Notizie dalla Scuola Materna di Venegono...

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Notizie dalla Scuola Materna di Venegono Superiore Carissimi genitori, per condividere una riflessione con chi non la conoscesse ancora. E una donna che reggeva un bambino al seno disse: parlaci dei figli. E lui disse: I vostri figli non sono figli vostri. Sono figli e figlie della sete che la vita ha di se stessa. Essi vengono attraverso di voi , ma non da voi, e benché vivano con voi non vi appartengono. Potete dar loro l’amore ma non i vostri pensieri: Essi hanno i loro pensieri. Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime: Essi abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno. Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi : La vita procede e non s’attarda sul passato. Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccati in avanti. L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane . Affidatevi con gioia alla mano dell’Arciere; Poiché come ama il volo della freccia, così ama la fermezza dell’arco.” da “ Il Profeta”di Kahlil Gibran Con l’augurio e il saluto di Piera Santandrea Anno 14 Numero 2 Aprile 2017

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Notizie dalla Scuola Materna di Venegono Superiore

Carissimi genitori,

per condividere una riflessione con chi non la conoscesse ancora.

“E una donna che reggeva un bambino al seno disse: parlaci dei figli.

E lui disse:

I vostri figli non sono figli vostri.

Sono figli e figlie della sete che la vita ha di se stessa.

Essi vengono attraverso di voi , ma non da voi,

e benché vivano con voi non vi appartengono.

Potete dar loro l’amore ma non i vostri pensieri: Essi hanno i loro pensieri.

Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:

Essi abitano la casa del domani, che non vi sarà

concesso visitare neppure in sogno.

Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi :

La vita procede e non s’attarda sul passato. Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccati in avanti.

L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane .

Affidatevi con gioia alla mano dell’Arciere; Poiché come ama il volo della freccia,

così ama la fermezza dell’arco.”

da “ Il Profeta”di Kahlil Gibran

Con l’augurio e il saluto di

Piera Santandrea

Anno 14 Numero 2

Aprile 2017

A cura della coordinatrice Emanuela Canziani

E’ nei Vangeli che troviamo le indicazioni necessarie per compiere questo viaggio insieme ai nostri bambini ed è da queste pagine che è nato il nostro cammino

quaresimale. Con i nostri bambini abbiamo voluto ritrovare il tempo per: riflettere,

esplorare, osservare, conoscere, imparare, creare, narrare, sperimentare relazioni,

vivere e riconoscere emozioni.

Abbiamo pensato di proporre uno speciale momento di cammino in preparazione alla

Pasqua tutti insieme in salone, suddividendolo nelle 5 settimane della Quaresima.

E quest’anno abbiamo potuto contare sulla presenza speciale di don Carlo che, nei panni di Gesù e con l’aiuto delle maestre, ci ha raccontato le pagine del Vangelo. Da

subito i bambini sono stati catturati dalla semplicità con cui don Carlo parlava loro,

dalla complicità che ha saputo creare con loro e anche dalla sorpresa di vedere le

maestre in una nuova veste, quella di attrici!

Ecco i temi che sono stati affrontati durante le cinque settimane di Quaresima.

1 settimana: cos’è la Quaresima, Gesù è un uomo e sceglie i suoi amici

2 settimana: Gesù e la samaritana:” Io sono l’acqua viva della felicità” 3 settimana: Gesù entra in Gerusalemme (anche noi facciamo festa tutti insieme a

Gesù con una processione con l’ulivo nel giardino della scuola cantando “Osanna”) 4 settimana: ultima cena (Gesù si fa pane e vino per entrare nel cuore di tutti)

5 settimana: passione, morte e resurrezione (Via Crucis in sala da pranzo o in Chiesa)

Tutto questo percorso è stato fatto attraverso la drammatizzazione sacra e la

lettura di brani di Vangelo, racconti, canti, poesie, filastrocche preghiere del tempo di

Pasqua, attività grafico-pittoriche, momenti di confronto in classe realizzazione di

addobbi per la classe e la scuola, realizzazione di un lavoretto per gli ammalati della

Parrocchia e per mamma e papà, documentazione del percorso vissuto.

DALLA RIVISTA “PRIMA I BAMBINI” DELLA FISM –FEBBRAIO 2017

“Serve anche la tristezza: la nuova educazione alle emozioni aiuta i bambini e gli adolescenti a far pace con la vita e con se stessi”

I risultati di alcuni studi americani evidenziano che, quando gli insegnanti aiutano i

bambini a gestire i loro sentimenti in classe, i piccoli alunni imparano a risolvere i

problemi e i conflitti di una situazione emotiva più rapidamente e, inoltre, sono in

grado di impegnarsi nei compiti di apprendimento con maggiore efficienza. Negli

adolescenti la “intelligenza emotiva” o la capacità di riconoscere e gestire le mozioni, è spesso associata ad una maggiore capacità di affrontare situazioni di stress e,

soprattutto, ad una maggiore autostima.

Il tema era stato ampiamente anticipato dal film “INSIDE OUT”. Il contrasto tra i due personaggi Joy e Sadness, alla fine si risolve a favore della seconda. Dato che il

suo ruolo nel film non è chiaro neppure a se stessa, Sadness, la Tristezza, è

considerata meno importante delle altre emozioni. Si scoprirà solo alla fine che il suo

scopo è segnalare il bisogno della giovane protagonista di ricevere conforto dalle

persone che le vogliono bene.

Può sembrare solo una buona idea per la sceneggiatura di un cartone animato, ma non è

così! E’ un argomento studiato con molta serietà!

Susan David, autrice del libro ”Emotional Agility”, dice:” Aiutare un bambino a sentirsi subito di nuovo felice può offrire immediato sollievo sia ai genitori che ai figli, ma non

aiuta il bambino a lungo termine. Insegnare ai bambini a navigare nel loro mondo

emotivo è un fattore critico per il successo di tutta la loro vita futura”. Inoltre,

secondo l’autrice, la nostra capacità di capire e riconoscere tutte le emozioni, influisce sulla nostra carriera, sulle relazioni, sulla felicità e anche sulla salute.

E’ importante essere determinati e perseveranti verso i nostri obiettivi, non lasciandoci frenare la vita dalla cattiva autostima, dalle nostre debolezze e paure,

avendo però l’intuizione ed il coraggio di riconoscere quando e quali obiettivi non sono

funzionali alla nostra vita. Questa è quella che si chiama INTELLIGENZA EMOTIVA.

Compito quindi di chi educa è aiutare i bambini a gestire i sentimenti, affinchè

imparino a risolvere problemi, conflitti e situazioni di stress, aumentando così la

propria autostima.

Inoltre è basilare non disconoscere la realtà

emotiva del bambino (non essere triste,

non essere arrabbiato…), ma la contrario, è importante riconoscere il suo mondo emotivo,

sostenendolo nell’etichettature di ogni emozione.

TUTTI AL CIRCOLO POLARE BUSTICO !!!

Il momento del Carnevale deve essere vissuti alla scuola dell’infanzia come occasione di festa, di gioia e di allegria, ma anche di relazione con gli adulti ed i pari, nel rispetto

delle regole del vivere quotidiano con gli altri.

Questo periodo offre anche particolari spunti per sviluppare la creatività ed il lessico,

lo spirito di osservazione e di collaborazione.

Anche la scuola deve essere addobbata in maniera allegra e festosa ed è bene che

siano proprio i bambini i realizzatori di questa trasformazione affinchè vedano il

risultato della loro collaborazione con i compagni. Tutto questo è avvenuto attraverso

l’ambientazione nel mondo dei Pinguini. E noi quest’anno abbiamo avuto il grande dono di un gruppo speciale di papà, mamme e

nonne che ci hanno regalato un sogno! Il nostro asilo si è trasformato in mondo

fantastico di ghiacci, fiocchi, orsi, pinguini, trichechi…il circolo polare bustico!!!!!!

Ecco le nostre proposte che i bambini hanno vissuto con gioia:

-racconti, canti, poesie, filastrocche del tempo di Carnevale

-attività grafico-pittoriche

-realizzazione di costumi e addobbi in classe e in asilo

-drammatizzazioni, audiovisivi e spettacoli di carnevale

E poi, ….. i balli con il maestro Umberto, i giochi motori con Giulia, il tanto atteso

spettacolo di magia di Redentus il Mago dei ghiacci, le chiacchere cotte per noi da Ugo

aiutato da un bel numero di nonne e la spettacolare sfilata dei pinguini del Busti per le

via di Venegono, accompagnati dagli amici della Limpresa anch’essi in maschera e da una folla numerosa e festante di mamme, papà, nonni e amici!!!!!

Che dire ancora? Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di ogni

istante del carnevale al Busti!!!!!

A CURA DEGLI AMICI DELL’ASSOCIAZIONE “AMICI DI VELERU”

Ma chi è il “piccolo John”? Da tanti anni i bambini iscritti all’Asilo Paolo Busti, e di conseguenza i loro genitori, sentono parlare di questo bambino povero indiano da aiutare; ma forse non tutti sanno a

cosa si riferisce questa forma di solidarietà che la Direzione dell’Asilo propone per instillare già nei più piccoli qualche goccia di altruismo. John è il nome “facile” (vista la complessità degli appellativi indiani) attribuito per convenzione al ragazzo o ragazza che

l’Asilo ha deciso di sostenere con la modalità dell’adozione a distanza per il tramite dell’associazione venegonese Amici per Veleru onlus. Presentiamo brevemente la storia e

gli scopi di questa associazione perché tutti i genitori dei nostri bambini sappiano a chi

vengono destinati i contributi chiesti a favore del “piccolo John”. Amici per Veleru onlus è stata costituita nel 2008 per formalizzare e rendere duraturo

nel tempo, al di là delle persone impegnate, il rapporto in essere tra la parrocchia di

Venegono Superiore e quella di Veleru, località dell’India situata nello stato del Telengana (sud-est dell’India) e facente parte della diocesi di Warangal. Nella missione di Veleru ha operato per 40 anni suor Lorenza Bietti, la nostra concittadina scomparsa

nel 2010 che l’attuale vescovo di Warangal (in visita a Venegono lo scorso settembre) ha definito “la madre Teresa di Veleru”. Proprio da lei è partita l’idea di un “gemellaggio” tra le due parrocchie, suggellato nel 1989 tra l’allora parroco don Bruno e il vescovo indiano mons. Thumma Bala (ora arcivescovo di Hyderabad) sotto forma di borse di

studio a favore dei ragazzi poveri di quella zona. Dai primi 20 sponsors siamo passati col

tempo a circa 160/170 ragazzi e ragazze che possono studiare grazie al contributo di

famiglie venegonesi e di altre località; la gestione è stata portata avanti fino ad alcuni

anni fà come puro volontariato dall’indimenticabile Maria Olga Seregni, che si è anche recata ben sei volte in India, constatando di persona il progressivo crescere delle

strutture e dei ragazzi che le frequentano.

Scopo dell’associazione è il sostegno economico nell’educazione scolastica fino all’università, per mezzo della cosiddetta “adozione a distanza”: ogni sponsor sceglie il

ragazzo/ragazza da seguire tra le foto pervenute dall’India e riceve tre lettere all’anno da parte del responsabile del progetto (attualmente padre Martino, già venuto due volte

a Venegono) riportanti l’andamento dell’anno scolastico, le attività recenti della missione

e la situazione generale, oltre alla pagella e una foto recente del ragazzo/a. La quota -

20 euro al mese - può essere versata in unica soluzione annuale oppure secondo la

propria comodità: se a mezzo bonifico bancario o assegno è deducibile dalla

dichiarazione dei redditi in quanto Amici per Veleru onlus è registrata presso l’Agenzia delle Entrate, la Regione Lombardia e la Provincia di Varese.

Altra finalità è il finanziamento di progetti per la promozione umana dei più poveri, che

si concretizzano - come già avvenuto in passato - nella costruzione di alloggi per bambini

abbandonati, case per lebbrosi, strutture sanitarie, aule multifunzione.

Per raggiungere questi scopi viene anche organizzata con cadenza pressochè annuale una

giornata “di sensibilizzazione” con vendita di prodotti vari e, se possibile, la testimonianza di qualche persona che è stata sul posto (la scorsa primavera suor

Preetha, collaboratrice indiana di suor Lorenza ora residente alla casa madre di Como).

La destinazione dei fondi è certa e verificata anche dalle frequenti email in cui sono

comprese la conferma del ricevimento dei nostri versamenti e le foto di quanto

realizzato. Chi fosse interessato può contattare i membri del Consiglio Direttivo: Paolo

Cattaneo (Presidente - tel. 339 6430262), Pinuccio Comolli (Vice presidente - tel 347

7825097), Maria Rosa Cremona (Tesoriere - tel. 0331 824933), Gianni Limido (tel. 0331

858082).

L’Associazione “Per Far Sorridere il Cielo” – Claun il Pimpa – Onlus nasce nel marzo del 2015 a Leggiuno su iniziativa di Marco Rodari (clown impegnato da anni nelle zone di Guerra) per portare un sorriso a tutti i bambini. L’obiettivo della Associazione consiste nel prendersi cura di bambini che hanno subito traumi fisici e psichici in conseguenza di una guerra vissuta o che stanno ancora vivendo attraverso:

Spettacoli di Magia – Clown Servizi di clown-terapia in Ospedale Creazione di Scuole di Magia - Laboratori per bambini Sostegno alimentare e medico alle famiglie bisognose Creazioni di Scuole di Magia-Clown per operatori adulti in luogo.

Girare il mondo «armato» di naso rosso per far sorridere il cielo, là dove cadono bombe e lacrime. È questa la missione di Marco Rodari, che da anni lavora nelle corsie degli ospedali con la sua valigia di cartone, indossando gli improbabili abiti de «Il Pimpa», uno stralunato e coloratissimo clown dispensatore di buon umore, anzi «claun» così come amano definirsi gli operatori dell’associazione «I colori del sorriso» di Varese. E il Pimpa, con il suo cappellino a elica, arriva ovunque ci sia guerra e distruzione: Iraq, Egitto, Giordania e Palestina. Il suo naso rosso ora fa capolino anche tra le macerie della Striscia di Gaza. Un palloncino colorato, un trucco di magia, una smorfia con la sua faccia di gomma: vale tutto per strappare un barlume di serenità ai più piccoli, usando la clownterapia per offrire briciole di evasione e di leggerezza. Da anni ormai Marco, per noi il Pimpa, presta le sue mille doti anche all’asilo Busti, proponendo alle volpi un laboratorio di clown che termina poi con l’allestimento di uno spettacolino per tutti gli altri bambini. Come scuola abbiamo deciso di sostenere le sue attività con la vendita delle foto dei nostri bimbi clown che collaborano con lui. Chi volesse sostenere queste sue iniziative può far pervenire la propria offerta tramite la nostra scuola.

Ciao a tutti! Eccomi pronta ad assistere a uno spettacolo con la S maiuscola...ma anche la S di

Superman perché lo presenterà un vero Superman in carne (poca!) e ossa:Enrico Croce! Ho

avuto il piacere di vedere una sua esibizione 4 anni fa e non mi sono lasciata sfuggire

l'occasione di poterlo rivedere anche quest'anno. E' stato semplicemente magnifico, un uomo

che cambia voce e personalità nel giro di pochi secondi:prima è un bambino che fa uno strano

sogno, lascia il suo pigiamino rosso ed entra nelle vesti di un investigatore di tutto rispetto

per poi diventare un dinosauro che svolazza sulle teste dei bambini che assistono con occhi

sbarrati ed infine entra in scena una ,magnifica “tirannosaura” gigante che ha lasciato tutti a bocca aperta. Il tutto condito dalla collaborazione di qualche bambino tra i più coraggiosi e

sottolineando più volte l'importanza di valori quali educazione e rispetto. E' stata una

mattinata davvero piacevole, i nostri piccoli erano entusiasti ed immersi nella magia di tutto

ciò che li circondava e noi adulti col sorriso stampato sulla bocca. E' sempre bello poter

tornare un po' bambini, l'unica pecca è che non potrò più rivedere il suo spettacolo al Busti

perché Lorenzo è ormai una volpe!!!

Alessandra dei Gialli

In un periodo della mia vita professionale in cui, alla fine di u n percorso formativo, mi ritrovo

ad avere e a gustare più tempo per me e per i miei bambini, sono finalmente riuscita ad

assistere al tradizionale spettacolo teatrale di Enrico Croce presso la nostra scuola materna!

Ebbene, pur non avendo dubbi nemmeno prima, ora capisco appieno il perché, ogni anno, la

scelta ricada su questo eccezionale autore ed attore….durante lo spettacolo Enrico infatti è riuscito, quale unico interprete, ad intrattenere tutti i bambini con i colori e la magia di una

storia di dinosauri...una timida dilofosaura esce dal sogno di un adulto, “ da sempre amico dei dinosauri” per chiedere aiuto..nel suo mondo, infatti, i dinosauri, di nome e di fatto “lucertole terribili”, sono sempre in lotta tra loro, mentre lei desidera solo la pace...ed è così che, dopo trucchi, giochi e tante risate, con il supporto di un eccentrico mago, si arriva alla nascita del

primo “carosauro”, primo esemplare di una specie di “lucertole buone, giuste, gentili e oneste”...il tutto reso ancora più spettacolare ed emozionante (anche per gli adulti presenti!) dall'ingresso in salone della “nostra” timida dilofosaura (lo stesso Enrico con indosso un

meraviglioso costume confezionato su misura in Cina), una volta rassicurata sulla bontà e

sincerità del pubblico presente. I bambini, molto attenti e ordinati, hanno partecipato

attivamente allo spettacolo che, come d'abitudine, ha proposto svariati momenti interattivi.

Fasi di ilarità e puro divertimento si sono alternate a brevi istanti di timore, di fronte ai

colorati, ma realistici dinosauri della scenografia! Ma una pronta coccola della maestra è

risultata più che efficace! Dunque, dopo la contagiosa allegria dei pinguini del “Polo Busti” carnevalesco, il frizzante mese di marzo ha trasformato il nostro asilo in un scintillante e

spumeggiante teatro...dai dinosauri di Enrico, colorati e insieme “educati ed educativi”, all'incredibile, disarmante magia del clown Pimpa, capace di credere nel valore del sorriso di

un bambino anche tra le macerie della guerra. Ecco perché, in questi 5 anni di condivisione, ho

via via compreso come all'asilo Busti, in ogni piccola cosa, sia davvero possibile “camminare con i piedi per terra, ma, col cuore, abitare nel cielo”. Grazie di cuore a tutto lo staff!!

Tristana, presidente del C.S e mamma di Matteo, Alessandro e Massimiliano

Commento a cura della dott.ssa CHIARA BERTINOTTI

Dopo la lettura dell’articolo che vi stiamo proponendo ci auguriamo che nascano in voi come in noi delle domande che ci portino a ridimensionare il

nostro utilizzo delle nuove tecnologie.

“Essere connessi in tempo reale con gli altri papà e le altre mamme trasforma ogni

piccolo episodio in un caso. E scatena un’ansia da prestazione che ci fa sentire tutti inadeguati. Uscite dal gruppo: la vostra vita migliorerà. Per le cose serie basta la

mail

Non è per le faccine di risposta a ogni messaggio. Non è per quelli che la usano per

chiacchierare con una persona sola: «Per la mamma di Valeria, allora ti aspetto

all’uscita :-)», «Ok, grz :-):-)». Non è nemmeno per quelli che chiedono i compiti, poi

l’aiutino per i compiti, poi ancora il confronto dei compiti, alla fine la soluzione dei compiti. Ho lasciato la chat su WhatsApp dei genitori della scuola di mio figlio. E

sono tornato un uomo felice. Ma non l’ho fatto per gli effetti collaterali, che pure

sono fastidiosi. L’ho fatto perché la chat, in sé, è gravemente dannosa per la salute. Peggio delle sigarette.

Nuoce alla salute (anche con i genitori migliori) Tutto dipende da come viene usata, dicono. Falso, la chat fa male a prescindere.

Essere connessi H 24 e in tempo reale con gli altri genitori genera un incubatore di

ansia da prestazione che rovinerebbe la mamma o il papà più zen del mondo. Anche

se tutti i genitori sono, come nel caso della scuola elementare di mio figlio, persone

per bene, intelligenti e pure simpatiche. La chat nuoce gravemente alla salute per due

motivi.

Amplifica le piccole cose Il primo è che trasforma ogni refolo di vento in una tempesta. Un esempio? A scuola

fa freddo dopo le festa di Natale. Uno solleva il caso, un altro minimizza. Un altro

ancora attacca la maestra, poi c’è quello che la difende, quello che se la prende con la preside. Dopo un po’ arriva quello che ricorda i tempi della nonna, quello che tira in ballo il sindaco, quella che difende il sindaco. Alla fine non si risolve nulla. Anche

senza la chat non si risolve nulla. Ma almeno non c’è quella sfilza di squilli e vibrazioni che ti fa dimenticare l’unica cosa davvero importante da fare: chiedere a tuo figlio (non alla chat) se a scuola fa freddo. E in caso mettergli una maglia più

pesante.

L’ansia da prestazione del genitore perfetto Il secondo motivo per cui la chat fa male è quella che gli esperti chiamano

vetrinizzazione della identità. Cosa vuol dire? Spesso chi interviene non lo fa per dare

il suo contributo alla soluzione di un problema, ma per essere sicuro di dare

l’immagine giusta di sé. Una gara senza vincitori dove tutti siamo perdenti: ognuno vuole sembrare presente e premuroso, quando parla della merenda bio, della festa

della domenica o del pomeriggio con gli amichetti. Alla fine, davanti a tanta premura,

tutti finiamo per sentirci inadeguati. A parte la super mamma perfetta che c’è in ogni classe ma che, tranquilli, di solito fa solo finta.

Meglio la mail, che usiamo con più attenzione Il risultato finale è che sulla chat passa quello che non serve. E non passa quello che

serve. L’altro giorno, quando c’è stato il terremoto e la scuola è stata evacuata, noi genitori siamo stati avvertiti via mail. Nessuna risposta tanto per rispondere, solo la

comunicazione di quella santa donna della nostra efficientissima rappresentante di

classe. Alla fine, sulla mail, l’ansia da prestazione scatta più difficilmente. E le piccole cose tendono a rimanere quello che sono, piccole cose. Io sono fuori dal

tunnel, di nuovo felice. Urge un intervento che salvi gli altri genitori: un divieto

generale per decreto con tanti saluti a quel che resta dello Stato liberale.

P.s. Cari colleghi genitori. Ci si vede domani al bar per il caffè post campanella. Ci

facciamo una bella chiacchierata. Ripeto: chiacchierata, non chat.

Commento all’articolo: Siamo ancora interessati al confronto da persona a persona? Quanto il

virtuale ci distanzia dai nostri reali bisogni sociali? Comunicare via chat

permette di non avere fraintendimenti? Questo articolo avrà permesso a

tutti noi di riflettere sull’impatto dei media sulla nostra vita e sul nostro essere educatori e genitori … i bambini in tutto questo ci osservano, ci imitano e sovrastimano i media sentendoli talvolta più importanti della

propria stessa presenza nella vita del genitore.

Quando siamo a casa siamo pervasi dal bisogno di chattare e di

“controllare” cosa accade nelle chat anche in parallelo ad altre attività. Le nuove tecnologie riducono le distanze ma assorbono il tempo della nostra

psiche riducendo le nostre energie e contribuendo ad alimentare stress … l’articolo evidenzia come i social possano portare ansia da prestazione o indurre bisogni di tipo narcisistico. I social hanno assunto una

connotazione tale da essere fondamentali per non rischiare l’esclusione … proviamo a sperimentare una serata a cellulare, tv, computer e vari media

spenti … ci renderemo subito conto della dipendenza che questi mezzi hanno creato nella nostra vita quotidiana.

Proviamo a condividere un momento di gioco con i nostri bambini o a fare

una passeggiata libera da “bip, bip …”, proviamo ad ascoltare i rumori offerti dalla natura in un bosco o il rumore del mare e CONDIVIDERLI

con i nostri bambini ma anche con gli adulti senza bisogno di inviare

fotografie o suoni ma NARRANDO la bellezza dell’esperienza per non rubare la scena all’immaginazione … grande esclusa dei nostri giorni!!!