sa che un certo prodotto è presente innegozio, altre volte perchè ne ignora il prez-zo, altre volte perchè non ha il coraggio di do-mandarlo. La conoscenza dell'esistenza di unprodotto che il consumatore ha attraversol'esposizione in vetrina, determina poi una si-curezza nella domanda all'atto dell'acquistoche fa superare quelle naturali timidezze chemolti acquirenti possono avere.Spesse volte il colloquio che si ha con il dro-ghiere può provocare, in chi acquista, reti-cenza, incertezza al punto tale da lasciarsiinfluenzare totalmente sulla scelta di un pro-dotto.Informate quindi il consumatore che in quelnegozio si vendono i Caffè Lavazza, aiutateloa scegliere il prodotto che gli è più conve-niente con l'indicazione dei prezzi, non basa-tevi sulla luminosa per richiamare l'atten-zione di chi passa.È stato sperimentato infatti che pochi vedo-no le luminose, sia perchè generalmente nonsi guarda mai in alto, ed in secondo luogo lapercezione della luminosa è un fenomenoquasi inconscio, privo di mordente . Molte vol-te poi la luminosa è nascosta parzialmente dacartelli, decalcomanie o altro.Il materiale stesso di esposizione influiscenella scelta ed è stato provato che le consu-matrici sono « attirate » secondo tali percen-tuali :

fino a 25 anni 1 ' 82 %dai 25 ai 40

1'80 %oltre i 40

il 76 %Un nuovo sagomato da vetrina è stato per voipreparato ; anch'esso possiede delle doti disemplicità come i precedenti . È molto piùvistoso, luminoso e più efficace : possiede laprerogativa di poter contenere due confe-zioni.Abbiate cura di questo materiale : è il vostroprimo biglietto da visita nel riguardo del vo-stro consumatore.

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wueE~rwwnu~r.~~uivae~ca~ur~

1

i - Vetrina al n . 40 di corso Belgio a Torino

dell ' esercente sig .ra Maria Monchiero . Il sig.

Ezio Gozzelino spingendo a fondo lo sforzo

propagandistico e curando assiduamente il

cliente ha portato il consumo medio da 10

a 30 kg . mensili.

2 - Negozio del signor Agostino Merletti in

via Saluzzo 17 . L'allestimento è del sig . Vit-

torio Polidoro del deposito centro Torino . Il

quantitativo settimanale di questo cliente è

stato portato da 10/12 kg . agli attuali 20/25.

La zona è molto battuta dalla concorrenza e

questo risultato può quindi essere considerato

come una punta massima di incremento delle

vendite.

3 - Vetrina dell'esercente Giovanni Tollini ai

N . 86 di via Guido Reni . Il consumo di questo

negozio si aggira sugli 8-10 kg . settimanali . Il

cliente appartiene al sig . Bruno Borrior.e an-

ch'egli del Deposito Centro .

2-3

4 - Il signor Guido Tori del deposito di To-

rino ha allestito questa vetrina per il bar pa-

sticceria torrefazione Alovisi in via Malta, 10.

Questo cliente, il cui consumo era notevol-

mente diminuito, ha avuto una netta ripresa

grazie ai buoni sconti e all ' allestimento della

vetrina.4

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appunti storici

IL CAFFE' IN ITALIA

Con la parola caffè noi intendiamo tanto la

pianta quanto il seme e la bevanda.

Caffè vuol dire mondo arabo, e la via di ma-

re tra il mondo arabo e l'Europa per molti

secoli ha fatto capo a Venezia . Anche altri

porti italiani ebbero commercio col Levante;

quasi certamente il caffè passò pure di là;

e di là probabilmente si diffuse nelle vicine

città di terraferma . Per ora l'accenno più an-

tico all'uso del caffè come bevanda sarebbe

nella « Relazione » di Gianfranco Morosin,

ballo della Serenissima a Costantinopoli fra

il 1582 e il 1585 . Il rapporto afferma : « Qua-

si di continuo i Turchi stanno a sedere, e,

per trattenimento, usano di bere pubblica-

mente, così nelle botteghe come anche nelle

strade, un'acqua nera, bollente quanto pos-

sono sopportare, che si cava da una semen-

te chiamata cavée, la quale dicono abbia la

virtù di far star l'uomo sveglio » . Chiaro che

sulla fine del '500 a Venezia non si beveva an-

cora caffè . Solo verso il 1633 si sente parlare

del caffè a Venezia ma si pensi che lo si ven-

deva nelle farmacie, a carissimo prezzo come

medicinale . Ma solo 30 anni dopo, 1 ' 11 apri-

le 1676, il Senato dava già incarico ai Savi

della Mercanzia di aumentare al massimo il

reddito ricavato « dall'abbondante vendita

introdotta del caffè che è destinato all'alletta-

mento del senso » ; e la prima bottega del

caffè, aperta nel 1683 sotto le Procuratie, fu

immediatamente seguita da innumerevoli al-

tre, che costellarono in breve la magica piaz-

za e invasero la città intera . Nel 1716 quando

già a Venezia e ci Roma 10 si beve da tutti in

pubblico e in privato, un opuscoletto stam-

pato dal Pittoni, un vero e proprio opuscolo

pubblicitario, raccomanda le virtù del caffè

« bevanda la più salutifera di quante intro-

dotte in Italia » . La vignetta del frontespizio

rappresenta qualcosa che assomiglia molto

da vicino a un bar : davanti al banco, tre

gentiluomini veneziani in piedi, i due ai lati

col bicchiere già pieno, quello in mezzo colto

nel momento in cui il barista glielo riempie.

Preannuncia le vignette con cui lo Zatta illu-

strerà la « Bottega del Caffè » del Goldoni, e

non lascia dubbio su quello che era ormai il

caffè nell'opinione del pubblico . Medici e far-

macisti lo raccomandano e affermano che

gli effetti sono miracolosi : « Giova grande-

mente alla digestione vivifica molto gli spi-

riti tiene il cuore allegro reprime il do-

lor di testa e così via » . Alcuni buongustai

già si adoprano per far ricette sul miglior

modo per tostare il caffè . Vari ricettari ven-

gono pubblicati. Il Magri, un vero speciali-

sta, raccomanda la sua ricetta come la più

perfetta che si possa trovare . Intanto atten-

zione alla tostatura : « Chè, se il seme restas-

se arido e molto abbruciato, non vale cosa

alcuna ».

Per tostarlo lo si pone in un tegame e si fa

« brustolire sopra la brage con maneggiarlo

sempre » . Pestato in un mortaio pulito « in

maniera che la polvere non diventi nera ma

piuttosto lionato oscura » e ridotto in pol-

vere finissima si setaccia . « Si prende poi un

vaso stagnato di rame, oppure un cuccumo

di terra invetriata, vi si fa bollire dell'acqua

e in questa si mette la polvere di caffè e per

un'altro quarto d'ora si lascia bollire, avver-

tendo soprattutto che la schiuma non esca

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a15u1uKI3f11 ffi.

:

fuori nel bollire, poichè quella è la sostanza

migliore del caffè. Dopo bollito si tirerà il

vaso indietro lasciandolo riposare in modo

che la posa si adagi sul fondo » . C'è chi fa ri-

bollire i fondi il giorno dopo ; ma questo suc-

cede nelle « officine » cioè nei caffè pubblici.

Imbrogli che già facevano uscire dai gangheri

i buoni veneziani . Non mancavano i detratto-

ri . Il Redi, studioso profondo di farmachi e

veleni, bollava il caffè in tre memorandi ver-

si implacabili :

« Beverei prima veleno

che un bicchier che fosse pieno

dell'amaro e rio caffè ».

Ma alla metà del Settecento il trionfo delcaffè è completo . Ne bevon tutti adesso, ric-

chi, poveri e poverissimi, patrizi, borghesi e

plebei. In ogni piazza d 'Italia si aprono bot-

teghe di caffè . Sul principio dell'Ottocento è

un pullulare di caffè ; tino più ricco ed ele-

gante dell'altro . I nuovi che si aprono spin-

gono via via i più vecchi a rinnovarsi . Nes-

sun principe, divo, milionario sdegna di sede-

re a un tavolino di un caffè e sorseggiare

l'aromatica bevanda. I caffè diventano cen-

tro di pettegolezzi, di discussioni politiche o

d'arte, il luogo di convegno di intellettuali.

Cade la Repubblica, tramonta Napoleone,

passano gli anni più amari della Santa Al-

leanza : i caffè non perdono importanza. Se

mai, negli anni che seguono, di silenziosa

maturità della libertà nazionale, ne vengono

acquistando : come avviene di tanti caffè, nel-

le principali città italiane che divengono ni-

do di cospiratori e di patrioti.

I più illustri sono a Torino dove la storia dei

caffè concresce e quasi si identifica con la Sto-

ria del Risorgimento nazionale . I tempi nuo-

vi col loro dinamismo irresistibile hanno tol-

to ai più il godimento pacifico di sorseggiare

una buona tazza di caffè seduti su morbidi

divani di velluto come nell'800.

Oggi si sta ritti al banco e si ingurgita di

fretta quest'ottima e corroborante bevanda.

Ma il contributo che il caffè dà al benessere

e all'intelligenza degli uomini, pur sotto di-

versa forma, è sempre rilevante.

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LAV ~ 11AINDUSTRIA DEI CAFFÈ TOSTATI - TORINO