Notizie Caritas Online...Uno stile che è ben sintetizzato nel suo motto episcopale, In charitate...

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Notizie Caritas Online della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve Inserto periodico di www.chiesainumbria.it (quotidiano online della Conferenza Episcopale Umbra, reg. Tribunale di Perugia n. 23/10 del 25/3/2010). Redazione: Piazza IV Novembre, 6 - 06123 Perugia tel. 075.5750326 5737392 5730304 / cell. 338.6928633 / e-mail: [email protected]. Curato da Riccardo Liguori, responsabile Ufficio stampa e comunicazione Caritas diocesana Anno XVI - Numero 1 (247) 27 Gennaio 2014 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Il cardinale al servizio degli “ultimi” Il suo motto episcopale, In charitate fundati, sintetizza la sua “filosofia” pastorale Anche la Caritas diocesana perugino-pievese ha gioito alla notizia della nomina a cardinale del suo arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti, esprimendo la sua immensa gratitudine a Papa Francesco. «Siamo felici per lui, per la nostra Chiesa, ma soprattutto per quello che ci sembra di cogliere tra le righe come segno, ovvero quanto emerge anche nella lettera che il Papa ha scritto a tutti i cardinali che sono stati nominati: che si tratta di una nomina di servizio, e sicuramente così la coglierà anche il nostro Pastore. Mons. Bassetti è una persona molto umile, che raccoglierà questo ulteriore impegno con il servizio. Ci siamo incontrati e la cosa che lui ci ha chiesto è la preghiera, cosa che non gli faremo mancare, perché questo ulteriore compito che la Chiesa gli richiede possa essere svolto con la sapienza che è richiesta dagli eventi». E’ quanto ha detto, in sintesi, Daniela Monni, direttore della Caritas diocesana, alla trasmissione “Gocce di Carità” di «Umbria Radio», condotta dalla giornalista Mariangela Musolino, nel commentare la notizia della nomina a cardinale dell’arcivescovo di Perugia. Il Santo Padre, come ha scritto sulle colonne di un quotidiano locale mons. Elio Bromuri, direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali, ha certamente visto in lui (in mons. Bassetti, n.d.r.) una persona che ha capito il nuovo corso pastorale che intende introdurre nella Chiesa universale ed in questi mesi ha avuto l’occasione di poter riconoscere nel vescovo di Perugia colui che più prontamente e meglio di altri incarna quella “conversione pastorale” da lui promossa. Mons. Bassetti da tempo ne ha parlato con insistenza ed entusiasmo anche perché corrisponde alla sua indole personale e al suo stile di vita». Uno stile che è ben sintetizzato nel suo motto episcopale, In charitate fundati, che richiama il significativo passo della Lettera agli Efesini di san Paolo: «Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio (Ef 3, 17-19). Molti si domandano se mons. Bassetti proseguirà il suo ministero episcopale a Perugia. Certamente sì, perché papa Francesco, nel nominare i suoi primi cardinali, ha voluto privilegiare ed incoraggiare le “periferie” della Chiesa e del mondo. Perugia, rispetto ad altre Diocesi, può considerarsi una di queste periferie. Soprattutto la nomina a cardinale di mons. Bassetti deve essere accolta a Perugia e in Umbria anche come un riconoscimento all’opera e all’azione di una Chiesa sempre accanto agli “ultimi”. Basti pensare alle diverse strutture di ascolto e di accoglienza attive nelle otto diocesi della regione sia delle Caritas sia di altri organismi socio-caritativi ecclesiali, che collaborano

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Notizie Caritas Online della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve

Inserto periodico di www.chiesainumbria.it (quotidiano online della Conferenza Episcopale Umbra, reg. Tribunale di Perugia n. 23/10 del 25/3/2010). Redazione: Piazza IV Novembre, 6 - 06123 Perugia

tel. 075.5750326 – 5737392 – 5730304 / cell. 338.6928633 / e-mail: [email protected]. Curato da Riccardo Liguori, responsabile Ufficio stampa e comunicazione Caritas diocesana

Anno XVI - Numero 1 (247) 27 Gennaio 2014

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Il cardinale al servizio degli “ultimi”

Il suo motto episcopale, In charitate fundati, sintetizza la sua “filosofia” pastorale

Anche la Caritas diocesana perugino-pievese ha gioito alla notizia della nomina a cardinale del suo

arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti, esprimendo la sua immensa gratitudine a Papa Francesco.

«Siamo felici per lui, per la nostra Chiesa, ma soprattutto per quello che ci sembra di cogliere tra le

righe come segno, ovvero quanto emerge anche nella lettera che il Papa ha scritto a tutti i cardinali

che sono stati nominati: che si tratta di una nomina di servizio, e sicuramente così la coglierà anche

il nostro Pastore. Mons. Bassetti è una persona molto umile, che raccoglierà questo ulteriore

impegno con il servizio. Ci siamo incontrati e la cosa che lui ci ha chiesto è la preghiera, cosa che

non gli faremo mancare, perché questo ulteriore compito che la Chiesa gli richiede possa essere

svolto con la sapienza che è richiesta dagli eventi». E’ quanto ha detto, in sintesi, Daniela Monni,

direttore della Caritas diocesana, alla trasmissione “Gocce di Carità” di «Umbria Radio», condotta

dalla giornalista Mariangela Musolino, nel commentare la notizia della nomina a cardinale

dell’arcivescovo di Perugia.

Il Santo Padre, come ha scritto sulle colonne di un quotidiano locale mons. Elio Bromuri, direttore

dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali, ha certamente visto in lui (in mons. Bassetti,

n.d.r.) una persona che ha capito il nuovo corso pastorale che intende introdurre nella Chiesa

universale ed in questi mesi ha avuto l’occasione di poter riconoscere nel vescovo di Perugia colui

che più prontamente e meglio di altri incarna quella “conversione pastorale” da lui promossa. Mons.

Bassetti da tempo ne ha parlato con insistenza ed entusiasmo anche perché corrisponde alla sua

indole personale e al suo stile di vita».

Uno stile che è ben sintetizzato nel suo motto episcopale, In charitate fundati, che richiama il

significativo passo della Lettera agli Efesini di san Paolo: «Che il Cristo abiti per la fede nei vostri

cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia

l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni

conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio (Ef 3, 17-19).

Molti si domandano se mons. Bassetti proseguirà il suo ministero episcopale a Perugia. Certamente

sì, perché papa Francesco, nel nominare i suoi primi cardinali, ha voluto privilegiare ed incoraggiare le “periferie” della Chiesa e del mondo. Perugia, rispetto ad altre Diocesi, può considerarsi una di

queste periferie. Soprattutto la nomina a cardinale di mons. Bassetti deve essere accolta a Perugia

e in Umbria anche come un riconoscimento all’opera e all’azione di una Chiesa sempre accanto agli

“ultimi”. Basti pensare alle diverse strutture di ascolto e di accoglienza attive nelle otto diocesi della

regione sia delle Caritas sia di altri organismi socio-caritativi ecclesiali, che collaborano

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costantemente con le Istituzioni civili. In queste strutture, ogni giorno, diverse centinaia di persone

in difficoltà trovano risposte ai loro bisogni umani e materiali.

Mons. Bassetti, dopo l’annuncio di papa Francesco, non ha annullato nessuno dei suoi impegni

pastorali precedentemente assunti ad iniziare dagli esercizi spirituali con i sacerdoti diocesani,

tenutosi a Foligno dal 13 al 17 gennaio. Coincidenza vuole che i suoi primi impegni dopo l’annuncio

della nomina a cardinale sono in gran parte incontri con realtà caritative e con gli immigrati. Il 18

gennaio scorso ha guidato un momento di preghiera presso il “Villaggio della Carità-Sorella

Provvidenza” in Perugia, che ha preceduto la sua inaugurazione ufficiale del prossimo 29 gennaio.

Domenica 19, in cattedrale, ha celebrato la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, iniziando

la sua Visita pastorale all’“ambiente dell’immigrazione”, che vede la presenza nella provincia di

Perugia di oltre 70 mila persone (in gran parte dimoranti nel capoluogo) di 40 e più nazionalità

diverse. Martedì 21, mons. Bassetti ha presieduto in Sant’Enea l’inaugurazione della sede diocesana

dell’Unitalsi e del Centro di Ascolto e di Accoglienza della Caritas interparrocchiale. Infine, il 31

gennaio pomeriggio interverrà al convegno diocesano di Pastorale della Scuola sul tema “La

ludopatia: un’emergenza educativa che ci interpella”.

Con il futuro cardinale Gualtiero Bassetti la Chiesa e l’intero popolo di Dio dell’Umbria si sentono

ancor più vicini al Papa che ha scelto come nome quello di uno dei grandi santi della cristianità,

figlio della terra umbra, Francesco d’Assisi, il Poverello. Proprio alle persone in difficoltà, disagiate,

emarginate, sofferenti, gli “scarti della società”, come li definisce Papa Francesco, anche mons.

Bassetti è impegnato a far sentire la concreta vicinanza della Chiesa di Cristo e, nel contempo, a

richiamare i cristiani ai loro doveri verso questi fratelli che vivono difficili situazioni di povertà

umana e materiale, oltre a non far mancare la sua attenzione a quanti sono “distanti” dalla Chiesa,

perché la Parola di Dio, che annuncia la salvezza, va fatta conoscere a tutti, nessuno è escluso.

La Visita pastorale che mons. Bassetti si appresta a compiere alla comunità diocesana nel triennio

2014-2017 vede, non a caso, tra le prime realtà che incontrerà proprio quelle del mondo del lavoro,

degli immigrati, della sanità, dell’università. «Il titolo della mia Visita, ''Devo fermarmi a casa tua'',

dice tutto, ma il mio principale desiderio – ha sottolineato di recente il presule – è quello di

conoscere capillarmente il territorio, rendermi conto fino in fondo anche delle bellezze, delle

fragilità, delle ricchezze e delle povertà di questa stupenda Chiesa che il Signore mi ha affidato».

Riccardo Liguori

***

Dall’incontro di preghiera presso il “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza”

Mons. Bassetti: «è la fucina della carità della nostra Chiesa»

Annunciato dall’arcivescovo la sua prima visita da cardinale:

«andrò in carcere con la “porpora”. I carcerati Sono gli ultimi degli ultimi: i poveri possono venire a trovarmi, loro non possono farlo»

La “Sala Rossa” del “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza”

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E’ stato un incontro di preghiera per ringraziare il Signore per il dono che la Chiesa perugina ha

ricevuto: il “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza”; incontro tenutosi lo scorso 18 gennaio

con l’arcivescovo Gualtiero Bassetti all’interno di questa struttura di ascolto e di accoglienza,

nuova sede della Caritas diocesana, messa a disposizione dalla Provincia dell’Umbria dei Frati

Minori Cappuccini. La sua inaugurazione ufficiale è in programma il prossimo 29 gennaio (ore

16), giorno della solennità di san Costanzo, patrono di Perugia e dell’Archidiocesi.

Accolto dai membri del Consiglio della Caritas diocesana e da alcuni volontari ed operatori,

l’arcivescovo ha commentato: «ci ritroviamo a casa nostra, perché questo luogo è fucina della

carità della nostra Chiesa. Si realizza il nostro progetto, quello di avere in un unico luogo i

principali servizi per le persone in difficoltà. I suoi ambienti – ha proseguito il presule – sono

ben razionalizzati per gli scopi che la nostra Caritas diocesana si prefigge: l’ascolto,

l’accoglienza, l’assistenza, la distribuzione di aiuti alimentari. Soprattutto è il luogo in cui chi vi

giunge, perché in difficoltà, emarginato, disagiato, solo, povero nel corpo e nello spirito possa

essere sostenuto ed accompagnato nel risolvere i suoi problemi». Al riguardo, mons. Bassetti

ha fatto un esempio nel sottolineare che sono in costante aumento anche a Perugia singoli ed

interi nuclei familiari in difficoltà non solo a livello materiale. «Alcuni giorni fa – ha raccontato il

presule – una madre affetta da un tumore è venuta da me raccontandomi la sua triste storia:

ha un figlio con problemi di tossicodipendenza… C’è da chiedersi quale dei due mali è il più

grave per questa donna che ha fede, soprattutto come poterla aiutare. Di queste tragedie

familiari la Chiesa, anche attraverso la sua Caritas, non può non farsene carico con l’assidua

preghiera e con gesti concreti di carità».

L’arcivescovo, nel salutare i partecipanti all’incontro di preghiera nella “sala rossa”

(denominata tale per il colore delle poltroncine e delle tende che l’arredano) del “Villaggio della

Carità”, ha anche scherzato nel dire: «questa sala è cardinalizia!», cogliendo lo spunto per

leggere e commentare brevemente la lettera che Papa Francesco ha scritto ai nuovi cardinali in

cui dice: «il cardinalato non significa una promozione, né un onore, né una decorazione;

semplicemente è un servizio che esige di ampliare lo sguardo e allargare il cuore. E, benché

sembri un paradosso, questo poter guardare più lontano e amare più universalmente con

maggiore intensità si può acquistare solamente seguendo la stessa via del Signore: la via

dell’abbassamento e dell’umiltà, prendendo forma di servitore (cfr Fil 2,5-8). Perciò ti chiedo

(rivolgendosi il Papa al neo cardinale, n.d.r.), per favore, di ricevere questa designazione con

un cuore semplice e umile. E, sebbene tu debba farlo con gaudio e con gioia, fa in modo che

questo sentimento sia lontano da qualsiasi espressione di mondanità, da qualsiasi

festeggiamento estraneo allo spirito evangelico di austerità, sobrietà e povertà».

Il futuro cardinale Bassetti in questa lettera del Santo Padre ha trovato un conforto-sostegno

del suo “stile” di Pastore di sempre, quello di essere tra il suo “gregge”, accanto, in particolare,

agli ultimi e ai lontani. E’ sua volontà, una volta creato cardinale, come ha annunciato al

“Villaggio della Carità”, dedicare la sua prima visita con la «porpora» al mondo carcerario;

gesto che compì anche pochi giorni dopo il suo ingresso in diocesi, da neo arcivescovo di

Perugia. «Andrò con la porpora dai carcerati – ha detto Bassetti agli operatori Caritas –, perché

sono gli ultimi degli ultimi. Una persona in difficoltà, disagiata, un giovane tossicodipendente…,

può venire a trovarmi a casa mia, ma un carcerato non può farlo». Un’altra realtà che

l’arcivescovo visiterà dopo il Concistoro del 22 febbraio sarà l’ospedale, incontrando i malati più

gravi.

R. L.

***

Perugia: il Centro di Ascolto della Caritas diocesana il 3 febbraio riprende l’attività nella sua nuova sede: il “Villaggio della Carità”

E’ quasi compiuto il trasferimento del Centro di Ascolto della Caritas (CdA) diocesana nella nuova sede del “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza” situato in via Cortonese, nelle vicinanze della chiesa parrocchiale di San Barnaba in Perugia. Il 17 gennaio è stato l’ultimo giorno di attività del CdA nella sede di piazza Biordo Michelotti 1, in pieno centro storico. Questo servizio-opera segno della Chiesa diocesana tornerà operativo dal prossimo 3 febbraio, presso il “Villaggio della Carità”. Da lunedì 20 gennaio la sua attività è sospesa per ultimare il trasferimento del CdA, i cui volontari ed operatori saranno anche impegnati ad organizzare l’inaugurazione ufficiale del “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza”, in calendario mercoledì 29 gennaio. Il Centro di Ascolto diocesano potrà così festeggiare, il prossimo dicembre, i suoi primi 25 anni di attività in una sede più accogliente e funzionale. Nell’imminenza del completamento del suo trasferimento, gli operatori Caritas colgono l’occasione per ringraziare i volontari che li stanno aiutando a compiere al meglio questo lavoro, in particolare le persone seguite dallo stesso CdA, che si stanno tanto prodigando anche a limitare eventuali “disagi” dovuti alla circostanza.

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Il “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza” è pronto ad accogliere chi è in difficoltà

La sua inaugurazione mercoledì 29 gennaio (ore 16), festa del Patrono san Costanzo,

alla presenza dei rappresentanti delle Istituzioni civili e religiose del capoluogo umbro

L’ingresso e il complesso centrale del “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza” in Perugia

Tempi rispettati per l’avvio delle attività del “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza” dopo

un complesso lavoro di ristrutturazione durato circa sei mesi. Era giugno 2013 quando i Frati

Minori Cappuccini dell’Umbria e l’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve sottoscrissero una

convenzione, attraverso la quale i primi davano alla Caritas diocesana, in comodato d’uso

gratuito per venti anni, il loro stabile sito nella zona di via Cortonese, nelle vicinanze della

chiesa parrocchiale di San Barnaba. La Caritas, dal canto suo, si impegnava a realizzare una

struttura di ascolto, accoglienza e di servizi socio-caritativi rivolti alle persone in difficoltà,

operativa a partire dall’inizio del 2014. La sua inaugurazione ufficiale è in calendario mercoledì

29 gennaio, alle ore 16, solennità di san Costanzo, vescovo e martire, patrono di Perugia e

dell’Archidiocesi, alla quale parteciperanno i rappresentanti delle massime Istituzioni civili e

religiose del capoluogo umbro e numerosi volontari e operatori. Interverranno l’arcivescovo e

vice presidente della Cei Gualtiero Bassetti, il sindaco Wladimiro Boccali, il presidente della

Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia Carlo Colaiacovo, il ministro provinciale dei Frati

Minori Cappuccini padre Celestino Di Nardo e il direttore della Caritas diocesana Daniela Monni.

Come si presenta…

Il “Villaggio della Carità” è stato realizzato in un complesso edilizio di 1.925 mq composto da

cinque piani (seminterrato, terreno, primo, secondo e terzo) oltre la mansarda, dove è stata

allestita una funzionale lavanderia-stireria fruibile dalle 48 persone che possono essere

ospitate per un medio periodo in sei ampi appartamenti ai piani primo, secondo e terzo. La loro

tipologia favorisce una educazione alla convivenza tra più persone, che aiuta anche una

maggiore socializzazione. Il “Villaggio” non è solo accoglienza, è anche Centro di Ascolto

diocesano (allestito al pianterreno) con propri qualificati operatori. I suoi ambienti sono molto

accoglienti e colorati e metteno a proprio agio le persone che vi giungono. Accanto al Centro di

Ascolto c’è la sede dell’Associazione perugina di volontariato (Apv), promossa dalla Caritas

diocesana, che presta la sua attività prevalentemente in ambito ospedaliero e carcerario. Al

pianterreno c’è anche un’accogliente sala per attività polivalenti (incontri e convegni), mentre

al primo piano si trova la direzione e l’amministrazione della Caritas diocesana. Il “Villaggio

della Carità” offre come servizi: il “Consultorio Medico”, gestito dall’Associazione Medici

Cattolici e da altri professionisti; l’“Assistenza legale” fornita da avvocati volontari;

l’“Assistenza di Patronato” per gli ambiti occupazionale e fiscale affidata alle Acli; l’“Emporio”

per la distribuzione dei generi alimentari sia a lunga che a breve conservazione (formaggi,

latticini, frutta e verdura), dotato di celle frigorifere e di un magazzino per lo stoccaggio dei

prodotti. L’“Emporio” si presenterà come un piccolo supermercato con una moderna

scaffalatura e banconi frigo. I fruitori (in un primo momento) saranno le persone che

attualmente si rivolgono ai Centri di distribuzione viveri delle Parrocchie di Perugia città.

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La sua gestione…

Significativa è la creazione di un apposito “comitato di accoglienza”, composto da volontari e

operatori Caritas, con il compito di valutare le richieste di ospitalità nel “Villaggio” (sono esclusi

minori soli e persone con problemi di tossicodipendenza e alcolismo) e di accesso all’“Emporio”.

Quest’ultimo sarà regolato attraverso delle tessere personali a punti che permettono di ritirare

i prodotti. La gestione del “Villaggio” sarà affidata a due famiglie di volontari in pensione e

autonome a livello economico, in quanto la loro presenza è richiesta 24 ore su 24. I loro

compiti saranno di natura domestica, oltre che di coordinamento delle attività e dei servizi che

il “Villaggio” offre. Le due famiglie, soprattutto, saranno molto motivate spiritualmente per

vivere in pienezza il Vangelo della Carità, animando momenti di preghiera durante la giornata

e promuovendo anche incontri sociali.

I costi di realizzazione e i suoi benefattori…

Per rendere l’intero “Villaggio” il più funzionale possibile alla sua opera di carità rivolta a

persone in difficoltà, è stato necessario un complesso lavoro di ristrutturazione con la messa a

norma degli ambienti e di tutti gli impianti, realizzando una moderna centrale termica e

arredando gli spazi nel rispetto di un’accoglienza dignitosa delle persone. I costi di questa

ampia ristrutturazione, che ammontano a 666mila euro, sono stati sostenuti dalla Conferenza

episcopale italiana (Cei) per 376mila euro, dalla Caritas italiana per 140mila euro e dalla

Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia per 150mila euro. Da evidenziare che quest’ultima si

è impegnata a finanziare per intero l’“Emporio” e ad acquistare viveri per il suo primo anno di

attività per complessivi 200mila euro.

L’esperienza di fede e carità del coordinatore dei lavori di ristrutturazione…

A seguire giorno per giorno i lavori di esecuzione del progetto di ristrutturazione di questo

complesso edilizio in modo da realizzarvi al suo interno il “Villaggio della Carità-Sorella

Provvidenza” è stato il diacono permanente Giancarlo Pecetti coadiuvato nella non facile opera

dalla moglie, la signora Maria Luisa, entrambi del Cammino Neocatecumenale e giunti in

Caritas diocesana, su invito dell’arcivescovo, da circa due anni. Sono tutti e due in pensione ed

hanno una grande famiglia composta da sei figli e dodici nipoti. Da circa sei mesi per vedere

mamma e papà, nonna e nonno, devono andare a cercarli al cantiere del “Villaggio della

Carità”, perché Giancarlo e Maria Luisa stanno seguendo i lavori come se si trattasse della

ristrutturazione di casa loro.

«Abbiamo vissuto quest’esperienza – commentano i coniugi Maria Luisa e Giancarlo Pecetti –

come “obbedienza” a ciò che il nostro vescovo ci ha chiesto, ma anche come un’esigenza

interiore di metterci al servizio della Chiesa attraverso una realtà quale è la Caritas, in

particolar modo in questo periodo così difficile di crisi economica e soprattutto valoriale di tante

persone e interi nuclei familiari».

«In questo coinvolgimento – proseguono Maria Luisa e Giancarlo – abbiamo stretto relazioni

con persone del Consiglio della Caritas con una grande profondità spirituale, che ci ha

permesso di vivere questo tempo in piena comunione. Abbiamo incontrato anche tanta

disponibilità da parte delle ditte che hanno lavorato all’interno del “Villaggio” e cogliamo

l’occasione per ringraziarle tutte. Anche nei due “campi di lavoro” organizzati dalla Caritas

all’interno di questa struttura, abbiamo potuto cogliere lo stesso spirito ed una grande

disponibilità dei giovani delle opere diocesane di accoglienza e dell’Operazione Mato Grosso».

«Proviamo un amore profondo ed appassionato per questa esperienza – evidenziano i coniugi

Pecetti –, perché la sua finalità è rivolta alla Carità in senso pieno e al prossimo bisognoso e

sofferente in cui è il volto di Cristo. Provenendo dalla ricca esperienza di fede del Cammino

Neocatecumenale, è stato per noi bello vedere il dilatarsi dell’annuncio della Parola di Dio al

servizio della Carità».

«Abbiamo fatto la scelta di trasferirci per un periodo nel “Villaggio” – annunciano Maria Luisa e

Giancarlo –, insieme alle due famiglie che lo gestiranno, così da avviare insieme la sua

organizzazione. Soprattutto impostare le attività comuni ai vari servizi offerti dal “Villaggio” sia

spirituali che socio-caritativi, consapevoli come cristiani che ogni sapienza, anche umana non è

piena se non attinge a Cristo fonte dell’Amore e della Sapienza.

Questo “Villaggio” sarà anche un’opportunità per quanti vogliono prestare opera di volontariato

ed educarsi alla Carità.

Servizio a cura di Riccardo Liguori

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Perugia: fervono i preparativi per la solennità

di san Costanzo, patrono della Città e dell’Archidiocesi

Tre pomeriggi di preghiera nella basilica intitolata al Santo dedicati al tema

“La vita al servizio del Vangelo”, ricordando «il fuoco di amore e carità» che il martire accese e che dura nei secoli attraverso tante opere

La basilica di San Costanzo e la tradizionale processione della “Luminaria” della vigilia della festa

In attesa di entrare nel vivo delle celebrazioni in onore di san Costanzo, vescovo e martire,

patrono di Perugia e dell’Archidiocesi, che si terranno, come è tradizione, nei giorni 28 e 29

gennaio, la comunità parrocchiale perugina di San Costanzo vive tre pomeriggi (25, 26 e 27

gennaio) di preghiera con l’Adorazione eucaristica e la recita del Vespro nella basilica intitolata

al Santo, dove sono custodite le sue le reliquie. Sono tre significativi appuntamenti dedicati al

tema “La vita al servizio del Vangelo”; occasione anche per riflettere sulle origini della fede

cristiana a Perugia, che risale all’epoca in cui visse il Santo martire patrono (II secolo).

«Costanzo, agli albori del Cristianesimo – spiegano i promotori del triduo di preghiera –, è

esempio luminoso di una vita totalmente spesa al servizio del Vangelo, cioè di Cristo, e dei

poveri. Fu eletto vescovo a soli 30 anni, nel 175 d.C., per il suo zelo, la generosità verso i

poveri, l'austerità con se stesso. Guidò la Chiesa perugina con autorevolezza sotto la

persecuzione di Marco Aurelio. Morì martire, decapitato, nel 178. Nella basilica di San Costanzo

riposano le sue spoglie e da lì, alle porte della città, è partito un fuoco di amore e carità.

Infatti, lungo "La Via Sacra", che da San Costanzo conduce alla cattedrale di San Lorenzo,

percorrendo l’odierno corso Cavour e vie limitrofe, c'è stato, nei secoli, un fiorire di opere

caritative. Ancora oggi si può leggere, nell'“orto medievale” dell'Abbazia benedettina di San

Pietro, che nella Regola c'era l'obbligo di assistenza giornaliera a centinaia di poveri con pane e

legumi. In via San Girolamo c'era l'Ospedale di San Giacomo per i pellegrini e, sempre a San

Girolamo, c'era un complesso dei frati Amadeiti che assistevano gli appestati. Lungo corso

Cavour c'era un antico istituto femminile che accoglieva le "repentute", donne che si pentivano

della vita di strada, a volte tornavano sulla strada ma poi venivano accolte di nuovo. Tutto

questo per dire che accendere il fuoco dell'amore agli ultimi, come fece Costanzo, provoca

incendi a catena per secoli».

«Il 29 gennaio, giorno in cui la Chiesa celebra il nostro Santo Patrono – annunciano i promotori

del triduo di preghiera –, sarà inaugurato, in tutt'altra parte della città (nella zona di via

Cortonese), il "Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza'". Non è un caso che si dia inizio in

questo giorno ad una nuova "avventura", un altro fuoco nel 2014 viene acceso dal Signore,

perché si possa scaldare il cuore di molti e nasca il desiderio di spendere fino in fondo la vita al

servizio del Vangelo, affinché molti poveri si rallegrino incontrando nella Chiesa l'Amore

concreto di Cristo: "Tutto ciò che avete fatto a loro lo avete fatto a me". Chissà che anche da

questo luogo non si possa propagare un'onda di carità fatta di attenzione, di predicazione e di

testimonianza, che pervada le vie della nostra città in questo inizio di XXI secolo!».

I tre pomeriggi di Adorazione eucaristica in San Costanzo, concludono i promotori, saranno

occasione di «un'adesione a Cristo Eucaristia che doni a tutti noi il desiderio di mettere la

nostra vita al servizio degli altri e la preghiera per essere sostenuti ogni giorno nel

“combattimento” della fede».

G e M. L. P.

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Inaugurato il Centro della Carità in Sant’Enea

«E’ davvero un inno all’amore e all’attenzione agli altri…»

Lo scorso 21 gennaio in Sant’Enea (fazione di Perugia) è inaugurata la sede del Centro della Carità dell’Unità pastorale delle comunità parrocchiali di San Martino in Campo, San Martino in Colle, Santa Maria Rossa, Sant’Andrea d’Agliano e Sant’Enea. «Questa struttura è davvero un inno all’amore e all’attenzione agli altri, alle famiglie, alle persone sole.

Queste sono le due vie, che in un momento di grande emergenza, ci indica la Provvidenza per venire incontro ai fratelli». A dirlo è stato l’arcivescovo Gualtiero Bassetti nell’intervenire all’inaugurazione. «Non

dobbiamo pensare di avere poco – ha proseguito il presule –. In fondo abbiamo solo cinque pani e due pesci, ma siamo convinti che Dio li farà bastare per tutti. L’importante è che siamo pronti a metterli a disposizione degli altri». «Il Centro della Carità è il frutto di un progetto – ha spiegato il parroco don Antonio Sabatini – che è stato realizzato con l’intento di applicare il recente Direttorio diocesano, in particolare le sue indicazioni pastorali inerenti alla vita delle Parrocchie costituitesi in Unità pastorali. La nostra Unità è la 18a

dell’Archidiocesi, denominata “Sacra Famiglia di Nazareth”, e in ognuna delle cinque Parrocchie che la compongono è stato attivato dai parrocchiani un centro pastorale specifico. A Santa Maria Rossa c’è la sede amministrativa dell’Unità e delle Pastorali Sociale e delle Comunicazioni (quest’ultima impegnata prevalentemente a redigere il periodico interparrocchiale, n.d.r.). A Sant’Andrea d’Agliano c’è il Centro di Spiritualità, mentre a San Martino in Campo c’è la sede della Pastorale familiare e a San Martino in Colle quella della Pastorale giovanile con l’Oratorio molto frequentato. A Sant’Enea da oggi è operativo il Centro della Carità ospitato nella canonica completamente ristrutturata per questa finalità».

Al piano terra della canonica è situata la nuova sede dell’Unitalsi diocesana, dove i volontari potranno organizzare incontri periodici anche con i malati, oltre a riunirsi per le loro attività ed iniziative.

Al primo piano si trova la sede della Caritas interparrocchiale con il suo Centro di Ascolto e dei funzionali ambienti per i suoi servizi (distribuzione viveri e vestiti); mentre al secondo piano è stato realizzato il centro di prima accoglienza (per brevi periodi di permanenza) per persone senza fissa dimora e pellegrini di passaggio, che potranno trovare ospitalità in quattro camere con servizi e cucina in comune. Tutto il complesso della canonica di Sant’Enea «è denominato “Casa Lourdes” – ha commentato don

Antonio – per richiamare la comunione spirituale e di servizio con l’Unitalsi, la cui sede è denominata “Casa Santa Bernardette”. Il Centro della Carità è intitolato a don Andrea Frattegiani, che fu parroco di Sant’Enea per mezzo secolo e ricordato ancora oggi per la sua opera di vicinanza alle persone bisognose. Il centro di prima accoglienza – ha aggiunto il parroco – è dedicato a don Carlo Brustenghi, che fu parroco di Sant’Andrea d’Agliano. I suoi parrocchiani hanno scritto un libro su di lui, il cui ricavato delle copie vendute è stato interamente devoluto per realizzare questo progetto caritativo della nostra Unità

pastorale». A questo progetto hanno creduto in molti nelle cinque comunità parrocchiali che costituiscono la 18a Unità pastorale dell’Archidiocesi, prodigandosi non poco per la sua realizzazione in un momento difficile per tante famiglie. Questo Centro della Carità diventa un altro importante punto di riferimento della Chiesa locale aperto a quanti si trovano a vivere situazioni di difficoltà e non solo di natura materiale, in una zona del Comune di Perugia in costante espansione demografica.

***

“Ripa all’alba” di Francesco Bastianelli

Nell’ultimo numero del 2013 di “N.C.” (pagina 3) è stata pubblicata una foto di Ripa per illustrare un articolo di “storie di vita da conoscere” dal titolo: Mirela, la mamma con il sorriso. La didascalia è errata e, involontariamente, non è stato citato il suo autore.

La foto è stata scattata all’alba, non al tramonto, da Francesco Bastianelli, che la nostra redazione ringrazia per aver messo a sua disposizione questa splendida immagine di un caratteristico borgo umbro.

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Venti di pace per le famiglie della Siria

Il 22 gennaio si è aperta in Svizzera la nuova sessione di negoziati sulla Siria: un evento e

un’opportunità unica per trasformare i venti di guerra in venti di pace.

Papa Francesco, nel Discorso del 13 gennaio al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede,

sottolineando che “occorre ora una rinnovata volontà politica comune per porre fine al conflitto”, ha

auspicato che tale Conferenza “segni l’inizio del desiderato cammino di pacificazione”, aggiungendo

poi che è “imprescindibile il pieno rispetto del diritto umanitario” e “non si può accettare che venga

colpita la popolazione civile inerme, soprattutto i bambini”.

Il Santo Padre ha anche esortato tutti “a favorire e a garantire, in ogni modo possibile, la necessaria

e urgente assistenza di gran parte della popolazione, senza dimenticare l’encomiabile sforzo di quei

Paesi, soprattutto il Libano e la Giordania, che con generosità hanno accolto nel proprio territorio i

numerosi profughi siriani”. Egli stesso si recherà in Medio Oriente nel prossimo maggio per

sostenere ogni sforzo per la pace in quella martoriata regione.

Il Pontificio Consiglio per la Famiglia e la Caritas italiana rilanciano, dunque, con forza questo

appello e chiedono la fine del conflitto in Siria, che ha causato un numero altissimo di vittime,

milioni di profughi in tutti i Paesi limitrofi, oltre un milione di famiglie distrutte. Due i messaggi forti:

educare alla pace, globalizzare la solidarietà per costruire una cultura di pace ed esprimere

vicinanza a chi soffre.

Accanto all’impegno per porre fine al conflitto, proseguono infatti gli aiuti concreti alla popolazione

colpita. In occasione del Pellegrinaggio mondiale delle Famiglie alla Tomba di San Pietro (26 e 27

ottobre 2013), il Pontificio Consiglio per la Famiglia in collaborazione con Caritas Italiana a sostegno

degli interventi di Caritas Siria aveva già lanciato l’iniziativa di solidarietà: “Le famiglie del mondo

per le famiglie della Siria”. Il progetto, che ha la durata di un anno, prevede la fornitura di aiuti

umanitari alle famiglie siriane in difficoltà, e prioritariamente con bambini; la realizzazione di alloggi

temporanei per le famiglie sfollate; l’assistenza medico‐sanitaria a malati, bambini e anziani. I

beneficiari del progetto sono circa 5.400 famiglie siriane (oltre 20.000 persone).

La Lega Calcio Serie A, con il sostegno del CONI, ha deciso di aderire all’iniziativa del Pontificio

Consiglio per la Famiglia e della Caritas italiana, autorizzando per la prima giornata di ritorno, 18 e

19 gennaio, negli stadi dei dieci club ospitanti (Atalanta, Bologna, Catania, Chievo Verona, Genoa,

Juventus, Milan, Sassuolo, Roma, Udinese), l’esposizione al centro del campo di uno striscione con

la scritta “Venti di pace per le famiglie della Siria” e in contemporanea sui maxischermi è stato

trasmesso uno spot di Federico Fazzuoli e Elisa Greco con immagini dei campi profughi libanesi.

Il mondo dello sport non dimentica situazioni dolorose che colpiscono, in Siria, come in altre parti

del mondo, troppi innocenti: la partita della pace si può vincere insieme, con l’impegno di ognuno.

Un chiaro segnale di come eventi quotidiani possono alimentare “Venti di Pace”.

Per info/donazioni consultare i siti: www.family.va e www.caritas.it

Siria: colpita la sede di Caritas Aleppo

Mentre si avviava in Svizzera la nuova sessione di negoziati sulla Siria, un colpo di mortaio colpiva la

sede della Caritas ad Aleppo. Gli operatori sul posto hanno assicurato che fortunatamente non ci sono stati feriti ma solo danni materiali. Mentre padre Toni Ghazzi, il parroco membro della Caritas di Aleppo stava aprendo la sede, il colpo è caduto davanti a lui e si è diretto verso l'arcivescovado caldeo devastando uno degli uffici Caritas e proseguendo la sua corsa verso la sala d'attesa. Padre Toni e alcuni bambini presenti si sono gettati a terra, ma per fortuna non c'è stata esplosione. Il responsabile dell'ufficio colpito Mony Tayyar e i suoi collaboratori non erano ancora arrivati in sede e per questo si sono salvati. Nonostante i ripetuti appelli alla pace, gli sforzi della Caritas e l'ultimo accorato messaggio di Papa Francesco per porre fine ad un conflitto «che ha già causato troppe sofferenze», purtroppo le violenze in Siria non accennano a fermarsi.

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Emergenza terremoto Haiti: Report delle attività della Caritas italiana a sostegno di uno sviluppo che parta dai più poveri a quattro anni dal sisma

Il 12 gennaio 2010 un violentissimo terremoto colpiva Haiti, provocando la morte di 230 mila persone, oltre 300.000 feriti e un milione e mezzo di senza tetto. La Caritas italiana sin dai primi giorni dopo il sisma è stata accanto alla popolazione terremotata

e alla Chiesa locale, scegliendo di accompagnare la Caritas di Haiti nel medio e lungo termine a sostegno soprattutto delle persone più vulnerabili.

Nel mese di gennaio 2013 una missione della Caritas italiana è stata ad Haiti per visitare il Paese e i progetti avviati fino a quel momento grazie ai finanziamenti raccolti (video di TV2000 "Haiti, un cammino condiviso"). La delegazione di

Caritas Italiana era guidata dal direttore, don Francesco Soddu, che ha sottolineato come «con costante attenzione alla realtà locale e in comunione con le

realtà coinvolte, Caritas Italiana continua, nel segno della carità cristiana, a sostenere la popolazione locale con programmi e progettualità, per favorire “uno sviluppo che parta dai più poveri”».

L'impegno complessivo di Caritas Italiana, a quattro anni dal sisma, è sintetizzato nel Rapporto "Haiti quattro anni dopo. Gli interventi, i dati, le voci" realizzato per

l’anniversario, che segue quelli già pubblicati negli anni scorsi (consulta il sito: www.caritas.it). Complessivamente ad oggi sono stati approvati e avviati 146 progetti di solidarietà,

per un importo di quasi 20 milioni di euro, pari a circa l'80% dei circa 25 milioni raccolti grazie alla colletta straordinaria promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana

il 24 gennaio 2010. La maggior parte dei progetti sono attivi nelle zone colpite (dipartimenti Ovest, Sud-Est e Grand’Anse) e coinvolgono tutte le 10 Diocesi del Paese caraibico.

Riepilogo interventi realizzati e programmati

Ambito Importo Nr.

progetti

% sul

totale

Assistenza sfollati € 2.792.708,00 5 14,06%

Animazione/Formazione/Istruzione € 6.929.521,00 36 34,86%

Idrico/Sanitario € 2.391.721,00 28 12,04%

Sociale/economico/agricolo € 6.766.626,00 77 34,06%

Totale progetti € 18.880.576,00 146 95,02%

Gestione € 989.024,80 4,98%

Totale interventi € 19.869.600,80 100,00%

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Notizie Caritas dall’Umbria

La visita a sorpresa dell’Elemosiniere del Papa al “Centro Speranza” in Fratta Todina

L’Elemosiniere mons. Konrad Krajewski mentre saluta i giovani ospiti del “Centro Speranza”

Sulla soglia dello scorso Natale è giunta inaspettata una visita speciale: mons. Konrad

Krajewski, l’Elemosiniere di Papa Francesco, si è recato nella parrocchia di Fratta Todina, nella

Diocesi di Orvieto-Todi, in particolare per far visita agli ospiti del “Centro Speranza”, bambini e

ragazzi con gravi cerebropatie e alle loro famiglie. Questo Centro è gestito dalle Suore Ancelle

dell’Amore Misericordioso che si occupano anche della scuola materna Sacro Cuore e l’asilo

nido La Coccinella.

Padre Andrea, parroco della chiesa di San Savino, ha lasciato gli onori di casa al vescovo

diocesano mons. Benedetto Tuzia, il quale, presentando mons. Konrad Krajewski ai fedeli, ha

definito l’ospite, il “portafoglio del Papa” e, proseguendo nel suo discorso, ha aggiunto: «Egli è

un portafoglio che non tiene gelosamente a sé le ricchezze, ma le dona soprattutto agli ultimi,

ai deboli e ai miseri. Lì dove c’è bisogno d’amore, il Signore dona una carezza ai suoi figli. La

carità tanto auspicata da Papa Francesco, è Suo desiderio che non resti solo nelle parole

enunciate, bensì che queste diventino praticate. L’Elemosiniere è la “mano tenera” della Chiesa

che va dove c’è bisogno. Oggi, la mano di mons. Krajewski giunge a Fratta Todina, per donare

la sua tenera carezza ai bambini e ai ragazzi disabili del “Centro Speranza”, e in particolare alle

famiglie di questi ospiti, per un gesto d’attenzione da parte della Chiesa che possa dar loro un

po’ di coraggio nell’affrontare le difficoltà della vita.»

Madre Maria Elvira Gonzalez, superiora provinciale delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, ha

accolto l’Elemosiniere in questo “piccolo Santuario” (il “Centro Speranza”), così definito dalla

religiosa, la quale ha poi aggiunto: «Il protagonista di questa opera è certamente il Padre

Misericordioso, che con Madre Speranza, fondatrice della struttura, condivide il sogno di dare

dignità e diritti alla persona disabile e riservare tanta tenerezza su questi figli più piccoli che

sono i bambini e io ragazzi cerebrolesi e le loro famiglie».

"Padre Corrado", così preferisce farsi chiamare l’Elemosiniere, è stato nominato da Papa

Francesco per essere letteralmente la sua 'longa manus' in aiuto dei più deboli e, rispondendo

alle domande che i ragazzi e gli operatori gli hanno rivolto, ha raccontato di come il Santo

Padre lo incaricò di dimenticare la scrivania e diventare il “prolungamento delle sue braccia” di

andare in giro, abbracciare le persone, mangiare con loro.

«Il mio lavoro è uscire dal Vaticano ha commentato mons. Krajewski –. Io vado con i volontari

in tanti posti, Tiburtina, Ostiense, nelle case di riposo, dove incontro 40-50 persone e con

queste parlo, mangio e passo del tempo, così come mi ha chiesto di fare Papa Francesco.

Questo è quello che vuole Gesù. Lui stesso si metteva a tavola con i sofferenti, questa è la mia

scrivania. Spesso rispondiamo a richieste di aiuto economiche: abbiamo aiutato famiglie e

bisognosi per un milione di euro. A chi mi chiede dove trovo i soldi, rispondo, dalle donazioni

che giungono alla Casa Pontificia per le famose “pergamene di benedizione del Papa” richieste

da tutto il mondo».

Tra i consigli che il Santo Padre dà per svolgere il suo lavoro, mons. Krajewski racconta «una

volta il Papa mi ha detto: “Quando il tuo portafoglio sarà vuoto, sarà una cosa buona” e “per

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ognuno che ti chiamerà “Eccellenza”, tu chiedi cinque euro” - scherzando l’Elemosiniere,

rivolgendosi alle suore del Centro che hanno continuato a chiamarlo “Eccellenza”, ha aggiunto

-: Il Santo Padre sapeva come riempire il suo conto oggi!».

E’ stato ricordato il legame di mons. Krajewski a Papa Giovanni Paolo II, al quale è stato

vicino. «Per sette anni, dal 2000, ho vissuto accanto al Papa – ha raccontato – e la cosa più

bella è che Lui ha offerto tutto al Signore, accettando ciò che gli è stato tolto con la malattia,

soffrendo davanti al mondo intero». Padre Corrado esorta tutti i presenti a riconoscere Gesù

nella nostra casa, dice «Voi l’avete qui “divina”, ma per poterla scoprire bisogna spesso andare

davanti al Tabernacolo per “abbronzarsi” e prendere la forza. La sofferenza – ha aggiunto –

deve essere condivisa. Dobbiamo offrire al Signore i nostri peccati e le nostre difficoltà, questa

è la strada attraverso cui possiamo diventare “portatori di Dio”, perché quando accarezzate i

vostri fratelli malati lo fate a nome di Gesù».

Un pensiero questo della “Misericordia”, scelto come motto episcopale dall’Elemosiniere e

condiviso da Madre Speranza «la quale (Madre Speranza, n.d.r.) identificandosi con Gesù

Amore Misericordioso, aveva capito che la strada del dolore e quella dell’amore vanno

inesorabilmente insieme per poter vivere nella pienezza dell’Amore» ha aggiunto Madre

Speranza, Madre Generale della Congregazione E.A.M., nel porgere i saluti.

L’Elemosiniere ha terminato l’incontro con un’ultima battuta, raccontando delle tante volte in

cui per tornare a casa in Polonia ha scelto di guidare la sua macchina, e per risparmiare,

percorrendo la E45, la superstrada che attraversa l’Umbria, si è fermato a Collevalenza (Pg)

facendo tappa al Santuario di Madre Speranza «Dove – ha raccontato – lasciavo i miei peccati.

Questo è il regalo più grande che possiamo fare al Signore, condividere con lui le nostre paure

e sofferenze».

***

Perugia: Cronaca di un Natale all’insegna della Carità

La Notte di Natale l’arcivescovo Bassetti ha incontrato un gruppo di «manifestanti pacifici» del “Comitato 9 Dicembre” sulla gradinata della cattedrale di San Lorenzo

«Siete un gruppo di manifestanti pacifici e vi ringrazio perché ricordate alle persone che entrano

nella nostra cattedrale l’esortazione apostolica Evangelii gaudium di Papa Francesco. Auguro a voi e

alle vostre famiglie un sereno Santo Natale». Con queste parole l’arcivescovo mons. Gualtiero

Bassetti ha salutato un gruppo di manifestanti del “Comitato 9 Dicembre”, che, nella tarda serata

della vigilia di Natale (24 dicembre), si era radunato sulla gradinata della cattedrale di San Lorenzo

in Perugia con un grande striscione con scritto “Papa Francesco/ Evangelii Gaudium/ Questa

economia uccide” e distribuendo volantini con il titolo: “I poveri non possono attendere”.

I manifestanti, alcuni giovani, uomini e donne, hanno chiesto a mons. Bassetti di ricordare anche

loro durante la S. Messa della Notte di Natale e che non erano in quel luogo per «disturbare», ma

soltanto sensibilizzare e richiamare l’attenzione dei fedeli, perché, come recita il loro volantino: «La

cosa peggiore non è la violenza degli uomini malvagi, ma il silenzio degli uomini onesti! …E’ la notte

di Natale. Noi, cittadini, giovani, lavoratori precari, disoccupati, pensionati, piccoli imprenditori,

siamo qui per ricordarvi che l’attuale crisi sta portando il popolo italiano alla disperazione ed alla

fame insieme a quasi tutti gli altri popoli europei… Anche Papa Francesco sulla “Evangelii gaudium”

scrive: “questa economia uccide”».

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Molti fedeli alla S. Messa della Notte di Natale nella cattedrale. L’arcivescovo Bassetti: «Se questo è il Natale, per nessuno di noi può esserci una sconfitta definitiva»

In una gremita cattedrale di San Lorenzo l’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti ha celebrato la S.

Messa della Notte di Natale, augurando ai fedeli «un Natale buono e fecondo di bene», in particolare

«alle famiglie dove quest’anno è nato un bambino, dove ci sono persone che soffrono perché malate

o che hanno perso il lavoro, ma anche emarginate, disagiate, come i carcerati che ho avuto modo di

visitare in questi giorni. Per tutti loro – ha detto mons. Bassetti – il vostro vescovo pregherà

particolarmente».

Il presule ha esordito nell’omelia richiamando l’attenzione sul significato della Prima lettura

nell’udire queste parole: «“Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce… Hai

moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia!”. Sono le parole del profeta Isaia – ha ricordato mons.

Bassetti –. Ma voi, fratelli e sorelle, vi siete accorti di questa grande luce? La vostra gioia è

aumentata in questi giorni d’Avvento in preparazione al Natale? Eppure oggi è nato il Salvatore!

Certamente per tutti coloro che lo hanno atteso, ma anche per coloro che non ne avvertono il

bisogno, anche per chi rifiuta di riconoscerlo, nasce il Salvatore…, anche per chi non prega più,

perché forse deluso. Ci sono, purtroppo, tanti fratelli - e l’ha detto anche il Papa nella sua omelia di

questa sera -, che camminano nelle tenebre, perché altri fratelli li hanno ingannati o hanno tolto

loro la speranza se non la dignità di uomini e di donne».

«Mi limito soltanto a qualche esempio – ha proseguito l’arcivescovo –, che abbiamo tutti dinanzi ai

nostri occhi: i risvolti gravissimi di questa crisi economica, che ha portato il 40% dei giovani alla

disoccupazione e non c’è niente di peggio di vedere un giovane senza prospettive, deluso, senza

speranza. Come anche piccole imprese prima ridotte allo stremo e poi naturalmente costrette a

chiudere. I poveri, secondo le statistiche anche della nostra Caritas, sono raddoppiati in questi

ultimi anni e troppe famiglie anche da noi non hanno nulla da mettere sotto l’albero di Natale e poco

anche da mettere in tavola».

«Fuori dalla nostra cattedrale – ha evidenziato mons. Bassetti – c’è un gruppo di manifestanti

pacifici ed anch’io sono stato attratto da un loro grande striscione dove è ricordato Papa Francesco.

Richiamano l’impegno alla lettura dell’esortazione apostolica del Papa sull’evangelizzazione. E’ una

cosa buona, che avrei fatto anch’io al termine della celebrazione suggerendovi di leggere questa

esortazione apostolica, perché veramente stimola ciascuno di noi ad essere un testimone del

Vangelo di Cristo, ma tocca anche i temi scottanti dell’economia come ricorda lo striscione dei

manifestanti».

«Certo, queste situazioni e altre – ha poi aggiunto il presule – sono un grido, perché si arrivi a

soluzioni eque, che comportino una più adeguata creazione dei beni ed una più equa distribuzione

dei medesimi».

«“Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce!” – ha detto ancora mons.

Bassetti –. Si, le tenebre sono sempre invocazione di luce e di salvezza! Oggi si è manifestata al

mondo la grazia di Dio che porta salvezza a tutti gli uomini e ci impegna a vivere con sobrietà - ci

ha detto san Paolo -, una sobrietà che deve seriamente ridimensionare tutti gli sprechi che ci sono

nel nostro modo di vivere. Papa Francesco ha detto con forza che il cibo sprecato è tolto ai poveri!

Vivere con sobrietà, con giustizia, con speranza ravvivate nell’attesa che, questo piccolo bimbo oggi

nato a Betlemme, ritorni un giorno nella gloria. Allora ci dirà: “quello che avete fatto al più piccolo

dei miei fratelli, l’avete fatto a me”».

«Oggi Dio si è fatto uomo – ha detto l’arcivescovo –, il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare

in mezzo a noi! Egli è Dio…, un Dio che sembra non risolvere i problemi, ma che li pone innanzi alla nostra responsabilità. Un Dio con molta umiltà bussa alla porta del cuore e chiede di essere accolto.

Un Dio che non punisce i maligni…, anzi da loro è stato messo in croce! Un Dio che si rivolge ai

poveri, ai perdenti, agli “scarti” - dice Papa Francesco -, a tutti noi che siamo poveri e peccatori. Un

Dio che ha amato così follemente la nostra umanità da giungere al punto di farsi egli stesso uomo.

Un Dio tenero e misericordioso, non un Dio lontano, assente, ma che ama per primo, prima di

essere riamato. Un Dio che ha voluto sperimentare la tenerezza di una madre e la protezione di un

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padre verso una creatura senza averla generata. Un Dio meraviglioso, che si fa trovare nei piccoli,

nei poveri, in chi si sente momentaneamente sconfitto. Se questo è il Natale, per nessuno di noi

può esserci una sconfitta definitiva. Anzi, dobbiamo far festa perché Lui è venuto ad abitare nella

piccola grotta della nostra esistenza».

«Se tutto questo è vero – ha evidenziato mons. Bassetti avviandosi alla conclusione –, se “a quanti

lo hanno accolto egli ha dato il potere di diventare figli di Dio”, essere cristiani autentici significa

accogliere il lieto messaggio del Natale, significa costruire una nuova “civiltà” dell’amore che

trasformi dal didentro la nostra società. C’è bisogno di buoni cristiani! C’è bisogno di amore

cristiano! Se davvero questi giorni saranno caratterizzati da “novità di vita”, avranno senso e valore

anche gli auguri che andiamo scambiandoci. E la speranza tornerà a brillare».

Pranzo di Natale in Arcivescovado, nelle parrocchie, nelle opere segno e nelle famiglie all’insegna della gioia della carità nella comunione e nella condivisione

Ancora una volta, il giorno di Natale, non si sono chiuse le porte di tante famiglie della comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve: hanno accolto persone in difficoltà, emarginate, sole…, seguendo l’esempio dell’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti che ha accolto a casa sua, nel quattrocentesco palazzo dell’Arcivescovado, più di settanta ospiti con la collaborazione di volontari ed operatori della Caritas diocesana. In parte sono fruitori abituali del Punto Ristoro Sociale Comune-Caritas “San Lorenzo”,

ospiti della Casa “San Vincenzo”, gestita dalle Suore Figlie della Carità, e della struttura di accoglienza “Alle Querce di Mamre”, fondata del Servo di Dio Vittorio Trancanelli insieme alla moglie Rosalia e ad alcuni amici. C’erano anche famiglie che hanno in affido minori in difficoltà, persone “povere” per

solitudine, come alcuni anziani, e famiglie di immigrati provenienti dal continente africano, da Paesi del Medio Oriente e Mediterraneo. Per tutte loro mons. Bassetti ha avuto parole di incoraggiamento e di conforto. La gioia della carità nella comunione e nella condivisione ha caratterizzato il Natale anche nelle comunità

parrocchiali di periferia, come quelle di Ponte San Giovanni e di Castel del Piano, che hanno organizzato grandi tavolate ospitando a pranzo diverse decine di persone. Anche le strutture di accoglienza della Caritas diocesana “Il Casolare” in Sanfatucchio di Castiglione del Lago e il “Santuario della Madonna dei Bagni” in Casalina di Deruta, hanno preparato il Pranzo di Natale per tanti ospiti provenienti anche dalle vicine comunità parrocchiali. Non sono mancate neppure le famiglie che hanno “aggiunto un posto a tavola” nel giorno di Natale, come fanno da tempo con le persone che “seguono” durante l’anno

nell’aiutarle ad affrontare al meglio le loro difficoltà. Servizio a cura di Riccardo Liguori

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Perugia: celebrata la “Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato”

Migranti in cattedrale e a pranzo nel chiostro di San Lorenzo

l Vangelo di domenica 19 gennaio letto in italiano, inglese, francese e spagnolo nella cattedrale di

San Lorenzo in Perugia, ha contraddistinto la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo

Gualtiero Bassetti nella 100a “Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato”. E’ stato

particolarmente significativo vedere in San Lorenzo centinaia di famiglie di immigrati provenienti

dall’America Latina, dall’Africa, dall’Europa dell’Est e da alcuni Paesi asiatici (Filippine ed India),

diverse delle quali in costume tipico della loro terra d’origine. Tanti colori, canti, musiche e sapori

diversi (al termine della celebrazione, nel chiostro della cattedrale, è stata imbandita un’immensa

tavolata con pietanze di quattro continenti), ma uniti nell’elevare preghiere a Dio.

Con questa partecipata celebrazione mons. Bassetti ha iniziato la sua Visita pastorale, che nei primi

mesi è dedicata a quattro “attenzioni di ambiente”: immigrati, lavoro, sanità ed università.

«A voi pace e consolazione dal Signore nostro Gesù Cristo e dallo Spirito Santo – ha esordito mons.

Bassetti nell’omelia –. Abbiamo udito la voce di Giovanni Battista, che, vedendo Gesù venire verso

di lui, esclama: “Ecco l’Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo!”. Gesù è l’Agnello di Dio

perché ha offerto al Padre la propria vita per il bene dell’umanità. E, dal momento che ha sacrificato

totalmente se stesso, egli, come ci ha detto il profeta Isaia nella Prima lettura, è davvero “luce delle

nazioni che ha portato la salvezza fino all’estremità della terra”. Perciò tutti noi possiamo ottenere

grazia, redenzione e sicurezza di vita e questo è quello che davvero ci consola tutti».

L’arcivescovo, soffermandosi su alcuni passaggi del messaggio di Papa Francesco per questa

“Giornata”, ha presentato il tema: “Migranti e rifugiati verso un mondo migliore”. «Come sottolinea

il Santo Padre nel suo bellissimo messaggio – ha evidenziato mons. Bassetti –, “noi sappiamo

benissimo che tutta l’umanità ha una comune aspirazione: vivere l’unità nel rispetto delle

differenze, nella reciproca accoglienza e ospitalità, che permettono l’equa condivisione dei beni della

terra e la tutela e promozione dell’essere umano”. Tutto il pensiero sociale della Chiesa, da Papa

Leone XIII in poi, possiamo dire che ha espresso questo concetto – ha ricordato mons. Bassetti – e

queste parole le aveva già dette Papa Paolo VI nella sua enciclica Popolorum progressio».

L’arcivescovo ha parlato anche dell’esistenza di «forme di migrazione forzata, tali da ridurre le

persone in schiavitù. Il lavoro “schiavo” poi è una moneta corrente, ma, nonostante tutto, ciò che

anima i nostri migranti è sempre la fiducia e la speranza. Voi portate nel cuore il desiderio di un

futuro migliore per le vostre famiglie e per le persone care».

Mons. Bassetti ha anche sottolineato che «il mondo potrà migliorare soltanto se l’attenzione

primaria sarà rivolta non ai mezzi, alle ricchezze, all’economia, al denaro, alla finanza…, ma alla

persona e alla sua promozione integrale, in tutte le sue dimensioni inclusa quella spirituale. “Si

abbia perciò il coraggio - afferma con forza il Papa nel suo messaggio - di passare da una cultura,

cioè da una mentalità dello scarto ad una cultura dell’incontro e dell’accoglienza. Migranti e rifugiati

non sono pedine sullo scacchiere dell’umanità. Si tratta di bambini, donne e uomini costretti spesso

ad abbandonare o a fuggire dalle loro case e dai loro Paesi”».

Mons. Bassetti, avviandosi alla conclusione e rivolgendosi ancora ai migranti, ha detto: «sappiate

che la Chiesa è chiamata ad essere il popolo di Dio, che abbraccia tutti i popoli e porta a tutti

l’annuncio del Vangelo, perché nel volto di ogni persona è impresso il volto di Cristo. Ogni persona è

creata a immagine e somiglianza di Dio; ogni essere umano è figlio di Dio: in lui è impressa

l’immagine di Cristo. Si tratta di vedere in ogni migrante, non un problema da affrontare, ma un

fratello ed una sorella da accogliere! Cari migranti e rifugiati non perdete la speranza e anche a voi

sia riservato un futuro più sicuro! Vi auguro che sui vostri sentieri possiate incontrare una mano

tesa e che vi sia dato di sperimentare la solidarietà fraterna e il calore dell’amicizia!». L’arcivescovo ha anche sottolineato come la sua Visita pastorale è iniziata «proprio con questa santa

messa e nell’incontro con voi nelle settimane successive». Inoltre, ha ricordato un importante

appuntamento per tutta la Chiesa perugino-pievese: l’inaugurazione, il prossimo 29 gennaio, del

“Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza” messo a disposizione della Caritas diocesana dalla

Provincia dell’Umbria dei Franti Minori Cappuccini nel complesso dove trova ospitalità anche la

Pastorale Migrantes diocesana gestita dagli stessi Padri Cappuccini.